IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Vol.07 - 4.ed.2009 (Jakob Lorber)

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RIVELAZIONI DI DIO

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La Parola del Signore attraverso Jakob Lorber

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  • 1. RIVELAZIONI DI DIO
  • 2. LE OPERE DI JAKOB LORBER1) IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO - 1840/1844 - (da Adamo ed Eva fino a No) 3 vol.2) LE DODICI ORE - 1841 - (le atrocit dei popoli della Terra nel 1841)3) IL GRANDE TEMPO DEI TEMPI - 1841 - (la pi grande Opera compiuta dalla Divinit)4) LA LUNA - 1841 - (la costituzione, la vita e lo scopo del nostro satellite)5) SATURNO - 1841/1842 - (la costituzione e la vita su tale pianeta)6) LA MOSCA - 1842 - (le attitudini e lo scopo di questo animale primordiale)7) IL GROSSGLOCKNER - 1842 - un monte austriaco - (lo scopo delle montagne)8) IL SOLE NATURALE - 1842 - (la costituzione e la vita sul nostro pianeta Sole)9) IL SOLE SPIRITUALE - 1842/1843 - (il pi grande trattato sullAldil) 2 vol.10) SPIEGAZIONE DI TESTI BIBLICI - 1843/1844 - (il vero significato delle citazioni bibliche)11) LINFANZIA DI GES - 1843/1844 - (la vita di Ges fino a 12 anni)12) LETTERA DI PAOLO APOSTOLO ALLA COMUNIT DI LAODICEA - 1844 -13) SCAMBIO DI LETTERE FRA ABGARO, RE DI EDESSA, E GES - 1845 -14) LA TERRA - 1846/1847 - (la costituzione del nostro pianeta e come vivere su di esso)15) OLTRE LA SOGLIA - 1847 - (cosa avviene prima, durante e dopo la morte)16) IL VESCOVO MARTINO - 1847/1848 - (la vita errante di un vescovo diventato figlio di Dio)17) DALLINFERNO AL CIELO Robert Blum-1848/1851- (la redenzione dei peccatori nellAldil) 2 vol.18) I TRE GIORNI NEL TEMPIO - 1859/1860 - (cosa insegn Ges nei tre giorni nel Tempio)19) DONI DEL CIELO - 1840/1864 - (Risposte del Signore alle domande di Lorber e dei suoi amici) 3 Vol.20) IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI -1851/1864-(vita e insegnamenti di Ges da 30 a 33 anni) 10 vol. VARIE 21) CD-ROM (lintera Opera in CD) - Volumi in Pdf 22) BIOGRAFIA DI JAKOB LORBER (a cura di Karl G. Ritter von Leitner) ESTRATTI DALLOPERA DI JAKOB LORBER La Nuova Rivelazione 23) IL RITORNO DI CRISTO (profezie di Jakob Lorber e Gottfried Mayerhofer) 24) TESTIMONIANZE DALLA NATURA (il regno minerale, vegetale e animale) 25) LA FORZA SALUTARE DELLA LUCE SOLARE (metodi di guarigione) 26) SUPPLEMENTO AL G.V.G. (chiarimenti sul Vecchio e Nuovo Testamento) 27) SVELATI I MISTERI DELLANTICO EGITTO (Lucilla Zava) 28) GES E LORDINE DEGLI ESSENI (Vincenzo Manzoni Giuseppe Vesco) 29) IL LIBRO DELLA VITTORIA PER OGNI ANIMA (Alfio Pazzini) 30) FINE DEL MONDO entro il 2031 (Jakob Lorber Giuseppe Vesco) 31) SCHEDE A COLORI (Vedi Sito www.jakoblorber.it - Opera in immagini) Ordinare i libri a: Casa editrice GES La Nuova Rivelazione Via Vittorio Veneto 167, 24038 SANTOMOBONO TERME (Bergamo) Tel. 035-851163 - Cell. 347-1041176 - Fax 035-852573 E-mail [email protected] Per qualsiasi informazione rivolgersi a: Associazione Jakob Lorber, Via Vetrego 148, 30035 MIRANO (Venezia) Tel. Fax. 041-436154 E-mail [email protected] Sito Internet www.jakoblorber.it 2
  • 3. Jakob Lorber IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Volume 7 La vita e gli insegnamenti di Ges nei tre anni della Sua predicazioneUnit di misura austriache del 18 /19 secolo usate nel testo:1 Braccio = 77,8 cm1 Cubito = 7,78 cm1 Emero = 56,6 litri1 Eone = 10120 (1 con 120 zeri)1 Iugero o Joch = 5754,664 mq1 Klafter o Tesa = 1,9 m1 Libbra = 560 g1 Linea = 2,2 mm1 Ma = 1,4 litri1 Miglio austriaco = 7,586 km1 Miglio tedesco = 7,42 km1 Pertica = 3,8 m1 Piede = 31,6 cm1 Pollice = 2,63 cm1 Quintel = 4,4 grammi1 Secchio = 56,6 litri1 Spanna = 20 cm1 Startin = 566 litri1 Statero = Piccola moneta antica1 Tesa o Klafter = 1,9 m 3
  • 4. Traduzione dalloriginale tedesco JOHANNES das gro e EvangeliumOpera dettata dal Signore nel 1851-64 al mistico Jakob Lorber7. edizione tedesca 1982Casa Editrice: Lorber Verlag - Bietigheim - GermaniaCopyright by Lorber VerlagCopyright by Associazione Jakob LorberRingraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e lOpera di Divulgazione Jakob Lorbere.V., D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume.Traduzione di Salvatore Piacentini (1930-1940)Revisione a cura dellAssociazione Jakob Lorber (2002)Casa editrice GES La Nuova RivelazioneVia Vittorio Veneto, 167,24038 SANTOMOBONO TERME (Bergamo)In copertina: Il sermone sulla montagna, dipinto della mistica austriaca Maria Maddalena Hafenscheer. Spiegazione e storia nellultima pagina.4
  • 5. Prefazione Nella fase finale di questepoca, in cui le pi importanti profezie annunciano loscatenamento del male a livelli che nessuno ha mai concepito, Dio ha rivolto,tramite il profeta Jakob Lorber, il pi grande messaggio di salvezza a tutti i popolidella Terra. A questo strumento della Provvidenza divina, Dio ha comunicato unopera mo-numentale, LA NUOVA RIVELAZIONE, di 14.000 pagine, 36 volumi. Si tratta di una Comunicazione che spazia sulle tematiche esistenziali pi pro-fonde e significative, il cui fine la comprensione del processo creativodelluomo, della sua trasformazione e del suo destino finale. Lorber scrisse per ben 24 anni, sentendo la Voce di Dio nel proprio cuore, ededic tutta la sua vita a mettere per iscritto questa Parola che stata comunicataproprio per prepararsi ad affrontare questi ultimi tempi. Lo scrivano di Dio Jakob Lorber nacque il 22 luglio 1800 a Kanischa, nella Stiria inferiore (Austria)da una famiglia di contadini. Lorber pass i primi anni della sua infanzia parteci-pando ai lavori della campagna. Da ragazzino manifest un grande desiderio diistruirsi e una particolare predilezione per la musica. Si applic dunque negli studie nella musica, diventando maestro elementare, insegnante di pedagogia e maestrodi violino. Il suo impulso verso una cultura spirituale superiore lo port alla lettu-ra delle opere di Kerner, Stilling, Swedenborg, Bhme, Tennhardt e Kerning. Dopo aver vissuto molti anni guadagnandosi da vivere con lavori provvisori disupplente, di maestro privato in una famiglia benestante, suonando lorgano inuna chiesa o dando lezioni private di violino, Lorber era comunque sempre allaricerca di una posizione stabile. Non riuscendo per a trovare un posto di inse-gnante presso una scuola superiore, che avrebbe garantito la sicurezza del suoavvenire, Lorber decise di dedicarsi totalmente alla musica; divenne un ottimoviolinista ed ebbe lonore di conoscere il celebre Paganini, che gli diede anchealcune lezioni di perfezionamento. La sua fama crebbe: tenne un concerto alla Scala di Milano e a quarantanniottenne limportante incarico di maestro di cappella al Teatro di Trieste. Lorberaccett con gioia e prese tutte le disposizioni per la partenza, ma la sua vita,allimprovviso, prese una direzione completamente diversa. 5
  • 6. Il 15 marzo 1840, alle ore 6 del mattino, sent risuonare una voce nel cuore chegli disse: Alzati, prendi la penna e scrivi!. Egli ubbid subito a questa misteriosa chiamata, prese la penna in mano e tra-scrisse parola per parola quanto gli veniva dettato interiormente. Questo era lini-zio dellopera Il Governo della Famiglia di Dio ovvero Storia della creazioneprimordiale del mondo spirituale e materiale, nonch dei primi patriarchi. E leprime frasi di questa Voce misteriosa dicevano: Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metter la risposta nelcuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore pieno di umilt, percepiranno il suonodella Mia Voce. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenerasposa ama il suo sposo, con quello Io voglio camminare a braccetto. Egli Mivedr sempre come un fratello vede laltro fratello, e come Io lo vedevo findalleternit, prima ancora che egli fosse. Dopo questo avvenimento, Lorber declin lofferta fattagli e da quel momento,nel corso di ventiquattro anni, fino alla sua morte, egli serv da zelante scrivano aquesta misteriosa Voce, definendosi umilmente un servitore del Signore. Lorber scriveva quasi ogni giorno gi di buon mattino e faceva scorrere la pennacon discreta velocit, senza fare una pausa per riflettere oppure per correggere unpasso dello scritto. Egli, oltre a sentire la Voce interiormente, aveva anche la visione figurativa diquanto udiva. A questo riguardo Lorber scrisse ad un amico: Quanto alla parola interiore, posso dire che io percepisco la santissima Paro-la del Signore sempre nella regione del cuore come un pensiero chiarissimo,luminoso e puro, come parole espresse. Nessuno, per quanto possa essermi vici-no, pu percepire un qualcosa di una qualche voce. Per me, per, questa Voce diGrazia risuona pi limpida di qualsiasi altro suono materiale, per quanto forteesso sia. possibile conoscere un po pi da vicino la vita di Lorber da una lettera che lostesso Lorber indirizz al suo amico Johannes Busch. In questa lettera c unarisposta iniziale di Lorber relativa a delle informazioni di affari che aveva col suoamico, ma ad un certo punto il Signore prende la parola e tramite la mano diLorber rivolge a Busch le seguenti parole: Mio caro amico, tu Mi cerchi, perch Mi ami; ed perci facile per te seguireil Mio comandamento dAmore in maniera viva ed efficace. Vedi, gli uomini inventano ogni tipo di cose e credono anche ad ogni tipo dicose. E gli uomini che hanno inventato tante cose, alla fine non credono pi anulla - se non a quello che hanno inventato - e pensano quale utile massimopossibile possano ricavarne! Questi sono figli del mondo che in certe cose sonopi furbi dei figli della luce! Ma ai Miei veri figli del cuore Io, tuttavia, dono ben altre cose che mai verran-no nella corrotta mente dei furbi figli del mondo! Vedi! Il Mio servitore (Lorber) veramente povero per amor Mio, poich egli potrebbe essere molto ricco datoche possiede, anche per Mia Grazia, le migliori doti di musicista.6
  • 7. Egli per ha rifiutato posizioni e offerte molto vantaggiose - tutto per il grandeamore per Me. E se ha 2 fiorini, si accontenta di 40 centesimi, mentre 1 fiorino e60 centesimi li distribuisce fra i poveri. Ma per questo Io gli ho aperto tutti i tesori dei Cieli. Ogni stella, per quantolontana, a lui nota come questa Terra. Con locchio del suo spirito le pu con-templare ed ammirare a suo piacimento, ma queste cose lo interessano pocoperch solo Io sono per lui Tutto in tutto! Ora vedi, questa lunica via giusta che conduce al Mio cuore! Il giovane ricco citato nel Vangelo aveva osservato volentieri la legge fin dallafanciullezza e con ci avrebbe dovuto anche avere la vita eterna. Per gli sem-brava di non averla ancora. Per questo venne da Me e domand che cosa avreb-be dovuto fare per raggiungere la vita eterna. Ed Io dissi: Osserva i comanda-menti!. Egli per ribad di aver fatto ci gi dalla fanciullezza! Al che gli dissi:Se vuoi di pi, vendi i tuoi beni, distribuisci il ricavato fra i poveri, poi vieni eseguiMi e allora i tesori del Cielo saranno a tua disposizione!. Vedi, questo Io lodico ora per a ciascuno: Chi vuole avere molto da Me, deve sacrificarMi anchemolto - chi per vuole tutto, vale a dire Me Stesso, costui deve anche sacrificarMitutto, affinch noi diveniamo una cosa sola. Tu, per, Mi hai gi sacrificato molto e perci riceverai anche molto! Lamore puro e disinteressato perci dinanzi a Me il massimo! Questo pocosia detto, amico, per tua consolazione. Amen. Dopo aver dedicato 24 anni della sua vita a mettere per iscritto la pi importanteopera mai comunicata allumanit, si avvicin anche per Lorber la fine della suaperegrinazione terrena. Il 24 agosto 1864 il servitore di Dio si addorment dolce-mente e il suo spirito fece ritorno a quel mondo superiore al quale gi da lungotempo apparteneva. La sua spoglia venne deposta nel cimitero di St. Leonhardpresso Graz, dove una semplice lapide rammenta la missione delleletto servitoree scrivano di Dio. La Nuova Rivelazione Questa imponente opera composta da una serie ragguardevole di volumi, chegi sotto laspetto puramente esteriore del numero e della mole rendono una testi-monianza della pi sorprendente fertilit spirituale. Elenco dei volumi, ordinati cronologicamente:Il Governo della Famiglia di Dio - 3 volumi (1840/44);Le dodici ore (1841);Il grande Tempo dei tempi (1841);La Luna (1841);Saturno (1841/42); 7
  • 8. La Mosca (1842);Il Grossglockner (1842);Il Sole Naturale (1842);Il Sole Spirituale - 2 volumi (1842/43);Spiegazione di Testi biblici (1843);Linfanzia di Ges (1843/44);Lettera di Paolo apostolo alla comunit di Laodicea (1844);Scambio di lettere fra Abgaro, re di Edessa, e Ges (1845/46);La Terra (1846/47);Oltre la soglia (1847);Il vescovo Martino (1847/48);DallInferno al Cielo - 2 volumi (1848/51);I tre giorni nel Tempio (1859/60);Doni del Cielo 3 volumi (1840/1864)Il Grande Vangelo di Giovanni - 10 volumi (1851/64). Per quanto riguarda il contenuto della NUOVA RIVELAZIONE, dopo alcuni capitolidintroduzione la Voce interiore comunica a Lorber le fondamentali spiegazionisullEssenza di Dio, sulla creazione primordiale del mondo spirituale, sulla forma-zione dei mondi materiali e sulla creazione finale delluomo. Da questa vasta esposizione emergono profondi insegnamenti sullaldiqua e lAl-dil sotto forma di descrizioni di vita avvincenti e vive, e allo stesso tempo vienemostrata la Via sulla quale si pu giungere dalliniziale imperfezione umana allafutura perfezione divina. Lopera principale, Il Grande Vangelo di Giovanni, il gioiello pi imponenteche rappresenta il compendio e il coronamento della NUOVA RIVELAZIONE. In essoci sono le descrizioni dettagliate e profonde di tutto ci che Ges ha detto e fattonei tre anni del Suo insegnamento terreno. In queste ampie Comunicazioni, il Signore rivela che i Vangeli della Bibbia so-no certamente la Sua Parola, ma aggiunge che Dio Stesso, incarnatosi in Ges, hainsegnato e operato molto di pi di quanto stato tramandato ai posteri attraversogli attuali Vangeli. Dopo ben due millenni, Dio ritiene opportuno comunicare nuovamente e ricon-segnare integralmente allumanit tutto ci che era stato rivelato da Ges allacerchia pi ristretta dei Suoi discepoli. Nel Grande Vangelo di Giovanni, tutte le domande principali della vita vengonofinalmente svelate e chiarite. Solo in questepoca, infatti, lumanit preparata e matura per accogliere ecomprendere la profonda verit sui pi importanti misteri divini, sulla continuitdella vita e sul destino finale delluomo.8
  • 9. Il libro Il Grande Vangelo di Giovanni Lopera pi voluminosa della Nuova Rivelazione il GRANDE VANGELO DIGIOVANNI, in cui viene riferito integralmente tutto quello che Ges ha dettodurante i suoi tre anni dinsegnamento e di peregrinazioni sulla Terra. Sono statianni di intensissima attivit, ricchissimi di opere, dalle pi umili e quotidiane allepi sublimi e divine, che sono state omesse dai Vangeli. Il Signore, tramite Jakob Lorber, ha voluto restituire allumanit di questepocala versione integrale del periodo pi straordinario della vita di Cristo. Ben 6.000pagine sono state necessarie per ricreare lo scenario in cui Dio, agendo da uomo,Si offre come modello vivente che tutti gli uomini sono chiamati ad imitare. Accanto alle descrizioni della vita pubblica di Cristo nei suoi ultimi tre anni,vengono rivelati dalla Voce di Dio i pi importanti misteri sulla Creazione, ren-dendoli comprensibili agli uomini. Vengono date risposte convincenti a quei temi su cui luomo da sempre si af-fannosamente interrogato: la libert, il destino, la sofferenza, il male, i castighi, lamorte, lAldil. Ci che caratterizza questopera il Progetto damore di Dio che ha in serbo perchi lo riconosce come Padre un destino meraviglioso: quello di diventare similea Lui. Alla base della storia damore che Dio vuole iniziare con gli uomini c la Suaimmensa solitudine e la Sua decisione di circondarsi di esseri viventi, trasforman-do un iniziale non-essere incosciente in un futuro essere consapevole eautonomo. Da queste rivelazioni divine luomo viene invaso da un senso di serenit perchacquisisce la certezza che Tutto ci che accade, la migliore soluzione voluta da Dio. Ci auguriamo che il lettore senta questo libro come una irripetibile occasionedi incontrarsi con Dio e di avere finalmente le risposte alle sue pi profondedomande. Associazione Jakob Lorber Venezia, gennaio 2000 9
  • 10. SULLE SETTE EDIZIONI DEL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Loriginale del Grande Vangelo di Giovanni fu ricevuto da Lorber negli annicompresi tra il 1851 e il 1864. La prima edizione dellopera in sette volumi fu pubblicata a cura di JohannesBusch a Dresda, a sue spese, a partire dallanno 1871. Egli per non aveva adisposizione loriginale e quindi si serv di una copia, presumibilmente provenien-te dalla cerchia di amici triestini che si occupavano dellopera di Jakob Lorber. La seconda edizione che si basava sulla prima, ma non pi in scrittura continua,bens suddivisa in capitoli numerati e versetti, composta ora da dieci volumi, fuconclusa dopo sei anni e mezzo dal successore di Johannes Busch, Cristoph Frie-drich Landbeck, nella sua casa editrice neoteosofica, ora gi a Bietigheim, nel 1891. La seconda ristampa di Landbeck, ora anche in versetti numerati - di conse-guenza la terza edizione di tutta lopera - fu pubblicata a Bietigheim nel 1909. Ma solo la quarta edizione del G.V.G., pubblicata a partire dal 1922 da OttoZluhan nella sua qualit di erede di Padre Landbeck, si basa sulloriginale, ciosul manoscritto originale di Jakob Lorber che era giunto, in modo finora nonchiarito, a Mediasch in Transilvania, da dove lallora gi attempato Padre Lan-dbeck lha portato a Bietigheim personalmente poco prima della sua morte. A Otto Zluhan si presentava la necessit di una revisione radicale dellopera volu-minosa secondo i manoscritti originali di Jakob Lorber, revisione che una cerchia dicollaboratori esperti, nel corso di molti anni, ha condotto in modo radicale, estre-mamente coscienzioso e responsabile. Differenze o discordanze rispetto alle precedenti edizioni non sono causatedunque da un divergere dalloriginale primitivo, bens, al contrario, dal ricondurre,solo in questo momento divenuto possibile, i testi alloriginale primitivo. Nel 1930 si cominci con la pubblicazione della quinta edizione. Nel 1937 la Neu-Salems-Verlag sub il divieto di esercizio da parte dellaGESTAPO, ma nel 1938 Otto Zluhan pot continuare a dirigerla con il nome diLorber Verlag, per con la restrizione di poter eseguire consegne solo allestero. Nel1941 fu chiusa nuovamente la casa editrice dalla GESTAPO e Otto Zluhan fu arre-stato. La quinta edizione, conclusa nel dopoguerra, e la sesta edizione del G.V.G. si ba-savano sulla quarta edizione degli anni venti. In occasione della presente settima edizione del G.V.G. - curata ora da FriedrichZluhan successo a Otto Zluhan - che non pi composta e pubblicata in caratterigotici, ma latini, la Lorber Verlag si decisa a comparare i testi ormai stampatiimmutati da sessantanni, ancora una volta con i manoscritti originali di JakobLorber. Questa comparazione, ancora una volta intrapresa da un certo numero di collabo-ratori esperti, ha confermato in modo convincente il lavoro, citato sopra, radicale,estremamente coscienzioso e responsabile dei predecessori. H.E.SponderMerano, 198110
  • 11. IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Volume 7 IL SIGNORE SUL MONTE DEGLI ULIVI (Vang. Giov. cap. 8) 1. Capitolo Un sorgere del sole e la sua corrispondenza 1. Tutti allora volsero gli sguardi verso levante e ammirarono laurora che siannunciava in tutto il suo fulgore. Dei graziosissimi raggruppamenti nebulosiapparvero allorizzonte, acquistando sempre pi un biancore abbagliante, cosche ciascuno fu indotto ad affermare di non aver assistito da molto tempo ad unmattino cos splendido! 2. Ed Io dissi dunque ai molti che Mi circondavano: Ecco, una simile auroraha una grande somiglianza con il mattino spirituale della vita nelluomo e con ilsorgere del Sole spirituale dei Cieli nella sua anima! 3. Quando luomo ode la Parola di Dio, nella sua anima comincia ad albeggia-re; quando egli crede e confida nella Parola udita, si fa gi pi chiaro in lui. Poiegli gioisce sempre pi della Dottrina ed agisce per metterla in pratica. Allora sutali opere, per effetto dellamore, si riflette un roseo colore simile a quello cheavvolge le graziose nuvolette mattutine, e con ci nelluomo si fa gi sempre pichiaro. Questo diletto, che luomo poi trova nel Buono e nel Vero che sono daDio, lo fa giungere ad una conoscenza di Dio sempre pi chiara, e il suo cuore siinfiamma tutto dellamore per Dio; ora questo stato gi perfettamente similealla radiosa aurora di oggi. Successivamente, la conoscenza di Dio e con ci purequella di se stesso e della sua grandiosa destinazione, si accentuano come fa que-sta aurora che gi diffonde tanto chiarore da rivelare allocchio umano, in manie-ra quanto mai nitida, le circostanti regioni della Terra che sono belle. 4. Ma il chiarore va ancora aumentando, e le nuvolette pi vicine al sole sor-gente - esattamente come le opere compiute per puro amore verso Dio - si fannocome doro lucentissimo. Finalmente il sole, in tutta la sua gloria e maest, simanifesta con la sua luce allorizzonte, e come il nuovo giorno viene rigeneratofuori dalla notte, grazie alla potenza della luce solare, cos pure luomo vienerigenerato tramite la potenza della Parola di Dio e, attraverso di essa, grazieallamore sempre crescente per Dio e per il prossimo; infatti in ci che consistela rinascita spirituale nelluomo: egli riconosce sempre di pi Dio, e per conse-guenza Lo ama anche sempre di pi. 11
  • 12. 5. Quando il suo cuore diventato davvero rovente, il chiarore in lui si fasempre pi intenso, lardore diventa una fiamma di chiarissima luce, e allora loSpirito di Dio sorge come il sole mattutino, e nelluomo si fa giorno pieno.Questo per non come un giorno della Terra, il quale poi finisce di nuovoquando viene la sera, ma esso diventa un eterno giorno della vita e corrispondead una nascita completamente nuova o ad una rinascita dello Spirito di Dio nel-lanima delluomo. 6. In verit Io vi dico: Colui che vedr spuntare un simile giorno nella pro-pria anima, non vedr, non sentir, n assaporer mai pi in eterno la morte, e lasua separazione dal corpo sar simile alla liberazione dal carcere di un prigio-niero a cui stata concessa la grazia, e al quale il capo-carceriere si presentacon la faccia amichevole e gli apre la porta della cella dicendogli: Alzati, per-ch sei stato graziato ed ormai sei libero! Ecco qui, indossa la veste donore,abbandona questo carcere e dora innanzi procedi libero al cospetto di colui cheti ha concesso tanta grazia!. 7. Come un prigioniero certo gioir in sommo grado per tale grazia, cos eancora di pi si rallegrer un uomo rinato nello spirito quando il Mio angeloverr da lui e gli dir: Fratello immortale, esci fuori dal tuo carcere, indossa laluminosa veste dellonore in Dio e vieni e procedi dora innanzi libero e autono-mo nella pienezza della vita eterna al cospetto di Dio, il cui grande Amore ti haconcesso tanta Grazia; poich dora in poi non avrai mai pi in eterno da portareun simile corpo pesante e mortale! 8. Credete che una simile anima si sentir turbata quando il Mio angelo le sipresenter in questo modo? 9. Disse il romano che Mi stava vicino: O Signore! E chi mai potr sentirsiturbato in tali condizioni? Questo senza alcun dubbio riservato esclusivamentea quegli uomini del mondo che vivono nellamor proprio, nellegoismo, senzaalcuna cognizione di Dio e della propria anima, poich essi non sanno niente diuna vita dellanima dopo la morte del corpo e, se anche ne hanno sentito direqualcosa, non vi credono; io stesso ne conosco un gran numero di questi. Iofinora non sono stato che un pagano, ed esteriormente lo sono ancora; perallimmortalit dellanima umana ho creduto fin dalla mia fanciullezza, e dopole visioni avute, la vita dellanima dopo la deposizione del corpo diventata perme definitivamente una certezza assoluta. Ma se una cosa simile la si raccontaagli altri uomini che sono del mondo, costoro si mettono a ridere, scuotono lespalle e finiscono con il ritenere tutto ci il prodotto di una vivace fantasia eforza di immaginazione. 10. Ora, per gli individui di questa specie, i quali per di pi conducono una vitacomoda, la morte del corpo rappresenter qualcosa di veramente spaventoso; maper noi, invece, particolarmente dora innanzi, dato che Tu, quale il Signore diogni vita, ci hai infuso la massima fiducia nellesistenza dellanima e nella sua12
  • 13. sopravvivenza eterna dopo la morte del corpo, per noi appunto questa morte delcorpo non pu essere davvero causa di angoscia, specialmente se essa non pre-ceduta da dolori fisici eccessivamente acuti che tormentano il corpo finch que-sto muore. Tuttavia anche in un simile caso lapparizione del capo-carceriereincaricato di aprire la porta della dura prigione non pu essere che altamentebenvenuta! Cos io penso e cos pure fermamente credo; gli altri per possonoavere unaltra opinione e credere come vogliono! 11. Dissero tutti: Oh, noi condividiamo pienamente questa opinione e convin-zione. Infatti, chi mai potrebbe gioire ancora della vita su questo mondo, che diventato un assoluto Inferno con tutte le sue innumerevoli fioriture e variet? 12. Io dissi: Si, effettivamente cos! Ma perci anche vi dico: Chi ama lavita di questo mondo, perder la vita vera dellanima; chi invece non lama e,nella maniera in cui essa , la fugge, costui la otterr; otterr cio la vera vitaeterna dellanima. 13. Non lasciatevi abbagliare dal mondo, n prestate ascolto ai suoi allettamen-ti, perch tutti i suoi beni sono inutili e passeggeri! Ma se pur volete accumularedei tesori gi a questo mondo, vedete di accumularvene anzitutto di tali per cui laruggine non possa intaccarli e le tignole non giungano a roderli! Questi sonotesori per lo spirito al fine di ottenere la vita eterna; voi dovete dedicare ognivostro sforzo per ottenerli. A chi per sono stati concessi anche dei beni terreni,che egli li impieghi come il fratello Lazzaro, e in compenso otterr i tesori delCielo. Dunque, chi ha molto, dia molto, e chi ha poco, dia poco! 14. Chi per vero amore del prossimo offrir ad un assetato sia pure un solosorso dacqua fresca del suo pozzo, in verit, una ricompensa non gli manchernellAldil, perch chi dona amore al prossimo, anche nellAldil egli troveramore. Certo, la questione fondamentale qui non sta tanto nel quanto qualcunodona, ma piuttosto nel come egli dona qualcosa al suo prossimo povero. Ildono di chi dona per vero amore ha un doppio valore, e in uguale misura eglianche verr ricompensato nellAldil. 15. Dunque, se tu possiedi molto, puoi, come gi detto, anche donare molto;se poi hai donato con gioia e con benevolenza, allora hai donato ai poveri inmisura doppia; ma se tu stesso non hai molto, e tuttavia del tuo poco hai donatocon gioia e benevolenza una parte al tuo prossimo ancora pi povero di te, allo-ra il tuo dono ha un valore decuplicato, e in uguale misura ne otterrai ricompen-sa nellAldil. Infatti, quanto voi fate ai poveri nel Mio Nome, come selaveste fatto a Me Stesso. 16. Se poi facendo un dono o comunque una nobile azione voi volete sapere see come Io Stesso trovi compiacimento nel vostro operare, sufficiente che voiosserviate la faccia di colui al quale nel Mio Nome avete fatto del bene nellamaniera come Io ve lho spiegata, e il vero grado del Mio compiacimento vi sarrivelato con tutta chiarezza. 13
  • 14. 17. Soltanto quello che il vero amore opera ben fatto al cospetto di Dio; quel-lo invece che in un modo qualsiasi viene fatto unicamente secondo la misura del-lintelletto, questo ha poco valore tanto per chi riceve e meno ancora per chidona. Perci anche Io vi dico: Rende pi beati il dare che il ricevere. 18. Ma ora andiamo un po pi oltre ed osserviamo i dintorni di Betania! Avre-mo occasione di vedere delle grandi comitive di mercanti di ogni specie, datoche oggi ha inizio il grande mercato che durer per cinque giorni. 2. Capitolo Le comitive di mercanti avanzano 1. Noi allora ci recammo in quel luogo da dove si poteva dominare benissimocon lo sguardo i dintorni di Betania nonch tutti i sentieri e le strade che condu-cevano a Gerusalemme. Sulle vie e sulle strade sorgevano gli uffici delle gabelle,dove gli stranieri erano tenuti a sborsare i dazi che venivano loro richiesti; ora lamaggior parte dei gabellieri si trovava gi dal giorno prima presso di noi, assie-me a molti dei loro addetti e servitori. 2. E il dottore della Legge domand loro se non avrebbero preferito invece tro-varsi laggi a incassare molto denaro. 3. Disse uno dei pubblicani: O amico mio, questa domanda avresti davveropotuto risparmiartela! Infatti, se noi a questo guadagno materiale ci tenessimomolto di pi che non a questo che un guadagno spirituale al massimo grado,certamente ciascuno di noi sarebbe gi al suo posto laggi, e cos come siamovenuti, cos pure avremmo potuto andarcene anche molto prima, e nessunoavrebbe potuto impedircelo. Ma poich il grande guadagno per la vita, che pos-siamo fare qui, noi lo preferiamo a quello materiale che potremmo fare lagginei nostri uffici dei dazi, allora restiamo qui e non ci importa affatto delle caro-vane di mercanti che passano laggi. In quanto alla piccola stazione delle gabel-le, l sul sentiero, c gi un numero sufficiente della nostra gente che sioccuper di questo. 4. Per ben presto anche nel vostro Tempio comincer il tramestio degli affari. Tipiacerebbe se ti dicessi: Amico, guarda laggi; c gi una grande animazionedinanzi agli atrii del Tempio; non ti interessano i cospicui guadagni che ci si posso-no attendere? Vi saranno l grandi quantit di oro purissimo, di argento, di pietrepreziose e di perle, e su tutto ci voi avete il diritto di percepire la decima; ma senon siete presenti personalmente vi verr forse dato qualcosa di tutto questo? 5. Noi pubblicani, e peccatori ai vostri occhi, sappiamo ormai che avete volta-to le spalle per sempre al vostro Tempio, e quindi una simile domanda da partenostra sarebbe certo quanto mai fuori posto. Ma anche noi abbiamo preso contutta sincerit la decisione di restituire per amore del Signore la decima a14
  • 15. chiunque noi sappiamo di aver truffato, non importa quando. Per conseguenza,che oggi passino pure senza pagare il dazio tutti i numerosi mercanti, almenooltre alle nostre barriere dei dazi, e non per questo noi tutti moriremo di fame.Perci li lasciamo passare ora in tutta tranquillit! 6. A questa energica risposta del pubblicano il dottore della Legge non replicpi nulla, e non pot che ammirare in cuor suo la generosit del pubblicano e deisuoi compagni. 7. Lazzaro per disse: certo che verso sera tutti quei forestieri vorrannovenire qui, e perci dovr dare delle disposizioni affinch la cantina sia provvistaancora meglio e dovr fare altrettanto per la cucina e le dispense; sar infinenecessario provvedere anche per un numero maggiore di tavole e di panche alla-perto, altrimenti potrei trovarmi in difficolt! 8. Dissi Io a Lazzaro: Non preoccuparti per questo; infatti, finch ci sono Io qui,fai conto di essere provvisto di ogni cosa nel migliore dei modi e in grande abbon-danza; dunque, per quanto numerosi siano coloro che vorranno salire quass,vedrai che non verr a mancare nulla a nessuno! Intanto restiamo qui a guardarepacificamente quel pazzo tramestio mondano che c laggi! Quanti cammelli,cavalli, asini e buoi vengono avanti per sentieri e strade, e tutti sono stracarichi dimerci e altri tesori dei loro padroni che finiranno col vendere ogni cosa! 9. Ma l, sulla strada larga che conduce dalla Galilea a Gerusalemme, noivediamo buoi che trainano carri e carretti; essi trasportano degli schiavi dalleregioni del Ponto che verranno venduti qui! Si tratta di giovani e di ragazze daiquattordici ai diciotto anni di bellissimo aspetto; sono in tutto centoventi maschie centosettanta femmine. Ora noi vogliamo impedire questa vendita, e poi prov-vederemo a dare a quei miseri una buona educazione e la libert! Non permes-so tenere simili mercati di creature umane dentro alle mura della citt. Questomonte per si trova gi fuori dalla cinta della citt vera e propria, e tuttavia le molto vicino, e quindi vedrete ben presto come quei proprietari di carri e carrettiergeranno i loro baracconi proprio ai piedi del monte, e subito dopo manderannoi loro imbonitori e strilloni dappertutto in cerca di compratori! Sennonch, primache si annuncino dei compratori, interverremo noi e toglieremo ai mercanti laloro merce, ma non mancheremo neppure di dire a quegli ignobili trafficanti dicarne umana qualcosa che far passare loro per molto tempo la voglia di dedicar-si ad un commercio di questo genere! 10. Intervenne allora Agricola, dicendo: O Signore! Che ne dici se io comprassida questi venditori dei propri simili, al prezzo richiesto, tutti gli schiavi, tanto ragaz-zi che fanciulle? Io poi li condurrei con me a Roma, li farei educare conveniente-mente e infine ridonerei loro piena libert facendoli diventare cittadini romani! 11. Io dissi: La tua idea e la tua volont sono certamente buone, per vedraiche la Mia Idea e la Mia Volont saranno ancora migliori! A che scopo spenderedenaro per qualcosa che si pu di pieno diritto avere e prendere in custodia 15
  • 16. anche senza denaro? Lasciare che simile gente tragga addirittura un guadagnodal loro commercio ignominioso, sarebbe come incitarli a persistere nella loroperversa attivit; quando invece avranno fatto varie esperienze di questo genere,si guarderanno bene dallo sfruttare in avvenire simili inumane fonti di lucro 12. Disse allora Agricola: O Signore! A questo riguardo bisognerebbe tenerconto di una cosa ancora. A quanto mi consta, da parte di Roma stata emanatauna legge speciale riguardante il commercio di schiavi, la quale valida per tuttii paesi soggetti al suo dominio. Secondo questa legge nessuno schiavo prove-niente da paesi non appartenenti allimpero pu venire introdotto in territorioromano senza la concessione particolare di un luogotenente generale di Roma;ora una simile concessione viene a costare una somma enorme! Ebbene, molto difrequente succede che questi mercanti di carne umana tentano di insinuarsi dicontrabbando nelle nostre province con i loro schiavi, e sono spesso provvisti didocumenti falsificati. Se questo fosse il caso anche di quei mercanti di schiaviche stanno arrivando laggi, sarebbe facile togliere loro la merce, ma se fosseroin grado di esibire lautorizzazione costosissima di cui ho parlato prima, alloraper via naturale non si potrebbe fare certamente molto di pi che pagare ai mer-canti il prezzo richiesto e lasciarli andare indisturbati, dato che in tali condizioniessi si troverebbero sotto la tutela della legge 13. Dissi Io: Tu hai valutato molto bene la questione; solamente devi sapereche Io sono Colui che prescrive Leggi alleternit e allinfinito, e quindi com-prenderai che ora qui, dove necessita agire in contrasto con la legge, Io non Misentir legato dalle leggi di Roma, quantunque Io, quale Uomo, sia del resto pie-namente soggetto alle leggi stesse. 14. Questi uomini che adesso portano qui al mercato gli schiavi, sono quantomai avidi di guadagno, per nello stesso tempo sono anche superstiziosi al mas-simo grado, e questa cieca superstizione il loro pi grande nemico. Quindi Iogi anticipatamente so quello che converr fare per punirli in maniera tale per cuiessi non solo daranno la loro merce con assoluta spontaneit, ma anche moltealtre cose ancora, pur di cavarsela con la pelle intatta. Quando fra non molto essisi saranno sistemati, vedrete voi tutti e apprenderete quali risultati la Sapienza ela Potenza di Dio sono in grado di ottenere! 15. Adesso per rientriamo in casa e ristoriamo le nostre membra con unabuona colazione. Le mense sono gi tutte ben provviste; nel frattempo anche inostri mercanti di schiavi si saranno sistemati completamente, e noi poi andremoa far loro visita! 16. Il dottore della Legge Mi chiese: O Signore, non intendi forse visitare ilTempio oggi? Oggi appunto la giornata in cui l dentro si supera ogni limite! 17. Io dissi: E che Mi importa ora di quella spelonca di assassini laggi nel-lInferno! Il vero Tempio di Jehova indifferentemente qua o l, purch sia edi-ficato in un cuore duomo il quale ami Dio sopra ogni cosa e il prossimo come sestesso! Ma ora andiamo a fare colazione!.16
  • 17. 18. Allora rientrammo tutti in casa, prendemmo posto alle mense gi apparec-chiate e ben provviste di vivande che ognuno gustava a modo suo, n mancava ilvino migliore! I romani ebbero soltanto ora loccasione di ammirare in pienogiorno le splendide coppe di purissimo oro e il vasellame dargento, e anche ifarisei che si erano avvicinati alle mense non finivano di esprimere la loro mera-viglia per la purezza e leccellente qualit dei recipienti per bere e delle stoviglie.Lazzaro per li esort a mangiare, perch altrimenti il pesce si sarebbe raffredda-to, e allora anche i sette si accinsero di buona lena a fare onore alle vivande e alvino, profondendosi in lodi per la squisitezza delle cose offerte. Anche i poveri,in numero di circa settanta, con la donna in mezzo a loro, non la finivano pi dilodare la squisitezza dei cibi e del vino, e altrettanto dicasi dei pubblicani e deiloro compagni. 19. Un romano disse: In sessantanni da che sono a questo mondo, mai il miopalato ha potuto gustare questi cibi cos buoni e questo vero vino divino!. 20. E cos ci furono lodi e ringraziamenti che sembravano non voler finire pi. 3. Capitolo I superstiziosi mercanti di schiavi 1. Mentre noi eravamo ancora seduti a mensa e mangiavamo e bevevamo, dalcielo perfettamente sereno e sgombro di nubi balen un fulmine abbagliante chefu seguito da una scoppio formidabile e assordante di tuono. Tutti si spaventaro-no e Mi domandarono cosa significasse. 2. Io dissi: Questo lo vedrete fra poco! Il fenomeno non che linizio dellesorprese riservate ai nostri mercanti di schiavi, perch, mentre noi sedevamo quimangiando e bevendo, essi sono arrivati ai piedi del monte; tutti i carri e carrettisono laggi, ed essi avrebbero gi collocato per intero la loro merce se non fossevenuto questo fulmine ad interromperli! 3. I popoli del Ponto pi settentrionale hanno essi pure una dottrina religiosa,che per naturalmente carente in sommo grado, e anche questa si trova esclu-sivamente nelle mani di certi veggenti i quali conducono una vita a s, assoluta-mente isolati dal resto del popolo; hanno i propri terreni, delle greggi moltonumerose, e dimorano per lo pi nelle alte valli fra le montagne, valli che sonodifficilmente accessibili. Tali veggenti sono quasi tutti discendenti da famiglieoriunde dallIndia e conoscono perci i segreti di ogni tipo di magia; per quasimai o solo rarissime volte scendono dai popoli piuttosto numerosi che abitanonelle vaste pianure; questi per sanno tutti dellesistenza di tali veggenti e,quando si tratta di questioni da loro ritenute importanti, vanno da loro per sen-tirne i presagi, certamente in cambio di unofferta non piccola. In simili occa-sioni, questi sapienti delle montagne, ogni tanto raccontano agli interpellanti 17
  • 18. anche dellesistenza di esseri superiori, potenti e invisibili che sono i dominatoridi tutti gli elementi e di loro stessi, e che perci appunto essi stessi, quali sapientidelle montagne, sono i loro pi prossimi servitori i quali, a loro volta, dominanole forze naturali inferiori. Tali cose colmano naturalmente i ciechi pellegrini delmassimo stupore, particolarmente poi se un veggente di questo tipo inscenaanche qualche prodigio a vantaggio dellinterrogante. 4. Ora quei nostri mercanti di schiavi con la loro merce provengono appuntoda quelle parti, e precisamente questo il settimo viaggio che hanno intrapre-so, quantunque sia la prima volta che vengono a Gerusalemme, dato che comu-nemente trovano acquirenti gi in Lidia, Cappadocia e anche a Tiro, Sidone eDamasco. Questa volta si sono arrischiati a venire fino a Gerusalemme, manon sarebbero venuti fin qui nemmeno stavolta se non fossero stati attrattidalla Mia Volont. 5. Per, prima di mettersi in viaggio con la loro merce, ricorsero essi pure alveggente per averne un responso riguardo allesito favorevole della loro impresa.E il veggente, tutto serio in volto, disse loro: Se non vedrete nessun lampo e senon udrete alcun tuono, troverete certamente dei compratori per tutta la vostramerce. E questo fu tutto ci che essi poterono apprendere dal veggente. I mer-canti di schiavi la ritennero una buona predizione, perch pensavano che nellastagione inoltrata in cui ci troviamo sarebbe stato poco probabile che si scatenas-se qualche temporale. Sennonch il fulmine scoccato proprio ora e il successivotuono terribile li hanno fatti ricredere, e adesso se ne stanno perplessi laggiai piedi della montagna. Tuttavia, prima di scendere da loro, il primofulmine sar seguito da altri due, ci che contribuir ad intimidire ancoradi pi i nostri mercanti di schiavi, e poi noi avremo facile gioco con loro! 6. A questo punto uno dei Miei vecchi discepoli disse: Chiss che linguaparlano! 7. Dissi Io: Questo per il momento non ti deve affatto interessare, dato chenessun linguaggio del mondo Mi sconosciuto! Ad ogni modo quella gente siesprime per lo pi nellidioma dellIndia che somiglia allantichissimo idiomaebraico. 8. Allora il discepolo non disse pi nulla, e ben presto un secondo fulmineseguito da un terzo si annunci col suo bagliore, accompagnato da fragorosiscoppi di tuono; va per notato che tutti e tre i fulmini si erano scaricati sul terre-no senza produrre danni di nessun tipo. 9. Dopo il terzo fulmine si vide entrare rapidamente nella sala un giovinettomeravigliosamente bello, il quale, inchinatosi profondamente dinanzi a Me, dissecon voce dolcissima e tuttavia ferma e virile: Signore! Obbedendo alla Tuachiamata, eccomi qui pronto ad adempiere la Tua santa Volont! 10. Io dissi: Vieni da parte di Cirenio e di Giara? 11. Disse il giovinetto: S, o Signore, conformemente al Tuo santo Volere!18
  • 19. 12. Allora i vecchi discepoli riconobbero Raffaele, gli si avvicinarono subito elo salutarono. 13. Il giovinetto per disse loro: Beati voi, che potete stare continuamentevicini al Signore in tutta la Sua suprema Essenzialit! Ma ora, prima di accinger-ci a compiere un lavoro grande e importante, offrite anche a me qualcosa damangiare e da bere!. 14. A queste parole tutti fecero a gara per offrirgli quanto egli aveva chiesto. Iromani lo invitarono alla loro mensa, e tutti gli altri pure si diedero da fare perservirlo, poich non erano mai sazi di ammirare la grazia del giovinetto. Essi cre-devano che egli fosse un figlio, dotato di straordinaria bellezza, di qualche madreterrena venuto a raggiungerMi dietro Mia richiesta. Soltanto i vecchi discepolierano perfettamente al corrente della sua identit. Egli dunque cominci a man-giare e a bere come un vero affamato, e tutti rimasero strabiliati vedendo quantecose mandava gi nel proprio stomaco. 15. Raffaele per, visto il loro stupore, disse sorridendo: Amici miei! Chilavora molto, bisogna anche che mangi e beva molto! Non vi pare che siagiusto cos? 16. Agricola disse: Oh, certamente, o giovinetto dalla bellezza davvero cele-stiale! Ma dimmi un po: chi sono veramente i tuoi genitori e qual il tuo paesedi origine? 17. Disse Raffaele: Oh, lascia tempo al tempo! Io comunque mi fermer quialcuni giorni, e allora vedrai che mi conoscerai meglio. Adesso per un grandelavoro ci attende, e considerato ci, amico mio, conviene prepararsi per bene! 18. Disse Agricola: Ma, o mio giovane amico carissimo e bellissimo, chelavoro vuoi compiere con le tue mani delicate da fanciulla? Tu non puoi averemai compiuto lavori pesanti; come dunque vorresti farlo adesso? 19. Disse Raffaele: Io non ho ancora compiuto mai un lavoro pesante per laragione che qualsiasi lavoro che a te appare anche pesantissimo, invece legge-rissimo per me. I fatti che seguiranno ti renderanno pi chiara la cosa! 20. A questo punto Io dissi: Ormai tempo di liberare gli schiavi che sonolaggi, andiamo dunque; chi per vuole rimanere qui, che ci rimanga!. 21. Tutti allora Mi pregarono che fosse loro concesso di accompagnarMi, e Ioacconsentii. Noi dunque scendemmo rapidamente dalla montagna e ben presto citrovammo presso i nostri mercanti di schiavi intorno ai quali gi una moltitudinedi popolo si era radunata per saziare la propria curiosit a spese dei miseri schia-vi e dei loro padroni. 22. Io per feci cenno a Raffaele di far allontanare tutti quegli oziosi, e imme-diatamente egli li fece disperdere come polvere al vento; ciascuno si mise a cor-rere con quanto fiato aveva in corpo per sfuggire alle zanne di vari leonidallaspetto ferocissimo che erano improvvisamente comparsi fra di loro. 19
  • 20. 4. Capitolo La conversione dei mercanti di schiavi 1. Quando il popolo si fu cos disperso da tutte le parti, allora Io, con Raffaele,Agricola e Lazzaro, Mi presentai dinanzi al capo dei mercanti e, usando il suolinguaggio, gli domandai: Chi vi ha dato il diritto di vendere, sui mercati delmondo, delle creature umane e i vostri figli come una merce qualunque, riducen-doli cos a schiavi di un tirannico e libidinoso compratore? 2. Disse il capo dei mercanti: Se tu hai intenzione di comprarmeli, timostrer che ho il diritto di fare cos. Ma se non vuoi comprarli, ti proverdinanzi al governatore del paese, se proprio ci tieni, che questo diritto io effet-tivamente ce lho! Io stesso sono stato venduto a suo tempo come schiavo; mapoi il padrone che avevo fedelmente servito mi don la libert e molto denaro.Io allora feci ritorno alla mia patria, ed ora traffico in quellidentico genere dimerce che dovetti essere io stesso venti anni fa servendo un altro. Io ho avutofortuna, anche se ero schiavo; perch dunque non pu toccare la stessa sorte aquesti qui? Del resto, nei nostri paesi ci una usanza gi da tempi antichi, e inostri saggi non ci hanno mai chiamato a rispondere per questa ragione. Dun-que, cos facendo, noi non pecchiamo contro le leggi del nostro paese, e perquanto riguarda quelle del vostro paese, noi paghiamo la dovuta concessione;per conseguenza non siamo obbligati a rendere conto a nessuno del nostrobuon diritto ad agire cos! 3. Dissi Io: Eppure trenta giorni fa tu salisti sulle tue montagne con loffertadi trenta pecore, dieci buoi, dieci mucche e dieci vitelli per consultare il tuo veg-gente che ti disse: Se durante il viaggio non vedrai alcun lampo e non udraialcun tuono, sarai fortunato!. Tu per interpretasti la predizione a tuo vantaggiopensando che in una stagione cos inoltrata non ci sarebbe stato da temere alcuntemporale accompagnato da fulmini e tuoni; e perci intraprendesti il lungo viag-gio con i tuoi colleghi. Sennonch poco fa avete visto dei lampi e udito degliscoppi di tuono! Che cosa dunque pensi di fare adesso? 4. A queste parole il capo di quei mercanti Mi guard sbalordito ed esclam:Se tu fossi un semplice uomo come lo sono io, non potresti essere a conoscenzadi queste cose! Infatti, in primo luogo, tu non sei mai stato nel nostro paese, e insecondo luogo nessun uomo su questo mondo sa dove dimora il nostro primo epi reputato veggente. Una cosa simile non pu dunque avertela rivelata nessu-no, poich noi non ci lasceremmo sfuggire niente di questo per tutto loro delmondo! Ma come mai allora sei a conoscenza del mio pi intimo segreto? Oamico, dichiarami questa cosa soltanto, e tutti questi schiavi sono tuoi! 5. Dissi Io: Non vi ha detto il vostro veggente, una volta, che esiste un Dioancora pi grande, del Quale ha semplicemente udito narrare in certe antiche emisteriose scritture? Egli ha inoltre aggiunto che questa sarebbe una cosa troppo20
  • 21. grande e troppo incomprensibile per i mortali, i quali per conseguenza fannomeglio a non occuparsene oltre! Non ha parlato cos il vostro veggente? 6. Udendo queste parole, lo sbalordimento del capo dei mercanti non ebbe pilimiti, ed egli esclam: Tu non sei un uomo, bens Tu sei un Dio! Comedunque potrei io, debole verme della Terra, mettermi contro di Te, che puoiannientarmi con un soffio? In verit, il mio, dal punto di vista terreno, sarebbeun pessimo affare! Eppure se avessi anche mille volte tanti schiavi quanti ne hoqui, pur costandomi una somma enorme di denaro, io Te li offrirei tutti! Infatti,Infatti Tu sai, o grande e inconcepibilmente sublime Amico, che quasi tutti noinel nostro paese conosciamo bene qual il nostro punto estremamente debole,ma non sappiamo porvi rimedio! Dunque, aiutaci Tu, o Amico! E non soltantoquesti schiavi, ma mille volte di pi, anzi, quanti Tu ne vorrai chiedere ancora,noi tutti Te li offriremo, perch Tu non sei un semplice uomo, ma sei veramentee completamente un Dio! 7. Ed Io, rivoltoMi a coloro che Mi erano intorno, dissi: Ecco, quanto voiavete ora udito, vi sia dunque a voi tutti di esempio! Questi qui sono dei mercan-ti di schiavi di specie assai tenebrosa, eppure con quanta facilit essi Mi hannoriconosciuto! Lass invece sorge quel Tempio che Davide e Salomone Mi feceroerigere con gravi fatiche e spese; ma che enorme differenza fra questi mercantidi schiavi che si limitano a vendere i corpi del loro prossimo e quegli altri cheinvece ne vendono le anime allInferno! 8. Vedete, questi mercanti di schiavi sono degli Elia al paragone di quei mise-rabili assassini di anime che sono lass nel Tempio! Ed per questo che ancheSodoma e Gomorra si troveranno un giorno al Mio cospetto in condizionimigliori di quella abominevole razza dInferno lass. Infatti, se a Sodoma e aGomorra fosse accaduto quello che accaduto qui, gli abitanti delle due citt sisarebbero vestiti di sacco, avrebbero cosparso di cenere il loro capo e avrebberofatto penitenza, potendo cos giungere alla beatitudine. Ora invece sono Io Stessoqui, e quella immonda progenie attenta alla vita del Mio corpo! 9. Vedete, qui al Mio fianco sta Raffaele, il Mio angelo prediletto, ed Io vi dicoche c pi somiglianza fra lui e questi mercanti di schiavi, che fra lui e quei ser-vitori di Dio lass! In verit vi dico che questo trafficante di carne umana giun angelo, ma quelli che dimorano nel Tempio lass sono dei veri demoni! 10. Quindi rivolgendoMi di nuovo al mercante di schiavi gli dissi: Ebbene,amico, cosa chiedi per tutti questi tuoi schiavi? Parla! 11. E il capo dei mercanti disse: O mio Dio, cosa potrei chiederTi io, debo-le uomo mortale? Io Ti offro tutti questi e mille volte di pi ancora, purch Tumi ritenga degno della Grazia di spiegarmi dove noi siamo effettivamentemanchevoli? 12. Io dissi: Allora rimettili tutti in libert, ed Io in cambio vi doner la liberteterna delle vostre anime e la vita eterna! 21
  • 22. 13. Allora il capo dei mercanti concluse: Il contratto accettato e conclu-so! Trattare con gli di cosa facile. Liberate adesso tutti gli schiavi, perchnoi abbiamo combinato il migliore affare di questo mondo! Del fatto cheanche i nostri schiavi non faranno un cattivo affare, sono pi che convinto inanticipo; in quanto a noi, ne abbiamo tratto il massimo utile possibile, essen-doci acquistati con ci la vita eterna da Dio! E voi tutti, compagni miei, sietedaccordo con me? 14. Dissero tutti: S, o Hibram, non abbiamo mai realizzato un utile maggio-re! Bisogna per convenire che questa volta il nostro veggente si sbagliato dimolto, perch appunto il fulmine e il tuono ci hanno aiutato a pervenire alla mas-sima felicit! Liberate dunque costoro che sono ancora legati, e rimangano essipropriet gratuita di questo Dio puro! In quanto a noi, riprenderemo subito la viadel ritorno! 15. Io dissi: Oh, no! Coloro che sono legati li prendo certo volentieri; ma inquanto a voi, vi fermerete qui ancora tre giorni, per non a spese vostre, ma sarIo a pagare per voi nel tempo e per leternit!. 5. Capitolo La liberazione degli schiavi 1. Allora Io feci un cenno a Raffaele perch liberasse i prigionieri, ed essi alli-stante si trovarono sciolti dai loro legami e interamente vestiti, mentre primaerano nudi. Per ragioni facili da comprendere, questa improvvisa liberazione deigiovani schiavi suscit una sensazione immensa, e il capo dei mercanti, nonpotendo credere ai suoi occhi, si avvicin a quei giovinetti per toccare con leproprie mani quelle vesti nuove, e si convinse che si trattava di vesti confeziona-te con vera e propria stoffa e che gli schiavi erano proprio i suoi. 2. Allora egli alz in alto le mani e disse: Ora soltanto riconosco in manierachiara che voi vi trovate davvero nelle mani degli di! Ma voi pure pregateli chevogliano usarvi grazia! E quando sarete in condizioni di vera felicit, ricordatevidei vostri genitori rimasti in patria, costretti in quellaspro paese a procacciarsiuno scarso e magro sostentamento a costo di grave lavoro e fatica, e a dimorarein capanne quanto mai misere fatte di argilla e di paglia! Accumulate dunquetutte le conoscenze che potete e poi ritornate in patria da noi, affinch per mezzovostro anche da noi le cose si mettano bene e possano venire create condizioni divita migliori, poich dora in poi nessun uomo deve essere sottratto ai nostripaesi per essere venduto 3. Hibram poi si volse verso Raffaele, del quale non poteva mai saziarsi diammirare la bellezza e la delicata costituzione fisica, e gli disse: O giovinettodalla bellezza inconcepibile! Sei anche tu un Dio, visto che ti stato possibile22
  • 23. una cosa tanto prodigiosa? Come hai potuto sciogliere con tanta rapidit i laccicon cui erano legati questi schiavi, e dove hai preso queste molte e preziose vestiper i ragazzi e per le fanciulle? 4. Disse Raffaele: Io non sono un Dio, ma sono soltanto, per Grazia Sua, unSuo servitore! Di per me io posso altrettanto poco quanto te, ma quando lonni-potente Volont di Dio mi compenetra, allora io posso fare ogni cosa, e non vi nulla che mi sia impossibile. Ma dimmi un po, cosa intendi fare degli altri due-cento schiavi che hai lasciato nel tuo paese, che non reputasti ancora maturi pervenire portati sul mercato? 5. Disse Hibram: Anche questo fatto ti noto, o giovinetto onnipotente? Eche cosaltro potrei fare ormai se non educarli a qualcosa di buono e di utile econsiderarli come miei veri figli? Ma io ti pregher che tu voglia procurarmidelle vesti anche per quelli, vesti che io porter con me in patria 6. Raffaele disse: Per il momento ci non necessario; quando per tu parti-rai da qui, fra qualche giorno, e se il tuo sentimento rimarr onesto, al tuo arrivoin patria troverai assieme ai tuoi compagni gi tutto quello di cui tu e i tuoi com-pagni avrete bisogno 7. Hibram si dichiar perfettamente soddisfatto di tale decisione, e cos pure isuoi compagni, e tutti lo ringraziarono; ma ancora di pi ringraziarono Me, ilSignore, perch quei mercanti avevano riconosciuto ormai che il Signore ero Iosolo. Poi il loro pensiero corse ai carri ed ai carretti alquanto numerosi che ave-vano condotto con s - veicoli che certo non si potevano paragonare a quelli delvostro tempo attuale - e ai loro animali da tiro che erano molto stanchi. 8. E Hibram disse a Raffaele: Mio onnipotente giovinetto prodigioso! Dovepotremo mettere a riparo i nostri carretti e carri e i nostri animali, e come potre-mo procurarci del foraggio? 9. Disse Raffaele: Qui dentro a queste mura che circondano questo monte,propriet di quelluomo che ora sta parlando con il Signore, ci sono capanne estalle in quantit, e altrettanto foraggio per i vostri animali da tiro; qui potetemettere benissimo a riparo tutto ci che vostro! 10. Con questo il mercante Hibram fu del tutto soddisfatto, e i suoi servitori sioccuparono dei carri e carretti e degli animali. 11. Dissi Io: Dato che ora anche questopera giunta a buon fine, noi tuttiallora torniamo sulla montagna, e gli schiavi liberati siano i primi ad essere risto-rati con cibo e bevande. E quando tu, Hibram, avrai messo tutto in ordine, alloravieni anche tu con i tuoi compagni e servitori e, quali Miei ospiti, prendete anchevoi cibo e bevande! 12. Con ci tutti furono contenti in sommo grado, e gli schiavi liberati non sta-vano in s dalla gioia. Tutti avrebbero voluto stringersi intorno a Me per ringra-ziarMi, ma dato che erano in tanti, non avrebbero potuto farlo tutti in una volta;perci essi si disposero in bellissimo ordine in cerchio intorno a Me, e nel loro 23
  • 24. linguaggio Mi pregarono che Io volessi guardarli e ascoltarli. Io allora volsi ilMio sguardo tutto intorno e in tono amorevole li invitai a parlare. 13. Essi cos si espressero con voce estremamente commossa: O buon padre!Noi ti ringraziamo per averci salvati e liberati dai nostri duri lacci. Noi nonabbiamo nulla con cui ringraziarti, ma noi in avvenire ti serviremo come fossimoi tuoi piedi, le tue mani, i tuoi occhi, i tuoi orecchi, il tuo naso e la tua bocca. Oh,buon padre, permetti a noi pure di amarti! Sii per noi dora innanzi un vero padrenella tua bont e nel tuo amore, e non abbandonarci mai pi! 14. Allora Io Mi mossi dentro il cerchio, Mi avvicinai ad ognuno di loro, loabbracciai e lo strinsi al Mio petto dicendo: La pace sia con te, figlio Mio,figlia Mia!. 15. Allora tutti quei delicati giovani dai riccioli biondi e quelle vergini ancorapi delicate e graziosissime piansero e bagnarono le Mie mani e i Miei piedi conle loro lacrime di gioia. 6. Capitolo Del commercio e dellusura 1. Dopo questa scena solenne che aveva commosso profondamente ogni cuoree che aveva strappato pi di una lacrima agli occhi di tutti i presenti, Io dissi aRaffaele: Ed ora prendi tu lincarico di condurli lass perch venga offerto loroqualche ristoro prima di noi; solo quando giungeremo anche noi lass, si provve-der al nostro ristoro! 2. Raffaele guid su i liberati, e quando giunsero nella grande sala, trovaronotre grandi e lunghi tavoli gi apparecchiati, e quei giovani, che erano ancora deltutto dei veri bambini, mangiarono con molto gusto e gioia i cibi preparati perloro, e bevvero anche un po di vino frammisto ad acqua, colmi di letizia e dibuoni propositi. 3. Noi invece restammo ancora sulla strada maestra per osservare tutte quellecomitive di commercianti e di merciai che transitavano diretti verso la citt conogni tipo di mercanzia, frutta e animali. 4. Allora il romano Mi disse: O Signore, tra questa gente ci sono molti ebrei!Ma costoro non sanno proprio niente di Te? davvero strano con quale indiffe-renza questi tali ci passino davanti! 5. Io dissi: Come questi, molti altri ancora passeranno dinanzi a Me senzaguardarMi e senza riconoscerMi; continueranno invece a frugare nella loroimmondizia mondana finch la morte verr a gettarne i corpi nella fossa e le loroanime allInferno! Mercanti, trafficanti, merciai e procacciatori daffari di questaspecie sono troppo lontani da qualunque cosa spirituale, e rappresentano fra lu-manit migliore quello che le piante parassite sono sui rami degli alberi da nobile24
  • 25. frutto, o quello che la zizzania in mezzo al grano. Lasciamo dunque che conti-nuino a camminare incontro alla loro tomba e alla loro morte! 6. Agricola disse: Ma, o mio Signore e mio Dio! Fra gli uomini deve pur sus-sistere una certa attivit reciproca degli scambi, perch altrimenti agli umanidimoranti in regioni semi-sterili e magre la vita verrebbe resa assolutamenteimpossibile! Gi nella sola Europa io conosco dei paesi costituiti da terreni pres-soch esclusivamente montagnosi; non vi si incontrano che rocce e rocce. A que-gli abitanti, la maggior parte del loro sostentamento viene fornita dal commercio.Se abolisci questo traffico necessario, un intero e grande popolo finisce col mori-re di fame! Tu Stesso, che sei il Signore del Cielo e di tutti i mondi, non puoi nonvedere che simili popolazioni non possono vivere e sussistere senza una certaattivit commerciale. Mi meraviglia dunque molto che la Tua divina, supremaSapienza, condanni questa attivit incondizionatamente! Infatti, sai - a prescinde-re dal rispetto illimitato che debbo alla Tua Divinit purissima! - con il mio sanoe umano intelletto ritengo che non posso associarmi a questa Tua sentenza! 7. Io dissi: Amico Mio, quanto tu sai e comprendi, questo - devi permetter-Melo - Io lho gi saputo e compreso molto tempo prima che un sole centraleprimordiale splendesse in un globo cosmico! 8. In verit ti dico: Il Mio zelo non rivolto contro il giusto commercio moltobenefico tra uomini e uomini, perch sono Io Stesso a volere che ciascun essereumano debba dipendere sotto certi aspetti dagli altri, e quindi un onesto scambiofra uomini e uomini rientra senzaltro nellambito dellordine sommo dellamoredel prossimo. Sennonch si spera che anche tu non potrai non riconoscere chenon Mi possibile tributare alcuna lode allusuraio in cui non c neppure unaminima traccia di amore! bens giusto che il mercante onesto ottenga un ade-guato compenso per le sue fatiche e per le sue prestazioni, ma egli non devevoler guadagnare cento o anche pi denari su una cosa che ne vale dieci! Com-prendi tu questa cosa? Io dunque non condanno che lusura, ma non il necessariocommercio onesto! Vedi di comprendere questo, affinch tu non cada in qualchebrutta tentazione! 9. Il romano allora Mi chiese perdono e confess di essersi ingannato molto egrossolanamente. 10. A quel punto Mi venne vicino Lazzaro il quale Mi disse: Signore, consi-derato che ad ogni modo noi dovremo salire sul monte, dato che ormai qui nonci sar pi niente di troppo particolare da fare, vorrei sentire da Te cosa si pupensare di quel Tuo meraviglioso giovinetto! Chi e da dove viene? A giudica-re dalla foggia del suo vestire sembrerebbe un abitante della Galilea; ma come pervenuto ad un grado cos alto di sapienza e di potenza dazione prodigiosa?Il suo aspetto quello di un adolescente di circa sedici anni soltanto, ma tutta-via superiore ai Tuoi vecchi discepoli! Non vorresti chiarirmi questo stranofenomeno? 25
  • 26. 11. Dissi Io: Non sta scritto: In quello stesso tempo vedrete gli angeli di Dioscendere dai Cieli sulla Terra, ed essi serviranno gli uomini? Dunque, se ci ti noto, vedrai ben presto e facilmente cosa si debba pensare di quel giovinetto.Queste cose tienile intanto per te dato che tutti gli altri devono chiarirsele da soli.I Miei vecchi discepoli lo conoscono gi, ma neanche loro devono rivelarne li-dentit prima del tempo. 12. Tu prima hai detto che noi dovremmo fra poco risalire al tuo albergo, ma Ioti dico che per questo avremo ancora unora di tempo! Noi ci fermeremo quisulla strada, perch ben presto succeder qualcosa che render quanto mai neces-saria la nostra presenza proprio qui 13. Lazzaro Mi chiese: Signore, abbiamo forse da attenderci qualcosa dispiacevole? 14. Dissi Io: Amico, a questo mondo e con questa gente possiamo aspettarciben poco di buono! Vedi, ora c gi meno afflusso di mercanti e tra poco i servi-tori dei farisei condurranno qui un povero peccatore che unora fa, essendo affa-mato, ha osato mettere le mani sui pani di presentazione nel Tempio; essi percilo trascineranno fino a quello spiazzo libero sotto lalta muraglia per lapidarlo acausa del crimine commesso! Noi per impediremo questa cosa. Ed ecco che tugi sai perch noi intendiamo rimanere qui! 15. Ora anche Agricola aveva appreso quanto avevo detto, ed egli allora Mi siavvicin e disse: O Signore, io ho udito le Tue parole che davvero non sonorisuonate molto piacevoli! Ma com questa cosa: ha la gente del Tempio essapure il diritto di applicare una JUS GLADII? (Diritto di spada; diritto di vita e dimorte). Eppure io sono a conoscenza di tutti i privilegi concessi da Roma ai suoipopoli, ma di un simile privilegio proprio non ne so nulla! Bisogna che riguardoa tale questione io mi informi molto dettagliatamente! E Tu, o Signore e Mae-stro, puoi spiegarmi come sta la faccenda? 16. Dissi Io: Quando i Romani divennero signori del paese dIsraele, essiesaminarono per filo e per segno la dottrina religiosa degli Ebrei nonch lemassime ereditate da Mos e dai profeti, e riscontrarono che da parte di Mos stato conferito al Tempio, cio ai sacerdoti, il diritto di lapidare a morte gliuomini che si erano macchiati di gravi crimini. Tuttavia i sacerdoti non hannoil diritto essi stessi di condannare a morte qualcuno, ma devono consegnare ilmalfattore ai tribunali, e soltanto a tali tribunali spetta giudicare secondo lavera testimonianza dei sacerdoti e consegnare il pericoloso malfattore ai lapi-datori. Sennonch tale procedura non stata seguita qui nel nostro caso; anziormai i sacerdoti agiscono arbitrariamente, e pagano ad Erode un canone peracquistarsi essi pure il diritto allapplicazione di una certa JUS GLADII arbi-traria, della quale fanno abuso in maniera abominevole come vedrai che acca-dr qui fra poco. Ma ora bisogna stare davvero allerta perch tra pocosaranno qui!.26
  • 27. 7. Capitolo Agricola procede allinterrogatorio di un capo-sacerdote 1. Avevo appena terminato di parlare, quando vedemmo avvicinarsi un grupponumeroso di gente che trascinava barbaramente quellinfelice tenendolo al centrodel gruppo. 2. Io allora dissi ad Agricola: Adesso andiamo noi due incontro a queglisgherri che sono guidati da un capo-sacerdote 3. Noi ci incontrammo con il gruppo proprio alluscita della grande porta, ed Iomisi in bocca al romano le parole che doveva dire. Egli allora, serio in facciacome un vero romano, cos interpell il capo-sacerdote con voce serissima: Checosa succede qui? 4. Rispose il capo-sacerdote: Noi, fra gli antichi diritti datici da Mos, abbia-mo anche quello della JUS GLADII, e lo possiamo esercitare immediatamentequando si tratta di crimini assai gravi! 5. Disse il romano: Io sono venuto qui da Roma in qualit di primo inviatoimperiale appunto per indagare sul vostro frequente abuso dei privilegi accorda-tivi da Roma! Avete voi la sentenza di un giudice secolare? 6. Questa domanda giunse quanto mai inopportuna agli orecchi del capo-sacer-dote il quale rispose: Dimostrami prima tu di essere veramente un inviato diRoma, perch chiunque potrebbe travestirsi da romano e venire qui a prescriver-ci leggi nuove in nome dellimperatore! 7. Allora Agricola trasse fuori da un astuccio doro un rotolo di pergamena muni-to di tutte le insegne, e il capo-sacerdote non ebbe pi alcun dubbio riguardo alfatto che il portatore di quel documento era unalta e potente personalit di Roma! 8. Dopo di ci Agricola, in tono sempre pi serio, domand: Ebbene, adessoio ti ho mostrato il documento da te richiesto; dov dunque la sentenza di ungiudice secolare contro questo delinquente, sentenza che ti ho chiesto prima? 9. Disse il capo-sacerdote: Ma se te lho gi detto prima che al Tempio gianticamente da parte di Mos stato conferito il diritto di punire anche con lamorte un reo di crimine grave contro il Tempio, e tale diritto omai sanzionatopure da Roma! Per conseguenza il Tempio agisce in diritto se, quale esempiointimidatorio per tutti, condanna a morte per lapidazione, come prescritto daMos, un simile peccatore contro Dio e il Suo Tempio! 10. Disse Agricola sempre pi serio: Questo Tempio esisteva gi allepoca diMos? 11. Il capo-sacerdote disse: Questo proprio no; tuttavia Mos era un profeta, enel suo spirito egli certamente sapeva che Salomone, il re grande e sapiente,avrebbe edificato a Dio un Tempio, e quindi un crimine contro il Tempio e le sueistituzioni supremamente sacre appunto altrettanto punibile quanto quello com-messo contro Dio Stesso! 27
  • 28. 12. Disse Agricola: Perch allora Mos stesso ha stabilito, per casi simili,un giudice appropriato e non ha invece affidato tale mansione ai sacerdoti?Com dunque che dun tratto siete voi pure diventati dei giudici per la vita eper la morte di un essere umano? Da parte di Mos non siete che dei sacerdoti,e Roma, dopo che si presa lo stesso diritto dai vostri giudici secolari delle-poca del vostro re Saul, ha concesso a voi tutti pure una certa funzione giudi-ziaria secolare condizionata per alla norma precisa che qualsiasi delinquente,in particolare poi quelli che hanno meritato la morte, debbano sempre venireconsegnati ad un giudice secolare del luogo, e che nessun sacerdote debbaoccuparsi ulteriormente di ci che il tribunale decide nei confronti del delin-quente. Perci a voi non spetta n giudicare, n condannare, n infine, menoancora, dare esecuzione alla sentenza! 13. Dunque lasciate immediatamente libero il vostro criminale! Io stesso lointerrogher e vedr se il suo delitto tale da fargli meritare la morte; ma guai avoi qualora dovesse risultare che siete stati voi stessi a commettere ingiustiziacontro questuomo! 14. A questa minaccia energica, i servitori e gli sgherri del Tempio misero inlibert il delinquente e lo condussero dinanzi ad Agricola. 15. E il capo-sacerdote disse: Eccolo qui, il malfattore! Interrogalo pure tustesso! Io, per, e tutti questi servitori saremo, spero, testimoni sufficienti aribattere i suoi ostinati dinieghi! 16. Disse Agricola: Molto bene! Ad ogni modo io ho qui appunto al mio fian-co un Testimone assolutamente veritiero, e vi dichiaro gi in anticipo che ognimenzogna, sia da parte di questo incriminato sia da parte vostra, io sapr punirlanel modo pi severo! Ma pi severo ancora sar verso coloro che avranno even-tualmente pronunciato contro questo misero una sentenza addirittura malvagia equindi degna del massimo castigo! 17. A queste parole non troppo amichevoli del romano, il capo-sacerdote e isuoi sgherri furono colti da grande paura e il primo parve voler battere in ritirata,mentre i servitori dissero: Ma che cosa centriamo noi in questaffare? Noi nonabbiamo una nostra volont, ma dobbiamo noi stessi obbedire alla volont delTempio; che il capo-sacerdote regoli dunque la questione egli stesso direttamentecon te, o illustre signore! Quando c da punire un delinquente, noi non facciamoche eseguire la sentenza, ma perch veramente qualcuno sia stato condannato, diquesto noi non ne sappiamo di pi di quanto i giudici ci comunicano in formasempre molto breve. Ora, se la cosa sta in questi termini, come potremo testimo-niare a favore od a svantaggio dellimputato? Permetti dunque, o illustre signore,che noi ce ne andiamo! 18. Agricola quindi disse: Questo non va assolutamente; voi dovete restarequi a causa del capo-sacerdote, come egli pure deve restare finch avr interro-gato il delinquente.28
  • 29. 8. Capitolo Le abominevoli massime del Tempio 1. Appresa tale notizia, tutti rimasero ai loro posti, e Agricola cominci anzitut-to con il domandare al capo-sacerdote: Che cosa dunque ha commesso que-stuomo per avere, secondo voi, meritato la pena di morte? 2. Il capo-sacerdote, alquanto imbarazzato, disse: Ieri, nel pomeriggio, egli haosato stendere la sua mano profana sui sacri pani di presentazione e addiritturamangiarli, cosa questa che pu farla impunemente solo il sommo sacerdote, eanche lui la pu fare solo quando prega e canta i salmi. Egli stato colto sulfatto, e perci, secondo la legge, stato condannato a morte come si ben meri-tato; non c dunque bisogno di nessunaltra procedura, perch lazione gi perse stessa costituisce la prova pi palpabile della colpa dellimputato! 3. Disse Agricola: Ma proprio questo davvero un bel modo di amministrarela giustizia! Ma non si deve, secondo le nostre leggi, trattandosi di qualsiasidelinquente, considerare in primo luogo in quale misura egli sia responsabile,indifferentemente dal fatto che egli abbia commesso questo o quellaltro crimi-ne? Qualora un ritardato si sia reso colpevole di un delitto talmente grave da giu-stificare appieno, secondo la legge, la pena di morte se fosse stato commesso dapersona pi intelligente, allora il colpevole, visibilmente ritardato, deve veniremesso sotto custodia affinch da quel momento in poi non possa pi rappresenta-re cos facilmente un pericolo per la societ umana. Se poi pi tardi egli migliorato, va rimesso in libert, mentre se il miglioramento non completo, losi deve impiegare come schiavo nelle galee perch sconti i suoi peccati e in que-sto modo si renda almeno un po utile alla societ. 4. Oltre a ci, giudicando un delinquente, chiaro che vanno tenute in debitoconto anche le circostanze che lo hanno indotto a commettere un delitto: luomospesso commette un crimine perch tiratovi per i capelli, e ci pu costituireunattenuante assai grande! Infatti certo ben differente se qualcuno, cadendodal tetto, uccide involontariamente il prossimo che passa di sotto, oppure se luc-cide con premeditazione; ma fra questi due estremi ci sono ancora una quantitdi circostanze secondarie che ogni giusto giudice deve bene prendere in conside-razione, e che possono assumere un carattere attenuante oppure aggravanterispetto allo stesso crimine. 5. Se qualcuno per esempio si presentasse da voi in veste di accusatoredicendo: Questuomo ha ucciso mio fratello!, e se poi senza sentire nemme-no laccusato voi lo condannaste immediatamente a morte, che razza di giudicisareste voi? Nella nostra legge non fatto espressamente strettissimo obbligo aqualsiasi giudice di informarsi in maniera assolutamente esatta riguardo alCUR, QUOMODO, QUANDO ET QUIBUS AUXILIIS (Perch, come,quando e in quali circostanze) e solo dopo pronunciare la sentenza? stataveramente tale la vostra procedura rispetto a questo delinquente? 29
  • 30. 6. Disse il capo-sacerdote: Ma noi nel Tempio non abbiamo la legge romana,ma abbiamo soltanto quella di Mos; ora questa suona ben diversamente! 7. Disse Agricola: Davvero? Se il vostro Mos vi avesse proprio dato delleleggi penali come quelle che voi osservate nel vostro Tempio, allora il vostroMos dovrebbe essere stato un legislatore tanto scimunito e crudele che noiRomani vicino a lui faremmo la figura di autentici di! Io invece ti dico checonosco fin troppo bene le miti Leggi di Mos, e a queste anzi noi stessi cisiamo per lo pi conformati nel compilare le nostre leggi statali, e voi, gentedel Tempio, al cospetto di Dio e di tutti gli uomini siete dei mentitori degnidella punizione pi severa se volete sostenere dinanzi a me che le vostre mas-sime templari arci-stupide, tiranniche e crudeli sono state stabilite da Mos! Sitratta invece di massime vostre che voi stessi avete compilato, dispoticamentee dimentichi di Dio, del tutto senza senso e coscienza, e voi ora tali massimeatroci le applicate arbitrariamente per tormentare il misero popolo! Potete voiriconoscere una legge simile quale una Legge sacra emanata da un Dio supre-mamente sapiente? 8. Disse il capo-sacerdote: Ma non sono stato io a stabilire le massime delTempio! E poich ormai esistono, noi dobbiamo osservarle, sia che esse proven-gano da Mos oppure da chiunque altro sia! 9. Disse Agricola: Sta bene, noi romani sapremo trovare rimedio a questoscandaloso stato di cose! Ora per converr restare ligi alla nostra massima chedice: AUDIATUR ET ALTERA PARS! (Si ascolti anche laltra parte!) 10. Dopo di ci Agricola, rivoltosi con espressione amichevole allaccusato, glidisse: Dimmi tu ora, conformemente a piena verit, come stanno le cose riguar-do al crimine da te commesso! Non negare nulla, ma invece confessa tutto! Ioposso salvarti, ma posso anche condannarti se il tuo delitto degno di morte!. 9. Capitolo La confessione del criminale apparente 1. Allora limputato si alz sulla persona, e con tutta energia dichiar aperta-mente e senza nessun sottinteso: O illustre signore e giudice possente e giusto!Io sono altrettanto un delinquente quanto lo sei tu e colui che al tuo fianco! 2. Io sono un povero lavoratore alla giornata e devo provvedere con le miemani al sostentamento di mio padre e di mia madre, tutti e due sempre infermi equasi inabili a qualsiasi lavoro. Oltre a ci ho una sorella pi giovane di me, cheha appena diciassette anni e otto lune (mesi) di et; ora io devo mantenere anchelei, perch non pu guadagnarsi nulla dovendo assistere a casa i genitori amma-lati. Questa mia brava e buona sorella - quantunque poverissima - tuttavia persua natura molto bella e attraente; ma questo fatto purtroppo la gente del Tempio30
  • 31. non lo ignora, e alcuni di loro si sono gi dati un gran daffare per tentare disedurla; sennonch tutti i loro tentativi sono stati vani. Allora essi hanno minac-ciato me e i miei genitori dicendo: Aspettate un po, razza di straccioni superbi,ci penseremo noi a rendervi pi mansueti e umili!. 3. Il giorno seguente io andai in cerca di lavoro in quelle case di mia conoscen-za, per mi venne risposto che da parte dei sacerdoti io ero stato dichiarato unabominevole peccatore perch mi davo a pratiche incestuose con la mia bellasorella. Perci fui messo alla porta e io non seppi pi cosa fare. 4. Mi rivolsi poi a qualcuno fra i pagani ed esposi loro la mia grande miseria.Ottenni in elemosina qualche spicciolo che mi serv per comperare almeno unpo di pane; ma purtroppo di quei pochi spiccioli non rimase ben presto pi nien-te; e cos io e i miei dovemmo restare per due giorni interi senza un boccone. Iodunque non potevo guadagnare pi nulla, n daltro canto sapevo pi dove ricor-rere per aiuto, cosa questa che va attribuita anche allattuale periodo festivo, datoche in questepoca nemmeno fuori di qui si pu trovare lavoro. Allora mi venneil pensiero: Se tu, israelita innocente, facessi quello che fece Davide un giornoin cui era assillato dalla fame, questo non potrebbe essere un peccato tanto gran-de al cospetto di Dio! 5. E ieri sul tardo pomeriggio, spinto dalla mia grande miseria, me ne andai alTempio, mi avvicinai l dove cerano i pani di presentazione, presi il primo chemi capit sotto mano e volevo accingermi a calmare la mia fame riservandomi diconservarne una parte per portarla ai miei genitori affamati e a mia sorella nonmeno affamata. Sennonch ben presto venni scoperto dai guardiani del Tempioche stavano in agguato, ed essi mi saltarono addosso urlando allabominio e mitrascinarono senza misericordia dinanzi ai sacerdoti. Questi mi riconobbero alli-stante e gridarono: Ah, ah! Eccolo qui il mendicante superbo, lincestuoso edora profanatore dei pani di presentazione! Che egli sia perci lapidato domani,prima ancora di mezzogiorno!. 6. Dopo ci mi trascinarono via fra maltrattamenti di ogni specie e tremendeingiurie, e mi gettarono in unoscura prigione dove rimasi a soffrire fino ad oggi.Il modo in cui sia stato condotto dalla prigione fino a qui, questo, o nobile giudi-ce, lhai visto tu stesso! Quello che accadr ai miei poveri genitori e alla miamisera sorella, o che gi accaduto, ci lo sapr Jehova! 7. Nobile giudice! Questo tutto quello che io, conformemente a pienissimaverit, posso dirti del crimine da me commesso! Oh, non giudicarmi cos dura-mente come mi ha giudicato particolarmente questo capo-sacerdote che sitrova qui! Infatti, per dirla apertamente, fu appunto questo qui che tent disedurre la mia casta sorella; e questo io posso giurarlo al cospetto di Dio e ditutti gli uomini! Io ti posso indicare per questo dei testimoni assolutamentedegni di fede che ti confermeranno sotto giuramento questo fatto certamentemolto doloroso! 31
  • 32. 8. Agricola, del tutto adirato contro il templare, disse: Amico mio! Chiparla con tanta franchezza come hai fatto tu, non ha davvero bisogno di forni-re molte altre prove! Inoltre io ho qui al mio fianco un Testimone autorevolis-simo come Guida riguardo alla verit delle tue dichiarazioni. Tra poco perverr qui qualcuno che condurr qui i tuoi genitori e tua sorella perfettamentefortificati, e poi qualcun altro ancora del quale avr molto bisogno per quantoriguarda questo templare!. 10. Capitolo La confessione del capo-sacerdote 1. In quello stesso momento, obbedendo alla Mia chiamata interiore, comparveRaffaele, al quale pure interiormente dissi: Esegui quanto richieder da te ilromano, dato che Io gli do pensieri, parole e volont! 2. Quando Agricola ebbe scorto Raffaele, gli disse: Mi sono immaginato chenon ti saresti fatto aspettare a lungo! 3. Disse Raffaele: Io so gi quello che vuoi, fra pochi istanti sar tutto inregola. Infatti, le persone che desideri qui, non sono lontane, e perci ben prestole avr portate tutte qui! 4. Disse allora il capo-sacerdote: Che cosa sono tutte queste storie? 5. Disse Agricola: Tu parlerai quando sarai interrogato; adesso taci! 6. In quellistante langelo si allontan rapidamente e ricomparve subito con-ducendo i due vecchi e la giovane sorella che, nonostante le sue misere vesti, eradavvero bellissima nel corpo, e subito dopo di loro vennero anche dieci militiromani nonch un giudice delegato da Pilato. 7. Raffaele disse ad Agricola: O amico, ti va bene cos? 8. Agricola disse: Perfettamente! Ci corrisponde in tutto e per tutto al miodesiderio 9. Dopo di ci Raffaele si ritir, pronto allazione al Mio cenno. 10. Poi Agricola si rivolse ai tre appena arrivati e domand loro se conosceva-no quelluomo maltrattato. 11. La sorella disse: O Jehova, che cosa accaduto dunque del mio povero fra-tello? Ieri nel pomeriggio egli usc di casa per andare a prendere del pane in qual-che luogo, dato che erano gi due giorni che noi non mangiavamo nulla, ma nonrientr pi. Noi eravamo angosciati per lui, e pregammo affinch non gli accadesseniente di male! Ed ecco che, come ebbe a dirci quel caro e giovane messaggero, lotroviamo adesso qui in condizioni che non rivelano dei precedenti troppo buoni! 12. La sorella avrebbe voluto continuare ad indagare, sennonch Agricola intono amorevole la esort a calmarsi, dicendole: O bellissima figlia di Sion,risparmiati ogni altra domanda, perch tuo fratello ormai si trova gi in mani32
  • 33. eccellenti! Ma adesso ti presenter quel capo-sacerdote del Tempio che appuntoin questo momento ha distolto la sua faccia da noi, e tu dovrai dirmi, conforme-mente a piena verit, se lo conosci e in quali circostanze lhai conosciuto! 13. Disse la sorella: O signore, risparmiati questa fatica, perch gi da lontanoho riconosciuto, a mio grande orrore, questo miserabile! 14. Agricola disse: Ci non importa nulla, anzi meglio per voi tutti! 15. Dopo di che il romano chiam il capo-sacerdote in tono energico dicendo:Ora vieni vicino faccia a faccia e parla! Cosa puoi obbiettare ora ad una simileaccusa a te rivolta? Confessa senza reticenze la verit, altrimenti te la far con-fessare su una croce rovente, affinch impari a conoscere pi da vicino la giusti-zia dei romani, perch noi romani non facciamo affatto eccezioni, nemmenotrattandosi di sacerdoti! Fatti avanti e parla! 16. Allora il capo-sacerdote si volse e rispose con voce tremante: O potentis-simo e illustre signore! Cosa potrei replicare ancora? purtroppo cos come ilpoveretto disse prima di me, e io ho meritato la pena che troverai giusto inflig-germi! Se un giorno potessi riacquistare la libert, io vorrei risarcire mille voltequesta misera famiglia del danno causatole dal mio inumano procedere; sennon-ch io non ho meritato di venire esonerato da una giusta punizione, e perci sardifficile che io possa rendere a questa famiglia povera ed onestissima quello chele ho causato di male 17. Disse Agricola: Siccome io non sono un giudice che si fa guidare dallebrame come vi fate guidare voi, ma sono invece un giudice secondo la misura delgiusto, allora io ti dico che ormai i tuoi giudici principali sono questi quattro che tuhai in maniera tanto disumana offeso e danneggiato! Come essi ti giudicheranno,cos ti giudicher anchio! Per il crimine poi perpetrato da questo misero affamatocontro i vostri pani di presentazione nel Tempio, conviene che la sentenza vengarimessa nelle mani di Dio! Se Egli glielo perdona, gli sar perdonato anche da