Il disastro del lavoro
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Transcript of Il disastro del lavoro
4 .Primo Piano .LA STAMPA
SABATO 1 MARZO 2014
U
LACRISII PROBLEMIE IRIMEDI 55,3%
gli occupatiLa percentuale italiana
di chi ha lavoroè bassa rispetto alla media
dell’Unioneeuropea
Il disastrodel lavoroSpariti 478milapostiIdisoccupatisono3,2milioni, fra igiovani il tassocresceal42,4%
Il 2013 del lavoro è stato undisastro e anche l’avvio del2014 porta solo cattive noti-zie: la ripresa non si vede. Inumeri diffusi ieri dall’Istatdicono che l’anno scorso èstato perso quasi mezzo mi-lione di posti di lavoro, si è re-gistrata una media mensiledi 3,1 milioni di disoccupati ela quota di senza lavoro fra igiovani al Sud ha superato il50%. Nessuna inversione ditendenza a gennaio 2014 conil numero dei disoccupatiche cresce a 3,3 milioni.
Il record dal 1977Il tasso della disoccupazione agennaio ha toccato ilmassimoda quando si registrano le se-rie storichemensili (2004) e leserie trimestrali (1977): ades-so siamoal 12,9% in crescita di0,2 punti su dicembre e di 1,1punti su gennaio 2013.I disoccupati conteggiati
nel mese sono 3.293.000, piùche raddoppiati rispetto agennaio 2007 (1.513.000)quando la crisi non era anco-ra cominciata. Quanto al tas-so di occupazione (cioè lapercentuale degli occupati)scende al 55,3%, un numerobasso rispetto alla media eu-ropea. Fra i giovani la disoc-cupazione vola al 42,4%.
Il 2013 l’anno peggioreL’anno scorso gli occupati so-no diminuiti di 478.000 unitàrispetto al 2012 (-2,1%), un da-to peggiore anche di quellodel 2009che finorarisultava ilmomento più nero della crisi.E’ Calata soprattutto l’occu-pazione maschile (-350.000)mentre l’occupazione femmi-nile è scesa dell’1,4% (-128.000unità). Fra il 2008 e il 2013l’economia italiana ha persoquasi unmilione di posti di la-voro (984.000).
Al lavoro sempre più vecchiNel 2013 il calo degli occupati èdovuto soprattutto al crollodell’occupazione giovanile(482.000 occupati in meno trai 15 e i 34 anni) e della fasciacentrale (-235.000 unità tra i35 e i 49 anni) mentre la fasciapiù anziana guadagna terreno(+239.000 gli over 50). Il tassodi disoccupazione giovaniletra i 15 e i 24 anni arriva al 40%con un picco del 51,6% nel Sud(e del 53,7% le giovani donnenel Mezzogiorno).
Industria e costruzioniNel 2012 l’occupazione nell’in-dustria in senso stretto dimi-nuisce di 89.000 unità (-1,9%).Si accentua la flessione nellecostruzioni (-163.000 unitàpari a un -9,3%). I posti di lavo-ro si riducono anche nel ter-ziario (-1,2% cioè 191.000 unità
in meno) con cali soprattuttonella pubblica amministrazio-ne e nel commercio.
Gli scoraggiatiCrescono in maniera sostenu-ta (+11,6%) coloro che rinun-ciano a cercare lavoro perchépensano di non trovarlo (i co-siddetti scoraggiati) arrivati incifre assolute a 1.790.000. L’in-cidenza della disoccupazionedi lunga durata (12 mesi) saleal 56,4 per cento nel 2013.
Inflazione a gennaio -0,1%Ieri l’Istathadatoanche inume-ri dell’inflazione, che purtroppovanno nello stesso senso diquelli dell’occupazione, cioè cidicono che la crisi è grave e nonè finita. A febbraio l’inflazionesu base annua frena inmanieraancora più decisa del recentepassato: l’indicedeiprezzi risul-
ta in crescita di appena lo 0,5%(da paragonare con lo 0,7%, digennaio). È il valore più bassodaottobre2009.Subasemensi-le, cioè nel confronto fra genna-io e febbraio 2014, l’indice è ad-dirittura in calo (-0,1%) e questorafforza il timore della deflazio-ne. Di solito un calo dei prezzi èuna buona notizia ma non lo èperniente se èdovutoal regres-so generale dei consumi; e pur-troppo è questo il caso dell’Ita-lia nel 2014. È un circolo vizioso:meno consumi, meno crescita,meno consumi eccetera. L’Istatsottolinea la diminuzione men-sile dell’indice dei prezzi dei ve-getali freschi (-4,6%) e dellafrutta fresca (-1,0%). In discesaanche i carburanti: dalla benzi-na (-0,5%sugennaio e -3,6%sul-l’anno) al gasolio per i mezzi ditrasporto (-0,6% sul mese e-3,4% in termini tendenziali).
LUIGI GRASSIA
12,9%i senza impiego
La quota è la più altada quando si registrano
le serie storichemensili e trimestrali,
cioè dal 1977
ANSA
Una manifestazione di disoccupati
L’occupazione negli ultimi governiOccupati mensili, dati destagionalizzati, valori in migliaia
Fonte: Elaborazione -La Stampa su dati Istat- LA STAMPA
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Prodi Berlusconi Monti Letta
-386 mila+541 m
ila
22.965
22.423
-164mila
21.600
21.800
22.000
22.200
22.400
22.600
22.800
23.000
23.200
23.400
23.600
23.80023.395
22.975
22.472
23.009
23.516
-493 mila
22.259
La sofferenzadelNordEst
Il Nord Est d’Italia è stato per generazioni una zona de-pressa e di emigrazione non troppo diversa dal Sud, maalla fine del secolo scorso aveva vissuto un grande boom
economico che a sua volta aveva portato alla piena occupa-zione. Adesso la crisi ha spazzato via un po’ di quel sogno. Ilgrafico qui sopra mostra che nel 2008 il Triveneto offriva 5milioni e 123 mila posti di lavoro, nel 2012 5 milioni e 87 mila,nel 2013 solo 4 milioni e 997 mila. Fra il 2009 e il 2010 c’èstata una parziale ripresa seguita da un altro tonfo. Nelconfronto fra il 2008 (cioè al primo anno della grande crisi) eil 2013 la perdita è stata di 126 mila impieghi e in un solo anno(fra il 2012 e il 2013) la caduta è stata di 91 mila. Il Nord Estha perso meno di altre zone d’Italia, ma è in regresso.
Occupati nel Nord Est e posti persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012Valori in migliaia
IL TRIVENETO
2008 2009 2010 2011 2012 2013
-126(-2,5%)
-126(-2,5%)
-126(-2,5%)
Fonte: La Stampa su dati Istat
5.123 5.042 5.032 5.091 5.087
-91(-1,8%)
-91(-1,8%)
-91(-1,8%)
4.997
Occupati persi nel 2013rispetto al 2008 e al 2012
4900
4962,5
5025
5087,5
Dramma infinitonelMezzogiorno
Quella del lavoro Sud è un problema cronico che con larecessione è peggiorato all’inverosimile. Il graficomostra che nel 2008 il Mezzogiorno aveva 6 milioni e
482 mila posti di lavoro, nel 2013 solo 5 milioni 899 mila conuna perdita di 583 mila (cioè il 9% in meno, in una zona del-l’Italia già penalizzata in partenza). La transizione dal 2012al 2013 è costata da sola 282 mila impieghi (con una perditadel 4,6%). A prescindere dal grafico, nei numeri dell’Istat silegge che nella media nazionale del 2013 il tasso di disoccu-pazione italiano è stato pari al 12,2%ma nel Mezzogiorno haraggiunto il 19,7% (per fare un confronto: nel Nord è statocontenuto all’8,4% e nelle regioni del Centro al 10,9%). InCalabria i disoccupati sono il 22,2% e in Campania il 21,5%.
Occupati nel Mezzogiorno e posti persi nel 2013 rispetto al 2008 e al 2012 -Valori in migliaia
IL SUD
2008 2009 2010 2011 2012 2013
-583(-9%)-583(-9%)-583(-9%)
Fonte: La Stampa su dati Istat
5.600
5.850
6.100
6.350
6.482 6.288 6.201 6.216 6.180
-282(-4,6%)
-282(-4,6%)
-282(-4,6%)
5.899
Occupati persi nel 2013rispetto al 2008 e al 2012
Meno stranieriÈ la primavolta
Anche nei momenti peggiori della crisi, quando i postidi lavoro diminuivano per gli italiani, l’occupazione ècresciuta fra gli immigrati. Questo per due motivi:
perché i famosi posti di lavoro rifiutati dagli italiani ma ap-petibili dagli stranieri poveri continuavano a esserci, ed eranecessario che qualcuno li coprisse; e perché gli immigrati,soprattutto in alcune specifiche comunità nazionali, hannomanifestato una spiccata propensione all’impresa, creandoaziende a getto continuo. Ma alla fine persino loro, gli stra-nieri in Italia, hanno dovuto gettare la spugna, e come sivede dal grafico nel secondo e terzo trimestre del 2013 l’in-cremento dei loro posti di lavoro si è quasi azzerato e nelquarto trimestre la variazione è stata addirittura negativa.
Variazione degli occupati stranieri alle dipendenze rispetto allo stesso trimestredell'anno precedente
GLI IMMIGRATI
Fonte: La Stampa su dati Istat
300.000
200.000
100.000
-100.000
0
-55.478
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013