Il Frumento - Grow the future · ... è una delle primissime piante a essere coltivate dall’uomo....

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IL FRUMENTO 1/10 Il Frumento LA STORIA Il frumento (o grano) è una delle primissime piante a essere coltivate dall’uomo. Due le tipologie: il frumento duro e il frumento tenero, due “specie” vegetali diverse. Botanica- mente appartengono entrambe alla famiglia delle Gramineae e al genere Triticum; scientifica- mente il grano duro viene chiamato Triticum turgidum var. durum Desf. mentre il grano tenero Triticum aestivum L. Le due specie presentano caratteristiche genetiche ben distinte, la più evidente il diverso numero di cromosomi: 28 nel duro, 42 nel tenero. LA PRODUZIONE Il frumento è originario dell’Asia sud-occidentale e attualmente viene coltivato in tutti i continenti. La produzione mondiale è costantemente aumentata negli ultimi anni, raggiungendo circa i 700 milioni di tonnellate. I principali produttori sono Unione europea, Cina India, Russia, Usa e Canada. L’Italia ha produzioni che variano da 6 a 8 milioni di tonnellate all’anno e si coltivano circa 2.500.000 ettari, con prevalenza di frumento duro. Il record mondiale di produzione del frumento tenero è di 14 t/ha di granella secca al 13% di acqua. In Italia la Val Padana dà le produzioni maggiori con 6-7 t/ha. In Italia centrale possono essere previste rese medie di 5-6 t/ha. Nell’Italia meridionale e insulare le rese medie sono parecchio più basse 3,5-4,5 t/ha e più irregolari da anno ad anno, in conseguenza del peggiore e più irregolare regime idrico. Per il frumento duro i quantitativi sono sostanzialmente più bassi. Oltre alla granella, che rappresenta il prodotto principale, il frumento produce paglia e pula. La quantità per ettaro di questi sottoprodotti varia con le condizioni colturali più o meno favorevoli e con le varietà. CARATTERISTICHE DELLA PIANTA Le spighe sono formate da numerose spighette, inserite su un asse centrale chiamato rachilla e nel frumento duro sono aristate. Le reste possono raggiungere i 20 cm. A maturità della pianta, sono di colore paglierino, rossiccio o nero. Nel grano tenero le spighe possono essere mutiche (prive di reste) o aristate. Nella varietà aristate, le reste sono lunghe 3-8 cm. Altra caratteristica distintiva: nel grano tenero l’ultimo internodo del culmo (la porzione di stelo vicino alla spiga) è cavo mentre nel grano duro è pieno. Una differenza fondamentale è legata alla struttura del chicco: nel grano tenero ha frattura farinosa, mentre è vitrea nel grano duro. Per questo i prodotti che si ottengono dalla macinazione sono estremamente diversi. Con il frumento tenero si produce la farina: di colore bianco, polverulenta con cui si producono pane, biscotti e prodotti da forno. Dalla macinazione del grano duro si ottiene invece la semola, un prodotto con granulometria più grossolana, particelle a spigolo vivo e colore giallo ambrato e da cui si ottiene la pasta. • uSo DeL GrAno Per arrivare sulle nostre tavole sotto forma di pane, pasta e prodotti da forno in genere, i chicchi di frumento devono prima subire il processo di macinazione, ovvero la separazione delle varie parti che li compongono: tegumento esterno, endosperma e germe. L’albume è la parte destinata alla produzione della farina, mentre il germe di grano è l’embrione dal quale potrebbe nascere una nuova pianta ed è particolarmente apprezzato per le proprietà nutritive, essendo ricco di vitamine e Protagonisti oggi dell’Agricoltura di domani Arista Glumetta Glumetta Ovario Glume TUGUMENTI ESTERNI O CRUSCA Fibre insolubili Vitamine del gruppo B Minerali Proteine Sostante fitoattive ENDOSPERMA O MANDORLA AMILIFERA Carboidrati Proteine Fibre solubili GERME O EMBRIONE Grassi “buoni” Vitamine del gruppo B Minerali e vitamine E Proteine Sostante fitoattive

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Il Frumento 1/10

Il FrumentoLA STORIAIl frumento (o grano) è una delle primissime piante a essere coltivate dall’uomo.

Due le tipologie: il frumento duro e il frumento tenero, due “specie” vegetali diverse. Botanica-

mente appartengono entrambe alla famiglia delle Gramineae e al genere Triticum; scientifi ca-

mente il grano duro viene chiamato Triticum turgidum var. durum Desf. mentre il grano tenero

Triticum aestivum L. Le due specie presentano caratteristiche genetiche ben distinte, la più

evidente il diverso numero di cromosomi: 28 nel duro, 42 nel tenero.

LA PRODUZIONEIl frumento è originario dell’Asia sud-occidentale e attualmente viene coltivato in tutti i continenti. La

produzione mondiale è costantemente aumentata negli ultimi anni, raggiungendo circa i 700 milioni di

tonnellate. I principali produttori sono Unione europea, Cina India, Russia, Usa e Canada.

l’Italia ha produzioni che variano da 6 a 8 milioni di tonnellate all’anno e si coltivano circa 2.500.000 ettari, con prevalenza di frumento

duro. Il record mondiale di produzione del frumento tenero è di 14 t/ha di granella secca al 13% di acqua.

In Italia la val Padana dà le produzioni maggiori con 6-7 t/ha. In Italia centrale possono essere previste rese medie di 5-6 t/ha. Nell’Italia

meridionale e insulare le rese medie sono parecchio più basse 3,5-4,5 t/ha e più irregolari da anno ad anno, in conseguenza del peggiore

e più irregolare regime idrico. Per il frumento duro i quantitativi sono sostanzialmente più bassi. Oltre alla granella, che rappresenta il

prodotto principale, il frumento produce paglia e pula. La quantità per ettaro di questi sottoprodotti varia con le condizioni colturali più

o meno favorevoli e con le varietà.

CARATTERISTICHE DELLA PIANTALe spighe sono formate da numerose spighette, inserite su un asse centrale

chiamato rachilla e nel frumento duro sono aristate. Le reste possono raggiungere i

20 cm. A maturità della pianta, sono di colore paglierino, rossiccio o nero. Nel grano

tenero le spighe possono essere mutiche (prive di reste) o aristate. Nella varietà

aristate, le reste sono lunghe 3-8 cm. Altra caratteristica distintiva: nel grano tenero

l’ultimo internodo del culmo (la porzione di stelo vicino alla spiga) è cavo mentre nel

grano duro è pieno. Una differenza fondamentale è legata alla struttura del chicco:

nel grano tenero ha frattura farinosa, mentre è vitrea nel grano duro. Per questo i

prodotti che si ottengono dalla macinazione sono estremamente diversi.

con il frumento tenero si produce la farina: di colore bianco, polverulenta con cui

si producono pane, biscotti e prodotti da forno.

Dalla macinazione del grano duro si ottiene invece la semola, un prodotto con

granulometria più grossolana, particelle a spigolo vivo e colore giallo ambrato e da

cui si ottiene la pasta.

• uSo DeL GrAnoPer arrivare sulle nostre tavole sotto forma di pane, pasta e prodotti da forno in

genere, i chicchi di frumento devono prima subire il processo di macinazione,

ovvero la separazione delle varie parti che li compongono: tegumento esterno,

endosperma e germe. L’albume è la parte destinata alla produzione della farina,

mentre il germe di grano è l’embrione dal quale potrebbe nascere una nuova pianta

ed è particolarmente apprezzato per le proprietà nutritive, essendo ricco di vitamine e

Protagonisti oggi dell’Agricoltura di domani

Arista

Glumetta

Glumetta

Ovario

Glume

tugumentI eSternI O CRUSCAFibre insolubili

Vitamine del gruppo BMinerali

ProteineSostante fi toattive

enDoSPermA O MANDORLA AMILIFERA CarboidratiProteineFibre solubili

germe O EMBRIONE Grassi “buoni”

Vitamine del gruppo BMinerali e vitamine E

ProteineSostante fi toattive

SFIDA eSIgenzeIDrIche

SFIDA vArIetàItAlIAne

SFIDA rAccoltA

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di grassi polinsaturi. Mediamente dalla macinazione del frumento si ottiene una percentuale di farina che oscilla tra il 75% e l’80% del

totale. Dalla lavorazione restano sottoprodotti quali crusca e farinaccio. Dalle cariossidi si ricavano anche amido e, previa fermentazione,

alcool. Dalla coltivazione del grano deriva anche la paglia.

• ProPrietà nutritiveIl frumento è ricco di carboidrati (mediamente, il 72%), costituiti per la maggior parte da amido.

Il contenuto in proteine è piuttosto variabile, dal 7 al 18% (mediamente il 12%), la maggior parte delle quali sono prolammine, costituenti

fondamentali del glutine che si forma durante l’impastamento conferendo all’impasto viscosità, elasticità e coesione, caratteristiche

importanti nella produzione di pane e pasta. I lipidi ammontano all’1-2% e sono contenuti soprattutto nel germe, dal quale si ricava un

olio ricco di acidi polinsaturi, soprattutto linoleico. I sali minerali e le vitamine sono localizzate nella parte esterna del chicco, quindi li

ritroviamo solo nei prodotti integrali.

le SFIDe Per l’AgrIcolturA

Esigenze pedologiche e climaticheIl frumento è una pianta a medie esigenze idriche, concentrate soprattutto nel periodo tra la levata e le prime fasi

di maturazione; teme fortemente, specie nei periodi freddi, il ristagno d’acqua nel terreno a seguito del quale

si verificano sviluppo stentato per asfissia radicale e attacchi parassitari; teme inoltre i forti venti ed i temporali

primaverili in quanto causa di allettamento (le piante di grano si distendono a terra).

varietà e miglioramento geneticole varietà a semina autunnale coltivate in Italia sopportano bene i freddi invernali e richiedono, a partire

dalla levata, temperature crescenti. In fase di maturazione il frumento si avvantaggia di un clima caldo e

poco piovoso. La coltivazione del frumento duro è in continua espansione a seguito del costante aumento del

consumo di paste alimentari.

In Italia la produzione è localizzata al Centro-Sud ed in particolare in Puglia e in Sicilia. Negli ultimi anni l’area di coltivazione si è estesa

alle zone più settentrionali, nelle quali però non sempre si ottengono produzioni qualitativamente valide. Infatti l’ambiente ottimale per

la coltivazione è caratterizzato da piovosità concentrata nel periodo invernale e da primavere ed estati calde senza pericoli di gelate tardive.

la raccolta viene fatta a inizio giugno nell’Italia meridionale e a fine giugno al Nord. Sono ancora diffuse, so-

prattutto negli ambienti difficili, le varietà di vecchia formazione, a taglia medio alta. Più recentemente sono

state introdotte al Centro-Sud nuove varietà a taglia bassa e più produttive e nel Nord varietà resistenti al freddo.

L’aumento produttivo registratosi negli ultimi anni è in gran parte dovuto al lavoro di miglioramento gene-

tico, iniziato già ai primi del novecento. utilizzando la tecnica dell’incrocio, sono state create delle varietà

più produttive, di taglia bassa, resistenti all’allettamento, precoci e in grado di sfuggire agli attacchi tardivi

della ruggine (una pericolosa malattia fungina).

Ciclo colturaleNel nostro Paese il frumento viene seminato generalmente in autunno. Si può così avere il raccolto prima che giungano i periodi di siccità

estiva. Inoltre il freddo dell’inverno obbliga il chicco ad un riposo forzato, che lo rende più attivo e vitale nel periodo di crescita.

Sistemato nel suo ambiente naturale, alla profondità di 2-8 centimetri, a seconda della natura del terreno, il chicco si gonfia, finché il

tegumento si spacca e dall’embrione esce, verso il basso, una minuscola radice, verso l’alto spunta la piumetta destinata a diventare la

parte aerea della pianta. All’inizio, l’embrione si nutre con le sostanze accumulate nello stesso chicco; solo più tardi, quando le radici si

saranno rinforzate, chiederà aiuto per crescere alle sostanze disciolte nel terreno e presenti nella atmosfera.

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Sul fusto principale possono spuntare alla base due o più gemme che danno vita a nuovi fusti, destinati ognuno a portare una spiga.

Questo fenomeno, per cui dall’unico chicco nascono più piantine, si dice accestimento.

Al giungere della bella stagione, la pianta innalza il fusto da 50-60 cm fino a un metro e mezzo d’altezza. Il fusto del frumento è detto

culmo; è costituito da nodi e da internodi; ogni nodo ha una foglia. Il culmo è una lunga cannuccia vuota all’interno tranne che ai nodi.

Il nodo è un ingrossamento pieno che rende più solido il culmo. Le foglie sono lanceolate, alterne e opposte, con nervature parallele.

All’estremità del culmo si formano i fiori riuniti in una infiorescenza che prende il nome di spiga.

la spiga è formata da un asse principale (rachide) in cui sono inserite le spighette; ogni spighetta porta da 1 a 9 fiori.

Il colore dei fiori è verde pallido e si confonde facilmente con quello della pianta. Ecco perché è poco visibile il periodo della fioritura,

molto breve: 20 minuti per ogni fiore e, poiché non tutti i fiori maturano nello stesso tempo, 2 o 3 giorni per un’intera pianta. Nel frumento

ogni fiore viene quasi sempre fecondato col proprio polline che cade sui pistilli per opera del vento. Avvenuta la fecondazione, la spiga si

inturgidisce e, al posto dei fiori, appaiono dei granelli, i frutti.

Il sole li disidrata e, in breve tempo, passano dal verde scuro al giallo oro. Il frutto del frumento è una cariosside, frutto secco stretta-

mente unito al seme.

varietàTra le varietà di frumento duro le più diffuse sono: Simeto, Duilio, ciccio, Arcangelo, creso, colosseo, Iride, rusticano, grazia, Svevo.

Tra le varietà di frumento tenero le più diffuse sono: mieti, Aubusson, Bologna, Isengrain, Bolero, Blasco, Serio, guadalupe, Bilancia, Pandas.

Gli obiettivi del miglioramento genetico del frumento duro nascono da due esigenze: creare varietà

agronomicamente migliori per le aree di tradizionale coltivazione e nuove varietà per poter estenderne

la coltura in altri areali.

Gli aspetti principali da affrontare nel miglioramento del frumento sono:

• resistenza all’allettamento

• precocità

• resistenza al freddo

• resistenza alle malattie

• miglioramento qualitativo.

tecnica colturaleLa coltivazione del frumento trae notevoli vantaggi dall’avvicendamento colturale. Prima del frumento sono considerate adatte le

coltivazioni di mais, barbabietola, pomodoro, patata, girasole, fava, cotone (anche il riso che lascia il terreno sgombro da infestanti)

perché il frumento è in grado di utilizzare molto bene il residuo di fertilità lasciato nel terreno.

Preparazione del terrenoI lavori preparatori hanno lo scopo di approntare il letto di semina e creare migliori condizioni di abitabilità per la coltura.

Tradizionalmente le lavorazioni preparatorie per il frumento sono:

• trinciatura dei residui della coltura precedente

• aratura, con rovesciamento completo della fetta, a 0,15-0,35 m di profondità

• affinamento superficiale con successivi passaggi di estirpatore o di erpici divario tipo.

Il tempo disponibile per eseguire la sequenza di lavorazioni necessarie per la semina del frumento in ottobre-novembre, varia con la

successione colturale, ossia con la data alla quale è raccolta la coltura precedente. Come regola generale prima si ara, meglio è. Il tempo

per le lavorazioni dunque sarà: da luglio in poi dopo colza, fava e pisello; da settembre dopo girasole e barbabietola; da ottobre dopo

mais, sorgo e tabacco.

Aratura leggeraPer il frumento la profondità più usuale di aratura in Italia è intorno a 0,15-0,30 m. Pur se resta da verificare l’applicabilità di questa

tecnica alle condizioni di terreno e di clima del nostro Paese, in molti casi si può ridurre la profondità di lavorazione senza conseguenze

negative.

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lavorazione minima («minimum tillage»)Si tratta di fare, come unica lavorazione, quella idonea a disgregare il terreno superficialmente quel tanto (5-10 cm) che basta a

far funzionare regolarmente le normali seminatrici. Questa tecnica si presta bene nel caso che il frumento segua una coltura che lascia

il terreno libero da erbacce e con poca massa di residui. Una forma particolare di lavorazione minima è quella che fa ricorso all’accop-

piamento di una seminatrice all’attrezzo di lavorazione (erpice rotante, fresatrice). Con la lavorazione minima i tempi di lavorazione e di

semina si riducono moltissimo.

non lavorazioneLa tecnica della «non lavorazione» (in inglese: no tillage, zero tillage o direct drilling) è indicata anche con il termine di «semina diretta».

La non lavorazione consiste nel seminare il cereale su un terreno al quale non è stata fatta nessuna lavorazione. Si deve disporre di una

seminatrice speciale, adeguatamente pesante e fatta in modo da fendere il terreno in corrispondenza di ogni elemento seminatore.

I residui della coltura precedente, debitamente trinciati, restano in superficie a costituire una specie di pacciamatura. Se ci sono infestanti,

si deve ricorrere a un trattamento chimico disseccante.

SeminaScelta della semente: sia dal punto di vista genetico (varietà) che agronomico (purezza, germinabilità), meglio evitare di affidarsi a una

sola varietà o di coltivarne troppe. L’epoca ottimale di semina è quella che dà il massimo di garanzia che all’arrivo dei freddi invernali le

piantine di frumento abbiano raggiunto e non superato lo stadio di 3 foglie. La semina non deve essere né troppo anticipata né troppo

ritardata.

Periodo utile per la seminaUn elemento importante in una grande azienda per organizzare il lavoro e ottimizzare l’uso dell’attrezzatura aziendale necessaria è il

periodo utile per la semina: questo può protrarsi per 20-30 giorni senza apprezzabili conseguenze sulla coltura, se non un lieve ritardo

nella fioritura e nella maturazione.

concia della sementeIl seme dovrebbe sempre essere trattato («concia») con polveri a base di fungicidi che assicurino una buona protezione dalla carie e da

altri funghi.

Distribuzione del semeLa semina è fatta a file con seminatrici e richiede una buona preparazione del terreno che non lasci zolle grosse tanto da non passare tra

gli elementi seminatori.

Distanza tra le fileLe file sono semplici, distanti da 0,14 a 0,18 m, con media intorno a 0,15 m. Le distanze maggiori sono adottate nei terreni con problemi di

struttura dei quali è difficile l’affinamento.

Profondità di seminaLa profondità di semina deve essere compresa tra 2 e 5 cm. La norma è 3-4 cm, aumentabili a 4-5 cm al massimo nel caso di terreni sciolti

e asciutti e riducibili a 2-3 cm in terreni limosi o argillosi bagnati.

Un grave errore è deporre i semi troppo in profondità: si originano piante che stentano ad emergere con ridotto accestimento e limitato

sviluppo fogliare o radicale.

concimazioneUna razionale concimazione al frumento deve basarsi sui seguenti criteri di base.

Fabbisogni - Il fabbisogno fisiologico di elementi fertilizzanti per ogni 100 kg di granella prodotta e della paglia relativa:

Azoto: 3 kg di cui: 2,5 asportati con la granella - 0,5 residuali nella paglia

Fosforo: 1,5 kg di cui: 1,1 asportati con la granella - 0,4 residuali nella paglia

Potassio: 2,5 kg di cui: 0,5 asportati con la granella - 2 residuali.

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epoca di utilizzazione

• Nella fase iniziale, dall’emergenza alla 3° foglia, la plantula si nutre delle riserve del seme

• Durante tutta la fase di accestimento le piante sono piccole e l’accrescimento è lento, cosicché l’assorbimento dei nutrienti, nei 3 mesi

di durata di questo periodo (da dicembre a febbraio), è modesto, stimabile in 1/4 della quantità complessiva

• Dall’inizio della levata (marzo) alla fioritura (maggio) la coltura assorbe i 3/4 circa della quantità complessiva

• Durante la fase di granigione l’assorbimento è limitato per il fosforo, molto limitato per l’azoto.

effetti degli elementi nutritiviPotassio - è un elemento indispensabile al metabolismo del frumento, come di qualsiasi altra specie, e se carente va apportato con la

concimazione. In Italia i terreni in maggior parte hanno una dotazione di potassio buona, tanto che la concimazione potassica incide poco

nell’incrementare le rese.

Fosforo - è un elemento indispensabile per un gran numero di reazioni e processi chimici fondamentali,

tra i quali quello di sintesi del materiale genetico nei processi di divisione cellulare e di riproduzione. Quasi

tutti i terreni del mondo sono molto poveri di questo elemento che quindi va apportato con concimazioni

minerali, che inizialmente sono abbondanti, di «arricchimento», per poi ridursi alla dose di mantenimento

una volta raggiunta la dotazione desiderata.

Gli eccessi di concimazione fosfatica e potassica non sono mai dannosi né alla coltura né all’ambiente essendo fissati dal terreno. Tuttavia,

evitare sprechi va nel senso della economia e della ecocompatibilità.

l’azoto è il principale fattore limitante per le rese: salvo i casi dove è l’acqua il fattore limite, l’azoto dà sempre

risposte spettacolari con un’efficacia che può essere stimata, per le dosi ottimali, in 10-20 kg di granella in

più per ogni kg di azoto applicato per ettaro.

gli effetti positivi dell’azoto possono così essere evidenziati:

• all’accestimento: favorisce l’emissione di radici e germogli e quindi promuove il numero di spighe per metro quadrato

• al “viraggio”: favorisce la morfogenesi delle infiorescenze, che quindi pre sentano più spighette e più fiori

• alla levata: determina il potenziale di assimilazione («source») della pianta aumentando sia la quantità di clorofilla, sia la superficie

delle foglie, sia la durata funzionale di queste

• alla fioritura: favorisce la fecondazione e riduce l’aborto degli ovuli per cui si hanno più cariossidi per spiga

• durante la granigione: migliora il tenore proteico e le caratteristiche merceologiche della granella. Sul peso medio delle cariossidi

l’azione è variabile: se le condizioni climatiche durante la granigione sono favorevoli e l’acqua non è fattore limitante, l’azoto fa aumentare

il peso medio dei semi; se invece l’acqua scarseggia, questo carattere può non aumentare o addirittura diminuire. Inoltre l’azoto riduce

l’intensità dell’attacco di mal del piede.

Mentre nel caso di fosforo e potassio gli eccessi non sono dannosi, l’azoto può dar luogo a inconvenienti anche gravi.

• Allettamento. Con abbondanza di azoto gli internodi del culmo sono poco lignificati e molto acquosi, gli steli sono più fitti e più alti: come

risultato si ha una pericolosa facilità di allettamento.

• Maggiore incidenza delle malattie fogliari. Il rigoglio vegetativo e la fittezza della vegetazione promossi dall’azoto creano un ambiente

umido e poco aerato che predispone a intensificati attacchi delle crittogame fogliari.

• Maggiori esigenze idriche. Piante ben concimate con l’azoto sono più fitte, più fogliose e, quindi, traspirano più acqua.

In climi aridi e in terreni a bassa capacità idrica la fittezza e la concimazione del frumento dovranno essere regolate tenendo conto di

questo elemento: infatti in stagioni e terreni secchi, in seguito a forti concimazioni azotate si può riscontrare un certo abbassamento del

peso medio delle cariossidi.

Cure colturalirullatura - Se al momento della semina il terreno fosse asciutto e molto soffice (cosa che nel clima italiano non accade molto spesso)

una rullatura pesante potrebbe favorire nascite più pronte e regolari, facendo aderire meglio il terreno al seme e favorendo la risalita

d’acqua per capillarità.

SFIDA FoSForo

SFIDA Azoto

PPhosphorus

30.973762

15

NNitrogen

14.0067

7

Il Frumento 6/10

Molto più frequente è il caso che i terreni argilloso-calcarei sotto l’azione ripetuta del gelo e del disgelo

acquistino una struttura estremamente soffice in superficie, il che nel caso di inverni poco piovosi ostacola

lo sviluppo delle radici avventizie con conseguenze negative di una certa gravità. In queste condizioni, una

rullatura in inverno delle colture in fase di accestimento con un rullo pesante che accosti alle radici il terreno

sollevato dal gelo, risulta spesso utilissima.

Irrigazione

L’irrigazione del frumento è in Italia eccezionale, limitata a certe zone del Piemonte e della Lombardia caratterizzate da terreni perme-

abilissimi («terre ladine»). In alcune plaghe della Terra l’irrigazione è pratica ordinaria: può aiutare la coltura a nascere, in autunno o, più

spesso, a favorire le fasi di fioritura e granigione.

Se si disponesse di impianti efficienti di irrigazione a pioggia e di acqua a buon mercato, l’irrigazione potrebbe essere utilissima in molte

zone dell’Italia meridionale, in certe annate particolarmente asciutte.

trattamenti anticrittogamici Una tecnica per difendere varietà poco resistenti dagli attacchi di malattie fogliari (oidio, ruggini, septoria, ecc.) è quella di irrorare

le coltivazioni con anticrittogamici specifici. Per ridurre il ricorso a trattamenti si possono scegliere varietà tolleranti o resistenti.

controllo delle erbe infestanti La sarchiatura meccanica è impossibile, pertanto fino a pochi decenni fa la lotta contro le erbe infestanti

era fatta unicamente a mano con scerbature e sarchiature che richiedevano parecchie ore di lavoro

manuale per ettaro. oggi il controllo delle malerbe nel frumento si può fare in maniera efficace ed affi-

dabile solo con il diserbo. Ciò non significa che si possano trascurare tutti i mezzi indiretti idonei a ridurre

la gravità delle infestazioni, come rotazione colturale, lavorazioni appropriate, impiego di semente di qualità, ecc..

Ma per un’adeguata lotta diretta è quasi sempre indispensabile per ridurre il danno che le erbe infestanti

provocano alla produzione del frumento, danno stimato sul 25% come media, ancor maggiore in certi casi.

Le basi conoscitive necessarie per ben diserbare sono le seguenti:

• la conoscenza delle specie che si trovano ad infestare il frumento

• la conoscenza del potere competitivo di ognuna per potere stimare la «soglia» che giustifica l’intervento

(non per tutte le specie infestanti tali soglie si conoscono con precisione)

• la capacità di identificare le specie allo stadio di plantula.

Il diserbo del frumento può essere fatto:• pre-semina (prima di effettuare la semina del frumento)

• pre-emergenza (dopo la semina, ma prima della nascita del frumento)

• post-emergenza precoce (immediatamente diopo la semina del frumento)

• post-emergenza tardiva (durante la crescita del frumento).

RaccoltaLa granella del frumento cessa di svilupparsi e di aumentare il suo peso secco al termine della maturazione gialla, o maturazione fisio-

logica, quando dalla pianta è scomparsa del tutto la clorofilla (salvo che in corrispondenza dell’ultimo nodo) la cariosside è leggermente

attaccabile dall’unghia ma si spezza solo utilizzando i denti, e il suo contenuto d’acqua è del 30% circa. é da questo momento in poi che

è possibile iniziare la raccolta.

la raccolta, o mietitura consiste nel tagliare con una macchina (mietitrice) gli steli del frumento a cui segue la trebbiatura, ovvero

l’operazione che si esegue per la separazione delle cariossidi del cereale dagli involucri che le racchiudono dalla paglia e dai rachidi delle

spighe. In passato la trebbiatura veniva fatta a mano, poi c’è stata l’introduzione delle trebbiatrici per poi lasciare spazio alle moderne

mietitrebbiatrici.

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Il Frumento 7/10

Avversità e parassiti

Avversità meteoriche - Allettamento

Piogge violente accompagnate dal vento possono provocare l’allettamento, cioè il coricamento dei culmi

che si piegano alla base prostrandosi a terra. È evidente che l’allettamento può succedere solo dopo che la

levata della coltura è avviata.

Il danno che l’allettamento provoca è di natura e gravità diversa: in prossimità della raccolta, quando la

fase di riempimento è conclusa, il danno consiste solo in qualche difficoltà nella raccolta; a levata iniziata da

poco il danno è limitato poiché i culmi allettati si raddrizzano in quanto incurvano i loro internodi e ripren-

dono l’assetto eretto; è quando l’allettamento si verifica verso la fine della levata, quando i culmi non hanno

più la capacità di raddrizzarsi, che il danno è massimo. Infatti l’anomalo assetto della vegetazione pregiu-

dica gravemente l’assimilazione della coltura: la piegatura dei culmi ostacola la salita della linfa greggia; le

foglie anziché essere protese a ricevere la luce, vengono a trovarsi prostrate a terra in un ammasso dove la

luce non entra, l’aria circola male, le malattie fogliari trovano condizioni favorevoli per attaccare. Il risultato

è che il processo di assimilazione fotosintetica è compromesso nelle fasi cruciali di fioritura e/o granigione,

sempre con produzione di granella scarsa e di pessima qualità.

L’altezza dei culmi è una caratteristica prevalentemente varietale, ma sulla quale influisce anche il livello di concimazione. La robustezza

dei culmi dipende prevalentemente dalle condizioni di concimazione. L’elasticità dei culmi dipende prevalentemente dalle condizioni di

coltivazione: semine troppo fitte e squilibri o eccessi di concimazione azotata predispongono le colture ad allettarsi perché per la forte

competizione reciproca i culmi durante la levata restano sottili e deboli, specialmente gli internodi più bassi.

L’allettamento è anche la conseguenza dell’attacco di un fungo (mal del piede prodotto da Cercosporella)

che rende fragile la paglia nella parte basale dei culmi di frumento.

L’allettamento è il principale fattore determinante il limite di produttività dei cereali “a paglia” (tipo

frumento). Lo straordinario aumento del livello produttivo delle varietà ottenute negli ultimi cinquanta

anni è il risultato dei progressi del miglioramento genetico combinati con i progressi della tecnica coltu-

rale. i genetisti hanno selezionato varietà più resistenti all’allettamento che hanno consentito di modifi-

care la tecnica colturale, intensificando la concimazione azotata e di conseguenza le produzioni unitarie.

inoltre esistono composti chimici in grado di regolare l’altezza massimizzando le produzioni del frumento.

grandineLa grandine arreca danni particolarmente sensibili se cade alla spigatura e alla maturazione.

Parassiti vegetaliNumerose sono le malattie funginee che possono attaccare il frumento nei suoi vari organi, dalle radici alla

spiga, da soli o in associazione, in tempi diversi o contemporaneamente.

mal del piedePer mal del piede si intende un quadro patologico che si manifesta sulla parte basale del culmo del frumento e sulle radici e che è provo-

cato da diversi possibili agenti patogeni.

I più noti sono:

• Ophiobolus graminis, molto frequente in Italia nelle zone di coltivazione del frumento tenero e solo eccezionalmente in quelle

del frumento duro

• Cercosporella herpotricoides i cui attacchi rendono fragile la paglia e quindi provocano allettamenti a tappeto; è molto frequente

e temuta nelle zone cerealicole fresche e umide del centro-nord d’Europa, mentre in Italia si riscontra solo nelle annate eccezio-

nalmente piovose

• Funghi del genenere Fusarium (F. nivale, F. culmorum, F. graminearum), sono i più importanti e diffusi agenti del mal del piede sia nell’Italia

centro-settentrionale sul frumento tenero sia in quella meridionale sul frumento duro. Il sintomo più evidente è l’imbrunimento della parte

basale dei culmi accompagnato da alterazioni delle radici. In conseguenza di ciò si ha arresto dello sviluppo dei culmi di accestimento.

Il Frumento 8/10

Il mal del piede viene favorito dai seguenti fattori:

• ristagni d’acqua

• semine troppo anticipate

• cattivo stato nutrizionale: una buona concimazione azotata è un potente mezzo di prevenzione

• un cereale come coltura precedente al frumento: il più importante effetto negativo del ringrano, ossia della monosuccessione di

frumento, è l’intensificazione degli attacchi di mal del piede

• presenza della paglia in superficie.

rugginiIl sintomo caratteristico è costituito da pustole di diverso colore. Tre ruggini principalmente attaccano il frumento:

• La ruggine gialla (Puccinia glumarum o striiformis) che forma pustole piccole, arrotondate, gialle, allineate

tra le nervature delle foglie e sulle spighe; essendo la meno termofila gli attacchi possono verificarsi anche

assai presto in primavera, provocando danni molto seri in certe annate sulle varietà sensibili

• La ruggine nera (Puccinia graminis varietà tritici): è la più termofila, che attacca tardivamente le guaine e

i culmi del frumento formandovi pustole allungate, bruno-nerastre e provocando la “stretta” nelle varietà

molto tardive (mentre le attuali varietà precoci le sfuggono)

• La ruggine bruna (Puccinia recondita o triticina) che provoca pustole giallo-rossastre sparse sulle due

facce delle foglie, ha esigenze termiche intermedie tra le precedenti e provoca attacchi sporadici ma gravi.

La diffusione delle ruggini è favorita dal rigoglio vegetativo e dal decorso climatico caldo e umido; perciò

sono particolarmente temibili nei terreni vallivi, umidi, nei climi nebbiosi, sui frumenti tardivi o su quelli

concimati con eccesso di azoto. La scelta di varietà tolleranti resta il mezzo più efficace per evitare i danni

da ruggine; per la ruggine bruna e nera un tipo di resistenza efficiente si è dimostrato la precocità che

consente di sfuggire agli attacchi.

oidiol’oidio o mal bianco (erisiphe graminis varietà tritici) colpisce foglie, steli e spighe formando una lanugine super-

ficiale, prima bianca poi grigiastra disseminata di punti neri. Questa malattia si sviluppa in particolare in colture

molto fitte e rigogliose e quando il cielo è coperto. Forti attacchi riducono la capacità di assimilazione del fogliame.

SeptoriosiLe septoriosi sono provocate da Septoria tritici e Septoria nodorum. La prima si sviluppa sulle foglie di

frumento durante gli inverni miti, provocando macchie bruno chiare a forma di losanga che finiscono per

confluire fino a disseccare le foglie. La seconda attacca anche i nodi del culmo, che diventano molli, poi le

spighe che diventano grigiastre per il disseccamento delle glume. Le septoriosi, in caso di semente contami-

nata, provocano il marciume delle piantine in germinazione

carieLa carie (tilletia tritici e tilletia laevis) sono altri parassiti fungini che trasformano i chicchi del frumento

in granelli ovoidali tozzi, grigio-bruni, pieni di una polvere scura dall’odore di pesce fradicio. Effettuare la

concia del seme è il rimedio più efficace.

carboneAssai meno pericoloso della carie è il carbone (ustilago tritici), che appare alla spigatura. Le giovani spighe

si presentano prive di spighette e ricoperte di una polvere bruno-scura.

La concia del seme con i fungicidi sistemici oggi disponibili è il rimedio migliore.

Fusariosi della spigaSpighette o spighe intere appaiono svuotate e di colore panna con in genere sfumature rosa. In caso di forti attacchi si forma un micelio

rosa pallido fra le spighette. Questa malattia è causata da diverse specie e l’intensità degli attacchi dipende dalle condizioni atmosferiche

durante la fioritura. Oltre alla perdita di produzione, si genera una micotossina chiamata DON.

SFIDA ruggInI

SFIDA SePtorIoSI

SFIDA oIDIo

SFIDA cArIe

SFIDA cArBone

SoluzIoneruggInI

SoluzIoneconcIA Del Seme

Il Frumento 9/10

InsettiGli insetti che attaccano la pianta di frumento non provocano, di solito, danni diffusi, e in genere non richiedono interventi appositi

durante la vegetazione. Il seme appena affidato al terreno può essere preda di topi, delle arvicole, dei passeri e di altri uccelli.

La base dei culmi può venire minata dalle larve degli elateridi (Agriotes lineatus, A. obscurus, A. pilosus).

Le larve della mosca del frumento (Clorops taeniopa, Oscinella frit) possono provocare danni sensibili scavando gallerie nello stelo.

Sulle spighe, all’epoca della fioritura, si possono trovare colonie di afidi (Sitobium avenae, S. granaria). Sempre sulle spighe, in talune zone

cerealicole si possono verificare attacchi massicci di cimici delle piante (Aelia rostrata) che danneggiano il raccolto con le loro punture

alle spighe e alle cariossidi. Solo dopo attenta valutazione della gravità degli attacchi e dell’entità del danno atteso (“soglie d’intervento”)

si dovrà decidere se intervenire.

La granella immagazzinata è soggetta agli attacchi delle tignole e del punteruolo. La larva della tignola vera (Sitotroga cerealella)

penetra nel chicco nutrendosi del suo contenuto amidaceo e può produrre danni ingenti. Invece la larva della falsa tignola (Tinea granella)

riunisce con fili sericei più granelli e se ne ciba. Quando l’attacco è intenso, alla superficie dei mucchi si forma un feltro di cariossidi

collegate tra loro. La femmina del punteruolo (Calandra spp.) depone un uovo per cariosside; la larva si nutre rodendo l’interno del chicco.

Protagonisti oggi dell’Agricoltura di domani

Il Frumento 10/10

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