Il futuro delle arti visive in Italia - rapporto

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S3.Studium per Terna IL FUTURO DELLE ARTI VISIVE CONTEMPORANEE IN ITALIA L’officina di NEXT

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L’indagine sul futuro delle arti visive contemporanee è stata commissionata da Terna alla S3.Studium nel 2009. E’ stata presentata a Ravello (Sa) in occasione del II Premio Terna per le arti visive. Il testo qui allegato è il rapporto finale della ricerca

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S3.Studiumper

Terna

IL FUTURO DELLE ARTI VISIVECONTEMPORANEE IN ITALIA

L’officina di NEXT

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IL FUTURO DELLE ARTI VISIVECONTEMPORANEE IN ITALIA

L’indagine previsionale “Il futuro delle arti visivecontemporanee in Italia”è stata realizzata da S3.Studium suincarico di Terna.All’indagine hanno partecipato in qualità di esperti: Achille BonitoOliva, Fulvio Carmagnola, Mirta D’Argenzio, Claudia GianFerrari, Rocco Orlacchio, Michele Trimarchi, Valentina Valentini.La ricerca previsionale, condotta da S3.Studium, è stata direttada Stefano Palumbo e si è avvalsa della collaborazione di RubenCriscuolo e di Simona Testana.

© 2009 by L’officina di NEXT00186 Roma, Corso Vittorio Emanuele II, 209www.s3studium.it

Il futuro delle arti visive contemporanee in Italiadi S3.Studium

Finito di stampare nel mese di luglio 2009Impaginazione e stampa a cura di Link srl Comunicazione d’impresa, Napoli

È consentita la riproduzione, anche parziale,con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia,anche ad uso interno o didattico.

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INDICE

Premessa 11

1. Società, cultura e tendenze artistiche 19Contenuti, forme espressive e tendenze 21Le influenze esterne 27Arte e società 29

2. La fruizione dell’arte 33L’offerta 35La domanda 38

3. Il contesto istituzionale 43L’azione pubblica 45I territori 48Attori ed eventi 51

4. Il mercato dell’arte 53L’arte nella crisi 55Le tendenze del mercato 57Il ruolo dei privati 60

5. Le contaminazioni dell’arte 65Arte e interdisciplinarità 67Arte e design 69Arte e tecnologia 71Arte e comunicazione 73

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PREMESSA6. Lavoro e organizzazione sociale 77L’organizzazione sociale dell’arte 79Il lavoro artistico 82La formazione 87

Nota sull’indagine 89Gli esperti 95

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Il progetto

L’indagine previsionale sul futuro delle arti visivein Italia, commissionata da Terna alla S3.Studium epresentata in questo volume, si è proposta l’obiettivodi tracciare uno scenario sulle più probabili evoluzio-ni del settore delle arti visive contemporanee da quial 2015, valorizzando la cooperazione tra la ricercaartistica, il mondo dell’economia e la società come“risposta d’impresa” all’enorme potenziale creativo edi partecipazione degli artisti nel nostro Paese.

Tale indagine si inserisce nello scenario del Pro-getto Premio Terna nato nel 2008 da un’idea di Terna– Società che possiede e gestisce la rete di trasmissio-ne elettrica nazionale – che consiste in un insieme diattività per la conoscenza, la promozione e il sostegnodel fenomeno arte contemporanea italiana. Tra queste,centrale è il concorso, aperto a tutti, su un tema vicinoai valori e alle attività di Terna. Tra gli obiettivi prin-cipali del Progetto Premio Terna c’è l’avvio di unnuovo rapporto virtuoso tra aziende, mondo dell’artee istituzioni, creando una forte cooperazione tra laricerca artistica, il mondo dell’economia e la societàcome “risposta d’impresa” all’enorme potenzialecreativo e di partecipazione degli artisti in Italia.

In questo modo, Terna intende promuovere nuovitalenti, valorizzando il genio italiano grazie ad un“mecenatismo d’avanguardia ”, capace di coniugareal meglio mercato, aziende, società e cultura. Di cen-trale interesse la restituzione di valore al territorio e

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momento di supporto all’arte italiana; un esempioper “fare sistema” all’interno dei meccanismi del-l’arte contemporanea nel nostro Paese.

L’indagine previsionale

Il rapporto di ricerca “Il futuro delle arti visivecontemporanee in Italia” rappresenta dunque il pun-to di arrivo di un progetto realizzato con rapidità, maavvalendosi di una metodologia rigorosa e sperimen-tata. L’indagine ha affrontato il tema del futuro del-le arti visive contemporanee in maniera organica,prendendo in esame sia gli aspetti scientifici, econo-mici, tecnologici e imprenditoriali della ricerca, siale dinamiche sociali e culturali che vi ruoterannoattorno fra il 2010 e il 2015.

Lo studio è stato condotto con il metodo “Del-phi”, uno dei più affidabili per la formulazione discenari a medio termine, consultando un qualificatopanel di Esperti appartenenti ad aree disciplinari eprofessionali molto differenziate. In tale maniera èstato possibile prendere in considerazione un ampioventaglio di prospettive di analisi.

Il panel di esperti

L’indagine previsionale, curata dalla S3.Studium,ha visto il coinvolgimento di: Achille Bonito Oliva

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la promozione sociale dell’arte, innanzitutto attra-verso il Premio di Arte Contemporanea e con il sup-porto concreto a realtà ed istituzioni culturali pubbli-che e private.

La seconda edizione del Premio dal tema “Energia:Umanità = Futuro: Ambiente. La proporzione per unanuova estetica” è stato presentato da Terna e dal Mini-stero per i Beni e le Attività Culturali, lo scorso mag-gio, presso il MAXXI_Museo nazionale delle arti delXXI secolo. L’edizione 2009 promuove una riflessio-ne profonda sulla necessità di guardare al futuroponendo forte attenzione all’ambiente, all’uomo,all’energia, come elementi indispensabili per coglierel’essenza della contemporaneità. Allo stesso tempo iltema del Concorso si ispira ai valori e all’attività diTerna, che gestisce in sicurezza 24 ore su 24, tuttol’anno, la trasmissione dell’energia elettrica in Italia.

La finalità di Terna, nel promuovere questa ricer-ca, era quella di offrire alla comunità scientifica,economica e istituzionale che ruota attorno alle artivisive uno stimolo alla riflessione condivisa, deri-vante da una rappresentazione credibile dello stato incui questo settore si troverà da qui a sei anni.

Questa indagine arricchisce una serie di ricerchemirate sul tema per “costruire” una memoria scienti-fica sulla realtà degli artisti e dell’arte contempora-nea in Italia e per delineare una base di ricerca per glioperatori di settore e per tutti coloro che sono inte-ressati a un fenomeno culturale così importante. IlPremio, infatti, ha l’ambizione di diventare anche un

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gnato ad un dibattito libero ma puntuale, condottofaccia a faccia nel seminario del 29 agosto 2009, aRavello, con l’intervento del gruppo di autorevoliesperti, chiamati a discutere le implicazioni dei feno-meni previsti dalla ricerca.

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(Critico e storico dell’arte, “Sapienza” Università diRoma), Fulvio Carmagnola (Docente di EducazioneEstetica, Università Bicocca di Milano), Mirta D’Ar-genzio (Curatore Art Basel), Claudia Gian Ferrari(Galleria Claudia Gian Ferrari), Rocco Orlacchio(Operatore culturale di arte contemporanea e colle-zionista), Michele Trimarchi (Docente di analisi eco-nomica del diritto, Università di Catanzaro), Valen-tina Valentini (Docente Dipartimento arti spettacolo,“Sapienza” Università di Roma).

Il metodo

La credibilità del rapporto previsionale è diretta-mente legata, oltre che alla qualità professionalegarantita dagli esperti consultati, alle caratteristichedel metodo adottato per la sua realizzazione:

- la doppia forma di consultazione (prima libera eriflessiva, poi analitica e basata sul meccanismointellettualmente impegnativo della scelta seccafra il “SI” e il “NO”);

- l’anonimato reciproco degli esperti (che evita siale contrapposizioni pregiudiziali, sia un assensofondato più sul rispetto dell’autorevolezza chesu una verifica puntuale);

- la selezione severa delle previsioni accettabili (cheporta a scartare tutte le ipotesi che non raggiungo-no il consenso della maggioranza degli esperti).

Al termine del progetto il risultato viene conse-

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1. SOCIETÀ, CULTURAE TENDENZE ARTISTICHE

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CONTENUTI, FORME ESPRESSIVEE TENDENZE

Espressioni della crisi

All’interno del panorama delle arti visive contem-poranee continuerà una prevalenza di tipo “temati-co”, in cui parole d’ordine desunte dalle ricerche piùattuali nel campo dell’antropologia e delle scienzeumane (come “povertà”, “etnie”, “multiculturali-smo” e simili) verranno interpretate con un vastorange di strumenti espressivi.

Il contenuto estetico privilegerà una revisione diquanto espresso negli anni Sessanta e Settanta. Talerevisione, a volte anche critica, darà comunque aditoallo sviluppo di nuove tematiche. Le nuove temati-che verranno in parte determinate dall’entità e dalladurata della crisi economica in atto a livello mondia-le e dai nuovi equilibri che ne conseguiranno.

Superare l’assuefazione

A livello mondiale si manifesterà la tendenza ver-so un maggiore rigore, il ritorno ad un’arte legata alletematiche sociali, un’arte politicamente impegnata equesto influenzerà anche la produzione italiana.

In Italia, in termini di produzione e di fruizioneartistica si verificherà, negli anni a venire, una rea-

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do per tendenza il saper cogliere quali forme caratte-rizzeranno la contemporaneità e gli anni a venire –saranno:

- la scultura installativa;- la fotografia manipolata;- la sound art come riscrittura digitale e interven-

to sul paesaggio sonoro;- l’installazione al confine fra architettura e ready

made;- la proiezione audiovisuale fatta di immagini in

movimento e suono nello spazio, su uno o piùschermi.

Singolarità pulviscolari

In assenza di un progetto unitario, di strutture ade-guate e di una visione politica, da qui al 2015 si man-terrà in Italia lo status quo vigente. Nel campo dellearti visive contemporanee, quindi, non si verificheràun’espansione paragonabile all’evoluzione checaratterizzerà lo scenario internazionale. L’Italia nonvedrà quindi, da qui al 2015, la nascita di “tenden-ze”, bensì la presenza di singolarità pulviscolari,quasi tutte a bassa visibilità.

Nei prossimi anni non nasceranno delle tendenzesignificative in quanto la cultura postmoderna, dopoi movimenti di avanguardia, postavanguardia, trans-avanguardia, continuerà a promuovere sullo stessopiano come attuali tutte le tendenze affiorate a parti-

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zione efficace al generale atteggiamento di restaura-zione, da parte di artisti, critici, curatori, associazio-ni indipendenti. Questi, infatti, si interrogheranno sulsenso e sulla direzione delle proprie pratiche, supe-rando l’assuefazione e la mancanza di reattivitàrispetto alle regole dominanti.

L’artista poliglotta

Nei prossimi anni si confermerà la tendenza del-l’ultimo decennio ad una compresenza di linguaggidiversi, dalla pittura al disegno, dalla fotografia alvideo, dall’installazione al manufatto scultoreo.Queste diverse forme espressive convivranno spessonello stesso artista.

La diffusione di media come il video e la fotogra-fia aumenterà nel breve termine, per poi stabilizzarsi.

La ricerca, nei prossimi anni, utilizzerà prevalen-temente la fotografia e l’installazione.

La contemporaneità installata

Le tendenze della produzione italiana aderirannosostanzialmente a quelle della produzione interna-zionale, ma persisteranno forme “tradizionali” difigurazione, come la pittura. Considerando la persi-stenza della pittura come mezzo espressivo, peraltro,le forme espressive che faranno tendenza - intenden-

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vo” dell’operazione artistica, con il sovraccaricoironico della “postmodernità”). Tale tendenzasarà presente nelle arti tradizionali;

- l’Arte-Arte (che si sforza di conservare, ricor-rendo a nuove tecnologie espressive, un caratte-re lirico e poetico della presentazione artistica).

Le manifestazioni dell’Arte-Arte resteranno,anche nei prossimi anni, quelle stilisticamente piùdiverse (dall’arcaismo di un Anish Kapoor a unapoetia basata sulle nuove tecnologie come quella diStudio Azzurro).

Vitalità e sorprese

Da qui al 2015 Roma confermerà l’inversione ditendenza che la vedeva poco protagonista da anni:ma saranno necessari tempi più lunghi perché si rea-lizzino cambiamenti che influiscano sulla produzio-ne artistica della Capitale.

Napoli si confermerà, invece, uno fra i centri ita-liani più vitale per il contemporaneo. Mentre nel lun-go termine vi saranno sorprese positive dalla Sicilia.

Il Genius emarginato

Da qui al 2015 saranno ancora rari gli artisti ita-liani (come Vezzoli, Cattelan, Assael o Favaretto)presenti nel circuito internazionale e quindi in grado

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re dal secondo Novecento. Pertanto gli artisti viven-ti, incluse le generazioni più giovani, saranno legitti-mati a praticare la pittura come la performance art ei siti web come l’arte video.

L’informe e l’inerte

Le principali tendenze tematiche attuali dell’arte alivello internazionale manterranno la loro importan-za nei prossimi anni, nello specifico:

- lo choc o l’informe (dai mostri di Cindy Sher-man alle torture di Abu Ghraib: il tentativo di“responsabilizzarsi”, o una formalizzazione diuna versione contemporanea dell’engagement intermini di report antropologico o di denuncia,dove l’impatto emotivo dell’artefatto prevalesulla “qualità estetica” tradizionale);

- l’inerte o l’inespressivo (una forma di “bassorealismo” che ri-presenta una versione quotidia-na di ciò che sta “al di sotto della consistenzaformale minima”);

- il neobarocco spettacolare della “meraviglia”(arte, o meglio opera, come evento di grandidimensioni dove la nozione di “opera” si con-fonderà con la nozione di “spettacolo”);

- la Cover (la rivisitazione ironico-critica e rifles-siva di correnti, opere e figure della storia del-l’arte antica o recente, che coniuga il carattere“concettuale” dell’opera o il carattere “riflessi-

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LE INFLUENZE ESTERNE

Dalla tendenza artistica all’economia dei media

Entro il 2015 le tendenze artistiche del nostro Pae-se verranno influenzate dalle correnti internazionali,direttamente o indirettamente, molto più che il con-trario. La conoscenza delle esperienze artisticheinternazionali, peraltro, diverrà sempre più un patri-monio comune degli artisti, grazie alla mobilità piùdinamica delle generazioni più giovani di artisti ita-liani.

La tendenza più interessante di un’arte internazio-nale globalizzata sarà la spettacolarizzazione del-l’immagine e/o dell’opera dell’artista (come, adesempio, Matthew Barney, Damien Hirst, FrancescoVezzoli, Maurizio Cattelan).

Nei prossimi anni non vi sarà un’influenza sullaproduzione artistica italiana da parte di tendenze chesi sono sviluppati in altri Paesi in quanto le tendenzecome tali (dalla pop art alla body art, dall’arte pove-ra alla transavanguardia, etc.), nonostante ondate diarte pubblica, arte relazionale o interattiva, postcolo-niale e multiculturale, verranno sempre più sostituitedall’economia dei media e dell’informazione, tra-sformando il sistema artistico in un sistema di mar-keting.

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di emergere, guadagnandosi la stima internazionaledi istituzioni e curatori. La marginalizzazione degliartisti italiani dalle mostre internazionali, dunque,resterà una costante anche nei prossimi sei anni.

D’altronde, mancando investimenti significativi ecospicui sui giovani, in Italia non si verificherannovere innovazioni. Nei prossimi anni, persino le piùrecenti tendenze artistiche legate alla caratteristicadel genius loci italiano, come la transavanguardia,risulteranno scarsamente esportabili.

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ARTE E SOCIETÀ

Meno effimeri, più impegnati

In un periodo di vuoto ideologico e morale comequello attuale, l’arte manterrà un ruolo di orienta-mento. Essa svilupperà nuovi processi di conoscenzadella realtà che ci circonda; soprattutto le ultimegenerazioni rappresenteranno, con le loro opere,temi riguardanti il sociale.

Da qui al 2015 diminuirà quindi la propensioneall’effimero, a favore di un maggior impegno socia-le (come già avvenuto in passato nei momenti criticie come continuerà ad avvenire nei paesi in cui i pro-blemi sociali continueranno ad essere più stretta-mente legati a necessità quotidiane e primarie).

Choc e controchoc

Il “potere” dell’artista e la sua visibilità sarannoancora utilizzati per scuotere l’opinione pubblicarispetto alle problematiche che si rappresenteranno.Questo tipo di arte si diffonderà ulteriormente, anchein funzione del fatto che le singole emergenze diven-teranno in poco tempo le emergenze di tutti.

Quanto più l’evento sociale o la discontinuitàsaranno soggetti ad un’immediata e diretta trasposi-zione mediatica, tanto più la sensibilità artistica ten-

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Una cultura visiva marginale

La possibilità di scambio e di confronto culturale,di immagini e di cronaca, continuerà ad essere piùrapida, ricca di dettagli e frequente. Questo rappre-senterà l’elemento base perché si concretizzi un con-tinuo aumento dell’influenza sulla produzione arti-stica italiana di quanto avverrà negli altri paesi.Aumenteranno infatti le possibilità di contaminazio-ne, persino in tempo reale, dei linguaggi.

Dal punto di vista del livello di “internazionaliz-zazione” e della quantità e qualità dell’interscambio,la cultura visiva italiana svolgerà un ruolo nel com-plesso marginale rispetto al mainstream internazio-nale. Per le “Arti”, dunque, sarà lontana la prospetti-va di una possibile leadership del nostro Paese, con-frontabile con quella che continuerà invece a caratte-rizzare il Design e la Moda.

Da qui al 2015, comunque, la domanda semprepiù cosmopolita spingerà la produzione italiana adabbandonare le proprie certezze.

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Si apriranno nei prossimi anni gli spazi per urgenzecreative e fruitive in cui l’ampiezza dell’orizzonte,anche filosofico, soppianterà la pochezza rassicurantedel terrore che domani debba andare comunque peggio.

Narrazioni eclettiche

Proseguirà comunque la trasposizione visiva e nar-rativa di tematiche dell’“estremo”: l’orrore, la morte,la violenza, la violazione dei corpi, tutto il tessuto diaberrazioni che continueranno ad emergere dalla“normalità” sia “là fuori” che “presso di noi”.

Si confermerà anche l’affermazione nella produzio-ne, e il consenso nella fruizione, di una modalità stili-stica e narrativa basata sulla mescolanza eclettica ditematiche ascrivibili al “fantasy”: una specie di magmainforme di immagini e di frammenti di differente origi-ne assimilati nello stesso contesto artistico o addiritturanella spessa opera (come nel caso esemplare dei cinquevideo – “Cremaster” – di Matthew Barney), nel quale“lo choc del reale” tenderà ad assumere valenze iper-spettacolarizzate. Questo tipo di arte si renderà struttu-ralmente possibile solo tramite una sorta di “eccessolussuoso” nella progettazione e nella presentazione.

L’espressione di tendenze come il realismo pove-ro (“a un palmo da terra”), l’orrore, l’evasività spet-tacolare del fantasy, avverrà tra due dimensioniopposte quella dell’iper-documentazione e quelladell’iper-finzionalità.

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derà ad accorciare i suoi tempi di reazione e di tra-sposizione in “opera” (un esempio evidente e clamo-roso è stato l’evento delle Twin Towers).

La passione del reale

In generale la “passione del reale” (Zizek) resterà,ancora nei prossimi anni, influente per le arti visive.Continuerà, infatti, a svilupparsi la ricerca spinta allarappresentazione della condizione dell’individuo, edelle sue angosce, nella società capitalista.

Le paure, le speranze, le angosce attuali contri-buiranno a produrre opere straordinarie (come èavvenuto in tutti i periodi di passaggio, guerre erivolgimenti sociali). Da qui al 2015, dunque, perl’arte si apriranno spazi politici inediti.

Ampiezza d’orizzonte

L’emergenza “artistica” del tema della povertà o/edell’indigenza (o in generale delle “emergenze”)influenzerà nei prossimi anni la produzione (determi-nando la sua trasposizione in diversi formati di tipo“realistico”: dal documentario alla docu-fiction soprat-tutto, ma anche nell’arte in formato fotografia e nelcinema neo-realista dei cosiddetti Paesi in via di svi-luppo): l’emergenza sociale avrà dunque un’influenzadiretta e notevole sullo stile figurativo e narrativo.

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2. LA FRUIZIONE DELL’ARTE

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L’OFFERTA

La banalizzazione dell’offerta

Nei prossimi anni vi sarà una banalizzazione e unappiattimento alla gestione dell’esistente, ovvero lecollezioni già presenti nei vari musei di arte contem-poranea e antica, comunali e nazionali. Questo acca-drà non a causa della crisi economica ma per larinuncia da parte dell’istituzione pubblica a svolgereruoli sia di salvaguardia e di promozione del patri-monio storico-artistico, sia di sperimentazione dinuovi percorsi, sganciati dalle proposte prevedibilidei curatori assoggettati al mercato internazionale.

Proseguirà comunque la prevalenza nel nostro Paesedella “esibizione della tradizione italiana”, che resteràun eccezionale patrimonio, al di là delle pur rilevantipresenze straniere (Guggenheim, Gagosian, etc.).

I nuovi luoghi dell’arte

Da qui al 2015 si realizzerà una trasformazionedei paradigmi organizzativi dei luoghi della cultura eil loro aumento di permeabilità rispetto al mondoesterno.

Nei prossimi anni, in effetti, piuttosto che novitàtematiche o di contenuto (nuovi artisti, nuove opere,nuove tendenze), si avrà innovazione soprattutto nel-

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Certificati dalla storia

La strategia delle Grandi Mostre (stile-Brescia)non diverrà sistematica nel prossimo futuro, mentrele mostre storiche (come ad esempio, Giotto e il Tre-cento, il futurismo, Giovanni Bellini, etc.) consolide-ranno, nei prossimi anni, un successo derivante dal“certificato di qualità” dato dalla lontananza storica.La parte “storica” della produzione artistica racco-glierà quindi una maggiore attenzione rispetto aquanto accaduto negli ultimi dieci anni.

Continueranno ad avere importanza dal punto divista espositivo le ri-presentazioni di opere, tenden-ze e collezioni di correnti di avanguardia e di figuredel passato recente (es.: Castello di Rivoli, Fonda-zione Sandretto e Fondazione Merz di Torino, etc.).

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la formula del contenitore, in una nuova fase di “artecome comunicazione culturale”.

Fiere, Festival e Fondazioni, già moltiplicatisi inItalia negli ultimi anni, rappresenteranno una tenden-za in crescita nel prossimo quinquennio. Resterannoperò privi di un’identità precisa e di un programmasu scala nazionale.

Alcuni luoghi espositivi tradizionali, come a esem-pio il castello di Rivoli, manterranno il loro ruolo gra-zie alla qualità già acquisita delle presenze artistiche eil livello di selezione di volta in volta operato.

Medialità e cultura

Da qui al 2015 i “format” che prevarranno saranno:- il “Festival”;- la “Grande Mostra”.Particolare importanza continuerà ad assumere in

Italia lo specifico format del “Festival”, la cui origi-nalità continuerà ad essere l’unica vera innovazionein materia.

Il Festival rappresenterà un esempio di contami-nazione tra medialità e “cultura”, al cui interno siavrà una tendenziale formattazione di ogni evento“artistico” nella chiave prevalente dell’“evento cul-turale” ad alto investimento mediatico, a prescinderedai contenuti.

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andranno dal Design alla Moda, all’Arte vera e pro-pria, un insieme spettacolarizzato in cui i confinidisciplinari tenderanno a essere sfumati, almeno nel-la percezione.

Il “pubblico” prevalente tenderà a una fruizione“generalista” influenzata dalla potenza mediaticadella comunicazione. Il successo di un’iniziativa cul-turale tenderà sempre più a essere proporzionale alla“potenza di fuoco” comunicativa e mediatica messain campo, e dunque ai livelli di investimento.

La tendenza alla fruizione e all’attenzione perl’arte contemporanea continuerà ad essere in espan-sione, anche se nei prossimi anni rappresenterà anco-ra un fenomeno di nicchia. L’attenzione per le artivisive contemporanee si svilupperà in modo trasver-sale tra i gruppi sociali: non si profilano infatti ele-menti che possano generare differenze sociali inmerito a tale orientamento.

Modelli di fruizione

Nei prossimi sei anni, peraltro, il modello preva-lente di fruizione tenderà a scindersi in due compo-nenti:

- la fruizione specialistica e parzialmente specula-tiva del mercato dell’arte: grandi mostre/merca-to, aste internazionali e/o piccole gallerie;

- la fruizione di massa di Grandi Eventi.La grande tradizione storica della cultura artistica

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LA DOMANDA

La produzione di consapevolezza

Nel prossimo futuro la fruizione artistica e cultu-rale costituirà una parte fondante della crescita e del-l’affermazione di un Paese. L’ambito delle attivitàculturali rappresenterà l’elemento di diversificazionee di consapevolezza di una società a capitalismoavanzato. La domanda culturale continuerà amostrarsi in fermento, con componenti informali e infase di emersione molto più interessanti di quelle tra-dizionali.

L’arte contemporanea, su scala mondiale, attrarràsempre più pubblico. L’innovazione principale infat-ti consisterà nell’ordine di scala, o di grandezza, del-la fruizione, che porterà a questi eventi un pubblicoscarsamente specialistico, sotto la parola d’ordineimplicita del “consumo culturale” o dell’“avvicina-mento alla Grande Arte”.

La “potenza di fuoco” dell’arte

Da qui al 2015 si diffonderà un modello di frui-zione “sincretistico/eclettico”, ossia la presentazionemassiva di una sorta di “fronte delle Arti” in cui, alcospetto di un pubblico volutamente “generalista”,verrà portato un tessuto variegato di eventi che

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Riconoscere senza conoscere

Nel panorama della fruizione dell’arte visiva daparte del pubblico non si manifesteranno specificigruppi sociali più “attivi” di altri, poiché l’orienta-mento dell’offerta sarà verso uno spettatore o unfruitore generico, di cultura medio-bassa, che fruiràdelle opere in mostra, o dei grandi “Contenitori” inse stessi, “a prescindere” dalla conoscenza specifica.Il modello spettatoriale che si delineerà sarà, infatti,nel complesso disimpegnato, “alla portata”.

Il pubblico dell’arte nel suo complesso, inoltre,sarà sempre più:

- multietnico;- multigenerazionale;- intersociale.Il pubblico abbiente, viceversa, collezionerà gio-

vani artisti stranieri, mentre non consoliderà il pro-prio gusto verso la Transavanguardia.

Esigenze hi-tech

La presenza di strumenti digitali nell’interazionecon l’arte contemporanea aumenterà marcatamentenegli anni a venire. Molti musei locali, grazie allenuove tecnologica, si avvantaggeranno della possibi-lità di mostrare opere di altri musei.

L’innovazione tecnologie farà sentire la propriainfluenza anche sullo spettatore, modificandone il

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italiana – con il suo punto centrale e il suo Archivionel Rinascimento – continuerà ad esercitare una for-te influenza sulla fruizione.

Da qui al 2015, d’altronde, la fruizione delle artivisive contemporanee tenderà a un fisiologico alli-neamento con quanto avviene negli altri paesi occi-dentali, ma questo avverrà senza cambi di velocitàrispetto a quanto avvenuto finora.

Il valore dell’ibridazione

Nei prossimi anni, la propensione degli italianiall’investimento in arte resterà molto vitale, soprat-tutto sul contemporaneo, in termini sia di visione siadi acquisto.

La relazione sempre maggiore con altre forme diarte e con altre discipline – quali design, cinema, tea-tro, moda, architettura – rappresenterà una dellespinte all’allargamento della platea, sia degli spetta-tori, sia di coloro disposti a spendere per l’acquistodi opere.

Il pubblico dei musei e degli spazi espositivi pub-blici aumenterà in rapporto agli investimenti in pub-blicità degli enti pubblici-privati, accompagnati dal-la trasformazione di questi spazi verso il modello deicentri commerciali, con bar, negozi, ristoranti e babyparking.

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3. IL CONTESTO ISTITUZIONALEpunto di vista. Da parte degli usufruitori, infatti, siamplieranno le esigenze nei confronti dei mezzi, percui vi saranno sempre più opere tecnicamente impec-cabili che, anziché semplicemente sfruttare l’effettotecnologia, ne conterranno un utilizzo che deriveràda una conoscenza più approfondita degli strumentia disposizione.

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L’AZIONE PUBBLICA

Debolezze sistemiche

La produzione italiana all’estero rimarrà condan-nata – almeno nel medio termine – ad un ruolo disecondo piano, anche per una serie di caratteristichenegative che governeranno il nostro sistema dell’arte;

- in Italia, infatti continuerà a sussistere un pro-blema di ignoranza del moderno e, a maggiorragione, del contemporaneo;

- anche nei prossimi anni, d’altronde, verrà datopoco peso nei programmi scolastici, e talvoltaanche in quelli universitari, allo studio del ‘900soprattutto per quanto riguarda i fenomeni e gliaspetti culturali;

- persisterà, inoltre, una carenza eccessiva di struttu-re pubbliche, fondamentali per la crescita sia degliartisti che del pubblico (basta pensare al modellotedesco dove questo ruolo sarà ancora affidato, piùche ai musei, alle kunsthalle e kunstverein);

- i più importanti collezionisti italiani continue-ranno a tralasciare la tessitura di rapporti con igrandi musei stranieri (e questo limiterà la pre-senza dell’arte italiana in questi musei, dove lapresenza sarà garantita, soprattutto per gli artistipiù giovani, dalle donazioni dei collezionisti).

- infine, i mass-media continueranno a disinteres-sarsi della cultura contemporanea, in particolare

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ne artistica italiana rimarrà penalizzata e marginaliz-zata dalla mancanza di supporto da parte di una poli-tica culturale. Per i nostri artisti sarà difficile ottene-re lo spazio e l’occasione, e il ritardo accumulatoequivarrà a un’esclusione di fatto.

In aggiunta a ciò, la politica acquisirà sempremaggior peso e questo creerà grave danno allo svi-luppo culturale.

Il paese dell’anomia

Nei prossimi sei anni a livello italiano si verifi-cherà una scarsa evoluzione del panorama degli atto-ri. Continuerà infatti a mancare una legislazione cheregoli efficacemente i rapporti fra i diversi attori,cosicché i loro ruoli risulteranno scarsamente effica-ci. Su base europea vi sarà una modificazione legis-lativa, sul più lungo termine, che consentirà al priva-to di partecipare a sinergie con le istituzioni.

Per lo sviluppo delle iniziative nel campo dellearti visive, d’altronde, la questione della legislazioneresterà un nodo di fondamentale importanza.

Negli anni a venire si riprodurrà la “sindrome diPinault” – riuscito a realizzare in Italia ciò che nongli era stato concesso a Parigi – vale a dire l’assenzadi un’adeguata legislazione che regoli l’iniziativaprivata e le permetta di interagire con il pubblico,rendendo il successo di un progetto episodico e affi-dato alla presenza di amministrazioni illuminate.

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alle arti visive (mentre in Inghilterra, ad esem-pio, la premiazione del Turner Price viene tra-smessa in diretta dalla televisione).

Crisi di credibilità

Il nostro Paese continuerà, da qui al 2015, ad attra-versare una crisi d’immagine, che influirà negativa-mente sulla nostra credibilità nel panorama internazio-nale. Questo costituirà una zavorra per i nostri miglioriartisti, rendendo difficile e periglioso il loro cammino.

La vitalità del panorama artistico italiano all’esteroresterà, inoltre, legata alla sua promozione, che avver-rà soprattutto tramite le maggiori fiere internazionali.

Le istituzioni pubbliche nell’impostare la promo-zione della produzione artistica italiana non sarannocapaci di rifarsi ai modelli internazionali eccellenti(il British Council, il Beaubourg, la Tate, etc.). Sirinuncerà fra l’altro a creare reti internazionali, checoinvolgano, fra l’altro, il mondo del collezionismo.

La forza dei modelli internazionali più avanzati inquesto campo (Francia, Germania, USA), rispettoalla situazione italiana, risiederà soprattutto nellacentralità e nell’aggiornamento della pianificazione.

Il nostro Paese, in effetti, continuerà ad avere unapresenza sullo scenario internazionale dell’Artesoprattutto grazie alle grandi istituzioni come laBiennale veneziana.

Nei prossimi sei anni la presenza della produzio-

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possa dirsi politico o meglio centrale e pubblico.Mancherà infatti, nella gran parte dei casi, un’istitu-zione pubblica capace di diventare davvero cataliz-zatrice dell’emotività sociale e a cui possano fra rife-rimento tutti gli altri.

Proseguirà, inoltre, la scarsità di opere pubblichesite specific di rilievo e qualità commissionate dailluminati mecenati privati ad artisti contemporanei.Sempre più, tuttavia, alcune Fondazioni private siprefiggeranno di creare una relazione fra città stori-che e interventi site specific di artisti.

Spezzare l’isolamento

Le grandi aree metropolitane continueranno arispondere a criteri distanti dalla sperimentalità acausa delle logiche delle istituzioni museali e dellefondazioni; ciò riguarderà, ad esempio Milano eFirenze, ma non Napoli.

Vi saranno, viceversa, città di minor dimensione,come ad esempio Lucca e Catania, in cui prenderannoforma progetti insoliti nei quali i momenti espositivi sifondono con ricerche sul territorio e l’ambiente, conmomenti di discussione di piccoli gruppi di artisti econ l’intervento di studiosi di varie discipline.

Numerosi piccoli centri di provincia italiani(com’è stato nel recente passato per Bergamo, Bre-scia, Lucca, Verona e Catania), già molto attivi, eansiosi di uscire dalla condizione di isolamento e

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I TERRITORI

L’arte della dispersione

Nel complesso, entro il 2015, il tessuto delle isti-tuzioni pubbliche resterà piuttosto arretrato e ancora-to ad abitudini “spot”: continuerà a mancare una verae propria strategia pubblica di investimento sullamacchina o sul sistema-Arte. La concentrazionedegli sforzi resterà attorno al più comodo formato-festival.

Solo in alcune realtà (ad es.: Torino e Genova) sidiffonderà un orientamento “sistematico”. Questastrategia funzionerà grazie alla valorizzazione di untessuto plurale di attori.

In termini generali, invece, nei prossimi sei anniin Italia sussisteranno realtà fra loro scollegate, spes-so legate a realtà politiche o alleanze territoriali tem-poranee, monadi più o meno funzionanti o vivaci,istituzionali o private, ma prive di una visione unita-ria e della volontà per strutturarla, indispensabile arealizzare un disegno comune. In mancanza di unacentralità, le città/regioni italiane più attive continue-ranno ad agire sempre isolate e ispirate ad un cam-panilismo di fondo che le contrappone fra loro.

Anche quando città – come Venezia, Torino,Napoli, Milano o Roma – verranno coinvolte in undibattito o dialogo sul contemporaneo, questo avver-rà in assenza di un progetto davvero “comune”, che

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ATTORI ED EVENTI

Più inaugurazione che riorganizzazione

Va considerato che le città italiane più dinamicheed attrattive saranno quelle dove si inaugurerannoentro il 2010 nuovi importanti musei d’arte contem-poranea:

- sia in grandi città (come Roma con MAXXI, ilMuseo Internazionale delle arti del XXI secolo el’ampliamento di MACRO, il Museo d’ArteContemporanea di Roma);

- sia in realtà più periferiche ma fortemente attive(ad esempio Gallarate che inaugurerà il suo nuo-vo ambizioso museo nella primavera del 2010).

Da qui al 2015 l’Italia avrà, però, a disposizionepoche realtà di grande potenziale; fra queste visaranno lo IUAV di Venezia in campo accademico ele esperienze museali:

- del MART di Rovereto;- del MADRE di Napoli;- del MAXXI di Roma;- di numerose fondazioni private.Entro il 2015 declineranno, invece, le piccole

realtà, anche storicamente rilevanti che mancheran-no di proporre un “sistema di offerta” organico gra-vitante intorno all’Evento d’arte.

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chiusura del proprio provincialismo, si lanceranno acapofitto nell’idea di aprirsi all’arte contemporanea.Queste proposte saranno sempre più spesso legateall’iniziativa di collezionisti privati aggiornati eintraprendenti tramite fondazioni. In Italia come inEuropa, la provincia che si attiva rappresenterà lanovità più rilevante del prossimo quinquennio.

Geografia dell’attivismo

Non vi saranno, entro il 2015, cambiamenti nella“geografia” dei territori più vivaci e innovativi: siavrà il consolidamento di luoghi dalla vocazione giàespressa.

Da qui al 2015 le regioni italiane più attive perl’arte contemporanea saranno:

- il Piemonte;- la Sicilia;- la Campania;- il Trentino.Per ciò che riguarda le città, le più innovative dal

punto di vista della produzione di arti visive contem-poranee saranno Roma, Torino e Napoli.

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4. IL MERCATO DELL’ARTEI festival come infrastruttura estetica

Nei prossimi anni le città e i territori che com-prenderanno appieno l’importanza dell’investire in“arte quotidiana” risulteranno attraenti e riuscirannoa far coagulare iniziative produttive di rilievo.

Nel prossimo futuro svariate città dei festival(Mantova, Modena, Trento, etc.) apriranno finestresul contemporaneo. Questo consoliderà la loro pre-senza sul territorio come infrastruttura estetica dellapartecipazione culturale attiva.

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L’ARTE NELLA CRISI

Vincenti e perdenti

Con la crisi economica mondiale il mercato del-l’arte rappresenterà un bene rifugio e registrerà quin-di una tenuta della domanda, a differenza di altri pro-dotti. Vi saranno infatti investimenti in opere d’artedi artisti più giovani, con quotazioni inferiori.

Molte delle fiere commerciali nate in questi annisubiranno viceversa un drastico ridimensionamento,a seguito della flessione del fatturato avvenuta nel2008 e la conseguente diminuzione generalizzatadell’interesse delle gallerie internazionali alla parte-cipazione a fiere.

La febbre della qualità

Dopo un periodo di ottimismo e di speculazione,sfociato in quotazioni spesso esagerate ed in corseall’acquisto spesso ingiustificate, l’attuale crisifinanziaria innescherà una fase di maturità del mer-cato. Questa “febbre” sarà tale da evitare la morte delmercato, che invece trarrà nuova forza da regole ecomportamenti degli operatori tese ad ingeneraremaggiore fiducia nel collezionista.

Anche perché un primo effetto della crisi che con-tinuerà a manifestarsi nei prossimi anni sarà quello

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LE TENDENZE DEL MERCATO

Difficoltà contenute

Il mercato italiano dell’arte riuscirà a evitare laviolenta flessione registrata altrove.

La tendenza all’acquisto verrà sostenuta, fra l’al-tro, dalla maggiore professionalità degli operatori,che contribuirà a diffondere la convinzione che sitratta di un vero e proprio mercato, in tutti i suoiaspetti economico-finanziari.

Il mercato italiano si manterrà vitale e attivo, non-ostante i range di investimento saranno mediamentepiù contenuti del quinquennio precedente.

I soldi degli altri

Uno dei grandi cambiamenti nella fruizione del-l’arte contemporanea dipenderà dall’affacciarsi inquesto mercato di nuovi paesi, con grande potereeconomico. Tali paesi non si limiteranno a fare daspettatori e – se nel brevissimo termine le loro ener-gie saranno concentrate sui rispettivi mercati interni– ben presto saranno in parte rivolte anche al merca-to mondiale.

A fronte della crescente difficoltà delle strutture edelle istituzioni pubbliche a investire, assisteremo,dunque, ad un ampliamento del settore delle istitu-

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di un orientamento del mercato e dei musei versouna produzione artistica di qualità.

Liberarsi dall’ansia da prestazione

Molti settori influenti del Sistema-arte continue-ranno la propria reazione contro le quotazioni folliraggiunte da certi artisti a seguito della bolla specu-lativa. Numerosi speculatori usciranno dal mercato eciò causerà modifiche in positivo per:

- i collezionisti;- i galleristi.Il mercato dell’arte contemporanea si gioverà

quindi di una meno frettolosa catena di moltiplicazio-ne del valore finanziario. Ciò andrà a vantaggio diuna più mediata cinghia di trasmissione di valori dia-logici verso il posizionamento di mercato delle ope-re.

Rimarranno sostanzialmente stabili le regole del-le quotazioni. Cambieranno, tuttavia, le regole delladomanda e dell’offerta, poiché verrà meno la ten-denza a richiedere molte opere agli artisti, creando inloro un’ansia da prestazione derivante dall’impossi-bilità di rimanere al passo e produrre tutte le opererichieste. Gli artisti, pertanto, torneranno a preoccu-parsi della vendita delle loro opere.

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L’instaurazione di rapporti scarsamente mediati ecaratterizzati da una minore rilevanza di certificazio-ni “ufficiali” accorcerà le distanze tra mercati e pub-blico.

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zioni museali dei “nuovi ricchi” a livello internazio-nale: Russia, Abu Dhabi, etc.

Prudenza e innovazione

Si affermerà in Italia un mercato “medio” centra-to sulle grandi mostre-mercato (come quella di Bolo-gna).

La spesa arriverà come conseguenza di un qual-che consolidamento di una nuova tendenza. Si esten-deranno, inoltre, le opportunità, dal prestito tempora-neo di opere d’arte alla commercializzazione diffusadi opere nuove a costi bassi. Tale estensione si rive-lerà, nei prossimi anni, una mossa efficace.

Alcune amministrazioni locali, a propria volta,scommetteranno sull’arte pubblica, incrementandola spesa per l’investimento culturale rispetto alla spe-sa corrente.

Nel campo del contemporaneo, infine, continue-ranno ad essere realizzate riuscitissime operazioni dimarketing e mecenatismo di alto profilo.

Una filiera corta

Nei prossimi anni i giovani professionisti, succes-sivamente alle sbandate speculative del contempora-neo, continueranno ad interessarsi alle giovani pro-poste, purché abbiano una visione internazionale.

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Da qui al 2015, quindi, i collezionisti, gli sponsore le gallerie acquisteranno maggior peso, senzaperaltro andare a scapito dei musei o delle sovrin-tendenze.

Le giovani gallerie svilupperanno un lavoro dieccellenza. Acquisita la necessaria esperienza, que-ste gallerie, saranno più votate, rispetto alle prece-denti generazioni, agli scambi con l’estero.

La creazione del prestigio

Un elemento di rilevanza internazionale saràcostituito dalle iniziative cultural-mediatiche di altolivello promosse da Fondazioni private, eredi con-temporanee del mecenatismo classico (ad es.: Credi-to Valtellinese, Prada e più recentemente Trussardi el’Hangar Bicocca a Milano, Fondazione Merz e San-dretto Re-Rebaudengo a Torino, etc.). Grazie alladirezione di critici celebri, queste iniziative presente-ranno una selezione accurata benché parziale o one-spot di singoli artisti “apicali” del contemporaneo, oanche di grandi star del passato recente.

Le rare enclave italiane con un programma e repu-tazione internazionale (come il Premio Furla, la Fon-dazione Sandretto di Torino, la Fondazione Trussar-di a Milano, la Fondazione Prada, etc.) continueran-no, grazie ad una programmazione strategica attenta,ad influenzare la fruizione artistica nel panorama ita-liano. Nel contempo, rimarranno perlopiù incapaci di

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IL RUOLO DEI PRIVATI

Il lussuoso e il colossale

Nei prossimi sei anni si creerà una strettoia o col-lisione tra la tendenza alla spettacolarizzazione tec-nocratica (ad es., dell’Opera) e le maggiori difficoltàad investire a favore di simili iniziative. Solo presso i“nuovi ricchi” di altri paesi si spenderà per colossaliinstallazioni (come la cascata di Olafur Eliasson).

Vi sarà un sempre maggiore accostamento deicosiddetti “poli del lusso” all’Evento e all’investi-mento artistico. Ciò porterà ad una maggior afferma-zione della tendenza alla fruizione dell’arte come“ricreazione”.

Soccorso privato

Con la crisi economica mondiale i rapporti fra iprincipali attori ed istituzioni ed i loro rispettivi ruo-li tenderanno a modificarsi:

- la cronica mancanza di fondi delle istituzioni siacuirà;

- la presenza del privato quale sponsor delle mag-giori istituzioni sarà vitale alla sopravvivenza diqueste ultime;

- galleristi e collezionisti verranno chiamati dalleistituzioni a dare il proprio supporto.

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quenterà le maggiori fiere del mondo. L’orientamen-to del collezionismo verso l’arte contemporanea ver-rà inteso:

- sia come forma di investimento;- che come forma di comunicazione con il mondo.Continuerà ad incrementarsi il piccolo e medio

collezionismo dettato dal gusto personale piuttostoche dal fiuto mercantile, attento a espressioni artisti-che meno costose, come la fotografia, variamentemanipolata.

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promuovere anche l’arte italiana in sinergia con leistituzioni pubbliche, tranne rare eccezioni.

Un collezionismo dal volto umano

Il collezionismo privato in Italia avrà un impulso dicrescita: riuscirà quindi a evitare di subire flessionicome quelle avvenute negli Usa e nel Regno Unito.

Il collezionismo italiano, in effetti, rappresenteràun “iceberg” in espansione:

- continuerà a mostrare grande vitalità;- verrà sempre più recepito come status symbol.Nei prossimi anni, comunque, tornerà un collezio-

nismo dal volto umano, mentre si sgonfierà quelloimpersonale e speculativo legato alla bolla finanzia-ria. Esso, infatti, verrà alimentato da diverse catego-rie di professionisti ed imprenditori; questi saranno:

- molto attenti all’andamento del mercato contem-poraneo;

- ma privi dei grandi capitali collezionisti attivinello scorso quinquennio.

Fiuto, gusto e parsimonia

L’interesse verso il mercato dell’arte contempora-nea continuerà ad evolvere con rapidità. Ciò saràdovuto ad un collezionismo molto attento e aggior-nato, in crescita costante nonostante la crisi, che fre-

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5. LE CONTAMINAZIONIDELL’ARTE

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ARTE E INTERDISCIPLINARITÀ

Saccheggi e collaborazioni

Vi sarà un rapporto sempre più intrecciato fra learti visive e gli altri generi artistici, un rapporto tesoverso lo sconfinamento e l’interazione dei linguaggi.

Spesso gli altri settori saccheggeranno le arti visivecontemporanee per arricchirsene. Tuttavia, si diffon-deranno anche vere e proprie collaborazioni tra chiopererà in settori diversi per ottenere risultati più com-pleti, soddisfacenti e di gran lunga più interessanti.

Si intrecceranno dialoghi e scambi sempre più fre-quenti, in direzione di relazioni fra diverse profes-sionalità:

- fra arti e scienze;- fra industria e pratiche artistiche (di cui saranno

ad esempio testimoni le sperimentazioni e leincursioni di industrie come Guzzini, Artemide,Floss, nel territorio dell’arte e le collaborazionicon artisti che lavorano con la luce).

Dematerializzazione e teatralizzazione

Gli spazi di interazione tra lo spettacolo dal vivoe l’arte contemporanea saranno in reciproca crescita.Il progressivo inaridirsi del linguaggio tradizionaledella scena richiederà una nuova stagione di ibrida-

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ARTE E DESIGN

Potenza spettacolare

Il design, come l’architettura, incrocerà semprepiù spesso il territorio artistico, creando contamina-zioni interessanti (per esempio, a Biella, “La cittàdell’arte” di Pistoletto e le sue produzioni di oggettid’uso quotidiano).

L’architettura, in particolare, tenderà a imporsicon la potenza spettacolare delle grandi costruzioni econ la conseguente necessità di grandi investimenti.

Cancelli aperti

Il sistema delle arti visive, inteso in senso ristret-to (tutti gli artefatti che il sistema-arte ammette alsuo interno, tramite i cosiddetti gatekeepers sistemi-ci che “decidono che cosa è arte e che cosa non loè”), continuerà ad assimilarsi a sistemi come il fas-hion o la comunicazione mediale.

Si rafforzerà una specie di mercato parallelo del-l’arte, in cui entreranno dei pezzi di design (com’èstato per Arad, Newson e altri), in qualità di pezziunici, con relative quotazioni di mercato.

Le produzioni della moda e del design tenderan-no, nella percezione del fruitore, ad assimilarsi sem-pre più ad una nozione piuttosto vaga e sfumata di

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zioni, nel cui contesto l’arte contemporanea svolgeràun ruolo primario, soprattutto per la naturalezza del-la sua visione e lo scardinamento critico che ne costi-tuirà il manifesto.

Rispetto all’esperienza contemporanea, tendentealla de-materializzazione, si imporrà come contro-tendenza una sonorità di forte effetto sensoriale cherecupererà un impatto fisico tramite le vibrazionisonore.

Le installazioni, affermatesi come pratica artisticaa partire dagli anni Settanta, continueranno ad essereespressione della tendenza dell’arte visiva e ad oltre-passare il proprio specifico spaziale per assumeredimensioni temporali e “teatralizzarsi”. Un simileprocesso di ibridazione continuerà a toccare tutte learti, per cui le specificità disciplinari apparirannoscardinate: lo spettacolo teatrale continuerà ad esseredato come real time film (ad es. il Big Art Group); ilfilm come installazione (ad es. Douglas Gordon), livecinema, manipolato dal vivo, ad ogni proiezione.

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ARTE E TECNOLOGIA

Il superamento della sbornia

La tendenza alle interferenze fra le arti – per cuile arti visive diventeranno paesaggio sonoro e archi-tettura – troverà sempre maggiore riscontro per effet-to anche delle tecnologie digitali che accentuerannola dimensione performativa di tutte le arti.

Il mondo di Internet, d’altronde, stimolerà ulterio-ri evoluzioni anche per la diffusione del mercato.

Nei prossimi anni, comunque, la “sbornia tecno-logica” tenderà a ridursi a favore di una più attentaibridazione tra il tecnocratico e il ritorno a mezzi piùtradizionali.

La trasparenza poetica

L’evoluzione tecnologica entrerà lentamente nelmetabolismo della creazione artistica, che ne assor-birà i risultati nel tempo. La tecnologia, in tal modo,diverrà nei prossimi anni “matura” per l’arte, poichérisulterà “trasparente”, ovvero eviterà di imporsicome puro virtuosismo, ma “lascerà passare” attra-verso di sé il messaggio poetico.

Sul piano linguistico, peraltro, anche se si potran-no trovare veicoli più pertinenti, la tecnologia di persé sarà uno strumento come gli altri.

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“creatività artistica”. I rispettivi “contenitori” tende-ranno all’osmosi (come mostra il caso della Trienna-le milanese).

Sincretismo mediatico

Gli artisti continueranno ad essere coloro capacidi sintetizzare dei concetti con immagini che, sfug-gendo alle regole della consuetudine, guardano anuovi linguaggi, a nuove forme che spesso anticipa-no future tendenze. Gli operatori più attenti dei set-tori basati sull’uso delle immagini attingeranno inmodo sempre più diffuso alle arti visive.

Simmetricamente, sempre più gli artisti influenze-ranno il modo di concepire il design e, al tempo stes-so, alcuni fra gli artisti più significativi verrannoinfluenzati dal design.

Molti artisti lavoreranno sull’influenza del designsulla società (come Tobias Rehberger, vincitore delLeone d’Oro alla Biennale di Venezia).

Il “personaggio-artista” tenderà ad inglobare nel-la sua figura sincretistica un range più vasto: dal-l’Architetto all’Artista superstar mediatica, passandoper il Regista e per lo Stilista, una grande ed omoge-nea galleria di potenziali o attuali celebrità. Vi saran-no sempre più architetti che guardano gli artisti, eviceversa, e sempre più di frequente collaborazioniin questo senso.

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ARTE E COMUNICAZIONE

La terza gamba

La pubblicità e il marketing continueranno adinnovarsi con forme sempre più liquide ed informalidi azione. L’arte contemporanea rappresenterà la ter-za gamba di un ampio settore di scambio cognitivobasato sulla rappresentazione simbolica e sulla tra-smissione di valore.

L’arte contemporanea, dal canto suo, avrà cre-scente attenzione per la comunicazione. Sempre piùinfatti, non si darà un’arte senza marketing: vale adire, sarà sempre più difficile la visibilità o il supe-ramento della soglia di attenzione per quelle corren-ti o quei singoli artisti che mancheranno di una buo-na prestazione mediatica.

Musei o hard discount?

Poiché le arti visive condivideranno spazi, mani-festazioni, discorsi e pratiche con le altre arti, sideterminerà la necessità di una comunicazione capa-ce di dare conto delle interferenze in corso. Rispettoa questo tipo di comunicazione l’ostacolo maggioresarà dato dalla formazione settoriale delle professio-nalità coinvolte.

Nel settore delle arti visive il marketing e la pub-

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Fra le conseguenze negative che le tecnologie digi-tali potranno indurre, nel prossimo futuro si manife-sterà soprattutto la “chiusura autoreferenziale”.

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ting e pubblicità, pertanto, intravedranno nel settoredelle arti visive enormi potenzialità.

Sarà quindi sempre meno frequente l’impostazio-ne di una campagna di marketing priva di un rappor-to con l’arte: le componenti più avanzate e raffinatedel marketing e della comunicazione tenderanno adassimilare gli stili e le stesse personalità dell’arte e ingenerale della cultura come “personaggi” e compo-nenti strategiche. Fra l’altro, i programmi culturalitenderanno sempre più a comparire come integrazio-ni di alto livello nelle strategie di comunicazione digrandi aziende.

Le arti tenderanno a essere “integrate” nel marke-ting come proposta specifica e insieme di influenzestilistiche.

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blicità saranno dominate dalle case d’asta e dalle gal-lerie più ricche, ormai delle vere e proprie multina-zionali. Nonostante ciò, il sistema del marketing del-le arti continuerà in Italia ad essere poco sviluppato.Gli istituti di formazione per queste nuove professio-nalità, infatti, resteranno rarissimi.

Inoltre, la mancanza di una conoscenza specificadel settore rispetto al quale devono promuovereinvestimenti, pubblico, immagine e redditività, por-terà il sistema del marketing e della pubblicità aeffettuare un’applicazione distorta di parametri presida altri territori e poco pertinenti alle pratiche artisti-che e al campo delle arti visive in particolare (men-tre le campagne marketing e pubblicità per un nuovohard discount dovrebbero essere concepite diversa-mente da quelle per un nuovo museo).

Accanto alle case d’aste e alle fiere d’arte, alleriviste su supporto cartaceo, all’editoria specializza-ta, sarà soprattutto la comunicazione via Internet, larete, a diventare sempre più centrale, capace di dis-tribuire un’informazione capillare.

Fra strategia e mimesi

Marketing e pubblicità mostreranno un’attenzionesempre più grande verso i risultati formali dell’artecontemporanea. La comunicazione pubblicitariaattingerà ai linguaggi del contemporaneo, grazie allasua crescente riconoscibilità. Gli operatori di marke-

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6. LAVORO E ORGANIZZAZIONESOCIALE

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L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DELL’AR-TE

La spazialità delle emozioni

Il rimescolamento delle carte in merito al rappor-to fra modi espressivi e luoghi continuerà a coinvol-gere sempre più le nostre relazioni cognitive edemotive. Proseguirà, infatti, la redistribuzione deglispazi sociali di convivenza tra luoghi privati e occa-sioni di condivisione. Un esempio di ciò sarà la con-ferma della tendenza a vedere i film di più a casa(con seguito di pizza o di popcorn) che non nellesale (ma da qui al 2015, viceversa, non si rafforzeràin misura rilevante la tendenza alla lettura del libroin piazza).

Nei prossimi anni anche l’arte conquisterà e con-soliderà nuovi spazi, quali:

- il web 2.0;- e gli spazi pubblici che verranno ridefiniti esteti-

camente, così come l’immaginario ottocentescoaveva fatto con giardini pubblici e statue equestri.

Molte immagini, nessuna visione

Fra le ragioni per cui nei prossimi anni sarà impos-sibile che si concretizzi uno scenario di reale espan-sione del settore artistico, vi sarà la mancanza di:

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- sia un degrado intellettuale e una subalternità alpotere politico.

Un paese senza speranza

I giovani artisti saranno, pertanto, costretti alasciare il nostro Paese, per andare a lavorare all’e-stero, in quanto l’Italia continuerà a essere conside-rata un Paese senza speranza anche nell’arte.

Nei prossimi sei anni, dunque, gli artisti italiani sirelazioneranno soprattutto con le realtà emergenti diIndia, Cina e Medio Oriente, oltre che con gli Statese l’Europa. Si concretizzeranno quindi scambi e sti-moli da una parte e dall’altra.

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- una visione o un progetto di un soggetto capacedi promuovere il settore;

- una struttura che operi per un’espansione sulmodello anglosassone o comunque per una cre-scita che convogli tutte le energie del nostro Pae-se nelle sinergie necessarie.

Contrastare l’improvvisazione

Il nostro Paese – che godrà, come già detto, di unmercato non statico – tenderà a una lenta omologa-zione alla situazione dei paesi dell’area occidentale,in cui il mercato del lavoro e la divisione di ruolisono consolidati. La prima conseguenza di questaevoluzione consisterà nel riconoscimento delle pro-fessionalità. Ciò avverrà comunque nel medio-lungotermine, perché nei prossimi anni:

- regnerà ancora l’improvvisazione;- mancherà ancora la volontà politica di supporta-

re, anche con leggi adeguate (finanziamentimirati, defiscalizzazione, riduzione Iva, etc.), icambiamenti necessari nel settore.

Il generale atteggiamento di restaurazione neiconfronti della gestione artistica-culturale del patri-monio nazionale, sia storico che contemporaneo,avrà effetti contrastanti:

- sia un recupero di tensioni ideali e valori artisti-ci di autonomia dell’arte e indipendenza dell’ar-tista rispetto al potere politico;

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le, il ruolo del curatore acquisterà una dimensionemeno ibrida, più vicina alla direzione artistica e pro-gettuale.

La tendenza per le figure professionali che opere-ranno nel campo delle arti visive in modo competen-te sarà quella di corrispondere ad un profilo misto.Sempre di più a livello dirigenziale, la preparazionestorico-scientifica dovrà essere integrata da capacitàrelative:

- alla cultura d’impresa;- agli aspetti economici, gestionali, di marketing;- agli aspetti della comunicazione, come siti web

e lavoro in rete.

L’arte della direzione

La gestione di Fondazioni pubbliche continuerà adessere sempre più in mano a figure di tipo manage-riale e meno a direttori artistici: il ruolo dei direttoriartistici risulterà vanificato e di fatto esautorato(anche per i minori fondi disponibili) e si affermerà lasupremazia del marketing sulle scelte artistiche. Lemanifestazioni artistiche rappresenteranno un occa-sione di incontro per eserciti di professionisti (diret-tori di marketing, ai direttori dei vari dipartimenti del-le istituzioni, etc.) al servizio del sistema dell’arte.

Il manager del futuro, sia esso il direttore di unmuseo o di una fiera, sarà capace di mettere a puntouna “macchina” funzionante sotto ogni aspetto.

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IL LAVORO ARTISTICO

I professionisti di un mercato rarefatto

La multiforme cassetta degli attrezzi dei nuovi pro-fessionisti della cultura verrà costruita artigianalmente,mettendo insieme le weltanschauungen dell’architettoe dell’economista, dell’antropologo e dello storico.

La consistenza sempre più rarefatta e ubiqua deimercati stimolerà una continua attività:

- di taratura innovativa degli ambiti creativi (pro-gettazione);

- e di creazione di canali di contatto e scambio trai diversi agenti (mediazione).

Si tratterà dunque di “professioni”:- ibride, liquide, intuitive;- svolte per un tempo limitato;- ma certamente importanti per fluidificare la

complessità dei mercati dell’arte.Il peso maggiore verrà acquisito dagli artisti capa-

ci di gestire da sé il proprio reticolo di agenti e isti-tuzioni, ossia di costruire i propri canali di mediazio-ne in modo da renderli credibili e affidabili.

Profili misti

Poiché si diffonderanno nuove figure professiona-li di carattere organizzativo-gestionale e manageria-

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molteplicità di luoghi di creazione e scambio delvalore.

Chi saprà meglio interpretare la varietà di urgen-ze espressive e di partecipazione cui l’arte può anda-re incontro, vedrà la propria acutezza evolutiva pre-miata dai mercati.

Il tecnologo servizievole

La produzione artistica tesserà un rapporto sem-pre più stretto con la tecnologia, anche al di là deimedium che vi sono tradizionalmente legati, comefoto e video: crescerà infatti il numero degli artistiche per la propria ricerca si avvarranno di un grannumero di collaboratori, fra cui ingegneri conserva-tori e tecnici specializzati.

Le nuove figure che entreranno nel lavoro dell’ar-tista permetteranno a questi di utilizzare al meglio gliultimi calcoli sui materiali o applicare i risultati dellaricerca scientifica o le tecnologie più avanzate speri-mentandole attraverso le loro opere. I tecnici farannospesso parte di un team interno allo studio dell’artista.

Posa il pennello sul desktop!

Nella pratica artistica si accentueranno i fenome-ni caratteristici del contemporaneo e dell’“era del-l’accesso” alle nuove tecnologie e ai nuovi media

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Una quota delle attività dei professionisti dellaprogettazione e della mediazione verrà indirizzataalla sintonizzazione dell’azione pubblica di sostegno.

Creatività collettiva

L’uso di sofisticate tecnologie richiederà una spe-cializzazione del lavoro, per cui l’atto creativodiventerà sempre più un processo di creazione col-lettiva.

Per raggiungere gli obiettivi fissati sarà determi-nante:

- il lavoro coordinato e di gruppo;- il confronto rispetto a obiettivi comuni;- l’individuazione di metodologie e strumenti effi-

caci.Verranno creati e gestiti team differenziati ma

coordinati, in cui la parte curatoriale verrà sempreaffiancata da una comunicazione e marketing altret-tanto efficace. Questo settore, che comprenderàanche le PR, gestirà direttamente tutta la sfera dellesponsorizzazioni.

Arte di arrangiarsi

La remunerazione del lavoro artistico subirà lastessa ibridazione dei mercati, consentendo all’arti-sta contemporaneo di “muoversi” attraverso una

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LA FORMAZIONE

Solide basi per professionisti mutevoli

Una grande evoluzione che caratterizzerà le figu-re professionali presenti nel settore, anche in funzio-ne della grande contaminazione professionale che siverificherà fra i diversi campi nei prossimi anni. Pura fronte di tale evoluzione, gli ingredienti di base peruna formazione efficace e priva di etichette saranno:

- una solida ma essenziale cornice analitica diriferimento;

- una pertinente interpretazione complessiva delfenomeno culturale e della sua evoluzione;

- una sana educazione all’empirismo progettualeche saprà rapportare sforzo e risultato.

Modestia d’offerta

Le università italiane non saranno in grado di pro-porre un’offerta analoga a quella degli atenei piùavanzati (come quelli americani o svizzeri, ad esem-pio). Mancherà, infatti, un miglioramento delleAccademie e delle Università di studi umanistici.Non vi saranno figure di alta professionalità, artisti,designer, bibliotecari, organizzatori, curatori, pro-gettisti di eventi, che escono da queste istituzioni.

I percorsi formativi prevalenti per le figure pro-

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user friendly: la pratica tecnologica si avvicinerà allapratica poetica, fino a che esse tenderanno a confon-dersi, con l’artista che sarà a volte egli stesso un tec-nologo.

La tecnologia cambierà ulteriormente la facciadell’arte, ma questa eviterà di operare un completorigetto delle pratiche passate: si verificherà piuttostouna mescolanza, una compresenza, una re-mediation(Bolter-Grusin), di tali pratiche.

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NOTA SULL’INDAGINEfessionali impiegate nell’apparato dell’arte visivasaranno:

- le specializzazioni e gli stage formativi all’estero;- i percorsi di eccellenza.

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La metodologia

Lo scenario previsionale su “Il futuro delle artivisive contemporanee in Italia” è stato ottenuto attra-verso una variante del metodo Delphi. Caratteristicapeculiare del metodo è la consultazione, rigorosa-mente separata ed anonima, di un gruppo di espertial fine di ricavare previsioni basate sulla convergen-za delle opinioni circa il futuro dei problemi o feno-meni considerati. Per questo progetto è stata adotta-ta una procedura di consultazione in due stadi di ungruppo interdisciplinare di sette esperti.

Le fasi della consultazione

Nella prima fase, ogni esperto ha prodotto inmodo libero alcune previsioni relative ai singoliambiti di indagine, a partire da domande aperte e sul-la base delle proprie competenze scientifiche e pro-fessionali. Nella seconda fase, le previsioni di basesono state elaborate, tradotte in nuclei previsionali(items) e sottoposte al giudizio di tutti gli esperti.Ognuno di loro ha così avuto la possibilità di analiz-zare e valutare le opinioni degli altri, potendo even-tualmente riconsiderare e modificare anche le pro-prie posizioni iniziali. Il costrutto previsionale hapotuto così utilizzare appieno le potenzialità di unvero e proprio “confronto di gruppo”, arricchito daidiversi punti di vista e dalle diverse competenze,

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La composizione del panel

Per la composizione del panel, la seguente indagi-ne si è avvalsa della collaborazione di un gruppo qua-lificato di esperti diversi tra loro per disciplina e percollocazione scientifico culturale. In considerazionedell’obiettivo generale dell’indagine – la costruzionedi uno scenario macro per i prossimi sei anni – si èpreferito non privilegiare un solo punto di vista, ben-sì favorire un “dibattito interdisciplinare” sul futuro.

Il mosaico previsionale è stato così composto conl’apporto di esperti di provenienza, formazione e pro-filo professionale estremamente eterogeneo, allo sco-po di ottenere una visione globale di quello che sarà ilfuturo delle arti visive in Italia nei prossimi sei anni.

I sette esperti consultati sono stati: Achille BonitoOliva, Fulvio Carmagnola, Mirta D’Argenzio, Clau-dia Gian Ferrari, Rocco Orlacchio, Michele Trimar-chi, Valentina Valentini.

Di seguito sono riportate brevi note biografiche diognuno di essi.

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reso dialettico dai successivi stadi di interrogazione,nel rispetto della specificità di ciascun contributo.

L’indagine sul futuro della ricerca biomedica inItalia ha avuto inizio nel mese di maggio del 2009 esi è conclusa nel mese di luglio dello stesso anno.

Le dimensioni indagate

L’indagine previsionale Il futuro delle arti visivecontemporanee in Italia ha focalizzato l’attenzionesulle seguenti dimensioni:

- tendenze della produzione italiana;- rapporto fra produzione italiana e tendenze glo-

bali;- tendenze della fruizione artistica (aspetti cultu-

rali, sociali ed economici);- arti visive, cultura e società;- arti visive e altre discipline;- evoluzione del mercato dell’arte;- rapporto fra arti visive e comunicazione, marke-

ting, pubblicità;- rapporto fra innovazione tecnologica ed espres-

sione artistica;- aspetti professionali e lavorativi delle arti visive;- ruolo di attori e istituzioni.

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GLI ESPERTI

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Achille Bonito OlivaCritico d’arte. Ha proposto unmodello creativo della critica.È autore di saggi sul manierismo,le avanguardie storiche e le neoa-vanguardie, e fondatore del movi-mento artistico Transavanguardia.Ha curato mostre tematiche e

interdisciplinari sia in Italia che all’estero, tra cui“Contemporanea”, “Aperto 80”, “Avanguardia Trans-avanguardia”, “Arte e Depressione”, “Minimalia”.Ha diretto la 43° edizione della Biennale di Venezia“Punti Cardinali dell’Arte”.Insegna Storia dell’arte contemporanea alla “Sapien-za” Università di Roma. È stato insignito di numero-si premi e riconoscimenti, tra cui nel 1991 il Valenti-no d’Oro, premio internazionale per la critica d’arte.

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Mirta D’ArgenzioLaureata in Arte Contemporaneae specializzata in teoria delManierismo; ha studiato alla Sor-bonne di Parigi dedicandosi inseguito all’Arte Contemporanea.Lavora attualmente come curatri-

ce indipendente. Ha curato diverse mostre, installazio-ni e retrospettive collaborando con differenti artisti(l’installazione al MOMA di S.Francisco per MarioSchifano; la mostra di Jan Fabre “Passage” ai Cantie-ri Culturali della Zisa a Palermo; Gilbert&George alCentro Cultural de Belem a Lisbona; Damien Hirst alMuseo Archeologico Nazionale di Napoli; Marsyaalla Tate Modern di Londra per la Uniliver Series;Douglas Gordon e Jonathan Monk “Leon d’Oro” allaFondazione Morra Greco di Napoli). Ha, inoltre, pub-blicato un saggio sul suo lavoro per il catalogo dellamostra di Fabre al Marugame Genichiro-InokumaMuseum in Giappone.Dal 1996 lavora, insieme a Mario Codognato, allaredazione del catalogo ragionato dell’opera di JannisKounellis. Attualmente è impegnata come curatricedella prima retrospettiva dell’artista scozzese Dou-glas Gordon per il MART prevista per l’autunno del2006 e di una grande mostra di Robert Rauschenbergper la Fondazione Serralves di Porto. Collabora,inoltre, con la rivista Domus e rappresenta da que-st’anno Art Basel per le VIP Relations in Italia.

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Fulvio CarmagnolaDocente di Estetica alla Facoltàdi Scienze della formazione del-l’Università degli Studi di Mila-no Bicocca. E’ stato anchedocente presso la Facoltà diDisegno Industriale del Politec-

nico di Milano e la Domus Academy.Tra i suoi saggi più recenti dedicati all’arte e aldesign: Minimalismo. Etica delle forme e nuovasemplicità nel design (con Vanni Pasca, Lupetti,Milano,1996); Parentesi perdute. Crisi della forma ericerca del senso nell’arte contemporanea (Guerini,Milano, 1998), Merci di culto. Ipermerce e societàmediale (con M. Ferraresi, Castelvecchi, Roma1999), Vezzi insulsi e frammenti di storia universale.Tendenze estetiche nell’economia del simbolico(Sossella, Roma, 2001), La triste scienza. L’immagi-nario, il simbolico, la crisi del reale (Meltemi,Roma, 2002), Synopsis. Introduzione all’educazioneestetica (con Marco Senaldi, Guerini, Milano, 2005),Il consumo degli oggetti. Estetica e beni simbolicinella fiction economy (Bruno Mondatori, Milano2006). Il suo più recente lavoro di prossima pubbli-cazione è La fabbrica del desiderio. Il design nell’e-conomia dell’immaginario (Milano, Lupetti).

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Rocco OrlacchioLaureato in Ingegneria Meccani-ca. Ha lavorato dal 1987 al 1994presso Alfa Romeo Avio Sapa,costruzione e revisione motoriaeronautici, dove ha svolto attivi-tà di progettazione e di responsa-

bile dello sviluppo di un nuovo motore militare. Dal1990 al 1994 si è occupato del disegno concettuale,di un nuovo stabilimento produttivo secondo i con-cetti di Total Quality/JIT, come vicedirettore hacurato la fase di avviamento.Ha inoltre lavorato presso Frendo S.p.a. (gruppoRutgers Automotive), costruzione automobilistiche eferroviarie, in qualità di direttore di stabilimento.Dal 1997 è socio della STI s.r.l., società di serviziper l’ingegneria, per la quale svolge attività di coor-dinamento, progettazione di impianti tecnologici,responsabile unico del procedimento per aziendeospedaliere e ASL in Campania nell’ambito diristrutturazioni e nuove costruzioni.Recentemente si è occupato dell’inserimento di ope-re d’arte in una stazione della metropolitana diNapoli e nei padiglioni ristrutturati dell’AziendaOspedaliera A. Cardarelli (catalogo) ed ha organiz-zato una mostra su l’emergenza rifiuti in Campania(catalogo) ideando un format sull’emergenza chesarà il punto di partenza di future iniziative.

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Claudia Gian FerrariLaureata in lettere moderneall’Università Statale di Milanocon una tesi in Storia della Criti-ca d’Arte. Ha lavorato fra il 1970e il 1974 nel settore Arte dellaRizzoli.

Contitolare dal 1974 della galleria d’arte fondata nel1936 da Ettore Gian Ferrari, dopo la sua scomparsanel 1982, conduce tale attività in prima persona, pri-vilegiando il recupero degli artisti del Novecento ita-liano, presentati con cataloghi scientifici e accompa-gnati da suoi testi storico/critici, sia in mostre in gal-leria che in spazi pubblici.Collabora fin dal 1985 con le pubbliche istituzioni,sia in Italia che all’estero. Dal 1990 ha affiancato allavoro di ricerca storica una attività espositiva dedi-cata all’arte contemporanea, presentando per la pri-ma volta in Italia molti degli artisti oggi internazio-nalmente più noti, e proponendo progetti mirati asottolineare la continuità fra l’arte del Novecento e lericerche contemporanee.

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Valentina ValentiniStudiosa dei problemi dello spet-tacolo nel Novecento, insegnadiscipline Teoriche dell’immagi-ne elettronica per lo spettacolopresso il dipartimento di Arti eScienze dello Spettacolo della

“Sapienza” Università di Roma, Roma. Ha dedicatovari studi storici e teorici al teatro del Novecento. Lesue ricerche comprendono il campo delle interferenzefra teatro, arte e nuovi media (Teatro in immagine,1987; Eventi performativi e nuovi media & II; Audio-visivi per il teatro). Di recente pubblicazione le dueantologie Le pratiche del video e Le storie del video,Bulzoni, Roma 2003. Ha, inoltre, curato la primamonografia su Bill Viola Vedere con la mente e con ilcuore, su Studio Azzurro: percorsi fra video, cinemae teatro e altri volumi che analizzano autori, opere diarte elettronica e multimedia (Video d’autore 1986-1995, Allo specchio, Dal Vivo, Il video a venire).Ha diretto, per Rubbettino Editore, una collana dedi-cata al teatro contemporaneo in cui ha pubblicatoFranco Scaldati, 1997; Squat Theater, 1998; Com-pagnia della Fortezza, 1998; Peter Sellars, 1999;Eimuntas Nekrosius, 1999, Totò e Vicé, 2003; S.M.Ejzen_tejn, Quaderni e piani di regia,2003; TeatroValdoca, 2004. I suoi saggi sono pubblicati su varieriviste sia in ambito nazionale che internazionale.

Michele TrimarchiProfessore Ordinario di AnalisiEconomica del Diritto (Catanza-ro), insegna Economia della Cultu-ra (Bologna) ed Economia e Politi-ca dei Beni Culturali (Tuscia).Ha pubblicato estesamente su

temi di economia e politica della cultura. È stato rela-tore in convegni e ha tenuto lezioni e conferenze innumerose Università italiane ed estere. È stato consu-lente economico di numerose amministrazioni pubbli-che e fondazioni culturali e membro dell’ExecutiveBoard dell’Association for Cultural Economics Inter-national e della Commissione per il Rapporto sullaCreatività e l’Industria Culturale in Italia. Ha fattoparte delle Giurie Internazionali del Concorso “NuoviSegni”, istituito dal Sole-24 Ore, e del Premio Impre-sa e Cultura, istituito dal Sistema Impresa e Cultura eda Confindustria. È stato tra i componenti della Com-missione per il Futuro di Roma Capitale. Da gennaio2008 è Presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo.Attualmente è consulente economico dell’Osserva-torio Regionale dello Spettacolo in Emilia-Roma-gna; Presidente di ECCOM Progetti s.r.l.; membrodel Consiglio d’Amministrazione di ArtMall s.r.l.,dell’Executive Board dell’ICR-International Com-mittee for Regional Museums (ICOM-UNESCO), edell’Editorial Advisory Board della rivista “CreativeIndustries Journal”. Collabora con le riviste “Reset”,“Tafter Journal” e “Cura”.

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