Il disastro del lavoro

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U LA CRISI I PROBLEMI E I RIMEDI 55,3% gli occupati La percentuale italiana di chi ha lavoro è bassa rispetto alla media dell’Unione europea Il disastro del lavoro Spariti 478 mila posti I disoccupati sono 3,2 milioni, fra i giovani il tasso cresce al 42,4% Il 2013 del lavoro è stato un disastro e anche l’avvio del 2014 porta solo cattive noti- zie: la ripresa non si vede. I numeri diffusi ieri dall’Istat dicono che l’anno scorso è stato perso quasi mezzo mi- lione di posti di lavoro, si è re- gistrata una media mensile di 3,1 milioni di disoccupati e la quota di senza lavoro fra i giovani al Sud ha superato il 50%. Nessuna inversione di tendenza a gennaio 2014 con il numero dei disoccupati che cresce a 3,3 milioni. Il record dal 1977 Il tasso della disoccupazione a gennaio ha toccato il massimo da quando si registrano le se- rie storiche mensili (2004) e le serie trimestrali (1977): ades- so siamo al 12,9% in crescita di 0,2 punti su dicembre e di 1,1 punti su gennaio 2013. I disoccupati conteggiati nel mese sono 3.293.000, più che raddoppiati rispetto a gennaio 2007 (1.513.000) quando la crisi non era anco- ra cominciata. Quanto al tas- so di occupazione (cioè la percentuale degli occupati) scende al 55,3%, un numero basso rispetto alla media eu- ropea. Fra i giovani la disoc- cupazione vola al 42,4%. Il 2013 l’anno peggiore L’anno scorso gli occupati so- no diminuiti di 478.000 unità rispetto al 2012 (-2,1%), un da- to peggiore anche di quello del 2009 che finora risultava il momento più nero della crisi. E’ Calata soprattutto l’occu- pazione maschile (-350.000) mentre l’occupazione femmi- nile è scesa dell’1,4% (-128.000 unità). Fra il 2008 e il 2013 l’economia italiana ha perso quasi un milione di posti di la- voro (984.000). Al lavoro sempre più vecchi Nel 2013 il calo degli occupati è dovuto soprattutto al crollo dell’occupazione giovanile (482.000 occupati in meno tra i 15 e i 34 anni) e della fascia centrale (-235.000 unità tra i 35 e i 49 anni) mentre la fascia più anziana guadagna terreno (+239.000 gli over 50). Il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni arriva al 40% con un picco del 51,6% nel Sud (e del 53,7% le giovani donne nel Mezzogiorno). Industria e costruzioni Nel 2012 l’occupazione nell’in- dustria in senso stretto dimi- nuisce di 89.000 unità (-1,9%). Si accentua la flessione nelle costruzioni (-163.000 unità pari a un -9,3%). I posti di lavo- ro si riducono anche nel ter- ziario (-1,2% cioè 191.000 unità in meno) con cali soprattutto nella pubblica amministrazio- ne e nel commercio. Gli scoraggiati Crescono in maniera sostenu- ta (+11,6%) coloro che rinun- ciano a cercare lavoro perché pensano di non trovarlo (i co- siddetti scoraggiati) arrivati in cifre assolute a 1.790.000. L’in- cidenza della disoccupazione di lunga durata (12 mesi) sale al 56,4 per cento nel 2013. Inflazione a gennaio -0,1% Ieri l’Istat ha dato anche i nume- ri dell’inflazione, che purtroppo vanno nello stesso senso di quelli dell’occupazione, cioè ci dicono che la crisi è grave e non è finita. A febbraio l’inflazione su base annua frena in maniera ancora più decisa del recente passato: l’indice dei prezzi risul- ta in crescita di appena lo 0,5% (da paragonare con lo 0,7%, di gennaio). È il valore più basso da ottobre 2009. Su base mensi- le, cioè nel confronto fra genna- io e febbraio 2014, l’indice è ad- dirittura in calo (-0,1%) e questo rafforza il timore della deflazio- ne. Di solito un calo dei prezzi è una buona notizia ma non lo è per niente se è dovuto al regres- so generale dei consumi; e pur- troppo è questo il caso dell’Ita- lia nel 2014. È un circolo vizioso: meno consumi, meno crescita, meno consumi eccetera. L’Istat sottolinea la diminuzione men- sile dell’indice dei prezzi dei ve- getali freschi (-4,6%) e della frutta fresca (-1,0%). In discesa anche i carburanti: dalla benzi- na (-0,5% su gennaio e -3,6% sul- l’anno) al gasolio per i mezzi di trasporto (-0,6% sul mese e -3,4% in termini tendenziali). LUIGI GRASSIA 12,9% i senza impiego La quota è la più alta da quando si registrano le serie storiche mensili e trimestrali, cioè dal 1977 ANSA Una manifestazione di disoccupati L’occupazione negli ultimi governi Occupati mensili, dati destagionalizzati, valori in migliaia Fonte: Elaborazione -La Stampa su dati Istat - LA STAMPA 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Prodi Berlusconi Monti Letta -386 mila +541 mila 22.965 22.423 -164 mila 21.600 21.800 22.000 22.200 22.400 22.600 22.800 23.000 23.200 23.400 23.600 23.800 23.395 22.975 22.472 23.009 23.516 -493 mila 22.259 La sofferenza del Nord Est I l Nord Est d’Italia è stato per generazioni una zona de- pressa e di emigrazione non troppo diversa dal Sud, ma alla fine del secolo scorso aveva vissuto un grande boom economico che a sua volta aveva portato alla piena occupa- zione. Adesso la crisi ha spazzato via un po’ di quel sogno. Il grafico qui sopra mostra che nel 2008 il Triveneto offriva 5 milioni e 123 mila posti di lavoro, nel 2012 5 milioni e 87 mila, nel 2013 solo 4 milioni e 997 mila. Fra il 2009 e il 2010 c’è stata una parziale ripresa seguita da un altro tonfo. Nel confronto fra il 2008 (cioè al primo anno della grande crisi) e il 2013 la perdita è stata di 126 mila impieghi e in un solo anno (fra il 2012 e il 2013) la caduta è stata di 91 mila. Il Nord Est ha perso meno di altre zone d’Italia, ma è in regresso. Occupati nel Nord Est e posti persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012 Valori in migliaia IL TRIVENETO 2008 2009 2010 2011 2012 2013 -126 (-2,5%) -126 (-2,5%) -126 (-2,5%) Fonte: La Stampa su dati Istat 5.123 5.042 5.032 5.091 5.087 -91 (-1,8%) -91 (-1,8%) -91 (-1,8%) 4.997 Occupati persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012 4900 4962,5 5025 5087,5 Dramma infinito nel Mezzogiorno Q uella del lavoro Sud è un problema cronico che con la recessione è peggiorato all’inverosimile. Il grafico mostra che nel 2008 il Mezzogiorno aveva 6 milioni e 482 mila posti di lavoro, nel 2013 solo 5 milioni 899 mila con una perdita di 583 mila (cioè il 9% in meno, in una zona del- l’Italia già penalizzata in partenza). La transizione dal 2012 al 2013 è costata da sola 282 mila impieghi (con una perdita del 4,6%). A prescindere dal grafico, nei numeri dell’Istat si legge che nella media nazionale del 2013 il tasso di disoccu- pazione italiano è stato pari al 12,2% ma nel Mezzogiorno ha raggiunto il 19,7% (per fare un confronto: nel Nord è stato contenuto all’8,4% e nelle regioni del Centro al 10,9%). In Calabria i disoccupati sono il 22,2% e in Campania il 21,5%. Occupati nel Mezzogiorno e posti persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012 - Valori in migliaia IL SUD 2008 2009 2010 2011 2012 2013 -583 (-9%) -583 (-9%) -583 (-9%) Fonte: La Stampa su dati Istat 5.600 5.850 6.100 6.350 6.482 6.288 6.201 6.216 6.180 -282 (-4,6%) -282 (-4,6%) -282 (-4,6%) 5.899 Occupati persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012 Meno stranieri È la prima volta A nche nei momenti peggiori della crisi, quando i posti di lavoro diminuivano per gli italiani, l’occupazione è cresciuta fra gli immigrati. Questo per due motivi: perché i famosi posti di lavoro rifiutati dagli italiani ma ap- petibili dagli stranieri poveri continuavano a esserci, ed era necessario che qualcuno li coprisse; e perché gli immigrati, soprattutto in alcune specifiche comunità nazionali, hanno manifestato una spiccata propensione all’impresa, creando aziende a getto continuo. Ma alla fine persino loro, gli stra- nieri in Italia, hanno dovuto gettare la spugna, e come si vede dal grafico nel secondo e terzo trimestre del 2013 l’in- cremento dei loro posti di lavoro si è quasi azzerato e nel quarto trimestre la variazione è stata addirittura negativa. Variazione degli occupati stranieri alle dipendenze rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente GLI IMMIGRATI Fonte: La Stampa su dati Istat 300.000 200.000 100.000 -100.000 0 -55.478 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

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Page 1: Il disastro del lavoro

4 .Primo Piano .LA STAMPA

SABATO 1 MARZO 2014

U

LACRISII PROBLEMIE IRIMEDI 55,3%

gli occupatiLa percentuale italiana

di chi ha lavoroè bassa rispetto alla media

dell’Unioneeuropea

Il disastrodel lavoroSpariti 478milapostiIdisoccupatisono3,2milioni, fra igiovani il tassocresceal42,4%

Il 2013 del lavoro è stato undisastro e anche l’avvio del2014 porta solo cattive noti-zie: la ripresa non si vede. Inumeri diffusi ieri dall’Istatdicono che l’anno scorso èstato perso quasi mezzo mi-lione di posti di lavoro, si è re-gistrata una media mensiledi 3,1 milioni di disoccupati ela quota di senza lavoro fra igiovani al Sud ha superato il50%. Nessuna inversione ditendenza a gennaio 2014 conil numero dei disoccupatiche cresce a 3,3 milioni.

Il record dal 1977Il tasso della disoccupazione agennaio ha toccato ilmassimoda quando si registrano le se-rie storichemensili (2004) e leserie trimestrali (1977): ades-so siamoal 12,9% in crescita di0,2 punti su dicembre e di 1,1punti su gennaio 2013.I disoccupati conteggiati

nel mese sono 3.293.000, piùche raddoppiati rispetto agennaio 2007 (1.513.000)quando la crisi non era anco-ra cominciata. Quanto al tas-so di occupazione (cioè lapercentuale degli occupati)scende al 55,3%, un numerobasso rispetto alla media eu-ropea. Fra i giovani la disoc-cupazione vola al 42,4%.

Il 2013 l’anno peggioreL’anno scorso gli occupati so-no diminuiti di 478.000 unitàrispetto al 2012 (-2,1%), un da-to peggiore anche di quellodel 2009che finorarisultava ilmomento più nero della crisi.E’ Calata soprattutto l’occu-pazione maschile (-350.000)mentre l’occupazione femmi-nile è scesa dell’1,4% (-128.000unità). Fra il 2008 e il 2013l’economia italiana ha persoquasi unmilione di posti di la-voro (984.000).

Al lavoro sempre più vecchiNel 2013 il calo degli occupati èdovuto soprattutto al crollodell’occupazione giovanile(482.000 occupati in meno trai 15 e i 34 anni) e della fasciacentrale (-235.000 unità tra i35 e i 49 anni) mentre la fasciapiù anziana guadagna terreno(+239.000 gli over 50). Il tassodi disoccupazione giovaniletra i 15 e i 24 anni arriva al 40%con un picco del 51,6% nel Sud(e del 53,7% le giovani donnenel Mezzogiorno).

Industria e costruzioniNel 2012 l’occupazione nell’in-dustria in senso stretto dimi-nuisce di 89.000 unità (-1,9%).Si accentua la flessione nellecostruzioni (-163.000 unitàpari a un -9,3%). I posti di lavo-ro si riducono anche nel ter-ziario (-1,2% cioè 191.000 unità

in meno) con cali soprattuttonella pubblica amministrazio-ne e nel commercio.

Gli scoraggiatiCrescono in maniera sostenu-ta (+11,6%) coloro che rinun-ciano a cercare lavoro perchépensano di non trovarlo (i co-siddetti scoraggiati) arrivati incifre assolute a 1.790.000. L’in-cidenza della disoccupazionedi lunga durata (12 mesi) saleal 56,4 per cento nel 2013.

Inflazione a gennaio -0,1%Ieri l’Istathadatoanche inume-ri dell’inflazione, che purtroppovanno nello stesso senso diquelli dell’occupazione, cioè cidicono che la crisi è grave e nonè finita. A febbraio l’inflazionesu base annua frena inmanieraancora più decisa del recentepassato: l’indicedeiprezzi risul-

ta in crescita di appena lo 0,5%(da paragonare con lo 0,7%, digennaio). È il valore più bassodaottobre2009.Subasemensi-le, cioè nel confronto fra genna-io e febbraio 2014, l’indice è ad-dirittura in calo (-0,1%) e questorafforza il timore della deflazio-ne. Di solito un calo dei prezzi èuna buona notizia ma non lo èperniente se èdovutoal regres-so generale dei consumi; e pur-troppo è questo il caso dell’Ita-lia nel 2014. È un circolo vizioso:meno consumi, meno crescita,meno consumi eccetera. L’Istatsottolinea la diminuzione men-sile dell’indice dei prezzi dei ve-getali freschi (-4,6%) e dellafrutta fresca (-1,0%). In discesaanche i carburanti: dalla benzi-na (-0,5%sugennaio e -3,6%sul-l’anno) al gasolio per i mezzi ditrasporto (-0,6% sul mese e-3,4% in termini tendenziali).

LUIGI GRASSIA

12,9%i senza impiego

La quota è la più altada quando si registrano

le serie storichemensili e trimestrali,

cioè dal 1977

ANSA

Una manifestazione di disoccupati

L’occupazione negli ultimi governiOccupati mensili, dati destagionalizzati, valori in migliaia

Fonte: Elaborazione -La Stampa su dati Istat- LA STAMPA

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

Prodi Berlusconi Monti Letta

-386 mila+541 m

ila

22.965

22.423

-164mila

21.600

21.800

22.000

22.200

22.400

22.600

22.800

23.000

23.200

23.400

23.600

23.80023.395

22.975

22.472

23.009

23.516

-493 mila

22.259

La sofferenzadelNordEst

Il Nord Est d’Italia è stato per generazioni una zona de-pressa e di emigrazione non troppo diversa dal Sud, maalla fine del secolo scorso aveva vissuto un grande boom

economico che a sua volta aveva portato alla piena occupa-zione. Adesso la crisi ha spazzato via un po’ di quel sogno. Ilgrafico qui sopra mostra che nel 2008 il Triveneto offriva 5milioni e 123 mila posti di lavoro, nel 2012 5 milioni e 87 mila,nel 2013 solo 4 milioni e 997 mila. Fra il 2009 e il 2010 c’èstata una parziale ripresa seguita da un altro tonfo. Nelconfronto fra il 2008 (cioè al primo anno della grande crisi) eil 2013 la perdita è stata di 126 mila impieghi e in un solo anno(fra il 2012 e il 2013) la caduta è stata di 91 mila. Il Nord Estha perso meno di altre zone d’Italia, ma è in regresso.

Occupati nel Nord Est e posti persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012Valori in migliaia

IL TRIVENETO

2008 2009 2010 2011 2012 2013

-126(-2,5%)

-126(-2,5%)

-126(-2,5%)

Fonte: La Stampa su dati Istat

5.123 5.042 5.032 5.091 5.087

-91(-1,8%)

-91(-1,8%)

-91(-1,8%)

4.997

Occupati persi nel 2013rispetto al 2008 e al 2012

4900

4962,5

5025

5087,5

Dramma infinitonelMezzogiorno

Quella del lavoro Sud è un problema cronico che con larecessione è peggiorato all’inverosimile. Il graficomostra che nel 2008 il Mezzogiorno aveva 6 milioni e

482 mila posti di lavoro, nel 2013 solo 5 milioni 899 mila conuna perdita di 583 mila (cioè il 9% in meno, in una zona del-l’Italia già penalizzata in partenza). La transizione dal 2012al 2013 è costata da sola 282 mila impieghi (con una perditadel 4,6%). A prescindere dal grafico, nei numeri dell’Istat silegge che nella media nazionale del 2013 il tasso di disoccu-pazione italiano è stato pari al 12,2%ma nel Mezzogiorno haraggiunto il 19,7% (per fare un confronto: nel Nord è statocontenuto all’8,4% e nelle regioni del Centro al 10,9%). InCalabria i disoccupati sono il 22,2% e in Campania il 21,5%.

Occupati nel Mezzogiorno e posti persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012 -Valori in migliaia

IL SUD

2008 2009 2010 2011 2012 2013

-583(-9%)-583(-9%)-583(-9%)

Fonte: La Stampa su dati Istat

5.600

5.850

6.100

6.350

6.482 6.288 6.201 6.216 6.180

-282(-4,6%)

-282(-4,6%)

-282(-4,6%)

5.899

Occupati persi nel 2013rispetto al 2008 e al 2012

Meno stranieriÈ la primavolta

Anche nei momenti peggiori della crisi, quando i postidi lavoro diminuivano per gli italiani, l’occupazione ècresciuta fra gli immigrati. Questo per due motivi:

perché i famosi posti di lavoro rifiutati dagli italiani ma ap-petibili dagli stranieri poveri continuavano a esserci, ed eranecessario che qualcuno li coprisse; e perché gli immigrati,soprattutto in alcune specifiche comunità nazionali, hannomanifestato una spiccata propensione all’impresa, creandoaziende a getto continuo. Ma alla fine persino loro, gli stra-nieri in Italia, hanno dovuto gettare la spugna, e come sivede dal grafico nel secondo e terzo trimestre del 2013 l’in-cremento dei loro posti di lavoro si è quasi azzerato e nelquarto trimestre la variazione è stata addirittura negativa.

Variazione degli occupati stranieri alle dipendenze rispetto allo stesso trimestredell'anno precedente

GLI IMMIGRATI

Fonte: La Stampa su dati Istat

300.000

200.000

100.000

-100.000

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-55.478

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013