IL GENOCIDIO ARMENO SPIEGATO AI PIU PICCOLIold.comunitaarmena.it/comunita/comunicati/il genocidio...

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1 IL GENOCIDIO ARMENO SPIEGATO AI PIU’ PICCOLI Armenia per non dimenticare di Giampiero Moretti (2003) Centenario del genocidio armeno 2015

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IL GENOCIDIO ARMENO

SPIEGATO AI PIU’ PICCOLI

Armenia per non dimenticare di Giampiero Moretti (2003)

Centenario del genocidio armeno

2015

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PREMESSA

Questo lavoro è stato realizzato in occasione del centenario del genocidio armeno

per iniziativa del «Consiglio per la comunità armena di Roma» e del sito

comunitaarmena.it.

Esso è dedicato ai più piccoli delle scuole elementari e medie e per tale ragione gli

autori hanno scelto una narrazione discorsiva e poco didascalica, evitando al

contempo di inserire troppi riferimenti storici o immagini che potessero turbare i

giovani lettori.

La pubblicazione e diffusione di questo materiale è assolutamente libera ma con

preghiera eventualmente di citare la fonte laddove necessario.

Roma, febbraio 2015

Per informazioni:

[email protected]

Il testo è di Emanuele Aliprandi. Gli autori delle illustrazioni (tratte da internet) sono citati in calce alle stesse.

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Ciao!Ciao!Ciao!Ciao!

Permettimi di presentarmi. Io sono Hayk Hayk Hayk Hayk Mi dipingono sempre con questo arco in mano, sempre pronto a scagliare una freccia. E dietro di me, ci puoi scommettere, c’è sempre il monte Ararat. Che cosa è l’Ararat? Ma è una montagna, ovvio. Ma ne parliamo dopo. Dunque, dicevo… ah sì Io sono Hayk. Ma questo forse te lo avevo già detto… Scusami, sai, ma sono un po’ rimbecillito. Sarà l’età. A occhio e croce dovrei avere circa 4500 anni4500 anni4500 anni4500 anni e la vecchiaia comincia a farsi sentire.

Che ti avevo detto? Ancora con questo benedetto arco… Tutto nasce dal fatto che nel 2493 avanti Cristo, io Hayk, capo della tribù degli ArmeniArmeniArmeniArmeni, sconfissi in battaglia l’invasore re Nimrod di Babilonia.... Sono quindi considerato il capostipite del popolo armeno che non a caso si chiama anche Hay Hay Hay Hay (cioè

figli di Hayk) e l’Armenia si chiama in lingua armena HayastanHayastanHayastanHayastan (cioè terra degli hay). È tutto chiaro?

Ora io ti accompagnerò in questo viaggio alla scoperta degli armeni. Ma ti racconterò anche una storia triste, molto triste, che riguarda il genocidio del genocidio del genocidio del genocidio del popolo popolo popolo popolo armenoarmenoarmenoarmeno accaduto non molto tempo fa (un secolo or sono che nella mia lunga storia vuol dire ieri…).

Sei pronto per questo nostro viaggio insieme? Allora cominciamo.

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Chi sono gli armeni?Chi sono gli armeni?Chi sono gli armeni?Chi sono gli armeni? Gli armeni sono un antico popolo storicamente stanziato tra l’Anatolia orientale e il Caucaso. Facciamo prima a guardare una carta geografica… Allora questa è l’Europa. Hai presente l’Italia… Credo di sì. Vai ad est, supera la Grecia, salta con un balzo il Mar Egeo e atterra con due piedi in Anatolia (che oggi corrisponde alla Turchia). Fin qui, tutto bene? OK Ora guardiamo meglio l’Anatolia, spostiamoci ancora più a est e troviamo la Grande ArmeniaGrande ArmeniaGrande ArmeniaGrande Armenia

Questo era lo sviluppo del Regno di Armenia nel secondo secolo dopo la nascita di Cristo. Tra Anatolia e Caucaso, ovvero tra oriente e occidente, tra nord e sud. E quella che vedi, con il contorno rosso, al suo interno è l’attuale repubblica repubblica repubblica repubblica di Armenia.di Armenia.di Armenia.di Armenia. C’è un bella differenza, vero…?

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Dunque, gli armeni da qualche migliaio di anni abitano da quelle parti. Le loro terre furono spesso contese da potenti vicini, ambiziosi di conquistare un territorio che da un punto di vista economico (ti dice niente la via della seta di Marco Polo?) e politico faceva gola a tanti. Raramente gli armeni ebbero periodi tranquilli… Nella migliore delle ipotesi dovettero cedere e diventare sudditi ora di questo ora di quel popolo che li aveva conquistati. Ma, ti domanderai, come hanno fatto gli armeni a sopravvivere per tanti secoli con tutte queste guerre e invasioni che furono costretti a subire? Due sono le risposte: la religione cristiana religione cristiana religione cristiana religione cristiana e la lingua.lingua.lingua.lingua. Devi sapere che l’Armenia è stata la prima nazione al mondo a riconoscere il cristianesimo come religione ufficiale. Lo si deve a questo barbuto signore, san Gregorio Illuminatoresan Gregorio Illuminatoresan Gregorio Illuminatoresan Gregorio Illuminatore

A quel tempo l’Armenia era governata da re Tiridate ITiridate ITiridate ITiridate IIIIIIIII che, educato nell’impero romano, aveva poca simpatia per i cristiani e per i loro predicatori come Gregorio che fece arrestare e incarcerare in una cella scavata nel terreno: Khor VirapKhor VirapKhor VirapKhor Virap che in armeno vuol dire “fossa profonda”. Lì il povero Gregorio rimase per dodici anni.

La leggenda dice che il re si ammalò di una grave malattia che nessun medico di corte riusciva a curare. La sorella del re sognò il cristiano Gregorio e i suoi poteri miracolosi e propose al fratello di liberarlo. Il re, dopo aver inizialmente rifiutato, così fece e guarì. Decise quindi di convertirsi al cristianesimo e tutto il regno di Armenia divenne cristiano. Era il 301301301301. . . . L’editto di Costantino (che concedeva a tutti i cittadini dell’Impero romano d’oriente e di quello d’occidente libertà di culto) sarà firmato solo nel 313. L’Armenia quindi è stata la prima nazione cristiana al mondo.L’Armenia quindi è stata la prima nazione cristiana al mondo.L’Armenia quindi è stata la prima nazione cristiana al mondo.L’Armenia quindi è stata la prima nazione cristiana al mondo. E questa sua fede cristiana le rimarrà attaccata per sempre e sarà una parte fondamentale della storia del popolo armeno di fronte alle invasioni di popoli non cristiani (persiani, arabi, ottomani).

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Un altro elemento che ha tenuto unito il popolo armeno e lo ha difeso contro le invasioni è stata la lingua armena.lingua armena.lingua armena.lingua armena.

A un altro monaco, Mesrob MashtotsMesrob MashtotsMesrob MashtotsMesrob Mashtots, si deve nel 401401401401, l’invenzione dell’alfabeto armeno che venne utilizzato poi per trascrivere i documenti sacri e la stessa Bibbia per la diffusione del cristianesimo in tutta l’Armenia. Fino a quel momento si usava per lo più il greco. La leggenda vuole che Mesrop sognasse un angelo che gli dettava le trentotto letteretrentotto letteretrentotto letteretrentotto lettere dell’alfabeto armeno. Forse non è andata proprio così… ma chi può dirlo. Certo l’alfabeto non è proprio semplcissimo… Questa ad esempio è la lettera A: ԱԱԱԱ e questa la M: ՄՄՄՄ Ma sembra una U ed è quasi uguale all’altra! Te

l’avevo detto che non era così facile… Gli armeni sono così affezionati al loro alfabeto da aver addirittura creato un monumento in suo onore. Forse il primo monumento al mondo dedicato alle lettere di un alfabeto!

Se un popolo arrivare addirittura a dedicare un monumento alle lettere della sua lingua puoi capire quanto essa sia importante. E quanto sia stata necessaria per salvaguardare l’identità di questo popolo!

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Allora, dove eravamo rimasti? Alla Grande Armenia che poi, poco alla volta, fu conquistata da questo e da quello. Alla fine rimasero solo gli armeni (con la loro lingua e la loro religione) e per molti secoli non ci fu un vero e proprio stato armeno. Ma c’erano gli armeni. Con le loro chiese, le loro proprietà, le loro scuole, il loro alfabeto e il loro monte. Quale?

Ne ho parlato di sfuggita prima. Il monte Araratmonte Araratmonte Araratmonte Ararat.... La grande montagna alta oltre 5200 metri5200 metri5200 metri5200 metri (il monte Bianco è la più alta montagna d’Europa e raggiunge solo i 4800 metri) sulla quale si posò l’arca l’arca l’arca l’arca di Noèdi Noèdi Noèdi Noè con tutto il suo carico di animali dopo il diluvio universale.

(serigrafia di Emanuele Luzzati)

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L’Ararat non rappresenta solo un simbolo per tutta l’umanità ma è anche L’Ararat non rappresenta solo un simbolo per tutta l’umanità ma è anche L’Ararat non rappresenta solo un simbolo per tutta l’umanità ma è anche L’Ararat non rappresenta solo un simbolo per tutta l’umanità ma è anche l’emblema dello stesso popolo armeno.l’emblema dello stesso popolo armeno.l’emblema dello stesso popolo armeno.l’emblema dello stesso popolo armeno.

Le sue chiese sono a punta come la vetta della montagna, e anche i copricapi dei suoi preti ricordano quello che gli armeni chiamano MasisMasisMasisMasis. In lingua armena Ararat significa “Creazione di Dio”.In lingua armena Ararat significa “Creazione di Dio”.In lingua armena Ararat significa “Creazione di Dio”.In lingua armena Ararat significa “Creazione di Dio”. L’Ararat è molto di più di una montagna per il popolo armeno. Che purtroppo, oggi, può solo vederlo ma non avvicinarsi.

Infatti oggi l’Ararat, la montagna sacra degli armeni, si trova in Turchia e un confine di filo spinato lo divide dalla attuale repubblica drepubblica drepubblica drepubblica di Armeniai Armeniai Armeniai Armenia.... Cosi senza accorgercene siamo arrivati ai giorni nostri… Dunque è il caso di spendere due parole sulla piccola repubblica del Caucaso che ha una superficie di meno di trentamila chilometri quadrati (come Piemonte e Valle d’Aosta insieme) e ha tre milioni di abitanti. La capitale è Yerevan Yerevan Yerevan Yerevan (Erevan) con un milione e duecentomila abitanti. L’Armenia è uno stato indipendente dal 1991199119911991. Prima di tale data faceva parte dell’Unione Sovietica.

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Eccola qui, nella cartina a fianco, cerchiata di rosso. Troppo piccola? Allora proviamo a vederla meglio…

Questa è l’Armenia un po’ più da vicino. Al centro c’è la capitale Yerevan e noterai anche il lago Sevanlago Sevanlago Sevanlago Sevan che è esteso cinque volte il lago di Garda ed è il più grande lago di montagna al mondo. Già dimenticavo di dirti che tutta l’Armenia è montuosa, il 40% del territorio si trova sopra i duemila metri di altitudine; ci sono alte montagne (come il monte Aragats di oltre 4000 metri), vulcani (spenti) e grandi foreste. Quella che vedi a fianco è la repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh)repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh)repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh)repubblica del Nagorno Karabakh (Artsakh) che è un piccolo stato armeno dichiaratosi indipendente dall’Azerbaigian ma non è ancora riconosciuto a livello internazionale. Ci facciamo un giro veloce in Armenia?

Questa è la capitale Yerevan e sullo sfondo c’è il biblico monte Ararat che però si trova in territorio turco Il tempio di Garni e sotto il monastero di Tatev, uno dei tanti monasteri di cui è ricca l’Armenia. Dimenticavo… la bandiera

armena.

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Che cosa è accaduto agli armeni?Che cosa è accaduto agli armeni?Che cosa è accaduto agli armeni?Che cosa è accaduto agli armeni? Ora ti chiederai perché gli armeni che per secoli hanno abitato la loro Ora ti chiederai perché gli armeni che per secoli hanno abitato la loro Ora ti chiederai perché gli armeni che per secoli hanno abitato la loro Ora ti chiederai perché gli armeni che per secoli hanno abitato la loro terra ora sono confinati un piccolo stato di poche migliaia di chilometri terra ora sono confinati un piccolo stato di poche migliaia di chilometri terra ora sono confinati un piccolo stato di poche migliaia di chilometri terra ora sono confinati un piccolo stato di poche migliaia di chilometri quadrati?quadrati?quadrati?quadrati? Che cosa è accaduto? Perché l’Ararat staChe cosa è accaduto? Perché l’Ararat staChe cosa è accaduto? Perché l’Ararat staChe cosa è accaduto? Perché l’Ararat sta dall’altra parte di un confine? dall’altra parte di un confine? dall’altra parte di un confine? dall’altra parte di un confine? Facciamo un salto indietro. E bello lungo. Devi sapere che intorno all’undicesimo secolo arrivarono dalle steppe dell’Asia centrale delle tribù turche fra le quali quella degli OttomaniOttomaniOttomaniOttomani che alla fine si impose su tutti gli altri e conquistò l’intera Anatolia e l’Armenia. L’impero ottomano prosperò dalla fine del tredicesimo secolo fino agli inizi del Novecento. Conquistò e sottomise tutte le popolazioni, le sue orde arrivarono in Europa (ti dice niente l’urlo “Mamma li turchi”?: oggi è un’espressione ironica ma qualche secolo fa era un grido di terrore per le coste del Mediterraneo lungo le quali ancora oggi si stagliano le torri di avvistamento contro i saraceni…). Gli armeni furono, al pari di tanti popoli, sottomessi. Per secoli vissero nell’ombra dell’Impero Ottomano, cittadini di seconda classe: non potevano portare i loro vestiti tradizionali, le loro chiese non potevano affacciarsi sulla pubblica strada, il loro impego nella pubblica amministrazione era limitato. Erano cristiani e armeni. E venivano visti con diffidenza sempre maggiore. Alla fine dell’Ottocento gli armeni dell’impero erano circa due milioni e due milioni e due milioni e due milioni e mezzomezzomezzomezzo e vivevano soprattutto nel loro storico territorio (attuale Turchia orientale) dove rappresentavano la maggioranza della popolazione. Questa è quella che oggi gli armeni chiamano l’Armenia occidentaleArmenia occidentaleArmenia occidentaleArmenia occidentale per distinguerla dall’attuale Armenia orientaleArmenia orientaleArmenia orientaleArmenia orientale. Alla fine dell’Ottocento, il Sultano Abdul HamidSultano Abdul HamidSultano Abdul HamidSultano Abdul Hamid diede inizio a una serie di

persecuzioni contro gli armeni che chiedevano maggiori garanzie e libertà per la loro comunità.

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Queste persecuzioni (tra il 1893 e il 1896) causarono trecentomila morti. trecentomila morti. trecentomila morti. trecentomila morti. Per questo bagno di sangue fu definito il “Sultano rosso”. Agli inizi del Novecento, nell’impero ottomano riscuote successo il movimento dei “Giovani Turchi”Giovani Turchi”Giovani Turchi”Giovani Turchi” che volevano rovesciare il sultanato e si dichiaravano paladini delle libertà. Anche gli armeni li appoggiarono sperando in un sistema più libero e democratico. Ma presto dovettero fare i conti con una amara realtà… Una volta al potere i Giovani Turchi, guidati da Talaat, Enver e DjemalTalaat, Enver e DjemalTalaat, Enver e DjemalTalaat, Enver e Djemal ripresero con più forza le persecuzioni a danno degli armeni considerati come un corpo estraneo nella società turca. Lo scoppio della prima guerra mondiale fu il pretesto per annientare la Lo scoppio della prima guerra mondiale fu il pretesto per annientare la Lo scoppio della prima guerra mondiale fu il pretesto per annientare la Lo scoppio della prima guerra mondiale fu il pretesto per annientare la razza armena.razza armena.razza armena.razza armena.

Il Il Il Il 24 aprile 191524 aprile 191524 aprile 191524 aprile 1915 ha ufficialmente inizio il genocidio armeno.ha ufficialmente inizio il genocidio armeno.ha ufficialmente inizio il genocidio armeno.ha ufficialmente inizio il genocidio armeno. Quel giorno vengono prelevati e portati via a Costantinopoli (odierna Istanbul) milleduecentomilleduecentomilleduecentomilleduecento personalità della comunità armena. Sono

intellettuali politici, professionisti: l’intera classe dirigente della comunità armena. Il genocidio comincia tagliando la testa pensante del “nemico” da distruggere”. Poi è la volta della forza lavoro.

Gli uomini sono inviati al fronte di guerra (era in corso la prima guerra mondiale!) ed eliminati. Chi è rimasto (donne, vecchi, bambini) viene incamminato in lunghe marce della morte verso il deserto. Tutti gli armeni sono costretti a lasciare in poche ore le proprie case e le proprie cose. Scortati da soldati e avanzi di galera vengono avviati in

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estenuanti marce di centinaia di chilometri. Ad uno ad uno cadono e non si rialzano più…

È una carneficina… tra morte per fame, per malattia o brutali uccisioni da parte dei soldati turchi.

Un milione e Un milione e Un milione e Un milione e mezzo di armeni, su poco più di due mezzo di armeni, su poco più di due mezzo di armeni, su poco più di due mezzo di armeni, su poco più di due milioni, muore.milioni, muore.milioni, muore.milioni, muore. Questo è il Genocidio del popolo armeno.Questo è il Genocidio del popolo armeno.Questo è il Genocidio del popolo armeno.Questo è il Genocidio del popolo armeno.

Molti sono i bambini che hanno perso tutto…

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Che cosa è un genocidio?Che cosa è un genocidio?Che cosa è un genocidio?Che cosa è un genocidio? Ora, immagino, vorrai sapere che cosa significa “genocidio”. È una parola composta dal greco e dal latino e letteralmente vuol dire «uccisione di una uccisione di una uccisione di una uccisione di una razza».razza».razza».razza». La parola fu inventata da questo signore, un giurista ebreo polacco: Raphael LemkinRaphael LemkinRaphael LemkinRaphael Lemkin nel 1944. Mentre si stava consumando l’Olocausto ebraico, studiando proprio il massacro armeno propose alla Società delle Nazioni (oggi l’ONU) di dare vita a leggi internazionali che punissero severamente queste azioni e creò il termine “genocidio” proprio per individuare gli atti miranti a distruggere, totalmente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale. Ecco perché quanto accaduto agli armeni può chiamarsi “genocidio”. Tre quarti della popolazione fu eliminata, essi persero tutte le loro proprietà, i sopravvissuti dovettero abbandonare la loro terra natale e fuggire. Una parte troverà rifugio oltre il monte Ararat (in quella che diventerà la repubblica di Armenia) mentre molti altri saranno costretti a disperdersi in giro per il mondo e costituiranno la Diaspora armena.Diaspora armena.Diaspora armena.Diaspora armena. In Italia ci sono circa cinquemila armeni.

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A Yerevan, la capitale dell’Armenia sorge il monumento che ricorda le vittime del genocidio armeno. Il suo nome è Tzitzernakaberd che letteralmente vuol dire “la fortezza delle rondinila fortezza delle rondinila fortezza delle rondinila fortezza delle rondini”. Esso è meta di pellegrinaggio ogni giorno dell’anno, ma ogni 24 aprile (la data simbolo dell’inizio del genocidio) sono centinaia di migliaia gli armeni che si mettono in fila per deporre un fiore davanti alla fiamma perenne.

24 aprile 191524 aprile 191524 aprile 191524 aprile 1915 24 aprile 201524 aprile 201524 aprile 201524 aprile 2015

Centenario del genocidio armenoCentenario del genocidio armenoCentenario del genocidio armenoCentenario del genocidio armeno