Il giornalino dell’ Istituto Buonarroti n. 6 - maggio 2015 ... · perchè parlare di una banca?...

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1 info: [email protected] - [email protected] - www.cgbuonarroti.it - CG Buonarroti Il giornalino dell’ Istituto Buonarroti n. 6 - maggio 2015 La Campanella Giornalino dell’Istituto Comprensivo Statale “Buonarroti” di Corsico. A cura del Comitato Genitori Buonarroti. Abbiamo vinto la sfida! Ecco i premi richiesti Carissimi, diversamente da quanto affermato nel precedente numero di La Campanella, con un meraviglioso quanto inaspettato sprint finale, siamo riusciti a raggiungere i 42500 punti raccolti! Abbiamo quindi vinto lasfida e superato i 42200 bollini raccolti nella passata edizione!!! Grazie a tutti e alla prossima raccolta.

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Il giornalino dell’ Istituto Buonarroti n. 6 - maggio 2015

La CampanellaGiornalino dell’Istituto Comprensivo Statale “Buonarroti” di Corsico.

A cura del Comitato Genitori Buonarroti.

Abbiamo vinto la sfida!Ecco i premi richiesti

Carissimi, diversamente da quanto affermato nel precedente numero di La Campanella, con un meraviglioso quanto inaspettato sprint finale, siamo riusciti a raggiungere i 42500 punti raccolti! Abbiamo quindi vinto lasfida e superato i 42200 bollini raccolti nella passata edizione!!!

Grazie a tutti e alla prossima raccolta.

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I Prossimi appuntamenti...

Anche quest’anno torna BIM-BIMBICI la manifestazione nazionale organizzata il 10 maggio 2015 da FiabOnlus, Federazione Italiana Amici della Bicicletta.

E anche quest’anno il Comi-tato Genitori non ha perso l’occasione di proporre al no-stro Istituto il coinvolgimen-to a questo evento attraverso un concorso per le scuole e la settimana di mobilità alterna-tiva che ha visto la partecipa-zione gradita e divertita dei bambini e dei ragazzi.

Il concorso per le scuole con una veste completamente nuova! Un concorso interno, ideato dai genitori del Comi-tato che per tutto l’anno sco-lastico si sono impegnati ad organizzare un bici bus pro-ponendo l’utilizzo di mezzi alternativi a quelli inquinanti. Vi ricordate di GIRALAPA-ROLA?

E come terminare al meglio questa esperienza? Con la bi-ciclettata non competitiva del 10 maggio che dall’Area Pozzi attraversa tutta Corsico e che permette alle famiglie di vi-vere un’esperienza divertente e importante… nel rispetto dell’ambiente e della salute.

Ritrovo: h per l’iscrizione obbligatoria (offerta libera)

Partenza : percorso per tutti tra i parchi e le vie di Corsico. Attività prima… dopo…e durante…

- dalle h 13.00 Sei cresciuto e la bicicletta non ti va più bene? Portala al Comitato qui ricicli il tuo usato!

- dalle h 14.30 Attenzione agli ostacoli con Officina Balenga

creativo dalle h 15.30 per ricordare la giornata, seminiamo piccole bici ….con il Comitato Genitori Buonarroti

dalle h 16.30 a cura di Buonmercato con prodotti del parco Sud

Merenda

“Km0”

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Liquido non newtoniano – Slam- Bolle di sapone - Forno Solare

Estraiamo il DNA dalle cellule Cosa cresce sulle mie mani? I germi…

SCRATCH creazione di un (video) gioco

Risolviamo le operazioni con i giochi de:

Il Lupo e la Lepre - Caccia alle uova

“Il recinto del ritmo": contiamo e teniamo il ritmo

"la casa delle note": costruiamo una scala per entrare nella casa delle note..

Caccia ai fossili- Vulcano in eruzione Conosciamo i minerali

I Laboratori, , iniziano alle

. Vi daremo una scheda per partecipare ai laboratori e alla fine otterrete il Diploma di Scienziato

Eeeeehhh? Ah! Mi dicono che sia mooooolto divertente, quindi…. prenotate la vostra partecipazione inviando una mail a:

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Il Contributo del Comitato...

La PasquaAnche quest’anno, in occasione della Santa Pasqua, Il Comitato Genitori ha organizzato la vendita di oggettini realizzati dai geni-tori. Allegri coniglietti e carotine hanno riempito i tavolini posizionati all’esterno delle scuole.Come sempre anche i fondi raccolti in questa occasione, verranno impiegati per le diverse necessità del nostro Istituto.

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Battisti(un piccolo aiuto dal Comitato)

Facendo seguito alla richiesta di alcuni rappresentanti della scuola elementare Battisti, il Comitato Genitori Buonarroti ha provveduto a donare 7 cavi di rete e 7 ali-mentatori allo scopo di rendere operativi alcuni portatili presenti nell’aula di informatica.

MunariL’inglese per i piu piccoli

Quest’anno il Comitato Genitori, in accordo con la diri-genza scolastica, è riuscito a donare alle “giraffe” di tutte le classi della scuola materna, un corso di inglese svilup-pato in 10 lezioni di un’ora.

BuonarrotiLa rete si allarga

Grazie al contributo del Comitato Genitori, la scuola media Buonarroti ha potuto completare il cablaggio della rete

SalmaProgetto Rete

Obbiettivo futuro del Comitato Genitori è contribuire alla realiz-zazione del cablaggio della rete nella scuola elementare Salma.Abbiamo già cominciato la raccolta dei primi fon-di, ma data l’imponenza del progetto, sarà neces-

sario del tempo per riuscire a realizzarlo, ma il termine che ci siamo prefissati è il prossimo anno scolastico. Vi terremo aggiornati!

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Festa dell’albero(un abbraccio alla natura)

Foto Salma 2aA e 2aBUn grande abbraccio ed un in-chino per ringraziare tutti gli alberi del Mondo per i loro importanti doni: ossigeno, di-fesa da frane, ombra, riposo, tranquillità, gioco ed altro an-cora ....

Nel precedente numero de La Campanella alla pagina n.5 abbiamo attribuito alcune foto alle classi sbagliate. Di seguito vi riportiamo le classi corrette. Scusandoci per l’errore vi auguriamo un buon proseguimento di lettura.

La Redazione

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I Ragazzi Le Maestre Le Mamme

Un unico laboratorioCiao a tutti, quest’anno il Comitato Geni-tori ha organizzato, in colla-borazione con la scuola, una serie di laboratori di Natale. Quando è stato chiesto a noi genitori di partecipare a que-sto progetto non abbiamo avuto nessun dubbio e abbia-mo risposto subito di si. Un esperienza così non si poteva rifiutare!Io e altre mamme ci siamo ritrovate a condividere con i bambini/ragazzi, l’occasione di creare insieme qualcosa.I laboratori proposti erano diversi; io e un’altra mamma

abbiamo fatto il laboratorio “crea il porta lumino in ve-tro” nella 4° C. Appena siamo arrivate in classe, siamo state accolte con molto entusiasmo sia dai ragazzi che dalle ma-estre. Insieme abbiamo pre-parato i materiali e spiegato qual’era il progetto. In men che non si dica i bambini hanno cominciato a sbiz-zarrirsi con una creatività sconvolgente. Sicuramente quello che ci ha colpito di più è stato ve-dere come i ragazzi lavora-vano insieme, si aiutavano, creavano senza dire mai il

mio è più bello del tuo.Le maestre sono state vera-mente super. Correvano di qua e di la ad aiutare tutti.

Grazie di cuore per questa fantastica esperienza che si è conclusa con la vendita di tut-ti gli oggetti fatti, fuori dalla

scuola, ai genitori, amici, pa-renti, tutti logicamente entu-siasti.Grazie a tutti per la fantastica e speriamo ripetibile espe-rienza.

Munari diceva: “I bambini di oggi sono gli adulti di domani, aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi, aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi, aiutiamoli a diventare più sensibili, un bambino cre-ativo è un bambino più felice.”

Noi tutto ciò lo abbiamo visto nei loro occhi e nella nostra feli-cità. Ciao alla prossima.

Care lettrici, cari lettori…..perchè parlare di una banca?Tranquilli! Non abbiamo nes-suna intenzione di assillarvi con argomenti tipo mutui, prestiti o conti correnti, bensì vogliamo parlarvi delle azioni ed attività positive che anche una banca può intraprendere nei confronti del nostro ter-ritorio.Come ormai sapete benissi-mo, il Comitato Genitori è in continua ricerca di donazioni e sponsor che lo aiutino a por-tare avanti la sua missione di supporto verso il nostro Isti-tuto e quindi i nostri ragaz-

zi, e ci piace raccontarvi che nella BCC di Corsico (nella persona del Dott. Talarico, responsabile di filiale) abbia-mo trovato un valido aiuto e supporto non solo per la ge-nerosa donazione che ci è sta-ta fatta, ma anche e soprattut-to per l’impegno che questa banca mette per migliorare le condizioni del territorio in cui tutti noi viviamo.Ma cosa centra una banca con le condizioni del nostro terri-torio?Per capirlo vi riportiamo quanto scritto sul sito inter-net della banca:

“La ricchezza che viene creata dalla Banca di Credito Coope-rativo resta nel territorio, non soltanto perché la quasi tota-lità degli investimenti per lo sviluppo dell’economia è ri-volta alla comunità locale, ma anche perché il patrimonio dell’azienda è ed è destinato a rimanere un bene di tutta la comunità. Un bene di cui nessuno (neanche i soci della Banca) si potrà mai appropria-re.” E ancora:“La Banca promuove lo svi-luppo sociale e culturale del territorio e delle comunità lo-

cali in due modi: sostenendo l’attività delle organizzazioni che svolgono questo ruolo (spesso enti nonprofit, coo-perative sociali, organismi di volontariato...); realizzando direttamente numerose atti-vità e iniziative di tipo sociale e culturale.”Che dire…Anche grazie a loro il Comi-tato Genitori per l’Istituto Buonarroti prosegue la sua “mission”: sostenere il nostro Istituto, i nostri ragazzi!

La Redazione

BCCUna banca per il sociale

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Io chi sono Tu chi sei?Un’esperienza nuova, ricca di emozioni quella che ha coinvolto il Comitato nel periodo di Carnevale. Invitati da Azione Solidale Onlus e da Associazione Tangram abbiamo potuto organizzare un evento che potesse coinvolgere persone con disabilità e non.Ad affiancarci nella manifestazione anche l’Associazione Acquaterra che ha proposto un laboratorio di costruzione di strumenti musicali con materiali di riciclo.Cosa abbiamo fatto? Abbiamo giocato, cantato e ci siamo divertiti insieme a tutte le persone che hanno partecipato (molte!), proponendo inoltre una nostra piccola recita di cui vi riportiamo il testo. Un ringraziamento speciale a Valeria, l’educatrice che ci ha seguito e incoraggiato e a Desirè che ha condiviso con noi questo momento. Grazie!

Comitato Genitori Buonarroti

“Io chi sono tu chi sei?”Si chiese un giorno il nostro amico.Con questa frase girereiil mondo nuovo e quello antico. “Io chi sono tu chi sei?”che risposta mi aspetterei?Di certo sincera, amica e garbatasemplice, cordiale e beneducata. Fu così che partì con il suo domandonerideva di già il nostro burloneeppur non pensava di crear subbuglioera solo una domanda, quale garbuglio! “Io chi son? Son Presidente!Io Infermiere! Io sergente!Io operaio! Io impiegato!Io ora son disoccupato!" Non ti ho chiesto cosa fai,la domanda, e tu lo sai,insistette il nostro amico,è “tu chi sei” questo io dico! Se ne andavano allibiti,arrabbiati o infastiditima che vuole questo pazzoche domanda da strapazzo!

Ho ben altro a cui pensarequi dobbiamo lavorareper favor vattene via!Questa non è cosa mia. Lui di certo non si arresee il da farsi allor comprese.Girò il mondo per davverotutta la terra, il globo intero. Arrivò infine in un paesino,naviglio, ponti e qualche giardinochiacchere, luci e tanto colore,almeno ho ritrovato il mio buonumore! Maschere in strada, rumori di festaprofumo di dolci da perder la testadel Carnevale il periodo è questoforse qualcuno risponderà lesto! Questa volta cercherò dei bambinison stanco di tutti questi cretini!han lo sguardo più sveglio e mi ascolterannoaspetto risposta da più di un anno! Ecco un bambino arrivare da meHo una domanda giusto per te“Io chi sono tu chi sei ?”Una semplice risposta da te vorrei

Io sono uno dei tanti bambiniche giocano qui tra le piazze e i giardinisiam tanti e diversi più alti e più bassic’è chi dice grazie e chi tira i sassi. Io sono Andrea e so chi sonosono un bambino che diventerà un uomomi aiuterai a non avere più paurae a realizzare i miei sogni con cura. Ecco ho trovato la mia risposta!E' nello scambio la grande scommessaE’ proprio bello quello che dici:sento già che saremo amici. Se siam tutti uguali che triste, che barbase siamo diversi invece che fiaba!Guardiamoci in faccia per davverovedremo l'anima del mondo intero

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Van Goghl’uomo e la terra

Martina: pieni di aspettativa siamo partiti da scuola, dopo aver studiato la vita e le opere di questo artista.Un autoritratto ci ha accolto e mi ha colpito soprattutto lo sguardo impenetrabile e i ca-pelli rossi dell’artista. Anche le donne dipinte nel quadro “I mangiatori di patate” mi han-no affascinato per il realismo e la drammaticità dei loro volti.

Cristian: la mostra è stata interessante perchè ho capito come Van Gogh dipinge so-prattutto con la mente e non solo con gli occhi e i suoi qua-dri mostrano il suo stato d’a-nimo molto tormentato.

Giada: l’autoritratto che ci ha accolti sembrava voler-ci parlare e spiegarci i suoi problemi, aveva gli occhi soc-chiusi, cupi, pieni di paure. La cosa piu bella, secondo me, è stato vedere il cambiamento di stile nei suoi quadri, quan-do la professoressa spiegava in

classe non avrei mai pensato di vedere il dolore e le ango-sce del pittore nei suoi quadri: è stata una bella esperienza.

Serena: la mostra occupava varie stanze, le prime erano tutte riguardanti i dipinti di contadini realizzati con colori scuri e spenti. Questi dipinti molto vicini ai pittori Millet e Daumier rivelano, con grande realismo, la fatica dei lavora-tori di quel periodo. Nelle sale successive erano esposti i quadri dove Van Gogh, con brevi pennellate e colori mol-to vivaci, cambia il suo modo di dipingere. il Postino è stato il quadro che mi ha colpito di piu per il forte contrasto tra la divisa di un blu molto acceso con i bottoni dorati e la bar-ba di mille colori e lo sfondo verde con i fiori.

Marianna: dopo aver supe-rato una tenda rossa, come quelle di un teatro, siamo entrati in una stanza che dava

l’idea di una grotta, era tutto buio, e la luce illuminava solo i quadri e le varie descrizioni sulla vita dell’artista: eravamo in un luogo suggestivo, però ci piaceva. L’autoritratto è stato il qua-dro che ci ha accolto, con colori vivaci, quali il verde il blu e il rosso stesi con tipiche pennellate usate dall’artista.Nella stanza successiva ci sia-mo ritrovati di fronte a quadri totalmente diversi da quelli di prima. I dipinti erano di co-lore scuro, marrone, e ritra-evano contadini che con fatica lavoravano la terra. Questi quadri non mi sono piaciuti molto perchè erano diversi da quelli che noi eravamo abi-tuati a vedere, però nella sala successiva finalmente abbia-mo visto i quadri che sperava-mo di osservare, infatti erano esposti dipinti con quei colori vivaci stesi con quelle pennel-late violente, che mostrano tutto il tormento interiore e la gravità della sua malattia

mentale che caratterizzano la pittura di Van Gogh: erano anche esposte le sue stampe Giapponesi e parte delle let-tere che aveva scritto al fra-tello.Durante il corso della mostra abbiamo fatto molte afferma-zioni e riflessioni su quest’ar-tista e alla conclusione del percorso la guida ci ha fatto i complimenti perchè eravamo molto preparati ed interessati.Quest’uscita mi è piaciuta davvero e tutti, avremmo vo-luto vedere anche i quadri piu importanti di Van Gogh ma purtroppo si trovano ad Am-sterdam e in altri musei sparsi per il mondo.

Queste sono solo alcune im-pressioni degli alunni par-tecipanti all’uscita didattica ritenuta una buona e valida esperienza da ripetere.

Classi 3aA, 3aB, 3aCScuola media Buonarroti

Nel mese di gennaio le classi 3aA, 3aB, 3aC della scuola media Buonarroti hanno visitato la mostra “VAN GOGH l’uomo e la terra”. Assistere e osservare dal vero i capolavori dei grandi artisti è stata un’ esperienza importante e stimolante.

ALCUNI COMMENTI DEI RAGAZZI

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Materna Munariquando Expo 2015 diventa un percorso didattico...

I bambini e le bambine della Scuola dell’Infanzia “Bruno Munari” hanno il piacere di far vedere a voi tutti, che leggete questo gior-nalino, alcuni lavori svolti nel corso dell’anno scolastico che rappresentano una piccola parte del percorso educativo-didattico, durante il quale si sono toccati argomenti che ruotano intorno all’evento expo 2015 e non solo.C’è anche la fotografia dello spettacolo in cui le insegnanti hanno interpretato i personaggi della mascotte Foody.

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IntroduzIone

“si ma adesso come spiego internet a mia figlia?”. Que-sta è la domanda che mi sono fatto dopo aver tenuto quelle “chiaccherate amichevoli” con i ragazzi delle scuole medie.Angelica ha 8 anni e sareb-be stato complicato spiegare cos’è internet e come po-trebbe essere utilizzata con-sapevolmente. Beh, un bim-bo di quell’età di solito ama le storie raccontate e allora, come ho spesso fatto per lei, ho scritto una fiaba. “Il signor Modem e la scatola magica”.

Il sIgnor ModeM e la scatola MagIca

Nel giorno del genetliaco del Re, un piccolo uomo si pre-sentò alle porte del paese di Noconn.“Chi va là” urlò impettita la guardia... ”ehm, so-sono un mercante, arrivo da paesi lontani... il mio nome è Mo-dem...”“...mercante, e cosa vendi?” rispose l’altra guardia appog-giandosi annoiata sulla sua lunga e appuntita lancia.Dovete sapere che il Re di No-conn, non amava particolar-mente gli stranieri. Ci teneva a far sapere che Noconn era il posto migliore in cui vive-re ma soprattutto ci teneva a far si che i SUOI sudditi (così lui chiamava la popolazione di Noconn) conoscessero solo ed esclusivamente Noconn e null’altro.

Il piccolo uomo, alzando lo sguardo per incrociare quello dell’annoiata guardia rispo-se “in realtà non ho nulla da vendere, ho solo una scatola magica con cui regalo sogni, viaggi magici, conoscenze nuove...”“tutto in una scatola??? AHA-HAHAHA” rispose la guardia “sei un mago allora!””no no...” rispose in tutta fret-ta Modem, “ho solo raccolto tutte le mie esperienze e le voglio mostrare a chi ne è in-teressato...”Che fare ora? Le guardie si scambiarono un veloce sguar-do, incerto, poi il primo, il più alto in grado proclamò impet-tito “una scatola non sarà mai un pericolo!” Le guardie era-no certe che in una semplice scatola non potessero starci tutte le cose che Modem di-ceva di voler regalare.“Entra, illuso e stolto mer-cante... morirai di fame a fare solo regali, ahahaha...”Mestamente il mercante entrò in città. Non era la prima vol-ta che veniva trattato in quel modo. C’era abituato, ma non era mai morto di fame!!!!La città era in festa, le strade erano piene di gente, i bimbi giocavano, i grandi urlavano e ridevano... sembrava davvero una città felice.Un piccolo edificio in un an-golo della strada attirò l’at-tenzione di Modem, la finetra sporca lasciava intravedere l’interno. Avvicinandosi Mo-

dem capì che si trattava di una scuola. Le lezioni stavano finendo e Modem decise di aspettare l’insegnate.“Buongiorno, mi chiamo Mo-dem, posso gentilmente farle una domanda?” chiese inchi-nandosi. “Buongiorno, sono l’insegnante Dott. Prof. Di gran Croc. Saccentis, mi dica, ma faccia in fretta, non ho tempo da buttare!!” disse qua-si indispettito il Professore. “Immagino sia per lei un ono-re insegnare, ma cosa insegna-te in questa scuola?” Chiese Modem.“A quei piccoli asini maleducati insegnamo la sto-ria del nostro paese, insegna-mo a rispettare i sudditi del Re, non hanno bisogno d’al-tro” rispose il Professore, e si allontanò tutto tronfio ed im-pettito... pochi istanti dopo, da una porticina secondaria uscì una donna, Modem si av-vicinò e le chiese “Buongior-no, Mi chiamo Modem, posso gentilmente farle una doman-da?”. La donna guardò diffi-dente Modem, che le fece un ampio sorriso. Le rosse gote di modem mostrarono le sue simpatiche fossette e la don-na rispose ”Bongiorno, sono Miss Riosity e sono un’inse-gnate di questa scuola”. “e cosa insegna lei ai suoi stu-denti?” “ai miei splendidi bambini in-segno ad essere curiosi, edu-cati, insegno loro a capire il mondo che li circonda, in-somma insegno loro ad essere

adulti consapevoli”.“I miei complimenti Miss Ri-osity”, rispose entusiasta Mo-dem.“... già ma al Re non piace, questa è la mia ultima setti-mana a scuola...” disse l’in-segnate con gli occhi velati di lacrime.Il triste sguardo della donna raggiunse il cuore di Modem che si strinse attorno a quegli occhi come un caldo abbrac-cio.“... ho un reagalo da farle” e tirò fuori la “magica scatola”. “ecco è per lei e per la sua classe”.“Cos’è” rispose incriosita l‘in-segnante.“Si chiama Internet, ci sono dentro le mie esperienze, le immagini dei miei viaggi in-torno al mondo, le mie co-noscenze e le conoscenze dei miei amici. Ci sono emozioni, immagini, colori, musica... insomma tante interessanti curiosità”.Il viso della donna si illuminò. Scoppiando in lacrime “grazie mio caro amico, lo mostrerò ai miei alunni...”.Il giorno seguente Modem si appoggiò alla finestra della scuola... la lezione di Saccen-tis sembrava essere noiosa, gli studenti annoiati e curvi sui banchi ascoltavano le “interes-santi” nozioni inculcate nelle loro giovani menti.Le prime due ore passaro len-tamente.Il prof. lasciò l’aula, il sollievo

1o premio speciale sezione genitori alla diciottesima edizione del concorso “Virtualmente”.

- amici dell’università Cattolica - Istituto Toniolo

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degli studenti riempì la stan-za.Eccola, Miss Riosity che, con sotto il braccio la scatola ma-gica fece il suo ingresso in classe, per quella che sarebbe stata la sua ultima lezione.“Carissimi ragazzi ”esordì l’insegnate“ oggi è la mia ul-tima lezione” “noo”“Non ci lasci”Sconvolti i ragazzi si accalca-rono attorno a miss Riosity. Con un sorriso che avrebbe il-luminato il mondo intero l’in-segnante tirò fuori la scatola magica e disse “voglio farvi un dono...”“dono?” pensò Modem “pen-savo l’avrebbe tenuta per se” un simpatico sorriso si dise-gnò sul volto dell’ometto.“Questa è una scatola magica, si chiama internet...” i ragazzi ammutolirono “ci sono den-tro i sogni, le speranze, le co-noscenze, le immagini, i viag-gi, la musica... insomma tutte quelle cose che vorreste fare ma che spesso non è possibile fare”.Il slienzio riempì la stanza...Riosity lentamente aprì la scatola... ed ecco le immagi-ni, colori, luci, musica, pae-si lontani, volti conosciuti e sconosciuti... si c’era anche Modem.I ragazzi cominciarono avi-

damente a guardare leggere ascoltare... cominciarono a prendere consapevolezza di ciò che c’era realmente at-torno a loro... occhi curiosi e voraci di informazioni... tutti attorno alla scatola magica... felici...Le ore passarono veloci, liete e spensierate...“Ragazzi” disse Miss Riosity “è ora di andare, è ora di salutar-ci, ma non è un addio”.“Ma come faremo senza di lei?” chiesero i ragazzi in la-crime ““ora avete la scatola magica, ho messo li dentro tutte le mie conoscenze, le mie emo-zioni, l’amore verso di voi... sarò sempre vicino a voi, ovunque io mi trovi... sarò li nella vostra scatola magica”.Strinse a se uno ad uno i suoi alunni e li baciò dolcemente. Uscendo dalla classe si voltò e disse solo “Grazie”.Uscì dalla scuola, le lacrime le rigavano il volto, ed eccolo Modem lì ad aspettarla.Vedendo l’omino la donna scoppiò in lacrime“come faranno i miei ragazzi, come potranno usare la scato-la magica, ne hanno una sola e loro sono tanti, e dopo di loro ne verranno altri, come faran-no, come faranno...?”“Riosity, guarda...” disse mo-dem. La donna guardò dalla

finestra la sua classe, il suo mondo.Su ogni banco era comparsa una scatola magica e i ragazzi l’avevano aperta e stavano...imparando, stavano crescen-do.La donna sorridendo si volto verso Modem.L’uomo le disse “apri le tue mani...” la donna ubbidì, ed eccola la sua scatola magica tra le sue mani.“Con questa potrai in ogni momento comunicare con i tuoi ragazzi, potrai continua-re ad insegnare e ad imparare. Ognuno dei tuoi ragazzi por-terà la scatola magica a scuola e la farà vedere ai propri ge-nitori. Condividerà con loro le emozioni e le gioie. Non ti posso assicurare che qualche scatola magica, in giro per il modo sia finita nelle mani sbagliate, ma con i loro geni-tori impareranno a discernere il bene dal male diventando sempre di più adulti consa-pevoli. La magia non è nel-la scatola, ma nella mente e negli occhi di chi la guarda e la usa, quando Saccentis guar-derà nella scatola non vedrà nulla di interessante”. In quel momento la donna si volto verso la sua classe e vide che tutti gli studendi guardavano con un sorriso la sua foto “la loro Miss Riosity”, che aveva

aperto le loro menti e i loro cuori. Internet avrebbe dato loro la possibilità di rimanere in contatto per sempre.Riosity e Modem andarono via insieme per portare le scatole magiche in altri paesi. Lontani o vicino poco impor-tava, la scatola magica avrebbe permesso a tutti di rimanere sempre insieme.La scatola magica aveva dato la possibilità di scoprire nuovi mondi, di vedere cose nuove di comprendere diverse cul-ture. La saggezza dei genitori aveva permesso ai ragazzi di diffidare da informazioni sba-gliate.Gli anni passarono, il Re morì, così come le sue rego-le di chiusura verso il mondo esterno.I ragazzi divennero uomini e donne di infinita saggezza. Noconn cambiò nome. Il nuovo nome votato da tutti i cittadini non più sudditi di-venne Freedom e la città di-venne uno dei centri culturali più importanti del mondo co-nosciuto... e di quello ancora non conosciuto.

... e tutti vissero felici, con-tenti e connessi...

Stefano

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L’angolo delle curiosita’........piu’ o meno scolastiche.

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei personaggi che hanno dato il nome alle nostre scuole.In questo numero parleremo di Luigi Salma e Cesare Bat-tisti.

luIgI salMa

operaIo deportato a Mauthausen

Luigi Salma (1902-1944) era nato e cresciuto a Milano.Si era trasferito a Corsico dopo aver trovato lavoro in cartiera Burgo nel 1929. Era conosciuto in cartiera e in paese per le sue non nascoste idee socialiste e per l’attività sindacale che svolgeva in fab-brica.Gli uomini che arrestaro-no Luigi Salma non erano di Corsico. Sapevano che lavora-va in cartiera e lo andarono a cercare li ma, lui aveva appena finito il turno, non lo trovaro-no.Quindi si diressero verso la sua abitazione, in Via Arman-do Diaz, oggi via Salma.Nessuno della cartiera pen-sò ad avvisarlo e metterlo in guardia così quando aprì la porta non ebbe il tempo di

realizzare quanto stava per ac-cadere.Ispezionarono la casa cercan-do armi, volantini ma non trovarono nulla. Finita la per-quisizione quegli uomini por-tarono via Luigi Salma con l’accusa si essere “politico”.Politico era colui che compi-va atti di “ disobbedienza, op-posizione e dissenso, tre ele-menti costitutivi del reato di nemico del Reich”.L’arresto colse tutti di sorpre-sa in paese, perché era il pri-mo di un antifascista a Corsi-co.Una parte del paese si strinse intorno alla moglie e al figlio undicenne, aiutandoli come potevano. Un grosso aiuto arrivò dai lavoratori della car-tiera che fecero la colletta, con quei pochi soldi che ave-vano, tutti i mesi, fino alla fine della guerra. La facevano perché, con la guerra, non c’era niente e la facevano di nascosto, metten-do i soldi in una busta che il parroco, don Flaminio, porta-va alla famiglia.Si seppe che Luigi Salma era detenuto nel carcere di San Vittore a Milano, che era occupato dai nazisti che con i detenuti politici usavano i “metodi tedeschi”.Questi metodi, particolar-mente feroci, consistevano in pestaggi, sevizie e torture e i prigionieri erano ostaggi nelle mani dei carcerieri.Con il febbraio del 1944 ini-ziarono le deportazioni, “ tra-sporti”, in Germania.

I detenuti venivano svegliati di notte, adunati in vagoni be-stiame piombati e avviati nei campi di concentramento.A marzo partì Luigi Salma con il trasporto numero 33. Arrivò a Mauthausen il 13 marzo 1944, il suo numero di matricola fu 57624 e vi resi-stette tre mesi. Morì il 18 giu-gno 1944 di fame e di stenti. Pesava 30 chili.La morte nei campi di con-centramento poteva arrivare

infatti per fame, attraverso violenze delle SS, le impicca-gioni, le fucilazioni, le iniezio-ni al cuore, gli avvelenamenti e infine con il gas. Alcuni ve-nivano bagnati e lasciati gelare nel rigido inverno austriaco.

cesare BattIstI

Nato a Trento nel 1875, in una famiglia religiosa e benestante che gestiva un negozio di ge-neri alimentari, Cesare Bat-tisti avrebbe potuto crescere nel piccolo ambiente provin-ciale, pago della tranquillità economica che la famiglia gli offriva; una inquietudine innata, un interesse istintivo alla vita e ai problemi dei suoi

simili, lo indussero, invece fin dai giovani anni, ad acco-starsi alle pene degli altri, a riflettere sulle contraddizioni e gli squilibri del tessuto so-ciale e politico della sua città e dell’intero Trentino. L’amore per la sua terra si fuse fin da principio con la consapevolezza della condi-zione di servitù in cui Trento si trovava, provincia perife-rica dell’impero asburgico; l’amore per la sua gente gli fece individuare lo stato di soggezione in cui i più poveri e i meno difesi versavano; da questo insieme di sentimenti e di convenzioni nacque, né più lo abbandonò, la sua voca-zione di patriota e di militante socialista. Frequentando l’università di Torino, quella austriaca di Graz e infine quella di Firen-ze, il suo orizzonte culturale si allarga; e meglio gli si defi-niscono, le caratteristiche, le carenze e le necessità del suo piccolo mondo trentino.Raccogliendo intorno a sé le intelligenze più vivide e i giovani più entusiasti, fra il 1894 e il 1896 coopera alla fondazione della “Società de-gli Studenti Trentini” e del settimana-le “L’Avvenire del Lavorato-re”. L’ideale romantico, le sensibilità che lo fanno freme-re ben si compendiano in quel tempo, in una sua frase che appare in uno dei primi arti-

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coli che scrisse a commento di alcune agitazioni di piazza: “I fischi gettati da te, povera gente che soffrì, da te che fischi senza sapere che cosa, noi li abbiamo raccolti”.In quegli anni ha conosciu-to a Firenze, la studentessa bresciana Ernesta Bittani che sposerà nel ’99; gli sarà spo-sa impareggiabile per tutta la vita e, lui morto, si dedicherà alla gelosa difesa della integri-tà della sua memoria.Nel 1898 Battisti si laurea in lettere e scienze sociali al Re-gio Istituto di Scienze Supe-riori in Firenze, presentando una tesi di laurea sul Trentino: un grande successo, la pubbli-cazione della tesi, un concor-so vinto, altre pubblicazioni scientifiche riconosciute di primo ordine, gli elogi di Pasquale Villari, la via aper-ta a una brillante carriera di studioso, a una cattedra uni-versitaria... Battisti risponde

invece a un più profondo ri-chiamo, aderisce ad una sua più intima coerenza e ritorna a Trento, ove subito fonda la rivista “Tridentum” che diri-gerà fino alla guerra e il cui dichiarato programma sarà quello di “contenere memorie originali o tradotte o compen-diate di scienze storiche e let-terarie, geografiche-etnologi-che e fisico-naturali, analisi e recensioni di opere d’attuali-tà in genere, di pubblicazioni italiane e straniere e di tutto ciò che concerne il Trentino”: in sostanza, sarà l’epicentro attorno a cui Battisti farà ogni sforzo per polarizzare il me-glio dell’intelligenza trentina, al fine di opporre un fronte di cultura italiana alla massiccia preminenza della organizza-zione culturale austriaca. In Tridentum e su Vita Trentina, altra rivista settimanale che subito fonda, inizia una lotta sempre più scoperta contro

il potere politico austriaco. Arruolatosi volontario nelle file dei soldati italiani, met-te al servizio dell’esercito le sue conoscenze della geogra-fia trentina, combattendo gli Austriaci sul fronte dell’Ada-mello e, successivamente, sui monti intorno a Rovereto. In breve viene promosso tenente per meriti di guerra conqui-stati sul campo. “ ... meraviglio-si questi alpini che sanno anni-diarsi quassù come aquile. Sono qualcosa di più dei soldati della montagna. Sono padroni e domi-natori.” Portato a Trento il 10 luglio 1916 insieme a Fabio Filzi, suo amico e compagno d’ar-mi, Battisti è rinchiuso nelle segrete del Castello del Buon-consiglio. Il giorno successivo subisce il primo interroga-torio nell’aula del Tribunale, ricavata dal Refettorio (stua della Famea) del Magno Palaz-zo. Viene condannato per alto

tradimento per aver intrapre-so “tanto come istigatore che come autore diretto, azioni tendenti a distaccare dal com-plesso dei paesi componenti la Monarchia austro-ungarica una parte di essi”. Per tale cri-mine è prevista l’impiccagio-ne, che viene eseguita nel tar-do pomeriggio del 12 luglio nella Fossa del Castello, suc-cessivamente denominata dei Martiri, in omaggio a Cesare Battisti, Fabio Filzi e al giova-ne Damiano Chiesa, studente trentino condannato anch’e-gli per alto tradimento dagli Austriaci e fucilato in maggio nella stessa Fossa.Valoroso combattente, viene decorato più volte; arresta-to, viene condannato a morte dall’Austria nel 1916; morì gridando:“Viva Trento italiana! Viva l’Italia!”

La Redazione

Biscotti semplici al burroregalataci da “fornelli in spalla”

IngredIentI:300 gr. di farina100 gr. di zucchero2 uova1 pizzico di sale100 gr. di burro

procedIMento:Setacciare la farina e unire il burro a pezzetti, lo zucchero, le uova e il sale. Se piace si possono aggiungere degli aromi, vaniglia, scorsa di arancia, di limone, gocce di cioccolato, cannella, ecc...Una volta impastato bene tutto con le mani o con l'impastatrice elettrica, formiamo una palla e l'avvolgiamo nella pellicola. Lasciamo riposare in frigorifero per almeno un'ora.Stendiamo la pasta in uno spessore di massimo 5 mm e iniziamo a tagliare a piacere o con delle formine i biscotti. Inforniamo per 20 minuti a 180 gradi in forno statico.Conservare in una scatola di latta per massimo 2 settimane.

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