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Capitolo 6 Il Consorzio Tiberina “come rete” e “nelle reti” Questo Capitolo ha una genesi successiva al Dicembre 2012, pur essendo questo mese indicato in copertina (in quanto vi erano già completati tutti i precedenti Capitoli del Rapporto). Difatti, anche a seguito di un “road show”, sono state selezionate le più importanti iniziative, passate o in corso, che vedono la regione Tiberina come contenitore o polo di reti nazionali o inter - nazionali promosse dal Consorzio o dai Consorziati. Molto è restato fuori, anche per evitare eccessive ripetizioni rispetto al Secondo Rapporto, che faceva il punto sui primi 700 giorni di vita del Consorzio: si ritiene comunque che, al momento, pro - prio attraverso il “road show”, quanto segue ben rappresenti il radicamento in un territorio che non è visto strettamente nei suoi confini, ma come sede di reti, rapporti, prospettive maturabili (su ciò si tornerà anche nelle Note Conclusive).

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Capitolo 6Il Consorzio Tiberina

“come rete” e “nelle reti”

Questo Capitolo ha una genesi successiva al Dicembre 2012, pur essendo questo mese indicato in copertina (in quanto vi eranogià completati tutti i precedenti Capitoli del Rapporto). Difatti, anche a seguito di un “road show”, sono state selezionate lepiù importanti iniziative, passate o in corso, che vedono la regione Tiberina come contenitore o polo di reti nazionali o inter -nazionali promosse dal Consorzio o dai Consorziati. Molto è restato fuori, anche per evitare eccessive ripetizioni rispetto alSecondo Rapporto, che faceva il punto sui primi 700 giorni di vita del Consorzio: si ritiene comunque che, al momento, pro -prio attraverso il “road show”, quanto segue ben rappresenti il radicamento in un territorio che non è visto strettamente neisuoi confini, ma come sede di reti, rapporti, prospettive maturabili (su ciò si tornerà anche nelle Note Conclusive).

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Le attiv i t à

La storia del Consorzio Tiberina, sucui si effettuerà qualche aggiornamen-to in Appendice, è coerente ad alcunepremesse di innovazione e apertura giàinsite nell’attività dell’AssociazioneAmici del Tevere, che ne è cultural-mente all’origine. Costituita il 31marzo 2008, da subito essa si è con-traddistinta come motore di ideazionee di sinergie sia locali sia verso l’ester-no: basti pensare all’accordo di colla-borazione con l’Università degli Studidi Scienze Gastronomiche di Bra – CN(pagg. 108 e 109), al lancio di unaConsulta preliminare alla costituzionedel Consorzio (cfr p.es. pag. 110), allapartecipazione – unica Associazione –a un tavolo di coordinamento costituitodalla Regione Lazio a fine 2009 “alloscopo di definire, sintetizzare, assem-blare, coordinare ed, infine, progettua-lizzare gli interventi sul fiume Teve r e ”(pagg. 111 e 112), alla partecipazionealle Settimane UNESCO di Educazio-ne allo Sviluppo Sostenibile (quelladel 2009 è stata conclusa con la visitadell’Associazione alla Tenuta di Ca-stelporziano della Presidenza della Re-pubblica).Quanto ai rapport i co-associativ i ,molto interessante dal punto di vistaculturale quello con l’AssociazioneAmici dell’Auditorium di Roma (cfrestratto da brochure, a pag. 113), a suavolta entrata nel Consorzio Ti b e r i n a .Il Consorzio Tiberina ha proseg u i t o ,con uno Statuto decisamente più ope-r a t ivo, su questa linea. Per certi ve r s i ,ad esso è stato più facile accreditarsi inrelazioni con Enti Pubblici ed ambitia m m i n i s t r a t ivi complessi grazie allasua natura pubblico-privata: per esem-pio, un rapporto come quello con la Ri-s e r vaNaturale Statale del Litorale Ro-mano (pag. 114) avrebbe potuto ri-guardare anche – per certi aspetti –l’Associazione Amici del Teve r e .“Come rete” e “nelle reti”, richiaman-do il titolo del presente Capitolo, il

Consorzio nel corso del 2012 ha raf-forzato l’attuazione delle proprie lineestatutarie; già ottimi risultati eranostati – come illustrato nel SecondoRapporto Annuale – l’ammissione aSocio Onorario dell’Associazione In-ternazionale Iter Vitis - Itinéraire Cul-turel du Conseil de l’Europe, l’orga-nizzazione per l’UNI - Ente NazionaleItaliano di Unificazione nel Maggio2011 della riunione plenaria e dei tavo-li di lavoro del Comitato Te c n i c oISO/TC 228 “Tourism and related ser-vices” della International StandardsO rganization, la costituzione di un pre-stigioso Comitato Promotore per can-didare “Tevere e regione Tiberina” aPatrimonio dell’Umanità UNESCO;costante anche da parte del Consorziola partecipazione alle Settimane del-l’UNESCO di Educazione allo Svilup-po Sostenibile.Richiamando come sopra gli ambitia m m i n i s t r a t ivi più complessi, in unmomento storico di grande discussiones u l l ’ o rganizzazione delle Istituzioni, ilConsorzio ha cercato e sta cercando diveicolare e mettere a frutto il proprioapproccio. Intenso il lavoro su un“contratto di fiume” per il Paglia, im-missario del Tevere a Orvieto dopo unpercorso attraverso tre Regioni a parti-re dal Monte Amiata in Toscana, coro-nato da un primo Protocollo d’Intesa(pagg. da 115 a 117), con un approcciogradualistico atto a ridar vita a un’ideadel 2005 (pagg. da 118 a 120) dell’al-lora Sindaco di Acquapendente – V T,Tolmino Piazzai, arenatasi proprio perla mancata adesione della Regione To-scana; al processo riavviato ha anchea u t o r evolmente preso parte l’Autoritàdi bacino del fiume Tevere (pagg. da121 a 130), e numerose sono state lea t t ività di coinvolgimento dei Comuniinteressati (cfr p.es. pagg. 131 e 132).In un'altra area della regione Ti b e r i n a ,quella fra il Monte Soratte (con la Ri-s e r va Naturale gestita dalla Prov i n c i adi Roma) e la Riserva Naturale Nazza-no Teve r e - Fa r fadella Regione Lazio, il

Consorzio Tiberina è stato chiamatodal Comune di Sant’Oreste a supporta-re il riavvio di un progetto inter- i s t i t u-zionale originatosi nel 2004 (pagg. da131 a 139); strategico il ruolo di unmembro del C.d.A. del Consorzio, Ser-gio Papa, coinvolto negli anni con di-versi incarichi amministrativi comuna-li e regionali nei territori in questione.Sul fatto che il metodo partecipativo ,dal basso e dall’alto, sia nel DNA delConsorzio – per così dire – è superfluodire di più. L’ a t t ività di internaziona-lizzazione è evidentemente l’ulterioreproiezione per la valorizzazione dellar egione Tiberina.In vista della Conferenza delle Nazio-ni Unite “Rio+20” (20-22 giugno2012), il Ministero dell’Ambiente edella Tutela del Territorio e del Mareha promosso la raccolta delle esperien-ze della società civile italiana in temadi Green Economy nel contesto dellosviluppo sostenibile e della lotta allap overtà, allo scopo di rafforzare il con-t r i buto italiano alla Conferenza s t e s s a ;è stata e ffettuata un’analisi delle ini-z i a t ive segnalate ed è stata elaboratauna banca-dati atta a definire una map-patura della potenzialità e delle oppor-tunità derivanti dalla società civ i l enella promozione della Green Eco-nomy in Italia. Anche in questo casol’approccio del Consorzio Tiberina èrisultato innova t ivo: il progetto “ C r e-scita sostenibile nella regione Ti b e r i n aa t t r averso la coesione territoriale” èpubblicato e consultabile dah t t p : / / w w w. m i n a m b i e n t e . i tpassando per l’“A r c h ivio esperienze” odirettamente dah t t p : / / r i o 2 0 . c u r s a . i t / i n d ex . p h p / e c m s / i t /e s p e r i e n z e / 9 6 5 (cfr pagg. 142 e 143).Ha fatto base a Otricoli (TR), dal 10 al13 dicembre 2012, l’ospitalità a unad e l egazione del Fondo Nazionale perla Protezione dell'Ambiente e la Ge-stione delle Acque della Polonia( h t t p : / / w w w. n f o s i g w. g ov.pl/en/), peruna serie di lezioni, incontri e dibattitisu “L'esperienza italiana nel settore

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delle energie rinnovabili”, nell’ambitodi un progetto dell’Unione Europea.L’ o rganizzazione è stata affidata dalleAutorità polacche al Consorzio Ti b e r i-na, di cui il Comune di Otricoli è fra ic o - Fondatori; gli ospiti polacchi hannotrascorso le loro Giornate di Studiopresso luoghi e impianti della Ti b e r i n ae non solo: la Sala Consiliare del Co-mune di Otricoli stesso (per lezioni spe-cialistiche), la centrale fotovo l t a i c aENEL di Montalto di Castro (la piùgrande in Italia), la centrale idroelettri-ca EON di Galleto – accanto alla Ca-scata delle Marmore, all’interno delParco Fluviale del Nera –, pozzo geo-termico, impianti per oli vegetali esau-sti, laboratorio per caratterizzazione dibiomasse, stazione/mezzo con trazioneibrida da due fonti rinnovabili (fra Vi-terbo, Civita Castellana e Orte, grazie alCentro Interdipartimentale di Ricerca eD i ffusione delle Energie Rinnova b i l id e l l ’ U n iversità degli Studi della Tu-scia), il Ministero dell’Ambiente edella Tutela del Territorio e del Mare aRoma; presso quest’ult imo si sonos volti gli interventi della Direzione Ge-nerale per le Valutazioni A m b i e n t a l idello stesso, dell’Università degli Studidi Roma “Tor Ve rgata”, dell’Unità diRicerca “Applicazioni Energetiche Rin-n ovabili per gli Enti Locali” del CentroI n t e r u n iversitario di Ricerca per lo Svi-luppo Sostenibile (con base all’Unive r-sità degli Studi di Roma “La Sapien-za”). Il buon esito è stato attestato dalettera al nostro Ministro dell’Ambientee della Tutela del Territorio e del Mare eal Presidente del Consorzio Ti b e r i n a(pagg. 144 e 145).Su un progetto dell’U.E. (“Med Inflo-wence”), in linea con la condivisione diesperienze conoscitive e partecipativein ambito paesaggistico-territoriale, èanche la richiesta ufficiale perve n u t adalla Regione Lazio nel Gennaio 2013(cfr pag. 146), per mettere a frutto l’ap-proccio integrato del Consorzio su unsubsistema – peraltro estremamentecomplesso – della macroregione d’inte-resse; il Consorzio Tiberina è stato infi-ne presentato come esperienza di puntaitaliana nel Convegno Internazionalec o n c l u s ivo del progetto, nell’Aprile2013.I n fine, si ispira al titolo della canzonedi John Lennon "Working class hero"

del 1970 il progetto internazionale<<Da "eroe della classe operaia" a "cit-tadino attivo": un percorso verso unavita migliore>> nell'ambito del "Life-long Learning Programme" dell'U.E.( h t t p : / / e c . e u r o p a . e u / e d u c a t i o n / l i f e l o n g -l e a r n i n g - p r o g r a m m e / g r u n d t v i g _ e n . h t meh t t p : / / w w w. p r o g r a m m a l l p . i t / h o m e . p h p ? id _ c n t = 6 8 ), cui il Consorzio Tiberina èstato invitato a partecipare insieme asoggetti omologhi in Lituania, Polonia,Romania, Spagna, Islanda e Tu r c h i a ,con lo scopo di confrontare le strateg i e ,favorire l'allargamento degli orizzontiinterculturali e metodologici, mettere incampo azioni pratiche. Detto progettop r evede il coinvolgimento di 79 docentie 228 fruitori adulti in un periodi diquasi due anni dal 2013 al 2015, utiliz-zando fondi della programmazioneU.E. 2007-2013 in conclusione; saràmessa a disposizione l'esperienza delConsorzio e dei Consorziati nella co-esione socio-economica, nello sviluppoendogeno sostenibile e nella creazionedi nuove opportunità di lavoro attrave r-so l'analisi e la valorizzazione di carat-teristiche, identità e vocazioni del terri-t o r i o .L’internazionalizzazione non sono solograndi accordi: chiudiamo questa partedi testo con il richiamo a una manifesta-zione patrocinata dal 2009 dall’Asso-ciazione Amici del Tevere (cfr pag.147), vale a dire la Discesa Internazio-nale del Tevere in Canoa (cui si sonoaggiunte nel tempo le tappe in biciclet-ta, a piedi e a cavallo), appuntamentoannuale che realizza il doppio obiettivodi far conoscere il territorio ad amatorida varie parti del Mondo e di fare delterritorio stesso una sede di esperienzec o l l e t t ive comunitarie da parte deg l iamatori stessi; nel 2010 l’AssociazioneS p o r t iva Dilettantistica Discesa Inter-nazionale del Tevere è anche entrata afar parte del Consorzio Ti b e r i n a .

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Allegati al Capitolo 6

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Gli attori

Nell’ambito del contesto di questo Rap-porto, sono probabilmente in prospettivamaggiormente coinvolti – oltre agli A u t o-ri tutti e alle Organizzazioni di competen-za – i seguenti Consorziati e Partner (inquesto caso, legati da Convenzioni o Pro-tocolli d’Intesa con il Consorzio):

Società Geografica Italiana onlus (Roma)Sistema A l fa Chi S.r.l. (Roma)Europrogetti & Finanza S.r.l. (Milano)I R AT-CNR - Istituto di Ricerche sulle A t-t ività Terziarie del Consiglio Nazionaledelle Ricerche (Napoli)FO.CU.S. (FOrmazioneCUlturaStoria) -Centro di Ricerca sulla valorizzazione egestione dei centri storici minori e relativ isistemi paesaggistico-ambientali dell’U-n iversità degli Studi di RomaUNPLI - Unione Nazionale Pro Loco d’I-talia (Ladispoli - RM)CIRDER - Centro Interdipartimentale diRicerca e Diffusione delle Energie Rin-n ovabili dell’Università degli Studi dellaTuscia (Orte - V T )Fondazione I.T.S. - Nuove Tecnologie peril Made in Italy Agroalimentare (Vi t e r b o )Dipartimento di Comunicazione e Ricer-ca Sociale dell’Università degli Studi diRoma “La Sapienza”

Quest’ultimo Dipartimento e il CentroFO.CU.S (che ha contribuito anche conun saggio al Rapporto) sono ev i d e n z i a t iper competenze specialistiche, in quantosingolarmente consorziati, rispetto peresempio ad Atenei integralmente consor-ziati (“Tor Ve rgata” di Roma, “Foro Itali-co” di Roma, L’Aquila e la stessa Unive r-sità della Tuscia, di cui al CIRDER) o alDipartimento a carattere più generalistafra tutti i Consorziati, almeno rispettoalla prospettiva progettuale (il Diparti-mento di Filosofia, Linguistica e Lettera-ture dell’Università degli Studi di Peru-g i a ) .

Società Geografica Italiana onlus

La S.G.I., fondata a Firenze nel 1867, nonp e r s egue fini di lucro, ha esclusiva fi n a l i-tà di solidarietà sociale e per scopo il pro-gresso delle scienze e conoscenze geo-g r a fiche, e per esso, fra le altre cose, pro-m u ove e favorisce il progresso degli studig e o g r a fici, con particolare riguardo alla

conoscenza di territorio, paesaggio edambiente, nonché alla salvaguardia deibeni culturali, ambientali e paesaggistici.Inoltre promuove la diffusione in Italia diuna cultura geografica facendosi iniziatri-ce, per questo scopo, di pubbliche riunio-ni, conferenze, escursioni, viaggi di stu-dio, proiezioni, convegni, tavole rotonde,etc. Promuove e favorisce ogni studiospecialmente diretto alla conoscenza delterritorio nazionale e di tutte le altre re-gioni della Terra, specialmente quelle conle quali più stretti sono, o possono dive n i-re, i rapporti economici, culturali e politi-ci dell'Italia e dell'Europa. Può pubblicareanche opere di carattere monografi c o ,siano queste memorie scientifiche comeresoconti di viaggio e di missioni, etc.Mantiene rapporti con le altre SocietàG e o g r a fiche e altri sodalizi geografici, siaitaliani sia stranieri, con altri Enti cultura-li nazionali e internazionali, e con gli or-ganismi di ricerca della Pubblica A m m i-n i s t r a z i o n e .

SistemaAlfa Chi S.r.l.

Costituita nel 1999, è fra i Fondatori delConsorzio Tiberina, cui mette a disposi-zione immobilizzazioni materiali, immo-bilizzazioni immateriali (marchi, etc),personale e servizi. Risulta tutt’oggi unaSocietà a carattere innova t ivo, concepitae costituita per fornire a interlocutori pub-blici e privati risoluzioni adeguate a pro-blemi complessi, con competenze speci-fiche in aree che vanno dalle consulenzeo rga n i z z a t ive alla gestione di commesse,dall’assistenza agli investimenti in mezzie risorse alla formazione del personale,dalla progettazione integrale e coordinataall’elaborazione di contratti e norme, dar i l evamento e trattamento di dati per fi n id iversi a realizzazione e diffusione distudi e ricerche.Essa adotta un approccio metodologicointerdisciplinare, che, valorizzando la co-municazione, mette a frutto il momentodi coordinamento e orientamento sinerg i-co delle varie specializzazioni utilizzatenel corso dell’incontro con il patrimonioumano e culturale del cliente. Il lavoro siarticola in un confronto incentrato sugliscopi di sintesi da conseguire, sulla natu-ra dell’ambiente di lavoro, sulle cono-scenze ed esperienze pregresse. Ne risultauna metodologia flessibile, con una gran-de capacità di comprensione dell’am-

biente in tutte le sue sfumature, anchequelle apparentemente marginali, spessoessenziali per indirizzare, in sinergia conil cliente, alla soluzione interdisciplinareo t t i m a l e .La Società, per gli obiettivi che si prefi g-ge, ricorre anche a consulenti ed esperticon estrazioni accademiche, amministra-t ive, aziendali e professionali, responsa-bili a vari livelli di attività di specifico in-teresse. L’approccio interdisciplinare per-mette il coordinamento dei contribu t ispecialistici, eliminando nel contempo ilrischio di soluzioni preconcette e vuoteformulazioni. L’esperienza sul campo inambienti eterogenei, spesso con assun-zione di notevoli responsabilità da partedei vari specialisti interpellati, è un puntodi forza, poiché facilita la comprensionedelle vie più dirette ed efficaci per risol-vere in équipe i vari problemi.Sistema A l faChi, grazie all’elasticità delmetodo adottato, può fornire anche con-t r i buti specialistici di elevata qualità neisettori tecnico-scientifici, giuridico-am-m i n i s t r a t ivi, finanziari, economici, del la-voro e sociali in genere. Lo sforzo di con-tinuo aggiornamento si accompagna allea t t ività di ricerca e di diffusione di studi eapplicazioni, che sono garanzia di unasempre efficace “interazione con l’am-b i e n t e ” .Settori di attività; servizi pubblici – servi-zi alle aziende – settori primari – indu-stria – terziario e quaternario – spazi geo-g r a fici ed economici – risorse e territorio,infrastrutture, trasporti e telecomunica-zioni – ingegneria dei processi ed energ e-tica – edilizia ed impianistica – conserva-zione di beni d’interesse storico-docu-mentale, artistico ed archeologico – pro-tezione personale ed ambientale, sicurez-za tecnologica – informatica – problemidel lavoro e sociali – comunicazione.

E u ro p rogetti & Finanza S.r.l.

Fondata nel 1995 da Cassa Depositi ePrestiti e da primari istituti bancari pere r o gare consulenze tecnico-fi n a n z i a r i ealla Pubblica Amministrazione, Europro-getti & Finanza negli scorsi anni – anchea t t r averso alcune trasformazioni societa-rie – ha consolidato la sua vo c a z i o n equale struttura indipendente ad ampiospettro (cfr per esempio presenza sultema “Competitività delle Imprese” al-l’interno del portale h t t p : / / w w w. o p e n-

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c o e s i o n e . g ov.it/ promosso dal Ministroper la Coesione Territoriale Fa b r i z i oBarca al fine di rendere disponibili ai cit-tadini elementi di valutazione su effi c i e n-za ed efficacia nell’impiego delle risorseper la coesione 2007-2013). E u r o p r o g e t-ti & Finanza è nata con lo scopo di mi-gliorare l’utilizzo delle risorse fi n a n z i a r i epubbliche, comunitarie, nazionali e reg i o-nali, supportare la realizzazione di inizia-t ive e investimenti volti allo sviluppodelle infrastrutture e delle opere pubbli-che, sostenere lo sviluppo del sistema im-prenditoriale del Paese, rafforzare lo svi-luppo dei sistemi locali fondati sulla con-certazione tra soggetti pubblici e priva t i .Attualmente si sta orientando a un fortei m p egno nel settore della gestione e dellar i q u a l i fi c a z i o n e del patrimonio.

I R AT-CNR - Istituto di Ricerche sulleA t t ività Terziarie del Consiglio Nazio-nale delle Ricerche

È un organo del Consiglio Nazionaledelle Ricerche (CNR) che afferisce aln u ovo Dipartimento di Scienze Umane eSociali e Patrimonio Culturale. L’ I R AT-CNR è certificato ISO 9001:2008 SIN-C E RT. La missione dell’Istituto, fondatonel 1982, è data dallo studio socio-econo-mico dei settori:Servizi logistici e di trasporto merci,Management dei servizi turistici e deibeni culturali,Servizi reali alle imprese.Per quanto in particolare trattato nel Rap-porto, cioè per il settore “Managementdei servizi turistici e dei beni culturali”,l ' I R AT ha acquisito nel corso degli annicompetenze specifiche; l’area tematica èa t t iva nell'Istituto fin dagli anni '80. In viagenerale, l’attività di ricerca è volta sia al-l'approfondimento di modelli innova t iv i ,s t r a t egie di sviluppo, assetti orga n i z z a t iv ie gestionali di imprese e servizi culturalie turistici sia all’analisi delle relazionieconomiche, sociali e manageriali tra isoggetti pubblici e privati operanti nelsettore. La ricerca si indirizza in partico-lare verso studi ed azioni volti a sostenerela valorizzazione delle risorse locali e lanascita di una offerta integrata e sosteni-bile del territorioTali competenze vengono sviluppate nel-l’ambito della progettazione e del coordi-namento scientifico e didattico in progettidi rilievo nazionale ed internazionale ine-

renti: a) l’attività ordinaria di ricercaI R AT-CNR; b) l’attività di ricerca nel-l’ambito di progetti finanziati dal C.N.R:Progetti Finalizzati, Progetti Strateg i c i ,etc; c) i Progetti sostenuti da fonti esternedi finanziamento: MIUR, Regioni, Mini-stero degli A ffari Esteri, Unione Europea,etc. L’ I R AT si caratterizza infatti per unaspiccata progettualità - che ha portato al-l’acquisizione di numerosi fi n a n z i a m e n t iesterni sia pubblici sia privati - nonchéper una forte integrazione nell’ambito din e t work scientifici nazionali ed interna-zionali.I risultati dell’attività di ricerca ve n g o n otrasferiti tramite pubblicazioni, partecipa-zione a Convegni nazionali ed internazio-nali, attività di tutoraggio e docenza pres-so Università e Corsi di Alta Formazione.Si riportano di seguito i più recenti pro-getti finanziati in linea con l’attività de-s c r i t t a :In corso NEOLUOGHI ,“Soluzioni perl’esperienza culturale nei luoghi elettiv idella surmodernità”. PON RICERCA EC O M P E T I T I V I TA’ 2007-2013. DecretoMinisteriale prot. 01/ Ric del 18.1.2010;In Corso OR.C.HE.S.T.R.A.- ORga n i z a-tion of Cultural HEritage for Smart To u-rism and Realtime A c c e s s i b i l i t y. PONR&C 2007-2013 BANDO “SMART CI-T I E S ” ;In corso ACTIVITI -Attrattori Culturali eTecnologie Informatiche per la Va l o r i z z a-zione Interattiva e il Turismo Innova t ivo .Bando per la concessione di aiuti a pro-getti di ricerca industriale e Sviluppo spe-rimentale per la realizzazione di campusd e l l ’ i n n ovazione in attuazione delle azio-ni a valere sugli obiettivi operativi 2.1 e2.2. del POR Campania 2007/2013;In corso TPCC-VDCSIP - Tr a c c i a b i l i t àdel patrimonio culturale della Campania.Avviso Pubblico per lo sviluppo di reti dieccellenza tra Università -Centri di Ricer-ca –Imprese, Decreto dirigenziale n. 414del 13 novembre 2009 -POR CampaniaFSE 2007/2013 , Asse IV -CapitaleUmano, e Asse V -Transnazionalità ed In-t e r r eg i o n a l i t à ;In corso DATABENC - Distretto ad A l t aTecnologiA per i BENi Culturali. PONRICERCA E COMPETITIVITA’ 2 0 0 7 -2013, Azioni rivolte al potenziamento diDistretti ad Alta Tecnologia e LaboratoriP u b b l i c o - P r ivati e al sostegno di nuovee s p e r i e n z e ;“ C U LTURA IN FORMAZIONE” Corso

Per Responsabili di Strutture di Informa-zione e di Accoglienza Turistica. AV V I-SO PUBBLICO "Cultura in Fo r m a z i o n e "BUR n. 47 del 16/10/2009. REGIONEBA S I L I C ATA Dipartimento Fo r m a z i o-ne, Lavoro Cultura, Sport;(2007–2010) A BACO, “Piattaforma e-business innova t iva per una soluzionetecnologica sistemica quale integ r a t o r edei servizi nei settori: turismo, beni cultu-rali, agro-alimentare”, Bando MIURD.Lgs. 297/1999 e art. 12 D.M. 593/2000Per la realizzazione e/o il potenziamentodi laboratori di ricerca pubblico-priva t in.4 (Obiettivo 4);2006 – 2008 THON.DOC "Va l o r i s a t i o ndu Patrimoine Culturelle Tr a n s n a t i o n a ldu Thon dans la Méditerranéen Occiden-tal" INTERREG III B MEDOCC;2005-2008 MEDMYSEA MediterraneanMyths and Sea INTERREG III B A R-CHIMED (Partenariato: Istituto de De-s e nvolvimiento Social, Portogallo; Muni-cipalità di Vila Real de San Antonio, Spa-gna; University of the A egean, Grecia;Municipalità di Cartaya Grecia; Reg i o n eCampania, Italia; Stazione zoologicaDohrn, Italia);(2005 – 2007) S.P.A.C.E. "Systéme deProtection Environmental et du Pa t r i m o i-ne Culturel des Espaces Mediterranéensde valeur naturelle et culturelle spécialesous pression urbaine et économique"(INTERREG III B MEDOCC) “Pa r c oS a t r i c u m ” ;2007 APT Basilicata Analisi quali-quan-t i t a t iva del settore turistico regionale edorientamenti per lo sviluppo turisticodella Basilicata;2005-2007 MEDITEAT R I . PA Raff o r z a-mento delle competenze nel settore dellacooperazione in campo culturale, Pro-gramma Triennale 2002-2004 di empo-werment delle Amministrazioni Pubbli-che del Mezzogiorno: Sviluppo della co-operazione interistituzionale e con la UE.R a fforzamento delle Competenze delleR egioni Ob. 1.L’Istituto può vantare uno stretto rapportocon il mondo accademico e con quellop r o d u t t ivo, che permette di finalizzare inmaniera concreta la maggior parte deiprogetti di ricerca-azione che realizza, inmassima parte, con il contributo di Istitu-zioni pubbliche e private esterne all’Ente.Nel corso degli anni, l’IRAT ha sviluppa-to prestigiose collaborazioni nazionali edinternazionali nell’abito della va l o r i z z a-

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zione e fruizione dei Beni culturali tracui:Centro Universitario Europeo per i BeniCulturali di Rave l l oInternational Association of Scientifi cExperts in Tourism (AIEST)Association for Tourism and LeisureEducation (AT L A S )Dipartimento di Conservazione dei BeniArchitettonici edAmbientali dell’Unive r-sità Federico II di NapoliLeeds Metropolitan Unive r s i t yU n iversità Di Pisa - Dipartimento DiScienze SocialiInternational Center for Research andStudy on Tourism (CIRET)

F O . C U.S. (FOrmazioneCUlturaSto-ria) - Centro di Ricerca sulla va l o r i z z a-zione e gestione dei centri storici mino-ri e re l a t ivi sistemi paesaggistico-am-bientali dell’Università degli Studi diR o m a

Fo.Cu.S, attualmente diretto dallaProf.ssa Manuela Ricci, è un Centro diricerca della Sapienza, Università diRoma, che ha l’obiettivo di elaborarepercorsi di sviluppo economico, rigenera-zione funzionale e gestione dei centristorici minori e relativi sistemi paesaggi-stico-ambientali attraverso un approccioi n t egrato, dal punto di vista sia settorialesia territoriale.Il Centro rappresenta, per metodo interdi-sciplinare e articolazione della strutturadelle competenze, qualcosa di unico a li-vello accademico sia italiano sia europeo.Oggi costituisce un importante riferi-mento per i soggetti pubblici e privati chel avorano in questo settore e che hannoconsentito al Centro di ottenere un ottimoposizionamento sul mercato delle ricer-che e delle consulenze, in particolare diquelle a supporto degli enti territorialinelle scelte di politica economico-territo-riale, sociale e urbana.Ha sviluppato il suo brand specifico e lasua capacità di rapportarsi al tema dellarigenerazione urbana dei piccoli centricon caratteristiche di integrazione e dimulti-settorialità, sempre più richieste dalmercato, che consentono di affrontare il avori di consulenza con approfondimen-to scientifico e specifico know how con-testualmente alla proposizione di modellio p e r a t ivi e applicativ i .Ha ottenuto apprezzamenti scientifici da

parte di istituzioni estere (ha partecipato anumerosi incontri internazionali e ha fi r-mato protocolli d’intesa con organismi diricerca internazionali) nonché da parte diamministrazioni pubbliche italiane, chehanno conferito incarichi di ricerca.Si segnalano alcune ricerche svolte neg l iultimi anni per conto di:- Risorse per Orvieto Spa, Consulenza eassistenza nella formazione di un proget-to condiviso per la rifunzionalizzazioned egli spazi dell’area della ex CasermaP i ave- Regione Umbria, Linee guida per la pre-disposizione dei QSV (Quadri Strateg i c idi Valorizzazione) dei centri storici e deiCriteri di ammissibilità per gli Ambiti diR ivitalizzazione Prioritaria- Regione Autonoma Sardegna, Elabora-zione di Linee Guida per la va l o r i z z a z i o-ne dei centri storici minori e dei sistemipaesaggistico-ambientali della Sardeg n aper la costruzione partecipata di strateg i edi sviluppo locale sostenibile. Regione Autonoma Sardegna, Progettodi ricerca a supporto dei territori per l’in-d ividuazione di possibili modelli di ge-stione di programmi o progetti di svilup-po locale finalizzati alla valorizzazione egestione dei centri storici minori e dei si-stemi paesaggistico-ambientali- MIBAC-Ministero per i Beni e le A t t iv i-tà Culturali, Progetto per l’indiv i d u a z i o-ne di forme e strumenti attuativi per raf-forzare le modalità di gestione diretta delpatrimonio culturale statale- Made Expo (Fiera Internazionale del-l’Edilizia e dell’Architettura-Milano)-ul-timi 3 anni, Collaborazione scientifi c aper l'organizzazione di seminari sui centris t o r i c iIl Centro gestisce Il Master A . C . T., "Va-lorizzazione e gestione dei centri storiciminori. A m b i e n t e C u l t u r a Territorio, azio-ni integrate", al suo IX ciclo, attività checrea sinergia e valore aggiunto alle attiv i-tà del Centro stesso. Il Master è stato fi-nanziato, nel corso degli anni, dalla Fo n-dazione Centro studi città di Orvieto edalla Provincia di Roma.Ha organizzato e organizza convegni eseminari sul tema in tutta Italia e parteci-pa a seminari all'estero pubblicizzando irisultati delle ricerche svolte in sede uni-versitaria pubblicate da editori prestigiosie da importanti riviste anche internazio-n a l i .Ha in corso due ricerche rilevanti sui temi

dei centri storici minori relative al ruolodei migranti nella rigenerazione dei pic-coli comuni e alla rigenerazione di questiinsediamenti attraverso programmi inte-grati per la salute.È Partner del programma europeo FP7SEVENTH FRAMEWORK PRO-GRAMME Marie Curie A c t i o n s ,“CLUDs- Commercial Local Urban Dis-trict Programme” (Coordinamento Uni-versità Mediterranea, Reggio Calabria).

UNPLI - Unione Nazionale Pro Locod ’ I t a l i a

L’UNPLI, con circa 6.000 Pro Locoiscritte, costituisce l’unico punto di riferi-mento a livello nazionale di queste asso-ciazioni (la prima è nata nel 1881), chevantano un totale di circa 600.000 soci. Èstata fondata nel 1962 ed è strutturata inComitati regionali e provinciali. È direttada un Consiglio nazionale composto da30 Componenti in rappresentanza dellePro Loco di ogni regione italiana. L’ U N-PLI è iscritta nel registro nazionale delleAssociazioni di Promozione Sociale -l egge 7 dicembre 2000, n. 383. L’ U N P L Iè anche iscritta all’Albo nazionale delServizio Civile Nazionale - Legge 6marzo 2001, n. 64.L’UNPLI, presente sull’intero territorionazionale con le sue strutture regionali ep r ovinciali, ha aderito dalla costituzioneal Consorzio Tiberina.N egli ultimi anni, oltre ad “Aperto perFerie” – pensato con l’obiettivo di sensi-bilizzare su temi come lo spopolamentodi migliaia di borghi italiani, cercando didar loro prospettive attraverso uno svilup-po turistico sostenibile –, l’UNPLI harealizzato altri importanti progetti, fi n a n-ziati dal Ministero delle Politiche Sociali.Tra questi si segnala “SOS Pa t r i m o n i oCulturale Immateriale”, il primo progettoo p e r a t ivo strutturato in maniera capillaresul territorio italiano per la riscoperta ditradizioni, riti, tipicità e saperi del nostroPaese. Il progetto “Abbraccia l’Italia” haottenuto il patrocinio del Ministro del Tu-rismo e della CNI UNESCO per il suoalto valore culturale nel campo della tute-la e della salvaguardia dei beni immate-riali. Il progetto “B.I.L.anciamo il futuro”ha proseguito sulla strada della raccoltadel patrimonio immateriale ed introdottoun aspetto innova t ivo della ricerca della

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percezione del benessere sociale intesocome capacità delle comunità locali dic o n i u gare la tutela e la salvaguardia delleproprie tradizioni e la qualità della vita; ilprogetto ha ricevuto anche la fa t t iva col-laborazione dell’ISTAT. Il nuovo proget-to “Lezioni di Territorio” vuole sostenere,tramite la promozione degli scambi cultu-rali, i valori del dialogo, della dive r s i t àculturale e dell’inclusione sociale dei cit-tadini migranti di prima e seconda gene-razione; esso vuole promuovere una co-noscenza dei patrimoni culturali materialied immateriali del nostro Paese tra gli im-migrati di prima e seconda generazionemettendone in evidenza le potenzialità aifini di un’integrazione nella dive r s i t à .Grazie ai progetti e ai risultati ottenuti sulcampo con le numerose iniziative per las a l vaguardia e la tutela del patrimonioculturale immateriale italiano, l’UNPLIha ottenuto un importante riconoscimen-to da parte dell’UNESCO come consu-lente del Comitato Interg ove r n a t ivo pre-visto dalla Convenzione per la Salva g u a r-dia del Patrimonio Culturale Immaterialedel 2003. In tutto il mondo sono 156 leo rganizzazioni accreditate.Un esempio delle attività svolte sulcampo è visibile al link:w w w. y o u t u b e . c o m / u s e r / P r o g e t t i U N P L I .Il canale “Progetti UNPLI”, con le suecentinaia di video, è diventato un vero eproprio archivio online consultato daogni parte del mondo. Ha raggiunto le300 mila visualizzazioni di filmati incirca due anni di attività. Oltre a racco-gliere le videointerviste realizzate dallos t a ff dei progetti UNPLI, il canale ha ini-ziato a raccogliere contributi video realiz-zati dalle Pro Loco o da semplici appas-sionati dei temi promossi dal canale: riti,feste, tradizioni, racconti, leggende, arti-gianato e molto altro ancora.

CIRDER - Centro Interdipartimentaledi Ricerca e Diffusione delle Energ i eR i n n ovabili dell’Università degli Studidella Tu s c i a

Il CIRDER, grazie all’esperienza matura-ta nel campo delle energie rinnova b i l i ,può dare un contributo importante peruno sviluppo sostenibile del territorio delBacino del Tevere.Le biomasse sono una fonte energ e t i c aprogrammabile, con previsioni di svilup-po importanti in termini assoluti e relati-

vi, e il loro utilizzo a fini energetici è nelnostro Paese una realtà diffusa e consoli-data. Di particolare interesse è lo sfrutta-mento di biomasse residuali derivanti dalsettore agricolo, forestale ed agroindu-striale per la produzione di energia elettri-ca mediante impianti di piccola taglia (<100 kWe) diffusi sul territorio. Per uncorretto dimensionamento degli impiantie n e rgetici alimentati a biomassa è neces-sario ve r i ficare le caratteristiche chimi-c o - fisiche dell’alimentazione. Nel labora-torio di Caratterizzazione Energ e t i c adelle biomasse del CIRDER di Orte èpossibile eseguire prove di:determinazione dell’umidità della bio-massa,determinazione del potere calorifico,determinazione del contenuto in ceneri,determinazione del contenuto di carbo-nio, idrogeno e azoto;simulazione con un piccolo digestore dalaboratorio per la produzione di bioga s .La procedura utilizzata per le varie deter-minazioni è quella prevista dalle normati-ve tecniche vigenti:UNI EN 14774-1, sulla determinazionedell’umidità, metodo di essiccazione ins t u fa (parte1-umidità totale-metodo di ri-ferimento). La norma descrive il metodoper determinare l’umidità totale di uncampione di biocombustibile solido me-diante essiccazione in stufa che può esse-re utilizzato quando è necessaria un’ele-vata precisione nella determinazione del-l’umidità. Il metodo descritto è applicabi-le a tutti i biocombustibili solidi;UNI EN 14775, sulla determinazione delcontenuto di ceneri. La norma specifi c aun metodo per la determinazione del con-tenuto di ceneri di tutti i biocombu s t i b i l isolidi (UNI CEN/TS 14588);UNI EN 14919, sulla determinazione delpotere calorifico. La norma definisce unmetodo per la determinazione del poterec a l o r i fico superiore di un biocombu s t i b i-le solido a volume costante e ad una tem-peratura di riferimento di 25 °C in bombacalorimetrica calibrata tramite la combu-stione di acido benzoico certificato. Il ri-sultato ottenuto è il valore del potere calo-r i fico superiore del campione a vo l u m ecostante con tutta l’acqua dei prodotti dic o m bustione come acqua liquida;UNI EN 15104 -2011, sulla determina-zione del contenuto di carbonio, idrogenoe azoto della biomassa.Altre importanti normative che ve n g o n o

prese in considerazione sono quelle cheriguardano il campionamento e la prepa-razione del campione:UNI CEN/TS 14778-1. Biocombu s t i b i l iSolidi – Campionamento – Parte 1: meto-di di campionamento;UNI CEN/TS 14779. Biocombu s t i b i l iSolidi – Campionamento – Metodi di pre-parazione dei piani di campionamento edei certificati di campionamento;UNI CEN/TS 14780. Biocombu s t i b i l iSolidi – Metodi per la preparazione delc a m p i o n e .Sono state fatte, all’interno del laborato-rio, prove su circa 100 campioni di bio-masse derivanti sia dal settore forestalesia da quello agricolo. Questo ha permes-so la realizzazione di un database chepuò essere utilizzato per il dimensiona-mento di impianti di ga s s i ficazione o didigestione anaerobica da inserire nelleaziende agricole presenti sul territorio onelle piccole attività produttive .Il CIRDER garantisce anche un serviziodi Alta Formazione che si rivolge a lau-reati, dottorandi ma anche liberi profes-sionisti e diplomati.

Fondazione I.T.S. - Nuove Te c n o l o g i eper il Made in ItalyA g ro a l i m e n t a re

In questa Fondazione il CIRDER, su cita-to, è Socio, insieme a Istituti Scolastici,“spin off” accademici, Enti Locali, Entidi Formazione, Associazioni di categ o r i ariconosciute dal Consiglio NazionaleEconomia e Lavoro, Aziende, Consorzi,Associazioni e Laboratori.Essa gestisce di corsi di formazione conpossibilità di scambi culturali e contattocon le aziende presenti sul territorio per larealizzazione di stage culturali; secondola Normativa vigente, gli ITS, ov vero Isti-tuti Tecnici Superiori, costituiscono uncanale formativo di livello post-seconda-rio, parallelo ai percorsi accademici, per-mettendo la formazione di tecnici supe-riori nelle aree tecnologiche strateg i c h eper lo sviluppo economico e la competiti-v i t à .Nel caso dell’ITS Agroalimentare i corsimirano alla formazione di Tecnici Supe-riori per il Controllo, la Valorizzazione eil Marketing delle Produzioni A g r a r i e ,Agroalimentari e Agroindustriali. Il Te c-nico sarà in grado di: organizzare e gesti-re, nel rispetto dell’ambiente, il controlloq u a l i t a t ivo e sistematico della filiera, pia-

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n i ficando l’organizzazione e ga r a n t e n d o-ne la conformità; svolgere attività di indi-rizzo ed organizzazione della ricerca, alfine delle garanzie di qualità delle produ-zioni, validando nel processo, la funzio-nalità degli impianti; gestire i rapporticommerciali e le attività connesse al lan-cio dei prodotti enogastronomici curandola gestione e la fidelizzazione della clien-tela, operando nel campo della comunica-zione aziendale per le sue competenze.L’ITS organizza anche Summer Schoolincentrate sullo sviluppo e la diff u s i o n edelle energie rinnovabili e rivolte a Dot-torandi e liberi professionisti operanti delsettore energetico; i corsi sono incentratisugli aspetti pratici di progettazione e rea-lizzazione di impianti alimentati da fontie n e rgetiche rinnovabili con particolare ri-guardo alla normativa tecnica di riferi-mento e alle procedure autorizzative rela-t ive alla costruzione e messa in eserciziod egli impianti. Organizza infine Masterdi I e II livello, on–line, sulle energie rin-n ovabili e l’uso razionale dell’energ i a .

Dipartimento di Comunicazione e Ri-c e rca Sociale dell’Università degliStudi di Roma “La Sapienza”

Diretto attualmente dal Prof. Mario Mor-cellini, il Dipartimento CORIS svolge at-t ività di didattica e di ricerca. Nasce nel2010 dalla fusione dei Dipartimenti di Ri-cerca Sociale e Metodologia Sociologica(RISMES) e di Sociologia e Comunica-zione (DISC) de La Sapienza. Quest’ulti-mo, a sua volta, si pone in continuità conlo spazio scientifico dell’Istituto (poi Di-partimento) di Sociologia, fondato daFranco Ferrarotti cinquanta anni fa .L’intreccio tra saperi comunicativi e ri-cerca sociale caratterizza il percorsos c i e n t i fico e l’offerta formativa deg l istudi sui media e sulle tecnologie alla Sa-pienza. Il Dipartimento promuove e coor-dina le attività di didattica e di ricerca nelcampo delle varie aree della sociologia,delle scienze umane e dei media studies,con risultati di alto livello in ambito sianazionale sia internazionale.L’ o fferta formativa del Dipartimento siarticola in quattro aree didattiche: Ricer-ca sociale avanzata; Comunicazione perle organizzazioni; Media, tecnologie egiornalismo; Scienze della comunicazio-n e .L’ a t t ività scientifica del Dipartimento si

articola in specifici ambiti di ricerca:Immigrazione / relazioni interetnicheScuola / formazione / unive r s i t àGiornalismo / informazioneRadio / televisione / audiov i s iv iComunicazione pubblica e socialeProcessi di c ivic enga g e m e n tComunicazione politicaConsumi e comportamenti culturaliMedia, genere e generazioniStoria e sociologia della scienzaTecnologie e media digitaliUrban studiesFamiglia / pari opportunitàG i ovani, nuove culture e stili di vitaM a r keting, management e comunicazio-ne d'impresaTerritori / sviluppo sostenibile / comuni-cazione ambientaleRischio / emerg e n z aMetodologia della ricerca socialeL avoro / mercati / professioniCultural studies / memoria / narrazioniS egni / linguaggi / lingue settorialiProcessi di g ove r n a n c eSalute / comunicazione / societàLoisir / turismo.Il CORIS ha ottenuto dal RINA la Certifi-cazione di Qualità secondo la norma ISO9001:2000/2008 per la seguente attiv i t à :"Progettazione ed erogazione di attiv i t àf o r m a t ive nell'ambito delle discipline So-ciologiche e di Scienze della Comunica-z i o n e " . Il Sistema di Gestione per laQualità garantisce il livello di eccellenzaraggiunto e definisce le azioni necessarieper ottimizzare il livello di progettazioneed erogazione dei servizi off e r t i .

I contributi ai Rapporti

Hanno fornito contributi di testo per i treRapporti 2010, 2011, 2012 singoli espertie autori da – fra gli altri –:- Università degli Studi di To r i n o- Università degli Studi della Tu s c i a- Università degli Studi di Perugia- Università degli Studi di Roma “To rVe rga t a ”- Università degli Studi di Roma “La Sa-p i e n z a ”- Università degli Studi del Molise- FO.CU.S. – Centro di Ricerca sulla va-lorizzazione e gestione dei centri storiciminori e relativi sistemi paesaggistico-a m b i e n t a l i- I BAF-CNR Istituto di Biologia A g r o -

ambientale e Forestale del Consiglio Na-zionale delle Ricerche (Porano – Leg n a-ro – Montelibretti – Napoli – Cinte Te s i-n o )- I R AT-CNR Istituto di Ricerche sulleA t t ività Terziarie del Consiglio Naziona-le delle Ricerche (Napoli)- Società Geografica Italiana- Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile- FEE Italia - Foundation for Env i r o n-mental Education-Autorità di bacino del fiume Teve r e- Consorzio di Bonifica Tevere Nera- Slow Food Italia-Associazione Ambientalista Marev ivo- ANCI Res Ti p i c a-Associazione Internazionale Iter Vi t i s-Associazione Città del Vi n o- CAIRE – Cooperativa Architetti e Inge-gneri – Urbanistica S.c.r.l. (Reggio Emi-l i a )-Associazione Amici del Teve r e- Associazione Amici dell’Auditorium( R o m a )- Centro di Studi per il Patrimonio di S.Pietro in Tu s c i a- Europrogetti & Finanza S.r.l. (Milano)- ICQ Holding S.p.A. (Roma)- Centro Studi Silvia Santagata – EBLA( To r i n o )- Comune di Otricoli – T R-A r c h ivio di Stato di Te r n i- Associazione Culturale EOLO - Etno-laboratorio per il Patrimonio CulturaleI m m a t e r i a l e- Sistema A l fa Chi S.r.l. (Roma)- FederBio - Federazione Italiana A g r i-coltura Biologica e Biodinamica- Chiocchini & Partners Progettisti A s s o-ciati (Perugia)- Guidobaldi Allestimenti (Foligno)

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A seguito della programmazione deiFondi Strutturali europei, e nello specifi-co della programmazione 1994/99 deno-minata “Obiettivo 5b”, gli Enti Localim a t u r avano la convinzione di poter met-tere insieme le risorse del territorio, perimmaginare uno sviluppo che partissedalle potenzialità dello stesso. Per rispon-dere sul piano istituzionale e programma-tico a quanto rappresentato dagli Enti Lo-cali stessi e dalle istanze territoriali, laR egione Lazio, nel 1996, proponeva ,sulla base dell’esperienza avviata nellaMedia Valle del Tevere ed in nuce in alcu-ne aree del Lazio, la sperimentazione diuna programmazione integrata nel com-parto ambiente, cultura e turismo. Tra learee interessate, si trovavano tutte quellei n d ividuate sulla base di precedenti atti diprogrammazione regionale e di coopera-zione locale intercomunale.La risposta immediata delle istituzioni atutti i livelli creava un clima di collabora-zione e di sensibilizzazione, con protago-nisti gli Enti Locali, i quali – per mezzodella istituzione di una cabina di regia –m a n t e n evano costantemente i rapporti ec o n s e n t ivano la realizzazione in tempi ce-leri di tutti i passaggi amministrativi e bu-rocratici. Grazie alla sinergia di intenticreatasi, la Regione Lazio adottava unaproposta di Delibera Consiliare con laquale ufficializza la “Sperimentazione diprogrammazione integrata e di svilupposistemico dei servizi ambientali, culturalie turistici di alcune aree della Reg i o n e ” .La proposta ve n iva approvata dal Consi-glio Regionale il 7 maggio 1997, con de-libera n. 357.Il percorso attuativo del progetto, si arti-c o l ava sostanzialmente in quattro azioni:quella della programmazione, quelladella realizzazione degli interventi, quelladella gestione dei servizi e quella dellapromozione turistica.Un contributo determinante nella stesuradei contenuti ed nell’elaborazione deldocumento venne dai rappresentanti delleAmministrazioni Locali, attivamente co-i nvolti nelle riunioni preparatorie, carat-terizzando questa azione come una vera e

propria risposta “dal basso” sul pianodello sviluppo sistemico.In seguito è stata approvata un’Intesa diProgramma per la sperimentazione diprogrammazione integrata e di svilupposistemico dei servizi ambientali, culturalie turistici della Media Valle del Teve r e .Essa è stata firmata il giorno 17 aprile1998 a Fiano Romano dai seguenti sog-getti: Regione Lazio, Province di Roma eRieti, Comuni di Capena, Castelnuovo diPorto, Civitella San Paolo, Fiano Roma-no, Filacciano, Morlupo, Nazzano, Pon-zano Romano, Riano, Rignano Flaminio,Sant’Oreste, Torrita Tiberina, Fara in Sa-bina, Forano, Montopoli di Sabina, Pog-gio Mirteto, Stimigliano, la Riserva Natu-rale Regionale Nazzano Teve r e - Fa r fa, laSoprintendenza Archeologica per l’Etru-ria Meridionale, la Soprintendenza A r-cheologica per il Lazio, la Soprintenden-za per i Beni Ambientali e A r c h i t e t t o n i c idel Lazio, la Soprintendenza per i BeniStorici edArtistici del Lazio.

Nasce così il così detto “progettoVA . T E .” (che può rappresentare al con-tempo l’abbreviazione di Valle del Teve r ee di Valorizzazone del Tevere). Nella con-s a p evolezza che qualsiasi intervento mi-rato alla soluzione di problemi di tipostrutturale deve tener conto sia delle po-tenzialità in grado di essere espresse dallarealtà locale sia dalle opportunità presentiin un determinato periodo storico, sonostati individuati i seguenti punti di forza:- vicinanza al più grande centro d’Italia,- elevata qualità ambientale,- buona conservazione dell’ambiente ru-r a l e ,- presenza del Teve r e ,- presenza di un patrimonio storico artisti-co di grande interesse.Tutti questi aspetti sono stati sviluppati e“sfruttati” nel valutare la necessità di unosviluppo turistico del territorio. Un turi-smo ecologico e sostenibile in grado di ri-vitalizzare il tessuto economico, ma allostesso tempo di conservare e va l o r i z z a r eil patrimonio ambientale. Già alloral’U.E. aveva posto particolare attenzione

al problema della crescita economicadelle aree rurali, dando indirizzi ve r s ouno sviluppo basato su nuove forme di tu-rismo, vicine alle nuove esigenze di vitaquali il turismo verde e quello culturale. Iprogrammi europei hanno così prev i s t ocospicui finanziamenti per i progetti pre-sentati dagli Stati membri e dalle Reg i o n iche priv i l eg i avano, sulla base di patti ter-ritoriali tra istituzioni, imprese pubblichee private e parti sociali, queste nuoveforme di turismo. L’attenzione risiedevaanche nella consapevolezza di poter dareall’agricoltura la possibilità di un redditocomplementare e integ r a t ivo basato su at-t ività legate alla stessa, nella consapevo-lezza che il presidio del territorio e la suam a n u t e n z i o n e / l avorazione fosse essen-ziale per politiche economiche e bu o n epratiche di mantenimento degli habitat.La Regione Lazio, coerentemente con iconcreti orientamenti europei, indicavache lo sviluppo economico dei Comunirurali fosse basato nei concetti di ambien-te, cultura e turismo: la Valle del Teve r e ,con le sue caratteristiche, la sua program-mazione e i suoi orientamenti, si fa c evaquindi trovare pronta per essere inseritanella programmazione integrata del com-parto. L’espansione del mercato dei servi-zi ambientali, caratterizzato da una fortedomanda potenziale, ha quindi spinto gliamministratori e tutti gli attori sociali delterritorio in esame, a lavorare insiemecome mai accaduto in questa direzione.Risultò subito evidente come parlare diturismo signifi c ava attuare un sistema po-tenziale di sviluppo economico in gradodi espandersi a macchia d’olio, ed il con-cetto di “ombrello” consentiva e consentetuttora di immaginare efficacemente larappresentazione di un fenomeno di inte-grazione economica di diverse attiv i t à(artigianato, prodotti agroalimentari diqualità, cultura, spettacolo, etc). Il turi-smo locale e la valorizzazione di areeomogenee – essendo per propria defi n i-zione rappresentato da dinamiche, va r i a-bili e natura composite, per la necessità dicreare un moltiplicatore per tutte quellerisorse che in maggior parte risultano pre-

Esperienze integrate di sviluppoterritoriale endogeno nella Regione LazioSergio PapaAmministratore locale, membro del Consiglio d!Amministrazione del Consorzio Tiberina

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senti in loco, ed essendo un’attività alta-mente trasversale – comportano e produ-cono ricadute economiche in molti setto-ri, anche non strettamente collegati allea t t ività prettamente turistiche. Infatti, dastudi effettuati, essi risultano produrre une ffetto moltiplicatore molto elevato che,sia in termini di valore aggiunto sia in ter-mini di addendo occupazionale, può an-dare oltre il valore di 1,50, ov vero per 100posti creati direttamente oltre 50 se nepossono creare in altre attività indotte,fermo restando che tutto av verrà in fun-zione del giro di affari, dalle strutture ri-c e t t ive, unitamente anche al numero diposti letto che l’organizzazione nel suoinsieme sarà in grado di off r i r e .Il progetto aveva, e conserva nella sua in-terezza, carattere innova t ivo sulle politi-che territoriali quali strategia fondamen-tale basata sulla conoscenza e sulla com-p e t i t ività del territorio, sempre in un’otti-ca della sostenibilità dello sviluppo.La convinzione degli anni precedenti chei turisti “arrivano comunque” – del tuttoillusoria e per certi versi irresponsabile –fortunatamente è stata abbandonata, e laconcorrenza sempre più spietata ha pie-gato le istituzioni e gli operatori ad atti-varsi con fantasia ed intelligenza, nellapromozione, nel marketing e negli accor-di di internazionalizzazione. Azioni ed at-t ività integrate sono state sviluppate, in-dispensabili per un serio e credibile pianodi sviluppo turistico specifico che partadalla consapevolezza che l’ospite è uncittadino provvisorio che desidera goderedi tutti i confort ed accoglienza (in una vi-sione di politiche standardizzate per tuttii cittadini). E’questo che rende credibileuna vera politica dell’accoglienza e dellaqualità del soggiorno “praticata quotidia-namente per 365 giorni l’anno”.Il recupero dell’identità in un contestoglobalizzato della società è l’antitesi alfondersi in maniera indistinta di realtàanonime (conurbazione urbana), nellac o nvinzione che le specificità e le pecu-liarità dei luoghi possano risultare vin-centi e conservare un appeal per il visita-tore anche in termini di curiosità cultura-le. D’altro canto risulta del tutto ev i d e n t eche Roma per i territori limitrofi rappre-senta un punto di forza, ma anche di de-bolezza, fagocitando le particolarità e lecaratteristiche tipiche in assenza di pianidi marketing specifici e di politiche auto-nome che capitalizzino la vicinanza ad

una metropoli unica al mondo.Risulta peraltro evidente come, dagli ulti-mi rapporti sul turismo italiano, le sceltesiano orientate su piccoli territori ben ri-conoscibili e dalle identità forti.Già all’epoca, da una prima ve r i fica, siq u a n t i ficarono i costi di soggiorno mediriferiti a Roma, e rapportati al territoriodella Media Valle del Tevere, deducendoche una eventuale proposta inversa dallasituazione di fatto esistente, ov vero ilsoggiorno nell’area della Valle del Teve r econ la possibilità di conoscere anche laP r ovincia della Capitale per poi mantene-re anche la visita alla Città Eterna, costas-se al turista circa la metà, usufruendod egli stessi servizi, con l’aggiunta di unamaggiore e dive r s i ficata proposta di sog-g i o r n o .Uno dei limiti dell’esperienza è da far ri-salire all’aspetto gestionale. Ovvero attra-verso la L.R. 22/12/1999, n. 40, relativaalla Programmazione integrata per la va-lorizzazione ambientale, culturale e turi-stica del territorio, la Regione si è dotatadi uno strumento importante ed unicoche, oltre a finanziare attraverso proprifondi e per mezzo dell’utilizzo integ r a t odi altre fonti (tra le quali quelle messe adisposizione dall’U.E. attraverso la pro-grammazione dei fondi strutturali), hapermesso di orientare i programmi inlinea ed in coerenza con le linee strateg i-che condivise. Purtroppo il venir meno diun sistema unitario, sistemico e coordina-to di gestione non ha consentito di pro-durre l’effetto sperato in termini di effi-cacia, efficienza, capacità di rappresenta-re un moltiplicatore economico, ancheper mezzo di economie di scala nella ge-stione unitaria delle risorse.A questo vulnus tipico di un modo supe-rato e cinico di amministrazione del“campanile”, che si sperava di poter supe-rare nel superiore interesse delle comuni-tà, si è aggiunta l’atavica quanto deleteriamancanza di acquisizione di cultura dellacontinuità amministrativa, anch’essa tipi-ca di una visione che possiamo defi n i r eeufemisticamente non lungimirante, cheha portato ad un rallentamento iniziale,fino all’abbandono della possibilità di ge-stione unitaria del sistema turistico del-l ’ a r e a .Ma forse non erano ancora maturi itempi. Oggi non soltanto per conv i n z i o-ne, ma per necessità, gli Enti Locali, masoprattutto le piccole comunità av r a n n o

l’obbligo per legge di mettere insiemeservizi e funzioni, e il dovere morale diavviare un percorso virtuoso che guardisoprattutto allo sviluppo endogeno perdare un futuro alle nuove generazioni erendere il tessuto meno desertificato gra-zie alle scelte dei giovani che, in presenzadi opportunità, sceglieranno di rimaneresul territorio di origine.Il Consorzio Tiberina rappresenta unadelle risposte , offre un’occasione e potràmettere a disposizione tutto il know howe la professionalità acquisita per poter an-dare oltre quell’esperienza, concettualiz-zando e contestualizzando la visione di“ r egione” fuori e al di là dei meri confi n ia m m i n i s t r a t ivi, in un’ottica di sviluppomoderna che metta al centro il territorio ele sue risorse.U n ’ esperienza positiva avviata è quellagià menzionata in questo Capitolo, e dicui agli allegati da pag. 133 a pag. 137,che va sotto il nome di “Accordo per lafruizione dell’ambiente nella Valle delTevere”, sottoscritta dalla Provincia diRoma, dalla Riserva Naturale Reg i o n a l eNazzano Teve r e - Fa r fa e dai Comuni diSant’Oreste, Torrita Tiberina, Civ i t e l l aSan Paolo, Nazzano e Filacciano. A u s p i-cata anche nell’ambito del programmaVA.TE. attraverso l’individuazione dizone omogenee all’interno dell’areavasta, essa avrà bisogno di un rilancio e diun aggiornamento, tenendo conto dellen u ove esigenze e programmazioni pre-senti ed in atto (si guardi con attenzionealla chiusura della programmazione U.E.2007/2013 e, con nuovo slancio creativo ,alla nuova 2014/2020), anche in prev i-sione della istituzione del grande Pa r c oFluviale del Tevere, per una moderna vi-sione dello sviluppo intersettoriale nel-l’ottica del rilancio delle vocazioni terri-toriali.Quindi, un laboratorio ideale in cui pro-gettare e realizzare, d’intesa con un mo-dello di governo del territorio dal basso,non più basato sul consumo del suolo edelle risorse ambientali, che guardi confiducia anche alle esperienze di riqualifi-cazione e rigenerazione urbana attuate inalcune parti della nostra penisola e, congrande successo, in Germania ed in altriPaesi dell’Unione Europea.

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1. Premessa

Come membri del Consorzio Ti b e r i n aintendiamo qui esplicitare alcune nostreidee relative alla possibile promozione,da parte del Consorzio e dei Consorziatiinteressati, di iniziative che diano con-creta attuazione al vasto ed impeg n a t ivoprogramma che il Consorzio si proponedi realizzare.Riteniamo infatti che l’approfonditaanalisi interdisciplinare delle caratteri-stiche ambientali ed antropologiche delterritorio tiberino, testimoniata dai pre-cedenti Rapporti e dagli incontri scienti-fico-culturali organizzati nell’ultimobiennio, giustifichino il passaggio aduna fase più avanzata, nella quale lo sce-nario identificato dia luogo a concretei n i z i a t ive di sviluppo; ciò tanto più te-nendo conto che oggi, molto più che nelmomento della sua costituzione, il Con-sorzio non può esimersi dall’impeg n a r s ifa t t ivamente per il superamento dellecritiche situazioni occupazionali e reddi-tuali delle popolazioni interessate, svi-luppando una progettualità che va l o r i z z ile risorse endogene del territorio e le op-portunità che esse offrono.È peraltro da sottolineare che siffatte ini-z i a t ive, ancorché tali da interessare informe diverse i Soggetti pubblici chepartecipano o che possono benefi c i a r ed egli indotti da esse originate, possono epotranno sempre meno essere sostenuteda contributi di natura pubblica se non inmisura residuale.

2. Il quadro di riferimento perun approccio “operativo”

Volendo, com’è natura della nostra strut-tura aziendale, immaginare uno svilupposostenibile che implementi in modo ri-m a r c h evole la valorizzazione della re-gione Tiberina nel rispetto delle sue pe-culiarità, e nel contempo promuoverne iprodotti per incoraggiarne l’economia,abbiamo pensato ad uno scenario checonnetta la qualità dell’ambiente territo-riale con i più recenti orientamenti di

fruizione del territorio da parte della do-manda turistica nazionale ed internazio-nale.Ci è guida in questo l’orientamento divoler fruire dei beni non solo naturali maanche artistici, monumentali e culturalida parte del turista consapevole mante-nendo il più possibile inalterato il territo-rio visitato.In termini esemplifi c a t ivi ricorderemo ilsempre maggior favore ricevuto da tourescursionistici “leggeri” (a piedi, ciclisti-ci, etc) in contesti similari (vedasi adesempio la rete dei “cammini” intereuro-pei che già coinvolgono milioni di parte-cipanti in Francia, Germania, Spagna esempre più anche in Italia) tutti commisu-rati, in termini di lunghezza e difficoltà, acapacità ed energie dei frequentatori.Sembra ovvio – ma a ben vedere non loè, vista la mancanza di politiche adeg u a-te e di signifi c a t ivi processi di inve s t i-mento privati – affermare che la possibi-lità di attrarre un numero di turisti “deigiorni nostri” (della cui qualifica semprepiù si contraddistingue un ampio ve n t a-glio di persone in termini di età e di pre-parazione fisica) in dimensioni suffi-cienti a sostenere il costo degli inve s t i-menti diretti ed indiretti necessari dipen-de, anzitutto, dalla creazione e dalla effi-cace gestione di servizi di accoglienza edi organizzazione dei flussi che rendanofruibili le risorse del territorio a soggettiappartenenti alle diverse “tribù” poten-zialmente interessate a questo tipo diambiente geo-antropologico (sportivi enon, famiglie, etc). Ricordiamo inoltre che molti Paesi e lo-calità, soprattutto del Nord Europa e delNord Italia stesso, vedono con favo r eanche la frequentazione di itinerari dilunghezze più impeg n a t ive da parte digruppi di motociclisti i quali in quelleoccasioni utilizzano i loro mezzi non conintenti agonistici ma con intenti di con-tatto diretto ed “immersione” nella natu-ra circostante; ancor più attagliato il dis-corso potrebbe ritenersi per i camperisti.La regione Tiberina, oltre a costituireuno degli esempi eccellenti dell’integ r i t à

del paesaggio e della natura a cui aspira-re, presenta, quale culla della civiltà eu-ropea e quindi occidentale, caratteristi-che ineguagliabili nei confronti di tuttequelle “tribù” che richiedono al territorioche visitano non solo un’offerta tagliatasulle loro specifiche esigenze, ma ancheun “contorno” di natura culturale cheesalti il valore e la qualità della loroesperienza di vacanza.Partendo pertanto dalla coerenza fra do-manda dei turisti anche occasionali (chedispongono cioè di un limitato tempo)ed offerta del territorio della Tiberina, ilquadro di riferimento della progettualitàche proponiamo è una prospettiva abasso impegno economico in termini dicapitale, ma fortemente innova t iva – equindi attrattiva - e cioè un’offerta conun alto tasso di naturalità accoppiato adun tasso ugualmente alto di orga n i z z a-zione e razionalità logistica, ev i t a n d ocosì i costi aggiuntivi (artificiosi o artifi-ciali) che inutilmente si potrebbero so-vrapporre a quello che il territorio giàoffre alla domanda dei visitatori. Tendenzialmente pertanto si tratterà solodi organizzare nel modo più efficiente ede fficace i servizi da mettere a disposi-zione dei frequentatori, la cui soddisfa-zione sarà sempre il miglior veicolo dipropaganda di ciò che viene offerto.Questi servizi, se ben organizzati, posso-no a loro volta soddisfare esigenze dipromozione dei prodotti agricoli ed arti-gianali, dei servizi di ospitalità, dell’oc-cupazione e dell’economia locale in ge-nere.La coesione ed interrelazione dell’off e r-ta di servizi nonché il loro coordinamen-to tecnico ed amministrativo sono natu-ralmente elementi fondanti di ogni pro-getto che coinvo l ga diverse realtà siasotto il profilo geografico sia sotto quel-lo economico.Su tali basi pensiamo ad un sistema inte-grato di servizi che, ben strutturato e bengestito, potrà costituire un attrattore dii n eguagliabile competitività di questoterritorio rispetto ad altre mete naturali-stiche ed itinerari culturali e monumen-

Linee generali per un approccio operativo allosviluppo delle attività del Consorzio TiberinaAndrea Silipo, Davide ViganòSoc. Europrogetti & Finanza (Gruppo Arcotecnica)

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tali di cui l’Italia centrale è faconda.

3. Elementi fondanti del sistemaintegrato di servizi

Senza voler escludere i flussi turisticitradizionali – che trovano nell’auto indi-viduale il mezzo ottimale per percorreree fruire il territorio – il programma pro-gettuale che proponiamo si rivolge ad unn u ovo tipo di turismo “organizzato” ba-sato su sistemi e mezzi di percorrenzamaggiormente adeguati alla conserva-z i o n e / valorizzazione/fruizione degli ele-menti attrattivi di questi territori.Questo tipo di turismo necessita, anzitut-to, di un sistema gerarchizzato di “hub”,intesi come nodi di scambio intermoda-le. In particolare, si evidenziano due li-velli:- Nodi di primo livello (long distance): ilterritorio della Tiberina ha l’ineg u a g l i a-bile vantaggio di essere baricentrico ri-spetto a due nodi logistici attraversati efra loro collegati dal Tevere non solo do-tati di tutte le attrezzature di trasporto edi accoglienza necessari, ma essi stessicostituenti mete turistiche di primissimaqualità: Perugia a Nord, Roma a Sud.Questi poli, nei quali il fiume Teve r erappresenta uno dei principali elementiidentitari, oltre ad essere in se stessi ori-ginatori di domanda turistica nei con-fronti dei territori della media valle delfiume, costituiscono i punti di arrivo ditutti i flussi turistici provenienti dallealtre aree del territorio nazionale e dal-l’estero. Per renderli funzionali al nostrosistema, occorrerà dotarli di strumenti dipromozione territoriale ispirati al fi u m eed ai suoi territori (info point negli ae-reoporti, nelle stazioni ed in altri luoghis t r a t egici dell’accoglienza turistica,linee di trasporto pubblico dedicate, etc)c o i nvolgendo gli operatori turistici spe-cializzati ivi presenti in programmi dipresentazione e diffusione delle oppor-tunità offerte dal sistema tiberino.- Nodi di secondo livello (interni all’a-rea): la chiave di successo della nostraproposta è la possibilità di dotare il terri-torio di ulteriori nodi di scambio checonsentano di “traslare” i flussi che via r r ivano con mezzi inva s ivi (es.: i grandipullman, i treni a lunga percorrenza, etc)su mezzi adatti alla fruizione naturalisti-ca e culturale dei numerosissimi punti diinteresse interni all’area. Si può pensare

ad un parco di mezzi ecologici a trazioneelettrica o mista individuali (car sharing,a ffitto di piccoli van, campers, etc) o col-l e t t ivi (pulmini da 15-20 posti) che in-stradino il turista lungo percorsi attrez-zati con aree di sosta (visite o brevi sog-giorni) nei punti di interesse per le ri-s p e t t ive “tribù”. In questi luoghi sarannorealizzate le strutture di servizio ed acco-glienza che rappresentano il cuore delnostro programma e di cui parleremod i ffusamente in seguito, ed in essi i turi-sti troveranno condensate le eccellenzedei territori e le strutture orga n i z z a t iveoccorrenti alla loro fruizione diretta.Tali percorsi attrezzati a tema, percorri-bili dal visitatore anche per sforzi o pertappe a seconda della propensione fi s i c ae disponibilità di tempo e raggiungibilianche con mezzi meccanici rispettosidell’ambiente, avranno come punti disosta/destinazione luoghi o itinerari did iversa natura: le Pievi e Monasteri, iluoghi della fede, monumenti, musei,opere d’arte, sottosistemi ambientalisti-co-antropologici di particolare valore -quali, ad esempio la Tuscia -, parchi, lefonti e le vie d’acqua, l’ambiente fluvia-le del Tevere, i percorsi vitivinicoli, iluoghi delle produzioni agroalimentaridi eccellenza (carni pregiate, prodottidella suinicultura, tartufi, formaggi tipi-ci, presidi slow food, etc), le “tappe” ob-bligate della ristorazione di eccellenza. I percorsi degli itinerari a tema sarannodi principio differenziati a seconda deimezzi utilizzati, ben segnalati, dotati diattrezzatura di sosta e relax, e di periodi-che stazioni (a mo’ di ostelli) le quali, adistanze calibrate ed in località amene,potranno di volta in volta offrire una ri-storazione calibrata sotto il profilo siaq u a l i t a t ivo (di principio territoriale) siaq u a n t i t a t ivo, alloggio, vendita di prodot-ti tipici, piazzole di sosta attrezzate pera u t ovetture, camper e roulotte (oltre checampeggi attrezzati modernamente).Queste stazioni di sosta e/o ostelli do-vranno avere requisiti minimi soggetti ac e r t i ficazione periodica da parte del Con-sorzio, ed individuati fra quelli che po-tranno essere offerti da imprenditori loca-li di provata professionalità e solidità.

4. Le strutture specializzate diaccoglienza

Gli Hub di secondo livello saranno di

principio localizzati in alcuni selezionatipunti dove conve rgono le grandi direttri-ci di attraversamento (Autostrada A 1 ,Superstrada E45, Strada Statale Flami-nia, ferrovie Roma-Firenze e Roma-Pe-rugia, etc).Essi saranno dotati di strutture ricettive ,congressuali e commerciali adeg u a t e ,fortemente connesse ai luoghi della pro-duzione tipica, sia agroalimentare sia ar-tigianale. Di seguito, alcune note sinteti-che sulle caratteristiche di due “format”i n s e d i a t ivi che il nostro Gruppo ha parti-colarizzato e propone, pensando alles p e c i ficità di questo territorio: “AG R I-VILLAGE” e “ART GALLERY”.

4.1. Agrivillage®Per A g r ivillage intendiamo il villaggiodel sapore e del sapere e cioè un villag-gio, un centro espositivo aperto al pub-blico, un luogo d’incontro.N egli ultimi anni abbiamo assistito ad ungrande sforzo per aiutare a livello sia eu-ropeo sia nazionale e locale le piccoleproduzioni tipiche di qualità; così comesempre più numerosi sono, anche nelleR egioni di riferimento del territorio tibe-rino, gli eventi e le manifestazioni che,nelle diverse stagioni e delle dive r s ezone di produzione, le strutture di pro-mozione turistica locale orga n i z z a n o .Manca tuttavia a questo universo pulvi-scolare e diffuso la forza attrattiva e lacapacità identitaria “di sistema” percompiere un decisivo salto di qualità,agendo sull’annoso problema che ne in-ficia la competitività: la distribuzione.A g r i Village è un luogo dove svilupparel’incontro tra domanda ed offerta di pro-dotti agroalimentari e dove recuperareun rapporto fra produttori, distributori econsumatori fondato sulla salubrità, il ri-spetto delle vocazioni ambientali, l’edu-cazione al gusto e alla cultura dell’ali-mentare Italiano, che in questo caso sa-ranno controllate e protette sotto un mar-chio promosso dal Consorzio Ti b e r i n a(per esempio il già registrato “Ti b e r i n aTipica”).L’ A g r ivillage Tiberina apparterrà ad unn e t work nazionale di strutture similari incorso di promozione e realizzazione, stra-t egicamente distribuiti sul territorio na-zionale, ciascuno dotato di una precisavocazione culturale e didattica, tutte lega-te ai rispettivi territori di insediamento.Tr overà qui spazio tutto quello che si

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m u ove attorno al cibo: le piccole produ-zioni di qualità, i Consorzi di Tutela, leassociazioni di Consumatori, la cultura el’educazione alimentare, gli eventi lega t ia l l ’ e n o gastronomia e al gusto e alla cul-tura che ad esso fa capo (aspeti tecnici,sanitari, socio-economici, etc).Il centro consiste nella formazione di unb o rgo, di una contrada dove, usando lacentralità della cultura della tavola, dellacucina e dell’ospitalità, il consumatore,il viaggiatore, l’addetto ai lavori potran-no usufruire di un luogo di commercio,di vendita diretta, di ristoro, di promo-zione, di lavoro ed ospitalità. Il primoesempio di Piccola Distribuzione Orga-nizzata.A g r i Village è dedicato al cibo, alla cul-tura enogastronomica, alla cultura dellat avola, al tessile all’arredo casa, ai casa-linghi, con varie ed importanti ristora-zioni tipiche e con luoghi di lavoro e diformazione. Darà la possibilità di coniu-gare la razionalità orga n i z z a t iva ed eco-nomica tipica delle strutture commercia-li vocate alla grande distribuzione con latradizionale cultura delle botteghe e deicentri storici, dando la possibilità alleaziende produttrici presenti di dialoga r econ il consumatore finale attraverso lapropria immagine ed il controllo direttodella filiera produzione-vendita.Queste botteghe si presteranno, inoltre,alla funzione di showroom per le azien-de che potranno non solo promuovere ipropri prodotti a distributori locali odesteri, ma anche la propria immagine dispazio e di storia del prodotto: dei veri epropri esempi di cosa è l’azienda, dellesue tradizioni, della sua cultura. Una meta turistica con alloggi, eventi dipromozione delle tradizioni e spazi dedi-cati alle scuole, ai ragazzi ed ai bambinid ove metterli a contatto con le tradizioniagricole e dove insegnar loro come na-scono i prodotti della tavola educandoliad un’alimentazione salubre e tradizio-nale; ma contemporaneamente una ve t r i-na su tutti quei prodotti che per quantitànon trovano sbocco con la grande distri-buzione, ma restano prima scelta per ilpiccolo commercio di rivendita o per laristorazione e per i consorzi di consumo.Le aziende partecipanti al progetto po-tranno av valersi di una grande logisticaclimatizzata a supporto delle attività inloco e di un portale internet dove il visi-tatore potrà continuare ad acquistare i

prodotti direttamente da casa sua, siaquesta a Milano, Parigi o Tokyo.Un assieme di funzioni che abbraccianounità espositive dedicate alla promozio-ne delle tipicità alimentari ed artigianali,b a r, ristoranti specializzati, uffici ed unalogistica modulare a servizio dei produt-tori agricoli e degli artigiani del food lo-cale, presenti a supporto di attività divendita al dettaglio ed all’ingrosso. Unformat che si completa con una strutturar i c e t t iva e congressuale, a supporto dellevalenze turistiche dell’iniziativa.Un format che si caratterizza per il forteimpatto occupazionale e socioeconomi-co.Il tutto non potrà che stimolare la curio-sità a visitare i luoghi di origine dei pro-dotti, partendo dall’Hub come no, informa organizzata come no, che si trattidi piccolissimi centri spesso sconosciuti(alle cui produzioni si crea un enormesbocco di vendita, poiché non è certop r evedibile che l’acquirente-medio iti-neri dall’uno all’altro unicamente perscopi culinari, artigianali, etc) o di centripiù famosi di cui talora si conosce sol-tanto la caratteristica prevalente (che siaartistica, paesaggistica, agro-alimentare,etc).

4.2. Art Gallery®L’Art Gallery è un centro integrato diproduzione diretta e commercializzazio-ne di veri prodotti artigianali di qualità. Il settore dell’artigianato rappresentauno dei segmenti più vitali, al contempotradizionali ed innova t ivi, del sistemaeconomico italiano, diffuso in modopressoché omogeneo in tutte le aree delPaese e fortemente connesso alle tipicitàdel territorio ed allo storia stessa dellacultura economica italiana.Nonostante la sua radicata attrattiv i t à ,t u t t avia, anche per questo settore si poneoggi il problema di rinsaldare e viva c i z-zare la filiera produzione-vendita, di at-tualizzare gli strumenti di marketing e,più in generale, di aumentare la competi-t ività nei confronti di una concorrenzaspesso impropria e priva di qualità, an-corché pericolosamente captive nei con-fronti dei consumatori meno attenti alrapporto qualità/prezzo.Da questo punto di vista, la diffusione edil crescente successo delle strutture com-merciali tipo Outlets può essere presa ariferimento di una tipologia di consumo

di massa che si av vantaggia dì strumentidi offerta sinora inavvicinabili per i pro-duttori artigiani: possibilità di confronta-re diversi produttori e prodotti, ga r a n z i adi brand, servizi accessori alla ve n d i t a(accessibilità, parcheggi, ristorazione,etc).Un sistema di facilities che vince ed an-nulla i numerosi aspetti nega t ivi di que-ste produzioni (livellamento qualitativo ,m i s - m a r keting, innaturale allunga m e n t odella filiera, etc).Dall'intenzione di dotare i sistemi localidi produzione artigiana dei vantaggi edelle economie di scala di cui godonoCentri Commerciali ed Outlets tradizio-nali nasce l'idea progettuale Art Galleryquale nuova tipologia edilizia e commer-ciale e che, dopo il successo di alcuneben note "best - practices" - come quelladel TARI di Marcianise -, sta già trova n-do attuazione in alcune prime esperien-ze-pilota.Il progetto si propone i seguenti obietti-vi:- valorizzare le produzioni artigianecome migliore espressione delle tipicitàtradizionali ed innovative dei territori; - avvicinare i consumatori al grande ba-cino delle produzioni artigiane, dive r s i-ficando l'offerta di prodotti al consumo ;ridurre i ricarichi per i costi di distribu-zione accorciando al massimo la fi l i e r a ,sino al concetto di "km zero";- attualizzare e modernizzare i sistemi dipresentazione/comunicazione del pro-dotto artigiano (show rooms, e-commer-ce, etc);- rinsaldare la "cultura di territorio" inquanto humus dal quale si sviluppa ilsaper fare tradizionale, originale e crea-tivo dell'artigiano;- dotare gruppi di artigiani - sia costituitiper settore che sulla base di "mix" terri-toriali - dei servizi accessori che consen-tano la riduzione dei costi non produttiv iche singolarmente debbono affrontare;- realizzare dei nuovi "contenitori" delleloro attività produttive e commercialicon tecnologie innova t ive di risparmioe n e rgetico, per una ulteriore, sensibileriduzione dei costi di investimento edesercizio.Art Gallery è pertanto una nuova tipolo-gia edilizia appositamente concepita erealizzata per ospitare attività di produ-zione e vendita nei termini previsti dallal egislazione vigente, integrate da idonee

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strutture di servizio comune e da spaziper l'ospitalità agli av ventori (clienti al-l'ingrosso ed al dettaglio) in un mix diprodotti artigianali (anche su misura) did i fferente merceologia tale da catturarel’interesse di qualunque visitatore.Il modello A RT Gallery persegue le se-guenti finalità:struttura produttiva e commerciale aciclo completo, integrata con quella diservizio alle attività ivi condotte e conquelle di distribuzione al dettaglio ed al-l'ingrosso dei prodotti (dal produttore alconsumatore);o rganizzazione commerciale professio-nale unitaria che persegue le sinergie diun adeguato mix di prodotti artigianali(food e non food);o rganizzazione promozionale unitariache implementi le attività di vendita deiprodotti artigianali con quella della ri-storazione (anch'essa artigianale) e dialtre manifestazioni di attrazione;struttura di commercializzazione di pro-dotti di qualità con bassa incidenza sulprezzo di vendita del costo locativo edelle spese accessorie;riduzione netta dell'incidenza, sul prezzodi vendita, dell'onere di rivendita;o rganizzazione gestionale unitaria perl'ottimizzazione qualitativa ed economi-ca dei servizi sia agli artigiani sia ai con-sumatori.In altri termini, ci si pone l'obiettivo dieliminare i principali elementi di diseco-nomicità di cui il settore soffre ed in par-ticolare:la non-sostenibilità degli oneri di unacommercializzazione organizzata, inquanto gravanti su produzioni quantitati-vamente limitate, ancorché di eleva t aqualità;l'onerosità degli adempimenti bu r o c r a t i-ci a cui i singoli produttori sono comun-que sottoposti e che incidono nega t iva-mente sulle loro attività principali;la localizzazione in genere decentrata eisolata della produzione artigianale chesolo raramente consente la commercia-lizzazione diretta al consumatore deiprodotti.Lo schema di principio prevede una cir-colazione sempre distinta fra quella pe-donale dei clienti al dettaglio e quellacarrabile dedicata ai clienti all'ingrosso eagli approvvigionamenti delle merci.È prevista anche un'area (tendenzial-mente scoperta, ma non necessariamen-

te) per ospitare fiere, attrazioni e merca-tini di bancarelle, nonché una competiti-va area Food Court con prevalente indi-rizzo d'offerta di produzione artigianale.Vi è inoltre la previsione di una zona adi-bita a show-room, denominata "Il me-glio del Territorio", presso la quale unnumero selezionato di artigiani, espo-nenti dell'artigianato locale e, vo l e n d o ,a n che appartenenti ad aree esterne maidentitariamente similari, potranno espor-re e pubblicizzare la loro migliore produ-zione av valendosi totalmente, per quantoriguarda il rapporto con il cliente, del si-stema telematico e dell'e-commerce.A ciascun negozio corrisponde un sop-palco destinato ad ufficio dell'artigiano,c o l l egato al Centro Servizi A m m i n i s t r a-tivi e Direzione Centro.Lo schema può essere implementatop r evedendo ulteriori spazi da dedicare as h ow rooms di prodotti anche industrialicommercializzabili mediante formule die-commerce.Nel Centro Servizi potranno essere ospi-tate strutture comuni per servizi alle as-sociazioni di consumatori, che il Centrostesso potrà coordinare con la raccolta ele spedizioni degli ordinativi, nonchécon la gestione delle casse organizzata inuna Barriera Casse Unica per tutta la A r tGallery (anche in abbinamento all’AgriVillage, ovviamente).Le casse del commercio al dettaglio e laloro sicurezza potranno essere gestiteunitariamente, mediante processi assisti-ti da codici a barre riferibili a ciascunArtigiano. Anche la sicurezza antintru-sione, antitaccheggio ed i relativi im-pianti potranno essere gestiti unitaria-mente.

4.3 Prime ipotesi localizzativeS a l voulteriori ve r i fiche di fattibilità edapprofondimenti, due sono le locationsche presentano le caratteristiche adattealla localizzazione di altrettanti“AG R I L L AGE – A RT GALLERY”: unalocalizzata in posizione intermedia tra ilComune di Roma e l’Umbria meridiona-le (in un sito produttivo - c o m m e r c i a l enell’area Roma Nord, intendendo il con-testo dell’“area metropolitana”) ed unaseconda più a Nord, nel cuore pressochébaricentrico del sistema, dove si trovauna delle “perle” storico-naturalistichedell’intero sistema tiberino: Orvieto, giàmeta consolidata di importanti flussi tu-

ristici.In ambedue le aree è possibile trovare on u ovi siti o delle locations “greenfi e l d ”o “brow n field” (preesistenze insediati-ve) che, opportunamente ristrutturate(secondo modalità, criteri e costi da sot-toporre a ulteriori studi di fattibilità e dilay-out) potranno accogliere le anzidettestrutture.

5. Azioni di completamento

Completano questo ragionamento sullastruttura di valorizzazione del territorioalcune ulteriori azioni obiettivo:1) la costituzione, come emanazioneo p e r a t iva del Consorzio o di un Gruppodi Consorziati, di una agile e competenteAgenzia di coordinamento e promozioneturistica in grado di collegarsi da un latoai network dei tour operator internazio-nali e dall’altro ai sistemi gestionali pub-blici e privati del territorio (Comuni,APT e Pro Loco, Associazioni di alber-gatori ed agriturismi, ristorazioni tipichee di eccellenza, etc) in modo da poter co-struire “pacchetti turistici” dotati delmarchio di qualità e di monitorarne pe-riodicamente la coerenza con i requisitirichiesti;2) la promozione presso gli enti gestoridelle ferrovie nazionali e locali di:a.riapertura dei rami in disuso paesaggi-sticamente di alta qualità ed eve n t u a l eriuso delle stazioni,b.dotazione di accorgimenti per il tra-sporto di biciclette;3) la creazione di una rete, a gestione co-ordinata e controllata, di cogeneratori die n e rgia elettrica mediante biomassa, diprincipio nelle località presso le quali laproduzione di rifiuti organici è maggio-re, le cui proprietà potranno essere diconsorzi locali aderenti al Consorzio Ti-berina. Tali cogeneratori potranno essereaperti anche a soggetti diversi dai con-sorziati e pertanto di fruizione pubblicaper lo smaltimento di residuati di lavo r a-zioni agricole e zootecniche in aree limi-tate, con precisi vincoli di taglia massi-ma, limitato impatto ambientale, non-distrazione di terreni tradizionalmenteagricoli;4)un piano di valorizzazione dei “casali”che le Regioni ed altri Enti pubblici pos-siedono nel territorio e che, già oggettodi tentativi di valorizzazione negli anniscorsi, potrebbero essere trasformati in

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“presidi” dell’accoglienza a gestionepubblico-privata.

6. Aspetti attuativi

Il progetto - come qui brevemente e perlinee generali illustrato - richiede per lasua concreta attuazione il contributo co-rale degli Enti Territoriali coinvolti (Co-muni, Provincie, Regioni, etc) al fine dip r o g r ammare ed attrezzare i percorsitematici nelle varie loro caratteristiche( veicolari di rapida percorrenza, ve i c o-lari di lenta percorrenza, ciclopedonali,escursionistiche, etc), ma soprattuttodei soggetti economici locali (aziendeagricole e pastorali, faunistiche, ricetti-ve e di ristorazione) che potranno, inun quadro programmatico di siffa t t aportata, essere incentivati ad intrapren-dere interventi di miglioria e sviluppodelle loro attività in una logica di con-d ivisione dei risultati indotti.Il successo dell’iniziativa è condizio-nato dall’efficacia e dall’efficienza conla quale potranno essere svolte le fun-zioni di coordinamento e coinvo l g i-mento delle forze economiche locali daparte di detti Enti Territoriali, mediantestrumenti, prevalentemente di ev i d e n z apubblica, che potranno essere predi-sposti dal Consorzio con il supportod egli Enti Pubblici – di livello naziona-le e locale – interessati o interessabili.Il Consorzio:1) con l’appoggio di Enti ed Unive r s i t àdi studi e ricerca potrà fornire va l i d eindicazioni sulle mete attraverso lequali far transitare i percorsi tematici;2) con il coinvolgimento economico diI nvestitori Privati strutturerà gli Hub e iservizi annessi;3)con il coinvolgimento dei propriConsorziati produrrà i capitolati pre-stazionali necessari per delineare le ca-ratteristiche dei luoghi di sosta e risto-ro che potranno pregiarsi del marchioTiberina Ti p i c a ;4) con il supporto delle Regioni e deg l iEnti Regionali di settore strutturerà ilR egolamento ed il servizio di controllodi qualità per l’assegnazione, e la pe-riodica conferma, del marchio Ti b e r i n aTi p i c a ;5) con il supporto delle Autorità com-petenti in materia di Turismo, e di Con-sorziati, strutturerà i servizi di coordi-namento dei tour operator internazio-

nali e la raccolta delle loro indicazioniper la migliore accessibilità;6)con il supporto dei gestori di lineeextraurbane di Perugia, Orvieto eRoma, di ferrovie locali e di Tr e n i t a l i ar i o rganizzerà i servizi di trasporto pub-blico per l’accesso ai luoghi di inter-s c a m b i o .

7. Conclusioni

Il territorio di cui ci siamo sin qui oc-cupati attende da anni un centro unita-rio di animazione e promozione pro-gettuale. La ormai matura ed imminen-te riorganizzazione degli Enti Localiche sino ad oggi si sono occupati dipromozione turistica e di gestione delterritorio offre forse l’occasione peruna razionalizzazione delle sva r i a t ei n i z i a t ive di promozione turistica attivein sede locale, superando, per unavolta, l’antico vizio dei “localismi” innome dell’efficiente allocazione dellerisorse pubbliche e priva t e .È naturalmente attesa una fa t t iva parte-cipazione da parte degli abitanti, affi n-ché la parola solidarietà non sia vuotadi significato, nonché da parte delleamministrazioni territoriali stesse, chepotranno in parte agire attraverso ilConsorzio Tiberina, aderendovi se giàoggi non vi aderiscono.Per quanto attiene gli Hub è ragionevo-le ritenere che oneri di urbanizzazionee contributi da parte degli operatori po-tranno essere richiesti a coloro che trar-ranno reddito di tipo immobiliare/ge-stionale dalle relative installazioni,eventualmente anche utilizzando im-mobili pubblici e/o dismessi.Se la presente proposta avrà accoglien-za potrà essere avviato da Europrogetti& Finanza, con il concorso delle istitu-zioni di ricerca appartenenti ai va r iEnti ed Istituzioni Culturali già aderen-ti al Consorzio (per quanto di lorocompetenza), un appropriato studio difattibilità il quale, oltre ad approfondi-re gli aspetti tecnici ed economici di unpiù dettagliato progetto, indagheràanche sulle modalità di accesso e sullep r o s p e t t ive di acquisizione di contribu-ti pubblici, diversi da quelli dei qualipotrà av vantaggiarsi il Consorzio pres-so i suoi Consorziati , e cioè pressoaltre Istituzioni dello Stato e pressol’Unione Europea, a sostegno dell’eco-

nomia locale e dei prodotti tipici agro-alimentari “di prossimità” (concettoforse più adeguato del “chilometrozero”, in questo caso).

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P re m e s s aIl “Progetto Tevere” è uno dei sette Proget-ti Strategici individuati nel “Disegno Stra-t egico Territoriale (DST) per lo SviluppoSostenibile della Regione Umbria”, appro-vato con deliberazione di Giunta Reg i o n a-le n.1903 del 22 dicembre 2008. La Reg i o-ne Umbria ha individuato nel Piano Urba-nistico Strategico Territoriale (il P. U . S . T. )e nel Piano Paesaggistico Regionale (ilP. P.R.) i nuovi strumenti di pianifi c a z i o n ee di governo del territorio, definendo ilprimo come «strumento di livello e scalar egionale, di dimensione strategica e pro-grammatica», che concorre a formare «ilquadro sistematico di governo del territo-rio regionale» e il secondo come «stru-mento di livello e scala regionali, di di-mensione strategica, programmatica e re-g o l a t iva» che «costituisce il quadro di rife-rimento e di indirizzo per lo sviluppo pae-saggisticamente sostenibile dell'intero ter-ritorio regionale, degli atti di programma-zione e pianificazione regionali, prov i n c i a-li e comunali».Il fiume Tevere rappresenta sicuramenteper l’Umbria un patrimonio identitario digrande rilevanza, tanto che è stato indiv i-duato come componente principe tra i Pa e-saggi delle Reti Naturali o della Naturalità.Questo corridoio, che attraversa l’Umbriaper tutta la sua longitudine, non è un seg-mento isolato di un'asta fluviale costrettadentro confini amministrativi, ma comeben sappiamo arriva in Umbria dalla To-scana, prosegue in Regione Lazio e dopoaver attraversato Roma sfocia nel MareTirreno. E' il fiume della "Tiberina", é ilfiume che ha dato i natali e che ha diseg n a-to la regione del Tevere: il Tevere è l'Ar-chetipo della Tiberina, inquadrato in unap r o s p e t t iva interregionale quasi integ r a l-mente fra Toscana, Umbria e Lazio, patri-monio identitario di grande rilevanza pertutte e tre le Regioni, da valorizzare, cheperò è stato affrontato finora soprattuttocome un rischio da contenere a causa deiricorrenti fenomeni di esondazione, miti-gati con il ricorso ad adeguati sistemi di di-fesa idraulica.Forse, in questo momento storico, così bi-

sognoso di condivisioni e di superamentidi barriere e di confini, non solo ammini-s t r a t ivi, un "Progetto Tevere" per comin-ciare tra Umbria e Lazio, dentro cui il Te-vere maggiormente si sviluppa, ha le chan-ce per riuscire a nascere. Nel seguito si ri-portano sinteticamente i risultati della pro-gettualità espressa in Umbria negli annisopra detti al fine di illustrare le idee-pro-getto ivi contenute e richiamare l'attenzio-ne sulla possibilità sopra lanciata.

Il “Progetto Teve re” comeun Contratto Te r r i t o r i a l e

Il Progetto Tevere dell’Umbria è stato con-tenuto in un territorio ristretto, quello im-mediatamente contermine rappresentatodalla pianura e dai versanti che lo domina-no. E' il corridoio territoriale, socio-econo-mico, paesaggistico, ambientale e cultura-le di grande valore, che attraversa l’Um-bria in senso longitudinale, dove risiedonogran parte dei patrimoni caratterizzanti laR egione intera (ma non è forse vero que-sto, a livello sub regionale, anche per i trat-ti toscano a Nord e laziale a Sud??).Occorre, in molte situazioni, riqualificare esviluppare questi patrimoni in modo inte-grato, prendendo a riferimento anche gliesempi di urbanistica partecipata condottinei modelli dei “Contrats des Milieu” fran-cesi, o dei" Contrats des Rivieres" dellaR egione Wallonia, utilizzati in larga partedel Nord Europa, che vedono impeg n a t igli enti competenti e le popolazioni riv i e r a-sche (gli Stakeholder) a riguadagnare unrapporto più autentico con il fiume che at-t r aversa i loro territori e l’ambiente che licaratterizza.Per sviluppare le potenzialità che prove n-gono dalla storia di questo fiume e del suoterritorio, come spazio generatore di cultu-re e di civiltà per quelle popolazioni chehanno saputo intrattenere intensi rapporticon il fiume stesso e il sistema delle acquet r i butarie, ai pur necessari interventi dimessa in sicurezza dal rischio idraulico edi gestione delle risorse idriche, si posso-no, anzi si devono, oggi coniugare altri in-t e r venti ad alto contenuto territoriale-pae-saggistico e socio-economico, per va l o r i z-

zare le risorse dello spazio fluviale, con l'o-b i e t t ivo di creare valori aggiunti utili ancheai fini di uno sviluppo sostenibile di questiterritori. In questo senso, il sistema Teve r epuò essere concepito come un sistemacomplesso di infrastrutture ambientali ereti ecologiche da considerare insieme aiterritori che mette in gioco, non dive r s a-mente dai corridoi longitudinali e trasve r-sali per la mobilità che tanto interessehanno per l’Umbria e per l'intera reg i o n e" Tiberina". Si dovrà, per guadagnare que-sti obiettivi di sviluppo, superare la logicadella singola opera funzionale a favore diquella propriamente territoriale, integ r a t a ,che mira ad accrescere le esternalità positi-ve degli investimenti pubblici nella pro-s p e t t iva dello sviluppo sostenibile dei terri-tori attraversati dall'infrastruttura, che inquesto caso è un sistema naturale e paesag-gistico, contornato dal sistema antropicoresidente e fluttuante.E bisognerà anche investire sul coinvo l g i-mento e sulla partecipazione propositivadelle realtà locali, di tutti gli Stake h o l d e rinteressati. La strategia da adottare dov r e b-be essere federata e distribuita sul territo-rio, mirata a far conve rgere soprattuttonella filiera Turismo-Ambiente-Cultura ilc o i nvolgimento dei soggetti maggiormen-te interessati.Il territorio del Progetto Tevere messo apunto in Umbria interessava 27 comuni:Alviano, Amelia, Attigliano, Baschi,Calvi, Città di Castello, Citema, Collazzo-ne, Deruta, Fratta Todina, Giove, Guardea,Lugnano in Teverina, Marsciano, MonteCastello di Vibio, Montecchio, Monte S.Maria Tiberina, Montone, Narni, Orvieto,Otricoli, Penna in Teverina, Perugia, SanGiustino, Todi, To rgiano, Umbertide.Fu costituito un comitato di redazionecomposto da dipendenti appartenenti atutte le Direzioni Regionali, che lavo r a r o-no in collaborazione con esperti dell’Auto-rità di bacino del fiume Tevere, Svilup-pumbria e il Centro Agroalimentare Re-gionale.Anche l’Agenzia per la Protezio-ne dell’Ambiente (ARPA Umbria) fu chia-mata a collaborare, e il contenuto del pro-getto è stato div u l gato nella sua struttura ind iversi incontri territoriali e conveg n i .

Verso un Progetto Tevere: potenziali sinergie traUmbria, Lazio e anche oltreEndro Martini“Alta Scuola” costituita fra Regione Umbria e Comuni di Orvieto (TR), Spoleto (PG) e Todi (PG)

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M e t o d o l o g i aFurono condotti una serie di approfondi-menti tematici per la messa a punto del do-cumento e in particolare, a cura di A R PAUmbria, un’analisi ambientale ed eco-si-stemica dell’area di progetto basata sui datidel Piano di Tutela delleAcque. Dai Servi-zi Regionali, da Sviluppumbria e dal Cen-troAgroalimentare fu realizzata un’analisiterritoriale e paesaggistica dell’area diprogetto, riportando lo stato di fatto, ilquadro programmatico di riferimento, ladinamica demografica e il sistema urbano,il sistema della mobilità, il sistema produt-t ivo e il sistema turistico del Tevere, il si-stema delle aree protette (Parco del Teve-re) e dei siti Natura 2000, ed infine quellod e l l ’ o fferta ricreativa e culturale e dei mo-lini, ville, castelli, rocche e fortezze esi-stenti nell'area. Particolare attenzione fuposta alla situazione relativa alla sicurezzaidraulica, alla manutenzione e gestionedelle sponde del fiume, alla rete ecologicae al risparmio idrico dell’acqua del Teve r econ speciale riferimento al deflusso ecolo-gico/ambientale necessario alla vita delfiume, condizionato dal sistema delle tregrandi dighe presenti (Montedoglio-Chia-scio-Corbara) e dalle regole da assumersiper il governo dei rilasci nei periodi estiv ie siccitosi.Al termine delle analisi sopra ricordate fu-rono individuate una serie di criticità con-nesse alle pressioni, alle infrastrutturazio-ni e all’uso del territorio, con particolareriferimento a quelle quali-quantitativedelle acque fluenti e a quelle ecologiche ei d r o - m o r f o l o g i c h e .Ma furono soprattutto evidenziate le poten-zialità di sviluppo legate all’interazione traecosistemi naturale e antropico che, comegià detto, alla base di un patrimonio identi-tario di grande rilevanza, che definisce unotra i principali Paesaggi delle Reti Naturalio della Naturalità.In questa interazione sono ricompresi l’ap-parato produttivo, la struttura urbana equella a vocazione turistico-ricettiva delterritorio in esame, legata alla presenza dicentri storici e di ambiti urbani perifluvialidi grande valore, con risorse storico-cultu-rali e archeologiche diffuse e un ambientecaratterizzato da paesaggi urbani e agricolipresenti sia nella pianura sia in ambitipiede-collinari e collinari, vocati ad unosviluppo non solo rurale, che caratterizza-no un territorio ancora sostanzialmente in-t egro. Il tessuto territoriale e l’ambienteche caratterizza questo corridoio fluviale

appare infatti vocato a fornire e a rendereaccessibili “prodotti tipici locali” di tipo tu-r i s t i c o - r i c e t t ivo - r i c r e a t ivo, con possibilitàdi declinare compatibilità e interazioni trale funzioni ambientali più generali e quelleurbane, turistiche, ricreative e produttive(agricole e non), tutte favo r evoli allo svi-luppo sostenibile di questo territorio.

Scenari di riferimentoper progetti e contrattiterritoriali specifi c i

Alcuni scenari di riferimento sono stati de-lineati nell’ottica di una possibile realizza-zione, e in particolare:

D e n o m i n a z i o n e- Completamento messa in sicurezzaidraulica e manutenzione- Miglioramento della qualità delle acque erisparmio idrico dell’acqua del fi u m e- Promozione e sviluppo delle aree naturaliprotette, siti Natura 2000, rete ecologica,uso e gestione integrata delle aree spondali- Riqualificazione urbana lungo il fi u m e- Recupero e riqualificazione ambientale epaesaggistica delle cave dismesse- Campagna urbana: paesaggio e agricoltu-ra periurbana- Rete di mobilità e di percorribilità per lafruizione del territorio del fiume e allesti-mento di porte di accesso- Recupero e fruibilità di molini, ville, ca-stelli, rocche e fortezze lungo il Teve r e- Sviluppo turistico lungo il Tevere, fi u m edella storia- Sviluppo di reti digitali e servizi multi-m e d i a l i- Rivalutazione delle previsioni urbanisti-che per le aree residenziali e/o industrialilungo il Teve r e-Valorizzazione del Tevere come via nav i-gata dai Romani- Educazione ambientale per “Vivere ilfiume, nel fiume e con il fiume” attrave r s o“ Water Tiber Point”

Non c'è spazio per esporre in dettaglio gliscenari suddetti, descritti nella documenta-zione di Progetto in apposite schede. Que-sti scenari devono essere approfonditi intermini progettuali defi n i t ivi per giungerea l l ' i n d ividuazione delle priorità, in partegià delineate quali la riqualificazione del-l’ecosistema fluviale attraverso integ r a z i o-ne tra assetto idrogeologico, tutela dellaqualità e della quantità delle acque e ri-sparmio idrico, compito precipuo della

competente Autorità di bacino del fi u m eTevere.Anche la manutenzione continua, la ge-stione integrata delle sponde (compresa larealizzazione di piste e aree di fruizionedel fiume), la ricostituzione di habitat, lar i q u a l i ficazione del corridoio ecologico, ilrecupero e la riqualificazione delle areee s t r a t t ive perifluviali e la riqualifi c a z i o n eurbana perifluviale integrata, compresa lar ivisitazione e l’aggiornamento delle pre-visioni urbanistiche lungo il fiume, costi-tuiscono altri obiettivi da conseguire che ilprogetto mette in evidenza, che possono ed evono trovare sinergie locali anche inter-r egionali così come gli interventi di va l o-rizzazione e d’accessibilità, compresaquella digitale, l’adeguamento del sistemadella mobilità e l’apertura di porte d’acces-so alla regione "Tiberina" umbro-tosco-la-ziale per un sempre maggiore lancio del si-stema ambientale, turistico-ricettivo - r i-c r e a t ivo e culturale dell’area di progetto.Trattasi di una serie di intuizioni e di idee-progetto sicuramente ancora valide, di cuialcune già avviate, da sviluppare ulterior-mente in forma sinergica e interregionale acominciare da qualche progetto Umbria-Lazio per conseguire la possibilità di bene-ficiare dei fondi della programmazione co-munitaria 2014/2020 e di quella di pro-s p e t t iva. Quanto esposto rischia di restareprobabilmente ... un documento progettua-le cartaceo ... come tanti altri, un sogno cheresterà nel libro dei sogni per il territoriodel Tevere, a meno che qualche decisoreche sogna queste stesse cose non attuiquello che suggerisce il poeta francesePaul Valery: <<Il modo migliore per rea-lizzare un sogno è quello di sveg l i a r s i ! > >

Bibliografia essenziale

1. D i s egno Stra t egico Te r r i t o r i a l e, DST,R egione Umbria (Perugia 2008).2. Documento di Progetto Tev e re, Reg i o n eUmbria (in Disegno strategico Te r r i t o r i a l e ,Perugia, 2008).3. Il progetto Tev e re: un Contratto diFiume tra il P. U. S . T. e il P. P.R dell’Um -bria, di Endro Martini, Maurizio Di Cesa-re & Luciano Tortoioli, in "Contratti diFiume" a cura di Massimo Bastiani, DarioF l a c c ovio Editore, Marzo 2011.

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Capitolo 7Note conclusiveGiuseppe Maria Amendola

Sergio Conti

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L’Italia è una Repubblica democratica,fondata sul lavoro.Ma quale lavoro? Secondo uno o piùmodelli generali democraticamentec o n d ivisi?Si può dire che l’Art.1 della nostra Co-stituzione è soddisfatto semplicementenel caso di piena occupazione o co-munque di aspirazione alla piena occu-pazione? Qualche ipotesi, per realizza-re tali obiettivi: i lavoratori nelle fa b-briche inquinanti – i lavoratori a lustra-re la grande industria motoristica, lar-gamente automatizzata, energ ivora escintillante, senza una goccia d’olioper terra, che tanto piacerebbe agli ar-tisti futuristi di cent’anni fa – i lavo r a-tori in una sorta di camuffato pensio-namento, che intasano le strade, rag-giungono al mattino gli uffici, trascor-rono le giornate senza essere indirizza-ti ad alcunché di costruttivo da chi do-vrebbe, reintasano le strade al ritorno acasa, per aver diritto a un asseg n omensile – i lavoratori in aziende adalto rischio di stress per l’eccessivapressione esercitata dal contesto – i la-

voratori costipati in un call-center – evia dicendo.La competizione internazionale ponela questione della continua rev i s i o n edella struttura produttiva del nostroPaese, per “tenere il passo”, come sisuol dire. Ma l’organizzazione interna-zionale è assai debole ed è pura utopia– almeno al momento – pensare dipoter dare in tutto il Mondo reg o l ec o n d ivise “verso l’alto” relativa m e n t ealla tutela del lavoro: per cui o ci ade-guiamo “verso il basso” (ad ev i t a r eche, nella loro libertà d’inve s t i m e n t o ,gli imprenditori vadano altrove) o cii nventiamo qualcosa di nuovo e di di-verso, che ci dia un vantaggio competi-t ivo .Abbiamo il nostro territorio, unico.Abbiamo le nostre diversità culturali,una grande ricchezza, forse sottova l u-tata (si pensi all’enfasi sulla biodive r-sità in ecologia). Abbiano tante “reg i o-ni” con la “r” minuscola (anche se,come ho sottolineato nella mia NotaI n t r o d u t t iva, la regione del Tevere nonè una qualunque). Si può conservare il

senso dell’apertura pur sottolineandole diversità, cooperando anche per ev i-tare l’omogeneizzazione culturale.E dunque, se anche avremo in futurosempre più bisogno di qualche inve s t i-mento straniero (con connazionali adi nvestire nel contempo all’estero), saràpoi così grave se le mura non saranno“nostre”, ove invece il lavoro in Italiasia improntato a un “modello italia-no”? Di certo un modello diverso daquelli su descritti. Dovessero mancarele nuove mura, tutt’al più resteremmoo torneremmo al foro o nel borgo, astudio o in bottega, in pensatoio o inlaboratorio. Per fare cose vecchie en u ove, coniugare tradizione e innova-zione, realizzare qualcosa di unico alMondo e di grandissima qualità, espor-tare in tutto il Mondo forse anche unafi l o s o fia e un sistema, come nel Medi-terraneo facemmo negli scorsi millen-ni: ma occorrono l’intelligenza, l’u-miltà e l’onesta di qualcuno che ci hapreceduti su questi suoli, per essereprotagonisti di una nuova reale “mo-dernizzazione” con l’uomo al centro.

Note conclusiveGiuseppe Maria AmendolaPresidente del Consorzio Tiberina e dell!Associazione Amici del Tevere

Nelle condizioni economiche attuali,se nessun futuro è certo, è nondimenonecessario pensare a una diversa logi-ca di sviluppo, ov vero a una crescita din u ova generazione e, implicitamente,a una “reinvenzione” del modello eco-nomico e sociale.Sarebbe in realtà fuorviane parlare dide-crescita (parola peraltro di moda).Nessuna società avanzata, con la storiaalle spalle che conosciamo, può ab-bandonare la strada della crescita. Sitratta in realtà di qualificarla, tenendoconto che la contrazione durerà alungo e si richiedono, per questo, scel-te di medio-lungo termine: una cresci-ta che sia insieme economica, sociale,culturale, istituzionale, incentrata sun u ove forme per la produzione del va-lore. Su questo fronte vale forse la

pena di ricuperare quanto elaboratodalla Commissione Stiglitz-Sen-Fi-toussi (voluta peraltro da un presidentecome Sarko z y, ma scarsamente nota al ivello internazionale) sintetizzabilenel concetto di valore aggiunto com-p l e s s ivo, ov vero espressione di molte-plici valori che concorrono al benesse-re della società e dell’impresa.

In questo quadro, è gioco-forza ricor-dare coma la valorizzazione del patri-monio culturale (nei fatti l’unica im-portante risorsa che ci è rimasta) puòs volgere una funzione decisiva.E ’ noto come la nozione di patrimonioabbia progressivamente ampliato ipropri contenuti, ruoli e utilizzi nellasocietà contemporanea: da oggetti “se-parati” (architettonici, archeologici

ecc.) ha coinvolto paesaggi, zone urba-ne o rurali, la stessa immaterialità.Siamo cioè di fronte a uno scivo l a m e n-to verso una visione antropocentrica efunzionale del patrimonio stesso, com-prendente tre dinamiche strettamentel egate fra loro: a) dai monumenti ve r s ogli uomini; b) dagli oggetti alle funzio-ni, e di conseguenza c) dalla conserva-zione all’utilizzazione e allo sviluppoeconomico durevo l e .Il patrimonio non si limita più, quindi,agli oggetti e non ha più, quale obietti-vo principale, la loro conserva z i o n emateriale, ma evo l ve verso una nozio-ne del tipo “tutto ciò che rientra nell’e-redità culturale”. Esso è quindi semprepiù strettamente associato al suo con-testo, inteso come costruzione sociale,prodotta e definita dagli individui e dai

Sergio ContiVice Presidente del Consorzio Tiberina, Presidente della Società Geografica Italiana

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gruppi ivi insediati.Nell’era della globalizzazione e del-l ’ av vento del cosiddetto “villaggio glo-bale”, seguendo una prospettiva di svi-luppo economico, il valore e il geniusloci dei luoghi e del territorio assumonouna dimensione ben più importante, di-namica, strategica e incisiva rispetto alpassato. I cosiddetti “nuovi fattori di lo-calizzazione” sono riconducibili allecondizioni specifiche dei territori lequali, secondo diverse modalità, posso-no agire nei processi di riqualifi c a z i o n eterritoriale e di rigenerazione sociale,economica e culturale anche di aree er egioni sinora poco valorizzate. Questifattori, se stimolati, possono svolgere ilruolo di catalizzatori potenziali di svi-luppo, occupazione e, conseg u e n t e-mente, di competitività di molti dei no-stri territori.Sono le condizioni territoriali specifi-che, le tecnologie e i “saper fare”, le po-litiche di rete e le forme di gove r n a n c efra i differenti stakeholders, la condiv i-sione di strategie e obiettivi fra gli attoriterritoriali, le forme di coesione e dicomplementarità economico-territoria-le, a diventare gli elementi della rigene-razione. Queste condizioni rappresenta-no le potenzialità strategiche dello svi-luppo di una regione (ovviamente nonin senso amministrativo), trasforman-dola in un sistema di distretti e fi l i e r eeconomiche a vocazione culturale, turi-stica e produttiva, rappresentando deilaboratori in termini di creatività ed ec-cellenze di tipo sociale ed economico,supportati dalla va r i egata ricchezzag e o g r a fica, storica, artistica ed econo-m i c o - p r o d u t t iva del nostro paese.L’ o b i e t t ivo è quello di proporre un’or-ga n i z z a z i o n e / d e finizione del sistema-Italia articolato in una molteplicità dicentralità strategiche (fra cui la stessar egione Tiberina) capaci di interagire intermini di massa critica e consegnare uncarattere di eccellenza e di competitiv i-tà alla filiera culturale. In altre parole,c o m p e t i t ività, sostenibilità ambientale,i n n ovazione socio-culturale rappresen-tano gli assets strategici sui quali fon-dare una possibile proposta. Si tratta diun segmento dell’economia che sim u ove, là dove si è riusciti a va l o r i z z a r-lo, a una velocità di dieci volte superio-re rispetto alla media nazionale, rappre-sentando per questo un motore capace

di ridefinire l’idea di futuro della nostraeconomia.

Si aggiunga come non sia più possibileprodurre con successo valore economi-co se si prescinde dalla relazione tra at-tori e tra attori e ambiente. Siamo alleprese, in altre parole, con l’idea di va l o-re economico condiviso, con cui si rico-nosce che sono i bisogni della società enon soltanto i bisogni economici con-venzionali a definire il mercato.L’economia deve tornare a radicarsi neimondi sociali, dopo anni di espansionea livello planetario e di sga n c i a m e n t otra economia e la società stessa. Perprodurre valore sono fondamentali lerelazioni fra attori e ambiente circo-stante. Il valore condiviso consiste nel-l’espandere la dotazione complessiva divalore economico e sociale.Si tratta di individuare – e proporre po-liticamente – un nuovo modo di fa r eimpresa, ciò che sarà alla base del va n-taggio competitivo dei prossimi anni, lecui componenti sono: a) la disponibilitàalla partnership pubblico-privato; b) lavalorizzazione delle risorse umane (infunzione dell’auto-organizzazione); c)l’orientamento al medio-lungo perodocome orizzonte competitivo temporale( s o s t e n i b i l i t à ) .In Italia l’elaborazione in questo sensoè stata sviluppata (ahimé…) soltanto al ivello accademico: vedi il dibattito in-torno al concetto di impresa integ r a l e ,che peraltro ricupera quanto sostenutodalla stessa Harvard Business Rev i ew.Va da sé che siamo alla vigilia di unan u ova stagione imprenditoriale che sicaratterizzerà per la ridefinizione delrapporto tra l’impresa e il contesto, el’Italia è sicuramente in ritardo.Ancora una volta la crisi può rappresen-tare un’occasione per ripensare i rap-porti tra territorio, imprese ed enti loca-li. Sotto questa luce il nodo non è quel-lo di investire risorse da parte delloStato e degli enti pubblici, ma prefi g u-rare finalmente un ritorno (e una rein-venzione) del ruolo programmaticodelle istituzioni. Sarebbe utile, sottoquesta luce, rintracciare idee e sugge-stioni (non già modelli da seguire pe-dissequamente) percorrendo l’Europa.

Il contesto è ovviamente problematico(gli interessi in gioco sono disparati),

t u t t avia è la sola strada attraverso laquale è possibile rompere la crisalide incui giace il sistema, segnato da carenzadi programmazione e di progettualità,oltre che da costi estremamente eleva t iin termini sia finanziari sia interg e n e r a-z i o n a l i .Vale qui la pena ricordare come nei piùrecenti documenti prodotti in sede co-munitaria le regioni destinatarie di so-s t egno finanziario non verrebbero piùd e finite in ragione dei limiti ammini-s t r a t ivi: le politiche di intervento do-vrebbero indirizzarsi invece verso queisistemi territoriali in cui determinatecaratteristiche di omogeneità funziona-le si intrecciano con coalizioni di attorie istituzioni cementate da valori condi-visi. I loro confini sarebbero quindialtro rispetto a quelli amministrativ i(anche se possono cambiare nel tempo),mentre diventano decisive, nel contem-po, le agglomerazioni e le reti, entram-be forze motrici dello sviluppo.Com’è noto, il dibattito politico è tutto-ra in corso e va prefigurandosi una logi-ca secondo cui i destinatari delle futureallocazioni finanziarie saranno i luoghi(le regioni funzionali). Si tratta, inbuona sostanza, di un approccio place-based che trascende il tradizionale di-lemma del federalismo fiscale, pur co-stituendo una politica complessa e ri-schiosa, dato il pericolo reale di distri-buire in modo errato le risorse e favo r i-re la rendita a scapito dell’innova z i o n e .Le lezioni tratte dalla crisi in corso, edalle modalità stesse in cui nel nostropaese sono stati utilizzati i fi n a n z i a-menti comunitari, rafforzano questat e s i .