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Page 1: IL DIRITTO AL CIBO, NON È UN OPTIONAL - eesc. file1 IL DIRITTO AL CIBO, NON È UN OPTIONAL Audizione pubblica sulla distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, 21.11.2011

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IL DIRITTO AL CIBO, NON È UN OPTIONAL

Audizione pubblica sulla distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, 21.11.2011

Il programma europeo per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, è nato nel 1987. L’oggeto di

questa breve audizione è questo programma.

L’Audizione che stiamo iniziando, è strettamente collegata al Parere – relatore Yives Somville - sulla

proposta della Commissione che modifica i Regg. 1290/2005 e 1234/2007

Non è un’audizione sulla povertà nell'Unione Europea o meglio sulle nuove povertà nell'Unione.

Certamente quel tema esiste nella società europea, accentuata in questi mesi dalla crisi finanziaria,

economica e sociale.

In questi giorni la Commissione, nell'ambito del Rapporto sulla Strategia 2020, ha scritto:

"Objectif en matière de réduction de la pauvreté: l'objectif de l'UE de sortir au moins 20 millions de

personnes de la pauvreté et de l'exclusion sociale d'ici à 2020 ne sera pas atteint si l'on tient compte des

objectifs nationaux actuels. Selon une première estimation préliminaire de l'ensemble des objectifs fixés,

quelque 12 millions de personnes sortiraient de la pauvreté et de l'exclusion sociale d'ici à 2020. Si les

répercussions des stratégies axées, par exemple, sur la lutte contre la pauvreté des enfants ou la

réduction du chômage de longue durée sont prises en compte, ce chiffre pourrait augmenter de 25 %,

mais il resterait d'au moins 25 % inférieur (5 millions de personnes) au grand objectif de l'UE"

Gli europei, quindi, e le Istituzioni europee devono essere vigili e reattivi: toujours y penser, jamais y

rester.

In queste ultime settimane nel comitato e fuori da diverse parti è stata ri-scoperta la gravità della crescita

della/e delle povertà nell'Unione (cioè nei paesi membri, ma come problema europeo).

Ho invitato all’audizione la collega Leila Kurki, presidente della Sezione SOC; la collega Réné-Claude Mader,

porta parola della Categoria “Consumatori” ed il collega Cabra de Luna porta parola della Categoria

Economia Sociale: li ringrazio della loro partecipazione; la loro presenza potrà risultare utile anche ai fini di

rilanciare la problematica come un tema da mettere all’ODG del Comitato per una iniziativa di più ampio

respiro coinvolgendo più sezioni e categorie, aperta naturalmente a tutte le componenti della società civile

europea.

Torniamo, dunque, al Programma europeo per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti.

Già nel semestre successivo al Parere del CESE (gennaio 2011), avevo messo in moto un percorso per

un’audizione finalizzata a far emergere un tema allora ancora di routine e porlo come tema rilevante in

tutte le sue diverse sfaccettature (basi giuridiche, fonti finanziarie, strumenti ed enti di collegamento e di

operatività tra le esigenze e le forme di indigenza e le derrate alimentari, gli sprechi che quotidianamente

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vengono rovesciati nella spazzatura, l'azione delle food bank, degli enti caritativi e della solidarietà civile e

della economia sociale europea).

Nei messi successivi, abbiamo seguito, quindi, con attenzione e con crescente preoccupazione il montare

del conflitto inter-istituzionale tra Consiglio (alcuni paesi membri) e Commissione; con il pronunciamento

della Corte.

Abbiamo altresì – come sempre facciamo noi del CESE, seguito attentamente il dibattito al PE.

Sembrava che la mitica "fortezza europea”nella quale l'euro, la politica economica e la governance erano e

sono sotto attacco da parte dei mercati, temesse un altro attacco destabilizzante da parte degli indigenti

dell'UE!

In realtà questo conflitto aspro e duraturo, con la implicita ritrosia a dotarsi su scala comunitaria di un

programma europeo di distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, ha suscitato e suscita nella

società civile un certo sconcerto.

Successivamente la Commissione ha pubblicato la sua proposta di modifica della regolamentazione vigente

ed ha richiesto un nostro Parere.

A questo punto il nostro percorso era ben designato: elaborare e approvare un Parere, con procedura

d’urgenza, per meglio analizzare tutti gli aspetti del problema giuridico-istituzionale e per meglio

individuare i caratteri di un programma di aiuto alimentare meglio rispondente alle esigenze.

E’ di questi giorni, infine, un'ultima novità: al Consiglio si è profilato un accordo che renderebbe possibile

procedere nel programma di aiuti, ma solo in via transitoria e solo per il biennio di bilancio 2012-2013.

E, dunque, resterebbe sempre sul tavolo la questione delle basi giuridiche (e del finanziamento) di

un'azione comunitaria per gli aiuti agli indigenti dell'Unione Europea?

Come stanno le cose nel quadro giuridico e istituzionale (tra la UE e gli S.M.) e soprattutto quali saranno

gli sviluppi?

Attendiamo, con questa Audizione, le risposte a queste e ad alter domande che il dibattito porrà

all'attenzione della Commissione e del deputato del PE che è qui presente.

Mario Campli

Presidente Sezione NAT