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La presente pubblicazione, è tutelata dalla normativa sul diritto d’autore e non puòessere copiata, riprodotta (anche in altri formati o su supporti diversi), né tantomenoè possibile appropriarsi della sua paternità. L’unica eccezione prevista è quella diconsentire la citazione a scopo di studio, discussione, documentazione oinsegnamento, purché vengano citati l’autore e la fonte che ne detiene i diritti, e nonsi agisca a scopo di lucro, sempre che tali citazioni non costituiscano concorrenzaall’utilizzazione economica dell’opera stessa.Questo documento viene pubblicato a scopo divulgativo, comunicativo e informativoe beneficia di tutela giuridica.Il contenuto del documento è quanto riportato dall’autore in sede di presentazionedella tesi, pertanto non è da considerare come “voce ufficiale dell’Associazione”.

ELEMENTI DI PSICOLOGIAPRELIMINARE

TEORIE PSICOLOGICHE SULLO SVILUPPO1. Cos'è la Psicologia?

E’ la disciplina che studia i rapporti che intercorrono tra un essere vivente e se stesso (iprocessi mentali) e i rapporti che intercorrono tra l’individuo e l'ambiente in cui vive. Questirapporti si traducono in esperienza e comportamento e determinano i vari modi di agire. Lostudio ha finalità scientifiche, per ricavare leggi generali, e pratiche, per migliorare ilcomportamento quando quest’ultimo ha conseguenze negative sulla nostra e altrui qualitàdella vita. Anche la Psicologia, come le altre scienze, utilizza il metodo sperimentale.

Utilizzare il metodo sperimentale significa: a) raccogliere dati, b) formulare un’ipotesi, c)sottoporre l’ipotesi a verificacon esperimenti e osservazioni. Se i risultati delle verifiche confermano l’ipotesi, essa vieneaccettata come valida teoria scientifica, se invece i risultati smentiscono l’ipotesi, si ricominciala procedura.

Una teoria scientifica è l'insieme correlato di affermazioni sotto forma di definizioni, assiomi,postulati, costrutti ipotetici, leggi, ecc.Queste affermazioni hanno come obiettivo quello di descrivere strutture, meccanismi oprocessi non osservabili e di porli in relazione tra loro e con gli eventi osservabili (i fatti).Quanto più un'osservazione è "distante" da eventi o comportamenti osservabili, tanto menopuò essere verificata e quindi confutata da dati empirici. Nuovi fatti cambiano la teoria.Da un punto di vista logico, una teoria non dovrebbe contenere affermazioni contraddittorie(coerenza interna); da unpunto di vista empirico, non dovrebbe essere contraddetta da osservazioni scientifiche, dallequali deve essere verificata.I criteri cui idealmente dovrebbe attenersi una teoria scientifica sono: chiarezza, verificabilità e"parsimonia", dovrebbe cioè basarsi sul minor numero possibile di costrutti ipotetici. Inoltredovrebbe riguardare un'area scientifica estesa e integrare ricerche precedenti.La nascita della psicologia scientifica coincide con il primo Novecento, periodo in cuiprendono forma quasi contemporaneamente le scuole che hanno fornito la maggior parte delsapere psicologico consolidato, in particolare:1. il comportamentismo, che considera la psicologia come una branca delle scienze naturali.

Indaga esclusivamente sui comportamenti osservabili con l’obiettivo di prevedere econtrollare il comportamento tramite lo studio sperimentale delle connessioni stimolo-risposta e delle leggi che lo determinano. Uno degli assunti principali è il meccanismo delcondizionamento, in base al quale l'associazione ripetuta di uno stimolo, detto stimoloneutro, con una risposta che non è ad esso direttamente correlata, farà sì che, dopo unperiodo di tempo, a tale stimolo segua la risposta condizionata. (Vedi, per una piùdettagliata descrizione di questa scuola, il Glossario)

2. la psicologia della Gestalt (parola tedesca che significa forma) è una teoria secondo cui lavita psichica, e in particolare l’esperienza percettiva, è una configurazione in cui lafunzione delle parti è determinata dall’organizzazione dell’intero. Per la psicologia dellaGestalt non è giusto dividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari: occorreinvece considerare l'intero come fenomeno diverso e a sé stante rispetto alla somma deisuoi componenti:

3. "L'insieme è più della somma delle sue parti". Conosciamo il mondo circostanteidentificandovi forme secondo schemi che ci sembrano adatti-scelti per imitazione,apprendimento e condivisione- e attraverso simili processi organizziamo, di solitoinconsapevolmente, sia la percezione che il pensiero e la sensazione. La psicologia dellaGestalt ha influenzato il comportamentismo introducendovi criteri interpretatividell’apprendimento alternativi a quelli associazionistici, mentre il comportamentismo haintrodotto nel gestaltismo interessi alla motivazione e al comportamento sociale; lapsicoanalisi. Il termine psicoanalisi compare per la prima volta nel 1896, nello scritto di S.Freud “L’ereditarietà e l’etiologia della nevrosi”. E’ un modello teoretico e interpretativodella vita psichica. Consiste in un metodo basato sul postulato che nella vita psichicaprevalgano processi, tendenze, desideri e pensieri inconsci. Indaga sulle modalità in cui sisvolgono e si manifestano i processi psichici. Si avvale di tecniche esplorative finalizzate ascopi terapeutici per svelare il tipo di difese e resistenze che il soggetto instaura neiconfronti dei processi inconsci che sono alla base dei suoi disturbi. Secondo questa teoriala personalità è strutturata in tre parti: l’Id (o Es), l’Io e il Super-Io. L’Id è la parteinconscia, quella che fornisce energia a tutta la personalità e che agisce secondo ilprincipio del piacere, cioè tende ad appagare immediatamente le pulsioni. L’Io è la parteconscia della personalità, è la struttura dominata dal principio di realtà che pone inrelazione l’individuo con la realtà esterna e fa da mediatrice tra le spinte dell’Id e i dettamidel Super-Io. Quest’ultimo, il Super-Io, è la parte morale della personalità, e comprendegli ideali, i valori, i giudizi di giusto e sbagliato.

2. Le questioni generali della psicologia dello sviluppo, cenni storici, teorie e metodidi indagine.

(Vedi presentazione)Sviluppo vuol dire cambiare nel tempo. Comportamenti normali ad una età sono anormali adun’altra, per cui lo sviluppo è una sequenza ordinata di cambiamenti comportamentali.I cambiamenti avvengono nel corso di tutta la vita. Tramite le interazioni con gli altri e conl’ambiente impariamo in quali condizioni adottare determinati comportamenti; sviluppiamonuove relazioni tra comportamento e ambiente; gli eventi e gli oggetti del nostro ambienteassumono nuove funzioni. Lo sviluppo è cumulativo e progressivo: si costruiscesu ciò che è accaduto prima.Lo sviluppo dipende dall’interazione tra fattori genetici (cambiamenti maturativi che hannoluogo nel cervello) e ambientali (dati dalla possibilità di apprendere).Lo sviluppo umano è un processo olistico (riguarda cioè contemporaneamente il corpo e lapsiche). La prospettiva olistica è una veduta globale dei processi di sviluppo che pone l’accentosulle importanti relazioni tra aspetti fisici, mentali, sociali ed emozionali dello sviluppo umano.La psicologia dello sviluppo studia, con la filogenesi, i cambiamenti comportamentali cheavvengono nel tempo, sia all’interno di una determinata specie che confrontando lo sviluppotra specie diverse (psicologia comparata). Con l’ontogenesi evolutiva si studiano i cambiamentinegli individui nelle diverse sezioni dell’arco di vita. Noi qui seguiremo i cambiamenti cheavvengono nello stesso individuo nello scorrere della sua vita.Lo sviluppo implica relazioni tra la persona e l’ambiente. La relazione tra questi muta

costantemente. Gli effetti della relazione sono reciproci (personaambiente). Lo sviluppo ècaratterizzato da un ampio numero di fattori che agiscono simultaneamente, e non è lineare.E’ importante, ai fini di stabilire se esistono o meno modelli di sviluppo generali, comparare ilcomportamento e/o lo sviluppo delle persone che appartengono a diversi contesti culturali. Lediversità culturali influenzano lo sviluppo.Alcune interpretazioni dello sviluppo propongono teorie stadiali, dato che si possonocomprendere meglio gli elementi fondamentali dello sviluppo osservandoli come differentiaspetti qualitativi del comportamento. Freud individua gli stadi psicosessuali dello sviluppodella personalità rielaborati poi da Erikson, mentre Piaget, Vygotskij e Bruner identificano glistadi dello sviluppo cognitivo. I cambiamenti di fase possiedono quattro caratteristiche: a)sono improvvisi, b) il loro ordine è prevedibile, c) il comportamento nuovo differisce nellaforma dai comportamenti che lo precedono, d) la forma e spesso la cadenza del cambiamentodi fase sono prevedibili all’interno della stessa specie.Lo sviluppo è un processo dinamico, che si svolge su molti livelli e non è stazionario. Iltracciato del comportamento può seguire tre possibili modelli: 1) rimanere stabile; 2)continuare lungo la stessa traiettoria (momento evolutivo); 3) subire improvvisi cambiamentidi fase.

Periodo della vita Arco d’età approsimativo

Prenatale Dal concepimento alla nascitaInfanzia Prima due anni di vita

Prescolare* Dai 2 ai 6 anniFanciulezza* Dai 6 ai 12 anniAdolescenza* Dai 12 ai 20 anniGiovinezza* Dai 20 ai 40Mezza età* Dai 40 ai 65 anniVecchiaia Dai 65 e oltre

*I periodi della vita contrassegnati con l’asterisco sono riferibili alle società occidentaliLo sviluppo può essere analizzato dal punto di vista fisiologico, psicanalitico,dell’apprendimento, dello sviluppo cognitivo e da quello etologico.Le controversie teoriche nella psicologia dello sviluppo riguardano principalmente cinquequestioni:1) I bambini sono di per sé buoni o cattivi?2) È la natura (forze biologiche) o la cultura (forze ambientali) ad avere l’influenza primaria

sullo sviluppo umano?3) I bambini sono attivamente coinvolti nel processo dello sviluppo o piuttosto sono recettori

passivi delle influenze sociali e biologiche?4) Lo sviluppo è continuo o discontinuo?5) I bambini seguono vie di sviluppo simili o differenti?

3. Le basi biologiche e lo sviluppo fisico e motorio. (Vedi presentazione)TABELLE DELLO SVILUPPO FISIOLOGICO

TAB. 1 - PREPUBERTÀ: 10/13 ANNICOSA CAMBIA NELLE BAMBINE COSA CAMBIA NEI BAMBINI

10/11anni

Massimo sviluppo delle cellule muscolari.Rapido aumento degli estrogeni (ormoni1

sessuali femminili). In seguito all’aumentodell’ormone FSH2, che nelle donne induce losviluppo dei follicoli ovarici3, l’ovaio raggiungeil 20% del peso che avrà nell’età adulta.

Rapidissima crescita delle cellule muscolari checontinuerà più gradualmente fino circa atrent’anni. Sviluppo della prostata5, e deitesticoli. Spermatogenesi incompleta.

11/12anni

Un forte incremento di FSH dà inizio allamaturazione sessuale femminile. Acceleratosviluppo dei genitali interni ed esterni.Rimodellamento del bacino osseo e accumulodi tessuto adiposo. Secrezione vaginaleassociata a cambiamenti del PH. Comparsadella peluria sul pube e pigmentazione dellelabbra. Primo sviluppo del seno.

Considerevole incremento di FSH e di LH2,che continuerà ad aumentare assieme altestosterone6, fino ai 17 anni circa. Inizio dellacrescita in peso e altezza. Sviluppo del pene,delle vescicole seminali e delle ghiandolebulbouretrali7. ingrossamento più rapido deitesticoli.

12/13anni

Ulteriore sviluppo del seno e dell’areola.Aumento della peluria pubica. Picco di crescitain peso e altezza prima del menarca4.comparsa del primo flusso mestruale. Questoflusso, inizialmente, sarà molto discontinuo,perché i cicli sono senza ovulazione.

Ulteriore secrezione di testosterone. Riduzionee stabilizzazione della escrezione di estrogeni(ormoni sessuali femminili). Comparsa dei pelisul pube. Accelerato sviluppo del pene,ulteriore ingrossamento dello scroto e deitesticoli, progressivo incremento deltestosterone6. inizio della spermatogenesi,prima della comparsa dell’eiaculazione.

1. Gli ORMONI sono sostanze che, secrete da particolari cellule (ghiandole endocrine),vengono immesse nella circolazione sanguigna attraverso la quale viaggianonell’organismo raggiungendo altre cellule, altri tessuti e altri organi, lontani da quellidi origine. Mentre viaggiano attraverso il corpo, gli ormoni vengono riconosciuti ecatturati da molecole situate nei vari organi e tessuti. Queste molecole vengonochiamate recettori. Una volta che il recettore ha legato l’ormone, il messaggio chel’ormone trasportava viene consegnato alla cellula bersaglio che dà inizio ad unaparticolare attività funzionale.

2. L'FSH e l'LH sono due ormoni prodotti dall'ipofisi che insieme provvedono allastimolazione delle gonadi (ghiandole sessuali). Vengono prodotti sia nei maschi sianelle femmine e agiscono, rispettivamente, sui testicoli e sulle ovaie. La massimasecrezione di questi ormoni avviene alla pubertà. Essi sono responsabili dellamaturazione degli organi della riproduzione, nonché della crescita del corpo che siverifica durante l'adolescenza. Nell'età adulta questi ormoni vengono secreti in mododiverso nei maschi e nelle femmine; ciononostante in entrambi i sessi essi svolgonouna funzione importante di stimolazione delle gonadi e di produzione dei gameti

(uovo o spermatozoo) e di alcuni steroidi sessuali (ormoni sessuali prodotti dallegonadi e dalla corteccia surrenale). L'FSH (ormone follicolo stimolante) provvede a farmaturare il follicolo e stimolare la produzione di estrogeni nella donna, mentrenell'uomo concorre alla maturazione degli spermatozoi. L'LH (ormone luteinizzante)promuove l'ovulazione e mantiene la secrezione di estradiolo e progesterone nelladonna e agisce sulla sintesi di testosterone nell'uomo.

3. Le due ovaie, (vedi illustrazione 1) poste una a destra e l’altra a sinistra, e sono leghiandole sessuali femminili destinate alla funzione riproduttive, in quanto produttricidegli ovuli. Sono situate nel bacino, sulle pareti laterali dello scavo pelvico. Sonomantenute in posizione da legamenti, con esclusione del margine posteriore, che èquindi libero e alquanto mobile. Il centro dell'ovaia è costituito da sostanza midollare,composta da tessuto connettivo che contiene vasi sanguigni. La zona periferica èformata anch'essa da tessuto connettivo, con rare cellule muscolari, che contiene laparte fondamentale dell'ovaia, i follicoli. I follicoli ovarici sono piccole vescichette checontengono gli ovuli immaturi, un ovulo per ogni follicolo. Non tutti i follicolimaturano. Solo uno al mese raggiunge la maturazione completa, molti restano allostadio iniziale o arrivano ad una evoluzione intermedia, alcuni si atrofizzano (follicoliatresici). Allo scoppio del follicolo, le cellule che restano formano un nuovo corpoghiandolare, detto corpo luteo, la ghiandola endocrina caratteristica della gravidanza.L'insieme dei follicoli atresici forma un tessuto ghiandolare destinato a una funzioneendocrina. Gli ormoni sessuali femminili sono la follicolina (prodotta dai follicoli) e ilprogesterone (prodotto dal corpo luteo).

4. Menarca: prima mestruazione.5. Prostata: (vedi figura 2) organo fibromuscolare e ghiandolare, che riveste una

importante funzione nella produzione del liquido seminale (20-30% del totaledell'eiaculato) poiché fornisce componenti fondamentali alla sopravvivenza e allaqualità degli spermatozoi.

6. Il testosterone è un ormone prodotto principalmente da cellule situate nei testicoli e,in minima parte, sintetizzato nella corteccia surrenale. È presente anche nella donna,ma come prodotto intermedio nella sintesi degli estrogeni. Nell'uomo è deputato allosviluppo degli organi sessuali (differenziazione del testicolo e di tutto l’apparatogenitale) e dei caratteri sessuali secondari, come la barba, la distribuzione dei peli, iltimbro della voce e la muscolatura. Il testosterone, nell'età puberale, interviene anchesullo sviluppo scheletrico, limitando l'allungamento delle ossa lunghe ed evitando, inquesto modo, una crescita spropositata degli arti. Nell’uomo adulto, i livelli ditestosterone hanno un ruolo fondamentale per quanto riguarda la fertilità, la buonasalute e la vitalità; contribuisce a garantire la fertilità, in quanto agisce sullamaturazione degli spermatozoi nei testicoli. Inoltre influenza qualità e quantità dellosperma prodotto, poiché opera sulle vie seminali e sulla prostata, deputate allaproduzione di sperma. Il testosterone regola anche il desiderio, l'erezione e lasoddisfazione sessuale: ha, infatti, la funzione di "mettere in sincronia" il desiderio

sessuale con l’atto sessuale vero e proprio, regolando l'inizio e la fine dell’erezione delpene.

7. Ghiandole bulbouretrali: producono un secreto denso e viscoso la cui funzione è forsequella di lubrificare il canale uretrale. Durante l'eiaculazione questo fluido vienesecreto prima delle altri componenti dello sperma.

TAB. 2 – FISIOLOGIA DELLE MESTRUAZIONI E DELLO SVILUPPOEtà del menarca Età media: 12 anni e mezzo, con oscillazioni dai 9 ai 16 anni. Un ritardo oltre i 16/17

anni richiede un controllo medico.Comparsa del menarca I fattori determinanti sono genetici (stessa età della madre), nutrizionali (una buona

alimentazione anticipa il menarca), ponderali, (le magre hanno il menarca più tardi).Fertilità Il menarca, segno della maturazione dell’utero, non coincide con la fertilità. Il rischio di

gravidanza nei primi anni dopo il menarca non è tuttavia da sottovalutare. Le primeovulazioni sono distanziate e irregolari perché senza ovulazione. Segnale dell’ovulazioneè la percezione del dolore mestruale.

Ruolo degli ormoni Gli estrogeni8 hanno un ruolo fondamentale nel determinare l’inizio e l’assestamentodel ciclo mestruale, lo sviluppo dei seni e la trasformazione degli organi genitali,nell’equilibrare la crescita dei peli (dovuta soprattutto agli ormoni maschili presentianche nella donna), nell’accelerazione e nell’arresto della crescita in altezza, nellaripartizione dei grassi nelle parti inferiori del corpo. Il progesterone9compare dopo leprime mestruazioni, in dosi molto basse. Due anni dopo il menarca le ovaie comincianoa secernere il progesterone in maniera più regolare.

Ovulazione Circa a metà tra due cicli mestruali un ovulo matura in una delle due ovaie; lemembrane che lo avvolgono (follicoli) si rompono e l’ovulo si sposta nell’uteroattraverso le tube di Falloppio, dove rimane vitale e pronto ad essere fecondato. Nelfrattempo le membrane rotte si trasformano in corpo luteo, una ghiandola endocrinache secerne ormoni estrogeni8 e progesterone9. La loro azione rende spugnosa la mucosainterna dell’utero, che così assorbe sempre più sangue. Se l’ovulo non viene fecondato,gli strati superficiali della mucosa si staccano eliminando così le sostanzeimmagazzinate per la crescita dell’embrione, che vengono espulse assieme all’ovulo nonfecondato nel flusso mestruale. In questo momento ha inizio la rigenerazione dellamucosa uterina.

Psicosomatica dellemestruazioni

L’imminenza delle mestruazioni è segnalata da uno stato di tensione psico-fisica e dilieve spossatezza che, salvo i casi più accentuati, rappresenta una fase naturale del ciclo.L’aumento di estrogeni8provoca un rigonfiamento dei seni e dei genitali, modificazionidella pressione sanguigna e della temperatura e infine un aumento della libido sessuale.Ci possono essere, del tutto naturali, cambiamenti di umore, nervosismo, irritabilità otendenza alla depressione e al pianto. Questa tensione tende a cessare con l’inizio delflusso mestruale. Il significato di questo evento biologico è ambivalente, e si riflette alivello inconscio nella psiche della donna: vita e morte, distruzione e rigenerazione,quindi senso di perdita, di lutto per l’ovulo non fecondato, spinta vitale per larigenerazione già in atto nell’utero. Tuttavia la vista del sangue accentua di solito ilsentimento di perdita e malinconia.

Disturbi del ciclo mestruale L’irregolarità del ciclo è normale durante la pubertà. L’ovulazione di solito diventaregolare nell’arco di un paio d’anni dal menarca. Con l’ovulazione regolare compaiono iprimi dolori mestruali (dismenorrea). Se questi si verificano già dalle primemestruazioni, è consigliabile una visita dal ginecologo, consigliabile anche in età piùavanzata, se i dolori resistono ai farmaci (possibili malformazioni). Il dolore mestrualetende ad essere accompagnato da cefalee e nausee. L’assenza di mestruazioni(amenorrea) dopo i 16 anni è dovuta in genere a una malformazione vulvovaginale, cherichiede un intervento medico. La amenorrea dopo che il flusso ha assunto una cadenzaregolare può essere sintomo di gravidanza o di stress o di anoressia mentale, che

comporta altri sintomi, quali anomalie alimentari, calo di peso, perfezionismo,iperattività sportiva e intellettuale, riti ossessivi. La menorragia (mestruazioni troppoabbondanti) durante la pubertà è quasi sempre dovuta a un funzionamento anomalodell’endometrio10 dovuto allo squilibrio nella stimolazione ormonale di estrogeni eprogesterone a causa di un sistema di regolazione ipotalamo-ipofisario ancoraimmaturo. Se l’adolescente ha iniziato ad avere rapporti sessuali, può essere sintomo dicomplicazioni di una gravidanza (intra o extrauterina) oppure di un’annessite(infiammazione degli organi genitali interni). In ogni caso è essenziale consultare ilginecologo.

TAB. 3 – FISIOLOGIA DELLO SVILUPPO SESSUALE MASCHILESviluppo ormonale Intorno agli 11 anni il tasso di testosterone6 nel sangue comincia ad aumentare, finché,

nell’arco di 2 – 4 anni, la sua concentrazione nel plasma sanguigno è pari a quella diun adulto. Il segnale che annuncia l’imminente pubertà, assieme ai caratteri secondari(cambiamento di voce, comparsa dei peli, maggiore sudorazione), è l’aumento delvolume dei testicoli (da una media di 1,8 cm

3verso i 10/11 anni, fino a 4 cm

3). Verso i

12 anni lo scroto si modifica, il pene si allunga e cominciano a spuntare i peli.Sistema nervoso e ipofisario Lo sviluppo e l’attività dei testicoli sono regolati dal sistema nervoso centrale e, in

particolare, dall’ipotalamo11 e dall’ipofisi12. Nonostante la dimensione minimadell’ipofisi, essa ha una funzione determinante nello sviluppo sessuale e nel suoequilibrio: dirige infatti l’insieme delle ghiandole endocrine sia maschili che femminili.

Stimoli celebrali Nella pubertà, il sistema nervoso centrale attiva l’asse ipofisi-ipotalamo, che si sviluppae stabilizza, provocando la stimolazione dei testicoli con le conseguenti reazioni:suddivisione delle cellule germinali13 presenti nei testicoli, espansione dei loro tubuliseminiferi e ripresa dell’attività di secrezione degli ormoni maschili.

Erezione A partire circa dagli 11 anni in poi, l’aumento di testosterone in tutto l’organismo,compreso il cervello, favorisce non solo la crescita del pene, ma rende più frequentel’erezione (che comunque è presente nel maschio già nella vita prenatale). Ma è inquesto periodo, con lo sviluppo del pene, che le erezioni diventano più frequenti eimbarazzanti. Oltre a verificarsi regolarmente nel sonno tra i 13 e i 15 anni, possonoapparire nel corso della giornata in modo del tutto inaspettato, anche in assenza diprecisi stimoli erotici.

Sperma ed eiaculazione Quando arriva a maturazione lo sviluppo dei testicoli, della prostata e delle vescicheseminali, si produce lo sperma14, che viene espulso con l’eiaculazione, accompagnata daun piacere intenso (orgasmo).

Trasformazionineuropsicologiche

L’aumento di testosterone6 nel sangue è considerato anche una causa dellamaggiore aggressività maschile in questa fase della crescita. Puòcomportare una tendenza a modi di fare violenti, tensioni e angoscearginabili non solo scaricando le pulsioni aggressive nell’attività fisica ederotica, ma anche sviluppando le nuove attitudini intellettuali allariflessione, la concentrazione e il pensiero astratto.

8. Gli estrogeni rappresentano gli ormoni femminili per eccellenza. Sono escretiprincipalmente dalle ovaie, soprattutto nella prima fase del ciclo mestruale (fasefollicolare o proliferativa) e in minima parte anche dalle ghiandole surrenali. Gliestrogeni che si ritrovano con maggiore frequenza nella donna sono l’estradiolo e

l’estrone. Gli estrogeni sono ormoni, ovvero sostanze che una volta prodotte, passanonel circolo sanguigno e svolgono una o più azioni su organi lontani, definiti organibersaglio. Ovaie, utero e mammella, che giocano ruoli fondamentali nella riproduzionesessuale, sono tre dei principali organi bersaglio degli estrogeni. Questi ormoniagiscono anche su cute e annessi cutanei, cervello, ossa, fegato, cuore e circolazionesvolgendo e regolando innumerevoli processi. Gli estrogeni agiscono sugli organibersaglio legandosi – con un meccanismo che si può definire del tipo chiave-serratura- a piccole parti specifiche presenti nelle cellule: i cosiddetti recettori per gli estrogeni.Un recettore per l’estrogeno è in parole semplici una proteina che si trova all’internosolo di quelle cellule che rappresentano cellule bersaglio per l’attività dell’ormoneestrogeno. Le proteine recettoriali contengono un sito specifico al quale soltanto gliestrogeni e pochissime altre molecole strettamente correlate possono legarsi. Tutti gliorgani bersaglio su cui gli estrogeni agiscono contengono i recettori per questiormoni, in quantità più o meno elevate in base alle necessità; altri organi e tessuti delcorpo su cui gli estrogeni non agiscono non posseggono i recettori. Quindi, quando lemolecole di ormoni estrogeni circolano nel sangue e si spostano attraverso tuttol’organismo, esercitano i loro molteplici effetti in modo mirato, ovvero soltanto sullecellule che contengono i recettori specifici per loro.

9. Il progesterone è un ormone sintetizzato dall'ovaio e dal surrene. Nella donna vienesecreto in quantità modesta dall'ovaio nella prima metà del ciclo mestruale; dopol'ovulazione, durante la seconda fase del ciclo, detta appunto luteinica o progestinica,ne produce quantità elevate. In quel momento il progesterone esercita la suafondamentale funzione permettendo la creazione delle condizioni adatte allafecondazione dell'uovo e al suo annidamento nella mucosa uterina (endometrio),eventi che costituiscono l'inizio della gravidanza.

10. L’endometrio è il tessuto di rivestimento (mucosa) della cavità interna dell’utero.11. L’ipotalamo (vedi figura 3) è una regione del cervello situata al disotto del talamo.12. Ipofisi o Ghiandola pituitaria: (vedi figura 3) Ghiandola endocrina localizzata alla base

del cervello.13. Sono cellule germinali gli spermatozoi e gli ovuli.14. Lo sperma è un liquido viscoso, costituito da grandi cellule che ne contengono altre

più piccole, dotate di grande motilità: gli spermatozoi, nei quali è custodita metà delcodice genetico che, insieme all’altra metà contenuta nell’ovulo, contribuirà a formareun nuovo essere umano al momento del concepimento.

4. – Sigmund Freud: gli stadi psico-sessuali (vedi presentazione e la voce“psicanalisi” al cap. 1)

STADIO ORALE SENSORIALE(dalla nascita a 1 anno circa)

Nel neonato tutte le attività orali sono gratificanti. L'energia libidica è investitapsichicamente nella zona erogena orale. Non sempre però è possibile soddisfare leeccitazioni (non c'è la mamma quando il neonato ha fame, il periodo dellosvezzamento, la proibizione di succhiare il dito). I genitori impongono all'infante lasoddisfazione dei propri bisogni in modi socialmente accettabili. Ne sorgonoinevitabilmente conflitti e il bambino impara presto che la vita comportafrustrazioni, dolori oltre che piaceri. Ogni bambino, per fronteggiare talifrustrazioni, sviluppa modalità proprie che saranno alla base della personalitàfutura. L'eccesso di frustrazione porta angoscia frequente, ricerca continua digratificazione orale negli anni successivi, pessimismo. La troppa gratificazione puòindurre un bambino a incontrare difficoltà a caricare psichicamente nuovi oggetti,come è richiesto da un nuovo stadio, e può indurre a una fissazione. L'evento più gravido di conseguenze per l'adulto, che avviene durante lo stadio

orale, è l'ATTACCAMENTO ALLA MADRE (oggi sono riconosciuti anche icontributi del padre). L'importanza della madre come primo e più forte oggettod'amore, secondo Freud, è particolarissima, non confrontabile, e fungerà daprototipo per tutte le successive relazioni amorose in entrambi i sessi. Finché rimanel'attaccamento neonato-madre, la separazione tra il sé e il mondo non è possibile.E' quindi proprio l'attaccamento che porta ad un sano sentimento di separatezzadalla madre. Il bambino usa il feedback offerto dalle reazioni della madre percostruire la propria concezione di sé. Come la mancanza di cure materne induceall'insorgere di problemi psicologici e di salute, fino a condurre alla morte (studi diSpitz del 1945 su bambini abbandonati in orfanotrofi), così anche è nefasto ilsovraccarico di stimoli da parte della madre. Una madre eccessivamente premurosaimpedisce al bambino di separarsi da essa anche attraverso l'uso di strumentisostitutivi (la copertina che dà sicurezza, oggetti morbidi, ecc.)

STADIO ANALE(da 1 a 3 anni circa)

Il bisogno fisiologico di defecare crea una tensione che si allevia con la defecazione;tale stimolazione anale e il soddisfacimento provocano piacere. Come nello stadioorale però, la zona erogena, oltre al piacere, provoca frustrazione e angoscia nelmomento in cui la società, rappresentata dai genitori, esige un controllo deglisfinteri e pertanto un autocontrollo. Se l'addestramento a non "farsela addosso" è particolarmente rigido o prematuro, il

bambino prova angoscia che può essere poi generalizzata ad altre situazioni dirichiesta provenienti dall'autorità esterna. Il bambino può diventare un adultoeccessivamente pulito, ordinato ed estremamente controllato o, all'opposto,disordinato, sporco e irresponsabile. Se la gratificazione e l'autocontrollo sono in equilibrio, il bambino svilupperà un Io

più maturo e pronto all'arrivo del terzo stadio, quello fallico.

STADIO FALLICO(dai 3 ai 5 anni circa)

In questa fascia d'età, piaceri e preoccupazioni sono incentrati sull'area genitale.Come per le altre aree, le stimolazioni provocano tensioni che, se alleviate,provocano piacere. Il problema sorge quando la spinta sessuale è diretta verso ilgenitore di sesso opposto.

Secondo Freud, il conflitto è più intenso nei maschi che nelle femmine. Il bambinoprova desiderio per la madre e vuole separarla dal padre; nel contempo ha paurache il padre possa castrarlo (complesso edipico). Per uscire da questa situazioneangosciosa, il bambino rimuove sia il desiderio per la madre che l'ostilità per ilpadre. Una conseguenza importante del complesso edipico è che il maschio arriva a

identificarsi con il padre, ne interiorizza le credenze, i valori, gli interessi e gliatteggiamenti. Sottoprodotti dell'identificazione sono la crescita del Super-io ecomportamenti tipici del proprio sesso. L'identificazione col padre rappresenta una ragionevole soluzione alle richieste

dell'Io e dell'Es. L'Io è parzialmente soddisfatto causa la riduzione d'angoscia, el'Es lo è parzialmente perché può avere la madre indirettamente attraverso il padre. Freud sosteneva che durante la fase fallica le bambine hanno a che fare con un

conflitto simile, ma molto attenuato: la bambina desidera il padre ma, scoprendoche questi possiede un oggetto di valore (il pene) ne prova invidia. La bambinacomincia a credere di essere stata castrata, e di questo rimprovera la madre.Tuttavia, non avendo da temere la castrazione, la bambina ha meno paura dellamadre di quanta ne abbia il bambino per il padre. La conclusione è chel'identificazione della bambina con la madre è più debole, per cui le bambinehanno una coscienza di sé inferiore ai bambini (affermazione non corroborata dallaricerca). Questa è la parte della teoria freudiana più contestata e debole.

PERIODO DI LATENZA(dai 5 anni all'inizio dellapubertà circa)

Dopo le tempeste dei primi tre stadi, subentra un periodo di calma, in cui lepulsioni sessuali sono rimosse e non emerge area del corpo che sia fonte dieccitamento. Il bambino "dimentica" le pulsioni sessuali e le fantasie dei primi annie si dedica alla scuola e ai giochi con i coetanei dello stesso sesso. Abilità cognitivee valori culturali si ampliano man mano che il bambino include nel proprioorizzonte insegnanti, vicini, istruttori, capigruppo e coetanei. L'energia sessuale èora incanalata verso interessi sociali e meccanismi di difesa contro la sessualità.L'Io e il Super-io continuano a svilupparsi.

STADIO GENITALE(adolescenza)

I cambiamenti fisiologici che avvengono durante la pubertà fanno ricomparirevigorosi gli impulsi sessuali prima repressi, e ora diretti verso la sessualità adulta.L'amore diventa più altruistico e si ha meno interesse verso l'autosoddisfacimentodi quanto avveniva negli altri stadi. La scelta del partner è influenzata dagliatteggiamenti e dal quadro sociale sviluppati negli stadi precedenti. In questo stadio di solito l'individuo conquista una struttura dell'Io solida,

che gli permette di fronteggiare le difficoltà del mondo adulto, nonostantesiano inevitabilmente presenti conflitti interni.

5. Jean Piaget: teoria degli stadi cognitivi (Vedi presentazione).È considerato il maggior teorico della psicologia dello sviluppo cognitivo. Definiscel’intelligenza come “l’interazione dell’organismo con l’ambiente”. L’intelligenza si sviluppapassando da una situazione di equilibrio, ad una di non equilibrio provocata da unconflitto. La ristrutturazione del pensiero e il ritorno ad una nuova situazione di equilibriocaratterizza lo sviluppo cognitivo. La ristrutturazione del pensiero porta ad un passaggiodi stadio. Il passaggio da uno stadio al successivo è obbligato (non ci può essere salto distadio). Il passaggio non implica solo la somma delle conoscenze acquisite, ma una lororielaborazione e contestualizzazione nel nuovo scenario della vita. Piaget fonda la suaindagine sull’osservazione dell’agire del bambino e riscontra i seguenti stadi:

Primo stadio: senso-motorio (da0 a 2 anni circa)

Da 0 ai 18 mesi circa Agisce per mezzo di riflessi innati o reazioni volontarie,percepisce il mondo esterno, coordina un’azione complessa in sequenze e, intorno ad1 anno, 1 anno e mezzo, inizia a ragionare. Da 18 ai 24 mesi circa riesce adimmaginare gli effetti di una sua possibile azione sulla realtà senza doverla compiere.Usa le parole non solo per nominare oggetti, ma anche per descrivere cose nonpresenti e raccontare quello che ha visto-fatto tempo fa. Riconosce gli oggetti anche sesono visibili parzialmente. Gioca a «fare finta» di fare qualcosa o a impersonare unruolo.

Secondo stadio: preoperatorio(da 2 a 7 anni circa)

1° fase: pre-concettuale Da 2 a 4 anni circa E’ egocentrico. Crede che tutti lo debbanocapire senza che si sforzi per comunicare. Tutto è gioco (p.es.: vestirsi o svestirsi).Idealizza e imita le persone che lo circondano perché ha fiducia in loro in quanto siprendono cura di lui. Si comporta come vogliono gli adulti. Non distingue tra uninsieme e un singolo oggetto. Se p.es. vede più rane, pensa che sia sempre la stessa.Percepisce quantità e qualità separatamente. Non relaziona tra loro concetti qualispazio, tempo, causa. Il suo ragionamento non è deduttivo (dal generale al particolare)né induttivo (dal particolare al generale) ma transuduttivo o analogico (dal particolareal particolare). P.es.: se un cane l'ha molestato, avrà paura di tutti i cani.

2° fase: pensiero intuitivo Da 4 a 7 anni circa Aumenta la partecipazione e lasocializzazione creativa e autonoma. Il confronto con autorità diverse dai genitori locostringe a processi cognitivi di generalizzazione (trasferisce le conoscenze specificheacquisite a quelle che possono rientrare nella stessa categoria).Non è capace direversibilità (es.: se gli si fanno collocare 8 fiori in 8 vasetti, dirà che il numero di fiorie vasetti è uguale. Se si raccolgono i fiori in un unico mazzo, dirà che i vasetti sono dipiù): non comprende l'invarianza o conservazione della quantità al mutare dellecondizioni percettive.

Terzo stadio: operazioniconcrete(da 7 a 11 anni circa)

Da 7 a 11 anni circa Passa dal pensiero transduttivo a quello induttivo, coordina dueazioni successive. Svolge solo concretamente le operazioni: non è in grado diragionare su dati puramente verbali.

Quarto stadio: operazioniformali (da 11 a 14 anni circa)

Da 11 a 14 anni circa Ragionamento astratto, di tipo ipotetico-deduttivo non ancora ditipo scientifico. Simula scenari diversi su ipotesi. Assimila conoscenze e le adatta alsuo vissuto. Comprende il valore di oggetti e fenomeni, la parità di diritti, relativitàdei giudizi e dei punti di vista, ecc. Esegue attività di misurazione e operazioni mentalisu simboli (operazioni matematiche e geometriche).

6. Teoria dello sviluppo cognitivo di Vygotskij e la mediazione di Bruner traPiaget e Vygotski.

Lev Semenovic Vygotskij contrappone alla matrice genetico-biologica di Piagetil contestosociale e culturale. Piaget mette in evidenza le linee evolutive generali della mente umana,Vygotskij ne esalta la differenziazione psicologica legata al contesto ambientale. La sua teoriaè costruita su 3 principi fondamentali:1) la conoscenza è sociale;2) il linguaggio regola il pensiero (concetto di stimolo-mezzo);3) l’area di sviluppo prossimale.Mentre per Piaget è nella mente che si costituisce una dimensione “ideale” di conoscenza,Vygotskij sottolinea invece, nel primo paradigma, come la conoscenza si sviluppa in funzionedi precisi contesti sociali e culturali. Pertanto secondo la sua teoria lo sviluppo cognitivo delbambino non è a sé stante ma legato alle relazioni sociali (in primo luogo con la madre).Nel secondo paradigma (relazione stimolo/mezzo), Vygotskij afferma che il linguaggio regolail pensiero. Mette in luce come un bambino che ha a disposizione adeguati mezzi cognitivi(ad esempio una famiglia stimolante) si sviluppi meglio di un altro con pochi o senza stimoli.Il terzo paradigma è una conseguenza del secondo, e indica la potenzialità che ha la mente delbambino. Un bambino messo ad interagire con un suo coetaneo di livello cognitivo superiore,tende a migliorare per giungere a quel livello. Una volta raggiunto, questo permane e diventasuo patrimonio.Jerome Seymour Bruner media tra lo sviluppo stadiale di Piaget e quello sociale di Vygotskij,nel senso che la sua teoria considera valide sia le idee di sviluppo lineare del pensiero (Piaget),che lo sviluppo di un pensiero circolare che si sviluppa in base al contesto sociale (Vigotskij).In Bruner le due teorie si integrano analogamente alla mano destra e a quella sinistra. Anchein Bruner si possono individuare 3 principi fondamentali:1. La percezione è frutto di una ipotesi mentale;2. Il pensiero costruisce tale ipotesi in base a strategie e categorie;3. La narrazione, come sviluppo e approfondimento di tali strategie e categorie.1° principio: la percezione viene formulata inconsciamente, in quanto l’uomo è dotato diintenzioni e aspettative verso il mondo esterno.2° principio: quello delle categorie, spiega come si creano queste percezioni interne. Basandosisu categorie fornite dal mondo esterno e su strategie per inserire il pensiero in tali categorie(es. penso ad una casa perché ho in mente la categorie delle case, la inserisco in una tipologia(a schiera, palazzi ecc..) in base ad una strategia mentale che mi fa scegliere alcunecaratteristiche piuttosto di altre).3° principio: quello della narrazione, presenta l’uomo come elaboratore di informazioni,narratore. Il linguaggio è il principale strumento di cui il pensiero si serve. “Le categorie sonocome dei fiori che noi cogliamo nel giardino delle storie”, storie che fanno parte del camminoculturale in cui siamo immersi. Le categorie, nel momento in cui sono narrate, sonocondivise.

Si possono individuare due concetti chiave nella teoria di Bruner: 1) l’anticipazione: l’attivitàumana è essenzialmente protesa ad uno scopo, quindi è anticipatrice; 2) la comunicazionesociale non è altro che la ricerca degli strumenti per arrivare allo scopo, strumenti costruiti(Piaget), ma forniti anche dal contesto sociale (Vygotskij).Vedi anche, per un completamento della panoramica sul cognitivismo, nel cap. 9 la teoriasociale cognitiva di Albert Bandura.

7. Erik Erikson – Gli stadi dello sviluppo sociale (Vedi presentazione)

Primainfanzia

età stadio psicosessuale(Freud)

Motricità e giochi Linguaggio Percezione epensiero

Funzioni dell'io Stadio psicosociale

0/3 mesiBenesserefisiologico

Orale sensoriale

Succhia, incorpora.Movimenti bruschi.Puri schemi motori

Ecolalia (ripetizionedi suoni) in generegutturali

Intelligenza senso-motori. Continuumspazio- temporalesoggetto-oggetto.

L’Io coincide con la difesadal malessere

Da 0 a 1 anno:fiducia/sfiducia. Primaorganizzazione visivastrutturata.

4/6 mesi:Quiete/

eccitazione

Morde e distrugge.Solleva la testa.Afferra il lenzuolo emantiene nella manoun cubo.

Gorgheggia. Inizia lalallazione.

Intelligenza senso-motoria. Comincia apercepire gli oggetticome sostanzecorporee.

Prima organizzazionepsicosociale: Io sono ciòche ricevo.

6/12 mesi:Rabbia, collera,

piacere,esultanza.

Siede senza sostegno.Si gira su un fiancoquand’è disteso. A 9mesi sta in piediappoggiandosi. Cercail battaglio nelcampanello. Inseriscel’incastro tondo nelsuo foro.

Imita i suoni ealcuni movimentidelle labbra.

Intelligenza senso-motoria. L’immaginepuò sostituire larealtà. Inizia aricordare. Sa dov’èl’oggetto se lo vedenascondere.

Fase preparatoria allamessa a fuoco dellapersonalità.

12/24 mesi.Reazioni didisgusto,

affettività, paure,gelosie.

A 15 mesi camminada solo. A 18 spingela palla col piede.Inizia a imitare. A 21scende le scale permano. Costruisce unatorre. Spinge il treno.

Inizia l’acquisizionedel linguaggio.Monologo. Assenzadi rapporti sociali.

Intelligenza senso-motoria. Oltre a usaregli schemi acquisiti, liriproduce inventandoe utilizzando mezzinuovi.

Inizio dell’identità di sé.Stabilità della memoria checontribuisce alla continuità.A 15 mesi tiene da solo ilbicchiere, a 18 chiede ilvasetto: vuoleconsiderazione.

Io sono ciò che voglio

Secondainfanzia

età stadio psicosessuale(Freud)

Motricità e giochi Linguaggio Percezione epensiero

Funzioni dell'io Stadio psicosociale

2/4 anni:espelle, rifiuta,

controlla,trattiene,possiede.

AnaleLa crescita è più

rapida nellebambine

A 3 anni prova a stares’un piede solo.Giochi a caratteresimbolico.Acquisizione dimodelli dicomportamento

Organizza illinguaggio. Adatta larealtà al suo puntodi vista.

Pensiero simbolico opreconcettuale.Distingue significati,ma crede che l’ombrasia una sostanza enon un fenomeno.

Attività razionale. Sirapporta con la realtàesterna e la organizza. Attuameccanismi di difesaadeguati ai conflitti.

Da 2 a 3 anni autonomia /vergogna. Prima messa afuoco della personiltà:identificazione ristretta.

4/6 anni: tocca,guarda, scopre ilproprio corpo.

Da 3 a 5 anni circa:fallico

Corre sempre. Giocacon palla e corda.Costruisce il treno.Tenta la piramide.

Utilizza il linguaggioper farsi intendere(linguaggiosocializzato). Parlamolto, riferiscequello che ha fatto.

Intelligenzarappresentativa.Pensiero intuitivo nonreversibile,preoperatorio.Rievoca esperienzepassate ma non sa,attraverso esse,reinterpretare l’eventopresente.

Espansione dell’Io. Siidentifica coi genitori e neaccetta l’autorità. Nasce unsenso morale. Si identificacon la società. Incorporaelementi extra familiari.

Da 4 a 6 anni: spiritod’iniziativa / sensi di colpa.Io sono ciò che immaginod’essere. Seconda messa afuoco della personalità:identificazione allargata.

Fanciullezza

6-10/11 anni:rapporti sociali,

affettività vsbambini eanimali.

Sublimazioneaffetti.

Da 5 anni allapubertà: periodo di

latenza

Modesto atletismo.Dai giochi simbolici aquelli di regole.Giochi di gruppo.

Linguaggio articolatocon sequenzeordinate. Dice quelloche pensa. Collaboracon l’interlocutore.

Operazioni concretelogico matematiche.Le operazioni sonoancora a livelloconcreto.

Immagine di sé. Idealizza leproprie qualità. Si identificacon eroi, miti. Culto dellapersonalità.

Da 6 anni alla pubertà:industriosità / inferiorità.Io sono ciò che apprendo.Terza messa a fuoco dellapersonalità: identificazionecon il gruppo dei pari.

Pubertà

11-13/14 anni.Prime

organizzazionisessuali. Estendei meccanismi disublimazione;affetti versol’altro da sé.

Genitaleprepuberale. Giochidi regole e sociali.Calci e pugni nei

maschi; in palestracorde e pertiche.

Bambine: motricitàludica complessa(es.: salto a corde

incrociate).

Usa propriamentecongiunzioni comedunque, poiché,tuttavia. Usa il seipotetico. Utilizzagiochi di parole.

Pensiero ipotetico –operazioni formali.Riesce a operarefondando supresupposti ipotetici.

Valorizzazione dell’Io. Èconsapevole della propriapersonalità. Conosce ipropri sentimenti.

Industriosità / inferiorità(vedi sopra)

Adolescenza

età stadio psicosessuale(Freud)

Motricità e giochi Linguaggio Percezione epensiero

Funzioni dell'io Stadio psicosociale

Da 14/15 a18/20 anni

AmoreGenitale: atletismoorganizzato, sport.I giochi e le provepercettivo-mentali

delle fasi precedenticontinuano.

Ha completatol’organizzazionelogico-sintattica. Uso(e abuso) dellapoesia.

Pensiero creativo. Ilpensiero diventaoriginale. Il pensieroriesce a svelare le piùintime sfumatureindividuali.

La conoscenza. Abbandonale identificazioni generiche(eroi) e le imitazioniinfantili. Nell’imitazionecerca di recuperare eacquisire qualità percompensare la suaimmaturità.

Identità – rifiuto /diffusione dell’identità.Io sono ciò che sono.

Prima età adulta

Dai 18/20 anni.Importanti

relazioni con ilsesso opposto,amicizie con lo

stesso sesso.

Genitale atletismoorganizzato, sport.I giochi e le provepercettivo-mentali

delle fasi precedenticontinuano.

Pensiero creativo. Ilpensiero diventaoriginale perchépersonale. Il pensieroriesce a svelare le piùintime sfumatureindividuali.

Accresce l’identità personalee rafforza la personalità.Consente l’accesso ai proprisentimenti e pensieri intimi,sennò si ritira inisolamento.

Intimità – solidarietà /isolamento. Quarta messaa fuoco della personalità:identificazione con sestessi e le proprie capacitàper il pieno impiegofunzionale nell’azione.

8. Teoria etologica: John Bowlby (Vedi presentazione)La moderna etologia vede la luce con la pubblicazione del saggio L'anello di re Salomone dello scienziato austriaco Konrad Zacharias Lorenz (1903-1989), che per primo parlòdi imprinting.Il primo ad introdurre nella psicoanalisi i risultati ottenuti nella moderna biologia evoluzionistica fu lo psicoanalista inglese John Bowlby (1907-1990). I suoi studi si fondanosu basi etologiche e mettono in evidenza come le emozioni di un bambino siano fortemente legate a quelle del suo essere di ri ferimento (in genere la madre). Ponendo sottoosservazione l'attaccamento dei bambini piccoli alla madre e la loro ansia di separazione, si è chiesto qual era la natura di questo legame. Ha trovato la risposta nello studio eosservazione di molte specie animali allo stato naturale, suggeritagli nei primi anni Cinquanta dalla lettura delle opere di Lorenz. Comparando l’attaccamento dei bambini allafigura di riferimento con quello analogo in molte altre specie animali, ne ha dedotto che si tratta di un comportamento innato, indotto nel corso dell'evoluzione a causa delsuo valore di sopravvivenza, dal momento che la tendenza dei piccoli a restare attaccati alla madre li proteggeva maggiormente dagli attacchi dei predatori e aumentava le loroprobabilità di sopravvivere e di trasmettere questa tendenza alla loro prole. L'attaccamento del piccolo alla madre per Bowlby è quindi un comportamento primario , e nonsecondario alla soddisfazione del bisogno di nutrimento, come riteneva Freud. La conferma empirica è fornita dalle ricerche di Harlow, psicologo americano, compiute neiprimi anni Sessanta. In questi esperimenti la piccola scimmia era separata dalla madre poco dopo la nascita ed era quindi tenuta isolata per periodi a volte molto prolungati.Successivamente venivano analizzati i disturbi del comportamento che la piccola scimmia manifestava quando era inserita in un gruppo di suoi conspecifici. In particolareveniva studiato il comportamento materno delle femmine che da piccole erano state separate dalla madre ed erano poi cresc iute in isolamento. Si dimostrarono incapaci,almeno con i primi figli, di comportarsi come madri normali. Esse si dimostravano o indifferenti o ostili nei confronti dei f igli. I piccoli compivano sforzi patetici e disperatiper avvicinare le loro madri, ma erano spesso percossi o buttati a terra. Queste osservazioni hanno permesso di classificare tre tipi di comportamento del bambino: 1) sicuro(quando il bambino ha sviluppato attaccamento per genitori che lo rassicurano se spaventato e lo incoraggiano ad esplorare ed interagire con l’ambiente), 2) insicuro inquanto ansioso-evitante (alla presenza di genitori freddi e distaccati) e, 3) insicuro in quanto ansioso-resistente (nel caso di un comportamento genitoriale imprevedibile: èallora che il bambino ha bisogno di verificare in continuazione la presenza dei genitori e la loro capacità di aiuto). Sono state fatte osservazioni s istematiche anche sulleinterazioni madre-bambino. Si è visto che le madri dei bambini sicuri mostravano una molto maggiore sensibilità ai segnali e alle comunicazioni del bambino. Le madri deibambini del gruppo 3 (resistenti) erano insensibili ai segnali, mentre le madri dei bambini del gruppo 2 (evitanti), oltre che insensibili, erano anche rifiutanti. Mary Main(1992) ha osservato un quarto tipo di attaccamento, quello disorganizzato, in cui i genitori hanno un comportamento spaventato (frightened) a causa di loro traumi nonsuperati, oppure spaventevole (frightening), cioè violento, abusivo, nei confronti dei piccoli. Attualmente si considera l'attaccamento disorganizzato come precursore dellapersonalità “borderline”.In sintesi la teoria dell’attaccamento (TdA) di John Bowlby postula che l’essere umano presenti già dalla nascita una predisposizione innata a formare legami di attaccamentocon le figure genitoriali primarie, le figure di attaccamento (FdA). Gli esperimenti di Harlow hanno mostrato come la tendenza a mantenere una vicinanza con le figuregenitoriali trovi la sua innata motivazione in una ricerca di contatto, di conforto e di protezione, più che nella ricerca di pulizia, di scarica della libido e di nutrimento,com’era sostenuto dalla psicoanalisi classica.

9. Teoria dell’apprendimento sociale (Vedi presentazione)La mente umana è capace di: 1) percepire il mondo circostante che, dal punto di vista delle informazioni, è ricco e in continuocambiamento; 2) ricordare molte informazioni sia concrete che astratte; 3) fare piani, deduzioni ed inferenze (l'inferenza è ilprocesso logico con il quale da una proposizione accolta come vera ma non necessariamente vera, si passa a una proposizione lacui verità è considerata contenuta nella prima); 4) agire appropriatamente nello spazio e nel tempo. È però anche limitata davincoli: sulla possibilità di eseguire più azioni in parallelo; sulla quantità di informazioni che possono essere elaborate in un datomomento; sulla correttezza e sulla quantità dei ricordi; sull’uso di procedure algoritmiche.L’apprendimento è sempre un cambiamento nella rappresentazione mentale dell’individuo. Ma non tutto il cambiamento èapprendimento: molte capacità si sviluppano con la maturazione, e un determinato livello di maturazione nelle capacitàcognitive e motorie può essere un prerequisito per l’apprendimento. L’apprendimento è quindi un processo che avviene inmolte forme, porta a un cambiamento, implica sotto-processi, fa riferimento a numerose capacità mentali.I sotto-processi dell’apprendimento riguardano: la codifica delle informazioni e cioè processi dal basso, guidati dai dati, checonsistono in analisi delle informazioni presenti nell’ambiente, e processi dall’alto, concettualmente guidati, che consistono inipotesi interpretative sulla base delle conoscenze acquisite precedentemente; la rappresentazione nella memoria a lungo terminee cioè il passaggio dalla memoria a breve termine (MBT) alla memoria a lungo termine (MLT). Le caratteristiche della MLTconsistono nel sapere e saper fare.Le teorie sull’apprendimento sono tante ma, nonostante la loro diversità, è possibile rintracciare assunti comuni: tutte sifocalizzano sulla teoria dell’apprendimento sociale (TAS), ma includono anche tracce della teoria dell’apprendimentotradizionale (TAT). Al contrario di Piaget e Freud, convinti che esistano interazioni tra influenze innate (biologiche) edesperienze, i teorici dell’apprendimento danno molta importanza alle influenze ambientali, pur ammettendo che la biologiapone dei limiti a quanto, quando e con quale velocità ogni specie può apprendere.L’apprendimento, definito come “un cambiamento più o meno permanente nel comportamento che ha luogo come risultatodella pratica”, è stato distinto in due tipi:1): l’apprendimento tramite condizionamento operante, che si instaura su un comportamento spontaneo (p.es.: non “consolare”un lupetto o esploratore che se ne sta isolato, ma “rinforzarlo” quando gioca o si relaziona con altri);2): l’apprendimento tramite condizionamento classico, che inizia con una connessione innata tra uno stimolo e una risposta(p.es.: la salivazione quando si pone un cibo in bocca, la suzione da parte del neonato del capezzolo, il restringimento dellapupilla quando si proietta una luce nell’occhio), cui si aggiunge uno stimolo condizionato (la vista del biberon provoca lasuzione, oppure l’associazione di un suono ad uno stimolo doloroso fa sì che, dopo ripetute esperienze, il solo suono provochipaura e dolore).Secondo i teorici dell’apprendimento sociale, dato che ogni comportamento è determinato da un condizionamento,decondizionando (cioè associando una risposta ad un altro stimolo) si possono indebolire i condizionamenti negativi fino aguarire dalle fobie. Secondo Freud però questo procedimento curerebbe solo il sintomo e non eliminerebbe le cause delproblema: se si elimina un sintomo, le cause non intaccate ne producono un altro.I teorici dell’apprendimento sociale assumono una parte della teoria freudiana, quella sottoponibile a verifica (dipendenza,aggressività, formazione della coscienza, meccanismi di difesa) e ne cercano la spiegazione nei principi dell’apprendimentofondati sullo stimolo-risposta (Pavlov). Il principio guida è che anche la personalità viene appresa.Affinché l’acquisizione di abilità, in cui consiste l’apprendimento, sia efficace, occorre che ci sia nell’individuo la convinzionedella propria capacità di fornire una certa prestazione, che i teorici dell’apprendimento chiamano autoefficacia: questaconvinzione infatti influisce sull’uso che viene fatto delle proprie abilità. L’autoefficacia influenza i comportamenti e aiuta aperseverare pur in presenza di disapprovazione degli altri. L’autoefficacia non è un tratto costante della personalità ma è unavariabile; varia a seconda della situazione e del momento nella stessa persona e nello stesso ambito di attività; viene rivalutata di

fronte a compiti nuovi o rischiosi; non è una semplice previsione del comportamento ma “genera il comportamento”. Acostruire l’autoefficacia contribuiscono la famiglia, il gruppo di pari e la scuola. C’è differenza tra autoefficacia, abilità eautostima. Mentre l’abilità consiste nella capacità di fare qualcosa, l’autoefficacia è la percezione della propria abilità di fornireuna prestazione e raggiungere un obiettivo. E’ una costruzione soggettiva esposta a distorsioni. L’autoefficacia determina il nonuso/l’uso/il buon uso delle abilità (riguarda le diversità di comportamento a parità di abilità). Certamente l’autoefficacia senzaabilità non è sufficiente per riuscire in un’impresa.Autoefficacia ed autostima non sono la stessa cosa ma si influenzano indirettamente. L’autostima infatti è un giudizio di valorepersonale, di soddisfazione di sé. L’autoefficacia può riguardare attività più o meno importanti per la soddisfazione di sé; quindipuò essere o no funzionale all’autostima, mentre l’autostima si ripercuote sull’umore e l’umore sull’autoefficacia in generale.L’individuo dotato di un’autoefficacia debole sceglierà attività “facili” e obiettivi bassi, eviterà quindi di affrontare situazioni chepossono generare insuccessi, convivrà con una sensazione generica di pericolo che genera ansia e stress. L’individuo dotato diun’autoefficacia forte non avrà timore di affrontare attività “difficili” e obiettivi ambiziosi; l’approccio sarà del tipo: “è una sfida,devo vincere”, con conseguente autostima e senso di controllo della situazione, si concentrerà sul compito assunto con unimpegno forte e costante.Per favorire l’autoefficacia mediante esperienze di successo occorre che il capo unità individui e insegni le abilità carenti negliallievi fornendo loro obiettivi specifici, stimolanti, alla portata della persona e di difficoltà crescente; occorre poi che favoriscanumerose esperienze di successo fornendo o no aiuti, a seconda delle necessità, con compiti diversificati e in vari contesti. Perfavorire l’autoefficacia intervenendo sullo stato emozionale e fisiologico occorre migliorare l’umore, anche con la qualità delrapporto all’interno della branca e con i capi; “normalizzare” i sintomi che precedono l’«attivazione» favorendo la lorointerpretazione come stato di “prontezza” ed eliminando l’«ansia di prestazione ». Per favorire l’autoefficacia mediante lapersuasione occorre essere consapevoli che la persuasione non può sostituirsi all’apprendimento e che, purtroppo, i messagginegativi sono più efficaci di quelli positivi; infine che quelli positivi devono essere realistici. Bisognerebbe poi persuaderel’allievo della sua capacità di apprendere, più che di quella di riuscire subito nell’attività in questione. Infine, i feedback positividovrebbero evidenziare i successi ottenuti in passato e il cammino fatto più che la distanza da colmare. Il capo “persuasore” èefficace quando è credibile nella sua azione persuasiva (“cosa motiva il capo a cercare di persuadermi così?”); quando èconsiderato competente ed esperto nel campo di attività in questione; quando è capace di valutare le capacità altrui. Nelpersuadere occorre fare riferimento a indicatori oggettivi e dimostrare di conoscere bene i compiti che la persona in questionedovrà affrontare nonché la sua situazione.

L’apprendimento per imitazione/osservazione.Neal Miller (1909 –2002) e John Dollard (1900 –1980), all’università di Yale, dimostrarono che uno dei più potenti fattori dellasocializzazione è l’imitazione, cioè che si tende ad imitare quando e se certi comportamenti vengono rinforzati con uncondizionamento operante. La teoria dell’apprendimento sociale rielabora così due concetti chiave della teoria freudiana:1): l’identificazione con il genitore dello stesso sesso avviene soprattutto attraverso l’apprendimento osservativo. La formazionedel Super-io (l’incorporazione dei valori, delle credenze e dei comportamenti genitoriali) quindi avviene anche attraversol’osservazione;2): i meccanismi di difesa (spostamento dell’aggressività, proiezione e regressione) vengono acquisiti mediante l’osservazione,specialmente se questi comportamenti sembrano allontanare l’infelicità o la punizione.Albert Bandura (psicologo canadese nato nel 1925) nel 1963 rivede il concetto di imitazione e dimostra che comportamentinuovi possono essere acquisiti semplicemente guardando nuovi modelli, senza un rinforzo esplicito. Un bambino, a scuola, puòimitare sia un compagno lodato dalla maestra perché ha buoni risultati, sia un bambino che non studia e la fa franca con uncomportamento impertinente. Questo processo di apprendimento è stato chiamato di rinforzo vicario.

Processo centrale dello sviluppo, per Bandura, è l’apprendimento osservativo; questo permette ai piccoli di acquisire qualunquenumero di nuove risposte in una grande varietà di situazioni in cui i loro modelli stanno semplicemente facendo i fatti loro enon tentano di insegnare alcunché ad alcuno. In questa teoria il determinismo è reciproco: l’ambiente ha influenza sul piccolo,ma i comportamenti a loro volta influenzano l’ambiente, pertanto lo sviluppo umano è una interazione reciproca continua tragli individui e i loro ambienti. Bandura descrive 3 tipi di ambiente:1) imposto (p.es.: la scuola, dove tutti i bambini sono costretti ad andare, ma è percepito diversamente dai singoli);2) selezionato (che è quella parte dell’ambiente complesso che l’individuo esperisce effettivamente, come i corsi scelti tra i tantipossibili);3) creato (quello che i bambini costruiscono con i loro comportamenti, p.es.: un bambino generoso si crea un ambiente a lui diconforto, mentre uno non generoso si crea un ambiente ostile).Bandura sottolinea come l'apprendimento non avvenga solo per contatto diretto con gli elementi che influenzano la condotta,ma come esso possa essere mediato attraverso l'osservazione di altre persone attraverso un processo di modellamento. Entroquesta prospettiva, l'accento inizia ad essere posto sulle strutture cognitive alla base dei comportamenti, in termini diaspettative, attribuzioni causali, valutazioni sulle capacità proprie ed altrui.La riflessione di Bandura sull’“autoefficacia percepita” (perceived self efficacy, 1997), segna il punto di approdo degli sviluppidella teoria dell'apprendimento sociale e la nascita della teoria sociale cognitiva.L’apprendimento osservativo (in famiglia, a scuola, nei gruppi di pari) è un comportamento molto diffuso in tutta la fanciullezzaed è un processo di socializzazione. L’insegnamento consiste nel mostrare loro comportamenti sociali desiderabili e strategie disoluzione dei problemi. L’apprendimento osservativo non ha bisogno di rinforzi: il comportamento di un modello adulto chenon viene punito è modello e rinforzo di per sé. Però, anche se il rinforzo non è necessario all’apprendimento, esso contribuisceall’autoregolazione dell’individuo.L’apprendimento osservativo può anche aiutare a superare paure o fobie. In un esperimento di Bandura svolto in una scuolamaterna, ai bambini che avevano paura dei cani si faceva vedere uno di loro che pian piano si avvicinava ad un cane e giocavacon lui. Dopo la terapia la maggioranza dei bambini dava da mangiare ad un cane sulla mano. Anche il mostrare l’avvenimentoin un film si è dimostrato efficace a ridurre le paure.Secondo la teoria moderna dell’apprendimento sociale, il contesto completo dell’apprendimento comprende tre fattori: lapersona nelle sue caratteristiche biologiche e psicologiche (P); il suo comportamento (C); l’ambiente (A). I tre fattori sonointerdipendenti, si influenzano e si controllano reciprocamente.

SEDE E DIMENSIONEDELL’ATTRIBUZIONE

ESEMPI DI ATTRIBUZIONI

Successi Fallimenti

Sede delcontrollo

Interna Ho lavorato sodo Non mi sono impegnato abbastanza

Esterna Sono stato fortunato… Non è accaduto quello che mi aspettavo

StabilitàStabile Riesco sempre agli esami! Mi agito sempre troppo

Instabile Ho previsto le domande giuste Il test era troppo difficile

ControllabilitàControllabile Il mio metodo di studio è infallibile Ho trascurato questa materia

Non controllabile Qualcuno lassù mi ama Perché tutto mi va storto

TECNICO10 - Teoria dell'elaborazione dell'informazione (Vedi presentazione)

Il termine “comunicazione” proviene dal latino communicationem, a sua volta derivato da communicare, chesignifica mettere in comune, unire, trasferire qualcosa, di materiale o immateriale, da uno all'altro. È molto diffusol’uso di “comunicazione” come sinonimo di “trasporto” (“vie di comunicazione” sono le autostrade, ferrovie, lineeaeree o navali, ecc.). La comunicazione di cui ci occupiamo è il trasferimento di informazioni, cioè il passaggio daun emittente ad un ricevente di un messaggio. In questo passaggio chi trasferisce non si priva di ciò che vienetrasferito.

Il trasferimento di informazione implica l’esistenza di un codice (linguaggio comune) che consente di trasmettere einterpretare il messaggio o testo che viene trasmesso.

Il primo che si occupò di comunicazione come trasferimento di dati fu Claude Shannon, (Usa 1916-2001). La teoriadell'informazione cui Shannon approdò sin dal 1949, pur avendo come obiettivo quello di eliminare i disturbi dallecomunicazioni telefoniche, ha profondamente influenzato gli studi seguenti su tutti i fenomeni comunicativi.Shannon distingue, all'interno di un processo comunicativo, i fattori fondamentali e separa la sfera 'tecnica' dellacomunicazione da quella relativa ai suoi contenuti semantici per migliorare la comprensione del processo. Purriconoscendo al contenuto una funzione essenziale nel processo comunicativo, osserva che "gli aspetti semanticidella comunicazione sono irrilevanti sotto il profilo tecnico. Ciò che conta è che il messaggio effettivo è stato sceltofra un insieme dei messaggi possibili".

Lo schema generale dei processi comunicativi elaborato da Claude Shannon insieme a Warren Weaver hal’obiettivo di individuare i fattori fondamentali che costituiscono il processo comunicativo:

Messaggio Segnale Segnale ricevuto Messaggio

Fonte Trasmittente Canale Ricettore Destinatario

FumareSchema della comunicazione di Shannon e Weaver

Dalla fonte proviene l'informazione; da essa proviene un messaggio che un dispositivo trasmittente trasforma insegnali; i segnali sono trasmessi da un canale fisico al ricettore che li trasforma nuovamente nel messaggio ricevutodal destinatario. La trasmissione efficace del messaggio può essere ostacolata dal rumore, cioè dalla presenza didisturbi lungo il canale che danneggiano i segnali (per esempio le interferenze elettriche o magnetiche che possonoesserci lungo un cavo di trasmissione). Lo stesso schema può essere applicato alle comunicazioni linguistiche:quando si parla con un'altra persona il cervello è la fonte dell'informazione, l'apparato vocale il trasmettitore, levibrazioni sonore il canale della comunicazione, l'orecchio dell’interlocutore il ricettore e il suo cervello ildestinatario finale del messaggio.

Il modello di Shannon e Weaver però, non permette di rappresentare esaurientemente i complessi processi di cui èfatta la comunicazione umana. Il linguista Roman Jakobson (Mosca, 1896 - Boston, 1982), ha proposto unarielaborazione dello schema comunicativo che ha avuto un grande influenza in discipline come la linguisticastrutturalista, la semiotica e la teoria della letteratura, ma che ha dato spunto anche a molti modelli adottati neglistudi sulle comunicazioni di massa.

Dice lo stesso Jakobson: “Il mittente invia un messaggio al destinatario. Per essere operante, il messaggio richiedein primo luogo il riferimento a un contesto, contesto che possa essere afferrato dal destinatario, e che sia verbale osuscettibile di verbalizzazione; in secondo luogo esige un codice interamente, o almeno parzialmente, comune almittente e al destinatario (o in altri termini al codificatore e al decodificatore del messaggio); infine un contatto, uncanale fisico e una connessione psicologica fra il mittente ed il destinatario, che consenta loro di stabilire emantenere la comunicazione”. Questi diversi fattori della comunicazione verbale possono essere rappresentatischematicamente come segue:

In questo modello (oltre ad un cambio di terminologia) viene meno la distinzione tra fonte e trasmittente da unlato e ricettore e destinatario dall'altro, e scompaiono le nozioni di segnale e di rumore.

Riassumendo, gli elementi che concorrono a realizzare un singolo atto comunicativo sono:

emittente: la fonte delle informazioni effettua la codifica dei dati in un messaggio;

destinatario: riceve il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende appieno o parzialmente o in manieradisturbata;

codice: segno, parola parlata o scritta, immagine, tono impiegato per "formare" il messaggio (un «codice» è uninsieme strutturato di segni e di regole che il mittente ed il destinatario devono condividere affinché il primo sia ingrado di formulare messaggi ed il secondo di comprenderli).

Un codice, per essere efficace e inequivocabile, deve rispondere sempre ai seguenti vincoli: ad ogni simbolo deve corrispondere uno e un solo significato

un simbolo deve veicolare lo stesso significato in qualsiasi situazione e contesto una volta definito il codice esso non può esser cambiato dagli agenti che lo utilizzano.

Ma, nella comunicazione verbale tra esseri umani, 1) la lingua consente di scambiare un numero infinito di significati,2) ogni singolo messaggio linguistico veicola molteplici significati e 3) soprattutto in una interazione linguistica ilprocesso di decodifica non è mai un confronto meccanico tra segnali ricevuti e un codice astratto ma un processo diinterpretazione in cui giocano un ruolo enorme il contesto, le disposizioni emotive e le conoscenze del destinatario.

canale: il mezzo di propagazione fisica del codice (onde sonore o elettromagnetiche, scrittura, bit elettronici);

contesto: l'«ambiente» significativo all'interno del quale si situa l'atto comunicativo (una qualsiasi frase, in contestidifferenti, assume significati opposti);

contenuto: l'oggetto della comunicazione:

contesto

messaggio

contatto

codice

destinatariomittente

feedback: il messaggio di ritorno, che consente di verificare se il messaggio è giunto a destinazione e come è statocompreso.

In realtà, anche in un monologo chi parla ottiene dalla controparte un feedback continuo, se non altro il messaggionon verbale "parla quanto vuoi, io non ti ascolto". Questo fenomeno è riassunto dal principio secondo il quale, in unasituazione di prossimità tra persone, "non si può non comunicare": perfino in una situazione anonima come in unvagone della metropolitana noi emettiamo per i nostri vicini continuamente segnali non verbali (che significanopressappoco "anche se sono a pochi centimetri da te, non ti minaccio e non intendo immischiarmi nella tua sferaintima"), e i nostri compagni di viaggio accolgono il messaggio, lo confermano e lo rinforzano ("bene; lo stesso vale perme nei tuoi confronti").

ASPETTI PROBLEMATICI DEL PROCESSO COMUNICATIVOa) Il processo di comunicazione, pur essendo formalmente cosa separata dal mezzo attraverso il quale avviene, ne

è altamente influenzato. Herbert Marshall McLuhan, sociologo fondatore della scuola di Toronto,(Canada,1911-1980) afferma provocatoriamente che "il medium è il messaggio" il che vuol dire che in unasocietà la struttura mentale delle persone e la loro cultura sono influenzate dal tipo di tecnologia di cui lasocietà stessa dispone. E’ certo comunque che se comunico con un SMS, cercherò di limitare il messaggio allostretto necessario, se utilizzo una lettera userò un tono più formale che in una telefonata: il mezzo influenza lacomunicazione, ciascuno in un modo diverso, e quindi se dei mezzi di comunicazione sono particolarmenteadatti a trattare un certo argomento, possono essere inadatti ad un altro.

b) Non è detto che il gran numero di singoli messaggi, verbali e non verbali che emettiamo in un dato momento,siano sempre congruenti tra loro. Posso dire due cose diverse con le parole e con i gesti (ad esempio dire al miorivale in amore o sul lavoro "lieto di conoscerti" con un'espressione del volto assai contrariata).

c) Non è detto che i codici linguistici, culturali (ed emozionali) sui quali vengono costruiti i messaggidell'emittente e del ricevente siano identici o congruenti: da qui la possibilità continua di equivoci,fraintendimenti, interpretazioni scorrette dei messaggi.

d) Non è detto che l'interpretazione del contesto all'interno del quale avviene lo scambio comunicativo sia sempreidentica o congruente. In un luogo di formazione, il docente potrà pensare di avere uno stile partecipativo e"democratico", mentre lo studente potrà sentirsi parte di una relazione asimmetrica e autoritaria. Da tutto ciòemerge chiaramente che la comunicazione non sempre "funziona".

Nella comunicazione interpersonale si distinguono quattro dimensioni diverse:1. contenuto (cosa comunico)2. relazione (linguaggio paraverbale: tono, pause, volume e timbro della voce, ripetizione delle stesse parole, velocità o

lentezza nel parlare, inflessioni dialettali ecc.; linguaggio non verbale: gestualità, postura, prossemica (gestione dellospazio), mimica facciale, occhi, sguardo, respirazione, aspetto (look, abbigliamento), odore.

3. rivelazione di sé: ogni volta che qualcuno si esprime rivela - volontariamente o meno - qualcosa di sé, come i tratticaratteriali o l’umore del momento.

4. appello: ciò che il parlante chiede -esplicitamente o implicitamente- alla controparte di fare.Queste quattro dimensioni sono presenti sia nella formulazione dei messaggi che nell'ascolto e nell'interpretazione deimessaggi stessi.

modello di comunicazione orizzontale

modello di comunicazione verticale

Modello di comunicazione circolareQuanto alla circolarità del processo comunicativo, esistono disturbi della comunicazione (il rumore di Shannon) cheagiscono sugli elementi che la compongono e possono interrompere questo ''flusso circolare'', causando una ''cattiva''ricezione del messaggio emesso.

I disturbi della comunicazione possono riguardare:• atteggiamento• canale/codice• ascolto• contesto/cultura

• contenuto e relazione• verbale/non verbale• stereotipi.Alcuni esempi di come agiscono i disturbi della comunicazione si possono ritrovare in:• una linea telefonica disturbata (canale)• un utilizzo di un linguaggio diverso (codice)• un messaggio costruito in modo troppo complesso per il ricevente (contenuto)• un cattivo ascolto sia da parte del ricevente che dell'emittente (ascolto)• un non superamento di stereotipi mentali e culturali (stereotipi)• uno scarso interesse a comunicare (relazione, atteggiamento)• una diversità di valori culturali (contesto/cultura).Disturbi della comunicazione si verificano anche quando uno degli attori coinvolti nel processo comunicativo si rendeconto che l'altro non risponde, non dà un feedback adeguato alla sua comunicazione.

11 contestualizzazione teorica delle varie acquisizioni - valutare e confrontare le varie teorieQuesto ipertesto non è la storia della psicologia: è stato scritto pensando alle esigenze dei corsisti e del CFQ.E’ difficile, e certamente nasce da una decisione del tutto personale, valutare le varie teorie e riportarne solo alcunesoprattutto finalizzando il giudizio al contesto cui è destinato: lo scautismo.Non è possibile oggi scindere la psicologia dello sviluppo da biologia evoluzionistica, psichiatria e psicoanalisi. Lastruttura della personalità descritta da Freud, con i correttivi posti da Erikson, è fondamentale, specie se teniamo contodelle correzioni di Bowlby, dei fattori di apprendimento sociale e, in particolare, della teoria di Albert Bandura; mentregli stadi dello sviluppo descritti da Piaget e quelli dello sviluppo fisiologico possono servirci da riferimenti indicativi nelvalutare la crescita dall’età dei lupetti ai rover/scolte.Suscita un enorme interesse la teoria del condizionamento (Pavlov e seguenti), la teoria dell’imprinting e la teoriadell’apprendimento osservativo per comprendere appieno quale può essere l’influenza che esercitiamo come formatoried educatori.La teoria dell’elaborazione dell’informazione con la correlata tecnica della comunicazione è certamente utile a chi vuolefare il capo scaut, ed è quella che più si interseca con molti dei corsi che si tengono al CFQ.Ho cercato di facilitare l’apprendimento delle varie teorie con presentazioni quasi sempre corredate da foto o disegni,che fanno parte integrante di questa tesi.

12. Il/la bambino/a nell'età da lupetto/a1. Settore affettivo-sociale

Già dagli anni che precedono la scuola elementare, con la acquisita capacità di camminare e la curiosità sempremaggiore (sono gli anni dei perché?), il bambino è sempre più avventuroso e fantasioso. La scoperta dei propriorgani sessuali lo spinge ad un confronto con quelli degli altri, del suo e dell’altro sesso. E’ spinto ad incanalare lesue energie nell’imitazione del mondo adulto. Comprende già, e sempre meglio, ciò che può e ciò che non devefare, ed è combattuto tra il seguire i suoi impulsi e seguire ciò che dovrebbe fare. Chiede conferma ed approvazioneagli adulti e desidera assumersi piccole responsabilità. Nell’età del lupetto/a si interpretano i sentimenti altrui,riuscendo a capire ciò di cui l’altro ha bisogno. Chi è altruista controlla meglio le proprie pulsioni ed ha unpercorso scolastico brillante, chi è aiutato dimostra stima e riconoscenza. Per favorire l’altruismo è sbagliatorivolgersi al bambino facendo appello a categorie che non è in grado di riconoscere o interpretare (bambini delTerzo Mondo, immigrati, malati, ecc.). In questa età l’altruismo può essere proposto in situazioni concrete, inprimo luogo con i coetanei, a condizione che non si dica solo ciò che dovrebbe essere fatto, ma anche perché (“Faigiocare anche Valentina, altrimenti resterà delusa. Come ci rimarresti te, se gli altri non ti invitassero a giocare?”).La composizione del gruppo varia a seconda delle età. Tra i 5 e i 6 anni i rapporti con gli altri hanno carattereoccasionale: i bambini si divertono ancora col gioco in parallelo o da soli. Tra i 6 anni e mezzo e i 7 e mezzo ibambini tendono a raggrupparsi spontaneamente, in maniera non formale e occasionale, senza fare distinzioni disesso o sociali. Attorno agli otto, nove anni invece i rapporti tra generi diversi si attenuano, fino a scomparire quasidel tutto sugli 11 o 12 anni: maschi e femmine sono separati da interessi, giochi e letture differenti.E’ intorno ai 9/10 anni che compaiono le bande, dove i componenti devono possedere requisiti precisi e, nellosvolgimento della vita quotidiana, si seguono rituali elaborati e segreti.

2. Settore moralePerché sia un bambino socialmente integrato, occorre che agisca secondo le regole anche in assenza dei genitori.Compare così in questi anni prima delle elementari la coscienza morale (il Super-Io). Gran parte di questomodellamento avviene attraverso l’identificazione coi genitori, secondo la teoria dell’imprinting. In questo periodoper il bambino è difficile distinguere tra fantasia e realtà, per cui spesso affermerà cose non vere pur senza direbugie.

3. Settore fisicoIl gioco è affrontato seriamente a tal punto da sembrare (ed effettivamente lo è) un lavoro. Attraverso il gioco, laripetizione e la pratica il bambino acquisisce nuove capacità, apprende, risolve i problemi con maggiore creativitàed efficienza. Usa il gioco anche per affermare se stesso, manifestare la propria natura e scaricare impulsi altrimentiproibiti (es.: aggressività). Chi ha avuto positive esperienze familiari considererà desiderabili i contatti con altribambini e tenderà naturalmente a far parte di un gruppo. Il gioco diventa collaborativo solo in coincidenza conl’entrata nella scuola elementare. Empatia (capacità di condividere le emozioni dell’altro)e socialità vanno di paripasso.

4 Settore intellettualeIn questa fase, acquisita fiducia, iniziativa e autonomia, il bambino affronta il passaggio verso l’operosità. Si unisceagli altri in un gruppo per portare un contributo, per raggiungere un obiettivo. Concentra il pensiero su “una cosaper volta”. Superando al meglio questa fase, diventerà una persona “in grado di cavarsela”, all’altezza dellasituazione. Se invece in questa fase non acquista sufficiente autoefficacia ed autostima, penserà che gli altri sianosempre più bravi di lui.(Vedi Terzo Stadio di Piaget e Fanciullezza in Erikson)

IN PRATICA: cosa deve fare un Capo per aiutare a crescere correttamente?4. Creare un’atmosfera rassicurante sia dal punto di vista fisico che emotivo.5. Valorizzare, apprezzare e accettare tutti per ciò che tentano di fare e per i loro risultati.6. Raggruppare i lupetti in base a criteri necessari e non per isolare o neutralizzare qualcuno.7. Essere consapevoli delle proprie simpatie personali e non farle emergere a discapiti degli “antipatici”.8. Seguire criteri di giudizio chiari, trasparenti e condivisi.9. Evitare la competizione, valorizzare ciascuno e abituare i meno bravi a confrontarsi con i risultati del passato

per incoraggiarli.10. Accettare il lupetto/a anche quando il comportamento non può essere approvato.11. Far sì che nelle attività il lupetto/a si diverta: ciò facilita l’apprendimento e accresce il senso di sicurezza

personale.

13. Il/la ragazzo/a e l'eta' da esploratore/trice1. Settore affettivo-sociale

L’adolescenza è un’età di passaggio, ricca di problemi e di confusione di ruoli, perché l’individuo, pur avendosuperato la fase del “bambino”, prova ad imitare e assumere il ruolo di adulto non avendo ancora gli strumentiadeguati e rimanendogli, il mondo degli adulti, sconosciuto. Non è ancora chiaro fino a dove si può spingere, cosapuò e cosa non deve fare. La sua vita è costantemente dominata dal conflitto e da grandi novità, come l’attrazioneper il sesso pur essendo ancora incerta la sua definizione di genere, un’emotività spiccata, che si accompagnaall’instabilità dell’umore, la straordinaria ricchezza dell’immaginazione, per cui l’individuo vive nella dimensionedel passato e del futuro, mostrando spesso una fragilità di adattamento alla realtà presente.

2. Settore moraleSecondo Erikson l’identità individuale è “il senso preciso e stabile di chi si è e di quali sono i propri compiti nellavita e nella società”. Poiché l’identità è unica, personale e tale da non poter essere confusa, e l’individuo è ciò chenon può essere ulteriormente divisibile, il singolo, questa condizione non è propria dell’età in cui i nostri passanodal branco al reparto. Molti psicoanalisti descrivono questa fase come un continuo scontro fra forze “regressive”,che spingono la persona a rifugiarsi nel passato di bambino, e forze “progressive” che lo spingono ad imitare eassumere il ruolo di adulto. La coscienza morale è quella che più ne risente: le certezze prima acquisite vengonocostantemente e spesso inconsapevolmente messe alla prova. Affinché l’individuo in questa fase non debba tropposoffrire nei conflitti morali, avrà bisogno di un sostegno sicuro dal mondo degli adulti (genitori, capi scaut) e,soprattutto, di esempi coerenti (il capo unità non può agire diversamente da ciò che chiede agli esploratori).Occorre aiutarlo nelle scelte senza opprimerlo, sostenerlo nell’affrontare la scoperta di ciò che è e di ciò che puòdiventare, coadiuvarlo nella crescita dell’autostima e autoefficacia.Le attività scaut in questa fase incoraggiano l’individuo all’autonomia, attraverso la divisione e l’identificazione inPattuglie nonché le riunioni d’Alta Pattuglia. E’ importante che la gestione del Reparto da parte del Capo siaequilibrata, attenta ad ogni individualità, incoraggiante. Sono assolutamente da scoraggiare comportamenti dacaserma, quali il “nonnismo” e il bullismo.(Da Eurispes 2005: Disagio infantile e adolescenziale (bullismo): tra le nuove emergenze spiccano i dati relativi albullismo: la rilevazione del 2005 evidenzia che il 42,3% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni dichiara di subire brut tischerzi, il 39,6% afferma di subire provocazioni e/o prese in giro ripetute e il 33,6% offese immotivate ripetute.Trai minori il 20,2% si dichiara minacciato da coetanei o ragazzi più grandi, il 12,6% subisce furto di oggetti e/ocibo,mentre il 4,8% viene derubato. Il 12,1% dichiara di essere stato vittima di di maltrattamenti ripetuti da partedi coetanei.)

3. Settore fisicoVedi tabella 1, 2 e 3 dello sviluppo fisico e motorio. E’ il corpo a segnalare l’avvenuta maturazione sessuale: ilmenarca nelle ragazze e la prima eiaculazione di liquido seminale nei ragazzi. Sempre sul corpo e sulla suapercezione si concentrano timori, dubbi, ansie adolescenziali. In questa fase è dominante la contraddizione tra laconsapevolezza di un corpo nuovo, imprevedibile nelle sue mutazioni ma ormai in grado di procreare e una menteancora in formazione, intrappolata nella nostalgia e i riflussi dell’infanzia e l’aspirazione a una vita adulta, allaricerca e nell’elaborazione di un’identità propria, a cominciare da quella sessuale. In alcuni questo si traduce in unaserie di esperienze precoci, una sorta di “sperimentazione”; in altri prevale un inconsapevole rifiuto del propriocorpo, quasi un disgusto di sé che li porta a censurare ogni pulsioni, rifugiandosi in una specie di “ascetismo”.Nella maggior parte dei casi è una fase di spasmodica attesa dell’«incontro» che darà inizio alla vita sessuale adulta,confortando o ribaltando l’idea di femminilità o virilità sedimentata nell’infanzia.

4. Settore intellettualeLa sua identità individuale è costantemente messa in discussione attraverso riflessioni sul percorso passato e suquello da compiere per raggiungere risultati soddisfacenti nella scuola, nel gruppo dei pari, nella conquista divalori, nella vita affettiva, sociale e sessuale. L’adolescente si trova ad attraversare spesso periodi di incertezza tra ilrimanere al sicuro nell’ambito familiare o l’uscire allo scoperto alla ricerca di indipendenza. Dai dieci anni in poiutilizza processi logici che lo portano a distinzioni sempre più sottili, coglie corrispondenze al di là delle differenzesuperficiali, stabilisce catene di causa ed effetto. Prende in esame numerosi fattori contemporaneamente e valutadiverse ipotesi. E’ in grado di pensare in termini astratti, e questo ha conseguenze non solo sull’apprendimento, maanche nelle relazioni sociali. Discute con qualsiasi adulto “autorevole”, deciso a far valere la propria posizione. Lenuove capacità cognitive lo aiutano a ricostruire l’immagine corporea di sé, arginando così l’ansia che deriva dalletrasformazioni fisiche.Con l’avvicinarsi dello sviluppo sessuale tornano i grandi perché su temi quali la vita e la morte, il bene e il male, ilmondo reale e quello ideale. Questi perché non li pongono più ai genitori, come avveniva intorno ai 3/4 anni, ma ase stessi, al gruppo di amici, ai formatori.Le bambine meno belle e dotate possono “compensare” le trasformazioni del proprio corpo che cresce in manieranon adeguata alle aspettative attraverso la seduzione, tendendo a porre questa capacità al centro della propriapersonalità, mettendo al servizio di questo potere anche l’intelligenza, la creatività la fantasia per attrarre a sé glialtri. Una personalità «seduttiva» però rischia di non dare valore a se stessa se non attraverso l’approvazione el’ammirazione degli altri: esiste solo se ha conferme dall’esterno.Un bambino cresciuto in maniera non adeguata rispetto alle aspettative (statura piccola o troppo alta, complessionegracile o obesa) si sente vittima di un’«ingiustizia della vita», è narcisisticamente ferito, aggravato da un senso di«lutto» per l’uomo che sperava di essere e non è diventato. Questa crescita deludente può essere superata solorinunciando all’immagine di sé elaborata nell’infanzia e comprendendo che la statura bassa è un handicap soloculturale. Questo «danno» può spingere il ragazzo basso a compensare intellettualmente cercando di far emergerele proprie capacità e inclinazioni, oppure vivendo di riflesso la superiorità fisica di altri stringendo alleanze con ipiù forti. I meccanismi di difesa che s’instaurano in questa fase continueranno ad agire, in maniera più o menoaccentuata, anche da grande. Uno basso può diventare scostante e altezzoso, provocatorio, litigioso o simpatico,buffonesco, amico di tutti, o decide di far leva sulla sua piccola statura rimanendo “piccolo” e attirandosi laprotezione degli altri, o infine può tendere a sovrastare gli altri ponendosi come “leader”. I soprannomi con cuispesso sono chiamati sono di grande offesa al senso di sé, e guai se anche un capo li adotta per risultare simpatico evicino al resto del gruppo. Anche il bambino “grande e grosso” ha non pochi problemi. Da bambino, quando igenitori lo hanno costretto a frenarsi nel gioco, nello sport, in ogni suo movimento o impulso per paura chepotesse far del male ai più piccoli, da grande, per la tendenza ereditata alla passività, goffaggine. Il rischio,nell’adolescenza, è che questa aggressività, a lungo repressa, esploda con una violenza di cui lo stesso ragazzo nonsi rende conto, oppure con una presunta e ostentata superiorità che lo rende inviso agli altri.Sono frequenti, oggi più che nel passato, i casi in cui un ragazzo accentua uno stile «efebico», tenda cioè adattenuare o negare la differenza di genere perché più rassicurante della diversità. Questo “stile” infatti attenua lapaura dell’altro sesso e insieme porta a controllare l’attrazione suscitata dalla diversità. E’ anche per questo che lenuove generazioni vivono i primi amori in maniera meno passionale di un tempo, ponendo anche nel rapportoamoroso in primo piano i valori che caratterizzano soprattutto l’amicizia, quali lealtà, confidenza, fiducia reciproca,condivisione di gusti, idee, progetti.

C’è poi da tener conto di un altro disagio, determinato dal troppo tempo che l’adolescente passa da solo a casa, edal conseguente senso di «solitudine».

(Da Eurispes 2005: sembra esserci quasi la tendenza ad una maggiore solitudine: sia Internet che la Tv ci diconoche bambini e adolescenti trascorrono molto tempo in un isolamento forzato, a diretto contatto con vecchi e nuovimedia. Come l’indagine ha dimostrato, risulta significativamente elevato il tempo di fruizione televisiva sia tra ibambini che fra gli adolescenti. Inoltre: è considerevole la quota di internauti: ben il 46,8%, infatti, afferma diutilizzare Internet. I bambini sembrano essere ben consapevoli delle diverse potenzialità della Rete e la usano nonsolo per divertimento ma in modo versatile: 6 bambini su 10 infatti vi cercano informazioni di proprio interesse,ma preoccupa il dato relativo all’utilizzo di Internet per la ricerca di cose proibite, una modalità che interessa l’11%del campione. L’81,1% degli adolescenti dai 12 ai 19 anni dichiara di usare Internet, in particolare per informazionidi proprio interesse (93,6%) e il 53,7% comunica tramite la posta elettronica e il 37,9% tramite chat. Ma lepotenzialità straordinarie dei nuovi apparati tecnologici mostrano anche insidie, pericoli e rischi non solo virtuali.Secondo quanto documentato dalle ricerche condotte dall’ICAA (International Crime Analysis Association), lechat-line rappresentano l’area dove si materializzano i maggiori rischi per i minori. I risultati delle sperimentazionicondotte dall’ICAA nel biennio 2003-2004 indicano che la percentuale di minori che, utilizzando le chat, ha avutoun incontro on line con un adulto (presumibilmente pedofilo) e ha intrapreso con lui discorsi su tematiche sessuali,è decisamente rilevante (13%). Dalla comunità scientifica internazionale giungono ammonimenti già da alcuni annie psichiatri e psicologi sono arrivati a parlare di “Internet Related Psychopatology”, una vera e propria malattia daabuso di computer e di telematica.)(Vedi anche la tabella di Erikson, stadio corrispondente alla pubertà, nonché il quarto stadio della tabella deglistadi cognitivi di Piaget).

14. Il ragazzo/a e l'eta' rover/scolta1. Settore affettivo-sociale

In questo stadio del percorso scaut l’individuo tende a considerarsi adulto, e vuole essere considerato ta le. Perquesto la nostra metodologia prevede un’autonomia maggiore nella Compagnia, anche nella progettazione delleattività, dalla Carta di Compagnia alle imprese, impensabile nelle altre unità. Non dobbiamo comunquedimenticarci che la crescita non è uguale per tutti, che non tutti arrivano allo stesso stadio nella stessa età, e perciòbisognerà ancora aiutare quegli individui in “ritardo” mettendo in pratica tecniche per rafforzare l’autostima el’autoefficacia, e frenare, laddove necessario, gli individui troppo “sicuri di sé”. Ricordiamoci che chi non raggiungeun chiaro senso della propria identità non diventa adulto in senso psico-emotivo, non sarà preparato ad affrontaree risolvere i nuovi problemi della vita adulta, compreso quello di trovare intimità con gli altri.Comunque una prolungata ricerca della propria identità può generare individui più autonomi, creativi e conprofondità di pensiero maggiore rispetto a quelli che risolvono superficialmente e con processi di imitazione ilperiodo di confusione proprio dell’adolescenza. I Capi, specie di questa unità, cerchino sempre di ricordarsi itravagli che l’adolescenza ha loro arrecato.

2. Settore morale e intellettualeRaggiunto un senso stabile della propria identità personale, l’individuo è in gradi di entrare in rapporti intimi congli altri. E’ ora la fase del NOI e del NOSTRO, contrapposta a quella precedente dell’IO e del MIO. Si è in gradodi far entrare nella propria intimità gli altri, nelle sfere emotiva, sessuale, psicologica e sociale. L’aspirazione piùvitale di questa età è trovare la propria strada. Lo scaut in questa fase possiede o è alla ricerca quindi di ideali epassioni, anche se lo nasconde a sé e agli altri. Con qualche difficoltà in più rispetto al passato: è difficile che abbiaalle spalle adulti che lo spingano ad una ricerca interiore, a essere piuttosto che a fare, ad avere, possedere,apparire. I capi unità si troveranno in questa fase a combattere la gerarchia dei valori sociali dominanti, dove alprimo posto c’è il denaro, il successo, l’apparenza, la furbizia e l’improvvisazione, e agli ultimi l’onestà, l’impegno,la lealtà. Le generazioni precedenti non hanno valori certi ed essenziali da trasmettere; i ragazzi oscillano perciò trail considerare il denaro come un mezzo per raggiungere una qualche autonomia o un fine che giustifica i mezzi coni quali lo si raggiunge. In quest’ultimo caso il furto e gli atti delinquenziali (grandi o piccoli che siano) nonrappresentano -come poteva avvenire in passato- una ribellione, ma un adeguamento alla morale corrente.Musica, film, letture rimangono una risorsa, ma sono sempre più i ragazzi che non si limitano a fruirne, macompongono, scrivono, suonano, disegnano, utilizzano nuovi strumenti e nuove tecnologie in maniera creativa.Conoscendo bene i ragazzi che compongono una compagnia, sarà compito del Capo indirizzarli verso un’impresache ottimizzi le capacità di ognuno finalizzandole in un risultato nel quale tutti si possano riconoscere, in una sfidache esalti le loro capacità costruttive e creative, e allontani la spinta distruttiva (di sé e della realtà che li circonda).Da Eurispes 2005: Disagio infantile e adolescenziale (alcool e droghe) Nel rapporto Espad tra le diverse sostanzestupefacenti utilizzate da studenti italiani di età compresa tra i 15 e i 19 anni, il primo posto è occupato propriodagli alcolici, che nel corso degli anni si attestano su un trend abbastanza costante, così come costante è lapercentuale di ragazzi con l’abitudine ad assumere queste sostanze. In relazione poi al consumo di droghe leggere,una parte consistente del campione tra i 12 e i 19 anni, ha nei confronti del consumo di spinelli un atteggiamentopiuttosto favorevole.Nella piena adolescenza il culmine dello sviluppo si ha quando si superano i conflitti «edipici», quel complessointreccio di sentimenti e desideri di cui si è nutrita la fantasia dell’adolescente che non riflette tanto le esperienzereali vissute nell’infanzia, quanto un mondo immaginario popolato di ombre e fantasmi, in cui la realtà della vita ei suoi protagonisti (l’adolescente e i genitori) appaiono trasfigurati dagli effetti speciali creati dall’ inconscio. Questo

è il momento in cui l’individuo acquisisce non solo l’identità sessuale, ma si gioca anche la capacità di amare e diessere amati, trovando all’esterno della famiglia un nuovo “oggetto di desiderio”.

3. Settore fisicoSe è l’anatomia a determinare il sesso della persona, l’identità di genere è determinata da come l’individuo havissuto la differenza sessuale nell’infanzia e nell’adolescenza. L’identità sessuale psicologica viene elaborata dallamente attraverso processi inconsci e si intreccia con lo sviluppo affettivo e sessuale del figlio nella famiglia e nel suorapporto coi genitori, identificandosi in quello del suo stesso sesso o rifiutandolo. L’identificazione o il rifiuto nonriguardano solo le persone reali, ma soprattutto la rappresentazione interiore rielaborata dal figlio/a.Anche quando l’identificazione è inequivocabilmente maschile o femminile (del maschio col padre e della femminacon la madre), il maschio integrerà nella sua personalità aspetti della madre e la femmina aspetti del padre. Questaidentificazione “invertita” sarà tanto più accentuata quanto più i rapporti con i genitori dello stesso sesso sono staticonflittuali. “Nell’identità sessuale di ciascuno di noi confluiscono così elementi sia maschili che femminili cheriflettono non solo il gioco delle identificazioni incrociate con i genitori, ma una predisposizione dell’essere umanoalla bisessualità, sia psichica che costituzionale. «Un certo grado di ermafroditismo anatomico è proprio dellanormalità» scriveva Freud. «In nessun individuo di normale costituzione, maschile o femminile, mancano traccedell’apparato dell’altro sesso». (da S.V.Finzi, A.M.Battistin, op. cit., pag. 211). La componente organica dellabisessualità è inoltre confermata dalla presenza di ormoni femminili (ossitocina e prolattina) nell’uomo e di ormoniandrogini nella donna (vedi Tabella dello Sviluppo Fisiologico e, in particolare, il ruolo degli ormoni FSH e LH).

GlossarioAlgoritmoE’ definito algoritmico un procedimento che consente di ottenere un risultato atteso eseguendo, in un ordineprestabilito, un insieme numericamente finito di passi semplici, dall’apparecchiare una tavola all’eseguireun’espressione algebrica.

AnsiaL'ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed èspesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto. Può esistere comedisturbo cerebrale primario oppure può essere associata ad altri problemi medici, inclusi altri disturbi psichiatrici.L'ansia sembra avere una componente cognitiva, una somatica, una emozionale e una comportamentale (Seligman,Walker & Rosenhan, 2001). La componente cognitiva comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto. Dal puntodi vista somatico, il corpo prepara l'organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d'emergenza): la pressione delsangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppimuscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e quello digestivo diminuiscono. Esternamente i segnisomatici dell'ansia possono includere pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare.

Attacchi di panicoImprovvisa comparsa di stati d'ansia incontrollabile, che può raggiungere intensità notevole, accompagnati da vissutiemotivi a connotazione angosciosa e sensazione di impotenza e di perdita delle proprie capacità di reazione. Gliattacchi di panico insorgono solitamente in ambienti e situazioni con specifica valenza emotiva per il soggetto o con uncerto potenziale stressogeno (p.es. luoghi affollati, traffico, etc.).

AggressivitàComportamento volutamente ostile con l'intenzione di danneggiare, offendere o sminuire altri (in casi particolari sèstessi) in modo tale da raggiungere obiettivi egoistici sopravvalutati. L'interpretazione delle cause varia in base allateoria adottata. Esse possono essere: Endogene: si assume l'esistenza di una pulsione evolutiva aggressiva; Condizionali:apprendimento dal successo di comportamento aggressivi; Differenziali: supporto di determinate caratteristiche, adesempio affettività o autoaffermazione o attribuzione di colpe ad altri; Psicoanalitiche: ad esempio: aggressione comeconseguenza della frustrazione; Socioteoritiche: come esercizio strumentale del potere; Cognitive: come stato di crisi insituazioni decisionali ambivalenti; Motivazionali: come combinazione emozionale insieme a ira, ansia, rabbia, etc.,oppure aggressione su comando; Teoria dell'azione: in seguito all'intensificazione di interazioni. Per eliminare o ridurrel'aggressione vengono proposti metodi sia di smantellamento (ad esempio, condizionamento avversativo di segnali diaggressione) che si ricostruzione (ad esempio: distensione. controllo dell'ira).

AngosciaSensazione di eccitazione che opprime e fa rabbrividire, dal senso passeggero di oppressione a forme di apprensione,sgomento, senso di paralisi, fino alla disperazione cronica ed al panico. Da un punto di vista psicologico si distinguel'angoscia come stato (State anxiety, tensione legata ad una forte minaccia) e come proprietà (Trait anxiety,disposizione all'angoscia indipendentemente dalla presenza di minacce). Le teorie sull'angoscia sono state sviluppatesoprattutto dalla psicoanalisi, dalla teoria dell'apprendimento e dalla psicologia cognitivista. In psicoanalisi (Freud), l'Ioè considerato un "luogo d'angoscia" al quale, attraverso segnali d'angoscia provenienti dall'esterno ("angoscia reale"),

affluiscono sensazioni d'angoscia, le pulsioni dell'Es ("angoscia nevrotica") e le minacce del Super-Io ("angoscia dellacoscienza"). Con la rimozione di avvenimenti traumatici i segnali d'angoscia possono ampliarsi in una angoscialiberamente fluttuante. Le teorie dell'apprendimento sull'angoscia si basano sia sui rapporti con un sistema nervosodebole (I.P.Pavlov) che sui legami tra riflesso condizionato e costellazioni ansiogene, fattori che in seguito possonoaccrescere quantitativamente le reazioni d'angoscia. Nella teoria cognitivista dell'angoscia si evidenziano in particolarele conseguenze emozionali dell'elaborazione individuale delle informazioni in rapporto alla percezione dell'angoscia.Questi meccanismi cognitivi si possono interpretare come una caduta del controllo interno (J.B.Rotter), comeincapacità appresa (E.P.Seligman), o come conseguenza di perdite di controllo dovute a estraneità, ostacoli delmovimento, incertezza, perdita del senso di protezione, abbandono, anticipazioni di pericoli, incertezza del futuro,disperazione, etc. Oltre agli stati cronici d'angoscia esiste anche una mancanza patologica d'angoscia, che fa ignorare imomenti di pericolo, ad esempio a causa di aggressività latente. Esiste inoltre il desiderio di angoscia come "giocare colfuoco", in cui il rischio può avere un effetto vitalizzante. L'eliminazione dell'angoscia patologica è un obiettivo di tuttigli importanti orientamenti psicoterapeutici. Si tenta inoltre di ottenere una autoregolazione dell'angoscia fondatasoprattutto sull'abitudine ai segnali d'angoscia.

Apprendimento: un cambiamento più o meno permanente nel comportamento che ha luogo come risultato dellapratica.

AsteniaE’ un sintomo aspecifico presente in numerose condizioni morbose. Il nome deriva da un termine medico di originegreca: “astenos” significa infatti privo di forza. Consiste nella riduzione della forza muscolare al punto che i movimenti,anche se effettivamente possibili, sono eseguiti con lentezza e con poca energia. Può non essere associato ad alcundolore. Il soggetto si sente spossato e privo di forze senza necessità di una patologia specifica. Sinonimo didebilitazione. Tipicamente associato a forme di patologia mentale molto diffuse tra la popolazione quale la sindromedepressiva. È stata recentemente definita la Sindrome da affaticamento cronico di cui l'astenia oltre che esserne sintomocaratteristico è anche l'unico sintomo e per questo è stata scambiata erroneamente in passato con forme di depressionementale.Attaccamento: è proprio dei bambini piccoli alla madre e determina la loro ansia di separazione, Bowlby si è chiestoqual era la natura di questo legame e ha trovato la risposta nello studio e osservazione di molte specie animali allo statonaturale. Comparando l’attaccamento dei bambini alla figura di riferimento con quello analogo in molte altre specieanimali, ne ha dedotto che si tratta di un comportamento innato, indotto nel corso dell'evoluzione a causa del suovalore di sopravvivenza, dal momento che la tendenza dei piccoli a restare attaccati alla madre li proteggevamaggiormente dagli attacchi dei predatori e aumentava le loro probabilità di sopravvivere e di trasmettere questatendenza alla loro prole.Autoefficacia: convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione e raggiungere certi obiettivi. Non è untratto costante della personalità ma è una variabile; varia a seconda della situazione e del momento nella stessa personae nello stesso ambito di attività; viene rivalutata di fronte a compiti nuovi o rischiosi; non è una semplice previsione delcomportamento ma “genera il comportamento”. A costruire l’autoefficacia contribuiscono la famiglia, il gruppo di parie la scuola. E’ una costruzione soggettiva esposta a distorsioni. L’autoefficacia determina il non uso/l’uso/il buon usodelle abilità (riguarda le diversità di comportamento a parità di abilità), ma l’autoefficacia senza abilità non è sufficienteper riuscire in un’impresa. Autoefficacia ed autostima non sono la stessa cosa ma si influenzano indirettamente.L’autostima infatti è un giudizio di valore personale, di soddisfazione di sé. L’autoefficacia può riguardare attività più o

meno importanti per la soddisfazione di sé; quindi può essere o no funzionale all’autostima, mentre l’autostima siripercuote sull’umore e l’umore sull’autoefficacia in generale.

BorderlineIl disturbo borderline di personalità è caratterizzato da un vissuto emozionale eccessivo e variabile, e da instabilitàriguardanti l'identità dell'individuo. Uno dei sintomi più tipici di questo disturbo è la paura dell'abbandono. Si osservain questi pazienti la tendenza all'oscillazione del giudizio tra polarità opposte, un pensiero cioè in "bianco o nero",oppure alla "separazione" cognitiva ("sentire" o credere che una cosa o una situazione si debba classificare solo trapossibilità opposte; ad esempio la classificazione "amico" o "nemico", "amore" o "odio", ecc..). Questa separazione nonè pensata bensì è immediatamente percepita da una struttura di personalità che mantiene e amplifica certi meccanismiprimitivi di difesa.La caratteristica dei pazienti con disturbo borderline è, inoltre, una generale instabilità esistenziale. La loro vita ècaratterizzata da relazioni affettive intense e turbolente che terminano bruscamente, e il disturbo ha spesso effetti moltogravi provocando "crolli" nella vita lavorativa e di relazione dell'individuo.Il disturbo viene descritto sinteticamente come: patologia grave caratterizzata da instabilità pervasiva dell'umore, dellerelazioni interpersonali, dell'immagine di sè, dell'identità e del comportamento, e una più generale anomalia nellapercezione del senso di sè.

CognitivismoLa psicologia cognitiva è oggi una scienza fortemente multidisciplinare, che si avvale dei metodi, degli apparati teorici edei dati empirici di numerose altre discipline, tra le quali: la psicologia, la linguistica, le neuroscienze, le scienze socialie della comunicazione, la biologia, l'intelligenza artificiale e l'informatica, la matematica, la filosofia e la fisica.Dal punto di vista filosofico, la psicologia cognitiva assume la posizione ontologica del realismo critico, secondo laquale viene accettata l'esistenza di una realtà esterna strutturata, ma allo stesso tempo viene rifiutata la possibilità diconoscerla completamente. Questa premessa teorica lo distingue nettamente dal movimento comportamentista:l'oggetto di studio non è più (soltanto) il comportamento umano, bensì gli stati o processi mentali, precedentementeconsiderati interni ad una black box (o scatola nera) insondabile e non conoscibile scientificamente.Tale presa di posizione nei confronti dello studio dell'attività mentale si traduce concretamente nell'affermarsi dellaconcezione di comportamento umano come risultato di un processo cognitivo di elaborazione delle informazioniarticolato e variamente strutturato. http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_cognitiva

Cognitivismo sociale (Bandura)

Complesso di inferiorità L'espressione "complesso di inferiorità" evidenzia le debolezze presenti in ogni individuo,siano esse reali o immaginarie, fisiche, psichiche o sociali, e mette inoltre in rilievo la forte tendenza alla ricerca dellaperfezione e della totalità.Comportamentismo (o Behaviourismo o psicologia comportamentale) è un approccio alla psicologia, sviluppato daJohn Watson agli inizi del XX secolo, basato sulla considerazione che il comportamento esplicito è l'unica unità dianalisi possibile dello psichismo umano. I costrutti teorici utilizzati fino a quel momento sembravano a Watson troppoesposti al rischio di soggettivismo; l'unica possibilità, secondo lui, per giungere ad uno studio realmente scientifico delcomportamento umano consisteva appunto nell'escludere a priori il costrutto teorico di mente, per focalizzare la ricercasperimentale solo sui comportamenti manifesti. La mente viene quindi considerata una sorta di black box, una scatola

nera il cui funzionamento interno è inconoscibile e, per certi aspetti, irrilevante: quello che importa veramente per icomportamentisti è giungere ad un'approfondita comprensione empirica e sperimentale delle relazioni tra certi tipi distimoli e certi tipi di risposte comportamentali.All'interno di questo ampio approccio, viene posta enfasi su particolari aspetti. Uno degli assunti principali è ilmeccanismo del condizionamento, in base al quale l'associazione ripetuta di uno stimolo, detto stimolo neutro, con unarisposta che non è ad esso direttamente correlata, farà sì che, dopo un periodo di tempo, a tale stimolo segua la rispostacondizionata. Ad esempio nell'esperimento di Ivan Pavlov, il primo autore che ha identificato il meccanismo, si facevaprecedere alla somministrazione del cibo a dei cani un suono; con il tempo il cane apprende che, dopo il suono, gliverrà fornito il cibo; a seguito del condizionamento, il suono di per sé generava la salivazione del cane. Lo stimoloneutro, non in grado di determinare la risposta condizionata -la salivazione-, dopo tale ripetuta associazione, determinala risposta condizionata. Alcuni comportamentisti sostengono semplicemente che l'osservazione del comportamento è ilmodo migliore, o il più conveniente, per investigare i processi psicologici e mentali. Alcuni ritengono che sia in realtàl'unico modo per indagare tali processi, mentre altri sostengono che il comportamento stesso sia l'unico soggettoappropriato della psicologia. I sostenitori di questo punto di vista talvolta fanno riferimento al loro campo di studiochiamandolo analisi comportamentale, psiconomia o scienza comportamentale, piuttosto che psicologia.http://it.wikipedia.org/wiki/Comportamentismo#Antecedenti_storici_e_premesse_teoriche

Condizionamento (vedi Comportamentismo, I. Pavlov)

Condizionamento operante (apprendimento tramite): si instaura su un comportamento spontaneo (p.es.: non“consolare” un bambino che se ne sta isolato, ma piuttosto “rinforzarlo” quando gioca o si relaziona con altri).

Condizionamento classico (apprendimento tramite): inizia con una connessione innata tra uno stimolo e una risposta(p.es.: la salivazione quando si pone un cibo in bocca, la suzione da parte del neonato del capezzolo, il restringimentodella pupilla quando si proietta una luce nell’occhio), cui si aggiunge uno stimolo condizionato (la vista del biberonprovoca la suzione, oppure l’associazione di un suono ad uno stimolo doloroso fa sì che, dopo ripetute esperienze, ilsolo suono provochi paura e dolore)

ConversioneSi indica con tale termine la trasformazione di un conflitto psichico in sintomo fisico delegato a rappresentare unconflitto simbolico intrapsichico o l'appagamento di un desiderio.

DepersonalizzazioneStato di alterazione della percezione di se stessi e del riconoscimento della propria identità; sensazione di estraneità a sestessi nell'ambito di un vissuto a connotazione angosciante che può presentare, nei casi più gravi, correlate sensazionidi dis-percezione corporea ed alterata percezione del tempo e/o dello spazio.

DeprivazioneIn psicologia clinica questa definizione indica una delle cause principali dei disturbi psichici. Si suppone che esista unmeccanismo per cui una carenza di cure o di stimoli da parte dell'ambiente condurrebbero a uno sviluppo psichicoinsufficiente, che non può venire recuperato o riequilibrato in seguito. Vi si contrappongono esperienze diautostimolazione che non permettono uno stato psichico carente. Perciò attualmente il concetto teorico di deprivazione

è ancora poco chiaro. Non tutte le forme di ritiro dalla vita sociale portano all'insorgenza di disturbi psichici. Una seriedi situazioni di deprivazione sono considerate particolarmente pericolose: mancanza della madre, isolamento,ospedalizzazione, perdita del partner, disoccupazione, autoalienazione, frustrazione di bisogni centrali, perdita delretroterra culturale, retrocessione di status, danni alla socializzazione, isolamento nella vecchiaia.

DissociazioneProcesso per cui determinati pensieri, atteggiamenti o altre attività psicologiche perdono la loro normale relazione conaltre attività o con la restante personalità, si scindono e funzionano in modo più o meno autonomo. In tal modopensieri, sentimenti ed atteggiamenti incompatibili dal punto di vista della coscienza possono convivere senza che siproduca un conflitto tra di essi. Uno stato dissociativo cronico è da considerarsi patologico: p.es. la dissociazionesistematica tra affetto e pensiero, quale quella che si incontra nei gravi disturbi schizofreniformi, è indice di una alteratamodalità di funzionamento psichico che si riflette negativamente nel rapporto con sè stessi e con gli altri.

Disturbo bipolareUn tipo di disturbo psichico ad andamento fasico con manifestazioni di natura alterna maniacale e depressiva (anche"psicosi maniaco-depressiva).

Disturbi di personalitàForme di disadattamento della condotta profondamente radicate generalmente riconoscibili sin dall'adolescenza oanche prima, e che persistono per la maggior parte della vita adulta, sebbene diventino spesso meno evidenti nell'etàmedia o avanzata. La personalità è anormale sia nell'equilibrio o nella qualità ed espressione delle sue componenti sianelle sue caratteristiche globali. A causa di questa deviazione o psicopatia la persona soffre e vi sono effetti sfavorevoliper l'individuo o per la società. Comprende quella che spesso è chiamata personalità psicopatica, ma se questa èdeterminata primariamente da una alterazione cerebrale, dovrebbe essere classificata come sindrome cerebrale organicanon psicotica. Quando si presenta una anomalia della personalità direttamente correlata ad una nevrosi o ad unapsicosi, per esempio personalità schizoide e schizofrenia o personalità anancastica e nevrosi ossessivo-compulsiva,dovrebbe essere diagnosticata anche la nevrosi o la psicosi correlata che appare in evidenza.

EmozioneE’ una caratteristica prevalentemente umana che implica una reazione cognitiva e fisica, prevalentemente improvvisa,ad uno stimolo.L'emozione, specialmente quando intensa, può provocare alterazioni somatiche diffuse. Può determinare l'accresceredelle pulsazioni cardiache, l'aumento della sudorazione, l'aumento del ritmo respiratorio e l'affanno, il tremore degliarti.L'emozione ha altresì effetto sugli aspetti cognitivi, può causare diminuzioni nella capacità di concentrazione,confusione, smarrimento, allerta, e così via. L'emozione altera anche la sfera comportamentale dell'individuo. Leemozioni primarie sono sei: 1. la collera (o ira); 2. la tristezza; 3. la paura; 4. la gioia; 5. la sorpresa; 6. il disgusto.Secondo vari autori, dalla combinazione di queste sei derivano le altre (secondarie o complesse): l'amore; la vergogna;l'ansia; la rassegnazione; la gelosia; la speranza; il perdono; l'offesa.

EtologiaDal greco êthos, che significa carattere, costume, è la scienza che studia il comportamento degli animali nel loroambiente naturale. In passato costituiva una branca della zoologia e più sommariamente della biologia generale. Lamoderna etologia, considerando l'uomo come una specie animale, studia i comportamenti umani facendo riferimentonon soltanto a fattori di origine sociale, come fa la sociologia, oppure a fattori di tipo cognitivo e psicologico, come fala psicologia, ma anche a fattori biologici. Questo filone è detto "Etologia umana”.

FobiaTimore abnorme di natura solitamente irrazionale nei confronti di uno specifico oggetto, situazione o attività chespinge il soggetto ad evitarli in maniera drastica; qualora l'evitamento non riuscisse si produrrebbe uno stato ansiosointenso o un disturbo panico. Alcune forme comuni sono la claustrofobia, l'agorafobia, la zoofobia, etc.

“Imprinting”Il termine, in inglese, significa impronta, e si riferisce all'atto di stampare qualcosa, di impressionare, come fa lapellicola fotografica, lasciare un’impronta. Nell’etologia il termine fa riferimento ad una fase precisa dello sviluppo delpiccolo, caratterizzata da una forte predisposizione a ripetere e memorizzare ogni tipo di esperienza con il genitore ouna figura sostitutiva: tutto quello che accade, tutti gli stimoli visivi, olfattivi, uditivi, tutti i legami che nascono inquesto arco di tempo resteranno per sempre stampati nella memoria e condizioneranno il carattere ed ilcomportamento, le relazioni sociali e le scelte sessuali. Si tratta in altri termini di una forma particolare diapprendimento, che nasce e si svolge in una fascia temporale precisa e limitata, e lascerà la sua impronta nel resto dellavita.

InconscioCon il termine inconscio S. Freud intendeva un complesso di processi, contenuti ed impulsi che non affiorano allacoscienza del soggetto e non sono quindi controllabili razionalmente. Il termine inconscio nel pensiero di S. Freud siriferì dapprima ad una parte della mente in cui si trovano i contenuti psichici rimossi, per poi passare ad indicare icontenuti stessi che possono riaffiorare nei sogni in forma simbolica, o manifestarsi come atti mancati, come i lapsus ele distrazioni. Freud afferma che nella nostra psiche esiste una dimensione inconscia e irrazionale, in cui si annidanouna serie di istinti e desideri (per lo più di natura sessuale) il cui contenuto non si manifesta a livello cosciente, ma lacui soddisfazione è necessaria, pena il manifestarsi di disturbi del comportamento più o meno gravi.

L’inferenza è il processo logico con il quale da una proposizione accolta come vera ma non necessariamente vera, sipassa a una proposizione la cui verità è considerata contenuta nella prima.

Inibizione sociale Indica la mancanza o la debole presenza di determinati tipi di comportamento rispetto ai proprisimili, in genere aggressivi.

Introspezione (Anche auto osservazione, osservazione dell’esperienza). Un metodo di osservazione in cui l’osservatorevolge coscientemente l’attenzione ai propri processi psichici.

Introverso Natura lenta, riflessiva, ritirata, che evita gli oggetti, si pone facilmente sulla difensiva, guarda con sospetto.

IpocondriaDisturbo nevrotico in cui la caratteristica principale è l'eccessiva preoccupazione per la propria salute in generale o perl'integrità e la funzionalità di qualche parte del proprio corpo, meno frequentemente, per la propria mente.

IsteriaMalattia mentale nella quale si manifesta sia un restringimento del campo di coscienza sia un disturbo delle funzionimotorie e sensoriali e che sembrano poter comportare un vantaggio psicologico o un valore simbolico. L'isteria tendead essere caratterizzata da fenomeni di conversione e la sintomatologia tende spesso a caratterizzarsi come rispostaall'ambiente o a reazioni emozionali opprimenti ed apparentemente inaffrontabili dal soggetto. Il confine con lasimulazione è spesso molto labile.

Libido Secondo la teoria psicoanalitica la libido è l'energia sessuale dalla quale l'uomo viene attivato a trarre piaceredalle zone erogene del corpo. In psichiatria la libido viene intesa, invece, in senso più generale ed identifica la totalitàed il grado dell'interesse amoroso o genitale dell'individuo.

MBT: Memoria a breve termine

MLT: Memoria a lungo termine

Meccanismo di difesaProcedimento psicologico di natura solitamente inconscia cui l'individuo ricorre per proteggersi da ansia, angoscia,conflitti emotivi, stress psicofisici e fattori ambientali. I meccanismi di difesa sono molteplici (p.es.: rimozione,soppressione, negazione, proiezione, scissione, etc..) ma ognuno di essi -se utilizzato troppo frequentemente ed inmodo rigido- risulta disadattativo, poiché viene impedito un più adeguato contatto con la realtà. Alcuni m.d.d.(negazione, proiezione, scissione..) sono costantemente presenti in maniera massiccia nelle psicopatologie di entità piùgrave (disturbi paranoidei, forme schizofreniche, psicosi di vario tipo).

NarcisismoCon questo termine si indica la tendenza ad ammirare le proprie azioni ed i propri attributi corporei. Il narcisismo nonviene considerata una forma di perversione, in quanto non si riferisce ad una soddisfazione sessuale ma può, anche inun normale sviluppo, far di se stesso l'oggetto d'amore.

Nevrosi Disturbo psichico di media gravità. E' in relazione con il disturbo comportamentale, di entità più lieve, con lapsicosi (più grave) ed è distinta dalle sindromi borderline poste fra nevrosi e psicosi. Il concetto venne introdotto allafine del 1700 per indicare disturbi per i quali era impossibile indicare cause organiche e nel corso del tempo subìdiverse trasformazioni. S. Freud, sulla cui teoria delle nevrosi si basa ancora oggi la scuola psicoanalitica, distinsequattro tipi di nevrosi: le nevrosi d'angoscia, le fobie, le nevrosi ossessive e l'isteria. Nel manuale diagnostico e statisticodei disturbi psichici (DSM IV), largamente usato, sono elencate isteria, fobie, disturbi anancastici (depressionemaggiore o ossessione), nevrastenici e ipocondriaci, depressioni distimiche (la depressione è distimica quando l’umoreè depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni per almeno 2 anni. Il distimico, quando è depresso,presenta due (o più) dei seguenti sintomi: 1. scarso appetito o iperfagia; 2. insonnia o ipersonnia; 3. scarsa energia oastenia; 4. bassa autostima; 5. difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni; 6. sentimenti di disperazione),

sindromi d'angoscia generalizzate, disturbi dissociativi e sindromi dolorose psicogeniche. Il disturbo nevrotico è undisturbo mentale senza base organica dimostrabile, nel quale il paziente può avere una considerevole introspezione e haun contatto con la realtà non alterato, in quanto in genere non confonde le proprie esperienze e fantasie patologichesoggettive con la realtà esterna. Il comportamento può essere notevolmente alterato, per quanto in genere rimangaentro limiti sociali accettabili. La personalità non è disorganizzata. Le principali manifestazioni comprendono eccessivaansia, sintomi isterici, fobie, sintomi ossessivi e compulsivi e depressione. Nonostante la definizione di nevrosi sia vagae la sua spiegazione sia tanto complessa, questo concetto comprende un gruppo osservabile di stati psichici dolorosi chenon vengono coperti da altre definizioni.

ParanoideTermine descrittivo che indica o idee dominanti patologiche o idee deliranti di autoriferimento che riguardano uno opiù temi diversi, soprattutto persecuzione, amore, odio, invidia, gelosia, onore, litigio, grandezza e soprannaturale. Puòessere associato con una psicosi organica; una reazione tossica; una condizione schizofrenica; una sindromeindipendente; una reazione ad uno stress emotivo o a un disturbo della personalità.

PerversioneCon tale termine viene indicato un comportamento sessuale aberrante ed illegittimo. Fra le perversioni si annoveranola bestialità, l'esibizionismo, il feticismo, il sadismo, il masochismo mentre ne sono esclusi la violenza carnale, l'incestoe la promiscuità. La teoria psicoanalitica ritiene che la perversione sia presente nel bambino ("perverso polimorfo")come una normale tappa dello sviluppo sessuale mentre la presenza di tali patologie nell'adulto indica un arresto dellosviluppo della personalità e della sessualità e la sua fissazione ad uno stadio pregenitale. Le perversioni sono, in ognicaso, un costante fattore di disturbo della normale energia sessuale (libido).

ProiezioneE’ un meccanismo interno di difesa. Questa (falsa) percezione aiuta in genere a diminuire l’angoscia per le notevolipossibilità di soddisfazione del motivo non più appagabile o vietato, oppure a conseguire una rinunzia allasoddisfazione di questo motivo proprio in modo più efficace di quanto non sarebbe possibile senza proiezione.

Psicastenia Disturbo della sfera nevrotica letteralmente traducibile come "mancanza di energia psichica"; caratterizzatoda un abbassamento complessivo delle funzioni mentali di origine non organica ma collegato a problematiche di naturaessenzialmente psicoaffettiva ed accompagnato da atteggiamenti di eccessiva dubbiosità ed indecisione.

Psicofarmaci Sostanze chimiche di diverse specie, naturali o sintetiche, che nei loro effetti principali sono psicotrope,cioè agiscono sul SNC, producendo mutamenti del comportamento e delle esperienze interiori, attualmente inprevalenza reversibili. Neurofisiologicamente essi agiscono in gran parte selettivamente nelle diverse zone del SistemaNervoso Centrale ( p.es. sistema limbico, sistema reticolare, talamo, corteccia cerebrale;) e interagiscono con diversesostanze neuroumorali. Psicologicamente ne sono interessati soprattutto gli aspetti motivazionali ed emozionalidell’apprendimento e della memoria, nonché quelli integrativi del comportamento. Gli psicofarmaci vengono suddivisigrosso modo, in base a criteri psicologici e clinico-terapeutici, in: ipnotici, stimolanti, neurolettici, antidepressivi,tranquillanti e psicotomimetici.

Psicosi

Termine usato per un gruppo eterogeneo di condizioni che hanno in comune una grave alterazione delle funzionimentali (escluso il ritardo mentale) associata ad un disturbo del contatto psicologico con la realtà ed in genere acomportamento sociale aberrante. I disturbi della coscienza, della memoria, dell'umore, della percezione, del pensiero odel comportamento psicomotorio sono manifestazioni cliniche preminenti che dipendono dalla natura della psicosi el'introspezione è spesso notevolmente carente. La forma aggettivale "psicotico" è spesso usata in senso puramentedescrittivo per indicare la presenza di certi sintomi come idee paranoidi, allucinazioni e disturbi del pensiero. Da unpunto di vista etiologico le psicosi sono generalmente suddivise in forme con malattia fisica evidente che interessa lefunzioni cerebrali (psicosi organiche) e forme con patologia strutturale o metabolica indeterminata (psicosi funzionali oendogene).

RimozioneTermine utilizzato in ambito psicoanalitico che individua uno dei meccanismi di difesa intrapsichici diretti solitamenteal controllo della propria vita affettiva nel rapporto con le esigenze della realtà esterna. Il concetto classico di rimozioneimplica una visione dinamica della struttura di personalità di tipo conflittuale, e presuppone una istanza rimovente edun contenuto rimosso sulla base di determinati valori, convinzioni, credenze del soggetto, collegati comunqueall'aspetto pulsionale (p. es.; la difesa dell'Io da pulsioni "disturbanti" per l'assetto di personalità che vengono respinte efissate nella sfera inconscia).

Rinforzo vicario: è un processo di apprendimento in cui comportamenti nuovi possono essere acquisiti semplicementeguardando nuovi modelli, senza un rinforzo esplicito. Un bambino, a scuola, può imitare sia un compagno lodato dallamaestra perché ha buoni risultati, sia un bambino che non studia e la fa franca con un comportamento impertinente.

SchizofreniaE’ una forma di malattia psichiatrica caratterizzata da un decorso superiore ai sei mesi (spesso cronica), e dallapersistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'emozione, di gravità tale da limitare lenormali attività della persona. Il termine deriva dal greco σχίζω (schizo, scissione) e φρενός (phrenos, cervello). Èda tenere presente che schizofrenia è un termine piuttosto generico che indica una classe di disturbi, tutti caratterizzatida una certa gravità e dalla compromissione del cosiddetto "esame di realtà" da parte del soggetto. Nella maggioranzadei casi vi è anche una apparente disorganizzazione o incoerenza del pensiero. A questa classe appartengono quadrisintomatici e tipi di personalità anche molto diversi fra loro, estremamente variabili per gravità e decorso.

Sintomo di conversionePerdita o alterazione non simulata della motricità volontaria e del sistema sensoriale, la cui genesi risiede inmotivazioni psicologiche ed in problematiche di natura affettiva; trasformazione di un conflitto psichico in sintomofisico che interessa il sistema motorio e sensoriale.

SocievolezzaAnche istinto gregario. E’ il desiderio di rimanere in rapporti amichevoli con gli altri, o di partecipare con essi adattività comuni.

Stress

Un termine introdotto nella fisiologia umana da Cannon all'inizio degli anni 20 per indicare tutti gli stimoli fisici,chimici, emozionali che superano una certa soglia critica e interrompono un equilibrio interno dell'organismo. Nella"sindrome generale di adattamento" descritta da Selye (1950) il termine ha modificato il suo significato ed è diventatoun denominatore comune per le risposte non specifiche dell'organismo a tali stimoli. Nell'uso corrente viene utilizzatoin modo intercambiabile per descrivere vari stimoli avversi di intensità eccessiva; le risposte fisiologiche,comportamentali e soggettive ad essi; il contesto che media l'incontro tra l'individuo e gli stimoli stressanti; o tuttiquesti concetti insieme. Il termine è abusato e dovrebbe essere utilizzato più cautamente.

TAS: Teoria dell’apprendimento sociale

TAT: Teoria dell’apprendimento sociale

Illustrazioni:

1. Ghiandole endocrine

2. Apparato genitale femminile 3. Apparato urinario maschile

4. Ipotalamo e ipofisi 5. Apparato sessuale maschile

6. follicoli ovarici 7. ciclo mestruale

BIBLIOGRAFIA e RIFERIMENTI:Cap. 1 - Cos'è la Psicologia?- Patricia H. Miller, Teorie dello sviluppo psicologico, Bologna, il Mulino, 2004- M.Farnè, F.L. Sacco, La psicologia nella vita quotidiana, Bologna, Zanichelli, 2005- Enciclopedia Garzanti di filosofia e epistemologia, logica formale, linguistica, psicologia, psicoanalisi, pedagogia,antropologia culturale, teologia, religioni, sociologia, Consulente: Gianni Vattimo, Milano, Garzanti,1982- http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_della_Gestalt

Cap. 2 - Le questioni generali della psicologia dello sviluppo, cenni storici, teorie e metodi di indagine.- Marina Pinelli, Dipartimento di Psicologia dell’Università di Parma. http://www2.unipr.it/~mpinelli/;- http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia;- Mario Farnè e Franca Lina Sacco, La psicologia nella vita quotidiana, Zanichelli, Bologna, 2005;- http://ssis.unitn.it/didattica/insegnamenti/corsi/145/ .

Cap. 3 - Le basi biologiche e lo sviluppo fisico e motorio.- S. Vegetti Finzi, A. M. Battistin, L’età incerta. I nuovi adolescenti. Milano, Oscar Saggi Mondadori, 2004.

Cap. 4 - Sigmund Freud: gli stadi psico-sessuali- Patricia H. Miller, Teorie dello sviluppo psicologico, Bologna, il Mulino, 2004

Cap. 5 - Jean Piaget: teoria degli stadi cognitivi- Patricia H. Miller, Teorie dello sviluppo psicologico, Bologna,il Mulino, 2004

Cap. 6 - Teoria dello sviluppo cognitivo di Vygotskij e la mediazione di Bruner tra Piaget e Vygotski.- Patricia H. Miller, Teorie dello sviluppo psicologico, Bologna, il Mulino, 2004

Cap. 7 - Erik Erikson – Gli stadi dello sviluppo sociale- Patricia H. Miller, Teorie dello sviluppo psicologico, Bologna,il Mulino, 2004

Cap. 8 - Teoria etologica: John Bowlby- http://www.ecomind.it/ansia_panico_fobie/teoria_dell'attaccamento.html- http://it.wikipedia.org/wiki/Etologia- http://www.pol-it.org/ital/riviste/psicouman/inghilte.htm#bowlby- http://www.psicolab.net/index.asp?pid=idart&cat=4&scat=74&arid=1819- http://www.psychomedia.it/pm-proc/opifer/12-paradigma.htm- http.//www.anarca-bolo.ch/a-rivista/319/74.htm- www.dimenticatoio.it/index.php?title=Peanuts

Cap. 9 - Teoria dell’apprendimento-Marina Pinelli, Dipartimento di Psicologia dell’Università di Parma. http://www2.unipr.it/~mpinelli/-Paola Ricciardelli, Psicologia dell’apprendimento, Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario, Università diTrento

-http://www.emsf.rai.it/-http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_sociale_cognitiva

Cap. 10 - Teoria dell'elaborazione dell'informazione- Comunicazione linguaggi e media, di Fabio Ciotti(http://www.mediamente.rai.it/mediamentetv/learning/ed_multimediale/lezioni/06/index.htm#Il_concetto_di_comunicazione)-Teorie dello sviluppo psicologico, di Patricia H. Miller, Bologna, il Mulino, 2002-La psicologia nella vita quotidiana, di Mario Farnè e Franca Lina Sacco, Bologna, Zanichelli, 2005

Cap. 11 - Contestualizzazione teorica delle varie acquisizioni - valutare e confrontare le varie teorie

Cap. 12 - Il/la bambino/a nell'età da lupetto/a- M.Farnè, F.L. Sacco, La psicologia nella vita quotidiana, Bologna, Zanichelli, 2005- S,V.Finzi, A.M.Battistin, L’età incerta. I nuovi adolescenti. Trento, Oscar Mondadori, 2005

Cap. 13 - Il/la ragazzo/a nell'età da esploratore/trice- M.Farnè, F.L. Sacco, La psicologia nella vita quotidiana, Bologna, Zanichelli, 2005- S,V.Finzi, A.M.Battistin, L’età incerta. I nuovi adolescenti. Trento, Oscar Mondadori, 2005- Dati Eurispes 2005

Cap. 14- Il ragazzo/a nell'età da rover/scolta- M.Farnè, F.L. Sacco, La psicologia nella vita quotidiana, Bologna, Zanichelli, 2005- S,V.Finzi, A.M.Battistin, L’età incerta. I nuovi adolescenti. Trento, Oscar Mondadori, 2005- Dati Eurispes 2005

Glossario- http://psiconline.it- http://it.wikipedia.org/wiki/- Enciclopedia Garzanti di filosofia e epistemologia, logica formale, linguistica, psicologia, psicoanalisi, pedagogia,antropologia culturale, teologia, religioni, sociologia, Consulente: Gianni Vattimo, Milano, Garzanti,1982