Il controllo del territorio attraverso i Sistemi ... · Patrizio a cora più “genio”: la...

20
BIO-ARCHITETTURA A AMBIENTE & SALUTE Patrimonio UNESCO in pericolo Esposito a pag.8 Patrizio a pag.12 I labirinti vegetali Palumbo a pag.11 Mozzarella blu? Mai più! Il controllo del territorio attraverso i Sistemi Informativi Territoriali integrati con Google Earth Dall'Olocene all'Antropocene Canta Napoli! Anche a Natale Canta Napoli! Anche a Natale. La cul- tura napoletana ha sempre offerto ma- teriale variegato in termini di usi e costumi ed il Natale ne è una prova. La cucina, il presepe, la musica, il teatro sono solo alcuni esempi di come la tra- dizione napoletana abbia usi ben radi- cati nel tempo, le cui origini risalgono a secoli or sono. Eduardo è stato capace di racchiudere il tutto in una commedia e questo è uno dei tratti che lo rende an- cora più “genio”: la napoletanità piena di valori senza stereotipi e clichè. Matania a pag.15 Corso anticorruzione e per la trasparenza Quali sono, per le pubbliche ammini- strazioni, i principali adempimenti in materia di prevenzione della corru- zione e di trasparenza? Arpac, che da un anno circa ha avviato un percorso in queste materie, ha offerto la propria esperienza al co- mune di Mercato San Severino, in provincia di Salerno. a pag.7 ARPAC Molto spesso quando ci ca- pita di parlare di un determi- nato colore tendiamo ad associarlo ad un alimento: il rosa al salmone, il rosso al pomodoro, il giallo al limone, il bianco alla mozzarella... SICUREZZA ALIMENTARE Si è svolto nei giorni scorsi a Mercato San Severino I patrimoni dell’umanità UNESCO sono in pericolo. Lo rivela il nuovo rapporto IUCN World Heritage Ou- tlook, pubblicato in occasione del Congresso Mondiale dei Parchi svoltosi a Sydney. Oscar Green: sul podio tre idee “Made in Sud” Oscar Green è il premio promosso da Col- diretti Giovani Impresa per valorizzare e dare spazio all’innovazione in agricoltura. Il premio richiede che i partecipanti pro- pongano progetti legati alle radici del loro territorio con lo sguardo rivolto al futuro. Le api come centraline antinquinamento, la coltivazione di microalghe apprezzate in cosmesi, le prime chips di pane, la ca- napa con stupefacenti virtù culinarie, il pecorino anticolesterolo, le fragole volanti con la carta d'identità, l'orto del carcere di Capanne a Perugia che ridona dignità ai detenuti sono i vincitori del concorso Oscar Green di quest’anno. Martelli a pag.17 Il controllo del territorio dal punto di vista ambientale può essere effettuato in maniera ef- ficace ed immediata utilizzando le cosiddette “nuove tecnologie”. L’impiego di dati georeferiti (dati catastali, progettuali, im- piantistici, ambientali, etc.), ad esempio, semplifica il lavoro che i tecnici dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campa- nia effettuano sul campo, affi- nando gli strumenti di verifica e di conseguenza riducendo i tempi di risposta dell’Ente. Grazie all’impiego di software specialistici, come ArcGIS in do- tazione all’Agenzia, è possibile effettuare operazioni di data entry, analisi e restituzione dei dati raccolti sul campo o deri- vanti da tematismi forniti dagli Enti preposti. La restituzione del dato non avviene esclusiva- mente attraverso il plottaggio o la stampa di layout cartografici ma, grazie a l’impiego di speci- fici script, è possibile trasfor- mare i dati da formato shapefile, in file con estensione kml (Key- hole Markup Language). Iorio-Lubrano-Ragone a pag.6 NATURA & BIODIVERSITÀ Sos Scuola: Legambiente chiama le Istituzioni REPORT Da pochi mesi è cominciata la scuola. Tantissimi bambini e ragazzi sono tor- nati tra i banchi. È negli edifici scolastici che trascorrono gran parte del loro tempo. Giocano, imparano, sorridono e condividono tra quelle mura. Se fossi madre, mi piacerebbe sapere dove lascio mio figlio... Liguori a pag.9 La Gran Bretagna ha reso noti i piani per la costruzione di un supercompu- ter del valore di 97 milioni di sterline, che avrà lo scopo di perfezionare le previsioni del tempo, in particolare quelle che riguardano gli eventi estremi. Nelle intenzioni dei progetti- sti il portentoso apparecchio tecnolo- gico porterà benefici economici e sociali per due miliardi di sterline. Ad occuparsi della sua gestione ci pen- serà il Met Office, il servizio meteoro- logico del Regno Unito. Tafuro a pag.19

Transcript of Il controllo del territorio attraverso i Sistemi ... · Patrizio a cora più “genio”: la...

BIO-ARCHITETTURAAAMBIENTE & SALUTE

Patrimonio UNESCOin pericolo

Esposito a pag.8

Patrizio a pag.12

I labirinti vegetali

Palumbo a pag.11

Mozzarella blu? Mai più!

Il controllo del territorio attraverso i Sistemi Informativi Territoriali integrati con Google Earth

Dall'Oloceneall'Antropocene

Canta Napoli! Anche a Natale

Canta Napoli! Anche a Natale. La cul-tura napoletana ha sempre offerto ma-teriale variegato in termini di usi ecostumi ed il Natale ne è una prova. Lacucina, il presepe, la musica, il teatrosono solo alcuni esempi di come la tra-dizione napoletana abbia usi ben radi-cati nel tempo, le cui origini risalgono asecoli or sono. Eduardo è stato capace diracchiudere il tutto in una commedia equesto è uno dei tratti che lo rende an-cora più “genio”: la napoletanità pienadi valori senza stereotipi e clichè.

Matania a pag.15

Corso anticorruzione e per la trasparenza

Quali sono, per le pubbliche ammini-strazioni, i principali adempimenti inmateria di p revenzione della corru-zione e di trasparenza? Arpac, che daun anno circa ha avviato un percorsoin queste materie, ha offerto la propria esperienza al co-mune di Mercato San Severino, in provincia di Salerno.

a pag.7

ARPAC

Molto spesso quando ci ca-pita di parlare di un determi-nato colore tendiamo adassociarlo ad un alimento: ilrosa al salmone, il rosso alpomodoro, il giallo al limone,il bianco alla mozzarella...

SICUREZZA ALIMENTARE

Si è svolto nei giorni scorsi a Mercato San Severino

I patrimoni dell’umanitàUNESCO sono in pericolo.Lo rivela il nuovo rapportoIUCN World Heritage Ou-tlook, pubblicato in occasionedel Congresso Mondiale deiParchi svoltosi a Sydney. Oscar Green: sul podio

tre idee “Made in Sud”

Oscar Green è il premio promosso da Col-diretti Giovani Impresa per valorizzare edare spazio all’innovazione in agricoltura.Il premio richiede che i partecipanti pro-pongano progetti legati alle radici del loroterritorio con lo sguardo rivolto al futuro.Le api come centraline antinquinamento,la coltivazione di microalghe apprezzatein cosmesi, le prime chips di pane, la ca-napa con stupefacenti virtù culinarie, ilpecorino anticolesterolo, le fragole volanticon la carta d'identità, l'orto del carceredi Capanne a Perugia che ridona dignitàai detenuti sono i vincitori del concorsoOscar Green di quest’anno.

Martelli a pag.17

Il controllo del territorio dalpunto di vista ambientale puòessere effettuato in maniera ef-ficace ed immediata utilizzandole cosiddette “nuove tecnologie”. L’impiego di dati georeferiti(dati catastali, progettuali, im-piantistici, ambientali, etc.), adesempio, semplifica il lavoro chei tecnici dell’Agenzia RegionaleProtezione Ambientale Campa-nia effettuano sul campo, affi-nando gli strumenti di verifica edi conseguenza riducendo itempi di risposta dell’Ente.Grazie all’impiego di software

specialistici, come ArcGIS in do-tazione all’Agenzia, è possibileeffettuare operazioni di dataentry, analisi e restituzione deidati raccolti sul campo o deri-vanti da tematismi forniti dagliEnti preposti. La restituzionedel dato non avviene esclusiva-mente attraverso il plottaggio ola stampa di layout cartograficima, grazie a l’impiego di speci-fici script, è possibile trasfor-mare i dati da formato shapefile,in file con estensione kml (Key-hole Markup Language).

Iorio-Lubrano-Ragone a pag.6

NATURA & BIODIVERSITÀ

Sos Scuola: Legambiente chiama le Istituzioni

REPORT

Da pochi mesi è cominciata la scuola.Tantissimi bambini e ragazzi sono tor-nati tra i banchi. È negli edifici scolasticiche trascorrono gran parte del lorotempo. Giocano, imparano, sorridono e

condividono tra quelle mura. Se fossi madre, mi piacerebbe sapere dove lascio mio figlio...

Liguori a pag.9

La Gran Bretagna ha reso noti i pianiper la costruzione di un supercompu-ter del valore di 97 milioni di sterline,che avrà lo scopo di perfezionare leprevisioni del tempo, in particolarequelle che riguardano gli eventiestremi. Nelle intenzioni dei progetti-sti il portentoso apparecchio tecnolo-gico porterà benefici economici esociali per due miliardi di sterline. Adoccuparsi della sua gestione ci pen-serà il Met Office, il servizio meteoro-logico del Regno Unito.

Tafuro a pag.19

METODI BIOLOGICI PER LE ACQUE SUPERFICIALI INTERNE

Angelo Morlando

Il manuale n° 111/2014 (oltre 230 pa-gine) nasce come revisione ed aggior-namento del manuale ‘MetodiBiologici per le acque. Parte I. ISPRA,2007". L’attività di revisione ed ag-giornamento è stata effettuata dalGruppo di Lavoro ‘Metodi Biologici’coordinato da ISPRA, Linea di Atti-vità n. A6, Area di Attività A – Armo-nizzazione dei metodi di analisi,campionamento e misura. L’elabora-zione dei diversi protocolli è frutto disottogruppi di lavoro specifici per ognielemento biologico. L’impostazione, ilcoordinamento e la stesura finale deidiversi protocolli sono stati curati daStefania Balzamo e Cristina Martonedel Servizio Metrologia Ambientale -Dipartimento Stato dell’Ambiente eMetrologia Ambientale di ISPRA. Ci-tiamo con piacere la presenza di Cri-stiano GRAMEGNA dell'ARPACampania. La pubblicazione è di con-tenuto tecnico-specialistico, ma èanche coaudivata da numeroso illu-strazioni esplicative. Dopo una pre-messa e un capitolo per i termini e ledefinizioni, seguono tre macrocapitoliche hanno dei codici numeri che ri-mandano alle metodologie. Il primocapitolo, comprende il paragrafo"1020. Protocollo per il campiona-mento degli elementi di qualità fisico-chimica in ambiente lacustre". Ilsecondo capitolo, comprende i para-grafi: "2010. Protocollo di campiona-

mento e analisi dei macroinvertebratibentonici dei corsi d'acqua guadabili";"2020. Protocollo di campionamento eanalisi delle diatomee bentoniche deicorsi d'acqua"; "2030. Protocollo dicampionamento e analisi delle macro-fite dei corsi d'acqua guadabili";"2040. Protocollo di campionamento eanalisi della fauna ittica dei sistemilotici guadabili". Il terzo capitolo, com-prende i paragrafi: "3010. Protocollodi campionamento dei macroinverte-brati negli ambienti lacustri"; "3020.Protocollo per il campionamento di fi-toplancton in ambiente lacustre";"3030. Protocollo di campionamentodella fauna ittica nei laghi italiani";"3040. Protocollo di campionamento eanalisi di macrofite acquatiche in am-biente lacustre"; "3050. Protocollo dicampionamento e analisi delle diato-mee bentoniche dei laghi e degli in-vasi".La Direttiva Europea 2000/60/CE haadottato un approccio "ecologico" perla protezione delle acque, integratotra il monitoraggio chimico e biologicoe in Italia è stata recepita principal-mente dal D.Lgs. 152/2006 e dai suc-cessivi decreti attuativi. Le modalitàdi campionamento descritte in questoManuale sono proprio i metodi di rife-rimento per il campionamento finaliz-zato al monitoraggio e allaclassificazione dei corpi idrici per leacque dolci superficiali, quindi, puòconsiderasi un testo unico riepiloga-tivo dei metodi di campionamento.

2014: UN ALTRO ANNO “HOT”Paolo D’Auria

La febbre della Terra conti-nua a salire. Per il terzo meseconsecutivo gli esperti dellaNASA hanno rilevato un au-mento delle temperature su-periore alla media degliultimi periodi. Ad ottobre, in-fatti, le temperature globalihanno raggiunto un nuovo re-cord di caldo. I dati riportati dal GoddardInstitute for Space Studies(GISS) della NASA rivelanoche il 2014 potrebbe presto“battere” il 2010 e diventarel'anno più caldo della storia:dopo maggio, agosto e settem-bre, il mese di ottobre è statodi 1,4 gradi centigradi al disopra della media per il mesenel periodo tra il 1951 e il1980.

La situazione più difficile èstata “letta” in aree della Si-beria orientale, dove è stataregistrata una temperaturadi dieci gradi sopra la normaper il mese; tuttavia l'innalza-mento netto delle tempera-tura ha colpito molte ampiezone della Terra: in Europaoccidentale, Nord America edAfrica settentrionale ed occi-dentale il termometro nelmese scorso ha raggiuntotemperature di sette gradi su-periori alla media. A con-ferma di ciò ci sono anche idati diffusi venerdì scorsodalla Agenzia meteorologicagiapponese (JMA): utiliz-zando un periodo di riferi-mento ed una tecnica per lavalutazione della media leg-germente diverse rispetto allaNASA, anche i numeri del

JMA hanno dimostrato comel'ottobre scorso sia stato il piùcaldo mai registrato, con unatemperatura di 0,6 gradisopra alla media del periodotra il 1981 e il 2010.E il dato diventa ancora piùpreoccupante se si “incrocia”con un video, diffuso di re-cente sempre dalla NASA(http://svs.gsfc.nasa.gov/cgi-bin/details.cgi?aid=11719),che mostra come l’anidride

carbonica si sposti in tutto ilmondo. Il filmato, che si rife-risce ai dati dal 1° gennaio al31 dicembre 2006 elaboratidal modello GEOS-5, è tutt’al-tro che recente ma fornisceuna buona percezione di comeil gas serra si disperda, tra-sportato da fenomeni clima-

tici, in tutto il mondo. Partico-larmente significativa la dif-ferenza di emissioni tra i dueemisferi. Una ulteriore con-ferma, se mai ve ne fossestato bisogno, che i cambia-menti climatici sono direttaresponsabilità dell’uomo e delprogresso economico.

Dati della NASA confermano il continuo aumento della temperatura globale

Brunella Mercadante

Il 21 novembre è stata celebrata lafesta degli alberi, una giornata dedi-cata al verde, riconosciuta con unaapposita legge, la 10 del 14 gennaiodel 2013 - Norme per lo Sviluppodegli spazi verdi urbani- e nata colpreciso obiettivo di sensibilizzarel'opinione pubblica sull'importanzadel patrimonio arboreo e boschivo,per la tutela della biodiversità, il con-trasto ai cambiamenti climatici e laprevenzione del dissesto idrogeolo-gico. Un'occasione previlegiata perporre l'attenzione sull'importanzadegli alberi per la vita dell'uomo edell'ambiente. Basti pensare aquanto è accaduto nel mese appenatrascorso per le piogge che si sono ab-battute con particolare violenza sulnostro Paese, provocando frane,smottamenti, allagamenti di interecittà e purtroppo anche alcune vit-time, per vedere ancora una voltacome l'incuria del territorio, il disbo-scamento di intere montagne, cau-sato dal taglio illegale degli alberi odai numerosi incendi aggravino gli ef-fetti già pesanti dei fenomeni atmo-sferici e dei loro mutamenti.Ogni anno per questa giornata vienescelto uno specifico tema di rilevante

valore etico, culturale e sociale, quellodi quest'anno è stato “L'albero: la suastoria, la nostra storia”. In effetti gli alberi ci raccontano lastoria, combattono grazie alle loro ra-dici i fenomeni di dissesto idrogeolo-gico, mitigano il clima, rendono piùvivibili gli insediamenti urbani, mi-gliorano la qualità dell'aria, rappre-sentano da sempre un valoreinestimabile per l'umanità, sono cu-stodi della nostra memoria e fonte dirisorse preziose. Sono elementi fonda-mentali dell'ecosistema e in modoparticolare nelle città contribuisconosignificativamente a contrastare l'in-quinamento ambientale e a miglio-rare la qualità della nostra vita.Alcuni alberi sono stati, altresì, testi-moni di importanti avvenimenti sto-rici, altri sono legati a leggende, altriancora hanno assistito a cambia-menti importanti nel tempo e nel ter-ritorio, simboli del millenariorapporto fra l'uomo e la natura.Celebrare la giornata nazionale deglialberi quindi rappresenta anche unimportante momento di riflessione, didiscussione e promozione di una dif-fusa cultura del verde come snodocruciale fra salute, ambiente, paesag-gio, economia e sviluppo del Paese edel suo territorio.

Giornata nazionale degli alberiAnche quest’anno tante iniziative per salvaguardare il patrimonio arboreo

Fabio Schiattarella

Dopo più di 50 anni dal suo furto,la Testa di Sfinge torna a splen-dere sulla Statua del Nilo, l’incan-tevole statua marmorea risalenteal periodo che va a cavallo tra il IIe III Secolo e che si trova presso ilLargo Corpo di Napoli, lungo la fa-mosa Spaccanapoli. Nel cuoredella città torna dunque a capeg-giare un’opera ritrovata esatta-mente un anno fa dal nucleo deicarabinieri per la tutela del patri-monio culturale di Napoli, restau-rata attraverso un’attività dicrowdfunding sostenuta e volutadai cittadini del quartiere, i qualimettendo insieme le proprie forzehanno fatto si che l’opera riavesseil lustro che merita. La campagna di autofinanzia-mento è stata promossa dal Comi-tato per il restauro della Statuadel Corpo di Napoli e fortemente

voluta dall’avvocato Carmine Ma-succi, il quale si è attivato per lapromozione di un’iniziativa che èprogrammaticamente partita dalbasso, puntando ad essere con-creta e rapida nei risultati, coin-volgendo l’intera comunità. Iresidenti della “Regio Nilensis”hanno risposto con gioia e già siprospetta la possibilità di prose-guire al restauro del largo che cir-conda la statua compresa lapregevole cappella Pignatelli. La storia del monumento è moltoparticolare: realizzato da un’ arti-sta proveniente da Alessandriad’Egitto, è da considerarsi un po’ ilsimbolo della città. La scultura,negli anni dimenticata, fu ritro-vata nel XV Secolo durante dei la-vori di demolizione e rifacimento.Essendo una struttura acefala,cioè mancante della testa, si pen-sava rappresentasse il corpo diuna donna, visto anche il petto

pronunciato volto ad allattare uninfante. Nel 1657 venne datanuova dignità alla statua, si deciseinnanzitutto di poggiarla su unbasamento e successivamente siprovvide a scolpire la testa man-cante raffigurante l’ immagine diun uomo barbuto, una cornucopiaadorna di fiori, un coccodrillo e lasfinge, tutto ad opera dello scul-tore Bartolomeo Mori. Dopo ulte-riori restauri compiuti fino al IXXSecolo, la statua fu depredata du-rante la seconda guerra mondialee ciò comportò ulteriori interventidi restauro. Ultimo quello odierno,dopo il sopra citato furto, avve-nuto nel 2013, della testa dellasfinge, ritrovata dai carabinieri inAustria. Ancora una volta oggi lastatua “mette la testa a posto” gra-zie all’ amore di 16 esercizi com-merciali e 1060 cittadini chehanno finanziato la messa inopera.

LA STATUA DEL NILO“METTE LA TESTA A POSTO”

Il restauro grazie a una raccolta fondi tra i residenti

PRIMAPRIMA

DOPODOPO

Brunella Mercadante

Il 5 e 6 novembre si è svolta laIII edizione degli Stati gene-rali della Green Economy,dedicati al tema dello sviluppodelle imprese della Green Eco-nomy nell'attuale situazionedi crisi. In questo momento digrandissima difficoltà, gliStati Generali hanno acqui-stato una particolare rile-vanza in quanto il solocomparto che nel nostroPaese cresce, e vigososamente,è giustappunto quello dellaGreen Economy e gli Stati Ge-nerali diventano e rappresen-tano il motore di unaconversione culturale, e quindidi conseguenza anche politicaed economica, che sta ponendol'economia sostenibile al cen-tro del Progetto-Paese.

Nell'ambito dei lavori sonostati presentati e commen-tati, tralaltro, i risultati diuna indagine sugli orienta-menti degli imprenditori dellagreen economy condotta traaprile e maggio dalla Fonda-zione per lo Sviluppo Sosteni-bile in collaborazione con ilConsiglio Nazionale dellaGreen Economy. Al sondag-gio, articolato in 36 temi rela-tivi ad 8 argomenti strategici,hanno risposto 437 imprendi-tori che gestiscono impreseper un totale di 64.573 dipen-denti, con un fatturato com-plessivo di 15 miliardi e 956milioni. Il campione esaminato è statoeterogeneo e inclusivo di im-prese di diverse dimensioni(micro, piccole, medie egrandi) distribuite su tutte le

aree del Paese, di tutti i set-tori più rappresentativi dellagreen economy (agroalimen-tare di qualità ecologica, rici-clo di rifiuti, energierinnovabili, efficienza energe-tica, servizi per l'ambiente).

Tra i risultati più significativiemerge quello del rapportotra imprese e green economy:per il 95% un impresa greendeve produrre con processiproduttivi di elevata qualità;per il 94% un’impresa può av-

viarsi verso una green eco-nomy solo se realizza un serioprogramma di interventi e in-vestimenti; per il 97% degli in-tervistati sono fondamentali ivalori e la visione di chi guidaun impresa green. Importanteanche il risultato della visionedell'economia: per il 94% degliimprenditori interpellati la fi-nalità dell'economia deve es-sere quella di assicurare unbenessere duraturo e inclu-sivo; il 98% afferma che l'eco-nomia deve puntare sulrisparmio e l'uso sempre piùefficiente dell'energia e dellerisorse naturali; per il 98%,inoltre, per avere un futurotra le finalità dell'economiadovrebbero esserci quelledella conservazione del capi-tale naturale e l'assicurazionedei servizi ecosostenibili.

Ilaria Buonfanti

Cambiamenti climatici: Usa eCina sono finalmente d’accordosulla riduzione delle emissionidi CO2 nell’atmosfera. Una lieta notizia giunta diret-tamente da Brisbane, capitaledello stato del Queensland, inAustralia dove nei giorni scorsisi è svolto il G20. Dopo mesi di trattative final-mente arriva l’intesa tra le duepotenze, entrambe in cimadalla classifica di Paesi più in-quinanti, che prevede nuovi li-miti per ridurre i gas serra daprendere all’unisono. L’annuncio è stato dato in unaconferenza congiunta dai lea-der Barack Obama e Xi Jin-ping ed il segretario generaledelle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha parlato di “un impor-tante contributo all’accordo sulclima che sarà raggiunto a Pa-rigi il prossimo anno”, se solo siconsidera che Cina e StatiUniti sono responsabili dellaproduzione di circa il 45% delleemissioni di CO2 al mondo. L’amministrazione guidata daObama si è impegnata a ri-durre le emissioni di anidridecarbonica del 25-28% entro il2025, sulla base dei dati fissatinel 2005. Mentre la Cina si è impegnata

a fermarne l’aumento entro il2030. Dall’altro lato, Pechino si è vin-colata anche ad un aumentodella percentuale di energianon prodotta da combustibilifossili al 20% del totale del pro-prio mix energetico entro il2030, più che raddoppiando ivalori dello scorso anno (nel2013 era attorno al 10%). La Cina dovrà anche svilup-pare mille gigawatt di energiapulita da fonti rinnovabili e dal

nucleare, entrambi settori inforte espansione nel Paese. Invista dell’appuntamento delprossimo anno di Parigi 2015 edella conferenza di Lima sulclima di dicembre, l’UnioneEuropea aveva già predispostoun taglio delle emissioni inqui-nanti entro il 2030 del 40% ri-spetto ai valori del 1990.Insomma, tutto fa pensare aun’azione globale sul cambia-mento climatico e a un accordoglobale ONU sul clima nel

2015. “Tutti i Governi devonoora accelerare il ritmo e la por-tata dei loro impegni per i ne-goziati sul clima delle NazioniUnite. E dovrebbero iniziarenel corso della riunione del G20di questo fine settimana, an-nunciando di voler porre fine aisussidi ai combustibili fossili(impegno già preso a Pitt-sburgh nel 2009): 88 miliardi didollari che ogni anno vanno adalimentare la maggiore fontedi anidride carbonica e, quindi,

il cambiamento climatico”, diceMariagrazia Midulla, respon-sabile Clima ed Energia delWWF Italia. “Il fatto che Cinae USA abbiano messo sulpiatto un primo impegno è unottimo inizio”, aggiunge,“vuoldire che non si arriverà all’ul-timo momento con le cartetutte coperte, come avvenne aCopenaghen, provocando poi ilsostanziale fallimento del ten-tativo di concludere un accordoglobale significativo. In termini di numeri, lo pren-diamo come un primo impegno,la scienza del clima e l’equitàrichiedono più azione”. Anche Legambiente esprime lasua soddisfazione in meritoall’accordo tra Washington ePechino, ma auspica impegnipiù ambiziosi: “Bisogna andareavanti affinché tra un anno aParigi si raggiunga finalmenteun accordo globale, rinnovandoil protocollo di Kyoto, dice ilpresidente di Legambiente Vit-torio Cogliati Dezza.Ed anche Greenpeace sottoli-nea che l’accordo tra Usa eCina è importante ma non suf-ficiente a risolvere ogni proble-matica. Leggendo le conclusionidel Vertice di Brisbane sievince che l’obiettivo finale delG20 è di giungere ad una cre-scita del 2,1% entro il 2018.

G20 Australia: Usa e Cina trovano un accordoPrevista entro il 2030 una sensibile diminuzione delle emissioni di CO2

Stati generali della Green EconomyL’economia sostenibile che cerca di sfuggire alla morsa della crisi

Anna Paparo

A quanto pare la maggiorparte delle nazioni europeenon avrebbe abbastanza acquanei laghi e nei fiumi per diluirel'inquinamento chimico a li-velli sostenibili per l'ecosi-stema. È questa la conclusionealquanto allarmante a cui sonoarrivati 2 studi, pubblicati su“Environmental Science & Te-chnology” e ripresi da “Chemi-cal and Engineering News”,che hanno sviluppato un me-todo per calcolare questo indi-catore sugli ecosistemiacquatici. Da anni, infatti, èpossibile calcolare l'impronta“ecologica” lasciata dall'uomosull’ambiente e valutare il con-sumo delle risorse rispetto allacapacità della Terra di rigene-rarle. Quello che finora man-cava era, invece, un calcolosimile sull'impatto dell'inqui-namento chimico, che stabili-sca fino a che punto la terra èin grado di sopportare le so-stanze immesse dall'uomo. Maoggi la possibilità di calcolarel'“impronta chimica” è decisa-mente molto più vicina diquanto sembri. Sulla basedella direttiva quadro del-l'Unione europea in materia di

acque, che definisce la conta-minazione accettabile nella mi-sura in cui non più del 5% dellespecie subisce effetti cronici li-mitati, gli scienziati hanno cal-colato quanta acqua dolceserva per diluire le sostanzechimiche fino al livello conside-rato sicuro da Bruxelles. La ri-cerca coordinata e portataavanti dal Michiel Zijp, del-l'Istituto nazionale olandeseper la salute e l'ambiente, lan-cia l'allarme sui pesticidi inEuropa nordoccidentale. Bastipensare che solo nel 2008, neifiumi Reno, Mosa e Scheldal'impronta dei pesticidi erasette volte maggiore dell'acquache scorreva nei fiumi. E ancora, Anders Bjrn, della“Technical University of Den-mark”, ha, invece, analizzato leemissioni dei paesi europei nel2004, giungendo alla conclu-sione che, considerati i livelli diacqua regionale, la maggiorparte degli stati ha superato lacapacità delle acque dolci di di-luire i mix esplosivi di elementichimici a livelli accettabili.Quindi, in Europa è stato rile-vato un calo della biodiversitàtra le specie che popolano icorsi d’acqua di oltre il 14%.Questo dato lancia un serio al-

larme di pericolo riguardol’equilibrio e la vita dell’interoecosistema. Ci troviamo difronte a un vero e proprio al-larme rosso. Per questo, biso-gna correre ai ripari. Bisognacercare un modo pratico e ve-loce per tamponare e porre ri-

medio a questa situazione di-sastrosa e pericolosa per la sa-lute nostra e della natura checi circonda. È la terra che ce lochiede, la flora, la fauna e legenerazioni che verranno.Tutti insieme stanno lanciandoun chiaro ed evidente S.O.S.

vivo, forte, assordante, chenon può essere e non deve es-sere ignorato. È un dovere mo-rale che abbiamo tutti neiconfronti di noi stessi e delmondo intero. Quindi, chi hatempo non aspetti tempo.Prima che sia troppo tardi.

L’uomo e la sua impronta chimica

Solaroad: la nuova pista ciclabile solare nasce in Olanda“Sotto questo sole, bello peda-lare!” Così recitava il testo diuna vecchia e famosissimacanzone. E ora in Olanda saràancora più piacevole ed ecoso-stenibile. Infatti, nella perife-ria di Amsterdam nasce laprima pista ciclabile solare almondo, SolaRoad, capace diprodurre energia. La primastrada pubblica al mondo conpannelli solari incorporati hadebuttato lo scorso 12 novem-bre nella terra dei tulipani. Sitratta di una pista che collegaKrommenie e Wormerveer,due sobborghi di Amsterdam.Percorsa ogni giorno da 2milaciclisti, tra studenti e pendo-lari, per un tratto di 70metrisarà costituita da uno stratotraslucido di vetro temperato,sotto cui si trovano file di cellesolari in silicio cristallino rac-chiuse in moduli di calce-struzzo. Ecco un chiaroesempio di come ci sia la voglia

di percorrere la strada dell’eco-sostenibilità. Una concezioneunica, che trasforma il mantostradale in una fonte di ener-gia, naturalmente pulita e rin-novabile. Il progetto, seguitodall’Organizzazione olandese

per la ricerca scientifica appli-cata (Tno), è costato oltre 3mi-lioni di euro, finanziatisostanzialmente dalle autoritàlocali. Per i prossimi 3anni sitratterà di una fase di test. Sistima che con l’energia solare

prodotta alla fine potrà gene-rare elettricità per 2 o 3 caseg-giati. Nonostante vari accor-gimenti, come una leggerapendenza dei pannelli, che per-metta all’acqua piovana di la-vare via lo sporco e lasciarli il

più esposti possibili al sole, ipannelli chiaramente non sonoorientabili. Producono, dun-que, circa il 30% di energia inmeno rispetto a quelli posizio-nati sui tetti delle case. Unmodo comunque innovativo eintelligente di introdurre ipannelli nei contesti urbanipubblici, per generare energiapulita da usare in vari modi -per esempio per alimentare isemafori e le auto elettriche.L’obiettivo fondamentale èquello di estendere il più capil-larmente possibile questa con-cezione negli anni a venire: ilTno stima che il 20% dellestrade olandesi, pari a circa28mila km, potrebbe essereadattato a questa pavimenta-zione. E se l’Olanda ha il me-rito di questo primato, variPaesi stanno già pensando ditrasformare le proprie stradein giganteschi pannelli solari.

A.P.

Allarme rosso per i laghi e i fiumi d’Europa

P. Iorio*, D. Lubrano*G.Ragone**

Il controllo del territorio dalpunto di vista ambientalepuò essere effettuato in ma-niera efficace ed immediatautilizzando le cosiddette“nuove tecnologie”. L’impiego di dati georeferiti(dati catastali, progettuali,impiantistici, ambientali,etc.), ad esempio, semplifica illavoro che i tecnici dell’Agen-zia Regionale ProtezioneAmbientale Campania effet-tuano sul campo, affinandogli strumenti di verifica e diconseguenza riducendo itempi di risposta dell’Ente.Grazie all’impiego di softwarespecialistici, come ArcGIS indotazione all’Agenzia, è pos-sibile effettuare operazioni didata entry, analisi e restitu-zione dei dati raccolti sulcampo o derivanti da temati-smi forniti dagli Enti prepo-sti. La restituzione del datonon avviene esclusivamenteattraverso il plottaggio o lastampa di layout cartograficima, grazie a l’impiego di spe-cifici script, è possibile tra-sformare i dati da formatoshapefile, in file con esten-sione kml (Keyhole MarkupLanguage), ovvero file con

linguaggio proprietario diGoogle, usato per la rappre-sentazione di dati geograficivettoriali georefenziati inWGS84, in programmi free

come Google Earth, uno stru-mento di facile utilizzo e dalleenormi potenzialità. In pratica, tale trasforma-zione, consente ai tecnici

dell’Arpac, dotati di idoneistrumenti connessi alla reteinternet (tablet o smar-tphone), di raggiungere edidentificare in maniera ra-pida una determinata areadel territorio regionale ed ac-cedere facilmente ad unaserie di informazioni tecnicheche sono caricate nel geodata-base di origine (anagraficaaziendale, estensione del-l’area, foglio e particella cata-stale, eventuali vincoliricadenti, caratteristiche ter-reni ed altro a seconda dellatipologia di attività effet-tuata, etc.) e verificare la cor-rispondenza dei dati visionaticon quelli già in possesso del-l’Agenzia.Tale metodica è stata utiliz-zata con profitto, nell’ambitodel progetto della RegioneCampania denominatoAGRISAFO, consistente nel-l’individuazione e georeferen-ziazione dei frantoi e deiterreni agricoli utilizzati perlo spandimento dei refluioleari. In sintesi, con le attività diquesto progetto, si è provve-duto a verificare l’idoneità di4.429 suoli comunicati daiproprietari dei frantoi, ri-spetto ai vincoli ambientali

regionali esistenti.Attualmente, tale proceduraè utilizzata anche nell’ambitodelle attività inerenti la co-siddetta “Terra dei Fuochi”(ad esempio individuazionedei terreni da indagare, comeda Decreto Interministerialedell’11/03/2014, ed ubicazionedei punti di campionamentocompleti di indicazioni ine-renti le coordinate geografi-che proiettate nel SistemaUTM) e sarà inoltre a breveimpiegata anche nell’ambitodel progetto MONITEF perl’individuazione, sul territo-rio regionale campano, siadelle aree oggetto di alleva-menti animali che di quelle dispandimento dei reflui zoo-tecnici. Successivamente, a tali areesaranno sovrapposti i reticoliidrografici esistenti e si pro-cederà alla campionatura diacque superficiali in zone ri-tenute particolarmente “im-pattate” da tali attività. A titolo esemplificativo, sonoriportate alcune immagini ri-guardanti i file generati conla metodica descritta.*UO RIUS/MOCO/Dire-zione Tecnica ARPAC**UOC SCB/ Direzione Tec-nica ARPAC

Foto 2. Impianti di trattamento rifiuti autorizzati in re-gione Campania (in totale 822 impianti). Cliccando suogni segnaposto è possibile riportare a video tutte le in-formazioni caricate nel file, fornite dalla Sezione Regio-nale del Catasto Rifiuti dell’Agenzia, relative all’aziendamonitorata.

Il controllo del territorio attraverso i Sistemi Informativi Territoriali integrati con Google Earth

Foto 3. Il perimetro rosso rappresenta la particella catastale rientrante nel Decreto In-terministeriale Terra dei Fuochi oggetto d’indagine, mentre il punto blu rappresenta laposizione dell’operatore ARPAC rispetto alla particella da campionare.

Foto 1. Sono riportati due quadranti dove le zone inrosso rappresentano le aree soggette a vincoli; è chiara-mente identificabile il limitato perimetro giallo che circo-scrive l’area oggetto di spandimento dove nel primoquadrante, è pienamente ricadente in zona vincolata men-tre nel secondo quadrante ricade in area libera da vincoli.

Gennaro Loffredo

Con l’ultimo giorno del mese di novem-bre si conclude ufficialmente l’autunnometeorologico, una stagione che que-st’anno si è presentata ricca di eccessi,prevalentemente orientati verso ilcaldo, e funestata dalle tremende allu-vioni che hanno colpito alcune regionidel nord Italia. Con dicembre ci si avviaa grandi passi verso il clou della sta-gione fredda. Non a caso l’ultimo mesedel calendario è considerato dal puntodi vista meteorologico il primo dell’in-verno. Le giornate si accorciano fino algiorno 21, poi cominciano, anche semolto lentamente, ad allungarsi. Nono-stante ciò dicembre non è consideratoil mese più freddo dell’intero trimestree specie nella prima parte del mese iltempo tende ad avere ancora caratteri-stiche della stagione autunnale. Se in-fatti la temperatura seguisse conlinearità il grado di luminosità, il mas-simo di intensità del freddo si colloche-rebbe all’incirca alla fine di questomese. Questo non accade grazie al con-cetto di inerzia termica del corpo, ov-vero la capacità di un corpo dimantenere il calore accumulato per di-verso tempo: non a caso il picco delfreddo si manifesta sempre un mese

dopo, ovvero tra la fine di gennaio e gliinizi di febbraio.Le temperature sono in graduale dimi-nuzione durante tutto il mese e, digiorno vanno da valori compresi tra 3 e10 gradi al nord e tra 8 e 15 al sud. Ca-pita spesso comunque durante le gior-nate più assolate che sulle regionimeridionali si possano tranquillamentetoccare ancora i 20°C e in casi rari per-sino superarli. Ad esempio nel caso deldicembre del 2000, a Napoli si registròuna temperatura record di 24,4°C. Dinotte, al nord le temperature scendonoquasi sempre sotto lo zero anche in pia-nura, mentre sulle regioni del Sud puòavvenire solo in casi di forti avvezionidi aria fredda continentale. Le nebbiesono molto frequenti, specie nelle pia-nure del nord, dove rappresentano unserio pericolo per la circolazione stra-dale. In montagna si hanno quasi sem-pre delle abbondanti nevicate,soprattutto sulle Alpi, dove gli amantidello sci trovano sicuramente neve suf-ficiente per il loro sport preferito. Tra idue versanti della Penisola, quelloadriatico è maggiormente esposto ai

venti freddi di bora e tramontana e allenevicate, mentre in quello tirrenico siverificano piogge più frequenti e abbon-danti.Per camminare all’aperto si usano giac-coni imbottiti o cappotti, soprattutto alnord, mentre al sud, come detto po-c’anzi, in certe giornate assolate può es-sere sufficiente un pullover di lana. Ilmese, ovviamente, è caratterizzato dalperiodo di Natale, per cui le strade e inegozi sono affollati, e l’allegria e il ca-lore umano compensano bene il freddodella stagione. Le precipitazioni avvengono con fre-quenza leggermente superiore a quelladi novembre, tuttavia sono meno ab-bondanti e di conseguenza il pericolo dicatastrofiche alluvioni diminuisce. Ilmare, che è la principale fonte di ap-porto di umidità nell’aria, diventa sem-pre più freddo per cui l’evaporazione èminore e quindi le piogge risultano piùmoderate. I venti risultano spesso mo-derati o forti di provenienza occidentalee i mari sono generalmente mossi e, du-rante le perturbazioni, possono essereanche molto agitati. L’inverno, dopo un autunno a dir pococaldo, potrebbe bussare alla nostraporta nel corso delle prossime setti-mane rammentandoci che ogni sta-gione ha una storia a sé. La natura nonsegue mai delle regole fisse e spesso cisorprende anche con eventi piacevoli,rari e proprio per questo emozionanti,e non sono in pochi a sperare di vedereun bianco Natale.

Le banche dati di cui dispone

Anna Gaudioso

Fino al 30 Novembre si celebral’edizione 2014 della settimana deirifiuti. La “Settimana” dedicata ai rifiuti èun’iniziativa nata all’interno del Pro-gramma LIFE+ della CommissioneEuropea, per sensibilizzare le istitu-zioni, e tutti i consumatori perquanto riguarda le strategie e le po-litiche di prevenzione dei rifiutimesse in atto dall’Unione europea:politiche, ovviamente, che gli Statimembri devono perseguire.Dunque, coinvolgere al massimo lepubbliche amministrazioni - questoè uno degli obiettivi - oltre alle as-sociazioni e organizzazioni no pro-fit, alle scuole e alle università, alleimprese, alle associazioni di cate-goria e ai cittadini che potrannoproporre azioni volte alla riduzionedei rifiuti, a livello nazionale e lo-cale.«L’obiettivo strategico di questacampagna di sensibilizzazione - haaffermato il ministro dell’AmbienteGian Luca Galletti - non consistenel trovare nuovi modi per smaltire

rifiuti ma di’evitare di produrli, inne-scando processi produttivi comel’eco-design in cui già dalla proget-tazione si pensi al loro riciclaggio eal riutilizzo dei materiali». Una delle forme eticamente piùodiose della produzione dei rifiuti èlo spreco alimentare perché inne-sca un consumo di risorse inutile,dannoso e riprovevole a frontedella carenza di cibo di cui soffronoampie aree del mondo. Il Ministero dell’Ambiente è in primalinea nella battaglia contro lospreco alimentare.«È un modo per tutelare le nostrerisorse naturali - ha detto il ministro- ma anche per costruire una so-cietà che privilegia i valori della giu-stizia sociale e della civiltà». Come segno di soddisfazione l'Ita-lia è stata protagonista nel maggioscorso a Roma, per aver organiz-zato la cerimonia di premiazionedelle migliori azioni.Sul sito www.ewwr.eu è stato predi-sposto un contatore che indicaquante azioni di sensibilizzazionesono state realizzate, nell’ambitodella Settimana, nei ventotto statimembri dell’Unione.

Come si caratterizza il mese di dicembre?

Termina un autunno particolarmente miteEducazione ambientale

Tante le iniziativenegli stati membri

dell’Unione europea

Settimana per la riduzione

dei rifiuti

Raccontiamo il meteo

A Mercato San SeverinoQuali sono, per lepubbliche ammini-strazioni, i principaliadempimenti in mate-ria di p revenzionedella corruzione e ditrasparenza? Arpac,che da un anno circaha avviato un per-corso in queste mate-rie, ha offerto lapropria esperienza alcomune di MercatoSan Severino, in pro-vincia di Salerno. Nelpalazzo vanvitellianoche ospita gli ufficimunicipali, si sono te-nute due giornate diformazione, con lapartecipazione delResponsabile Arpacper la prevenzionedella corruzione e perla trasparenza, il dott.Pietro Funaro (nellafoto, insieme all’ avv.

Maria Gabriella Tagliamonte, dello staff del Responsabile anticorruzione).L’iniziativa, che si è svolta il 19 e il 27 novembre, ha avuto, tra gli obiettivi,quello di aggiornare il piano anticorruzione dell’amministrazione comunale.

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 30 novembre 2014 - Anno X, N.22Edizione chiusa dalla redazione il 28 novembre 2014

DIRETTORE EDITORIALEPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, P. D’Auria, F. Cuoco,G. De Crescenzo, A. Esposito, E. Ferrara, R.Funaro, L. Iacuzio, P.Iorio, G. Loffredo, D.Lu-brano, R. Maisto, D. Matania, B. Mercadante,A. Morlando, A. Palumbo, S.Patrizio, A. Pa-paro, G. Ragone, F. Schiattarella, L.TerziSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 7-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Alessia Esposito

I patrimoni dell’umanitàUNESCO sono in pericolo. Lorivela il nuovo rapporto IUCNWorld Heritage Outlook, pub-blicato in occasione del Con-gresso Mondiale dei Parchisvoltosi a Sydney.Si tratta del primo resocontomondiale sui 228 siti naturaliriconosciuti come patrimoniomondiale dell’umanità. Il risultato è preoccupante:ben il 37% del totale dei siti èstato definito a rischio e nonfanno eccezione quelli all’in-terno del nostro Paese. Lostato di salute del 29% di que-sti è stati definito "con preoc-cupazioni significative", l'8%del restante sono invece i sitiin "pericolo critico" e con "ne-cessità di urgenti azioni".Quali le minacce che incom-bono sui siti? Cambiamentoclimatico, bracconaggio, la de-forestazione e attività inva-sive che ripercuotono la loroazione negativa in particolaresulla biodiversità. In Europale cause principali sono turi-smo e inquinamento delleacque: nessun sito UNESCOeuropeo, comunque, appar-tiene per il momento a questaseconda categoria. La situa-

zione più critica si registra in-vece in Africa, soprattuttonella Repubblica del Congodove guerra, bracconieri e traf-ficanti illegali deturpano learee naturali. Proprio inAfrica il Parco Nazionale delVirunga ha il triste primato dimaglia nera della conserva-zione: è in questo sito maltrat-tato che vive circa la metà dei

gorilla di montagna rimasti. A destare grande preoccupa-zione è anche il Parco Nazio-nale del Serengeti inTanzania. Ma le problemati-che sono anche negli altri con-tinenti: Asia, Nord America,Oceania. A rischio c’è laGrande Barriera Corallina inAustralia, il parco nazionaledelle Everglades in Florida,

Machu Picchu in Perù ed ilParco Nazionale di Sundar-bans in India. Poi ci sono gliasiatici Tropical RainforestHeritage di Sumatra (Indone-sia) e il Complesso forestale diDong Phayayen-Khao Yai(Thailandia). Poco meno didue terzi (il 63%) presenta in-vece un buono stato di conser-vazione. Ma non è tutto oro

quello che luccica: solo il 21%di questi siti è stato ritenuto"buona prospettiva di conser-vazione” (come l’Etna in Sici-lia, l’Uluru-Kata TjutaNational Park in Australia, ilmonte Huangshan in Cina, ilJungfrau-Aletsch in Svizzera,l’Hawaii Volcanoes NationalPark), mentre il restante 42%come siti in "buono stato conalcune preoccupazioni" (adesempio Dolomiti e IsoleEolie). Il tipo di gestione si è ri-velata fondamentale per i ri-sultati del rapporto: il 54% deisiti sono ben gestiti, mentre c’èuna grave preoccupazione perla qualità della gestione nel13% dei siti. Questa infattipuò fare la differenza: ad Alda-bra nelle Seychelles i pericolisono tanti, ma riesce a classi-ficarsi nella categoria “buonacon alcune preoccupazioni”grazie all'attenta gestione.Cyril Kormos, vicepresidenteIucn, ha commentato: «Patri-monio dell’Umanità è sino-nimo di eccellenza nellagestione e il nuovo World He-ritage Outlook è un invito adagire in modo tale che tutti isiti elencati dimostrino inmodo inequivocabile la mi-gliore conservazione. Con que-sta nuova piattaforma non sitratta solo di controllare comevanno le cose. Promuoveanche nuovi modi per pren-dersi cura del nostro Patrimo-nio Mondiale naturale, inmodo che i siti che affrontanoproblemi critici possono rag-giungere una prospettiva posi-tiva».

In Africa la situazione più critica, ma non va meglio per gli altri continenti

Patrimonio UNESCO: non sempre in “buona salute”

Le grandi mareggiate abbattutesi sullitorale flegreo hanno trasportato unagrandissima quantità di rifiuti e de-triti provenienti dal golfo, da Licola,Cuma a Monte di Procida fino a Baia.Le tempeste hanno trasportato lungola costa e sulla battigia moltissimi re-tini, plastica, polistirolo, cottonfioc,frammenti di vetroresina e di legno,così tanto da ricoprire la sabbia. Nonsono state risparmiate neanche lesponde del lago Miseno collegato almare attraverso le foci di Miliscola eMiseno, apparse nei giorni scorsi a chipercorreva la pista ciclabile in alcunezone inondate da bicchieri di plastica,cartacce, pezzi di legno e sacchetti.Sono quindi state moltissime le se-gnalazioni dei cittadini al Comuneche ha provveduto a rimuoverequanto era stato depositato dalle cor-renti marine attraverso i canali. Questa emergenza periodica, inte-ressa la litoranea flegrea soprattuttonei mesi invernali, quando le tempe-

ste lasciano sulle spiagge quello che ilmare, ormai considerato come unaspecie di pattumiera gigante racco-glie. I detriti inondano così tanto costee fondali che a volte si organizzanogiornate ecologiche con volontari percercare di dare una mano a ripulire gliarenili; il loro obbiettivo è rimuoverepneumatici, batterie dismesse, pla-stica, elettrodomestici e carcasse diimbarcazioni. Sono colpite da questa

emergenza per la particolare posi-zione geografica la località di Poz-zuoli, specialmente il lato del parcoarcheologico sommerso, Capo Misenoe la spiaggia romana tra Fusaro eCuma. Per contrastare questo feno-meno servono azioni di controllo e mo-nitoraggio da parte degli Enti eistituzioni di competenza, affinchèsiano adottate strategie che indivi-duino le cause di questo sversamentodi detriti e rifiuti che le correnti ma-rine ogni volta, restituiscono. Questaurgenza sembra presentarsi in parti-colari periodi dell'anno ovvero, in au-tunno ed inverno, mentre un altrodato importante, è la presenza di po-listirolo che si deposita in grandiquantità sugli arenili. Questo mate-riale non è biodegradabile ed ha untempo stimato per il suo deteriora-mento di mille anni, quindi sbriciolan-dosi, rende vano ogni tentativo eoperazione di pulizia e bonifica.

R.M.

Grandi mareggiate. Da Licola a Baia la costa piena di rifiuti

Fabiana Liguori

Da pochi mesi è cominciata lascuola. Tantissimi bambini eragazzi sono tornati tra i ban-chi. È negli edifici scolasticiche trascorrono gran parte delloro tempo. Giocano, impa-rano, sorridono e condividonotra quelle mura. Se fossi madre, mi piacerebbesapere dove lascio mio figlio:sapere con certezza se lastruttura scolastica che lo ac-coglie è un ambiente sicuroper quanto possibile, almenosulla carta. Credo che sia undiritto di ogni famiglia essereinformata sullo stato realedelle cose, soprattutto se lecose non sono affatto buonecose. Secondo il rapporto“Ecosistema Scuola” 2014pubblicato da Legambiente,sullo stato di “salute” di 6.648scuole italiane (dell’infanzia,primaria e secondaria diprimo grado di 94 capoluoghidi provincia) la situazione èpoco incoraggiante. I dati,re-lativi ovviamente al 2013,mostrano che: il 32,5% degliedifici necessita di interventiurgenti di manutenzione. Inpiù: il 58% è stato costruitoprima dell'entrata in vigoredella normativa antisismicadel 1974 e, se contestualiz-ziamo le scuole in base alla ti-pologia di territorio su cuisono state erette, il 9,8%“vive” su aree a rischio idro-geologico, il 41,2% su aree arischio sismico e l’8,4% a ri-schio vulcanico. Già detto

questo, la sicurezza dovrebbeessere, da parte delle Istitu-zioni, il primo grande pro-blema da risolvere. A tal proposito gli edifici co-struiti secondo criteri antisi-smici sono solo il 7,8% mentrequelli in cui è stata eseguitala verifica di vulnerabilità si-smica il 22,2% (contro il27,3% del 2012). Se conside-riamo le strutture dei soli Co-muni a rischio sismico (zona 1e 2) solo il 14,3% ha eseguitola verifica di vulnerabilità an-tisismica (contro il 21,1% del2012). Vecchie e ancora carenti di al-cune certificazioni essenziali

le scuole italiane scendono al53,1% quelle che hanno il cer-tificato di agibilità (61,2% nel2012); al 30,9% quelle dotatedel certificato di prevenzioneincendi (35,9% nel 2012) e al58,1% quelle con il certificatodi agibilità igienico-sanitaria(73,8% nel 2012). Sul fronte della bioediliziasono solo lo 0,6% le scuole co-struite a criterio. L’uso delleenergie rinnovabili, invece,segna quest’anno uno stallo,fermandosi al 13,6%. La maggior parte degli edificipresenta pannelli fotovoltaici(78,1%), impianti solari ter-mici (25,9%), impianti a geo-termia e/o pompe di calore(3,3%), a biomassa (0,5%) e abiogas (unica scuola in Cam-pania). Segnali positivi, che confer-mano il trend del 2012, sonoquelli relativi alla raccolta dif-ferenziata: plastica (76,8%),alluminio (57,8%), organico(67,9%), pile (58%), carta(83,4%), toner (64,4%) e Raee(3%). Unica eccezione il vetroche con il 68,8% risulta in calorispetto all’anno precedente(73,3%). Dei 94 Comuni capoluogocoinvolti nell’indagine di Le-gambiente è Trento la cittàd’eccellenza. Seguita da Por-denone e Forlì. “La messa in sicurezza e la ri-qualificazione energeticadegli edifici scolastici – ha di-chiarato Vittorio CogliatiDezza, presidente nazionaledi Legambiente - devono es-

sere uno degli obiettivi priori-tari di questo Paese e un’occa-sione da cui partire per creareun altro sviluppo, per contri-buire alla rigenerazione ur-bana, ma soprattutto per faruscire l’edilizia scolastica ita-liana dall’attuale stato diemergenza in cui si trova. Ab-biamo bisogno di scuole piùsicure ed energeticamente ef-ficienti. Per questo propo-niamo al Governo Renzi divincolare i prossimi finanzia-

menti, che erogherà alle Am-ministrazioni, a progetti cheuniscano messa in sicurezza eabbattimento dei consumienergetici del 50% rispetto aiconsumi di partenza dellascuola. Tra l’altro la stessa direttivaeuropea 2012/27 Ue sull’effi-cienza energetica chiede unariqualificazione annua del 3%degli edifici pubblici, un’op-portunità che l’Italia non puòperdere”.

Sos Scuola: Legambiente chiama le Istituzioni

Rosa Funaro

Legambiente chiede, i comuni campani rispondono. Tutti, oquasi. Caserta manca all’appello. Il trend rimane lo stesso delloscorso anno. Le città si posizionano nella parte intermedia dellaclassifica stilata nel Rapporto: Napoli (39º), Avellino (41º) e Sa-lerno (50º). Benevento al 27simo posto fa cose migliori. La metàdelle scuole presenti sul territorio è stata costruita dopo il ‘74,l’11,4% con criteri antisismici (ben al di sopra della media na-zionale che si attesta al 7,8%) e al 26,9% è stata eseguita la ve-rifica di vulnerabilità sismica (valore di poco superiore rispettoal 22,2% della media nazionale). Un dato rafforzato da quellosulla manutenzione straordinaria eseguita negli ultimi 5 anni:in ben il 64,4% degli edifici (47,7%, la media nazionale). I co-muni provvedono a dotare le scuole di quasi tutte le certifica-zioni, da quella di idoneità statica (96%) e di agibilità (95,2%)a quella igienico sanitaria (100%), in particolare Benevento,Napoli e Avellino. Le carenze riguardano i servizi e le praticheecocompatibili: per ora sono stati fatti passi avanti sulla mobi-lità limitando la velocità dei veicoli a 30 km/h nelle zone limi-trofe e nel servizio mensa dove si distribuiscono pasti bio. Laraccolta differenziata è il vero fiore all’occhiello (100% plastica,96,8% vetro, 95,8% alluminio, 92,8% organico) ma siamo an-cora indietro sull’utilizzo delle rinnovabili (2,1%), ben al di sottodella media nazionale (13,6%). In crescita il monitoraggio sullecondizioni di rischio: oltre a quello relativo all’amianto effet-tuato in tutte le strutture, dall’ indagine emerge anche l’impe-gno nelle verifiche per r quanto riguarda la presenza diemittenti radio-tv in prossimità degli edifici (50%), mentre an-cora bassi sono i controlli relativi al radon (25%).

In Campania

Presentato il nuovo Rapporto: il 32,5% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgente

Rosario Maisto

Dopo l’entusiasmo per l’acco-metaggio di Philae sul nucleodella cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko, sono cominciatele preoccupazioni per i respon-sabili della missione. Ciò che èstato fatto finora è già ungrande risultato per l’AgenziaSpaziale Europea (ESA), manon tutto è andato come previ-sto. Dopo il primo touchdown,avvenuto esattamente nellazona prevista, il lander “Phi-lae” invece di ancorarsi alsuolo con i suoi due arpioni, hasubito due rimbalzi e si è fer-mato su un pendio, probabil-mente sul bordo di un cratere,che peraltro si trova in ombra,a causa della presenza nelle vi-cinanze di un enorme roccione.Si è risollevato dalla superficieper 1 ora e 50 minuti e durantequesto periodo ha viaggiatoper circa 1 km sorvolando ilnucleo cometario ad una velo-cità di 38 cm/s,ha toccato dinuovo la superficie ma ha su-bito un altro rimbalzo ad unavelocità di 3 cm/s, per poi po-sarsi definitivamente 7 minutipiù tardi. La causa di questotormentato accometaggio èstata la mancata accensionedel sistema che avrebbe do-vuto sparare i due arpioni po-sizionati sul ventre delmodulo, che avrebbero dovutoancorarlo alla superficie come-taria, mentre le cause di que-sto malfunzionamento sonoancora tutte da accertare,anche se è apparso subitochiaro che le cose non eranoandate del tutto bene perché icollegamenti radio, nellaprima ora, sono stati disconti-nui, rivelando i rimbalzi e l’in-stabilità della sonda. Uno deimaggiori problemi è che la po-sizione assunta dalla sondanon è favorevole a una pienaesposizione delle celle fotovol-taiche alla luce del Sole, percui gli strumenti di bordohanno utilizzato l’energia for-nita delle batterie che sonostate progettate per alimen-tare il lander per circa 55 ore.Se Philae si fosse posata nellaposizione prevista, i suoi pan-nelli solari avrebbero potuto ri-cevere una radiazionesufficiente a ricaricare le bat-terie. Alle 1:36 del 15 novem-bre è stato perso il contatto conil lander, infatti, la riserva dielettricità si è esaurita, e, poi-

ché l’esposizione al Sole deipannelli fotovoltaici è soltantodi circa 90 minuti al giorno,per ora la radiazione solarenon è sufficiente a garantirel’autonomia energetica dellasonda. Philae è quindi entrataautomaticamente in iberna-zione. I responsabili della mis-sione sperano però in unrisveglio quando la cometasarà più vicina al Sole avendocondizioni favorevoli tali dapermettere di nuovo il funzio-namento dei suoi strumenti,difatticon un comando da terrasi è fatto un tentativo perorientare meglio la sonda maal momento non si sa se siariuscito. Nonostante tutto peròci sono però anche buone noti-zie, infatti il trapano di costru-

zione italiana ha funzionato,non c’è stato il temuto ribalta-mento della sonda, il materialedi scavo potrà probabilmenteessere sottoposto all’analisi nelfornetto ad alta temperatura(800 °C) e i dati raccolti primadell’entrata in standbypo-tranno essere trasmessiquando le celle fotovoltaicheriusciranno a ricaricare la bat-teria. Inoltre le immagini e idati già trasmessi sono suffi-cienti per dire che la missioneeuropea Rosetta-Philae segnaun enorme passo avanti nellaconoscenza delle comete, equindi delle origini del Si-stema Solare e orgogliosi ditutto, aspettiamo impazientialtre notizie del nostro amicoastronauta.

Rosetta e il suo turbolentoaccometaggio

Fabiana Clemente

I nostri oceani – ricchi di vege-tazione – potrebbero essere larisposta alla piaga che affligge,in maniera sempre più prepon-derante, il nostro pianeta.Stiamo parlando dell’inquina-mento atmosferico e ambien-tale. Fino ad oggi sono statiidentificati circa 3000 agenticontaminanti dell’aria. Indu-strie e mezzi di trasporto sonotra i principali emittenti di que-ste sostanze – dannose peruomo e ambiente. È giuntal’ora di rimpiazzare definitiva-mente l’impiego dei combusti-bili fossili, che non hanno fattoaltro che avvelenare il nostropianeta. Combustibili che, inogni caso, non sono rinnovabili.

Quindi in via di esaurimento.In ottemperanza alle direttiveeuropee – finalizzate ad una ri-duzione del 40% dell’inquina-mento atmosferico entro il 2020e un maggiore utilizzo di bio-carburanti da fonti alternative– qualcosa sembra stia cam-biando. Come invertire larotta? Buone notizie sono statedivulgate dall’Università diModena – che ha presentato ilprogetto Alagamoil. Altro non èche una miscela di metano ebiodiesel ricavata dalle algheche abbatte a zero le emissionidi CO2. Il Convegno realizzatoa Modena lo scorso giugno - incollaborazione con il Diparti-mento di Ingegneria Enzo Fer-rari di UNIMORE. Telegroup,HPE Group, Studio STM – ha

avuto la possibilità di mostrarei dati della sperimentazionedell’innovativo progetto. Ov-vero, l’eliminazione di propaga-zione di anidride carbonica –principale responsabile dell’ef-fetto serra e del conseguente ri-scaldamento globale. Inoltre, èstato dimostrato che i motoriDual-Fuel alimentati per il50% con metano e per il 50%con Biodiesel Algamoil sonouguali in potenza e autonomiadi percorrenza a motori alimen-

tati con il diesel sinora in com-mercio. Non c’è che dire. Unavera e propria rivoluzione am-bientale. L’Università di Mo-dena ha già messo in funzioneil primo impianto sperimentaleper la produzione di biodieselda alghe – denominato Polodell’alga combustibile Alga-moil. Impianto sviluppato dallaTelegroup. Il biodiesel ricavatodalle alghe è un combustibileutilizzabile nei motori delle vet-ture alimentate a gasolio. Bastipensare che negli Stati Unitiquesta realtà sta già prendendopiede. Molti i siti, sinora istal-lati, per l’erogazione del“nuovo” carburante. Che si dif-fonda presto su larga scala coneffetti desiderati? Ai posteril’ardua sentenza.

Algamoil: presentato il nuovo biocarburante

La raccolta differenziata in Italia non è ancora statametabolizzata: le istituzioni non promuovono suffi-cienti misure a sostegno dei cittadini, i quali, però,anche a causa della scarsa informazione a riguardo,non hanno ancora ben compreso come differenziarei propri rifiuti. Per semplificare questa procedura, gli studiosi dellaLink Campus University di Roma hanno realizzatoil progetto “Recycling Tree”, una coppia di “bidoniintelligenti”, che aiutano il consumatore a suddivi-dere i rifiuti nel modo corretto.I prodotti, presentati alla Maker Faire di Roma loscorso ottobre, hanno lo scopo di sensibilizzare la po-polazione sul tema della raccolta differenziata: i duecontenitori, infatti, grazie a dei servocontrollori e deisensori Intel Galileo, riescono a distinguere la pla-stica dall’alluminio.Per identificare la prima, viene utilizzato un si-stema basato sulla rifrazione della luce, attraversoun LED luminoso ed un sensore di luminosità, men-tre per riconoscere l’alluminio, viene sfruttata la ca-pacità di conduzione elettrica dei fondi delle latte. Nel caso venga gettato il rifiuto nel cesto sbagliato,il bidone lo espellerà, notificando un messaggio d’er-rore, mentre, in caso contrario, invece, segnalerà lacorretta procedura.Si tratta, dunque, di una vera rivoluzione nel campodella raccolta differenziata, con la speranza che aquesto progetto ne seguano altri e che, tutti questiprototipi, riescano a sensibilizzare gli italiani a que-sto tema ed alla sostenibilità ambientale.

F.C.

“RECYCLING TREE”, IL BIDONE INTELLIGENTE

Raccolta differenziata

Antonio Palumbo

I giardini organizzati in labi-rinti e la loro riproposizione adiverse scale continuano adappassionare architetti, pae-saggisti e cultori di tutto ilmondo. Oltre all’aspetto lu-dico, che accomuna i labirintivegetali ed architettonici adaltre forme progettuali, è pos-sibile ricercare in essi signifi-cati più profondi e simbolici.L’arte topiaria, con la costantesottomissione della naturaalle regole umane, porta aduna varietà di realizzazioni, ingrado di conservare nel tempola loro singolare carica compo-sitiva, funzionale e proget-tuale.Queste intriganti opere di ar-chitettura del verde, a partiredal Seicento, si sono diffuse intutta Europa, lasciandosi allespalle gran parte delle simbo-logie magiche e religiose peressere solo motivo di diverti-mento o puramente ornamen-tale.In tutto il mondo i labirintistanno tornando di granmoda, ed è un fiorire di re-stauri e di nuove creazioni, cheutilizzano spesso le tecnologiepiù avanzate per raggiungererisultati assolutamente sor-prendenti. In Italia il feno-meno è nell’aria: c’è dascommettere che non tarderàa rendersi evidente.Solo per menzionare qualcheesempio storico, iniziamo dalpiù straordinario labirinto delBelpaese: si trova a Strà, nelgiardino della Villa NazionalePisani, sulla Riviera del

Brenta. Progettato nel ‘700 daGirolamo Frigimelica, l’archi-tetto che curò tutto l’impiantoscenografico della struttura, èun labirinto ‘a opzioni’, cheprevede un certo numero divarianti e di vicoli ciechi.A una cinquantina di chilome-tri, a Valsanzibio-GalzignanoTerme, si può visitare poi unaltro interessante labirinto dibosso, quello del giardino dellaVilla Barbarigo, con un per-corso lungo più di 1,5 km. Fu

realizzato nella seconda metàdel Seicento per volere del car-dinale Gregorio Barbarigo, chelo intese quale simbolo dell’in-certezza del cammino dellavita umana.È quasi impossibile contare ilabirinti nel Regno Unito.Quello nel giardino del Pa-lazzo di Hampton Court, sulTamigi, a circa 25 km a sudovest di Londra, è considerato“il labirinto” per eccellenza:creato alla fine del Seicento, di

forma trapezoidale, è svilup-pato su un’area di circa 1.500mq con un percorso di 800metri lineari.Il labirinto di Schönbrunn aVienna, che ha visto passeg-giare tra i suoi viali la famigliaimperiale asburgica, oggi èaperto a tutti i visitatori.Come questi, sono numerosis-simi gli esempi storici, più omeno celebri, di labirinti vege-tali in molti altri Paesi euro-pei, come Francia, Germania,

Belgio e Olanda.Attualmente, inoltre, sistanno velocemente affer-mando i cosiddetti “labirintieffimeri”, quelli che durano lospazio di una stagione e chevengono realizzati ex novoogni anno, quasi sempre conun tracciato differente daquello precedente: sono già dif-fusissimi negli USA, in Ca-nada e in diversi Paesi delCentro e Nord Europa.Ad oggi, il più noto progettistadi labirinti vegetali - che li rea-lizza in ogni angolo del mondoove sia richiesta la sua straor-dinaria capacità creativa - èl’inglese Adrian Fischer. I suoilabirinti nascono per inte-grarsi con naturalezza in par-chi storici, come quello diBlenheim Palace, o per tra-sformare un semplice campodi granturco in un avveniri-stico parco divertimenti. Stra-ordinario è indubbiamente ilLabyrintharium, inauguratopoche settimane fa a CastelLoucen, nella RepubblicaCeca: un complesso di 10 labi-rinti, uno diverso dall’altro: daquello realizzato con 343 luciazionate elettronicamente allabirinto di siepi con 12 usciteche si aprono e si chiudono insequenza.

I LABIRINTI VEGETALIIntriganti opere di architettura del verde

Salvatore Patrizio*

Molto spesso quando ci capitadi parlare di un determinatocolore tendiamo ad associarload un alimento: il rosa al sal-mone, il rosso al pomodoro, ilgiallo al limone, il bianco allamozzarella e così via dicendo.Però, qualche anno fa (precisa-mente nel 2009) l’abbinamento“bianco” a “mozzarella” è statomesso a dura prova dal fattoche il gustoso prodotto alimen-tare presentava, fortunata-mente non sempre, unasgradevole colorazione blu.Si è così scoperto, grazie aglistudi condotti dal prof. CarloCantoni, che la mozzarella (perl’esattezza il Fior di latte) sipresentava colorata a causadella presenza di ceppi di bat-teri non patogeni appartenential genere Pseudomonas. Lapresenza di batteri in alcunicibi può facilmente verificarsiin quanto gli alimenti sonofatti di composti chimici ed imicrorganismi (batteri, lieviti,muffe ed anche virus) trovanoal loro interno un habitatideale. Qualche volta sonomolto utili perché trasformanouna materia prima (es. latte,carne, uva) in un alimento fer-mentato (yogurt, salame,vino); altre volte no perché pos-sono produrre tossine (perico-lose per l’uomo) o trasformarel’alimento in un prodotto pocogradevole alla consumazione(come nel caso della mozza-rella blu). Ciò premesso, nel2012 un team di ricercatori

dell’Istituto di Scienze delleProduzioni Alimentari delConsiglio Nazionale delle Ri-cerche (ISPA-CNR) di Bari haaccertato che popolazioni diquesto batterio, inizialmentepresenti in minime quantitànell’acqua di governo dellamozzarella, tendevano ad au-mentare notevolmente du-rante la conservazione a bassetemperature. Esse provocanol’esfoliazione dello strato su-perficiale del prodotto casearioe il suo conseguente scadi-mento commerciale. Poichél’uso degli antibiotici è vietatonel settore alimentare si è cer-cato di contrastare il prolife-rare di questi microrganismicon l’aggiunta, nel liquido diconservazione della mozza-rella, di una piccola quantità diuna miscela di peptidi dellalattoferrina (proteina del latte

commercialmente utilizzatanella formulazione di integra-tori e nei prodotti per l’infan-zia). In questo modo si èottenuta una riduzione signifi-cativa e il rallentamento dellacrescita dei batteri, senza ap-portare alcuna modifica allecaratteristiche sensoriali e diconsistenza del prodotto.Lo stesso approccio è stato te-stato dal medesimo gruppo diricerca (coordinato dal dr. Leo-nardo Caputo) contro ceppi diPseudomonas fluorescens, re-sponsabili della colorazione bludelle mozzarelle Fiordilatte.Questi ceppi sono stati isolatied identificati dalle dr.sse DeCastelli e Bianchi dell’IstitutoZooprofilattico Sperimentaledel Piemonte, Liguria e Valled’Aosta. I risultati hanno di-mostrato che la miscela di pep-tidi della lattoferrina svolge

una potente azione battericidacontro questi batteri pigmen-tanti. Inoltre, le mozzarelle,appositamente contaminate dauno di questi ceppi e conser-vate a 4°C in liquido di go-verno corretto con peptidi dellalattoferrina, non hanno svilup-pato la colorazione blu che èstata invece osservata dopo 5giorni su mozzarelle prive dipeptidi antimicrobici. Utilizzando metodologie avan-zate di spettrometria di massaè stato anche possibile accer-tare, per la prima volta, che ilpigmento responsabile dellacolorazione blu, estratto diret-tamente dalle mozzarelle con-taminate, è l’indigoidina(rilevabile anche su mozzarelleapparentemente bianche dopo3 giorni di frigoconservazione).Non è stata trovata, invece,nessuna traccia di indigoidina

nelle mozzarelle trattate con ipeptidi della lattoferrina. At-tualmente, presso i laboratoridell’ISPA-CNR si stanno svol-gendo ulteriori ricerche percomprendere i meccanismi chesono alla base dell’azione anti-microbica dei peptidi della lat-toferrina ed individuare ifattori che promuovono l’au-mento delle popolazioni altera-tive di P. fluorescens nelmicrobiota della mozzarella. Irisultati fin qui ottenuti pon-gono le premesse per l’utilizzodi sostanze antimicrobiche na-turali nei prodotti caseari, perpreservarne la loro integrità,ed offrono un importante con-tributo nel miglioramentodella tecnica di produzione econservazione della mozzarellaitaliana la cui prelibatezza è ri-conosciuta in tutto il mondo.*CNR/IBAF UOS Napoli

Mozzarella blu? Mai più!I ricercatori del CNR bloccano il fenomeno dell’anomala colorazione

A breve i primi vaccini contro il cancroFabio Cuoco

I vaccini terapeutici contro il cancro“arriveranno nei prossimi tre anni,dato che gli studi in questo settoresono già i fase avanzata”. Queste sono state le parole di LucaPani, il direttore generale dell’Aifa,Associazione Italiana del Farmaco,che ha rassicurato la stampa ed imedia, in occasione del convegno sullevaccinazioni europee, promosso dalministero della salute, nell’ambito delsemestre italiano di presidenza euro-pea. La notizia, ovviamente, ha tran-quillizzato non soltanto il vecchiocontinente, ma tutto il resto delmondo dato che, secondo stime re-centi, nel 2012 sono stati diagnosticaticirca 13 milioni di tumori maligni nelmondo, mentre ben 7,6 milioni di per-sone sono morte a causa del cancro.Tale dato conferisce a questa patolo-

gia un triste primato: con il 13% divittime a livello mondiale, è una dellecause più comuni di decesso.“Oltre alle vaccinazioni classiche con-tro le malattie infettive, rispetto allequali non va assolutamente abbassatoil livello di attenzione - ha affermatoPani - ci sono oggi delle grandi evolu-zioni: ai vaccini per l'immunoterapiadel cancro, seguiranno anche quellicontro l'Alzheimer e contro le sostanzedi abuso come la cocaina, che dovreb-bero invece essere pronti in 5-10anni”.“La tecnologia sta progredendo esiamo giunti alla conoscenza del ge-noma informatizzata, che ci sta per-mettendo di scoprire i meccanismivaccinali, i quali rappresentanoun'arma fondamentale contro i virus,ma permette anche di conoscere gli at-tacchi che il sistema immunitario ri-volge a se stesso, che sono alla base di

molte malattie”.Tale situazione rappresenterebbe,dunque, col concepimento di profilassiper tutte le età della vita, la tanto ago-gnata risposta alle malattie più terri-bili che, fino ad ora, somigliavano adun’enorme e scoraggiate montagna in-sormontabile e che, nel giro di qualcheanno, potrebbero trasformarsi in sem-plici malattie debellabili, quali quellevirali. Sebbene, però, questa scopertapossa risultare utile ed interessanteun po’ per tutti, purtroppo non si tienesufficientemente conto dei costi a cuisi andrebbe incontro per acquistarla:"si tratta di vaccini terapeutici e pre-ventivi - ha dichiarato Sergio Peco-relli, presidente dell’Aifa - in molticasi saranno vaccini 'su misura', ta-gliati cioè a seconda dei singoli pa-zienti e si porrà, ovviamente, ancheun problema di costi che andrà affron-tato". Il problema economico sorge-

rebbe specialmente nel caso in cui siutilizzi il vaccino come misura pre-ventiva: in tal caso, infatti, non es-sendo portatori della patologia stessa,i soggetti richiedenti non potrebberoottenere esenzioni sul farmaco, solita-mente promosse dal sistema sanitarioin caso di malattia già contratta e dadebellare. In merito alla questione èintervenuta anche l’attuale ministroitaliano della Salute, Beatrice Loren-zin, la quale ha auspicato un sostegnoda parte dell’Ue, puntando ad esem-pio sulla valutazione di meccanismicome quello dell'individuazione diprezzi sovranazionali.Il discorso economico, dunque, sembraessere piuttosto laborioso ma sicura-mente cruciale per la diffusione delvaccino, che segnerebbe senz'altrouna svolta importante nella lotta aitumori, da anni una delle problemati-che che affligge maggiormente l'uomo.

Olivina: la pietra che assorbe l’anidride carbonicaNon saranno i grandi delmondo a salvare la Terra daicambiamenti climatici. E nonsarà neanche merito degli al-beri. A dare una mano all’am-biente è la natura stessa conuna roccia, l’olivina. Questapietra infatti è in grado di as-sorbire grandi quantità diCO2. L’olivina, rinvenibileanche nel vulcano Vesuvio, èin grado di estrarre l’anidridecarbonica presente nell’atmo-sfera, rallentando di fatto ilritmo incalzante con cui au-mentano le temperature glo-bali. Ad ipotizzare questa suasalutare capacità è da anni ilgeochimico, ormai in pen-sione, Olaf Schuiling che hatrascorso gran parte della suavita a sostenere che l’utilizzo

del minerale potrebbe essereuna soluzione contro il maleoscuro che ha colpito la Terra,il cambiamento climatico. A suo avviso, se si ricoprisseil maggior numero di superfici

con l’olivina, dai parchi giochialle strade alle spiagge, si po-trebbe rimuovere la CO2dall’atmosfera al punto darallentare il ritmo dei cambia-menti climatici. Secondo la

sua analisi, una tonnellata diolivina può assorbire circadue terzi di una tonnellata diCO2. “La terra ci aiuta a sal-varsi”, dice Schuiling. Ma c’èscetticismo sulla sua teoria.Secondo altri scienziati, in-fatti, la “cura” a base di oli-vina funzionerebbe ma sidovrebbero attendere 20 anniper iniziare a notarne gli ef-fetti. Allora, probabilmente, sidovrebbero fare i conti con ungran numero di nuove emis-sioni dovute all’estrazione ealla distribuzione di tonnel-late di roccia sulla superficiedel pianeta. Ma Schuiling, a82 anni, ci crede ancora e lesue teorie, di recente, sonostate ritenute degne di consi-derazione e ora sono studiate

dagli scienziati. L’AccademiaNazionale delle Scienze pre-vede di elaborare una rela-zione sulla geo-ingegneriaentro la fine dell’anno. I criticitemono anche che la geo-inge-gneria possa essere utilizzataunilateralmente da una na-zione. Ciò che al momentosembra certo è che la naturaabbia fornito all’uomo l’enne-sima soluzione contro i danniche egli stesso produce.Alcune aziende hanno già ini-ziato a commercializzare l’oli-vina vendendone anche ilpotere anti inquinante edaltre la impiegano nella pro-gettazione di alcuni edifici chesorgono in città ad alto tassodi inquinamento.

I.B.

La confermaarriva dall’AIFA,Associazione Italianadel Farmaco

Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Le premesse quest’anno sem-brano esserci tutte. Stiamoparlando di San Gregorio Ar-meno, più comunemente notacome la “strada dei pastori” edei presepi. Si tratta di unodei maggiori poli turistici na-poletani, intorno al quale con-vergono appassionati e curiosida tutta Italia e da tutto ilmondo. Non sempre però èscontato il successo di un’at-trattiva turistica se non abbi-nata ad una corretta gestione.Anche il sovraffollamento puòdivenire arma a doppio tagliosia per coloro che offrono unservizio che per chi ne deveusufruire: San Gregorio Ar-meno all’approssimarsi delNatale è soggetta, ad esem-pio, ad una vera e propria in-vasione pacifica rendendo adir poco complicato anche ilpasseggio. La stagione delNatale 2014 sembra invecepartire con il piede giusto, conuna macchina organizzativamessa in moto nei tempi giu-sti e con una gestione oculatadegli spazi a disposizione. Perquanto riguarda l’illumina-zione, a partire dallo scorso 8novembre la strada dei pa-stori è stata illuminata dalleluminarie natalizie predispo-ste per l’occasione, preve-nendo i ritardi che avevanocaratterizzato gli scorsi anni.Capitolo sicurezza: chi è tran-

sitato negli ultimi tempi invia San Gregorio Armenoaveva di sicuro notato partedella strada transennata acausa di alcuni edifici nonmessi al meglio; anche in que-sto caso l’intervento tempe-stivo degli addetti ai lavori haassicurato la messa in sicu-rezza degli stabili e la riaper-tura in toto della strada.

Infine si pensa alla viabilitàanche relativamente ai pe-doni, per permettere un flussoscorrevole e soprattutto piace-vole. In particolar modo neiweek end ci sarà il sensounico nel decumano inferiore,da piazza san Domenico Mag-giore fino a San Gregorio Ar-meno. La strada dei pastori sarà

sarà percorribile dal bassoverso l’alto, fino all’incrociocon via Tribunali.I nuovi percorsi pedonaliprenderanno il via con moltaprobabilità l'ultimo fine setti-mana di novembre nei tre De-cumani, il venerdì dalle 15alle 24 e il sabato e la dome-nica dalle 8 alle 24. Polo turi-stico d’eccezione, ma anchetanto altro. San Gregorio Ar-meno riesce infatti a conci-liare ed associare ambiente,ecologia, storia e cultura. INapoletani sanno che nellastrada dei pastori è possibileacquistare una “natività”anche in pieno agosto, ma perfar fronte alle stagioni turisti-che molte botteghe, tra estatee primavera, lavorano ed espongono tanto altro, daisouvenir a fiori e composizionifloreali di carta… Gli stessimateriali, del resto, protago-nisti delle attività presepiali,sembrano rispondere a certirequisiti “ecologici”: sughero,muschio, stecche di legno,mani e piedi di creta da riat-taccare e accompagnati da“progressi tecnologici” nonsolo cinesi (motorini elettriciper fiumi, fontane e cascate,piccole lampadine nascoste).Perché proprio quella sia la

strada dei pastori … se lochiedono in molti. A Gaetanoda Thiene, forse, si legano inparticolare le origini di questetradizioni: tra XI e XV secolosi attestano le prime traccedei presepi dalle nostre particon il santo veneto che nelCinquecento, trovò il tempo dicreare alcuni presepi famosi evenerati. Il nesso con la strada sembratrovarsi nel fatto che la figuradel santo era legata allaChiesa di San Paolo Mag-giore, a due passi da Via SanGregorio Armeno. Il resto è (odovrebbe) essere storia cono-sciuta: nel Seicento si inizia adiffondere la riproduzione discene di vita quotidiana inuna fantasiosissima fusionecon i paesaggi di Betlemme,con la riproduzione di un pae-saggio che non è mai esistitoa Napoli e neanche a Be-tlemme. Nel Settecento, poi, presso lacorte borbonica, nacque lamoda di costruire presepisempre più grandi e ricchi dipersonaggi vestiti con ripro-duzioni miniaturizzate diabiti e forniti degli strumentipiù vari di lavoro e di svago.dicembre 2014: può avere ilvia la stagione natalizia!

San Gregorio Armeno: polo turistico, ambiente, storia e cultura

Domenico Matania

Canta Napoli! Anche a Na-tale. La cultura napoletanaha sempre offerto materialevariegato in termini di usi ecostumi ed il Natale ne è unaprova. La cucina, il presepe,la musica, il teatro sono soloalcuni esempi di come la tra-dizione napoletana abbia usiben radicati nel tempo, le cuiorigini risalgono a secoli orsono. Eduardo è stato capacedi racchiudere il tutto in unacommedia e questo è uno deitratti che lo rende ancora più“genio”: la napoletanità pienadi valori senza stereotipi e cli-chè. Uno sguardo al pano-rama musicale napoletanolegato al Natale offre interes-santi spunti di riflessione.Partendo dalle origini, anchein termini cronologici, la mu-sica popolare ha dato vita asvariati canti legati al Na-tale. Merito dell’etnomusico-logia l’aver riscoperto econdotto fino ad oggi questi“motivi”: dalle nostre parti ilvate della riscoperta dei cantipopolari è Roberto De Si-mone, che attraverso un’ope-razione di ricerca sul campoha immortalato gli antichicanti del popolo. Come primo“motivetto” napoletano legatoal Natale non si può non pen-sare a “Quanno nascette ‘oNinno” dalle origini incerte,attribuito a Sant’Alfonso de’Liguori, pubblicato per la

prima volta molto probabil-mente nel 1816. Il “motivo” èuna riproposizione di “Tuscendi dalle stelle” con dellevarianti musicali. La tradi-zione popolare offre ancoratanto altro: i cultori del ge-nere non dimenticheranno“’A ‘nferta”, “’O cunto ‘e Na-tale”, “Canzone de lo Capo-danno”, “La Novena diNatale”. La “Novena” in par-ticolare è una musica popo-lare riprodotta con lezampogne; proprio questostrumento è uno dei leitmotiv del Natale napoletanoe più in generale meridionale.La figura degli zampognari èlegata alla tradizione di duestrumentisti che nel periododelle festività si recano nellecittà con i loro abiti tipici perintonare “’A Novena”. La tipi-

cità della figura del suona-tore di zampogna è chiara-mente espressa anche dalfatto che in ogni presepe na-poletano che si rispetti nonpuò mancare uno zampo-gnaro in prossimità dellagrotta della Natività. Attual-mente i suonatori si muovonosempre in coppia, con gli abititipici, suonando zampogna eciaramella e quasi semprepiù che la “Novena” interpre-tano il tema conduttore di“Tu scendi dalle stelle”. Con-tinuando a ripercorrere cro-nologicamente la tradizionesi giunge al periodo della can-zone napoletana classica. Renato Caserta in un articolode “Il Mattino” del 1979 no-tava come la canzone napole-tana fosse alla ricerca ditematiche lontane dal Natale,

essendo più incline a temati-che di carattere amoroso ogioviale. Riflessione senzadubbio corretta, eppure nonmancano brani dedicati alNatale o riferimenti alle festi-vità. Lo stesso Caserta ri-corda come un brano di DiGiacomo e Leva riprenda achiare lettere la musica di“Quanno nascette ‘o ninno”.La celeberrima “Lacrime na-pulitane”, inoltre, richiama ilNatale per accentuare le sof-ferenze di un uomo lontanodalla sua famiglia. Proseguendo negli anni, nelcorso del Novecento SergioBruni canta “’O Zampognaro‘nnammurato”, Mario Trevi“Buon Natale” e come dimen-ticare Renato Carosone con“Mo vene Natale”. In terminidi sound la versione Caroso-

niana del brano non ha nullada invidiare agli album nata-lizi di Michael Bublè chetanto furore hanno fatto ingiro per il mondo. Il brano inquestione, attingendo moltoprobabilmente da una canti-lena popolare, ironizza in ma-niera acuta sul da farsi neigiorni di Natale, specie senon si hanno troppe possibi-lità: “Mo vene Natale, nuntengo denare, me leggo ‘ogiurnale e me vaco a cuccà!”.Un’altra versione stracono-sciuta del brano è “mo veneNatale, nun tengo denare…me fumo ‘na pippa e me vacoa cuccà…sparano ‘e bott’ ab-bascio ‘o palazzo, me metto ‘ocazone e vaco a vedè!”.Canta Napoli anche a Natale… Con tutto il rispetto perJingle Bell Rock!

Canta Napoli! Anche a Natale... Con tutto il rispetto per Jingle Bell Rock

Linda Iacuzio

La creazione di un luogo forti-ficato sul Volturno, nelle im-mediate vicinanze della foce,risale, probabilmente, al X se-colo. L’avrebbero eretto i “ga-staldi” di Capua - funzionariregi di epoca longobarda - perproteggere questa città dalleincursioni dei Saraceni, chedal Tirreno risalivano il fiumecontro corrente. Il castello fucostruito riutilizzando quantorestava dell’antico ponte ro-mano fatto edificare da Domi-ziano, in asse con il tracciato

della strada che prese il nomedall’imperatore romano: la viaDomitiana.In epoca normanna, il ca-strum venne tolto a Ugo II,terzo conte di Molise, essen-dosi questi alleato con Robertodi Capua e Rainulfo d’Alifecontro il re Ruggero II. Nel 1239 Federico II incaricòAndrea Cicala, da lui nomi-nato “capitano” della partesettentrionale del Regnun Si-ciliae, di consolidare le strut-ture difensive diMontecassino, Rocca Ianula e,appunto, Castel Volturno,dove furono anche rinforzatele guarnigioni, “per organiz-zare meglio la difesa delRegno e per avere immediata-mente a disposizione tutte lerisorse finanziarie e militari,

dato che il papa l’aveva sco-municato per la secondavolta”. In età aragonese il ca-stello fu portato in dote daEleonora, figlia di Alfonso Id’Aragona, al marito, il nobilenapoletano Marino Marzano.Nel 1459 costui si ribellò al co-gnato, re Ferrante, e si schieròcontro di lui a favore di Re-nato, duca d’Angiò. A seguito del voltafaccia delMarzano, il forte di Castelvol-turno dovette subire un lungoassedio.Le traversie belliche contri-buirono a mutare la strutturadell’edificio: quest’ultimo el’annesso borgo vennero dotatidi un doppia cinta di mura edi diverse torri e posti di guar-dia. Il castello mantiene tut-tora alcuni elementi di risulta

di età romana, ma si presenta,in generale, fortemente modi-ficato dai rimaneggiamentisei-settecenteschi. Nel XVIIsecolo, infatti, le coste cam-pane ripresero a essere og-getto delle incursioni deipirati, per cui si provvide arafforzare le porte e le mura,che furono dotate di feritoieper gli archibugieri, le colu-brine e le bombarde. Il mastio - ricavato nel cam-minamento della ronda delladuplice cinta muraria - as-sunse così la forma di un veroe proprio bastione.Fonti: www.comune.castelvol-turno.ce.it; http://grimgio.al-tervista.org/genealogie/DE%20MOLISIO.htm; www.trec-cani.it/enciclopedia/andrea-cicala_(Federiciana).

Il castello di Castelvolturno

Lorenzo Terzi

“Venerdì 26 marzo [1518] arrivammo in una bellacittà distesa sul mare, che è chiamata Salerno.Il sabato precedente la Domenica delle Palme, allequattro del pomeriggio, giungemmo nella nobile cittàdi Napoli, e lo stesso sabato, la sera, noleggiammonuovi cavalli freschi per il tempo in cui saremmo do-vuti andare a Roma.A Napoli, la Domenica delle Palme, ascoltammo il Di-vino Servizio. Qui vi è anche il più bel castello che ioabbia mai visto: le porte sono robuste e fatte dimarmo bianco. Fuori dalla città vi è, poi, una stradacarrozzabile sotto una montagna, della lunghezza diun miglio, una meravigliosa grotta al livello del suolo,attraverso la quale passammo la stessa Domenicadelle Palme dopo la messa andando verso Roma”.In queste scarne righe è riassunto il resoconto dellavisita effettuata a Salerno e a Napoli dal sacerdoteinglese sir Richard Torkington, che scrisse un diariodi viaggio tramandatosi grazie a due copie mano-scritte dell’originale appartenenti, rispettivamente,al XVI e al XVIII secolo e conservate presso il BritishMuseum. Da esse fu tratta un’edizione a stampa,pubblicata a Londra nel 1884 con il titolo Ye OldestDiarie of Englysshe Travell, Being the Hitherto Un-published Narrative of the Pilgrimage of Sir RichardTorkington to Jerusalem in 1517. In un saggio dedi-cato ai viaggiatori inglesi in Italia nel Cinque e Sei-cento, Daniela Giosuè ricostruisce il lungo itinerariopercorso da Torkington, che partì da Rye, nel Sussex,il 20 marzo 1517. Giunto in Francia, passò perDieppe, Parigi, Lione e Saint Jean de Maurienne; ar-rivò in Italia attraversando il Moncenisio. Dopo aversoggiornato brevemente a Torino, Milano e Pavia, sifermò a Venezia dalla fine di aprile alla metà di giu-gno. Salpò quindi dalla città dei Dogi alla volta diJaffa. Il 19 luglio pervenne finalmente a Gerusa-lemme. Trovò alloggio presso l’Ospedale di San Gia-como sul Monte Sion; da qui si recò in pellegrinaggiopresso tutti i luoghi cristiani delle vicinanze.Il ritorno non fu altrettanto agevole: arrestato e trat-tenuto per un mese a Cipro, il sacerdote britannicosi ammalò e restò fermo sei settimane a Rodi. Da qui,navigando sul mare in tempesta, raggiunse l’Italiameridionale, dove ebbe modo di visitare Messina,Reggio, Salerno e, appunto, Napoli. A Calais, Tor-kington passò la Manica, sbarcando a Dover il 17aprile 1518. Il suo pellegrinaggio si concluse sullatomba di Tommaso Moro a Canterbury. Il diario delviaggiatore inglese, ricorda la Giosuè, dipende diret-tamente dall’anonimo Informacon of Pylgrymes untothe Holy Lande, edito a Londra nel 1498, nonchédalla relazione del pellegrinaggio di Richard Guyl-forde per le parti riguardanti Venezia e la Terra-santa.

Richard Torkington a Napoli

Oscar Green 2014: sul podio tre idee “Made in Sud”

Giulia Martelli

Oscar Green è il premio pro-mosso da Coldiretti Giovani Im-presa per valorizzare e darespazio all’innovazione in agricol-tura. Il premio richiede che ipartecipanti propongano pro-getti legati alle radici del loroterritorio con lo sguardo rivoltoal futuro. Le api come centralineantinquinamento, la coltiva-zione di microalghe apprezzatein cosmesi, le prime chips dipane, la canapa con stupefa-centi virtù culinarie, il pecorinoanticolesterolo, le fragole volanticon la carta d'identità, l'orto delcarcere di Capanne a Perugiache ridona dignità ai detenutisono i vincitori del concorsoOscar Green di quest’anno.L’idea della prima chips di panearriva dalla Puglia e sfruttal'idea di un gesto antico, quellodi strappare la corteccia delpane che ad Altamura si compieda secoli per consuetudine. Daqui, l'intuizione di creare unavera e propria sfoglia di semoladi grano duro ai mille sapori,dall'extravergine al formaggio.Tutta lucana invece la defini-zione del modo migliore di tra-sformare la canapa in olio,farine, biscotti ma anche fibratessile e materiale per bioedili-

zia. Quello che ci sta più a cuore,però, non solo per campanili-smo, è un progetto che viene dacasa nostra, da e per la Terradei fuochi ed è un programmache stupisce per la sua sempli-cità: dieci milioni di api, senti-nelle in divisa a strisceraccoglieranno e trasmette-ranno agli scienziati informa-zioni sullo “stato di salute” del

territorio in cui vivono. Paroladel Consorzio Nazionale Produt-tori Apistici Conaproa, nellapersona di Salvatore Sorbo, gio-vane rappresentante e socio Co-naproa Regione Campania,proveniente dall’Alto Casertano.Questi, in collaborazione con ilConaproa e con gli specialistidell’Università di Napoli edell’Università degli Studi delMolise, ha messo a punto unvero e proprio osservatorioscientifico: le api volano, si ci-bano del nettare dei fiori checrescono sulla Terra dei fuochi edell’acqua che sgorga dalle faldedi quelle terre, catturano le pol-veri sottili all’interno del lorocorpo, tra i peli, e trasmettonotutte queste informazioni, digiorno in giorno, al loro alvearemonitorando quotidianamentelo stato di inquinamento del-l’aria, dell’acqua, del terreno edella vegetazione della Terra deifuochi. Gli alveari costituisconoinfatti le vere centrali di biomo-nitoraggio del territorio: ciascunalveare riesce a controllare bensette chilometri quadrati di ter-reno. Ogni giorno, quindi, ricer-catori, apicoltori, scienziati especialisti lavorano gomito a go-mito per dare agli abitanti dellezone “sotto osservazione” la spe-ranza di un futuro migliore.

Viaggio nelle leggi ambientaliRIFIUTIIl T.A.R. LAZIO Roma, SezioneI ter, il 31/05/2011, con la Sen-tenza n. 4915, blocca il trasferi-mento fuori Regione dei rifiutistoccati negli impianti dellaCampania, partono ricorsi alConsiglio di Stato, che producevarie ordinanze: OrdinanzaConsiglio di Stato n. 3073/2011; Ordinanza Consiglio di Stato n.6932/2011; Ordinanza Consi-glio di Stato n. 142/2013; Sen-tenza Consiglio di Stato n.3215/2013.Con la sentenza 23 ottobre 2014n. 5242, il Consiglio di Stato hapreso posizione su una que-stione, ampiamente dibattuta,circa la sufficienza dell’opera-zione di tritovagliatura dei ri-fiuti solidi urbani ai fini del loroconferimento in discarica. La vicenda decisa dai Giudici diPalazzo Spada era relativa allalegittimità del trasferimento deirifiuti, ai fini del loro smalti-mento, prodotti da alcuni im-pianti di tritovagliatura siti inCampania, verso impianti collo-cati nel territorio della Regione

Puglia. Secondo la Corte: "ben-ché il prodotto della derivantedall’attività di triturazione, va-gliatura del primaria e vaglia-tura secondaria possa essereconsiderato come un nuovo pro-dotto in quanto realizzato neglistabilimenti per la tritovaglia-tura e l’imballaggio STIR (qualinuovi produttori di rifiuti exart. 183 del D. Lgs. n. 152 del1006), lo stesso non ha in con-creto perduto le caratteristichedi rifiuto urbano e come tale èsottoposto al principio dell’auto-sufficienza regionale per il rela-tivo smaltimento."INQUINAMENTOSulla GUUE L 304/89 del 23 ot-tobre 2014 è stata pubblicata laDirettiva 2014/99/UE dellaCommissione del 21 ottobre2014. Ai fini dell’adattamentoal progresso tecnico, tale diret-tiva, modifica la precedente2009/126/CE relativa alla fasedi recupero di vapori di benzinadurante il rifornimento dei vei-coli a motore nelle stazioni diservizio.

A.T. e E.F.

CHIPS DI PANE, APICOLTURA NELLA TERRA DEI FUOCHI E TRASFORMAZIONE DELLA CANAPA

PIANTA OFFICINALE DI NOVEMBRE: IL CARCIOFO

A partire dall’autunno fino a inizio primavera,nella nostra dieta mediterranea primeggia in-discusso il carciofo. Una miniera di proprietàbenefiche e virtù terapeutiche. Altissime per-centuali di acqua, carboidrati e fibre. Basti con-siderare che in soli 100 grammi di carciofo sonoracchiusi 84 grammi di acqua e solo 0,2 grammidi grassi. Tanto di cappello, quindi, ad un al-leato della nostra silhouette, in grado anche disoddisfare ogni nostra esigenza nutritiva. Unavera miniera di minerali – nello specifico calcio,fosforo, potassio e magnesio - di vitamine e fla-vonoidi. Oltre a deliziare il palato cos’altro è in grado difare? In effetti, siamo di fronte ad un farmaconaturale. E’ antiossidante ed epatoprotettivo.Interviene nella funzionalità del fegato. E’ untoccasana in casi di stitichezza e flatulenza. Perchi segue una dieta ipocalorica, il carciofo è inassoluto l’alimento più indicato. Poche calorie e un’azione diuretica che aiuta adeliminare i liquidi in eccesso. In effetti è l’ingre-diente principale di ogni prodotto anticellulite– nella fattispecie di tisane, compresse e cremeomeopatiche. Fonte inestimabile di ferro, graziealla presenza di coloretina e e cinarina. Un alleato della nostra salute a tutto tondo.Una ricerca pubblicata dalla rivista scientifica“Nutrition and Cancer” ha infatti evidenziato ipolifenoli, contenuti in questa pianta, contra-stano l’azione ossidativa dei radicali liberi, ini-

bendo la trasformazione di cellule sane in cel-lule tumorali. Per beneficiare totalmente deisuoi elementi nutritivi sarebbe opportuno osser-vare alcuni consigli. Consumare il prodottocrudo sarebbe l’ideale, tuttavia anche la cotturaa vapore ci garantisce l’apporto dei nutrienti.Durante la cottura a vapore, i carciofi assorbonol’umidità, trattenendo in questo modo le so-stanze benefiche. Per contro, la bollitura è scon-sigliata in quanto ne provoca una dispersionenell’acqua. Si consiglia, inoltre, un consumo set-timanale di circa 500 – 600 grammi. Dalla ali-mentazione alla fitoterapia. Sfruttiamo questapianta a nostro vantaggio.

F.C.

Cristina Abbrunzo

Le stampanti 3D sono oramaiin grado di realizzare cose im-pensabili: dai farmaci ai compo-nenti per le riparazioni nellospazio, da interi organi a piccoleprotesi auricolari, passandoanche per i vinili. Le opportu-nità offerte da tale tecnologiasono sterminate. Una stam-pante 3D, per intenderci, è undispositivo innovativo collega-bile a un computer, in grado distampare oggetti tridimensio-nali. A differenza delle normalistampanti che sfruttano l’in-chiostro per riprodurre un og-getto bidimensionale su fogli dicarta, la stampante 3D produceoggetti tridimensionali, reali esolidi, partendo da un modellodigitale dell’oggetto medesimo,realizzato con un software dimodellazione 3D. La stampatridimensionale di un modelloinoltre, si ottiene solitamentetramite la sovrapposizione stra-tificata di diversi ‘materiali dibase’ (termoplastica, metalli,sabbia, vetro), in cui l’oggetto ri-cavato dal blocco di materialeiniziale, viene prodotto attra-verso una serie di operazioniautomatizzate di taglio e perfo-razione. In cantiere, al mo-mento, un utilizzo del tuttofuturistico di questa tecnologia:trattasi di un prototipo di stam-

pante 3D capace di creare abitinuovi su misura riciclandoquelli vecchi. Il suo nome è Clo-thing Printer ed è stata ipotiz-zata dal designer JoshuaHarris, il quale ha pensato atale strumento come una sortadi accessorio per la casa da in-castonare nel muro come sefosse un quadro. Un pannellotouch ne consentirà l’uso me-diante le dita, permettendo lanavigazione nei diversi menù

messi a disposizione. L’utentepotrà così scegliere il proprio in-dumento preferito, personaliz-zarlo secondo i propri gusti echiedere alla stampante di rea-lizzarlo. In pochi minuti,quindi, tale stampante riceveràdai server delle aziende che de-cideranno di entrare a far partedi tale nuovo segmento dell’in-dustria della moda tutte le in-formazioni necessarie arealizzare quanto richiesto

dall’utente. Al posto delle tradi-zionali cartucce di inchiostro visaranno delle ricariche conte-nenti i tessuti indispensabilialla produzione del capo d’abbi-gliamento, con colorazioni diffe-renti a seconda delle necessità.L’aspetto ecosostenibile fonda-mentale è che si potranno uti-lizzare come “cartucce”: vecchiabiti usati.Dopo aver introdotto i capi diabbigliamento usati all’interno

della stampante, il dispositivosarà in grado di riciclarli, facen-doli letteralmente a pezzi, sud-dividendoli filo per filo epredisponendoli per il loro suc-cessivo riutilizzo. L’idea, in-somma, è quella di consentireall’utente di scegliere da unampio catalogo i propri abitipreferiti e di produrli diretta-mente in casa, utilizzando unapposito accessorio che po-trebbe letteralmente rivoluzio-narie il mondo della moda. Lafilosofia che sta dietro questacreazione, rimasta per ora soloun progetto, consiste nel favo-rire la produzione di abbiglia-mento in casa riducendo nonsolo gli abiti gettati, ma anchel'acquisto di nuovi. E’ noto chel'industria dell'abbigliamento faun uso estremamente dispen-dioso e inefficiente delle nostrerisorse. L'abbigliamento vienespedito in diversi luoghi primadi essere distribuito al consu-matore. Inoltre, la durata dellavita di un abito è solo di pochianni, poi non viene né smaltitoné riutilizzato. Nella sua ipotesipiù “estrema” tale sistema po-trebbe addirittura eliminare lanecessità di armadi. Senza con-tare che avere ogni giorno nuoviabiti sarebbe per i modaioli unsogno che si realizza. Unico di-fetto? Per il momento è solo unconcept... Ma se in passato si ri-tenevano impossibili numerosetecnologie oggi divenute una re-altà di fatto, in futuro non èdetto che una simile stampantenon possa effettivamente farcapolino nelle abitazioni.

Microgiardini di ogni forma stampati in 3DIl futuro è sempre più green

Come abbiamo visto, l'elencodelle cose che si possono stam-pare con una stampante 3Dcontinua a crescere.Yuichiro Takeuchi di recenteha aggiunto alla lista i microgiardini. L'esperto giapponesedi informatica ha inventato unmodo per utilizzare le stam-panti 3D per dare vita a microgiardini fioriti di ogni forma. Il progetto di Takeuchi è statopresentato al Museo d'ArteModerna di New York in occa-sione dell'evento Sony CSL.Takeuchi ha progettato il suosistema di software on demandprendendo in considerazioneuna grande quantità di semi difiori ed erbe da coltivare. Lanuova tecnologia è in grado distampare giardini in minia-tura in una vasta gamma diforme compatte tra cui rettan-

golo e triangoli, ma anche informe più fantasiose, come ipanda. Il sistema ricorda la col-tivazione idroponica, che vieneutilizzata soprattutto percreare pareti verdi e giardiniverticali sui muri esterni degliedifici. Al posto del terriccio igiardini RD di Takeuchi utiliz-zano una base fibrosa e vege-

tale arricchita di sostanze nu-tritive. Il giardino in questomodo cresce e raggiunge le di-mensioni ottimali in circa duesettimane. I giardini verticalitradizionali possono costarefino a migliaia di dollari, senzacontare installazione e manu-tenzione. Ora la sfida è portareun tocco di verde anche in

spazi ristretti con costi bassi emaggiore comodità per le per-sone comuni, che potranno col-tivare in piccolo giardino anchecon pochi metri quadrati a di-sposizione. La soluzione offertadalla stampa in 3D risolve al-cuni problemi e offre un altogrado di flessibilità, dato che sipuò stampare un giardino inminiatura che si adatti allaperfezione a qualsiasi spazioprescelto. La speranza del-l'ideatore del nuovo progetto èche la coltivazione idroponicapossa presto diventare allaportata di tutti. Bisognerà at-tendere ancora qualche tempoprima di poter utilizzare que-sta nuova invenzione che faràfelici sia gli aspiranti giardi-nieri urbani che gli appassio-nati di tecnologia.

C.A.

Clothing printer: moda stampata in 3DCreare abiti nuovi riciclando i vecchi

Andrea Tafuro

La Gran Bretagna ha reso noti i pianiper la costruzione di un supercomputerdel valore di 97 milioni di sterline, cheavrà lo scopo di perfezionare le previ-sioni del tempo, in particolare quelleche riguardano gli eventi estremi.Nelle intenzioni dei progettisti il por-tentoso apparecchio tecnologico porteràbenefici economici e sociali per due mi-liardi di sterline. Ad occuparsi dellasua gestione ci penserà il Met Office, ilservizio meteorologico del Regno Unito.Il sistema inizierà ad essere operativoa settembre del prossimo anno, rag-giungendo la piena capacità nel 2017.Leggendo questa notizia mi è venuto inmente il libro di Jerome “Tre uomini inbarca (per non parlar del cane)” e dellascena esilarante, oserei dire epica, chedescrive i tre protagonisti Jerome, Har-ris, l'uomo più prosaico della terra eGeorge, che “va a dormire in una bancatutti i giorni dalle 10 alle 16, tranne ilsabato quando lo cacciano fuori alle14”, uscire di casa agghindati di tuttopunto perché il giornale aveva comuni-cato brutto tempo e che, ritrovando in-vece una splendida giornata di sole,inveiscono contro le previsioni meteo,perpetuamente errate. Buona lettura sognatori! Che bello lestorie… Tu le metti al mondo, ma poiesse se ne vanno di casa, si affrancanosenza neanche esprimere riconoscenza.Si comportano come il cadetto della ce-lebre parabola evangelica: s’infagot-tano la parte che spetta loro, se lamettono sulle spalle e vanno a scialac-quarla in giro per il mondo, ovunque cisia qualcuno disposto ad ascoltare leloro panzane.Ma ritorniamo con i piedi per terra, se-condo gli scienziati siamo entrati inuna nuova epoca geologica. Dall'Olo-cene, iniziato più di diecimila anni fa,potremmo essere passati nell'Antropo-cene, segnato dall'enorme impatto degliesseri umani sul pianeta.L'Olocene è l'epoca geologica più re-cente, quella in cui ci troviamo oggi eche, convenzionalmente, ha avuto ilsuo inizio all’incirca 11.700 anni fa. Il limite con l'epoca inferiore, il Pleisto-cene, è definito sulla base del decadi-mento del 14C, un isotopo radioattivodel carbonio e coincide approssimativa-mente con il termine dell'ultima faseglaciale che ha interessato l'emisferosettentrionale. L'Olocene è la secondaepoca del periodo Quaternario, il suonome deriva dal greco ὅλος (holos, tuttoo intero) e καινός (kainos, nuovo), valea dire "del tutto recente". Esso è statoidentificato con il MIS1 (Marine Iso-tope Stages, uno dei periodi alternaticaldi e freddi del clima terrestre) e puòessere considerato un periodo intergla-ciale compreso nell'attuale era glaciale.Antropocene è un termine coniato neglianni ottanta dal biologo Eugene Stoer-

mer, che nel 2000 fu adottato dal Pre-mio Nobel per la chimica Paul Crutzenin “Benvenuti nell’antropocene“, nelquale l’autore osservava come “nel se-colo scorso la popolazione è quadrupli-cata fino a raggiungere i sei miliardi diindividui attuali, la superficie coltivataè raddoppiata, quella irrigua è quintu-plicata, la produzione industriale è au-mentata di quaranta volte, mentrediminuivano le foreste e le specie deigrandi animali”. Il prezzo pagato perquest’espansione, rimarca l’autore, èstato pesante con l’attività umana cheha accresciuto di una o due volte l’ero-sione del suolo rispetto ai ritmi natu-rali, riuscendo a degradare circa duemiliardi di ettari, una superficie equi-valente alla somma di Stati Uniti e Ca-nada. L’Antropocene, inoltre, indical'era geologica attuale nella quale al-l'uomo e alla sua attività sono attri-buite le cause principali delle modificheterritoriali, strutturali e climatiche. Laquestione in realtà è aperta da decenni,ma la scienza sembra aver raggiuntoun'intesa sul fatto che i fenomeni ur-bani hanno ormai un impatto sullastratificazione del pianeta, oltre chesull'atmosfera, e che distinguere ciò cheè naturale da ciò che è opera dell'uomosta diventando sempre più difficile. Re-sterebbe solo da definire il quando que-sto cambiamento ha avuto luogo. In aiuto ci può venire il bollettino dellasocietà metereologica americana, chenel supplemento speciale di settembre2014 “Explaining extreme events of2013 From A Climate Perspective” (cfr.www2.ametsoc.org), cerca di analizzarecome i cambiamenti climatici possonoavere influenzato la forza e la probabi-lità dei singoli eventi disastrosi del2013. In questo lavoro, venti differentiteam di ricerca hanno analizzato lecause dei 16 diversi eventi meteorolo-

gici mondiali più disastrosi del 2013cercando di calcolare l’influenza delleattività umane, come l’emissione di gasserra, sulla probabilità di tali eventi.Nei sedici casi studio, come la siccità inCalifornia e Nuova Zelanda, le pioggeintense negli Usa e in India, le ondatedi calore in Europa, Giappone, CinaAustralia e Corea, i risultati hanno evi-denziato che il cambiamento climaticocausato dall'uomo ha notevolmente au-mentato il rischio delle ondate di caloreestremo. In Europa, invece, nella rela-zione dell'Agenzia europea per l'am-biente “National adaptation policyprocesses in European countries – 2014”(cfr.www.eea.europa.eu), sono stati pre-sentati i risultati di una ricerca che rac-coglie e analizza risposte dettagliate,

provenienti da 30 paesi europei, sultema dell’adattamento ai cambiamenticlimatici. Il risultato è che ormai è in-dispensabile sviluppare politiche nazio-nali di adattamento, per mitigare idanni causati da eventi climaticiestremi, sempre più frequenti e semprepiù dannosi. L’Unione Europea a talescopo ha reso disponibile il sito Cli-mate-ADAPT (cfr. www.climate-adapt.eea.europa.eu), portale completoper le informazioni in materia di adat-tamento ai cambiamenti climatici nel-l'UE. Questo canale informativocomprende una grande quantità di in-formazioni sugli impatti dei cambia-menti climatici, le politiche dell'UE,vari casi studio, gli strumenti decisio-nali ed altre risorse utili.

SIAMO USCITI DALL'OLOCENE PER ENTRARENELL'ANTROPOCENE: TUTTO È PERFETTO

21e 22 novembre 2014 – Napoli, 120° anniversario della morte di Sua maestà Francesco II di Borbone