Il letto percolatore classico è una struttura cilindrica dell'altezza di ...

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Il letto percolatore classico è una struttura cilindrica dell’altezza di alcuni metri all’interno della quale vi è un riempimento di pietrisco: il liquame, proveniente dalla fase di sedimentazione primaria e quindi già chiarificato, viene distribuito a spruzzo sulla superficie del pietrisco per mezzo di alcuni bracci rotanti, il cui moto è dato dalla spinta del liquame stesso fuoriuscente dai bracci costituiti da tubi forati. LETTI PERCOLATORI

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Il letto percolatore classico è una struttura cilindrica dell’altezza

di alcuni metri all’interno della quale vi è un riempimento di

pietrisco: il liquame, proveniente dalla fase di sedimentazione

primaria e quindi già chiarificato, viene distribuito a spruzzo sulla

superficie del pietrisco per mezzo di alcuni bracci rotanti, il cui

moto è dato dalla spinta del liquame stesso fuoriuscente dai

bracci costituiti da tubi forati.

LETTI PERCOLATORI

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Il passaggio del liquame attraverso il letto avviene per caduta e

percolazione da una pietra all’altra di modo che l’intero letto non

è mai sommerso e gli spazi liberi consentono il passaggio

dell’aria.

L’ambiente aerobico favorisce l’adsorbimento della sostanza

organica sulle superfici del pietrisco tramite lo sviluppo di una

ricca popolazione batterica che è in grado di metabolizzarla.

La pellicola biologica che ricopre il pietrisco è una mucillaggine

bruna dello spessore di 1-3 mm costituita per la maggior parte di

sostanza organica colloidale e gelatinosa, popolata da colonie

eterogenee di microrganismi chemioeterotrofi aerobi e

facoltativi.

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L’attività depurativa della pellicola biologica è il frutto

dell’attività anaerobica nella parte più interna:

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A lungo andare, le fermentazioni anaerobiche sviluppatesi tra

pellicola biologica e superficie del pietrisco provocano il distacco

della pellicola che viene rinnovata continuamente.

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Alla base del letto il liquame depurato e le pellicole batteriche

che periodicamente si staccano dal pietrisco vengono raccolti

tramite canalette drenanti e convogliati verso un sedimentatore

finale con lo scopo di separare i fanghi, prodotti con lo spoglio

del letto, dal liquame depurato.

Il riempimento deve assicurare la indispensabile aerobicità

dell’ambiente, e quindi un buon tiraggio dell’aria (elevato grado

di vuoto del letto).di vuoto del letto).

Oggi, specie nel campo degli scarichi organici industriali, si

utilizzano materiali di riempimento in plastica ad alta superficie

specifica ed elevato grado di vuoto.

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Letto percolatore ad uno stadio

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Letto percolatore ad uno stadio con ricircolo del liquame

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Letto percolatore a due stadi con ricircolo del liquame

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DISCHI BIOLOGICI

Il funzionamento dei dischi biologici si ricollega a quello dei letti

percolatori.

Mentre nei letti percolatori la fase liquida scorre percolando su

un supporto fisso, nei dischi biologici sia il liquame sia il supporto

sono in movimento.

In ambedue i casi la massa attiva aderisce, sotto forma di

pellicola, al supporto.

Il sistema a dischi viene inserito di norma subito a valle della

sedimentazione primaria, oppure, non sussistendo particolari

pericoli di intasamento, esso opera direttamente sul liquame

non chiarificato.

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L’elemento base dell’apparecchiatura è un rullo costituito da un

certo numero di dischi (in HDPE), spaziati uniformemente tra

loro, montati su un albero azionato da un motore.

Il rullo ruota a bassa velocità, immerso per il 40% circa del suo

diametro nel liquame contenuto in una vasca.

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Rendimento di rimozione del BOD5:

Cos= carico organico superficiale (Kg BOD5/superficie

dischi*giorno)

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BIOFILTRI

Si tratta di reattori a letto fisso completamente sommersi ed

aerati. Sono anche chiamati filtri biologici sommersi (aerobici). Il

flusso può essere discendente, ascendente, oppure trasversale.

Filtri biologici con mezzi di riempimento delle dimensioni

inferiori a 3-4 mm possono essere utilizzati in processi di

rimozione biologica della sostanza organica purché, oltre ad una

preventiva sedimentazione primaria, si provveda anche alla

rimozione periodica dei solidi accumulati (per crescita batterica erimozione periodica dei solidi accumulati (per crescita batterica e

per intrappolamento) per mezzo di opportuni cicli di lavaggio.

Questi reattori si differenziano dai letti percolatori in quanto il

mezzo di riempimento risulta completamente immerso nel

liquame e l’aerazione è artificiale.

Sono in parte affini ai filtri a sabbia in quanto esercitano

un’azione filtrante nei riguardi dei solidi sospesi.

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Filtro biologico sommerso aerato (a flusso discendente)

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BIOFILTRAZIONE DELL’ARIA

La biofiltrazione è una tecnologia per la rimozione biologica di

inquinanti atmosferici, principalmente sostanze organiche volatili

(SOV).

I gas da depurare sono trattati facendoli passare attraverso un

mezzo poroso biologicamente attivo.

I biofiltri sono nati come tecnologia per l’abbattimento degli

odori, successivamente si sono evoluti per la rimozione di

inquinanti di origine industriale.inquinanti di origine industriale.

Nel caso di effluenti ad alta concentrazione, i biofiltri trovano

spesso la loro applicazione come trattamento secondario dopo il

passaggio in torri di lavaggio chimico-fisico.

I processi che stanno alla base della biofiltrazione sono

riconducibili a quelli che avvengono nei biofilm. Il biofilm è un

sottile strato acquoso mescolato a substrati organici e

colonizzato da batteri e da altri microorganismi.

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Il composto in fase gassosa attraversa l’interfaccia fra il gas che

scorre nello spazio poroso e il biofilm acquoso che circonda il

mezzo solido.

Successivamente, il composto diffonde attraverso il biofilm in un

consorzio di microorganismi acclimatati. Infine, i microorganismi

traggono energia dall’ossidazione del composto utilizzato come

substrato primario oppure lo co-metabolizzano con vie

enzimatiche non specifiche.

Simultaneamente, nel biofilm vi è una diffusione e un consumo di

nutrienti (come le forme prontamente disponibili del fosforo e

dell’azoto) e di ossigeno.

Il biofiltro è costituito da un letto di materiale filtrante

(generalmente di profondità un metro); il gas da trattare viene

convogliato nella parte inferiore del letto e distribuito

uniformemente.

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gas-solido

I microorganismi predominanti nei biofiltri che trattano i

composti organici volatili sono batteri eterotrofi, che

utilizzano i composti organici presenti negli influenti gassosi

come fonte di carbonio ed energia; sono comuni anche

funghi ed attinomiceti.

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La digestione anaerobica è un processo impiegato per il trattamento

di liquami organici concentrati. Attraverso un processo degradativo, il

materiale organico viene humificato (o mineralizzato), cioè

trasformato in un prodotto (humus), soggetto a decomposizione

molto lenta.

La degradazione avviene, per effetto di una flora batterica di natura

anaerobica, attraverso 3 stadi principali:

DIGESTIONE ANAEROBICA DI LIQUAMI

anaerobica, attraverso 3 stadi principali:

•Liquefazione

•Formazione di acidi

•gassificazione

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Liquefazione

La liquefazione si compie per mezzo di enzimi idrolitici

extracellulari che idrolizzano i carboidrati a zuccheri semplici, le

proteine ad amminoacidi, i grassi a glicerolo ed acidi grassi.

Formazione di acidi

I prodotti del processo di liquefazione vengono trasformati in

“acidi organici volatili” (principalmente acido acetico, propionico e

butirrico, insieme ad alcoli ed aldeidi), per azione di “batteributirrico, insieme ad alcoli ed aldeidi), per azione di “batteri

produttori di acidi” (batteri facoltativi con deboli caratteristiche

anaerobiche).

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Gassificazione

Nello stadio di gassificazione gli acidi organici sono trasformati

in CH4 e CO2 per azione di batteri “produttori di metano”

(anaerobi obbligati).

CH3COOH → CH4 + CO2

4CH3OH → 3CH4 + CO2 +2H2O

4CH3CH2COOH + 2H2O → 7CH4 + 5CO2

2CH3CH2OH + CO2 → CH4 + 2 CH3COOH

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Il fango digerito assume un colore nerastro ed emana un

odore di terriccio umido; inoltre è più concentrato (per

effetto dell’allontanamento dell’acqua di solvatazione che

nel fango fresco è difficilmente separabile dal materiale

organico colloidale).

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La riduzione di volume del fango è dovuta non tanto alla

gassificazione della sostanza organica putrescibile /che gassificazione della sostanza organica putrescibile /che

comporta una riduzione in peso di circa 5.5% dei solidi

volatili), quanto alla separazione dell’acqua del fango, che

comporta una diminuzione di volume fina a circa 2/3 della

fase liquida (l’acqua del fango è sempre notevolmente

inquinata).

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A seconda dell’intervallo di temperatura in cui agiscono, i

batteri possono essere distinti in

•Psicrofili (<30 °C)

•Mesofili (30-45 °C)

•Termofili (>40-50 °C)

Il valore ottimale della temperatura di digestione è attorno

a 33°C (digestione mesofila).a 33°C (digestione mesofila).

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Impianti di digestione:

MONOSTADIO

Digestione in un’unica unità, riscaldata (mediante il biogas) o meno, in

genere agitata, con funzione anche di ispessitore o separatore del

surnatante, per cui necessita, dopo la digestione, di qualche ora di

quiete.

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DOPPIO STADIO SENZA RICIRCOLO

La prima unità è il reattore vero e proprio, riscaldato ed agitato, la

seconda ha la funzione di separatore, oltre che di unità che completa

la digestione.

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DOPPIO STADIO CON RICIRCOLO DEL FANGO

Il ricircolo si realizza in caso di liquame non molto concentrato ed è

tanto più vantaggioso quanto più è diluito il fango fresco e quanto più

è concentrato il fango di ricircolo.

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Il tempo di ritenzione è il tempo necessario per lo svolgimento

della digestione tecnica (soddisfacente stabilizzazione del fango

senza una mineralizzazione completa, che si ha quando è

completamente scomparsa la parte di solidi volatili e restano solo i

solidi inerti).

Il tempo di ritenzione diminuisce sensibilmente all’aumentare della

temperatura (aumento della velocità di reazione).

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Impianto trattamento liquami a fanghi attivi con digestione anaerobica dei fanghi

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La digestione aerobica è un trattamento del fango che mira

principalmente alla sua stabilizzazione, cioè alla diminuzione

della sua putrescebilità, mediante una fermentazione aerobica

eterotrofa.

Altro obiettivo è la riduzione del suo volume mediante

separazione dell’acqua del fango e una certa riduzione della

carica batterica.

DIGESTIONE AEROBICA

carica batterica.

Il fango proveniente dai sedimentatori primario e secondario,

eventualmente ispessito, viene introdotto in una vasca aerata

dove permane in media per 15-20 giorni.

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Periodicamente, in genere una volta al giorno, l’areazione viene

fermata per 3-4 ore per consentire la separazione dell’acqua del

fango e lo spillamento del fango digerito.

Nel digestore aerobico, i batteri utilizzano la sostanza organica

presente nel fango stesso, per la maggior parte sotto forma

particellare bioflocculata e in parte sotto forma di biomassa.particellare bioflocculata e in parte sotto forma di biomassa.

Avendosi un bassissimo rapporto substrato/microorganismo, si

stabiliscono condizioni di respirazione endogena e di crescita

negativa (la velocità di crescita è inferiore alla velocità di morte

delle cellule batteriche) per cui si ha anche una diminuzione della

carica batterica.

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Il fango si considera digerito quando non dà più cattivi odori

(quando ha subito una riduzione dei solidi volatili di circa il 40%).

Con la separazione dell’acqua del fango si ottiene una riduzione di

volume del fango generalmente superiore al 50% (la riduzione è

tanto maggiore quanto più i fanghi freschi sono diluiti).