Il Giornale di Casoria

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Anno 1 - Numero 17 - Domenica 30 ottobre 2011 Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita INSERTO SPECIALE Fare impresa: Carlo De Vita In arrivo la Fondazione "Casa Casoria". L'odissea dei cittadini nel caos della burocrazia SENZA FINE!

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Il Giornale di Casoria

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Anno 1 - Numero 17 - Domenica 30 ottobre 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

INSERTO SPECIALE

Fare impresa: Carlo De VitaIn arrivo la Fondazione "Casa Casoria".

L'odissea dei cittadini nel caos della burocrazia

SENZAFINE!

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E D I T O R I A L E

Senza fineCronache Casoriane.di Giuseppe Storti

No! Non vogliamo parlare della celeber-rima canzone di Gino Paoli. Ci rife-riamo alle inenarrabili odissee quoti-

diane dei cittadini casoriani nei rapporti con gli Uffici dell’Ente Locale. Dal 1993 a seguire, sono intervenute nell’ambito della Pubblica Amministrazione delle riforme epocali proprio per trasformare gli uffici pubblici da luoghi di perdizione e smarrimento dei cittadini utenti, in moderni ed efficienti strutture in grado di soddisfare le esigenze di efficienza, efficacia ed economicità. Le famose tre “e” che dovrebbero costituire lo “zoccolo duro” di ogni Ente pub-blico. Da Bassanini a Cassese a Brunetta: nulla appare cambiato per L’Ente Comune. Rice-viamo continue segnalazioni di inefficienze e caos da parte di cittadini utenti sulla gestione complessiva degli uffici comunali. Il “front of-fice” ovvero i servizi deputati al contatto con il pubblico sono nel caos totale. Sia per l’assoluta inadeguatezza dei luoghi di lavoro che di accoglienza del pubblico. Vogliamo parlare del Settore urbanistico? Cuore e snodo nevralgico per il rilascio di permessi ed autorizzazione sia per privati che per imprenditori. Confinato al secon-do piano del vecchio comune dà un’idea ed un’immagine di sfascio totale. Arma-dietti aperti, faldoni buttati alla rinfusa nei corridoi: dove file di cittadini attendono negli orari di ricevimento di poter avere spiegazioni dal Dirigente pro- tempore in esito alle pra-tiche inoltrate. E i tempi? Biblici! In quanto tempo si concludono i procedimenti ammini-strativi? Esiste un tempificazione certa della conclusione dei procedimenti? Numerose, in merito sono le segnalazioni di ritardi giunti da tecnici e progettisti. Quali obiettivi strategici e di gestione sono stati conferiti come prevede la normativa in materia, ai dirigenti all’atto del

conferimento dell’incarico dirigenziale?Chi verifica la qualità e la congruità delle perfor-mance dirigenziali? L’organismo deputato “ex lege” il Nucleo di valutazione e/o L’organismo indipendente di valutazione, non è stato ancora nominato. Ma il Sindaco, potrebbe e dovrebbe emanare una direttiva collegiale di giunta, per conferire gli obiettivi di gestione e strategici ai dirigenti collegati ai Piani economici di ge-stione. Concetti come “ customer satisfaction” soddisfazione del cittadini utenti, rispetto alla qualità delle prestazioni di servizio erogate dagli uffici dell’Ente, con rilevazioni periodi-che, sono concetti sconosciuti al Comune di Casoria. Eppure il d.lgs. 150/09 prevede, tra gli ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa, “la rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle attività e dei servizi anche attraverso modali-tà interattive” (art. 8, co. 1 lett. c). Sorvoliamo sulla carta dei servizi e della qualità, strumento strategico per l’organizzazione di strutture ed uffici, che non ci risulta essere conosciuta nel nostro comune. Anche in materia di bilancio i

cittadini in forma singola e/o associata hanno il diritto di disporre di un documento che per-metta loro di comprendere quali sono i con-creti indirizzi dell’amministrazione (in termini di servizi, della loro efficacia e dei loro costi), i livelli di pressione fiscale programmati e rea-lizzati dall’ente locale, i risultati delle politiche pubbliche sul territorio. Se detti strumenti, pure previsti da leggi della Repubblica italiana, sono ignorati o disattesi, i casoriani risulteran-no più che cittadini, sudditi. E questo non è consentito. E non è più tollerabile. Altro tema

delle cronache casoriane di questa settimana, è stato il Comitato sull’ordine e la sicurezza, che si è tenuto martedì scorso. Per una volta la nostra città è apparsa blindata, per la presenza dei vertici delle forze dell’ordine, e del Prefetto di Napoli. Pregnante è stato l’intervento del Prefetto Nel suo intervento Il Dr. De Martino, ha inteso innanzitutto tracciare un bilancio del tempo trascorso tra la riunione del Comitato dello scorso novembre e quella del pomerig-gio di oggi. Innanzitutto ha annunciato che c’è stata una riduzione generale degli episodi di criminalità sul territorio, ha tuttavia invitato le Amministrazioni, per il tramite delle polizie locali, ad attuare politiche integrate di sicurez-za con le altre forze dell’ordine; laddove – ha detto De Martino – “se la Polizia locale svolge una funzione Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza ne devono svolgere un’altra”. In pro-posito ha invitato i sindaci, ed in particolare quello di Casoria, Enzo Carfora, a promuovere delle Conferenze di Servizi in tema di sicu-rezza dichiarandosi pronto a: “Sostenere i sin-daci, impegnati per primi a fronteggiare una situazione di malessere sociale mai riscontrata prima”. Il Prefetto ha inoltre raccomandato alle Poli-zie Locali un maggiore impiego di uomini e mezzi nelle ore serali e notturne, sfruttando lo strumento normativo dell’art. 208 del C.d.S il quale prevede l’utilizzo dei proventi delle

contravvenzioni per progetti mirati in questo senso. Quindi sforzo delle Forze dell’ordine in Città per il controllo del territorio, ma anche una gestione loca-le delle politiche di sicurezza. A questo proposito il Sindaco ci ha confermato che la proposta del Giornale di Casoria, di domenica scorsa in merito all’utilizzo delle associazioni di Protezione civile in

materia di Polizia Locale, è al vaglio dei com-petenti uffici comunali. Molti comuni, citiamo quello di Genova, ad esempio, stanno adot-tando lo strumento di dare incentivi ai vigili in busta paga se fanno più multe. Visto che è previsto l’utilizzo dei proventi delle multe per progetti in materia di sicurezza, questa potreb-be essere la strada percorribile per prendere due piccioni con una fava. Da un alto, aumen-tare il grado di legalità in città che è piuttosto scarso, dall’altro “fare cassa” per avere più fondi da utilizzare nelle politiche di sicurezza.

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C A S O R I A N E L M O N D O

Casoriani all’esteroLasciare Casoria per cercare il proprio futuro.del Prof. Alessandro Giordano

La situazione occupazionale in Italia é pessima, bisogna fare i conti con una profonda crisi che contribuisce ad un

alto tasso di disoccupazione. Oggi il problema è gravissimo ma le prime avvisaglie già si per-cepivano nell’ormai lontano (ma per i motivi citati non tanto lontano) 2006. Io sono uno dei figli di questa crisi, uno dei tanti figli di questa Italia e di questa città di Casoria che ha dovuto abbandonare la famiglia e gli amici per cercare un futuro migliore in altri lidi. Mi sono lau-reato in Lingue e Letterature Straniere presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli con 58/60.Non appena terminato il mio corso di laurea pensavo che fosse giunto il momento di mettere in pratica ciò che avevo appreso ma...peccato...i sogni svaniscono e volano via.Era invece arrivato il momento di confrontarmi con la vera e cruda realtá, un mondo dove lo studio é solo qualcosa serve ad approfondire la propria cultura personale, perché per lavora-re, il titolo di studio è qualcosa di secondario. Avendo lavorato, durante i miei studi, presso una nota libreria locale, pensai, visto le scar-sissime possibilità lavorative offerte dalla mia città, di cercare lavoro in una, se non la più fa-

mosa libreria di Napoli. Mi confrontai con una realtà sbalorditiva, al consegnare il mio curri-culum mi fu detto che non era importante che io avessi una laurea, contava il titolo di licenza media per poter essere commesso in quella li-breria e che la maturità classica era qualcosa che non faceva al caso di quella libreria: sarà che una maturità artistica (con tutto il rispetto) era quello che serviva per consigliare circa la scelta di libri visto che la libreria era nel centro storico napoletano?? Dopo questa batosta gli unici lavori che trovai furono quelli di telefo-nista in un call-center e cameriere. Giunse il momento nel quale dove-vo prendere una decisione: gettare all’aria tanti anni di studio ed acrobazie econo-miche dei miei genitori o abbandonare tutto e cerca-re lavoro altrove, dove poter realmente mettere in prati-ca gli studi fatti. La sorte volle che in quell’epoca conobbi in internet quella che oggi è mia mo-glie, una splendida ragazza brasiliana con un carattere forte e deciso che oltre al suo amore mi diede il coraggio di rischiare. Molto a ma-lincuore, tanto per me, quanto per i miei, deci-si di abbonare questa città che non mi offriva nulla, se non gli affetti e di andare in Brasile, a Campina Grande (PB), città dell’interno bra-siliano, di uno stato definito il piú povero del Brasile. Giunto in questo splendido luogo che ancor oggi mi ospita, subito ottenni un lavoro come insegnante di spagnolo. Il salario era di

80 Reali al mese (circa 30 euro), bassissimo se consideriamo che lo stipendio minimo nazio-nale era di 480,00 reali. Spesso, dovuto appena ai lacci familiari, pensavo di ritornarmene in patria ma l’amore per la persona al mio lato e la speranza (per lo meno qui si può ancora sperare in un futuro migliore) di poter migliorare mi trattenevano. Ho dovuto superare moltissime difficoltà ma oggi sono molto soddisfatto per la scelta fatta, sono professore di un’università pubblica,di una privata e di una scuola di lin-gue, insegno letteratura spagnola, ispanoame-ricana, lingua spagnola e italiana e latino con

una grande soddisfazione anche dal punto di vista economico. Questa città e questa nazione hanno fatto sì che io potessi materializ-zare i miei sogni, mettere in pratica anni di studio e sacrifici familiari. La realtà italiana, napoletana e ancor di piú casoriana non lascia

più spazio ai sogni, mostra solo quella che è una durissima realtà, una lotta per la soprav-vivenza!! Anni fa, studiare era sinonimo di im-piego sicuro, oggi é sinonimo di sacrifici eco-nomici ai quali non si può dar seguito perché la classe politica non lo permette. All’epoca si diceva che il problema era dovuto al fatto che i giovani non erano ben formati; con la rifor-ma dell’università tutto questo è migliorato?? Sembra proprio di no. E allora non essendoci giovani intellettualmente ben formati, quale sarà il futuro di questa città che vede aumenta-re sempre più gli anziani e che deve far fronte alla fuga delle menti?? Essere un professore universitario in quella che è la realtà napole-tana e casoriana...era un sogno irrealizzabile, purtroppo!! Oggi, sicuramente, sarei uno dei tanti disoccupati o, magari, farei tutt’altro lavo-ro. Credo che, anche se i soldi fanno la felicità, i giovani sarebbero felici di guadagnare meno ma vedere realizzati i proprio sogni, frutto di anni di sacrificio! Un appello alla classe politica casoriana: NON DISTRUGGETE I SOGNI DI CHI SI SACRIFICA PER STUDIARE!! CASORIA HA BISOGNO DEI SUOI FI-GLI, DI QUELLE MENTI CHE ALTRO-VE STANNO FACENDO DAVVERO MOLTO BENE!!! Non sono sicuro che queste mie parole siano sufficienti a svegliare i politici dal letargo e dall’indifferenza ma sappiate che, parafrasando parole di leopardiana memoria, i giovani oggi sono “un sepolcro ambulante, che portano dentro di sé un uomo morto, un cuore già sensibilissimo che più non sente”, colpa di questa classe politica sorda rispetto alle neces-sità lavorative!!!

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P O L I T I C A

Caos e disordineNonostante fossero questi gli elementi caratterizzanti dell’ultimo consiglio comunale, la proposta dell’USB è stata approvata all’unanimità.di Rosa Davide

Giovedì 20 Ottobre, alle ore 13:00, nella sala consiliare si è tenuto il consiglio comunale.

All’ordine del giorno la modifica del regolamento dello stesso consiglio e l’istituzione della commissio-ne consiliare permanente.All’apertura della seduta, era-no presenti circa quaranta disoccupati , che hanno di-stribuito a tutti i presenti un volantino, attraverso il quale hanno presentato la loro ri-chiesta di approvazione del protocollo di intesa per l’oc-cupazione. La richiesta di Vincenzo Carfora di invertire l’ordine del giorno e di passare alla votazione della proposta dei membri dell’USB, è sta-ta subito accettata da tutti i membri di maggioranza e opposizione. Sono poi intervenuti per presentare la richiesta, Gennaro Laudiero e Salva-tore Patricelli. Questi ultimi hanno chiaramente spiegato l’importanza del protocollo, la cui funzione è quella di mettere fine definitivamente alle varie

tipologie di clientelismo. I disoccupa-ti hanno inoltre chiesto l’approvazio-ne del PIU Europa ed espresso per l’ennesima volta il loro stato d’animo, quello di persone ormai disperate che hanno bisogno assolutamente di un la-voro. Un lavoro che possa permettere loro di garantire, alle proprie famiglie, perlomeno i bisogni di prima necessità. Il protocollo di intesa è poi stato ap-provato all’unanimità.Molto più acceso il dibattito riguar-dante le modifiche del regolamento del consiglio comunale. Il sindaco Carfora è intervenuto per ribadire l’importanza

del dibattito politico, ma di un dibatti-to finalizzato a prendere concretamen-te delle decisioni e che non sia soltanto una perdita di tempo. La richiesta del consigliere Orsino Esposito, di inverti-re ancora una volta l’ordine del giorno e di discutere sulle commissioni, è stata

approvata con 13 voti favorevoli, 9 con-trari e un astenuto. E’ poi intervenuto il consigliere comu-nale Lanzano, che ha proposto quattro commissioni: “AA.GG., Urbanistica e LL.PP., Ambiente e politiche socia-li, Bilancio”. Interventi concordanti alla proposta del consigliere dell’IDV quelli di Emilio Polizio, Pino Balsamo e Orsino Esposito. Anche questa pro-posta è stata approvata all’unanimità di voti, con l’astensione da parte del con-sigliere Pasquale Pugliese.Il consiglio sembrava aver preso la giu-sta piega, ma ancora una volta il dibat-

tito è tornato ad accendersi. Queste sono state le parole del consigliere Polizio : “Dobbia-mo decidere ora quanti devo-no essere i compomenti delle commissioni? La nostra pro-posta è: AA.GG. e Bilancio a 7 membri. Le altre due propo-niamo che siano a 5 membri”.Alle 19 e 45, dopo più di cin-que interminabili ore, il con-siglio si è concluso. Contrasti e discussioni hanno portato l’UDC a ritirare la proposta precedentemente effettua-ta. Un esito positivo quel-

lo dell’approvazione della proposta dell’USB. Augurandoci che, come nella scorsa seduta del consiglio comunale, l’amministrazione continui a mettere in primo piano le esigenze dei cittadi-ni, vi invitiamo a continuare a seguire il giornale di Casoria. Buona Domenica!

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I L F A T T O

chi guida l' auto deve avere mille occhi per ti-more che possa essere effettuato un sorpasso, su ogni lato, i pedoni quasi non riescono ad attraversare la strada. Per non parlare di in-gorghi e litigi nel traffico che rappresentano quasi la quotidianità. “Io non ce la faccio più, guidare in questo paese è diventato davve-ro un impresa” afferma Sandra, una giovane cittadina:”Da tempo si è anche guastato l' ul-timo semaforo funzionante, e per attraversare La Sannitica, devo davvero restare impallata più di un' ora.- prosegue indignata- per non

parlare dell'inciviltà degli automobilisti che si buttano da ogni parte, pare quasi che ti strin-gano, e la cosa riguarda anche i mezzi pesanti”. “Io da quando si è guastato anche quel segnale non passo più per la Sannitica- prosegue in-furiato Giuseppe altro residente- è davvero impossibile. Ormai non c'è più civiltà, non ci sono semafori e pochi vigili, non conviene davvero più girare in auto, tutti si buttano da ogni lato, devi anche avere paura di protesta-re perchè si arriva persino alle mani. Siamo davvero scaduti nella più assoluta inciviltà”. Come menzionato, ormai nella cittadina nord di Napoli, guastato anche quest'ultimo, nessun indicatore luminoso funziona. Da mesi, anni ormai. Le lamentele finora non sono servite, i guidatori continuano a “gestirsi da soli” con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Sembra che fino a oggi dagli amministratori, nessun segno per la soluzione della vicenda. Ma la questione non finisce certo qui. Per ora è stata aperta una “piccola breccia”. E nelle prossime settimane, a prendere la parola, sarà l' assessore alle attività produttive Casillo. Il suo intervento sarà veramente decisivo per un' eventuale attesa soluzione.

Casoria: la citta’ dei SENZA SEMAFORICircolazione in tilt per la perdurante assenza di semafori.di Daniela Devecchi

Da circa un mese, il semaforo della Statale Sannitica ha smesso di fun-zionare. L' annuncio ufficiale è stato

dato un folto gruppo di automobilisti oltre-modo infuriati di percorrere detta strada senza prima essere paralizzati almeno trenta minuti nel traffico. La via rappresenta uno dei punti di sbocco tra Casoria e altre cittadine limitro-fe. Perennemente attraversata da auto e moto mezzi, il “segnale colorato” impediva il crearsi di ingorghi e tamponamenti tra i vari mezzi

che entrano e escono dal comune. Guasto da oltre trenta giorni, la circolazione in strada è diventata sempre più pesante. Non solo. Il se-maforo rappresentava uno tra i pochi che nel-la cittadina ancora funzionavano. Rotto anche questo a Casoria, nessun indicatore luminoso funziona. Così via Pio XII, Via Circumvalla-zione esterna, Via principe di Piemonte, un tempo regolati, oggigiorno alla mercè di tutti gli automobilisti che, a detta degli stessi citta-dini “si buttano, urtano, bussano, non rispetta-no le precedenze”. Una tra le tante situazioni che cominciano a “stare strette” soprattutto ai residenti, che di giorno in giorno sono obbli-gati a convivere con il disagio. Per la cittadi-na, detti segnalatori, così come un servizio di vigilanza che funzioni soprattutto nelle ore cruciali sono “quasi completamente assenti”,

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I L C A S O

Via Mauro Calvanese: LA CURVA DEL PERICOLOViabilità disagiata nel quartiere Castagna.di Maria Esposito

La curva che collega via Mauro Calvanese con via Castagna è da sempre definita curva del perico-

lo, per l’assoluta mancanza di segnaletica oltre che di visibilità nel percorrerla. La strada, paradossalmente, è un passaggio obbligato per tutti coloro che dal quar-tiere Castagna devono recarsi sulla cir-cumvallazione esterna di Napoli. Inoltre è poco distante dalla scuola media Padre Ludovico da Casoria e dal comando dei vigili urbani. La pericolosità di questa famosa curva del pericolo era mitigata dalla presen-za di uno specchio stradale parabolico che consentiva la parziale visione della parte opposta della curva, appena prima di attraversarla. L’installazione di tale specchietto è stata ottenuta dopo anni

di lamentele e richieste da parte degli abitanti del quartiere. Tuttavia da qual-che settimana il famoso specchietto è stato distrutto ed eliminato, con la con-seguenza che la pericolosità della curva

ha raggiunto nuovamente il culmine. Quanto bisogna aspettare prima che vengano prese le dovute precauzioni?

È davvero necessario aspettare che ac-cada un incidente prima di intervenire? È inaccettabile che una strada a pochi metri da una scuola in cui ogni giorno si recano centinaia di bambini e da un co-mando dei Vigili urbani sia tanto peri-colosa, quando basterebbe un minimo di segnaletica o semplicemente l’impianto di un nuovo specchio stradale paraboli-co. Si auspica che intervenga chi di do-vere, sperando che i vandali che hanno causato il danno trovino di meglio da fare che distruggere la città che li ospita.

.....

Per correttezza informativa fac-ciamo presente che: mercoledì 26 ottobre,hanno riparato lo specchio stradale parabolico nella curva perico-losa a Via Calvanese. La tempestività della riparazione va evidenziata, anche se resta la perico-losità della strada in questione per i cittadini casoriani.

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7il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011

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A R P I N O

La cittadella della CONNESSIONE mancataNavigare veloci in internet: un privilegio per pochi.di Raffaella Battinelli

“ADSL per tutti” così è lo slogan di un noto gestore telefonico. Una proposta molto allettante ma pur-

troppo non proprio effettiva: soltanto pochi “eletti” di una ristretta zona della Cittadella( mi riferisco all’ area che va da Via Ventotene a Via Capri) può infat-ti usufruire del servizio e tra l’altro solo attraverso una serie di “passaggi tecni-ci”. In una società come quella di oggi, il mezzo di comunicazione più efficien-te e più utilizzato è il computer e dover-ne fare a meno a causa di disservizi è un vero danno: siamo stati silenziosamente tagliati fuori dal mondo! In che modo!? Proverò a spiegarlo in maniera sempli-ce, ma soltanto dopo aver dato un pic-colissimo e forse utile accenno di come funzionano tecnicamente le cose. Avete presente quelle scatolette grigie che si trovano spesso all’ esterno dei palazzi

o per le strade? Beh si tratta di “cabine telefoniche”; in esse si trova una serie di cablaggi, inseriti in appositi spazi all’ interno delle stesse cabine. Ad ogni cavo è collegata la rete telefonica di un ap-partamento. In queste cabine si possono trovare delle piastre che consentono di utilizzare la linea veloce(ADSL) oppu-re, in mancan-za di esse, la “vecchia linea lenta” (linea analogica o 56k). Si tratta di una tipolo-gia di naviga-zione in inter-net utilizzata circa dieci anni fa, che funzio-nava con l’ uti-lizzo del cavo telefonico e sfruttava la linea di un solo canale; il canale voce. Ricordate quell’ insopportabile rumore che si sentiva appena si alzava la cornetta del telefono mentre eravamo in rete? Ed il fastidio di non poter utilizzare contemporanea-mente il telefono perché risultava occu-

pato? Ebbene, sto parlando proprio di quello. Con gli odierni sviluppi della tecnologia, è possibile avere collegati due canali (il canale “voce” del tele-fono ed il canale “dati” di internet) su un unico numero telefonico in manie-ra del tutto indipendente. Il problema è che le attuali cabine telefoniche di que-sta zona, non hanno la predisposizione adatta per sfruttare la linea veloce o ADSL. In questa piccola fetta di territo-rio, in molti si adattano come possono sfruttando la linea dei cellulari e delle numerose chiavette sponsorizzate dagli stessi gestori telefonici che dovrebbero provvedere ad adeguare gli strumenti disponibili alle esigenze degli utenti,

potenziandoli tecnicamente come è stato fatto in tutte le altre zone della città. Siamo in ri-tardo anche su questo(record 10 anni). Tem-po fa, fu invia-ta la richiesta per avere la predisposizio-

ne in cabina ma, essendo stata com-pletamente ignorata,è stato inevitabile iniziare ad informarsi autonomamente. Parlando con un tecnico dell’assisten-za, mi è stato spiegato che i lavori di aggiornamento degli impianti sono molto costosi e che probabilmente per la compagnia telefonica non sarebbe un buon investimento, dato che si trat-ta di una zona dimenticata dal mondo. Sarebbe stata tutta un’altra cosa se si fosse trattato di una zona commercia-le con una più alta densità abitativa … più soldi da spendere. Qualcun’ altro ha addirittura proposto di manomettere il proprio impianto per collegarsi ad una cabina facente parte ad un’altra frazio-ne territoriale in cambio di una “piccola ricompensa” … un nuovo business da queste parti. Mi viene da pensare che con i tempi che corrono siamo sempre più schiavi di queste macchine inferna-li e chi può ne approfitta avidamente e senza pietà. Peccato ci si debba inge-gnare sempre in peggio e non in meglio. Il tutto va a discapito della semplicità del buon vivere e delle nostre perdute individualità … Tutti figli dei social network!

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C A S O R I A N E L L A S T O R I A

La storia d'arme e d'amoredi GIACOMO TORELLOIl guerrierogiunto a Casoriaa metà del '200 e sepolto a S. Benedetto.di Giuseppe Pesce

Diversi anni fa raccolsi tutte le notizie relative al monu-mento funerario di Giacomo

Torello da Fano, che si trova presso la chiesa di San Benedetto e rappresenta una delle più antiche testimonianze della storia di Casoria. Quella ricerca è stata poi ripresa e approfondita in un saggio breve, la cui seconda edizio-ne è uscita nel 2009, dedicata a don Mauro Piscopo, che mi aveva dato la possibilità di scoprire questa storia (la versione integrale si può scaricare gra-tuitamente da Google Libri).Chi era Giacomo Torello? Uno che a metà del Duecento venne a Napoli per fare la guerra e invece trovò l’amo-re: è proprio questa, la storia curiosa e affascinante che scoprimmo, dietro cui si cela anche un piccolo «giallo» storico.Questo militare venuto a Napoli nel 1254 al seguito di papa Innocenzo IV, infatti, è molto probabilmente il figlio del famoso Salinguerra, il terribile capo ghibellino che dominò a lungo Ferrara e fu infine sconfitto. Giacomo però non era della stessa pasta del pa-

dre, e scelse di scomparire, deludendo tutti quelli che si aspettavano che ri-prendesse il potere. Sposò la figlia di un doge veneziano, da cui ebbe anche

dei figli. Ma visse sempre da fuoriu-scito, ospite degli zii materni, i feroci Ezzelini.

Chiesa di S. Benedetto: il monumento funerario e la lapide di Giacomo Torello

Dal 1245, anno in cui perse tutti i suoi feudi, Giacomo fece lentamente per-dere le sue tracce. Aveva poco più di venticinque anni: dove andò? Molto probabilmente a Fano, dove fu accolto dal ramo più tranquillo della fami-glia, gli zii Torelli. Qui trascorse una decina d'anni. L'impero di Federico II era ormai al tramonto, attaccato dalla Chiesa. Papa Innocenzo IV or-ganizzò una spedizione contro i figli dell'imperatore, Corrado e Manfredi, e Giacomo vi si imbarcò: era l’ultimo tentativo di recuperare i feudi, che proprio il papa gli aveva tolto. Corre-va l'anno 1254. L’impresa fu un falli-mento. L'esercito, che aveva stabilito il quartier generale a Napoli, fu bat-tuto; qualche mese dopo il papa morì. Cosa fare? Sembrava tutto perduto. Ma Giacomo Torello aveva trovato qualcosa che valeva più della guerra e del potere: l'amore. Si era innamorato di una donna di Casoria, e decise di rifarsi qui una vita. Ottenne anche un terreno dal vescovo di Napoli, e visse tranquillo fino al 1281, quando i tre figli lo seppellirono nella chiesa di San Benedetto. Sulla sua tomba, fatto assolutamente unico ed eccezionale, volle ricordare accanto alla sua impre-sa militare anche il suo amore, e fece scrivere: «Qui giace lo nobile Giacomo Torello da Fano, homo de arme venuto con Innocentio IIII. P. R. in questo regno contro Re Corrado nel anno MCCLIIII, et in questa villa perbelleza de una don-na maritato, lassando tre figlioli, qui mori nel anno MCCLXXXI».

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Inserto speciale al Numero 17 - Domenica 30 ottobre 2011

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PISCOPO

INSERTO SPECIALE

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il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011II

C I A O P A D R E P I S C O P O

Padre Mauro Piscopo: IL PARROCO DI TUTTIIl più amato dai casoriani.di Giuseppe Storti

È bastato un’occhiata tra me e l’Editore dr. Carlo de Vita, per decidere di fare qualcosa in piu’ per “Don Maurino”.

Non il solito “coccodrillo” il pezzo classico che si fa in redazione quando muore una persona illustre. Ma qualcosa di speciale. Come specia-le era Mons. Mauro Piscopo. Un inserto di otto pagine dedicato solo a lui. Da conservare a fu-tura memoria di un uomo che ha fatto la storia di questa nostra città che tanto amava. Un sa-cerdote anima e corpo dedicato ai senza voce, ai giovani che sempre lo circondavano perché lui li sapeva capire, li attirava: organizzando strutture e programmi idonei a farli sentire a casa propria. Ma soprattutto a toglierli dalla strada. In una città deprivata di strutture socio-aggregative. Nel solco della grande tradizione del San Francesco casoriano: Padre Ludovico, che Don Mau-ro spesso citava nelle sue riflessioni, il Parroco di tutti ha trascorso gli anni del suo sacerdozio tra la gente. Nella sua Chiesa: dedicata a San Benedetto. Quella Chiesa, oggi Santuario, grazie a lui, che non ha mai voluto abbandonare. Ri-nunciando per questo ad importanti incarichi curiali. Sì perché Mons. Piscopo per la sua verve, la sua capacità organizzativa ed il suo grande ca-risma avrebbe potuto fare una brillante carriera anche in Vaticano. Ma no, “Don Maurino” non ha mai voluto lasciare la sua gente, la sua par-rocchia. Instancabile. Lo vediamo ancora con quel suo sguardo intenso, seduto alla scrivania della canonica, o nelle vesti di operaio addob-batore che inventa nuovi scenari religiosi per le principali festività del credo cristiano. Un artista. Padre Piscopo aveva una grossa vena artistica, si inventava di tutto. Soprattutto per attirare i

giovani. Li accoglieva li riempiva di attenzioni di dolciumi. Era famoso per questo. Dalle sue tasche uscivano sempre caramelle, cioccolata. E soprattutto soldi che distribuiva ai tantissimi bisognosi ed indigenti che affollavano la sua ca-nonica. Un’altra caratteristica di Padre Piscopo era quella di farsi dare soldi dai potenti, dagli industriali che poi riconvertiva in opere di carità. Gli imprenditori gli davano soldi con la massima fiducia. Padre Piscopo era votato alla solidarietà. Ai poveri. Agli ultimi. Tante le gite che organiz-zava per giovani e anziani. E con lui si iniziava a mangiare dalla mattina. Tanti i pellegrinaggi nei luoghi mariani. La Madonna per Padre Pi-scopo era la sublimazione dell’essere cristiani. La battuta sempre pronta. Non potevi tenergli testa. Aveva una dialettica forbita ed acuta. Ma al tem-po stesso la intercalava con battute fulminanti. Abbiamo visto tanti potenti subire in silenzio da lui terribili reprimende. “Don Maurino” non le mandava a dire le cose. Con il mio Parroco: scusateci l’accento personale, chi scrive ha condi-viso tanti anni di impegno nell’azione cattolica. In quella Chiesa siamo cresciuti insieme a tanti giovani che ora sono inseriti nel tessuto sociale di questa e di altre città. Insieme a lui siamo andati tante volte a Roma. La capitale della cristianità mondiale. Durante il papato di Giovanni Paolo II, abbiamo avuto il privilegio di cantare alcune canzoni sul palco della sala Nervi: location del-le udienze del Santo Padre. Padre Piscopo era di casa in Vaticano. Con lui si aprivano tutte le porte. Per la sua autorevolezza, il suo carisma la sua ardente fede, indirizzata verso gli altri. Come dimenticare i suoi presepi. Li ideava personal-mente. Iniziava molto tempo prima di Natale a pensare al presepe da costruire per la sua Chie-sa. Delle vere e proprie opere d’arte. La gente lo circondava del suo affetto. Perché Padre Piscopo risolveva ogni problema. Arrivava dappertutto. Un evento eccezionale la sua scomparsa, accom-pagnata da testimonianze d’affetto di migliaia di

persone. Tanto da spingere l’Amministrazione comunale a proclamare il lutto cittadino. Siamo stati presenti il giorno precedente ai funerali. La Chiesa era un via vai di persone che arrivava-no per rendere omaggio alla salma del sacerdote esposta all’estremo saluto del suo popolo. Quanti giovani abbiamo visto in lacrime. Quanta gente comune è arrivata nel Quartiere San Bendetto, uno dei piu’ disagiati della città. Li’ abbiamo sa-lutato la famiglia Piscopo. In particolare il Dr. Enzo, che consideriamo un maestro di giornali-smo e di vita. Direttore del settimanale diocesa-no “ Nuova Stagione” e portavoce del Cardinale Sepe. Già Capo Ufficio stampa della regione Campania per oltre un trentennio. Ci hanno molto colpito le parole del Dr. Enzo Piscopo nei giorni dei funerali. Lui così schivo e riservato, ha ringraziato tutti con parole semplici ma toccan-ti per l’incredibile manifestazione d’affetto e di stima nei confronti dle fratello.Circa un migliaio i partecipanti ai funerali. Come ci hanno confer-mato dal servizio d’ordine. I ricordi scorrono affollati nella mente mentre vediamo in Chiesa gente piangere. E poi liberare le emozioni in un un lunghissimo applauso finale. Come dimenti-care la sua bellissima grafia. Le sue lettere era-no capolavori di scrittura No! Non potevamo fare per lui da cronisti comuni il solito pezzo di commiato. Dovevamo e vogliamo testimoniare di aver avuto il privilegio di conoscere e di aver frequentato un uomo ed un sacerdote speciale. Di quelli cio’ che lasciano una traccia indelebi-le nelle persone che li hanno incontrati. “ NON OMNIS MORIAR” Citiamo Orazio per Don Maurino. Il poeta ci vuol dire con questa cita-zione, che non si muore mai interamente. Le gesta e le virtu’ eroiche di uomini speciali non muoiono mai. Restano vive nei cuori e nei ricordi di un intero popolo. Quel popolo casoriano che ha preso letteralmente d’assalto la Chiesa di San Benedetto per onorare e ricordare il mitico “Don Maurino”

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C I A O P A D R E P I S C O P O

Il ricordo di DON MAURINOCon lui scompare un pezzo di CasoriaNemo me lacrimisdecoret nec funera fletu faxit. Cur? Volito vivos per ora virum. Nessuno mi onoricon le lacrime, né celebriper me funerali nel pianto.Perché? Io vado volando,vivo, sulla bocca degli uomini.

(Q. Ennio, Varia, 17-18)di Giuseppe Pesce

Nella mattinata la chiesa di San Be-nedetto, nel cuore della vecchia Ca-soria, era già un viavai di gente per-

ché la notizia aveva fatto il giro della città: è morto don Maurino. Parroco fin dalla fine degli anni Sessanta, don Mauro Piscopo era uno di quei preti che hanno sempre la porta aperta, e una fila in anticamera più lunga di quella del medico. Solo qualche settimana fa aveva compiuto ottant'anni. E non importa-va che la salute vacillasse già da tempo, per-ché don Maurino era il motore del quartiere: «un punto di riferimento troppo importante per tutte le persone che come me si scontravano con i problemi di ogni giorno», dice Nino d'Angelo nella sua autobiografia. Lui lo aveva incon-trato tra i banchi della scuola media - dove padre Piscopo ha insegnato religione per quarant'anni - e lo aveva seguito in chiesa, in quella sagrestia dove trovò aiuto e sostegno, la forza e il coraggio per portare avanti tra mille difficoltà il sogno di cantare. «Per par-largli aspettavo ore, vista la folla che si radu-nava davanti alla sua porta» ricorda ancora il cantautore «aveva più richieste di lavoro lui che l'ufficio di collocamento di Casoria». Nino, a cui don Maurino aveva affibbiato il mitico soprannome di «miezumetro», affida il suo saluto al social network; scrive su Facebo-

ok: «Oggi una persona a me cara non c'è più; si chiamava Mauro Piscopo, ed era un prete co-raggioso e piene di iniziative; è stato un punto di riferimento importante per me e per tanti amici di Casoria. Io gli devo veramente tanto per i valori che mi ha insegnato e per la forza che mi ha dato. Mi mancherà quella sua mano sulla spalla. Grazie per sempre». E gli dedica anche una sua canzone triste ma bella, intito-lata Cumpagno mio, che dice: « C u m p a g n o mio, 'o silenzio nun me fa ras-signà / io dinto a me t' porto, ma te chiammo e tu nun ri-spunn' / Sien-te comm' sona, comme trase dint' all'anema, 'a canzona ca te vulesse sceta' cu' na nota sola / pe' ghì luntano, 'nzieme a te, for' 'a 'stu scuro».Altruista, te-stardo e cari-smatico, don Mauro Piscopo sapeva essere coinvolgente in ogni iniziativa che metteva in piedi: spor-tiva, teatrale, culturale. Lui il primo e il più entusiasta. A Lourdes in pellegrinaggio con gli ammalati, come al fianco dei lavoratori negli anni Settanta. Lui davanti, in prima fila anche quando c'era da alzare la voce contro la violenza. Come una decina d'anni fa, quando Casoria fu teatro di un paio di atroci omicidi (l'ottantenne Emilia Parisi e il giovanissimo Stefano Ciaramella) e don Maurino ebbe parole di fuoco contro gli assassini e gli omertosi, «perché il perdono non vuol dire impunità, e se qualcuno sa deve denunciare».Nel giorno dei funerali Casoria ha proclama-to il lutto cittadino, la solenne celebrazione

è stata presieduta dall'Arcivescovo di Na-poli Crescenzio Sepe. Accanto al cardinale lavora da anni un fratello di don Maurino, il collega giornalista, ma soprattuto l'ami-co fraterno, Enzo Piscopo, suo portavoce e direttore del settimanale diocesano «Nuova Stagione»: sue le parole più commoventi che hanno scosso la folla radunata a San

Benedetto. In questa chiesa che padre Pi-scopo aveva re-staurato dopo il terremoto del 1980 tra mille difficoltà (mancanza di fondi, incendi, furti di opere d'arte), in cui lo andai a tro-vare molti anni fa per studiare il monumento medievale di Giacomo To-rello da Fano. P r a n z a m m o assieme nella canonica, par-lando a lungo. «Ma hai letto bene che dice

quella lapide? dice che il guerriero è rima-sto a Casoria "per la bellezza di una donna maritato"; hai capito? A Casoria allora ci stavano le femmine belle! E tu ne hai tro-vata qualcuna?». Questo era don Maurino. Un uomo di spirito, con cui se ne va un pezzo di Casoria. E non è retorica, perché proprio in momenti come questo, quando la vecchia comunità locale si ritrova, si avver-te la disarmante percezione che Casoria sta lentamente scomparendo: e così insieme a Don Maurino Casoria piange un po' anche se stessa, il suo decomporsi, il suo morire: di indifferenza e di vecchie beghe miserabili, mentre si trasforma sempre di più in un gri-gio e indistinto quartiere, estrema propaggi-ne della periferia napoletana.

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C I A O P A D R E P I S C O P O

Il ricordo della Comunitàdi SAN BENEDETTOIl commento dei giovani.di Francesco Scalamogna

Figura principale dello sviluppo e della crescita dell’intera comunità è Mons.Mauro Piscopo, parroco

di San Benedetto dal 1967; pioniere del Concilio Vaticano II, ha formato gene-razioni di giovani a Casoria ed ha rifor-mato la comunità secondo il XXX Sino-do promosso dall’Arcivescovo di Napoli Corrado Ursi nell’84. Da sempre attento ai problemi della sua gente, don Mauro da subito si è adoperato per la Pastorale degli Ambienti, ri-volgendo le proprie attenzioni verso le famiglie, gli ambienti di lavoro e gli ammalati, pro-muovendo pellegrinaggi a Lourdes e numerose iniziative atte a far conoscere la Paro-la di Dio. Anche nel periodo della sofferenza, don Mauro è stato sempre presente come esempio di perseveranza e fe-deltà al Signore. Ecco come lo ricordano i giovani della co-munità di San Benedetto.I seminaristi Raffaele ed AntonioCon bontà e semplicità d'animo dedicò la sua esistenza al Signore amando la sua fa-miglia parrocchiale. Lascia il ricordo della sua testimonianza di vita sempre proiet-tata all’incontro d’amore con il Signore e con Maria Madre sua e nostra che amò nel servizio ai sofferenti. Tiziana U.Partendo dal fatto che non ci sono parole per quanto accaduto, ho una certezza ed un rimpianto.Don Mauro era forte, carismatico, pieno di vita..ed è solo grazie al suo modo di affrontare le difficoltà e la malattia che è riuscito a resistere fino ad ora! Il mio uni-co rimpianto, e credo che accomuni un po’ tutti..è solo quello di non averlo visto

un'ultima volta! Avrei solo voluto stargli accanto, stringerlo forte, dargli un ultimo bacio...per essere accolta con quel calore e quell'affetto sincero che era solito fare...ma soprattutto per fargli capire che nes-suno di noi nel tempo si era mai scordato di lui!! Ricorderò sempre il suo sorriso stampato su quel viso buono e dolce...ed è doveroso credere fermamente che tut-to l'amore ed il bene che egli ha donato per la sua gente, non morirà mai! come è stato anche detto ai suoi funerali: un vero discepolo di Dio. Ciao Don Mauro!Pina B.Parlare di Don Mauro.. beh potrei riem-pire un libro intero..tanti sono i ricordi

che mi legano a Lui..fin da quando sono nata! Se mai nella vita avessi avuto un se-condo papà..di certo era lui.Così premuroso ed affettuoso sempre nei miei confronti. Mi ha battezzata..dato la prima Eucarestia..ma ho iniziato a co-noscerlo bene quando alle scuole medie è stato il mio professore di religione, un docente risultatomi subito particolare perché faceva lezione dispensando i suoi famosi cioccolatini. E' bastato poco per capire che era una persona carismatica ed altruista..Cosi l'ho seguito in parrocchia facendomi convincere a cantare nel coro. E da lì tut-te le altre attività: oratorio, a.c.r. (azione cattolica ragazzi), equipe, gruppo giovani, compagnia teatrale, animatrice.

Ricordo perfettamente quegli anni di grande entusiasmo..le gite fuori porta a cui Lui ci aveva tanto abituato..sempre energico e con il sorriso sulle labbra. Le feste natalizie e le epifanie con tanto di regali e calze per tutti. In particolare ri-cordo un giorno dell'estate 2007, quando un numeroso gruppo di noi giovani par-timmo per le vacanze in Grecia..Lui ci aspettò al mattino presto fuori chiesa..per salutarci, farci le dovute raccomandazioni, darci la sua benedizione e mettere a no-stra disposizione un pullman per accom-pagnarci al porto. Lì si comportò esatta-mente come un padre fa con i suoi figli! Con il senno di poi ho capito che era-

vamo la sua famiglia, Lui era la nostra e sapevamo di poter contare sul suo aiuto ogni vol-ta che ne avevamo bisogno.Conservo ancora i regali che mi faceva arrivare puntual-mente a casa nei giorni in cui ricorrevano i miei compleanni o i miei onomastici..seguiti come da copione da una sua telefonata di buon mattino. Non si dimenticava mai di nessuno..Mai! Credo since-ramente che nella vita non incontrerò mai più un uomo

come Lui. A volte penso di voler rimuo-vere tutti questi ricordi perché è triste pensare che non si possano più rivive-re ma poi rifletto che invece i ricordi di ognuno di noi..sono l'unica cosa ora che ci parla ancora di Lui!AnnaMaria F.Mons.Mauro Piscopo è stata una te-stimonianza di fede, bontà e amore. Ha aiutato tante persone, ha amato la comu-nità di San Benedetto e tutta la città di Casoria! Non l'ho conosciuto bene ma mi hanno raccontato spesso quello che ha fatto, come ha lasciato segni in tutte le persone che l'hanno conosciuto!Alessandro A.Io non l'ho mai conosciuto, ma ho sen-tito che è stato lui a creare il gruppo di

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C I A O P A D R E P I S C O P O

Lourdes...e quindi ringrazio principal-mente lui per la fantastica esperienza di quest'anno. Lacrime della gente ieri, era-no la testimonianza della sua reale bontà d'animo, quindi.... Grazie Don Mauro e Riposa in pace!!!Stefania C.“Chi ci è caro non muore davvero finché vive nei nostri ricordi. Chi ci è caro non ci lascia davvero finché è presente nei nostri pensieri” (Sergio Bambarén – Vela Bian-ca): questo è quello che mi sento di dire a tutti colore che ti hanno conosciuto, caro Padre Piscopo, così mi piace chiamarti, vero padre di tutti. Voglio ricordarti così, caro parroco: nel tuo ufficio, circondato sempre da tantissime persone che voleva-no semplicemente salutarti; seduto dietro la scrivania a chiedere a uno dei presenti di telefonare qualcuno indicando il nu-mero a memoria e tanto velocemente da doverlo ripetere più e più volte; a Lourdes seduto tra noi dame, barellieri e ammalati a parlare fino a tarda notte, anche com-plice degli scherzi a “tuoi” giovani. E gra-zie anche alla tua grande sensibilità verso gli ammalati che noi, tuoi parrocchiani, abbiamo potuto sperimentare l’amore verso il prossimo e verso Dio, attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza”. Grazie per tutto questo, non ti dimenticheremo MAI. Ciao, Padre Piscopo, buon viaggio verso la casa del Padre.Nicola G.Di Don Mauro, che ho sempre chiama-to Padre Piscopo ricordo che nonostante l'avanzare dell’età con i giovani si è sem-pre trovato a suo agio e si è sempre inte-ressato organizzando tante attività, affin-ché loro seguendo il messaggio d'amore di Gesù riuscissero a trovare la strada della felicità.Giusy B.E’ sempre stato nella mia vita, mi ha bat-tezzata lui, con lui ho fatto la mia prima comunione..poi mi sono allontanata per un periodo ma l'ho ritrovato un anno fa sempre gioioso, simpatico e umile come lo ricordavo...è stata una persona fonda-mentale nella mia vita e credo che chiun-que voglia essere una persona migliore debba prendere esempio da lui...il suo ultimo sorriso lo ricorderò per sempre...il sorriso di chi è contento di essere riusci-to a seminare amore attorno a lui in una città intera...Angela, Maria Luisa e Loredana D.Fin da piccole, da quando abbiamo ini-ziato a frequentare la Parrocchia di San

Benedetto, abbiamo avuto la fortuna di incontrare Don Mauro, quale padre spirituale e di vita che ci ha guidato in tutto il nostro cammino di fede e di cre-scita spirituale ponendosi come continuo punto di riferimento a cui ciascuno pote-va rivolgersi in qualsivoglia momento … difatti lui era sempre li, nella sua amata Parrocchia pronto ad accoglierti a braccia aperte. Il sorriso smagliante con il quale ci accoglieva ogni volta, espressione della sua bontà, la disponibilità che mostrava a chiunque avesse bisogno di un aiuto e la grande umiltà che si evince dalla sem-plicità, con la quale si accostava al pros-simo, nonostante la sua intelligenza e il suo bagaglio culturale, sono tra le tante qualità che facevano di Padre Pisco-po un grande uomo oltre che un gran-de sacerdote. E a noi piace in particolar modo ricordarlo con la sua forza di vita e d’animo, la stessa che ha mostrato e che l’ha spinto, anche dopo il travagliato percorso di malattia e quindi nonostante le sue condizioni fisiche, ad affrontare lo scorso anno il faticoso viaggio in treno per recarsi dalla sua tanto adorata Madre di Lourdes. Avendolo vissuto da piccole, tanti sono i momenti, non solo religiosi, che abbiamo condiviso con lui e l’intera comunità e tanti ed importanti sono i va-lori che è riuscito a trasmetterci. Per que-sto a lui va la nostra infinita gratitudine; ci mancherà quel suo dolce e affettuoso gesto di raccogliere e stringere le nostre mani tra le sue e quella pacca sulla spal-la che era solito dare, infondendo tanta forza e affetto. E nonostante sia ancora forte il vuoto e il dolore che la sua scom-parsa ha lasciato in noi, non ci resta che dire: “Grazie Signore per averci donato un grande uomo come Don Mauro Pi-scopo”.Mariarosaria P.Mi hai battezzato, ho ricevuto da te la prima comunione, sei stato il mio pro-fessore di religione, in poche parole il mio punto di riferimento. Mi manchi, ti porterò sempre nel mio cuore, soprattut-to perché hai anche sostituito la figura di mio nonno, che non ho avuto modo di conoscere.Mi rimane impresso il tuo sguardo bo-nario, un po’ sornione, ma sempre attento e in particolare ai problemi dei giovani. No, non posso pensare che te ne sei an-dato. Tu continuerai a essere tra noi, se non fisicamente, certamente nei nostri cuori.

"UNITI PER IL SORRISO DI...DON MAURINO

I giornali locali o regionali comuni-cano che giovedì 20 ottobre 2011 si è spento, dopo tante sofferenze, Don Mauro Piscopo, sacerdote e da 44 anni Parroco della Chiesa di San Be-nedetto Abate a Casoria. Nella me-desima chiesa, grazie a lui da qualche anno santuario benedettino, venerdì 21 ottobre alle 16 e 30 i solenni fune-rali presieduti dal Cardinale di Napoli Sua Eminenza Crescenzio Sepe. Dati sterili. Cronachistici. Che non rivelano la verità del Sacerdozio. La caparbietà e la forza dell’Uomo.Per noi, per questa giovane Associa-zione, completamente da giovani co-stituita, Padre Piscopo o Don Mauri-no, come era più comunemente noto, non è stato un semplice Parroco. È stato un amico e un confidente. Uno che sapeva ascoltare e venirci incontro e che, senza troppe parole, conosceva le nostre esigenze, comprendeva i no-stri bisogni, le incertezze, le paure di non riuscire. E che soprattutto rispet-tava i nostri spazi. È da una costola della sua Parrocchia che, in molti, primi fra tutti Giuseppe Barra, Nicola Mangani, Claudia Salvato, provenia-mo. È da uno dei suoi Pellegrinaggi a Lourdes che la nostra Associazione ha preso le mosse. A parlare con noi sono i giovani in generale, quelli che ci hanno lasciato il testimone, quelli di ogni generazione che con lui è cre-sciuta ed è maturata, i nostri genitori, a lui legatissimi, ora adulti e diversa-mente fondatori a loro volta di fami-glie. Famiglie Cristiane, come lui vo-leva fossero, nella sostanza, non solo nella definizione. Ci uniamo alla tristezza di chi lo ha ben conosciuto, a tutti i giovani della Parrocchia di San Benedetto e a tutti i ragazzi in generale che da lui hanno imparato a non perdere mai la spe-ranza e a credere nei propri sogni. Noi che di speranze ne abbiamo e che nei sogni ci crediamo, siamo certi ora di avere una guida in più, un protettore, un custode che dall’alto illuminerà i nostri progetti più fondati e le nostre intenzioni più belle.

L’associazione "Uniti per il sorriso"

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Il sacerdote del SORRISOPadre Piscopo: il sacerdote di tutti.di Margherita De Rosa

Se qualcuno non avesse mai conosciuto di persona Monsignor Mauro Piscopo e si fosse imbattuto casualmente nel Santua-

rio di San Benedetto Abate nel giorno in cui si celebravano le esequie del compianto Sacerdo-te, si sarebbe reso conto di quanto e cosa rap-presentasse “Don Maurino” per la sua comunità parrocchiale e per l’intero popolo di Casoria…il tempio stra-colmo di fedeli, di amici, di au-torità, di gente venuta da ogni dove per l’ul-timo saluto ad un ministro di Dio eccezio-nale, rendeva testimonianza indiscussa di un affetto dalle radici antiche, di una stima ineguagliabile, di un desiderio insopprimibile di “esserci”, perché legati da un vincolo di amo-re autentico nei confronti di colui che ha saputo essere per tutti padre, fratello, amico, compagno di viaggio, presente in ogni circostanza… come ha sottolineato S.E., il cardinale Crescenzio Sepe, che ha presenziato la cerimonia funebre, don Mauro Piscopo ha costituito un esempio di donazione totale e completa agli altri, carat-terizzando la sua esistenza sacerdotale ed uma-na sotto il segno della generosità: chi l’ha co-nosciuto sa che le sue mani furono sempre tese per sostenere e sostentare chiunque ne avesse bisogno, mentre con tutti amava condividere ogni cosa, all’insegna del sorriso, della gioia del sapersi membri di una sola, grande fami-glia. Accanto a padre Mauro ci si sentiva a casa, si percepiva la serenità dell’essere vicini al più dolce dei papà: ecco perché un pezzo di ciascu-no è andato via per sempre… la commozione è stata sperimentata da tutti indistintamente,

ma a piangere con accoramento l’umana di-sperazione della sua assenza sono stati soprat-tutto i più semplici, per i quali è intollerabile che don Maurino non ci sia più, che non sia fisicamente presente tra quegli “ultimi” che egli predilesse in modo particolare, e tra loro ebbe un’attenzione speciale per gli ammalati, che ha condotto alla grotta della Vergine di Lourdes fino allo scorso anno, infermo tra gli infermi ma sempre entusiasta di recarsi da Colei che ha amato e venerato con affezione speciale…non è stato quindi casuale che i canti che hanno ac-compagnato la bara, tra gli applausi di una folla in lacrime, siano stati gli inni mariani così cari

a monsignor Piscopo…poi il corteo per il saluto ai luoghi emblematic i della sua esi-stenza, dalla casa natale fino alla scuola in cui fu docente di religione, ed infine l’ul-timo bacio e l ’ a r r ivederc i ad un uomo

straordinario, che ha fatto del sorriso, dell’acco-glienza, dell’umiltà, della dedizione i mezzi per il cui tramite realizzare il sacerdozio autentico del servizio, in base al quale per essere primi è d’obbligo farsi ultimi, ed ultimo don Maurino ha saputo esserlo alla maniera dei grandi, di quei grandi che meritano la beatitudine, perché hanno compreso che non c’è nulla che abbia più valore di una vita vissuta per il prossimo nella gioia che viene da Dio e si traduce in sensibi-lità, attenzione e rispetto per l’altro: chiunque abbia conosciuto padre Mauro si è sentito amato, chiunque lo abbia conosciuto non ha potuto fare a meno di amarlo e questa che, ora, qualcuno definirebbe “corrispondenza di amo-rosi sensi” è più forte e profonda che mai ed ha per dimensione l’eternità, poiché il ricordo di un così grande Sacerdote non potrà conoscerà tramonto e si staglierà nella storia come fulgido esempio di coerenza cristiana per la Chiesa tut-ta e per l’intera umanità!

“TU SEI SACERDOTE PER SEMPRE, ALLA MANIERA DI MELCHISEDEK”

Un grande senso di gratitudine a Dio per il dono di un Sacerdote, un Uomo, un

Cristiano che ha speso tutta la sua vita per servire Cristo nella Santa Liturgia e gli uo-mini nelle opere di carità. Per tutti è stato un padre, un amico, un consigliere, una gui-da. Percependo la mancanza, un fremito di smarrimento tocca il cuore ma nella certezza della fede siamo sicuri che abbiamo una nuo-va stella Polare che illuminerà anche le nostre notti più buie. Arrivederci alla Casa del Pa-dre, non ti dimenticheremo mai.

Don Pasquale Fioretti, parroco di San Benedetto Abate

“A NOME DEI GIOVANI DELLA CO-MUNITÀ DI SAN BENEDETTO ABATE”

Ciao Don Maurino…Nel coro di preghiere, dediche e ringra-

ziamenti che fino alle porte del Paradiso ti hanno accompagnato ci sono anche le nostre intenzioni. Per tutti noi, sei stato esempio di VERO UOMO DI DIO; hai dedicato la tua vita al prossimo, prestandone un servizio tota-le ogni giorno e ad ogni ora della notte. Non si contano le iniziative religiose, sociali, sportive da te promosse solo ed esclusivamente per il bene del tuo popolo. Ora che sei nato a Vita Gloriosa ed Eterna, ti preghiamo affinché tu possa sempre vegliare su di noi ed attraverso la tua guida e presenza nel cuore di ciascuno di noi realizzassimo nel nostro percorso ter-reno esempi di vita cristiana. Un giorno sa-remo di nuovo con te e potremo contemplare insieme il volto della Vergine Maria a cui ti sei sempre affidato. Con affetto, i tuoi giovani!

Francesco Scalamogna

A MAURO PISCOPO

Silenzio, Meditazione, Preghiera.Il mio pensiero termina qui. Continuare

sarebbe il rapire l'altrui sentimento di una "entita" plurale di tutti coloro che ne ebbero conoscenza. Un ritroso soave ricordo, "solo del empo che fù" per tutti, un padre maestro, della semplicità, dell'umiltà.Una "esile" forza molto più profonda di cen-to dotti, di mille sapienti. Pur non riuscen-dovi mai, tutti nella mente o con la penna, potremmo essere dei bravi poeti, nell'esaltare ciò ch'è stato e che sarà molto di più nella sua assenza. La pura realtà, resta la certezza d'un esempio toccabile, allorquando la terraneità la si vorrà osservarla al di sopra di ogni credo, di ogni ideologia, di ogni razza, di ogni ceto, ovvero: laddove la "forza" della vita si ricono-sce un unico verbo: amare. Con inestimabile affetto e con la gioia di averti conosciuto.A Mauro Piscopo. Da UNO DI "NOI".

Salvatore Sarti

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il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011 VII

C I A O P A D R E P I S C O P O

Un PRETE DI FRONTIERA tra i senza voce...Don Mauro Piscopo: un missionario a Casoria.di Antonio Perrone

Si è spento all’età di 80 anni appena com-piuti, dopo lunga malattia, Don Mauro Piscopo, figura storica e pilastro della no-

stra cittadina, nella quale era parroco in San Be-nedetto Abate da ben 45 anni. Un missionario nella nostra terra, com’egli stesso usava definirsi, tra la sua gente, che aveva scelto e dalla quale era stato scelto, che sentiva di dover curare, indi-rizzare, accompagnare, aiutare a crescere, più di ogni altra cosa.Gli stava a cuore ogni singola persona , ogni singola vicenda umana, e con grande umiltà ha svolto il suo servizio anche nella malattia, da lontano , con il suo indirizzo , i suoi consigli, il suo entusiasmo mai sopito. Prete di fron-tiera, a voler usare uno stereotipo, prete so-lidale, prete d’assalto, mai stanco e operativo h 24, 365 giorni all’an-no, vulcano eclettico di iniziative sociali e cul-turali senza precedenti nel nostro territorio, purtroppo finora in cronaca solo per fatti di sangue, di cattiva po-litica, di camorra , di degrado, di autocommise-razione spenta e becera. Ha svegliato la nostra città dormitorio dal suo torpore, ha sponsoriz-zato manifestazioni cittadine, anche eludendo le amministrazioni assenti e prese dalle squallide strategie di Palazzo, ha guidato migliaia di gio-vani verso la strada della libertà, per scelta e mai per imposizione. Vicino agli ultimi , agli amma-lati , ai reietti , alle situazioni limite, si è sem-pre rimboccato le maniche ( ci piace ricordarlo con le maniche rimboccate della tonaca logora , i chiodi in bocca ed un martello in mano, chi-no sul presepe..), insegnando a chi ha avuto la fortuna di essere, come chi scrive, in gioventù tra i suoi collaboratori, la tenacia, l’umiltà, la forza dell’entusiasmo , la passione per il mondo circostante, conservando sempre lo stupore e la meraviglia del nuovo, doni che, a chi ha saputo recepirne la ricchezza, hanno dato frutto nella vita di ogni giorno , nel lavoro, nella famiglia.

Sapeva come immergersi nel mistero dell’Altro, ha sempre fuggito gli onori,e, pur essendo negli anni divenuto Monsignore e Decano , ha volu-to restare fedele alla “sua” Parrocchia , forse la più complessa per estensione , e per le difficoltà economiche e sociali del territorio di sua com-petenza. Ha fatto della gratuità la sua summa vitae, non ha speculato sugli oboli, mai pretesi , e ha inteso la sua missione quale dono e non occasione di carriera e tornaconto personale.Uomo vicinissimo ai potenti che si sono sus-seguiti nei decenni, dei quali non ha subito il fascino ma che ha saputo coinvolgere nei suoi progetti; seppur dotato di grande bagaglio cul-turale e di una intelligenza fuori dal comune, ha sempre parlato il linguaggio dei semplici , dei quali preferiva la compagnia, e con i quali usa-va organizzare momenti unici di convivialità e gioia. Prete della speranza che sapeva illuminare anche gli angoli più bui ormai rassegnati nella

disperazione. Pre-te d’assalto che ha avuto parole dure nei confronti del malaffare, della de-linquenza organiz-zata, della politica imbrogliona e im-mobilista.Centinaia gli epi-sodi salienti che potrebbero essere

ancora raccontati per sottolineare la grandezza di “Don Maurino”, piccolo grande uomo che la nostra terra ha avuto in sorte di annoverare tra i suoi cittadini eccellenti , ma ci piace in questa sede ricordarne solo un paio che riteniamo sim-bolici per enfatizzare lo spessore del personag-gio. Don Mauro fu l’unico sacerdote di Casoria solidale con gli operai Rhodiatoce ai tempi delle lotte di fabbrica, restando con loro per ben 40 giorni di occupazione. Nel novembre 1980 , pur essendo rimasto senza edificio parrocchiale per i danni del terribile sisma in Irpinia, riuscì ad organizzare, durante notti insonni , una catena di solidarietà con i giovani per raccogliere aiuti di prima necessità e portarli con qualsiasi mezzo direttamente nei territori colpiti dalla disgrazia, arrivando prima dei soccorsi di Stato. Grazie Don Mauro per il tuo esempio. Mancherai alla tua gente, la tua città è orfana, ed ora ti piange , pur sapendo che sei già beato tra le braccia della Mamma Celeste cui ti sei sempre affidato.

Dal Brasile un ricordo di ”Don Maurino”.del Prof. Alessandro Giordano

È verissimo che quando qualcuno pas-sa a miglior vita e leggiamo parole di stima in suo favore sempre pensiamo

“dopo che se n’é andato tutti ne parlano bene!” Ebbene, questo non è il caso di don Mauro Piscopo, meglio conosciuto come Don Mau-rino.Sicuramente per lui ci sono e ci saranno solo e solamente parole di stima ed affetto. Casoria perde un grandissimo punto di riferi-mento, un sacerdote, um padre, um salvatore di anime, perde un beneffattore,!! La mia in-fanzia è legata alla chiesa di San Benedetto Abate ed alla figura di quest’uomo carismati-co. Ricordo con piacere che molte persone di Casoria si rivolgevano a lui per ricolvere vari problemi, tanto di na-tura spirituale quanto materiale e mai (anche se ben poteva) rifiuta-va il suo aiuto, Casoria deve molto a questa grande figura Amava stare con i giovani ed é su di loro che ha pun-tato per il futuro della chiesa.Ricordo l’esem-pio dell’ormai Pe. Carmine Caponnetto, ami-co e sicuramente seguace dell’emetrito don Maurino che ha contribuito attivamente nel-la sua crescita vocazionale. Vale la pena ricor-dare il suoi aiuti che vanno oltre le frontiere italiane: ha ospitato ragazzi di un orfanatrofio croato, dando loro la piú completa ospitalitá e stimolando i giovani locali all’aiuto verso i piú bisognosi. Inoltre ha ospitato, durante il Giu-bileo del 2000 dei ragazzi provenienti dalla Polonia, facendo sí che la Parrocchia di San Benedetto fosse un punto d’appoggio per chi era proveniente “da un paese lontano ma sem-pre cosí vicino”, volendo usare le parole del Beato Karol Wojtila. Sono sicuro che Caso-ria non dimenticherá mai una persona come don Maurino, uomo di fede e grande amico di tutti. Un plauso alle maestranze locali che in questa occasione hanno dichiarato il lutto cittadino. GRAZIE DON MAURINO!!!

Un uomo CARISMATICO

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il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011VIII

C I A O P A D R E P I S C O P O

CIAOPADRE PISCOPO

Il cordoglio delle ISTITUZIONIIl commento dei politici Casoriani.a cura della Redazione

SEN. TOMMASO CASILLO

L’Assessore della Giunta municipale, senatore Tommaso Casillo, tra i primi ad essere in-

formato della dipartita di Don Mauro Piscopo ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono profondamente addolorato per la morte di don Mauro. Per quasi mezzo secolo ha rappresentato un punto di riferimento non solo per la comu-nità parrocchiale di S Benedetto ma per tutta Casoria”. “Le sue profonde doti umane hanno

Addio, Don Maurino!Lutto cittadino per la dipartita dell’amato Mons. Mauro Piscopo.di Antonella Storti

Monsignor Mauro Piscopo,al servizio della comunità parrocchiale di San Benedetto da quarantaquattro anni.

Cercavate un Casoriano D.O.C.? Eccolo;l’avete trovato. Il “Don Maurino” che tutta Casoria ha conosciuto e stimato si è ricongiunto con quel Dio ch’egli tanto amava ed al quale ha dedicato l’intera vita. La mattina del 20 ottobre scorso,Don Mauro Piscopo ha lasciato i suoi cari,all’età di ottant’anni. La comunità di San Benedetto piange la perdita del suo amato parroco ed a Casoria è lutto cittadi-no. Nella mattina del 20 Ottobre,nella parrocchia a cui Don Mauro ha dedicato una vita di servigi e fatica,è stata allestita la camera ardente. Una folla di visitatori è accorsa per porgere l’ultimo saluto a quello che è stato,indubbiamente,uno dei più grandi uomini che la nostra città abbia mai conosciuto. Ai funerali,che si sono svolti il 21

Ottobre alle ore 16.30,ha preso parte l’assessore della regione Campania Pasquale Sommese,un picchetto d’onore dei vigili urbani ed alcune as-sociazioni quali l’Opera Napoletana Pellegrinag-gi e l’associazione Uniti per il sorriso. La chiesa era gremita ed empaticamente unita al dolore dei familiari dell’amato parroco. La messa è stata celebrata dal cardinale Sepe,il quale ha ricordato personalmente,con commozione,le qualità più grandi di quello che lui stesso ha chiamato “il nostro caro Don Maurino.” << E’ stato un vero discepolo di Cristo,mostrando una fede esempla-re ed un’innata forza d’animo. Ha saputo donare sé stesso agli altri ed alla sua chiesa.>> Queste,le parole del Cardinale. Il coro della parrocchia ha accompagnato il viaggio ultraterreno di Don Mauro con canti,la maggior parte dei quali ispi-rati alla “Signora vestita di bianco” di Bernadette Soubirous,che lui tanto amava ed in onore della quale aveva creato il gruppo dame e barellieri del-la parocchia,dedito all’accompagnamento ed alla cura degli ammalati durante i pellegrinaggi a Lou-rdes. Ha preso parte al funerale,l’intero gruppo di dame e barellieri in uniforme,per unirsi assieme alla comunità al ricordo del caro padre Piscopo. Innumerevoli attività parrocchiali sono state pro-

mosse ed istituite direttamente da lui:il primo Gruppo Giovani; il Gruppo di Azione Cattolica formato da ragazzi, giovani e adulti; i Gruppi di Catechismo per i bambini; la preparazione prema-trimoniale e prebattesimale. Altrettante persone erano lì,ad onorare la cerimonia funebre:ragazzi di tutte le età commossi e rammaricati per la per-dita di uno dei punti di riferimento più grandi della loro vita,ma anche tanti uomini e donne che ricordavano di quando,ancora bambini,vennero accolti per la prima volta a San Benedetto dall’amorevole calore del parroco. Toccante il di-scorso del fratello di Don Mauro. “ I dottori si meravigliavano;non capivano come riuscisse a non lamentarsi mai,nonostante le sue sofferenze fisiche.” Queste le sue essenziali e commuoventi parole. Al termine della cerimonia un tripudio di applausi ha salutato la salma di Don Maurino,che usciva dalla chiesa in cui ha trascorso quaranta-quattro anni di vita. La folla,commossa,si accalca-va attorno alla bara per rivolgere un ultimo saluto al parroco,quasi impedendo il passaggio delle per-sone che la trasportavano. Mentre i presenti si av-viavano fuori della chiesa,per prendere parte alla processione,un ragazzo,commosso,ha affermato: “Come si può non piangere per un uomo simi-le?” Ciò dimostra che Don Mauro Piscopo non è andato via per sempre; è ancora qui,nella città di Casoria,nella sua amata Parrocchia e vive nei cuori di tutti coloro che lo hanno amato,stimato o,semplicemente,conosciuto.

caratterizzato il suo impegno teso sempre a dif-fondere un significativo sentimento sociale verso i più bisognosi”. “Mi piace ricordarlo così: Una straordinaria persona caritatevole”.

IL SINDACO DI CASORIA: DR. VINCENZO CARFORA

Il Sindaco di Casoria, Enzo Carfora, appresa la notizia della morte di monsignor Mauro

Piscopo, storico parroco di S. Benedetto Abate nonché personalità di rilievo per tutta la comu-nità cittadina, ha rilasciato la seguente dichiara-zione: “Don Mauro Piscopo è stata una straor-dinaria figura per tutta la comunità casoriana. Il suo operato, come sacerdote e come uomo, ha sa-puto travalicare i confini della sua parrocchia ed ha scritto pagine positive per la storia della città.”

“Anche se la malattia negli ultimi anni ne ave-va fiaccato le energie fisiche non si era mini-mamente spento lo spirito carismatico che ne ha contraddistinto l’esistenza. Casoria perde un grande punto di riferimento che sono sicuro mancherà a tanti”.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI CASORIA:PASQUALE FUCCIO

Profondo cordoglio e sincera partecipazione per la scomparsa di un’immensa figura spi-

rituale e religiosa della nostra città”, è il pensiero espresso dal presidente del consiglio comunale di Casoria, l’avv. Pasquale Fuccio alla notizia della dipartita di monsignor Mauro Piscopo, decano dei sacerdoti di Casoria, decano dei sacerdoti casoriani, parroco della chiesa di San Benedet-to. “Devo tutto a monsignor Piscopo – prosegue Fuccio - è statoper me un riferimento sociale, spirituale ed anche politico sin da quando ero bambino. Sono per questo addolorato e sgomen-to, anche perché la nostra città perde una figura storica, una persona di insostituibile e inarriva-bile autorevolezza morale. Partecipo con estrema commozione al dolore che ha colpito l’intera Casoria e mi stringo intorno ai familiari con af-fetto e sincero cordoglio”.

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P A N O R A M A C A S O R I A N O

PANORAMA CASORIANO

Via San Salvatore ripulita dopo la segnalazione de "il Giornale di Casoria"

di Daniela De Vecchi

E per fortuna “una volta tanto” arriva anche la buona notizia. A seguito di un articolo pubblicato nelle

scorse settimane, sempre in merito al tema “monnezza” che ancora attanaglia il comune di Casoria, via San Salvatore nei pressi dell'Uci cinemas, una delle arterie da noi trattate e coinvolte nella questione, finalmente è stata ripulita. A darne il lieto annuncio è stato lo stesso assessore al comune Pasquale Tignola, il quale, fiero dell'evento, ha prontamente dichiarato: “Finalmente, la via è stata ripulita, e spero proprio che duri...”.Ora la battaglia è estesa ad altre strade, periferiche e non, della cittadina che tutt'oggi, battagliano contro il problema spazzatura. E visto il riscontro avuto grazie al tempestivo intervento del nostro settimanale, c' è da sperare, e stavolta seriamente, che la questione sarà risolta al più presto.

Alla Biblioteca Comunale di Casoria, aperto l’anno culturale 2011-2012

Il 28 ottobre scorso, con una cerimonia ufficiale presso la Biblioteca comunale, è stato inaugurato l’anno culturale

2011-2012.In occasione dell’evento, promosso per la pri-ma volta a Casoria, è stato presentato il con-

corso “Che cosa c’è in un nome” (what’s in a name?); iniziativa proposta per dare un nome alla Biblioteca di via Aldo Moro.“La biblioteca comunale ha per noi un’impor-tanza strategica per tutte le attività culturali della città – afferma l’Assessore alla Cultura, Luisa Marro – essa deve rappresentare non solo il luogo di consultazione di libri, nel senso classico del termine, ma un punto di incontro di ogni bisogno culturale ed artistico della città di Casoria. Scegliere il nome del-la biblioteca attraverso un concorso aperto a tutta la cittadinanza è un segnale semplice ma che vuole essere il primo momento di condivisione e apertura alla città”“La consistenza del patrimonio culturale del-la città, la storia e la tradizione che rappre-sentiamo – dice il Sindaco, Enzo Carfora – ci impongono una attività di programmazione di tutte le attività culturali. Ben venga quindi questa iniziativa che nell’intento dell’Ammi-nistrazione sarà il punto di partenza della va-lorizzazione della Biblioteca comunale”.

Oratorio ParrocchialeSanta Maria delle Grazie.

E per fortuna “una volta tanto” arriva anche la buona notizia. A seguito di un articolo pubblicato nelle scorse

settimane, sempre in merito al tema “mon-nezza” che ancora attanaglia il comune di Casoria, via San Salvatore nei pressi dell'Uci cinemas, una delle arterie da noi trattate e coinvolte nella questione, finalmente è stata ripulita. A darne il lieto annuncio è stato lo stesso assessore al comune Pasquale Tignola, il quale, fiero dell'evento, ha prontamente di-chiarato: “Finalmente, la via è stata ripulita, e spero proprio che duri...”.Ora la battaglia è estesa ad altre strade, periferiche e non, del-la cittadina che tutt'oggi, battagliano contro il problema spazzatura. E visto il riscontro avuto grazie al tempestivo intervento del no-stro settimanale, c' è da sperare, e stavolta se-riamente, che la questione sarà risolta al più presto. A.S.

Comunicato stampa REVOCA DIRIGENTII sottoscritti Consiglieri Comunali, com-prendendo le difficoltà a leggere le strategie politiche nascoste (mal di pancia per qualche dirigente non riconfermato, a loro gradito) e le tante elaborate sfumature ed accordi di spartizione tengono, per amore della verità, a precisare le motivazioni ed i fatti accaduti sulla questione dei Dirigenti.Nel Consiglio Comunale del 17/10/2011, avente ad oggetto “Discussione Nomina dei Dirigenti, ex art. 110 del TUEL” , i Consiglie-ri Comunali Pugliese Pasquale (Nuovo PSI), Cerbone Aniello (Nuova Città), Ferrara Stefa-no (PDL), Esposito Orlando (PDL) e Capano Andrea (UDC) decisero, di non aderire all’atto di indirizzo proposto dal Partito Democratico contro il Sindaco e la sua stessa maggioranza, per i seguenti motivi:- In primo luogo, i predetti Consiglieri

Comunali, avevano già chiesto la revoca dei Dirigenti in autotutela già lo scorso 13/07/2011 prot. N. 23854, quindi non si riesce a comprendere la necessità di in-viare un’altra richiesta di revoca, per di più proposta dal Partito Democratico dopo tre mesi, se non per un fatto strumentale e li-tigioso tra la maggioranza, di cui una parte di essa tesa a ottenere più potere;

- In secondo luogo, l’atto di indirizzo propo-sto dal Partito Democratico, non poteva es-sere votato perché non era una proposta di delibera né era previsto all’ordine del gior-no. Infatti lo stesso Segretario Comunale, organo di assistenza giuridico-amministra-tiva dell’ente, dichiarava l’inammissibilità della votazione;

- Infine, intuite le ragioni del documento proposto dal Partito Democratico, teso a ricattare la sua stessa maggioranza per ot-tenere chissà cosa, i Consiglieri dell’opposi-zione, con dichiarazione di voto già ampia-mente motivata, decisero di abbandonare l’aula per non andare in soccorso ad una parte della maggioranza (PD) che cerca ruoli esecutivi in questa Amministrazione.

L’unico rammarico dei sottoscritti, è che quel-la parte dell’opposizione che è rimasta in aula, non ha osservato e rispettato il suo ruolo di opposizione.

I Consiglieri ComunaliNuovo Psi – Pugliese Pasquale

Pdl – Stefano FerraraNuova Citta’ – Cerbone Aniello

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il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 201110

C U L T U R A

Fuoco su NAPOLIStoria di distruzione e speranzaGli studenti diCasoria e Afragolaincontrano l’autore,Ruggero Cappuccio.di Fortuna De Rosa

«Al massimo tra cinque mesi Napoli finirà di esistere, al massimo tra cinque mesi Napoli non ci sarà più». Una

violenta eruzione dei Campi Flegrei distruggerà la città in un inferno di acqua e di fuoco: questo il verdetto ineluttabile degli otto maggiori esperti del mondo riuniti all’Osservatorio Vesuviano, «più che otto vulcanologi, otto padreterni».Un mese. Un mese è il tempo che Diego Ventre, affascinante avvocato penalista napoletano e volto pulito della camorra, chiede prima che la notizia sia diffusa. Trenta giorni per poter vendere e comprare immobili strategici al suo piano di rifondazione della città: è questa infatti l’occasione per far risorgere una nuova Napoli, purificata dalle persone e dalle violenze che l’hanno devastata per secoli.Questo è lo scenario in cui si muove freddo ed ambiguo Diego Ventre, destreggiandosi tra imprenditori, politici, camorristi, mondanità alto-borghese, «play» poco puliti e fantasmi di un passato tormentato, incontrando situazioni e personaggi che incarnano le passioni e i vizi umani più profondi. Ma anche una vita così piena di ombre ha la sua Luce. Nel caso di Diego si tratta di Luce di Sangrano, giovane e bellissima

discendente di una nobile famiglia in decadenza, voce e anima incontaminata della città, che resta attratta da quest’uomo colto e protettivo, ma anche pieno di misteri, verso il quale nutre emozioni contrastanti, perché in fondo «le emozioni sono… diciamo sono quando capisci che le cose delle quali hai paura sono le cose che ami».Fuoco su Napoli non è però solo la controversa storia d’amore di Diego e Luce, ma soprattutto una storia d’amore per Napoli; la città del mentre dove tutto è possibile; la città del tempo e del controtempo «che correva quando tutto il mondo andava piano e andava piano quando tutto il mondo correva»; la città della perenne lamentazione autoconsolatoria; della camorra ma anche del falso perbenismo della politica dove nulla è mai tutto bianco o tutto nero; la bella donna sfigurata dal tempo che per vergogna ormai non si specchia più; il corpo massacrato, smembrato e disperso in mille pezzi come quello di Osiride, ricomposto per amore dalla sua amante, la dea Iside. Allo stesso modo, oltre la fame di affari di Diego, c’è l’amore per questa città, c’è la speranza che anche il corpo di Napoli possa essere rianimato e composto in un unica carne. E non è un caso che in mezzo a tutta questa

devastazione l’unico seme di speranza sia affidato alla fine proprio a Luce e alla vita che porta in grembo.«Nessuno ha raccontato Napoli, la sua deriva e il suo riscatto, come in questa grande storia

d’amore e di stupro», scrive Raffaele La Capria, e proprio questi sentimenti contrastanti, l’amore-odio per la bella e corrotta Parthenope sono il filo conduttore che anima Fuoco su Napoli, con cui Ruggero Cappuccio (classe 1964) ha vinto il Premio Napoli 2011.Un pubblico attento e curioso di giovani studenti di Casoria e Afragola, guidati dai propri insegnanti, ha incontrato Ruggero Cappuccio lunedì scorso al liceo scientifico

“Brunelleschi”. Una bella iniziativa del Centro di Promozione Culturale “Insieme” coordinato dal prof. Vittorio Mazzone. Una piacevole chiacchierata, un confronto con l’autore sulla storia, i personaggi, la città, che ha reso Diego, Luce e tutti gli altri una presenza quasi reale. È questo infatti, a detta dell’autore, il successo più grande di Fuoco su Napoli: aver riscontrato che ognuno ha dato un proprio volto ai personaggi; per questo, ancora non pensa ad una versione cinematografica: per lasciare che tutti questi volti non siano “codificati” in un unico volto e restino parte di tutti quelli che, come la sottoscritta, li hanno amati.

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il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011 11

S P O R T

La Giotto cade ancora non si cercano alibiBattuta in casa dallo Squinzano, il presidente Calabrese suona la carica: ”Andiamo avanti!”.di Francesco Scalamogna

Per la seconda giornata del campio-nato nazionale maschile di serie B-2, la Giotto Volley cade in casa

contro lo Squinzano. Seconda sconfit-ta consecutiva per la compagine locale di pallavolo, che re-sta quindi ultima in classifica a 0 punti. Stesso risultato della precedente e com-battuta trasferta di Casarano, 3-0, ma stavolta non c’è sta-ta proprio partita. Il parziale dei set (20-25, 18-25, 16-25) rende bene l’idea di una supremazia av-versaria che aumentava man mano con lo scorrere dei minuti. Davanti ad un centi-naio di tifosi accorsi, gli uomini di Coach Calabrese hanno sì affrontato la squadra

più competitiva del girone ma troppo facilmente si sono fatti surclassare. Una timida reazione si è intravista nel primo e nel secondo set, ma troppe sono state le disattenzioni degli atleti casoriani che mai sembravano imbeccare nello sprint giusto per riequilibrare le sorti dell’in-contro. Il terzo set è una passerella per gli ospiti, che si portano fino ad un massimo di +10. Il presidente Egidio Calabrese ha rilasciato per noi un intervento: ”È stata una brutta partita, complice gli infortu-ni accorsi negli ultimi giorni che non ci hanno permesso di lavorare e preparar-ci al meglio. Lo Squinzano è una tipica squadra di tradizione pugliese, quadrata.

Dimentichiamo la prestazione di que-sta sera ed andiamo avanti”. Dello stesso parere anche Coach Sergio Calabrese: ”Complimenti allo Squinzano, che han-no disputato una gran partita e messo a nudo tutti i nostri

problemi. Non cerco alibi per la scon-fitta. Abbiamo sbagliato l’approccio alla gara, lavoreremo su un aspetto mentale. Ora occorre un bagno d’umiltà e lavorare sodo, il campionato è lungo. La squadra

Comunicato stampa UDC L’U.D.C. di Casoria rivendica, unitamente alle forze di opposizione che se ne sono fatte promotrici, la paternità di tutte le iniziative volte a mettere ordine e recuperare la legalità nella nomina dei dirigenti del Comune.Della validità delle nostre ragioni ha preso atto, sebbene in maniera tardiva e politica-mente disarticolata, anche il PD partito fa-cente parte della maggioranza.L’U.D.C. considerato l’evidente stato confu-sionale in cui versa la maggioranza, fa appello al Sindaco affinché trovi le giuste soluzioni per dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini.L’U.D.C. di Casoria, infine, informa che l’unica figura legittimata a rendere dichiara-zioni ufficiali per il Partito è il Commissario cittadino, incarico attualmente ricoperto da Carlo Tizziani.Casoria lì, 25/10/2011

Il Commissario cittadinoCarlo Tizziani

Il Gruppo consiliareAndrea Capano

Emilio Polizio

ha i mezzi per fare bella figura quest’an-no, i ragazzi hanno tanta voglia di emer-gere”. Prossimo appuntamento dome-nica 30 ottobre contro la “Elpral Art et Labor” in trasferta a Sirignano (Av).

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C A S A C A S O R I A

Fare impresa:CARLO DE VITA

lo stesso dare tutto se stesso in ogni forma di or-ganizzazione, questa con uno scopo preciso valo-rizzare e lavorare per la riconquista della dignità persa di una città mortificataVi chiederete come? Proponendo e fotografan-do, comunicando tutti i disservizi che contribu-iscono a rendere una città invivibile sotto ogni aspetto della vita quotidiana. Uffici comunali vuoti, dipendenti pubblici assenti o spesso inte-ressati a svolgere attività personali e affaristiche ai danni dei cittadini. Merito della classe politica che protegge e assiste in cambio di favori elet-torali, nominando dirigenti incapaci, arroganti e lontani dallo spirito di servizio che dovrebbe caratterizzarli. Segnalare e proporre fino alla DENUNCIA, chi non assolve il proprio dovere, chi non adempie alle proprie funzioni pur se alle dipendenze della collettività. Bisogna ritrovare lo spirito di Comunità, porre l’attenzione che ognuno pone nella propria casa, perché CASO-

RIA è la nostra CASA e và ristruttura-ta, abbellita e protetta.Alla base di ogni progetto sia impren-ditoriale sia associativo esiste un segre-to, ci confessa Carlo De Vita, più volte citato nei suoi articoli, la “Dichiarazio-ne e il rispetto degli Ideali”. Ebbene si, raggiungere gli obiettivi è importante, ma utilizzando metodi chiari e com-prensibili, rispettando le idee altrui e lavorando per creare benessere in ogni

persona, che fa parte dei progetti, contribuendo alla realizzazione di una vita produttiva e ricca di successi familiari.Insomma una persona determinata e con le idee chiare, fin troppo chiare, da capire che la poli-tica quella che si pratica dalle nostre parti non può che togliere a chi ha coltivato e continua a professare meritocrazia, solidarieà e giustizia. Dieci anni sono il primo obiettivo raggiunto. Tante le cose fatte, ma tante le cose da fare. AD MAIORA.

Attività immobiliari, Editoria, Associazioni. In arrivo una fondazione “Casa Casoria”.di Francesca Castaldo

F are impresa al sud è sempre più spesso una sfida. E fare impresa nella nostra provin-cia, significa sostenere maggiori costi di

gestione rispetto alle imprese del Nord del Paese, per effetto di fattori esterni negativi come cri-minalità, credito, incompetenze e arroganza dei dirigenti della pubblica amministrazione, tutti fattori che producono maggiori costi e minori ricavi per le imprese locali.Ma non sempre i fattori negativi ostacolano la nascita e la crescita delle iniziative imprendito-riali. Non a caso, siamo sbarcati nell’ufficio del Nostro Editore, Carlo De Vita.Ogni nuova idea che prende forma, qualunque essa sia, ha l’aspetto di essere organizzata in ma-niera assolutamente eccellente. E’ questa l’aria che si respira nelle organizzazioni ideate e gestite da Carlo De Vita e il suo gruppo. Forse il vero segreto è la compagine aziendale che lo affianca e lo assiste in ogni suo progetto. Hanno sposato in pieno la sua filosofia di vita, “ qualunque cosa facciate, che sia trasparente e che abbia l’anima”.

Questo il messaggio che arriva alla gente, sia dalle attività immobiliari, organizzate e gestite con il marchio NAPOLINCASA, sia chi legge i contenuti e osserva la grafica delle attività edito-riali di Napolincasa, attraverso “IL GIORNA-LE DI CASORIA”, ultima iniziativa editoriale nata grazie alla condivisione di idee e progetti con il Dr. Giuseppe Storti coofondatore e vera anima del giornale, divenuto un vero punto di riferimento dei Casoriani. Partiamo dalle attività Immobiliari, l’idea risale al 1999, il deposito e la registrazione del Mar-chio Napolincasa una delle poche realtà im-mobiliari non piegatasi alle forze economiche e di comunicazioni dei gruppi in franchising di livello Nazionale. Il marchio ha raggiun-to l’obiettivo dei dieci anni di attività e ad oggi l’unica realtà immobiliare, dell’area a nord di Na-poli ad aver diversificatole attività, organizzando un azienda specializzata nella gestione e valoriz-zazione delle aree parcheggio, nella gestione in outservice dei patrimoni immobiliari, curando ogni aspetto della gestione, oltre al servizio di valutazione e vendita immobiliare, divenuto tra i più referenziati e accreditati della provincia. In Cantiere la nascita di una Associazione-Fon-dazione “CASA CASORIA”, lo spirito è sempre

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il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 201114

R U B R I C A M E D I C A

Circolazione e sosta: il contrassegno invalidi Istruzioni per l’uso.a cura del dr. Mauro Fiore

Una delle richieste, a volte inap-propriate e inopportune, che per-vengonoal Medico di Famiglia è

il rilascio del certificato per ottenere il “contrassegno invalidi” che consente la sosta dell’auto negli appositi spazi riser-vati. I cittadini “con capacità di deambulazio-ne sensibilmente ridotta" possono otte-nere il cosiddetto ”contrassegno invalidi" solo dopo aver eseguito una visita medica specialistica che attesti questa condizione. Può essere rilasciato anche a persone che momentaneamente si ritrovano in con-dizioni d’invalidità temporanea a causa di un infortunio o altro; in questo caso l'autorizzazione può essere concessa solo a tempo determinato e sempre dopo cer-tificazione medica specialistica che attesti il motivo e la durata dell'invalidità. Il cittadino in possesso di questi requisiti deve prima rivolgersi all'Ufficio Medico Legale del proprio Distretto Sanitario e farsi rilasciare, esibendo la documentazio-ne sanitaria, la certificazione medica che attesti che il richiedente ha una capacità di deambulazione sensibilmente ridotta, in modo temporaneo o permanente, o è un non vedente.

Una volta ottenuto tale certificato dovrà presentare una domanda al Sindaco del Comune di residenza per il rilascio del contrassegno allegando il certificato rila-sciato dal Distretto Sanitario. Ricordo in proposito che il contrassegno ha una validità di cinque anni su tutto il territorio nazionale e alla scadenza si può r i n n o v a re presentan-do un cer-tificato di persistenza della de-ambulazio-ne ridotta r i l a s c i a t o dal proprio Medico di Famiglia. Il Medico lo redige-rà solo se persistono le condizioni di salute per le quali è stato rilasciato il contrassegno e a pagamento, perché è una prestazione pri-vata non prevista nell’assistenza sanitaria di base. ATTENZIONE: il contrassegno è strettamente personale dell’invalido, non può essere ceduto ad altri e permette a qualunque veicolo, che lo sta effettiva-mente trasportando, di parcheggiare ne-

gli appositi spazi riservati e delimitati da strisce gialle. Se nel veicolo non c’è l’invalido non si ha alcun diritto di parcheggiare.Voglio segnalare che il Sindaco, in casi di particolari e gravi condizioni di disabili-tà e su specifica richiesta, può assegnare uno spazio di sosta individuale con ap-posita segnaletica indicante gli estremi del "contrassegno invalidi" e il numero dell’autorizzazione concessa.Sottolineo in proposito che il Regola-mento di Esecuzione e Attuazione del Nuovo Codice della Strada (Decreto Le-gislativo N. 285 del 30/04/1992 / DPR 495/92 art. 381) non prevede l’obbligo di tale concessione e lo limita solo alle zone

ad alta den-sità di traf-fico. Anzi vi si precisa che l ’ i n v a l i -do "deve, di norma, essere abi-litato alla guida e deve disporre di un autovei-colo". P e r t a n t o

deve avere innanzitutto la patente di gui-da, poi essere il proprietario di un veicolo e infine essere affetto da una patologia che ha ridotto la sua “capacità deambulatoria”.Attenzione perciò ai furbi e ai benefi-ciari di sciatte o “distratte” interpreta-zioni delle norme: spesso esibiscono il “Contrassegno Invalidi” come uno sta-tus symbol!

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il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011 15

A R T E

Anno 1 - Numero 17Domenica 30 ottobre 2011

Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 26 ottobre 2011.

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Segreteria di redazione:Imma D'Angelo - Anna Baratto

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Importante riconoscimento per il maestro Enzo MarinoLo Stadtmuseum Erlangen acquisisce un’opera dell'artista casoriano.a cura della Redazione

Sabato 29 ottobre 2011, alle ore 16, in coincidenza col finissage della mostra "I tempi mitici" lo Stadt-

museum Erlangen (D), nella persona del direttore Thomas Engelhardt, acquisisce l’opera “Il Graf-fito” / ”Sch-rebweise” del maestro Enzo Marino. Saran-no presenti alla manifestazione la Dr. Elisabrth Preuß, Bür-ge r m e i s t e r i n di Erlangen, il Dr. Filippo Scammacca del Murgo, Con-sole generale d’Italia a Mo-naco di Baviera, il sig. Giuseppe Andolina pre-sidente dell’Ita-l i e n i s c h -Deutscher-Ve-rein Erlangen e V, il sig. Chri-stian Hamsea presidente della sezione tedesca dei Free International Artists e un pubblico di ar-tisti ed amanti dell’arte, “Il Graffito” / ”Schrebweise” è un di-pinto acrilico realizzato con tecnica del rollerpainting su tela montato su telaio in legno di 100 x 150 cm. del 1996 nel pieno fermento del pensiero estetico “cognitivismo-connettivo” dell’artista. “…è una composizione su due colonne

verticali di graffi-pittura come se fosse-ro vele sospese nello spazio. Essa inter-preta i segni lasciati dall’uomo lungo il percorso della sua esistenza, dall’oriente all’occidente, dal nord al sud del mondo attraversando periodi di maggior fecon-dità culturale. Inizia da uno scontro tri-bale, graffito rupestre e finisce con una immagine di guerriglia contemporanea, graffito metropolitano. Sono interpreta-ti, secondo un percorso evolutivo, i segni di civiltà del nord Europa, degli egizi, degli Etruschi, dei Romani, degli Incas, degli Arabi, attraversando la cultura ci-nese, islamica, cattolica, medievale, del

Rinascimento, della prima ri-voluzione in-dustriale, della Belle Epoque, del l ’anarchia, del pacifismo...” Enzo Mari-no, napoleta-no (Casoria, Italia 1945) conosciuto e apprezzato in molti Paesi del mondo. Mem-bro di Comitati Scientifici come “Encuentro de las Culturas México–China (China)”; “Pro-getto: Napoli 50/80” – Na-poli; “Giuseppe Garibaldi …

Hombre de la libertad, ombre de la Hu-manidad…”Bergamo/Montevideo; “La Ruta di Quetzalcòtl en el Arte” México. Ospite del CONI, è tra i 50 artisti a rap-presentare l’arte italiana alle Olimpiadi di Pechino, 2008. Presidente e fondatore dei "Free International artists" ha preso parte ed organizzato centinaia di eventi internazionali (London, Graz, Santa Fe, Montevideo, Tula de Allende, Città del

México, Berlin, Mozirje, ecc.). Pittore, scultore, performer, Marino si dedica da anni alla sperimentazione: sono sue le nuove tecniche delle “Alaniline” (1972), “Tempere fuse” (1975-1984), “Roller-painting” (1983) , “Graffisculture” (1999), “Endosculture” e le “Sculture performati-ve” (2004). Erlangen, in Baviera, è un vivace centro industriale ed universitario: sede della Siemens, ospita l'università Friedrich-Alexander-Universität Erlangen-Nür-nberg nonché il grande istituto di ricerca del Fraunhofer-Gesellschaft; lo Stadt-museum è il principale museo cittadino, attualmente ospita la mostra personale “I Tempi Mitici” di Enzo Marino.

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