Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in...

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Il cortile delle ninfe II

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Page 1: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

Il cortile delle ninfe

II

Collana diretta da

Lilia PaganoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Roberto SerinoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Comitato scientifico

Jordi BellmuntETSAB ndash Escola Tegravecnica Superior drsquoArquitectura de Barcelona

Alberto Ferlenga IUAV ndash Istituto Universitario di Architettura di Venezia

Lilia PaganoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Marcello PanzarellaUniversitagrave degli Studi di Palermo

Maria SalernoENSAPM -Ecole Nationale Supeacuterieure dArchitecture Paris-Malaquais

Roberto SerinoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Progetto grafico

Ida Lavorgna

Il giardino egrave per sua stessa natura unrsquoopera aperta in continua trasformazione Il grande giardino che egrave poi il parco principesco divenuto nel tempo pubblico egrave luogo collettivo e strumento politico

La doppia metamorfosi nel corso delle stagioni e nel tempo degli anni che caratterizza il giardino egrave metafora ma anche figura narrativa della storia e del destino della cittagrave delle sue trasformazioni progressive interne e di quelle di lungo periodo Lrsquoanalogia consente di poter titolare questa collana di architettura -cittagrave -paesaggio ldquoIl Cortile delle Ninferdquo Una collana di testi centrati sulla modificazione del processo di concezione del progetto architettonico contemporaneo determinato da ineludibili necessitagrave di controllo ambientale e dalle modalitagrave diverse con cui la cultura amministrativa ed imprenditoriale deve oggi confrontarsi

Il giardino luminoso e mutevole delle querce ha abdicato a favore di un coacervo di opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano piugrave i miti delle ninfe dei fauni e dei satiri In questo paesaggio desertificato di valori e nella consapevolezza di riannodare i fili perduti di una storia per tanti versi esemplare la collana intende dunque aprire una visione positiva per le nuove generazioni

il cortile delle ninfe

a mio padre Michele Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

Lilia Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

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wwwaracneeditriceitinfoaracneeditriceit

via Raffaele Garofalo 133AndashB00173 Roma

(06) 93781065

ISBN 978ndash88ndash548ndash5417ndash8

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Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellrsquoEditore

I edizione ottobre 2012

11 Architettura natura paesaggio urbano Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura Lrsquoestetica delle relazioni nascoste

Il carattere geografico delle infrastrutture 31 Dal territorio alla cittagrave al territorio della cittagrave La strada come struttura e identitagrave territoriale della forma urbana le tipologie della cittagrave ottocentesca Parigi e Barcellona 45 Le infrastrutture del porto e il fronte a mare La Via del mare di Messina Il fronte a mare di Palermo Dalla Reggia di Portici al porto del Granatello

I parchi campani e lrsquoarchitettura delle centralitagrave geografiche

75 Centralitagrave geografiche del moderno Il centro urbano come parco La Mostra drsquoOltremare laquomemoria del futuroraquo Lrsquo evoluzione del concetto di centralitagrave geografica Il quartiere come paesaggio I laquoquartieri autonomiraquo e lrsquoorografia flegrea La connotazione geografica delle aree di centralitagrave Verso una nuova dimensione del quartiere tra paesaggio e sguardo archeologico Nuove centralitagrave geografiche 97 Frammenti e incompiutezze del moderno nella costruzione della cittagrave-parco Un quartiere popolare Sulle orme dei valloni del Traiano Una fabbrica dismessa Sulle orme del fiume Sebeto Un ex sanatorio La Porta laquoCapodimonteraquo di interscambio tra parchi Una casa per studenti dimenticata I propilei giagrave storici del Parco delle Colline

139 Architettura come lsquoquarta naturarsquo Cuma Ri-comporre le mura di Cuma Un nuovo percorso dallrsquo laquoElefanteraquo alla laquoTartarugaraquo

Sommario

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 2: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

Collana diretta da

Lilia PaganoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Roberto SerinoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Comitato scientifico

Jordi BellmuntETSAB ndash Escola Tegravecnica Superior drsquoArquitectura de Barcelona

Alberto Ferlenga IUAV ndash Istituto Universitario di Architettura di Venezia

Lilia PaganoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Marcello PanzarellaUniversitagrave degli Studi di Palermo

Maria SalernoENSAPM -Ecole Nationale Supeacuterieure dArchitecture Paris-Malaquais

Roberto SerinoUniversitagrave degli Studi laquoFederico IIraquo di Napoli

Progetto grafico

Ida Lavorgna

Il giardino egrave per sua stessa natura unrsquoopera aperta in continua trasformazione Il grande giardino che egrave poi il parco principesco divenuto nel tempo pubblico egrave luogo collettivo e strumento politico

La doppia metamorfosi nel corso delle stagioni e nel tempo degli anni che caratterizza il giardino egrave metafora ma anche figura narrativa della storia e del destino della cittagrave delle sue trasformazioni progressive interne e di quelle di lungo periodo Lrsquoanalogia consente di poter titolare questa collana di architettura -cittagrave -paesaggio ldquoIl Cortile delle Ninferdquo Una collana di testi centrati sulla modificazione del processo di concezione del progetto architettonico contemporaneo determinato da ineludibili necessitagrave di controllo ambientale e dalle modalitagrave diverse con cui la cultura amministrativa ed imprenditoriale deve oggi confrontarsi

Il giardino luminoso e mutevole delle querce ha abdicato a favore di un coacervo di opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano piugrave i miti delle ninfe dei fauni e dei satiri In questo paesaggio desertificato di valori e nella consapevolezza di riannodare i fili perduti di una storia per tanti versi esemplare la collana intende dunque aprire una visione positiva per le nuove generazioni

il cortile delle ninfe

a mio padre Michele Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

Lilia Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

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via Raffaele Garofalo 133AndashB00173 Roma

(06) 93781065

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I edizione ottobre 2012

11 Architettura natura paesaggio urbano Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura Lrsquoestetica delle relazioni nascoste

Il carattere geografico delle infrastrutture 31 Dal territorio alla cittagrave al territorio della cittagrave La strada come struttura e identitagrave territoriale della forma urbana le tipologie della cittagrave ottocentesca Parigi e Barcellona 45 Le infrastrutture del porto e il fronte a mare La Via del mare di Messina Il fronte a mare di Palermo Dalla Reggia di Portici al porto del Granatello

I parchi campani e lrsquoarchitettura delle centralitagrave geografiche

75 Centralitagrave geografiche del moderno Il centro urbano come parco La Mostra drsquoOltremare laquomemoria del futuroraquo Lrsquo evoluzione del concetto di centralitagrave geografica Il quartiere come paesaggio I laquoquartieri autonomiraquo e lrsquoorografia flegrea La connotazione geografica delle aree di centralitagrave Verso una nuova dimensione del quartiere tra paesaggio e sguardo archeologico Nuove centralitagrave geografiche 97 Frammenti e incompiutezze del moderno nella costruzione della cittagrave-parco Un quartiere popolare Sulle orme dei valloni del Traiano Una fabbrica dismessa Sulle orme del fiume Sebeto Un ex sanatorio La Porta laquoCapodimonteraquo di interscambio tra parchi Una casa per studenti dimenticata I propilei giagrave storici del Parco delle Colline

139 Architettura come lsquoquarta naturarsquo Cuma Ri-comporre le mura di Cuma Un nuovo percorso dallrsquo laquoElefanteraquo alla laquoTartarugaraquo

Sommario

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 3: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

Il giardino egrave per sua stessa natura unrsquoopera aperta in continua trasformazione Il grande giardino che egrave poi il parco principesco divenuto nel tempo pubblico egrave luogo collettivo e strumento politico

La doppia metamorfosi nel corso delle stagioni e nel tempo degli anni che caratterizza il giardino egrave metafora ma anche figura narrativa della storia e del destino della cittagrave delle sue trasformazioni progressive interne e di quelle di lungo periodo Lrsquoanalogia consente di poter titolare questa collana di architettura -cittagrave -paesaggio ldquoIl Cortile delle Ninferdquo Una collana di testi centrati sulla modificazione del processo di concezione del progetto architettonico contemporaneo determinato da ineludibili necessitagrave di controllo ambientale e dalle modalitagrave diverse con cui la cultura amministrativa ed imprenditoriale deve oggi confrontarsi

Il giardino luminoso e mutevole delle querce ha abdicato a favore di un coacervo di opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano piugrave i miti delle ninfe dei fauni e dei satiri In questo paesaggio desertificato di valori e nella consapevolezza di riannodare i fili perduti di una storia per tanti versi esemplare la collana intende dunque aprire una visione positiva per le nuove generazioni

il cortile delle ninfe

a mio padre Michele Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

Lilia Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

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I edizione ottobre 2012

11 Architettura natura paesaggio urbano Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura Lrsquoestetica delle relazioni nascoste

Il carattere geografico delle infrastrutture 31 Dal territorio alla cittagrave al territorio della cittagrave La strada come struttura e identitagrave territoriale della forma urbana le tipologie della cittagrave ottocentesca Parigi e Barcellona 45 Le infrastrutture del porto e il fronte a mare La Via del mare di Messina Il fronte a mare di Palermo Dalla Reggia di Portici al porto del Granatello

I parchi campani e lrsquoarchitettura delle centralitagrave geografiche

75 Centralitagrave geografiche del moderno Il centro urbano come parco La Mostra drsquoOltremare laquomemoria del futuroraquo Lrsquo evoluzione del concetto di centralitagrave geografica Il quartiere come paesaggio I laquoquartieri autonomiraquo e lrsquoorografia flegrea La connotazione geografica delle aree di centralitagrave Verso una nuova dimensione del quartiere tra paesaggio e sguardo archeologico Nuove centralitagrave geografiche 97 Frammenti e incompiutezze del moderno nella costruzione della cittagrave-parco Un quartiere popolare Sulle orme dei valloni del Traiano Una fabbrica dismessa Sulle orme del fiume Sebeto Un ex sanatorio La Porta laquoCapodimonteraquo di interscambio tra parchi Una casa per studenti dimenticata I propilei giagrave storici del Parco delle Colline

139 Architettura come lsquoquarta naturarsquo Cuma Ri-comporre le mura di Cuma Un nuovo percorso dallrsquo laquoElefanteraquo alla laquoTartarugaraquo

Sommario

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 4: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

a mio padre Michele Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

Lilia Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

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I edizione ottobre 2012

11 Architettura natura paesaggio urbano Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura Lrsquoestetica delle relazioni nascoste

Il carattere geografico delle infrastrutture 31 Dal territorio alla cittagrave al territorio della cittagrave La strada come struttura e identitagrave territoriale della forma urbana le tipologie della cittagrave ottocentesca Parigi e Barcellona 45 Le infrastrutture del porto e il fronte a mare La Via del mare di Messina Il fronte a mare di Palermo Dalla Reggia di Portici al porto del Granatello

I parchi campani e lrsquoarchitettura delle centralitagrave geografiche

75 Centralitagrave geografiche del moderno Il centro urbano come parco La Mostra drsquoOltremare laquomemoria del futuroraquo Lrsquo evoluzione del concetto di centralitagrave geografica Il quartiere come paesaggio I laquoquartieri autonomiraquo e lrsquoorografia flegrea La connotazione geografica delle aree di centralitagrave Verso una nuova dimensione del quartiere tra paesaggio e sguardo archeologico Nuove centralitagrave geografiche 97 Frammenti e incompiutezze del moderno nella costruzione della cittagrave-parco Un quartiere popolare Sulle orme dei valloni del Traiano Una fabbrica dismessa Sulle orme del fiume Sebeto Un ex sanatorio La Porta laquoCapodimonteraquo di interscambio tra parchi Una casa per studenti dimenticata I propilei giagrave storici del Parco delle Colline

139 Architettura come lsquoquarta naturarsquo Cuma Ri-comporre le mura di Cuma Un nuovo percorso dallrsquo laquoElefanteraquo alla laquoTartarugaraquo

Sommario

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 5: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

Architettura e centralitagrave geografiche

Lilia Pagano

Architettura e centralitagrave geografiche

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I edizione ottobre 2012

11 Architettura natura paesaggio urbano Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura Lrsquoestetica delle relazioni nascoste

Il carattere geografico delle infrastrutture 31 Dal territorio alla cittagrave al territorio della cittagrave La strada come struttura e identitagrave territoriale della forma urbana le tipologie della cittagrave ottocentesca Parigi e Barcellona 45 Le infrastrutture del porto e il fronte a mare La Via del mare di Messina Il fronte a mare di Palermo Dalla Reggia di Portici al porto del Granatello

I parchi campani e lrsquoarchitettura delle centralitagrave geografiche

75 Centralitagrave geografiche del moderno Il centro urbano come parco La Mostra drsquoOltremare laquomemoria del futuroraquo Lrsquo evoluzione del concetto di centralitagrave geografica Il quartiere come paesaggio I laquoquartieri autonomiraquo e lrsquoorografia flegrea La connotazione geografica delle aree di centralitagrave Verso una nuova dimensione del quartiere tra paesaggio e sguardo archeologico Nuove centralitagrave geografiche 97 Frammenti e incompiutezze del moderno nella costruzione della cittagrave-parco Un quartiere popolare Sulle orme dei valloni del Traiano Una fabbrica dismessa Sulle orme del fiume Sebeto Un ex sanatorio La Porta laquoCapodimonteraquo di interscambio tra parchi Una casa per studenti dimenticata I propilei giagrave storici del Parco delle Colline

139 Architettura come lsquoquarta naturarsquo Cuma Ri-comporre le mura di Cuma Un nuovo percorso dallrsquo laquoElefanteraquo alla laquoTartarugaraquo

Sommario

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 6: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

Architettura e centralitagrave geografiche

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I edizione ottobre 2012

11 Architettura natura paesaggio urbano Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura Lrsquoestetica delle relazioni nascoste

Il carattere geografico delle infrastrutture 31 Dal territorio alla cittagrave al territorio della cittagrave La strada come struttura e identitagrave territoriale della forma urbana le tipologie della cittagrave ottocentesca Parigi e Barcellona 45 Le infrastrutture del porto e il fronte a mare La Via del mare di Messina Il fronte a mare di Palermo Dalla Reggia di Portici al porto del Granatello

I parchi campani e lrsquoarchitettura delle centralitagrave geografiche

75 Centralitagrave geografiche del moderno Il centro urbano come parco La Mostra drsquoOltremare laquomemoria del futuroraquo Lrsquo evoluzione del concetto di centralitagrave geografica Il quartiere come paesaggio I laquoquartieri autonomiraquo e lrsquoorografia flegrea La connotazione geografica delle aree di centralitagrave Verso una nuova dimensione del quartiere tra paesaggio e sguardo archeologico Nuove centralitagrave geografiche 97 Frammenti e incompiutezze del moderno nella costruzione della cittagrave-parco Un quartiere popolare Sulle orme dei valloni del Traiano Una fabbrica dismessa Sulle orme del fiume Sebeto Un ex sanatorio La Porta laquoCapodimonteraquo di interscambio tra parchi Una casa per studenti dimenticata I propilei giagrave storici del Parco delle Colline

139 Architettura come lsquoquarta naturarsquo Cuma Ri-comporre le mura di Cuma Un nuovo percorso dallrsquo laquoElefanteraquo alla laquoTartarugaraquo

Sommario

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 7: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

11 Architettura natura paesaggio urbano Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura Lrsquoestetica delle relazioni nascoste

Il carattere geografico delle infrastrutture 31 Dal territorio alla cittagrave al territorio della cittagrave La strada come struttura e identitagrave territoriale della forma urbana le tipologie della cittagrave ottocentesca Parigi e Barcellona 45 Le infrastrutture del porto e il fronte a mare La Via del mare di Messina Il fronte a mare di Palermo Dalla Reggia di Portici al porto del Granatello

I parchi campani e lrsquoarchitettura delle centralitagrave geografiche

75 Centralitagrave geografiche del moderno Il centro urbano come parco La Mostra drsquoOltremare laquomemoria del futuroraquo Lrsquo evoluzione del concetto di centralitagrave geografica Il quartiere come paesaggio I laquoquartieri autonomiraquo e lrsquoorografia flegrea La connotazione geografica delle aree di centralitagrave Verso una nuova dimensione del quartiere tra paesaggio e sguardo archeologico Nuove centralitagrave geografiche 97 Frammenti e incompiutezze del moderno nella costruzione della cittagrave-parco Un quartiere popolare Sulle orme dei valloni del Traiano Una fabbrica dismessa Sulle orme del fiume Sebeto Un ex sanatorio La Porta laquoCapodimonteraquo di interscambio tra parchi Una casa per studenti dimenticata I propilei giagrave storici del Parco delle Colline

139 Architettura come lsquoquarta naturarsquo Cuma Ri-comporre le mura di Cuma Un nuovo percorso dallrsquo laquoElefanteraquo alla laquoTartarugaraquo

Sommario

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 8: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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Andreacute Corboz ricostruisce le fila di un immaginario del territorio nel tempo attraverso la storia delle sue rappresentazioni ma anche di quei progetti o estrapolazioni fantastiche risultato di conoscenze ammassate da una ricerca sapiente Viollet Le Duc dopo aver descritto la morfologia del Monte Bian-co era giunto a ripristinarne lo stato congetturale prima dellrsquoerosione rico-struendone lrsquoimmagine Bruno Taut va ben oltre proponendo di sfaccettare i picchi alpini in giganteschi cristalli pervenendo ad un progetto lirico di cui sottolinea il costo enorme laquoinferiore perograve a quello della guerraraquo Nel suo saggio Il territorio come palinsesto sostiene infine la tesi che grazie agli studi degli anni rsquo70 finalmente nella contemporaneitagrave si va man mano affermando una nuova consapevolezza del territorio non piugrave come campo operativo astratto ma come risultato di una lunghissima e lentissima strati-ficazione che occorre conoscere per poter intervenire Consapevolezza che egrave anche il risultato di un allarme sempre piugrave condiviso rispetto allrsquourbanizza-zione indiscriminata e allo spreco di risorse A conclusione scrive

laquoLa sua doppia manifestazione di ambiente segnato dallrsquouomo e di luogo di re-lazione psichica privilegiata lascia supporre che la Natura considerata sempre in occidente come una forza esterna e indipendente dovrebbe piuttosto essere definita come il campo della nostra immaginazione Ciograve non significa chrsquoessa sia stata infi-ne addomesticata ma piugrave semplicemente che in ogni civiltagrave la natura egrave ciograve che la cultura designa come tale egrave ovvio che tale definizione si applica anche alla natura umanaraquo1

Sorgono due considerazioni immediate1) La riconquista di una consapevolezza costruttiva di ogni civiltagrave avviene reinterrogando la natura come depositaria del significato originario e ar-chetipico della costruzione riscoprendo e immaginando da diverse prospet-tive il senso ultimo antico e contemporaneo di questo atto primario2) Lrsquouomo la natura umana in quanto esso stesso natura egrave parte integrante di questo processo di ridefinizioneViene a questo punto da chiedersi che cosrsquoegrave oggi naturalaquoCome per lrsquooriginario abitante era la natura ignota e ostile cosigrave oggi egrave la metropoli Resta immutato il problema dellrsquoessere in un mondo le cui leggi sfuggonoraquo2 Questo bellissimo pensiero di Agostino Renna esprime un bisogno di comprensione e rifondazione degli strumenti in un mondo pro-fondamente mutato Rimanda ad una condizione originaria in cui lrsquouomo riuscigrave a ritrovare lrsquoillusione di un equilibrio con le forze naturali attraverso il mito e la sua rappresentazione nella bellezza delle forme dellrsquoarchitettura In termini sia esistenziali che fisici associa ad una laquonatura ignota e ostileraquo la condizione straniante della metropoli e lrsquoangoscia provocata dallrsquoomolo-gazione dellrsquourbano prodotta dalla civiltagrave dei consumi anche comunemente avvertita come monito di una natura che ribadisce lrsquounitagrave di destino con lrsquouomo che ne sta determinando la catastrofeOggi la natura ignota egrave il contesto senza limiti geografico e territoriale in

cui giace una cittagrave che appare come somma di elementi grezzi ingabbia-ti nelle maglie della cittagrave funzionale che in altra forma e con una nuova urgente inquietudine ripropongono lrsquoeterno problema dellrsquouomo che abita e costruisce la natura Questa dimensione territoriale e frammentaria dei contesti urbani insieme alla nuova generalizzata sensibilitagrave verso una natu-ra intesa come patrimonio ambientale da preservare si traduce nellrsquoambito dellrsquoarchitettura in una riflessione volta ad individuare nuovi riferimenti e strumenti del mestiere in grado di far fronte ad un inestinguibile laquobisogno di cittagraveraquo e di qualitagrave diffusa dellrsquoabitareLa dissolvenza dei confini della cittagrave ha superato il millenario dualismo tra cittagrave e campagna in una diffusa inedita contaminazione tra mondo urbano e mondo rurale lasciando intravedere gli orizzonti di una nuova dimensione naturale dellrsquourbano dove lrsquoordine geografico sembra prevalere sulla razio-nalitagrave artificiale della cittagraveUn concetto di lsquocentralitagrave geograficarsquo sembra emergere come il nuovo piugrave adeguato riferimento di unrsquoarchitettura volta alla riappropriazione di quel ruolo di arte civile e necessaria che lrsquoha connotata nella cittagrave della storia Ai fini della comprensione strutturale dei nuovi contesti urbani sembra importante andare a verificare se tra la cittagrave lsquocompattarsquo e la cittagrave laquocome vuoto continuoraquo a fianco anzi allrsquointerno della lsquocittagrave diffusarsquo che caratte-rizza gran parte delle periferie metropolitane italiane egrave presente per fram-menti unrsquoaltra idea di cittagrave anchrsquoessa ispirata e coerente con la sua nuova dimensione geografica e territoriale ma che tuttavia piuttosto che sostitui-re al continuum lsquosolidorsquo il continuum lsquovuotorsquo sia pure naturale mostra la tendenza a conservare nella sua organizzazione relazioni gerarchiche di natura insediativa che contiene in altri termini la potenzialitagrave il piugrave delle volte inespressa di pervenire ad un equilibrio vuoti solidi non per distribu-zione indifferente ed omogenea di oggetti ma per nuclei o quartieri che ne presuppongano al loro interno lrsquoaggregazione in senso urbano Come matrici relazionali lsquonaturalirsquo esistenti o potenziali ci si deve in tal sen-so riferire sia alla campagna nella sua nuova generica accezione di struttura produttiva unitaria che ad una concezione allargata di parco urbano peral-tro ancora poco definita e da approfondire Il tutto allrsquointerno di quel concetto di percorrenza e di percezione cinematica che da sempre ha costituito la linfa vitale di insediamenti territoriali piccoli e grandi e che nella cittagrave contemporanea si ripropone come coordinata conna-turata ai nuovi modi di abitare In questo tipo di discorso finalizzato a riconoscere il carattere lsquogeograficorsquo strutturante dellrsquoorganismo urbano non ci si puograve omettere dal rammaricarsi di un mancato ritorno nella realtagrave europea del modello della parkway ameri-cana in quanto versione territorializzata del boulevard elaborata dalla cultura americana che riporta su grande scala il concetto di natura artificializzata Un meccanismo di selezione di paesaggi che fornisce la chiave per proiettare su un piano cinematico quel concetto di natura individuato dalla cultura moderna europea come sostrato portante di una cittagrave esplosa nelle sue parti costitutive

Architettura natura paesaggio urbano

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 9: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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Ancora Agostino Renna giagrave alla fine degli anni rsquo70 occupandosi delle terre di provincia dellrsquoAbruzzo subappenninico e marittimo ne rilevava il caratte-re di laquounico grande sistema urbano rurale di un milione di abitanti quasi unrsquounica cittagrave diffusa su un territorio di tremila chilometri quadrati o forse con piugrave precisione una grande normale campagna come poche in Italiaraquo e aggiungeva

laquoQuesta estesa campagna costruita o questa struttura urbana diffusa egrave diversa e estranea alla forma della metropoli Se riusciamo a pensare alla campagna non come residuo negativo della metropoli ma come parte dellrsquointera realtagrave possia-mo partecipare dei caratteri di queste terre Questo carattere non egrave tanto legato al passato ad una storia tutto sommato di subordinazione e sfruttamento ma ad un futuro possibile non egrave tanto nel confronto con la storia che emerge la forma e il senso di questo territorio quanto nel suo misurarsi contraddittorio con la metropoli odiernaraquo 3 Quei termini quali lsquocampagna urbanizzatarsquo o lsquocittagrave diffusarsquo spesso ridotti nella letteratura recente sul paesaggio contemporaneo a sinonimi di lsquometro-polirsquo acquistano in queste considerazioni un significato antitetico e preciso che sottolinea la tensione derivante da profondi conflitti strutturali A diffe-renza del concetto di lsquometropolirsquo che esprime innanzitutto una condizione culturale contraddistinta dallrsquo laquouniversalitagrave della mercificazioneraquo si carica-no di unrsquoimmediata e specifica valenza fisica implicando la considerazione attenta di quel sostrato urbano genetico insito nel paesaggio agrario che con i suoi valori prettamente lsquoumanirsquo riemerge da un salto di scala della cittagrave direttamente correlato alla sua dimensione geomorfologica egrave in questo nuovo lsquosentirersquo diffuso di unrsquounitagrave tra mondi in passato contrap-posti che va ricercata lrsquoillusione del mito contemporaneo e forse lrsquoorigine di quel significato onnicomprensivo affascinante e ambiguo della definizione di lsquoparcorsquo coniata dal moderno Oggi divenuto finanche categoria urbanistica il lsquoparcorsquo cerca di tutelare la bellezza di parte dei nostri territori ma analogamente laquoun senso geografi-co nuovoraquo riaffiora sempre piugrave spesso anche nelle reinterpretazioni struttu-rali dei luoghi di quella cittagrave compatta storicamente lsquoaltrorsquo rispetto al suo territorio lsquonaturalersquo La bellezza di spazi prettamente urbani sembra doversi misurare nuovamente dalla loro forza di costruire paesaggi di valorizza-re lsquopanoramirsquo di rivelare quei complessi e affascinanti sistemi di relazioni infine riconducibili ad antichi legami con il sostrato naturale originario Il paesaggio torna ad essere Teatro laquosuperando quei minimi e irrilevanti palcoscenici elementi base della nostra percezione passata della geografia frammentata in tante minuscole centralitagraveraquo4 La verifica progettuale presuppone la compresenza di diverse scale spazia dal-la dimensione territoriale dei paesaggi urbaniquartieri alla resignificazione archeologica di tracce minimali dallrsquoidea di una cittagrave geografica a una ricer-ca compositiva attenta al dettaglio che reinterpreta lo stesso concetto di storia

Il parco come idea di cittagrave struttura e centralitagrave geografica

Hans Seldmeier ne La Perdita del centro5 torna ad indagare sul periodo a cavallo della rivoluzione francese e analizza i sintomi di rottura di un sapere unitario usando come cartina al tornasole lrsquoarchitettura e lrsquoarte Solo risa-lendo a quegli avvenimenti sostiene noi possiamo comprendere la nostra situazione attuale egrave in quel periodo che in architettura emergono nuovi temi dalla crisi di temi che avevano dominato per secoli (chiesa e palazzo) Il primo tema-sintomo che prefigura la nascita di una nuova epoca egrave il lsquogiar-dino allrsquoinglesersquo che tra il 1720 e il 1760 conquista tutto il continente Non piugrave disegni assoluti e unitari ma un collage di elementi e frammenti naturali e artificiali identifica nel giardino il riflesso di una bellezza metafisica o la rappresentazione di un giardino primordiale e perfetto che in origine era la natura stessa Il lsquogiardino allrsquoinglesersquo puograve essere considerato laquoil primo tema moderno dominanteraquo sia percheacute attira nella sua orbita le altre arti che per il suo contenuto filosofico religioso (il culto di una natura panteistica assur-ge a forma universale dello spirito dellrsquouomo solitario prima che membro di una societagrave) In esso lrsquoarchitettura compare come frammento o rovina affiorano archetipi come antri caverne grotte informi o pergolati edifici in pietra grezza non levigata o in legno Tutto ciograve riformula lo stesso concetto di bellezza come esplorazione e riconquista continua dei significati piugrave pro-fondi della struttura adeguandolo alla rottura di una cultura immediata ed unitaria ad una lsquoPerdita del centrorsquo appunto Il declino del giardino allrsquoinglese conclude Seldmeier comincia intorno al 1830 quando il parco comincia piuttosto ad assumere un carattere museogra-fico prefigurando il nuovo tema dominante della ricerca propria dellrsquoArchitet-tura della Rivoluzione il monumento architettonico figurativoVolendo risalire ai presupposti teorici di quel concetto di natura come sistema relazionale di vuoti che tanta influenza ha avuto sulla cittagrave e lrsquoarchitettura moderna nord e centro europea si puograve affermare schematizzando che i mo-delli di lsquocittagrave razionalersquo che si possono evincere come risultato della critica alla cittagrave borghese ottocentesca sono riconducibili a due matrici fondamentali Il primo deriva soprattutto da quelle elaborazioni che potremmo definire di lsquourbanistica manifestorsquo volte a sostituire per dirla con Colin Rowe alla cittagrave come laquomatrice solidaraquo la cittagrave come lsquovuoto continuorsquo naturale entro cui i manufatti oggetto trovano le condizioni della loro liberazione Il secondo nato e sostenuto da una piugrave consistente sperimentazione empiri-ca tende a prefigurare una sorta di esplosione tra le parti storicamente costi-tutive della cittagrave che determina il sancire in forma razionalizzata della sua spontanea strutturazione per quartieri o a scala piugrave ampia per cittagrave satelliti filiazioni autonome di una cittagrave madreSul piano strettamente teorico lrsquoipotesi di cittagrave come lsquovuoto continuorsquo non esclude la cittagrave lsquoper quartierirsquo ma la include eppure la precisazione concet-tuale inerente lrsquoaccezione relazionale conferita al lsquovuotorsquo segna una profon-da diversificazione sulle rispettive conseguenze in termini di forma urbana

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 10: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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Da matrice indifferenziata e continua di supporto agli lsquooggettirsquo che costrui-scono la cittagrave la natura acquista un significato di lsquopausarsquo tra parti omogenee e autonome tra episodi urbani conclusi in altri termini costituisce il sistema a cui egrave assegnata la definizione della logica unificante e gerarchizzante che deve sussistere tra le diverse parti dellrsquoorganismo urbanoegrave possibile approfondire come nel lsquomodernorsquo il significato stesso del nucleo urbano dipenda dalle varie accezioni strutturanti che la natura acquista ora come elemento di separazione come nel caso della cittagrave giardino ora come pausa relazionale come nel caso delle siedlungen tedesche Osborn nel 1945 lamentava la confusione tra lsquocittagrave satellitirsquo e laquosobborghi in-dustrialiraquo precisando che la lsquofascia verdersquo di separazione della cittagrave giardino dovesse essere una vera e propria fascia di campagna e non poteva essere ap-plicata alle strette fasce di terreno incolto che spesso circondavano il grande centro metropolitano e urbano6Mumford definisce queste comunitagrave urbane come laquocittagrave dalla fascia verderaquo dove la fascia verde doveva essere intesa come un laquomuro orizzontale bidi-mensionaleraquo che come le antiche mura rafforzavano allrsquointerno il senso della comunitagrave7Il geografo Pierre George precisa che se il passaggio da una comunitagrave allrsquoal-tra egrave troppo frequente la cittagrave satellite perde il suo carattere distintivo e diven-ta un quartiere della cittagrave vicina8 Se nella cittagrave giardino il verde nelle sua complessitagrave egrave omologato a laquomuro orizzontale bidimensionaleraquo la monumentalizzazione della topografia del territorio egrave la premessa del carattere innanzitutto sociale e relazionale dei laquoparchi per il popoloraquoegrave questa forse lrsquoespressione piugrave significativa del moderno il vero laquotema do-minanteraquo che emerge da una rilettura di quegli anni che tenti di andare oltre i teoremi della storiografia ufficiale tutta sbilanciata verso lrsquoinnova-zione della ricerca tipologica e il concetto scientifico e isotropo di natura a supporto della cittagrave lecorbusierana I parchi per il popolo si collocano nella tradizione dello Stadtpark di Schuma-ker ad Amburgo e dellrsquoidea di lsquomonumentalizzazionersquo della natura giagrave avan-zata da Theodor Fischer nelle sue lezioni sulle relazioni tra topografia e cittagrave Il parco per il popolo nella concezione degli anni rsquo20 era unrsquoopera drsquoarte com-plessiva e unitaria e al tempo stesso laquoun programma sociale globaleraquo La forma del terreno nella sua qualitagrave di natura elevata a monumento era concepita come elemento costitutivo e relazionale dellrsquoarchitettura Al verde era assegnato un ruolo essenziale in tutti gli aspetti del vivere quotidia-no individuando nella creazione di spazi funzionalmente aperti la possibilitagrave di adempiere al soddisfacimento generalizzato dei bisogni dellrsquoabitante della metropoli

laquoNel parco popolare non si prendevano in considerazione soltanto la salute la ri-creazione il divertimento e lrsquoistruzione in esso bellezza e funzionalitagrave non sono in contraddizione Il parco popolare di Lohrberg a Francoforte conteneva al suo

interno frutteti viali di ciliegi e un vigneto la Wulheide a Berlino e il Burgerpark di Brema pascoli di bestiame il Niddatal a Francoforte aree destinate allrsquoapicoltura e alla pesca inoltre quasi tutti i parchi comprendevano zone ad ortoraquo9

Una concezione unificante lrsquoestetica e la funzionalitagrave contraria a qualsiasi forma di specializzazione e preconfezionamento dei luoghi destinati al tempo libero e quindi ad una loro sostanziale genericitagrave che vede sempre piugrave il parco connotarsi come lsquonatura naturalersquo o campagna Ed egrave a questa concezione to-pografica e strutturante del verde che fanno riferimento tra gli altri gli studi dello stesso Martin Wagner per rendere Berlino laquofelicemente naturaleraquo10 ri-duttivamente noti come mera definizione delle quantitagrave lsquodrsquousorsquo necessarie a ciascun abitante per lrsquoequilibrio della sua vita lavorativa Il verde sulla scia delle battaglie sostenute fin dai primissimi del secolo dal-la Gartenstadtgesellshaft (associazione tedesca per le cittagrave giardino) diviene cosigrave elemento fondamentale della composizione urbana peraltro strettamente complementare al processo di razionalizzazione dellrsquoorganismo urbano per parti autonome caratterizzate morfologicamente e funzionalmente La poten-zialitagrave connettiva e relazionale che gli viene attribuita nei confronti dei vari nuclei costituenti il sistema generale egrave il fattore che segna la profonda diver-sificazione tra lrsquourbanistica tedesca e i parametri teorici della cittagrave giardino egrave evidente come oggi di fronte a contesti connotati da inedite inclusioni di campagna allrsquointerno di realtagrave ormai dichiaratamente urbane o di interi contesti geografici e territoriali a pieno titolo parti della cittagrave tutta questa vicenda assume un valore di riferimento del tutto nuovo E non tanto per il carattere delle siedlungen o i criteri compositivi delle cittagrave giardino ma proprio per la sua capacitagrave di anticipare un possibile ordine geografico e ter-ritoriale della cittagrave In unrsquoottica di ricostruzione di sguardi e scenari culturali che aiutino al riconoscimento delle identitagrave dei nuovi paesaggi urbani quei modelli le idee e le elaborazioni utopiche sulla cittagrave non interessano piugrave in quanto bene o male ma come intuizioni di nuovi lsquoordinirsquo elaborate dalla cultura architettonica che hanno trovato realizzazioni parziali e frammen-tarie nei nuovi quadri metropolitani si pensi alla cittagrave lineare alle grandi infrastrutture e megastrutture ma soprattutto al nuovo concetto di natura della cittagrave moderna normalmente imputata di aver dissolto la cittagrave Oggi si possono rileggere quelle teorizzazioni come anticipatrici della condi-zione di unificazione geografica tra cittagrave e territorio dei contesti contempo-ranei Il parco e il suo archetipo il giardino costituiscono un punto di vista privilegiato per cogliere i mutamenti dellrsquoimmaginario collettivo di una cul-tura o di una societagrave Il giardino afferma Colin Rowe11 puograve essere letto come critica alla cittagrave o anche come prefigurazione di nuovi ordini possibili della cittagrave Unrsquoaffermazione che acquista una particolare incisivitagrave se si riflette sul ricorso lsquoal parcorsquo in gran parte dei progetti contemporanei a unrsquoidea di par-co che appare spesso generica ambigua una sorta di rimando dei problemi ma che al tempo stesso testimonia la necessitagrave di una nuova visione del fare architettura adeguata ai nuovi paesaggi geografici del mondo dellrsquourbano

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 11: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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Il paesaggio urbano Alcuni metodi di lettura

Paesaggio e sguardo archeologico i due estremi di una sequenza apparen-temente in contrasto tra loro si legano indissolubilmente nella rinnovata dualitagrave di categorie interpretative e di controllo di un progetto che ricerca la bellezza reinventando nellrsquoopera di architettura i possibili significati re-lazionali e la valenza estetica di accumuli casuali e eterogenei per natura cultura e storia Due sguardi contrapposti che presuppongono diversi livelli di immaginazione e che innescano nuove rivisitazioni nelle teorie di analisi urbana alla luce di quelle tecniche percettive in grado laquodi comporre lrsquoinfini-tamente grande e lrsquoinfinitamente piccoloraquo12 natura e frammenti geografia e mescolanze Lrsquouno mira alla ricomposizione dellrsquounitagrave di unitagrave estetiche inclusive di pae-saggi urbani di misure e coordinate intermedie che riconoscano nei laquopalin-sesti territorialiraquo nelle direttrici e nelle pause degli ordini geografici i nuovi valori strutturanti dellrsquourbanoLrsquoaltro lavora sui molteplici significati del non finito del frammento delle tracce delle fratture In un mondo di elementi che sembrano porsi tutti sullo stesso piano il nuovo grande problema culturale diventa la resignificazione di quel che crsquoegrave e dello spazio tra le lsquocosersquo la rivelazione del potenziale estetico innescato da relazioni formali e scalari inedite tra compresenze eterogenee che rimandano a storie e razionalitagrave autonome e incompiute13 Il paesaggio egrave altro dalla natura e dalla esistenza reale in quanto appartiene alla descrizione culturale Rosario Assunto parla di porzione di territorio che puograve costituire un potenziale oggetto di rappresentazione pittorica14 M Block afferma laquoil paesaggio come unitagrave esiste solo nella mia coscienzaraquoForse egrave giusto parlare piugrave che di descrizione di conoscenza visionaria perce-zione per sottolineare la capacitagrave di trasfigurare di questo tipo di approccio che puograve ricostruire una specie di mitologia dei nuovi luoghi rivelandone lrsquoormai compiuto processo di unificazione culturale tra cittagrave e campagna due mondi storicamente distinti Il sistema mitologico con i suoi luoghi i suoi paesaggi egrave ciograve che ha sempre reso possibile vivere e trasformare i luoghi creare bellezza Il riferimento allrsquoarchitettura greca egrave immediato con la sua capacitagrave di ra-dunare paesaggi di sollevare lo spirito del luogo Cosigrave come acquistano una nuova utilitagrave il concetto di laquopittoresco grecoraquo di Choisy e le successive elabo-razioni di Doxiadis che cercano di svelare geometricamente i segreti sottesi alla armonia dei recinti sacri O ancora tornano i laquotracciati regolatoriraquo di Le Corbusier le sue simmetrie bilanciate che compongono natura e architettu-ra o gli schizzi di Schinkel il primo degli architetti a descrivere panorami mutati scomponendo il paesaggio e ricomponendolo nei suoi disegni attra-verso gradazioni di piani e di luce che unificano natura e artificio lrsquoarcheo-logia classica e i nuovi manufatti industrialiAl di lagrave del loro interesse storico e interpretativo tutti questi studi confluisco-no nel tempo in un unico strumentario di tecniche compositive che indica

possibili metodi di costruzione dellrsquoarchitettura del paesaggio Metodi che nascono nellrsquoipotesi che la razionalizzazione delle modalitagrave di percezione non solo consente di scoprire e penetrare le relazioni strutturali della realtagrave fisica di un territorio ma delinea una specifica cultura estetica e relazionale del progetto di architettura come tassello formale di una figura geografica di insieme la cui verifica e costruzione coinvolge tutte le scale dellrsquoabitare Le Corbusier in Vers une architecture riportando nella fig 8 il noto schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisy che sintetizza quel concetto di laquopittorescoraquo che Quatremere de Quincy per la prima volta aveva riferito allrsquoarchitettura ne sottolinea la portata lsquomodernarsquo di strumento tecnico progettuale in grado di controllare la disposizione degli edifici nella costruzione del paesaggio

laquohellipLrsquoOrdine egrave la gerarchia degli assi da cui la gerarchia dei fini la classificazione delle intenzioni Dunque lrsquoarchitetto assegna degli scopi agli assi Questi scopi sono il muro (il pieno sensazione fisica) o la luce lo spazio (sensazione fisica)Nella realtagrave gli assi non si percepiscono a volo drsquouccello come li mostra il progetto sul tavolo da disegno ma si individuano sul terreno lrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacute Lrsquoocchio vede lontano e obiettivo imperturbabile vede tutto anche al di lagrave delle intenzioni e delle volontagrave Lrsquoasse dellrsquoAcropoli va dal Pireo al Pentelico dal mare alla montagna Dai Propilei perpendicolare allrsquoasse lontano allrsquoorizzonte il mareElemento orizzontale perpendicolare alla direzione che vi ha impresso lrsquoarchitettu-ra dove vi trovate percezione di ortogonalitagrave importante Architettura sublime lrsquoa-cropoli proietta i suoi effetti fino allrsquoorizzonte Dai Propilei nellrsquoaltro senso la statua colossale di Atena sullrsquoasse e il Pentelico sul fondo Questo egrave importante E essendo al di fuori di questo asse perentorio il Partenone a destra e lrsquoEretteo a sinistra avete la possibilitagrave di vederli di tre quarti nel loro aspetto globaleNon bisogna sempre mettere le architetture sugli assi dal momento che sarebbero come persone che parlano tutte in una volta (fig8)raquo15

Lo schizzo dellrsquoacropoli di Atene di Choisyda Le Corbusier Vers une architecture 1923 fig 8

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 12: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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Vista dellrsquoacropoli di Atene dai propilei

In bassoKonstantin A Doxiatis Ricostruzione degli assi visuali dellrsquoacropoli di Atene da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

LrsquoAcropoli di Atene (il sito)Propilei e Tempio della Vittoria ApteradaLe Corbusier Vers une architecture 1923fig 11-12

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 13: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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La forma apparentemente libera della composizione che risulta generata dalla scelta del luogo e dalla sua topografia naturale la conseguente defi-nizione di laquosimmetria otticaraquo che tratta laquoogni gruppo come un paesaggioraquo ponendo in equilibrio le masse dei rilievi naturali e degli edifici preesistenti e conciliando la simmetria dei contorni delle singole architetture con la va-rietagrave e lrsquoimprevisto dei dettagli la scomposizione dinamica del paesaggio in una successione di lsquoquadrirsquo dominati da un motivo principale e combinati in vista della prima impressione lrsquouso di laquovedute di scorcioraquo che rivela lrsquoar-chitettura nella sua interezza scultorea ossia tutti gli accorgimenti spaziali del laquometodo grecoraquo rilevati da Auguste Choisy chiariscono i significati della promenade architectural e di una laquogerarchia degli assiraquo in grado di laquopro-iettare i suoi effetti fino allrsquoorizzonteraquolaquoLrsquouomo sta in piedi e guarda davanti a seacuteraquo egrave da questa stessa prospettiva che muovono gli approfondimenti geometrico matematici che Konstantin A Doxiatis compie sul laquopittoresco grecoraquo di Choisy Lrsquoipotesi egrave che per carpire le tecniche segrete di costruzione del paesaggio armonico dei recinti sacri non vada utilizzato lo spazio cartesiano che i greci ancora non conoscevano ma piuttosto riscoperti i principi ordinatori e geo-metrici di una costruzione fondata su un punto di vista lsquoumanorsquo dinamico ovvero su un sistema di coordinate polari basato sulla definizione dei punti piugrave importanti da cui un determinato sito viene osservato nella sequenza narrativa del percorso I lsquopunti di osservazionersquo individuati dallo studio di 29 esempi (di cui solo 8 vengono considerati completi) restituiscono alcune lsquore-golersquo comuni della composizione dei singoli lsquoquadrirsquo che sembrano confer-mare lrsquoipotesi che il criterio di pianificazione dei siti sacri e civili si riferisca ad una cultura unitaria al di lagrave delle differenze specifiche determinate dalla loro ubicazione e dal loro processo di formazione

laquo1) I raggi a partire dal punto principale determinavano la posizione dei tre spigoli di ogni edificio importante in modo che di ognuno fosse percepibile una vista di tre quarti

2) Generalmente ogni edificio importante poteva essere percepito per intero dal punto di vista principale ma se questo non era possibile un edificio poteva essere completamente nascosto da un altro mai parzialmente nascosto3) I raggi che determinavano gli angoli delle costruzioni importanti formavano alcuni specifici angoli dal punto di vista principale uguali in ogni sito questi rica-devano in due categorie angoli di 30deg 60deg 90deg 120deg e 150deg corrispondenti a una divisione del campo totale di 360deg in dodici parti e angoli di 36deg 72deg 108deg e 144deg che risultavano dalla divisione del campo totale di visione in dieci parti Due tipi di angoli visuali 36012 360104) La posizione delle costruzioni era determinata non solo dagli angoli di visione ma anche dalla loro distanza dal punto di vista5) Queste distanze erano basate su semplici rapporti geometrici derivanti dagli an-goli di visione Normalmente il piede serviva come unitagrave di misura e le distanze usate erano 100 150 o 200 piedi o quelle basate su semplici proporzioni geometri-che suggerite dal sito6) Un angolo frequentemente nel centro della visione era lasciato libero dalle co-struzioni e direttamente aperto sulla campagna circostante Rappresentava la dire-zione da seguire per le persone che si avvicinavano al sito era la sacra via7) Questrsquoangolo aperto era usualmente orientato verso est o ovest o verso una speci-fica direzione associata con il culto locale e la tradizione8) Le costruzioni erano spesso orientate in modo da incorporare o accentuare le ca-ratteristiche del paesaggio esistente e quindi creavano una composizione unitariaraquo16

Lrsquoordine sequenziale di luoghi privilegiati per lrsquoosservazione dellrsquointero sito genera dunque secondo Choisy e Doxiadis i riferimenti e le coordinate dellrsquointero progetto Sia allrsquointerno che allrsquoesterno del recinto questi punti speciali di osservazione sono determinati secondo Doxiadis dalla topografia e dalla dinamica del percorso che li rimandava lrsquoun lrsquoaltro secondo unrsquoasse visuale ad altezza drsquouomo In tal modo la progettazione di ogni singolo edi-ficio coinvolge direttamente i campi visuali dellrsquointero contesto territoriale

Konstantin A Doxiatis Sistemi cartesiani e sistemi polari da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 14: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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Viste dai propilei e dei propileidellrsquoAcropoli di Atene(Foto in alto di B Balestrini da R Martin Architettura greca Electa Milano 1998)

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 15: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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Konstantin A Doxiatis Recinto sacro di Olimpia da The discovery of the ancient greek system of achitectural spacing 1937

In basso Recinto sacro di Olimpia Modello ricostruttivo e stadio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 16: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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e in particolare il tracciato della via Sacra di avvicinamento allrsquoingresso principale spesso enfatizzato dai propilei Molti sono gli archeologi che hanno contestato sul piano storico la scienti-ficitagrave di queste ipotesi Ma resta tutta la suggestione di queste ricostruzioni rispetto ad una teoria di composizione del paesaggio che tragga le regole dellrsquoarchitettura da una ricognizione geografica e simbolica dei siti La scomposizione del paesaggio in una sequenza di lsquoquadrirsquo significativi puograve consentire di lavorare su unrsquoestetica della percezione generata dalla dialet-tica tra valenza narrativa dei percorsi e caratteri simbolici e di panoramicitagrave di specifici punti geografici di riferimento territoriale Suggerisce anche lrsquoo-rigine del carattere archetipico dei vari manufatti di soglia di meditazione di riunione di svago ovvero di unrsquoarchitettura fondata sul valore esistenziale e rappresentativo della percezione intesa oltre che come necessitagrave umana come strumento tecnico di controllo estetico-espressivo dei luoghi dellrsquoabi-tare e del paesaggio La duplice valenza naturale e percettiva che si consolida in alcuni lsquotipirsquo tra-duce in architettura i riti e i miti dellrsquoarchitettura greca Nel tempio laquoil muro si fa colonnaraquo il recinto genera lo stoagrave lo stadio e il teatro pietrificano le forme naturali degli avvallamenti e delle pendici col-linari funzionali alla visione di massa In particolare i Propilei incarnano il significato di lsquomacchina della visionersquo che monumentalizza la lsquosogliarsquo di passaggio tra un esterno e unrsquointerno dove lrsquointerno egrave la porzione di paesag-gio a cui si riconosce un valore sacro perimetrata dal recinto

A ben diversa velocitagrave scorre laquola forma sequenziale dellrsquoimmagineraquo speri-mentata da Linch Appleyard e Meyer in The view from the road (1964) Sulla scia delle ipotesi teoriche giagrave formulate in The image of the city sullrsquoi-dea di immagine percettiva e di lettura sequenziale dellrsquoimmagine la laquonuo-va autostradaraquo egrave individuata come laquouno dei piugrave efficaci strumenti a nostra disposizione per ristabilire ordine e coerenza alla nuova scala metropolita-

na essa esemplifica assai chiaramente quello che egrave un tipico problema nel disegno urbano il problema di disegnare sequenze visive per lrsquoosservatore in movimentoraquo Il fine egrave la messa a punto di un lsquometodorsquo in grado di conferire alla costruzione del tracciato autostradale una valenza narrativa ed educati-va di macchina della visione estetico-artistica rimediando alla laquocarenza di forma visiva delle nostre cittagraveraquo In tre obiettivi vengono sintetizzate le intui-zioni e le finalitagrave della sperimentazione

laquoIl primo egrave quello di porre lrsquoosservatore di fronte ad una forma sequenziale ricca e coerente una forma dotata di continuitagrave ritmo e sviluppo che offra contrasti transizioni ben legate ad un equilibrio dinamico Il secondo obiettivo del disegno egrave di chiarificare e rafforzare nellrsquoosservatore lrsquoimmagine dellrsquoambiente di presen-targli un quadro ben strutturato distinguibile e quanto piugrave possibile esteso Egli dovrebbe essere in grado di relazionare se stesso la strada ed i principali elementi del paesaggio per riconoscerli con certezza e per ricavarne il senso di come egli li sta sorpassando o avvicinando Il terzo obiettivo egrave quello di approfondire il possesso che lrsquoosservatore ha del significato del suo ambiente di dargli una comprensione dellrsquouso della storia della natura o dellrsquointenzione simbolica del tracciato autostra-dale e del paesaggio circostanteraquo17

La fissitagrave di fotografie schizzi o disegni poco si presta a restituire lrsquoesperienza ambientale in movimento e le tecniche di per seacute narrative quali la cinema-tografia o la descrizione verbale risultano sicuramente piugrave adeguate Ma la scommessa (in assenza allrsquoepoca di programmi digitali di rappresentazione) diventa proprio mettere a punto una laquotecnica grafica riproducibile su car-taraquo in grado di comunicare il valore simbolico delle sequenze di lsquoquadrirsquo che identificano lrsquoesperienza di percezione ambientale La tecnica prescelta laquonon presenta la sequenza direttamente come potrebbe fare un film ma piuttosto la simbolizza disponendone gli elementi lungo un asse o una linea continua come avviene per le notazioni musicaliraquo Diagrammi e coni visuali inseriti

K Linch D Appleyard e J R MeyerStruttura del percorso e due diagrammi del senso del movimento e del senso dello spazio da The view from the road 1964 cit in Edilizia Moder-na n 87-88 1965

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 17: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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K Linch D Appleyard e J R Meyerda The view from the road 1964 cit in Edilizia Moderna n 87-88 1965

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 18: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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sugli schemi planimetrici dei percorsi schizzi fotogrammi volutamente fu-mettistici ordinati in sequenze raccontano lrsquoessenza simbolica delle immagini che si vogliono evocare e lrsquoampiezza del campo visuale man mano coinvolto

egrave tracciato quel percorso teorico e sperimentale di analisi e di ricerca che spingeragrave Venturi in Learnig from Las Vegas a porre in primo piano come chiave di lettura della strip commerciale il complesso sistema iconografico di segni e simboli appartenenti alla sfera del banale e del quotidiano che nellrsquoimmagine della cittagrave americana sembra spesso prevalere sui rapporti strutturali dello spazio urbanizzato Un libro che segna una svolta nella com-prensione e nelle prefigurazioni di lsquoarchitetture dellrsquoimmaginersquo delle realtagrave urbane contemporanee ma che a distanza di tempo possiamo rileggere an-che come lsquocuginorsquo di quelle di esperienze ed elaborazioni culturali che negli anni rsquo70 rappresentavano un fronte ideologicamente contrapposto Giagrave nella metagrave degli anni rsquo60 sullo stimolo immediato delle ricerche di Lynch gli studi italiani aprono e percorrono un altro filone di sperimenta-zioni e approfondimenti sul rapporto tra architettura e paesaggio urbano fi-nalizzando lrsquoapproccio percettivo alla comprensione tipo-morfologica di una cittagrave profondamente mutata nel suo divenire Un paesaggio per esistere deve essere riconosciuto necessita di uno sguardo particolare Lrsquoapproccio percet-tivo puograve rivelare il senso di nuovi ordini strutturali dello spazio urbanizzato puograve suggerire nella nuova dimensione territoriale dellrsquourbano le coordinate di controllo compositivo del progetto di architetturaAldo Rossi ne Lrsquoarchitettura della cittagrave18 ricorre al concetto di laquopaesaggio ur-banoraquo di Linch nella sua definizione di lsquoquartierersquo unitagrave morfologica e strut-turale della cittagrave che muta nel tempo nelle sue dimensioni nel suo contenuto sociale e nella sua funzione che varia insieme al variare dellrsquoidea di cittagraveVittorio Gregotti nellrsquoanno stesso della pubblicazione del suo libro Il territo-rio dellrsquoarchitettura (1965) cura lo splendido numero della rivista laquoEdilizia modernaraquo dedicato alla Forma del territorio che come egli stesso chiarisce egrave concepito come laquounrsquoelencazione di problemi aperti dal considerare il nostro lavoro di architetti come lavoro sugli insiemi ambientali a tutte le scale dimen-sionaliraquo La struttura del suo saggio introduttivo costituisce il filo di un ragio-namento unitario che si articola nellrsquointero volume come sequenza di sinteti-che introduzioni ai contributi scelti volutamente eterogenei che impostano a tutto campo un discorso architettonico sul laquopaesaggio antropogeograficoraquo

laquoNoi usiamo qui la nozione di paesaggio secondo una sua ben calcolata ambi-guitagrave di significato anche se in questo numero noi tratteremo della dimensione geografica essa saragrave solo della nostra idea di paesaggio come insieme di elementi un esempio sia pur particolarmente significativo e pregnante di un modo forse nuovo di condurre il discorso intorno al problema della struttura formale in archi-tettura un modo che non pretende di presentarsi come unitario a livello operativo ma che al contrario intende presiedere alla specificazione delle metodiche e delle diverse ottiche formali alle varie scaleraquo19

In copertina riproduce il disegno diagrammatico di Salvatore Bisogni e Ago-stino Renna che interpreta le relazioni visuali messe in campo dal paesaggio geografico della cittagrave di Napoli illustrate a fondo nel loro contributo Intro-duzione ai problemi di disegno urbano in area napoletana La spregiudicatezza intuitiva e la curiositagrave intellettuale di questo lavoro re-datto dagli autori in occasione della loro tesi di laurea sintetizzano al meglio lrsquoapertura culturale di un atteggiamento di ricerca pragmatico che si propo-ne di indagare le potenzialitagrave dellrsquoarchitettura come laquotecnologia formale del paesaggio antropogeograficoraquoLa sperimentazione sulla geomorfologia del territorio partenopeo utilizza un laquometodo ecletticoraquo di restituzione grafica diagrammatica e simbolica della forma e delle vocazioni progettuali del territorio urbanizzato Lrsquointuizione suggerita da una prospettiva progettuale egrave che il paesaggio e le sue relazioni percettive forniscano la chiave per comprendere a fondo la valenza semanti-ca della struttura urbana napoletana20 Napoli affermano non egrave scelta per lsquocomoditagraversquo per la forza della sua stra-ordinaria conformazione geomorfologica egrave un laquocampo di sperimentazione tale da permettere indicazioni metodologiche generalizzabiliraquo riguardo laquoal rapporto tra livelli drsquoinsediamento e struttura orograficaraquo Lrsquoipotesi egrave che nella sua nuova allargata dimensione geografica la forma della cittagrave egrave laquola forma del paesaggio della cittagrave nella sua globalitagrave e nelle sue diverse partiraquo definite dalla geomorfologia del territorio La potenza formale e simbolica di questa matrice naturale risulta giagrave tutta contenuta nel concetto di laquostoricitagrave del paesaggioraquo di Emilio Sereni21 che esprime il continuum strutturale inscindibile tra la costruzione del territorio e lrsquoarchitettura della cittagrave Ciograve implica che i problemi formali inerenti lo spazio urbanizzato si configurino come un insieme organico dotato di un proprio grado di autonomia e che lrsquoorigine di ogni questione formale degli insediamenti come delle singole architetture risieda nei laquocampi di relazio-niraquo immediate e profonde generate da un determinato territorio nella sua accezione di laquomorfologia territorialeraquo dotata di valenza semantica Il progetto di architettura alla grande come alla piccola scala puograve scoprire queste relazioni reinventarle e rivelarle di volta in volta

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965

Page 19: Il cortile delle ninfe IIdi opache conifere che costituiscono il corpo diffuso del presente ed in cui non abitano più i miti delle ninfe, dei fauni e dei satiri. In questo paesaggio

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S Bisogni A Renna Campi visuali e relazionali del paesaggio urbano na-poletano da Edilizia moderna n87-88 1965