Il Lambda World Register () · Negli ultimi mesi tantissime Lambda si sono messe in moto con i loro...

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Il Lambda World Register (www.lambdaworldregister.org) e’ coordinato da - Joachim Griese ([email protected]) e - Bill Jamieson ([email protected]) Con il supporto dei responsabili : - Australia: Bill Jamieson - Austria, Germany, Switzerland: Joachim Griese - Belgium: Leo Van Hoorick ([email protected]) - Ireland: Roland Frayne ([email protected]) - Italia: Aldo Cimenti ([email protected]) - The Netherlands: Joost Koning ([email protected]) - The United Kingdom: Mike Benwell ([email protected]) - The United States: Neil Pering ([email protected]) La Newsletter viene pubblicata 4 volte all’anno a cura di Bill Jamieson e Joachim Griese

Contenuti della Newsletter 4/2016

Editoriale: Joachim Griese, Bill Jamieson…………………………..pagina 1 Alison Ure: Fobello 2016…………………………………………..…pagina 2 Aldo Cimenti: Fobello 2016…………………………………………..pagina 4 Bill Jamieson: Prima edizione del Lambda Swiss Alps Tour – Settembre 2016………………………………………………………..pagina 5 Joachim Griese: Meeting autunnale 2016 del Swiss Lancia Club.pagina 7 Tony Kovacevic: Lancia Club France Rally 2016 - Corrèze……...pagina 7

Emma Vos: Peking - Paris 2016 in una Lancia Lambda del 1927pagina 9 Remon Vos, Vittorio Bernuzzi: Peking-Paris 2016 – aspetti tecnici…………………………………………………………………..pagina 16

Edoardo Lancia (articolo di Remon Vos e Vittorio Bernuzzi) e Isabel e Aldo Cimenti (gli altri articoli) hanno fatto la traduzione italiana dal testo inglese.

Copertina : Lambda in piazza Vittorio Emanuele II a Varallo 2016 (foto: Robert Griese)

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Editoriale

Negli ultimi mesi tantissime Lambda si sono messe in moto con i loro passeggeri e non

solamente per raggiungere Fobello che quest’anno ne ha attratto un numero davvero

impressionante; altri raduni hanno proposto avventure stimolanti a cui molti proprietari di

Lambda non hanno voluto rinunciare. Questa LWR Newsletter riporta alcuni degli eventi più

importanti:

- Fobello 2016

- Il primo tour Lancia delle Alpi svizzere - Settembre 2016

- Autunno 2016 Raduno del Lancia Club Svizzero

- Lancia Club Francia Rally 2016

Inoltre, vorremmo condividere con voi la storia del rally Pechino -Parigi a cui ha partecipato una

Lambda. Emma Vos, 19 anni, figlia di Remon Vos, in qualità di navigatore in questo rally

estremamente avventuroso, ci offre il proprio diario di viaggio descrivendo le proprie senzazioni

ed impressioni. Remon Vos e Vittorio Bernuzzi hanno invece scritto un articolo più tecnico dello

stesso viaggio descrivendo le sfide tecniche affrontate e le soluzioni trovate durante i 13,695 km

prima di arrivare a Parigi.

Nel frattempo tutti gli equipaggi sono rientrati a casa senza incidenti e senza gravi guasti.

Le auto erano quindi preparate bene per i lunghi viaggi e la cresciuta disponibilità di ricambi non

può che aver aiutato. Quindi siamo ottimisti sul fatto che in futuro vedremo ancora più Lambda

sulla strada.

La stagione rally dell’emisfero settentrionale è ormai giunta al termine e la stagione nel sud del

mondo è solo all'inizio; ci auguriamo di ricevere materiale da scrivere sulle prossime Newsletter.

Nel LWR si trovano oggi i dettagli di oltre 400 Lambda da 25 paesi, ma abbiamo difficoltà ad

aggiornare i cambi di proprità. Purtroppo in alcuni casi non riusciamo a sapere quando una

Lambda cambia di mano e solo dopo un certo tempo, ed a volte per caso, può essere individuato

il nuovo proprietario. Vorremmo fare di meglio chiedendo ai membri del LWR di aggiornarci nel

caso vendano la propria Lambda riferendoci i dati del nuovo proprietario (semprechè lo stessso

acconsenta).

I migliori auguri a voi e alle vostre Lambda.

Bill Jamieson Joachim Griese

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Fobello 2016

Il 95° anniversario del collaudo della Lambda ad opera di Vincenzo Lancia al Moncenisio è stato

celebrato in grande stile da lancisti provenienti da tutto il mondo. Ben otto vetture provenienti

dall‘Australia erano presenti tra le 55 Lambda che hanno intrapreso il viaggio per Fobello.

Ma partiamo dall'inizio con un ritrovo a Lansleburg sul versante francese del Mont Cenis il 31

agosto. Auto e persone provenienti da tutta Europa, Stati Uniti e gli antipodi si sono riuniti in

questa stazione sciistica per passare insieme la prima sera. Edoardo Lancia e suo cugino Lorenzo

Pataccia si sono uniti al gruppo con la loro Aprilia per scortare le Lambda oltre il confine in

Italia.

1 settembre: uno splendido sole ha accompagnato la salita e la sosta per un caffè al Moncenisio.

Qui abbiamo potuto ammirare un panorama fantastico arricchito dall’arrivo alla spicciolata dei

lambdisti stranieri. Scendendo lungo la SS del Moncenisio, sul versante italiano, ci siamo fermati

per una foto alla targa commemorativa (Figura 1) prima di arrivare al ristorante La Giaconera per

il pranzo. In questo luogo Vincenzo Lancia aveva pranzato 95 anni fa dopo il collaudo del

prototipo Lambda. L'evento è stato ancora più speciale per la presenza di vari ospiti tra i quali i

discendenti del team di progettazione e produzione della Lambda:

Stefano Falchetto, il cui padre ha progettato le famose sospensioni anteriori indipendenti, e sua

moglie Maura.

Micci Gismondi e suo figlio Luca discendenti di Luigi 'Vigin' Gismondi , collaudatore principale

di Lancia ed ancora al suo fianco nel 1936 per la pre-produzione Aprilia solo otto mesi prima

della morte di Lancia.

Margaret Carosi, la cui ricerca e le informazioni dal suo defunto marito, Fulvio Carosi,ha fornito

importanti dettagli biografici di molte delle figure chiave della storia Lambda. È importante

sottolineare che Lorenzo Pataccia e Edoardo Lancia, entrambi pronipoti di Vincenzo, erano lì per

rappresentare la famiglia Lancia. Complimenti a Jonathan Wood e Bill Jamieson per aver

organizzato questo pranzo in questa sede e con questi ospiti. Dopo un ottimo pranzo gli

equipaggi hanno guidato per 100 miglia pasaando a nord e ad ovest di Torino attraverso le risaie

intorno ad Arboria per arrivare a Varallo.

Fig.1: Moncenisio (photo:Lorenzo Pataccia). Fig.2: Peking-Paris 2016 Lambda(photo:Alison Ure).

Venerdì 2 è stata una giornata tranquilla, le auto e gli equipaggi in splendida forma hanno potuto

rilassarsi e riposare nella perfetta atmosfera medievale di Varallo e prepararsi per il pasto serale,

gentilmente offerto dal sindaco di Varallo Eraldo Botta. Tutte le vetture sono state messe in

mostra di fronte alla stazione, mentre i loro occupanti hanno apprezzato la meravigliosa

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ospitalità italiana che è diventata una bellissima consuetudine per questa particolare

manifestazione.

Sabato 3 tutte le auto sono state esposte molto presto nella piazza principale di Varallo prima

della partenza per il piccolo villaggio di Fobello. Qui le auto hanno riempito ogni spazio

disponibile. Una folla di persone ha così avuto modo di ammirare un gran numero di Lambda tra

le quali molte italiane. Da menzionare una 8° serie 1252 proveniente dalla Cecoslovacchia che

aveva appena completato la Pechino-Parigi per un totale di 13695 km!! (Figura 2). In molti non

han perso l’occasione di visitare il museo Lancia e la mirabile opera del Valsesia Lancia Story.

Fig.3: The way up (photo: Alison Ure). Fig.4:Lunch at the tennis court (photo: Alison Ure).

Questo bel paesino di montagna con il suo paesaggio di tetti in pietra è stato la culla di Vincenzo

e la sua famiglia nel 1920 ed uno dei momenti più suggestivi ha riguardato la salita in auto

oppure a piedi lungo il vialetto sterrato lungo e tortuoso che porta a Villa Lancia (La Monta) per

il pranzo (Figura 3) . Venti Lambda sono salite fino a La Monta, tra cui tutte le vetture

australiane e qui è stato servito un superbo pranzo per circa 220 persone sul campo da tennis (Fig

4). Una sgranchita alle gambe tra una portata e l’altra ha consentito agli ospiti di visitare la casa

della famiglia Lancia. E’ una bella casa che il Valsesia Lancia Story, un club Lancia nella zona

fondato nel 1995, dopo aver visto il primo rally a Fobello nel 1991, ha deciso di ristrutturare con

una raccolta fondi. Durante la discesa da Fobello, parecchie ore più tardi, a Cravagliana, come da

tradizione, sono state servite frittelle e vino ai Lambdisti. Una iniziativa nata nel 1991 con il

primo rally.

Domenica 4 è stato un altro giorno di quiete e di libertà. Ognuno ha potuto programmare la

giornata e molti hanno approfittato delle celebrazioni per i 130 anni del treno a vapore in corso

nella città di Varallo. Julian Edwards, un proprietario di Lambda proveniente da l'Isola di Man,

che è anche un appassionato di treni a vapore, è riuscito ad ottenere un invito sulla pedana di uno

dei treni da Borgosesia a Varallo! Di sicuro un bellissimo fuori programma non previsto durante

il rally Lambda in Italia!! La cena finale si è svolta presso l'Albergo Sacro Monte, dove è stata

organizzata un'altra festa fantastica con la cortesia e la finezza a cui siamo ormai stati abituati. Si

sono pronunciati gli ultimi discorsi e gli australiani hanno donato alcuni libri Lancia di Bruce

Lindsay ad alcune persone, tra cui mia madre, come riconoscimento per essere stata sempre

presente a questo meeting che si ripete da 25 anni.

Il rally Fobello sta diventando vittima del suo stesso successo, sempre più grande ogni anno. Tra

5 anni ci saranno le celebrazioni del centenario e, in onore di mia madre, che l’ha ideato insieme

a Harry Scott e Ian Young 25 anni fa, sarò a disposizione per organizzare l’evento insieme a un

team di volontari i quali prontamente hanno accettato l’invito. Siamo una squadra

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prevalentemente femminile proveniente da tutta Europa e gli antipodi e il nostro obiettivo è

quello di produrre un evento spettacolare per 2021 con, se possibile, almeno 100 Lambda!

Il problema più grande sarà dove alloggiare tante auto ed equipaggi, ma resta il nostro obiettivo !

La squadra 2021 è composta da:

Alison Ure, Olivia Stevens, Lisa Benwell, Freyja Burrill, Costanza Lancia, Edoardo Lancia,

Lorenzo Pataccia, Andrea Pataccia, Jan Van Hoorick, Jo Doumany, Angela Long, Iain and

Leanne Simpson.

Vorrei ringraziare Jonathan Wood ed i suoi aiutanti, Bill Jamieson, Joachim Griese, Jonathan

Reeve e Mike Benwell per l’organizzazione dell’ultima celebrazione di questa fantastica auto.

Vorrei anche estendere il ringraziamento al Valsesia Lancia Story ed alla famiglia Lancia per il

suo supporto continuo e supremo al successo di questa manifestazione.

Alison Ure [email protected]

Fobello 2016

E’ stata una manifestazione davvero riuscita e credo si sia trattato del più grande raduno di

Lambda mai avvenuto. Agli equipaggi stranieri sempre numerosi quest’anno si è aggiunto un

numero di vetture italiane mai visto prima.

Il raduno annuale del RILL ha avuto il suo prologo proprio al Moncenisio per il benvenuto agli

equipaggi stranieri ed ha scelto il lago d’Orta come base proprio per poter raggiungere Varallo e

Fobello e festeggiare insieme agli “Amici della Lambda”.

Venerdì 2 Settembre gli equipaggi italiani sono saliti al monte Mottarone per un pranzo in quota

insieme ad alcuni partecipanti australiani ed inglesi.

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Le foto però riescono a raccontare meglio di molte parole e soprattutto danno meno lavoro ai

traduttori, quindi per non ritardare la pubblicazione della Newsletter, ne allego alcune tra le più

belle e torno al mio lavoro di traduttore Newsletter del LWR per il popolo di Lambdisti italiano.

Ringrazio Wood, la famiglia Lancia ed il Valsesia Lancia Story per l’immenso lavoro svolto.

Tutti partecipanti e non posso dimenticare il RILL che unisce molti Lambdisti italiani.

Aldo Cimenti [email protected]

Prima edizione del Lambda Swiss Alps Tour - Settembre 2016

Contemporaneamente ai preparativi delle celebrazioni di Fobello per festeggiare il 95°

anniversario del collaudo della Lambda, Sébastien Simon ha proposto un evento per proseguire il

raduno tra il 5 e il 9 settembre, durante il quale i proprietari di Lambda sono stati invitati a

esplorare molti passi alpini tra l'Italia e la Svizzera per godersi il paesaggio spettacolare ed

assaporare l'esperienza di guida che offre questa zona.

La proposta di Sébastien è stato accolta con entusiasmo e trentatré proprietari Lancia hanno

accettato di partecipare per un totale di diciassette lambda, i loro equipaggi ed alcune altre

Lancia e vetture a noleggio.

Il programma, accompagnato da una Road Book importante, ha offerto ai driver percorsi

alternativi con diversi gradi di difficoltà uniti a visite a siti di interesse culturale e storico.

Un’ottima selezione di hotel e ristoranti hanno consentito agli equipaggi di socializzare nel

migliore dei modi. Il nostro tour ha toccato otto dei ventitré Cantoni della Svizzera.

Il primo giorno abbiamo percorso circa 207 km partendo da Varallo per arrivare a Oberwald

passando dal Lago Maggiore, Airolo, il Nufenenpass e Ulrichen.

Lambdas at rest on the Nufenen Pass. John Millham’s 8th Series Lambda with a suitably Photo: Bill Jamieson alpine background. Photo: Bill Jamieson

Il secondo giorno e iniziato di nuovo con il bel tempo, ideale per affrontare i passi Furka, San

Gottardo e Oberalp. Strade che sembrano essere disegnate per le Lambda ma che han tenuto alta

l’attenzione dei drivers e messso alla prova le loro abilità. La fatica però è stata ampiamente

ricompensata dalle bellezze naturali ed abbiamo potuto apprezzare le qualità dei costruttori di

queste strade.

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A spectacular section of the Gotthard Pass roadwork. Photo: Bill Jamieson

Il terzo giorno abbiamo guidato da Oberwald a Les Mosses attraversando i passi Grimsel e

Susten sempre accompagnati dal bel tempo.

Il quarto giorno ci siamo trasferiti a Aigle ed abbiamo potuto visitare un piccolo ma molto

interessante museo dell'automobile, La Fondazione Hervé, aperto appositamente per la nostra

visita. C'era un Lambda nella collezione anche se era piuttosto chiaro che la passione principale

del proprietario era per le Voisin, di cui ci sono esemplari eccezionali. Da Aigle molti di noi

hanno continuato per Corsier sur Vevey per vedere l'eccellente museo Chaplin, una sorprendente

collezione di cimeli e per conoscere la storia del famoso intrattenitore.

Il quinto giorno, l'ultimo del nostro tour delle Alpi, ci ha portati da Les Mosses a Cortaillod per

125 km di strade dolci ed interessanti. Abbiamo iniziato con una visita all'elegante città di

Gruyères, potrà non essere il formaggio preferito da tutti, ma è di sicuro un bellissimo villaggio

incontaminato. La nostra ultima visita è stata alla grande ed importante collezione di auto di

Fondation Renaud, un omaggio al lavoro di una vita dei collezionisti E. e C. Renaud, ... e sì, la

collezione comprendeva un Lambda!

Per coloro che hanno scelto di proseguire partecipando alla due giorni del Lancia Club Suisse il

10 e l’11 settembre ci sono state nuove emozioni compresa una visita memorabile a Solothurn,

uno dei borghi più belli della Svizzera. Siamo tutti in debito con Sébastien Simon per la sua

meticolosa preparazione e pianificazione dell‘eccezionale Tour delle Alpi svizzere; speriamo che

sia il primo di una lunga serie.

Bill Jamieson [email protected]

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Meeting d’Autunno 2016 del Lancia Club Suisse Era giunta l’ora del pranzo quando alcune Lambda provenienti dallo Alpi Swiss Tour e un gran

numero di svizzeri iscritti al Lancia auto Classis – anch’essi con alcune Lambda - sono arrivati

con un tempo meraviglioso al bellissimo mercato di Aarberg. Dopo i saluti ed alcune chiacchiere

tra amici lancisti ed acquisti di specialità svizzere, abbiamo pranzato con la cucina Italiana prima

di dare inizio al nostro rally e partire per Wangen an der Aare - supportato da un ottimo

roadbook. Siamo giunti a Wangen con un bellissimo tempo e dopo il check-in presso il vicino

Hotel ed una cena svizzera si è concluso il primo giorno.

ll rally Domenica ci ha portati a Solothurn , famosa in Svizzera per la sua famosa architettura

barocca ereditata dagli ambasciatori dei re di Francia. Dopo una visita interessante nella parte

storica abbiamo pranzato al ristorante «Baseltor». Qui si è concluso il Meeting d’Autunno.

Alcuni di noi si sono intrattenuti con gli amici stranieri anche per una cena a Wangen.

L'organizzatore Peter Klausner ed il Presidente del Lancia Club Suisse Rolf Egli, hanno ricevuto

molti complimenti meritati per il lavoro svolto.

foto: Patrik Hellmüller.

Joachim Griese [email protected]

2016 Lancia Club France Rally – Corrèze

Dopo esser stati a Fobello ed al Rally delle Alpi svizzere, io e il mio compagno di viaggio, Terry

Julien, eravamo felici di raggiungere Donzenac per l'inizio del Lancia Rally francese. La

manifestazione si è tenuta nella regione della Correze, che è una delle zone turistiche meno note

della Francia. Luoghi con grandi strade, perfetti per le Lancia sono stati un’ottima scelta per

questo fine settimana.

La nostra prima visita è stata alla miniera di ardesia, l‘unica ancora in attività in Francia, il Pans

de Travassac. Risalente a centinaia di anni fa, poter camminare tra grandi rocce e piscine naturali

profonde è stata un'esperienza surreale. Dopo la dimostrazione di estrazione con tecniche

invariate dopo 100 anni, ci siamo recati a Meyrignac, la nostra base per il fine settimana.

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La cena di quella sera è stata la nostra prima occasione per incontrare e conoscere i nostri ospiti.

E‘ stata una serata eccellente. Il giorno dopo ho accettato l'invito dei miei amici australiani, Paul

e Jo Doumany, a bordo della loro Lambda Torpedo appena restaurata. Il fatto che l’auto abbia

attraversato quattro paesi senza problemi è un motivo di orgoglio per i proprietari e per gli

specialisti coinvolti nel restauro.

Pans de Travassac Collonges la Rouge

La nostra destinazione, nella valle della Dordogna attraverso alcune strade incredibilmente adatte

alle Lambda con la sua frenata e maneggevolezza, è stata l’antica città di Collonges la Rouge.

Colpisce per i suoi edifici in arenaria rossa che spiccano tra il verde della campagna. Collonges

la Rouge è un paese unico. Qui abbiamo parcheggiato le vetture, regalando ai turisti uno

spettacolo indimenticabile. Un’ampia gamma di vetture sono state esposte : Lambda, Aprilia,

Aurelia, Fulvia, Flavia e Flaminia.

Dopo il pranzo e considerato che il tempo non era favorevole, siamo rientrati pasando da Tulle,

la capitale della regione locale. Sabato sera abbiamo avuto un’altra cena piacevole con nuove

conoscenze tra le quali alcuni australiani con la loro Lambda: Ray, Nigel e Perry Lunghi, Mark

Mcibben, i Doumany e John Shellard ( proprietario di una Lambda) con sua Bugatti. Siamo stati

accolti da un rappresentante del locale ufficio turistico e da Daniel Pottier, l'organizzatore del

rally e Presidente del Lancia Club di Francia.

Domenica purtroppo ancora con il brutto tempo e dopo un’altra ricca colazione siamo partiti

sulla Lambda dei Doumany verso Saint Bonnet les Tours du Rieux. Il pranzo si è tenuto in un

locale a dir poco unico. Situato su un pendio, si cammina dentro ad un garage dove si può

ammirare una collezione di auto americane anni ’60 e ’70 tra cui una moderna "Stutz" e una

Excalibur.

Qui si è conclusa la manifestazione e dopo i discorsi di addio ed un altro raduno memorabile, i

partecipanti sono ripartiti.

Infine vorrei ringraziare Daniel Pottier e il suo comitato per la loro ospitalità, per

l'organizzazione di un eccellente rally e per la scelta di una regione così interessante, fuori dalle

solite rotte. Grazie anche a Paul e Jo per aver condiviso con me la loro Lambda, merci beaucoup

mon ami.

Tutte le foto: Serge Croisier.

Tony Kovacevic [email protected]

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Pechino - Parigi 2016 su una Lancia Lambda del 1927

Emma Vos [email protected]

Ricordo molto bene le reazioni di amici e familiari quando ho annunciato loro la prossima

avventura che avrei affrontato. Sono rimasti tutti a bocca aperta e poi pacche sulla spalla, "yeah."

e "wow ..". Poi un'altra pausa. Una esperienza pazzesca, hanno pensato - e se non l'han detto, le

loro facce han parlato per loro. 13,695 chilometri da Pechino a Parigi in una Lancia Lambda del

1927 con nessuno altro che mio padre. Io, che ero nota per saltare le maratone del venerdì sera di

Top Gear, che non riuscivo a distinguere tra una Citroen e una Renault e che ancora vengo

rimproverata per il volume troppo alto e per l’uso del telefono mentre guido e che sono ancora

una neofita al volante. La mia conoscenza di auto e raduni non era solo limitata - era

praticamente inesistente.

Il giorno prima del raduno, si svolgono le verifiche tecniche ed è come entrare in un’aula per un

esame. Ci sono i “nerds” che rispondono con cautela ed un po’ casualmente alle domande sulla

preparazione della propria auto, ma non sbagliano un coordinato. Poi ci sono quelli che troverete

sempre accanto ai meccanici ed altri saranno al bar a discutere di ciò che accadrà oppure

vorrebbero accadesse nei successivi 36 giorni. Contemporaneamente mi avreste vista

preoccupata a chiaccherare con altri concorrenti (almeno con quelli che avevano capito che ero

una di loro) delle loro esperienze precedenti che, considerato che avevano il doppio se non il

triplo della mia età, era molto più ampia della mia.

Tutto è cambiato improvvisamente quando le 107 auto d’epoca si sono allineate davanti alla

Grande Muraglia. Alcuni hanno atteso 3 anni per preparare l’auto e se da un lato la tensione è

alta, dall’altra si prospetta il primo traguardo, la partenza. Ci sono parenti ed amici entusiasti e

spettatori curiosi che applaudono i draghi che ballano e la banda mentre le vetture passano sotto

l’arco.

Sono le 8:10 quando con un rapido giro di una chiave e lo sventolio della bandiera anche noi

partiamo.

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Per quelli come me all'inizio di quest'anno, che non hanno idea di come funzionino queste

manifestazioni sappiate che non c'è il Tom Tom. Come navigatore si usa un libro con diagrammi

di strade e distanze e un misuratore di distanza che colpisci ogni volta che si raggiunge un

diagramma nel road book. Ci dirigiamo a Datong per la nostra prima notte con un pit-stop veloce

al Monastero Hanging; perché oggi è una sorta di "giornata di prova" e la strada per Datong è

breve.

I due giorni che passiamo in Cina sono stupefacenti. La strada da Datong a Erenhot richiede una

lunga attesa per un immenso afflusso di persone. Innumerevoli immensi complessi di

appartamenti, ma vuoti. Strade di grandi dimensioni a grande capacità, ma utilizzate pochissimo.

C'è qualcosa di deludente nel modo in cui molte di queste città vengono costruite. Sono pronte

per qualcuno che verrà e rivelano il gusto per l’artificialità. Si passa attraverso città che non

costruisono per necessità effettive, ma sulla base di linee guida dettate dalla moda. Non avranno

mai nulla di originale, ma saranno sempre una copia di qualcos’altro. "Siamo tutti in attesa che i

sogni che le major hanno piantato nelle nostre teste diventino realtà" mi riferisce un portiere

d’albergo che è stato costretto a trasferire la propria residenza due volte nell'ultimo anno e

mezzo. Testimonianza dell’espulsione di massa a Datong. Resa possibile in quanto tutte le terre

passano sotto il controllo della proprietà pubblica e questo dà al governo il diritto di sgomberare

i residenti con breve preavviso.

Il bello della Cina sta nelle persone amichevoli che incontro, credo che ognuno di loro abbia

almeno dieci selfie con me, e nei paesaggi incontaminati. Il continuo ronzio delle grandi città

popolose come Pechino e Shanghai è bilanciato dalle sue tranquille meraviglie naturali.

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In nessun altro paese con una grande tradizione e cultura la natura ha giocato un ruolo di primo

piano nel campo delle arti come in Cina. Dal primo periodo dinastico i poeti e gli artisti hanno

celebrato la bellezza dei paesaggi della Cina, cercando di catturare la sua bellezza con penne e

pennelli : quando è incontaminata la Cina è mozzafiato.

Per me però il vero raduno inizia in Mongolia, perché ero preoccupata di ciò che sarebbe potuto

accadere negli angoli più remoti del deserto del Gobi. Finalmente una sorta di « so quello che sto

facendo ». In Mongolia però tutto cambia. Non ci sono strade adeguate, almeno non se si segue

con precisione il percorso che è stato programmato. Cerco di prendere confidenza con il mio

Garmin, una bussola digitale che ti guida da un insieme di coordinate ad un altro tracciando una

linea retta. Non proprio l’ideale per la prima prova in Mongolia.

Con una certa ansia controllo quanto manca alla fine della prima prova (pensate ad una bandiera

enorme, un conto alla rovescia ed un gruppo di imprenditori di successo dall’indole competitiva

ai quali viene chiesto di correre attraverso grandi distese di ghiaia). Mentre una macchia rossa

diventa una macchina rossa con due giudici, un folto gruppo di farfalle afferra il mio stomaco. I

5 minuti successivi saranno riempiti di distanze intermedie, e di me che dico ad alta voce

distanze e direzioni in piena concentrazione. Il monologo avrà la forma di "500 metri e poi si

gira a destra, 200 metri, GIRA ADESSO A DESTRA" e non ci sarà nessun dialogo: nessun "sei

sicura? "," Che cosa hai detto? "o" volevi dire qui? "- Sarà sufficiente obedire. L'amichevole

"Ciao tesoro" dei giudici mi calma i miei nervi per un secondo, poi però mi hanno chiesto la mia

scheda di valutazione, e se sono pronta o no. "O Signore, sono io? Sì! No! Aspetta! Cosa devo

fare? "" Quello che avete fatto nei giorni scorsi, ma senza indicazioni, dieci volte più veloce e

con un po' di fortuna nel scegliere il percorso" è la risposta che mi hanno dato. Va bene. Ora

sono nei guai. "10, 9, 8 ...", e improvvisamente si parte e mi ritrovo un po’ scioccata con una

bussola, due apparecchi Garmin e un road book, una mappa sulle ginocchia, una penna a sfera

nella mano sinistra che si tiene anche ad un lato della macchina e la mia mano destra che stringe

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il mio berretto e ogni tanto mette la distanza a 0 al passaggio per le coordinate. Deglutisco con

difficoltà. Sono estremamente tesa - viaggiamo a circa 100 km / h su un terreno roccioso e

accidentato che lavora contro il tempo, non posso permettermi di fare un errore. Ogni secondo

conta. "L'arrivo è tra 500 metri" grido sovrastando il rombo del motore. Freniamo a fondo e

dietro la nuvola di polvere il giudice ci fa un cenno cel capo, « i più veloci fino ad ora" -

nascondiamo la nostra euforia dietro un semplice "bene".

In retrospettiva, la Mongolia è anche il luogo più memorabile per me. Vi sono un popolo

amichevole e uno stile di vita semplice. Le ragazze camminano mano nella mano con la gonna

multicolore e portano greggi di pecore, i ragazzi corrono con i loro cavalli attraverso vaste

distese di paesaggio incontaminato. Il vento che soffia tra le lunghe criniere nere dei cavalli che

galoppano nell’erba selvaggia. I visi delicati dei bambini.

Mongoli che agitano le piccole mani al nostro passaggio ; si spostavano con tranquillità

attraverso grandi distese di paesi all’oscuro delle problematiche reali del resto del mondo. Siamo

in un bozzolo di una realtà alternativa, una bolla che ci tiene lontani da uno stile di vita che è

diventato così standardizzato. E’ la casa segreta sull’albero della vostra infanzia quando vi

sentivate conforevolmente isolati, dove sapevate che se vi avessero trovati niente sarebbe più

stato come prima. Avete paura di immaginare il cambiamento quando le praterie vergini

vengono ricoperte da lunghi nastri di asfalto e i cavalli al galoppo sono sostituiti dal rombo dei

motori.

E’ la Mongolia che mi ha avvicinata di più all’essenza del rally, o almeno quello che era stato nel

1907 (la prima edizione) e dove trovo il cuore della bellezza del rally. Un freddo mattino del

gennaio 1907, il quotidiano francese Le Matin ha lanciato una sfida: "Quello che dobbiamo

dimostrare oggi è che fino a quando l'uomo ha una macchina, può fare qualsiasi cosa e andare da

qualunque parte. Ci sarà qualcuno che intraprenderà quest’estate un viaggio da Pechino a Parigi

in automobile? " "Ci sono stati 40 iscritti - 5 si presenteranno a Pechino. Le vetture viaggeranno

in Mongolia, i partecipanti ed i meccanici lavoreranno fino al mattino presto con una birra in

mano; arrivare a Parigi non è una questione di se, ma di come. Alcuni giorni si recupererà con

solo snack e poche ore di sonno, ma non importa - arrivare a Parigi è l'unica cosa che occupa la

vostra mente. Come nel 1907, questo rally è un’enorme sfida e a parte le tende ad alta tecnologa

in cui viviamo in Mongolia è molto simile a quello che era nel 1907.

La nostra tappa presso il bellissimo Lago Chjargas è il giorno in cui abbiamo quasi perso tutto.

Iniziamo il nostro percorso discutendo di come dobbiamo partire con il piede giusto oggi ;

cercare di mantenere il nostro 5 ° posto assoluto e il 1 ° nella nostra categoria viaggiando

tranquillamente e conversando. Al momento del conto alla rovescia la nostra natura competitiva

prende il sopravvento. Corriamo sulla superficie mutevole del deserto del Gobi, in competizione

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con Bentley, Vauxhall e un’americana Nash. Verso le 2 del pomeriggio, poco prima del nostro

ultimo tocco all’orologio, l'auto si guasta. Fermiamo la prima automobile di locali che passa.

Accetttano di trainare la nostra auto fino all'ultimo villaggio, naturalmente dopo tutta una serie di

foto.

Mi siedo sulla loro auto iniziamo il traino per i 500 m dal villaggio. In un minuto 20 uomini si

affollavano intorno alla macchina discutendo della marca della vettura ed io sorrido in risposta

alle frasi in mongolo che sono ovviamente rivolte a me. Non so quale sia il vero problema da

affrontare e anche se lo sapessi, non sarei di alcun aiuto. Mi sento terribilmente impotente e mi

chiedo se arriveremo alla tappa della giornata senza essere caricati su di un camion. La risposta

alla mia domanda tarda 20 minuti: il tempo necessario agli abitanti del villaggio per portare tutte

le loro viti e dadi, e concludere che nessuno si adatta la nostra macchina.

Dopo aver restituito tutte le viti, la delusione visibile sui volti di alcune persone è innegabile. Si

sono tutti dedicati a cercare di riparare la nostra macchina, il che mi ha dato la possibilità di

chiedere se ci sono camion per il rimorchio in questa città o in un’altra nelle vicinanze. Dopo

quello che sembra un gioco di sciarada di 15 minuti, lo stesso uomo che ci ha rimorchiato tenta

qualche infruttuosa mimica e dopo annuisce vigoroso al mio disegno di un camion e mi guida

verso la sua macchina. Andiamo a casa sua, ad un minuto dal luogo in cui la nostra Lambda

danneggiata è esaminata da tutto il paese e da mio padre. Il nostro amico, di cui non ho mai

saputo il nome, vive in una casa a schiera di fianco al bar-karaoke con la moglie, un forte odore

di alcol domina per un raggio di 100 metri circa.

Nascosto sotto un telone di plastica polverosa c’è il nostro cavaliere con la sua armatura; una

vecchia e ammaccata Hyundai sembra aver sostituito i cavalli e bovini. Il mio amico è saltato a

bordo del veicolo e rapidamente l’ha scaricato. Sua moglie è chiamata al bar e ha cominciato a

preparare bevande e dolci. Un po' stordita dallo spettacolo del camion spolpato e di tre ragazze

che vi salgono, ho percepito una strana stmosfera. In 20 minuti mi ritrovo seduta davanti nel

camion con le tre ragazze in mezzo a sacchi e scatole sul pianale. Sorrido a loro, giochiamo a

tris, e ben presto siamo le migliori amiche del mondo. Una volta che la nostra auto è stata

caricata ci rendiamo conto che se ci affrettiamo nei 100 km che ci separano dal campo possiamo

arrivare in tempo per il nostro ultimo controllo e quindi rimanere in corsa per l'oro. Ho detto al

mio amico per schiacciare l’acceleratore.

Corriamo attraverso il deserto della Mongolia. La nostra auto è sbattuto da un bordo all’altro del

pianale, ci fermiamo per stringere le cinghie, a volte cantiamo con Iggy Azalea trasmessa alla

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radio e speriamo per il meglio. Tutto questo è molto faticoso, ma quando superiamo la lunga fila

di auto in attesa per fare rifornimento al campo, so che ce l’abbiamo fatta. Scavalco mio papà e

l'amico del nostro amico che ha deciso di venire con noi e faccio uno sprint fino al controllo.

Avevamo ancora 4 minuti.

Anche se purtroppo questo non è stato il nostro unico incidente, mi ha aperto gli occhi su uno dei

miei motivi iniziali per cui ho accettato questa avventura. Le esperienze più memorabili sono

state quelle non pianificate, quelle che ci hanno permesso l'esperienza diretta dei villaggi locali e

dei loro abitanti. È possibile guardare questo rally come si guarda l'arte. Non tutti capiscono che,

può sembrare faticoso, ma alla fine ti espone a nuovi modi per comprendere il contesto di una

città, di una cultura, o anche un paesaggio. Il rally Pechino Parigi per me è stato intraprendere

un'avventura che incoraggia i miei pensieri e mi costringe a vedere il quadro d’insieme, o un

nuovo quadro e di essere regolarmente messa di fronte a situazioni difficili, senza aiuto in una

città sconosciuta. La competitività può spesso offuscare la vostra vista - raggiungere le tappe in

tempo, stressarsi per la classifica o per la corsa contro il tempo limita ciò che vivete veramente.

Degli undici paesi che abbiamo attraversato nel viaggio per Parigi, la Russia è stata di gran lunga

il tratto più lungo e, mentre la Mongolia mi ha fatto capire la sfida meccanica e fisica

rappresentata da questo rally, la Russia ha aperto gli occhi alla tensione emotiva. Sì questo rally

è estremamente difficile e frenetico, ma ricordate che dura 36 giorni – trascorsi su un’auto la

noia arriva. La Russia fa in realtà parte dei paesi nei quali mi chiedevo se fossi stata messa di

fronte a uno schermo verde a volte in movimento e a volte immobile. Ci sono state ore sulla pista

dove l'unico cambiamento era la canzone di Bruce Springsteen attraverso le cuffie. Penserete che

queste lunghe fasi di nulla siano sicuramente ideali per una buona conversazione con il co-pilota.

Ci sono una serie di equipaggi padre-figlia / padre-figlio alla Pechino-Parigi di quest'anno e se

c'è una cosa su cui tutti concordiamo è la tensione che la situazione provoca nella relazione.

Sarebbe una buona idea mettere in discussione il vostro pensiero iniziale, discutere se siete

realmente in relazione e contemplare l'aiuto terapeutico che sarà necessarie dopo l'arrivo a Parigi.

Di tanto in tanto ci sarà una buona conversazione, anche qualche alterco rovente. Ho scoperto

che il modo migliore per gestire questa situazione non è quello di prendere troppo sul serio ciò

che viene detto e di fare piccoli gesti, come l'acquisto di un caffè al mattino per l'altra persona.

Un commento a caso sul paesaggio può anche sortire qualche effetto.

Una volta arrivati in Europa, il tempo scorre più velocemente. Si attraversano frontiere quasi

ogni giorno e bisogna ricordarsi costantemente di prendere appunti e foto. Quando si viaggia a

questa velocità è facile dimenticare i dettagli dei luoghi visitati, ho paura che si trasformi tutto in

un ricordo sfocato. A questo punto, gli altri partecipanti con i quali avete fatto una chiacchierata

a Pechino sono diventati amici intimi, quasi persone della famiglia. C'è un senso di comunità e di

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impegno condiviso. Si inizia a comprendere sempre di più, avvicinandosi a Parigi, che quello che

hai fatto è unico sotto molti aspetti. Lo sforzo emotivo, economico e fisico che avete impegnato

in questo rally è solo una frazione di ciò che hai migliorato della vostra consapevolezza e della

vostra attenzione.

La Pechino - Parigi mi ha dato qualcosa di raro in questo mondo di oggi fatto di Google Maps e

Google Earth; l'opportunità della scoperta e della serendipità simultaneamente. Ogni grande

storia ha bisogno di un nodo nella trama; una (s)fortunata combinazione di eventi che conduce a

qualcosa di magico. La serendipità non può essere forzato, ma questo rally è concepito per

incoraggiare l'audacia e la sincerità ad un livello tale per cui ogni giorno è pieno di sorprese. Il

viaggio da Pechino a Parigi non è o bianco o nero, ha moltissime gradazioni di grigio,

l’occasione per una vera scoperta.

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Pechino - Parigi 2016 con una Lambda – aspetti tecnici

Remon Vos [email protected] Vittorio Bernuzzi [email protected]

Tutto è iniziato circa cinque anni fa cercando una vettura adatta, prendendo in considerazione

Rolls-Royce, Bentley, persino una macchina americana ante-guerra, ma poi mi sono innamorato

della Lambda che trovai a nord di Manchester e che preferì di gran lunga a una Vauxhall. Una

volta comprata la macchina, partecipai al GP Nuvolari con mia moglie, un evento di 2 giorni in

Italia. Poco tempo dopo, decisi di consegnare la macchina alla Storicar per essere preparata per il

Rally Pechino – Parigi. Durante la preparazione, ebbi il piacere di visitare Vittorio di tanto in

tanto e di fare qualche giro di prova con la macchina.

La macchina fu spedita in Cina tramite aereo a Maggio così da avere più tempo possibile a

disposizione per la preparazione. Quando Emma ed io andammo a recuperare la macchina al

centro logistico, la guidammo fino all’Hotel Shangri-La per unirci al resto del gruppo, dove

ricevemmo molti commenti positivi ed apprezzamenti.

Domenica mattina partimmo dalla grande Muraglia Cinese. Dopo un po’ di giorni di guida senza

problemi, eravamo finalmente arrivati in Mongolia dove abbiamo potuto godere di un paesaggio

meraviglioso e ci siamo divertiti molto a guidare la macchina che aveva una perfetta tenuta di

strada; la prima notte siamo stati nel Deserto del Gobi con le torce e il giorno dopo siamo stati la

seconda macchina ad arrivare a Ulaanbaatar per lo stupore di tutti.

Tuttavia, la gita nel deserto aveva causato alcuni danni, alla sospensione in particolare.

Fortunatamente, abbiamo avuto un giorno di riposo a Ulan Bator che ci ha permesso di riparare

la vettura e riprendere il viaggio. Molti giorni e migliaia di chilometri attraverso il deserto, hanno

portato alla rottura del cambio che riuscimmo però a riparare durante la notte, fino a tardi. Pochi

giorni dopo siamo arrivati tranquillamente a Novosibirsk dove Vittorio e il suo collega ci stavano

aspettando per la notte del Venerdì.

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Dopo settimane di lavoro per preparare la Lambda di Remon per il Rally Pechino – Parigi, e

seguendo la Lambda da Pechino a Novosibirsk con il segnale di attenzione, eravamo adesso

molto curiosi di vedere la macchina.

Ci volle un po’ di tempo per pulire la Lambda, sistemarla, fissare tutte le viti, controllare i freni,

regolare gli ammortizzatori posteriori, cambiare l’olio del motore, pulire i filtri, verificare e fare

il pieno di tutti i liquidi. Due cose richiesero una maggiore attenzione: la sospensione anteriore

ed il radiatore. Il lato destro della sospensione doveva essere smontato. Il radiatore aveva avuto

alcune perdite dovute a una parte della sospensione piegata: provammo a ripararla meglio che

potevamo.

Sabato mattina prendemmo la macchina per fare un giro di prova, tutto funzionava. Tuttavia,

sfortunatamente, domenica scoprimmo, guidando vero Kazan, che la perdita dal radiatore era più

grande di quanto pensassimo e che alcune parti si erano rotte ed avevano bisogno di essere

saldate. Decidemmo di far trasportare la macchina a Ekaterinburg dove ricevemmo aiuto a

riparare il radiatore.

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Abbiamo continuato la nostra gita e guidato attraverso la Russia senza nessun problema alla

nostra Lambda. Prima di entrare in Bielorussia, il problema alla sospensione iniziò a dare

problemi più seri, così ci accordammo per mandare Vittorio in Polonia in aereo per prendere

degli pneumatici nuovi e alcuni pezzi per riparare la sospensione. Continuammo per Kosice,

dove effettuammo un’altra riparazione, questa volta alla guarnizione della testa.

Il manicotto di ingresso dell’acqua nel radiatore si era quasi completamente danneggiato e

avevamo paura che l’alta temperatura dell’acqua ed il ridotto volume della stessa, potessero aver

causato danni maggiori al motore. Ma, fortunatamente, i cilindri ed i pistoni erano ancora quasi

come nuovi e, con la nuova guarnizione della testa, il motore era di nuovo perfettamente

funzionante.

Facemmo ancora un po’ di manutenzione a Lubiana con alcuni lavori sul cambio, dopodiché

proseguimmo tranquillamente verso Parigi. Vittorio ci diede un grande supporto.

A Lubiana abbiamo smontato la frizione e visto che l’anello che tiene la molla della frizione si

era rotto. Con un nostro attrezzo speciale, abbiamo aperto la frizione, messo insieme tutte le parti

dell’anello e le abbiamo saldate insieme: erano le 2 del mattino quando riuscimmo a finire il

lavoro! A quel punto la Signora Lambda poteva proseguire per l’ultimo tratto verso Parigi!

Probabilmente è l’evento di auto ante-guerra migliore di sempre ma, forse, non avevamo la

migliore auto per gareggiare nel Deserto del Gobi. E’ stato sicuramente l’evento più

emozionante!

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