IL GRANDE IMBROGLIO · Esempio per l’Italia ... “Sentimenti” di mercato auto-avveranti . 7 IN...
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26 settembre 2012 a cura di Renato Brunetta
i dossier www.freefoundation.com
IL GRANDE IMBROGLIO
Cronaca di un anno difficile (2011-2012)
INDICE
Perché il grande imbroglio
Le 3 componenti dello spread
Esempio per l’Italia
In principio fu Maastricht
La crisi greca
Europa: troppo poco e troppo
tardi
L’egemonia tedesca: «Lo
spread è alto, colpa tua, fa’ i
compiti a casa»
La politica monetaria della
BCE
La recessione blocca la
trasmissione della politica
monetaria
Operazione verità e cambio
di politica economica
Verso una vera Unione
Europea
Highlights
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PERCHÉ IL GRANDE IMBROGLIO
Lo spread, vale a dire il differenziale tra i rendimenti
dei titoli dei debiti sovrani dell’area euro rispetto al
rendimento del Bund tedesco, poco ha a che fare con i
fondamentali delle economie degli Stati, mentre
dipende dalla:
architettura imperfetta della moneta unica;
mancata capacità delle istituzioni europee di
rispondere agli attacchi speculativi;
mancanza di una banca centrale che funga da
prestatore di ultima istanza.
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LE 3 COMPONENTI DELLO SPREAD
1. Merito di credito degli Stati: fondamentali
dell’economia (due quinti);
2. Premio di reversibilità dell’euro: il più alto
rendimento che gli investitori chiedono a fronte del
rischio di disgregazione della moneta unica (due
quinti);
3. Effetto fuga degli investitori dai titoli del debito
sovrano dei paesi sotto attacco speculativo verso il
Bund tedesco (un quinto: variabile derivata dal
premio di reversibilità dell’euro).
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ESEMPIO PER L’ITALIA
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Lo spread italiano rispetto al Bund tedesco ha finito
per oscillare, nell’ultimo anno, stabilmente tra 400 e
500 punti base, con picchi speculativi oltre i 550;
Dalle analisi più accreditate emerge che:
solo 100-150 punti base dipendono strutturalmente
dal nostro merito/demerito di credito;
gli altri 300-350 punti derivano dagli effetti
combinati della seconda e della terza componente: il
premio di reversibilità e l’effetto fuga.
VARIABILI CHE DETERMINANO LO SPREAD
NELL’AREA EURO 6 6
Elaborazioni Paul De Grauwe – Yuemei Ji
Irla
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Gre
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Spagna
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Belg
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Port
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Fin
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Ita
lia
Fra
ncia
Altro
Fondamentali economici
“Sentimenti” di mercato
auto-avveranti
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IN PRINCIPIO FU MAASTRICHT
I vantaggi della moneta unica:
tasso di cambio più vantaggioso, senza alcuna
redistribuzione, per i paesi in surplus («formiche»);
tasso di interesse più basso del dovuto per paesi
che non lo meritano («cicale»).
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LA CRISI GRECA
Il bengodi è durato dall’introduzione dell’euro fino a
ottobre 2009, quando la Grecia ha fatto scoppiare la
bolla, attirando l’attenzione della speculazione
internazionale:
sulla Grecia;
sulla reattività dell’area euro alle crisi delle finanze
pubbliche di singoli Stati nazionali.
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EUROPA: TROPPO POCO E TROPPO TARDI
L’Unione Europea risponde troppo poco e troppo
tardi alle ondate speculative: reattività insufficiente
che si è caratterizzata come il vero punto debole
dell’intero sistema euro, causando le degenerazione
della crisi.
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L’EGEMONIA TEDESCA: «LO SPREAD È ALTO,
COLPA TUA, FA’ I COMPITI A CASA»
L’atteggiamento miope ed egoistico, per nulla virtuoso,
della Germania, che ha usato lo spread per imporre
misure di rigore agli Stati più deboli dell’eurozona,
ha generato recessione a catena in tutta Europa;
Con questa condotta, la Germania ha scientemente
tenuto sulla corda, economica e politica, per oltre un
anno, i paesi sotto attacco speculativo, con le
conseguenti tensioni democratiche, cambi di
governo e inevitabili derive populistiche.
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LA POLITICA MONETARIA DELLA BCE
Security Market Programme: acquisto sul mercato
secondario di titoli del debito sovrano dei paesi sotto
attacco speculativo, per un totale di 209 miliardi di
euro;
2 aste di credito a breve termine al tasso dell’1% alle
banche per 1.000 miliardi di euro;
6 settembre 2012: impegno ad acquistare sul mercato
secondario titoli pubblici con vita residua fino a 3 anni.
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LA RECESSIONE BLOCCA LA TRASMISSIONE
DELLA POLITICA MONETARIA
Le politiche recessive, che i singoli Stati in Europa sono
stati costretti ad adottare sotto la pistola puntata alla
tempia degli spread, hanno finito per ridurre
drasticamente l’efficacia della politica monetaria che
Mario Draghi ha cercato di far convergere
progressivamente verso l’impostazione espansiva
adottata dalle altre banche centrali mondiali.
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LA RECESSIONE BLOCCA LA TRASMISSIONE
DELLA POLITICA MONETARIA
Se la politica economica è restrittiva, la liquidità
creata dalla banca centrale non si trasforma:
né in credito a imprese e famiglie da parte del
sistema bancario;
né in investimenti (e conseguenti assunzioni) da
parte delle imprese;
né in consumi da parte delle famiglie.
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OPERAZIONE VERITÀ E CAMBIO DI POLITICA
ECONOMICA
Operazione verità: il governo riferisca alle Camere
sulle vere cause della crisi e su cosa intende fare
adesso per salvare l’Italia;
Cambio di politica economica: il governo riveda la
sua politica economica. Fermi restando, sia chiaro,
rigore nei conti e pareggio di bilancio, ora c’è bisogno
di meno recessione e più crescita.
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VERSO UNA VERA UNIONE EUROPEA
Il tutto mentre in Europa:
si decide su unione bancaria, economica, politica e
fiscale, con relativa road-map di scadenze;
si discute dell’avvio di un processo riformatore volto
ad attribuire alla BCE il ruolo di prestatore di
ultima istanza, al pari delle principali banche
centrali mondiali.
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HIGHLIGHTS: DEAUVILLE
Deauville, 18 ottobre 2010: Angela Merkel e Nicolas
Sarkozy dichiarano che «in caso di fallimento di un
qualsiasi Paese europeo le banche devono intervenire»;
Questa affermazione sottintende che gli Stati possono
fallire;
Con il coinvolgimento dei creditori privati si crea di
fatto la saldatura tra crisi finanziaria e crisi del
debito sovrano.
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HIGHLIGHTS: DEUTSCHE BANK
Giugno 2011: le banche tedesche iniziano a vendere
titoli di Stato dei Paesi dell’area euro, innescando un
meccanismo folle che genera panico sui mercati;
Rispetto al semestre precedente, Deutsche Bank ha
ridotto irresponsabilmente la propria esposizione in
titoli di Stato italiani dell’88% (da 8 miliardi a 1
miliardo).
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HIGHLIGHTS: RESPONSABILITÀ
Sotto l’imbroglio dello spread si sono nascoste
responsabilità più gravi:
delle istituzioni europee che hanno abdicato ai
propri compiti;
dei poteri forti;
delle banche;
di certi ambienti economici che hanno pensato di
comprarsi il nostro paese a saldo.
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HIGHLIGHTS: RISULTATI
Risultati:
PIL: -3,6% dal II trimestre 2011al II trimestre 2012;
Disoccupazione: +2,5% da luglio 2011 a luglio
2012;
Inflazione: +0,4% da agosto 2011 ad agosto
2012.
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Recessione, recessione, recessione
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HIGHLIGHTS: MANOVRE. BERLUSCONI-MONTI:
80 A 20
Negli ultimi 4 anni, sono state varate manovre, per
raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, per
un totale di 328 miliardi di euro, dal 2008 al 2014:
265 miliardi: governo Berlusconi;
63 miliardi: governo Monti.
Il governo Berlusconi ha contribuito per l’80% al
conseguimento dell’obiettivo, il governo Monti per il
restante 20%.
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HIGHLIGHTS: PAREGGIO DI BILANCIO
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Manovra Monti
0,0%
0,5%
1,0%
1,5%
2,0%
2,5%
3,0%
3,5%
4,0%
2011 2012 2013
Cambiamento congiuntura
Manovre Berlusconi
Deficit in % del PIL
Manovra Monti
Manovre Berlusconi
Manovra Monti
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HIGHLIGHTS: ATTACCO AL DEBITO
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Obiettivi:
portare sotto il 100% il rapporto rispetto al PIL in 5 anni;
ridurre la pressione fiscale di un punto percentuale all’anno (dal 45% attuale al 40% in 5 anni).
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HIGHLIGHTS: ATTACCO AL DEBITO
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Come:
1. riduzione strutturale del debito pubblico (400 miliardi, 20 punti di PIL);
2. tendenziale dimezzamento del servizio del debito (40 miliardi, 2 punti di PIL);
3. operazioni one-off (40 miliardi, 2 punti di PIL).
HIGHLIGHTS: PERCHÉ I RENDIMENTI DEI BTP
SCENDONO E LO SPREAD RESTA ALTO?
Dopo le decisioni della BCE del 6 settembre e la sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul Fondo di Stabilità Europeo, tutti si chiedono perché i rendimenti dei BTP scendono e lo spread resta alto?
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HIGHLIGHTS: RISPOSTA
Almeno 150 punti di spread sono legati alla patologica riduzione dei rendimenti dei Bund tedeschi e non all’eccessivo rendimento dei nostri BTP;
Se i Bund tornassero (in rialzo) al rendimento fisiologico pre-crisi (3% contro l’attuale 1,5%), l’aumento di domanda riporterebbe i nostri BTP al 4,5% (contro il 5% attuale) e avremmo uno spread a 150 punti base, o anche meno!
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HIGHLIGHTS: SCENARI
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Com’è
(spread 350)
Come dovrebbe essere
(spread 150)
5%
4,5%
1,5
%
3%
Spread
350 Spread
150