IL FESTIVAL DEL GIORNALISMO ALIMENTARE 2019 Altrimenti...

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LIBRICETTE.eu powered by UP CONSULTING di Paola Uberti in collaborazione con il food blog SLELLY Indirizzo/Address: Via Tirreno, 143/5 - 10136 Torino - ITALY P.IVA/VAT 11573560015 - C.F. BRTPLA75S46L219L - REA TO1223939 Telefono/telephone: +39 3357701901 E-mail: [email protected] ; [email protected] Web: www.libricette.eu IL FESTIVAL DEL GIORNALISMO ALIMENTARE 2019 Altrimenti detto informarsi in modo critico e pluralistico. 25 febbraio 2019 Avrei voluto possedere un clone per poter partecipare a tutti i convegni, a tutte le serate, a tutti gli eventi off, a tutti i press tour e a tutti gli incontri B2B organizzati e messi a disposizione dal Festival del Giornalismo Alimentare 2019 . Non essendo attrezzata in tal senso, ho cercato comunque di assorbire informazioni attraverso i cinque sensi e mediante l’interazione con avvenimenti e persone, perché un festival dedicato all’informazione nell’ambito del cibo e delle bevande e di tutto ciò che ruota loro attorno, è davvero una stimolazione sensoriale e un arricchimento a tuttotondo. Partiamo dall’inizio. In un giovedì 21 febbraio soleggiato, all’ombra della sede che ospita la Camera di Commercio di Torino , ho fatto il mio ingresso al Centro Congressi Torino Incontra con la netta sensazione che ne sarei uscita diversa, arricchita e profondamente stimolata.

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IL FESTIVAL DEL GIORNALISMO ALIMENTARE 2019

Altrimenti detto informarsi in modo critico e pluralistico.

25 febbraio 2019

Avrei voluto possedere un clone per poter partecipare a tutti i convegni, a tutte le serate, a tutti gli eventi off, a

tutti i press tour e a tutti gli incontri B2B organizzati e messi a disposizione dal Festival del Giornalismo Alimentare

2019.

Non essendo attrezzata in tal senso, ho cercato comunque di assorbire informazioni attraverso i cinque sensi e

mediante l’interazione con avvenimenti e persone, perché un festival dedicato all’informazione nell’ambito del

cibo e delle bevande e di tutto ciò che ruota loro attorno, è davvero una stimolazione sensoriale e un

arricchimento a tuttotondo.

Partiamo dall’inizio. In un giovedì 21 febbraio soleggiato, all’ombra della sede che ospita la Camera di

Commercio di Torino, ho fatto il mio ingresso al Centro Congressi Torino Incontra con la netta sensazione che ne

sarei uscita diversa, arricchita e profondamente stimolata.

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Ad accogliermi una welcome bag nella quale, oltre

alla documentazione utile, un mela accompagnava

cioccolatini, latte al cacao, latte in polvere, formaggini

e zucchero. Parliamone.

In un momento storico che ci mette davanti alla

necessità di riconoscere il cibo buono, etico, sostenibile

e salutare da quello che non lo è, credo sia importante

soffermarsi su due aspetti coinvolti da tale tema: la

demonizzazione di alcuni alimenti ed il concetto di

cibo “industriale”, aggettivo spesso utilizzato in senso

negativo. È davvero così? Ciò che è fatto

artigianalmente è sempre buono e ciò che è prodotto

con metodologie meccanizzate o automatizzate non

lo è mai?

Da adepta della ricerca della lucidità intellettuale e

dell’approccio critico alla pluralità di fonti, credo sia

molto importante imparare a conoscere i cibi e i loro

produttori, piccoli o grandi essi siano, di capire come

gli alimenti artigianali e/o industriali possano essere

collocati nella dieta quotidiana -anche in relazione ad

eventuali restrizioni o patologie- e a fare le proprie

libere e sacrosante scelte con serenità, rispetto e

intenti democratici.

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I confronti che ho avuto con rappresentanti di aziende, organizzazioni ed enti nel foyer di Torino Incontra, sono

stati un rafforzamento per la riflessione di cui sopra e hanno generato il mantra “Informarsi, conoscere,

confrontare, ascoltare, apprendere per decidere liberamente cosa mangiare e bere” che mi ha

accompagnato per tutta la durata del Festival e che non abbandonerò tanto facilmente, visto ciò che mi ha

dato.

I convegni ai quali ho partecipato sono stati illuminanti e autenticamente arricchenti: dal bisogno che il cibo

italiano ha di ambasciatori seri e preparati, ai tranelli del digital food e dalle attualissime Fake News alimentari

ai casi di successo dei comunicatori del cibo quali blogger, instagrammer e youtubers.

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L’aperitivo che ha concluso la giornata di giovedì 21 febbraio e che si è tenuto a Palazzo Birago, ha visto

protagoniste alcune eccellenze del cibo e della miscelazione innovativa edificata nel rispetto della tradizione

territoriale. È stato un viaggio pluridimensionale e multisensoriale nelle eccellenze della città e delle sue terre

limitrofe. Tra miele, cioccolato, pane, bevande alcoliche, salumi, vermouth e bevande alcoliche innovative, ho

assaggiato, conosciuto, parlato, raccolto informazioni e sensazioni divenute immediatamente ricordi impossibili

da cancellare, di quelli che mettono buonumore e stimolano a lavorare con devozione a ciò che si fa e ai

destinatari del proprio mestiere.

I protagonisti della miscelazione, tra prodotti tradizionali e novità assolute, sono stati Vermouth Anselmo con

L’Turineis, il Taggiasco ExtravirGin, il primo gin con olive Taggiasche 100% Italiano, l’Hempatico, il Vermouth con

Erbaluce di Caluso e canapa del canavese, Baladin con il Beermout, Affini Torino, Evho e Gli Aironi con il primo

saké italiano a base di riso nero vercellese.

I Maestri del Gusto presenti con le loro eccellenze sono stati Cascina Savoiarda, Birrificio Grado Plato, Ballesio

Cioccolato, Apicoltura La Margherita, La Perla di Torino, Fattoria Roggero, Macelleria Giampaolo Cru, Cascina

Fontanacervo, Il Forno del Borgo, Guido Castagna, Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino.

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La mia esperienza al Festival del Giornalismo Alimentare si è conclusa con

la partecipazione al press tour Chicchi e Impasti partito con una visita

didattica allo stabilimento di Caffè Costadoro, proseguito presso il Pastificio

Bolognese Muzzarelli a Torino dal 1949, Maestro del Gusto, e terminato alla

Cookin’Factory di Claudia Fraschini.

Questo tour profumato di caffè e pasta fresca, è iniziato con una full

immersion nel mondo del caffè Costadoro durante il quale, oltre a visitare

la linea produttiva, ho avuto la possibilità di fare una degustazione con

analisi sensoriale che mi ha permesso di imparare che, di là dal gusto

personale, è possibile individuale alcune caratteristiche fisiche,

organolettiche e metodologiche che aiutano a capire se il caffè del bar è

fatto a regola d’arte oppure no. Il Pastificio Bolognese Muzzarelli, luogo

autenticamente intessuto di storia famigliare proiettata verso il futuro, ha

rivelato che la produzione automatizzata, per dare origine a cibo sano e

buono, non può prescindere dalla scelta di materie prime di alta qualità e

dall’intervento dell’uomo: l’impasto va guardato, annusato, toccato, deve

essere “sentito”, ci è stato detto.

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Claudia Fraschini è stata l’ultima ad accogliere me e i miei compagni di viaggio nella sua Cookin’Factory: in

una location sinceramente suggestiva, regalandoci preziosi consigli ci ha offerto un laboratorio di cucina

durante il quale abbiamo utilizzato la pasta del Pastificio Bolognese e il Caffè Costadoro per realizzare tortelli

fritti ripieni di carciofi. Hanno completato la degustazione le mezzelune di patate con ripieno di speck e brie e

le tagliatelle con il ragù di Claudia.

Cosa posso dirvi di più? Sono ancora emozionata e guardo gli omaggi che le varie realtà incontrate mi hanno

riservato, con un po’ di nostalgia.

Non lo nascondo: questo per me è un periodo a dir poco difficile. Ciò che ho vissuto tra giovedì 21 e sabato 23

febbraio è stato davvero di aiuto. A conferma del fatto che il cibo e la cucina, approcciati in modo

consapevole, hanno tante virtù, non ultima dare un po’ di sollievo.

Grazie di cuore agli organizzatori del Festival del Giornalismo Alimentare e ai suoi protagonisti che si sono spesi

per creare un evento capace di dare rilievo e lustro a una città che ha tanto da dire e da regalare.

Paola Uberti, fondatrice di LIBRICETTE.eu

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