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Il Disturbo da Deficit di Attenzione / Iperattività (DDAI) e i Disturbi del Comportamento Davanzo Anna Psicologa – Psicoterapeuta

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Il Disturbo da Deficit di Attenzione / Iperattività (DDAI)e i Disturbi del Comportamento

Davanzo Anna

Psicologa – Psicoterapeuta

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Caratteristiche principali del DDAICaratteristiche principali del DDAI

DISATTENZIONE

IPERATTIVITA’

IMPULSIVITA’

QUANDO IL LIVELLO DI IPERATTIVITA’, IMPULSIVITA’ E DISATTENZIONE

PROVOCANO DEFICIT AL NORMALE FUNZIONAMENTO SCOLASTICO E SOCIALE

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Disattenzione• spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o

commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in altre attività

• spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco

• spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente

• spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni)

• spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività• spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi

in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa)

• spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti)

• spesso è facilmente distratto da stimoli estranei• spesso è sbadato nelle attività quotidiane

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Iperattività• spesso muove con irrequietezza mani o piedi o

si dimena sulla sedia• spesso lascia il proprio posto a sedere in classe

o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto

• spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo negli adolescenti o negli adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza)

• spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi ad attività divertimenti in modo tranquillo

• è spesso "sotto pressione" o agisce come se fosse "motorizzato"

• spesso parla troppo

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Impulsività

• spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate

• spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno

• spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es., si intromette nelle conversazioni nei giochi)

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Criteri B-E del DSM-IVCriteri B-E del DSM-IV• I sintomi devono essere presenti prima

dei 7 anni di età• Deve essere presente una certa

menomazione in almeno due contesti sociali (casa, scuola, lavoro...)

• Deve essere presente una compromissione significativa del livello di funzionamento sociale e/o lavorativo

• I sintomi non spiegabili da altri disturbi di tipo psicotico o emotivo

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Relazione tra uso della strategia e prestazioneRelazione tra uso della strategia e prestazione

Conoscenza specifica della strategia1. Ripetizione2. Organizzazione3. Elaborazione verbale4. Abilità di riassumere....

Compito

Conoscenza di sè1. Senso di valore personale2. Obiettivi di apprendimento

Processi di controllo

Uso delle strategie Prestazione Feedback

Attribuzione e motivazione

Abilità

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L’autoregolazione includeL’autoregolazione include

• Comportamenti di compiacenza

• Capacità di posticipare una gratificazione

• Controllo degli impulsi e degli affetti

• Controllo dell’attività motoria e verbale

• Esecuzione di comportamenti secondo norme socialmente approvate, senza bisogno di un supervisore esterno

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Sviluppo dell’autoregolazioneSviluppo dell’autoregolazioneInteriorizzazione dei comandi degli adulti

1. Il bambino è controllato dai comandi verbali degli adulti che svolgono un’azione inibitoria ed eccitatoria

2. I segnali verbali vengono interiorizzati dal bambino e associati ad autocomandi

3. Verso i 5-6 anni le istruzioni vengono interiorizzate e differenziate in maniera opportuna

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Confronto tra DSM-IV e ICD-10Confronto tra DSM-IV e ICD-10

Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività

• Comportamento dirompente

• Disattenzione O Iperattività

• Prevalenza: 3% - 5%

• Sintomi prima dei 7 anni

• Se associato ad aggressività:

Co-diagnosi di DOP o DC

Disturbo dell’Attività e del Movimento

• Sindromi Ipercinetiche

• Disattenzione E Iperattività

• Prevalenza 1% - 2%

• Primi sintomi verso i 3 anni

• Se associato ad aggressività: Sindrome Ipercinetica della Condotta

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La situazione italiana

PERCHE’?

La diagnosi di DDAI, Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, non pare essere

molto frequente nei Servizi per l’Età Evolutiva e/o di Neuropsichitria Infantile

nella realtà italiana (Levi & Penge, 1996)

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I clinici dello sviluppo sembrano orientati a valutare queste difficoltà di disattenzione e/o di iperattività come

problemi reattivi a situazioni scolastiche (es. insegnanti troppo severi e/o rigidi nelle richieste) o

familiari (es. genitori poco in grado di procrastinare la soddisfazione di un

bisogno, con basso grado di tolleranza di comportamenti non adeguati alle

circostanze, ecc.), e pertanto suscettibili di cambiamento con la

crescita del bambino.

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In questi ultimi anni la letteratura ha riportato dati che sottolineano la necessità di non trascurare queste difficoltà (anche per il rischio che in adolescenza si possano strutturare altri problemi quali: disturbi della condotta, dipendenza da sostanze), e di attivare per tempo forze sufficienti a modificare le problematiche evidenziate dalla scuola e dalla famiglia.

Ma si tratta veramente di un problema Ma si tratta veramente di un problema marginale, risolvibile con l’età?marginale, risolvibile con l’età?

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- Il precoce esordio dei sintomi- la relativa persistenza del disturbo- l’associazione con altre problematiche di carattere evolutivo - i consistenti miglioramenti in seguito a trattamenti farmacologici

sono argomentazioni convincenti a favore dell’ipotesi che il DDAI sia un problema soprattutto di natura neurobiologica

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CAUSE CHE HANNO RISVEGLIATO NEI CLINICI UN INTERESSE VERSO

QUESTO DISTURBO

1- IL RICONOSCIMENTO DELL’EREDITARIETA’ DEL DISTRUBO

2- L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE AREE CEREBRALI COINVOLTE NELLA GENESI DEL DDAI

3- L’ELEVATO RISCHIO DI DISTRUBI PSICOLOGICI IN SOGGETTI ADULTI CON PREGRESSA DIANGOSI DI DDAI

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•IL DDAI E’ UNA CONDIZIONE PSICOLOGICA NON ACCETTATA DA TUTTI

•I BAMBINI CON QUESTA DIAGNOSI HANNO PROFILI COGNITIVI MOLTO ETEROGENEI

•NON SI DISPONE DI UN PROTOCOLLO DIAGNOSTICO PRECISO

•SI VERIFICA UNA RIDUZIONE DEI COMPORTAMENTI DDAI IN SEDE DI VISITA

•E’ FREQUENTE LA PRESENZA NEL BAMBINO DI TRATTI DEPRESSIVI E DI SVALORIZZAZIONE

•I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI DEL BAMBINO DDAI SONO PRESENTI ANCHE IN ALTRI DISTURBI

BISOGNA ANCHE TENERE PRESENTE CHE:BISOGNA ANCHE TENERE PRESENTE CHE:

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DDAI e Deficit di AttenzioneDDAI e Deficit di Attenzione

• L’attenzione non è carente, è malutilizzata

Le maggiori difficoltà sono: • nell’orientamento volontario dell’attenzione• nel mantenimento prolungato(dipende da: tipo e ritmo degli stimoli, gratificazioni)

• nello spostamento dell’attenzione(errori di perseverazione)

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DDAI E IPERATTIVITA’

• Livello base diverso da persona a persona

• Aumenta con il livello di noia

• Dipende da una regolazione

psicofisiologica

• Può essere una risposta dell’organismo ad

un basso livello di vigilanza

• Provoca intolleranza nelle altre persone

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DDAI E IMPULSIVITA’DDAI E IMPULSIVITA’

• Dipende anche da un’analisi superficiale delle informazioni?

• Può essere un’avversione ad aspettare?• È solo un problema di controllo

dell’output (in cui la disinibizione è più forte dell’inibizione)?

• Manca la pianificazione e la valutazione delle conseguenze dei propri comportamenti?

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.

SINTOMI SECONDARISINTOMI SECONDARI

Purtroppo i soggetti con DDAI, o con altri problemi di comportamento, manifestano anche altri sintomi che vengono definiti secondari in quanto si presume derivino dall’interazione tra le caratteristiche specifiche del disturbo con l’ambiente sociale e con quello scolastico in cui si trovano inseriti tali bambini.

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DEFICIT COGNITIVI DI ELABORAZIONE DEFICIT COGNITIVI DI ELABORAZIONE DELL’INFORMAZIONEDELL’INFORMAZIONE

SCARSA MOTIVAZIONESCARSA MOTIVAZIONE

COMORBIDITA’ CON DISTRUBO DI COMORBIDITA’ CON DISTRUBO DI APPRENDIMENTOAPPRENDIMENTO

DIFFICOLTA’ NELLE RELAZIONI SOCIALIDIFFICOLTA’ NELLE RELAZIONI SOCIALI

SVILUPPO DI TRATTI OPPOSITIVI E SVILUPPO DI TRATTI OPPOSITIVI E PROVOCATORIPROVOCATORI

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• COMPONENTE APPRESA (30%)– regole domestiche– ambiente caotico– atteggiamento

frettoloso e impulsivo

– insegnamento del saper aspettare

– esperienze negative per aver atteso

– gratificazione della frettolosità

• COMPONENTE INNATA (70%)– studi di genetica– genitori con DDAI– circuiti cerebrali

(aree anteriori del cervello, dopamina, noradrenalina)

– efficacia del Metilfenidato

Qual è la causa del DDAI?Qual è la causa del DDAI?

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IL BAMBINO NON RIESCE A REGOLARE:

LA SUA CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONE E DI ATTENZIONE SOSTENUTA IL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE

E SOLUZIONE DEI PROBLEMI

IL LIVELLO DI AUTOSTIMA

IL COMPORTAMENTO CON GLI ALTRI

IL COMPORTAMENTO MOTORIO

LA TENDENZA A DARE UNA RISPOSTA

PRECIPITOSA E IMPULSIVA

LA CAPACITA’ DI RISPONDERE

IN MODO POSITIVO A CERTE EMOZIONI

IL LIVELLO DI MOTIVAZIONE, LA FIDUCIA NELL’IMPEGNO

E NELLO SFORZO

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Evoluzione del DDAI• I primi sintomi di iperattività si manifestano a

tre anni• Le difficoltà aumentano con l’ingresso a scuola

per l’aumento delle richieste cognitive e comportamentali

• Verso i 10 anni l’iperattività tende a diminuire• Alle scuole medie alcuni riescono a compensare

le loro difficoltà, ma persiste il deficit attentivo• In età adolescenziale e adulta rimangono

difficoltà sociali, professionali dovute all’impulsività e alle scarse abilità organizzative

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IL DDAI NON “PASSA” CON LA CRESCITA MA CI SONO ALCUNI INDICI CHE AIUTANO A PREDIRE

GLI ESITI FUTURI

•familiarità

•comorbidità

•ambiente familiare e scolastico (ordinato e prevedibile)

•atteggiamento di insegnanti e genitori

•abilità cognitive di base

•interventi psico-educativi

...e il futuro?

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Lo studente DDAILo studente DDAIA parole

• Stimano adeguato impegno

• Risultati migliori di quelli dei compagni

• Conoscenza adeguata delle strategie di studio (rilettura, appunti, schemi, guardare note e figure, ripetere con parole proprie...)

Nei fatti• Meno tempo

dedicato allo studio• Strategie: lettura

ripetuta e rapida, sottolineatura (alla prima lettura), ripetizione meccanica di parti sottolineate (o ricordate casualmente)

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Modello di V. Douglas Modello di V. Douglas (1983)(1983)

Caratteristiche di base:

•Effetto della ricompensa

•Investimento di attenzione / impegno

•Disinibizione

•Non modulazione delle risposte

Deficit secondari:

•Mancato sviluppo di schemi complessi (conoscenze, abilità, strategie)

•Motivazione intrinseca

•Controllo metacognitivo

ESPERIENZE DI INSUCCESSO

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Il trattamento multimodale

• Terapia farmacologica

• Parent Training

• Training autoregolativo per il bambino

• Training metacognitivo /

comportamentale a scuola

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PERCORSO A PERCORSO B PERCORSO A PERCORSO B PERCORSO CPERCORSO C

Bambini di età Bambini di età compresa tra 4/6 compresa tra 4/6

annianni

Bambini di età Bambini di età compresa tra compresa tra

6/8 anni6/8 anni

Bambini di età Bambini di età maggiore di 8 maggiore di 8

annianni

PARENT PARENT TRAININGTRAINING

P.T.P.T.P.T.P.T.

CONSULENZA CONSULENZA ALLA SCUOLA ALLA SCUOLA

C.I.C.I.

CONTROLLO CONTROLLO BAMBINO SU:BAMBINO SU:

A) Sintomi DDAIA) Sintomi DDAI

b) Stato degli b) Stato degli apprendimentiapprendimenti

P.T.P.T. C.I.C.I.

TrainingTraining

AutoregolativAutoregolativoo

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DDAI e Disturbi di ApprendimentoDDAI e Disturbi di Apprendimento

• DAS DDAI: Scarsi risultati a scuola inducono scarsa motivazione, quindi disattenzione e iperattività

• DDAI DAS: I sintomi del DDAI causano basse prestazioni scolastiche

• DDAI DAS: Esiste una comorbidità a causa di un generalizzato deficit neuropsicologico

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Disturbo Oppositivo Provocatorio• Spesso litiga con gli adulti

• È spesso dispettoso e vendicativo• Incolpa gli altri per i suoi errori o per il

suo cattivo comportamento • Sfida attivamente o si rifiuta di rispettare

le richieste o regole degli adulti • È spesso arrabbiato e rancoroso • È spesso suscettibile o facilmente irritato

dagli altri • Spesso va in collera • Irrita deliberatamente le persone

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Disturbo della Condotta• Dà inizio a colluttazioni fisiche• È stato fisicamente crudele con le persone• Ha rubato articoli di valore senza affrontare

la vittima • Ha deliberatamente distrutto proprietà altrui • Ha forzato qualcuno ad attività sessuali • Ha deliberatamente appiccato il fuoco con

l'intenzione di causare seri danni • Ha usato un'arma che può causare seri

danni fisici ad altri • .......................

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Famiglie di ragazzi con comportamenti antisociali

• Scarso controllo del comportamento del figlio

• Ricorso sistematico alle punizioni fisiche• Incoerenza nell’applicazione di regole• Scarse abilità di comunicazione• Rare manifestazioni di affetto• Problemi o psicopatologie nei genitori

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Disturbo d’Ansia Generalizzato

• Irrequietezza• Difficoltà di concentrazione o vuoti

di memoria• Irritabilità• Tensione muscolare• Alterazione del sonno

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Tipico DDAI?Ha difficoltà nel prendere decisioni X XXX

"Spara" le risposte prima che le domande siano state terminate

XXX

Ha difficoltà ad attendere il proprio turno XXX X

Fa il prepotente, minaccia, intimorisce gli altri X XX

Ha difficoltà a sviluppare relazioni con i coetanei XX XXX

Manifesta una grande stima di sè, enfatizzando le sue capacità

XX

Evidenzia un bisogno continuo di parlare (eloquio eccessivo)

X XX

Interrompe gli altri mentre sono impegnati in attività o in conversazioni

XXX

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Tipico DDAI?Non porta a termine i compiti scolastici XX XX

Sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente

XX XX

E' sbadato nelle attività quotidiane XXX XX

Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo

XXX X

E' vendicativo e porta rancore XX

E' disturbato dagli stimoli esterni XXX

Si nota mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie e interessi

XXX

Non riesce a prestare attenzione ai particolari XXX X

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Tipico DDAI?Litiga apertamente con gli adulti XX

Muove con irrequietezza mani e piedi e si dimena sulla sedia

XXX X

Sembra pensare sempre ad altro XX XX

E' facilmente distratto dagli stimoli estranei XXX X

Ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti fino alla fine

XXX XX

E' in difficoltà nel riconoscere o nell'identificarsi con i sentimenti altrui

XXX

Richiede continua ammirazione per ciò che fa XXX

Lascia spesso le cose in disordine XXX X

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Tipico DDAI?Accusa gli altri per i propri errori X XX

Non è in grado di utilizzare alcuni comportamenti non verbali dell'interazione

XXX

Raggira gli altri per ottenere favori XXX

Si dimostra irrequieto di fronte a situazioni o compiti nuovi

XXX

Perde e/o dimentica gli oggetti necessari per i compiti o le attività

XXX X

E' riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo protratto

XXX X

Crede di essere speciale ed unico XX

Oscilla tra vissuti di inadeguatezza ad altri di eccessiva stima delle proprie capacità

X XXX

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Tipico DDAI?Ha una persistente riluttanza o rifiuto ad andare a scuola

XX

E' spesso irritabile e affaticabile XX XX

Ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti o nelle attività quotidiane

XXX XX

E' intollerante di fronte ai "no" e alle frustrazioni XX XX

Si alza dal proprio posto, quando non è appropriato, sia a casa che a scuola

XXX X

Passa da un gioco all'altro senza soffermarsi su nessuno

XXX X

Chiede insistentemente le cose anche se gli vengono negate

XXX X

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Tipico DDAI?

E' sensibile alle gratificazioni sia verbali che materiali

XXX X

Ha un rendimento scolastico da sempre insufficiente

XX

Sfida e irrita deliberatamente le persone XX

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Cos’è l’attenzione?

Attenzione selettiva: selezionare stimoli importanti, ignorare informazioni irrilevanti

Attenzione focalizzata: concentrarsi su un compito

Attenzione mantenuta: mantenersi vigili per un periodo prolungato di tempo

Attenzione divisa: seguire contemporaneamente due attività

Shift di attenzione: modificare rapidamente il proprio set cognitivo per un nuovo compito

Esiste un solo tipo di attenzione?

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Alcune idee per catturare l’attenzione

• Porre una domanda interessante mostrando una figura o raccontando una breve storia

• Essere un po’ attori aggiungendo humor

• Usare una dose di mistero alle spiegazioni usando oggetti dove viene “nascosto” il concetto

• Variare il tono (grida - sussurra)

• Dare chiari segnali “ora aprite bene le orecchie”

• Usare gessi colorati

• Creare aspettativa verso la lezione

• Usare molto spesso il contatto oculare

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Altre idee per catturare l’attenzione• Usare molti supporti visivi: parole chiave colorate,

schemi, oggetti, gesti• Illustrare, illustrare, illustrare….anche se le proprie

abilità grafiche non sono eccellenti• Aggiungere note scritte alla spiegazione orale• Pianificare attività preparatorie alla lettura per la

comprensione del testo: analizzare le figure, dare veloce scorsa ai titoli e paragrafi, indovinare gli argomenti del brano, recuperare proprie conoscenze, discutere il contenuto del testo, monitorare la comprensione

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Alcuni suggerimenti per focalizzare l’attenzione

• Essere sempre visibili a tutti

• Assicurarsi che la voce sia sentita da tutti

• Controllare le fonti di rumore

• Far sedere gli alunni disattenti in posti visibili e raggiungibili

• Dare istruzioni brevi e semplici

• Far ripetere le istruzioni

• Usare frequenti esemplificazioni e dimostrazioni pratiche

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Altre idee per mantenere l’attenzione

• Muoversi in classe per essere visibili• Evitare tempi vuoti • Definire con chiarezza i tempi di lavoro• Utilizzare domande aperte che lascino spazio a

risposte diverse • Ridurre il tempo della spiegazione orale e aumentare

quello per le discussioni e dimostrazioni pratiche• Fare piccoli gruppi di lavoro• Usare il nome degli alunni disattenti per richiamarli• Creare situazioni di gioco per le spiegazioni

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Il trattamento multimodale

• Terapia farmacologica

• Parent Training

• Training autoregolativo per il bambino

• Training metacognitivo /

comportamentale a scuola

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ALCUNI PENSIERI DEGLI ADULTI...

• Questo bambino compie azioni negative intenzionalmente…

• si comporta così solo per attirare l’attenzione…• è tutta colpa mia se lui si comporta male…• quando sarà grande passerà sicuramente tanti guai…• non serve che io gli insegni come deve comportarsi…• ho già provato di tutto...

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ALCUNI COMPORTAMENTI DEGLI ADULTI...

• Do comandi vaghi: fa il bravo, piantala…• do comandi in forma interrogativa: ti dispiace

mettere via i tuoi giochi?• do troppi comandi contemporaneamente• ripeto gli stessi comandi e non faccio seguire delle

conseguenze• minaccio ripetutamente senza applicare alcuna

conseguenza• non presto particolare attenzione ai comportamenti

positivi

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ALCUNI COMPORTAMENTI POSITIVI

• I comandi devono essere brevi, semplici e specifici• è necessario prestare molta attenzione ai comportamenti

positivi• la gratificazione va data in modo ampio e subito dopo l’azione

del bambino• bisogna ignorare i comportamenti lievemente negativi• non bisogna perdere il controllo del ragazzo• è necessario essere da modello e supporto per risolvere i

problemi• bisogna essere coerenti nelle gratificazioni e nei contratti

comportamentali• è importante stabilire e far rispettare delle regole di

comportamento: poche, comprensibili e accettate

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Punti di forza e di debolezza• Forza

– è bravo nello sport– è pronto nei giochi di

velocità– è intuitivo– è socievole– è affettuoso– si preoccupa per i

familiari– partecipa alle attività di

gruppo– è generoso– ha inventiva

• Debolezza– è distratto

– interrompe gli altri

– è disubbidiente

– non sta “mai” fermo

– è frettoloso

– è disorganizzato

– disturba i compagni

– non rispetta le regole

– non svolge i compiti

– è incostante

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Training autoregolativo per il bambino

• Tecniche di problem-solving (le 5 fasi)

• Autoistruzioni (dialogo interiorizzato)

• Auto-attribuzione

• Autovalutazione

• Educazione emotiva

• Abilità interpersonali

• Controllo di rabbia e frustrazione

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Il bambino visto dalla scuola: una caso prototipico

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L’intervento a scuola per il L’intervento a scuola per il DDAIDDAI

1. Predisporre un ambiente facilitante

2. Gestione delle lezioni3. Gestione del comportamento4. Approccio metacognitivo5. La gestione dello stress

dell’insegnante

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Predisporre un ambiente facilitantePredisporre un ambiente facilitante

• Obiettivo: creare un ambiente prevedibile

– Le regole

– L’organizzazione della classe

– L’organizzazione dei tempi di lavoro

– L’organizzazione del materiale

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Esempi di routine nella classe

• ingresso in classe • disposizione in fila• inizio lezione • presentazione delle attività e i relativi

tempi di lavoro• pause concordate • attività ricreative stabilite a priori • dettatura dei compiti ad orario stabilito• routine di saluto

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Il cartellone delle regoleIl cartellone delle regole

• Non si deve parlare senza aver alzato la mano per chiedere la parola

• Non si corre nei corridoi durante la ricreazione

• Per uscire bisogna essere in fila per due, ed essere tutti pronti

• Bisogna aver cura delle piante della classe

• ......

Quando vuoi parlare ricordati di alzare la mano

Cammina lentamente Preparati in fila al

suono della campana• || Usciamo tutti in fila per

due Ricordati di bagnare le

piante• .......

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Le regole devono essere proposizioni e non

divieti devono essere brevi, semplici e chiare devono descrivere le azioni in modo

operativo devono utilizzare simboli pittorici

colorati devono essere poche

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Disposizione della classe• Vedete il bambino?• E’ facilmente raggiungibile?• E’ favorito lo scambio di sguardo insegnante-

bambino?• Ha compagni a lui vicini?• Se sì, sono compagni tranquilli o piuttosto vivaci?• Se un bambino si alza per qualche motivo, quanti

bambini possono essere disturbati o coinvolti?• E’ corretta la posizione delle fonti di luce?• Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle

finestre?• Ogni bambino, quanti bambini osserva dal suo

posto?

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Facile Alla mia portata Difficile

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-------------------

Poco tempo

Tempo Medio

Molto tempo

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La gestione delle lezioniLa gestione delle lezioni

• Ritmo e tipologia

• Tutoring

• I compiti per casa

• Apprendimento cooperativo

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•Seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio della mattina

•Usare tempi di lavoro corretti, non troppo lunghi

•Presentare l’argomento in modo stimolante, con figure, audiovisivi, stimoli colorati, ponendo ai bambini degli interrogativi

•Ricordare che le domande rendono i bambini attivi, quindi più motivati, e che se fatte utilizzando i loro nomi catturano di certo la loro attenzione

•Strutturare il più possibile i compiti, rendendo esplicite le procedure utili per il loro svolgimento

•Usare un tono di voce variato, vivace

•Alternare compiti attivi, che richiedono al bambino di agire, e compiti passivi quali ad esempio l’ascolto di una spiegazione

•Favorire la partecipazione attiva, ma secondo le regole di comportamento condivise (es. alzare la mano, rispettare il proprio turno, non interrompere un compagno che parla,..)

Durante il tempo scolastico, anche le caratteristiche della lezione possono favorire, o sfavorire, il manifestarsi di una adeguata abilità di modulazione dell’attenzione.Come realizzare quindi una lezione efficace per tutti i bambini?

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Una lezione efficace per tutti i bambini

Ordine degli argomenti Tempi di lavoro Argomento stimolante (figure, audiovisivi e

tanti colori) Uso di domande Utilizzo dei nomi degli alunni Esplicitare le procedure Usare un tono di voce variato, vivace Alternare compiti attivi e passivi Favorire la partecipazione attiva (secondo le

regole di comportamento)

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E per il bambino con DDAI?

Accorciare i tempi di lavoro, quando possibile spezzettando con brevi pause un lavoro lungo

Ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli colorati, a “segnali” concordati con il bambino, sia verbali che gestuali o visivi (che possono indicare al bambino che il suo comportamento non è corretto, o al contrario che è quello che ci si aspetta da lui; che richiamino la sua attenzione o gli indichino il tipo di procedura da applicare, ecc…)

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La gestione del comportamentoLa gestione del comportamento

• Il monitoraggio

• L’osservazione e l’analisi funzionale del comportamento

• L’uso di gratificazioni e punizioni

• Il time-out

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Osservazione e analisi funzionale del comportamentoOsservazione e analisi funzionale del comportamento

• Fase 1:– Osservazione non strutturata per la creazione di un inventario di

comportamenti negativi che l’insegnante si proporrà di modificare

• Fase 2:– Selezione ed identificazione dei comportamenti oggetto

dell’osservazione (Si allontana dal posto, parla ad alta voce, non porta a termine il lavoro, si oppone a richieste verbali, aggredisce oggetti e compagni)

• Fase 3:– Costruzione di due griglie per l’osservazione strutturata che

analizzino i comportamenti al fine di identificare:• Antecedenti e conseguenze per ogni comportamento emesso• Frequenza e distribuzione di emissione dei comportamenti della giornata

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• Fase 4:– Riflessione sui dati raccolti al fine di ottenere

indicazioni su:• Probabili fattori scatenanti• Probabili fattori di rinforzo

• Fase 5:– Sviluppo dell’intervento allo scopo di:

• Anticipare il verificarsi di comportamenti problematici• Ridurre o eliminare le risposte dell’ambiente che

rinforzano l’emissione dei comportamenti problematici

• Fase 6:– Verifica dei risultati ottenuti mediante le stesse

griglie di osservazione

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Pre-osservazione dei comportamenti negativiPre-osservazione dei comportamenti negativi

Lunedì

..........................

..........................

..........................

Giovedì

..........................

..........................

..........................

Venerdì

..........................

..........................

..........................

Sabato

..........................

..........................

..........................

Martedì

..........................

..........................

..........................

Mercoledì

..........................

..........................

..........................

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Griglie di osservazioneGriglie di osservazioneComp. Problema

Antecedente Risposta ambientale

Conseguenze

Giorno 1 Giorno 2 Giorno 3 Giorno 4

1^ ora

2^ ora

3^ ora

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Per gratificare correttamente l’alunno Individuare azioni positive da gratificare più che

azioni negative da punire Definire operativamente l’azione oggetto di

gratificazione sistematica Non usare forme di falsa gratificazione Gratificare in modo coerente, sempre la stessa azione

e ogni volta che si manifesta Gratificare il bambino immediatamente Utilizzare eventi o oggetti o comportamenti che siano

effettivamente delle gratificazioni per il bambino Non gratificare involontariamente comportamenti

inadeguati Utilizzare per un tempo corretto lo stesso premio,

potendo contare su una serie di gratificazione diverse già individuate

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E’ possibile:

Gratificare azioni corrette già presenti nel patrimonio comportamentale del bambino ma messe in atto poco frequentemente

Far apprendere nuove sequenze comportamentali all’alunno scomponendolo in sotto-compiti e obiettivi parziali da gratificare progressivamente

Uitilizzare la gratificazione di azioni positive come tecnica di rafforzamento nell’attenuazione di comportamenti negativi

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Ignorare i comportamenti inadeguati può essere utile quando il bambino

protesta per ogni divieto in modo sproporzionato

è dispettoso con i coetanei piagnucola o si lamenta continua in piccole azioni di disturbo

(es. picchiettare la penna sul banco) cerca di attirare l’attenzione

dell’adulto, ad es. dicendo parolacce

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Il costo della risposta deve essere:

- Proporzionale all’azione inadeguata- Corredato da informazioni chiare circa il

comportamento del bambino- Controllabile nella sua applicazione- Comunicato in anticipo al bambino o

concordato con lui- Inevitabile e non flessibile nella sua

applicazione.

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La punizione, se necessaria, deve essere:

- Priva di aggressività- Psicologicamente neutra, e non tale da essere

un attacco alla persona- Immediata, per vincolarsi strettamente

all’azione ritenuta inadeguata- Proporzionale alla gravità dell’azione compiuta

dal bambino e non al grado di fastidio procurato da essa all’adulto

- Facilmente applicabile e inevitabile per il bambino

- Legata al comportamento inadeguato e con esso incompatibile

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L’approccio metacognitivoL’approccio metacognitivo

• Problem-solving

• Gestione delle emozioni

• Autostima

• Attribuzioni

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Pensieri irrazionali...Pensieri irrazionali...

• Doverizzazioni• Intolleranza• Valutazioni globali su se stessi e

gli altri• Pensieri catastrofizzanti• Indispensabilità, bisogni assoluti

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ANALISI DEL PROBLEMA

1. Qual è il problema: su quale comportamento intendo lavorare?

2. COME si accentua --------------------------diminuisce il comportamento problematico?

3. QUANDO si accentua ----------------------diminuisce il comportamento problematico?

4. DOVE si accentua ---------------------------diminuisce il comportamento problematico?

5. CON CHI si accentua -----------------------diminuisce il comportamento problematico?

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ANALISI DEL PROBLEMA

6. Cosa succede DOPO che il comportamento problematico è stato messo in atto dal bambino?

7. Cosa fanno gli altri? Cosa fa lui?8. Cosa potrei fare se paradossalmente volessi peggiorare

il comportamento-problema? 9. Descrizione delle tentate soluzioni 10.Descrizione delle strategie efficaci11.Ipotesi sul valore funzionale

• Attenzione/Ricompensa tangibile• Evitamento o fuga• Stimolazione

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PROBLEMI DI COMPORTAMENTO NELLA SCUOLA E MODELLI

D’INTERVENTOLa Terapia Breve Strategica

Disturbo da deficit di attenzione con iperattivitàDisturbo oppositivo - provocatorioMutismo elettivoDisturbo di evitamentoConflitto, ostilità e litigi tra due o più allievi

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SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI

a) RICHIESTA DIRETTA DI CESSAZIONE DEI COMPORTAMENTI DISTURBANTI CON:

spiegazioni a scopo persuasorio;richiami, rimproveri, punizioni varie;aumento delle attenzioni in generale, con interventi di coinvolgimento in attività e giochi;ignoramento (non sistematico).

b) CREAZIONE DEL CASO:colloqui frequenti con genitori e tecnici (psicologi, psichiatri, pedagogisti, ecc.).

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SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO

a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMAlivelli, inappropriati per l’età, di distraibilità, impulsività e iperattività

b) SOLUZIONI TENTATErichieste dirette di cessazione dei comportamenti disturbanticreazione del caso

c) STRATEGIE E TECNICHEristrutturazione con connotazione positivaprescrizione comportamentaleposizione complementaretecnica del “come se”

d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMAnel caso di pochi risultati si continua ad applicare le strategie e le tecnichesi continua con l’applicazione del “come se”rinforzo dei comportamenti adeguatimetafora

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SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI

a) RICHIESTE E SPINTE AD ADEGUARSI ALLE REGOLE ED ALL’AUTORITA’ :

richieste motivate con spiegazioni razionali;richiami e rimproveri con accuse sulla natura trasgressiva;dichiarazioni di proibizioni che non vengono messe in atto in modo sistematico;punizioni varie.

b) LAMENTELE E RICHIESTA DI AIUTO AGLI ALTRI

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SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO

a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMAcomportamento ostile e provocatorio

b) SOLUZIONI TENTATErichieste e spinte ad adeguarsilamentele (da parte dell’insegnante) e richieste di aiuto ad altre persone (tecnici, famiglia, ecc)

c) STRATEGIE E TECNICHEdichiarazione d’impotenza con posizione complementaretecnica della monetina o del bacio sul nasopiccoli sabotaggi

d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMAposizione dei Dorzèrichiesta di aiuto

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SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO

a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMArifiuto persistente di parlare in una o più delle principali situazioni sociali, più comunemente nella scuola

b) SOLUZIONI TENTATErichieste dirette a parlarerichieste di spiegazioni sul perché del silenzioaumento delle attenzionicreazione del “caso”

c) STRATEGIE E TECNICHEpiccole frustrazioni attraverso errori sistematicitecnica del “come se”

d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMArinforzi dei comportamenti adeguatitecnica del gioco “vero o falso”

Barbara
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SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI

a) SPINTE ALLA PARTECIPAZIONE CON:spinte alla partecipazione di attività;richieste di spiegazioni delle cause dell’isolamento;organizzazione di attività che possono interessarlo;tentativi vari di coinvolgimento (investitura di incarichi e ruoli particolari, assistente, conduttore, ecc.);aumento in generale delle attenzioni.

b) CREAZIONE DEL CASO CON:colloqui con i genitori, pedagogisti, psicologi, ecc.

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SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO

a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMAeccessivo ritiro dal contatto con le persone non familiari, di sufficiente gravità da interferire col funzionamento sociale nelle relazioni tra i coetanei

b) SOLUZIONI TENTATEspinte alla partecipazione attiva della vita scolasticacoinvolgimento nelle attivitàcreazione del “caso”

c) STRATEGIE E TECNICHEristrutturazione con prescrizione paradossaletecnica del “come se”

d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMAmetaforaproseguimento del “come se”

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SCHEDA RIASSUNTIVA DELLE TENTATE SOLUZIONI

a) SPINTE DEL “PACIERE” AD INTERROMPERE IL CONFLITTO:

spinte al ragionamento;richieste di spiegazioni delle cause del conflitto;organizzazione di attività che possono distrarre i protagonisti;aumento in generale delle attenzioni.

b) IGNORAMENTOc) PROIBIZIONI E PUNIZIONI

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SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO

a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMAconflitti e ostilità tra due o più allievi che si fronteggiano, si scontrano e litigano, creando tensioni e scompigli nel gruppo

b) SOLUZIONI TENTATErichieste di cessazione dei comportamenti attraverso spiegazioni “ragionevoli”

c) STRATEGIE E TECNICHEristrutturazione del ruolo di negoziatore “ragionevole”tecnica dell’attenzione nascosta

d) RIDEFINIZIONI DEL PROBLEMArinforzo dei comportamenti adeguati e ignoramento sistematico di quelli disturbanti

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SCHEMA RIASSUNTIVO DEL PROTOCOLLO D’INTERVENTO

a) DEFINIZIONE DEL PROBLEMAproduzione linguistica di tipo scurrile in classe e nei momenti di lezione

b) SOLUZIONI TENTATErichieste di cessazione dei comportamenti attraverso spiegazioni “ragionevoli”

c) STRATEGIE E TECNICHEristrutturazione con connotazione positivaprescrizione comportamentale