Il Fino n. 52

24
Il Fino Periodico di attualità, cultura, sport e approfondimento sulla Valle del Fino Anno 12º N. 52 Luglio 2011 ViVere per ascoltarla… Voci, racconti e testimonianze dei protagonisti della storia locale Copia gratuita

description

Periodico Il Fino

Transcript of Il Fino n. 52

Page 1: Il Fino n. 52

Il FinoPeriodico di attualità, cultura, sport e approfondimento sulla Valle del Fino

Anno 12º N. 52 Luglio 2011

ViVere per ascoltarla… Voci, racconti e testimonianze dei protagonisti della storia locale

C o p i a g r a t u i t a

Page 2: Il Fino n. 52

2Luglio 2011

e d i t o r i a l eÈ traendo ispirazione dal noto romanzo di Gabriel Garcia Màrquez: “Vivere per raccontarla” che è nato il titolo di que-sto numero. Uno speciale dedicato all’Unità d’Italia con lo sguardo rivolto alla nostra storia, la storia locale, vissuta dai nostri nonni che rischia di andare perduta. Di non lasciare segni se quelle voci non vengono ascoltate e registrate. Le voci di coloro che avrebbero tanto da raccontare e poche persone disposte a sentire. Nella vallata del Fino, sono tan-tissime le persone che hanno vissuto la seconda guerra mondiale da soldati. C’è chi porta quei segni nel corpo con amputazioni, chi con cicatrici, ma tutti sono accomunati dai segni lasciati nell’anima. Gli anziani rappresentano un pa-trimonio ricchissimo per la nostra storia. Solo di recente la storiografia ha iniziato a dare peso alle storie private usando come fonti le lettere, le cartoline, i biglietti, foto e filmati famigliari. Ognuno di noi è parte della storia e ne testimonia il passaggio.Nella prima parte di questo numero troverete quindi i rac-conti degli anziani della vallata, una selezione delle tantis-sime voci che meritano di essere ascoltate, che vogliono essere ascoltate. A questa parte monografica fa seguito quella dell’attualità. Politica, spettacoli, cronaca, sport e avvenimenti vari che hanno caratterizzato la vallata negli ultimi tre mesi. Da que-sto numero IlFino fa un salto in avanti. D’ora in poi si parlerà anche di Elice. Un paese bagnato dallo stesso fiume pur facente parte di una diversa provincia. Ringrazio i ragazzi dell’associazione Elicethnos per la proposta e per la voglia di fare. Buona lettura e buona estate!

Evelina Frisa

Sommario ViVere per ascoltarla: 3 castiglione al tempo dei tedeschi di Corinna Di Donato4 i reduci dell’ana Valfino si raccontano di Angelo Panzone e Franco Cretarola6 Quando la guerra entra in casa di Evelina Frisa 7 da calzolaio a soldato di Alfredo Granelli (Graal) 8 ricordi della ii guerra mondiale di Ernesto Di Nicola 9 pagine di storia dal libro di Lido Panzone

10 la condotta medica di bisenti di Bruno Parruti

12 attualità - problema rifiuti di AA.VV.

14 interVista al sindaco di castilenti e minoranze di Evelina Frisa16 attualità, opinioni, cultura, eVenti di AA.VV.

22 breVi

23 sport di Emiliano Di Rocco

Direttore responsabile:Evelina [email protected]

reDazione: Ottavia Crudeli Walter D’AgostinoRoberto D’Intino Corinna Di DonatoBenedetta Di Giacobbe Carina Di Marco Erica Di Muzio Emiliano Di Rocco Francesca GaspariCarlo Giannascoli Alfredo Granelli (Graal)Viviana Grossi

Antonio LucciFilippo LucciRachele Lucci Luca MingioneAngelo PanzoneValentina ProcopioMaria Pia Serra

opinionisti, scrittori, poeti:Francesco Barillaro Maurizio De Flaviis Antonio Di MicheleErnesto Di NicolaTiziano Di Rocco Pierluigi Di SabatinoEwa Dziejuch Enrico Gambacorta

Giorgio GianniniElia Isotti Italo PantaleoneBruno Parruti

Foto:Antonio Angelozzi (pp. 1-6) Rossano BuffalmanoEmiliano Di Rocco (pp. 4-5-12-13-20)Evelina Frisa Rocco Oronzo (pp. 3-22)stampa: EditPress 0861/230092

eDitore: Ass.ne Culturale Valle del FinoVia Vorghe Castiglione M. R.

Per inviare articoli, lettere, auguri e [email protected]

Per la vostra pubblicità sul giornale contattare associazione culturale Valle del Fino 3292719058

Gli articoli sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo nè la Redazione nè l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche parziale, sia degli articoli che delle foto.

Il Fino Periodico di attualità, cultura, sport e approfondimento

Anno XII numero 52 - Luglio 2011Registro stampa Tribunale di Teramo N. 05 del 2003. Fondato da Filippo Lucci nel 2000 sotto la guida di Vincenzo Angelico

Page 3: Il Fino n. 52

3 Luglio 2011

E’ un caldo sabato pomeriggio. Come ogni settimana vado, per chiacchierare del più e del meno, dai miei prozii pater-ni: Elisa, 78 anni, e Luigi (detto Gino), 83 anni. Coppia di ferro (sono sposati da oltre 50 anni), sono entrambi un mirabile esempio della forza e della generosità dei contadini abruzzesi. I ricordi della guer-ra sono ancora vivi nella loro memoria: “Durante la guerra - raccontano - la vita era molto dura. A Casti-glione i tedeschi si erano stabi-liti nell’edificio che ospitava la scuola elementare e, nonostante venissero mantenuti dallo Stato, uscivano per il paese e per le campagne a cercare da mangiare per loro e per i loro cavalli. Non importava che non sapessero la nostra lingua: si facevano capire con i gesti e, se necessario, con le armi. Alle razzie tedesche si univano quelle italiane: i fascisti infatti pretendevano dai contadini olio, grano, vitelli e maiali”.“Mio padre – dice Elisa - come altri con-tadini, cercava di nascondere quanta più roba possibile, ma non sempre gli riusci-va: una volta i fascisti, accortisi che ave-va riposto alcune cose da mangiare in una grotta sotto la Chiesa di S.Donato, volle-ro umiliarlo rendendo noto ciò che aveva fatto. Infatti lo costrinsero a tirare fuori ciò che aveva nascosto proprio mentre le persone uscivano dalla Chiesa dopo la messa della domenica. Per la gente di paese procurarsi il cibo era molto più difficile, dato che dovevano comprarlo: la vendita dei generi di prima necessità

avveniva infatti solo tramite tessera, che consentiva a ognuno di comprare solo quantità ben definite di cibo, in base al numero delle bocche da sfamare, quan-tità in genere insufficiente per i fabbiso-gni di una famiglia. Negli ultimi anni di guerra alle requisizioni di cibo si unirono quelle di rame, ferro (allo scopo di pro-durre armi) e persino delle fedi nuziali.

Periodicamente avvenivano poi i rastrel-lamenti: le persone venivano sequestrate e mandate a lavorare lontano dal paese, nelle fabbriche di materiale bellico”. “Anch’io - dice Gino - ho rischiato di es-sere preso, ma sono riuscito a scappare. Un giorno invece mi presero i tedeschi e, con il fucile, mi costrinsero a caricare delle pietre che servivano per costruire un sottopassaggio al fiume Pretonico. Verso mezzogiorno feci capire loro che dovevo andare ad accudire le vacche e mi lasciarono andare. Anche in questo caso sono stato fortunato: arrivato a casa sentii infatti dei colpi di pistola, e venni poi a sapere che delle persone erano state prese e mandate a vendere le vacche ad

Ascoli”. “Alle prepotenze tedesche e fasciste - continua Elisa - si univa per le donne la durezza della vita quotidiana: mancava-no infatti acqua corrente, luce e gas. I panni si lavavano a mano, in una tinoz-za di legno e con il sapone fatto in casa. La cucina avveniva esclusivamente sul fuoco, con pentole di rame e di terracot-

ta. L’acqua bisognava andarla a prendere nei pozzi, e non era facile trasportare secchi colmi tutti i giorni. Persino i vestiti erano fatti a mano, con la tela o con delle semplici lenzuola cu-cite, mentre come scarpe erano usati degli zoccoli di legno con una fascia di stoffa sopra. Il 13 giugno 1945 i tedeschi fuggiro-no da Castiglione: bruciarono l’edificio in cui stavano, e alcuni paesani sfidarono le fiamme per

riuscire a prendere qualche oggetto da loro lasciato (vestiti, materassi, ecc.). Per ostacolare il passaggio degli alleati, di-strussero i ponti del Fino e del Petronico facendoli saltare in aria.”.

Castiglione al tempo dei tedesChi i ricordi di elisa e gino

di Corinna Di Donato

Vivere per ascoltarla…

Scuola bombardata - disegno di Pia Mingione.

Scuola di Castiglione M.R. prima dei bombardamenti - Foto Oronzo

Ponte distrutto - disegno di Pia Mingione.

3 Luglio 2011

Page 4: Il Fino n. 52

4Luglio 2011

Con l’occasione dei festeggiamenti del 150° anniversario dell’unità d’Italia, il Gruppo ANA Valfino, ha organizzato, in col-laborazione con l’Amministrazione Comunale di Bisenti, diversi eventi nelle date del 17 marzo, 25 aprile e 2 giugno con sfilate e omaggi floreali al monumento dei Caduti, con la proiezione del documentario: Gli eroi del Gran Sasso e con un convegno sul tema La Carboneria nella Valle del Fino. In ognuna di queste occasioni, l’ANA Valfino ha reso onore ai reduci di guerra iscritti al proprio Gruppo in quanto, per ce-lebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, il modo migliore è quello di raccontare la storia della Nazione ricordando, non soltanto i momenti più belli della nostra Patria, ma anche le vicende più drammatiche. Uno dei periodi maggiormente dolorosi attraversati dall’Italia è sicuramente quello delle diverse campagne di guerra, in particolare quella di Russia, che procurarono alla nostra Nazione grandi soffe-renze e sacrifici. Attualmente i reduci di guerra iscritti al Gruppo ANA di Bisenti sono gli alpini tonino malascor-ta, giustino d’orazio, alfredo di pasquale, orlando campestre e armando di clemente, nonché il fante antonio scannella. Ognuno di loro è un libro aper-to: le storie che raccontano sono delle significative testimonianze del passato, ci aiutano a ricostruire e a ricordare gli eventi che hanno contribuito a far crescere la nostra

cara Italia. tonino malascorta e alfredo di pasquale furono entrambi inviati sul fronte russo e combatterono in prima linea nella gelida steppa del fiume Don.

tonino è un po’ re-stio a raccontare quei tremendi giorni, perché porta ancora oggi i segni di quell’esperienza, ma quando gli vengono ri-volte delle domande, con gli occhi lucidi, inizia a narrare i fatti con impres-sionante lucidità: “Partii il 17 gennaio con desti-nazione Sulmona e dopo alcuni giorni fui mandato a Tolmino, vicino Gorizia, per le esercitazioni in pre-parazione della missione militare in Russia. Fino ai confini della Russia, ci

spostammo in treno su delle carrozze normalmente usate per il trasporto degli animali. Da quel punto in poi, invece, dovemmo proseguire a piedi per-ché i binari erano di un’altra misura: in quel momento iniziarono le prime sofferenze perché il freddo era davvero molto pungente. Dopo alcuni giorni, quasi tutti noi soldati, iniziammo ad av-vertire i primi sintomi di congelamento e più passava il tempo e più le cose peggioravano perché il gelo si faceva sempre più penetrante. Quando il nemico ci accerchiò dovemmo iniziare la ritirata, ma le forze erano sempre di meno perché l’assideramento non ci permetteva più di camminare. Infatti, io fui ricoverato all’ospe-dale da campo dove mi prestarono delle cure di emergenza e poi, siccome le condizioni fisiche non erano buone, fui trasferito in Italia, all’ospedale di Falconara dove mi furono amputati i piedi. Dopo tutte queste sofferenze, riuscii a tornare dalla mia famiglia

i reduCi dell’ana valfino si raCContano di Angelo Panzone e Franco Cretarola

Vivere per ascoltarla…

Montenero d’Idrio: militari del Battaglione Alpini L’Aquila si addestrano per la Russia. Tra loro alcuni bisentini: Gino Gruni (primo della fila), Giustino Profeta (quarto), il Caporale Giustino D’Orazio (fuori fila).

I reduci Alfredo Di Pasquale e Antonio Malascorta durante il convegno.

Soldati in Russia - disegno di Pia Mingione.

2 giugno - l’alza bandiera a Bisenti.

4Luglio 2011

Page 5: Il Fino n. 52

5 Luglio 2011

e, nonostante questi tristi ricordi, oggi sono felice perché ho ap-pena compiuto novant’anni e sono orgoglioso di essere sempre onorato dal gruppo degli alpini”. Anche alfredo di pasquale ha partecipato alla campagna di Russia, ma a differenza di Tonino, non ha molte difficoltà ad aprirsi e a raccontare quelle drammatiche vicende: “Partii mi-litare insieme a Tonino e, come lui, anche io ancora oggi ho i segni del freddo sofferto in Russia. Anche io fui ricoverato per assideramento all’ospedale di Pesci dove i dottori mi tagliarono i piedi a vivo con una seghetta da fabbro. All’ospedale ricevemmo la visita di Mussolini che personalmente mi appese la medaglia al petto. Di quei giorni, oltre al dolore per il grande freddo, visto che scarseggiavano le provviste alimentari, mi ricordo anche la soffe-renza per la fame che ci aveva tolto tutte le forze. Un giorno stavo di turno in cucina e di nascosto riuscii a prendere una cipolla per sfamarmi un po’. Mi appartai dietro un cespuglio per mangiar-mela senza farmi scoprire dai superiori;

ma dopo mezzora mi pentii di averlo fatto, non perché avevo lo scrupolo di aver sottratto del cibo a un mio compagno, ma perché la cipolla mi mise un terribile mal di pancia che mi portai per alcuni giorni. Io penso che sono uscito vivo da quell’inferno di ghiaccio grazie alla protezione di San Gabriele che io pre-gavo sempre tirando fuori dalla mia tasca una sua im-maginetta.”Completamente diverse sono le vicende vissute da orlando campestre che a proposito della sua espe-rienza racconta: “Anche io fui destinato al fronte Russo, ma dopo alcuni giorni di avanzata caddi prigioniero nelle mani del nemico che mi portò

in Pakistan dove, a differenza di altri miei compagni, soffrii per il caldo e la sete. Come prigioniero, non ero informato degli sviluppi della guerra e così fui tenuto in Pakistan fino al 1945. Una volta libe-rato tornai in Italia tra tante difficoltà e riuscii dopo alcuni anni a sposarmi e a farmi una famiglia.” giustino d’orazio invece, iniziò le sue sofferenze prima ancora di giungere al fronte in quanto fu ferito durante un’eser-citazione: “A Bisenti i giovani arruolati per la guerra erano dav-vero tanti: infatti quel 17 gennaio del 1942 l’Istituto Naziona-le Trasporti fu costretto a triplicare le corse delle autocorriere per Teramo dove si prendeva il treno per Sulmona. Quasi tutti i ragazzi che viaggiavano con me eravano incuriositi perché non avevano mai visto un treno e nemmeno il mare. Quando arrivam-mo a Tolmino fummo destinati alle caserme per le esercitazioni

e durante una di queste fui ferito a una gamba e quin-di ricoverato e mandato in convalescenza a casa. Terminata la convalescen-za tornai in caserma e non trovai più i miei compagni che erano partiti per la Russia e i superiori mi as-segnarono alle truppe per l’invasione della Francia. Al rientro da questa spe-dizione fui chiamato per una mansione molto deli-cata come portaordini dei servizi segreti dell’esercito con incarichi speciali. Più di una volta ho ri-schiato la vita. Un giorno fui avvicinato da una bella donna che iniziò a corteggiarmi, ma grazie alla mia esperienza mi accorsi subito che si trattava di una spia slava e la feci arre-stare dal picchetto armato. Anche io sono fiero di essere stato un alpino anche perché la mia famiglia ha sicuramente contribuito per la Patria visto che in quegli anni con me anche altri tre miei fratelli erano sotto le armi.” armando di clemente è il più giovane dei reduci iscritti al Gruppo Alpini di Bisenti e quindi, a differenza degli altri, non ha vissuto la campagna di Russia, ma comunque ha partecipato alle ultime operazioni della Seconda Guerra Mondiale: “Io sono della classe 1924 e quando sono stato arruolato nella caserma Val Pe-scara di Sulmona eravamo schierati come contraerea e abbiamo subito i bombardamenti del nemico. Ancora oggi quando ripenso alla paura di quei giorni mi vengono i brividi e ringrazio gli ami-ci alpini di darmi ogni volta la possibilità di raccontare i sacrifici che abbiamo fatto per la nostra Patria.”

Tra gli iscritti al Gruppo ANA Valfino c’è anche antonio sciannella, un reduce che anche se non fu arruolato tra gli alpini, ugualmente diede il suo contributo alla Nazione partecipando a delle operazioni militari in India.

i reduCi dell’ana valfino si raCContano di Angelo Panzone e Franco Cretarola

Vivere per ascoltarla…

I fratelli Giustino, Michele, Domenico e Mas-simo D’Orazio combatterono tutti la II Guer-ra Mondiale.

Un momento del convegno.

Lettera dal fronte del 29-11-1940

5 Luglio 2011

Page 6: Il Fino n. 52

6Luglio 2011

“Da dove devo cominciare?” Con questa domanda inizia il lungo racconto di Antonio. Ha tanto da dire, tanta vo-glia di ricordare, provare a dare dettagli, a trasformare in parole i pensieri. I tanti flash di vita vissuta, ricordi di guerra, di vita privata, di famiglia sono difficili da organizzare, ma la voglia di farlo è tanta. Aspettava con emozione l’inizio dell’in-tervista. Dal tavolo del giardino di casa. Antonio quando parla lo fa sempre con il sorriso sulle labbra, anche se si tratta di episodi dolorosi. Così, con il sorriso, inizia a raccontare, liberamente, i suoi pensieri. La sua mente va a agli anni della guer-ra che sono gli stessi in cui ha creato la sua famiglia. È stata la pleurite a evitar-gli il fronte. È stato nell’esercito solo sei mesi, dal 17 gennaio del 1942. Di quei giorni, che ha vissuto a Trieste, racconta la sua prima e unica volta in cui ha usato il fucile per sparare, la volta in cui era sta-to incaricato di stare di sentinella: “Cre-devo fosse un uomo - dice sorridendo - ne ero sicuro. Vedevo le ombre apparire e scomparire. Ho sparato per difendermi, poi, invece, ho capito che erano solo dei tralicci mossi dall’aria”. La guerra poi l’ha vissuta da casa. I ricordi ci portano quindi a Castilenti e si mescolano alla sua vita famigliare. Alla sua storia d’amore con Assuntina, la sua compagna di vita da più di sessant’anni, una storia iniziata nel 1944 quando l’as-senza di mezzi di trasporto rendeva com-plicato vedersi. Lei era di San Giorgio e dopo il matrimonio hanno vissuto a Ca-

stilenti. Nella casa in cui vivono anco-ra adesso. Una casa che non hanno potuto abita-re da subito. I tede-schi la scelsero per dormire per quasi un mese e Antonio e Assuntina si sono dovuti adattare a un piccolo magazzi-no nelle vicinanze. “Hanno usato la

casa come padroni. Hanno portato i ma-terassi e quando se sono andati non ce li hanno neanche lasciati”. Inizia a fare fresco e de-cide di continuare il suo rac-conto in casa. Di fronte al camino. Lo stesso nel quale i tedeschi lasciarono – solo per una dimenticanza – un coscio di vitello. “Per sta-re sicuri - racconta - lo fa-cemmo assaggiare al gatto, non si sentì male e allora lo mangiammo tutti. Era buo-no. Era davvero buono”. Nella mente di Antonio si affollano altri episodi, racconta di quando dei sol-dati vennero a prendere i suoi genitori, dicendo che li avrebbero portati ad Atri. Avevano un carico di lana, in realtà la destinazione era Ascoli Piceno. Giorni di preoccupazione che fortu-natamente durarono poco, i genitori tornarono a piedi da Teramo, cercando di evitare i tedeschi. Antonio si stupisce di come nel racconta-re riesca a rivivere quei momenti: “Vedi, questo lo avevo dimenticato” e sorride. La memoria continua a restituire altri epi-sodi e continua il racconto: “Nella stalla delle pecore una volta trovammo delle pallottole che avevano messo i tedeschi”. Alterna ai ricordi, delle riflessioni sul tempo che cambia, sulla società di oggi, su quello che non va. Dice, ad esempio,

che con la Lira si compravano più cose ri-spetto all’Euro e con la saggezza che solo l’esperienza sa dare, si stupisce di come oggi non si investa nelle energie naturali. “Una volta - racconta - sotto Castilenti, nel fiume Fino c’era un mulino ad acqua, un’altro stava sotto Castiglione. La forza dell’acqua bastava da sola per far girare le macine. Perché questa forza non viene usata per produrre energia elettrica? Ba-sterebbe applicare un generatore alle pa-lette e sarebbe fatta. Chissà quanta ener-gia si potrebbe produrre se si applicassero migliaia di generatori lungo il Po?” Racconta poi dei suoi figli. Ne ha avu-ti tre. Uno ha il nome di suo padre, Pa-squale, e il figlio di quest’ultimo – come

da tradizione - porta il suo nome: Anto-nio Angelozzi. Lo dice con orgoglio: “È bravo mio nipote, sa fare le foto belle e quella che ha fatto a Castilenti pure in America è arrivata. Sa pure disegnare”.Sua moglie Assuntina intanto sta a let-to e ci tiene a coinvolgerla, ha da poco compiuto 90 anni. “Noi stiamo insieme da sempre, - dice - non come le coppie di oggi che durano poco. Noi ci siamo sem-pre voluti bene”.

Quando la guerra entra in Casa 20 giorni in un magazzino

per far posto ai tedesChidi Evelina Frisa

Vivere per ascoltarla…

foto ang

elozzi

foto ang

elozzi

Sorride Antonio il giorno del compleanno di sua moglie Assun-tina Di Battista, che il 6 aprile scorso ha compiuto 90 anni. A lei e alla sua famiglia gli auguri della redazione.

Page 7: Il Fino n. 52

7 Luglio 2011

A Montefino Orlando Astolfi è un’istituzio-ne, perché, dall’alto dei suoi novant’anni suonati, è il deposita-rio di un pezzo di sto-

ria di questo piccolo paese. Fin da ragazzetto, incominciò a eserci-tare il mestiere di calzolaio, girando per le case sparse della campagna, perché negozi di scarpe non ce n’erano e la questione veni-va risolta a domicilio, con l’artigiano che la mattina presto partiva dal paese, portando a tracolla la pesante macchina da cucire e gli altri ferri del mestiere, e se ne andava di casa in casa per sbrigare il lavoro che c’era da fare. Il pagamento non era in moneta, ma in natura: 10 chili di grano per ogni testa, o meglio per ogni paio di piedi, e l’incasso avveniva in unica soluzione dopo il raccolto estivo. Scoppiata la guerra, Orlando partì per l’aeroporto di Forlì, dove c’era il C.A.R. per gli avieri dell’Aeronautica. Lì ebbe modo di incontrare Mussolini, in occasione del fune-rale del figlio del Duce, tragicamente scom-parso il 1° agosto del 1941, in un incidente aereo a Pisa. Il programma prevedeva l’arri-vo all’aeroporto di Forlì della salma, accom-pagnata da parenti e personalità e, quindi, la tumulazione a Predappio, che dista appunto pochi Km da Forlì. Racconta Orlando che, per l’arrivo del Duce, l’aeroporto venne ripulito da cima a fondo, a partire dalla torre di controllo, fino all’ultimo dei gabinetti, perché guai a non fornire un’immagine men che perfetta della proverbiale efficienza fascista!!!Da Forlì, Orlando passò poi a Brindisi e quindi all’aeroporto di Valona. Del periodo trascorso in Albania, il suo ricordo più piace-vole è che poteva fare la spesa senza bisogno della tessera annonaria, senza la quale inve-ce in Italia si digiunava. Il rapporto con i locali era ottimale. Però, dopo l’8 settembre 1943 (quando gli amici divennero nemici e i nemici diven-nero amici), gli albanesi non ci pensarono

su due volte e, nel dubbio, si diedero alla macchia, sposando (e come dargli torto?) la causa dei partigiani.Gli ex-amici tedeschi (e come dargli torto?) riservarono a Orlando il trattamento previsto per i soldati italiani, che si rifiutavano di continuare a combattere a fianco delle truppe germaniche, e lo schiaf-farono nel vagone piombato, diretto verso un campo di prigionia in Germania. Ci rimase 27 mesi, ma il suo mestiere di calzolaio gli consentì di sopravvivere me-glio di tanti altri, in quanto chi sapeva fare le scarpe era prezioso al punto, intanto da non essere considerato carne da macello e poi da godere anche di qualche piccolo privilegio in cambio di lavoretti extra, svolti per l’Herr Kapitän di turno. La libertà arrivò con l’Armata Rossa e Orlando poté finalmente intravedere la pos-sibilità di un ritorno a casa. Ritorno che durò ben 18 giorni, con il povero ex-prigioniero sballottato da una tradotta all’altra, su carri bestiame pieni fino all’inverosimile, al punto che i poveri reduci erano stipati su due li-velli, come si fa per i maiali o per le pecore. Senza una lira, vestito di stracci, affamato e naturalmente in non perfette condizioni igie-niche, Orlando arrivò alla stazione di Pineto. Lì la fortuna gli venne in aiuto, perché era venerdì, vale a dire uno dei soli tre giorni della settimana in cui passava l’autocorriera Pescara-Atri.Salirci sopra non fu facile, per-ché il bigliettaio pretendeva (e come dargli torto?) il prezzo del biglietto e poi (idem come sopra) non era molto propenso a far salire sul “suo”autobus uno così malconcio e puteolente.All’epoca le autolinee erano gestite da ditte private, che magari eserci-vano una sola relazione e avevano un unico autobus, custodito gelosamente, coccolato come un bimbo in fasce e scrupolosamente spazzolato e lucidato a fondo prima di ogni corsa. Aggiungiamo che, quasi sempre, la dit-ta era a carattere familiare, con autista e bi-gliettaio che erano gli unici titolari dell’in-trapresa e si capirà il motivo di tanto affetto verso il torpedone e di tanta ingenerosità

verso Orlando. Ma la Dea Bendata intervenne ancora e scatenò il putiferio tra i passeggeri della cor-riera, che tutti (come un sol uomo) insorsero contro il bigliettaio/padrone e fecero plebi-scito a favore di Orlando, ottenendo che lui salisse a bordo. Arrivato ad Atri, Orlando in-cassò un altro colpo di grazia, perché, c’era pronto un tizio con un calesse diretto a Villa Bozza. Naturalmente ivi giunto, Orlando trovò un altro tizio, che stava appena parten-do per Montefino, con alcuni muli, uno dei quali finì sotto quello che si era rivelato il lato più prezioso di Orlando. Figuratevi la festa quando, al termine dell’odissea, il reduce rivide il natìo paesello e figuratevi la gioia dei familiari, che privi da anni di sue notizie, si erano già rassegnati a piangerlo per morto. Entrato a casa, Orlando cadde svenuto per terra e il buon dottor Misantone, che ac-corse subito per rimetterlo in sesto, ebbe non poco a raccomandarsi con i parenti, affinché si astenessero dal rimpinzarlo di ogni ben di Dio, come pretendevano di fare. Dopo tanti anni di stenti e privazioni, morire per un’in-digestione sarebbe stato davvero troppo…

Vivere per ascoltarla…

da Calzolaio a soldato la storia di orlando

di Graal

7 Luglio 2011

Page 8: Il Fino n. 52

8Luglio 2011

L’8settembre1943l’Italiafirmaval’armistiziocongliStatiaiquali,assie-meallaGermanianazista,avevadichia-ratoguerranel1938. LaGermaniaoccupavamilitarmen-telapartedellapenisolanonancorali-beratadaglianglo-americanicheeranofermi lungo la lineaCassino-Ortona.Pertanto, la parte dell’Abruzzo sopraOrtona rimase sotto il controllo tede-sco e dei repubblichini (i fascisti cheavevano aderito alla Repubblica diSalò).Definirlo un periodo di sbanda-mentoèriduttivo.Igiovanieimilitariche avevano abbandonato le caserme doveprestavanoservizio,nonsipresentavanoaidi-strettimilitarimalgradolecartolinediprecet-to.Cominciaronoirastrellamentipercatturaregiovaniemenogiovanidausarenellezonedioperazioniodainviareneicampidiconcentra-mento.Contavoundicianniall’epocadeifattierammentomoltobenepiùdiqualcheepisodio. Il primo rastrellamento ad Appignanoavvenne il 3 dicembre 1943 verso le 9:20 evi parteciparono tedeschi delle SS e fascistirepubblichini. Per fortuna qualcuno avevanotato due camion lungo il tratto di stradachedalleMuraglie sale versoSanClemente,quindi si fece in tempo a fuggire. I tedeschieifascistirastrellaronotuttelecase.Nonmirisultanoattidiviolenzaversolapopolazione,ma caricarono sui camion quattro uomini dicui tre sposati con figli: Ariodante Recchia, Pierino De Fulvis, Eulogio Bandinieungio-vanesfollatochesichiamavaOlimpio.Quando, dopo qualche mese, fecero ritor-no raccontarono che erano stati portati inun campo di concentramento vicino CittàSant’Angelo. Pierino De Fulvis fuggì ingan-nandoiguardianifacendopenzolareunama-nicadellagiaccacomefossesenzaunbraccio.Glialtri tornaronopiù tardi,affamatiedima-griti,conglistessivestiticheindossavanoallacattura.Gliappignanesiperdifesaistituironouncorpodiguardiachetenevasottocontrollovariestrade.Isuccessivirastrellamenti infat-ti,andaronotuttiavuoto.Ricordoquando,dinotte,chieradiguardiagridava:“Allarme,ite-deschi”.Sisentivaloscalpitiodichifuggivaesulpaesecalavailsilenzio.Ilterroredisentirebussareallaporta,facevatrattenereilrespiro.Nonmirisultachesianostatieffettuatirastrel-lamentineipaesivicini.ProbabilmenteperchéadAppignanoc’eranoipartigiani. Aqueitempieravietatoairagazzisottoi18annifrequentarelecantinedoveerapossi-bilesaperequalcosa.Traipartigianinonappi-gnanesirammentocolorochesichiamavanoosifacevanochiamareAilello,TomeloslavoTito Spirocheerailcomandante.Ricordoan-

chedeifattidisangue:una“guardiafascista”sierarecataadAppignanoconuncamioncinoeunautista,perprelevarequalchequintaledigranodelConsorzioProvincialediTeramo.(Aqueitempi,perlaconsegnadelgranoall’am-masso, i contadini facevano riferimento adAppignanodovec’eraun incaricatodelCon-sorzio).LungolasalitachedaAppignanopor-taaSanClemente,ilcamioncinofubloccato,laguardiafattascendereeilcamioncinopro-seguire.Ignorosequellaguardiavenneucci-sasulpostoonellacollinadovefusepolto.Aguerra finita, i familiari, era sposato e avevafigli,recuperaronoisuoiresti. Altrogravefattodisangueriguarda l’uc-cisione di tre fascisti che avvenne lungo lastradadelleVicenne.Unodeitrecredosichia-massedonNicola.Ricordoquandolesalme,che erano state sepolte sul greto del fiumeFino,vennerorecuperate.DaAppignanosive-devabenissimoilgruppettodegliaddetti. Perevitarecheilgranovenisseprelevatonon per conto del Consorzio, ma da furbi, ipartigianicheagivanonell’appignaneselodi-stribuirono ai cittadini di Appignano, sfollaticompresi.Avvenneinpienanotte.Miopadrein quel periodo era inAfrica, quindi il granospettante alla mia famiglia (mia madre, mianonnaeduesorelle),venneportatoacasadaalcunipaesani. Eraunperiododifficile:glisfollatiavevanooccupatolepochemiserestanzelibere,molticonvivevanonellastessacasaabitatadafami-glieappignanesi,giànumerosedasole.Ricor-do lamancanzadel saleperché il fronte im-pedivaicollegamenticonilsud.RicordocheipastoridiCampo ImperatorenonpotevanoandareinPugliaelepecorevennerodistribui-tetraicontadinicheleavrebberomantenutefinoaprimavera.Ricordoquandogliaereidacacciarisalivano lavallataabassaquotapersfuggireallecontraeree.Ricordoanchequan-doadaltaquota,transitavanograndiaereidabombardamentoenoiragazzisdraiatiapanciainsuinunprato,tentavamodiabbatterlispa-randoconqualcheimprovvisatofucile. Il 12 e il 13giugno1944non li homai

dimenticati. Gli anglo-americaniavevano ripreso l’avanzata, e uncontingentemilitareaccampatonel-lo spiazzo dove oggi c’è l’edificioscolastico, il 12 giugno 1944 tolsele tendeper ripiegare versonord. Imilitarifecerobrillaredellemunizio-ni.Ioel’amicoNello Bandini,dara-gazzi incoscienti,eravamotentatidirecuperareibossolinonscoppiati.Il 12 giugno 1943 ricordo un con-flittoafuocotrapartigianietedeschinella zona del ponte di Appignano.Sembrachevi fosseanchequalche

mortotraitedeschi.Unaltroepisodiodiquel-lagiornatariguardaunasignoradiAvezzano,sfollataadAppignanocheabitavanelpalazzoPensieri,conilmaritobenestantechesichia-mavaLaGioiaeduefiglie.LasignorasierarecataaCastiglioneperqualchepratica, conunabigaaccompagnatadalcalzolaioAmerigo Bandini.Nelpomeriggio,alcunimilitaritede-schi si presentarono in paese chiedendo in-formazionisullasignoraconilcavallo.Poichéqueitedeschinonebberoleinformazionichechiedevano, passarono alleminacce. Ero sulmurettodellachiesaconaltrepersonequandoitedeschi,alzaronominacciosamentelearminellanostradirezione.Fugaprecipitosanatu-ralmenteetantapaura. NonsosequestidueepisodiavesseroachefareconlastoriacheitedeschivolevanofarsaltareilpaesepercuiavrebberopiazzatolearmilungolastradaperBisenti.Laconse-guenzadiquell’allarmefuchegliappignanesie anche gli sfollati, la sera stessa abbando-naronoilpaesesparpagliandosinellecasedicampagnadallepartidelfiume.Hotrascorsoquellanotte assiemeadaltri nella casadellagenerosa famiglia Guardiani che abitava ol-treilfiume.Lamattinadel13giugno1944siritornò ad Appignano. L’atmosfera era com-pletamentediversa.Nonpiùpaura,ma tantafelicità.Tuttigliabitantieranoperlestradeadabbracciarsi. La festa della liberazione che si univa aquella di Sant’Antonio. Quella mattina nonricordodi aver vistomilitari inglesi o ameri-cani.Ricordoinveceilcrepitiodellearmicheipartigianisparavanoinaria.Tuttiandammoavedereilpontechenonerasaltato,erasolodanneggiato tanto da impedire il passaggiodimezzi.Misembragiustoricordare,anche,che sei giovani appignanesi avevano dato lalorovitaperlaPatria.Duediloroabitavanoincampagna,glialtriquattronelcentrostorico,nelrioneCastello.Negliannisuccessivi,quasituttiiprotagonistidiquelperiodo,lasciaronoilpaeseincercadifortunaperilmondo.L’ini-ziodiun’altrastoria.

riCordi della ii guerra mondiale ad appignano e dintorni

di Ernesto Di Nicola

Vivere per ascoltarla…

8Luglio 2011

Appignano

Page 9: Il Fino n. 52

9 Luglio 2011

Vincenzo Scipione di Bisenti, in un toc-canteracconto, riferiscedicosaaccaddedurantelaIIGuerraMondialenellacontra-daScipioneecomesimanifestòinquestazonalaritorsionedeitedeschi. Quando arrivarono le prime squadre di soldati tedeschi in contrada Scipione?I tedeschi si presentarono nella nostra contrada una mattina di fine maggio, in un polverone che non aveva fine. Il loro arrivo in realtà già ce lo aspettavamo da un mo-mento all’altro ed eravamo tutti spaventati perché sapevamo che dovunque erano an-dati avevano fatto razzie e avevano anche

ucciso senza scrupoli chi si ribellava alle loro prepotenze. Per il timore di queste scorrerie, mio padre già da qualche giorno aveva deciso di nascondere la maggior parte del nostro bestiame trasferendolo in un fosso, dove a turno andavamo a fare la guardia.Come si comportavano i soldati con voi?All’inizio i tedeschi che occupavano la nostra contrada sembravano buoni: alcuni di loro infatti per dimostrarci la propria disponibilità dicevano di essere prussiani, ma altri un po’ meno sensibili tornavano a spaventarci facendoci presente che presto sarebbero arrivati i tedeschi “veri” che erano molto più cattivi di loro. In effetti, a distanza di qualche giorno dal loro arrivo, a casa di mio zio Domenico Scipione, che oggi vive negli Stati Uniti, si presentarono quattro tedeschi che, uno dopo l’altro, violentarono senza nessun ritegno mia cugina, allora appena quattordicenne, al cospetto dei genitori che terrorizzati venivano tenuti al muro sotto la minaccia di un mitra.Ricordi degli episodi relativi ad atti di prepotenza compiuti nei vostri confronti?Come dicevo prima, tutto sommato, i tedeschi che si erano stabiliti a Scipione in principio si dimostrarono abbastanza tranquilli: per esempio, a me, regalarono un bel paio di scarpe e mi “reclutarono” nelle loro fila mandandomi nei campi a falcia-re l’erba per i muli. Addirittura, mi ordinarono di mietere il grano che dalle nostre parti ad inizio del mese di giugno non è ancora maturo, anche se avevo cercato in tutti i modi di fargli cambiare idea facendogli notare che le spighe erano verdi. Però, con il passare del tempo questi soldati divennero più severi e dovemmo sottostare a diverse molestie: si impossessavano infatti di tutto ciò che avevamo da mangiare, compreso quei pochi capi di bestiame che non avevamo nascosto, e spesso entravano nelle nostre cantine dove si divertivano a sparare contro le botti per bere il vino che sgorgava dai fori dei proiettili fino a ubriacarsi. Quale fu il vero motivo che scatenò nei tedeschi questo maggiore rigore?A Scipione abitava Vincenzo Violante, un ex Carabiniere che di notte, in gran se-greto, partecipava alle azioni intraprese per la liberazione dal regime nazi-fascista, senza che i tedeschi che si erano stabiliti nelle nostre case se ne fossero accorti. Un giorno, però, Violante fu sorpreso, mentre si apprestava a partire da Scipione per compiere una missione, con un mitra e delle bombe a mano addosso e così fu rin-chiuso insieme al cugino Alberino Violante e a Gaetano Scipione, che era piuttosto anziano, in una stalla di galline. Da quel momento, Scipione fu definita “zona ribelle” e i tedeschi, divenuti molto più intolleranti, rinchiusero tutti gli abitanti della contra-da, una cinquantina di persone, in una sola casa di appena due stanze, che oggi è di mia proprietà. Da quella “prigione” potevamo uscire soltanto noi giovani per gover-nare i muli e per eseguire tutti gli altri lavori che i tedeschi ci ordinavano di svolgere, non più liberamente come prima, ma con il mitra puntato dietro la schiena.Immaginiamo che da quel momento cominciaste a temere per la vostra sorte …Lo spavento era grandissimo anche perché a Collemarmo i partigiani avevano fatto fuori due tedeschi mentre disturbavano una famiglia e quindi avevamo paura che potessero vendicarsi su di noi. Però questo non avvenne perché i tedeschi, decise-ro di rivalersi direttamente con loro infatti, il giorno dopo l’accaduto, una squadra di soldati partì verso Collemarmo dove ammazzarono altre quattro persone tra cui anche una donna incinta. Comunque, continuavamo a essere terrorizzati, perché la “legge” dei tedeschi prevedeva che dovevano essere fucilati dieci italiani per ogni tedesco ucciso e quindi temevano che, per i due soldati ammazzati a Collemarmo, tra noi fossero state scelte venti persone da giustiziare. E infatti, il comandante tedesco ci annunciò che intanto, per iniziare, dieci italiani li avrebbe voluti uccidere subito e quindi, tenendo conto delle sette persone che avevano ammazzato a Col-lemarmo, avrebbero fucilato i tre prigionieri di Scipione che erano detenuti nella mia stalletta delle galline.Pertanto i tre prigionieri, ovvero Vicenzo Violante, Alberino Violante e Gaetano Scipione, furono trucidati?Stranamente, i tre prigionieri destinati alla fucilazione furono portati a Bisenti dove i tedeschi avevano il Comando Generale di Zona. A Bisenti addirittura i tre prigionieri furono lasciati senza vigilanza: avrebbero potuto dunque approfittarne per fuggire,

ma non lo fecero perché pensarono che, se fossero scappati, i tedeschi per ripicca avrebbero ucciso tutti i loro familiari ancora tenuti sotto controllo a Scipione.Cosa accade a voi, circa cinquanta persone di Scipione, rinchiusi in quelle due stanze?I tedeschi ci obbligarono a uscire fuori tutti insieme e, dopo averci portato su un campo a circa quaranta metri di distanza dalla casa dove eravamo detenuti, ci or-dinarono di scavare una fossa. Iniziammo quindi a scavare e, siccome eravamo in tanti, in poco tempo la fossa diventò di dimensioni piuttosto enormi e così si sca-vava e si piangeva perché cominciammo a pensare che quella era la nostra tomba e che era arrivato il momento della nostra morte. Improvvisamente però i tedeschi ci diedero l’ordine di fermarci e di metterci tutti ai bordi della fossa che avevamo scavato; quando ormai credevamo che per noi era finita vedemmo arrivare un mulo che potava in groppa due cadaveri con addosso ancora le uniformi dei tedeschi. Si trattava dei due soldati uccisi dai partigiani il giorno precedente a Collemarmo: due bei giovani, alti e biondi, di cui uno, a giudicare dai gradi applicati sulla divisa, doveva essere tenente. Non appena il mulo si fermò, alcuni soldati ci imposero di mettere delle fascine di ceppi alla base della fossa e, dopo aver avvolto i due gio-vani con delle lenzuola bianche, ci fecero deporre i corpi nella fossa, mettere altre fascine sui cadaveri e infine ricoprire tutto con la terra. Terminata questa cerimonia di tumulazione, i tedeschi ci invitarono a pregare per i loro due connazionali che avevamo appena seppellito: piangevamo con tutto il cuore, le lacrime sgorgavano dai nostri occhi come un fiume in piena e, per quanto ci disperavamo, i tedeschi si commossero, abbassarono i mitra e iniziarono a piangere anche loro, compreso il comandante, che doveva essere un capitano o un colonnello, il quale inginocchian-dosi a terra cominciò a singhiozzare. La mattina successiva, il 13 giugno, giorno di Sant’Antonio, grazie al Padre Eterno, ci svegliammo e ci accorgemmo che i tedeschi se n’erano andati lasciandoci liberi.I tre prigionieri invece che fine fecero?L’ex Carabiniere Vincenzo Violante, il cugino Alberino Violante e Gaetano Scipione non furono liberati, ma tenuti in ostaggio dai tedeschi che li portarono con loro nella fuga da Bisenti che iniziò il 13 giugno e purtroppo li ammazzarono quando si trovavano a qualche chilometro da Scipione, nella località chiamata “la Castillàne”, in una curva sulla provinciale per Teramo, a circa trecento metri prima del bivio per Cermignano. Nel punto dove i tre furono freddati volemmo piantare tre croci di fer-ro che sono ancora oggi presenti a ricordo di questi tre “santi” uomini che quando erano reclusi a Bisenti rifiutarono di fuggire dalla loro prigionia per non causare ritorsioni su di noi che eravamo detenuti a Scipione.Dopo la gioia della nostra liberazione, questo episodio molto doloroso rappresentò un fulmine a ciel sere-no. Quando andammo a riprendere i cadaveri con un carro trainato da buoi, per consegnarli ai familia-ri, la scena che si presen-tò davanti ai nostri occhi fu davvero agghiacciante: Alberino Violante e Gae-tano Scipione erano stati “semplicemente” fucilati mentre Vincenzo Violan-te, essendo ritenuto un eversivo per essere stato sorpreso con delle armi addosso, prima di essere ucciso fu seviziato al pun-to tale che non riconosce-va nemmeno se fosse un essere umano.Oggi, trascorsi più di trent’anni, che ricordo porti di quei drammatici giorni?Quella esperienza è difficile da dimenticare, ma quando mi tornano in mente quei momenti ringrazio Sant’Antonio per averci fatto il miracolo: secondo me infatti eravamo condannati ad una morte sicura e io penso che, con l’aiuto del Padre Eterno, la nostra salvezza fu dovuta al modo in cui piangevamo durante la sepoltura dei due giovani tedeschi. In realtà noi non piangevamo per i due tedeschi – certo ci dispiaceva anche per loro – ma ci disperavamo per la paura di essere trucidati. Il giorno della nostra liberazione, il 13 giugno, si festeggia Sant’Antonio e così, a ricordo di questo miracolo, a Scipione abbiamo realizzato uno stendardo dedicato a Sant’Antonio e ogni anno il 13 di giugno nella nostra contrada organizziamo una festa di ringraziamento per la grazia ricevuta.

Trattodallibro“C’eraunavoltaaBisenti”diLidoeAngeloPanzone

pagine di storia da un’intervista di lido panzone del 1978

Vivere per ascoltarla…

Vincenzo Scipione

Le croci piantate dagli abitanti di Scipione in ricordo dei tre uomini che gli salvarono la vita.

Page 10: Il Fino n. 52

10Luglio 2011

Nel clima dei principi liberali della RivoluzioneFrancesesieraformato,studiandomedicinaechirur-giaaNapoli,Nicola Costantini,originariodiBascianodove,dopolalaureainiziòl’attivitàprofessionale,se-guitadalconferimentodelpostoaBisenti,nellacon-dottamedicaistituitanel1803. Quic’eraunasettacarbonaracapeggiatadaAles-sandroBaronecuiCostantiniaderì,eesteseirapportidiquestaconicapidelleanaloghevendite,costituiteaPenneeaCittàSant’Angelo,e,chiamatoancheaTe-ramoperlasuaattivitàdichirurgo,conisuoidiscorsiinfiammatidipatriottismo,conquistòallacausalibera-leperfinoilcomandantedellaguardiaNazionaleBiagioMichitelli. Napoleone dopo la campagna d’Italia, assegnail Regno di Napoli al cognato Giocchino Murat, cheestendel’influenzaFrancesesinoaBolognadoveeraimpegnatoinun’azionemilitare.InAbruzzoesullaval-ledelFino, inparticolareaCittàSant’Angeloscoppiaunasollevazionepopolareconlaformazionediungo-vernoprovvisorio,chedurapochigiorni. I carbonariabruzzesi avevano capito che solo rendendo l’Italiaunitasarebbecessatalasudditanzaallepotenzestra-niereetentaronodiestendere lasollevazioneaTera-mo. Organizzarono riunioni preparatorie, (2 agosto1813aBisentinellacasaMarrone,eil25marzo1814aCastellammareAdriatico,conl’interventodelDeMi-chelis).Undocumentodell’ArchiviodiStatodiTeramoriportal’elencodeicarbonaripartecipanti. In questi incontri prese il sopravvento la carbo-neriapennese:300cittadiniangolani,pennesi,casti-glionesi, bisentini, cermignanesi, bascianesi, isolaniecastellani,raggiunseroTeramoil31/03/1814,alco-mandodiGiuseppeDiBlasioediNicolai.Teramoperòrimaseindifferenteall’afflatopatriotticodeiCarbonarieaidiscorsidiCostantini. AlloscontrofuoriPortaMadonnaseguìilripiega-mentodellacolonnasenzaperdite.Costantinifuindi-viduatodalgovernofrancesecomeilresponsabilepiùpericolosodellainsurrezione,perdomarelaqualeMu-ratinviòaChieti6.000uominialcomandodeiGene-raliAmatoeFlorestanoPepe,edelpoliticoMelchiorreDelfico.Ditaletruppa,il7/06/1814,400uominifuronoinviatiaTeramo,aMianoeaBascianoper lacatturadi Costantini che, prevedendola, aveva mandato suamoglieaMiano,nellasuafamiglia,mentreluierastatorichiamatoaBascianoperlacuradiunmoribondo. Duedrappellidi200uominicircondaronolecasedellafamigliaeilmedicoconunafugaattraversoitettiriuscìanascondersinellecasediDeFeliciseZopitoMarcone,perpoiriparareaRomadove,nascondendolasua identità, riuscìasopravvivere facendo ilcava-denti.Nell’azioneperdevalavitainvecelasorellaRubi-na,cheavevatentatolafugaconinbracciolanipotinaMariaFilippa. Isoldati, costatata la fugadelmedico,tenneroperduegiornilaziaelanipotinauccisealco-spettodellapopolazioneterrorizzata. Da Roma Costantini raggiunse Livorno e poi laSicilia,poichéallora reFerdinando IVo Iavevadatodisposizione di arruolare nell’esercito quanti del na-poletano chiedevano ricovero in Sicilia. Intanto ilgeneraleMarchesediMontigny, incaricatodalMuratdellarepressione,mandavaamortenumerosimartiriangolaniopennesieteramani.Mail21/5/1915MuratlasciavaNapoliperfinireisuoigiorninellaFortezzadiPizzoCalabroesiripristinavailgovernodiFerdinandoIVdiBorbone. La carboneria dovete accomodarsi al nuovo or-dine. Nel trattato di Casalanza, che concluse l’epocamurattiana,igeneraliBianchieNeipperg,(negoziatoriperl’Austria)feceroaggiungerelaclausoladiunper-

donoaognioperapoliticafatta.CosìCostantinipotèrientraredallaSiciliaeriprenderel’attivitàdimedicoedipatriotaaBisenti.Presepartealmoto,chenel1821

scoppiòanchenell’Abruzzoteramano,conilgradodi“dignitario”,entrandoafarpartediquellaelettaschie-radipatrioti,celebratidalle“MiePrigioni”diSilvioPel-licoerappresentatidaMorellieSilvatinelNapoletano. Nel1833Mazzinifondala“GiovineItalia”eilpen-sierodeisettarisievolveversoifinipoliticieprogram-maticidellanuovaassociazione. Èancoralacarboneriapenneseaprecorrereitem-pieadassumereiniziativeinmeritoconDomenicoeNicolaDeCaesaris.Dall’attivitàdiquesta cellulanel1837ci fu l’insurre-zionedellacittà,cuipreseparteCostantini,contro lareazione borbonica, che si era formata dopo il ritirodellegaranziecostituzionaliconcesseconlaistituzionedelParlamentoNapoletano. Lo stato nominativo degli implicati nella rivoltariguardava 57 individui e Costantini occupava il 48°posto. Invece la “processura”per la rivoltadiPennecolpì102persone,dicui25interessatial1°giudizioeventunoal2°.Deiprimigiudicati,8furonomandatiamorte e costituisconoquelli,cheoggi sonoonoraticolnomediMartiridipiazzaCittadellaaTeramo,ovel’esecuzioneavvenneil21/09/1837.TraicapifiguravasoloilnotaioAntonioCaponnetti,rappresentantedellaborghesia,tuttiglialtrieranoesponentidelcetopopo-lare. Dallaclassificadegli implicatiedalriassuntodelMinistroSegretariodiStatoPrincipediCassero,side-ducecheeranoaccusatidicomplicitàecorrisponden-zacoirivoltosi14persone;mailprocessononoffrivaprovebastevolialorocarico.“N’eranoincarcere10:Vincenzo e Belisario Clemente, Giuseppe Marchetti,LuigiFalconi,GiuseppeTroise,ClementeFornari,Gio-vanniBattistaSalerno,NicoladeBartolomeis,Mattiad’Ettorre, Nicola Costantini. Erano sotto mandatoGiuseppe e Camillo Galante. Erano latittanti: AntonioScarciaeAntonioD’Ambrosio.” Venivanocondannatiall’ergastoloSigismondodeSanctis,DiMartire,RaicolaeCorda;a25annidicarce-reNicolaeGiovannideCaesaris,D’Angelo,Sersante,Leonelli e Pasquale Alby, diventato pretore a Penne,In libertàprovvisoria furonopostiAndreaCostantini,capodeiMazzinianidiTeramoeAntonioCamillotti,an-chesetrattenutiincarcerepernondestarescandalo,

secondoilLucchesiPalli. L’avvocato era riuscito nel processo a annullaretutteleproveacaricosuoediAntonioCamillotti. PerNicolaCostantininessunacondanna,maan-chenessunascarcerazione,morìnelcarcerediAversa,giàalloraadibitoamanicomiocriminale,il20/04/1839,dopounannoemezzodidetenzione.Idocumentideidueprocessisparirono,mentre l’intentodelgovernoeraquellodi liberarsidei vecchi settari. E’ inquestocontestostoricochesiconsumalatragediadiNicolaCostantiniedeglialtricomponentidellasettabisentinache facevacapoallacondottamedica,capistoricidiquesto vasto movimento verso l’unità nazionale e lelibertàdemocratiche. Mazziniani furonoanche i fautoridellesommos-se del 1848 e 1849, che a Bisenti furono realizzatecon particolare vigore patriottico per opera di uomi-ni liberali,cheavevanoaderitoalla“GiovineItalia”.Il9/02/1849fuproclamatalaRepubblicaRomanaeil16dello stesso mese scoppiò a Bisenti una sommossa“perattentare laSovranaPersonadelReecambiareanchelaformadigoverno”. Conordinanzadel26/05/1849 lagranCorteCri-minale rinviava alcuni imputati alla competenza delGiudice del Circondario, mentre nella sentenza dellastessasilegge:“NelcomunediBisentivieranodiversiesaltatiliberaliiquali,amantideldisordineedell’anar-chia, procurarono con sediziosi mezzi di giungerea rovesciare il Governo del Re N.S. e proclamare larepubblica.FraessineeranocapiepromotoriilCapi-tanodellaGuardianazionaleDonDonatoFerzeccaedilfratellodonTiburzio,donEugenioVinditti,ClementeDeCarolis,AndreaeGiacomoMartella…” Dalprocessocheneseguìquantieranostatiaccu-satidiessere“capiepromotori”vennerocondannatiapenedetentiveesoloDonatoFerzeccavenivaassolto.PiùdurelecondanneinflitteaPasqualeDeLucaeaFi-lippoMazzadalTribunaleCircoscrizionale,mentreGia-comoMartellamorìincarcereaTeramoil16/12/1849.ClementeDeCaesaris,nipotedeisopranominati,con-cludevanelsettembre1860questoprocessostorico,consegnandoaVittorioEmanueleIIlafortezzadiPe-scaraconunabilestratagemmaeevitandoall’esercitoBorbonicoeaglialleatipapalinilaresistenzasulfiumeVomanodaessipreparata. Dopoaverscontatonella fortezzaottoannidicar-cereduro,Clemente venivanominatoProdittatoreperl’AbruzzodaGaribaldieinquestasuavesteconvincevalatruppaegliufficialiancorainservizionellafortezzaaabbandonarla,tornandoallelororesidenzeconuncom-pensoindenarooarruolandosinelcorpodeigaribaldini.In tale situazione il Barone Coppa di Città Sant’Angelopotevaguida-re dal Tron-to e fino aiconfini tra laCampaniaeilMolisel’eser-cito piemon-tese e Vitto-rio EmanueleII, che avevaricevuto l’as-senso dellamaggior par-te dei comu-ni,giacchéinquel tempol’Abruzzo erasenza mappecatastali.

la Condotta mediCa di Bisenti e il suo ContriButo all’unità

di Bruno Parruti

Vivere per ascoltarla…

10Luglio 2011

Page 11: Il Fino n. 52
Page 12: Il Fino n. 52

12Luglio 2011

tutta Colpa dei kit! di Corinna Di Donato

La Valle del Fino si differenzia! Già, ma quando? A fine 2010 si era parlato degli inizi del 2011 quale data di avvio del-la raccolta differenziata, eppure siamo a giugno e di questo servizio neanche l’ombra! Cosa è successo?Procediamo con ordine: a fine 2009 i Co-muni della vallata decidono di avviare la raccolta differenziata e di esternalizzare il servizio, dato che il consorzio Piomba – Fino, ossia l’ente che gestisce la rac-colta dei rifiuti nella nostra zona, genera perdite. Viene quindi fatto un bando di gara, vin-to dal consorzio AMS. La ditta che è ar-rivata seconda nella gara decide però di fare ricorso al TAR, che si pronuncia a sfavore del ricorrente solo a fine 2010. In attesa quindi che il tribunale depositasse il giudizio di merito (cosa avvenuta il 25 maggio 2011), i Comuni hanno firmato il contratto con AMS, in base al quale il consorzio avrebbe dovuto iniziare i suoi lavori il primo di febbraio. Da quella data i nostri amministratori avrebbero avuto dai 60 ai 90 giorni di tempo per iniziare tutte le operazioni che l’avvio di un nuovo servizio comporta. Tra queste vi era l’acquisto dei kit, ossia dei

4 contenitori, necessari per separare vetro, plastica, carta e umido, da con-segnare a ogni famiglia. L’AMS si è offerta di fornirli al costo complessi-vo di 250.000 euro, da spalmare in 5 anni.I Comuni, ritenendo la cifra richiesta un po’alta, hanno deciso di compe-rare i kit ognuno per proprio conto. Il problema è che, per questioni di bilancio, tale acquisto non è ancora avvenuto.La conseguenza? Visto che fare la differenziata senza i kit è come an-dare a giocare a calcio senza scarpet-te, essa di fatto non è partita, anche se formalmente si: l’AMS dal 28 di febbraio ha già cominciato a emette-re fatture che i nostri Comuni devono pagare! Quindi stiamo pagando per un ser-vizio che non abbiamo: per la diffe-renziata le amministrazioni comunali devono pagare una cifra superiore rispetto a ciò che sborsavano in pre-cedenza, cifra che può essere ammor-

tizzata solo con la riduzione, grazie proprio alla differenziata, dei costi di smaltimento.

Attualità

Castiglione: le preoCCupazioni della minoranza

In merito ai ritardi nell’avvio della differen-ziata a Castiglione M.R., il gruppo di mino-ranza ha espresso il proprio disappunto per bocca di gianluca merlenghi: “Ciò che noi contestiamo è la mancanza di un adeguato interessamento da parte della maggioranza al problema differenziata. Oltre a offrire la nostra collaborazione per la promozione e la sensibilizzazione dei cittadini sull’argomen-to, abbiamo chiesto che della questione si occupassero due figure ben precise: una tec-nica per la parte amministrativa e una politica per la parte decisionale, al fine di garantire il corretto funzionamento del sistema e am-mortizzare in tal modo i maggiori costi che l’avvio della differenziata ha comportato per il Comune. La richiesta è rimasta inascoltata, e il problema è stato gestito in modo confuso e improvvisato: lo dimostra il mancato acqui-sto dei kit, che ha comportato ritardi nell’av-vio della differenziata”. “Il Comune – ha concluso Merlenghi - si tro-va così ora a dover pagare una fattura di 11 mila euro circa per un servizio nei fatti non reso ai cittadini, soldi che si aggiungono a quelli necessari per lo smaltimento dell’in-differenziata e per l’acquisto dei kit”. (c.d.d.)

Manifesto della raccolta differenziata. Ai nastri di partenza, però, dal primo agosto, secondo le previ-sioni, ci saranno solo Castilenti e Montefino gli altri comuni sono in attesa dei kit.

Castiglione M.R. - Vorghe

Bisenti - Zona Industriale

Nell’attesa…

Page 13: Il Fino n. 52

13 Luglio 2011

disCariCa piano di saCCo: gli amministratori diCono no di Evelina Frisa

“Il nostro territorio è sempre stato allettante, più volte lo hanno individuato quale sito per discariche, ma non è una zona ricca. Non sia-mo noi a produrre molti rifiuti, però dobbiamo essere noi a smaltirli. La nostra risorsa è il verde, la natura, non permetteremo che questo ci venga tolto”. Ha esordito così il sindaco di Elice, gianfranco de massis nel corso dell’Assemblea pubbli-ca che ha indetto nella sala polifunzionale del paese alla presenza di numerosi cittadini e dei sindaci e ammi-nistratori della vallata del Fino. L’incontro è stato organizzato per informare i cittadini e fare luce sull’individuazione del ter-ritorio in località Piano di Sac-co, che rientra nel comune di Città Sant’Angelo, quale possi-bile sito per una discarica.“Il 7 giugno scorso – ha detto De Massis - durante una conferenza a Montesilvano sull’economia dei rifiuti è venuto fuori che la Provincia ha individuato locali-tà Piano di Sacco quale sito per i rifiuti residuali. Tale località è stata messa a disposizione dall’amministrazione angolana e considerata idonea dai tecnici. Decisione cui ci opponiamo con forza. Da quando ho saputo

la notizia - ha detto an-cora De Massis - ho in-formato personalmente i comuni interessati, ho contattato gli organi provinciali e regiona-li e il comune di Città S. Angelo assumendo diverse iniziative in merito, le motivazioni del dissenso sono state stilate nel dettaglio e

sono state riportate nel Piano provinciale dei rifiuti”. E’ un no secco e deciso quello del pri-mo cittadino. “Non siamo contro le discariche – ha precisato – ma le scelte sull’individua-zione dei siti devono essere razionali. Siamo svantaggiati su tutto: poche industrie, viabilità pessima, avere una discarica non può che peg-giorare la nostra situazione”.De Massis ha anche duramente criticato l’ipo-tesi emersa nel corso della conferenza a Mon-

tesilvano che prevede la realizzazione, accanto alla discarica, di un’oasi per proteggere il fiu-me Fino. “L’oasi la abbiamo già – ha incalzato – è il nostro territorio. C’è agricoltura e con

il distretto rurale si punta a sviluppare questa peculiarità”. Il vicesindaco di Elice, graziano di bernar-do, ha spiegato nel dettaglio il tipo di impianto che si intende realizzare: “Si tratta di un sito per rifiuti non pericolosi che dovrà essere fun-zionante per un decennio. L’area individuata è di circa 128 ettari, la provincia di Pescara produce circa 125 mila tonnellate, per cui ser-vono solo 10-12 ettari. Ci chiediamo il perché abbiano preso un’area così vasta – ha concluso - ci sono forse altri scopi?” Di Bernardo ha elencato poi i danni che la discarica apporterebbe alla zona: ambientali, economici, legati alla salute e al traffico. An-che i consiglieri comunali di Elice: ettore de leonibus, giuseppe guardiani, giovanni ciavatella e mauro pavone, hanno dimostra-to il loro dissenso e in data 4 luglio 2011 hanno inviato dettagliate osservazioni alla Regione e alla Provincia di Pescara concludendo con la richiesta di un tavolo di concertazione con i

rappresentanti della Vallata del Fino affinché ognuno apporti il proprio contributo al migliora-mento del Piano Provinciale dei Rifiuti. Il sindaco di Collecorvi-no, antonio zaffiri, ha aggiun-to le sue preoccupazioni, evi-denziando che sul territorio che lui amministra c’è un progetto di una discarica di un privato in cui verrà smaltito lo stesso tipo di materiale. “Siamo con De Massis, - ha detto - vogliamo fare luce. La decisione è stata presa senza il confronto con i comuni”. Lottare uniti contro

questa decisione. Questa una delle proposte avanzate dal pubblico. “Servono comitati po-polari affinché il nostro territorio non diventi la pattumiera d’Abruzzo”.

Attualità

De Massis durante l’assemblea

Page 14: Il Fino n. 52

14Luglio 2011

Cosa suCCede a Castilenti IntervistaalSindaco di Evelina Frisa

Attualità

la differenziata sta per partire. attual-mente qual è la situazione legata ai rifiuti a castilenti? Il problema spazzatura è uno dei più impor-tanti per i comuni della vallata, come la sani-tà lo è per la Regione. Castilenti sta predisponendo gli atti per com-perare i kit e l’idea è anche quela di com-prarli per gli altri comuni in difficoltà, e si spera che una volta avuti i bidoni si parta perché nell’attesa si paga il contratto della differenziata che non c’è. castilenti come montefino ha ottenuto fon-di per la messa in sicurezza degli istituti del paese. si tratta di contributi stanziati dal governo nell’ambito del progetto “scuole d’abruzzo il futuro in sicurezza” previ-

sto dal decreto commisariale 61. nel det-taglio castilenti ha avuto 1.145 mila euro per l’edificio scolastico e ulteriori 50 mila per la palestra. la vostra decisione è stata quella di ristrutturare l’edificio in località colle san pietro scatenando polemiche.Ci hanno criticato la lontananza dal centro del nuovo istituto. Dal nostro punto di vista non sarà un problema. I genitori e gli inse-gnati frequenteranno comunque il paese. Per quanto riguarda la strada di acceso alla scuola è nostra intenzione risistemarla. Gli edifici delle ex scuole potrebbero diventare appartamenti. Qual è la situazione finanziaria del comu-ne? Il comune dal punto di vista economico come gli altri ha problemi seri: non si possono fare nuove assunzioni eppure noi faremo un ban-do di concorso per due impiegati. Ora i dipendenti sono quattro e nell’anno diventeranno sei. Non ci sono debiti impor-tanti, solo cose ordinarie. Così come è stato anche nelle passate amministrazioni.la crisi economica in che misura vi ha toc-cato?Castilenti è il comune con maggior occupa-zione nonostante la crisi. Ci sono ancora gli ammortizzatori sociali per gli ex dipendenti delle Industrie Tessili Valfino, pochissimi dei quali erano di Castilenti. Altre industrie resi-stono e creano occupazione. cosa fa l’amminsitrazione per evitare l’ab-bandono del paese da parte dei giovani? I giovani ci sono e dal punto di vista lavora-tivo il problema è più ampio e investe l’intera regione. Per quanto riguarda il nostro comu-

ne stiamo sistemando il Palazzo De Sterlich per adeguarci una biblioteca, una sala lettu-ra. Ce lo hanno chiesto i giovani, gli studenti che andavano all’Aquila. Cercheremo di farlo dopo l’estate, e cerche-remo anche di far partire il museo musicale. la politica sanitaria regionale quanto ha toccato i servizi sul territorio che lei am-ministra?Ovviamente molto è stato tolto ma, nella Residenza Sanitaria Assistenziale forse ver-ranno ripristinati servizi come i prelievi e le visite specialistiche.energia alternativa quali progetti? C’è un progetto per il fotovoltaico, ma solo come scambio diretto e non come produzione. La nuova scuola avrà pannelli e sarà auto-noma. Metteremo un nuovo impianto di illu-minazione nel paese a risparmio energetico.in che condizioni versano le strade di com-petenza comunale? La croce dei comuni è la viabilità, prima della fine del mandato contiamo di sistemare le strade delle frazioni Vicenne e Colle del-la Morte. Non ci sono fondi, ma ci stiamo muovendo per fare qualcosa. Sono interventi strutturali di circa 6 km. Intanto il centro sto-rico del paese e i marciapiedi sono stati ri-fatti. A Villa San Romualdo si stanno facendo lavori sulla piazza. L’importo speso è di 350 mila € più i sotto-servizi realizzati dall’Aca (100 mila €). Per realizzare il tutto abbiamo fatto un mutuo di 200 mila € e 150mila € di finanziamento re-gionale. Le opere più costose sono state fatte a Villa San Romualdo per un valore di 250 mila €.

Il Sindaco di Castilenti Guerino Cilli.

14Luglio 2011

Lavanderia Sister s.n.c. di Fagnani Antonietta & C.

C.da Selva, 13 64034 Castiglione M.R. (TE)

Page 15: Il Fino n. 52

15 Luglio 2011

gli esponenti di minoranza diCono la lorola differenziata sta per partire. attual-mente qual è la situazione legata ai rifiuti a castilenti? antonelli: Un servizio comunque effi-ciente, ma si paga lo scotto di un mancato avvio della differenziata. La società AMS avrebbe dovuto iniziare a gennaio ma per mancanza di contenitori, non può operare. Intanto però si paga per un servizio che non c’è. lupinetti: Non ci sono cumuli di im-mondizia, il servizio funziona, ma la diffe-renziata la si aspetta e spero parta davvero, come si dice, ad agosto.castilenti ha ottenuto fondi per la messa in sicurezza degli istituti del paese. siete d’accordo su come verranno utilizzati? antonelli: Non sono d’accordo sullo spostamento della scuola nell’ex centro et-nografico. La struttura potrebbe essere buona, ma è lontana dal paese e la strada per arrivarci è ripida. Credo sia più corretto ripristinare l’esistente. lupinetti: Può essere una scelta giusta trasferire la scuola nella struttura a Col-le San Pietro. Per noi non è un problema, l’edificio esistente può essere messo all’asta e trovare nuove destinazioni.Qual è la situazione finanziaria del comu-ne? antonelli: I piccoli comuni non hanno motivo di esistere. Io credo sia opportuno il comune unico per gestire il tutto. Il bilancio ora serve solo a pagare gli stipendi. Cosa si può gestire se non si hanno fondi? lupinetti: La situazione economica dei piccoli comuni è sempre precaria. A Casti-lenti si potevano evitare i lavori alla Piaz-za di Villa San Romualdo che ha comunque lasciato gli stessi spazi. Sono state tolte le piante, c’erano dei tigli molto belli. Un pec-cato. la crisi economica in che misura ha toc-cato castilenti?antonelli: L’occupazione non va ma-lissimo, ci sono ditte che tengono: io con-testo la mancanza di contatto con il mondo imprenditoriale da parte di questa ammini-strazione. lupinetti: L’amministrazione non fa

nulla per l’occupazione dei giovani, potreb-bero studiare strategie per far venire nuove aziende, come si faceva prima, ma erano anni diversi. cosa fa l’amminsitrazione per evitare l’abbandono del paese da parte dei gio-vani? antonelli: Per il sociale questa ammi-nistrazione non mi risulta stia facendo qual-cosa o comunque non si vede nulla. lupinetti: Per i giovani ci sono troppe feste e sagre, culturalmente si fa poco: io sono presidente del Premio letterario Anto-nelli, i giovani vanno coinvolti, si può fare di più.la politica sanitaria regionale quanto ha toccato i servizi sul territorio di castilen-ti? antonelli: I tagli alla sanità sono stati deleteri. In via San Michele c’era un punto di riferimento sul territorio che consentiva agli anziani i prelievi, ora si deve andare ad Atri. La Guardia medica è a Bisenti o ad Atri, e di questo i cittadini si lamentano. lupinetti: C’è la Rsa e vi si facevano i prelievi, ora no. Non si è fatto nulla per mantenere ciò che c’era.energia alternativa qual è il vostro punto di vista sull’operato dell’amministrazio-ne? antonelli: Non ci sono politiche in me-rito. lupinetti: Si parla del fotovoltaico e sono d’accordo a che si investa su questo.in che condizioni versano le strade di competenza comunale? antonelli: Le strade non sono in buone

condizioni, ma non ci sono fondi per fare meglio e per la manutenzione stradale. lupinetti: La viabilità rurale ha stra-de piene di buche, non c’è stata la volontà di migliorare. I comuni piccoli comunque hanno poche risorse, servirebbe fondere i comuni, oggi con Internet si potrebbe ri-sparmiare molto. che giudizio date dell’attuale ammini-strazione?antonelli: Questa amministrazione è, dal mio punto di vista, immobile, non

perché non fa, ma perché non ha i mezzi. È con i giovani e con il sociale che potrebbe

fare di più. Ora si sta ultimando la viabilità, il centro storico. In ogni caso sono poche le delibere cui votiamo no. C’è collaborazione e ami-cizia. lupinetti: L’attuale amministrazione sta meglio senza la presenza dell’ex vicesin-daco. Due episodi spiacevoli si legano al suo nome e all’immagine del paese: la proposta di in-titolare una piazza a Bettino Craxi, (quando di personaggi locali che meritano l’intitola-zione di una piazza sono in tanti) e le feste a Villa San Romualdo, risorse economiche impiegabili in altri modi.

Attualità

Francesco Antonelli Enzo Lupinetti

15 Luglio 2011

Page 16: Il Fino n. 52

16Luglio 2011

un anno di suCCessi La BCC approva il bilancio

e conferma il CdA

azienda VitiVinicola san lorenzoc.da plavignano, 2 64035 castilenti (teramo) - italia

tel. +39 0861 999325- fax +39 0861 998542www.sanlorenzovini.com - [email protected]

Intero CdA riconfermato, con alfredo sa-vini che resta Presidente e bilancio 2010 approvato. Questo, in sintesi, quanto av-venuto il 21 maggio scorso nella sala Po-livalente della Bcc di Castiglione M.R. e Pianella nel corso dell’assemblea dei soci. Risultati positivi per l’istituto di credito vicino al territorio che ha raggiunto e su-perato quanto prefissato nel budget. “Una banca che – ha dichiarato il Presidente Sa-vini – in un momento di così difficile ha continuato a dare credito alle famiglie, agli artigiani, alle piccole e medie imprese e agli agricoltori per importi veramente in-teressanti”.“Alle famiglie in difficoltà – si legge nel bilancio di esercizio al 31/12/2010 – sono state concesse sospensioni per oltre 39 mila euro e circa 68 mila euro per altre ti-pologie. Oltre 334 mila euro i prestiti alle imprese in difficoltà che hanno chiesto la moratoria Abi. Lo stock di mutui interes-sati dalle diverse moratorie e rinegoziazio-

ni ammontano a oltre 8,7 milioni di euro, le nuove erogazioni am-montano a 92 mi-lioni di euro. Per gli interventi re-lativi ai danni del terremoto sono

stati erogati 4,4 milioni di euro. Sono sta-ti finanziati inoltre 33 progetti per il foto-voltaico per 1,7 milioni di euro. Mentre ai depositanti – si legge ancora – per il 2010 abbiamo assicurato un tasso minimo dello 0,25% per i conti correnti e dello 0,50% per i depositi a risparmio”.La Bcc ha una eccedenza di patrimonio di circa 14 milioni di euro rispetto all’as-sorbimento patrimoniale delle attività a rischio a tutela, quindi, dei risparmiatori.Nel panorama delle Bcc regionali, la Bcc di Castiglione M.R. e Pianella si è classi-ficata al primo posto con una crescita del 15% rispetto alla media della Federazione che si attesta all’1%. “Dati che mi inorgogliscono – ha detto ancora il presidente Savini, che di recen-te è stato nominato consigliere Bal (Banca Agrileasing) – per questo mi sento di rin-graziare il direttore generale paolo min-gione, il gruppo dirigente e tutto il perso-nale, una squadra che ha dimostrato tutto il

suo valore, ma anche il collegio sindacale per la sua professionalità, il CdA che si è dimostrato leale, coeso e in tutte le decisio-ni ha sempre messo al di sopra gli interessi della banca. Oggi siamo al 25esimo posto nella classifica della rivista “Banca Finan-za” pubblicata nel 2010. Negli ultimi 10 anni la banca si è trasformata non solo nei numeri, ma in riferimento all’espansione territoriale: l’apertura di 5 nuove filiali, 4 delle quali sulla costa (Città Sant’Angelo, Pineto, Silvi e Montesilvano). Senza tradi-re i principi ispiratori con cui 55 anni fa è stata fondata”. (e.f.)

patto dei sindaCi Anche gli amministrato-ri dei comuni della Val-lata del Fino hanno pre-so parte all’incontro del 9 giugno scorso relativo al Patto dei Sindaci.Al centro nell’incontro, che per la prima volta ha visto riuniti, nella sala polifunzionale della Provincia, gli am-ministratori dei 47 comuni teramani. Un progetto europeo che mira a raggiungere il taglio del 20% delle emissioni inquinanti e, al contempo, aumentare della stessa per-centuale la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili. Obiettivo da raggiun-gere entro il 2020. (e.d.m.)

Page 17: Il Fino n. 52

Come tutti sanno, la Seconda Guerra Mon-diale è finita nel 1945, salvo per quei po-chi giapponesi che, rimasti tagliati fuori in qualche sperduta isola del Pacifico, hanno mantenuto lo stato di belligeranza per altri venti/trenta anni, prima che qualcuno li an-dasse a recuperare.Io sono nato nel 1948, quando la guerra si era conclusa da tre anni, eppure l’ho fatta. Cribbio se l’ho fatta! Almeno fino a metà degli anni ’60 del secolo scorso…Ovviamente, data la mia tenera età di al-lora, non ho indossato la divisa, né ho im-bracciato il fucile. Però i disagi tipici di un Paese in guerra li ho vissuti tutti, fatta ec-cezione per i bombardamenti.All’epoca, assieme ai miei genitori, vive-vo a Roma, a casa dei miei nonni materni, perché il lusso di una casa tutta per noi era di là da venire. Tutta questa gente (c’erano anche altri parenti) era passata attraverso l’incubo della “borsa nera”, vale a dire quel mercato clandestino di cibarie ed altri generi di prima necessità, che ha afflitto le città italiane, quando le sorti della guerra hanno incominciato a prendere per noi una bruttissima piega.A quel punto si faceva fatica a trovare tut-to e le povere massaie non sapevano a che santo votarsi per mettere in tavola qualco-sa da mangiare.Il problema colpiva indistintamente ricchi e poveri. Con la differenza che, mentre questi ultimi erano avvezzi a tirare la cin-ghia, quegli altri non erano abituati a patire la fame, per cui facevano fatica a prenderci confidenza.

Mio nonno, che era un bravissimo sarto per signora, arrivò a confezionare un ve-stito, in cambio di un fiasco d’olio. Il che significa che il prezioso liquido venne pa-gato qualcosa come due o trecento euro di oggi.Con questi presupposti, la mia infanzia prima e la mia adolescenza poi sono state ossessionate dal patema di rimanere senza rifornimenti di viveri.La nostra casa era tutta una dispensa, con farina, olio, vino, zucchero, caffè e quant’altro stipato perfino sotto i letti. Per fortuna non era ancora diffuso l’uso del fri-gorifero, altrimenti noi ne avremmo avuti quattro o cinque, naturalmente stracolmi di ogni ben di Dio.Ma questa opulenza era ben lungi dall’es-sere dissipata o, più semplicemente, con-sumata giorno per giorno. No! Tutto veni-va accumulato e centellinato, in attesa di tempi peggiori, che per fortuna non arri-varono mai.Poi, grazie al cielo, ci furono gli anni ’60, con il boom economico ed allora ci si di-menticò della guerra e, facendo un salto forse troppo esagerato, si passò al consu-mismo più sfrenato. Gli italiani scoprirono così il “piacere” delle cosiddette “farfalle”, vale a dire le cambiali, con le quali presero nevroticamente ad acquistare a rate tutto quello di cui avevano bisogno, ma soprat-tutto quello di cui non avevano bisogno, tendenza che imperversa ancora oggi, alla faccia della crisi.A me il ricordo di quei tempi ha lasciato un segno indelebile. Volente o nolente, ancora

adesso a sessant’anni più che suonati, non posso resistere alla tentazione di accumu-lare scorte faraoniche di ogni ben di Dio. E in casa siamo solo due!Per fortuna, di tanto in tanto, vengono a trovarci i ragazzi, così almeno danno fon-do a frigoriferi e congelatori.Naturalmente, chi ha sempre vissuto in campagna, in un’oasi felice - come ad esempio la Valle del Fino - neppure sa che cosa significa “borsa nera” e con l’olio ci si fa il bagno. Come sono fortunato a vivere qui!

Opinioni

in direzione ostinata e ContrariaIo ho fatto la guerra (ma sono nato nel 1948)

di Alfredo Granelli

“mo cha ‘rvinghe” So scritte sopra a nu foje chi lu core e la spiranze, aspittime cha ‘rvinghenimme tradì cha ji sole a te tinghe. Lu bbene a mì unite a quella tì, mo cha ‘rvinghe tineme da costrujì na bbella famijemarcummanne la Madò famme arriji, sane e salve, seme di Dije tutte fije. Ma dapù chi è stù nimiche? Ji nni cunosce manghenin è ggiuste chi ja hai da ficcà la bbajunette sotte a li anghe. A me, ninde ma fatte, nnì te pure esse na famije?Ju lu campe di battaje, su lu fronte, nin puteme fa na cose tuttuquinte, abbracciomice e arrijomicine a li casa nustre, tu Ddije chi cci cunzije? ‘Mezze a la lame e lu fredde, li anfibbije sambusse, li pite sà friciche, l’acque ‘ncia manghema ji sole nu pinzire, arriji a la case tinghe.Chi lu pinzire… mi fa ji nninze, mi fa ‘rsiste, lu sorrise di ssà vocca bbelle, la notte è longhe, ma, tante mo ‘rvinghe, ‘nti pijà pene, ‘nti priuccupà, tante mo ‘rvinghe Purtroppe è sole nu mumende di fantasie, ma ecche li pallottole fischije e ti passe vicine pi ddavere, lu nimiche sta ‘rrajate bbelle fije… Haji… maa!!Malidetta guerre!!Pecchè proprija a mme attuccate stù male distine!!

Pierluigi Di Sabatino

Page 18: Il Fino n. 52

18Luglio 2011

l’esordio letterario di luCa salini Credere nelle pro-prie capacità e lottare per i propri sogni. E’ questo, in sintesi, il messaggio racchiuso nel libro “Nato per correre sempre”, pri-ma opera letteraria di luca salini. Pa-gine di vita vissuta, ricordi, emozioni, in-contri, amicizie di un trentunenne che “si affaccia alla finestra della vita” con la voglia di fare ancora tanto. Il libro, presentato il 21 maggio scorso nella sala convegni del Ristorante l’Amicizia di Bisenti, propone riflessioni significative su alcuni eventi e sulle conseguenze apportate da questi alla realtà quotidiana. Si toccano tematiche basate sui sentimenti e sugli affetti in cui prevale l’aspetto sensibile ed emotivo: dalla tragedia del terremoto che ha sconvolto L’Aquila fino alle passioni che coltiva l’autore come quella del calcio. Il leitmotiv che

lega gli undici capi-toli è però il legame a doppio filo con la terra d’origine: Bi-senti.Hanno preso parte alla presentazione, organizzata dall’As-sociazione Progetto Sviluppo Valfino, tantissimi suoi con-cittadini oltre a espo-nenti politici locali.

le radiCi nelle pagine di due autoridi Evelina Frisa

lorenza amati si distingue anche a milanoi Campioni della matematiCa

di pietrantonio: il suo primo romanzo

Mia madre è un fiume, è questo il titolo del volume della scrittrice, nata ad Arsita, donatella di pie-trantonio. Attualmente l’autrice vive Penne dove lavora come dentista per bambini, ma la sua passione è sempre stata la scrit-tura. Racconti, fiabe, poesie e ora un romanzo. Mia ma-dre è un fiume, edito dalla casa editrice Elliot, racconta di una donna alle prese con la malattia che toglie i ricordi, l’identità, il senso dell’esistenza. Tocca alla figlia quindi prendersi cura di lei e aiutarla a ricostruire la sua storia. Inizia così il racconto quotidiano di piccoli e grandi av-venimenti, a partire dalla nascita della mamma, Esperia, e delle sue cinque sorelle. Dagli anni della guerra fino ai nostri giorni, in un Abruzzo quasi mitologico.

Ho un amico del quale son fiero perché lui è uno studioso vero! I meriti da lui acquisiti son riservati a pochi eruditi! Il suo saper dell’antropologia compete sì, con l’enciclopedia! E delle popolari tradizioni egli possiede tutte le nozioni. Sì! della tradizione popolare lui non ha più nulla da imparare. I suoi libri descrivon vari ambienti e le usanze delle loro genti. D’egli dicono tutti i suoi colleghi:

Profeta è il miglior; nessun lo neghi! Lui è noto in tutto il Continente: nel suo settor fu fatto presidente. L’alto grado cultural l’ha indotto a ricever premi: anche il Paliotto! Scelto Preside dell’Università, per le sue pregevoli qualità. Ma per egli non c’è scala sociale: L’umile, a l’uomo VIP, è uguale! La sua modestia è d’ammirare e da dover altresì imitare!

Elìa Isotti

Cultura

Giocare con i numeri e con i problemi mate-matici mettendo in campo logica, intuizione e fantasia. È questo lo scopo dei Campionati Internazionali di Giochi Matematici che il 19

marzo scorso, nelle varie province italiane, sono giunti alle semifinali. A Teramo si sono distinti due ragazzi dell’Istituto comprensivo di Bisenti e Arsita che hanno avuto accesso alla finale nazionale in programma alla Boc-coni di Milano il 14 maggio. Si tratta di lo-renza amati di Bisenti, che ha frequentato la prima media. Lorenza è giunta seconda nella sua categoria, la C1. Altro importante risultato è stato ottenuto da paolo di marco che ha frequentato, ad Arsi-ta, la terza media. Si è classificato ottavo nel-la categoria C2. Soddisfazione da parte delle rispettive insegnanti di matematica: concet-ta panzone e alessandra cervone per due allievi che sono riusciti con l’impegno a otte-nere questi risultati. I campionati, giunti alla 24esima edizione nel mondo, alla 17esima in Italia, hanno impegnato i ragazzi per 90 mi-nuti nei quali hanno dovuto rispondere a circa dieci quesiti per la categoria C1. In 120 minu-ti nelle altre categorie. Lorenza Amati ha ottenuto un ottimo risultato anche a Milano, classificandosi 43esima nella

categoria C1, riservata ai ragazzi frequentanti la prima e seconda media, dove solo 66 ra-gazzi su 2.063 hanno risolto correttamente i nove quesiti propostiSolo la velocità di risoluzione dei quesiti le ha impedito di entrare tra i cinque che svol-geranno la fase finale internazionale prevista a Parigi nel mese di agosto, ma ha comunque ottenuto un eccellente risultato.A lei vanno tutti i complimenti dei genitori Giuseppe e Fiorella e del fratello Pierluigi e della redazione. (e.f.)

al professor giuseppe profeta

Page 19: Il Fino n. 52

19 Luglio 2011

Il 24 giugno festività di San Giovanni Battista, tornano come ogni anno ormai in molte zone dell’Abruzzo, riti e leggen-de che hanno riferimenti del tutto parti-colari con il fuoco, il sole, le stelle, l’ac-qua, erbe odorose e rugiada. L’apertura delle ritualità in genere avviene nella tar-da serata del 23 giugno con l’accensione, specialmente nelle zone del teramano, di fuochi sulle sommità delle colline, dove i falò creano bellissime coreografie con grandi effetti panoramici. In tempi un po’ lontani il rito dei fuochi diveniva anche una specie di compe-tizione: ci si sfidava a fare il fuoco più grande. Le forme esagerate purtroppo,

in diverse circostanze procuravano inci-denti anche gravi che assolutamente de-vono essere evitati, soprattutto in quelle zone dove esiste ancora la consuetudine della veglia notturna attorno ai fuochi. La veglia notturna era il rito più intri-gante tra le varie usanze che comportava momenti di allegria molto variegati dal punto di vista folkloristico con esibizio-ni diverse caratterizzate da danze, canti e sceneggiate di grande effetto. Un momento tanto atteso era anche quello gastronomico con scorpacciate di vivande d’ogni genere abbondantemen-te accompagnate da vinelli caserecci di grande qualità. Il rito principale della ricorrenza inve-ce, quello che caratterizzava il valore sociale della tradizione legata alla festa di San Giovanni è chiamato “Cumpare a fiure”. Stando a quello che la consuetu-dine popolare ha tramandato nei secoli, nel giorno del 24 giugno chi lo desidera-va poteva con un semplice rito stringere legami di “compare o comare” con altre persone. Le persone interessate, maschi o femmi-ne, il 24 giugno possono incontrarsi, as-sistite da due testimoni e stringendosi la mano destra recitare insieme la formula che più o meno dice così: “Cummare e

Cumpare nin ci diceme male; si male ci diceme all’inferne ci ni jeme, ci mitteme na macine ngolle e ci ruppeme la noce di lu colle”.Seguiva quindi lo scambio dei due mazzi di fiorellini con l’abbraccio reciproco fi-nale a suggello dell’avvenuta comparan-za. Dopo questa modesta quanto singo-lare cerimonia tra le persone interessate si creava un rapporto di rispetto anche a livello parentale arricchito da scambi di convenevoli tra le famiglie che quotidia-namente si trattavano con grande cordia-lità destinata a durare per tutta la vita. Io stesso sono stato interessato da questo rapporto con l’amico d’infanzia di nome Giovanni che ora, dopo anni di residenza in Svizzera, vive a Pescara.Altro importante rituale nella ricorrenza di San Giovanni è quella della abluzione, in uso anche in molte religioni primitive, consistente nel lavare il proprio corpo con acqua corrente, erbe speciali odoro-se e afrodisiache e schiuma di rugiada. Questa usanza ad Arsita, fino a tempi recenti è stata discretamente rispettata. In contrada Acquasanta, all’interno della faggeta comunale è tutt’ora presente una sorgente naturale la cui acqua, nel gior-no di questa festività, sembra particolar-mente abbondante e più limpida che mai.

tradizioni e leggende, la festa di s. giovanni di Walter D’Agostino

Scontri tra la maggioranza e l’opposizione del comune di Bisenti. Giovedì 30 giugno, l’ultimo consiglio comunale è stato dedicato al bilancio di previsione. L’aspetto più discusso è stato la rinegoziazio-ne dei mutui. “Invece di reperire fondi attraverso enti – ha dichiarato il capogruppo della minoranza luigi d’ostilio – si continuano a contrarre mutui, mutui che finiremo di pagare nel 2040. Il tutto sen-za alcuna programmazione”. A fargli eco il consigliere del gruppo Bisenti Indipendente, humberto di sabatino che ha aggiunto: “Non condividiamo il programma di finanziamento con l’accensione di mutui all’incirca di un milione di euro che risulterebbe un disastro per il bilancio comunale”. Polemiche che il sindaco guido de luca rimanda ai mittenti mo-tivando la decisione con una questione di tempistica e di gestione economica. “La rinegoziazione – ha detto – non fa altro che far spal-mare nel tempo dei costi che altrimenti avremmo dovuto sostenere insieme e in modo più pressante”.Circa l’accusa di immobilismo nel reperire fondi il primo cittadino ha risposto così: “Abbiamo fatto tutte le richieste agli enti preposti. Anche Bisenti, come Castilenti e Montefino, avrà fondi per l’adegua-mento delle scuole. L’assegnazione sinora effettuata è stata provvi-soria”.Nel corso del consiglio si è parlato inoltre del Piano Sociale di Zona e anche in questo caso la minoranza ha contestato la procedura con cui è stato pensato: “Non sono state coinvolte le associazioni di categoria – ha aggiunto D’Ostilio - e neppure i cittadini. Noi della minoranza lo abbiamo visto soltanto all’ultimo momento, senza poter

far nulla. La nostra richiesta è quella di estendere l’esenzione dal pagamento dei servizi ai beneficiari che pur superando la soglia di 5.000 euro annui, non sono benestanti”.Su questo punto De Luca ha fatto presente la non responsabilità dell’amministrazio-ne. “Il Piano di Zona – ha spiegato – è adottato dalla Comunità Montana e vota-to dalla Conferenza dei Sindaci. Il Piano porta la data del 24 giugno e noi abbia-mo avuto pochi giorni per recepirlo, come tutti i comuni dell’ambito sociale. Non era nelle nostre competenze coinvolgere enti, associazioni o altri”.La minoranza ha chiesto inoltre la convocazione di un consiglio nel quale si intende dare delle direttive alle quali in futuro ci si dovrà attenere circa la questione delle incompatibilità. Per un periodo una amministratrice è stata anche componente della Pro Loco. “Si chiede-rà – ha spiegato Di Sabatino - che gli atti deliberati in precedenza vengano revocati”. “Questo – ha aggiunto D’Ostilio – per tutelare la Pro Loco affinché non subisca danni per la eventuale restituzione di benefici già avuti”. Un consiglio che non verrà convocato, ha detto De Luca. “Le questioni legate alla legittimità dovranno essere pre-sentate al Tar, io convocherei il consiglio se fosse una cosa attuale. Essendosi la diretta interessata dimessa non è così, quindi, nel pros-simo consiglio questo punto non sarà all’ordine del giorno”. (e.f.)

Cultura

polemiChe al Comune di Bisenti

Page 20: Il Fino n. 52

20Luglio 2011

“Li Straccapiazz” si aggiudicano la IX edi-zione del Festival della Serenata di Monte-fino. La manifestazione che per tre giorni, dal 24 al 26 giugno, ha ravvivato il centro storico del paese con la musica e il folkolore

abruzzese contribuendo a mantenere in vita il canto d’amore tipico dei piccoli paesi, quan-

do i giovani si presentavano sotto la finestra della propria amata per dedicarle un canto d’amore, una “serenata”. Una richiesta pub-blica che veniva fatta alla presenza di amici e conoscenti. Se alla prima sera l’amata si affacciava era un segno inequivocabile che la famiglia accettava la richiesta; se invece la finestra non si apriva bisognava tornare più volte e magari, tramite amici e parenti parlare con il capofamiglia. Se ad affacciarsi era il genitore, era da considerarsi un no e quindi bisognava desistere. La manifestazione, or-ganizzata dall’Associazione culturale Mons Siccus presieduta da alfio chichì, con il pa-trocinio dell’Amministrazione Comunale e la Provincia di Teramo è nata nel 2003, da allora non solo musica, ma spazi espositivi e stand enogastronomici per le vie del paese. L’edizione 2011, oltre la tradiziona-le gara della serata fina-le, è stata caratterizzata da altri momenti impor-tanti. Il 24 giugno è sta-to il concerto di filippo graziani, figlio di Ivan, a aprire la tre giorni. Alla sua musica ha fatto seguito il duo osvaldo bianchi e luca mon-gia, con le cover di Rino

Gaetano. Per le vie del paese intanto han-no suonato i ragazzi del locale gruppo folk “L’Agricola compagnia”. La sera del 25 giugno i gruppi hanno eseguito delle serenate tradizionali sotto le finestre del centro storico del paese prima della gara finale. Il premio Misantone, che esiste a partire dalla V edi-zione e viene assegnato a personaggi che si sono distinti nell’ambito della cultura, musica popolare, abruzzesistica e demologia, è stato assegnato a pietro tavani. Costruttore e ac-cordatore di organetti diatonici (Ddu bòtt) di Casoli di Atri. Tavani è stato anche musicista e ha contribuito alla riscoperta della nostra tradizione musicale. A ritirare il premio – dal-le mani del sindaco, ernesto piccari - la fi-glia, la professoressa marcella tavani.

iX festival della serenata di Evelina Frisa

Don Raffaele e il pulpito restaurato.

progetto Continuità Si è concluso con una rappresentazione tea-trale, l’anno scolasti-co 2010/2011 per i bambini dell’Istituto comprensivo di Bisen-ti. I ragazzi, guidati da professionisti del settore - della compa-gnia “Il Draghetto” hanno messo in piedi due recite nell’ambito del progetto continuità messe in scena il 10 giugno scorso nel teatro di Bisenti. Il primo spettacolo, che ha coinvolto i bambini dell’ultimo anno della scuola d’infanzia e del primo della primaria si intitola, Cipì. Il secondo titolato Cosa succede in città, ha coinvolto i ragazzi della classe quinta primaria e della prima secondaria di primo grado. (e.d.m.)

notte nell’ileX Torna a Elice, dal 6 al 12 agosto, La Notte nell’Ilex la rievocazione storico me-dievale che si è attestata come una delle più scenografiche e spettacolari di tutto il territorio abruzzese. Più di 300 figuranti in costume d’epoca animeranno le serate della festa, giunta all’ottava edizione.

Ci sa-r a n n o danze medievali, trampolieri, figure stori-che, falconieri, ecc. La manifesta-zione è organizzata dall’associa-zione Culturale Elicethnos.

Per info: www.elicethnos.it

Manifestazioni

Li “Straccapiazz” vincitori della manifestazione

I ragazzi dell’Agricola Compagnia

Page 21: Il Fino n. 52

21 Luglio 2011

Montefino si apre al fotovoltaico e lo fa educando i cittadini al rispetto ambientale e all’importanza delle energie alterna-tive. Un valore che si è cercato di trasmettere agli studenti delle scuole con una lezione tenuta dai docenti e dal sindaco di Montefino, ernesto piccari. Alla lezione ha fatto seguito una visita guidata all’edificio che ospita – in località San Michele – i pannelli solari. Gli insegnanti, paolo di battista e rosangela iaconi, hanno spiegato le caratteristiche dei pannelli solari, la loro importan-za per proteggere il pianeta e hanno coinvolto i ragazzi incu-

riosendoli sulla tematica.240 mila euro di costi per 55.700 Kw annui di energia prodotta. Questi i numeri dell’impianto. Il mutuo che il comune ha contratto è di 18 mila euro annui, 28.400 euro sono fondi europei, inoltre dai kw prodotti si potrà fare scambio di energia elettrica. “L’anno prossimo - ha dichiarato Piccari - anche la scuola, adeguata grazie ai fondi ottenuti, avrà i pannel-li per essere completamente autonoma e sarà di Classe A.

Si saranno adattati? Credo proprio di si; dopo alcune manifestazioni dell’associazione “Qua-si adatti” Bisenti torna a essere un paese vivo, torna a palpitare. Da molto tempo non si respi-rava quest’aria di festa, ma grazie all’evento “Coloriamoci Sopra” il centro storico del pa-ese è tornato a essere vivo e colmo di gente. Due giorni pieni di appuntamenti, tra giochi, musica e arte, in particolare la pittura. Giorna-te dedicate al ricordo di antonio brandimar-te, in arte Brandy, bisentino doc, scomparso alcuni anni fa.Tonino, così si faceva chiamare in paese, era prima di tutto un pittore, una persona sempli-ce, con un attenzione particolare agli animali e una fortissima spiritualità. Il tema centrale delle sue opere, esposte a de-

cine nelle vie e nella chiesa di Santa Maria degli Angeli in questa due giorni, era Bisenti, ma disegnava anche chiese e figure sacre. Per Tonino una mostra dedicata interamente alla sua persona organizza-ta da tutti i giovani del paese avrebbe rappresentato la rea-lizzazione di un sogno, infatti, coltivava da anni il desiderio di allestire una mostra con tut-te le sue opere.I ragazzi dell’associazione “Quasi adatti” hanno ricorda-

to l’artista anche con delle immagini della sua vita proiettate all’interno del suo laboratorio. Ed è a lui che è stata intitolata la rassegna di pittura, una vera e propria gara di disegno a cui hanno partecipato bambini, giovani e anziani di Bisenti e non solo insieme a molti artisti provenienti dalle zone limitrofe.Tutto questo accompagnato da giochi di piazza e dalla musica dei “Banda larga”. Un evento davvero emozionante e ricco di cul-tura, non solo della mente, ma anche del cuore. “Due cose mi hanno sempre sorpreso: l’intelli-genza degli animali e la bestialità degli uomi-ni”. Questo suo aforisma è scritto nella lapide affissa nella sua casa, un modo per immaginar-lo ancora in quel luogo storico con il suo pen-nello a dipingere un’altra delle sue emozioni.

energie alternative: alla sCoperta del fotovoltaiCo

di Evelina Frisa

Attualità

il 118 a Bisenti

Il 118 medicalizzato a Bisenti da circa un mese non c’è più, al posto del medico c’è la figura di un infermiere. Gli amministra-tori della vallata hanno immediatamente presentato ricorso al Tar che nel corso del mese di luglio dovrebbe pronunciarsi sulla sospensiva. “Riteniamo illegittimo il provvedimento del Direttore Generale Varrassi, - ha dichiarato il sindaco di Bisenti guido de luca nel corso di un incontro con i cittadini e altri amministratori della vallata per difendere l’importante servizio - in quanto l’istituzio-ne del 118 è previsto dal Piano Sanitario Regionale, approvato con legge regionale. Un decreto non può derogarlo”.Il servizio del 118 da circa due anni, per 12 ore al giorno, ha garantito assistenza ai cittadini nel poliambulatorio di Bisenti. Un servizio importantissimo vista la distanza dagli ospedali. “L’aver messo un infermie-re al posto di un medico - sostengono gli amministratori – non fa risparmiare a livello economico, è solo aver tolto ai cittadini il diritto alla salute”. (e.f.)

ColoriamoCi sopra omaggio al pittore antonio Brandimarte

di Rachele Lucci

Page 22: Il Fino n. 52

22Luglio 2011

A u g u r i al nostro collabora-tore Italo Pantaleo-ne e a sua m o g l i e Maia, per l’arrivo del piccolo Leonardo.

A u g u r i a Karin Scipio-ne che il 4 giugno 2011 ha s p e n t o la sua p r i m a candeli-na da mamma Nicoletta Di Pari-de, papà Fabio e da IlFino .

Tanti au-guri alla n e o d o t -t o r e s s a G l o r i a R i d o l f i che il 20 m a g g i o s c o r s o ha con-s e g u i t o la laurea

specialistica in Ingegneria Ge-stionale all’Aquila con 110/110 e lode auguri dal suo ragazzo Davide e dalla redazione.

Auguri a Valentina D’Ercole per i suoi 18 anni da m a m m a Lina, papà Giuliano, la sorella Alexia, la nonna Antonietta e dalla redazione.

Il 3 giugno sono stati aperti

ufficialmente i nuovi ponti in località Piane di Castiglio-ne Messer Raimondo. Le due infrastrutture hanno elimina-to due pericolose curve sulla SS81, ai Km 85 e 86, consen-tendo un miglioramento nella viabilità e collegando al me-glio la vallata con la provincia di Pescara.

Auguri a M a r i k ò Forconi e Thomas Iezzi che il 18 giu-gno sono diventati marito e moglie.

Nonna Maria Nicola Di Mar-co di Arsita, affettuosamente chiamata “nonna cocola”, è

v e n u t a a man-c a r e a l l ’ e t à di 102 a n n i n e l l a notte tra il 13 e il 14 maggio. Ai suoi funerali, oltre ai tanti parenti e amici, hanno parteci-pato tantissimi cittadini della vallata.

Brevi

Musica del Mondo, è questo il titolo del Concerto d’Estate diretto dal Maestro Michael Kibblewhite ad Appignano il 12 giugno scorso. Un appuntamento con la musica in cui ha preso vita la fusione di generi diversi, di parti del mondo lontane. Ad aprire la serata un canto africano di benvenuto, nel mezzo brani in lingua ebraica, della tradizione ameri-cana, del folkolre inglese, ma anche italiani e spirituals. Il Coro Val Fino, è nato nel 2009 su iniziativa del Maestro Kibblewhite, musicista noto nel Regno Unito che tra le altre cose ha avuto l’onore di dirigere un concerto di Natale per i membri della famiglia reale. Domenica 18 settembre è stata organizzata una prova aperta dalle 16 alle 18 nel Palazzo de Leone ad Appignano, con entrata libera. Non è richiesta esperienza nel settore.

E’ stata inaugurata il 2 luglio a Montefi-no la Rf di franco barbieri, l’azienda metalmeccanica nata dall’acquisizione da parte della piccola ditta Rf di Bar-bieri di quel che resta della Coram Sud. Acquisizione avvenuta – grazie anche al sostegno della Bcc di Castiglione M.R. e Pianella - già nel novembre scorso, ma per festeggiare si è aspettato qual-che mese in più. Sono circa 11 al momento i dipendenti e, se le cose andranno bene, l’intenzione è quella di crescere e assumere altro perso-nale, ma - come sostiene Barbieri - “serve cautela e tempo”.

Una giornata di festa per gli abruzze-si all’estero, domenica 19 giugno in occasione dei 150 anni dell’Unità e a 112 anni dal primo arrivo degli abruz-zesi a Dudelange, in Lussemburgo, dove numerosi abruzzesi, soprattutto teramani e aquilani, si sono ritrovati per gustare insieme i prodotti tipici in una giornata di scambio culturale e enogastronomico. La giornata, organizzata da silvano di donato e dal Presidente dell’associazione “Abruzzesi a Dudelange”, peppino filauro, è stata arricchita dalla partecipazione del gruppo folk di Pen-ne “Gli scordati” che hanno allietato con la loro musica i partecipanti.

affluenza 56 Con il 56% di affluenza media e il 95% di SI, la Valle del Fino

dice NO ai 4 quesiti referendari Sembra il titolo di un film: “Affluenza 56” e se lo fosse sarebbe uno di quelli a lieto fine, sì perché il tanto atteso quorum è stato raggiunto, impedendo così l’ingresso dei privati nella gestione di uno dei più im-portanti beni universali: l’acqua, interrompendo il progetto della co-struzione di centrali nucleari e restituendo agli italiani l’uguaglianza davanti alla legge abrogando il legittimo impedimento. La media nella nostra Valle è di 1 punto percentuale sotto rispetto a quella nazionale, ma nel comune castilentese si è raggiunto addirittura il 65%, segue Ca-stiglione M. R. con il 58%, Montefino con il 53,5%, Arsita con il 53%. L’unico comune che non è riuscito a raggiungere il quorum, anche se per un soffio, è stato Bisenti (49,2%). Territorio quest’ultimo dove era prevista la costruzione di un inceneritore, strano che non abbiano preso a cuore la tornata referendaria e soprattutto il quesito numero 3, quello sul nucleare, vista la sensibilità ambientale dimostrata in quel caso. Eli-ce invece ha raggiunto il 54,5%. Il quorum su un referendum abrogativo non si raggiungeva dal 1995, e anche stavolta si è tentato di tutto per farlo saltare: il non accorpamento con le amministrative, la modifica della legge sul nucleare, la pochis-sima informazione, i Tg che davano date sbagliate, l’invito ad andare al mare, ma a poco è servito. Sicuramente la riuscita è da attribuire alle tematiche poste in gioco, troppo importanti per l’essenza della stessa vita, ma anche al duro lavoro che hanno fatto tutti i comitati promotori e infine a Internet e i suoi social network, che hanno sbaragliato qual-siasi tentativo di disinformazione. A distanza di 16 anni abbiamo ridato valore a questo strumento di de-mocrazia diretta e gli italiani, Vallata del Fino compresa, hanno segna-to dei percorsi e ribadito dei principi importantissimi: che non tutto può sottostare alle logiche del profitto, che c’è bisogno di un’econo-mia meno invasiva nei confronti della madre terra e del desiderio di uguaglianza, che può andare anche oltre a una visione esclusivamente giudiziaria. Un’Italia che non è in grado di smaltire rifiuti, di attuare una raccolta differenziata, un’Italia geologicamente complessa, un’Ita-lia che non ancora riesce a smantellare le centrali di 25 anni fa, può permettersi di costruirne di nuove, quando per di più molte nazioni europee annunciano la chiusura di quelle che hanno? Per questa volta devo dire: meno male che ci sono gli italiani.

Antonio Di Michele

foto oronzo

foto oronzo

Page 23: Il Fino n. 52

23 Luglio 2011

Sport

La stagione 2010/2011 si è conclusa in modo deludente per la maggior parte delle formazioni di vallata. Due su sette squadre hanno dovuto affrontare i play out. La peg-gio l’ha avuta il Bisenti (retrocesso il terza categoria), l’Arsita si è salvata conferman-dosi in prima categoria. Si è vociferata una fusione tra le due realtà, poi smentita dai fatti. Il Bisenti, del neopresidente bruno medori, correrà solo alla riconquista del-la categoria e spera comunque in un ripe-scaggio. Il Villa Bozza Montefino – partito

con poche ambizioni - ha chiuso la stagio-ne nelle ultime posizioni e guarda al futuro puntando sui giovani locali. In seconda categoria non è andata meglio alla formazione del presidente gianluca delle monache. Il Castiglione, infatti, ha mancato l’obietti-vo play off, ma - a sorpresa – si è raggiunta una fusione: l’anno prossimo ci sarà la Ca-stiglioneValfino disputando il campionato di Promozione dato che la società Valfino – reduce dalla fusione con la Vestina - è ri-

uscita a salvarsi nella categoria. C’è attesa quindi per come si comporterà sul campo questa realtà.Il Castilenti, dopo essersi lasciato sfuggire la vittoria del campionato ha perso gli spa-reggi play off. Il Real Bagaria invece si è ben comporta-to terminando con un nono posto e con il quinto miglior attacco del girone. Nel calcio a 5 la squadra Project Venere ha vinto il campionato al Pescheto di Città Sant’Angelo.

Gli Esordienti 98 del settore giovanile dell’ A.s.d. Valfino hanno vinto, nella loro cate-goria, il quarto torneo nazionale “Costa di Sorrento”. Al torneo, che si è svolto dal 22 al 25 aprile nelle località di Sorrento, Po-sitano, Vico Equense e Meta di Sorrento, hanno partecipato squadre provenienti da tutt’Italia. La società Valfino ha coinvolto quattro diverse categorie: Allievi, Pulci-

ni 2001, Esordienti 99 e Esordienti 98. Questi ul-timi, allenati da Vincenzo pomponio, hanno centrato il primo posto battendo in finale, per 1–0, la squadra laziale Cisterna. Nelle fasi precedenti hanno elimina-to squadre del napoletano e palermitane.Grande soddisfazione da parte del responsabile del-la scuola calcio, paolo di

silverio per il risultato ottenuto, solo l’ul-timo in ordine di tempo. “La società – ha dichiarato - sta facendo notevoli progressi, sia in ambito sportivo che sociale, merito di tutto lo staff che ringrazio per il prezioso lavoro che svolge. Siamo orgogliosi anche per i risultati ottenuti in questa stagione. Le categorie juniores regionali, allievi d’elite e giovanissimi si sono salvate tutte

con netto anticipo. Il nostro obiettivo è po-ter disporre di impianti e strutture di gioco migliori per potenziare le nostre attività sociali e sportive”. (e.d.m.)

durantini vinCe in europa Con l’amiCaCCi L’Amicacci Giulianova, squadra di basket in carrozzina allenata dal castiglionese fabrizio durantini e da Ana Lucia Caldoso, è campione d’Europa. In terra spagnola, a fine aprile, l’Amicacci ha battuto il Cid Casa Murcia per 72-62. Protagonista dell’incontro è stato senza dubbio Gal-liano Marchionni, autore di 32 punti, supportato dall’insostituibile lavoro del resto della squadra, composta, fra gli altri, da Abou Konate, Gemi Ozcan, Simone Turlo, Francesco Minella, Yvon Rouillard, Houcine Belaid, Vincenzo Di Bernardo. (e.m.d.)

Torna a Bisen-ti il Torneo di beach volley in memoria di Se-rena Scipione, giunto alla ter-za edizione. La manifestazio-ne, in program-ma dal 10 al 23 luglio, vedrà impegnate cir-ca 15 squadre nel parco giochi di Bisenti in quella che è una gara soprattutto di so-lidarietà. Il ricavato della manifestazione sarà devoluto in beneficenza. Tra le ini-ziative ci sarà una cena conclusiva, anche questa pensata per raccogliere fondi da devolvere ad associazioni impegnate nel sociale. La cena a buffet ci sarà domeni-ca 24 luglio a partire dalle 20 nel locale abruzzo incantato, in località Troiano di Bisenti. Durante la serata – allietata da musica e spettacoli – ci sarà anche una lotteria. Per info e preno-tazioni: Matteo 329/3927553; Elena 340/4005981

CalCio: il BilanCio di una stagionedi Emiliano Di Rocco

esordienti ‘98 ConQuistano sorrento

Page 24: Il Fino n. 52