IL GRANDE ABBRACCIO - psase.it · sventolando le sciarpe bianche e gialle. La messa, celebrata...

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MARTEDÌ 28 MARZO 2017 Giornale di Seregno - Desio 36 La visita del Papa La visita del Papa MONZA (ldd) Creativo Francesco. E anche rivoluzionario. Ha scelto il giorno dell’Annunciazio- ne Bergoglio per fare visita ai fedeli lom- bardi. Un luminoso e caldo sabato po- meriggio di primavera. E non a caso. Perché fin da subito il messaggio della sua visita è stato chiaro: la nuova Chiesa è fra la gente normale, i poveri, gli emar- ginati. E mentre a Roma si celebravano i Trattati, il Papa argentino ha sancito un nuovo indirizzo teologico, snobbando tutti i luoghi del potere, prima fra tutte l’Uni- versità Cattolica, cosa quasi inaudita per- ché regno per eccellenza dell’alleanza tra la fede e la società civile, e preferendo in- vece bere il latte a casa di una famiglia musulmana e incontrare i carcerati. Addi- rittura utilizzare un bagno chimico per espletare i propri bisogni. A Monza il punto cardine del suo viaggio pastorale: la preghiera con tutti e per tutti, settecentomila persone, in primis i disabili, con il volto tirato e la voce stanca, della stessa stanchezza che caratterizza l’uomo contemporaneo alle prese con le trame in- gorde del consumismo. Sul palco, quello da rockstar con le due grandi torri in alluminio e ferro a sor- reggere la copertura, con il fondale in pan- nelli di legno riciclato che riproducevano la decorazione del Duomo e dove anche la Croce sul fondo era quella della basilica cittadina, Francesco ha commentato l’An- nunciazione a Maria accostandola anche a quella di Giovanni. Anche qui, tutto cal- colato: «Il nuovo tempio di Dio avrà luogo nei margini, in periferia - ha esordito - Lì Dio si farà carne per inserirsi nelle nostre case e nelle nostre lotte quotidiane dense di ansie e colme di desideri». Dunque un prato del miracolo quello monzese, quello delle cose nuove, della Chiesa riformata, lontana dall’affarismo che prospera nell’operosa terra lombarda. «Si specula sui poveri e sui migranti; si specula sui giovani e sul loro futuro - il grido disperato del Papa - Se continuano ad essere possibili la gioia e la speran- za non possiamo rimanere davanti a tante situazioni dolorose come meri spettatori che guardano il cielo aspettando che “smetta di piovere”. Tutto ciò che accade esige che guardiamo al presente con l’au- dacia di chi sa che la gioia della salvezza prende forma nella vita quotidiana della casa di una giovane di Nazareth». Un pon- tefice, quello di Monza, che ha saputo am- maliare rifuggendo le comodità del trono, che ha avuto il coraggio di denunciare il vuoto dietro al voler produrre a tutti co- sti dimenticandosi della vera essenza dell’uomo. Ad accoglierlo le sue pecore smarrite, che fin dal suo arrivo in città e ancor di più nel pratone di viale Mirabello lo hanno acclamato intonando canti e sventolando le sciarpe bianche e gialle. La messa, celebrata secondo il rito am- brosiano, è stata animata da 9mila cori- sti e le intenzioni di preghiera recitate da una suora, da un rappresentante di «Azio- ne Cattolica», da un esponente di «Comu- nione e Liberazione» e da due migranti a nome delle comunità straniere presenti in Diocesi. Oltre al pane e al vino per l’Eu- carestia, portati all’altare da otto famiglie provenienti dalle diverse zone pastorali della Diocesi, all’Offertorio sono state pre- sentate alcune lettere dei detenuti del car- cere di San Vittore. Per distribuire la Co- munione sono stati impiegati un centinaio di diaconi permanenti e seminaristi e 700 ministri straordinari. Hanno concelebrato la funzione quattro Cardinali di origine ambrosiane, Angelo Scola, Gianfranco Ra- vasi, Francesco Coccopalmerio e Renato Corti, 40 Vescovi e oltre un migliaio di sacerdoti, di cui 70 anziani o con disa- bilità. La celebrazione si è poi conclusa con il saluto commosso dell’arcivescovo Angelo Scola, che ha anche ricordato i due de- tenuti che la scorsa settimana si sono tolti la vita proprio nel carcere di Monza, e con l’annuncio della la consegna dei 55 appar- tamenti acquistate dalla Diocesi per al- trettante famiglie in difficoltà: «Chiediamo alla Madonnina di stendere sempre un lembo del suo manto a protezione del Successore di Pietro» ha detto sorridente. Il Papa è ripartito infine alla volta di San Siro. Ai monzesi è rimasta la gioia nel cuore per un regalo inaspettato: il grande in- segnamento che nulla è mai scontato. Sua Santità è arrivata al Parco di Monza tra ali di folla festante, grandissimo entusiasmo e la Messa solenne mai fuori dagli schemi, come nelle raccomandazioni della Curia. L’omelia ha toccato temi forti e importanti, come l’attenzione verso gli ultimi, i migranti in particolare, e il deciso monito contro quanti vi speculano. Domenica all’Angelus, il Pontefice ha ringraziato «il cardinale arcivescovo e tutto il popolo milanese per la calorosa accoglienza di ieri, veramente, veramente mi sono sentito a casa. E questo con tutti, credenti e non credenti, vi ringrazio tanto cari milanesi». E in dialetto: «Ho constatato che è vero quello che si dice: “A Milan si riceve col coeur in man”, grazie» Folla straordinaria e silenzio dur Il Papa scalda gli animi e interro IL GRANDE ABBR L’ACCOGLIENZA DEI FEDELI Migliaia di cori e applausi all’ingresso della Papamobile nel prato ALL’ARRIVO UN BOATO DI ENTUSIASMO MONZA (snn/poo) Lo attendevano da ore. E quando ha fatto il suo ingresso nel Parco, è esplosa la gioia delle migliaia di persone arrivate a Monza da tutta la regione per seguire la messa. Famiglie, studenti, gruppi parrocchiali, tutti al suo ingresso nel prato si sono alzati, accogliendolo con un coro di applausi. Il Pontefice è arrivato in città alle 14.44, entrando nell’area per la Messa, da viale Cavriga. A bordo della Papamobile, ha attraversato i settori centrali, salutando e benedicendo la folla festante dei fedeli che al passaggio ha sventolato le sciarpe gialle e bianche. Una folla oceanica che ha riempito quasi tutti i settori dell’area. Il flusso era cominciato dal mattino e si è andato in- tensificando nelle ore a ridosso della ce- lebrazione. Tantissime le persone che sono scese in strada anche per seguire il tragitto del Papa, partito da Milano. Nonostante per motivi di sicurezza sia stato tenuto segreto fino all’ul- timo, i monzesi hanno raggiunto quelle che, potenzialmente, erano le strade che avreb- be percorso. Arrivato da viale Zara ha imboccato viale Lombardia (dove c’è stata un po’ di delusione dovuta al fatto che l’auto del Pontefice ha imboccato il tunnel), è uscito al Rondò dei Pini e ha imboccato viale Cesare Battisti, presidiato fin dalla mattina da una cinquantina di uomini delle Forze dell’ordine, supportati da decine di volontari della Protezione civile. Arrivato in via Brianza, all’altezza dell’ingresso di Porta Monza, è sceso dalla «Fiat Tipo» per salire sulla Papamobile. L’ultimo tratto, da viale Cavriga al prato, l’ha percorso tra due ali di folla festante. Al suo ingresso nel prato i fedeli hanno sollevato striscioni, urlato il suo nome, applaudito e sventolato le sciarpe che erano state distribuite durante la mattinata. Il giro dell’intero prato è durato una buona mezz’ora. Poi il Pontefice ha indossato i paramenti e la messa, alle 15.30, è ini- ziata. All’esterno del Parco della Reggia di Monza, massiccio è stato il sistema di sicurezza messo in piedi dalla Questura in collaborazione con la Prefettura. Intorno alle 13.30, a due ore dall’inizio della celebrazione all’interno dell’Ippodro- mo del Mirabello, le Forze di Polizia hanno confermato che i fedeli all’interno del Parco avevano già raggiunto quota 300mila, men- tre almeno un terzo si trovava ancora in viaggio o lungo il percorso. L’arrivo della Papamobile da viale Brianza fino al Par- co UN FORTE MONITO CONTRO CHI «SPECULA» Un’omelia «rivoluzionaria» su poveri, migranti e ultimi LA MESSA NEL PARCO SUL PRATO DELL’EX IPPODROMO Servizi e foto a cura dei nostri inviati Alessandro Piccioni, Andrea Loddo, Luigi Costanzo, Arianna Sala, Omar Porro e Alessandro Di Mise «Che emozione quella enorme catt Il nostro inviato ha seguito, minuto per minuto, la trasferta della comunità parrocchia SEREGNO (ply) « Dell’incontro con il Papa mi è piaciuto cam- minare insieme a tutte quelle persone e incontrare alcuni amici che non vedevo da tanto tempo. Mi sono emozionato, è stato bello partecipare a questo evento così speciale...». Questo è il pensiero di Da- niele, uno dei tanti bambini fra il milione di fedeli che ha preso parte alla Messa di Papa Fran- cesco, lo scorso sabato pome- riggio, al parco di Monza. Pa- role, sguardi e gesti carichi di emozioni, per raccontare un in- contro così atteso anche dalla nostra città. L’appuntamento per noi era fissato alle 9.45, direttamente in stazione. Qui ci siamo aggregati al gruppo parrocchiale di Sant’Ambrogio, che contava la bellezza di 350 persone, divise in sette gruppi. Dopo un rapido appello della responsabile, Raffaella Leveni, siamo final- mente partiti alla volta del Pon- tefice. Quello che abbiamo per- cepito varcando la soglia del parco di Monza è stato unico e difficile da riassumere in pochi termini. Quel prato si era tra- sformato in una gigantesca cat- tedrale a cielo aperto, sotto un sole splendente per radunare città, persone e storie. L’oratorio di Sant’Ambrogio ha aggregato famiglie con bam- bini molto piccoli, adolescenti, ma anche persone anziane che hanno scordato la fatica del cammino solo per incontrare il «loro» Papa. Sguardi pieni di vita e occhi radiosi, come quelli della piccola Laura che tanto Parte del gruppo della parrocchia Sant’Ambrogio alla partenza

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MARTEDÌ 28 MARZO 2 017

Giornale di Seregno - Desio36 La visita del PapaLa visita del Papa

MONZA (ldd) Creativo Francesco. E ancher ivoluzionar io.

Ha scelto il giorno dell’Annunciazio -ne Bergoglio per fare visita ai fedeli lom-bardi. Un luminoso e caldo sabato po-meriggio di primavera. E non a caso.

Perché fin da subito il messaggio dellasua visita è stato chiaro: la nuova Chiesa èfra la gente normale, i poveri, gli emar-ginati. E mentre a Roma si celebravano iTrattati, il Papa argentino ha sancito unnuovo indirizzo teologico, snobbando tuttii luoghi del potere, prima fra tutte l’Uni -versità Cattolica, cosa quasi inaudita per-ché regno per eccellenza dell’alleanza trala fede e la società civile, e preferendo in-vece bere il latte a casa di una famigliamusulmana e incontrare i carcerati. Addi-rittura utilizzare un bagno chimico perespletare i propri bisogni.

A Monza il punto cardine del suo viaggiopastorale: la preghiera con tutti e per tutti,settecentomila persone, in primis i disabili,con il volto tirato e la voce stanca, dellastessa stanchezza che caratterizza l’uomocontemporaneo alle prese con le trame in-gorde del consumismo.

Sul palco, quello da rockstar con le duegrandi torri in alluminio e ferro a sor-reggere la copertura, con il fondale in pan-nelli di legno riciclato che riproducevano ladecorazione del Duomo e dove anche laCroce sul fondo era quella della basilicacittadina, Francesco ha commentato l’An -nunciazione a Maria accostandola anche aquella di Giovanni. Anche qui, tutto cal-colato: «Il nuovo tempio di Dio avrà luogonei margini, in periferia - ha esordito - LìDio si farà carne per inserirsi nelle nostrecase e nelle nostre lotte quotidiane dense diansie e colme di desideri».

Dunque un prato del miracolo quellomonzese, quello delle cose nuove, dellaChiesa riformata, lontana dall’affar ismoche prospera nell’operosa terra lombarda.«Si specula sui poveri e sui migranti; sispecula sui giovani e sul loro futuro - ilgrido disperato del Papa - Se continuanoad essere possibili la gioia e la speran-za non possiamo rimanere davanti a tantesituazioni dolorose come meri spettatoriche guardano il cielo aspettando che

“smetta di piovere”. Tutto ciò che accadeesige che guardiamo al presente con l’au -dacia di chi sa che la gioia della salvezzaprende forma nella vita quotidiana dellacasa di una giovane di Nazareth». Un pon-tefice, quello di Monza, che ha saputo am-maliare rifuggendo le comodità del trono,che ha avuto il coraggio di denunciare ilvuoto dietro al voler produrre a tutti co-sti dimenticandosi della vera essenzad e l l’uomo. Ad accoglierlo le sue pecoresmarrite, che fin dal suo arrivo in città eancor di più nel pratone di viale Mirabellolo hanno acclamato intonando canti esventolando le sciarpe bianche e gialle.

La messa, celebrata secondo il rito am-brosiano, è stata animata da 9mila cori-sti e le intenzioni di preghiera recitate dauna suora, da un rappresentante di «Azio-ne Cattolica», da un esponente di «Comu-nione e Liberazione» e da due migranti anome delle comunità straniere presenti inDiocesi. Oltre al pane e al vino per l’Eu -carestia, portati all’altare da otto famiglieprovenienti dalle diverse zone pastoralidella Diocesi, all’Offertorio sono state pre-sentate alcune lettere dei detenuti del car-cere di San Vittore. Per distribuire la Co-munione sono stati impiegati un centinaiodi diaconi permanenti e seminaristi e 700ministri straordinari. Hanno concelebratola funzione quattro Cardinali di origineambrosiane, Angelo Scola, Gianfranco Ra-vasi, Francesco Coccopalmerio e RenatoCorti, 40 Vescovi e oltre un migliaio disacerdoti, di cui 70 anziani o con disa-bilità.

La celebrazione si è poi conclusa con ilsaluto commosso dell’arcivescovo Ang eloSc ola, che ha anche ricordato i due de-tenuti che la scorsa settimana si sono tolti lavita proprio nel carcere di Monza, e conl’annuncio della la consegna dei 55 appar-tamenti acquistate dalla Diocesi per al-trettante famiglie in difficoltà: «Chiediamoalla Madonnina di stendere sempre unlembo del suo manto a protezione delSuccessore di Pietro» ha detto sorridente.

Il Papa è ripartito infine alla volta di SanSiro. Ai monzesi è rimasta la gioia nel cuoreper un regalo inaspettato: il grande in-segnamento che nulla è mai scontato.

Sua Santità è arrivata al Parco di Monza tra alidi folla festante, grandissimo entusiasmo e laMessa solenne mai fuori dagli schemi, comenelle raccomandazioni della Curia. L’omelia hatoccato temi forti e importanti, come l’attenzioneverso gli ultimi, i migranti in particolare, e ildeciso monito contro quanti vi speculano.Domenica all’Angelus, il Pontefice ha ringraziato«il cardinale arcivescovo e tutto il popolomilanese per la calorosa accoglienza di ieri,veramente, veramente mi sono sentito a casa.E questo con tutti, credenti e non credenti, viringrazio tanto cari milanesi». E in dialetto: «Hoconstatato che è vero quello che si dice: “AMilan si riceve col coeur in man”, grazie»

Folla straordinaria e silenzio durante la MessaIl Papa scalda gli animi e interroga le coscienze

IL GRANDE ABBRACCIO

L’ACCOGLIENZA DEI FEDELI Migliaia di cori e applausi all’ingresso della Papamobile nel prato

AL L’ARRIVO UN BOATO DI ENTUSIASMOMONZA (snn/poo) Lo attendevano da ore. Equando ha fatto il suo ingresso nel Parco, èesplosa la gioia delle migliaia di personearrivate a Monza da tutta la regione perseguire la messa. Famiglie, studenti, gruppiparrocchiali, tutti al suo ingresso nel prato sisono alzati, accogliendolo con un coro diapplausi. Il Pontefice è arrivato in città alle14.44, entrando nell’area per la Messa, daviale Cavriga. A bordo della Papamobile, haattraversato i settori centrali, salutando ebenedicendo la folla festante dei fedeli cheal passaggio ha sventolato le sciarpe gialle ebianche. Una folla oceanica che ha riempitoquasi tutti i settori dell’area. Il flusso eracominciato dal mattino e si è andato in-tensificando nelle ore a ridosso della ce-l eb raz i o n e.

Tantissime le persone che sono scese in

strada anche per seguire il tragitto del Papa,partito da Milano. Nonostante per motivi disicurezza sia stato tenuto segreto fino all’u l-timo, i monzesi hanno raggiunto quelle che,potenzialmente, erano le strade che avreb-be percorso. Arrivato da viale Zara haimboccato viale Lombardia (dove c’è stataun po’ di delusione dovuta al fatto che l’au todel Pontefice ha imboccato il tunnel), èuscito al Rondò dei Pini e ha imboccatoviale Cesare Battisti, presidiato fin dallamattina da una cinquantina di uomini delleForze dell’ordine, supportati da decine divolontari della Protezione civile. Arrivato invia Brianza, all’altezza dell’ingresso di PortaMonza, è sceso dalla «Fiat Tipo» per saliresulla Papamobile. L’ultimo tratto, da vialeCavriga al prato, l’ha percorso tra due ali difolla festante.

Al suo ingresso nel prato i fedeli hannosollevato striscioni, urlato il suo nome,applaudito e sventolato le sciarpe che eranostate distribuite durante la mattinata. Il girod el l’intero prato è durato una buonamezz ’ora. Poi il Pontefice ha indossato iparamenti e la messa, alle 15.30, è ini-z iat a.

A l l’esterno del Parco della Reggia diMonza, massiccio è stato il sistema disicurezza messo in piedi dalla Questura incollaborazione con la Prefettura.

Intorno alle 13.30, a due ore dall’iniziodella celebrazione all’interno dell’Ipp o dro-mo del Mirabello, le Forze di Polizia hannoconfermato che i fedeli all’interno del Parcoavevano già raggiunto quota 300mila, men-tre almeno un terzo si trovava ancora inviaggio o lungo il percorso.

L’arrivo della Papamobileda viale Brianza fino al Par-co

UN FORTE MONITO CONTRO CHI «SPECULA»

Un ’omelia «rivoluzionaria»su poveri, migranti e ultimi

LA MESSA NEL PARCO SUL PRATO DELL’EX IPPODROMO

Servizi e foto a cura dei nostri inviati Alessandro Piccioni, Andrea Loddo, Luigi Costanzo, Arianna Sala, Omar Porro e Alessandro Di Mise

«Che emozione quella enorme cattedrale a cielo aperto»Il nostro inviato ha seguito, minuto per minuto, la trasferta della comunità parrocchiale di Sant’Ambrogio con oltre trecento partecipantiSEREGNO (ply) « Dell’i n c o nt rocon il Papa mi è piaciuto cam-minare insieme a tutte quellepersone e incontrare alcuniamici che non vedevo da tantotempo. Mi sono emozionato, èstato bello partecipare a questoevento così speciale...».

Questo è il pensiero di Da -niele, uno dei tanti bambini frail milione di fedeli che ha presoparte alla Messa di Papa Fran-ces co, lo scorso sabato pome-riggio, al parco di Monza. Pa-role, sguardi e gesti carichi diemozioni, per raccontare un in-contro così atteso anche dallanostra città.

L’appuntamento per noi erafissato alle 9.45, direttamente instazione. Qui ci siamo aggregatial gruppo parrocchiale diSant ’Ambrogio, che contava la

bellezza di 350 persone, divisein sette gruppi. Dopo un rapidoappello della responsabile,Raffaella Leveni, siamo final-mente partiti alla volta del Pon-tefice. Quello che abbiamo per-cepito varcando la soglia delparco di Monza è stato unico edifficile da riassumere in pochitermini. Quel prato si era tra-sformato in una gigantesca cat-tedrale a cielo aperto, sotto unsole splendente per radunarecittà, persone e storie.

L’oratorio di Sant’Ambro gioha aggregato famiglie con bam-bini molto piccoli, adolescenti,ma anche persone anziane chehanno scordato la fatica delcammino solo per incontrare il«loro» Papa. Sguardi pieni divita e occhi radiosi, come quellidella piccola L aura che tanto

Parte del gruppo della parrocchia Sant’Ambrogio alla partenza

MARTEDÌ 28 MARZO 2 017

Giornale di Seregno - Desio LaLa visitavisita deldel Papa Papa 37

Folla straordinaria e silenzio durante la MessaIl Papa scalda gli animi e interroga le coscienze

QUASI DUEMILA SEREGNESI HANNO PARTECIPATO ALLA FUNZIONE DEL SANTO PADRE

Una lunga giornata indimenticabileIL GRANDE ABBRACCIO

LA MESSA NEL PARCO SUL PRATO DELL’EX IPPODROMO

Servizi e foto a cura dei nostri inviati Alessandro Piccioni, Andrea Loddo, Luigi Costanzo, Arianna Sala, Omar Porro e Alessandro Di Mise

«Che emozione quella enorme cattedrale a cielo aperto»Il nostro inviato ha seguito, minuto per minuto, la trasferta della comunità parrocchiale di Sant’Ambrogio con oltre trecento partecipanti

ha fatto per portare alto, lungo ilcammino, lo stendardo dellasua parrocchia. Fra i nostri an-che il gruppo degli scout, fa-cilmente riconoscibili con le lo-ro uniformi, mischiati tra il mi-lione di striscioni bianchi e gial-li. E mentre si attendeva PapaFrancesco qualcuno giocava acarte, altri sonnecchiavano sot-to il sole, altri ancora leggevanoo ascoltavano la musica. Poi,quando il momento tanto at-teso si è avverato, il boato che èemerso dalla folla era da pelled’oca. Quasi come a dire: «Orail Papa è davvero fra noi».

« E’ stata una giornata bel-lissima – conclude Va l e r ia , unaragazza del gruppo – Non hosentito stanchezza. Solo forza,amore e speranza...».

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Parte del gruppo della parrocchia Sant’Ambrogio alla partenza

IL CLAMOROSO GESTO DELL’EX SACERDOTE DI DESIO

Le corna di don Luca Raimondi durante la Messa fanno il giro del mondo(frd) La foto delle sue «corna» durante la messadi Papa Francesco, sabato scorso, al Parco diMonza ha fatto letteral-mente il giro del mondo.Un ’immagine che a pri-ma vista è stata etichet-tata da tutti come «fuoriluogo», tant’è che ini-zialmente in molti han-no pensato potesse trat-tarsi di un gesto messo inatto da un mitomane, unbizzarro infiltrato tra ilgruppo di sacerdoti chehanno concelebrato lamessa. In realtà nulla ditutto ciò, perché il pro-tagonista di questo go-liardico siparietto è niente meno che don Lu caRaim on d i, classe 1966, responsabile della co-

munità pastorale Regina degli Apostoli di Ber-nareggio, Villanova, Sulbiate e Aicurzio e con

alle spalle 25 anni sull’al -tare, tra cui otto a Desio(dal 2000 al 2008) durantei quali si è occupatod e l l’oratorio Beata Vergi-ne Immacolata. E chi loconosce bene sa che que-sto gesto, apparentemen-te incomprensibile ai più,fa parte del carattere delvulcanico sacerdote. Unprete «anticonformista»,uno di quei sacerdoti cheadora «sporcarsi le mani»e che si esalta là dove c’èda fare il lavoro duro, co-

me risollevare una parrocchia o richiamaremolte pecorelle smarrite del gregge di Dio

a l l’amore del suo Pastore. Ed è proprio perqueste sue caratteristiche così esuberanti, da«pane al pane, vino al vino», che riesce adarrivare dritto al cuore dei suoi fedeli. E lodimostra il fatto che proprio don Luca è riuscitoa portare al Parco di Monza oltre 700 fedeliprovenienti dalle sue parrocchie: un vero re-cord tra le comunità brianzole. Dopo il tam tammediatico che si è creato a seguito della pub-blicazione della sua foto, ha spiegato, in unaintervista esclusiva, cosa è realmente successo.«Il mio non voleva assolutamente essere ungesto volgare, ci mancherebbe - ha spiegato ilsacerdote - Intanto ci tengo a precisare chemancava ancora più di un’ora all’inizio dellamessa ed io mi trovavo nell’area riservata aisacerdoti. C’era un clima di festa e di attesa peril Papa. Ad un certo punto una signora, ve-dendo il mio basco colorato sulla mia testa, miha chiamato da lontano. Mi ha fatto cenno che

voleva il mio cappello, così per ridere». Ov-viamente don Luca non avrebbe prestato pernessuna ragione al mondo quella coppola,comprata durante una vacanza in Sicilia, eutilizzata anche durante l’ultima visita di PapaRatzinger a Milano, durante la Giornata mon-diale della famiglia. «Ho fatto segno di no conl’indice ma la signora insisteva e allora hoalzato oltre all’indice anche il mignolo per farcapire il mio rifiuto, ma il tutto in un climaspiritoso - ha continuato il sacerdote - Proprioin quel momento è partito il clic del fotografo.Subito dopo mi hanno riferito che, nel giro dipochi minuti, quella foto si trovava sui mag-giori siti internet nazionali e sono passato co-me l’infiltrato tra il gruppo di sacerdoti. Alloraho subito avvisato i miei superiori di quello chestava succedendo e loro mi hanno detto di staretranquillo e sereno. Non sono andato a cer-carmela, sono i rischi della comunicazione».