Il gladiatore, l'età imperiale attraverso il film di Ridley Scott

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Il Gladiatore

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Curiosità e storia a partire dal celeberrimo film Il Gladiatore di Ridley Scott con Russell Crowe

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Il Gladiatore

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IL FILM

Il Gladiatore, film del 2000, è stato diretto da Ridley Scott. Ha vinto molti

premi, fra i quali 5 Oscar. Gli attori protagonisti sono Russell Crowe, nel

ruolo di Massimo Decimo Meridio, Joaquin Phoenix (Commodo), Oliver

Reed (Proximo) e Connie Nielsen (Lucilla).

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Curiosità• Nel film, il gladiatore nero Juba è

interpretato da Djimon Hounsou, protagonista anche di “Blood Diamond”

• come in “Spartacus” c’è un senatore di nome Gracco, in entrambi i film politico di rilievo, interpretato qui da Derek Jacobi.

• Il film raggiunse la fama anche per la colonna sonora, utilizzata spesso per le pubblicità.

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LA STORIAL’imperatore Marco Aurelio è impegnato in

Germania contro i barbari; al suo fianco combatte un valoroso generale di nome Massimo Decimo Meridio. La battaglia termina con una grande vittoria: ciò accresce molto la gloria di Massimo e, anche per questo, guadagna tanta stima e tanto affetto da Marco Aurelio che riceve la proposta di diventare imperatore.

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E’ a questo punto che la vita di Massimo viene stravolta

completamente: Commodo, figlio dell’imperatore, uccide il padre per

ripicca e condanna il protagonista con la sua famiglia a morte. Massimo

riesce abilmente a fuggire, anche se ferito, ma quando

arriva in Spagna a casa sua trova solo morti e rovine bru-

ciate. Di fronte alla terribile vista

vista e per il dolore fisico Massimo perde i sensi.

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Quando si risveglia, Massimo è su un carro che lo porta alla scuola gladiatoria di Proximo, dove viene addestrato ad uccidere per divertimento e riesce a diventare famoso e amato dalla folla.

Anche Proximo lo prende a cuore e lo sprona a fare del suo meglio in arena, soprattutto perché i suoi atleti sono stati convocati a Roma dall’imperatore Commodo.

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Così Massimo arriva al Colosseo, dove dimostra ancora una volta la sua audacia e bravura nel combattimento: la folla lo acclama e anche l’imperatore è piacevolmente impres- sionato dallo spettacolo, tanto che scende in arena per chiedere il nome dell’eroe della gente. Massimo si mostra ribelle e la notte viene imprigionato, anche perché Commodo si ricorda della sua storia.

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Lucilla, sorella di Commodo, tenta di liberare Massimo perché guidi una congiura contro suo fratello, ma i due vengono scoperti e per Massimo si avvicina la fine: Commodo vuole sbarazzarsi di lui in modo spettacolare e facile. Perciò decide di affrontarlo in arena e, per batterlo facilmente, lo pugnala al torace poco prima del combattimento. Però l’imperatore non tiene conto della forza di Massimo e viene ucciso.

Così, tra le acclamazioni della folla, Massimo giunge ai campi Elisi.

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Errori storici• L’impero di Commodonella pellicola sembra durare

circa un anno, ma in realtà va dal 180 al 192 • Nel film compaiono sulle selle delle staffe, che a

quei tempi non erano utilizzate dai Romani• La battaglia iniziale si svolge a Vindobona, che

però non si trova in Germani (come è scritto nei sottotitoli), ma in Pannonia

• Massimo non è un praenomen• La lancia usata dai soldati non dovrebbe essere un

pilum, ma un giavellotto• Il mantello dei pretoriani nel film è viola, mentre

storicamente era candido. Inoltre l’armatura di questa milizia era uguale a quella di ogni altro soldato, mentre nel film è diversa e più ordinata.

• La cavalleria in realtà non era usata dai Romani per l’assalto, ma per l’inseguimento

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La battagliaNella scena iniziale del film si possono osservare

le tecniche di combattimento dei Romani.L’attacco inizia con le armi da lancio: le catapulte

e gli archi. Più precisamente si vede che i primi proiettili sono infuocati e servono a rompere le linee nemiche. Poi cominciano gli scontri corpo a corpo con il giavellotto e dopo con il gladio: il giavellotto infatti è una lancia piuttosto sottile che si dovrebbe rompere al primo utilizzo, in modo da ferire il nemico impedendogli di recuperare l’arma. Nel film si vede poi che la cavalleria è usata per accerchiare il nemico e bloccarlo.

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I luoghi

I luoghi in cui si svolge il film sono reali: sono tutti territori conquistati dall’impero romano nel corso dei secoli.

La Germania nel II secolo era veramente uno dei territori a rischio dal punto di vista territoriale per le continue rivolte

La Spagna era effettivamente una provincia in cui cittadino poteva diventare potente

Il Colosseo era stato fatto costruire dai Flavi e Commodo ne aveva ampiamente usufruito, mettendo inoltre il suo volto alla statua di Nerone che era posta fuori dall’anfiteatro

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Il periodo in cui è ambientato il film, 180 d.C. rappresenta il termine di uno dei più fiorenti periodi della storia romana, il periodo aureo.Il periodo aureo va dal 96 d.C. a 192 d.C., con la morte dell’imperatore Commodo. Questo lasso di tempo fu considerato un vero periodo d’oro da quasi tutta la classe dirigente, solamente due scrittori Luciano di Samosata e Nigrino denunciano l’immoralità di questo periodo caratterizzato dalle prepotenze dei più ricchi.

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Tra il 96 e il 192 si succedettero sei imperatori.•Nerva 96-98 instituì il principato adottivo•Traiano 98-117 fu l’ultimo imperatore che espanse il limes romano. Conquistò la Mesopotamia e la Dacia.

Nerva e Traiano

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La tabula traianaUn'iscrizione commemorativa, larga 4 metri e alta 1.75, nota come Tabula Traiana scolpita ,direttamente nella roccia, celebra il rifacimento della strada militare romana che conduceva al ponte di Traiano; si trova sul lato serbo, rivolta verso la Romania. Vi si legge: “IMP(erator) CAESAR DIVI NERVAE F(ilius) NERVA TRAIANUS AUG(ustus) GERM(anicus) PONTIF(ex) MAXIMUS TRIB(unicia) POT(estate) IIII PATER PATRIAE CO(n)S(ul) III MONTIBUS EXCISI[s] ANCO[ni]BUS SUBLAT[i]S VIA[m r]E[fecit]” «L'imperatore Cesare Nerva Traiano Augusto, figlio del divo Nerva, vinci-toredei Germani, Pontefice Massimo, quattro volte investito della potestà tribunizia, Padre della Patria, Console per la terza volta, sca-vando montagne e sollevando travi di legno questa strada ricostruì.»

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La dedica si riferisce a quella «spettacolare strada», lambita dal corso del Danubio, che i genieri romani aprirono nel 33-34, intagliandola tra le rocce a picco delle nelle gole di Kazan. Della strada, inghiottita dalle acque dopo la costruzione della diga nel 1973, nulla è più visibile se non qualche breve tratto; la stessa Tabula Traiana, originariamente posta lungo il percorso, è stata salvata dall'innalzamento del livello delle acque solo grazie al sollevamento, per 20 metri, dell'imponente blocco di roccia in cui era ricavata insieme 7,5 metri della strada romana su cui essa sorgeva.

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Adriano 117-138 fu un imperatore riformista, le sue riforme furono le premesse per l’assolutismo e per la divisione dell’impero in due parti; salì al potere in circostanze poco chiare, si dimostrò subito ligio al dovere e trovò il favore della classe senatoria alla quale attribuì onori e aiuti, soprattutto nell’ambito fiscale. Pose fine all’espansionismo

Adriano

romano, distrusse il ponte sul Danubio e costruì il vallo di Adriano in Inghilterra. Nell’Historia Augustae si legge che Adriano morì odiato da tutti.

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Antonino PioAntonino Pio (138-161) fu un imperatore che governò con senno, e gli fu dato l’appellativo di “Pius” per i molti donativi e la bassa pressione fiscale. Non allargò ulteriormente il limes romano.

Basamento della colonna di Antonino Pio

Costruì il vallo antoniniano e proseguì nella politica di difesa dei confini. Antonino fu uno dei primi imperatori a impedire le ersecuzioni contro i cristiani.

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Marco AurelioMarco Aurelio governò dal 168 al 180 a.C. Fu affiancato al potere da suo fratello “acquisito” Lucio Vero. Durante il suo impero dilagò la peste e vi furono continue incursioni da parte dei barbari. Gli scrittori contemporanei lo definirono come un imperatore che non ebbe quanta ne avrebbe meritata, tanto che Cassio Dione dice che a definirlo sfortunato basterebbe solamente descrivere il figlio che gli era capitato. Alla morte di Lucio Vero l’imperatore nominò come cesare suo figlio Commodo. Fu un grande appasionato di filosofia, tanto che viene ricordato come l’imperatore filosofo, e venne sempre rappresentato con la barba lunga, tipica dei filosofi greci. Rese più forte il potere della classe senatoria e pose un freno ai giochi gladiatori. Riuscì a rifonire i municipi i grano grazie al grano dell’urbe.

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Vita di Marco Aurelio da Giulio Capitolino

• Marco Aurelio, diventato imperatore, associa al potere il fratello Lucio Vero.

• Era amante della filosofia, governò con senno aiutando i cittadini.

• Fornì il grano dell’urbe ai municipi italici.• Ristabilì un ordine antico, infatti:

accrebbe l’influenza del senato, cura le vie di Roma e di altri luoghi e pone freno a giochi gladiatori.

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• “Fu molto pio” cap. XIII• “Durante il suo governo la pestilenza

continua a dilagare” cap. XIII• “Amministra con moderazione e benignità le

province” cap. XVII• “Dà a suo figlio Commodo il titolo di Cesare”

cap. XVII• “Fa ricorso a tasse straordinarie per riempire

le casse dello Stato,vendendo anche i beni della reggia per trarne ricavo” cap. XIX

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Commodo

Commodo fu l’ ultimo imperatore del periodo aureo. Riuscì ad accattivarsi il favore della gente anche scendendo a combattere nell’arena, ma per questo fu odiato dalla classe della senatoria. Viene descritto come un imperatore amante del lusso, crudele. Cassio Dione ne parla come di un uomo vizioso, disonesto e crudele. Fu amante degli agi a tal punto che ritornò dalle zone di guerra a Roma, facendo credere a suoi amici di voler evitare congiure: questo ci è raccontato da Erodiano nelle sue storie. Regnò dal 180 al 192 d.C., quando fu ucciso dal suo istruttore gladiatore.

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Vita di Commodo da Elio Campridio

• “Nacque il 31 Agosto 161 a.C. Prima che nascesse, sua madre Faustina sognò di generare due serpenti, di cui uno più feroce”

• “Da fanciullo fu vizioso, disonesto, crudele, corrotto, incline all’oscenità nel parlare e maestro di discipline non di dignità imperiale.” cap. I

• “Presso Certinelle ordinò di gettare nella fornace colui che gli aveva preparato un bagno freddo. Il pedagogo però gettò nel forno pelle di castrone” cap. I

• “Diventato imperatore allontanò tutti gli amici e consiglieri del padre.” cap. III

• “Si disinteressò della guerra quasi compiuta contro i Germani e accettò le condizioni di pace del nemico. Tornato a Roma festeggiò comunque il trionfo” cap. III

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• “Si ubriacava di giorno, di notte vagava per bettole sperperando il denaro dello stato e baciava sempre pubblicamente in teatro Saotero” cap. III

• “Fece suoi consiglieri liberti o servitori, che più di una volta lo ingannarono...” cap. VI

• “Cambiò spesso i prefetti e in un anno ci furono 25 consoli” VI cap

• “Ottenne dal senato i titoli di Pio, Felice, dagli adulatori il titolo di Britannico e Ercole Romano. Chiamò Roma Colonia di Commodo, Cartagine Alessandria Commodiana Togata e La flotta d’Africa Commodiana Erculea.” cap. VIII

• “Incline alla libidine e alla ghiottoneria”• “Mise la sua testa sul colosso al posto di quella di Nerone e

sulla base vi incise i suoi titoli tra cui effemminato, gladiatore, Commodo Ercole.” cap. XVII

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• “Commodo venne ucciso in una congiura ordita dal prefetto Quinto Emilio Leto e da Marcia, sua concubina. Tentarono di ucciderlo con del veleno, ma, visto che questo tardava a fare effetto, lo fecero strangolare da un atleta” cap. XVII

• “Dopo la sua morte l’imperatore Severo lo annoverò tra gli dei assegnandogli un sacerdote personale per il culto” cap. XVII

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I marcomanni

“Vicino agli Hermunduri vivono i Naristi, poi i Marcomanni e i Quadi. La gloria dei Marcomanni sovrasta la fama degli altri e così la loro potenza: la regione stessa se la sono conquistata col valore militare avendone cacciati i Boi. […] Questa è come la fronte della Germania, fin dove è circondata dal Danubio. Fino a oggi Quadi e Marcomanni hanno sempre avuto re provenienti dalla loro gente, la nobile stirpe di Maroboduo e di Tudro (oggi invece tollerano anche sovrani stranieri), ma forza e prestigio derivano ai re dall’autorità di Roma. Raramente si servono delle nostre armi, più spesso del nostro denaro: ma ciò non riduce molto la loro potenza.”

Tacito “La Germania” cap.42

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I Marcomanni, tribù

germanica da molto tempo

a contatto con l’impero

Romano, avevano preso le

abitudini dei latini

stabilizzando i loro

insediamenti, iniziando a coltivare e

intraprendendo un processo

di romanizzazion

e, grazie anche ai

buoni rapporti intrattenuti con Roma.

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Nel 167 i Marcomanni e i Quadi irruppero oltre la frontiera romana, lungo il corso medio del Danubio; poi, attraversando la Pannonia e il Norico, penetrarono in territorio italico fino ad Aquileia. Questo fu un momento di grande difficoltà per l’impero, ma Marco Aurelio, riuscendo a disporre di fondi enormi per le spese di guerra, reclutò soldati da ogni classe sociale dell’Impero e costruì nuove fortificazioni.Dal 168 rimase a ispezionare il fronte danubiano e nel 180 lo colse la morte a Vindobona. I Romani seppero soprattutto sfruttare la scarsa intesa che regnava tra gli invasori, riuscendo a distaccare le tribù e a metterle in lotta tra loro.

I GERMANI

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Dal 168 d.C. Marco Aurelio, pur essendo un principe-filosofo, amante della pace, fu costretto a fare continue guerre :•170 iniziale sconfitta contro i Marcomanni•171 – 172 vittoria sui Marcomanni, titolo di “Germanicus”•174 vittoria contro i Quadi•175 vittoria sugli Iazigi, titolo di “Sarmaticus”•175 interruzione conflitti e accordo di pace: l’imperatore aveva bisogno di truppe sul fronte in Siria, per l’insurrezione di Avidio Cassio•178 i Germani ruppero l’accordo e Marco Aurelio riprese le operazioni di guerra sul Danubio•180 morte di Marco Aurelio a Vindobona

La vittoria del 174 contro i Quadi rimase leggendaria per l’impresa della Legio

Fulminata: i soldati cristiani che facevano

parte dell’armata infatti, avrebbero invocato da Dio la pioggia per ristorare i

soldati allo stremo; la pioggia venne e proprio

sotto l’infuriare di un temporale i nemici vennero debellati.