Il lavoro di Paul e Sophiedal punto di vista dell’AT

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1 IL LAVORO DI PAUL E SOPHIE DAL PUNTO DI VISTA DELL’AT Rilettura in termini analitico transazionali di episodi di terapia tratti dal telefilm In treatmentFrancesca Graci Medico, psicoterapeuta in formazione

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Francesca Graci Medico, psicoterapeuta in formazione

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IL LAVORO DI PAUL E SOPHIE DAL PUNTO DI VISTA DELL’AT

Rilettura in termini analitico transazionali di episodi di terapia tratti dal telefilm “In treatment”

Francesca Graci Medico, psicoterapeuta in formazione

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LA STORIA DI SOPHIE Sophie ha 16 anni. Si rivolge a Paul su suggerimento del suo avvocato per una “opinione professionale” a causa di un incidente quasi mortale nel quale si è fratturata entrambe le braccia. Nel corso della terapia prenderà consapevolezza che l’incidente è stato un tentativo di suicidio. I suoi genitori sono separati, lei vive con la madre, con la quale ha un rapporto conflittuale mentre suo padre, un fotografo, si trasferisce molto spesso e lei non lo vede spesso. Da piccola i suoi genitori erano già in crisi e mentre la madre era a lavoro il padre portava a casa delle modelle che spesso venivano fotografate nude davanti alla bambina che un giorno, tornando prima da scuola,vede suo padre fare sesso con una modella, lo stesso le dice che sarebbe dovuta essere a scuola sbattendole la porta in faccia. Sophie per la maggior parte delle sedute dice che lei e suo padre sono collegati telepaticamente e che lui è la persona più importante della sua vita. Un’altra figura importante per lei è il suo allenatore, Cy. Da quando i genitori litigavano ma stavano insieme Sophie passava molto tempo a casa di Cy con la moglie Darlene e la bambina Dana. Sophie si considerava parte della famiglia . A 12 anni i genitori di Sophie si separano. Tornando al presente,quando Darline parte per sei mesi Sophie vive da Cy e dorme nel suo letto, qualche giorno prima che la moglie torni Cy e Sophie hanno un rapporto sessuale, nei giorni successivi Cy la allontana e quando Darlene torna e anche lei, avendo capito cosa era successo la allontana. Quella stessa sera Sophie ha l’incidente.

PRIMO COLLOQUIO Primo contatto avviene tramite una telefonata di Sophie al terapista Invio: L’avvocato di Sophie: che suggerisce una valutazione psichiatrica La madre: per l’esito del colloquio con l’assitente sociale alla quale Sophie non ha risposto riguardo all’incidente. Come si descrive Sophie al primo colloquio Mi chiamo Sophie, ho sedici anni, sono una ginnasta dall’età di sei anni e mezzo, sono stata campionessa d’America nella categoria junior all’età di dodici anni, sono figlia unica, non so, cosa vuole sapere…sono una specie di promessa olimpica. Valutazione di Paul al secondo colloquio “16 anni,ginnasta,è una promessa olimpica. È venuta qui per una valutazione a seguito di un incidente quasi mortale. Durante la prima sessione appare molto sensibile, matura per la sua età, molto intelligente con una personalità decisamente indipendente” Transfert precostituito Il transfert preformato esercita sin dal primo incontro un'influenza che non può essere trascurata. Le fantasie ed i vissuti sul terapeuta , se indagati, possono fornire elementi di conoscenza di rilievo nel momento così incerto dei primi contatti durante i quali è in gioco il futuro del rapporto. Spesso il paziente organizza le proprie fantasie d'attesa secondo modelli precostituiti derivanti da esperienze o da conoscenze pregresse: a volte si può riconoscere in azione un modello

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medico, in cui i ruoli sono distinti (“io le dico i miei disturbi e tocca a lei curarmi”), o un modello scolastico (“sono qui perchè lei m'insegni a comportarmi nel modo giusto”); altre volte prevale un modello religioso (“sono qui e devo confessarle tutto”) o un modello magico, frequente negli psicotici (“aspetto che lei mi faccia guarire”), o ancora un modello poliziesco (devo scoprire il trauma causale). Questi modelli affiancano il modello 3 familiare, che verosimilmente si svilupperà nelle sue varie articolazioni nel processo terapeutico successivo. L'insieme delle fantasie che danno origine ad un transfert preformato conduce a ciò che Meltzer (1967) chiama una pseudo-collaborazione o pseudo-transfert, transfert questo che tende a scomparire alla prima interpretazione significativa che il terapeuta farà; solo allora, infatti, il paziente si renderà conto che si è fatto un immagine della terapia diversa da come gli appare nella realtà dell'incontro, e comprenderà che può trarre un beneficio maggiore dalle interpretazioni piuttosto che dalla relazione stereotipata. Nella terapia fra Paul e Sophie gli elementi del tranfert precostituito possono essere ricondotti al fatto che la paziente ha una serie di pregiudizi sulla figura dello psichiatra che le vengono dal sociale e anche dal padre.S“Mio padre aveva ragione. Vai in terapia e finisci per diventare una psicopatica”. Inoltre S è coetanea della figlia di P con la quale ha fatto le elementari, quindi è consapevole che P oltre ad essere uno psichiatra è anche un padre. Sophie chiede spesso di come si comporti Paul con sua figlia. S:“fai impazzire anche tua figlia con domande come queste” P:”molto di più, credimi…come sai che ho una figlia?” S:”…io e tua figlia eravamo alunne dello stesso anno” Setting E’ dato dall’insieme delle procedure che definiscono la natura della relazione terapeuta-paziente. In pratica consiste nell’insieme dei comportamenti comunicativi tramite i quali il terapeuta definisce le caratteristiche interpersonali e tecniche di rapporto. Formalmente è costituito da un insieme di regole che il terapeuta fornisce al paziente per costruire un ambiente relazionale tecnicamente adatto al raggiungimento dei fini della terapia. Tali regole pongono le condizioni migliori per dare la possibilità al paziente ed al terapeuta di rivivere insieme(transfert e controtransfert ) i conflitti infantili all’origine dei disturbi attuali. Nel caso di Sophie il tema delle regole e del rispettare le regole è centrale. (vedi il tema delle regole) La richiesta verbale e il livello non verbale di Sophie G. Lai definisce sistema relazionale 1° lo spazio ed il tempo cui il cliente si riferisce con le parole del suo discorso (il "là e allora " del suo contesto di vita) e sistema relazionale 2° lo spazio ed il tempo del colloquio psicologico (il "qui e adesso" della situazione di incontro): "il locutore R (cliente-paziente) trasferisce nel sistema relazionale 2° il modello del suo sistema relazionale 1°, attribuendo agli elementi del sistema 2° ruoli e caratteristiche che consentono la ripetizione della sua condizione relazionale originaria" G. Lai (1976; pag.26). Nel qui e ora del primo colloquio c’è un racconto nel racconto. La richiesta verbale di Sophie è una opinione professionale, insiste più volte sul fatto

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che non è da Paul per una terapia. Sophie”Sono qui per una opinione professionale, non per…” Paul“Non per terapia” Più avanti nel colloquio Sophie è seduta in avanti con le lacrime agli occhi e dice: “mi serve solo che tu scriva il tuo parere e mi dica che sono perfettamente a posto e dica loro che non sono una pazza che si lancia contro le macchine ogni giorno”. Paul :“è per questo sei venuta qui oggi Sophie,perché ti dicessi che sei a posto, che non sei pazza? È questo il test che hai paura di fallire?” 4 Il Sorriso “della forca” di Sophie mentre dice che si è scontrata con la bicicletta contro una macchina è colto e indagato da Paul.Sophie, attraverso lo stato dell’io Bambino, mette in scena il nucleo più profondo del sé: chi è e qual è il dramma. Sophie dice di sentirsi dispiaciuta per dei libri messi nell’ultimo scaffale, Paul intuisce che c’è qualcosa in quei libri che riguarda Sophie e le chiede perché e dove lei li metterebbe, Sophie risponde in malo modo,ma Paul scopre poi che tra quei libri di fotografia ce n’è uno del padre della ragazza, Zach. Il libro si chiama “immagine/archetipo”, in copertina un nudo femminile, questo stesso libro sarà usato da Paul nell’ottava seduta per confrontare la paziente con il tema della sessualità e del rapporto col padre. Già nel primo colloquio emerge la richiesta di Sophie, attraverso la rabbia dell’io Bambino. Sophie dapprima dice di volere solo una opinione professionale e si arrabbia davanti alle domande di Paul, ma quando lui acconsente a darle una valutazione solo leggendo il report dell’assicurazione si arrabbia perché non le fa altre domande da”strizzacervelli” e poi lo accusa di non rispettare le regole, di non essere professionale. Sophie dice: “forse avrei avuto qualcosa da dire su quello che c’è scritto là dentro”(nel report) Paul risponde dicendo di voler fare almeno tre sedute per conoscerla meglio altrimenti non sarebbe professionale, poi le propone di leggere il report insieme. Queste regole messe da Paul, non poste come prescrizioni genitoriali,rassicurano il Bambino di Sophie. IL TEMA DELLE REGOLE Sophie è stata traumatizzata dall’ambiente familiare della sua infanzia. A casa c’è un padre che non rispetta le regole, che non la protegge, ma che lei lo idealizza: ” Mio padre è un artista. Non vivono allo stesso modo delle altre persone. Devono sbattersene delle convenzioni per poter creare”. La madre, troppo occupata dal suo dramma personale per rendersi conto di cosa succedeva nella sua casa, non ha saputo proteggere Sophie facendo rispettare le regole. Per questo motivo Sophie è molto arrabbiata con la madre “è patetica…. Non e' compito mio farle affrontare la realta'! Io sono la bambina! Lei dovrebbe essere piu' intelligente di me!” Per soddisfare questo bisogno di struttura, di regole, Sophie si rifugia nella ginnastica e nella famiglia di Cy, ma anche Cy non rispetta le regole, Sophie incolpa se stessa per il rapporto sessuale avuto col suo allenatore, vissuto in dissociazione. Questa dissociazione viene vissuta anche col suo compagno di squadra alla festa, tant’è che quest’ultimo le dici “fai sesso come una che è stata abusata”.

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Il tema dell’abuso si fa palese dall’inizio del secondo colloquio, quando Sophie chiede a Paul di aiutarla a togliersi i vestiti così da capire se il terapauta rispetterà le regole, al contrario delle altre figure maschili della sua vita. Paul la confronta alla fine dello stesso colloquio. “Sai, quando sei arrivata qui, ho pensato tra me e me che qualcuno nella tua vita avesse infranto le regole, e ho sentito che se ti avessi aiutato a cambiarti i vestiti, avrei fatto la stessa cosa. Mi sono sentito come se mi stessi... mettendo alla prova. Mi sono sentito come se tu volessi assicurarti che questo fosse un posto sicuro, che le stesse cose che succedono la' fuori non succedono qui.” 5 Si crea così un processo parallelo per cui Sophie sperimenta una nuova modalità relazione con Paul che dà sia permessi ma che è molto normativo quando serve, come nel colloquio con la madre. Sophie alla madre: “Se non parteciperò alle selezioni per le Olimpiadi, mi uccidero davvero.” “Sophie, basta. Basta con le minacce. Basta.” Molto importante il momento in cui S. parla della ginnastica in modo diverso, dice che non è più tutto per lei, e chiede a P di spiegarle il perché. S “C'e' una cosa che non ti ho detto. P “Che cosa? S ”Non sono più così interessata alla ginnastica. P “Perche' no? S “Non lo so. Prima era tutto per me. Ora non lo e' piu'. P “E cosa pensi che sia adesso, Sophie? S “No, dimmelo tu, Paul. P “Ok.Penso che, durante la tua infanzia, siano mancate delle regole a casa tua. Regole per proteggere la bambina da... Cosa avevi, 6, 7 anni? Da... cose che avrebbero potuto influire sulla tua visione del sesso, del tuo corpo,sul tuo comportamento con gli uomini. Penso inoltre che fosse un contesto in cui ci si aspettava che fossi complice delle bugie degli adulti. E penso che tu volessi scappare, così lo sport è diventato lo sfogo perfetto per te. Un posto dove le regole e un ordine, erano li' per proteggerti, e... e guidarti. Penso inoltre che la ginnastica sia sempre stato un posto dove potevi fuggire, dove potevi avere la situazione in pugno. Forse... forse non hai bisogno di scappare in quel mondo, non piu'.” Nel corso della terapia Sophie parla molto delle regole di Paul: Quando, mentre mangia la pizza durante la seduta gli chiede se ci sono regole per il cibo, visto che ci sono regole per lo spogliarsi. E anche delle regole del padre: dapprima lo giustifica, ma nel settimo colloquio chiede a Paul piangendo se non ci siano delle leggi che vietino ai padri di smettere di amare i propri figli. Paul utilizza con Sophie tutti gli stati dell’io, molto frequentemente utilizza il Genitore affettivo e normativo positivo, dà molti permessi, ma forse ciò che usa di più, e quello di cui la pz ha più bisogno, sono le carezze;già concentrando la sua attenzione su di lei le fornisce una carezza, Sophie infatti non si sente vista, è stata una bambina molto sola ed è in una posizione non-OK, ha come profilo di copione non essere intimo e non esistere. Molto importante è il momento in cui P le dice che le vuole bene, che ama ciò che lei è.

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Quando Sophie rinuncia ad un gioco, ad un sentimento parassita o qualsiasi parte del suo copione rinuncia ad una importante fonte di carezze poichè le carezze negative sono preferibili alla mancanza totale di carezze. Le carezze di P hanno efficacia in quanto è consapevole dei particolari bisogni di Sophie. In particolare nei bisogni di Sophie, vista la sua storia, c’e’ bisogno di regole e che queste regole siano rispettate dagli adulti. Da bambina per trovare una struttura si è rifugiata nella rigida disciplina della ginnastica. Ridimensionare il ruolo della ginnastica nella sua vita è un feed-back importante. 6 In funzione dei bisogni di Sophie il terapeuta struttura la seduta, interviene o no nell’isolamento, indugia nei passatempi considerate le forti difese di Sophie; esplorando il confronto in un ambito innocuo nel quale c’e’ spazio per tirarsi indietro se le cose diventano troppo intense, Sophie si sente abbastanza sicura da rischiare di fare il passo successivo. Paul si pone come adulto leale che la prende sul serio, aiutandola ad avere fiducia nel proprio Adulto e fornendo un momento nel quale elaborare valori e sistemi di credenze da una dimensione adulta, Sophie quindi impara nuovi modi di scambiare informazioni, opinioni, emozioni e a dare e ricevere Feed-back. Paul alla prima seduta assegna un compito a Sophie , anzi lo assegna ad entrambi, scrivere la valutazione. In questo caso, secondo me, il fine era la da una parte la confrontazione al secondo colloquio su cosa è successo al di fuori della seduta, inoltre è interessante la modalità con cui le dà il compito: Paul“vorrei che prima del nostro prossimo incontro facessimo entrambi dei compiti, scriviamo la nostra opinione su quello che è in quel rapporto. Cosa ne dici? Sophie“cosa dovrei scrivere?” Paul “la TUA opinione, la TUA valutazione su quello che c’e’ scritto lì” Paul non si fa agganciare ai giochi di Sophie ma li analizza, la confronta e la aiuta ad appropriarsene, soprattutto quando la ragazza ripropone la modalità relazionale con la madre: quando ha Paul si avvicina lei lo offende, lo svaluta o parla male della figlia. S “Come tua figlia, tutti la ritengono una stramba. P ”Stai cercando di ferirmi, Sophie?” Per Sophie è importate lavorare su questo,con le emozioni connesse per abbandonare i vecchi modelli e assumerne dei nuovi. Paul in termini di AT fornisce le tre P - PERMESSO in relazione all’ingiunzione non essere intima e non esistere. - PROTEZIONE IL CONTRATTO DI NON SUICIDIO Già dai primi minuti P capisce che S è a rischio di suicidio, la stessa paziente racconta che ha già avuto almeno un altro comportamento a rischio. Ma Sophie ha delle difese molto potenti:negazione, rimozione, dissociazione. Indagate tali difese Paul non può proporre a Sophie un contratto di non suicidio in prima seduta, anche se indaga a fondo il tema della morte.In termini di AT Sophie non ha un adulto con cui poter fare un tale contratto, allora il compito lasciatole alla fine della prima seduta, cioè scrivere la propria valutazione su di sé e sull’incidente, potrebbe essere inteso come una valutazione della contaminazione dell’adulto di Sophie. Solo al quarto colloquio la paziente stessa ammette di avere tentato il suicidio, incalzata da P, e il colloquio con la madre lo mette in condizione di essere chiaro e fare il contratto, è molto normativo

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sul fatto di non accettare il suicidio come ricatto, ma le dice anche che lui è accogliente e disponibile per lei, ma a patto che non tenti il suicidio mentre è in terapia. Una volta fatto il contratto questo tema non è dimenticato, P la confronta di nuovo al settimo colloquio. - POTENZA nell’appropriatezza e nella giusta scelta del momento di intervento, usando tutti gli stati dell’io. L’ALLEANZA TERAPEUTICA TRA PAUL E SOPHIE Soprattutto all’inizio il terapeuta deve dipendere dal grado di consapevolezza di S per decidere gli obbiettivi e il ritmo della terapia. P stesso ne parla a S al terzo colloquio. Per S ,che è così spaventata dall’essere intima con chiunque, senza una buona alleanza terapeutica non sarebbe possibile fare progressi, per poter lavorare sul problema di Sophie Paul deve lavorare sul modo in cui lei si relaziona con i suoi genitori e Cy, può fare ciò dando un nuovo modello relazionale,vissuto attraverso il loro rapporto, dandole una nuova opzione, in cui potersi fidare, in questo senso la relazione è terapeutica per lei. Per fare questo P deve superare i suoi test. S, che è stata ferita dalle relazioni precedenti, ricrea le condizioni per aspettarsi la stessa risposta avuta dagli altri,tale “cinismo” è il motivo per cui ha bisogno di testare Paul. Dall’altra parte spera che lui agisca in modo diverso per poter essere sicura che entrambi non saranno feriti da un più profondo livello di relazione. Un esempio è quello del secondo colloquio: Sophie arriva bagnata dalla pioggia e chiede a P di aiutarla a cambiarsi. La domanda del test, su cui la confronta anche il terapista è in relazione alle passate esperienze di Sophie con le figure maschili, il padre, che fa sesso con le modelle a casa, Cy che ha avuto un rapporto sessuale con lei per poi respingerla. S ha bisogno di sapere che il terapista non abuserà di lei, che rispetterà le regole. Paul passa il test facendola aiutare dalla moglie.Questo avviene all’inizio del secondo colloquio, il primo si era concluso con le domande di P riguardanti la relazione di S con suo padre ed il suo allenatore che la avevano messo in difficoltà. Questo test fa emergere due temi, uno di tipo sessuale: S da bambina, a casa vede la madre depressa e insoddisfatta nella relazione col padre il quale fa sesso con le modelle che quindi sono un altro modello femminile, un elemento di confusione per una bambina di quell’età. I comportamenti di S in campo sessuale, sedurre il suo allenatore, fare sesso col suo compagno di scuola, entrambe esperienze vissute dissociando, la rendono confusa e le danno un senso di profonda inadeguatezza. Anche con P mette in atto dei comportamenti analoghi, come il test nella seconda sessione e quando nel settimo colloquio si alza la maglietta scoprendo il torace pieno di eruzioni, dicendo di essere deforme. L’altro tema è quello della credenza patogena per la quale lei si sente responsabile del fallimento delle relazioni importanti della sua vita, quella dei suoi genitori prima e confermata da quanto successo con la famiglia di Cy e alla fine della relazione del padre con la nuova compagna. S pensa di essere pericolosa e si punisce per il male che pensa di fare agli altri, l’incidente accade proprio dopo che la moglie di Cy la allontana.

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Un’ipotesi di come si formi la credenza patogena di Sophie può essere fatta considerando l’ambiente conflittuale in cui è cresciuta. Consideriamo un matrimonio che andava male dall’inizio con due genitori quindi sempre arrabbiati ed insoddisfatti. Per una bambina non è possibile avere un pensiero logico che la porti a capire che, per quanto arrabbiati e insoddisfatti tra loro, come genitori le vogliono bene ma per i loro problemi non riescono a creare un ambiente accogliente e sereno a casa. La semplificazione, che è l’unica cosa che può fare una bambina per spiegare il mondo intorno a sé ,è che il motivo per cui i genitori sono arrabbiati è lei stessa ,ciò mette S in una posizione NON-OK .Questo la accompagna nelle relazioni successive, 8 in particolare con la famiglia di Cy e le fa vedere la successione degli aventi in funzione di questa credenza patogena, proprio per confermarsela. Allora secondo S non è Cy,un uomo adulto, ad avere la colpa di ciò che è successo tra loro, ma sua che ha rovinato la loro famiglia. Questo porta Sophie a credere che sia pericoloso sia per lei che per chi ama essere intima perché ciò porterà all’abbandono. Sophie si paragona ad una bomba ad orologeria,il ticchettio della bomba le ricorda quanto sia pericoloso essere intimi per cui evita le situazioni di intimità per evitare che la bomba esploda, cioè la rabbia e l’abbandono. Quando entra in intimità con Cy alla fine viene abbandonata. È in questo che la relazione con Paul è diversa ed è per questo che ha funzionato.