Il gattopardo

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« IlGattopardo » Uno s guardo al libro e al film

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"The Leopard" by the Sicilian writer Tomasi di Lampedusa. Presentation written by Agata Privitera for Federico II Italian Language School in Catania, Sicily

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«Il Gattopardo»

Uno sguardo al libro e al

film

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S cheda del libro

• Autore: Giuseppe Tomas i di Lampedusa

• Anno di pubblicazione: 1958(pos tumo)

• Giudizio degli editori: negativo

• S truttura del libro: in sette parti

• Genere: apparentemente s torico – in realtà vic ino al decadentismo

• E lementi autobiografic i: presenti

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Scheda del film:

• Anno: 1963

• Regis ta: Luchino Vis conti

• Colonna sonora: Nino Rota

• Attori: Burt Lancas ter, A lain Delon, C laudia Cardinale

• Premi: - Palma d’Oro Fes tival di Cannes 1963, - David di Donatello 1963 (migliore

produttore) , - Nas tro d’Argento 1964 (migliori cos tumi)

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Incipit

“Nunc et in hor mortis nostrae. Amen.”La recita quotidiana del Rosario era finita. Durante mezz’ora la voce pacata del Principeaveva ricordato i Misteri Dolorosi; durante mezz’ora altre voci, frammiste avevano tessuto un brusio ondeggiante sul quale si eranodistaccati i fiori d’oro di parole inconsuete: amore, verginità, morte;

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e mentre durava quel brusio il salone rococò

sembrava aver mutato aspetto; financo

ipappagalli che spiegavano le ali iridate

sulla seta del parato erano apparsi

intimiditi; perfino la Maddalena, fra le due

finestre, era sembrata una penitente anziché

una bella biondona, svagata in chissà quali

sogni, come la si vedeva sempre.”

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E, dopo l’incipit del libro, l’inizio del film…

http://www.youtube.com/watch?v=txbyvaOJkzo(“Il Gattopardo 1”)

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L’essenza della Sicilia secondo il Principe di Salina:

“Lei mi parlava poco fa di una giovane Sicil ia che si affaccia alle meravigl ie delmondo moderno; per conto mio mi sembrapiuttosto una centenaria trascinata in carrozzella alla Esposizione Universale di Londra, che non comprende nulla, che s’impipa di tutto, delle acciaierie diSheffield come delle f i lande di

Manchester, e che agogna soltanto di ritrovare i l

proprio dormiveglia fra i suoi cuscini sbavati e i l suo orinale sotto i l letto” (p. 162)

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Il protagonis ta: il Principe Fabrizio S alina

Aristocratico, colto, cultore di astronomia (come il bisnonno dell’autore);

Ed ecco come si descrive lui stesso:

«Sono un rappresentante della vecchia classe, inevitabilmente compromesso col regime borbonico, e ad

esso legato dai vincoli della decenza in mancanza di quell i dell ’affetto. Appartengo ad una generazione disgraziata acavallo tra i vecchi tempi ed i nuovi, e che si trova a disagioin tutt i e due. per di più, come lei non avrà potuto fare a meno di accorgersi, sono privo di i l lusioni; e che ne farebbeil Senato di me, di un legislatore inesperto cui manca la facoltà d’ingannare se stesso, questo requisito essenziale per chi voglia guidare gli altr i?»

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In che periodo è ambientato il libro?

Leggiamo…

“La cena a villa Salina era servita con il fasto sbrecciato

che allora era lo stile del Regno delle Due

Sicilie”Regno delle Due S ic ilie

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ALT!

…“Regno delle Due S icilie”

e

“Sono un rappresentante della vecchia classe, inevitabilmente

compromesso col regime borbonico”

borbonico Borboni

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…Chi sono i Borboni? Origini: ramo della dinastia capetingia

Capetingi: stirpe dei Franchi; fondatore Ugo Capeto (Hugo Capet) nel 987 d. C.; furono re di Francia dal 987 al 1328 d. C.

Nome: dal feudo di Bourbon-l’Archambault Dove: feudo e comune al centro della Francia

Rami: Borboni di - Francia (1589-1793)- Spagna (re dal 1700-1868)- Parma (dinastia minore)- Napoli (re dal 1734)- Borbone-Orléans (sempre vicini alla famiglia reale, costituirono una sorta di dinastia ombra)

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I Borboni di Napoli Nome completo: “Borbone della Real Casa delle

Due Sicilie” Nascita del ramo di Napoli: 1734 Fondatore: Carlo di Borbone diviene re di

Spagna (col nome di Carlo III) Anno cruciale 1815: Ferdinando IV di Napoli e

III di Sicilia unifica i due regni col Trattato di Casalanza, prendendo il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie (regnando fino al 1825)

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seguirono…

• Francesco I (1825-1830)

• Ferdinando II (1830-1859)

• Francesco II (1859-1860)

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Ma torniamo al Principe di Salina…

Che aspetto aveva?:“Non che fosse grasso: era soltanto immenso e

fort iss imo: la sua testa sf iorava (nella case abitate dai comuni mortali) il rosone inferiore dei lampadari; le sue dita potevano accartocciare come carta velina le monete da un ducato; e fra villa Salina e la bottega di un orefice era un frequente andirivieni per la riparazione di forchette e cucchiai che la sua contenuta i ra , a tavola, gli faceva spesso piegare in cerchio. Quelle dita, d’altronde, sapevano anche essere di tocco delicatissimo nel maneggiare e carezzare e di ciò si ricordava a proprio danno

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(continua…)

Maria Stella, la moglie; e le viti, le ghiere, i bottoni smerigliati dei telescopi, cannocchiali, e “cercatori di comete” che lassù, in cima alla villa affollavano il suo osservatorio privato si mantenevano intatti sotto lo sfioramento leggero. I raggi di quel sole calante di quel pomeriggio di Maggio

accendevano il colorito roseo , il pelame color miele del Principe; denunziavano essi l’origine tedesca di sua madre, di quella principessa Carolina la cui alterigia aveva congelato, trent’anni prima, la corte sciattona delle Due Sicilie ”

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Ed ecco il Principe Fabrizio di Salina interpretato da Burt Lancaster nel film di Visconti:

www.youtube.com/watch?v=1zp-zIgDCGo&feature=fvst

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Qui il Principe Fabrizio Salina parla delle rivoluzioni in atto in

quell’epoca (in Sicilia, in Italia e in Europa):

“Molte cose sarebbero avvenute, ma tutto sarebbe

stato una commedia, una rumorosa, romantica commedia con qualche macchia

di sangue sulla veste buffonesca. Questo era il paese degli accomodamenti, non c’era la furia francese; anche in Francia, d’altronde, se si

eccettua il Giugno del Quarantotto, quando mai era successo qualcosa di serio?”

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Ed ora leggiamo con attenzione:

“[…]Ho capito benissimo: voi non volete distruggere noi, i vostri “padri”; volete soltanto prendere il nostro posto. Con dolcezza, con buone maniere, mettendoci magari in tasca qualche migliaio di ducati. È così? […]Tua figlia già prima avrà sposato uno di noi, magari anche questo stesso Tancredi, con i suoi occhi azzurri e le sue mani dinoccolate. Del resto è bella, e una volta che avrà imparato a lavarsi… ‘perché tutto resti com’è’. Come è, nel fondo: soltanto una lenta sostituzione di ceti.”

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“ S e vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto

cambi”Questa battuta famosissima non stata detta dalla prima volta dal èPrincipe (come tutti credono!!), ma da Tancredi (p. 41), il suo nipote

preferito.

Tancredi ha intelligenza politica: si inserito nei moti garibaldini per èpoter mantere il potere.

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Che genere di romanzo è?… sembra appartenere al genere “storico”

Sicilia al tempo dell’epopea garibaldina, descrizione accurata e dettagliata della realtà del tempo…

…ma non lo è: narratore che si confonde con il personaggio protagonista, le due ottiche si confondono

forte pathos malinconico, cui l’autore contrappone un atteggiamento di lucido distacco ironico

…dunque: vicino al Decadentismo europeo (manifestazione tarda)

Pertanto rifiutato da Elio Vittorini, prototipo dell’intellettuale impegnato

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Alla villa di Donnafugata, res idenza es tiva dei S alina, è arrivato il cavaliere Chevalley, nobile piemontese, segretario della prefettura di Girgenti (=l’attuale Agrigento):

il governo di Torino vuole nominare senatori del Regno alcuni siciliani

importanti e il Prefetto di Girgenti ha subito pensato al principe Fabrizio

Salina, per:

- la sua antica nobiltà- i suoi meriti scientifici

- i suoi interessi liberali

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Un confronto:Chevalley vs

Principe crede nell’iniziativa umana,

nell’avanzare della s toria,

nella modernità, nel progres s o della civilt , à nella pos s ibilità di migliorare le condizioni

sociali del popolo

*Nobile piemontese, rappresentante del nuovo governo

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“ Ma allora, Principe, perché non accettate? ”

La rispos ta del Principe: Sicilia: mai libera, ma sempre colonia

In Sicilia ci sono sempre stati “governanti che non erano della nostra religione, che non parlavano la

nostra lingua”. […] “Esattori bizantini, emiri berberi, vicer spagnoli”.è “Sono venticinque secoli che ci portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civilt eterogenee, tutte à

venute da fuori, nessuna germogliata da noi s tes s i, nessuna a cui abbiamo

dato il la; noi siamo bianchi quanto lo lei, Chevalley, e quanto la regina d’Inghilterra; è eppure da 2500 anni s iamo colonia”

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Chevalley: “Ma ad ogni modo ques to adesso è finito; adesso la Sicilia non pi terra di conquista, ma libera parte di è ùun libero S tato”

5 Maggio 1860: mille volontari sbarcano a Marsala (prov. di Trapani);

il loro capo èGiuseppe Garibaldi. Nome delle navi: “Il

Lombardo” e “Il Piemonte”

14 maggio 1860: Garibaldi “dittatore della Sicilia” in nome

di Vittorio EmanueleAutunno 1860: plebiscito vince il s ì annessione del Sud Italia,

dell’Umbria e delle Marche

17 marzo 1861: il Parlamento nazionale proclama Vittorio Emanuele “Re d’Italia”

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…continua Chevalley:

“Principe, ma proprio sul serio che lei si rifiuta di fare il possibile per alleviare, per ètentare di rimediare allo stato di povertà materiale, di cieca

miseria morale nelle quali giace questo che il suo stesso popolo? […]. Il èricordo dei cattivi governi si cancella, i Siciliani vorranno migliorare; se gli uomini ones ti s i ritirano la s trada rimarrà libera alla gente senza s crupolo e senza prospettive, ai Sed ra; e à tutto sarà di nuovo come prima per altri secoli. Ascolti la sua

coscienza, Principe, e non le orgogliose verit che ha detto. Collabori.” à

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Sicilia: terra priva di vita

“Il sonno, caro Chevalley, il sonno ci che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno è òsempre chi li vorr svegliare.” “[…] Tutte le manifestazioni siciliane sono àmanifestazioni oniriche, anche le pi violente: la nostra sensualit desiderio di ù àèoblio, le schioppettate e le coltellate nostre, desiderio di morte; desiderio di

immobilit voluttuosa, cio ancora di morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di à èscorsonera o di cannella” – “[…] Le novit ci attraggono soltanto quando le sentiamo àdefunte, incapaci di dar luogo a correnti vitali”

Il passato attrae i Sicilia “appunto perch morto”. éè

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Dal film “Il Gattopardo”

1) Il lungo sonno (13 minuti): http://www.youtube.com/watch?v= xpPET-6m_BE

2)Il lungo sonno (43 secondi): http://www.youtube.com/watch?v= zR9ARSHJAZw

3)E,per riassumere: http://www.youtube.com/watch?

v= FP52mfF5gUc&feature= related

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Il romanzo è pieno di riferimenti al “s onno” :

Il principe Salina va a Palermo e vede dalla sua carrozza:

“le strade erano deserte. […] Ai lati il basso continuo dei conventi, la

Badia del Monte, le Stimmate, i Crociferi, i Teatini, pachidermici,neri

come la pece, immersi in un sonno che rassomigliava al nulla.”

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Continuiamo a leggere ancora un po’: che cosa vede il Principe

dalla carrozza?

Conventi. “La strada adesso era in leggera discesa e si vedeva Palermo vicina

completamente al buio. Le sue case basse e serrate erano oppresse dalla

smisurata mole dei conventi; di questi ve ne erano decine, tutti immani,

spesso associati in gruppi di due o di tre, conventi di uomini e di donne,

conventi ricchi e conventi poveri, conventi nobili e conventi plebei, conventi

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di Gesuiti, di Benedettini, di Francescani, di Cappuccini, di Carmelitani, di

Liguorini, di Agostiniani… Smunte cupole dalle curve incerte simili a seni

svuotati di latte si alzavano ancora pi in alto, ma erano essi, i conventi, a ùconferire alla citt la cupezza sua e il suo carattere, il suo decoro e insieme il àsenso di morte che neppure la frenetica luce siciliana riusciva mai a

disperdere.”

E, SUI FRATI: “[…] avidi di potere, cio , com’ l’uso, di ozio”.è è

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E il romanzo è pieno di riferimenti alla morte:

Il giardino di villa S alinaIl Principe va nel giardino: “Racchiuso com’era questo fra tre mura e un

lato della villa, la reclusione gli conferiva un aspetto cimiteriale

accentuato dai monticciuoli [= piccoli monti] paralleli delimitanti i

canaletti [piccoli canali] d’irrigazione e che sembravano tumuli di

smilzi giganti”

[N.B. anche la fine del romanzo - p. 247]

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Forte legame tra le caratteristiche fisiche della Sicilia e le

caratteristiche dei suoi abitanti :

“[…] mi sono spiegato male: ho detto i Siciliani, avrei dovuto aggiungere la Sicilia, l’ambiente, il clima, il

paesaggio”.

Perché “ l’ambiente, il c lima, il paes aggio” ?“Queste sono le forze che insieme e forse pi che le dominazioni estreme e gl’incongrui stupri hanno formato ùl’animo: questo paesaggio che le vie di mezzo fra la mollezza lasciva e l’asprezza dannata; che non mai èmeschino, terra terra, distensivo, umano, come dovrebbe essere un paese fatto per la dimora di esseri razionali;

questo paese che a poche miglia di distanza ha l’inferno attorno a Randazzo e la bellezza della baia di

Taormina, ambedue fuor di misura, quindi pericolosi; questo clima che c’infligge sei mesi di febbre a quaranta

gradi; li conti, Chevalley, li conti: Maggio, Giugno, Luglio

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Agosto, Settembre, Ottobre; sei volte trenta giorni di sole a strapiombo sulle teste; questa nostra estate lunga e tetra quanto

l’inverno russo e contro la quale si lotta con minor successo; Lei non lo sa ancora, ma da noi si pu dire che ò nevica fuoco, come

sulle citt maledette della Bibbia; […] e dopo ancora, le piogge, sempre tempestose che fanno impazzire i torrenti asciutti”à

“ […] Q uesta violenza del paesaggio, questa crudeltà del clima, questa tensione continua d i ogni aspetto, questi monumenti, anche, del passato, magnifici ma incomprensibili perch énon edificati da noi e che ci stanno intorno come bellissimi fantasmi muti; tutti questi governi, sbarcati in armi da chiss dove, àsubito serviti, presto detestati e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d’arte per noi enigmatiche e con

concretissimi esattori d’imposte spese poi altrove;

tutte queste cose hanno formato il carattere nostro che rimane così cond izionato da fatalità esteriori oltre che da una terrificante insularità d ’animo”

(il corsivo mio).è

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Una famosa espressione del libro:

“Vengono per insegnarci le buone creanze ma non lo potranno fare, perché noi

siamo d iè”

“d i” = esseri perfettiè“i siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di

essere perfetti: la loro vanit pi forte della loro miseria” àè ù

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La Sicilia non come le altre terre:è

“[…] Calpestati da una decina di popoli differenti essi credono di avere

un passato imperiale che d loro diritto a funerali sontuosi.à Crede

davvero Lei, Chevalley, di essere il primo di sperare di incanalare la

Sicilia nel flusso della storia universale?

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E ancora…:

Chiss quantiàImani musulmani [831-1060], quanti cavalieri di re Ruggero, quanti scribi degli Svevi [1060/91-1266], quanti

baroni angioini [1266-1282], quanti legisti del Cattolico [Ferdinando il Cattolico 1501*] hanno concepito la

stessa bella follia; e quanti vicer spagnoli, quanti funzionari riformatori di Carlo III è [1734-1759**] ”

La Sicilia ha voluto dormire […]; “perch [la Sicilia] avrebbe dovuto ascoltarli se ricca, se saggia, se é è è èonesta, se da tutti ammirata e invidiata, se perfetta, in una parola?”è è

“Se è PERFETTA” I S iciliani s i sentono perfetti!!!

* Questo re toglie la Spagna alla Francia e riunisce la Spagna alla Sicilia. Nascono due distinti regni: Regno d i Napoli e Regno d i Sicilia** Re riformatore

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E allora? Legg iamo ancora: “il cadavere di un giovane soldato del 5° Battaglione Cacciatori” [un

soldato borbonico] “[…] venuto a morire, solo, sotto un albero di limone”

“l’immagine di quel corpo sbudellato riappariva però spesso nei ricordi”

Il Principe ha bis ogno di trovare una rag ione valida alla morte di quel s oldato

“Trovare un motivo del suo estremo patire in una necessità generale. Perché morire per qualche d’uno o per qualche cosa, va bene, è nell’ordine; occorre però sapere o, per lo meno, esser certi che qualcuno sappia per chi o per che cosa si è morti; questo chiedeva quella faccia deturpata; e appunto qui cominciava la nebbia”.

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-As coltate a p. 28, un dialogo immaginario tra Don S alina e s uo cognato:- Ecco cos a ris ponde il protagonis ta: “Il Re, va bene. Lo conosceva bene il Re, almeno quello

che era morto da poco; l’attuale non era che un seminarista vestito da generale. E davvero non valeva molto.”

- As coltate ancora il cognato (p. 28).

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Ultime cons iderazioni del Principe Fabrizio S alina:

“Vero anche questo; ma i Re che incarnano un’idea non possono, non devono scendere per generazioni al di sotto di un certo livello; se no, caro cognato,anche l’idea patisce”

Anche l’idea patisce

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Grazie per la vos tra attenzione!