Il CORRIERE R · 2013-10-30 · il distintivo Ncc, pensavano ai pullman turistici noleggiati e...

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B asta accennare alla sigla NCC (Noleggio con con- ducente), per scatenare in una qualsiasi platea di automobilisti (peggio ancora se vi sono dei tassisti) una ondata di polemiche, un acceso dibattito. Per chi guida le auto bianche – i tassisti, appunto – l’Ncc è un nemico, un avversario, un rivale. Le vicende sulle licenze fuori comune, i pasticciacci, le irregolarità sono letteratura, gli scontri – anche duri – all’aeroporto e alla stazione sono cronaca spicciola. Proprio nei giorni scorsi le associazioni di categoria si sono fatti sentire in Campidoglio. C’è aria di un nuovo rego- lamento, di paletti che inducano tutti a vivere in pace. Ma non è di questo che vogliamo parlare, delle regole si potrà discutere in un secondo momento, in una prossima puntata. Cittadini di- stratti, eravamo abituati alle Mercedes, alle berline lussuose con il distintivo Ncc, pensavano ai pullman turistici noleggiati e au- torizzati a procedere dove abitualmente non si procede.Un po’ alla volta siamo stati presi e soggiogati da un fenomeno nuovo, inquietante, quello dei “Van” Ncc, quei furgoni neri e lucidi con i vetri oscurati, in grado di piombare come calabroni impazziti a margine dei monumenti, delle location più appetite dai turisti, di scaricare i passeggeri e di piazzarsi ad aspettarli spesso in to- tale spregio delle norme del codice. (1 continua) Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 10 anno LXVI GIOVEDI 31 OTTOBRE 2013 L’INCHIESTA Viabilità Per qualche semaforo in meno a pagina 5 IL CASO Super-Pontina ora ci prova anche Zingaretti a pagina 7 All’interno l’inserto di Sanità del Lazio IL PUNTO Sanità, mesi di paralisi in vista a pagina 10 IL CASO Castelnuovo di Porto Per i rifugiati il limbo si trasforma in un inferno a pagina 14 NUMERO 10 ANNOLXVI GIOVEDI 31 OTTOBRE 2013 Lazio Lazio la del anità Scandalo Ipab S S Nate per fornire assistenza e fare beneficenza continuano a servire ad altro, ad essere strumenti di potere. Il caso S.Alessio. Ricchissimo ma con un bilancio in profondo rosso continua a fare “favori” fuori dalle regole. La tenuta di Presciano, affare milionario sulla pelle della colleività. E gli affii di favore in Centro Storico? (1/ continua) S iamo all'ultima pagina del romanzo "I tre moschettieri" scritto stavolta da Nicola Zingaretti. Parliamo di Emidio Di Virgilio, Edrio Mechelli, e Dante Chiroli – perfetti sco- nosciuti per la platea, certamente fedelissimi - chiamati dal Governatore a verificare i 200 nomi suggeriti dall' Agenas alla Regione Lazio per le nomine dei nuovi direttori generali del ASL e delle Aziende Ospedaliere. Il Presidente è Emidio Di Virgilio, classe 1969, dirigente Regionale, titolare della struttura Pianificazione Stra- tegica. Guarda caso, Di Virgilio proviene proprio dall'Agenas con il compito di lavorare all'aggiornamento della griglia per i LEA dal 2009. Ma sicuramente l’esperienza per il bilanciamento dei costi in sanità, ta- volo tecnico di valutazione, ne fa, secondo la cabina di regia della Sanità Regionale del Lazio, un esperto tagliatore di teste per l'elenco dei 200 Direttori Generali : ne dovranno restare 50. Viene da chiedersi quanto conti l’Agenas e quanto i tre moschettieri possano essere direttamente influenzati dall’Agenzia, feudo dell’ex ministro Balduzzi e prima ancora fortemente ispirata da Rosy Bindi.- Di Virgilio ha avuto lunga frequen- tazione, come si è detto, mentre Edrio Mechelli classe 1964, sindaca- lista, ha come merito quello di aver costituito durante la campagna elettorale regionale presso l'ARES 118 del "Comitato Insieme per Ni- cola" e sicuramente con la vittoria di Zingaretti ha fatto il salto di qualità. Premiato con il ruolo fiduciario di moschettiere. Il terxo “saggio” pro- viene dalla LAit-Lazio (SPA) settore innovazioni tecnologiche, dipen- dente, della stessa, dal lontano 2001. Dante Chiroli è passato da una Presidenza all'altra, a partire dalla gestione Storace , quando il gover- natore controllava l’assunzione dei dirigenti di società regionali. Come giudicheranno “i tre moschettieri” i duecento aspiranti manager? Sicu- ramente ognuno per la propria, si fa per dire, “professionalità" riferirà al Presidente Zingaretti, mettendo, ci auguriamo, in ordine alfabetico i 50 dati dai quali estrarre quei direttori che per contratto saranno sotto il controllo diretto del Governatore. Qualcuno dei candidati ha già fatto sapere che se non nominato ricorrerà al TAR e al Consiglio di Stato e, probabilmente, i ricorsi pioveranno come se diluviasse. Attenzione quindi ai "tre moschettieri", e al Cardinale Richelieu. I fedelissimi de- vono servire il sovrano fino in fondo. Il Corvo I tre moscheieri di Zingarei di Stefania Pascucci continua a pagina12 e 13 PIAZZA CAMPITELLI. In questo palazzo a suo tempo fu affittato un appartamento dall'Ipab S.Alessio all'onorevole Alfredo Antoniozzi di Giulio Terzi segue a pagina 4 Il CORRIERE DI ROMA Ncc, senza regole Troppi, aggressivi, arroganti, indisciplinati. Ma anche pratici, funzionali e forse addiriura economici I "van" che stanno rapidamente soppiantando le vecchie berline sembrano essere dovunque nelle strade e nelle piazze del centro storico. Un fenomeno nuovo, che evidentemente va regolamentato e contingentato

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Basta accennare alla sigla NCC (Noleggio con con-ducente), per scatenare in una qualsiasi platea diautomobilisti (peggio ancora se vi sono dei tassisti)una ondata di polemiche, un acceso dibattito. Perchi guida le auto bianche – i tassisti, appunto – l’Ncc

è un nemico, un avversario, un rivale. Le vicende sulle licenzefuori comune, i pasticciacci, le irregolarità sono letteratura, gliscontri – anche duri – all’aeroporto e alla stazione sono cronaca

spicciola. Proprio nei giorni scorsi le associazioni di categoriasi sono fatti sentire in Campidoglio. C’è aria di un nuovo rego-lamento, di paletti che inducano tutti a vivere in pace. Ma non èdi questo che vogliamo parlare, delle regole si potrà discutere inun secondo momento, in una prossima puntata. Cittadini di-stratti, eravamo abituati alle Mercedes, alle berline lussuose conil distintivo Ncc, pensavano ai pullman turistici noleggiati e au-torizzati a procedere dove abitualmente non si procede.Un po’

alla volta siamo stati presi e soggiogati da un fenomeno nuovo,inquietante, quello dei “Van” Ncc, quei furgoni neri e lucidi coni vetri oscurati, in grado di piombare come calabroni impazzitia margine dei monumenti, delle location più appetite dai turisti,di scaricare i passeggeri e di piazzarsi ad aspettarli spesso in to-tale spregio delle norme del codice. (1 continua)

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 10 anno LXVI GIOVEDI 31 OTTOBRE 2013

L’INCHIESTAViabilitàPer qualchesemaforoin meno

a pagina 5

IL CASOSuper-Pontinaora ci prova anche Zingaretti

a pagina 7

All’internol’insertodi Sanitàdel Lazio

IL PUNTOSanità, mesi di paralisi

in vista a pagina 10

IL CASOCastelnuovo di Porto

Per i rifugiati il limbo

si trasforma in un infernoa pagina 14

NUMERO 10 ANNO LXVI GIOVEDI 31 OTTOBRE 2013

LazioLaziola delanità

Scandalo IpabSS

Nate per fornire assistenza e fare beneficenza continuano a servire ad altro, ad essere strumenti di potere. Il caso

S.Alessio. Ricchissimo ma con un bilancio in profondo rosso continua a fare “favori” fuori dalle regole. La tenuta

di Presciano, affare milionario sulla pelle della collettività. E gli affitti di favore in Centro Storico? (1/ continua)

Siamo all'ultima pagina del romanzo "I tre moschettieri"

scritto stavolta da Nicola Zingaretti. Parliamo di Emidio

Di Virgilio, Edrio Mechelli, e Dante Chiroli – perfetti sco-

nosciuti per la platea, certamente fedelissimi - chiamati dal

Governatore a verificare i 200 nomi suggeriti dall' Agenas

alla Regione Lazio per le nomine dei nuovi direttori generali del ASL

e delle Aziende Ospedaliere. Il Presidente è Emidio Di Virgilio, classe

1969, dirigente Regionale, titolare della struttura Pianificazione Stra-

tegica. Guarda caso, Di Virgilio proviene proprio dall'Agenas con il

compito di lavorare all'aggiornamento della griglia per i LEA dal 2009.

Ma sicuramente l’esperienza per il bilanciamento dei costi in sanità, ta-

volo tecnico di valutazione, ne fa, secondo la cabina di regia della Sanità

Regionale del Lazio, un esperto tagliatore di teste per l'elenco dei 200

Direttori Generali : ne dovranno restare 50. Viene da chiedersi quanto

conti l’Agenas e quanto i tre moschettieri possano essere direttamente

influenzati dall’Agenzia, feudo dell’ex ministro Balduzzi e prima ancora

fortemente ispirata da Rosy Bindi.- Di Virgilio ha avuto lunga frequen-

tazione, come si è detto, mentre Edrio Mechelli classe 1964, sindaca-

lista, ha come merito quello di aver costituito durante la campagna

elettorale regionale presso l'ARES 118 del "Comitato Insieme per Ni-

cola" e sicuramente con la vittoria di Zingaretti ha fatto il salto di qualità.

Premiato con il ruolo fiduciario di moschettiere. Il terxo “saggio” pro-

viene dalla LAit-Lazio (SPA) settore innovazioni tecnologiche, dipen-

dente, della stessa, dal lontano 2001. Dante Chiroli è passato da una

Presidenza all'altra, a partire dalla gestione Storace , quando il gover-

natore controllava l’assunzione dei dirigenti di società regionali. Come

giudicheranno “i tre moschettieri” i duecento aspiranti manager? Sicu-

ramente ognuno per la propria, si fa per dire, “professionalità" riferirà

al Presidente Zingaretti, mettendo, ci auguriamo, in ordine alfabetico

i 50 dati dai quali estrarre quei direttori che per contratto saranno sotto

il controllo diretto del Governatore. Qualcuno dei candidati ha già

fatto sapere che se non nominato ricorrerà al TAR e al Consiglio di Stato

e, probabilmente, i ricorsi pioveranno come se diluviasse. Attenzione

quindi ai "tre moschettieri", e al Cardinale Richelieu. I fedelissimi de-

vono servire il sovrano fino in fondo. Il Corvo

I tre moschettieri di Zingaretti

di Stefania Pascucci continua a pagina 12 e 13

PIAZZA CAMPITELLI. In questo palazzo a suo tempo fu affittato un appartamento dall'Ipab S.Alessio all'onorevole Alfredo Antoniozzi

di Giulio Terzi segue a pagina 4

Il CORRIERE DIROMA

Ncc, senza regoleTroppi, aggressivi, arroganti, indisciplinati. Ma anche pratici, funzionali e forse addirittura economici

I "van" che stanno rapidamente soppiantando le vecchie berline sembrano essere dovunque nelle strade e nelle piazze del centro storico. Un fenomeno nuovo, che evidentemente va regolamentato e contingentato

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giovedì 31 ottobre 2013 pagina 2PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

QUELLO CHE MOLTI VORREBBERO DIRE MA CHE NESSUNO HA IL CORAGGIO DI DIRE

L'Acampada? Un arbitrio tollerato I diritti sono un'altra cosa

Che in Italia esistes-sero cento pesi ecento misure, eragià noto a molti. Laprova più concreta è

stata data nello scorso week endcon la cosiddetta “acampada” da-vanti al Ministero da parte dei mo-vimenti antagonisti, movimentiper la casa e chi più ne ha più nemetta. Centinaia di persone che unpo’ scimmiottando gli “occupy-qualcosa”, hanno ottenuto di poterdormire in tenda a Roma per circa3 giorni in barba ad ogni logica ebuon senso. Lasciamo perdere seavevano ottenuto i permessi, tantorichiesti e burocraticamente infles-sibili per alcuni… Qui si tratta dicapire alcune cose.Primo: immaginiamo cosa sarebbeaccaduto se la stessa iniziativafosse stata portata avanti da Casa-pound, Forza Nuova, Fratelli d’Ita-lia, La Destra, etc.etc. Non credoche lo Stato e il Comune di Roma(capitanato dal Sindacoinbici-cletta!), sarebbe stato tanto “acco-modante”. Ma si sa che le“marchette” elettorali e le cambialipolitiche in scadenza (soprattuttoda parte dei vincitori “comunali”ma anche “di livello nazionale”)vanno pagate, innalzando vessillidi democrazia e partecipazione.Sempre però, a senso unico…verso sinistra. E che dire della as-surda richiesta di extracomunitari(o migranti che fa molto più “cool”e “politically correct”) senza per-messo di soggiorno che voglionola casa come un diritto che oramaisono diventati come feticci etruppe cammellate? Assurdità cheaccadono solamente in Italia dovedecine di migliaia di famiglie daanni aspettano di vedersi asse-

gnato un alloggio e che invece orasi vedono derubricati a fastidiosaincombenza. Ora vanno di moda imigranti: a loro tutto è permesso,a loro tutto è dovuto…e fannotanto folklore! E forse garanti-ranno un bel po’ di voti…Basta ve-dere cosa scrive il sitohttp://rifondazionecomunistata-dino.blogspot.it/2013/10/lupi-dice-no-la-protesta-degli.html: unmiscuglio di rivendicazioni che senon fossero pubblicate sarebbeanche difficile concepire: “ Un po-polo meticciato, composto da pe-ruviani, sudanesi, maghrebini,africani, italiani (ultimi dellalista… n.d.r.) che si sono fatti forzaurlando una sola richiesta: casa su-bito! “La scena finale dell’acam-pada “meticcia” è quella che piùrappresenta chi ci sta governando.Traffico impazzito, persone intrap-polate in casa, vigili che arrivanoin ritardo e senza coordinamento,centinaia di poliziotti e forze del-l’ordine impegnati (e pagati...) Maquand’è che vedremo garantito ildiritto di vivere in una Città e inuna Nazione normale?Usque tandem…

Cornelius

Dietro i fatti

Illegali e abusivi dal febbraio 2007

L'Acampada degli antagonisti, dei No Tav, era proprio li' sotto. Il palazzo ex Inpdap è occupato dal 2007 da 2-300 famiglie magrebine e sudamericane, sotto l'attenta regia del comitati della casa capitolini. Il caso nascecon Veltroni sindaco (che tra l'altro abita ad un centinaio di metri di distanza) e il sospetto di una "copertura"politica ha sempre fatto ribollire i residenti, che con raccolte di firme e denunce hanno tentato (invano) di ot-tenere lo sgombero. L'Acea non ha staccato la corrente, polizia e vigili non entrano. L'ingresso è presidiatoda un servizio d'ordine interno. (foto Online-news)

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CHI SALEdall’alto Fabrizio Santori,Claudio Picae Claudio Arcioni

CHI SCENDEdal basso Guido Improta, Estella Marino e Giuseppe Pecoraro

ORSINO

P della

Campidoglio, si sta preparandola grande fuga

il

Guido Improta, as-sessore alla Mobi-lità, è alle prese

probabilmente con pro-blemi più grandi di lui. Sof-focato da cantieri metro,pullman papali e trafficocaotico minaccia ripetuta-mente di andarsene. Lofaccia o trovi soluzioni effi-caci, e per questo si faccia

dare una mano dai cittadini. Lo stesso vale perEstella Marino, assessore all’Ambiente, ser-vono soldi, non si può fare nulla. E allora si diada fare anche lei, chieda aiuto ai privati, si inge-gni come farebbe se si trattasse del suo bilanciofamiliare, imponga dei tagli dove è possibile (siguardi intorno). Ma non si lamenti. Fa tenerezzail presidente Mirko Coratti, governare l’Aula Giu-lio Cesare è uno stress non indifferente in que-ste condizioni. Preoccupa invece la difficoltà cheil Prefetto Giuseppe Pecoraro ha nel teneresotto controllo le diverse situazioni, la linea mor-

bida non paga sempre. Il sindaco Ignazio Ma-rino rimpiange certamente i bei tempi della suavita da chirurgo e da senatore, cercare di gover-nare Roma è come operare ininterrottamente acuore aperto senza energia elettrica. Non se lapassano bene quelli del Pd, forse convinti chesi potesse governare come una volta, senzastress, ora controllano le consulenze, taglianole consulenze… Illuminante la recente intervistadi Roberto Morassut, uomo-cerniera del partitoromano: Marino deve ricordarsi di essereespressione di una maggioranza, dice. Messag-gio chiaro. Duecento battute per parlare dei“buoni”. Si merita la citazione Fabrizio Santori,che in Regione si smarca da Storace. È uno chesi sbatte come pochi, il consigliere di Monte-verde. Menzione anche per i leaders, dichiaratie non, di chi a Roma produce e tiene duro, comeil capo degli esercenti Claudio Pica, pronto alloscontro con il Campidoglio, e quello dei VinattieriClaudio Arcioni. Insieme ad altri scontenti po-trebbero fare squadra e fare per conto loro unabattaglia di sopravvivenza e civiltà.

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 3 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

Come da copione, come previ-sto. L’apprendista stregonevacilla, Ignazio Marino è allecorde dopo pochi mesi digoverno. Palazzo Chigi non

lo sostiene abbastanza, Letta ha già perconto suo troppi problemi da affrontare egestire. La rivolta contro il primo cittadinoè generale, anche se apparentemente la so-lidarietà dei partiti che lo sostengono èpiena. Ha scatenato tante reazioni, polemi-che, ha aperto tanti fronti e riaperto que-stioni lasciate a covare sotto la cenere. Inparole povere ha sconvolto gli equilibripubblici e privati sui quali si reggeva lacittà senza avere il peso politico e il cari-sma per reggere l’impatto e proporre solu-zioni alternative. Non è così che si governa, e la presunzionesi paga, peggio la si fa pagare ad altri, ai cit-tadini. La città è allo sbando, senza puntidi riferimento. Vale per le forze politiche eper quelle sociali, per le categorie produt-tive. E qualcuno ha già fatto partire il con-tro alla rovescia sulla rinuncia di Marino,sulle sue dimissioni. Pare che in alcuni cir-coli cittadini si accettino scommesse. Ma ilsindaco è testardo e tignoso, non s’arren-derà senza combattere. Gli manca quel piz-zico di cattiveria e di furbizia che aiutano

a scansare gli ostacoli, a limitare i danni, adacquisire alleati importanti. Come vigili etassisti, ad esempio, o come i commer-cianti e gli artigiani. Troppi errori rendonola sua posizione debolissima. Era convintodi poter cambiare tutto e in fretta a modosuo, ma Roma è città troppo complessa perun uomo solo. E Marino è solo, visto che ilPd non lo sopporta più - leggi intervista sulCorsera dell’autorevole Morassut - e coglieogni occasione per ricordare che se è sin-daco lo deve alla maggioranza che lo ha so-stenuto e che gli interessi del partito(potere, poltrone e clientele) vanno rispet-tati, e Sel lo usa in maniera spudorata per isuoi interessi di bottega. Forse gli sarebbepiù utile dialogare con l’opposizione. D’al-tra parte il sindaco sarà anche un duro epuro ma dietro a lui gli squali di un tempocontinuano a fare i loro affari e i poteriforti tentano di fare capire che non è cam-biato niente. Il cerchio magico di Marino, fatto diesterni (e di non romani) invece di essereuna garanzia e una tutela si rivela un han-dicap. Consulenti, assessori, addettistampa vengono vissuti come figure spu-rie, spesso non vengono supportati e di-mostrano tutto il loro nervosismo e la loroimpotenza. Commettono anche loro gaffe,sono spesso inutilmente arroganti. Comeil suo portavoce, come il capo di gabinettoFoschi, che pure è in “comproprietà”. Ilvice sindaco Nieri non è da meno, con ilpasticcio del suo collaboratore non lau-reato ha stuzzicato la Guardia di Finanza,ora sotto la lente passeranno tutti i con-tratti. Qualcuno finirà per farsi male, inquesta situazione. Il consiglio comunalebloccato, le mille routinarie grane dellacittà eterna, gli errori, le assunzioni, leconsulenze, i vigili, il buco di bilancio, inCampidoglio è caos e Marino non ne az-zecca una. Come uscire dal tunnel in que-ste condizioni?

Come previsto, Marino è rimasto solodi Giovanni Tagliapietra

L’EDITORIALE

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giovedì 31 ottobre 2013 pagina 4CRONACHEIlCORRIEREDIROMA

Ncc, senza regole

L’INCHIESTA/1

Basta passare qualche ora nei pressidella Bocca della Verità. I Van nerisono ovunque, presidiati da autisticon gli occhiali scuri. Come neifilm. Sono relativamente corti emaneggevoli, questi furgoni, por-tano 6-8-10 passeggeri, si intrufo-lano ovunque, altro che i massiccipullman. Di loro vogliamo parlare,dunque e non degli Ncc che conten-dono i clienti ai tassisti a Fiumicino.Gli Ncc devono rispondere a deter-minate regole e criteri, vengono af-fittati preventivamente, dovrebberoscaricare i clienti e poi passare a ri-prenderseli, non dovrebbero poterutilizzare le corsie preferenziali ri-servate agli autobus, ai taxi e alleauto di servizio. Non dovrebberopoter parcheggiare in mezzo allastrada, o in spazi riservati ad altretipologie di veicoli. Hanno dellepiazzole di sosta prederminate, di-cono i regolamenti. Ma il discorso fa acqua, non è lo-gico che sbarchi i passeggeri al Co-losseo, vada ad aspettare in unospazio dedicato magari a San Gio-vanni e ritorni su chiamata al postodell’appuntamento. È logico forsema non è funzionale, si perde il van-taggio del mezzo piccolo, aggres-sivo, rapido e maneggevole. E’ unarealtà apparentemente marginale,che potrebbe toccare poco il sin-golo automobilista e ancor meno ilcittadino che si serve dei mezzipubblici. Ma talvolta quella del ri-spetto delle regole è una operazionetransitiva, imponendolo a tutti siinnescherebbe una spirale virtuosadi sviluppo e di civile convivenza. La foto che ospitiamo in copertinaè emblematica, a questo proposito,e può essere parametrata ad altre si-tuazioni. L’immagine dall’alto dellabalconata che sovrasta l’uscita dalTraforo del Tritone versante via Na-zionale ritrae senza ombra di dub-bia interpretazione una dozzina divan bianchi e neri parcheggiati inseconda fila su entrambi i lati dellacarreggiata e sullo spazio riservatoalla fermata degli autobus. Accantoai mezzi un manipolo di autisti a“fare il tempo”, ad aspettare il mo-mento di andare a riprendersi iclienti. Magari in visita a qualchemuseo, o alla Fontana di Trevi ochissà dove. In una città nella qualei vigili (quando ci sono) non rispar-miano nulla al normale automobi-lista, e i vigilini imperversanocontrollando uno per uno i ta-gliandi delle auto in sosta nellerighe blu, gli autisti dei Van godonodi una incredibile franchigia.Chissà perché. Nei minuti imme-diatamente successivi a quelloscatto per quel tratto di strada sono

passati diversi autobus, costretti acaricare e scaricare i passeggeri pra-ticamente in mezzo alla strada, e unpaio di pattuglie di vigili apparente-mente non in servizio di emer-genza. Niente. Avvicinati dai reporter gliNcc non hanno esagerato in cordia-lità, chiudendosi a riccio e rifiutan-

dosi di rispondere alle domande,anche a quelle meno capziose. Tuttice l’hanno con loro, dicono,lastampa gli vomita addosso. Ma nes-suna spiegazione e/o giustifica-zione per il fatto che erano in palesedivieto di sosta. La rabbia, il fasti-dio, vedendoli passare sulle corsiepreferenziali e comportarsi comeauto pubbliche – ciò che non sono,obiettivamente –induce alla rifles-sione e all’approfondimento. Le re-gole valgono per tutti. Magari nel prossimo numero parle-remo anche di quelle vecchie storiedelle licenze registrate in altre cittàd’Italia (in Abruzzo, ad esempio, onel piccolo comune di Campodi-mele, nell’estremo pontino, un casoche fece sorridere l’Italia), e deipermessi non sempre chiesti pre-ventivamente per accedere alle Ztl(perché nel dossier c’è anche que-sto e non è giusto che gli aventi di-ritto siano costretti a pagarecentinaia di euro e gli NCC fuorisede no…). Ci torneremo sopra. Scopriremoquanti sono, quanto costano, cosapossono e non possono fare .

Giulio Terzi(1 – continua)

segue dalla prima pagina

L oreno Bittarelli, Presidente RadioTaxi3570 Roma e Unione Radiotaxi Italia, lea-der storico della categoria. Gli poniamo

una batteria di rapide domande ad integrazionedella nostra inchiesta, viabilità e Ncc

Viabilità: In zona Cipro ci sono 6 se-mafori ravvicinati di cui 4 pedonali.Abbiamo scelto quel tratto distrada come esempio, ma ce nesono mille altri simili in giro perRoma. Ritiene che si possano ri-durre queste interruzione del flussoper agevolare la viabilità?

Non ho la pretesa di essere un tecnico, però èevidente che tutto ciò che può migliorare lo scor-rimento del traffico va a vantaggio dei cittadini.Certo è che mettere un passaggio pedonaleogni 50-100 metri è un'assurdità secondo meperché crea problemi alla circolazione. Pensoche chi ha fatto queste scelte avrà avuto dellemotivazioni valide, altrimenti dovrei dire chesono degli incompetenti.

Altro argomento topico. Gli NCCparcheggiano in doppia fila, in di-vieto di sosta, creano problemi ditraffico, usano le corsie preferen-ziali. Ma quali sono le regole?

Quando non sono in attività, gli Ncc devonoavere un foglio di servizio a bordo della propriaauto, dove risulta che un cliente li ha prenotati,ma non possono sostare sul suolo pubblico nel-l'attesa che arrivi il cliente medesimo. Dovreb-bero stazionare presso le proprie rimesse dicompetenza, situate nel Comune di rilascio del-l'autorizzazione, come previsto dalla legge qua-

dro nazionale del trasporto non di linea, L. n°21 del 1992, e attendere la richiesta del-l'utente. Secondo tale legge gli NCC di Roma eProvincia non possono stazionare sul suolo pub-blico, dove esiste il servizio taxi. La multa per di-vieto di sosta è sugli 80 euro, mi pare. Spessonoi siamo in attrito con loro perché vanno ad in-taccare il nostro mercato, non possono fare ser-vizio pubblico da piazza, che è prerogativa delservizio taxi.

Le tariffe NCC sono più basse o piùalte di quelle dei taxi?

Quella dell'NCC è una libera contrattazione, ingenere opera su prenotazione. Le tariffe dei taxisono imposte dall'Amministrazione comunale,mentre quelle degli Ncc sono più alte perchéhanno macchine di qualità e classe superiore aquelle dei taxi, e poi devono rilasciare la fatturacon l'Iva del 10%, mentre il taxi è esente iva,quindi dovrebbe costare di meno. Io parlo dicondizioni di normalità, poi se non rispettano leregole, la situazione è diversa.

PARLA LORENO BITTARELLI, PRESIDENTE RADIO TAXI 3570 ROMA E UNIONE RADIOTAXI

“Il servizio pubblico da piazza è una prerogativa dei tassisti”

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giovedì 31 ottobre 2013 pagina 5 CRONACHE IlCORRIEREDIROMA

M olti romani sonovittime di quei sei-cento metri chevanno dalla fine divia Anastasio Se-

condo a piazzale degli Eroi. Seicentometri mortali, da fare quasi sempre apasso d’uomo e che rappresentano unaperdida secca di una ventina di minuti.Tutti subiamo in silenzio. E sbagliamo. Lacartina che pubblichiamo in questa pa-gina rappresenta la realtà, in quel tratto distrada tra semafori e a attraversamenti pe-donali ci si ferma ben nove volte, ogni set-tanta metri. Non può essere. Abolendometà di quei pedonali e il 70 per cento deisemafori tutto risulterebbe più fluido, ba-sterebbe lasciare un attraversamento im-portante a metà, al resto potrebberopensare le tre parallele da una parte e dal-l’altra, vere e proprie complanari, da orien-tare con sensi unici adeguati. Pensatecibene, è così complicato? O rappresentauna soluzione di uno dei punti critici deltraffico capitolino a costo zero? Allar-ghiamo il discorso. Tratto di strada, in sa-lita e con due curve importanti, tra Piazza

Venezia e Piazza del Quirinale, sempre 5-600 metri, una decina di stop determinatida semafori, pedonali e strisce. Non si può“tagliare” qualcosa? Di esempi ce ne sareb-bero a centinaia, e invitiamo i lettori a se-gnalarceli. L’ipotesi può essere suggestivae velleitaria ma mettiamola sul tavolo: seogni Municipio fosse obbligato a ridurredel venti per cento gli attraversamenti pe-donali e del 40 per cento i semafori (tro-vando ovviamente degli aggiustamenti nei

sensi di traffico, ci sarebbe un sensibile mi-glioramento nella viabilità cittadina. Ag-giungiamo: in alcune strade di intensacircolazione, riusciamo a contare ancheottanta macchine in seconda fila, se unamacchina della Municipale per ogni Mu-nicipio facesse solo le multe a quei veicolinel medio termine ci sarebbe un ulterioresnellimento della viabilità.Il servizio si ri-pagherebbe con gli incassi delle contrav-venzioni. Tutte riforme, soluzioni a costo

zero dettarte dal buon senso. Ma non ciprova nessuno?Roma è prigioniera del traffico, Romamuore di traffico e ingorghi, ogni tanto sialza qualcuno e suggerisce qualche solu-zione. Generalmente i soloni della mate-ria sentenziano, troppe macchine,lasciatele a casa, usate i mezzi pubblici, sa-lite in due-tre sullo stesso veicolo, andatein bicicletta. E intanto pedonalizzano…Proprio nei giorni scorsi un assessore èuscito con una proposta pratica e intelli-gente, ridurre la lunghezza delle corsedegli autobus, aumentandone nel con-tempo la frequenza. Proposta empirica.Ben venga, è una piccola ma concretapresa d’atto. I romani hanno bisogno diessere coccolati, rasserenati, facilitatinella loro complicata vita quotidiana,

possibile che gli amministratori non sene rendano conto? Possibile che conti-nuino a stressare la popolazione con mi-nacce terroristiche, con diminuzionedegli spazi di circolazione e di parcheg-gio, con operazioni, come quelle dei Foriche aumentano la difficoltà di vivere edanneggiano le attività produttive? Unalarga fetta di cittadini che lavorano nelcentro storico o nelle aree limitrofe nelcommercio e nella ristorazione vengonoda lontano, spesso vivono oltre il rac-cordo anulare. Usare i mezzi pubblicispesso è fortemente punitivo. Quindiusano il mezzo proprio. Ma Marino esoci vogliono punirli, aumentando le stri-sce blu e le tariffe: per scoraggiare sosteprolungate e favorire il ricambio, dicono.Apprendisti stregoni, appunto.

PROPOSTE A COSTO ZERO PER SNELLIRE IL TRAFFICO CAPITOLINO

Per qualche semaforo in menoVia Cipro, nove stop in 600 metri, via Quattro Novembre, dieci stop in 500 metri. Proviamo a ridurre

in tutti i Municipi gli attraversamenti, cambiamo il verso a qualche strada e vediamo l’effetto che fa

AI LETTORISegnalateci i punti critici del traffico

e mandateci le vostre [email protected]

UNA MAPPA DEL “SEGMENTO CALDO” DI VIA CIPRO. COME SI PUÒ VEDERE SEMAFORI E ATTRAVERSAMENTI RALLENTANO INEVITABILMENTE IL FLUSSO DEL TRAFFICO. TROPPI IN SOLI 600 METRI. MA CANCELLANDO ALCUNI PEDONALIE INDIRIZZANDO LE MACCHINE, SECONDO UNA LOGICA, LUNGO LE VIE CHE SI INTRAVVEDONO PARALLELE ALLA STRADA INCRIMINATA SI OTTERREBBE UN GROSSO BENEFICIO PER LA VIABILITÀ GENERALE

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“H anno pulito tutto!” esclamaper telefono il papà di unalunno dell’Istituto Via Te-

deschi con aria realizzata. “Tutto, dav-vero”, prosegue entusiasta, raccontandol’epilogo, felice, di una storia cominciataquasi un mese fa. Per scrivere il lieto finedi questa vicenda ci sono voluti tre arti-coli, tre settimane, e proteste su protestedei genitori dei bambini, che chiedevanoche il polo scolastico venisse ripulito datutte le sterpaglie, ormai protagoniste in-disturbate tanto nel giardino quanto nelviale di ingresso e nel campetto sportivo,oltre alle lamentele per le condizioni deibagni, in particolare quelli maschili dellemedie, addirittura mancanti delle porte. Il primo articolo pubblicato, che risale al10 ottobre 2013, e i relativi box di aggior-namento nei numeri successivi, racconta-vano il degrado del polo scolastico delquartiere Tiburtino di Roma (compostadalla Scuola dell'Infanzia Statale “Via Te-deschi”, la Scuola Primaria “De Rug-giero”, la Scuola Secondaria di I grado exSMS Lombardo Radice, site tutte in ViaAchille Tedeschi, insieme alla Scuola Pri-maria “Martiri della Libertà” e alla ScuolaPrimaria “Torre”, che si trovano invece ri-spettivamente in Via Bertarelli 140 ed inVia A. Torre 5) quasi ai limiti delle con-dizioni di sicurezza. La situazione ci era

stata denunciatada mamme e papàche non sapevanopiù a chi rivol-gersi, data la pocadisponibilità delladirettrice nell’af-frontare i pro-blemi della scuola.Ad oggi, ci spie-gano, “addiritturahanno aspiratotutti gli aghi dipino per terra e ri-pulito i bagni,sembra un’altra scuola, un posto diverso”.Ci confermano anche ciò che avevamo ac-cennato nell’ultimo box pubblicato, ov-vero che è stato fissato un Consigliod’Istituto per la prossima settimana, nelquale ordine del giorno verranno inseritetutte le problematiche che non sono an-cora state risolte, per cercare finalmentedi mettere una pietra sopra ai disservizidell’edificio.A distanza di meno di un mese dal nostroprimo articolo, dunque, gli allievi dellaVia Tedeschi possono finalmente tornarea correre senza rischi nelle aree all’apertoa loro destinate, ripulite, come copionevorrebbe in un Istituto frequentato da mi-nori, quasi fino a specchiare.

PRIMA DOPO

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 6CRONACHEIlCORRIEREDIROMA

di Claudia Acca

PIANETA SCUOLA/ LA VITTORIA DEI GENITORI

Tedeschi ripulita, il giardino torna vivibile

PRIMA DOPO

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Gli sprechi? Un’ArabaFenice. Quando credidi averne eliminatoqualcuno o anche sol-tanto di avere indivi-

duato un percorso per ridurre le speseinutili, ecco che ricompaiono. Sonosempre gli sprechi di prima, quelli datutti definiti “assolutamente da elimi-nare”. Ma cambiano nome. Prima siparlava di finanziamento dei partiti?ora si chiamano rimborsi elettorali (oviceversa). Centinaia di milioni di europer consentire agli inquilini del “Pa-lazzo” della politica – la Casta - di viverea livelli principeschi. Alla faccia deglialtri milioni di italiani che la crisi stagettando nella povertà. I quali dete-stano ormai sempre più il Palazzo, e chipuò criticarli? – ma non si rendonoconto che la “Casta” esiste a tutti i li-velli: a quelli del Palazzo, è ovvio, maanche a quelli di tutti gli altri enti istitu-zionali.Basta guardare fuori dall’uscio di casa.Le comunità montane, per esempio.Quando si parla di piccoli comuni dialta montagna ci balzano davanti agliocchi le scene di Heidi, immagini com-moventi di struggente dolcezza pervasedi un grande senso di solidarietà.Quando poi si getta l’occhio sul bilan-cio dello Stato e si scopre che le pocomeno di 300 comunità montane esi-stenti nel Paese che costano ai contri-buenti italiani più o meno un miliardodi euro l’anno la reazione cambia. Per-ché quesi soldi sono destinati, per piùdella metà, a pagare gli stipendi (soloper i presidenti circa 15 milioni l’anno;e poi ci sono più di 13.000 consiglieri)e iniziative che ci si dovrebbe vergo-gnare a definire di “utilità pubblica” -

(non oso definirli montagne) dell’ al-tezza di 280 metri sul livello del mare.Dati da provocare una crisi di identità(mare ? montagna?): forse per questo isei dipendenti della comunità di arci-pelago, come si legge su internet, nonricevono lo stipendio da due anni. Ecosì, sostenuti dalla Uil-Fpl di Latina,hanno lanciato un disperato appello alprefetto.Nel Lazio le comunità montane (piùquella di arcipelago…) sono 22, conpiù di 100 (pare 108) dipendenti atempo pieno, 42 a tempo determinatoe 287 a tempo determinato “stagio-nale”. La Regione (presidente RenataPolverini) ne aveva deciso lo scorsoanno l’abolizione. Ma le comunità (al-cune realmente attive, altre servonosoltanto a tenere pronte “poltrone” utiliper amici o per politici trombati) nonci stanno. Noi non siamo la casta, pro-clamano. E plaudono alla lotta aglisprechi proponendo, ovviamente perdare al Paese un contributo “di serietà”e “di risparmio”, di trasformarsi da “co-munità montane” in “unioni di comunemontane”, con la “mission” di “gestire iservizi associati dei comuni, espletare icompiti delle ex comunità montane”più “altri compiti” nell’interesse del ter-ritorio. Con la dichiarata volontà dicombattere “la casta”. Con l’abolizionedelle comunità montane “si arrestato losviluppo del territorio. Giù le manidalle comunità montane” implora e mi-naccia Giordano Scursatone, della co-munità montana dei Monti Lepini. Ungrido di dolore, il suo, tutt’altro che iso-lato date che la Regione non ha piùsoldi da buttare e la “morte” delle Co-munità è prevista entro la fine del-l’anno. Salvo miracoli, ovviamente.

mostre fotografiche, iniziative turisti-che e così via – in quanto di competenzadi altri enti (comuni, regioni, univer-sità…). O del tutto inutili.E poi può anche capitare – e questo nelnostro Lazio - che sfogliando l’annuario

delle comunità montane, magari so-gnando una bella camminata tra i bo-schi o una discesa su piste innevate, sifaccia invece un bel tuffo…nel mare.Magari all’isola di Ventotene o, ancormeglio, in qualche caletta di Ponza. Im-

possibile? No, possibilissimo. Delle co-munità montane fa infatti parte anchela “Comunità di arcipelago e delle isoleponziane”, con alcune delle più bellespiagge del Mediterraneo, circa 4000abitanti tra Ponza e Ventotene e rilievi

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 7 REGIONE/POLITICA IlCORRIEREDIROMA

L a nuova Pontina sta per compieredieci anni. Correva il 2004, e conuna fretta dettata da ragioni pret-tamente elettorali, l'allora gover-natore Francesco Storace tirava

fuori dal cilindro il Corridoio Tirrenico meri-dionale, la soluzione all'isolamento della pro-vincia di Latina, alla pericolosità della viaPontina, allo stallo economico che negli annisarebbe diventato tanto insostenibile da arri-vare al punto che, la maxi autostrada da 2, 7 mi-liardi di euro, forse non servirà più. Anche se ladomanda di trasporto merci resta tra le più ele-vate dell'intero Lazio, i comparti industriali chesi sono sviluppati lungo l'asse della vecchia 148stanno lentamente morendo. Il chimico farmaceutico ha visto tagli consi-stenti al pari dell'agroalimentare, del tessile, delmetalmeccanico: la Pontina e le fabbrichechiuse racconta la crisi in modo eloquente. Manel frattempo il progetto infrastrutturale ha se-minato promesse e sprechi: sará la Salerno-Reggio Calabria del futuro. Infatti per la superPontina sono stati già spesi oltre 100 milionisolo per disegnarla, studiarla e poi ridisegnarlaancora, adeguandola alle direttive politiche diognuna delle quattro amministrazioni regionalisusseguitesi dal vecchio Storace e del pasticcioArcea Lazio all'attuale Zingaretti. Di fatto ladomanda sulla reale utilità di una spesa che per

nemmeno 200 chilometri d'asfalto rimane lapiù alta mai spesa in Europa resta tutt'oraaperta e legittima. Al di lá dei mal di pancia am-bientalisti- il comitato No corridoio presenteràricorso al TAR non appena verrà pubblicato ilbando in gazzetta ufficiale - e del fronte antago-nista sostenuto da alcuni sindaci come quellodi Pomezia o di Cori a Latina - ogni razionalerichiesta di potenziare il trasporto pubblico edi messa in sicurezza della Pontina stessa vienecostantemente respinta. In questo hanno avutoun ruolo di primo piano le lobbie dei costrut-tori che sperano venga realizzata l' unicagrande opera capace di far arrivare un poco diossigeno al comparto.Stiamo parlando di un intervento davvero im-ponente: l'opera,186 chilometri di cui cento inautostrada, è composta da diversi tratti: RomaA12 – Roma Tor de’ Cenci (16 km); trattoRoma Tor de’ Cenci–Latina Borgo Piave (52,3km); tratto Cisterna–Valmontone (31,5 km). Ilprogetto, per un importo complessivo di 2,728miliardi di euro, prevede la costruzione, me-

diante affida-mento in conces-sione, degli assia u t o s t r a d a l iRoma–Latina eCi ster na –Val-montone, peru n’es ten s i o n ecomplessiva dicirca 99,8 km;nonché la realiz-zazione di opereconnesse al si-stema autostradale per complessivi 46,2 km(tali opere connesse saranno realizzate dal con-cessionario e saranno, poi, gestite dalle ammi-nistrazioni locali). L’Intervento prevede, infine,la costruzione di due complanari, ciascuna mo-nodirezionale e monocorsia, all’autostradaRoma–Latina nel tratto Aprilia Sud–Latina percirca 18,2 km e l’adeguamento funzionale di untratto di circa 22 km dell’attuale PontinaNuova, per circa 40,2 chilometri.

Ed a fronte di questo futuro 'spaziale', la regio-nale Pontina rimane tra le più pericolose d'Ita-lia sia per il trasporto delle merci sia per lepersone. Il mix di auto e mezzi pesanti conti-nua ad essere il vero grande problema mentrei pendolari del basso Lazio continuano a re-carsi a lavoro o a all'università su treni che so-migliano a carri bestiame. Ed in questoquadro desolante, per la strada di carta si é giàspesa una fortuna.

di Giulio Terzi

Super-Pontina, ora ci prova anche ZingarettiI soldi sono stati nuovamente stanziati,

ma l'ennesimo fronte del No rischia di stoppare l'operazione. E intanto la strada piùpericolosa d'Italia continua a seminare vittime

LA IMBARAZZANTE STORIA DEL CORRIDOIO TIRRENICO MERIDIONALEIL CASO

SPRECHI CONSAPEVOLI/1

Quanto ci costa la Comunità Montana... di Ponza e Ventotene

L o chiamano “l’uomo del monte”. È presidentedella “XI Comunità Montana - Castelli Romanie Prenestini” dalla sua istituzione nell’ormailontano 12 ottobre 2001. Per tutti Giuseppe DeRighi nel territorio dei Castelli Romani è il pre-

sidente della Comunità Montana. Grazie a una lunga mili-tanza politica prima nella Dc, poi nella Margherita e oggi nelPd De Righi non ha mai perso di vista, nel corso di questodecennio, la poltrona di presidente della Comunità Montana,sia che nel suo Comune sieda tra i banchi dell’opposizionesia tra quelli della maggioranza. Senza dimenticare che hafatto anche il sindaco di Rocca Priora ed è stato nominatonel 2011 referente di staff del Direttore generale dell’AslRoma H. Da sempre fedelissimo di Bruno Astorre ha con-tribuito con il suo bacino elettorale ai successi dell’attuale se-natore pd dai tempi del Consiglio regionale. Il ruolo dipresidente gli piace a tal punto che si è fatto nominare anchepresidente del Consiglio comunale di Rocca Priora e ospitale sedute nella sede della “sua” Comunità Montana.

Ogni volta che si parla di tagliare le Comunità MontaneDe Righi si allarma e organizza mobilitazioni e convegni.L’ultimo in ordine di tempo si è svolto lo scorso 28 ottobrenell’Aula Consiliare della Comunità Montana per fare ilpunto sull’imminente trasformazione delle ComunitàMontane in Unioni dei Comuni. Al convegno erano pre-senti Concettina Ciminiello assessore regionale per le au-tonomie locali, il presidente del Consiglio regionale delLazio, Daniele Leodori, oltre ai sindaci e ai presidenti dialcune Comunità Montane. Tutti pronti a difendere le leloro istituzioni, a partire da quella dei Castelli Romani. Un ente attivo per le iniziative culturali e di solidarietà, alpunto da farsi promotore del progetto Alin-lì che prevedela realizzazione di strutture sanitarie di primo soccorsonella Guinea Bissau. Peccato che sia meno sensibile e at-tenta alla cura e alla difesa del suo territorio. Nessuno di-mentica, infatti, che in occasione della nevicata delfebbraio 2012 alcune zone della Comunità Montana deiCastelli Romani rimasero isolate per giorni.

Presidente da un decennio e non mollaGiuseppe De Righi è alla guida della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini,

dall’alto dei 768 metri di Rocca Priora, e non perde occasione per ribadire l’importanza dell’ente

di Carlo Rebecchi

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IL PUNTOSanità, mesi di paralisiin vista

a pagina 10

IL CASOCastelnuovo di PortoPer i rifugiati il limbo si trasforma in un inferno

a pagina 14

NUMERO 10 ANNO LXVI GIOVEDI 31 OTTOBRE 2013LazioLaziola

delanità

Scandalo Ipab

SS

Nate per fornire assistenza e fare beneficenza continuano a servire ad altro, ad essere strumenti di potere. Il casoS.Alessio. Ricchissimo ma con un bilancio in profondo rosso continua a fare “favori” fuori dalle regole. La tenuta di Presciano, affare milionario sulla pelle della collettività. E gli affitti di favore in Centro Storico? (1/ continua)

Siamo all'ultima pagina del romanzo "I tre moschettieri"scritto stavolta da Nicola Zingaretti. Parliamo di EmidioDi Virgilio, Edrio Mechelli, e Dante Chiroli – perfetti sco-nosciuti per la platea, certamente fedelissimi - chiamati dalGovernatore a verificare i 200 nomi suggeriti dall' Agenas

alla Regione Lazio per le nomine dei nuovi direttori generali del ASLe delle Aziende Ospedaliere. Il Presidente è Emidio Di Virgilio, classe1969, dirigente Regionale, titolare della struttura Pianificazione Stra-tegica. Guarda caso, Di Virgilio proviene proprio dall'Agenas con ilcompito di lavorare all'aggiornamento della griglia per i LEA dal 2009.Ma sicuramente l’esperienza per il bilanciamento dei costi in sanità, ta-volo tecnico di valutazione, ne fa, secondo la cabina di regia della Sanità

Regionale del Lazio, un esperto tagliatore di teste per l'elenco dei 200Direttori Generali : ne dovranno restare 50. Viene da chiedersi quantoconti l’Agenas e quanto i tre moschettieri possano essere direttamenteinfluenzati dall’Agenzia, feudo dell’ex ministro Balduzzi e prima ancorafortemente ispirata da Rosy Bindi.- Di Virgilio ha avuto lunga frequen-tazione, come si è detto, mentre Edrio Mechelli classe 1964, sindaca-lista, ha come merito quello di aver costituito durante la campagnaelettorale regionale presso l'ARES 118 del "Comitato Insieme per Ni-cola" e sicuramente con la vittoria di Zingaretti ha fatto il salto di qualità.Premiato con il ruolo fiduciario di moschettiere. Il terxo “saggio” pro-viene dalla LAit-Lazio (SPA) settore innovazioni tecnologiche, dipen-dente, della stessa, dal lontano 2001. Dante Chiroli è passato da una

Presidenza all'altra, a partire dalla gestione Storace , quando il gover-natore controllava l’assunzione dei dirigenti di società regionali. Comegiudicheranno “i tre moschettieri” i duecento aspiranti manager? Sicu-ramente ognuno per la propria, si fa per dire, “professionalità" riferiràal Presidente Zingaretti, mettendo, ci auguriamo, in ordine alfabeticoi 50 dati dai quali estrarre quei direttori che per contratto saranno sottoil controllo diretto del Governatore. Qualcuno dei candidati ha giàfatto sapere che se non nominato ricorrerà al TAR e al Consiglio di Statoe, probabilmente, i ricorsi pioveranno come se diluviasse. Attenzionequindi ai "tre moschettieri", e al Cardinale Richelieu. I fedelissimi de-vono servire il sovrano fino in fondo.

Il Corvo

I tre moschettieri di Zingaretti

di Stefania Pascucci continua a pagina 12 e 13

PIAZZA CAMPITELLI. In questo palazzo a suo tempo fu affittato un appartamento dall'Ipab S.Alessio all'onorevole Alfredo Antoniozzi

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L’ esigenza che la Giunta della Re-gione Lazio approvi con solleci-tudine gli Atti Aziendali delleAziende Sanitarie Locali edOspedaliere, fermi dal 2005 ed

in alcuni casi dal 2008, assume oggi un aspettosempre più pressante.Tutto ciò in quanto la precedente Giunta non ha pro-ceduto per ben tre anni ad autorizzarli e nonostantela scadenza ordinatoria alle ASL, prima del 5 agostopoi rinviata al 5 ottobre di questo anno, di discutere inuovi Atti Aziendali dimensionati sulla base delle at-tuali esigenze sull’erogazione dei Servizi sanitari, an-cora non si vede l’alba della loro applicazione inquanto gli Uffici Regionali preposti hanno trascuratodi esaminarli per consentirne l’adozione.Poiché l'Atto Aziendale è il documento che definisce ilmodello di funzionamento della vita delle AziendeSanitarie, non c’è dubbio che tale ritardo abbia inmolte circostanze creato concrete e sfavorevoli discon-tinuità gestionali, impedendo tra l’altro il recupero difondi destinati a mantenere strutture non altrimentioperative o non più indispensabili, che può essere sti-mato in circa 100 milioni di euro.Infatti gli atti aziendali presentati alla Regione se ap-provati, avrebbero allineato le risorse finanziarie, tec-niche ed umane disponibili (in particolare quelledirigenziali), alle linee guida di cui al Decreto Com-missario ad Acta del 28.5.2013 che definisce gli stan-dard per l’individuazione delle strutture semplici e

complesse del SSN, al fine di addivenire ad una piùefficace riorganizzazione dei Servizi in complessi piùsnelli, nel rispetto del principio della efficacia e dell’ef-ficienza.La mancata autoriz-zazione contrasta pa-lesemente con Il D. L.502/92 che stabilisceche l’Atto Aziendalesia il punto di riferi-mento e la chiave dilettura per l'agire del-l'azienda e, ancor dipiù, contrasta con ilDL 229/99 che attri-buisce alle aziendeautonomia impren-dito- riale, per cui lamancata attuazionedei nuovi Atti ha im-pedito ai DirettoriGenerali di aggior-nare il processo diaziendalizzazione edi autonomia dellestrut- ture sanitarie,al fine di favorire laqualità e l’economi-cità nell’erogazionedei servizi sanitari.

Oggi nello scenario delle prossime decisioni sul rin-novamento totale o parziale delle Direzioni delleAziende Sanitarie si inserisce, in virtù della volontà

più volte espressa dalPresidente dellaGiunta Zingaretti,anche la limitazionedel numero delleASL della RegioneLazio, nonché per lacittà di Roma la mo-difica dei confini ter-ritoriali a seguitodella soppressione dialcuni Municipi.È di tutta evidenzache in tale situazionedi cronico ritardo, ilprocesso di riazoniz-zazione sarà notevol-mente penalizzato, inquanto senza unaprofonda esperienza econoscenza delle con-dizioni che regolanol’assistenza sanitaria ela sorveglianza sulterritorio di compe-tenza, apparirà note-volmente difficoltoso

elaborare in tempi comprensibilmente rapidi AttiAziendali che siano in grado di distribuire in modoappropriato le risorse umane e strumentali dispo-nibili in modo da garantire risultati efficienti. Peri-colo che può facilmente rappresentarsi nel caso diun spoil system a pioggia, che ha già causato feriteinguaribili nell’organizzazione dei servizi poiché to-glie dalla scena anche risorse umane che per capa-cità, meriti ed esperienza costituiscono la garanziadella corretta continuità gestionale.Così si continua a correre appresso alle emergenzecercando di riparare quel male che risulta già com-piuto, poiché chi ha operato per porre un adeguatorimedio in modo programmatico alla difficile ge-stione della sanità pubblica, ha visto nella mancataautorizzazione degli Atti aziendali l’impossibilitàdi produrre risultati, ovvero ha volato con le ali tar-pate dall’insensibilità di una organizzazione diri-genziale regionale che mostra con talecomportamento di non conoscere i problemi sani-tari della Regione che amministra, ma con l’arro-ganza di gestire attraverso figure che poco avrannoa che fare con la profonda conoscenza delle proble-matiche e di quei fatti quotidiani della sanità cheincidono profondamente sullo stato di salute dei cit-tadini-clienti.

Piergiorgio Tupini docente di qualità, igiene e sicurezza nelle industrie,

master di secondo livello Università di Roma la Sapienza

IL PUNTO

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 10Laziola delSSanità Lazio

NON PUBBLICHIAMO LA MAPPA DEL POTERE DELLA SANITÀ CHE È RIMASTO INALTERATA

Sanità, mesi di paralisi in vista E il sistema andrà a fondo

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Rassegnatevi, anche questa volta in sanità comanda la politica

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 11 Laziola delSSanità Lazio

di Giovanni Tagliapietra

L’EDITORIALE

ORSINO

S dellail

Emidio Di Virgilio, Edrio Mechelli,Dante Chiroli, tre perfetti scono-sciuti. Certamente delle brave, de-gnissime persone. Un dirigente dellaDirezione generale Salute e Integra-

zione, un infermiere professionale già coordinatoredel comitato elettorale “Insieme per Nicola”, un di-rigente della LAit spa ( società della Regione Laziodedicata alla governante). Secondo le solite voci dicorridoio di Viale Cristoforo Colombo sono i saggicui Zingaretti ha affidato la selezione di 50 candi-dati direttori generali della sanità laziale tra i due-cento sopravvissuti al tritacarne (si fa per dire) deiconsulenti Agenas. Voci, perché alla faccia della tra-sparenza un’operazione così complessa, ambiziosae rivoluzionaria destinata a rinnovare il manage-ment sanitario laziale è coperta da un impenetra-bile cortina di riservatezza. Saranno i tre saggi ingrado di effettuare le scelte giuste? Giudicherà ilmercato. Ma ci si chiede, sommessamente, in chemani possa finire la salute e la sicurezza dei cittadini

del Lazio. Secondo quello che le fonti ufficiali hannofatto sapere la selezione non sarà una cosa rapida,non se ne uscirà ragionevolmente prima di fineanno. Due considerazioni. Nel frattempo salterannoi manager con contratto scaduto? Verranno nomi-mati commissari per traghettare le amministrazioniverso il futuro? Verranno sostituiti da un esercito difacenti funzioni (i dirigenti in base all’età di servi-zio)? Di fatto l’assicurare la corrente amministra-zione impedirà assunzioni e decisioni di sostanza,quindi tutto nel freezer, interessi dei cittadini com-presi. Ma non è tutto. Inevitabilmente la nuova levadi direttori generali dovrà calarsi nel nuovo ruolo,dovrà conoscere la realtà da amministrare, la suaproiezione sul territorio. Vogliamo concedere qual-che m ese per prendere confidenza? Saremo già allaprossima primavera. Ma la sanità può permettersisei mesi di stop? Anche l’uomo della strada, ragio-nando a spanne, si può rendere conto che le cosecosì non possono funzionare, che così non va. Nonsarebbe più semplice vedere la questione sotto ilprofilo del merito, cambiare solo i dirigenti che ma-nifestamente siano sotto un determinato standard,alla faccia del famigerato spoil system?La procedura messa in piedi dai collaboratori diZingaretti è farraginosa, poco rassicurante e sostan-zialmente ipocrita. In realtà ci fa immaginare unarealtà che non esiste e ci lascia intendere invece chesi finge di rivoluzionare per lasciare tutto comeprima. Dietro le quinte le trattative per i nomi e ledestinazioni del manager, lo abbiamo già scritto, ri-spondono alla solita inevitabile logica di sparti-zione politica. Potere e poltrone, nulla di più e dimeno. Con la legittimazione di una apparente de-politicizzazione da sbandierare nelle conferenzestampa. I Zingaretti-boys vanno avanti senza guar-dare in faccia nessuno, facendo fare al capo dichia-razioni rassicuranti e proclami. Lo stop, intanto ècompleto, e il distacco tra Giunta e Assemblea dellaPisana è impressionante. Nonostante le sollecita-zioni, gli inviti, le interrogazioni, nessuno si pre-senta con una cartellina in mano in aula o incommissione sanità. Non è questa la sanità che si voleva far immaginareai cittadini del Lazio.

CHI SALEdall’alto Luca Gramazio, Antonio Paonee Vitaliano De Salazar

CHI SCENDEdal basso Amedeo Piva, Flori De Grassie Alessio D’Amato

Attenzione, c’è qualche silenzio sospetto di troppo

Questa volta comin-ciamo dai “buoni”.Come Antonio Paone,

direttore generale della Asl piùstoricamente più discussadella capitale, la RMC. È inscadenza, sta preparando unauscita con il botto (annuncio abreve) e intanto è uno deipochi manager ad aver “ag-giornato” la terna di comando.

Si difendono bene anche Vitaliano De Sala-zar, dirigente di lungo corso, oggi allo Spal-lanzani e in attesa di promozioni, e AldoMorrone direttore generale del San CamilloForlanini, da sempre in trincea e in attesa dinuovi incarichi. Non fa più parlare di séMimmo Alessio, un fuori-età al vertice delPoliclinico Universitario Umberto I, e non sicapisce se è una buona notizia. Sul piano politico sgomita e si da da fare perinfastidire la Giunta Zingaretti Luca Grama-zio, leader dell’opposizione di centro destra

alla Pisana, si agitano anche i grillini di Da-vide Barillari. Poco altro. Dall’altra parte della barricata le cose sonopiù semplici e più complesse insieme: cosacombina Amedeo Piva all’Ipab S.Alessio? Ecosa non combina in Pisana il pacchetto dimischia di Zingaretti guidato da Maria Te-resa Petrangolini? Nel quartier generaledell’Eur Flori De Grassi fa rimpiangereanche ai più induriti impiegati il suo prede-cessore Ferdinando Romano che pure nonera amatissimo. Il capo della cabina di regia( chissà chi si è inventato questa etichetta)Alessio D’Amato non riesce nemmeno a ge-stire l’ennesimo caso San Raffaele, ancorastipendi non pagati, ancora accordi sotterra-nei da realizzare? Stupisce il silenzio di sin-dacati e imprenditori. Sono spariti dalle cronache Aiop (Jessica Fa-roni) e Unindustria Sanità (Riccardo Fata-rella). C’è una ragione? Non hanno piùniente da rivendicare? Attenzione, c’è qual-che silenzio sospetto di troppo.

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giovedì 31 ottobre 2013 pagina 12Laziola delSSanità Lazio L’INCHIESTA

L a pattuglia dei grillini alla Pi-sana ne ha fatto una battagliadi civiltà e di chiarezza cer-cando di mettere alle strettela Giunta regionale, Davide

Barillari ha visitato la struttura, ha “spremuto”i dirigenti, ne è uscito sconcertato. In un mo-mento di tagli selvaggi, di risparmi, di ridi-mensionamenti, di crisi c’è un entecontrollato dalla Regione potenzialmentericchissimo, che si ritrova con l’ennesimo bi-lancio in profondo rosso. Un buco in bilan-cio di 12 milioni di euro, 400 collaboratori aco.co.co. da oltre 15 anni, un patrimonio dacapogiro per un totale di 520 immobili. E’l’Ipab di S. Alessio – Margherita di Savoia diRoma, un ente benefico che nasce nel 1885per erogare servizi per i ciechi e gli ipove-denti, venuto tristemente alla ribalta per delleferoci inchieste giornalistiche sui reali bene-ficiari dell’Ente e finito in prima pagina aitempi dello scandalo Fiorito. Tra le attivitàdel S.Alessio vi è certamente l’assistenza e lariabilitazione di giovani, bambini e anzianinon vedenti, oltre al sostegno a chi è colpitoda plurihandicap, la didattica, anche a domi-cilio dell’utente e la formazione professio-nale. Al S. Alessio dal 2000 la politica hatentato di rimettere i conti in riga. Da quelmomento è iniziato il valzer dei commissaristraordinari, con poteri speciali, nominatidalla Regione Lazio. Così tra il 2001 e il 2002è arrivato il giovane Ridolfi, uomo di CesareCursi, senatore Pdl, (nominato da Storace);poi è stata la volta di Morelli, Farinaccio, Sa-vastano (area Udc), De Luca (Pd e Idv), Lu-cignano supportato da Opus Dei e Polverini,Robilotta (Psi ) il cui decreto fu firmato sem-pre dalla ex sindacalista dell’Ugl. Tutti i par-titi, dalla destra alla sinistra, sono dunqueentrati, in qualche modo, nella gestione delS. Alessio, tenendosi ben chiuse le carte neicassetti. E magari approfittandone. L’opera-zione più scandalosa e imbarazzante è stataquella della Tenuta di Presciano, in provinciadi Siena, diversi antichi casali e 820 ettari diterra, per un valore stratosferico di circa 49milioni di euro. Ma c’è dell’altro, e scavandotra pile di fascicoli e documento emerge len-tamente un quadro sconcertante. Significa-tiva l’intervista che pubblichiamo in questapagina all’attuale presidente, Amedeo Piva.Mettere ordine è una impresa da far tremarei polsi.

IL CASO TENUTA DI PRESCIANO

Con un’assegnazione privata, senza gara diappalto, il commissario nominato da Sto-race, Rodolfo Giannelli Savastano, vicino aBaccini, con la delibera n. 182 dell’8 novem-bre 2004, firma un atto di concessione conla Clovis International srl, una società di Fiu-micino, controllata da una holding immobi-liare del Gruppo Vittorio Paoletti (costituita

solo 11 mesi prima, il 12/12/03), mentre trale postille si toglie il diritto ai ciechi di potervientrare. E’ un contratto della durata di 40anni. In concreto, il commissario affitta la te-nuta ereditata dai ciechi di Roma a una so-cietà che fino al 2044 ne potrà disporne asuo piacimento pagando un canone di250mila euro l’anno in base ad una periziache stimava il valore della Tenuta senese, più60 casali, in soli 6 milioni di euro. Sarà il suc-cessore di Savastano, Mario Dany De Lucaa saltare sulla poltrona da neo commissariodell’Ipab S. Alessio quando scopre il con-tratto con la Clovis Internationale srl, redatto«senza alcuna motivazione, né richiedendopreventivamente autorizzazione regionale»e «senza alcun procedimento di evidenzapubblica e senza alcuna istruttoria». Signifi-cative alcune frasi riportate dalla sentenza924/2011 della Corte dei Conti del Lazio.In quel documento la Procura regionale di-mostra che i terreni valgono oltre 49 milionidi euro: quasi 10 volte in più dell’altra valu-tazione. Savastano, nel frattempo, viene ci-tato una prima volta per danni all’Erario,abuso di potere, danni all’Ipab e alla RegioneLazio, ma il tutto è archiviato. Non emer-gono prove dell’arricchimento. Nel 2010, lostesso personaggio sarà di nuovo sottopostoalle indagini di un altro giudice, il quale com-mette il macroscopico errore di citarlo pergli stessi identici capi di imputazione chie-dendo per lui un danno all’Erario per 4 mi-lioni di euro. Per questi motivi sarà respintala richiesta di condanna. In questo bail-

ex assessore della giunta capitolina ai tempidi Rutelli, e tra gli artefici della vittoria elet-torale di Zingaretti. Il problema è semprequello: perché é così difficile per i politici ge-stire un ente di beneficienza per ciechi e ipo-vedenti avendo una struttura patrimonialecosì redditizia? Il “vizietto” parte da lontanoe come un virus si è propagato fino ad oggi.Si tratta della gestione oscura degli affittidegli appartamenti non riservati ai ciechi. Ilrapporto tra immobili disponibili e riservatiè di uno a tre, in teoria 173 case sarebbero adisposizione per i non vedenti, eppure la listad’attesa è lunga e molti dei beneficiari rischiadi non entrare mai in una casa del S. Alessio.

I PRIVILEGIATI IN CENTROTra coloro che negli anni hanno ricevuto fa-vori e ne ricevono ancora, la lista è lunga enon è cambiato nulla neppure dopo lo scan-dalo dell’appartamento in via Margutta 51,locato all’ex consigliere regionale, Fiorito. Lecase pregiate, quelle del centro storico ro-mano, sono in mano a onorevoli, assessori,dirigenti pubblici, attrici, agenzie immobi-liari, hotel. Ottenute tutte con una “trattativaprivata”, senza la procedura a evidenza pub-blica, cioè senza un bando, obbligatorio pergli enti di diritto pubblico come il S. Alessio.Il fenomeno dei favoritismi ha portato, neglianni, al depauperamento del patrimonio im-mobiliare dell’Ente di via del Casale di S. PioV. Ecco alcuni casi più incredibili protagoni-sti alcuni personaggi pubblici. L’ex senatoreDc, Bruno Lazzaro, abita in via della Co-lonna Antonina 41 dal 1997 ad oggi. Da ben16 anni dispone (a 3 minuti a piedi da piazza

lamme la Clevis, secondo la Corte dei Conti,non dovrebbe pagare per l’affitto per 285milaeuro all’anno, ma una cifra ben più congrua:pari a 2 milioni di euro. Tuttavia pare che lasocietà concessionaria della Tenuta di Pre-sciano non paghi neppure il canone di285mila euro. Tutto gratis. Nel disinteresse

generale. E gli interessi degli assistiti, della col-lettività? Zero assoluto.

GLI IMMOBILI DEL S. ALESSIOL’Ipab S. Alessio ora è uscito dalla gestionecommissariale, e si trova dallo scorso settem-bre con un nuovo presidente, Amedeo Piva,

CIÒ DI CUI NON SI PUÒ E NON SI DEVE PARLARE

Scandalo IpabNate per fornire assistenza e fare beneficenza continuano a servire ad altro, ad essere strumenti di potere. Il caso

S.Alessio. Ricchissimo ma con un bilancio in profondo rosso continua a fare “favori” fuori dalle regole. La tenuta di Presciano, affare milionario sulla pelle della collettività. E gli affitti di favore in Centro Storico?

Amedeo Piva, sessantatre anni, è unadelle figure storiche della politicadel Campidoglio. Cattolico, impe-

gnato nel volontariato è’ stato assessore allePolitiche Sociali al comune di Roma ai tempidi Rutelli sindaco ed è stato anche dirigentedelle Ferrovie dello Stato. Promette da treanni la ristrutturazione dell’Ostello della Ca-ritas in via Marsala. Democristiano, poi Ru-telliano, quindi Veltroniano con un rapidoavvicinamento al centro destra, quindi unpassaggio al Pd è stato tra gli organizzatoridella campagna elettorale di Zingaretti. Chelo ha collocato al vertice di uno degli Ipab piùscomodi e discussi della Capitale, quelS.Alessio (zona Piazza dei Navigatori) finito

sui giornali in più occasioni per l’uso disin-volto del patrimonio immobiliare (celebrel’appartamento di Fiorito a via Margutta, co-stato il licenziamento in diretta Tv del com-missario dell’epoca Robilotta da parte dellaPolverini.

In che cosa consiste la vostracollaborazione con la Regione?

Il direttore generale Frangioni è stato sceltodi comune accordo con la Giunta. Concre-tizza il controllo e la vigilanza della RegioneLazio all'interno del S. Alessio, che è di pro-prietà regionale. Frangioni ha la responsabi-lità diretta di tutta la gestione. La miafunzione, in qualità di presidente, è di guidae rappresentanza legale.

Che mi dice del recente incontrocon il Movimento 5Stelle, nel-l'ambito dell'ispezione pressol'Ipab Sant'Alessio?

Per me è stato un incontro positivo. Abbiamofornito tutta la documentazione richiesta.Sono state avanzate alcune critiche riguar-danti la gestione del nostro patrimonio im-mobiliare e i rapporti di lavoro. Di altre cosedovremo rendere conto nel corso della pros-sima interrogazione consiliare.

Come intendete affrontare la fa-mosa questione degli affitti, og-getto di recenti scandali?

C'è un regolamento risalente al mio prede-cessore. Vi si stabiliscono le modalità di af-

L’INTERVISTA/ PARLA IL PRESIDENTE DELL’IPAB S.ALESSIO AMEDEO PIVA

“Dodici milioni di euro di debiti, via le consulenze e piano di austerity”

di Stefania Pascucci

VIA URBANA. Altro caso – scandalo è la locazione di un attico in via Urbana, 20 (a due passi dai Fori Imperia-li) che è grande 160 metri quadri, occupato da 16 anni, per un canone di 903,63 euro mensili

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giovedì 31 ottobre 2013 pagina 13 Laziola delSSanità LazioL’INCHIESTA

ROMA12 strutture

Opera Pia Società Romana "Pro Infantia" Missione: Assistenza, educazione ed istruzione diminori o minorati bisognosi materialmente o moral-mente, concedendo ad Enti o Istituzioni e/o per-sone sovvenzioni, contributi, sussidi

Istituto S. Margherita Missione: Accoglienza e assistenza di persone an-ziane autosufficienti

Istituti di S. Maria in AquiroMissione: Ospitare e assistere orfani di minore età

Istituto Sacra Famiglia Missione: Assistenza residenzialità per minori instato di abbandono e/ disagiati

Istituto Romano Di San Michele Missione: Ricovero ed assistenza a persone anzianedi età superiore a 65 anni

Sodalizio San Michele Arcangelo ai Corridori diBorgoMissione: Opere di beneficenza

O.P. Asilo Savoia per l'Infanzia abbandonata diRoma Missione: Assistenza a minori ed anziani

Ipab per l'Assistenza all'infanzia - Asilo d'Infan-zia Umberto I - Opera S. Vincenzo De' Paoli - So-cieta' degli asili d'infanzia (conosciuto comeIRAI) Missione: Promuovere i diritti e lo sviluppo dell'in-fanzia e dei minori di anni 14

Ente Assistenza Sociale - Il SalvatoreCentro Regionale S. Alessio Margherita di Sa-voia Missione: Interventi a favore dei non vedenti

Fondazione Nicolò Piccolomini per l'Accademiad'Arte Drammatica - Missione: Ricovero e mantenimento di Artisti dram-matici

Istituti Riuniti di assistenza sociale Roma Capi-tale - Missione: Partecipare alla programmazione citta-dina del servizio integrato di interventi e servizi so-ciali di Roma Capitale e realizzare interventi afavore di minori e famiglie a rischio. Fusione di tre Ipab quali il Conservatorio SantaCaterina della Rosa, il Conservatorio di SantaEufemia e l'Opera Pia Asilo della Patria.

LATINA3 strutture

Ss.ma Annunziata Missione: Assistenza anziani

Orfanotrofio Eleonora Baratta Missione: Ospitare e assistere orfani

Orfanotrofio Gregorio AntonelliMissione: Assistenza ai minori

RIETI1 struttura

Società Femminile di Beneficenza O.P. PietroGiacinti Missione: Assistenza alle persone bisognose e so-cialmente emarginate nell'ambito del comune diPoggio Mirteto

VITERBO14 strutture

Casa di riposo San GiuseppeO.P. Pellei Acquapendente c/o Curia Vescovile

Fondazione Fratelli Agosti Missione: Asilo e casa famiglia per minori

Casa di riposo S. Raffaele ArcangeloMissione:Casa di riposo per anziani

Casa di riposo G. Altobelli

Asilo Infantile Divino Amore

Istituto Tempesti per l'educazione permanentedei giovani - Casa di Riposo E.ChiassariniFondazione Cardinal Angelo Maria Dolci

Opera Pia Carenzi - Ospedale Santa Croce Missione: Ospitalità e assistenza alle persone an-ziane che non sono in grado di provvedere a sestesse

Pensionato per anziani Falisco Falisci Missione:Attività di assistenza diretta e non, in par-ticolare agli anziani

O.P. Accoglienza Sociale Beata Maria De Mat-tias Missione:Provvedere gratuitamente al ricovero,mantenimento e assistenza di persone anziane, au-tosufficienti, inabili al lavoro proficuo, privi di mezzi

di sussistenza, aventi il domicilio nel comune diOrte e nella provincia di Viterbo

O.P. Madonna del Ruscello c/o Comune di Val-lerano

Centro Geriatrico Giovanni XXIII Missione:Assistenza ad anziani e disabiliAsilo Infantile di Toscanella Missione:Accoglienza dei bambini di ambo i sessidella città per fini educativi e formativi

FROSINONE12 strutture

Asilo Infantile Città di Piacenza e Lega NavaleItaliana

Asilo Infantile Strumbolo di Piedimonte S.Ger-mano

Asilo d'Infanzia di Santopadre - Gen. D. Coletti Missione: Accogliere e custodire gratuitamente neigiorni feriali i bambini poveri di ambo i sessi del Co-mune di Santopadre, dell'età dai tre ai cinque anni

Asilo Infantile Sora Missione: Accoglienza, educazione fisica, intellet-tuale e morale dei bambini in età compresa tra i tree i sei anni, con particolare riguardo per i bambinipoveri e con disagio familiare nel territorio. L'attivitàè offerta anche agli altri bambini, con una relativaoblazione delle famiglie

Casa di Riposo G.Battista Lisi Missione: Ricovero anziani in forma residenzialeScuola Arti e Mestieri S. Stampa per i figli delpopolo alatrino c/o Don Giuseppe Capone-Se-minario

Asilo Infantile L. De Luca di AmasenoO.P. Legato Tomassetti c/o segretario rag. Alessandro TucciarelliMissione: Assistenza ai giovani dopo il matrimonioe sostegno alla scuola per chi non ha risorse finan-ziarie sufficienti

Asilo Infantile BeatriceOspedale SS.Crocefisso di Boville Ernica Missione: ricovero ospedaliero ad eccezione delvitto

Ospedale Civico Ferrari

Scuola Materna "Paolo e Adele Cittadini" già Asilo Infantile Umberto I° di Alatri

Montecitorio) di 6, 5 camere, più servizi, pa-gando un affitto di appena 1171 euro. Menodi una casa in estrema periferia. In più al se-natore è riservato un trattamento bancariointeressante. La sua cauzione pari 1.941,56euro è «produttivo di interessi legali da cor-rispondere a fine d’anno». E non è l’unico,diversi locatari, beneficiano di una cauzionefruttifera. Meglio di un investimento in Boto Ctp, conviene investire in “deposito cau-zionale” al S. Alessio.

ATTICO IN VIA URBANAAltro caso – scandalo è la locazione di un at-tico in via Urbana, 20 (a due passi dai ForiImperiali) che è grande 160 metri quadri,occupato da 16 anni, per un canone di903,63 euro mensili. Anche questa condut-trice ha ottenuto il bonus del “deposito cau-zionale fruttifero di interesse dacorrispondere a fine anno”. Il confronto conla realtà: un affitto nella stessa strada per unmonolocale con angolo cottura al primopiano, è quotato 900 euro al mese. C’è ancheTommaso Longhi , ex manager della sanitàlaziale, traghettato da Decaminada nella vi-cenda Idi, coinvolto nel progetto “ObjectifCongo”, una società per lo sfruttamento delpetrolio mascherata da un’operazione uma-nitaria. Mario Dany De Luca gli ha firmatoil contratto per una casa in via Margutta51/a, categoria superlusso A/10. Un con-tratto anomalo in cui si stabilisce una duratadi 12 anni, e non di otto, con scadenza nel2019. Nel contratto si legge che se è vero che“il valore dell’affitto è di 4mila euro, appli-chiamo lo sconto del 30 per cento” abbas-sando la quota d’affitto a 2734 mila euro.

AFFITTACAMERE USO ABITATIVO

Poi altri due contratti firmati dal presidenteDe Luca, due unità immobiliari in via Sistina55. Due piani: 1° e 2°, durata 4+4 dal 2009al 2017. Entrambi con destinazione di abita-zione civile ma “autorizzati” dal contratto adesercitare l’attività commerciale di “Affittaca-mere” alla società Europe Hotels di MassimoPiperno. I canoni di affitto? Molto conve-nienti: per 176.2 mq mensilità Euro4.150,00. Anche l’ex commissario Gian-franco Rinaldi aveva già locato alla stessa so-cietà di Piperno l’appartamento in via Gesùe Maria, di 5,5 vani. Fino al 2016 per unmensile di 2260 euro. Non è cambiato nulla.Il caos (voluto?) regna sovrano al S. Alessio.I generosi lasciti ai non vedenti fanno questafine. E, certo, non è giusto. Ma la storia con-tinua. (1- continua)

fitto, la fissazione dei canoni, anche attra-verso una collaborazione con l'ufficio terri-toriale del Demanio. Vi è stabilito che in casodi difficoltà nella ricerca di contraenti si potràapplicare uno sconto del 25%. In caso in cuile difficoltà rimangano, si potrà procedere atrattativa privata, comunque con il divieto disuperare il 30% di sconto sul canone.

Le Ipab sono tristemente note peraver dato "lavoro" a schiere diconsulenti sostanzialmente inu-tili. Accade anche al S. Alessio?

Oramai i nostri consulenti sono limitati aquelli legali, ossia gli avvocati (data la nostrastoria e i molti contenziosi ancora in piedi coni dipendenti e a causa dello scandalo affitti).Per il resto lavoriamo con i professionisti dicui abbiamo bisogno per assolvere ai nostricompiti, ad esempio fisioterapisti e psicologi.

Cosa ne pensa dei contenziosi ri-guardanti i rapporti di lavoro coni vostri dipendenti?

Abbiamo 70 dipendenti e 400 collaboratorioccasionali inquadrati in contratti di collabo-

razione. Il S. Alessio collabora con le scuole,stipulando accordi con i comuni che non su-perano mai la durata di un anno. E' chiaroche i nostri collaboratori siano costantementein ansia per il rinnovo dei contratti, ma fino aquando le modalità della nostra assistenza inambito scolastico non cambierà, sarà difficileassumere a tempo indeterminato.

Il S. Alessio ha un debito di 12 mi-lioni di euro. Come lo ripianerete?

Con un piano di austerità: abbiamo tagliato leconsulenze inutili e stiamo sistemando la que-stione affitti (il che significa maggiori entrate).In più stiamo mettendo a punto un piano di ge-stione diversificata del patrimonio, ad esempioattraverso l'SGR (gestione risparmi) dellaBanca d'Italia, che ci permetterà diverse mo-dalità di cessione del credito e ci inquadrerà inun regime fiscale più favorevole.

È ormai innegabile che le Ipab ven-gano utilizzate dai partiti come unasorta di sistema pensionistico perex-politici. Che ne pensa?

Può capitare.

Lei come è diventato presidentedel S. Alessio?

Sono stato chiamato dal governatore (Zin-garetti, ndr), che mi ha offerto l'incarico,anche considerando il mio passato nelmondo del volontariato e del sociale. Il mioincarico precedente era quello di responsa-bile delle Politiche Sociali per le Ferroviedello Stato.

C'è un altro Piva al S. Alessio -Francesco Piva, componente delcollegio dei revisori... è un suoparente?

No. Potremmo al massimo avere lo stessoantenato, quel Piva garibaldino, la cui statuaè sul Gianicolo.

La ditta Piva, che sta lavorandopresso la vostra struttura, è inqualche modo collegata a lei?

No, non sono miei parenti e non li conoscevo.Quanto guadagna in qualità dipresidente del S. Alessio?

Più o meno 2600 euro netti al mese.Lor.Mar.

IPAB, così nel Lazio

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D ovrebbe essere unluogo di passaggio, perlo straniero richiedenteasilo privo di docu-menti, per consentire

l’identificazione o per l'attesa del ricono-scimento dello status di rifugiato. Nei fattiil Cara (Centro di accoglienza per richie-denti asilo) di Castelnuovo di Porto, è unlimbo che si tramuta in inferno dantescodove domina la delinquenza e dove lecondizioni sanitarie scarseggiano. Si pre-senta come un casermone tutto biancoche dovrebbe accogliere uomini e donnefuggiti da persecuzioni razziali, politichee religiose dei loro Paesi e dare loro unasperanza di un futuro diverso. Invece è unparcheggio di gente, buttata negli angolidel perimetro del centro, alcuni costrettia vivere in tende montate all'esterno, inmezzo alla terra, perché il sovraffolla-mento nella struttura non permette diavere un materasso comodo dentro quat-tro mura. «Abbiamo delle persone pro-venienti dal Cara di Castelnuovo di Porto- ha detto Claudio Graziano, responsabiledel dipartimento nazionale immigrazionedell'Arci - che vengono da noi presso losportello che si occupa dei rifugiati, e ci ri-feriscono del sovraffollamento, il numero

attuale è intorno amille persone. C'èmancanza di scree-ning sanitario, noiabbiamo avuto per-sone, in uscita dalCara, con la tuberco-losi. Abbiamo segna-lazioni di personeche lavorano lì o di beneficiari di prote-zione, che vogliono restare anonimi, checi raccontano di problemi legati alla pro-stituzione, droga, alcool che partono dal-l'interno del Cara di Castelnuovo. Poisappiamo che molti richiedenti asilo sono

accattoni, gravitanointorno ai cassonettidi Roma e chiedonoanche l'elemosina».E' la fotografia diquanto accade a 30chilometri da Roma,sotto gli occhi dioperatori che la-

sciano correre e di istituzioni che riman-gono a guardare. A denunciare laprecarietà e le pessime condizioni sanita-rie del Cara è stato recentemente il Medu(Medici per i diritti umani) che ha lanciatoun appello anche al Sindaco Marino affin-

ché, insieme alla Regione e al Ministerodell'Interno, avvii un ripensamento del si-stema di accoglienza per tutelare la salutee la dignità delle persone più vulnerabili.Tra i richiedenti asilo, al Cara, ci sonoanche un centinaio di stranieri sbarcati aLampedusa. «Il sistema a regime - ha con-tinuato Graziano - prevedeva di smistaregli immigrati sbarcati a Lampedusa, primanei Cara d'Italia poi nei centri di secondaaccoglienza o presso lo Sprar (Sistema diprotezione per richiedenti asilo e rifu-giati), gestiti dal singolo comune. Si trattadi un sistema diffuso a livello nazionale,che prevede un regime di semi-autonomiastrutturato in appartamenti di 4/6 per-sone destinati a chi ha ottenuto il per-messo. Nei fatti questo non accade nellacapitale, anche per un problema di sovran-numero». Il Cara di Castelnuovo di Porto è uno degli8 centri di accoglienza in Italia, l’unico ingrado di ospitare anche minori, in manoall'Associazione temporanea di imprese(Ati) formata dalle associazioni Acuarintodi Agrigento e Synergasia di Roma con acapo la francese Gepsa (Gestion etablisse-ments penitenciers services auxiliares),che in Francia lavora nell'ambito delle car-ceri e Cofely Italia. Entrambe sono societàche appartengono al gruppo Gdf-Suez,multinazionale dell'energia.

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 14Laziola delSSanità Lazio IL CASO

CONDIZIONI SANITARIE PESSIME E TUBERCOLOSI AL CARA DI CASTELNUOVO DI PORTO

Quando il limbo si trasforma in un infernoIL CASO

di Alessandra De Gaetano

Blitz mattutino del consigliere regionale del Mo-vimento 5 Stelle, David Porrello, all'ospedaledi Anagni. «Il pronto soccorso - racconta Por-

rello - è poco più di un punto di primo intervento senzastrumenti». «La situazione del nosocomio è la provaprovata degli effetti devastanti dell'applicazione deidecreti-accetta emanati daI Commissari ad acta chenon tengono conto delle esigenze del territorio», con-tinua il consigliere regionale, che ha trovato repartichiusi, sale operatorie nuove sbarrate, un reparto diterapia intensiva cardiologica inattivo nonostante siain condizioni di apertura immediata al pubblico, mac-chinari per la mammografia e per la Tac spenti permancanza di fondi. “La sanità va vista come un servizioche risponde alle esigenze dei cittadini - afferma Por-rello - Non bastano gli annunci delle fantomatichecase della salute, servono atti concreti, 80.000 per-sone non possono continuare a doversi rivolgere ad unOspedale ridotto a poliambulatorio andando poi a cer-care soluzioni negli ospedali di Frosinone, Colleferroo, addirittura, in Abruzzo».

ANAGNIBlitz dei grillini

all’ospedale:effetti devastanti

dei decreti-accetta

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L a maggior partedelle cono-scenze che ab-biamo riguardoal funziona-

mento del cervello derivanoda studi in cui venivano uti-lizzati stimoli visivi moltosemplici, come ad esempioliste di parole o figure dise-gnate, e/o stimoli acustici al-trettanto semplificati qualinote musicali, singole paroleo tutt’al più brevifrasi. D’atra parte,nel mondo reale, ilcervello deve elabo-rare stimoli estrema-mente ricchi chetipicamente com-prendono molti og-getti e persone che simuovono all’internodi ambienti com-plessi, e suoni divaria natura che sisovrappongono gliuni con gli altri. Un ulteriore elemento di com-plessità che caratterizza la perce-zione nel mondo reale riguarda la“spazialità” degli stimoli. Gli es-seri umani sono in grado di co-gliere la profondità dello spaziograzie alla visione stereoscopicadai due occhi, e di percepire la po-sizione dei suoni confrontando isegnali che arrivano alle due orec-

chie. Questi elementi sono anchealla base della recente diffusionedei sistemi d’intrattenimento 3De con sorgenti sonore multiple(“Home Theater”).Nello studio pubblicato sulla ri-vista scientifica PLOS ONE, i ri-cercatori del Laboratorio diNeuroimmagini della Fonda-zione Santa Lucia IRCCS hanno

utilizzato un nuovo dispositivoche ha permesso di mostrare adei volontari un film in 3D e con5 sorgenti sonore, durante riso-nanza magnetica funzionale. Ap-plicando dei modellicomputazionali i ricercatorihanno identificato la quantità diinformazione 3D e la spazialitàdei suoni multi-canale contenutenel film e, grazie a questo, sonoriusciti a risalire alle aree del cer-vello responsabili per l’elabora-

zione di questi segnali com-plessi e realistici.Lo sviluppo di approcci natu-ralistici per lo studio del cer-vello permetterà dicomprendere meglio le fun-zioni chiave che guidano ilcomportamento umano nelmondo reale, come ad esempiol’attenzione e la memoria, e diidentificare gli aspetti critici cherendono difficile la vita quoti-diana dei pazienti che hanno su-

bito danni cerebrali. La ricerca èparte di un progetto finanziato dalEuropean Research Council alDott. Emiliano Macaluso (ERCStarting-Grant: “MindTravel”).

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La risonanza magnetica può “spiare” il cervello al lavoro

I risultati di una ricerca condotta da Akitoshi Ogawa, Cecile Bordier e Emiliano Macaluso, ricercatori

del Laboratorio di Neuroimmagini della FondazioneSanta Lucia IRCCS, aprono nuove prospettive

alla cura di soggetti che abbiano subito danni cerebrali

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 15 Laziola delSSanità LazioSANITÀ E RICERCA

“Una pagina della mia storia”Una iniziativa inusuale ma fortemente caratterizzante. Unospedale particolare, tutto orientato sulla alta specializ-zazione in neuroriabilitazione, come la Fondazione IrccsS.Lucia, vuole stabilire un link, un rapporto diretto umano,culturale con i propri pazienti. E indice un concorso. “UNAPAGINA DELLA MIA STORIA” . L’aspetto letterario è secon-dario, ovviamente, quello sentimentale è importante. L’ini-ziativa rivolta a tutti i degenti ed a tutti coloro i qualifruiscono o hanno fruito dei trattamenti riabilitativi presso

la Fondazione. Il concorso nasce dall’idea di una mammadi un giovane ricoverato ed ha lo scopo di guardare conattenzione e simpatia la storia che andiamo scrivendoogni giorno con la nostra vita; a tal proposito i partecipantial concorso illustreranno un momento della loro storia dipersone che si sono incontrate e confrontate con la ma-lattia. Ne uscirà uno spaccato di realtà sicuramente signi-ficativo e l’esperimento potrebbe significativamenteessere mutuato da altre strutture.

LO STUDIO

Emiliano Macaluso

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Si procede a tentoni. Sindaco emaggioranza ostentano sicu-rezza, ma devono fronteggiareogni giorno polemiche e tensioni.Il bilancio segnala rosso profondo,

la gestione dei servizi non arriva in molti casialla sufficienza, trasporti e mobilità si snodanonella ordinaria e consueta condizione di "af-fanno ambientale". Ciò nondimeno il meccanismo elettorale, im-perniato sulla investitura popolare del primocittadino, suscita l'erronea persuasione che ilrapporto quasi mistico tra sindaco e città sup-plisca virtualmente a qualsiasi insufficienza odistorsione. È un'impalcatura invece più for-male che sostanziale, specie quando il consensoregistrato nelle urne non arriva ad aggrumareforze adeguate alla costruzione di una guidarobusta e sicura.

Le critiche si scaricano a va-langa sul sindaco, mentre inrealtà l'epicentro della crisi vacercata nella sfera d'indeter-minatezza della coalizione digoverno. Sembra un para-dosso a fronte di sbrigative ereiterate espressioni di auto-sufficienza. Eppure, dietro ilvelo di certezze manierate sicela la sottile insidia dellosmarrimento. Di fatto l'ac-cordo tra Pd e Sel funzionaanzitutto nell'attribuire enfasi, nei frangentipiù propizi, alla svolta che in primavera hamesso fuorigioco l'avventura amministrativadella destra romana. Il problema è che in man-canza di una strategia chiara si rischia, anchenon volendo, di scontare il prolungamento del-

l'avventura sotto un altrosegno. Ci vorrebbe un nuovoindirizzo, ma dal congressodel Pd non arriva per adessociò che le urgenze politiche ri-chiedono. Il partito di maggio-ranza relativa si accontenta -così sembra - di manutenereuna maggioranza più che re-lativa, forse a dire il vero unasemplice minoranza più cor-posa delle altre.In questa stagione concitata,

dove non esistono antibiotici contro il virusdella semplificazione a sfondo radicale, è vie-tata qualsiasi parola che induca a rifletteresulla opportunità, specialmente in alcune fasidella vita democratica, di formule ed espe-rienze improntate a spirito di collaborazione

nell'interesse e per il bene della comunità. Nonsi tratta d'infrangere la regola della distinzionetra maggioranza e opposizione, bensì di colti-varla con la sensibilità di chi scorge nel pro-fondo della dialettica politica un elemento dipossibile convergenza oltre la naturale logicadella contrapposizione bipolare. Dunque, aRoma, Marino non deve aver paura del dia-logo: la città ne avverte il valore morale e l'uti-lità pratica dinanzi ad ostacoli poco facilmentesormontabili, in definitiva, con l'esibizioneanche ben studiata di un certo ardore scouti-stico. Intelligenza e responsabilità indicano lanecessità di un approccio differente e non menoambizioso.Il dialogo non è una bestemmia.

* Ex Senatore, Consigliere Municipio I

Roma Centro (Lista Marchini)

H a drammaticamentescelto di lanciarsi nelvuoto da uno dei pa-lazzi più alti diRoma, e anche più

“famosi” per la storia e il significato del-l’ex fabbrica, che dopo la chiusura diventò un dormitoriodi fortuna per immigrati e disperati di ogni genere, ora di-ventato un elegante residence con 150 appartamenti, ri-cercati per il lusso degli interni.È proprio da questo edificio che il ventunenne romano siè lanciato nel vuoto, forse per fuggire dall’angoscia e daipregiudizi della gente, dalla sua diversità, lasciando peròun chiaro messaggio che impone a tutti noi una profondariflessione: “Sono un ragazzo gay, gli omofobi facciano iconti con la propria coscienza”.È il terzo suicidio dell’anno causato da questi motivi nellanostra città, e questa piccola, silenziosa e vergognosa stragemerita una riflessione di tutti noi e una decisa presa di po-sizione delle autorità e degli organi politici competenti.

Tre suicidi in un anno, tre gesti estremi che hanno col-pito la coscienza dell’opinione pubblica, sensibilizzan-dola su una problematica che per ragioni culturalirimane troppo spesso a margine del nostro dibattitopolitico e sociale. Quanta angoscia, quanta mortifica-zione, quanta superficialità, fragilità e ignoranza daparte della gente hanno “armato” le menti di questi tregiovani ragazzi, spingendoli verso un gesto cosìestremo, così disperato, che soltanto a pensarlo mettea tutti noi i brividi. Ma la cosa più incredibile, quasisempre in questi casi, è la “lontananza” della gente,della famiglia, degli amici.Nessuno si accorge di nulla, i ragazzi si perdono nellaloro angoscia, disperazione, solitudine, storditi dall’in-

differenza, diventano invisibili agli occhi di chi po-trebbe salvarli soltanto con una parola, con una ca-rezza, con una passeggiata e un dialogo, e vanno drittiverso la morte, prima interiore e poi fisica. È stata or-ganizzata una mobilitazione a via S. Giovanni in Late-rano, ribattezzata “Gay Street”, strada simbolo nellaCapitale, luogo di incontro di ragazzi e ragazze gay. Sichiederà di far approvare dal Parlamento una leggecontro l’omofobia e per sensibilizzare l’opinione pub-blica sul problema.Il Presidente della Regione Nicola Zingaretti e il sin-daco Ignazio Marino si sono espressi decisamente sulproblema: “L’omofobia ha ucciso ancora, non lasciamosoli i nostri giovani” afferma il sindaco di Roma;

“L’omofobia è un dramma straziantea cui dobbiamo porre fine” afferma ilPresidente della Regione Lazio.La linea verde “Gay help” (tel.800.713.713) riceve ventimila con-tatti l’anno, spesso telefonate dispe-

rate e strazianti, e un omosessuale su dieci parla disuicidio.Gli omofobi, ma non solo, devono fare i conti con lapropria coscienza.

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 17 COMMENTI IlCORRIEREDIROMA

IlCORRIEREDIROMA

ALLA PRESENTAZIONE DELLE “GIORNATE DEL LIBRO POLITICO”, LA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI RILEVA LA DISTRAZIONE DEI MEDIA RIGUARDO LE POCHE“BUONE NOTIZIE”CHE CI PUR CI SONO

La non-notizia dei 50 milioni risparmiati nel bilancio della Camera

di Gianpiero GamaleriOrdinario di Sociologia

dei processi culturali e comunicativi –

Preside della Facoltà di Scienze

della Comunicazione, Università Telematica

Internazionale

direttore editorialeGiovanni Tagliapietra

direttore responsabileFilippo Gesualdi

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Fondato nel 1984da Giuseppe Gesualdi

OMOFOBIA, TERZO SUICIDIO A ROMA NEL 2013

Roma fermi questa strage silenziosa

di Lucio D’Ubaldo*

I n occasione dell’inaugurazione della quinta edizione del-l'iniziativa "Il volume della democrazia. Giornate del libropolitico a Montecitorio" , il 25 ottobre a Montecitorio nellaSala della Regina, la presidente della Camera, Laura Bol-drini ha tenuto un discorso appassionato, non di mera cir-

costanza. In esso ha messo in collegamento le due aree di crisievidenziate dalla manifestazione: la crisi della politica e la crisi del-l’editoria.Inutile dire che l’iniziativa mirava a contrastare, nei limiti delle suepossibilità, proprio queste due tendenze, favorendo la diffusione diuna cultura politica che gli studi contenuti nelle opere presentate pos-sono favorire attraverso l’approfondimento di temi istituzionali, storici,biografici. Nel corso delle due giornate, aperte al pubblico, sono state presentatesedici pubblicazioni, con la partecipazione di oltre sessanta relatori esono stati esposti centinaia di volumi, tutti su argomenti che riguardanola politica interna e internazionale. Ma questo sforzo si confronta coni dati estremamente allarmanti Boldrini ha puntualmente registrato.Il Rapporto BES ( benessere equo e sostenibile ) dell'Istat 2013, alsesto capitolo, "Politica e istituzioni", fornisce le cifre. Al momentodella rilevazione ( marzo 2012 ) la fiducia media dei cittadini versoi partiti politici, su scala da 0 a 10, era pari ad appena 2,3 ; quellaverso il Parlamento era 3,6 ; di poco più alta - il 4 - la fiducia mediaverso Regioni, Province e Comuni. Ma dati appena più recenti ( ot-tobre 2012 ) dell'Istituto Demopolis davano una percentuale di fidu-cia nei partiti del 3%, a fronte del dato di cinque anni prima (2008)del 20 per cento.

“Un crollo vero e proprio – ha commentato la Presidente della Ca-mera – perché la politica viene percepita come un mondo separato eautoreferenziale, che riguarda i politici e le loro carriere, non i cittadini,non le loro aspirazioni, le aspirazioni dei giovani, le loro vite”.Tuttavia certi giudizi sommari sono ingenerosi ed anche strumentali.I politici non sono "tutti uguali", "tutti ladri".“In questa ancora breve esperienza parlamentare – ha aggiunto laBoldrini - ho potuto conoscere, tra i deputati, molte persone perbenee in gamba, che fanno seriamente il loro lavoro, approfondiscono iproblemi, si rapportano in modo corretto con i cittadini.Ma il buon comportamento dei parlamentari, in quanto seri, non fanotizia: non vanno in tv, non fanno titolo. Un esempio: per la primavolta dal 1960 ad oggi diminuisce la dotazione chiesta dalla cameraallo Stato. E' o no una notizia? Eppure si fa fatica a trovarla sui quo-tidiani di oggi. Perché le buone notizie non sono notizie: "good news,no news"”.Ci sono quindi i difetti della politica, ma ci sono anche i difetti di un’in-formazione troppo orientata allo scoop, al sensazionale, alla condi-scendenza verso gli umori più bassi di un’opinione pubblica logorata.“Si deve alzare lo sguardo sui grandi problemi del mondo. Oggi lesfide sono globali, e dunque la politica o è globale o non è. Non si puòpiù tornare alla situazione che c'era prima del 2008Non si può tergiversare in polemiche continue e di corto respiro, quandoc'è da rispondere alle grandi contraddizioni del nostro tempo: alla glo-balizzazione dei mercati, alla crisi energetica, alle continue violazionidei diritti umani, al proliferare di violenze (ricordiamo che in ogni fasedella storia le persone scappano dalle guerre, e finché non risolveremo

i problemi nei loro Paesi di origine non ci saranno misure di contrastoche tengano), alle conseguenze del riscaldamento climatico (un temarilevante, di cui vorrei veder traccia nel nostro dibattito”.E’ in ciò che viene confermata l’importanza del libro di approfondi-mento politico. E’ necessario, oggi più che mai, scrivere, pubblicare econoscere libri che parlano di personaggi e argomenti politici nel sensoalto e impegnato. Ma qui ci si scontra con un’altra crisi, quella dell’editoria, come si di-ceva. Presentando il rapporto sullo stato dell'editoria in Italia nell'am-bito della Fiera di Francoforte, il Presidente dell'AIE, Marco Polillo,non ha usato mezzi termini : “In due anni - ha detto - il fatturato èdiminuito del 14 per cento, e ogni giorno abbiamo notizie di librerieche chiudono. Il settore si aspetta molto da una buona politica : nonsussidi, ma un supporto basato su regolamentazione, misure in favoredell'innovazione e promozione culturale”.E la Presidente della Camera ha aggiunto: “Per ogni libreria chechiude perdiamo di vista la strada. Non è la stessa cosa comprare unlibro in libreria o su internet. Se siamo andati avanti nella vita, è per-ché siamo stati in libreria, perché ci siamo appassionati ai libri. Pas-sateci del tempo, in libreria, non è tempo perso. Si tratta in pocheparole di reggere la sfida dell'era digitale, dell'E-book, della venditaon-line. E non è cosa facile. E' l'ennesima dimostrazione del fatto cheaffidandosi totalmente a mercati non regolati, si finisce per impoverireil tessuto economico e culturale della società”.Le “Giornate del libro politico” a Montecitorio hanno dimostrato che,aprendo le sedi istituzionali alla partecipazione dei cittadini, si con-tribuisce ad affermare nel concreto una nuova idea della politica.

Ignazio Marino non abbia paura del dialogo

di Filippo Gesualdi

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L a ricerca dello “sponsor” per so-stenere il nostro sistema scola-stico oramai è entrato nellanorma. Isabella Pinto, ad esem-pio, preside dell’Istituto tecnico

Faraday dopo l’ultima razzia di computer halanciato un appello: “Stiamo cercando unosponsor, disperatamente, per poter riaprire illaboratorio di informatica”. I continui furtiall’interno delle scuole, infatti, rischiano dimettere in ginocchio l’istruzione pubblica. Le più colpite sono le scuole dell’obbligo, inparticolare quegli edifici adiacenti alle pinete.A questa situazione legata alla microcrimina-lità urbana, si aggiunge la scarsa se non nullamanutenzione degli edifici e degli arredi, ri-sultato, una scuola che cade a pezzi e l’impe-gno diretto, anchefinanziario, dei geni-tori per consentire,comunque, lo svol-gersi delle lezioni. A settembre, ad esem-pio, Roma, alla scuolaMozart mancavano lesedie, i bimbi per se-dere erano costretti aportarle da casa. Il ricorso allo “spon-sor” non è però unaprassi solo di oggi, lapresidente della Com-missione scuola del XMunicipio, OrnellaBergamini racconta lasua esperienza di pre-side alla “Quinque-remi”: “Il cortile dellascuola si allagava con-tinuamente. – ricordala Bergamini – Perl’intervento di drenag-gio e pulizia del poz-zetto bisognavaattendere parecchimesi se non anni.Chiesi ad una dittaspecializzata se potevaeseguire il lavoro gra-tuitamente, in cambiodi una promozionepubblicitaria. Ilgiorno dopo il poz-zetto era tornato afunzionare. Espo-nemmo un cartelloall’entrata della scuolacitando il nome delladitta che aveva ese-guito l’intervento.Prima di far eseguire ilavori avevo avvertitol’Ufficio Tecnico”.Una soluzione, dun-que, possibile. “Inquesto attuale momento – continua la Bergamini, - conle casse comunali e delle scuole praticamente vuote, èauspicabile un contributo dei privati, in termini dinuove attrezzature per le scuole, di ogni ordine e grado.Ma i Dirigenti scolastici dovranno chiedere i necessaripermessi ed autorizzazioni. Non è la soluzione miglioree che prediligo, ma un male necessario”. Nel mirino dei ladri soprattutto elementari e medie chesi trovano in prossimità o addirittura il cortile confinacon aree verdi. “Ogni anno i furti denunciati sono più di

20. – afferma la Bergamini - È un problema di ordinepubblico e criminalità urbana, le scuole non c’entranoniente, sono solo vittime di un sistema”. All’Istituto tecnico industriale “Faraday” di via CapoSperone, a Ostia, i ladri hanno rubato 6 computer e tremonitor dal laboratorio di informatica. Il materiale erastato acquistato la scorsa estate attingendo alle già scarserisorse della scuola. Enorme il danno, in primo luogoper gli oltre 570 studenti che frequentano l’istituto almattino e per gli studenti-lavoratori dei corsi serali, che

non potranno usufruire dell’attrezzatura. “Questo furtodanneggia dall’interno il nostro lavoro – sottolinea laDirigente scolastica Isabella Pinto - In questo istitutoc’è un gruppo di persone che si impegnano con i ragazziper far capire loro quanto la cultura e la formazionesiano importanti. Per questa ragione, di fronte a questanuova prepotenza vogliamo esprimere tutta la nostraindignazione. Crediamo fermamente che il futuro deiragazzi del nostro territorio passi per la cultura e la for-mazione”.

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 19 LITORALE IlCORRIEREDIROMA

DOPO I FURTI NEI LABORATORI DIDATTICI I DIRIGENTI SCOLASTICI COSTRETTI A CERCARE CONTRIBUTI PRIVATI

di Enzo Bianciardi

A scuola con lo sponsorX MUNICIPIO: VIA LIBERA ALL’INSTALLAZIONE

DI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA

Ostia, telecamere nelle aule“L’ennesimo furto ai danni di una strutturascolastica del nostro territorio conferma la ne-cessità di dotarle di impianti collegati con lecentrali delle forze dell’ordine”. Giulio Not-turni (lista Marchini) rilancia l’idea di instal-lare negli edifici scolastici un sistema ditelecamere di videosorveglianza. “Sempre dipiù, infatti, - spiega Notturni - le scuole diOstia e dei quartieri dell’entroterra del nostroterritorio finiscono nel mirino di vandali e ladri.L’ultima volta è toccato all’istituto tecnico in-dustriale Faraday di via Capo Sperone, dove

ignoti hanno asportato computer e monitordal laboratorio di informatica, causando gra-vissimi danni non solo economici ma anche al-l’attività didattica. Saranno i ragazzi i primi afarne le spese, non potendo più utilizzare l’at-trezzatura. Torno quindi a sollecitare l’instal-lazione delle telecamere, così come stabilitonel corso della Commissione Scuola del mu-nicipio X. Dobbiamo tutelare e difendere adogni costo le scuole, preservandole da questeirruzioni per il bene dei nostri ragazzi”.

E.B.

LA ASL TAGLIA I PRESIDISANITARI E SCATENA

LA REAZIONE DEI GENITORISI MOBILITANO I CDQ

“Ai nostri figlinegato il diritto

allo studio”

I nfermieri a scuola per garantire la salutedei minori. Era un “fiore all’occhiello”del X Municipio che unico a Roma, po-teva vantare una rete di Presidi sanitariche interessava sei scuole. I Presidi fu-

rono istituiti nel 2009 grazie ad un accordo tra laAsl Roma D e l’amministrazione municipale, ilprotocollo, sottoscritto e rinnovato negli anni suc-cessivi, grazie alla particolare assistenza sanitariagarantiva il diritto alla salute per i minori, ma con-sentiva ai piccoli affetti da patologie gravi di fre-quentare la scuola integrandosi alla perfezionecon gli altri ragazzi. Un protocollo che ha deter-minato la concentrazione dei bambini con gravipatologie negli istituti dotati di infermeria. Una“regola” che ha indotto i genitori ad optare peruna scuola piuttosto che un’altra. La decisione della Asl Roma è stata motivata dauna formula impersonale, ma di questi tempi ter-ribilmente attuale: “carenza di personale e l’im-possibilità di sopperire a tale carenza coninfermieri di altri servizi aziendali”. Nella stessacomunicazione veniva reso noto inoltre, che i pre-sidi sanitari saranno chiusi a rotazione una voltaalla settimana per garantire il prosieguo, in tuttele scuole (inserite nel programma), del servizioinfermieristico scolastico per almeno quattrogiorni settimanali. Un escamotage per mantenerein vita un servizio, che invece, rischia di funzio-nare a singhiozzo e spegnersi via via. La rispostaè stata la mobilitazione dei genitori, il cui primoatto formale è stata la presentazione di una denun-cia ai carabinieri del Nas. Per Alessandro Ieva,presidente del Cdq Bagnoletto: “Tagliare questoservizio, significa andare a condizionare la salutee l’integrazione sociale dei ragazzi bisognosi. E’paragonabile alla negazione di una terapia salva-vita”. Il tema dei Presidi è un problema sanitarioe sociale al medesimo tempo che va discusso coni cittadini e le famiglie interessate. “Sosteniamofortemente l’importanza di formare e informare idocenti scolastici delle patologie di cui sono af-fetti i bambini che hanno in classe – prosegueIeva, che ha mobilitato i Comitati dell’hinterlande partecipato ad un sit-in di protesta - in modo dapoter riconoscere eventuali sintomi. Ma è fuor didubbio che chi può e deve intervenire in questicasi non può che essere “personale sanitario” do-tato di competenza e formazione per affrontarecasi specifici”.

En. Bia.NEL MIRINO DEI LADRI. L’istituto tecnico industriale Faraday di via Capo Sperone è una delle scuole che hannosubito dei furti: l’ultima volta ignoti hanno asportato computer e monitor dal laboratorio di informatica

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di Gian Luca Rizzante di Alessandra De Gaetano

M erce perico-losa prove-niente dallaCina, tonnel-late di rifiuti

diretti in Pakistan, olio extra vergined'oliva contraffatto. Sono alcuni deiprodotti sequestrati a Civitavecchia,frutto dei controlli finalizzati allalotta alla contraffazione. Si tratta diproduzione e commercializzazionedi beni che recano, in maniera ille-cita, un marchio identico ad un mar-chio registrato, quindi originaleoppure la riproduzione di prodotticoperti da copyright. Per proteggerela salute del cittadino, altrimentiesposto a rischi di salute e sicurezza,è stato firmato nei giorni scorsi unprotocollo d'intesa tra il Sindaco di Ci-vitavecchia Pietro Tidei e il direttoreinterregionale delle Dogane per ilLazio e Abruzzo, Ing. Roberta De Ro-bertis, per la cooperazione nella re-pressione dei fenomeni illeciti e delcommercio di prodotti contraffattianche attraverso l'utilizzo di sofisticatisistemi informatici. L’accordo si pro-pone di contrastare il fenomenoanche tramite campagne di informa-zione e promozione rivolte ai cittadiniper affermare il principio di legalità soprattutto fra lenuove generazioni, difendendo gli operatori commer-ciali locali dalla concorrenza sleale derivante da pro-dotti illeciti di provenienza Extra UE. «Il mercato delfalso e del contraffatto - ha detto Virgilio Tisba, segre-tario Uilpa Dogane Lazio e Abruzzo - rappresenta unfenomeno crescente, che crea concorrenza sleale e lacui gravità è accentuata dalla convivenza con forme diillegalità e criminalità diffusa, collegata anche alla per-

dita di introiti fiscali e contributivi adanno dell'erario e degli enti previ-denziali». Lo scambio di informa-zioni tra il corpo della Polizia localee l’Ufficio delle Dogane di Civitavec-chia potrà favorire il rispetto delle re-gole nell’ambito del commercio eottimizzare la cooperazione al finedi individuare il fenomeno dellavendita di prodotti contraffatti in-tensificando, in particolare, i con-trolli sui prodotti alcolici edenergetici di contrabbando. L’ac-

cordo prevede anche l’istituzione di un “tavolo perma-nente” a cui parteciperanno i rappresentanti dei dueEnti sottoscrittori dell’intesa, con lo scopo di pianificarecongiuntamente attività di analisi e di controllo. L’Agen-zia delle Dogane ha sviluppato proprie banche dati spe-cialistiche in tali settori, tra cui Falstaff, che utilizzerà asupporto delle attività congiunte, con il coinvolgimentodi propri funzionari esperti che provvederanno anchealla formazione sul campo degli agenti.

Con il ridimensionamento dell’ap-petibilità legata al turismo ter-male, le potenzialità di Fiuggisono oramai necessariamente le-gate ad alcuni settori che potreb-

bero dare nuova linfa e nuovi sviluppieconomici.Il Lago di Canterno vive da anni inuna sorta di limbo con pochi ristoranti aperti esoprattutto con nessuna struttura ricreativa oricettiva (noleggio pedalò oppure pontili conprendisole, ad esempio) che possano incenti-vare un turismo eco-sostenibile che avrebbegrandi possibilità di successo, vista la bellezzapaesaggistica.Il Golf a 18 buche, ha una grandestoria ed è incastonato in una natura inconta-minata e potrebbe essere una chiave su cui pun-tare per incrementare un turismo che avrebbegrandi possibilità se, ad esempio, il caratteri-stico Centro Storico offrisse servizi enogastro-nomici: piccole osterie, cantine con vini eprodotti tipici locali (famoso e molto apprez-zato è il vino “Cesanese” del Piglio).L’agrituri-smo ha iniziato a prendere piede, vista labellezza dei luoghi che circondano Fiuggi, eanche le possibilità si svago e di passeggiate acavallo non sono da sottovalutare.Fiuggi ha avuto negli ultimi anni un buon ap-peal legato al marketing per quel che riguardail turismo congressuale (famosa per tutti è “lasvolta di Fiuggi” del congresso del MovimentoSociale - Alleanza Nazionale). Da quando la ne-vicata dell’anno scorso ha fato crollare la strut-tura congressuale esistente, si è ricominciato aparlare dei vari progetti e della possibile can-tierizzazione del nuovo polo congressuale.Lastoria e le battaglie per dare a Fiuggi un mo-derno e funzionale centro congressi, vedonoanche un “archistar” di grande fama tra i pos-sibili protagonisti: infatti il discusso progettistaCalatrava era stato coinvolto in questa impor-

tante operazione ma agli inizi del 2008 il pro-getto Calatrava pare sia andato inutilmente abando per ben due volte. Così la Regione Lazioe la Provincia di Frosinone stanziarono rispet-tivamente 4,5 milioni di euro e 500.000 europer realizzare una struttura congressuale di-versa dal progetto Calatrava. Che sembra abbiaanche recentemente “bussato alle porte” del-l’amministrazione comunale per vedersi co-munque riconoscere i propri compensi…Qualche settimana fa, secondo quanto ripor-tato dal sito “il giornalino.net”, il comitato tec-nico regionale ha dato il via libera ad un nuovoprogetto per la realizzazione di una strutturacongressuale nell’area del ex campo sportivo.Questo significa che il progetto è ora cantiera-bile e, con il bando già pubblicato, sono già per-venuti alcuni elaborati esecutivi.La storia e levicende italiane ci insegnano che purtroppo itempi di realizzazione di importanti infrastrut-ture sono difficilmente prevedibili. Quello cheè certo, è che Fiuggi avrebbe tutte le potenzia-lità per affrancarsi dalla sua storia, legata sola-mente (e principalmente) alle sue acquecurative ed al turismo termale. Ci vuole impe-gno e strategia (anche “economica”…) perchési possa puntare sulle tante cose buone a dispo-sizione, vista – lo sottolineiamo – la vicinanzachilometrica e strategica con la Capitale.

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 20REGIONEIlCORRIEREDIROMA

ARNAUDI ANTONIOVia Merulana, 139 ARPINI BRUNAPiazza del ParlamentoBALZOTTI LUCIANOVia del Tritone, 152BONELLI ALFREDOVia Roma Libera, 22BRESSI VITTORIAVia Ripetta/Via TomacelliBUFFONI NADIAVia XX Settembre, 96/97CAIAFFA BRUNOLargo del TritoneCAMPONESCHI RITAGalleria Colonna (Alberto Sordi)Largo ChigiCANU ANNASalita de Crescenzi/PantheonCASUCCI SILVANAPiazza SonninoCECCHINI BEATRICEPiazza FarneseCIARDULLI FRANCESCAViale Carlo Felice/San GiovanniCOLASANTI ELENA

Piazza Pasquale Paoli DE CAROLIS ALDOPiazza San Silvestro, 13DE SERIO EDOARDO GALLONI MASSIMOPiazza IndipendenzaDE SILVESTRI WANDALargo TassoniCorso VittorioDI STEFANO FIORELLA Piazza Cinquecento, 64Via d’AzeglioDURANTINI MARCOVicolo Sciarra/Via del CorsoFARINA ROSSANAPiazza Campo de’ Fiori, 2FERDINANDI MARILISAPiazza della Minerva, 37FERRI SERGIOPiazzale Albania FIORETTI ANDREAViale Trastevere ang. Via MorosiniFURINI ENRICOPiazza del Gesù, 48GIORGETTI MARIA GRAZIA

Piazza CapranicaGIUSTI ROBERTAPiazza del ViminaleGRECO MARCOPiazza di Spagna, 57GREGORI BRUNO EREDIVia Zanardelli altezza civ. 16/1LORIA AURORAVia E. Filiberto Altezza civ. 144MANCINI ALBERTOVia della Dogana vecchiaMASINI ANTONIOPiazza Fontanella BorgheseMASSARONI ELISALargo ArenulaMATTEUCCI MARISAPiazza santa Maria LiberatriceMILLO SERGIOVia dei SabiniVia del CorsoNOTARPIETRO ELENAVia Boncompagni, 12/14PERUGINI CINZIAViale Manzoni/Via MerulanaRO.MA SRLVia Sora/

Corso Vittorio EmanueleROMANO FRANCESCOVia Marmorata/LargoGelsominiSIRAMA SNCPiazza Benedetto CairoliSTAIANO MARINAVia Merulana, 204TERASCHI PRISCILLAVia della Scrofa, 101VENDITTI STELLAVia Celimontana, 5VERDONE MARIA ANTONIETTAVia Mario de’ fiori/ via della CroceVITELLI MAURIZIOVia Flavia, 52EDICOLA CENTRALEPiazza TuscoloEDICOLAvia Satrico angolo via AcaiaEDICOLAPiazzale Roberto Ardigò EDICOLAPiazza MorelliEDICOLAVia Rosa Raimondi Garibaldi

SI RINGRAZIANO I SEGUENTI ESERCENTI CHE CI OSPITANO E DISTRIBUISCONO OGNI SETTIMANA

SUPERMERCATO PIM CORTINA D’AMPEZZO VIA TRIONFALE, 8044 00135 ROMASUPERMERCATO PIM TORREVECCHIA VIA DI TORREVECCHIA 313 00168 ROMASUPERMERCATO PIM MAFFI VIA PIETRO MAFFI, 114 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM FONTANILE VIA DI TORREVECCHIA, 590 00168 ROMASUPERMERCATO PIM ODERISI VIA ODERISI DA GUBBIO, 133 00146 ROMASUPERMERCATO IPERFAMILY VIA DI TORREVECCHIA, 1050 00168 ROMASUPERMERCATO PIM NEWTON VIA FELICE BELLOTTI, 2 00151 ROMASUPERMERCATO PIM CASALOTTI VIA PIEDICAVALLO, 39 00166 ROMASUPERMERCATO PIM IGEA VIA IGEA, 42/44 00135 ROMASUPERMERCATO PIM BIOLCHINI VIA LUIGI BIOLCHINI, 15 00146 ROMASUPERMERCATO PIM BRAVETTA VIA DI BRAVETTA, 403 00164 ROMASUPERMERCATO PIM VIA TERESA DE GUBERNATIS SNCSUPERMERCATO PIM VIA VIARA DE RICCI, 51

edicolesupermercatiECCO DOVE TROVARCIECCO DOVE TROVARCI

Fiuggi, si può ripartire dai congressi?

DALLE MERCI PERICOLOSE PROVENIENTI DALLA CINA, AI RIFIUTI DIRETTI IN PAKISTAN, AI PRODOTTI CONTRAFFATTI: A CIVITAVECCHIA NON C'È TREGUA

Dogana, il “filtro” funzionaTurismo termale fiacco, pochi settori consentono al centro ciociaro di voltare pagina: ma c’è

il via libera a un nuovo progetto di una struttura congressuale nell’area dell’ ex campo sportivo

Pietro Tidei sindaco di Civitavecchia

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GELATERIA PARADISO VIALE I. MONTANELLI 130MONTANI ICE VIA DI CASALOTTI, 59/A GELATERIA RETRÒVIA BALDO DEGLI UBALDI, 118LA CAFFETTERIA MASSÌ DI SCARDELLA MASSIMILIANOVIA G. ALLIEVO 41 ROMABAR TABACCHI LEANDRIVIA PAOLA FALCONIERI 81 ROMABAR A QUATTRO SRL DI MONTECCHIARI PATRIZIO VIA P. VENTURI 73 ROMABAR DI LA MARCA LUCIANO VIA TOR DE SCHIAVI 153/A ROMAKRISTAL BAR SNC CIRC.NE NOMENTANA, 568-570 ROMABAR GELATERIA TERRA ANNAMARIA, VIA LIVORNO 13 ROMABAR CIRCO MASSIMO VIALE AVENTINO, 14 ROMAGA MA DA SNCVIALE AVENTINO 28 ROMA

LIBRIZZI GIORDANAVIALE AVENTINO 101 ROMASTINZIANI ANGELOVIALE AVENTINO 78 ROMAGELATERIA PUDDINUVIALE AVENTINO 59 ROMABAR AUGUSTO MASSIMOVIA DEL CIRCO MASSIMO, 5 ROMABAR CIAMPINIVIALE DELLE TRINITÀ DEI MONTI ROMACAFFÈ VAN GOGHVIA DELLA PINETA SACCHETTI ROMABAR GIOVENALEPIAZZA GIOVENALE 6 ROMABAR LA TERRAZZAVIA APPIANO 36 ROMAVALORANI’S FORUMLARGO CORRADO RICCI, 30 ROMABAR DI AFFATATI PIER MATTEOVIA CLAUDIA 14 ROMABOATTINI BARVIA MASTROGIORGIO 58 ROMABAR DI CAPALDO SIMONEVIA DELLA LUNGARA 39 ROMAALOISE DOMENICOVIALE TRASTEVERE 36 ROMA

GELATERIA FIOR DI LUNAVIA DELLA LUNGARETTA 96 ROMAGELATERIA MIANI MARIA GIOVANNAVIA DELLA SEGGIOLA 12 ROMABAR VIVONAPIAZZA VIVONA 20 ROMABENEVENTO BARVIA ACHILLE FUNI, 32 ACILIAMALI SRL BAR MARTINICAVIA DELLA MARTINICA 151 ROMAPASTICCERIA SALENTINAVIA LAGO TANA 51 ROMA(METRO B1 LIBIA)ZAMA CAFFÈPIAZZA ZAMA 5 ROMAOLD SHAMROCKVIA CAPO D’AFRICA V26/D ROMACAFFÈ MARTINI DI ROSSI STEFANOPIAZZALE DEL COLOSSEO 3 A/B ROMAANTICA DOMUSVIA S.GIOVANNI IN LATERANO, 6 ROMAALIVERNINI ROBERTOVIA CASTELFORTE 27 ROMAROCCI DANILOVIA TOR DE SCHIAVI 340 ROMADI MUZIO DOMENICO

VIA FEDERICO DEL PINO 62 ROMABAR NATI STANCHIVIA TOR DE SCHIAVI 306BAR MARIOVIA BRA 15/19 ROMACAFFÈ SCHETTINOVIA SAN MELCHIADE PAPA ROMABAR PASTICCERIA DI COLA FILIPPOVIA RUGGERO ORLANDO 68 ROMALOVE 4 PIZZAVIA PEVERAGNO 52 ROMABAR MEDIANOVIA TRIONFALE 11454 ROMABAR TABACCHI DELLA SALA ANNAVIA PASQUALE II 109,111 ROMABAR GASTRONOMIA SGANGA ANTONIOPIAZZA NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE 11 ROMAANTICO CAFFÈ DI ROMAVIA GIANNINA MILLI 52 ROMABAR DI MANUEL ARIS VILLANIP.ZA MARESCIALLO GIARDINO ROMABAR BARCOLLANDOVIALE ADRIATICO 139 ROMATRATTORIA DA PAOLO, VIA SAN FRANCESCO A RIPA, 92 ROMA

LE PETIT CAFE'VIALE VEGA N.6 PRESTIGE BARVIA DELLE GONDOLE ANG.PIAZZA SANTA MONICA BETTER CAFFE'VIALE PAOLO ORLANDO 3BAR DUCACORSO DUCA DI GENOVA 124 BAR GELATERIA SISTOPIAZZA ANCO MARZIO 7 PASTICCERIA BAR KRAPFEN PAGLIA PIAZZA ANCO MARZIO 18/19 BAR STABILIMENTO BALNEARE VENEZIALUNGOMARE AMERIGO VESPUCCI N.8 CENTRO SPORTIVO RESORT "LE DUNE"LUNGOMARE DUILIO N.22 BAR GELATERIA "NABIL"PORTO TURISTICO DI ROMA BAR MILELLISVIA CAPITAN CONSALVO N.13 SUPERMERCATO TODISVIA CASTELPORZIANO N.294 (INFERNETTO)

esercizi commerciali

INTERVISTA A MARIO SERANI , AMBASCIATORE DEL GELATO ARTIGIANALE, VINCITORE DEL PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA TECNICA NELLA TAPPA DEL GELATO WORLD TOUR DI ROMA E FINALISTA A RIMINI IL PROSSIMO ANNO

La riscoperta del gelato di un tempodi Gian Luca RizzanteA bbiamo intervistato un

Ambasciatore del gelatoArtigianale (www.am-basciatoridlgelato.it) percapire i piccoli segreti

che possono aiutare a scegliere un buongelato italiano. Mario Serani è stato pre-miato a Roma con il Premio specialedella Giuria Tecnica (forse più impor-tante di quello “assoluto”) nella Tappadel gelato World Tour di Roma e quindiparteciperà alla prossima finale di Ri-mini dell’anno prossimo.

Come può un cliente ricono-scere ad occhio un buon gelatoartigianale?

Innanzitutto il colore, se sono troppoforti o troppo accesi vuol dire che visono prodotti come i coloranti, bastapensare che il gusto alla banana non

come si vede molte volte. E poi la densitàe la cremosità. Oltre al volume nella va-schetta: se troppo “gonfio”, vuol dire checi sono degli emulsionanti che aiutanoil cosiddetto fenomeno dell’ ”overrun “,cioè l’aria all’interno.

Le quantità usate da un gelatiereartigianale sono differenti ri-

potrà mai essere troppo giallo perchéall’inizio il colore naturale è un bianco ogiallo molto tenue e poi addirittura av-viene l’ossidazione naturale. Lo stessovale per il pistacchio che nella gelateriaartigianale è quasi marrone e non verde

spetto a chi usa i cosiddetti pro-dotti in busta?

Certo, noi pochi “artigiani” rimasti inItalia, usiamo latte fresco, panna freschee uova; così prendiamo le proteine na-turali. E frutta fresca di stagione oppure

prodotti locali che nel miocaso vengono addirittura daterreni di famiglia. Quindimolte gelaterie che usano pro-dotti “semi-lavorati” oppure“in busta” hanno un grande ri-sparmio di tempo e di costi.Quali gusti proporrai alprossimo SIGEP 2104?Orzo biologico, inteso comecereale che verrà cotto nellatte e poi mantecato. Poi unricotta, noci e pere. Tutto bio-logico, naturalmente a chilo-

metro zero e di un produttore di cuiconosco le qualità, se non - come per fi-losofia aziendale – addirittura di nostraproduzione.

Ora stai per far partire una nuovaavventura: il franchising con il vo-stro marchio.

Siamo stati quasi “costretti” dalle tanterichieste che ci provengono soprat-tutto, ma non solo, dall’estero. Chi la-vora bene ha una grande richiesta diaprire nuovi punti vendita dove potermutuare una linea d’arredi ben precisae una qualità che viene da anni di espe-rienza. “Gelateriebruno.it, il gelato diun tempo”: i gelatieri italiani bravi sonorichiesti ed apprezzati e con il franchi-sing, vi sono costi più bassi e meno pos-sibilità di fallimento dell’iniziativa. Ilgelato artigianale ha un gusto incredi-bilmente migliore, proprietà nutritiveeccellenti e sta diventando un prodottodi gamma “top” nell’enogastronomia.Purtroppo, molte volte viene copiato esofisticato, con gravi danni all’imma-gine ed al nostro tessuto economico edimprenditoriale.

OSTIA

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 21 GUSTO IlCORRIEREDIROMA

Come riconoscere un buon prodotto artigianale e i segreti dei nuovi gusti che saranno presentati al SIGEP 2014

DISCO ROSSO Carni macinate, se la frode corre dietro il bancone

di Massimiliano De Lassaletta

C hi lavora difficilmente con-suma il pranzo a casa ma sireca presso mense, bar, fast

food. Il cambiamento degli stili ali-mentari ha esposto il consumatorepiù facilmente a frodi e pratiche slealidi vendita. Nella maggioranza dei casi, se po-niamo l’attenzione nei preparati fre-schi di carne, sono frequenti i casi difrode alimentare dovuta alla sostitu-zione di materie prime pregiate conaltre di qualità inferiore e l’occulta-mento di alterazioni organolettiche,

quali colore e odore anomali. Nellepiccole attività di vendita, un opera-tore poco corretto potrebbe prepa-rare e commercializzare degli impastidi carne macinate ottenute da partigrasse e connettivali, eccessiva-mente lavorate e che hanno superatola temperatura a cuore di 7ºC e lecondizioni d’igiene di processo richie-sti dalla normativa. Generalmenteviene eseguita una macinazione finis-sima, a cui si aggiungono delle so-stanze che hanno la funzione dilegare, per dare consistenza e tatto

al palato, come le proteine animaliidrolizzate. Inoltre si aggiungonodelle sostanze antiossidanti e colo-ranti naturali, come la polpa di barba-bietola, per coprire le caratteristicheorganolettiche delle materie primescadenti. Tutto ciò permette di ag-giungere quasi un terzo del loro pesoin acqua senza alterarne l’aspetto esenza scolio di liquido nelle confe-zioni. Per ultimo spetta alle spezie(pepe, peperoncino, paprica, rosma-rino e origano) il compito di masche-rare eventuali sapori anomali.

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ITrimani vendono vino sin dal 1821. Il primonegozio si trovava in via di Panico, mentre l'at-tuale sede, in via Goito 20 (a due passi dalla sta-zione Termini), fu aperta nel 1876. E' il piùantico negozio di vini della Capitale e in 192

anni di storia alcune cose non sono cambiate. Alla basedell'entrata della storica sede si vedono ancora le asoleutilizzate all'epoca per riversare il vino dalla strada di-rettamente nelle botti che erano situate in cantina. Al-l'interno dei locali si poggiano i piedi sul pavimento inpietra originale, e anche qui si notano quelle che untempo erano aperture circolari comunicanti con ilpiano interrato. C'è ancora una fontana a muro dallaquale scorreva continuamente acqua fresca provenientedagli acquedotti, tenendo piena la vasca sottostante: ser-viva a tenere a temperatura costante le torrette in terra-cotta che vi erano immerse, dalle quali si spillava il vinoattraverso rubinetti in legno. Gli avventori compravanovino sfuso da portare a casa o lo consumavano diretta-mente sul posto, che fungeva anche da osteria. “Si parladi un epoca - racconta Francesco Trimani - in cui il vinoera un vero e proprio alimento, un importante appor-tatore di calorie (in mancanza di carne e di altri alimentiche oggi consumiamo in abbondanza): il consumo pro-capite superava di molto i 100 litri all'anno. Oggi siamosotto i 50”. Un'altra cosa non è cambiata: i Trimani eranovinai e continuano a definirsi in questo modo. Sull'in-segna non appare la parola 'enoteca'. “Il termine è natonegli anni ottanta. Il suffisso '-teca' individua una rac-colta più che una messa in vendita: non lo rinneghiamo,ma sembra voler dare lustro alla professione, quasi nonbastasse più dire 'vinaio'. Da una parte, data la nostra sto-ria, ci sentiamo legati alle origini del lavoro; dall'altrapensiamo che per dare il giusto riconoscimento al com-mercio di vino, per anni sottostimato, non serve e nonbasta un nome nuovo. Peraltro oggi si legge 'enoteca'anche sulle insegne dei locali dove semplicemente siconsuma vino, il che crea confusione nel mercato. Untempo eravamo tutti vinai e vignaioli, e noi ci siamosempre sentiti ben rappresentati da questi termini”. La-sciando da parte ciò che non è cambiato, veniamo alpresente. Molto di quel che si vede oggi si deve al padredei quattro fratelli (Paolo, Francesco, Giovanni, Carla)che attualmente gestiscono l'attività. Marco Trimani ini-ziò a lavorare nel negozio nel 1956 dopo essersi laureatoin economia e commercio. “Fu una scelta che all'epocarisultava quantomeno particolare. A quei tempi avereuna laurea non era cosa da poco, e sfruttarla per venderevino sembrava quasi uno spreco. Si usava dire che sottoi commercianti di vino c'erano solo quelli di stracci.Questo ci fa capire come e quanto il mondo del vino sia

cambiato: oggi è un genere quasi di lusso”. Negli anni50-60, infatti, iniziò a crescere l'interesse per la qualitàdel prodotto e si moltiplicarono le cantine imbottiglia-trici. “Parlando di lusso non intendo che il vino debbaper forza essere caro, ma è sicuramente un prodotto chenegli ultimi trent'anni ha subito un'evoluzione incredi-

bile. Non è piùsolo un ali-mento. Il vinoè piacere, ègusto.” Grazieagli studi e allenuove tecno-logie la qualitàmedia delvino, oggi, èmolto più alta,e quindi “nonbasta neanchepiù che il vinosia buono: il

vino deve avere un senso compiuto, un carattere, deveessere riconoscibile. I produttori devono interpretareil territorio in cui operano e l'uva utilizzata. Oggi il no-stro lavoro consiste nel selezionare e proporre i prodottimigliori sotto questi aspetti, seguendone la costanteevoluzione”. I risultati di tale evoluzione, e del lavoro delpadre Marco, sono evidenti. I Trimani vendono vino aldettaglio, ma anche all'ingrosso ad alberghi e ristoranti(per i quali svolgono anche attività di consulenza); rap-presentano poi direttamente alcune etichette sul terri-

torio. Come se non bastasse, appena dietro l'angolo, invia Cernaia 37/b, si trova il Wine Bar Trimani, apertonel 1991 (primo locale italiano a chiamarsi in questomodo) e gestito dalla sorella di Francesco, Carla. Nel lo-cale, molto gradevole alla vista, si beve vino di qualità esi consumano aperitivi o pasti. Oltre al vino, nel localeprincipale, si vendono distillati, superalcolici, birre ecosì via, per un totale di circa 6000 etichette. Sui lunghiscaffali i vini sono divisi tra bianchi e rossi: entrambi itipi sono a loro volta raggruppati in base alle regioni diprovenienza. In una sezione distaccata, vicino all'entratasi trova una selezione di vini economici. Sono prodottiscelti dai gestori in base al miglior rapporto possibile traqualità e prezzo, sempre con un occhio attento al carat-tere e al territorio. Un sistema di rotazione fa sì che i vininon rimangano in negozio per troppo tempo: non sitengono sugli scaffali più di quattro bottiglie per pro-dotto e queste vengono sostituite periodicamente perpermettere al vino di invecchiare in cantina, e non in ne-gozio. La famiglia Trimani gestisce lo stesso tipo di atti-vità dal 1812 e il futuro, dopo 192 anni, non puòspaventarli più di tanto.

Lorenzo Marziali

Sull’affascinante costa dell’Alta Ma-remma, a circa 100 km a sud-ovest di Fi-renze, nella piccola e prestigiosa DOCBolgheri, sorge Tenuta Argentiera, partedell’antica Tenuta di Donoratico apparte-nuta alla famiglia fiorentina dei Serristori.In epoca etrusca all’interno dell’altopianodella Tenuta si trovavano gore, sorgenti na-turali e miniere d’argento, da cui il nomeArgentiera, che resero la zona un impor-tante centro minerario ed agricolo. Oggi la Tenuta è proprietà congiunta deifratelli Corrado e Marcello Fratini. La pro-prietà ha sempre dedicato particolare at-tenzione a questo luogo affascinante,esaltando in ogni modo la natura di unaterra particolarmente vocata alla produ-zione di grandi vini rossi. Dei 500 ettari to-

tali dell'azienda, 75 sono attualmentepiantati a vigneto specializzato, tutti conla denominazione DOC Bolgheri e IGT To-scana. L’Argentiera è la tenuta più vicinaal mare di tutta la DOC Bolgheri e quellache raggiunge la massima altitudine svi-luppandosi dalla pianura alle colline. I ter-reni, di varia composizione, sono piantatia Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc,Merlot e Syrah, vitigni che nell’area bol-gherese assumono caratteri estrema-mente tipici, raggiungendo eccezionalistandard qualitativi. Il “Villa Donoratico” è un vino decisamenteconsistente e complesso che non cade mainell'ovvietà, dimostrando un carattere pro-fondamente legato alla sua zona di origine.Maturato in botti di rovere, straordinario

nella sua bevibilità e nella sua fe-deltà alla tipologia. Di colore rossorubino brillante, all'olfatto colpisceper i sentori di frutta, bacca rossa,ribes lampone e ciliegia. Affiorano profumiesotici fino ad arrivare a note speziate ebalsamiche, di liquirizia ed eucalipto. Alpalato si presenta elegante, con tanninisetosi e avvolgenti, e si ritrovano i sentorigià scoperti al naso con un finale fruttatomolto gradevole e un retrogusto per-sistente, fresco e minerale. Compo-sizione: 45% Cabernet Sauvignon;30% Cabernet Franc; 15% Merlot;10% Petit Verdot. Le varietà si vinifi-cano separatamente. La fermenta-zione e la macerazione avvengono inserbatoi d'acciaio a temperatura

controllata. Il vino è poi trasferito in barri-ques di rovere francese, dove si completala fermentazione. L'affinamento dura al-meno 23 mesi: quattordici mesi in barri-ques e almeno nove in bottiglia.Gradazione alcolica: 14%.

IL ROSSO RUBINO DEL 'VILLA DONORATICO' DI TENUTA ARGENTIERA

Un carattere che ricorda gli etruschi

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 22GUSTOIlCORRIEREDIROMA

I VINAI TRIMANI

Tra pezzi di storia e la sfida di qualità

ABBIAMO PROVATO

PER VOI

La Spiaggetta a Fregene: eremo di pace. E improvvisazione

Far guadagnare ad uno stabili-mento balneare romano unaclientela affezionata e costante

è già un’impresa titanica. A Fregenepoi – passata ormai l’era delle fami-gliole con la casa al mare che si trasfe-riscono per la stagione – è una veraimpresa. A La Spiaggetta, in fondo aPonente, il giovane gestore Alessan-dro su una cosa può contare: la pre-senza di un pubblico di affecionados.Sarà perché non è troppo “gggiovane”come ambiente (ma neppure da Matu-salemme), sarà perché le esperienzepersonali di questo ristoratore gira-mondo hanno inculcato un po’ in tuttala famiglia che porta avanti lo stabili-mento da oltre 20 anni, che il servizioattento fa dimenticare alcune lacune.E riporta ciclicamente qui i clienti.

Il patron – va riconosciuto - deve avereuna memoria fenomenale perché amesi, a volte anni di distanza, non di-mentica né trascura di salutare conviva cordialità l’avventore. Insomma,fa sentire a casa chiunque. Purtroppo,però, soltanto lui e la sua signorahanno questa delicata attenzione.La brigata (?) di cucina, durante la set-timana e preferibilmente in bassa sta-gione, regge l’urto della clientela.Quando però nel fine settimana – com-plice una di quelle indimenticabili gior-nate di sole che il litorale romano saoffrire – c’è la ressa, la mancanza dimestiere di camerieri e baristi fa emer-gere il problema della professionalità.Ecco allora che per avere una bottigliad’acqua bisogna intercettare il came-riere al volo, il pane nel cestino arriva

solo a saziare i ritardi della cucina. In-somma, certo non è il servizio in tavolail punto forte.I prezzi, non certo economici, fanno ilresto. Però se si ha la possibilità e lafortuna di rintanarsi qui a mangiaredurante la settimana – evitando ilweek end - ecco allora che il servizio èpiù curato, così come le pietanze.Le porzioni potrebbero essere più ge-nerose e comunque i ricarichi sul vino,di media qualità, non sono eccessivi.Per il resto lo stabilimento è ben cu-rato. Se in primavera, o in questo deli-zioso autunno caldo, riuscite araggranellare una giornata libera (e disole) potete anche ordinare una frit-tura da gustare direttamente in spiag-gia, magari con la concessione di unlettino sull’arenile. Per gli amanti del

silenzio non c’è il trambusto della mu-sica sparata a mille watt, né le orde dibambini vocianti. Gli inservienti dispiaggia sono, tutto sommato, gentili,considerando che alla bisogna si tra-sformano anche in camerieri o pittoriper sistemare le strutture.Lo sforzo del gestore è evidente. Lascelta di far ridipingere ciclicamente imontanti in legno, ad esempio, è unsegno di attenzione alla clientela. E dipulizia. La veranda esterna, con pan-nelli anti vento, accoglie anche i piùfreddolosi al calar del sole. Però è pro-prio la mancanza di esperienza diquasi tutto il personale di sala a la-sciare un po’ di incompiuto. Per il resto la cucina è prettamentemarinara. Un po’ casalinga ma sicura-mente genuina.

Tenuta Argentiera Bolgheri Via Aurelia 412/A Località I Pianali

57022 Donoratico LivornoTel +39 0565 773 176 Fax +39 0565 773 250

E-mail: [email protected]

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S econdo una opinione popolare assai dif-fusa, tutte le strade portano a Roma evanno a confluire, tracciando idealmenteuna linea retta, proprio sotto la panciadella statua equestre di Marco Aurelio, nel

punto centrale della città, il Campidoglio. La statuaequestre è l’unica giunta fino a noi perché, secondo latradizione, venne identificata con l’immagine di Co-stantino, imperatore convertitosi alcristianesimo e quindi non abbat-tuta dai cristiani, contrariamente aogni altra che rappresentava ai loroocchi, imperatori romani a cavallo.Il percorso che, scendendo dalCampidoglio, pone al centroPiazza San Marco, racchiude storie, leggende e monumenti molto si-gnificativi sul passato della città.Un esempio è dato, in via del Ple-biscito, da una finestra di PalazzoAltieri spostata asimmetricamenterispetto alle altre a causa di unastoria tanto bizzarra quanto vera.La famiglia Altieri, per poter co-struire un suo importante Palazzo,acquistò, nel1675, l’intero isolatocacciando, con la forza e con i de-nari, tutti gli abitanti della zona, ra-dendo al suolo le loro casupole.Solo una coraggiosa e testarda vec-china si oppose all’abbattimentodella sua vecchia casa, nella qualeerano tutti i suoi ricordi e nellaquale erano vissuti e morti tutti isuoi cari, inclusi genitori e marito.Gli Altieri non riuscirono, pur uti-lizzando ogni mezzo, lecito ed illecito, incluse pesantiminacce, a far recedere dal suo diniego la vecchia si-gnora Assunta, la quale abitava in una casina notacome la “casa di Berta”. Si rivolsero dunque allo zioPapa, Clemente X, che nonostante la carica e la suapotenza dovette raggiungere, attraverso i suoi delegati,un compromesso con la vecchia, cocciuta signora As-sunta. Si racconta, infatti, che quando il segretario delPapa e il Principe Altieri andarono per cercare di con-vincerla, in nome e per conto del Papa, la situazionedegenerò fino a che la vecchina li prese a male parole”.Diventate volgare? “ disse il segretario del Papa, “alloracosì saremo costretti a…”. Assunta lo interruppe di-cendo “Perché voi nun sete vorgare quanno annate avia Capo le case? Che ce annate a dì le orazioni? Nun

sò vorgarate quelle? Chissà si er papa ce lo sa?...”… lavecchia romana ebbe sancito il diritto di mantenere lasua casa, purché potesse essere inserita all’interno delPalazzo. Ancora oggi si può vedere che la simmetria diPalazzo Altieri non è, per la ragione raccontata, per-fetta: la finestra abitata dall’anziana signora appare spo-stata. Il lato del Palazzo su via degli Astalli rivela,dall’angolo con Via Santo Stefano del Cacco dove èancora, la diversa forma delle finestre a dimostrarecome l’ostinazione di una vecchietta l’ebbe vinta addi-rittura sul potere del Sommo Pontefice.La visita di questa parte di Roma comprende la Boccadella Verità, nella chiesa di Santa Maria in Cosmedin,del IV secolo. La Bocca della Verità, è divenuta miticae nota in tutto il mondo mentre sfugge ai più che la sua

vera natura era, in origine, quella di un tombino dellacloaca massima di Roma imperiale, cloaca lunga 600metri. Questa grande pietra, pesante circa 1300 chilo-grammi, è uno dei dischi di pietra con scolpite le ma-schere di divinità fluviali, raffigurante, in questo caso,una testa di fauno con la bocca aperta. In Piazza del Gesù, l’omonima chiesa nella quale, al-l’interno, è la cappella di Sant’Ignazio in cui i romanihanno da sempre individuato una sorta di irriverenzanei confronti del Creatore essendo, la statua del Santointeramente ricoperta di argento, mentre il sovrastanteGruppo della S.S. Trinità era stata costruita con delsemplice stucco. Da qui Pasquino, la statua parlantepiù importante di Roma, commentò con sarcasmo:“Quando il Padre eterno vide Sant’Ignazio tutto d’ar-gento, ci rimase... di stucco…” Del percorso fa parte la suggestiva Piazzetta Mattei,con la famosissima Fontana delle tartarughe, costruitanel 1588 con progetto originario di Giacomo dellaPorta. Nel 1914 le tartarughe furono trafugate e na-scoste in un deposito, pronte a prendere il volo perchissà quali lidi... vennero ritrovate, ma rubate altrevolte e sempre recuperate fino a che per scongiurarepossibili ulteriori furti, furono “ben ancorate” al restodella fontana, recentemente restaurata e tornata allaoriginaria bellezza.Queste ed altre sono le curiosità che un percorso “mi-rato” consente di soddisfare per conoscere Roma sem-pre più e sempre meglio."Voci di Roma" è in vendita nelle librerie Feltrinelli.

QUI GATTO CI COVA

L’agenda

A ROMA LA SETTIMA EDIZIONE DEL V ACCORDION FESTIVAL

La fisarmonica digitale convince …i musicisti un po’ meno

di Gerlando Gatto

Questa settimana vogliamo ab-bandonare il terreno pretta-mente jazzistico per parlarvi di

uno strumento che sta conquistandosempre più spazio: la fisarmonica digi-tale, ovvero una fisarmonica in grado diriprodurre i suoni di un’intera orchestra.Sabato 19 ottobre la platea della SalaSinopoli dell’Auditorium Parco della Mu-sica di Roma ha ospitato la finale delsettimo V-Accordion Festival, cui hannopartecipato nove artisti provenienti datutto il mondo.Tutto esaurito per assistere ad un veroe proprio spettacolo in cui il livello dicompetitività ha entusiasmato tanto ilpubblico quanto una doppia giuria diesperti formata rispettivamente da per-sonaggi di spicco del mondo della fisar-

monica e celebri costruttori di fisarmo-niche acustiche. Tra i membri della giu-ria di esperti anche il “nostro” RenzoRuggieri fisarmonicista che oramai daanni ha perfettamente adattato il suostrumento (assolutamente acustico) allinguaggio jazzistico nonché docente digrande prestigio.

A trionfare nel contestideato e organizzato dallaRoland è stato il tedescoMatthias Matzke (score169,4), nella foto, seguitodal serbo Petar Maric(166,0) e dal russo StanislavMalyshev (163,3), mentre ilpremio dedicato alla memo-ria di “Ronald Lankford”,personaggio di punta del

mondo Roland scomparso pochi annifa, è stato assegnato a Petar Maric. In-fine, il premio web, conferito dagli inter-nauti che seguivano online la finale instreaming (oltre 200000 visite in dueore) è stato attribuito allo statunitenseSergei Teleshev.E come in ogni contest che si rispetti ra-

ramente il parere della critica coincidecon quello dei giurati. In effetti, fermarestando l’incredibile valenza dello stru-mento, assolutamente innovativo, ci èparso che i concorrenti anziché fare mu-sica fossero preoccupati di evidenziarela loro bravura nello sfruttare le poten-zialità della fisarmonica digitale. Di quiun vasto campionario di suoni ovvia-mente lontani dalla “fisa” tradizionale enon sempre appropriati. L’unico che, anostro avviso, ha cercato di privilegiarel’ispirazione nei confronti della mera ef-fettistica è stato l’inglese Thomas Har-daker che naturalmente non è statopreso in considerazione.In conclusione la fisarmonica digitalec’è ed è una bella realtà… i musicistiforse un po’ meno.

MOSTREMusei CapitoliniArchimede. Arte e scienza dell'invenzioneDal 31 maggio 2013 al 12 gennaio 2014 /Dal mar alla dom 9:00-20:00 Galleria Nazionale d'Arte ModernaLegami e Corrispondenze. Immagini e pa-role attraverso il '900 romano Dal 28 feb-braio 2013 al 12 gennaio 2014 dal mar alladom 10 – 18Galleria Nazionale d'Arte ModernaOmaggio a Marcello Avenali (1912 – 1981)dall'11 luglio al 3 novembre 2013 dal mar alla dom 10:00 – 18:00Chiostro del BramanteCleopatra. Roma e l'incantesimo dell'Egittodal 12 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 /dal mar alla dom 10:00 – 20:00; sab 10:00– 23:00; dom 10:00 – 21:00Macro (Museo d'Arte Contemporanea)Imran Qureshi, Deutsche Bank's Artist ofthe Year 2013. Dal 25 settembre al 17 no-vembre 2013 / dal mar alla dom 11:00 -19:00; sab 11:00 – 22:00

TEATROTeatro Sistina'My Fair Lady', con Vittoria Belvedere e LucaWard Dal 22 ottobre al 10 novembre 2013/ ore 21:00 (dom ore 17:00) Teatro dell'Orologio'Macellum' ovvero 'il valzer dell'Orazio'DAL 29 ottobre al 3 novembre 2013 / ore21:15 (dom ore 17:45)Teatro Eliseo'Prima del Silenzio' di Giuseppe PatroniGriffi, con Leo Gullotta. Regia di FabioGrossi. Dal 22 ottobre al 17 novembre 2013mar, gio, ven ore 20:45; mer, dom ore17:00; sab ore 16:30 e 20:45 Teatro dell'Angelo'Secondo Ponzio Pilato' di Luigi Magni, regiadi Antonello Avallone.Dal 24 ottobre al 24 novembre 2013 / ore21:00Teatro Argentina'Ce ne andiamo per non darvi altre preoccu-pazioni' di D. Deflorian e A. TagliariniDal 7 al 10 novembre 2013 / ore 20:30

Il termine “gita fuori porta” è stato coniato dai romani. Ai quali piace girovagare, salvopoi rintanarsi tra i ciottoli e le stradine di una città che ha di eterno, sicuramente, quelsenso di accoglienza nei confronti di chiunque. Anche dei forestieri che - nel volgere

di pochi mesi - diventano romani di adozione, nelle abitudini e nei piaceri. Il Corriere di Roma propone in anteprima ai suoi lettori dodici itinerari

(e dodici mappe) alla riscoperta della Roma che certamente conosciamo ma che abbiamo un po' trascurato. Maurizio Ortolani e Roberto Spingardi -

autori del libro-guida "Voci di Roma" che verrà presentato il prossimo 19 novembre all'Isola Tiberina dalla casa editrice Edizioni Interculturali Uno

- ci guideranno in itinerari nuovi e antichi, con un pizzico di colta ironia.

giovedì 31 ottobre 2013 pagina 23 PASSEGGIATE ROMANE IlCORRIEREDIROMA

ITINERARI / 1 STORIE E LEGGENDE DELLA CITTÀ CURIOSANDO TRA PIAZZA DEL GESÙ E PIAZZA VENEZIA

Marco Aurelio e la vecchina degli Altieri

Page 24: Il CORRIERE R · 2013-10-30 · il distintivo Ncc, pensavano ai pullman turistici noleggiati e au-torizzati a procedere dove abitualmente non si procede.Un po’ alla volta siamo