Il mainstreaming dei risultati dei progetti MED
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Il mainstreaming dei risultati dei progetti MED
La valutazione dei progetti di Cooperazione Territoriale Europea: metodi di lavoro e riflessioni
• Bologna, 20 giugno 2013
Battistina Cugusi – CeSPI (Centro Studi di Politica Internazionale)
Indice
• Accenni: Contesto + metodologia
• Presentazione dei risultati della consultazione:I. Ostacoli e cause;II. Possibili azioni (Cosa fare? A Quali condizioni?
Chi? Come?).
Contesto (1/3)
• Processo di capitalizzazione del programma MED (2011-2014)– Supporto alla creazione di sinergie tra i progetti/
stakeholders;– Apprendere dalle esperienze per la prossima
programmazione (2014-2020).
• Consultazione sul Mainstreaming: integrazione dei risultati dei progetti di cooperazione territoriale nei programmi di Mainstream dei Fondi strutturali (PON/POR)
Contesto (2/3)• Perché una consultazione su questa tematica? Rilevanza del tema per la
cooperazione territoriale:– Ex-post evaluation Programma MEDOCC : “no evidence of coordination with
mainstream Structural Funds support despite the programme area being strongly anchored within Objective 1”;
– Interreg III Ex-post evaluation: “transnational cooperation programmes covered very large territorial spaces and were thus by nature interacting with many Structural Funds mainstream programmes (Objective 1-3)”, coordination was ensured in a “static” and “passive” way;
– Programma MED: coordinamento progetti con POR è tra I criteri di selezione dei progetti al fine di “to avoid implementing similar projects and to promote capitalisation of experiences and initiatives”; “as source of inspiration for the definition and the implementation of Med projects”; “as a support to prolong actions initiated by the Med programme”.
– Interreg IVC: progetti di capitalizzazione
– Rapporto Barca “Possibilities of programmes are used inadequately. That can be found back in the fact that territorial cooperation hardly is mentioned in national mainstream programmes”.
– Parlamento europeo (Aprile 2011): “the mainstreaming of the ‘territorial cooperation’ objective with the ‘convergence’ and ‘competitiveness and employment’ objectives is needed; [and called] for the programming to be better coordinated than it has been before; suggests that regional operational programmes should have the option to take an interest and participate in the cross-border, transnational and interregional projects that concern them by defining a territorial approach to the allocation of funding […]”.
– 2014-2020: Macro-regional strategies
Contesto (3/3)
First round of questions/answers
Second round of questions/answers
FACI
LITA
TOR
DELPHIgroup
REPORT
REPORT
Un accenno sul metodo…..DELPHI
Gruppo di esperti
Nazionale Regionale Sovranazionale Interregionale Locale 0
2
4
6
8
10
12
Series1
QUALI SONO I PRINCIPALI OSTACOLI?
I PARTE
Tre principali ostacoli
1. Logiche di intervento differenti: «due mondi paralleli»; obiettivi diversi; ‘hard’ vs ‘soft’; tempistica diversa;
2. Coordinamento debole nella fase di attuazione: frammentazione delle strutture; coordinamento (a volte anche solo dialogo) debole o assente; frammentazione delle competenze;
3. Debolezze strutturali dei programmi di cooperazione territoriale: debole visibilità e comunicazione dei risultati; non vera e propria condizionalità al risultato.
1. Logiche di intervento differenti/ assenza di una Visione comune
• Nessuna condizionalità in tal senso da parte della UE;
• Non è considerata una priorità da programmi POR/PON
– Percezione della cooperazione territoriale: poche risorse; incertezza sui risultati, soprattutto ricadute territoriali degli stessi; poca attenzione da parte dei policy makers;
– Conoscenza limitata dei risultati della ETC;• Non c’è abbastanza tempo;• L’informazione sui risultati non è facilmente accessibile
2. Coordinamento debole nella fase di attuazione
• Frammentazione delle strutture: competenti per la gestione della CTE e dei PON/POR; non c’è abitudine a dialogare o lavorare insieme; scambio di informazioni sui rispettivi programmi limitato; difficile arrivare all’integrazione dei risultati dei progetti CTE;
• Frammentazione delle competenze
3. Debolezze strutturali della CTE
• Fase di selezione e monitoraggio: non viene data la necessaria importanza nel valutare l’effettiva capacità di mainstreaming di una proposta progettuale e di un progetto;
• Stakeholders poca conoscenza della pianificazione regionale/locale, sia a livello di chi seleziona sia a livello progettuale;
• Poca visibilità all’esterno dei risultati dei progetti di cooperazione territoriale;
• Strumenti informativi insufficienti: Difficile ottenere le informazioni anche quando le si cerca;
• Poca concentrazione e frammentazione dei progetti in una miriade di sotto-tematiche.
POSSIBILI SOLUZIONI (COSA FARE? A QUALI CONDIZIONI? CHI? COME?)
II PARTE
1. Logiche di intervento differenti/ assenza di visione comune
- Cosa fare? Migliorare la coerenza tra i diversi programmi già nella fase della pianificazione; creare un ‘ponte’ tra di essi, attraverso l’introduzione di un riferimento formale (attività di coordinamento + risorse)
- A quali condizioni? Input politico forte. Convinzione diffusa che non avverrà mai spontaneamente;
- Chi? Come?- La CE: Idealmente già nella fase dei regolamenti, ma occasione persa
oramai;- Autorità naz./reg.: Partenariati territoriali + PON/POR.- Macro-regione banco di prova.
- Cosa fare?- Riconoscere il coordinamento obbligatorio/ o altamente
consigliabile;- Creazione di momenti/ luoghi di confronto e scambio di
informazioni.
- A quali condizioni? - INPUT politico forte, a gran voce da parte della Commissione;
ma anche da altri livelli (es. Regione Toscana); - Favorire un cambiamento di mentalità/ della percezione che si
ha della cooperazione territoriale (soprattutto responsabilità CTE)
2. Coordinamento debole nella fase di attuazione (1/2)
2. Coordinamento debole nella fase di attuazione (2/2)
CHI? COME?
Livello nazionale/regionale
Autorità responsabili PON/POR + CTE
- Creare strutture ad hoc; anche a livello settoriale;- Rafforzare il legame attraverso personale dedicato:
ruolo pivot dei NCP; technical coordinator; - Lista «Chi è chi»- Ecc..
Livello orizzontale
Autorità responsabili PON/POR + CTE
- Bottom up approach attraverso consultazione
Transnazionale Interact; CS/MA/JTS - Piattaforme transnazionali di dialogo;- Promuovere scambio di conoscenze tra programmi
CTE, anche attraverso possibilità di partecipazione agli incontri del CS; ecc.
- Cosa fare? Lavorare per cambiare la percezione che si ha della CTE; - A quali condizioni? Migliorare la capacità di mainstreaming dei progetti;
Migliorare la capitalizzazione dei risultati; Migliorare la visibilità dei risultati dei progetti CTE; Creare una dinamica di collaborazione con chi gestisce i PON/POR
- Chi? CS/MA/JTS CTE- Come?
- Processo di selezione: valutare la capacità dei progetti di sin dalla fase di selezione, indicando criteri già nel bando; dare un peso alle attività a seconda della probabilità di realizzare il Mainstreaming; dimostrare più chiaramente il legame con POR (es. lettera di interesse/supporto da parte della AG; coinvolgimento nelle attività; partenariato, ecc.), …;
- Monitoraggio e Valutazione: focalizzato su risultati e non solo su spesa;.. - Visibilità e capitalizzazione: maggiore visibilità; maggiore capacità di
capitalizzazione sin dall’inizio; database; comunicazione maggiormente focalizzata (esempi concreti; testimonianze; pratiche)…
3. Debolezze strutturali della CTE
Conclusioni • Reciprocità: non solo CTE• Tre ostacoli: visione; coordinamento; debolezze CTE• Soluzioni:
Una visione comune? Probabilmente troppo tardi. – Mancato input da parte della CE;– Fase di programmazione avviata;– Ma Macro-regione banco di prova importante!
Un maggiore coordinamento?
Maggiore capacità dei progetti di raggiungere risultati in termini di mainstreaming? Possibile…
Maggiore visibilità e capitalizzazione? Possibile…
Grazie per l’attenzione!
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