IL LIBRO AL TRIANGOLO «Solo tra le note mi sento davvero a ... · sionali e al tempo stesso...

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Via Della Fogarina, 7/9 - Cremona Tel: +39 0372 471501 - Fax: +39 0372 471467 [email protected]; [email protected] www.oma-cr.it SORESINA JAZZ FEST 2019 Arriva Joao Bosco, mito brasiliano n intero weekend ri‐ servato al jazz, pro‐ posto oltretutto in uno dei luoghi più suggestivi dell’inte‐ ra provincia di Cre‐ mona. Prende il via stasera (ve‐ nerdì 3 maggio, alle ore 21.15), nell’incantevole cornice del tea‐ tro “Sociale” di Soresina, la set‐ tima edizione del “Soresina Jazz Fest”, organizzato come d’abitu‐ dine dall’Associazione “White Bird” di Soresina. Un appunta‐ mento d’importanza straordina‐ ria ‐ «Un piccolo gioiello nel pa‐ norama degli eventi jazzistici del Nord Italia», tiene a sottoli‐ U neare il presidente Achille Nolli ‐ che per tre giorni s’impegna a offrire un’accurata selezione di straordinari interpreti musicali. La rassegna (che beneficia del patrocinio del Comune di Sore‐ sina) si apre con la performance del Riccardo Ruggieri Brazilian Joao Bosco, protagoni- sta al Sociale di Soresina, domenica 5 maggio [foto Flora Pimentel] CremonaJazz Di Meola: Lavoro ogni giorno. Senza questa costanza mi perderei o di Stefano Frati p aglio del nastro, stasera alle 21, per l’e‐ dizione 2019 di CremonaJazz: la rasse‐ gna, guidata dalla direzione artistica di Gianni Azzali, giunge quest’anno alla quinta edizione. Il primo appuntamento è “con le atmosfere mediterranee, pas‐ sionali e al tempo stesso dolcissime, di un mito della sei corde acustica: Al Di Meola, pioniere della fusio‐ ne tra world music e jazz.” Di Meola scende nell’ovale dell’Auditorium Giovanni Arvedi, nel Museo del Vio‐ lino, insieme con Kevin Seddiki alla seconda chitarra e Fausto Beccalossi alla fisarmonica. Il concerto si in‐ titola “Opus & More 2019”, chiaro riferimento al suo ultimo lavoro: “Opus”, disco pubblicato nel febbraio dello scorso anno. «Un album molto meditato sotto il profilo compositivo ‐ aveva commentato Di Meola poco prima della pubblicazione ‐ in grado di rappre‐ sentare la mia maturazione artistica. La fama di chi‐ tarrista virtuoso aveva un po’ oscurato il mio status di autore. Ora, a questo punto della mia carriera, de‐ sidero dare più peso ai brani scritti da me». Il con‐ certo è preceduto da AperiJazz, il momento musicale all’ora dell’aperitivo che coniuga il jazz con le specia‐ lità gastronomiche di “Chiave di Bacco”, il ristorante del museo: alle 18.30 appuntamento aperto a tutti con il trio formato da Marco Bianchi al pianoforte, A‐ lex Carreri al basso e Maxx Furian alla batteria. Abbiamo intervistato Di Meola una settimana prima del suo debutto cremonese. Maestro, riguardo al suo ultimo album ha dichia- rato che “per la prima volta nella mia vita ho scritto musica in una condizione di felicità. Ho u- na eccellente rapporto con mia moglie, una splendida foglia e una famiglia meravigliosa, ca- pace di ispirarmi ogni giorno. Penso che si riflet- ta anche nella musica”. Nel suo disco dell’85, “Cie- lo e Terra” si avverte la stessa serenità. Ci piace- rebbe approfondire qualcosa di più su questo la- voro e conoscere - se ci sono - alcuni “dietro le quinte” particolari... «Non saprei. Direi, semplicemente, che quel disco rappresenta un periodo diverso della mia vita, an‐ ch’esso sereno. La musica è, essenzialmente, il mio linguaggio primario. Mi sento più a mio agio quando posso esprimermi attraverso le note; ancor più che che tramite la parola. Durante la mia carriera ho in‐ ciso più di trenta dischi. Una parte della mia ispira‐ zione, inclusa quella per “Cielo e Terra”, è sempre de‐ rivata dalla disciplina: sento che devo essere creati‐ vo e lavorare ogni giorno. Se non avessi questa co‐ stanza mi perderei». Ascoltando “Notorius”, uno dei brani di “Opus”, si vive un’esperienza particolare: si ha l’impressio- ne di ascoltare due Al Di Meola in dialogo fra lo- ro. È come assistere ad una conversazione fra il passato e presente: in quel brano convive l’ani- ma acustica di “Friday Night in San Francisco” e l’e- nergia elettrica di “Elegant Gipsy”. Era sua inten- zione o si tratta di una coincidenza? «“Notorius” è nato come un omaggio ai gruppi rock degli anni Sessanta e Settanta. Mi sono ispirato ai Led Zeppelin, riletti e filtrati attraverso il mio stile. Riguardo a quei due aspetti stilistici sono convinto che siano ancora una significativa parte di me: la sfe‐ ra acustica e quella elettrica sono due mondi che mi interessano ancora. Anche se, durante gli ultimi an‐ ni, la chitarra acustica ha plasmato maggiormente il mio gusto attuale». Ancora una nota su “Friday Night in San Franci- sco”, uno degli album che le ha donato più noto- rietà. Questo concerto è molto conosciuto e ama- T to fra i musicisti professionisti, anche quelli pro- venienti da estrazioni molto differenti: pop, rock, metal, flamenco e, naturalmente, il jazz. Perché, a suo avviso, questo album è così tra- sversale? «Quando abbiamo registrato “Friday Night in San Francisco” Paco (De Lucia, ndc), John (McLaughlin, ndc) ed io eravamo trasportati da un sano senso di competizione. A quel tempo mi sentivo come uno sportivo che deve gareggiare contro due atleti altret‐ tanto forti. Ognuno di noi tre desiderava vincere, non cedere mai, eseguire il migliore assolo possibile, cer‐ cando di essere più bravo degli altri. Per questo mo‐ tivo la nostra performance è contraddistinta, in di‐ versi momenti, da una vera e propria tempesta di fuoco. La ricordo come un’esperienza molto intensa. È questa qualità, probabilmente, che colpisce gli a‐ scoltatori: l’eccitazione del concerto dal vivo e, al tempo stesso, la musica che corre “senza rete di pro‐ tezione”». Nelle foto sotto, dall’alto Bianchi, Furian e Carreri IL LIBRO AL TRIANGOLO “Disordine armonico” in... divenire Si parlerà di jazz, ma non solo, domenica 5 maggio (alle 18.15), a Il Triangolo ‐ Galleria d’Arte (in vicolo della Stel‐ la,14), in occasione della pre‐ sentazione del libro “Disordine Armonico ‐ Leadership e Jazz”, scritto da Frank J. Barrett, (edi‐ zione Egea), con la prefazione di Paolo Fresu e Severino Sal‐ vemini. La presentazione sarà introdotta da Francesco Pietro‐ grande, presidente di Officina Liberale. Interverranno Severi‐ no Salvemini, professore ordi‐ nario di Organizzazione Azien‐ dale all’Università Bocconi e Roberto Codazzi, critico musi‐ cale e direttore artistico dello StradivariFestival. «Che cosa possono insegnarci Duke El‐ lington e Miles Davis sulla lea‐ dership? Esiste un modo effica‐ ce per far fronte alla comples‐ sità in contesti or‐ ganizzativi che cambiano in con‐ tinuazione?», a queste e a tante altre domande cercheranno di ri‐ spondere gli ospi‐ ti dell’incontro.. «Mi sono reso conto che il jazz è più di una me‐ tafora dell’orga‐ nizzazione ‐ ha scritto Barrett, che oltre a insegnare Manage‐ ment e Global public policy alla Naval Postgraduate School di Monterey, in California, è anche un apprezzato pianista jazz ‐. I gruppi jazz sono di fatto orga‐ nizzazioni progettate per l’in‐ novazione e gli elementi pro‐ gettuali insiti nel jazz possono essere applicati ad altre orga‐ nizzazioni che vogliano rinno‐ varsi». Attraverso il racconto delle intuizioni di grandi musi‐ cisti come Miles Davis e Sonny Rollins, ma anche della sua e‐ sperienza di musicista, Barrett individua alcune lezioni prove‐ nienti dal mondo del jazz che possono e dovrebbero essere applicate anche nelle aziende. “Disordine armonico. Leader‐ ship e jazz”, è basato, dunque, sulla musica jazz come conte‐ sto capace di offrire lezioni sor‐ prendenti di leadership e dina‐ mica di gruppo. E d’altra parte come potrebbe essere diversa‐ mente? Oggi le invocazioni alla flessibilità e all’improvvisazio‐ ne creativa si sprecano. Evitare schemi rigidi! Superare pro‐ grammi troppo analitici e para‐ lizzanti! Eliminare ruoli ecces‐ sivamente prescrittivi e deci‐ sioni altamente procedurizza‐ te! E il jazz risulta proprio uno dei comportamenti più virtuosi per la sua grande disponibilità all’aggiustamento continuo. (a.v.t.) Dentro un swing puro ed energico Ad AperiJazz il trio Bianchi-Carreri-Furian arà un trio ad aprire Ape‐ riJazz, la rassegna colla‐ terale a CremonaJazz realizzata in collabora‐ zione con il Lounge Bar Ristorante “Chiave di Bacco”, all’interno del Museo del Violino. Ogni appuntamento pren‐ derà il via alle ore 18.30: si tratta di gruppi di ottimo livello che riu‐ sciranno a creare così l’atmosfera adatta e prepareranno il pubblico per il Concerto delle ore 21 in Au‐ ditorium. Ad aprire la rassegna, dicevamo, un trio: vale a dire quello compo‐ sto da Marco Bianchi al pianoforte, Alex Carreri al basso elettrico e Maxx Furian alla batteria, in grado di coinvolgere l’ascoltatore più di‐ stratto, catturandolo nelle maglie di uno swing puro, energico e mo‐ derno, ma al tempo stesso ben ra‐ dicato nella tradizione. Definire questa formazione di tipo acustico è senza dubbio corretto, ma l’ab‐ braccio musicale a un certo jazz e‐ lettrico è più che evidente in diver‐ si momenti del concerto. Il repertorio è articolato, rivolto a S una tradizione non lontana, ma an‐ che attualissimo (eccezionale la ri‐ visitazione di “Mille giorni di te e di me” di Claudio Baglioni). Marco Bianchi, a dispetto di un nome di quelli da esempi sui documenti, e‐ sprime una singolarità musicale degna di profonda stima, in grado di interiorizzare i brani e in un cer‐ to senso presentarli ricomposti. Grande maestria dei suoi compri‐ mari, con Alex Carreri e Maxx Fu‐ rian sempre in perfetta sincronia ritmica e d’intenti. Ricordiamo anche gli altri appun‐ tamenti di AperiJazz: martedì 14 maggio toccherà ai Gajé Gipsy Swing, con Elena Mirandola (violi‐ no), Alessandro De Lorenzi (chi‐ tarra), Francesco Cervellati (con‐ trabbasso), sabato 25 maggio al due Burratti (voce) e Usai (chitar‐ ra) e per finire venerdì 31 maggio “gioca in casa” La Famiglia Tur‐ chetti, formazione cremonese composta da Fabio Turchetti (chi‐ tarra, fisarmonica e voce), Fabio Morabito (chitarra), Enzo Frassi (basso) e Alberto Venturini (per‐ cussoini). «Solo tra le note mi sento davvero a mio agio» Al Di Meola questa sera, venerdì 3 maggio, sarà all’Audito- rium “Giovanni Arvedi” MUSICA VENERDÌ 3 Opus & More 2019 CREMONA Auditorium “Giovanni Arvedi” Piazza Marconi, 5 (ore 21) 20 MONDO PADANO Venerdì 3 maggio 2019 Cultura & Spettacoli

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Via Della Fogarina, 7/9 - CremonaTel: +39 0372 471501 - Fax: +39 0372 471467

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SORESINA JAZZ FEST 2019

Arriva Joao Bosco,mito brasiliano

n intero weekend ri‐servato al jazz, pro‐posto oltretutto inuno dei luoghi piùsuggestivi dell’inte‐ra provincia di Cre‐

mona. Prende il via stasera (ve‐nerdì 3 maggio, alle ore 21.15),nell’incantevole cornice del tea‐tro “Sociale” di Soresina, la set‐tima edizione del “Soresina JazzFest”, organizzato come d’abitu‐dine dall’Associazione “WhiteBird” di Soresina. Un appunta‐mento d’importanza straordina‐ria ‐ «Un piccolo gioiello nel pa‐norama degli eventi jazzisticidel Nord Italia», tiene a sottoli‐

Uneare il presidente Achille Nolli‐ che per tre giorni s’impegna aoffrire un’accurata selezione distraordinari interpreti musicali.La rassegna (che beneficia delpatrocinio del Comune di Sore‐sina) si apre con la performancedel Riccardo Ruggieri Brazilian

Joao Bosco,protagoni-

sta al Sociale

diSoresina,

domenica5 maggio

[foto FloraPimentel]

CremonaJazz Di Meola: Lavoro ogni giorno. Senza questa costanza mi perderei

o di Stefano Frati p

aglio del nastro, stasera alle 21, per l’e‐dizione 2019 di CremonaJazz: la rasse‐gna, guidata dalla direzione artistica diGianni Azzali, giunge quest’anno allaquinta edizione. Il primo appuntamentoè “con le atmosfere mediterranee, pas‐

sionali e al tempo stesso dolcissime, di un mito dellasei corde acustica: Al Di Meola, pioniere della fusio‐ne tra world music e jazz.” Di Meola scende nell’ovaledell’Auditorium Giovanni Arvedi, nel Museo del Vio‐lino, insieme con Kevin Seddiki alla seconda chitarrae Fausto Beccalossi alla fisarmonica. Il concerto si in‐titola “Opus & More 2019”, chiaro riferimento al suoultimo lavoro: “Opus”, disco pubblicato nel febbraiodello scorso anno. «Un album molto meditato sottoil profilo compositivo ‐ aveva commentato Di Meolapoco prima della pubblicazione ‐ in grado di rappre‐sentare la mia maturazione artistica. La fama di chi‐tarrista virtuoso aveva un po’ oscurato il mio statusdi autore. Ora, a questo punto della mia carriera, de‐sidero dare più peso ai brani scritti da me». Il con‐certo è preceduto da AperiJazz, il momento musicaleall’ora dell’aperitivo che coniuga il jazz con le specia‐lità gastronomiche di “Chiave di Bacco”, il ristorantedel museo: alle 18.30 appuntamento aperto a tutticon il trio formato da Marco Bianchi al pianoforte, A‐lex Carreri al basso e Maxx Furian alla batteria.Abbiamo intervistato Di Meola una settimana primadel suo debutto cremonese.Maestro, riguardo al suo ultimo album ha dichia-rato che “per la prima volta nella mia vita hoscritto musica in una condizione di felicità. Ho u-na eccellente rapporto con mia moglie, unasplendida foglia e una famiglia meravigliosa, ca-pace di ispirarmi ogni giorno. Penso che si riflet-ta anche nella musica”. Nel suo disco dell’85, “Cie-lo e Terra” si avverte la stessa serenità. Ci piace-rebbe approfondire qualcosa di più su questo la-voro e conoscere - se ci sono - alcuni “dietro lequinte” particolari...«Non saprei. Direi, semplicemente, che quel disco

rappresenta un periodo diverso della mia vita, an‐ch’esso sereno. La musica è, essenzialmente, il miolinguaggio primario. Mi sento più a mio agio quandoposso esprimermi attraverso le note; ancor più cheche tramite la parola. Durante la mia carriera ho in‐ciso più di trenta dischi. Una parte della mia ispira‐zione, inclusa quella per “Cielo e Terra”, è sempre de‐rivata dalla disciplina: sento che devo essere creati‐vo e lavorare ogni giorno. Se non avessi questa co‐stanza mi perderei». Ascoltando “Notorius”, uno dei brani di “Opus”, sivive un’esperienza particolare: si ha l’impressio-ne di ascoltare due Al Di Meola in dialogo fra lo-ro. È come assistere ad una conversazione fra ilpassato e presente: in quel brano convive l’ani-ma acustica di “Friday Night in San Francisco” e l’e-nergia elettrica di “Elegant Gipsy”. Era sua inten-zione o si tratta di una coincidenza?«“Notorius” è nato come un omaggio ai gruppi rockdegli anni Sessanta e Settanta. Mi sono ispirato aiLed Zeppelin, riletti e filtrati attraverso il mio stile.Riguardo a quei due aspetti stilistici sono convintoche siano ancora una significativa parte di me: la sfe‐ra acustica e quella elettrica sono due mondi che miinteressano ancora. Anche se, durante gli ultimi an‐ni, la chitarra acustica ha plasmato maggiormente ilmio gusto attuale».Ancora una nota su “Friday Night in San Franci-sco”, uno degli album che le ha donato più noto-rietà. Questo concerto è molto conosciuto e ama-

Tto fra i musicisti professionisti, anche quelli pro-venienti da estrazioni molto differenti: pop,rock, metal, flamenco e, naturalmente, il jazz.Perché, a suo avviso, questo album è così tra-sversale?«Quando abbiamo registrato “Friday Night in SanFrancisco” Paco (De Lucia, ndc), John (McLaughlin,ndc) ed io eravamo trasportati da un sano senso dicompetizione. A quel tempo mi sentivo come unosportivo che deve gareggiare contro due atleti altret‐tanto forti. Ognuno di noi tre desiderava vincere, noncedere mai, eseguire il migliore assolo possibile, cer‐cando di essere più bravo degli altri. Per questo mo‐tivo la nostra performance è contraddistinta, in di‐versi momenti, da una vera e propria tempesta difuoco. La ricordo come un’esperienza molto intensa.È questa qualità, probabilmente, che colpisce gli a‐scoltatori: l’eccitazione del concerto dal vivo e, altempo stesso, la musica che corre “senza rete di pro‐tezione”».

Nelle fotosotto,

dall’altoBianchi,

Furiane Carreri

IL LIBRO AL TRIANGOLO

“Disordinearmonico”in... divenireSi parlerà di jazz, ma non solo,domenica 5 maggio (alle18.15), a Il Triangolo ‐ Galleriad’Arte (in vicolo della Stel‐la,14), in occasione della pre‐sentazione del libro “DisordineArmonico ‐ Leadership e Jazz”,scritto da Frank J. Barrett, (edi‐zione Egea), con la prefazionedi Paolo Fresu e Severino Sal‐vemini. La presentazione saràintrodotta da Francesco Pietro‐grande, presidente di OfficinaLiberale. Interverranno Severi‐no Salvemini, professore ordi‐nario di Organizzazione Azien‐dale all’Università Bocconi eRoberto Codazzi, critico musi‐cale e direttore artistico delloStradivariFestival. «Che cosapossono insegnarci Duke El‐lington e Miles Davis sulla lea‐dership? Esiste un modo effica‐ce per far fronte alla comples‐sità in contesti or‐ganizzativi checambiano in con‐tinuazione?», aqueste e a tantealtre domandecercheranno di ri‐spondere gli ospi‐ti dell’incontro..«Mi sono resoconto che il jazz èpiù di una me‐tafora dell’orga‐nizzazione ‐ ha scritto Barrett,che oltre a insegnare Manage‐ment e Global public policy allaNaval Postgraduate School diMonterey, in California, è ancheun apprezzato pianista jazz ‐. Igruppi jazz sono di fatto orga‐nizzazioni progettate per l’in‐novazione e gli elementi pro‐gettuali insiti nel jazz possonoessere applicati ad altre orga‐nizzazioni che vogliano rinno‐varsi». Attraverso il raccontodelle intuizioni di grandi musi‐cisti come Miles Davis e SonnyRollins, ma anche della sua e‐sperienza di musicista, Barrettindividua alcune lezioni prove‐nienti dal mondo del jazz chepossono e dovrebbero essereapplicate anche nelle aziende.“Disordine armonico. Leader‐ship e jazz”, è basato, dunque,sulla musica jazz come conte‐sto capace di offrire lezioni sor‐prendenti di leadership e dina‐mica di gruppo. E d’altra partecome potrebbe essere diversa‐mente? Oggi le invocazioni allaflessibilità e all’improvvisazio‐ne creativa si sprecano. Evitareschemi rigidi! Superare pro‐grammi troppo analitici e para‐lizzanti! Eliminare ruoli ecces‐sivamente prescrittivi e deci‐sioni altamente procedurizza‐te! E il jazz risulta proprio unodei comportamenti più virtuosiper la sua grande disponibilitàall’aggiustamento continuo.(a.v.t.)

Dentro un swingpuro ed energicoAd AperiJazz il trio Bianchi-Carreri-Furian arà un trio ad aprire Ape‐

riJazz, la rassegna colla‐terale a CremonaJazzrealizzata in collabora‐zione con il Lounge BarRistorante “Chiave di

Bacco”, all’interno del Museo delViolino. Ogni appuntamento pren‐derà il via alle ore 18.30: si trattadi gruppi di ottimo livello che riu‐sciranno a creare così l’atmosferaadatta e prepareranno il pubblicoper il Concerto delle ore 21 in Au‐ditorium.Ad aprire la rassegna, dicevamo,un trio: vale a dire quello compo‐sto da Marco Bianchi al pianoforte,Alex Carreri al basso elettrico eMaxx Furian alla batteria, in gradodi coinvolgere l’ascoltatore più di‐stratto, catturandolo nelle magliedi uno swing puro, energico e mo‐derno, ma al tempo stesso ben ra‐dicato nella tradizione. Definirequesta formazione di tipo acusticoè senza dubbio corretto, ma l’ab‐braccio musicale a un certo jazz e‐lettrico è più che evidente in diver‐si momenti del concerto. Il repertorio è articolato, rivolto a

S una tradizione non lontana, ma an‐che attualissimo (eccezionale la ri‐visitazione di “Mille giorni di te edi me” di Claudio Baglioni). MarcoBianchi, a dispetto di un nome diquelli da esempi sui documenti, e‐sprime una singolarità musicaledegna di profonda stima, in gradodi interiorizzare i brani e in un cer‐to senso presentarli ricomposti.Grande maestria dei suoi compri‐mari, con Alex Carreri e Maxx Fu‐rian sempre in perfetta sincroniaritmica e d’intenti.Ricordiamo anche gli altri appun‐tamenti di AperiJazz: martedì 14maggio toccherà ai Gajé GipsySwing, con Elena Mirandola (violi‐no), Alessandro De Lorenzi (chi‐tarra), Francesco Cervellati (con‐trabbasso), sabato 25 maggio aldue Burratti (voce) e Usai (chitar‐ra) e per finire venerdì 31 maggio“gioca in casa” La Famiglia Tur‐chetti, formazione cremonesecomposta da Fabio Turchetti (chi‐tarra, fisarmonica e voce), FabioMorabito (chitarra), Enzo Frassi(basso) e Alberto Venturini (per‐cussoini).

«Solo tra le notemi sento davveroa mio agio»

Al Di Meolaquesta sera,

venerdì3 maggio,

saràall’Audito-

rium“Giovanni

Arvedi”

MUSICA

VENERDÌ 3

Opus & More 2019CREMONAAuditorium “Giovanni Arvedi”Piazza Marconi, 5 (ore 21)

20 MONDO PADANOVenerdì 3 maggio 2019 Cultura & Spettacoli