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Il cuneo di imposta sul capitale Confronti internazionali, evoluzione, effetti economici Silvia Giannini – Unibo [email protected] Scienza delle finanze – Lezione 3 LUISS – Roma a.a. 2010-2011

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Il cuneo di imposta sul capitaleConfronti internazionali, evoluzione, effetti economici

Silvia Giannini – [email protected]

Scienza delle finanze – Lezione 3

LUISS – Roma

a.a. 2010-2011

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Il concetto di cuneo di impostasul capitale

Cuneo di imposta sul capitale: differenza fra rendimento lordo per l’investitore e rendimento netto (da imposte) per il risparmiatore

Due componenti (Italia): A carico dell’impresa (Ires/Irpef, in

funzione della forma giuridica, Irap) A carico del risparmiatore (imposte sui

redditi di capitale e diversi) Importante distinzione:

Economia chiusa Economia aperta (mobilità dei capitali)

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Effetti sul risparmio e sugli investimenti di una imposta sui redditi di capitale (economia

chiusa)

S

I

S,I

r

Cuneo fiscale

I0I1

r0

(NB ipotesi che il risparmio sia canalizzato solo nell’acquisto di beni capitali)

p=MPC

rn =MRS

(p-rn)/ p = cuneo fiscale %

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Cuneo fiscale sul risparmio e sugli investimenti

Imprese Risparmiatore

Tassazione dei profitti

Finanziamento con capitale proprio:• Dividendi• PulsvalenzeSi pone il problema di doppia tassazione degli utili di impresa

Finanziamento con debito:• InteressiNon si pone il problema di doppia tassazione perché i profitti tassabili sono al netto interessi passivi

Cuneo di imposta sugli investimenti: p -r

Cuneo di imposta sul risparmio:

r-rn

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Tassazione del risparmio e degli

investimenti

In economia chiusa sia che si tassi il risparmio, sia che si tassino gli investimenti, un’imposta sul reddito di capitale: introduce un cuneo tra rendimenti lordi

(sull’investimento) e netti (sul risparmiatore) riduce S e I

Nel caso della tassazione del risparmio si può annullare questo cuneo con ET (CFT o PPT).

Nel caso degli investimenti il ragionamento è un po’ più complesso, ma vi sono comunque sistemi neutrali.

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La tassazione del risparmio e la definizione di reddito

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La tassazione del risparmio

Tre modelli di riferimento tassazione del reddito :

Comprehensive income tax (imposta sul reddito-entrata)

Expenditure tax (imposta sulla spesa o sul consumo)

Dual income tax (imposta duale sui redditi, di lavoro e di capitale)

Criteri di valutazione Equità Efficienza Semplicità e applicabilità

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Fonti e usi del reddito

Fonti Usi

Redditi di lavoro (dipendente ed autonomo) Consumo o

spesaRedditi di capitale (interessi, rendite, profitti)

Plusvalenze (e minusvalenze) RisparmioEntrate straordinarie e occasionali

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Reddito entrata, reddito prodotto, reddito consumato

Reddito prodotto = redditi di lavoro, terra e di capitale (valore aggiunto)

Reddito entrata = reddito prodotto + plusvalenze nette + entrate straordinarie e occasionali = consumo potenziale (consumo più variazioni della ricchezza)

Reddito consumato = quota di reddito consumata (si esenta il risparmio) oppure esenzione dei redditi derivanti dall’impiego del risparmio

Dual income tax= il reddito di capitale è tassato meno di quello di lavoro

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Comprehensive Income Tax (1)

Shanz (1896), Haigh (1921), Simon (1938):

– E’ reddito imponibile l’ammontare di risorse che può potenzialmente essere consumato in un determinato periodo di tempo, mantenendo invariata la situazione patrimoniale

– Si tassa la fonte del reddito

REt=Wt-Wt-1+Ct=Yi+CGt+Aet

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Comprehensive Income Tax (2)

Problemi pratici e concettuali– tassazione dei redditi occasionali o straordinari

(es. vincite o eredità) con aliquote progressive?• L’onere potrebbe essere eccessivo.

– tassazione delle plusvalenze maturate? • sono difficili, a volte, da misurare; • il contribuente potrebbe avere problemi di liquidità

(mercati del credito non perfetti)

– il sistema andrebbe indicizzato• difficoltà non tanto per fenomeno di fiscal drag, ma per

indicizzazione dei redditi di capitale

– difficoltà definizione reddito di impresa e integrazione imposte personali e societarie

• vero “profitto economico”• piena integrazione

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Expenditure tax (1)

Precursore: Hobbes (nel Leviatano); Mill (1852), Fisher (1942), Kaldor (1955), Einaudi (1958), Meade Report (1978) …

E’ reddito imponibile il consumo effettivo (si tassa l’uso del reddito).

“Quando le imposizioni sono sopra le cose che gli uomini consumano, ogni uomo paga ugualmente per quello che egli usa: né la collettività, è depauperata dallo spreco fastoso dei privati” (Hobbes)

Molto attraente ma molto controversa: “Expenditure system of direct taxation …an idea which periodically circles the world...without ever permanently finding a home” (The Economist, June 28, 1978, p70)

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Expenditure tax (2)

• RSt= Ct =REt- (Wt-Wt-1)

Prescindiamo da AE (AE=0)

• RSt= Ct =Yt+ CGt - (Wt-Wt-1)• Wt-Wt-1 = CGt – (prelievi – versamenti) conti reg

• RSt= Ct =Yt+ (prelievi – versamenti) conti reg.

Cash flow tax (CFT): molto semplice e attraente per società; meno facile da applicare per persona fisica (a meno che tutto il risparmio dei soggetti sia canalizzato in “conti registrati” (es. forme di gestione patrimoniale con valutazione di mercato, controllabili dalle autorità)

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Expenditure tax (3)

Pre-payment Tax (PPT): esenzione dei redditi di capitale (solo rendimento normale…). Non si deduce il reddito risparmiato, ma si esentano i frutti che derivano da quel reddito (redditi di capitale). Più semplice da applicare.

Si tassano solo i redditi di lavoro.Le due modalità di calcolo (CFT e PPT) sono

equivalenti, in valore attuale, se l’aliquota di imposta è costante nell’arco vitale. Differiscono per il momento in cui il soggetto è chiamato a pagare l’imposta.

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Confronto CIT e ET: Equità (1)

• Ottica uniperiodale: sembrerebbe preferibile RE (tassa in modo uguale i soggetti, indipendentemente dal fatto che decidano di consumare o risparmiare il proprio reddito)

• Ottica multiperiodale: può essere più equa la tassazione sul reddito-spesa.

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Imposta sul reddito

(t=10%)

Imposta sul consumo

(CFT)

Imposta sul consumo

(PPT)

Imposta sul salario

A B A B A B A B Periodo 1 reddito 100 100 100 100 100 100 100 100 imposta 10 10 10 - 10 10 10 10 consumo 90 - 90 - 90 - 90 - risparmio - 90 100 90 - 90 Periodo 2 interessi - 9 - 10 - 9 - 9 imposta 0,9 - 11 - - consumo - 98,10 - 99 - 99 - 99 Imposta (T) 10 10,9 10 11 10 10 10 10 VA Imposte 10 10,82 10 10 10 10 10 10

Confronto CIT, ET e WT: Equità (2)(due soggetti, due periodi: r=10%)

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Imposta sul reddito

(t=10%)

Imposta sul consumo

(CFT)

Imposta sul consumo

(PPT)

Imposta sul salario

A B A B A B A B Periodo 1 reddito 100 100 100 100 100 100 100 100 imposta 10 10 10 - 10 10 10 10 consumo 90 - 90 - 90 - 90 - risparmio - 90 100 90 - 90 Periodo 2 interessi - 9 - 10 - 9 - 9 imposta 0,9 - 11 - - consumo - 98,10 - 99 - 99 - 99 Imposta (T) 10 10,9 10 11 10 10 10 10 VA Imposte 10 10,82 10 10 10 10 10 10

Confronto CIT, ET e WT: Equità (3)(due soggetti, due periodi: r=10%)

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Imposta sul reddito

(t=10%)

Imposta sul consumo

(CFT)

Imposta sul consumo

(PPT)

Imposta sul salario

A B A B A B A B Periodo 1 reddito 100 100 100 100 100 100 100 100 imposta 10 10 10 - 10 10 10 10 consumo 90 - 90 - 90 - 90 - risparmio - 90 100 90 - 90 Periodo 2 interessi - 9 - 10 - 9 - 9 imposta 0,9 - 11 - - consumo - 98,10 - 99 - 99 - 99 Imposta (T) 10 10,9 10 11 10 10 10 10 VA Imposte 10 10,82 10 10 10 10 10 10

Confronto CIT, ET e WT: Equità (3)(due soggetti, due periodi: r=10%)

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Imposta sul reddito

(t=10%)

Imposta sul consumo

(CFT)

Imposta sul consumo

(PPT)

Imposta sul salario

A B A B A B A B Periodo 1 reddito 100 100 100 100 100 100 100 100 imposta 10 10 10 - 10 10 10 10 consumo 90 - 90 - 90 - 90 - risparmio - 90 100 90 - 90 Periodo 2 interessi - 9 - 10 - 9 - 9 imposta 0,9 - 11 - - consumo - 98,10 - 99 - 99 - 99 Imposta (T) 10 10,9 10 11 10 10 10 10 VA Imposte 10 10,82 10 10 10 10 10 10

Confronto CIT, ET e WT: Equità (3)(due soggetti, due periodi: r=10%)

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Conclusioni

In un’ottica uniperiodale CIT è superiore, ma nell’arco vitale no CIT tassa meno i soggetti che consumano rispetto a quelli

che risparmiano ET non discrimina in funzione delle scelte se consumare o

risparmiare Imposte sul consumo tipo CFT o PPT sono equivalenti in valore

attuale ed equivalgono ad un’imposta sul salario (ma sono diversi i momenti in cui i soggetti sono chiamati a pagare le imposte)

Se le imposte sono progressive, la diversa cadenza temporale può dar luogo a oneri diversi

I mercati dei capitali non sono perfetti! Se vi fossero lasciti ed eredità dovrebbero essere trattati come

consumo, secondo una ET La superiorità di CIT o ET dal punto di vista dell’equità è

controversa

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Confronto CIT e ET: efficienza (analisi grafica)

E0

E1

E2

Da E0 a E2: effetto reddito. Diminuisce sia C1 che C2

Da E2 a E1: effetto sostituzione Diminuisce C2, aumenta C1

C1

C2

EP

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Confronto CIT e ET: efficienza (conclusioni)

Un’imposta che tassa i redditi di capitale altera le scelte fra consumo presente e futuro (disincentiva il risparmio): è distorsiva

Ma anche un’imposta che esenta i redditi di capitale (sul salario) è distorsiva: influenza la scelta reddito-tempo libero (se anche le ore di lavoro non diminuissero o aumentassero, vi sarebbe distorsione)

Non è detto che una sola (grande) distorsione sia preferibile a più (piccole) distorsioni

La tassazione ottimale dipende dalla complementarietà del consumo presente e futuro al tempo libero.

“…the optimality of neither income nor consumption taxation can be established unambiguously even in the simplest of theoretical lifecycle models…” (Zodrow, 2005)

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Dual Income tax

Riforme paesi Nordici inizio anni ’90 “The DIT may be seen as a compromise between a

comprehensive income tax and an expenditure tax, since it taxes capital income at a lower marginal tax rate than other income (for taxpayers above the first tax bracket)”. (Sorensen, 2005)

Imposta proporzionale uniforme sui redditi di capitale uguale all’aliquota base dell’imposta personale progressiva sul reddito e all’aliquota dell’imposta societaria.

Nella sua forma pura: esenzione di dividendi e plusvalenze azionarie in capo al socio e tassazione degli interessi con l’aliquota proporzionale dei redditi di capitale (interessi, dividendi e plusvalenze sopporterebbero così la stessa aliquota complessiva, personale e societaria)

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Imposta sui profitti e scelte di investimento e finanziamento

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Imposta sui profitti e scelte di investimento e finanziamento (1)

Hp: prescindiamo da ammortamenti e, inizialmente, anche da imposte

r

w

rw

K

L

F

F

produzione di funzione L)F(K,con

KLF

Un’impresa che massimizza i profitti impiega i fattori produttivi fino a che la produttività marginale uguaglia il loro costo.

Le imposte introducono un “cuneo” fra questi due valori Questo “cuneo” è una misura da cui dipendono gli effetti

distorsivi dell’imposta

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Imposta sui profitti e scelte di investimento e finanziamento (2)

K

Fk, r

Fk

Costo opportunità

K0

rB

Assenza di imposte

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Imposta sui profitti e scelte di investimento e finanziamento (3)

Hp: imposta sui profitti con interessi deducibili. Finanziamento con debito

rF

t)r(1t)(1F

K)Lt(F-KLF

K

K

rwrw

L’imposta è neutrale (ma attenzione non stiamo considerando gli ammortamenti!)

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Imposta sui profitti e scelte di investimento e finanziamento (3)

Hp: imposta sui profitti. Finanziamento con capitale proprio

r F

rt)(1F

L)t(F-KLF

K

K

wrw

L’imposta è distorsiva sulle scelte di investimento

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Imposta sui profitti e scelte di investimento e finanziamento (2)

K

Fk, r)

Fk

Costo opportunità

K0

rB

Imposta sui profitti

K1

Cuneo

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Conclusioni

L’imposta sui profitti (con interessi deducibili e ammortamento uguale al vero ammortamento economico): è neutrale se il finanziamento è con debitoè distorsiva se il finanziamento è con capitale proprioDistorce le scelte di finanziamento (incentivo a

indebitarsi)Precisazioni/estensioni:

Ammortamenti fiscali e “vero” ammortamento economico

Imposte personali Inflazione

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Economia aperta

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: principio di fonte

Principio di fonte: i redditi esteri sono tassati solo nel paese fonte (esenzione nel paese di residenza)

rH (1-tH) =rF (1-tF) Si uguagliano solo i rendimenti netti: è rispettata la

Capital import neutrality (CIN) La CIN garantisce un’efficiente allocazione

internazionale del risparmio Ma i capitali tendono a muoversi dove le aliquote sono

più basse: c’è incentivo alla concorrenza fiscale In presenza di aliquote diverse, il rendimento lordo è

diverso e la CEN è violata (non c’è una allocazione efficiente del capitale)

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Source principle and CIN (Griffith et al, 2010)

A pure source-based tax gives us capital import neutrality (CIN) - investment into the UK is treated the same for tax purposes regardless of the country of origin. CIN is achieved when foreign and domestic investors in a given country are taxed at the same effective rate and residence countries exempt foreign income from domestic tax.

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: principio di residenza

Principio di residenza: i redditi percepiti all’estero sono tassati nel paese di residenza del percettore, alla stessa aliquota a cui sono tassati i redditi di origine interna

rH (1-tH) =rF (1-tH)

rH=rF=r Si uguagliano anche i rendimenti lordi: è rispettata la

Capital export neutrality (CEN) La CEN garantisce una efficiente allocazione

internazionale dello stock di capitale (il capitale va dove è più produttivo e non dove è meno tassato)

Perché si realizzi è necessario poter accertare i redditi esteri

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Residence principle and CEN (Griffith et al, 2008)

A pure residence-based tax gives us capital export neutrality (CEN) - investments from the UK are treated the same for tax purposes regardless of the destination.

While consistent residence-based taxation ensures CEN, this type of neutrality may also be attained even if source countries tax the income from inbound investment, provided residence countries offer a full credit for foreign taxes against the domestic tax bill (vedi dopo).

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Ancora su CEN e CIN (Devereux, 2010)

CEN implies that a) the international tax system will not distort the location

decisions of any individual investor,

b) the pre-tax rate of return in all jurisdictions will be the same (production will be efficiently organized), but

c) investors in different jurisdictions may face different post-tax rates of return on their investment, and hence different incentives to save.

CIN implies that a) the marginal pre-tax rates of return will differ across

jurisdictions (there will not be production efficiency), but

b) investors in different jurisdictions will face the same post-tax rate of return on each of their investments, and hence all face the same incentive to save.

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CEN holds in both countries if tAA = tAB and tBA = tBB: that is, each individual investor faces the same effective tax rate on the returns from both assets. In this special case, equalizing post-tax rates of return for either investor will ensure that the pre-tax rates of return from the two assets will also be equal, implying that production will be efficiently organized. In this case as well, both investors can hold both assets—though if their tax rates differ— tAA = tBB—then their post-tax rates of return will also differ.

By contrast, CIN holds in both countries if tAA = tBA and tAB = tBB: that is both investors face the same effective tax rate when investing in a single asset. In this case, and assuming that the effective tax rates on the two assets are different from each other, equalization of post-tax rates of return will not generate equalization of pre-tax rates of return. However, the post-tax rates of return faced by each investor will be the same.

The distinction between these two notions of neutrality has led to some debate as to which is the more important (see, for example, Keen, 1993). The economic literature has generally favoured CEN, on the grounds that it generates production efficiency (discussed further below), though this has not always met with approval. Thus, for example, McLure (1992) has claimed that: ‘economists have generally favoured CEN because it maximizes global welfare . . . but businessmen generally favor the “level playing field” provided by CIN’. However, through a number of contributions discussed below, the question of the optimal tax structure has now progressed well beyond a simple analysis of CEN and CIN. (Devereux 2010)

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: la realtà (1)

Nella realtà solitamente: Si applicano sistemi misti. Esempio:

tassazione nel paese fonte, tassazione nel paese di residenza, credito per le imposte pagate all’estero il credito è solitamente limitato alle imposte interne

dovute su quel reddito estero (per evitare di dare un rimborso per imposte pagate all’estero). Se l’aliquota interna è superiore a quella estera, il

risultato è uguale a quello che si avrebbe con principio puro di residenza (senza alcuna tassazione alla fonte). E’ però diversa la ripartizione del gettito fra gli stati

Se l’aliquota interna è inferiore a quella estera, non si dà rimborso e l’aliquota rilevante resta quella estera, come nel caso di applicazione del principio di fonte.

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale: la realtà (2)

Nella realtà solitamente: Si applicano sistemi diversi per redditi attività

finanziarie e di impresa (investimenti di portafoglio e diretti)

Tendenze: Tassazione in base al principio di residenza dei redditi

derivanti da investimenti di portafoglio esteri (i frutti del risparmio allocato all’estero da parte di un investitore-persona fisica). Soprattutto non si tassano i redditi dei non residenti. La capacità di tassare i redditi esteri dei residenti dipende dalle possibilità di accertamento.

Tassazione con il principio di fonte dei redditi derivanti da investimenti diretti (una sussidiaria estera di una madre residente è tassata nel paese estero e i redditi sono esenti nel paese di residenza della madre; Direttiva UE madri-figlie 435/90/CE lascia in realtà opzione fra credito ed esenzione…)

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Tassazione del risparmio in economia (piccola) aperta

Paese importatore di capitali: tassazione del risparmio in base al principio di residenza

S

I

S, II0

r*

S’r

S0S1

Importazioni di capitali

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Tassazione del risparmio in economia (piccola) aperta

Il risparmio interno si riduce (vi è distorsione nelle scelte di risparmio, legata alla tassazione dei redditi di capitale)

Gli investimenti non si riducono Aumentano infatti le importazioni di capitali dall’estero HP restrittive:

Capitali perfettamente mobili Possibilità di accertare i redditi da capitale (interni ed

esteri): piena applicazione del principio di residenza Se invece di tassare il risparmio (in base al principio di

residenza), si tassassero gli investimenti (in base al principio di fonte) l’effetto sarebbe molto diverso (diminuirebbero gli investimenti e le importazioni di capitale).

A differenza economia chiusa, in economia aperta non è la stessa cosa tassare il risparmio o gli investimenti.

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Tassazione degli investimenti in economia (piccola) aperta (principio di

fonte)

S

I

S, II0

r*

I’

r

S0 I1

Importazioni di capitali

rl

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Tassazione degli investimenti in economia (piccola) aperta

Il risparmio interno non si riduce, ma si riducono gli investimenti

La tassazione alla fonte con aliquote diverse dei profitti può provocare. Inefficiente allocazione del capitale (il capitale va

dove è meno tassato invece di dove è più produttivo) Concorrenza fiscale per attrarre investimenti esteri Un indicatore di questa concorrenza fiscale è l’aliquota

legale L’aliquota legale di imposizione societaria è calata

notevolmente e la tendenza (come abbiamo visto) non sembra arrestarsi…

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Sorensen, 2007

“Under the source principle (the return to) capital is taxed only in the country where it is invested. Source-based taxes may therefore be termed taxes on investment. Under the residence principle the tax is levied only on (the return to) the wealth owned by domestic residents, regardless of whether the wealth is invested at home or abroad. Since wealth is accumulated saving, residence-based taxes may also be termed taxes on saving.

The most important example of a source-based capital tax is the corporate income tax, since most countries only tax corporate income generated within their borders.In contrast, the personal income tax as well as the personal wealth tax are based on the residence principle, since domestic residents are liable to tax on their worldwide capital income and on wealth invested abroad as well as at home. As a rough approximation, we may therefore say that the corporation tax is a tax on investment,whereas the personal taxes on capital income and wealth are taxes on saving…..

….ma attenzione alle difficoltà di accertamento… (nota 6)

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Sorensen, 2007

• In an open economy with free international mobility of capital, the two types of taxes have very different effects on the domestic economy and on international capital flows. This is illustrated in Figure 1 where the horizontal axis measures the volumes of domestic saving and investment, while the vertical axis measures the real rates of return on saving and investment. The downward-sloping curve labelled ‘I’ indicates how the level of domestic investment varies with the required pre-tax rate of return. The lower is the required return, the greater is the volume of investment which will be deemed profitable. The upward-sloping curve denoted by ‘S’ shows how the level of domestic saving varies with the after-tax rate of return. The positive slope of this curve reflects the common assumption that a higher after-tax return will induce a higher volume of saving…

• …… In Figure 1 a rise in the savings tax tS implies a movement down along the S-curve, leading to a lower volume of domestic saving and a higher level of capital imports without affecting domestic investment. By contrast, a rise in the investment tax tI reduces the level of domestic investment and leads to lower capital imports but does not affect domestic saving..

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Sorensen, 2007

This analysis has important implications for tax policy. In particular, it shows that if the government of a small open economy wishes to stimulate domestic real investment through lower taxes on capital, it should concentrate on lowering source-based taxes on investment such as the corporation tax. According to Figure 1, a lowering of savings taxes such as the personal taxes on dividends and capital gains on shares will not stimulate domestic investment. Rather, it will stimulate domestic saving and will most likely imply that some shares in domestic companies that were previously owned by foreign investors will be taken over by domestic investors, thus increasing the share of the domestic business sector controlled by domestic owners.

E’ preferibile (per un’economia piccola e aperta) ridurre l’imposta sulle società (alla fonte), piuttosto che quella sul socio (residenza).

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale e delle società: diversi concetti di neutralità (1)

Principio di fonte: CIN

Principio di residenza : CEN

rH (1-tH) =rF (1-tF)

Solo se le aliquote di imposta sono uguali (tH = tF) sono contemporaneamente rispettate la CEN e la CIN

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale e delle società: diversi concetti di neutralità (2)

In assenza di armonizzazione delle aliquote fra paesi: il rispetto della CEN è ritenuto preferibile al rispetto

della CIN per i redditi delle attività finanziarie: le distorsioni nell’allocazione del flusso di risparmio

internazionale (che si ha quando si applica il principio di residenza e sono diversi i rendimenti netti nei diversi paesi) sono ritenute meno importanti (meno penalizzanti in termini di benessere) delle distorsioni nell’allocazione dello stock di capitale;

l’applicazione del principio di residenza (CEN) è coerente con il principio di equità orizzontale;

deve però essere possibile accertare i redditi derivanti da investimenti di portafoglio esteri!

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale e delle società: diversi concetti di neutralità (3)

Per la tassazione degli investimenti sono importanti sia la CIN sia la CEN. La CIN garantisce che imprese di nazionalità

diversa siano tassate in modo uguale quando operano su uno stesso mercato;

la CEN garantisce che la tassazione sia la medesima su un investimento di fonte interna e su uno di fonte estera.

Da qui, altro concetto di neutralità: Capital Ownership neutrality (CON) Worldwide taxation (con credito pieno) Esenzione

Occorrerebbe armonizzazione….

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“The distinction between these two notions of neutrality has led to some debate as to which is the more important (see, for example, Keen, 1993). The economic literature has generally favoured CEN, on the grounds that it generates production efficiency…, though this has not always met with approval. Thus, for example, McLure (1992) has claimed that: “economists have generally favoured CEN because it maximises global welfare ... but businessmen generally favor the ‘level playing field’ provided by CIN”.

However, through a number of contributions discussed below, the question of the optimal tax structure has now progressed well beyond a simple analysis of CEN and CIN.”

(Devereux, 2008)

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Principi di tassazione internazionale dei redditi di capitale e delle società: diversi concetti di neutralità (4)

Da qui, altro concetto di neutralità: Capital Ownership neutrality (CON), che tiene presente la proprietà (la produttività di un asset dipende da chi detiene la proprietà): Worldwide taxation (con credito pieno) Esenzione (soddisfa NON: vedi dopo)

Anche CON si presta a diverse interpretazioni: “A broader interpretation of CON is therefore that one

company has no competitive advantage over another as a result of differential effective tax rates depending on ownership” (Devereux, 2008)

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Difficoltà ad applicare il principio di fonte per l’imposta societaria (1)

Unfortunately, identifying that there is no clear rationale for taxing the returns to outbound investment, and hence exempting income earned by foreign affiliates from domestic tax, is relatively straightforward compared to the problems of implementing a pure source-based tax system.

A number of difficult problems arise as income and costs need in principle be allocated between jurisdictions.

Yet not only is that difficult to achieve in practice, in many cases there is simply no conceptual basis to support any particular approach.(Devereux, 2010)

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Difficoltà ad applicare il principio di fonte per l’imposta societaria (2)

In a simple case, we can consider for example a British resident company that wholly owns a subsidiary which is registered, and which carries out all its activities – employment, production, sales – in, say, France. Then France would typically be considered to be the source of the corporate profit. Conventionally, we can also drop sales from the list of activities: if the subsidiary exported all its product to Germany, France would still conventionally be regarded as the source of the profit (although in economic terms it is less clear why this would be the case).

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Difficoltà ad applicare il principio di fonte per l’imposta societaria (3)

Things are less clear, however, if the British holding company owns several subsidiaries in different countries, which undertake different aspects of the multinational’s activities: for example, finance, marketing, R&D, production, sales.

The existing system of separate accounting requires all transactions between these different parts of the group to be valued, in order to divide total profit between the countries involved. The contribution made by each would be determined using “arm’s length pricing” – in principle, the price that would be charged by each subsidiary for its services as if it were dealing with an unrelated party. Of course, such a procedure is difficult in practice since in many cases no such arm’s length price can be observed; transactions between subsidiaries of the same corporation may not be replicated between third parties. But in many cases, not only is this difficult to administer, it has no conceptual foundation.

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Difficoltà ad applicare il principio di fonte per l’imposta societaria (4)

The treatment of different forms of income creates another problem: for example, interest payments are typically taxed in the country where they are received, rather than the country from which they are paid; yet this is in contradiction to the general principle that tax should be levied only where the income-generating activity took place.

It is not clear why the form of financing of a foreign affiliate by its parent should turn the international tax system from one based on source (for equity-financed investment) to one based on residence (for debt-financed investment).

… The basic structure of the international tax system for multinational companies is close to a source-based tax for equity-financed investment, but a corporate-residence based tax for debt financed investment. It is hard to think of a sensible economic rationale for this practice, especially when the finance provided is internal to the multinational company.(Devereux, 2008)

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Race to the bottom?

Prevalenza tassazione alla fonte, per l’imposta societaria

Concorrenza fiscale: tendenza al ribasso delle aliquote (più marcata nei paesi più piccoli)

Modello base di concorrenza fiscale: prevede che un’imposta alla fonte su un fattore mobile come il capitale sia destinata a scomparire. Anzi sarebbe meglio non tassarlo, il capitale, perchè in ultima istanza l’incidenza sarebbe sul fattore immobile (tipicamente il lavoro)

Ma il “race to the bottom” non si è verificato: le aliquote (legali e un po’ meno METR e AETR) sono calate, ma CIT/Pil no, è anche aumentato soprattutto nei paesi medi e piccoli……

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Indicatori forward looking

ALIQUOTE => rendimento lordo – rendimento netto su un progetto di investimento (in %)

EFFETTIVE => tengono conto dei criteri di determinazione dell’imponibile (es. deducibilità ammortamenti, interessi,..) e imposta (es. crediti) MARGINALI => se riferite ad un investimento che

copre appena i costi (rendimento lordo = “costo del capitale”)

MEDIE => se riferite ad un investimento che genera extra-profitti (rendimenti lordi maggiori del “costo del capitale”)

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Relazione (usuale) fra aliquote effettive, marginali e medie, e aliquota legale

Aliquota legale

Aliquota marginaleEffettiva (una)

Aliquote medie effettive(ciascuna in corrispondenza di un diverso livello di extra-

profitto)

Extra-profitti0

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I due indicatori forniscono informazioni diverse e complementari

Aliquote effettive marginali di

imposta (METR)

Quanto investire

Che beni capitali

Che fonte finanziaria

Aliquote effettive medie di imposta

(AETR)

Dove investire

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… sulla relazione fra t, METR e AETR

“In a world of increased international capital mobility, we highlight how the corporate tax system can affect 1. where firms choose to locate their investment,2. how much they invest, and 3. where they choose to locate their profits.

The average tax rate in different countries might influence the first decision, the marginal tax rate the second, and the statutory tax rate

the third” (Auerbach et al, 2008 ES).

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Lower tax burdens but no decrease in corporate tax revenues

• Despite the strong reduction in statutory corporate tax rates, corporate tax revenues have kept pace with – or even exceeded – the growth in GDP, and the growth in revenues from other taxes in many OECD countries. The fact that small-sized and medium-sized OECD countries now raise more revenue from taxing corporate income and that large-sized OECD countries, except for Japan, do not raise less revenue seems to be inconsistent with the strong reductions in statutory corporate tax rates and marginal and average effective tax rates. Indeed, this is a puzzle which requires further research and explanation. A number of arguments might however offer an explanation…… (sempre da OECD, 2007)

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Riduzione aliquota legale e tenuta del gettito

Spiegazioni possibili:1. Aumento base imponibile2. Crescita settore corporate3. Spostamento dal società di persone a società di

capitali4. Crescita settore finanziario (elevati profitti)5. Meno convenienza (date minori aliquote) a

elusione/evasione6. Politiche antielusive più stringenti

Questi fattori non possono continuare in futuro a sostenere il gettito (con la crisi economico-finanziaria il gettito ha infatti iniziato a calare…)