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Il Consiglio europeo nel 2013

FEBBRAIO 2014

IT

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FEBBRAIO 2014

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Il presente opuscolo è realizzato dal segretariato generale del Consigliowww.european-council.europa.eu Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2014

ISBN 978-92-824-4167-1doi:10.2860/76374ISSN 1977-320X© Unione europea, 2014Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.Printed in BelgiumStampato su carta ecologica

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Il cammino verso la ripresa 5

Una zona euro più forte 6

Crescita e occupazione 10

L’Unione nel mondo 15

Democrazia e interdipendenza 19

In vista del rinnovamento 23

Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi di Stato o di governo 25

Sommario

Il Consiglio europeo nel 2013 a cura del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy

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Il Consiglio europeo, dicembre 2013

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Il 2013 è stato per l’Europa un anno di transizione — la tempesta è passata, ma le nubi più scure permangono all’orizzonte. Gli estenuanti anni spesi a spegnere i focolai della crisi hanno cominciato a dare i loro frutti: nel corso dell’anno le tensioni sui mercati si sono ridotte, e si può affermare sena tema di smentita che le minacce alla sopravvivenza della zona euro generate dalla crisi finanziaria sono stabilmente alle nostre spalle. Tuttavia i nostri paesi erano, e sono tuttora, alle prese con una profonda crisi economica, i cui principali motivi di preoccupazione sono l’occupazione e la crescita. Abbiamo quindi concentrato il nostro lavoro sull’obiettivo di accelerare il cammino verso la ripresa economica.

Il Consiglio europeo nel 2013 illustra le attività svolte dall’istituzione durante l’anno passato. Per tutto l’anno la lotta a favore dell’occupazione è stata ovviamente in cima all’agenda dei leader. Ma abbiamo anche rafforzato ulteriormente l’unione economica e monetaria, con nuove misure relative all’unione bancaria, deciso il bilancio dell’Unione europea (UE) per il resto del decennio e concentrato l’attenzione su relazioni strategiche con partner globali e paesi vicini, in particolare l’Ucraina.

La nostra istituzione riunisce intorno a un tavolo i massimi leader dell’Unione europea: i 28 capi di Stato o di governo, il presidente della Commissione e il presidente del Consiglio europeo. Il nostro compito consiste nel decidere la rotta strategica dell’Unione. Stabiliamo le priorità politiche e ci assumiamo le nostre responsabilità in situazioni di crisi. Le nostre riunioni cominciano con uno scambio di opinioni con il presidente del Parlamento europeo. L’alto rappresentante dell’UE prende parte a tutte le discussioni in materia di affari esteri e il presidente della Banca centrale europea si unisce regolarmente a noi allorché sono in discussione questioni economiche. Le riunioni del Consiglio europeo sono eventi in cui avvengono cambiamenti e si prendono decisioni. Fanno inoltre parte di un processo e la semplice prospettiva del loro svolgimento innesca preparativi e processi in tutta l’Unione.

Nel corso del 2013 abbiamo accolto fra noi nuovi colleghi e salutato i loro predecessori, dopo il cambio di governo in Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Italia, Lussemburgo, Malta e Slovenia. In totale, si sono svolte sei riunioni formali del Consiglio europeo ed un vertice della zona euro, un numero che da sé conferma che navighiamo ora in acque più tranquille.

Il 1º luglio abbiamo avuto il piacere di dare il benvenuto alla Croazia come ventottesimo Stato dell’Unione, mentre siamo pronti a negoziare con altri paesi della regione, non ultima la Serbia. Un forte richiamo del nostro altro obiettivo comune: stiamo collaborando non solo per la prosperità dei cittadini europei, ma anche per cementare la pace tra gli Stati d’Europa.

Il cammino verso la ripresa

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Rapporti con le banche

Quando nel giugno 2012 il Consiglio europeo decise di migrare da un insieme frammentario di sistemi bancari nazionali verso un’unione bancaria eravamo consapevoli che si sarebbe trattato di un processo a tappe. Passare da un punto di partenza insostenibile a un solido punto di arrivo equivale, in un certo senso, a costruire ponti.

Le unioni bancarie si compongono di tre parti: la vigilanza sulle banche che vi prendono parte, la risoluzione delle crisi delle banche in dissesto e la garanzia dei depositi dei clienti. Per quanto riguarda la vigilanza, siamo molto vicini al punto di arrivo. Alla fine del 2013, a conclusione della fase iniziale, Danièle Nouy è stata nominata presidente del consiglio del meccanismo di vigilanza unico, mentre la Banca centrale europea, in qualità di autorità di vigilanza entrante, ha dato il via alle verifiche preliminari dello stato di salute

Nel 2013 l’obiettivo prioritario non era più quello di salvaguardare la stabilità della zona euro, bensì di aprire la via a una ripresa economica quanto più rapida possibile in tutta l’Unione. Ciò ha comportato un impegno simultaneo su quattro fronti. Il primo consisteva nel preservare la stabilità finanziaria e, sebbene gli aspetti più acuti della crisi si fossero attenuati, in alcuni momenti dell’anno si è reso necessario agire rapidamente, in particolare in relazione al sistema bancario cipriota. Il secondo fronte si concentrava sull’obiettivo di proseguire il rafforzamento delle fondamenta della nostra unione economica e monetaria. Il terzo consisteva nel migliorare la resilienza delle nostre economie per mezzo di finanze pubbliche sane e sostenibili e una maggiore competitività. Il quarto e ultimo fronte, particolarmente urgente a causa del disagio sociale che comportava, era la lotta alla disoccupazione, attraverso misure immediate e mirate.

Questa strategia globale ha guidato nel corso dell’anno l’operato dei membri del Consiglio europeo nell’ambito del processo decisionale in campo economico. A seconda della situazione, abbiamo concentrato la nostra attenzione su determinati aspetti piuttosto che su altri, ma ci siamo assicurati che nessun elemento fosse trascurato. I leader sono profondamente consapevoli che tutti gli elementi sono interconnessi e che le azioni da intraprendere, a breve o lungo termine, non possono essere affrontate separatamente. Tutto ciò che abbiamo fatto a favore della creazione dell’unione bancaria, ad esempio, non era inteso solo a rafforzare l’architettura dell’unione monetaria ma, in una situazione in cui la mancanza di credito in alcuni paesi ostacolava la ripresa economica, è anche divenuto parte integrante della nostra lotta a favore dell’occupazione.

Intorno al tavolo del Consiglio europeo

Una zona euro più forte

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bancaria, non dovrebbe essere sottovalutata. Per la zona euro essa rappresenta il più grande passo in avanti dalla creazione dell’euro stesso e, per gli standard europei, sta avvenendo alla velocità della luce.

Dibattito in materia di bilancio

Riportare sotto controllo i debiti e i disavanzi pubblici era un elemento fondamentale per calmare la tempesta della crisi finanziaria. Dal 2010 le norme di bilancio sono state rafforzate in diversi modi e i paesi della zona euro, in particolare, hanno avviato un più intenso coordinamento dei loro cicli di bilancio. Ciò ha contribuito non poco al ripristino della fiducia nelle finanze pubbliche, che si può molto chiaramente riscontrare negli «spread» ridotti rispetto all’anno passato. In media, tra il 2009 e il 2013 i disavanzi pubblici nella zona euro si sono più che dimezzati. Il risanamento di bilancio non ha mai rappresentato un obiettivo in sé, bensì un mezzo per riportare su basi sostenibili la crescita e l’occupazione.

Il dibattito relativo a una strategia di bilancio comune per le nostre 28 economie si è tuttavia intensificato nella primavera del 2013. Ma, nella mia opinione e in quella di tutti i membri del Consiglio europeo, il dibattito «austerità contro crescita» era, ed è, un falso dilemma. Chi potrebbe essere contro la crescita economica? Tuttavia, non è aumentando l’indebitamento pubblico o privato che si risolve una crisi del debito. Il fatto è che alcuni paesi non avevano altra scelta che ripristinare la loro credibilità finanziaria.

di tutte le banche. Il meccanismo di vigilanza unico sarà pienamente operativo a novembre 2014.

Dal punto di vista politico, giungere a un accordo in merito alla risoluzione delle crisi bancarie era il principale compito del 2013. Una volta passata a livello europeo la vigilanza sulle banche, i fallimenti di queste ultime non possono semplicemente essere affrontati a livello nazionale. In occasione del nostro ultimo incontro nel 2012 ci eravamo assegnati un termine tassativo: giungere a un accordo in merito alla risoluzione delle crisi bancarie entro la fine del 2013. Il Consiglio europeo ha seguito da vicino questo processo per l’intera sua durata, nonostante esso sia stato guidato per la maggior parte dai ministri delle finanze, facendo il punto dei progressi ottenuti nel corso di quasi tutte le sue riunioni. Il meccanismo unico di risoluzione delle crisi, ivi compreso il Fondo unico di risoluzione delle crisi, è stato convenuto dai ministri della difesa a dicembre 2013, ancora una volta a tarda ora, nella notte immediatamente precedente il Consiglio europeo. Guardando al futuro, la procedura con il Parlamento europeo dovrebbe concludersi prima della scadenza del suo ciclo legislativo nella primavera del 2014.

Per quanto riguarda la garanzia dei depositi dei clienti, a dicembre è stata adottata una nuova direttiva che prevede sistemi di garanzia dei depositi armonizzati in tutti gli Stati membri. Per ciascuna delle tre parti, quindi, i ponti sono pronti o in costruzione, e presto li potremo attraversare. La grandezza di una tale conquista, a soli diciotto mesi dalla decisione di creare un’unione

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chiaramente visibili. Il fatto che la crescita sia stimolata in gran parte dalle esportazioni è un buon segno di una accresciuta competitività.

E questa è una buona nuova per tutti. Con la crisi abbiamo scoperto che ciò che accade in un paese può avere ripercussioni su tutti gli altri. Le scelte nazionali di riforma o di aggiustamento non avvengono in un contesto isolato: ogni paese ha vicini, partner commerciali, paesi che utilizzano la stessa valuta. L’interdipendenza conta, dato che la zona euro, in particolare, è più della mera somma delle sue parti. Misure che possono sembrare sensate in un particolare paese preso isolatamente potrebbero non avere esattamente lo stesso impatto in un contesto più ampio. Guardare al quadro generale è di fondamentale importanza, ed è anche a ciò che serve il Consiglio europeo.

Nel corso dell’anno abbiamo discusso di nuovi mezzi per incoraggiare le riforme economiche nazionali nel quadro dell’impegno a favore del rafforzamento dell’unione economica e monetaria. Una delle strade percorribili è quella di sviluppare partenariati tra i governi nazionali e le istituzioni dell’UE per stimolare riforme a favore della crescita, dell’occupazione e della competitività. Poiché ci muovevamo in territorio sconosciuto, a giugno abbiamo identificato una serie di principi (quale la necessità di una forte titolarità nazionale) e abbiamo concordato gli obiettivi. Nel corso della riunione di dicembre, i leader hanno ripreso la discussione e convenuto in merito alla natura dei partenariati, da basarsi su un sistema di accordi contrattuali reciprocamente concertati e meccanismi di solidarietà correlati, ma non sono riusciti a giungere a un accordo su tutti gli aspetti. Il Consiglio europeo tornerà quindi sulla questione nell’autunno del 2014.

Per alcune riunioni del Consiglio europeo l’importanza risiede nel fatto che non hanno avuto luogo. Le turbolenze finanziarie verificatesi a Cipro lo scorso anno sono un chiaro esempio in tal senso. A causa dell’esposizione del suo settore bancario alla situazione in Grecia, il paese è stato per mesi sull’orlo di una grave crisi finanziaria. I leader, naturalmente preoccupati, hanno lasciato la questione ai loro ministri delle finanze. Quando infine le turbolenze finanziarie si sono scatenate nel marzo del 2013, i ministri della zona euro hanno negoziato con il governo cipriota un pacchetto di salvataggio da dieci miliardi di euro. I termini dell’accordo, che interessavano sia i risparmiatori locali che i facoltosi depositanti stranieri, sono stati

Il vero dibattito, che si è svolto nel corso delle nostre riunioni di marzo e giugno, verte sui tempi e le sequenze degli sforzi di risanamento. Spetta a ciascun paese trovare il giusto passo ed equilibrio per diminuire il proprio disavanzo e indebitamento, ma nel fare ciò è d’importanza vitale che ciascuno di essi tenga sempre conto degli effetti sull’intera zona. Le norme comuni dell’UE permettono chiaramente ai paesi di concentrarsi su obiettivi di bilancio di natura strutturale e non solo nominale. Come abbiamo sottolineato ancora una volta a marzo, le possibilità esistono, si trovino esse nel patto di stabilità e crescita oppure nel patto di bilancio, entrato in vigore il 1º gennaio 2013. La direzione conta più della velocità.

A marzo e giugno i leader hanno inoltre affrontato la dimensione sociale dell’unione economica e monetaria, ponendo l’enfasi ad esempio sul valore degli indicatori sociali e occupazionali. Abbiamo sottolineato la necessità di un dialogo sociale costruttivo. Durante una parte del Consiglio europeo di giugno si sono unite a noi per la prima volta le parti sociali europee, rappresentanti le grandi imprese e le PMI, i servizi pubblici e i sindacati.

Incoraggiare le riforme economicheNell’ambito del «semestre europeo» i leader hanno regolarmente condiviso l’esperienza da loro acquisita nell’attuazione di difficili riforme economiche. In tutta l’Europa sono in corso riforme, non da ultimo nei paesi maggiormente colpiti dalla crisi, e i primi risultati sono

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aderito alla zona euro a partire da gennaio 2014 è stata un’ulteriore convalida della fiducia nell’unione economica e monetaria.

discussioni, siamo giunti a una soluzione. L’accordo è stato poi discusso e approvato dai ministri delle finanze.

Per l’Unione europea, non è stato l’episodio più glorioso della sua storia, tuttavia i mercati finanziari hanno reagito alla situazione in modo relativamente controllato. Era un chiaro segnale che la fase di eccessiva volatilità era conclusa. Evidentemente, il messaggio che i leader europei erano pronti a fare «tutto il necessario» per salvaguardare la stabilità finanziaria aveva fatto breccia. Tre mesi più tardi, la conferma che la Lettonia avrebbe

Dibattito in seno al Consiglio europeo

direttore generale del Fondo monetario internazionale. È in questa sede che, poco prima della mezzanotte di domenica 24 marzo, dopo un’intera giornata di delicate

respinti dal parlamento di Nicosia qualche giorno più tardi, causando una situazione di stallo e incertezza politica. Convocare l’intero Consiglio europeo per quanto stava avvenendo a Cipro con un preavviso di poche ore era una misura di crisi che ho preferito evitare. Mantenendomi in stretto contatto con gli altri membri, ho organizzato una riunione a Bruxelles con il nuovo presidente cipriota, Nicos Anastasiades, e con i presidenti della Commissione, della Banca centrale europea e dell’Eurogruppo, nonché con il

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ottenuto grazie a tali sistemi in Finlandia e Austria, ad aprile tutti gli Stati membri si sono impegnati a istituire propri piani d’azione in materia di garanzia per i giovani.

I presidenti e i primi ministri hanno seguito da vicino la questione, anche prendendo parte alle conferenze sulla disoccupazione giovanile organizzate a Berlino dal cancelliere Angela Merkel a luglio e a Parigi dal presidente François Hollande a novembre. Nel corso dell’anno, in occasione di diverse riunioni del Consiglio europeo, i leader hanno concordato azioni a livello di UE volte a promuovere la formazione professionale, apprendistati di qualità o la mobilità transfrontaliera tramite il portale EURES della mobilità professionale e il programma Erasmus+, con il coinvolgimento di tutti i partner, dalle scuole, organizzazioni sociali e autorità locali, fino alle grandi e piccole imprese.

Da marzo a dicembre abbiamo lavorato con la Banca europea per gli investimenti per superare la frammentazione finanziaria nelle economie deboli e migliorare l’accesso al credito per le PMI. L’aumento di capitale di 10 miliardi di euro deciso nel 2012 dal Consiglio europeo ha permesso alla Banca di aumentare l’erogazione di prestiti del 38 %, arrivando a 62 miliardi di euro nel 2013, finanziando così progetti a favore della crescita e dell’occupazione in tutta l’Unione.

Competitività nell’era digitale

Nuovi concorrenti, invecchiamento della popolazione, deindustrializzazione, rivoluzioni tecnologiche... sono sfide che interessano, a vari livelli ma senza eccezioni, un paese su quattro. Occorre farvi fronte, euro o non euro, Unione o non Unione. Motivo per cui, in occasione di ciascuna riunione del Consiglio europeo, ho insistito sulla necessità di accordare un’attenzione particolare alla competitività europea.

Verso la fine dell’anno, si è infine assistito a un ritorno, timido ma reale, della crescita. Tuttavia, intercorre un intervallo di tempo naturale tra il ritorno della crescita e quello dell’occupazione e, di conseguenza, accelerare la creazione di posti di lavoro è rimasta la prima priorità del Consiglio europeo nel 2013.

La lotta a favore dell’occupazione

Cinque anni di crescita debole o di recessione hanno avuto effetti devastanti sull’occupazione in troppi paesi. Nel corso degli ultimi anni, è apparso evidente ai leader che la mancanza di lavoro nell’Unione è una preoccupazione comune e che contrastare tale fenomeno rappresenta una responsabilità congiunta, dal punto di vista economico, sociale e politico. Ciò vale a maggior ragione per quanto riguarda la disoccupazione fra i giovani, che ha raggiunto livelli inaccettabili, traducendosi in un tragico spreco di talento ed energia.

Ovviamente, per quel che concerne le misure a favore dell’occupazione, i governi nazionali si trovano in prima linea. Tuttavia, in sede di Consiglio europeo abbiamo provveduto alla mobilitazione di mezzi dell’UE a sostegno delle azioni intraprese a livello nazionale. A febbraio, nell’ambito del bilancio dell’Unione per i prossimi sette anni, abbiamo riservato a tale scopo specifico fondi cospicui: 6 miliardi di euro (successivamente portati, d’accordo con il Parlamento europeo, a 8 miliardi di euro). La maggior parte di detti fondi sarà sbloccata entro il 2015. Questa iniziativa a favore dell’occupazione giovanile aiuterà gli Stati membri più colpiti a varare i loro sistemi nazionali di garanzia per i giovani, una serie di misure atte a garantire che ogni giovane riceva una valida offerta di lavoro, d’istruzione o di tirocinio entro quattro mesi dal completamento degli studi o dall’inizio della disoccupazione. Prendendo spunto dal successo

Crescita e occupazione

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Comunicato stampa a seguito della conferenza di Parigi sull’occupazione giovanile, novembre 2013

Leader e ministri dell’occupazione alla conferenza di Berlino sull’occupazione giovanile, luglio 2013

cambiate, e la «rivoluzione del gas di scisto» negli Stati Uniti ne è soltanto una delle cause. A maggio il Consiglio europeo ha quindi dedicato un’intera riunione alla questione, adottando decisioni volte ad abbattere le barriere nel settore dell’energia, ampliare le scelte energetiche e tagliare il costo dell’energia per le imprese e le famiglie.

Oltre a quello dell’energia, troppi altri settori del mercato unico non sono ancora all’altezza. Non da ultimi i servizi,

I nostri paesi non possono perdere di vista le tendenze a più lungo termine che si celano dietro alcune sfide dell’immediato. I prezzi elevati dell’energia ad esempio, che pesano enormemente sulle imprese e sui consumatori in tutta l’Europa. Senza un vero mercato unico europeo dell’energia, i nostri Stati membri non saranno probabilmente in grado di competere adeguatamente in un mondo in cui l’Europa è destinata a diventare l’unico continente dipendente dalle importazioni energetiche. Le regole del gioco sono

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enormi vantaggi alle imprese. Si tratta non solo di infrastrutture e regolamenti, ma anche di competenze: tutte le occupazioni del futuro, o almeno parte di esse, richiederanno competenze digitali senza le quali 900 000 posti di lavoro nel settore delle TI in Europa potrebbero rimanere vacanti entro il 2015. In ottobre, pertanto, abbiamo raddoppiato le risorse a favore della formazione e della riqualificazione professionale nel settore digitale e abbiamo lanciato una coalizione per l’occupazione nel digitale a livello di UE.

Nel corso del medesimo vertice i leader hanno ribadito la necessità di promuovere le competenze in materia di innovazione e imprenditoriali nelle nostre società nonché di sostenere la conversione della ricerca e delle idee in successi commerciali a livello mondiale. È da rimarcare il fatto che la settimana precedente, a Monaco, l’Ufficio europeo dei brevetti aveva celebrato il suo 40º anniversario, nonché il nuovo brevetto unico dell’UE, la novità lungamente attesa che presto abbatterà i costi connessi all’innovazione in tutta l’Europa.

l’economia digitale, il settore delle telecomunicazioni e le infrastrutture di trasporto, tutti settori per cui l’abbattimento delle barriere segnerebbe un’importante differenza. Per contribuire al rafforzamento dei benefici a favore delle imprese, le norme del mercato unico dovrebbero essere semplici e adatte allo scopo. È una questione di buon senso comune per tutti i leader europei, come abbiamo ricordato in diverse occasioni quest’anno. Lo scopo di norme comuni è esattamente quello di ridurre la burocrazia; se ci riusciamo, avremo un’unica serie di regole al posto di 28, con parità di condizioni uguali per tutti.

Paradossalmente, in materia di economia digitale e delle telecomunicazioni l’Europa è ancora un mercato molto frammentato. Se in passato eravamo abituati alla posizione di leader per tutto quanto concerne il digitale, ora le nostre economie si trovano nelle retrovie. Una tale preoccupazione si poteva chiaramente percepire intorno al tavolo lo scorso ottobre, durante il Consiglio europeo dedicato all’economia digitale. Abbiamo concordato un numero di misure intese a connettere il continente e lanciare una rincorsa digitale che apporterebbe

Primo semestre del 2013, durante la presidenza di turno irlandese del Consiglio dei ministri dell’UE

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di aver assicurato un buon accordo all’Europa nel suo insieme: un bilancio moderno e realistico, mirato alle necessità più impellenti e orientato al futuro.

Tale accordo, stipulato a febbraio, ha richiesto il consenso unanime di tutti i ventisette leader in un momento di austerità in tutti i nostri paesi. Proprio come ovunque in Europa, l’obiettivo era in gran parte fare di più con meno mezzi e assicurare che ogni euro fosse destinato laddove se ne sarebbero risentiti maggiormente gli effetti. Inoltre era essenziale non lasciarsi sfuggire l’opportunità di imprimere il massimo slancio possibile all’occupazione e alla crescita in tutto il continente. Con il forte coinvolgimento della Commissione europea e del suo presidente José Manuel Barroso, abbiamo infine ottenuto un aumento del 40 % del bilancio destinato all’innovazione e alla competitività, misure immediate contro la disoccupazione e abbiamo salvato dai tagli gli aiuti internazionali allo sviluppo. Sotto la guida della presidenza irlandese del Consiglio dei ministri, siamo giunti entro l’estate ad un accordo conclusivo con il

Investire nel futuro

Il principale strumento dell’Unione europea ai fini dell’azione comune in materia di crescita ed occupazione sono i mille miliardi di euro cui ammonta il suo bilancio. Queste risorse finanziarie sono stanziate per un periodo di sette anni e nell’inverno del 2013 abbiamo dovuto decidere il bilancio per il periodo fino al 2020. Benché modesto (1 % del nostro PIL complessivo) rispetto ai bilanci nazionali, in quanto è in gran parte un bilancio di investimenti, esso può nondimeno avere un impatto sensibile sulla crescita.

Come da tradizione, sono i leader del Consiglio europeo a dover rispondere ai tre grandi quesiti: «A quanto ammontano i fondi?», «Da dove arrivano?», «Come saranno spesi?». Nel corso di due riunioni dedicate alla questione, una riunione preparatoria nel novembre 2012 e un vertice decisivo della durata di 24 ore ininterrotte (il più lungo a cui abbia mai preso parte) nel febbraio 2013, ho mediato l’accordo finale tra i leader. Naturalmente, ciascuno ha tentato di ottenere il miglior accordo per il proprio paese e i propri cittadini, la qual cosa è perfettamente legittima. Ma ciò che contava per me era

Secondo semestre del 2013, durante la presidenza di turno lituana del Consiglio dei ministri dell’UE

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ci ha permesso di intensificare la lotta in tale delicato settore. Intorno al tavolo non vi era dubbio alcuno che solo un’azione combinata permetterà di vincere la battaglia contro la frode e l’evasione fiscali, un concetto ribadito con forza qualche settimana più tardi da David Cameron in occasione del G8 presieduto a Lough Erne. I cambiamenti sono in atto e sono fiducioso che essi porteranno ad ulteriori progressi nel prossimo anno.

Parlamento europeo che consente l’utilizzo dei fondi sin dal principio del periodo di bilancio.

In tempi di risanamento di bilancio, con i finanziamenti pubblici sotto pressione, l’equità diviene ancora più importante per i cittadini. Ciò nonostante, ogni anno in Europa una sconcertante somma di denaro è perduta a causa delle frodi e dell’evasione fiscali. Nel corso della nostra riunione di maggio, sull’onda di diversi scandali nazionali, abbiamo trovato un insolito impulso che

Monaco di Baviera, 40º anniversario dell’Ufficio europeo dei brevetti, ottobre 2013

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sull’Italia, Malta o la Spagna, ma sull’intera Europa. Al Consiglio europeo di febbraio, in occasione del secondo anniversario della primavera araba, i leader hanno fatto il bilancio del sostegno dell’Europa alla transizione verso la democrazia nella regione. I recenti sviluppi in Egitto, un paese che ho personalmente visitato all’inizio di gennaio 2013, hanno evidenziato ancora una volta quanto queste transizioni possano essere difficili. Un vicinato comune implica responsabilità condivise.

Così come confini comuni implicano responsabilità condivise. Mai ciò è apparso più evidente che all’inizio di ottobre, in seguito alla tragica morte di centinaia di esseri umani in cerca di asilo, avvenuta nel Mediterraneo al largo delle coste di Lampedusa. Una tragedia che ha scosso gli europei. Incontrandoci poco dopo, abbiamo lanciato un appello affinché si intraprendessero azioni risolute per prevenire la perdita di vite umane in mare. Al fine di evitare che tali tragedie si ripetano, l’Unione europea deve continuare a collaborare con i paesi di origine e di transito per affrontare le cause all’origine dei flussi migratori irregolari, ispirandosi ai tre principi della prevenzione, della tutela e della solidarietà. A dicembre il Consiglio europeo ha discusso la relazione della task force per il Mediterraneo, come preludio a ulteriori azioni.

A maggio mi sono recato in Turchia, un paese candidato, e ho invitato il primo ministro Erdogan a Bruxelles. La volontà turca di una solida relazione con l’Unione europea era evidente. I colloqui di adesione, nell’ambito dei quali un nuovo «capitolo» è stato aperto in autunno, rimangono un importante motore di riforme, sebbene da allora la situazione interna del paese abbia avvertito momenti di tensione.

Euromaidan

Non vi sono dubbi che gli eventi più importanti dal punto di vista europeo si siano verificati alla fine dell’anno, in piazza Indipendenza (Maidan), a Kiev. A novembre, prima del vertice UE di Vilnius con i nostri vicini orientali, eravamo molto vicini alla firma di un accordo di associazione con l’Ucraina che avrebbe avvicinato il paese all’Europa dal punto di vista politico ed economico. Durante il vertice di Vilnius, preparato in stretta cooperazione con la presidenza lituana del Consiglio, avevamo compiuto notevoli passi in avanti in merito ad accordi analoghi con la Georgia e la Moldova. Ma all’ultimo momento la dirigenza ucraina si è tirata indietro preferendo stringere più stretti legami con la Russia, una decisione che ha innescato grandi proteste in tutto il paese, che sono sfociate all’inizio del 2014 in una profonda crisi politica e in un’escalation di violenze e omicidi.

Mentre scrivo, con il destino politico dell’Ucraina ancora nell’incertezza, l’offerta europea di una più stretta associazione è ancora valida. Le condizioni erano quasi soddisfatte. Il popolo ucraino ha coraggiosamente espresso la propria volontà di vivere in un paese libero, indipendente e unito, saldamente legato all’Unione europea. Il tempo è dalla sua parte.

Condivisione delle responsabilità

Mentre cinque anni fa, per così dire, solo l’Europa orientale aveva un qualche interesse nell’Ucraina, oggi tutti i leader, dal Portogallo ai Paesi Bassi fino all’Irlanda, sono ben consapevoli che quanto accaduto a Kiev rappresenta una questione di interesse comune. Allo stesso modo tutti ci rendiamo ora conto che i tumulti in Africa del Nord non hanno un impatto solo

L’Unione nel mondo

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Riunioni internazionaliPer tutto il corso del 2013, la drammatica situazione in Siria è stata al centro dei nostri pensieri, dai dibattiti circa l’embargo sulle armi, in primavera, fino al processo che ha condotto alla conferenza di pace di Ginevra II, alla fine dell’anno. A margine del G20 di San Pietroburgo abbiamo assistito a qualche confronto serrato, cui ha fatto seguito l’annuncio di una forte posizione comune dei 28 ministri degli esteri riuniti a Vilnius. L’Unione è rimasta fedele al principio della soluzione politica. Abbiamo ribadito il pieno coinvolgimento dell’Unione europea negli sforzi profusi dall’ONU per porre fine all’intollerabile violenza e per riunire tutte le parti intorno al tavolo negoziale. Qualora avessero esito positivo, i colloqui potrebbero perfino imprimere una più ampia dinamica positiva alla regione. Questo è un argomento che ho affrontato, a nome dell’Unione, nel discorso che ho pronunciato dinanzi all’Assemblea generale dell’ONU a settembre. Nel frattempo, l’Unione europea continua a guidare l’impegno umanitario in Siria, con un totale di oltre 2,6 miliardi di euro di fondi mobilitati, nonché a fornire forte sostegno all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche nella sua opera di distruzione delle scorte siriane di armi chimiche.

Il miglioramento della situazione economica interna europea si è riflesso all’esterno. Per la prima volta dal 2010, la zona euro non è stata un bersaglio in occasione delle riunioni del G8 o del G20. L’euro è stato a malapena menzionato durante il vertice del G20 tenutosi a settembre a San Pietroburgo. A luglio, a margine del G8 di Lough Erne, insieme al presidente Obama abbiamo avviato negoziati per un accordo di libero scambio transatlantico, un’iniziativa promettente e valida in grado di creare centinaia di posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico. L’Unione europea sta inoltre finalizzando un accordo con il Canada e adoperandosi per concluderne altri con il Vietnam, l’India, l’Indonesia, il Mercosur e il Giappone.

Il Consiglio europeo ha seguito molto attentamente la vicenda delle accuse mosse all’agenzia di intelligence USA e le conseguenti preoccupazioni in merito alla protezione dei dati che sono emerse nel corso dell’anno. In occasione del nostro incontro di ottobre abbiamo discusso a fondo la questione e dato il via a un’iniziativa congiunta di colloqui bilaterali con gli USA, aperta a tutti gli Stati membri.

A gennaio 2013 il vertice tra la Comunità degli Stati latinoamericani e dei Caraibi e l’Unione europea ha riunito decine di leader a Santiago del Cile, ai piedi delle Ande. Nel corso dell’anno l’Unione europea ha tenuto un vertice bilaterale con la Russia, con la quale abbiamo un partenariato complesso di cui abbiamo ampiamente discusso al Consiglio europeo di marzo, nonché con la Cina, il Giappone, il Sud Africa, il Brasile, la Corea del Sud e altri partner strategici.

DifesaL’ultimo Consiglio europeo dell’anno è stato in gran parte dedicato al tema della difesa. Abbiamo approfondito aspetti inerenti sia la sicurezza del settore della difesa che l’industria e l’occupazione ad esso collegate. Si è trattato della prima discussione approfondita dell’argomento al nostro livello dal 2008. In un momento di vincoli di bilancio generalizzati, i nostri paesi dovrebbero assumersi maggiori responsabilità per la sicurezza di tutta la nostra regione. In occasione della nostra riunione di dicembre 2012 avevamo avviato lavori preparatori su tre fronti: capacità di difesa, industria della difesa e operazioni congiunte dell’UE. Inizialmente con il contributo del segretario generale della NATO, abbiamo convenuto azioni concrete su tutti e tre i fronti. Il principale oggetto delle nostre discussioni è stato identificare modalità e mezzi, a beneficio degli Stati membri che desiderano prendervi parte, per una migliore cooperazione in materia di mezzi di difesa, segnatamente lo sviluppo, l’acquisizione, l’utilizzo e la preservazione di beni quali i droni, i sistemi di rifornimento di carburante in volo o di comunicazione satellitare di nuova generazione. Gli investimenti a lungo termine possono contribuire a imprimere slancio all’innovazione e alla tecnologia, generando benefici di più ampia portata, non da ultimo in termini di occupazione. Per quanto concerne la politica di sicurezza e di difesa comune il nostro scopo era di agire meglio e più velocemente allorché interveniamo congiuntamente nel contesto di operazioni militari nonché civili, e di migliorare il sistema di finanziamento. Nel giugno 2015 il Consiglio europeo valuterà i progressi concreti compiuti su tutti questi aspetti.

Nel 2013 abbiamo anche assistito al rinnovamento dell’impegno europeo in Africa. I problemi riguardanti la sicurezza e lo sviluppo nelle regioni del Sahel e del Sahara hanno un impatto diretto sulla nostra stessa

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Vertici e incontri con paesi terzi

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Leader latinoamericani, caraibici e dell’UE in occasione del vertice CELAC-UE, Santiago del Cile, gennaio 2013

ha chiesto all’alto rappresentante Catherine Ashton di pianificare per il 2014 una missione dell’UE con base a Bangui.

Ciò dimostra quanto sia importante per i paesi europei disporre di capacità di risposta e di mezzi di coordinamento adeguati, in modo da assumerci le nostre responsabilità quando ciò si renda necessario.

sicurezza. L’Unione europea ha sostenuto le iniziative di mantenimento della pace a guida francese intese ad evitare che il Mali cadesse in mano ai terroristi e a fermare una guerra civile nella Repubblica centrafricana. Nell’ambito di quest’ultima, stiamo contribuendo alla missione di pace africana con 50 milioni di euro e fornendo aiuti umanitari ad una popolazione in sofferenza per un ammontare di 60 milioni di euro. Nel corso della riunione di dicembre, il Consiglio europeo

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Oggi che i processi decisionali a livello europeo e nazionale sono più interconnessi che mai, un tale messaggio non può provenire solo da «Bruxelles» ma implica altresì la responsabilità dei leader nazionali. In occasione delle riunioni del Consiglio europeo, mi sono spesso trovato a sollecitare i miei colleghi, una volta rientrati nei rispettivi paesi, a difendere i risultati che otteniamo, non per semplice formalità ma con convinzione. E questo perché intorno al tavolo vi è la convinzione comune che, nonostante il disagio e le difficoltà, l’Europa risorgerà da questa crisi più forte e più resiliente.

Una duplice legittimitàNelle nostre democrazie l’ultima parola spetta ai cittadini. Di fronte a decisioni europee di ampia portata che incidono sulla loro vita quotidiana, essi devono avere voce in capitolo e potersi pronunciare alle urne. La complessa configurazione della nostra Unione, che in sé non riflette malafede o difetti di progettazione ma, in gran parte, la diversità dell’Europa e i controlli e i contrappesi presenti, sta a significare che non esistono soluzioni miracolose. Vi saranno sempre tensioni fra la democrazia e l’interdipendenza, fra le libere scelte di un paese e la sua appartenenza all’Unione. Ma, nella gestione di tali tensioni, esistono margini di miglioramento.

La crisi del debito ha determinato il modo in cui i leader e le istituzioni europei hanno cooperato negli ultimi anni. Nuove prassi si sono evolute, rapporti ed equilibri sono cambiati e, in questo processo, sono emersi nuovi quesiti in merito alla legittimità pubblica delle decisioni congiunte. Data la sua natura, la crisi ha richiesto una combinazione di risposte politiche a livello europeo e nazionale, quali decisioni congiunte dell’UE, riforme

Negli ultimi quattro o cinque anni l’idea europea è stata messa alla prova. Per uscire dalla crisi siamo stati costretti a prendere decisioni difficili e impopolari. In questo processo, anche le istituzioni dell’UE hanno dovuto assumere nuovi ruoli per evitare il ripetersi di certe situazioni. Con l’avvicinarsi delle elezioni europee previste a maggio 2014 dobbiamo riconoscere che la disillusione dei cittadini nei confronti dell’Unione è fonte di grande preoccupazione.

Risultati e convinzioniIn fin dei conti, ciò che persuaderà al meglio i cittadini sono i risultati: il ritorno alla crescita, la creazione di posti di lavoro, le prove tangibili che gli sforzi compiuti dalle società e dai governi, sia individualmente che congiuntamente come Unione, stanno dando frutti. E, dato che la disoccupazione è la principale fonte di preoccupazione in tutta l’Europa, il ritorno dell’occupazione è il vero banco di prova. In tal senso, i leader hanno fatto tutto quanto in loro potere per creare le condizioni affinché ciò si verifichi nel corso del prossimo anno.

In ogni caso, convincere i cittadini che l’Europa fa parte della soluzione non è una questione legata solo all’economia o ai risultati economici. Anche le parole contano. È importante dire la verità, e una verità è che non esistono scorciatoie e che le riforme orientate alla crescita e all’occupazione richiedono tempo. Un’altra è che la soluzione definitiva alla crisi non risiede in nuovi strumenti finanziari o in un ritorno alle valute nazionali, bensì in cambiamenti concreti nell’economia reale. I leader politici devono definire chiaramente qual è la posta in gioco.

Democrazia e interdipendenza

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Membri dei media europei ed internazionali in attesa dell’arrivo dei capi di Stato o di governo

nei singoli paesi oppure la mobilitazione del denaro dei contribuenti nazionali verso i fondi di crisi europei.

Generalmente, la responsabilità in merito alle decisioni nazionali è esercitata tramite i parlamenti nazionali, mentre quella relativa alle decisioni a livello europeo è garantita congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio, i cui ministri rispondono ai parlamenti nazionali. Una doppia tutela, ma una doppia complessità.

La regola generale che la responsabilità dovrebbe risiedere al livello al quale le decisioni sono «prese e attuate» non fornisce tuttavia tutte le risposte. Talvolta una decisione, ad esempio quella di chiudere una banca

a Cipro nel marzo 2013, viene presa politicamente ad un livello e attuata ad un altro. In tali occasioni, è opportuno essere dotati di una sorta di doppio controllo democratico.

Garantire che l’economia di ciascun paese sia pronta ad affrontare il futuro risponde a preoccupazioni sia nazionali che europee. L’Unione è forte quanto il suo anello più debole. Ma nella riflessione sulla legittimità democratica è di fondamentale importanza evitare l’improduttivo approccio dell’«una o l’altra legittimità». O i 28 parlamenti nazionali, con altrettanti diritti di veto, oppure il Parlamento europeo, con i propri vincoli di natura politica. Quando si tratta di

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Dietro le quinte del Consiglio europeo

questioni economiche che sono essenziali alla vita politica nazionale nonché fondamentali per il bene comune, una doppia legittimità è necessaria. Dato che è complesso stabilire una relazione gerarchica tra i livelli di democrazia europeo e nazionale, si rendono necessari

il dialogo e il coordinamento politici tra di loro. Negli anni a venire vi è ampio spazio di miglioramento in questo campo, in entrambi i termini dell’equazione. Ciò contribuirà a consolidare il sostegno dei cittadini all’Unione.

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due vertici intercontinentali, con l’Africa a Bruxelles in aprile e con i leader dei paesi asiatici a Milano in ottobre. Inoltre, in tutti i paesi del mondo si commemorerà lo scoppio della prima guerra mondiale.

Dal punto di vista politico, le elezioni del Parlamento europeo del maggio 2014 rappresenteranno il momento di maggior rilievo dell’anno. Un momento di riflessione tra i cittadini, per guardare agli anni di profonda crisi finanziaria ormai alle nostre spalle e per tracciare un cammino comune per il futuro. La causa dell’Europa non è mai stata così importante.

Il 2014 sarà un anno di consolidamento e di cambiamento. Sebbene le elezioni europee di fine maggio apriranno un nuovo ciclo politico per l’Unione, il lavoro inteso a stimolare la creazione di posti di lavoro, a rafforzare la zona euro e migliorare la competitività deve continuare durante tutto l’anno. La ripresa economica deve guadagnare terreno.

A partire da gennaio entreremo nell’esercizio finanziario 2014-2020, anche per quanto riguarda l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, il programma Erasmus+ e Orizzonte 2020, il più grande programma mondiale di ricerca. In primavera la priorità politica consisterà nel mettere a punto l’unione bancaria entro la fine dell’attuale legislatura. Non ci sarà tempo da perdere.

Tutta la nostra attenzione dovrà essere concentrata sul nostro vicinato, sugli sviluppi in rapida evoluzione della situazione in Ucraina, e sul resto del mondo, sulla situazione in Medio Oriente e sulla situazione economica mondiale. Nel 2014 l’Europa ospiterà inoltre

HERMAN VAN ROMPUY

In vista del rinnovamento

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Consiglio europeo — 7-8 febbraio 2013 27Quadro finanziario pluriennale 30

Consiglio europeo e vertice euro — 14-15 marzo 2013 49Regole per l’organizzazione dei lavori dei vertici euro 53

Consiglio europeo — 22 maggio 2013 55

Consiglio europeo — 27-28 giugno 2013 58

Consiglio europeo — 24-25 ottobre 2013 63

Consiglio europeo — 19-20 dicembre 2013 70

Conclusioni del Consiglio europeo e dichiarazioni dei capi

di Stato o di governo

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I. COMMERCIO

1. Il potenziamento della crescita sostenibile e dell’occupazione è una priorità fondamentale dell’UE. Gli scambi di beni e di servizi e gli investimenti possono apportare un contributo significativo al riguardo. Si stima che un’agenda commerciale ambiziosa possa condurre a medio termine a un incremento complessivo del 2 % della crescita e alla creazione di 2 milioni di posti di lavoro. Per trarre il massimo vantaggio dal commercio, l’UE deve sviluppare un quadro politico interno appropriato al fine di sostenere la competitività, aprire gli scambi di servizi, potenziare la base industriale in Europa e rafforzare la posizione dell’Europa nelle catene del valore globali.

2. Per servirsi meglio del commercio come motore della crescita e della creazione di posti di lavoro il Consiglio europeo ribadisce la determinazione dell’UE a promuovere scambi liberi, equi e aperti, affermando nel contempo i propri interessi, in uno spirito di reciprocità e di mutuo vantaggio. L’agenda commerciale dell’UE promuoverà le norme dell’UE e la convergenza normativa a livello internazionale. L’UE continua a perseguire risolutamente l’obiettivo di un sistema commerciale multilaterale forte e regolamentato. È di fondamentale importanza combattere tutte le forme di protezionismo, anche per quanto riguarda gli ostacoli non tariffari agli scambi, garantire un migliore accesso al mercato, promuovere condizioni di investimento appropriate anche in ordine alla relativa protezione, assicurare e promuovere il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e aprire i mercati degli appalti pubblici. Sono in corso i lavori sulla proposta relativa all’accesso ai mercati degli appalti pubblici.

3. L’UE garantirà l’efficace e decisa applicazione dei suoi diritti nell’ambito delle norme esistenti, anche attraverso il ricorso al sistema di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC), nonché ai propri strumenti di difesa commerciale, se del caso. Il Consiglio europeo attende con interesse la prossima relazione della Commissione sugli ostacoli agli scambi e agli investimenti.

4. L’UE resta a favore di una conclusione positiva dei negoziati nel quadro dell’agenda di Doha per lo sviluppo (ADS) dell’OMC. Occorre che tutti i partecipanti ai negoziati si impegnino in tal senso, in particolare le grandi economie emergenti. Nel breve periodo, è importante compiere progressi in vista di un accordo multilaterale di facilitazione del commercio, nonché su altri aspetti dell’ADS, in tempo per la conferenza dei ministri dell’OMC che si terrà a Bali nel dicembre 2013. Tali progressi gioverebbero all’economia mondiale e imprimerebbero un nuovo slancio ai negoziati dell’ADS

più in generale. L’UE è pronta ad avviare una rif lessione, in cooperazione con i partner, sull’agenda dell’OMC dopo Bali, compresa l’ADS.

5. Accordi plurilaterali e settoriali possono contribuire all’agenda dell’UE per la crescita. L’UE attende con interesse i prossimi negoziati sui servizi e il tempestivo completamento del riesame dell’accordo sulla tecnologia dell’informazione. Sono necessari ulteriori progressi verso la liberalizzazione degli scambi dei beni e servizi ambientali, in quanto contributo positivo verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva.

6. Pur rimanendo impegnata a favore dell’ulteriore sviluppo del sistema commerciale multilaterale, nell’immediato l’UE intende concentrarsi sullo sviluppo delle proprie relazioni commerciali bilaterali, che possono e devono apportare un contributo positivo al sistema multilaterale. Fondandosi sulle norme OMC e accrescendo e accelerando la promozione dell’apertura, gli accordi bilaterali dell’UE contribuiranno ad aprire la strada ad ulteriori progressi a livello multilaterale.

7. Sulla scorta dei progressi tangibili realizzati negli ultimi mesi nel quadro dell’agenda commerciale bilaterale dell’UE, occorre adoperarsi con ogni mezzo per ricercare accordi con i partner principali, dando priorità ai negoziati che produrranno i benefici maggiori in termini di crescita e occupazione. In particolare il Consiglio europeo:

(a) attende con interesse la relazione del gruppo di lavoro UE-USA ad alto livello su occupazione e crescita e le sue raccomandazioni. Il Consiglio europeo invita la Commissione e il Consiglio a dar seguito a tali raccomandazioni senza ritardi nel corso dell’attuale presidenza. Ribadisce il proprio sostegno ad un accordo commerciale globale che dovrebbe prestare particolare attenzione alle modalità per realizzare una maggiore convergenza normativa transatlantica;

(b) attende con interesse l’avvio di negoziati con il Giappone nel prossimo vertice UE-Giappone a seguito dell’adozione del mandato negoziale alla fine del 2012;

(c) attende la conclusione in tempi molto brevi dei negoziati con il Canada;

(d) sottolinea che, per quanto riguarda la Russia, nel breve periodo la priorità deve rimanere la realizzazione da parte di tale paese degli impegni assunti a seguito dell’adesione all’OMC. Occorre portare avanti i negoziati relativi a un nuovo accordo globale;

(e) rileva che l’agenda dell’UE con la Cina è ampia e ambiziosa. Le priorità nel breve termine dovrebbero concentrarsi sugli investimenti, l’accesso ai mercati, gli appalti e i diritti di proprietà intellettuale e fondarsi su un impegno costruttivo e strategico. Entrambe le parti si sono

CONSIGLIO EUROPEO — 7-8 FEBBRAIO 2013

CONCLUSIONI

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equi, e ad elaborare processi inclusivi fondati sul dialogo.11. Tale processo di transizione democratica richiederà del

tempo e deve tener conto delle realtà politiche e sociali delle comunità locali interessate, ma deve fondarsi in modo chiaro sulla promozione e sulla protezione dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto. Molti paesi della regione si trovano nel contempo a far fronte a sfide socioeconomiche considerevoli, che occorre affrontare con urgenza sia per consentire alle loro economie di ripartire su basi solide, sia per contribuire al consolidamento della transizione democratica.

12. L’UE ha dato prova di un forte impegno a favore di questo nuovo partenariato, in uno spirito di co-titolarità, sin dall’inizio della primavera araba ed è decisa a rafforzare ulteriormente il proprio sostegno ai processi di transizione democratica ed economica nella regione, sulla base di un approccio differenziato, in base al quale i paesi che si stanno più adoperando a favore delle riforme democratiche ricevono più sostegno. Tale partenariato comprende:

(a) l’assistenza alla trasformazione democratica, allo sviluppo della società civile, dello Stato di diritto, dei diritti umani e della parità di genere e di una maggiore trasparenza ed efficienza nei processi elettorali, anche mediante la prestazione di consulenza e cooperazione a livello tecnico, nonché l’invio di missioni di osservazione elettorale;

(b) il rafforzamento della cooperazione nel settore della libertà, sicurezza e giustizia, in particolare mediante i dialoghi in materia di migrazione, mobilità e sicurezza, nonché mediante lo sviluppo di partenariati per la mobilità ed il sostegno nell’affrontare le sfide dello Stato di diritto, della riforma del settore della sicurezza e della gestione delle frontiere;

(c) la promozione di una prosperità economica condivisa, anche contribuendo alla stabilità macroeconomica, promovendo le riforme economiche e un clima favorevole a imprese e investimenti e mantenendo lo slancio per quanto riguarda gli accordi di libero scambio globali e approfonditi, con conseguente moltiplicazione delle possibilità di scambi commerciali e di crescita;

(d) contatti interpersonali, in particolare per quanto riguarda la promozione degli scambi tra giovani nell’UE e nei paesi vicini meridionali, segnatamente nel quadro del programma Erasmus mundus. Occorre riservare particolare attenzione alla promozione dell’occupabilità dei giovani e delle donne. La Commissione fornirà in particolare assistenza e consulenza per migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione professionale, per intensificare ulteriormente gli scambi di studenti, per sviluppare un dialogo politico in materia di istruzione, occupabilità e formazione professionale, nonché per promuovere la scambio di giovani;

(e) la cooperazione rafforzata in un’ampia gamma di settori, quali la ricerca, l’imprenditorialità e le PMI, l’agricoltura, i trasporti, compresi i servizi aerei e marittimi, l’ambiente, i cambiamenti climatici, l’energia, le telecomunicazioni,

impegnate ad avviare rapidamente i negoziati in merito ad un accordo sostanziale sugli investimenti;

(f) rammenta che i negoziati con le economie emergenti chiave restano importanti per l’UE:– i negoziati con l’India richiedono ulteriori sforzi;– in seguito alla conclusione dei negoziati con Singapore,

occorre approfondire le relazioni commerciali con altri paesi ASEAN;

– è accolto con favore l’impegno dell’UE e del Mercosur a procedere a scambi di offerte di accesso ai mercati non più tardi dell’ultimo trimestre del 2013.

8. Il Consiglio europeo invita a compiere progressi anche per quanto riguarda:

(a) gli accordi di associazione compresi gli accordi di libero scambio globali e approfonditi con la Repubblica di Moldova, la Georgia e l’Armenia in vista della loro conclusione in tempo per il vertice del partenariato orientale di Vilnius. Il Consiglio europeo ribadisce il suo impegno a firmare l’accordo con l’Ucraina nel pieno rispetto delle conclusioni del Consiglio del 10 dicembre 2012;

(b) l’avvio dei negoziati relativi ad accordi di libero scambio globali e approfonditi con il Marocco e progressi rapidi verso i negoziati con la Tunisia, l’Egitto e la Giordania;

(c) lo sviluppo di un partenariato rinnovato con i paesi dell’Africa/Caraibi/Pacifico mediante la conclusione di accordi di partenariato economico.

II. RELAZIONI ESTERNE

Primavera araba9. L’Europa e i suoi partner del Mediterraneo meridionale

condividono un vicinato comune e sono accomunati da interessi e preoccupazioni condivisi. L’UE è fortemente determinata ad impegnarsi in un partenariato reciprocamente vantaggioso, volto a realizzare uno spazio di prosperità condivisa, un’associazione politica più stretta e un’integrazione economica graduale e fondato sull’adesione ai valori universali, quali la democrazia, il rispetto dei diritti umani, lo Stato di diritto e la parità di genere. La società civile ha un ruolo importante da svolgere nella transizione verso la democrazia. Lo sviluppo di questo partenariato dovrebbe essere realizzato ricorrendo a un’ampia gamma di strumenti e richiede un impegno a lungo termine da entrambe le parti.

10. Nel corso degli ultimi due anni si sono verificati nella regione cambiamenti radicali, con importanti transizioni democratiche all’indomani della primavera araba. In vari paesi si sono tenute per la prima volta elezioni democratiche e si stanno ponendo progressivamente le fondamenta essenziali della democrazia. L’UE sostiene con forza tali processi e incoraggia i governi, nonché le forze politiche e sociali dei paesi interessati, a proseguire gli sforzi volti a sviluppare democrazie stabili e solide al di là dei processi elettorali, che dovrebbero essere liberi ed

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al popolo siriano. In questo contesto e alla luce della situazione di emergenza umanitaria, il Consiglio europeo plaude ai significativi impegni assunti alla conferenza dei donatori tenutasi in Kuwait, incoraggia gli Stati membri e la Commissione ad aumentare ulteriormente i rispettivi contributi e invita tutte le parti del conf litto ad agevolare l’accesso umanitario. Il Consiglio europeo rammenta di aver affidato a dicembre al Consiglio l’incarico di lavorare su tutte le opzioni per sostenere ed aiutare l’opposizione e consentire un maggiore sostegno alla protezione della popolazione civile. In tal senso, rileva che il Consiglio valuterà e riesaminerà, ove necessario, nella sua prossima sessione il regime di sanzioni imposto nei confronti della Siria in previsione della scadenza di quest’ultimo, fissata per marzo.

Mali18. Ricordando le conclusioni del Consiglio del 31 gennaio,

il Consiglio europeo accoglie con favore l’intervento decisivo delle forze armate maliane, sostenute in special modo dalla Francia, da altri Stati membri dell’UE e da paesi della regione, inteso a ripristinare l’integrità territoriale del paese e l’autorità dello Stato del Mali. L’UE si impegna a fornire sostegno finanziario e logistico allo spiegamento accelerato della missione internazionale di sostegno al Mali sotto guida africana. L’adozione da parte dell’Assemblea nazionale maliana della tabella di marcia per la transizione è una tappa fondamentale verso il ripristino della democrazia, dell’ordine costituzionale e del controllo civile sulle forze armate nel Mali e la sua attuazione dovrebbe avvenire con urgenza. Ciò consente la ripresa graduale della cooperazione europea allo sviluppo per rispondere rapidamente ai bisogni prioritari del Mali. L’UE è pronta a sostenere l’attuazione della tabella di marcia, compreso il sostegno al processo elettorale. È essenziale ristabilire un dialogo nazionale inclusivo aperto alle popolazioni del nord e a tutti i gruppi che sono contrari al terrorismo e che riconoscono l’integrità del paese. Le autorità maliane dovrebbero adottare tutte le misure necessarie a prevenire ulteriori violazioni dei diritti umani e a lottare contro l’impunità. L’imminente avvio della missione europea di formazione e il rapido invio di osservatori consentiranno di contribuire al rafforzamento dell’autorità civile, al rispetto del diritto umanitario internazionale e alla promozione dei diritti umani. Il Consiglio europeo si compiace dei risultati della riunione del gruppo di sostegno e di monitoraggio sulla situazione in Mali svoltasi il 5 febbraio, che ha conferito una dinamica politica all’attuazione della tabella di marcia.

III. QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE

19. Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sul prossimo quadro finanziario pluriennale che figura nel documento 37/13.

la creazione di capacità delle amministrazioni, la cultura, nonché la condivisione di conoscenze e lo scambio di esperti per quanto riguarda i processi di transizione;

13. Sono state istituite delle task force congiunte con alcuni di questi paesi per assicurare che l’approccio adottato dall’UE sia globale e coerente. È anche importante assicurare maggiori sinergie e coordinamento tra il sostegno fornito dall’UE, dai suoi Stati membri e da altri attori.

14. Questo impegno globalmente rafforzato ha comportato la messa a disposizione di fondi aggiuntivi e di assistenza macrofinanziaria ai paesi in transizione. L’UE si impegnerà a fondo per sostenere le riforme e rispondere alle esigenze dei singoli paesi a breve, medio e lungo termine. La BEI è invitata a continuare a rafforzare il proprio sostegno agli investimenti nel settore privato, in infrastrutture e in materia di cambiamenti climatici nella regione.

15. È inoltre necessario esplorare nuove vie per rafforzare il dialogo politico, anche al più alto livello, con i paesi in fase di transizione democratica e promuovere sinergie con iniziative regionali quali l’unione per il Mediterraneo e il «dialogo 5+5». L’UE sosterrà inoltre gli sforzi verso una maggiore integrazione regionale. Il Consiglio europeo si compiace della comunicazione intitolata «Sostenere il rafforzamento della cooperazione e dell’integrazione regionale nel Maghreb».

16. Il Consiglio europeo esorta le istituzioni dell’UE, gli Stati membri e i partner mediterranei a mantenere un elevato livello di sforzo e di impegno. Invita l’alto rappresentante e la Commissione a seguire le relazioni con i vicini meridionali, e il Consiglio a valutare l’efficacia delle politiche e degli strumenti dell’UE nell’assistere la transizione politica ed economica nella regione, riferendo in proposito entro giugno 2013.

17. Il Consiglio europeo deplora la terribile situazione in Siria, il paese che continua a destare le maggiori preoccupazioni tra quelli le cui società si sono mobilitate durante la primavera araba. Chiede la cessazione immediata delle violenze ed esprime preoccupazione riguardo alle violazioni diffuse e sistematiche dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, di cui il regime di Assad è il responsabile primario. Ribadisce il suo sostegno agli sforzi compiuti dal rappresentante speciale congiunto Brahimi per giungere ad una soluzione politica. Esprime il proprio sostegno alle aspirazioni del popolo siriano e alla coalizione nazionale delle forze siriane della rivoluzione e dell’opposizione, quali legittimi rappresentanti del popolo siriano, e sottolinea la necessità di una transizione politica verso un futuro senza Assad ed il suo regime illegittimo. L’UE mobiliterà le proprie risorse al fine di prestare piena assistenza al consolidamento della pace e all’instaurazione della democrazia. Essa continuerà a fornire aiuti umanitari e altro sostegno di natura civile

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CONSIDER AZIONI GENER ALI1. Negli ultimi anni l’Unione europea e gli Stati membri hanno adottato misure importanti in risposta alle sfide poste dalla crisi

economico-finanziaria. Guardando al futuro, il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) dovrà assicurare che il bilancio dell’Unione europea sia finalizzato a far uscire l’Europa dalla crisi. Il bilancio dell’Unione europea deve costituire un catalizzatore della crescita e dell’occupazione in tutta Europa, stimolando in particolare gli investimenti produttivi e in capitale umano. Nell’ambito del futuro quadro finanziario pluriennale la spesa dovrà essere mobilitata a sostegno della crescita, dell’occupazione, della competitività e della convergenza, in linea con la strategia Europa 2020. Nel contempo, mentre in Europa si assiste ad un rafforzamento della disciplina di bilancio, è essenziale che il prossimo QFP rispecchi gli sforzi di risanamento attualmente compiuti dagli Stati membri per condurre il disavanzo e il debito su una via più sostenibile. Il valore di ogni euro speso deve essere attentamente considerato, assicurando che il valore aggiunto europeo e la qualità della spesa a titolo del prossimo QFP siano potenziati, non da ultimo riunendo le risorse, agendo da catalizzatore e offrendo economie di scala e positivi effetti transnazionali e diffusivi, contribuendo così in modo più efficace o più rapido al raggiungimento di obiettivi politici comuni concordati e riducendo la spesa nazionale. Crescita sostenibile e occupazione riprenderanno solo se si seguirà un approccio coerente e ampio, combinando un risanamento di bilancio intelligente che preservi l’investimento nella crescita futura, politiche macroeconomiche solide e una strategia attiva per l’occupazione che tuteli la coesione sociale. Le politiche dell’UE devono essere coerenti con i principi di sussidiarietà, proporzionalità e solidarietà e apportare un autentico valore aggiunto.

2. Il futuro quadro finanziario dovrà non soltanto assicurare il livello appropriato di spesa, ma anche la sua qualità. La qualità della spesa consentirà un migliore sviluppo delle politiche, traendo pienamente vantaggio dalle opportunità da esse offerte in termini di valore aggiunto europeo, specialmente in un momento in cui onerosi vincoli gravano sui bilanci nazionali. Tutti gli strumenti di finanziamento dovrebbero essere pertanto utilizzati nel modo più efficace. Gli sforzi intesi a migliorare la qualità della spesa dei fondi dell’Unione devono contemplare tra l’altro una migliore governance delle politiche, incluse talune condizionalità, la concentrazione e la destinazione dei finanziamenti, ogniqualvolta possibile in tutti gli strumenti e programmi di finanziamento di tutte le rubriche, verso settori che contribuiscono maggiormente alla crescita, all’occupazione e alla competitività. Dovrebbe essere assicurata la presentazione di relazioni periodiche ai fini della valutazione dei risultati per quanto riguarda tutte le politiche e gli strumenti di finanziamento a livello politico. Inoltre, tra gli elementi che assicurano un’appropriata qualità della spesa devono figurare f lessibilità, incentivi positivi, concentrazione di fondi sulle misure a sostegno della crescita, valutazione e riesame, enfasi sui risultati, semplificazione dell’esecuzione, assistenza tecnica adeguata, applicazione del principio di concorrenza nella selezione dei progetti e uso appropriato degli strumenti finanziari. Nelle conclusioni figurano alcuni elementi che prevedono l’applicazione dei suddetti principi. Inoltre, tutte le istituzioni dell’Unione dovrebbero adoperarsi al massimo affinché la normativa settoriale dei pertinenti strumenti di finanziamento preveda disposizioni volte a migliorare la qualità della spesa.

3. Per consentire una valutazione approfondita della qualità della spesa e coerentemente con la relazione annuale di valutazione delle finanze dell’Unione fornita dalla Commissione a norma dell’articolo 318 del TFUE, la Commissione trasmetterà ogni anno al Consiglio e al Parlamento europeo una relazione di sintesi per i programmi del quadro strategico comune (QSC) (basata sulle relazioni annuali di attuazione degli Stati membri), nonché una sintesi di tutte le valutazioni disponibili dei programmi. Inoltre, nel corso del periodo di programmazione, saranno presentate due relazioni strategiche per i programmi del QSC.

4. Il nuovo QFP coprirà sette anni (2014-2020) e sarà concepito per un’Unione europea a 28 Stati membri, in base all’ipotesi di lavoro che la Croazia aderisca all’Unione nel 2013.

5. Le spese saranno suddivise in sei rubriche intese a rispecchiare le priorità politiche dell’Unione, garantendo altresì la f lessibilità necessaria nell’interesse di un’assegnazione efficace delle risorse.Il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 sarà strutturato come segue:– sottorubrica 1a «Competitività per la crescita e l’occupazione», che comprenderà il Meccanismo per collegare l’Europa;– sottorubrica 1.b «Coesione economica, sociale e territoriale»;– rubrica 2 «Crescita sostenibile: risorse naturali», che comprenderà un sottomassimale per le spese connesse al mercato e i

pagamenti diretti;– rubrica 3 «Sicurezza e cittadinanza»;– rubrica 4 «Ruolo mondiale dell’Europa»;– rubrica 5 «Amministrazione», che comprenderà un sottomassimale per le spese amministrative;– rubrica 6 «Compensazioni».

6. Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo politico in base al quale la cifra massima totale della spesa per l’UE-28, per il periodo 2014-2020 è pari a 959 988 milioni di euro in stanziamenti per impegni che rappresentano l’1,00 % del reddito nazionale lordo (RNL) dell’UE e a 908 400 milioni di euro in stanziamenti per pagamenti che rappresentano lo 0,95 % dell’RNL dell’UE. La ripartizione degli stanziamenti per impegni è descritta nei punti in appresso. Le stesse cifre sono riportate anche nella tabella figurante all’allegato I, che contiene anche lo scadenzario degli stanziamenti per pagamenti. Tutte le cifre sono espresse utilizzando

QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE

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prezzi costanti al 2011. Vi saranno aggiustamenti tecnici annuali automatici per tener conto dell’inf lazione. Questa è la base su cui il Consiglio cercherà ora l’approvazione del Parlamento europeo conformemente all’articolo 312, paragrafo 2 del TFUE in forza del quale il Consiglio stesso adotta un regolamento che fissa il quadro finanziario pluriennale, previa approvazione del Parlamento.Affinché l’Unione possa soddisfare tutti gli obblighi finanziari derivanti da impegni esistenti e futuri nel periodo 2014-2020 in conformità dell’articolo 323 del TFUE, saranno fissate norme specifiche per la gestione dei massimali dei pagamenti annuali.I dati statistici e le previsioni utilizzati per stabilire l’ammissibilità e le dotazioni dei fondi del QSC e per calcolare l’RNL totale sono quelli utilizzati dalla Commissione per l’aggiornamento della proposta di regolamento QFP del luglio 2012 [COM(2012) 388].

7. Tenendo presente il fabbisogno finanziario per incrementare gli investimenti in Europa, nonché l’obiettivo di massimizzare l’effetto leva di azioni sostenute dal bilancio dell’UE, l’attuazione del prossimo QFP comporterà un ricorso più ampio a strumenti finanziari, incluse le obbligazioni di progetto. Gli strumenti finanziari devono far fronte a uno o più obiettivi programmatici specifici dell’Unione, operare secondo criteri non discriminatori, recare una data di scadenza precisa, rispettare i principi di sana gestione finanziaria ed essere complementari a strumenti tradizionali quali, ad esempio, le sovvenzioni. La responsabilità finanziaria dell’Unione per tali strumenti finanziari nel prossimo quadro finanziario pluriennale sarà limitata al contributo del bilancio dell’UE e non darà luogo a passività potenziali per il bilancio dell’Unione.Gli strumenti finanziari possono essere utilizzati soltanto se rispettano le condizioni rigorose stabilite dal nuovo regolamento finanziario. Il finanziamento degli strumenti finanziari a carico del bilancio dell’UE dovrebbe avvenire soltanto in misura ragionevole e in presenza di un valore aggiunto.

8. I R AL («reste à liquider» — importi da liquidare) sono un sottoprodotto inevitabile della programmazione pluriennale e degli stanziamenti dissociati. Tuttavia, per vari motivi, alla fine del quadro finanziario per il periodo 2007-2013 i R AL saranno notevolmente superiori alle previsioni. Pertanto, allo scopo di garantire un livello e un profilo gestibili per i pagamenti in tutte le rubriche, diverse iniziative costituiscono parte integrante dell’accordo relativo al quadro finanziario 2014-2020:– i livelli di impegni sono fissati a un livello adeguato in tutte le rubriche;– le norme relative ai disimpegni si applicheranno in maniera rigorosa in tutte le rubriche, in particolare le norme per i disimpegni

automatici;– i tassi di prefinanziamento sono ridotti rispetto al periodo 2007-2013;– non è prevista alcuna degressività degli impegni annuali per il sistema di «rete di sicurezza» regionale nel quadro della politica

di coesione al fine di contribuire al profilo gestibile di impegni e pagamenti.9. All’UE spetta la responsabilità di assicurare, attraverso determinate condizionalità, controlli rigorosi e valutazione efficace dei

risultati, che i fondi siano spesi in modo migliore. Deve inoltre soddisfare l’esigenza di semplificare i suoi programmi di spesa per ridurre l’onere amministrativo e i costi a carico dei beneficiari e di tutti i soggetti coinvolti, sia a livello dell’UE che nazionale. Tutta la normativa settoriale relativa al prossimo QFP, il nuovo regolamento finanziario e l’accordo interistituzionale sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria dovrebbero pertanto contenere elementi sostanziali che contribuiscano alla semplificazione e al miglioramento dell’affidabilità e dell’impiego efficace dei fondi dell’UE. Sia nella normativa, sia nella relativa attuazione, ci si adopererà particolarmente per assicurare che i principi di sussidiarietà e proporzionalità siano pienamente considerati e che le specificità dei programmi di modesta entità negli Stati membri «monoregione» siano prese in considerazione nella definizione di norme più leggere.

10. Il raggiungimento ottimale degli obiettivi in alcuni settori dipende dall’integrazione delle priorità, quale la tutela dell’ambiente, in una serie di strumenti in altri settori programmatici. Gli obiettivi dell’azione per il clima rappresenteranno almeno il 20 % della spesa dell’UE nel periodo 2014-2020 e si rif letteranno pertanto in adeguati strumenti per assicurare che contribuiscano al rafforzamento della sicurezza energetica, sviluppando un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente sotto il profilo delle risorse e resistente ai cambiamenti climatici, che rafforzerà la competitività dell’Europa e creerà posti di lavoro più «verdi» e in numero maggiore.

11. Affinché il bilancio dell’UE possa svolgere il suo ruolo cruciale nel promuovere crescita, occupazione e competitività, i seguenti testi legislativi devono essere ora adottati al più presto secondo le procedure del trattato e nel rispetto del ruolo delle diverse istituzioni. In particolare:• il regolamento che fissa il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020;• l’accordo interistituzionale sulla cooperazione in materia di bilancio e la sana gestione finanziaria;• la decisione riguardante il sistema delle risorse proprie dell’Unione europea e le relative misure di esecuzione.In base ai livelli di impegni figuranti nel presente accordo e prendendo atto delle cifre indicative proposte dalla Commissione per gli obiettivi di tutte le rubriche, il Consiglio e il Parlamento europeo sono invitati a raggiungere un accordo tempestivo sul finanziamento adeguato di ciascuno degli strumenti, dei programmi e dei fondi proposti finanziati nell’ambito del QFP, ivi compresa la possibilità di una revisione.Nel rammentare gli assidui contatti intercorsi con il Parlamento europeo negli scorsi mesi, sia a margine delle sessioni del Consiglio «Affari generali» che a livello dei presidenti delle istituzioni in forza dell’articolo 324 del TFUE, il Consiglio europeo invita la presidenza a portare avanti rapidamente le discussioni con il Parlamento europeo.

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Si invita la Commissione a fornire tutta l’assistenza e il sostegno che ritiene utili a far progredire il processo decisionale.12. Il Consiglio europeo chiede ai co-legislatori di adottare rapidamente i programmi di finanziamento che attuano il quadro finanziario

pluriennale 2014-2020 in modo da assicurarne l’avvio tempestivo dal 1º gennaio 2014. Rammenta l’obiettivo e la responsabilità condivisi delle istituzioni e degli Stati membri di semplificare le norme e le procedure di finanziamento. Il Consiglio europeo accoglie con favore i progressi realizzati nei negoziati in corso ed esorta i co-legislatori a convenire programmi più semplici che segnino una chiara riduzione dell’onere amministrativo per le autorità pubbliche e i beneficiari. I programmi diventerebbero in tal modo più accessibili, più f lessibili e decisamente orientati ai risultati in termini di crescita e occupazione, in linea con la strategia Europa 2020.

PARTE I: SPESE

SOTTORUBRICA 1a — COMPETITIVITÀ PER LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE13. La crescita intelligente e inclusiva corrisponde a un settore in cui l’azione UE presenta un notevole valore aggiunto. I programmi che

rientrano in questa rubrica hanno grandi potenzialità per contribuire alla realizzazione della strategia Europa 2020, in particolare per quanto riguarda la promozione di ricerca, innovazione e sviluppo tecnologico, l’azione specifica a favore della competitività delle imprese e delle PMI, l’investimento nell’istruzione e nelle competenze umane grazie al programma «Erasmus per tutti» e lo sviluppo dell’agenda sociale. Nell’assegnare i finanziamenti all’interno di questa rubrica si dovrebbe dare particolare priorità al conseguimento di un significativo e progressivo miglioramento delle iniziative dell’UE per la ricerca, l’istruzione e l’innovazione, tra l’altro mediante la semplificazione delle procedure.

14. Considerato il loro particolare contributo agli obiettivi della strategia Europa 2020 il finanziamento dei programmi Orizzonte 2020 ed «Erasmus per tutti» rappresenterà un’autentica crescita rispetto ai livelli 2013.

15. Il livello di impegni per questa sottorubrica non supererà 125 614 milioni di euro:

SOTTORUBRICA 1a — Competitività per la crescita e l’occupazione(in milioni di euro, prezzi 2011)

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

15 605 16 321 16 726 17 693 18 490 19 700 21 079

16. È indispensabile estendere e rafforzare l’eccellenza della base scientifica dell’Unione. Lo sforzo nel settore della ricerca e dello sviluppo sarà pertanto basato sull’eccellenza, assicurando al tempo stesso ampio accesso ai partecipanti di tutti gli Stati membri. Quest’impostazione, insieme a una netta semplificazione del programma, garantirà l’efficienza e l’efficacia della futura politica di ricerca europea, offrendo anche migliori possibilità di partecipazione ai programmi da parte delle PMI. Tutte le politiche saranno chiamate a contribuire all’aumento della competitività; sarà rivolta particolare attenzione al coordinamento delle attività finanziate mediante Orizzonte 2020 con quelle finanziate nell’ambito di altri programmi dell’Unione, anche mediante la politica di coesione. In questo contesto saranno necessarie importanti sinergie tra Orizzonte 2020 e i fondi strutturali al fine di creare un «ascensore verso l’eccellenza» potenziando in tal modo la capacità di ricerca e innovazione (R&I) regionale e l’attitudine delle regioni che registrano risultati più scarsi e delle regioni meno sviluppate a creare poli di eccellenza.

MECCANISMO PER COLLEGARE L’EUROPA17. La disponibilità di reti energetiche, digitali e di trasporto interconnesse è un elemento importante nel completamento del mercato

unico europeo. Inoltre, gli investimenti destinati a infrastrutture fondamentali, con un valore aggiunto a livello di UE, possono rafforzare la competitività dell’Europa a medio e lungo termine in un clima economico difficile, caratterizzato da una crescita lenta e da restrizioni dei bilanci pubblici. Infine, gli investimenti destinati alle infrastrutture sono funzionali anche per il conseguimento degli obiettivi di crescita sostenibile dell’UE delineati nella strategia Europa 2020, nonché per la realizzazione degli obiettivi «20-20-20» dell’UE nel settore della politica energetica e climatica. Al tempo stesso le misure in questo settore rispetteranno le principali responsabilità degli operatori del mercato in ordine alla pianificazione e agli investimenti in infrastrutture energetiche e digitali.La dotazione finanziaria per l’attuazione del meccanismo per collegare l’Europa per il periodo 2014-2020 sarà pari a 29 299 milioni di euro, compresi 10 000 milioni di euro che saranno trasferiti dal fondo di coesione, come previsto alla lettera a) in appresso. Tale importo totale sarà ripartito fra i settori nel modo seguente:

(a) trasporti: 23 174 milioni di euro, di cui 10 000 milioni di euro saranno trasferiti dal Fondo di coesione e destinati ad essere spesi in conformità alle disposizioni del regolamento CEF negli Stati membri ammissibili al finanziamento del Fondo di coesione;

(b) energia: 5 126 milioni di euro;(c) telecomunicazioni: 1 000 milioni di euro.

Il trasferimento dal Fondo di coesione destinato alle infrastrutture di trasporto nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa cofinanzierà progetti predeterminati elencati nell’allegato del regolamento CEF. Fino al 31 dicembre 2016, la selezione dei progetti ammissibili al finanziamento dovrebbe essere effettuata nel rispetto delle dotazioni nazionali trasferite dal Fondo di coesione al

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meccanismo per collegare l’Europa. Successivamente i fondi non utilizzati potranno essere riassegnati a nuovi progetti attraverso nuovi inviti a presentare proposte su base concorrenziale.

18. I tre grandi progetti infrastrutturali Galileo, ITER e GMES saranno finanziati a titolo della sottorubrica 1a con un importo di 12 793 milioni di euro. Al fine di assicurare la sana gestione finanziaria e la disciplina finanziaria, il livello massimo di impegni per ciascuno di tali progetti sarà stabilito nel regolamento QFP come segue:

(a) Galileo: 6 300 milioni di euro,(b) ITER: 2 707 milioni di euro,(c) GMES: 3 786 milioni di euro.

19. Al fine di favorire la sicurezza nucleare in Europa sarà accordato un sostegno allo smantellamento delle seguenti centrali nucleari (1):– 400 milioni di euro a Ignalina (Lituania) per il periodo 2014-2020;– 200 milioni di euro a Bohunice (Slovacchia) per il periodo 2014-2020;– 260 milioni di euro a Kozloduy (Bulgaria) per il periodo 2014-2020.

SOTTORUBRICA 1b — COESIONE ECONOMICA, SOCIALE E TERRITORIALE

POLITICA DI COESIONE20. Un obiettivo importante dell’Unione europea è la promozione della coesione economica, sociale e territoriale e della solidarietà tra

gli Stati membri. A questo riguardo, la politica di coesione è lo strumento principale per ridurre le disparità tra le regioni d’Europa e deve pertanto concentrarsi sulle regioni e sugli Stati membri meno sviluppati. La politica di coesione è un importante strumento per gli investimenti, la crescita e la creazione di posti di lavoro a livello dell’UE e per le riforme strutturali a livello nazionale. Rappresenta una quota importante degli investimenti pubblici nell’UE, contribuisce all’approfondimento del mercato interno e pertanto svolge un ruolo notevole nel dare impulso alla crescita economica, all’occupazione e alla competitività. La politica di coesione contribuisce inoltre alla strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nell’intera Unione europea. Attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione (FC), perseguirà i seguenti obiettivi: «Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione» negli Stati membri e nelle regioni, con il sostegno di tutti i fondi, e «Cooperazione territoriale europea», con il sostegno del FESR. Il Fondo di coesione sosterrà progetti nel settore dell’ambiente e delle reti transeuropee di trasporto. Il necessario sostegno allo sviluppo del capitale umano sarà assicurato attraverso una percentuale adeguata dell’FSE nella politica di coesione.

21. Per quanto riguarda la struttura della rubrica e tenuto conto delle caratteristiche specifiche della politica di coesione, le spese relative alla coesione saranno inserite in una sottorubrica della rubrica 1 denominata «Coesione economica, sociale e territoriale».

Livello globale delle dotazioni22. Il livello di impegni per la sottorubrica 1b — Coesione economica, sociale e territoriale non supererà 325 149 milioni di euro:

SOTTORUBRICA 1b: Coesione economica, sociale e territoriale(in milioni di euro, prezzi 2011)

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

44 678 45 404 46 045 46 545 47 038 47 514 47 925

23. Le risorse destinate all’obiettivo «Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione» ammonteranno complessivamente a 313 197 milioni di euro e saranno così ripartite:

(a) un importo totale di 164 279 milioni di euro sarà destinato alle regioni meno sviluppate,un importo totale di 31 677 milioni di euro sarà destinato alle regioni in transizione,un importo totale di 49 492 milioni di euro sarà destinato alle regioni più sviluppate,un importo totale di 66 362 milioni di euro sarà destinato agli Stati membri che beneficiano del Fondo di coesione;

(b) un importo totale di 1 387 milioni di euro sarà destinato ai finanziamenti supplementari per le regioni ultraperiferiche di cui all’articolo 349 del trattato e le regioni settentrionali a bassa densità di popolazione che soddisfano i criteri di cui all’articolo 2 del protocollo n. 6 del trattato di adesione dell’Austria, della Finlandia e della Svezia.

(1) Fatti salvi il protocollo n. 4 sulla centrale nucleare di Ignalina in Lituania e il protocollo n. 9 relativo all’unità 1 e all’unità 2 della centrale nucleare di Bohunice V1 in Slovacchia allegati all’atto di adesione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca (GU L 236 del 23.9.2003, pag. 944), nonché il protocollo relativo alle condizioni e modalità d’ammissione della Repubblica di Bulgaria e della Romania all’Unione europea.

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24. Le risorse destinate all’obiettivo «Cooperazione territoriale europea» ammonteranno complessivamente a 8 948 milioni di euro e saranno così ripartite:

(a) un importo totale di 6 627 milioni di euro per la cooperazione transfrontaliera,(b) un importo totale di 1 822 milioni di euro per la cooperazione transnazionale,(c) un importo totale di 500 milioni di euro per la cooperazione interregionale.

25. Lo 0,35 % delle risorse globali sarà destinato all’assistenza tecnica su iniziativa della Commissione. L’assistenza tecnica è usata in particolare per sostenere il rafforzamento istituzionale e la creazione di capacità amministrativa per la gestione efficace dei fondi e per sostenere gli Stati membri nell’individuazione e realizzazione di progetti utili nell’ambito dei programmi operativi per il superamento delle attuali difficoltà economiche.

26. 330 milioni di euro delle risorse dei fondi strutturali per l’obiettivo «Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione» saranno destinati alle azioni innovative su iniziativa della Commissione nel settore dello sviluppo urbano sostenibile.

Definizioni e ammissibilità27. Le risorse per l’obiettivo «Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione» saranno destinate a tre tipi di regioni, definiti

in base al rapporto tra il rispettivo PIL pro capite, misurato in parità di potere di acquisto e calcolato sulla base dei dati dell’Unione per il periodo 2007-2009, e il PIL medio dell’UE-27 per lo stesso periodo di riferimento, nel modo seguente:

(a) regioni meno sviluppate, il cui PIL pro capite è inferiore al 75 % della media del PIL dell’UE-27;(b) regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75 % e il 90 % della media del PIL dell’UE-27;(c) regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite è superiore al 90 % della media del PIL dell’UE-27.

28. Il Fondo di coesione sosterrà gli Stati membri il cui reddito nazionale lordo (RNL) pro capite, misurato in parità di potere di acquisto e calcolato sulla base dei dati dell’Unione per il periodo 2008-2010, è inferiore al 90 % dell’RNL medio pro capite dell’UE-27 per lo stesso periodo di riferimento.

29. Riguardo alla cooperazione transfrontaliera, le regioni ammesse al sostegno saranno le regioni dell’Unione di livello NUTS 3 situate lungo tutte le frontiere terrestri interne ed esterne, nonché tutte le regioni dell’Unione di livello NUTS 3 situate lungo le frontiere marittime separate da un massimo di 150 km, fermi restando gli eventuali adeguamenti necessari per garantire la coerenza e la continuità delle zone del programma di cooperazione definite per il periodo di programmazione 2007-2013.

30. Per quanto concerne la cooperazione transnazionale, la Commissione adotterà l’elenco delle zone transnazionali che riceveranno il sostegno, ripartito per programma di cooperazione e concernente le regioni di livello NUTS 2, garantendo nel contempo la continuità di tale cooperazione in zone coerenti più vaste sulla base dei programmi precedenti.

31. Quanto alla cooperazione interregionale, il sostegno da parte del FESR riguarderà la totalità del territorio dell’Unione.32. Su richiesta di uno Stato membro le regioni di livello NUTS 2 che sono state fuse dal regolamento (UE) n. 31/2011 della

Commissione del 17 gennaio 2011, qualora l’applicazione della classificazione NUTS modificata comporti alterazioni dello stato della categoria di ammissibilità di una o più regioni interessate, rientrano nella categoria determinata al livello della regione NUTS modificata.

Metodo di assegnazioneMetodo di assegnazione per le regioni meno sviluppate33. Il livello specifico delle dotazioni per ciascuno Stato membro sarà fondato su un metodo obiettivo e calcolato come segue.

La dotazione di ciascuno Stato membro è la somma delle dotazioni per le sue singole regioni ammissibili calcolate secondo la seguente procedura:

(i) determinazione di un importo assoluto (in euro) ottenuto moltiplicando la popolazione della regione interessata per la differenza tra il PIL pro capite di quella regione, misurato in parità di potere di acquisto (PPA), ed il PIL medio pro capite dell’UE-27;

(ii) applicazione di una percentuale dell’importo assoluto summenzionato al fine di determinare la dotazione finanziaria di tale regione; tale percentuale è calibrata in modo da rif lettere la prosperità relativa, misurata in parità di potere di acquisto (PPA) rispetto alla media dell’UE-27, dello Stato membro in cui è situata la regione ammissibile, ossia:– per le regioni situate in Stati membri il cui livello di RNL pro capite è inferiore all’82 % della media dell’UE: 3,15 %,– per le regioni situate in Stati membri il cui livello di RNL pro capite è compreso tra l’82 % e il 99 % della media dell’UE: 2,70 %,– per le regioni situate in Stati membri il cui livello di RNL pro capite è superiore al 99 % della media dell’UE: 1,65 %;

(iii) all’importo ottenuto dalla fase ii) si aggiunge, se del caso, un importo risultante dall’assegnazione di un premio di 1 300 euro per persona disoccupata e per anno, applicato al numero di lavoratori disoccupati nella regione in questione che eccede il numero di disoccupati che si avrebbe qualora si applicasse il tasso medio di disoccupazione di tutte le regioni meno sviluppate dell’UE;

(iv) non vi sarà alcun premio urbano.

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34. Il risultato dell’applicazione di questa metodologia è soggetto a livellamento.Metodo di assegnazione per le regioni in transizione35. Il livello specifico delle dotazioni per ciascuno Stato membro sarà fondato su un metodo obiettivo e calcolato come segue.

La dotazione di ciascuno Stato membro è la somma delle dotazioni per le sue singole regioni ammissibili calcolate secondo la seguente procedura:

(i) determinazione dell’intensità teorica minima e massima dell’aiuto per ogni regione in transizione ammissibile. Il livello di sostegno minimo è determinato dall’intensità media dell’aiuto pro capite per Stato membro prima dell’applicazione della rete di sicurezza regionale del 60 % assegnata alle regioni più sviluppate di tale Stato membro. Il livello di sostegno massimo fa riferimento a una regione teorica avente un PIL pro capite del 75 % della media dell’UE-27 ed è calcolato applicando il metodo definito nel precedente punto 33.i) e ii). Si tiene conto del 40 % dell’importo ottenuto applicando questo metodo;

(ii) calcolo delle dotazioni regionali iniziali, tenendo conto del PIL regionale pro capite mediante interpolazione lineare della ricchezza relativa della regione raffrontata all’UE-27;

(iii) all’importo ottenuto dalla fase ii) si aggiunge, se del caso, un importo risultante dall’assegnazione di un premio di 1 100 euro per persona disoccupata e per anno, applicato al numero di lavoratori disoccupati nella regione in questione che eccede il numero di disoccupati che si avrebbe qualora si applicasse il tasso medio di disoccupazione di tutte le regioni meno sviluppate dell’UE;

(iv) non vi sarà alcun premio urbano.36. Il risultato dell’applicazione di questa metodologia è soggetto a livellamento.Metodo di assegnazione per le regioni più sviluppate37. La dotazione finanziaria teorica iniziale totale è ottenuta moltiplicando l’intensità media di aiuto pro capite e per anno di 19,8

euro per la popolazione ammissibile.38. La quota di ciascuno Stato membro interessato è la somma delle quote delle sue regioni ammissibili, determinate secondo i

seguenti criteri, ponderati come indicato:– popolazione totale della regione (ponderazione 25 %),– numero di persone disoccupate nelle regioni di livello NUTS 2 con un tasso di disoccupazione superiore alla media di tutte

le regioni più sviluppate (ponderazione 20 %),– numero di posti di lavoro da addizionare per raggiungere l’obiettivo, stabilito dalla strategia Europa 2020, di un tasso di

occupazione regionale (nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 64 anni) del 75 % (ponderazione 20 %),– numero di persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni con un livello di istruzione terziaria da addizionare per raggiungere

l’obiettivo, stabilito dalla strategia Europa 2020, del 40 % (ponderazione 12,5 %),– numero di persone (di età compresa tra i 18 e i 24 anni) che hanno abbandonato prematuramente l’istruzione o la formazione

da sottrarre per raggiungere l’obiettivo, stabilito dalla strategia Europa 2020, del 10 % (ponderazione 12,5 %),– differenza tra il PIL regionale osservato (in PPA) e il PIL regionale teorico se la regione avesse lo stesso PIL pro capite della

regione di livello NUTS 2 più prospera (ponderazione 7,5 %),– popolazione delle regioni di livello NUTS 3 aventi una densità di popolazione inferiore a 12,5 abitanti/km² (ponderazione

2,5 %).Non vi sarà alcun premio urbano.Metodo di assegnazione per il Fondo di coesione39. La dotazione finanziaria teorica totale è ottenuta moltiplicando l’intensità media di aiuto pro capite di 48 euro per la popolazione

ammissibile. L’assegnazione a priori a ciascuno Stato membro ammissibile di tale dotazione finanziaria teorica corrisponde a una percentuale fondata sulla popolazione, la superficie e la prosperità nazionale di detto Stato, ottenuta secondo la seguente procedura:

(i) calcolo della media aritmetica tra, da un lato, le quote della popolazione e della superficie di tale Stato membro e, dall’altro, la popolazione e la superficie totali di tutti gli Stati membri ammissibili. Se tuttavia una quota della popolazione totale di uno Stato membro supera la rispettiva quota di superficie totale per un fattore pari o superiore a 5, come conseguenza di una densità di popolazione estremamente elevata, solo la quota della popolazione totale sarà utilizzata in questa fase;

(ii) adeguamento dei valori percentuali così ottenuti mediante un coefficiente che rappresenta un terzo della percentuale di cui l’RNL pro capite di quello Stato membro per il periodo 2008-2010 eccede o è al di sotto dell’RNL medio pro capite di tutti gli Stati membri ammissibili (media espressa come 100 %).

40. Al fine di rif lettere le esigenze significative, in termini di infrastrutture di trasporto e ambientali, degli Stati membri che hanno aderito all’Unione il 1º maggio 2004 o successivamente, la loro quota del Fondo di coesione sarà fissata a un terzo della dotazione finanziaria definitiva totale dopo il livellamento (fondi strutturali e Fondo di coesione) ricevuta in media sul periodo.

41. Gli Stati membri pienamente ammissibili al finanziamento del Fondo di coesione nel periodo 2007-2013, ma il cui RNL nominale pro capite è superiore al 90 % dell’RNL medio pro capite dell’UE-27 riceveranno sostegno dal Fondo di coesione a titolo transitorio

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e specifico. Tale sostegno transitorio ammonterà a 48 euro pro capite nel 2014 e sarà gradualmente diminuito ed eliminato entro il 2020.

42. Il risultato dell’applicazione di questa metodologia è soggetto a livellamento.Metodo di assegnazione per la «Cooperazione territoriale europea»43. L’assegnazione delle risorse per Stato membro, comprendente la cooperazione transfrontaliera e transnazionale, è la somma

ponderata della quota della popolazione delle regioni frontaliere e della quota della popolazione totale di ciascuno Stato membro. La ponderazione è determinata dalle rispettive quote delle componenti transfrontaliera e transnazionale. Le quote delle componenti della cooperazione transfrontaliera e transnazionale sono pari al 77,9 % e al 22,1 %.

Metodo di assegnazione per le regioni ultraperiferiche e a bassa densità di popolazione e le isole44. Le regioni ultraperiferiche e le regioni settentrionali a bassa densità di popolazione di livello NUTS 2 beneficeranno di una dotazione

supplementare speciale con un’intensità di aiuto di 30 euro per abitante e per anno. Essa sarà distribuita per regione e Stato membro in proporzione alla popolazione totale di tali regioni. Occorre tenere conto anche della situazione particolare delle regioni insulari.

Livellamento45. Per contribuire all’obiettivo di concentrare adeguatamente il finanziamento a sostegno della coesione nelle regioni e negli Stati

membri meno sviluppati e alla riduzione delle disparità dell’intensità media dell’aiuto pro capite, il livello massimo del trasferimento a ogni singolo Stato membro sarà fissato al 2,35 % del PIL. Il livellamento sarà applicato annualmente e, se del caso, ridurrà proporzionalmente tutti i trasferimenti (fatta eccezione per le regioni più sviluppate e la «Cooperazione territoriale europea») allo Stato membro interessato al fine di ottenere il livello massimo del trasferimento. Per gli Stati membri che hanno aderito all’Unione anteriormente al 2013 e in cui nel periodo 2008-2010 la crescita media del PIL reale è stata inferiore a − 1 %, il livello massimo del trasferimento è aumentato del 10 % producendo un livellamento del 2,59 %.

46. Alla luce delle attuali circostanze economiche, le norme relative al livellamento non possono dare origine a dotazioni nazionali superiori al 110 % del loro livello in termini reali per il periodo 2007-2013.

Reti di sicurezza47. Per tutte le regioni il cui PIL pro capite per il periodo 2007-2013 è stato inferiore al 75 % della media dell’UE-25, ma il cui PIL pro

capite è superiore al 75 % della media dell’UE-27, il livello minimo del sostegno nel periodo 2014-2020 nell’ambito dell’obiettivo «Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione» corrisponderà ogni anno al 60 % della loro dotazione annuale media indicativa precedente a titolo della dotazione «convergenza», calcolata dalla Commissione nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2007-2013.

48. La dotazione complessiva minima (Fondo di coesione e fondi strutturali) per uno Stato membro corrisponde al 55 % della sua dotazione complessiva individuale per il periodo 2007-2013. Gli adeguamenti necessari per l’adempimento di quest’obbligo sono applicati proporzionalmente alle dotazioni del Fondo di coesione e dei fondi strutturali, escludendo le dotazioni dell’obiettivo «Cooperazione territoriale europea».

49. Le regioni in transizione, senza eccezione alcuna, non ricevono meno di quanto avrebbero ricevuto se fossero rientrate tra le regioni più sviluppate. Al fine di determinare il livello di questa dotazione minima, a tutte le regioni aventi un PIL pro capite almeno pari al 75 % della media dell’UE-27 sarà applicato il metodo di distribuzione delle dotazioni delle regioni più sviluppate.

Altre disposizioni speciali sulle dotazioni50. Alcuni Stati membri sono stati particolarmente colpiti dalla crisi economica all’interno della zona euro che ha avuto ripercussioni

dirette sul loro grado di prosperità. Per affrontare questa situazione e al fine di dare impulso alla crescita e alla creazione di posti di lavoro in questi Stati membri, i fondi strutturali erogheranno le seguenti dotazioni supplementari: 1,375 miliardi di euro per le regioni più sviluppate della Grecia, 1,0 miliardi di euro per il Portogallo ripartiti come segue: 450 milioni di euro per le regioni più sviluppate, di cui 150 milioni di euro per Madeira, 75 milioni di euro per la regione in transizione e 475 milioni di euro per le regioni meno sviluppate, 100 milioni di euro per le regioni di confine, centrali e occidentali dell’Irlanda, 1,824 miliardi di euro per la Spagna, di cui 500 milioni di euro per l’Estremadura e 1,5 miliardi di euro per le regioni meno sviluppate dell’Italia, di cui 500 milioni di euro per le zone non urbane.

51. Tenuto conto delle sfide rappresentate dalla situazione degli Stati membri insulari e dalla perifericità di talune zone dell’Unione europea, Malta e Cipro ricevono, a seguito dell’applicazione del punto 48, una dotazione aggiuntiva rispettivamente di 200 milioni di euro e di 150 milioni di euro nell’ambito dell’obiettivo «Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione», ripartiti nel modo seguente: un terzo per il Fondo di coesione e due terzi per i fondi strutturali. A Ceuta e Melilla è assegnata una dotazione aggiuntiva di 50 milioni di euro nell’ambito dei fondi strutturali. Alla regione ultraperiferica di Mayotte è assegnata una dotazione totale di 200 milioni di euro nell’ambito dei fondi strutturali.

52. Per agevolare l’adeguamento di determinate regioni ai mutamenti del loro stato ovvero agli effetti di lunga durata di recenti sviluppi nella loro economia, sono assegnati: al Belgio 133 milioni di euro (di cui 66,5 milioni di euro per il Limburgo e 66,5 milioni di euro per la Vallonia), alla Germania 710 milioni di euro (di cui 510 milioni di euro per le ex regioni di convergenza e 200 milioni

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per Lipsia). Nonostante il punto 45, nell’ambito dei fondi strutturali, sono assegnate: alle regioni meno sviluppate dell’Ungheria una dotazione aggiuntiva di 1,560 miliardi di euro, alle regioni meno sviluppate della Repubblica ceca una dotazione aggiuntiva di 900 milioni di euro (di cui 300 milioni di euro saranno trasferiti dall’assegnazione allo sviluppo rurale della Repubblica ceca) e alla regione meno sviluppata della Slovenia una dotazione aggiuntiva di 75 milioni di euro.

53. Un importo totale di 150 milioni di euro sarà assegnato al programma PEACE.

Clausola di revisione54. Per tener conto della situazione particolarmente difficile della Grecia e di altri paesi colpiti dalla crisi, nel 2016 la Commissione

riesaminerà le dotazioni complessive di tutti gli Stati membri nell’ambito dell’obiettivo di politica di coesione «Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione» per il periodo 2017-2020, applicando il metodo di assegnazione definito nei punti da 33 a 49 sulla base delle statistiche più recenti al momento disponibili e del confronto tra il PIL nazionale cumulato osservato per gli anni 2014-2015 e il PIL nazionale cumulato stimato nel 2012. Adeguerà tali dotazioni complessive ogniqualvolta vi sia una divergenza cumulativa di oltre +/− 5 %. L’effetto netto totale degli adeguamenti non può superare i 4 miliardi di euro. L’adeguamento richiesto sarà ripartito in percentuali uguali sugli anni 2017-2020 e il corrispondente massimale del quadro finanziario sarà modificato di conseguenza.

Tassi di cofinanziamento55. Il tasso di cofinanziamento a livello di ciascun asse prioritario dei programmi operativi nell’ambito dell’obiettivo «Investimenti

in favore della crescita e dell’occupazione» non supererà:(a) l’85 % per il Fondo di coesione;(b) l’85 % per le regioni meno sviluppate degli Stati membri in cui la media del PIL pro capite per il periodo 2007-2009 è stata inferiore

all’85 % della media dell’UE-27 relativa allo stesso periodo e per le regioni ultraperiferiche;(c) l’80 % per le regioni meno sviluppate degli Stati membri diversi da quelli di cui alla lettera b), ammissibili al regime transitorio del

Fondo di coesione alla data del 1º gennaio 2014;(d) l’80 % per le regioni meno sviluppate degli Stati membri diversi da quelli di cui alle lettere b) e c) e per tutte le regioni il cui PIL

pro capite per il periodo 2007-2013 è stato inferiore al 75 % della media dell’UE-25 per il periodo di riferimento, ma superiore al 75 % della media del PIL dell’UE-27, nonché per le regioni di cui all’articolo 8, paragrafo 1, del regolamento n. 1083/2006 che ricevono sostegno transitorio per il periodo 2007-2013;

(e) il 60 % per le regioni in transizione diverse da quelle di cui alla lettera d);(f) il 50 % per le regioni più sviluppate diverse da quelle di cui alla lettera d).

Il tasso di cofinanziamento a livello di ciascun asse prioritario dei programmi operativi nell’ambito dell’obiettivo «Cooperazione territoriale europea» non supererà l’85 %. Per i programmi ai quali partecipa almeno una regione meno sviluppata il tasso di cofinanziamento nell’ambito dell’obiettivo «Cooperazione territoriale europea» può essere innalzato al’85 %.Il tasso di cofinanziamento della dotazione supplementare a favore delle regioni ultraperiferiche di cui all’articolo 349 del trattato e delle regioni di livello NUTS 2 che soddisfano i criteri di cui all’articolo 2 del protocollo n. 6 del trattato di adesione dell’Austria, della Finlandia e della Svezia non supererà il 50 %.

56. Aumento dei pagamenti a favore degli Stati membri con temporanee difficoltà di bilancio.Quando uno Stato membro beneficia di un sostegno finanziario ai sensi degli articoli 136 e 143 del TFUE, può essere applicato un tasso di cofinanziamento maggiorato (di dieci punti percentuali), riducendo così la partecipazione richiesta ai bilanci nazionali in un periodo di risanamento di bilancio, pur mantenendo lo stesso livello complessivo di finanziamenti dell’UE. Questa norma continuerà a essere applicata a tali Stati membri fino al 2016, quando sarà riveduta nel quadro del riesame previsto dal punto 54.

Aiuti regionali57. Le norme in materia di aiuti di Stato a finalità regionali non devono provocare distorsioni della concorrenza. Il Consiglio europeo

incoraggia la Commissione a procedere alla rapida adozione degli Orientamenti riveduti in materia di aiuti regionali di cui ha avviato l’elaborazione. In tale contesto, la Commissione assicurerà che gli Stati membri possano tener conto della situazione particolare delle regioni confinanti con le regioni di convergenza.

AIUTI A FAVORE DEGLI INDIGENTI58. Gli aiuti a favore degli indigenti saranno pari a 2 500 milioni di euro per il periodo 2014-2020 e saranno prelevati dalla dotazione

dell’FSE.

INIZIATIVA A FAVORE DELL’OCCUPAZIONE GIOVANILE59. In numerose occasioni il Consiglio europeo ha sottolineato che alla promozione dell’occupazione giovanile dovrebbe essere

attribuita la massima priorità. Esso ha dedicato una riunione straordinaria a questa tematica nel gennaio 2012 e le ha dato grande

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rilievo nel patto per la crescita e l’occupazione. Auspica che il Consiglio adotti entro breve la raccomandazione su una garanzia per i giovani. Invita la Commissione a mettere a punto il quadro di qualità per i tirocini, a istituire l’Alleanza per l’apprendistato e a presentare proposte relative al nuovo regolamento euroES nelle prossime settimane. Il bilancio dell’UE dovrebbe essere mobilitato a sostegno di questi sforzi. Riconoscendo la situazione particolarmente difficile dei giovani in determinate regioni, il Consiglio europeo ha deciso di creare un’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile in aggiunta e a rafforzamento dell’ingente sostegno già fornito attraverso i fondi strutturali dell’UE. L’iniziativa sarà aperta a tutte le regioni (livello NUTS 2) con livelli di disoccupazione giovanile superiori al 25 % e interverrà a sostegno di misure esposte nel pacchetto sull’occupazione giovanile proposto dalla Commissione nel dicembre 2012 e, in particolare, per sostenere la garanzia per i giovani successivamente alla sua adozione. Il sostegno per l’iniziativa sarà di 6 000 milioni di euro per il periodo 2014-2020.

60. 3 000 milioni di euro proverranno da investimenti mirati del Fondo sociale europeo nelle regioni ammissibili di livello NUTS 2, in proporzione al numero di giovani disoccupati in queste regioni, e 3 000 milioni di euro da una linea di bilancio dedicata all’occupazione giovanile della sottorubrica 1b. L’ammissibilità e il numero di giovani disoccupati saranno determinati sulla base dei dati dell’Unione per l’anno 2012. Per ogni intervento del FES nella regione ammissibile, verrà aggiunto un importo equivalente attingendo dalla linea di bilancio dedicata. Tale importo corrispondente non sarà soggetto alle norme in materia di livellamento di cui ai punti 45 e 46.

RUBRICA 2 — CRESCITA SOSTENIBILE: RISORSE NATURALI

61. L’obiettivo della politica agricola comune (PAC) è incrementare la produttività dell’agricoltura, sviluppando il progresso tecnico e assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola, nonché un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare della manodopera. Si punta in tal modo ad assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura, a stabilizzare i mercati, a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, nonché prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori. Occorre tenere conto della struttura sociale dell’agricoltura e delle disparità strutturali e naturali fra le diverse regioni agricole.

62. In tale contesto le riforme devono garantire: 1) una produzione alimentare efficiente; 2) una gestione sostenibile delle risorse naturali e un’azione per il clima; 3) uno sviluppo equilibrato del territorio. Inoltre, la PAC dovrebbe essere pienamente integrata negli obiettivi della strategia Europa 2020, in particolare nell’obiettivo della crescita sostenibile, nel pieno rispetto degli obiettivi di tale politica secondo quanto stabilito nel trattato.

63. Gli stanziamenti di impegno per questa rubrica, che comprende l’agricoltura, lo sviluppo rurale, la pesca e uno strumento finanziario per l’ambiente e l’azione per il clima, non supereranno 373 179 milioni di euro di cui 277 851 milioni di euro saranno destinati alle spese connesse al mercato e ai pagamenti diretti:

CRESCITA SOSTENIBILE: RISORSE NATURALI(in milioni di euro, prezzi 2011)

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

55 883 55 060 54 261 53 448 52 466 51 503 50 558

di cui: Spese connesse al mercato e pagamenti diretti

41 585 40 989 40 421 39 837 39 079 38 335 37 605

La politica agricola comune per il periodo 2014-2020 continuerà a essere basata sulla struttura a due pilastri:– il primo pilastro fornirà un sostegno diretto agli agricoltori e finanzierà le misure di mercato. Il sostegno diretto e le misure

di mercato saranno finanziati interamente e unicamente dal bilancio dell’UE, così da assicurare l’applicazione di una politica comune nell’intero mercato unico e con il sistema integrato di gestione e controllo (SIGC);

– il secondo pilastro della PAC continuerà a fornire beni pubblici ambientali specifici, a migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale e a promuovere la diversificazione dell’attività economica e della qualità della vita nelle zone rurali, comprese le regioni con problemi specifici. Le misure del secondo pilastro saranno cofinanziate dagli Stati membri conformemente alle disposizioni di cui al punto 73; ciò contribuisce a garantire che gli obiettivi di fondo siano raggiunti e rafforza l’effetto leva della politica di sviluppo rurale.

Primo pilastro

Livello e modello di ridistribuzione del sostegno diretto — Dettagli della convergenza tra gli Stati membri64. Al fine di adeguare il livello complessivo di spesa della rubrica 2, rispettando nel contempo i principi dell’introduzione graduale

dei pagamenti diretti come previsto dai trattati di adesione, il livello medio UE dei pagamenti diretti a prezzi correnti per ettaro sarà ridotto nel periodo. Il sostegno diretto sarà distribuito in maniera più equa fra gli Stati membri, considerando le differenze che ancora si riscontrano tra i livelli salariali, il potere d’acquisto, la produzione del settore agricolo e i costi dei fattori produttivi,

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riducendo gradualmente il legame con i riferimenti storici e tenendo conto del contesto generale della politica agricola comune e del bilancio dell’Unione. Nell’assegnazione complessiva del sostegno della PAC, si dovrebbe tener conto di circostanze specifiche, quali le superfici agricole ad alto valore aggiunto, nonché i casi in cui gli effetti della convergenza sono avvertiti in misura sproporzionata.Tutti gli Stati membri con pagamenti diretti per ettaro inferiori al 90 % della media UE colmeranno un terzo della differenza fra il loro livello attuale di pagamenti diretti e il 90 % della media UE nel corso del prossimo periodo. Tuttavia tutti gli Stati membri dovrebbero conseguire almeno il livello di 196 euro per ettaro a prezzi correnti entro il 2020. Tale convergenza sarà finanziata da tutti gli Stati membri che beneficiano di pagamenti diretti superiori alla media UE, proporzionalmente al loro scostamento dalla media UE. Tale processo sarà attuato progressivamente nell’arco di sei anni, dall’esercizio finanziario 2015 all’esercizio finanziario 2020.

Livellamento del sostegno alle aziende di grandi dimensioni65. Il livellamento dei pagamenti diretti per le aziende beneficiarie di grandi dimensioni sarà introdotto dagli Stati membri su base

volontaria.

Metodo di disciplina finanziaria66. Per assicurare che gli importi destinati al finanziamento della PAC siano conformi ai massimali annuali stabiliti nel quadro

finanziario pluriennale, è opportuno mantenere il meccanismo di disciplina finanziaria attualmente contemplato dall’articolo 11 del regolamento n. 73/2009, che prevede un adeguamento del sostegno diretto quando le previsioni indicano che in un determinato esercizio finanziario il submassimale della rubrica 2 sarà superato, ma senza il margine di sicurezza di 300 milioni di euro.

Ecosostenibilità dei pagamenti diretti67. Le prestazioni ambientali generali della PAC saranno migliorate rendendo ecosostenibili i pagamenti diretti attraverso talune

pratiche agricole che tutti gli agricoltori dovranno seguire, che saranno definite nel regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune e saranno benefiche per il clima e per l’ambiente, permettendo nel contempo di evitare oneri amministrativi superf lui. Per finanziare tali pratiche, gli Stati membri utilizzeranno una percentuale pari al 30 % del massimale nazionale annuale, con una f lessibilità chiaramente definita per gli Stati membri in relazione alla scelta di misure ecosostenibili equivalenti. Il requisito di un’area di interesse ecologico in ogni azienda agricola sarà attuato in modo da non esigere che i terreni in questione siano ritirati dalla produzione e da evitare perdite immotivate di reddito per gli agricoltori.

Flessibilità tra pilastri68. Gli Stati membri possono decidere di rendere disponibile come sostegno supplementare per le misure nell’ambito dei programmi

di sviluppo rurale, finanziate dal FEASR, fino al 15 % dei loro massimali nazionali annuali per gli anni civili dal 2014 al 2019, fissati nell’allegato II del regolamento sui pagamenti diretti. Di conseguenza, l’importo corrispondente non sarà più disponibile per la concessione di pagamenti diretti.

69. Gli Stati membri possono decidere di rendere disponibile, sotto forma di pagamenti diretti a norma del regolamento sui pagamenti diretti, fino al 15 % dell’importo destinato al sostegno di misure nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale finanziate dal FEASR nel periodo 2015-2020. Gli Stati membri con pagamenti diretti per ettaro inferiori al 90 % della media UE possono decidere di rendere disponibile come pagamenti diretti un ulteriore 10 % dell’importo destinato al sostegno di misure nell’ambito dello sviluppo rurale. Di conseguenza, l’importo corrispondente non sarà più disponibile per misure di sostegno nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale.

Secondo pilastro

Principi di ripartizione del sostegno allo sviluppo rurale70. Il sostegno allo sviluppo rurale sarà distribuito fra gli Stati membri in base a criteri oggettivi e ai risultati precedenti, considerando

gli obiettivi dello sviluppo rurale e tenendo conto del contesto generale della politica agricola comune e del bilancio dell’Unione.71. L’importo globale del sostegno allo sviluppo rurale sarà di 84 936 milioni di euro. La ripartizione annuale sarà fissata dal Parlamento

europeo e dal Consiglio. Gli importi per i singoli Stati membri saranno adeguati per tenere conto delle disposizioni di cui ai precedenti punti 68 e 69.

72. La distribuzione tra gli Stati membri dell’importo globale destinato allo sviluppo rurale sarà basata su criteri oggettivi e sui risultati precedenti.Per un numero limitato di Stati membri che sono confrontati a particolari sfide strutturali nel settore agricolo, ovvero che hanno investito cospicuamente in un quadro efficace di attuazione per la spesa del secondo pilastro, saranno disposte le seguenti ulteriori dotazioni: Austria (700 milioni di euro), Francia (1 000 milioni di euro), Irlanda (100 milioni di euro), Italia (1 500 milioni di euro), Lussemburgo (20 milioni di euro), Malta (32 milioni di euro), Lituania (100 milioni di euro), Lettonia (67 milioni di euro), Estonia (50 milioni di euro), Svezia (150 milioni di euro), Portogallo (500 milioni di euro), Cipro (7 milioni di euro), Spagna

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(500 milioni di euro), Belgio (80 milioni di euro), Slovenia (150 milioni di euro) e Finlandia (600 milioni di euro). Per gli Stati membri che beneficiano dell’assistenza finanziaria conformemente agli articoli 136 e 143 del TFUE, tale dotazione supplementare sarà soggetta a un tasso di cofinanziamento del 100 %. Questa norma continuerà a essere applicata a tali Stati membri fino al 2016, quando sarà riveduta.

Tassi di cofinanziamento per il sostegno allo sviluppo rurale73. I programmi di sviluppo rurale fisseranno un unico tasso di partecipazione del FEASR applicabile a tutte le misure. Se del caso,

sarà fissato un tasso di partecipazione del FEASR distinto per le regioni meno sviluppate, le regioni in transizione, le regioni ultraperiferiche e le isole minori del Mar Egeo ai sensi del regolamento (CEE) n. 2019/93. Il tasso massimo di partecipazione del FEASR sarà pari:

(a) al 75 % della spesa pubblica ammissibile nelle regioni meno sviluppate, nelle regioni ultraperiferiche e nelle isole minori del Mar Egeo ai sensi del regolamento (CEE) n. 2019/93;

(b) al 75 % della spesa pubblica ammissibile per tutte le regioni il cui PIL pro capite per il periodo 2007-2013 era inferiore al 75 % della media dell’UE-25 per il periodo di riferimento, ma superiore al 75 % della media del PIL dell’UE-27;

(c) al 63 % della spesa pubblica ammissibile per le regioni in transizione diverse da quelle di cui al precedente trattino;(d) al 53 % della spesa pubblica ammissibile nelle altre regioni;(e) al 75 % per le operazioni che contribuiscono ad obiettivi quali l’ambiente, la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento

ad essi;(f) al 100 % degli importi trasferiti dal primo pilastro al secondo pilastro di cui al punto 68 come sostegno supplementare nell’ambito

dello sviluppo rurale.Il tasso minimo di partecipazione del FEASR sarà pari al 20 %. Altri tassi massimi di partecipazione del FEASR a misure specifiche saranno stabiliti nel regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).Quando uno Stato membro beneficia di un sostegno finanziario ai sensi degli articoli 136 e 143 del TFUE, può essere applicato un tasso di cofinanziamento maggiorato (di dieci punti percentuali), riducendo così la partecipazione richiesta ai bilanci nazionali in un periodo di risanamento di bilancio, pur mantenendo lo stesso livello complessivo di finanziamenti dell’UE. Questa norma continuerà a essere applicata a tali Stati membri fino al 2016, quando sarà riveduta nel quadro del riesame previsto dal punto 54.

* * *

74. Il finanziamento a titolo della rubrica 2 sosterrà anche la politica comune della pesca (PCP) e le politiche marittime integrate, in particolare tramite il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e una dotazione per la dimensione internazionale della PCP, nonché attività nei settori del clima e dell’ambiente tramite il programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE).

Una nuova riserva per le crisi nel settore agricolo75. Una nuova riserva per le crisi nel settore agricolo, destinata a fornire sostegno nelle situazioni di grave crisi che interessano la

produzione agricola o la distribuzione di prodotti agricoli, sarà inclusa nella rubrica 2 con un importo di 2 800 milioni di euro. La riserva sarà stabilita applicando all’inizio di ogni anno una riduzione ai pagamenti diretti con il meccanismo di disciplina finanziaria. L’importo della riserva sarà iscritto direttamente nel bilancio annuale e, se non reso disponibile per misure di crisi, sarà rimborsato sotto forma di pagamenti diretti.

DISPOSIZIONI RIGUARDANTI IL FESR, L’FSE, L’FC, IL FEASR E IL FEAMP

Quadro strategico comune76. I fondi strutturali e il Fondo di coesione saranno riuniti, insieme al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e al

Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), in un quadro strategico comune (QSC), al fine di massimizzarne l’efficacia e ottimizzarne le sinergie. Ciò comporterà la definizione di un elenco di obiettivi tematici in linea con la strategia Europa 2020.

Condizionalità macroeconomica77. Un legame più stretto tra politica di coesione e governance economica dell’Unione garantirà che l’efficacia della spesa nell’ambito

dei fondi del QSC si basi su politiche economiche sane e che i fondi del QSC possano, se necessario, essere riorientati per rispondere ai problemi economici che un paese si trova ad affrontare. Per questo motivo sarà stabilita una condizionalità macroeconomica progressiva nel regolamento QSC.

78. La Commissione può chiedere a uno Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i relativi programmi, ove necessario per sostenere l’attuazione delle pertinenti raccomandazioni del Consiglio o per massimizzare l’impatto sulla crescita dei fondi del QSC negli Stati membri beneficiari dell’assistenza finanziaria dell’UE. Tale richiesta può essere formulata per sostenere l’attuazione di:

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(a) raccomandazioni nell’ambito degli indirizzi di massima per le politiche economiche;(b) raccomandazioni in materia di occupazione;(c) misure specifiche destinate agli Stati membri della zona euro conformemente all’articolo 136, paragrafo 1;(d) raccomandazioni nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi;(e) raccomandazioni nell’ambito della procedura per gli squilibri eccessivi;(f) sostegno dell’Unione nell’ambito del meccanismo di sostegno finanziario a medio termine delle bilance dei pagamenti;(g) sostegno dell’Unione nell’ambito del meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria;(h) assistenza finanziaria nell’ambito del meccanismo europeo di stabilità.

79. Se uno Stato membro non adotta provvedimenti efficaci in risposta alla richiesta della Commissione di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i relativi programmi, i pagamenti possono essere sospesi in parte o in toto.

80. Se si conclude che uno Stato membro non ha adottato provvedimenti sufficienti nell’ambito:(a) di misure specifiche destinate agli Stati membri della zona euro conformemente all’articolo 136, paragrafo 1;(b) della procedura per i disavanzi eccessivi;(c) della procedura per gli squilibri macroeconomici;(d) di un programma nell’ambito del meccanismo di sostegno finanziario a medio termine delle bilance dei pagamenti;(e) di un programma nell’ambito del meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria;(f) dell’assistenza finanziaria nell’ambito del meccanismo europeo di stabilità,

gli impegni e i pagamenti sono sospesi in parte o in toto.81. La proposta di sospendere gli impegni è avanzata dalla Commissione e sarà considerata automaticamente adottata dal Consiglio,

a meno che il Consiglio non la respinga a maggioranza qualificata entro un mese. La decisione di sospendere i pagamenti è presa dal Consiglio su proposta della Commissione. Le decisioni relative alle sospensioni saranno proporzionate ed efficaci, tenuto conto della situazione socioeconomica dello Stato membro interessato, e rispetteranno la parità di trattamento tra Stati membri, in particolare per quanto riguarda l’impatto della sospensione sull’economia dello Stato membro interessato. Dovrebbe essere data priorità alla sospensione degli impegni; i pagamenti dovrebbero essere sospesi solo qualora si richieda un intervento immediato e in caso di non conformità.

82. La sospensione degli impegni è soggetta a una metodologia di «doppio livellamento».(a) un livellamento del 50 % massimo dei fondi del QSC nel primo caso di una procedura per i disavanzi eccessivi (PDE) e del 25 %

massimo dei fondi del QSC nel primo caso di una procedura per gli squilibri eccessivi (PSE). Il livello della sospensione dovrebbe essere graduale e aumentare fino a un massimo del 100 % dei fondi del QSC nel caso di una procedura per i disavanzi eccessivi e fino al 50 % dei fondi del QSC nel caso di una procedura per gli squilibri eccessivi, in funzione della gravità della violazione;

(b) un livellamento dello 0,5 % massimo del PIL nominale applicabile a una prima violazione di una procedura per i disavanzi eccessivi (PDE) a norma dell’articolo 21, paragrafo 6, lettera b), del regolamento QSC e dello 0,25 % massimo del PIL nominale applicabile a una prima violazione di una procedura per gli squilibri eccessivi (PSE) a norma dell’articolo 21, paragrafo 6, lettera c), del regolamento QSC. Se la non conformità persiste, la percentuale di tale limite del PIL dovrebbe essere gradualmente aumentata fino a un massimo dell’1 % del PIL nominale applicabile a un’ulteriore violazione di una procedura per i disavanzi eccessivi (PDE) a norma dell’articolo 21, paragrafo 6, lettera b), del regolamento QSC e a un massimo dello 0,5 % del PIL nominale applicabile a un’ulteriore violazione di una procedura per gli squilibri eccessivi (PSE) a norma dell’articolo 21, paragrafo 6, lettera c), del regolamento QSC, in funzione della gravità della violazione.

83. Fatte salve le regole sul disimpegno, la sospensione degli impegni sarà revocata dalla Commissione. Per quanto riguarda i pagamenti, la decisione di revocare la sospensione è adottata dal Consiglio, su proposta della Commissione. I fondi sono nuovamente messi a disposizione dello Stato membro interessato non appena quest’ultimo adotta i provvedimenti necessari.

84. Il punto 79 in relazione al punto 78, lettere a), b), d) ed e), e al punto 80, lettere b) e c), non si applica al Regno Unito in conseguenza del protocollo (n. 15) allegato al TUE e al TFUE [cfr. la relazione del 21 ottobre 2010 della task force sul rafforzamento della governance economica nell’Unione europea («Strengthening economic governance in the EU»)].

Riserva di efficacia ed efficienza85. Ciascuno Stato membro istituisce una riserva nazionale di efficacia ed efficienza per l’obiettivo «Investimenti in favore della crescita

e dell’occupazione» della politica di coesione, nonché per il FEASR ed il FEAMP, pari al 7 % della sua dotazione complessiva, il che agevolerà la concentrazione sui risultati e sulla realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020. Gli importi degli impegni annualmente assegnati a una riserva nazionale di efficacia ed efficienza sono esonerati dalla regola del disimpegno n+3 fino a quando non sia stata assegnata la riserva stessa. Si procederà all’assegnazione della riserva una volta effettuato il riesame dei risultati nel 2019.

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Tassi di prefinanziamento86. Il pagamento del prefinanziamento all’avvio dei programmi fa sì che gli Stati membri abbiano sin dall’inizio i mezzi per fornire

ai beneficiari il sostegno per l’attuazione del programma. Si dovrebbero pertanto applicare i seguenti livelli di prefinanziamento.Il prefinanziamento iniziale sarà corrisposto in rate come segue:

(a) nel 2014: l’1 % dell’ammontare del contributo dei fondi al programma operativo per l’intero periodo di programmazione e l’1,5 % dell’ammontare del contributo dei fondi al programma operativo per l’intero periodo di programmazione nel caso in cui uno Stato membro benefici di assistenza finanziaria dal 2010, ai sensi degli articoli 122 e 143 del TFUE, o a titolo del FESF, o stia beneficiando di assistenza finanziaria al 31 dicembre 2013 ai sensi degli articoli 136 e 143;

(b) nel 2015: l’1 % dell’ammontare del contributo dei fondi al programma operativo per l’intero periodo di programmazione e l’1,5 % dell’ammontare del contributo dei fondi al programma operativo per l’intero periodo di programmazione nel caso in cui uno Stato membro benefici di assistenza finanziaria dal 2010, ai sensi degli articoli 122 e 143 del TFUE, o a titolo del FESF, o stia beneficiando di assistenza finanziaria al 31 dicembre 2014 ai sensi degli articoli 136 e 143;

(c) nel 2016: l’1 % dell’ammontare del contributo dei fondi al programma operativo per l’intero periodo di programmazione.Nel caso di un programma operativo adottato nel 2015 o successivamente, le rate precedenti sono versate nell’anno di adozione.

Altre disposizioni regolamentari87. Tutti i programmi saranno sottoposti a una procedura di disimpegno fondata sul principio che gli importi connessi a un impegno cui

non si accompagna un prefinanziamento o una richiesta di pagamento entro un determinato periodo di N+3 saranno disimpegnati.Per la Romania e la Slovacchia, il Consiglio europeo invita la Commissione a vagliare soluzioni pratiche al fine di ridurre il rischio di disimpegno automatico dei fondi dalla dotazione nazionale 2007-2013, compresa la modifica del regolamento 1083/2006.

Valutazione88. Sulla base di quanto previsto al punto 3, il Consiglio «Affari generali» discuterà ogni due anni l’attuazione e i risultati dei fondi del

QSC e fornirà un contributo alla valutazione complessiva, da parte del Consiglio di primavera, di tutti gli strumenti e le politiche dell’UE intesi a generare crescita e occupazione in tutta l’Unione europea.

89. I progetti il cui costo totale ammissibile è superiore a 50 milioni di euro (75 milioni di euro nel caso di progetti nel settore dei trasporti) saranno oggetto di una valutazione ex ante più ampia da parte della Commissione per accertarne la coerenza con il contratto di partenariato, il contributo all’obiettivo del programma e la validità sotto il profilo economico.

90. La Commissione e gli Stati membri devono convenire obiettivi ambiziosi all’inizio del periodo di programmazione. Gli obiettivi devono essere misurabili e comprendere indicatori finanziari e di realizzazione. La Commissione esamina periodicamente i progressi compiuti verso la realizzazione degli obiettivi e riferisce al Consiglio e al Parlamento europeo conformemente al punto 3. Qualora vi sia la prova di una grave inadempienza in relazione al conseguimento degli obiettivi convenuti, la Commissione può applicare rettifiche finanziarie.

Applicazione del principio di concorrenza alla selezione dei progetti91. Gli Stati membri devono far sì che la selezione dei progetti sia basata su procedure e criteri non discriminatori, trasparenti e

pienamente conformi alla legislazione nazionale e dell’Unione in modo che solo i progetti migliori siano scelti.

IVA92. L’IVA non è ammissibile per contributi provenienti dai fondi del QSC e dai 10 000 milioni di euro trasferiti dal Fondo di coesione al

meccanismo per collegare l’Europa. Gli importi IVA sono tuttavia ammissibili se non sono recuperabili a norma della legislazione nazionale sull’IVA.

RUBRICA 3 — SICUREZZA E CITTADINANZA93. Le azioni nell’ambito di questa rubrica costituiscono una gamma diversificata di programmi mirati alla sicurezza e alla cittadinanza

nel cui ambito la cooperazione a livello di Unione offre un valore aggiunto. Si tratta in particolare di azioni relative all’asilo e alla migrazione e di iniziative nei settori delle frontiere esterne e della sicurezza interna, nonché di misure nel settore della giustizia. Sarà dato particolare rilievo alle società insulari che affrontano problemi migratori sproporzionati. Le azioni nel quadro di questa rubrica sostengono altresì gli sforzi intesi a promuovere la partecipazione dei cittadini nell’Unione europea, anche mediante la cultura, la diversità linguistica e il settore creativo. Sono inoltre contemplate misure volte a migliorare la sanità pubblica e la protezione dei consumatori. La semplificazione dei programmi porterà a un’attuazione più efficace ed efficiente in futuro delle azioni in questo campo.Il livello di impegni per questa rubrica non supererà 15 686 milioni di euro:

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RUBRICA 3 — SICUREZZA E CITTADINANZA(in milioni di euro, prezzi 2011)

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

2 053 2 075 2 154 2 232 2 312 2 391 2 469

RUBRICA 4 — RUOLO MONDIALE DELL’EUROPA

94. La politica estera rappresenta un importante campo d’azione per l’UE, che è stato rafforzato dal nuovo quadro istituzionale del trattato di Lisbona. Il QFP deve sostenere l’UE nella sua determinazione a sviluppare il proprio ruolo come soggetto attivo sulla scena internazionale, con interessi e responsabilità regionali e globali. Gli strumenti finanziari del QFP potenzieranno la cooperazione dell’UE con i partner e sosterranno gli obiettivi di promuovere i valori dell’UE al suo esterno, progettare politiche dell’UE volte a far fronte alle principali sfide globali, aumentare l’impatto della cooperazione dell’UE allo sviluppo, investire nella prosperità e nella stabilità a lungo termine dei paesi del vicinato, sostenere il processo di allargamento dell’UE, potenziare i meccanismi di solidarietà europea in caso di catastrofi naturali o provocate dall’uomo, migliorare la capacità di prevenzione e risoluzione delle crisi e lottare contro i cambiamenti climatici. Ove opportuno e nel rispetto di criteri oggettivi il sostegno ai partner sarà adattato in funzione della loro situazione in termini di sviluppo e dei loro impegni e progressi a favore dei diritti dell’uomo, della democrazia, dello Stato di diritto e del buon governo. Tutto questo sarà sostenuto da una maggiore f lessibilità nell’ambito della rubrica 4 e da un’attuazione efficace.Il livello di impegni per questa rubrica non supererà 58 704 milioni di euro:

RUBRICA 4 — RUOLO MONDIALE DELL’EUROPA(in milioni di euro, prezzi 2011)

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

7 854 8 083 8 281 8 375 8 553 8 764 8 794

95. Una priorità chiave per gli Stati membri è rispettare l’impegno formale dell’UE a destinare collettivamente lo 0,7 % dell’RNL all’aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2015, compiendo così un passo decisivo verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio. Nel quadro di tale impegno l’Unione europea dovrebbe pertanto mirare ad assicurare che, per il periodo 2014-2020, almeno il 90 % della sua assistenza esterna globale sia considerato aiuto pubblico allo sviluppo secondo l’attuale definizione di quest’ultimo stabilita dal comitato di aiuto allo sviluppo (DAC) dell’OCSE.

RUBRICA 5 — AMMINISTRAZIONE

96. La necessità di risanare le finanze pubbliche a breve, medio e lungo termine richiede uno sforzo particolare da parte di ogni pubblica amministrazione e del relativo personale per migliorare l’efficienza e l’efficacia e adeguarsi al contesto economico in continuo mutamento. Le spese di questa rubrica devono tenere conto della capacità delle istituzioni di svolgere le funzioni assegnate loro dai trattati, dei crescenti obblighi giuridici che incombono all’Unione e del prossimo allargamento dell’UE. Le istituzioni dell’UE devono inoltre salvaguardare la loro capacità di attirare e conservare un’amministrazione di alta professionalità e geograficamente equilibrata.

97. Il livello di impegni per questa rubrica non supererà 61 629 milioni di euro:

RUBRICA 5 — AMMINISTRAZIONE(in milioni di euro, prezzi 2011)

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

8 218 8 385 8 589 8 807 9 007 9 206 9 417

98. Nell’ambito di tale massimale, la spesa amministrativa delle istituzioni, escluse le pensioni e le Scuole europee, non supererà 49 798 milioni di euro a titolo dei sottomassimali in appresso.

Sottomassimale spesa amministrativa (escluse pensioni e Scuole europee)(in milioni di euro, prezzi 2011)

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

6 649 6 791 6 955 7 110 7 278 7 425 7 590

99. Tali massimali includono gli effetti dei seguenti risparmi:• riduzione del 5 % del personale di tutte le istituzioni, organi, agenzie dell’UE e rispettive amministrazioni per il periodo 2013-

2017. Tale riduzione sarà compensata da un aumento dell’orario di lavoro per il personale senza adeguamento delle retribuzioni;

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• riduzioni delle spese non connesse al personale, ulteriori riforme dello statuto e altre misure amministrative interne;• nell’ambito della riforma dello statuto, l’adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni di tutto il personale mediante l’apposito

metodo sarà sospeso per due anni;• i risparmi di cui sopra saranno equamente ripartiti tra tutte le istituzioni e gli altri organi secondo un criterio di ripartizione

e questo principio sarà reso obbligatorio mediante l’inserimento nell’accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria. Si attende che ogni istituzione, organo o agenzia presenti stime delle spese nella procedura di bilancio annuale coerenti con gli orientamenti summenzionati. Anche l’evoluzione della spesa per le pensioni sarà affrontata nell’ambito della riforma dello statuto. Nell’ambito della riforma dello statuto sarà reintrodotto il nuovo prelievo di solidarietà ad un livello pari al 6 % nel quadro della riforma del metodo di adeguamento salariale. Queste misure avranno un impatto significativo sul costo delle pensioni a medio e lungo termine.

100. I massimali sovraindicati stabiliscono il quadro per il processo di codecisione che deciderà l’attuazione concreta di queste e delle altre misure proposte dalla Commissione (quali restrizioni sui prepensionamenti, l’innalzamento dell’età pensionabile, nonché il metodo di fissazione degli adeguamenti annuali).

QUESTIONI ORIZZONTALI — STRUMENTI NON INCLUSI NEL QFP E FLESSIBILITÀ

101. Il QFP includerà di norma tutte le voci per cui è previsto un finanziamento dell’UE, come mezzo per garantire trasparenza e un’adeguata disciplina di bilancio. Tuttavia, date le loro specificità, lo strumento di f lessibilità, il Fondo di solidarietà, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, la riserva per gli aiuti d’urgenza e il Fondo europeo di sviluppo saranno esclusi dal QFP.

102. L’Unione deve essere in grado di rispondere a circostanze eccezionali, sia interne che esterne. Al tempo stesso, la necessità di f lessibilità deve essere valutata in funzione dei principi della disciplina di bilancio e della trasparenza della spesa dell’UE, compreso il livello di spesa concordato. Pertanto nel QFP è inserito il seguente strumento di f lessibilità: all’interno della rubrica 2 è creata una nuova riserva per le crisi nel settore agricolo, destinata a fornire sostegno nelle situazioni di grave crisi che interessano la produzione agricola e la distribuzione di prodotti agricoli.Gli strumenti di f lessibilità, per loro stessa natura, sono mobilitati solo in caso di necessità.

103. Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea, il cui obiettivo è apportare un sostegno finanziario in caso di gravi catastrofi, continuerà a essere finanziato al di fuori del QFP, con un importo massimo annuale pari a 500 milioni di euro (prezzi 2011).

104. Lo strumento di f lessibilità, il cui obiettivo è finanziare spese impreviste e chiaramente identificate, continuerà a essere finanziato al di fuori del QFP, con un importo massimo annuale pari a 471 milioni di euro (prezzi 2011).

105. La riserva per gli aiuti d’urgenza, il cui obiettivo è assicurare la capacità di rispondere rapidamente alle esigenze di aiuto specifiche e non prevedibili dei paesi terzi (interventi umanitari, gestione civile delle crisi e protezione, pressioni migratorie), continuerà a essere finanziata al di fuori del QFP, con un importo massimo annuale pari a 280 milioni di euro (prezzi 2011).

106. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione continuerà a essere finanziato al di fuori del QFP, con un importo massimo annuale pari a 150 milioni di euro (prezzi 2011).

107. È costituito, al di fuori dei massimali del quadro finanziario per il periodo 2014-2020, un margine per imprevisti pari al massimo allo 0,03 % del reddito nazionale lordo dell’Unione, come strumento di ultima istanza per rispondere a circostanze impreviste. La decisione di mobilizzare il margine per imprevisti è presa di comune accordo dai due rami dell’autorità di bilancio. Il Consiglio delibera a maggioranza qualificata. Il ricorso al margine per imprevisti non supera, in un dato esercizio, l’importo massimo previsto nell’adeguamento tecnico annuale del QFP ed è coerente con il massimale delle risorse proprie. Gli importi resi disponibili mediante la mobilizzazione del margine per imprevisti sono detratti integralmente dai margini in una o più rubriche del quadro finanziario per l’esercizio in corso o gli esercizi futuri. Gli importi detratti non sono mobilizzati nel contesto del quadro finanziario. Il ricorso al margine per imprevisti non comporta un superamento dei massimali totali degli stanziamenti d’impegno e di pagamento in esso contenuti per l’esercizio in corso e gli esercizi futuri.

108. L’aiuto dell’UE a favore dei paesi ACP è stato tradizionalmente finanziato, per ragioni storiche e giuridiche, al di fuori del bilancio dell’UE. Nelle attuali circostanze, con la scadenza dell’accordo di Cotonou prevista per il 2020, il FES rimarrà al di fuori del QFP 2014-2020. Va osservato che la Commissione intende proporre l’iscrizione in bilancio del FES a partire dal 2021. L’importo totale disponibile per il FES sarà pari a 26 984 milioni di euro. Il criterio di contribuzione per l’11º FES è contenuto nell’allegato II.

109. Sarà applicata una f lessibilità specifica e al livello massimo possibile al fine di ottemperare all’articolo 323 del TFUE per consentire all’Unione di rispettare i suoi obblighi. Ciò farà parte del mandato in base al quale la presidenza porterà avanti le discussioni con il Parlamento europeo in linea con il punto 11.

Miglioramento e intensificazione del coinvolgimento della BEI110. La BEI sostiene già in maniera considerevole la crescita, ad es. mediante concessione di prestiti agli Stati membri che altrimenti non

potrebbero fornire cofinanziamenti per i fondi strutturali e tramite attuazione di strumenti finanziari congiunti. Il coinvolgimento della BEI dovrebbe essere rafforzato nei seguenti modi:

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(a) avvalendosi delle consulenze della BEI nelle fasi iniziali dei progetti cofinanziati dall’UE e dalla BEI;

(b) garantendo che la BEI sia informata riguardo ai progetti che ricevono il sostegno dell’UE;

(c) coinvolgendo la BEI nella valutazione ex ante dei grandi progetti, compreso attraverso la JASPERS;

(d) coinvolgendo la BEI, ove opportuno, nelle attività connesse all’assistenza tecnica.

PARTE II: ENTRATE

111. Il sistema delle risorse proprie dovrebbe ispirarsi agli obiettivi generali di semplicità, trasparenza ed equità. L’importo totale delle risorse proprie attribuite al bilancio dell’Unione per gli stanziamenti annuali per i pagamenti non supera l’1,23 % della somma degli RNL di tutti gli Stati membri. L’importo totale degli stanziamenti per gli impegni iscritti nel bilancio dell’Unione non supera l’1,29 % della somma degli RNL di tutti gli Stati membri. È mantenuta una correlazione ordinata tra stanziamenti per impegni e stanziamenti per pagamenti per garantirne la compatibilità.

112. Il nuovo sistema delle risorse proprie dell’Unione europea entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo al ricevimento della notifica della sua adozione da parte dell’ultimo Stato membro. Tutti i suoi elementi si applicheranno retroattivamente dal 1º gennaio 2014.

Risorse proprie tradizionali

113. Il sistema di riscossione delle risorse proprie tradizionali resterà invariato. Tuttavia, dal 1º gennaio 2014, gli Stati membri trattengono, a titolo di spese di riscossione, il 20 % degli importi da essi riscossi.

Risorsa propria basata sull’IVA

114. Il Consiglio europeo invita il Consiglio a proseguire i lavori sulla proposta della Commissione concernente una nuova risorsa propria basata sull’imposta sul valore aggiunto (IVA) al fine di renderla quanto più semplice e trasparente possibile, rafforzare il nesso con la politica UE in materia di IVA e le effettive entrate dell’IVA e garantire parità di trattamento ai contribuenti di tutti gli Stati membri. La nuova risorsa propria basata sull’IVA potrebbe sostituire l’attuale risorsa propria basata sull’IVA.

Risorsa propria basata sull’ITF

115. Il 22 gennaio 2013 il Consiglio ha adottato la decisione del Consiglio che autorizza una cooperazione rafforzata nel settore dell’imposta sulle transazioni finanziarie. Si invitano gli Stati membri partecipanti ad esaminare la possibilità che essa possa servire da base per una nuova risorsa propria del bilancio UE. Ciò non inciderebbe sugli Stati membri non partecipanti né sul calcolo della correzione a favore del Regno Unito.

Risorsa propria basata sull’RNL

116. Il metodo consistente nell’applicare un’aliquota uniforme per determinare i contributi degli Stati membri all’attuale risorsa propria basata sul reddito nazionale lordo (RNL) resterà invariato, fatti salvi i punti 115 e 118.

Regolamento d’esecuzione

117. Sulla base dell’articolo 311, quarto comma del TFUE, sarà adottato un regolamento del Consiglio recante misure di esecuzione.

Correzioni

118. Gli attuali meccanismi di correzione per il Regno Unito continueranno ad applicarsi.

Limitatamente al periodo 2014-2020:

• l’aliquota di prelievo della risorsa propria basata sull’IVA per la Germania, i Paesi Bassi e la Svezia è fissata allo 0,15 %;

• la Danimarca, i Paesi Bassi e la Svezia beneficeranno di riduzioni lorde del proprio contributo RNL annuo pari rispettivamente a 130  milioni, 695 milioni e 185 milioni di euro. L’Austria beneficerà di una riduzione lorda del proprio contributo RNL annuo pari a 30 milioni di euro nel 2014 a 20 milioni di euro nel 2015 e a 10 milioni di euro nel 2016.

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ALLEGATO II

Criterio di contribuzion per l’11º Fondo europeo di sviluppo

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I. POLITICA ECONOMICA E SOCIALE

Semestre europeo: promuovere competitività, crescita e occupazione, in particolare per i giovani1. Come convenuto nel dicembre scorso, gli Stati membri

e l’Unione europea stanno procedendo con azioni incisive per promuovere la competitività, la crescita e l’occupazione, secondo le priorità seguenti enunciate nell’analisi annuale della crescita:

(a) portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita,

(b) ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia,(c) promuovere la crescita e la competitività,(d) lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali

della crisi,(e) modernizzare la pubblica amministrazione.

2. «Attuazione» continua ad essere la parola chiave. È necessaria un’azione determinata per supportare il forte impegno politico a sostegno della crescita e dell’occupazione e per rispondere alle sfide macroeconomiche, strutturali e di bilancio. Tutto questo dovrebbe rispecchiarsi nei programmi nazionali di riforma e nei programmi di stabilità e di convergenza degli Stati membri, tenendo conto appieno delle discussioni che si sono svolte in seno al Consiglio, nel quadro del

semestre europeo, sull’analisi annuale della crescita elaborata dalla Commissione e che sono riportate nella relazione di sintesi della presidenza e nelle pertinenti conclusioni del Consiglio  (1), come pure dell’analisi della Commissione nel contesto della procedura per gli squilibri macroeconomici, relazione sul meccanismo di allerta compresa.

3. Nel percorso verso bilanci strutturalmente in pareggio si stanno compiendo progressi sostanziali che devono continuare. Il Consiglio europeo sottolinea in particolare la necessità di un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, ricordando nel contempo le possibilità offerte dalle norme di bilancio vigenti del patto di stabilità e crescita e del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance.

4. È necessaria un’opportuna combinazione di misure riguardanti la spesa e le entrate a livello degli Stati membri, che comprenda misure mirate a breve termine per promuovere la crescita e sostenere la creazione di

(1) Conclusioni del Consiglio del 12 febbraio 2013 sull’analisi annuale della crescita e sulla relazione sul meccanismo di allerta, conclusioni del Consiglio del 15 febbraio 2013 sull’istruzione, conclusioni del Consiglio del 28 febbraio 2013 sugli orientamenti politici per le politiche occupazionali e sociali e conclusioni del Consiglio del 5 marzo 2013 sulla qualità della spesa pubblica.

CONSIGLIO EUROPEO E VERTICE EURO — 14-15 MARZO 2013

CONCLUSIONI

Negli ultimi anni abbiamo fatto molto per rispondere alle sfide pressanti poste dalla crisi del settore finanziario e del debito sovrano, con l’obiettivo di preparare la strada per il ritorno a una crescita sostenibile foriera di occupazione e di progredire verso una governance economica rafforzata sia a livello dell’UE sia a livello della zona euro. Molto è stato realizzato, nonostante alcune incertezze residue nei mercati finanziari. Tuttavia, la stagnazione dell’attività economica prevista per il 2013 e i livelli di disoccupazione inammissibilmente elevati mettono in rilievo quanto sia fondamentale accelerare gli sforzi a sostegno della crescita in via prioritaria portando avanti nel contempo un risanamento di bilancio favorevole alla crescita. Il Consiglio europeo ha svolto un ampio dibattito sulla situazione economica e sociale e ha fissato gli orientamenti per la politica economica degli Stati membri e dell’Unione europea nel 2013. Occorre concentrare l’attenzione sull’attuazione delle decisioni adottate, in particolare per quanto riguarda il patto per la crescita e l’occupazione. È necessario attribuire una particolare priorità al sostegno dell’occupazione giovanile e alla promozione della crescita e della competitività. Il Consiglio europeo ritornerà in giugno sulla valutazione delle politiche in fase di definizione a livello nazionale per attuare queste priorità, nonché sull’attuazione del patto per la crescita e l’occupazione. Ha convenuto di discutere nei mesi a venire temi specifici con un alto potenziale in termini di generazione di crescita e occupazione. Ha altresì preso atto dei lavori in corso sull’approfondimento dell’unione economica e monetaria (UEM) in vista della riunione di giugno.

* * *

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8. Urge completare e attuare il quadro per una migliore governance economica. La nuova legislazione sulla sorveglianza di bilancio e macroeconomica («six pack», «two pack» e trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance) deve diventare pienamente operativa. In particolare devono essere effettuati tutti i necessari lavori preparatori al fine di assicurare che queste nuove disposizioni siano effettivamente applicate dall’inizio dei nuovi cicli di bilancio nazionali nel 2013.

9. Il Consiglio europeo pone oggi un accento particolare sui seguenti temi:

(a) affrontare la disoccupazione è la sfida sociale più importante che ci troviamo davanti. Nell’attuale contesto è pertanto necessario trattare in via prioritaria e con particolare attenzione le politiche attive per l’occupazione, sociali e del mercato del lavoro, così come occorre attribuire una particolare priorità alla promozione dell’occupazione giovanile. I sistemi di istruzione e formazione devono funzionare meglio, assicurando ai giovani le competenze necessarie e un collegamento più efficace tra il mondo del lavoro e quello dell’istruzione. A seguito dell’accordo raggiunto nel Consiglio europeo di febbraio 2013 sull’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, la Commissione ha presentato, nell’ambito dei negoziati in corso sul regolamento relativo al fondo sociale europeo, proposte sugli aggiustamenti tecnici che consentiranno all’iniziativa di diventare pienamente operativa dal 1º gennaio 2014. Nel frattempo gli Stati membri possono avvalersi, attingendo a tutti i fondi strutturali pertinenti, dei finanziamenti disponibili nell’attuale periodo di programmazione per contribuire alla lotta contro la disoccupazione giovanile. A tale riguardo, il Consiglio europeo si compiace degli sforzi della Commissione per sviluppare ulteriormente la collaborazione con gli Stati membri in cui si riscontrano i livelli di disoccupazione giovanile più elevati. L’accordo raggiunto il 28 febbraio in sede di Consiglio sulla garanzia per i giovani contribuirà a garantire che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un’offerta di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio di buona qualità entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale. Tale accordo dovrebbe essere attuato rapidamente, anche grazie al sostegno dell’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile. Più in generale, occorre altresì portare avanti i lavori nell’ambito del pacchetto occupazione, anche in ordine a un’occupazione femminile significativamente maggiore, alla riduzione della disoccupazione di lunga durata e alla piena partecipazione dei lavoratori anziani. È essenziale affrontare le conseguenze sociali della crisi e lottare contro la povertà e l’esclusione sociale.

(b) Il mercato unico continua ad essere una forza trainante fondamentale per la crescita e l’occupazione. In questo contesto il Consiglio europeo invita gli Stati membri a tenere pienamente conto delle raccomandazioni contenute nella relazione della Commissione «Stato

posti di lavoro, in particolare nei confronti dei giovani, e dia la priorità agli investimenti favorevoli alla crescita. In tale contesto il Consiglio europeo ricorda che, nel pieno rispetto del patto di stabilità e crescita, le possibilità offerte dal quadro di bilancio esistente dell’UE per equilibrare la necessità di investimenti pubblici produttivi con gli obiettivi della disciplina di bilancio potranno essere sfruttate nel braccio preventivo del patto stesso.

5. Occorre integrare il risanamento di bilancio e il ripristino della stabilità finanziaria con riforme strutturali ben congegnate volte a stimolare la crescita sostenibile, l’occupazione e la competitività, nonché la correzione degli squilibri macroeconomici. In questo contesto, il Consiglio europeo ricorda l’importanza di alleggerire la fiscalità sul lavoro, se del caso e riconoscendo le competenze degli Stati membri in questo settore, come strumento per contribuire ad aumentare l’occupabilità e la competitività.

6. Nel contesto pressante del risanamento di bilancio è importante garantire che tutti paghino una parte congrua di tasse. Occorrono pertanto rinnovati sforzi per migliorare l’efficacia della riscossione e contrastare l’evasione fiscale, anche mediante accordi sulla tassazione dei redditi da risparmio con paesi terzi e rapidi progressi nell’affrontare il problema della frode nel settore dell’IVA. È necessario che l’OCSE e il G20 cooperino strettamente per sviluppare norme concordate a livello internazionale al fine di evitare l’erosione della base imponibile e il trasferimento dei profitti. All’uopo l’UE coordinerà le sue posizioni. Occorre portare avanti i lavori sui fascicoli fiscali all’esame, ad esempio le proposte relative alla tassazione dei prodotti energetici, a una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società e alla revisione della direttiva in materia di tassazione dei redditi da risparmio. Il Consiglio europeo rileva che i lavori sulla cooperazione rafforzata nel settore dell’imposta sulle transazioni finanziarie stanno andando avanti.

7. In ordine alle azioni intraprese a livello dell’UE occorre continuare ad attuare, appieno e con urgenza, gli orientamenti decisi dal Consiglio europeo negli ultimi mesi, soprattutto nel patto per la crescita e l’occupazione, sfruttando in particolare il potenziale di un’economia verde al fine di promuovere la crescita e la competitività. Il recente aumento di capitale della BEI di 10 miliardi di euro consentirà alla banca di prestare 60 miliardi di euro aggiuntivi a sostegno della crescita e dell’occupazione e, unitamente al Fondo europeo per gli investimenti, questo contribuirà a catalizzare progetti per un valore fino a 180 miliardi di euro nel periodo 2013-2015. A giugno il Consiglio europeo valuterà l’attuazione del patto, ponendo in particolare l’accento sulle misure intese a creare occupazione e sulla promozione del finanziamento dell’economia per misure ad effetto rapido a favore della crescita. A tale proposito la Commissione a giugno riferirà, insieme alla BEI, in merito alle possibilità e alle priorità mirate che occorre individuare, in particolare per quanto riguarda le infrastrutture, l’efficienza energetica e delle risorse, l’economia digitale, la ricerca e l’innovazione e le PMI.

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prossimo anno, in un dibattito sulla strategia Europa 2020 e sull’analisi dei progressi realizzati verso gli obiettivi principali della stessa. In vista di queste discussioni, chiede che i lavori preparatori siano condotti, prioritariamente, sulle questioni seguenti:

(a) energia (maggio 2013): sono in corso i lavori sul completamento del mercato interno dell’energia e sulle interconnessioni con i mercati europei dell’energia. Nessuno Stato membro dell’UE dovrebbe rimanere isolato dalle reti europee di distribuzione del gas e dell’energia elettrica dopo il 2015. L’Europa necessita di investimenti in moderne infrastrutture energetiche e occorre affrontare la sfida dei prezzi elevati dell’energia che ostacolano la competitività;

(b) innovazione (ottobre 2013): il Consiglio europeo attende con interesse la presentazione, a cura della Commissione, della relazione sull’andamento dei lavori riguardo allo spazio europeo della ricerca nonché della sua comunicazione sullo stato dell’innovazione nell’Unione nel 2012, compreso l’indicatore unico dell’innovazione, in tempo per discuterne;

(c) agenda digitale e altri servizi (ottobre 2013): il Consiglio europeo prende atto dell’intenzione della Commissione di riferire ben prima di ottobre sullo stato dell’arte e sugli ostacoli che ancora devono essere affrontati per assicurare il completamento del mercato unico digitale pienamente funzionante entro il 2015, nonché misure concrete intese a realizzare quanto prima il mercato unico nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

(d) difesa (dicembre 2013): in questo contesto il Consiglio europeo vaglierà inoltre le modalità di sviluppo di una base industriale e tecnologica di difesa europea più integrata, innovativa e competitiva;

(e) competitività e politica industriale (giugno 2013 e febbraio 2014): nel sottolineare quanto sia importante rendere l’Europa un luogo più competitivo per la produzione e gli investimenti, il Consiglio europeo attende con interesse il seguito delle recenti comunicazioni della Commissione sulla politica industriale e su settori industriali specifici, nonché la presentazione tempestiva di ulteriori contributi della Commissione a questa discussione: la relazione sulla competitività europea, la relazione sull’attuazione delle priorità in materia di politica industriale e le conclusioni del riesame del mercato unico dei prodotti industriali.

Approfondire l’UEM11. Il Consiglio europeo ha preso atto dei lavori in corso

sui quattro ambiti individuati nelle sue conclusioni del dicembre 2012 sull’approfondimento dell’UEM. Qualsiasi nuova misura verso il rafforzamento della governance economica dovrà essere accompagnata da ulteriori misure verso un livello più elevato di legittimità e responsabilità.

12. Sono urgentemente necessari progressi verso un quadro finanziario maggiormente integrato per ripristinare la normale erogazione di prestiti, migliorare la competitività

dell’integrazione del mercato unico» e si compiace dell’intenzione della Commissione stessa di integrare tale relazione nelle prossime analisi annuali della crescita. La conclusione rapida dei lavori su tutte le proposte dell’Atto per il mercato unico I è una priorità essenziale, segnatamente in ordine a fascicoli fondamentali quali: direttive contabili, qualifiche professionali, appalti pubblici, distacco dei lavoratori, identificazione/firma elettronica, con l’obiettivo di promuovere la competitività, approfondire il mercato unico e rimuovere ostacoli ingiustificati. La Commissione presenterà senza indugio le restanti proposte dell’Atto per il mercato unico II nella prospettiva di un rapido esame, cosicché possano essere adottate entro la scadenza dell’attuale legislatura. Urge inoltre migliorare l’attuazione di tutta la legislazione sul mercato unico, compresa la direttiva «Servizi», in particolare attraverso una rigorosa revisione tra pari e un’azione celere per eliminare ostacoli ingiustificati. Il Consiglio europeo continuerà a riesaminare periodicamente tutti questi problemi.

(c) Sono necessari ulteriori interventi per ridurre l’onere complessivo della regolamentazione a livello dell’UE e nazionale, tenendo sempre presente la necessità di tutelare adeguatamente consumatori e lavoratori dipendenti. Gli Stati membri e la Commissione dovrebbero portare avanti i lavori sulla regolamentazione intelligente alla luce delle recenti comunicazioni della Commissione stessa, ponendo in particolare l’accento sulle esigenze delle PMI. Gli Stati membri presteranno particolare attenzione a evitare oneri ulteriori nell’attuazione della legislazione dell’UE. Il Consiglio europeo accoglie con favore la recente relazione della Commissione concernente la regolamentazione più gravosa per le PMI e attende con interesse di ricevere le prime proposte concrete per dare attuazione ai risultati emersi entro giugno. La Commissione verificherà i progressi attraverso il quadro di valutazione delle PMI. Provvederà inoltre a una celere ed efficace attuazione del suo programma «Adeguatezza della regolamentazione» («REFIT»), in particolare individuando rapidamente le aree regolamentari e i testi legislativi che più si prestano a una semplificazione delle disposizioni e a una riduzione dei costi normativi. Il Consiglio europeo attende di ricevere, in autunno, le prime proposte di semplificazione e di riduzione dell’onere normativo. Il Consiglio europeo rileva che, nel contesto del suo programma di lavoro annuale, la Commissione presenta un elenco di proposte in sospeso da ritirare. Per ridurre l’onere della regolamentazione e promuovere la competitività, incoraggia la Commissione ad usare il programma «REFIT» per individuare e proporre, in autunno, i regolamenti da ritirare che non sono più usati e perseguire il consolidamento della normativa vigente nel contesto dei lavori di semplificazione.

10. Il Consiglio europeo terrà nei prossimi mesi una serie di discussioni tematiche su aspetti settoriali e strutturali, essenziali per la crescita economica e la competitività europea. Queste discussioni conf luiranno anche, il

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esaminata in via prioritaria con l’intenzione di adottarla durante l’attuale mandato parlamentare. Dovrebbe assicurare un quadro efficace per risolvere, nel contesto di crisi bancarie, gli inadempimenti degli istituti finanziari tutelando nel contempo i contribuenti, essere basato sui contributi del settore finanziario stesso e comprendere adeguate ed efficaci misure di sostegno, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2012. L’integrità del mercato unico sarà pienamente rispettata e verranno assicurate condizioni di parità tra gli Stati membri che partecipano al meccanismo di vigilanza unico e quelli che non vi partecipano.

14. Il Consiglio europeo prende atto dell’adozione delle regole per l’organizzazione dei lavori dei Vertici euro e si compiace che queste regole siano intese a migliorare la qualità della governance della zona euro, preservando nel contempo l’integrità dell’Unione europea nel suo complesso come riconosciuto in particolare dalle pertinenti disposizioni del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance (1).

II. ALTRI PUNTI15. Il Consiglio europeo ha proceduto ad uno scambio

di opinioni sulle relazioni dell’UE con i suoi partner strategici.

(1) I Paesi Bassi hanno formulato una riserva d’esame parlamentare su questo punto.

e contribuire a introdurre i necessari aggiustamenti economici. Oltre ai progressi compiuti riguardo alle nuove norme relative ai requisiti patrimoniali delle banche, è necessario risolvere rapidamente i rimanenti problemi tecnici ancora in sospeso affinché un accordo finale possa essere raggiunto entro la fine del mese. Concludere nel corso delle prossime settimane il processo legislativo relativo al meccanismo di vigilanza unico è un compito prioritario.

13. Il Consiglio europeo ricorda che è imperativo spezzare il circolo vizioso tra banche e Stati. Come convenuto nel dicembre del 2012, occorre approvare quanto prima possibile nel primo semestre del 2013 un quadro operativo, compresa la definizione delle attività preesistenti, cosicché, una volta istituito un efficace meccanismo di vigilanza unico, il meccanismo europeo di stabilità potrà avere facoltà, sulla scorta di una decisione ordinaria, di ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari. Occorre giungere ad un accordo sulla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario nonché sulla direttiva sul sistema di garanzia dei depositi entro giugno 2013, assicurando un giusto equilibrio tra paesi d’origine e paesi ospitanti. La Commissione intende presentare, entro l’estate del 2013, una proposta legislativa sul meccanismo di risoluzione unico per i paesi partecipanti al meccanismo di vigilanza unico, che dovrà essere

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INTRODUZIONEI principi informatori per lo svolgimento dei lavori delle riunioni del vertice euro (1) sono assicurare la trasparenza e l’efficacia dei metodi di lavoro dando piena facoltà ai membri del vertice euro di discutere fra loro tutte le questioni di comune interesse per la zona euro, garantendo nel contempo il rispetto dei diritti sostanziali e procedurali degli altri membri dell’Unione e privilegiando metodi inclusivi, ogniqualvolta ciò sia giustificato e possibile.Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi non contemplati dalle presenti regole, è fatto riferimento per analogia al regolamento interno del Consiglio europeo.

1. CONVOCAZIONE E LUOGHI DI LAVORO1. Il vertice euro si riunisce almeno due volte all’anno su

convocazione del presidente. Le sue riunioni ordinarie si svolgono, nella misura del possibile, dopo le riunioni del Consiglio europeo.

2. Il vertice euro si riunisce a Bruxelles, a meno che il presidente, d’accordo con i membri del vertice euro, non decida diversamente.

3. Circostanze eccezionali o situazioni urgenti possono giustificare deroghe alle presenti regole.

2. PREPARAZIONE E SEGUITO DEI LAVORI DEL VERTICE EURO

1. Il presidente del vertice euro assicurerà la preparazione e la continuità dei lavori del vertice euro, in stretta cooperazione con il presidente della Commissione e in base ai lavori preparatori dell’Eurogruppo.

2. L’Eurogruppo svolge i lavori preparatori e assicura il seguito delle riunioni del vertice euro. Il Coreper è informato prima e dopo le riunioni del vertice euro.

3. Il presidente instaura una stretta cooperazione con il presidente della Commissione e il presidente dell’Eurogruppo, in particolare attraverso riunioni periodiche, di norma mensili. Il presidente della Banca centrale europea può essere invitato a partecipare a tali riunioni.

4. In caso di impedimento per malattia, in caso di decesso o qualora si ponga fine al suo mandato conformemente all’articolo 12, paragrafo 1, del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance, il presidente è

(1) L’articolo 12 del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’unione economica e monetaria, la dichiarazione della riunione del vertice euro del 26 ottobre 2011 e le conclusioni dei Consigli europei del 18 e 19 ottobre 2012 (EUCO 156/12) e del 13 e 14 dicembre 2012 (EUCO 205/12) sono pertinenti per l’organizzazione delle riunioni del vertice euro.

sostituito, se del caso fino all’elezione del suo successore, dal membro del vertice euro che rappresenta lo Stato membro che esercita la presidenza semestrale del Consiglio o, se non applicabile, il successivo Stato membro la cui moneta è l’euro che esercita la presidenza del Consiglio.

3. PREPARAZIONE DELL’ORDINE DEL GIORNO

1. Per la preparazione prevista alla regola 2, paragrafo 1, il presidente del vertice euro, almeno quattro settimane prima di ciascuna riunione ordinaria del vertice euro di cui alla regola 1, paragrafo 1, in stretta cooperazione con il presidente della Commissione e il presidente dell’Eurogruppo, trasmette un progetto di ordine del giorno commentato all’Eurogruppo.

2. L’Eurogruppo è convocato, di norma, entro il quindicesimo giorno che precede una riunione del vertice euro al fine di esaminare il progetto di ordine del giorno e il suo presidente riferisce al presidente del vertice euro sull’esito delle discussioni. In base a quanto riferitogli, il presidente del vertice euro trasmette il progetto di ordine del giorno ai capi di Stato o di governo.

3. Quando i capi di Stato o di governo delle parti contraenti del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance, diverse da quelle la cui moneta è l’euro, che hanno ratificato tale trattato partecipano alle discussioni delle riunioni del vertice euro, dette parti contraenti sono associate alla preparazione delle riunioni del vertice euro in merito alle questioni enunciate alla regola 4, paragrafo 5, secondo modalità che saranno decise dal presidente del vertice euro.

4. Il vertice euro approva l’ordine del giorno all’inizio della riunione, a maggioranza semplice.

4. COMPOSIZIONE DEL VERTICE EURO, DELEGAZIONI E SVOLGIMENTO DEI LAVORI

1. Il vertice euro è composto dai capi di Stato o di governo degli Stati membri dell’Unione europea la cui moneta è l’euro, dal suo presidente e dal presidente della Commissione.

2. Il presidente della Banca centrale europea è invitato a partecipare alle riunioni.

3. Il presidente dell’Eurogruppo può essere invitato ad assistervi.

4. Il presidente del Parlamento europeo può essere invitato per essere ascoltato.

REGOLE PER L’ORGANIZZAZIONE DEI LAVORI DEI VERTICI EURO

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5. I capi di Stato o di governo delle parti contraenti del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance, diverse da quelle la cui moneta è l’euro, che hanno ratificato tale trattato partecipano alle discussioni delle riunioni del vertice euro relative alla competitività per le parti contraenti, alla modifica dell’architettura complessiva della zona euro e alle regole fondamentali che ad essa si applicheranno in futuro, nonché, ove opportuno e almeno una volta all’anno, a discussioni su questioni specifiche di attuazione del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance.

6. Il numero totale di partecipanti per delegazione autorizzati ad accedere all’edificio in cui ha luogo la riunione del vertice euro è limitato a venti persone per Stato membro e per la Commissione. Tale numero non comprende il personale tecnico addetto a compiti specifici di sicurezza o di sostegno logistico. I nominativi e le qualifiche dei membri delle delegazioni sono preventivamente comunicati al segretariato generale del Consiglio.

7. Il presidente del vertice euro assicura l’applicazione delle presenti regole e vigila sul corretto svolgimento delle discussioni. A tal fine il presidente può prendere ogni misura atta a favorire un’utilizzazione ottimale del tempo disponibile, fra l’altro organizzare l’ordine nel quale i punti saranno trattati, limitare il tempo di parola o determinare l’ordine degli interventi.

8. Le riunioni del vertice euro non sono pubbliche.

5. IL PRESIDENTE DEL VERTICE EURO

1. Il presidente del vertice euro è nominato a maggioranza semplice dai capi di Stato o di governo degli Stati membri dell’Unione europea la cui moneta è l’euro nello stesso momento in cui il Consiglio europeo elegge il proprio presidente e con un mandato di pari durata.

2. Il presidente del vertice euro:

(a) presiede e anima i lavori;

(b) stabilisce gli ordini del giorno delle riunioni;

(c) assicura la preparazione e la continuità dei lavori del vertice euro, in cooperazione con il presidente della Commissione e in base ai lavori dell’Eurogruppo;

(d) assicura che i lavori di tutte le pertinenti sessioni del Consiglio e riunioni ministeriali siano tenuti in considerazione nella preparazione del vertice euro;

(e) riferisce al Parlamento europeo dopo ciascuna delle riunioni del vertice euro;

(f) tiene strettamente informate le parti contraenti del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance diverse da quelle la cui moneta è l’euro e gli altri Stati membri dell’Unione europea dei preparativi e degli esiti delle riunioni del vertice euro;

(g) presenta al pubblico gli esiti delle discussioni del vertice euro, insieme al presidente della Commissione.

6. DICHIARAZIONI1. Il vertice euro può rilasciare dichiarazioni che riassumono

posizioni comuni e linee d’azione comuni, che saranno rese pubbliche.

2. I progetti di dichiarazione del vertice euro sono preparati sotto l’autorità del presidente di quest’ultimo in stretta cooperazione con il presidente della Commissione e il presidente dell’Eurogruppo, sulla base dei lavori preparatori dell’Eurogruppo.

3. Le dichiarazioni sono convenute mediante consenso dei membri del vertice euro.

4. Il vertice euro rilascia dichiarazioni nelle lingue ufficiali dell’Unione europea.

5. Su proposta del presidente del vertice euro, i progetti di dichiarazione su questioni urgenti possono essere approvati con procedura scritta, se tutti i membri del vertice euro convengono di ricorrere a tale procedura.

7. SEGRETO PROFESSIONALE E PRODUZIONE IN GIUSTIZIA DEI DOCUMENTI

Fatte salve le disposizioni applicabili, a norma del diritto dell’Unione, all’accesso del pubblico ai documenti, le deliberazioni del vertice euro sono soggette al segreto professionale, sempre che il vertice euro non decida diversamente.

8. SEGRETARIATO E SICUREZZA1. Il vertice euro e il suo presidente sono assistiti dal

segretariato generale del Consiglio, sotto l’autorità del suo segretario generale.

2. Il segretario generale del Consiglio assiste alle riunioni del vertice euro e adotta tutte le misure necessarie per l’organizzazione dei lavori.

3. Le norme di sicurezza del Consiglio si applicano con gli opportuni adattamenti al vertice euro.

9. MODIFICA DELLE REGOLESu proposta del presidente del vertice euro, le presenti regole possono essere modificate per consenso. A tal fine può essere usata la procedura scritta. Le regole dovrebbero in particolare essere modificate se ciò è reso necessario dall’evoluzione della governance della zona euro.

10. CORRISPONDENZA DESTINATA AL VERTICE EURO

La corrispondenza destinata al vertice euro è indirizzata al suo presidente, al seguente indirizzo:Vertice euroRue de la Loi/Wetstraat 1751048 Bruxelles/BrusselBELGIQUE/BELGIË

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I. ENERGIA1. La politica energetica dell’UE deve garantire la sicurezza

dell’approvvigionamento per le famiglie e le imprese a prezzi e costi accessibili e competitivi, in modo sicuro e sostenibile. Ciò è particolarmente importante per la competitività dell’Europa alla luce del crescente fabbisogno energetico delle principali economie e degli elevati prezzi e costi dell’energia. Gli orientamenti fissati dal Consiglio europeo del febbraio 2011 restano validi e la loro attuazione deve proseguire, ma è necessario un ulteriore impegno come indicato di seguito.

2. Riaffermando gli obiettivi di completamento del mercato interno dell’energia entro il 2014 e di sviluppo delle interconnessioni in modo da porre fine all’isolamento di Stati membri dalle reti europee di distribuzione del gas e dell’energia elettrica entro il 2015, il Consiglio europeo ha invitato ad attribuire una particolare priorità:

(a) all’attuazione efficace e coerente del terzo «pacchetto energia» nonché all’accelerazione dell’adozione e applicazione dei rimanenti codici di rete; gli Stati membri che non hanno ancora ultimato il recepimento sono invitati a farlo d’urgenza;

(b) all’applicazione di tutte le altre normative correlate, quali la direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili e il regolamento sulla sicurezza dell’approvvigionamento di gas;

(c) a un’azione più decisa sul fronte della domanda nonché allo sviluppo delle tecnologie correlate, inclusa l’elaborazione di piani nazionali per la diffusione rapida delle reti e dei

contatori intelligenti in linea con la normativa in vigore;(d) al potenziamento del ruolo e dei diritti dei consumatori,

anche per quanto riguarda il cambio di fornitore, una migliore gestione del consumo di energia e i sistemi di generazione propria di energia; al riguardo, il Consiglio europeo sottolinea l’importanza di proteggere i consumatori vulnerabili;

(e) alla presentazione da parte della Commissione di orientamenti sui meccanismi di regolazione della capacità e sul problema dei f lussi di energia non programmati.

3. La Commissione ha intenzione di riferire sui progressi nell’attuazione del mercato interno dell’energia all’inizio del 2014. Gli Stati membri procederanno allo scambio periodico di informazioni sulle più importanti decisioni nazionali in materia di energia aventi un possibile impatto su altri Stati membri, nel pieno rispetto delle scelte di mix energetico compiute a livello nazionale.

4. Sono necessari notevoli investimenti in infrastrutture energetiche nuove e intelligenti per garantire l’approvvigionamento continuo di energia a prezzi accessibili. Detti investimenti sono essenziali per l’occupazione e la crescita sostenibile e contribuiranno a rafforzare la competitività. Il relativo finanziamento dovrebbe provenire in primo luogo dal mercato. Diventa quindi ancor più importante disporre di un mercato del carbonio che funzioni correttamente e di un quadro di politica climatica ed energetica post 2020 prevedibile che sia propizio alla mobilitazione di capitali privati e alla contrazione dei costi degli investimenti nel settore

CONSIGLIO EUROPEO — 22 MAGGIO 2013

CONCLUSIONI

Nell’attuale contesto economico dobbiamo mobilitare tutte le nostre politiche a sostegno della competitività, dell’occupazione e della crescita.A tale riguardo è fondamentale per le nostre economie un approvvigionamento energetico a prezzi accessibili e sostenibile. Per questo il Consiglio europeo ha convenuto in data odierna una serie di orientamenti in quattro settori che, nell’insieme, dovrebbero consentire all’UE di favorire la sua competitività e rispondere alla sfida dei prezzi e costi elevati: l’urgente completamento di un mercato interno dell’energia pienamente funzionante e interconnesso, l’agevolazione dei necessari investimenti nel settore energetico, la diversificazione degli approvvigionamenti dell’Europa e una maggiore efficienza energetica.La frode fiscale e l’evasione fiscale limitano la capacità dei paesi di conseguire un gettito e di attuare le loro politiche economiche. In un periodo di rigidi vincoli di bilancio, la lotta alla frode fiscale e all’evasione fiscale va oltre il problema dell’equità fiscale — essa diventa un elemento essenziale per l’accettabilità sociale e politica del risanamento dei conti pubblici. Il Consiglio europeo ha convenuto di accelerare i lavori in materia di lotta alla frode fiscale e all’evasione fiscale nonché alla pianificazione fiscale aggressiva. Sarà in particolare data priorità ai lavori sulla promozione, a tutti i livelli, dello scambio automatico di informazioni e sull’ampliamento della sua portata.

* * *

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(b) la Commissione intende valutare un ricorso più sistematico alle fonti di energia interne on-shore e off-shore ai fini del loro sfruttamento sicuro, sostenibile ed efficace sotto il profilo dei costi rispettando nel contempo le scelte degli Stati membri in materia di mix energetico;

(c) data la crescente interconnessione tra il mercato interno dell’energia e quelli esterni, gli Stati membri rafforzeranno la cooperazione a sostegno della dimensione esterna della politica energetica dell’UE; prima della fine del 2013 il Consiglio darà seguito alle sue conclusioni del novembre 2011 e riesaminerà gli sviluppi relativi alla politica energetica esterna dell’UE, compresa l’esigenza di assicurare la parità di condizioni rispetto ai produttori di energia di paesi terzi e la sicurezza nucleare nel vicinato dell’UE dando seguito alle conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2012.

7. Le misure per l’efficienza energetica possono fornire un contributo significativo all’inversione delle attuali tendenze in materia di prezzi e costi dell’energia. È di cruciale importanza l’attuazione delle direttive sull’efficienza energetica e sulla prestazione energetica nell’edilizia. Entro il 2014 la Commissione procederà al riesame delle direttive sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica in linea con gli sviluppi tecnologici. Le misure e i programmi per l’efficienza energetica dovrebbero essere promossi a tutti i livelli.

8. Si deve far fronte all’impatto degli elevati prezzi e costi dell’energia tenendo presente il ruolo primario di un mercato ben funzionante ed efficace e delle tariffe nel finanziamento degli investimenti. Il Consiglio europeo invita a proseguire i lavori sui seguenti aspetti:

(a) nel far fronte ai costi dell’energia hanno un ruolo speciale da svolgere anche i metodi di finanziamento innovativi — inclusi quelli per l’efficienza energetica  — una diversificazione più sistematica dell’approvvigionamento e una migliore liquidità nel mercato interno dell’energia;

(b) in tale contesto va esaminata la questione del nesso contrattuale dei prezzi del gas e del petrolio;

(c) la Commissione intende presentare un’analisi della composizione dei fattori determinanti dei prezzi e dei costi dell’energia negli Stati membri entro la fine del 2013, con particolare attenzione all’impatto sulle famiglie, sulle PMI e sulle industrie ad alta intensità energetica, e valutando più in generale la competitività dell’UE rispetto alle sue controparti economiche mondiali. Tali questioni saranno affrontate nell’ambito del dibattito previsto per il Consiglio europeo del febbraio 2014 in materia di competitività e politica industriali.

9. Entro la fine dell’anno il Consiglio riferirà sui progressi compiuti nell’attuazione degli orientamenti concordati in data odierna.

II. FISCALITÀ10. È importante adottare provvedimenti efficaci per

combattere l’evasione fiscale e la frode fiscale, soprattutto nell’attuale contesto di risanamento dei conti pubblici,

energetico. Il Consiglio europeo accoglie con favore il libro verde della Commissione intitolato «Un quadro per le politiche dell’energia e del clima all’orizzonte 2030» e tornerà su questo tema nel marzo 2014, dopo che la Commissione avrà presentato proposte più concrete, per discutere opzioni politiche in materia, tenendo presenti gli obiettivi stabiliti per la COP 21 nel 2015.

5. Per quanto concerne l’azione intrapresa per agevolare gli investimenti, si darà priorità:

(a) alla rapida attuazione del regolamento RTE-E e all’adozione nel prossimo autunno dell’elenco di progetti di interesse comune al fine di sostenere gli sforzi compiuti nell’UE per realizzare un’efficace interconnessione tra gli Stati membri e un’azione più decisa per conseguire l’obiettivo dell’interconnessione di almeno il 10 % della capacità di produzione elettrica installata;

(b) all’adozione della direttiva sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi;

(c) alla revisione da parte della Commissione delle norme in materia di aiuti di Stato per consentire interventi mirati al fine di agevolare gli investimenti nel settore energetico e in quello ambientale, assicurando parità di condizioni e rispettando l’integrità del mercato unico;

(d) eliminando gradualmente le sovvenzioni dannose per l’ambiente o l’economia, comprese quelle per i combustibili fossili;

(e) alla presentazione da parte della Commissione di orientamenti su regimi di sostegno efficienti ed efficaci in termini di costi a favore delle energie rinnovabili e su come garantire un’adeguata capacità di generazione;

(f) a misure decise a livello nazionale e di UE, quali i fondi strutturali, le obbligazioni di progetto e un maggior sostegno da parte della BEI, per potenziare il finanziamento dell’efficienza energetica e delle risorse, delle infrastrutture energetiche e delle energie rinnovabili e promuovere lo sviluppo di una base industriale e tecnologica dell’Europa;

(g) a sforzi costanti per quanto riguarda l’R&S nel settore energetico, la tecnologia e lo sfruttamento delle sinergie con le TIC attraverso un migliore coordinamento tra UE, Stati membri e settore industriale e elaborazione di una strategia R&S nel settore energetico per realizzare un autentico valore aggiunto a livello europeo.

6. Rimane fondamentale intensificare ulteriormente la diversificazione dell’approvvigionamento energetico dell’Europa e sviluppare risorse energetiche interne per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, ridurre la dipendenza energetica esterna dell’UE e stimolare la crescita economica. A tal fine:

(a) proseguirà lo sfruttamento delle fonti di energia rinnovabile, assicurando al tempo stesso l’efficacia in termini di costi, l’ulteriore integrazione di mercato e la stabilità delle reti e muovendo dall’esperienza di alcuni Stati membri che hanno fatto ingenti investimenti nelle tecnologie delle energie rinnovabili;

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intende presentare entro la fine dell’anno una proposta di revisione della direttiva sulle società madri e figlie e procede attualmente al riesame delle disposizioni antiabuso della pertinente normativa UE. Il Consiglio europeo attende con interesse l’imminente relazione dell’OCSE sull’erosione della base imponibile e sul trasferimento degli utili;

(f) è importante continuare i lavori in sede UE sull’abolizione delle misure fiscali dannose. Sarebbe a tal fine opportuno lavorare sul rafforzamento del codice di condotta sulla tassazione delle imprese sulla scorta del mandato esistente;

(g) gli sforzi intrapresi contro l’erosione fiscale, il trasferimento degli utili, la mancanza di trasparenza e le misure fiscali dannose vanno perseguiti anche a livello mondiale, con i paesi terzi e negli appropriati consessi internazionali, quali l’OCSE, al fine di garantire condizioni di parità, sulla base di posizioni dell’UE coordinate. In particolare, è necessario lavorare ancora per garantire che i paesi terzi — paesi in via di sviluppo compresi — rispettino norme adeguate di buona governance in materia fiscale;

(h) è necessario combattere l’evasione e la frode fiscali e lottare contro il riciclaggio di capitali, nell’ambito del mercato interno e nei confronti dei paesi terzi e delle giurisdizioni non cooperativi, in modo globale. In entrambi i casi è essenziale l’identificazione del titolare effettivo, anche per quanto riguarda le imprese, i trust e le fondazioni. La revisione della terza direttiva antiriciclaggio dovrebbe essere adottata entro la fine dell’anno;

(i) la proposta di modifica delle direttive riguardanti la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario e di informazioni sulla diversità da parte di talune società e di taluni gruppi di grandi dimensioni sarà esaminata, segnatamente, al fine di assicurare l’informativa paese per paese da parte di dette società e gruppi;

(j) sono necessari sforzi per rispondere alle sfide della fiscalità nell’economia digitale, tenendo pienamente conto dei lavori in corso in sede OCSE. La Commissione intende valutare ulteriormente tali questioni prima della discussione sull’agenda digitale da parte del Consiglio europeo dell’ottobre 2013.

11. Il Consiglio riferirà sui progressi compiuti su tutti questi aspetti entro dicembre 2013.

allo scopo di tutelare i redditi e assicurare la fiducia del pubblico nell’equità e nell’efficacia dei regimi fiscali. In tale settore sono necessari maggiori sforzi che mettano insieme misure a livello nazionale, europeo e mondiale, nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri e dei trattati. Rammentando le conclusioni adottate dal Consiglio il 14 maggio 2013, il Consiglio europeo invita a compiere rapidi progressi sui seguenti aspetti:

(a) sarà data la priorità agli sforzi intesi ad ampliare lo scambio automatico di informazioni a livello di UE e mondiale. A livello di UE, la Commissione intende proporre, a giugno, modifiche alla direttiva relativa alla cooperazione amministrativa affinché lo scambio automatico di informazioni includa tutte le forme di reddito. A livello internazionale, basandosi sui lavori in corso nell’UE e sfruttando lo slancio impresso di recente dall’iniziativa di un gruppo di Stati membri, l’UE svolgerà un ruolo chiave nella promozione dello scambio automatico di informazioni come nuova norma internazionale, tenendo conto delle vigenti disposizioni UE. Il Consiglio europeo accoglie con favore gli sforzi in atto in sede di G8, G20 e OCSE per sviluppare una norma globale;

(b) a seguito dell’accordo raggiunto il 14 marzo 2013 sul mandato per migliorare gli accordi dell’UE con la Svizzera, il Liechtenstein, Monaco, Andorra e San Marino, i negoziati inizieranno il prima possibile per assicurare che tali paesi continuino ad applicare misure equivalenti a quelle in vigore nell’UE. Su questa base e prendendo nota del consenso sull’ambito di applicazione della direttiva riveduta sulla tassazione dei redditi da risparmio, il Consiglio europeo ne ha chiesto l’adozione entro la fine dell’anno;

(c) gli Stati membri daranno inoltre priorità alle misure concrete da adottare per dar seguito al piano d’azione per rafforzare la lotta alla frode fiscale e all’evasione fiscale;

(d) per contrastare le frodi in materia di IVA, il Consiglio europeo si aspetta che il Consiglio adotti le direttive sul meccanismo di reazione rapida e sul meccanismo di inversione contabile al più tardi entro la fine di giugno 2013;

(e) saranno portati avanti i lavori relativi alle raccomandazioni della Commissione in materia di pianificazione fiscale aggressiva e di trasferimento degli utili. La Commissione

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I. OCCUPAZIONE GIOVANILE

1. La lotta alla disoccupazione giovanile è un obiettivo specifico e immediato, considerato il numero inaccettabilmente alto di giovani europei disoccupati. Occorre mobilitare tutti gli sforzi per l’obiettivo condiviso di far sì che i giovani disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione intraprendano un nuovo lavoro o un ciclo di istruzione o formazione entro un periodo di quattro mesi come stabilito nella raccomandazione del Consiglio sulla «Garanzia per i giovani». Muovendo dalla comunicazione della Commissione sull’occupazione giovanile, si impone un’azione determinata e immediata a livello sia nazionale che dell’UE.

2. L’UE mobiliterà tutti gli strumenti disponibili a sostegno dell’occupazione giovanile. Il Consiglio europeo conviene un approccio globale fondato sulle misure concrete seguenti:

(a) nell’attuazione dei fondi strutturali l’accento sarà posto in particolare sull’occupazione giovanile, anche riprogrammando fondi non spesi ove opportuno. La

Commissione e gli Stati membri sfrutteranno tutte le possibilità offerte dal Fondo sociale europeo (FSE), che rappresenta uno degli strumenti finanziari principali a tal fine a livello dell’UE, anche sostenendo la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani lavoratori. Ove opportuno gli Stati membri miglioreranno la propria capacità amministrativa avvalendosi di un’assistenza tecnica rafforzata da parte della Commissione e facendo affidamento sulle migliori pratiche;

(b) si effettueranno tutti i preparativi necessari affinché l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile sia pienamente operativa entro gennaio 2014, in modo da consentire i primi pagamenti ai beneficiari nelle regioni dell’UE con tassi di disoccupazione giovanile superiori al 25 % (1).Affinché l’iniziativa possa svolgere appieno

(1) Considerato che in Slovenia la disoccupazione giovanile è aumentata di oltre il 30 % nel 2012, anche la regione della Slovenia orientale, dove tale fenomeno nel 2012 ha superato il 20 %, trarrà beneficio dall’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile.

CONSIGLIO EUROPEO — 27-28 GIUGNO 2013

CONCLUSIONI

In un contesto di deboli prospettive economiche nel breve periodo, in parecchi Stati membri la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli senza precedenti con costi umani e sociali pesanti. È pertanto necessario agire con urgenza.Oggi il Consiglio europeo ha convenuto un approccio globale alla lotta contro la disoccupazione giovanile muovendo dalle misure concrete seguenti: accelerare l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile e anticiparne il finanziamento nella fase iniziale; accelerare l’attuazione della Garanzia per i giovani; potenziare la mobilità dei giovani e il coinvolgimento delle parti sociali. Il Consiglio europeo ha altresì discusso delle modalità per favorire gli investimenti e migliorare l’accesso al credito. Ha chiesto che si mobilitino le risorse europee, comprese quelle della BEI, e ha varato un nuovo piano per gli investimenti a sostegno delle PMI e a favore del finanziamento dell’economia.La stabilità finanziaria sta migliorando, ma l’UE e gli Stati membri devono prendere ulteriori provvedimenti per riportare decisamente l’Europa sul cammino della crescita sostenibile e dell’occupazione. Finanze pubbliche sane e politiche a sostegno della crescita sostenibile e dell’occupazione si rafforzano a vicenda. Nel contempo sono necessarie, a tutti i livelli, iniziative più incisive per portare avanti le riforme strutturali e favorire la competitività e l’occupazione. In questo contesto il Consiglio europeo ha approvato le raccomandazioni specifiche per paese volte a fornire orientamenti per le politiche e i bilanci degli Stati membri, concludendo in tal modo il semestre europeo 2013.Il Consiglio europeo ha inoltre valutato i progressi verso l’unione bancaria, cruciale per la stabilità finanziaria e il buon funzionamento dell’UEM. Ha infine delineato le prossime tappe per il rafforzamento dell’architettura dell’UEM e ha esortato a proseguire i lavori su tutti questi aspetti in vista del Consiglio europeo di dicembre.Il Consiglio europeo ha accolto calorosamente la Croazia tra i membri dell’Unione europea dal1º luglio 2013. Si è altresì congratulato con la Lettonia per aver soddisfatto i criteri di convergenza del trattato, il che le permetterà di adottare l’euro il 1º gennaio 2014.Il Consiglio europeo ha approvato le conclusioni e le raccomandazioni del Consiglio sull’allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione.

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rafforzare la cooperazione tra istruzione e imprese per agevolare il passaggio dall’istruzione al lavoro, migliorare l’integrazione nel mercato del lavoro dei giovani scarsamente qualificati, affrontare lo squilibrio tra le competenze disponibili e quelle richieste e promuovere apprendistati e tirocini in settori economici chiave, nonché l’imprenditorialità e le imprese in fase di avviamento. Una serie di Stati membri hanno già presentato piani ambiziosi a sostegno dell’occupazione giovanile. Non di meno occorre ancora adoperarsi. In particolare gli Stati membri con un’alta disoccupazione giovanile dovrebbero rafforzare le misure attive per il mercato del lavoro. È importante prestare la debita attenzione alla partecipazione al mercato del lavoro dei gruppi di giovani vulnerabili che si trovano confrontati a problemi specifici. Tenendo presenti le competenze degli Stati membri al riguardo, il Consiglio europeo ha ricordato l’importanza di alleggerire la fiscalità sul lavoro, anche riducendo eventualmente i contributi sociali come strumento per aumentare l’occupabilità e favorire la creazione di posti di lavoro e la competitività. Il Consiglio europeo ha chiesto che le migliori pratiche nazionali siano maggiormente condivise e, al riguardo, ha accolto con favore l’imminente conferenza di Berlino.

II. CRESCITA, COMPETITIVITÀ E OCCUPAZIONE

Semestre europeo4. Sulla scorta di uno scambio di opinioni approfondito

il Consiglio europeo ha concluso il semestre europeo 2013 approvando in linea generale le raccomandazioni specifiche per paese. Spetta ora agli Stati membri recepire queste raccomandazioni nelle loro prossime decisioni in materia di bilancio, riforme strutturali, politiche del lavoro e politiche sociali, promuovendo al contempo la piena titolarità nazionale e preservando il dialogo sociale. Il Consiglio e la Commissione ne seguiranno con attenzione l’attuazione. Il Consiglio discuterà e valuterà periodicamente la situazione economica europea.

5. La promozione della crescita e il risanamento di bilancio sono sinergici. Finanze pubbliche sane sono fondamentali se si vuole che le autorità pubbliche mantengano la capacità di sostenere la crescita sostenibile e l’occupazione. A questo riguardo il Consiglio europeo accoglie con favore l’abrogazione della procedura di disavanzo eccessivo per vari Stati membri nonché gli sforzi degli Stati che dovrebbero conseguire gli obiettivi di bilancio. Rammenta le opportunità offerte dal vigente quadro di bilancio dell’UE per equilibrare le necessità in investimenti pubblici produttivi con gli obiettivi della disciplina di bilancio nel braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita. Per alcuni Stati membri il ritmo di risanamento dei conti pubblici è stato adattato in funzione delle condizioni economiche, come previsto nel quadro di bilancio dell’UE. Gli Stati membri dovrebbero nel contempo accelerare le riforme strutturali. Quest’azione

il suo ruolo i 6 miliardi di euro a questa assegnati dovrebbero essere erogati nei primi due anni del prossimo quadro finanziario pluriennale (1). Inoltre i margini di disponibilità entro i massimali del QFP per gli anni 2014-2017 saranno usati per costituire un «margine globale per gli impegni» al fine di finanziare, in particolare, misure di lotta contro la disoccupazione giovanile. Gli Stati membri beneficiari dell’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile dovrebbero adottare un piano che affronti la disoccupazione giovanile, anche attraverso l’attuazione della «Garanzia per i giovani» entro la fine dell’anno. Gli altri Stati membri sono incoraggiati ad adottare piani analoghi nel 2014. Nel 2016 la Commissione riferirà sull’attuazione della «Garanzia per i giovani» e sul funzionamento dell’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile;

(c) la BEI contribuirà a lottare contro la disoccupazione giovanile attraverso la sua iniziativa centrata sui posti di lavoro per i giovani e il suo programma a favore degli investimenti nelle competenze, che dovrebbero essere attuati senza indugio;

(d) si compiranno nuovi sforzi per promuovere la mobilità dei giovani in cerca di lavoro, anche rafforzando il programma «Il tuo primo posto di lavoro euroES». Gli Stati membri sono incoraggiati a utilizzare parte dei contributi FSE per sostenere i programmi di mobilità transfrontaliera. Il programma «Erasmus +», che favorisce altresì la formazione professionale transfrontaliera, dovrà essere pienamente operativo da gennaio 2014. L’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul riconoscimento delle qualifiche professionali è accolto con particolare favore. Dovrebbero essere esaminate con rapidità le proposte della Commissione tese alla creazione di una rete di servizi pubblici dell’occupazione. Sono necessari maggiori sforzi, soprattutto in ordine alla proposta sul mantenimento dei diritti a pensione complementare, che dovrà essere adottata nel corso dell’attuale legislatura;

(e) si promuoveranno apprendistati di alta qualità e apprendimento basato sul lavoro grazie, segnatamente, all’Alleanza europea per l’apprendistato che sarà varata in luglio. Il quadro di qualità per i tirocini dovrebbe essere messo in atto all’inizio del 2014;

(f) occorre che le parti sociali siano pienamente e attivamente coinvolte in questi sforzi. Il Consiglio europeo accoglie con favore il «Quadro di azioni sull’occupazione giovanile», approvato dalle parti sociali l’11 giugno 2013.

3. A livello nazionale, ove si colloca la maggior parte delle competenze in materia di occupazione, gli Stati membri dovrebbero portare avanti le loro riforme. Gli Stati membri stanno prendendo misure per modernizzare i sistemi d’istruzione e formazione professionale,

(1) Ciò sarà fatto senza incidere negativamente sugli obiettivi fissati dal Consiglio europeo nel maggio 2013 in materia di politica energetica.

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(a) potenziamento degli sforzi della BEI intesi a sostenere l’erogazione di prestiti all’economia sfruttando appieno il recente aumento di capitale di 10 miliardi di euro. Il Consiglio europeo invita la BEI ad attuare il piano volto ad aumentare, nell’UE, l’attività di prestito di almeno il 40 % tra il 2013 e il 2015. A tal fine la BEI ha già individuato nuove opportunità di prestito per più di 150 miliardi di euro in una serie di priorità cruciali, quali innovazione e competenze, accesso delle PMI ai finanziamenti, efficienza delle risorse e infrastrutture strategiche;

(b) espansione degli strumenti finanziari a rischio ripartito, comuni alla Commissione europea e alla BEI, per incentivare gli investimenti nelle PMI da parte del settore privato e dei mercati dei capitali. Queste iniziative dovrebbero assicurare l’aumento del volume dei nuovi prestiti alle PMI in tutta l’UE nel rispetto dei principi di solidità e trasparenza finanziaria, nonché dei massimali del QFP. Il Consiglio, in consultazione con la Commissione e la BEI, preciserà senza indugio i parametri per la concezione di tali strumenti cofinanziati dai fondi strutturali, puntando a notevoli effetti moltiplicatori. Dovrebbero essere effettuati i preparativi necessari per consentire che questi strumenti inizino a funzionare nel gennaio del 2014;

(c) aumento della capacità di supporto di credito del Fondo europeo per gli investimenti;

(d) progressiva espansione dei programmi della BEI di finanziamento al commercio al fine di favorire l’attività delle PMI in tutta l’Unione, specie nei paesi partecipanti ai programmi;

(e) rafforzamento della cooperazione tra banche nazionali di sviluppo e la BEI al fine di accrescere le opportunità di prestito congiunto e gli scambi di buone pratiche;

(f) sviluppo di fonti di finanziamento alternative in stretta collaborazione con gli Stati membri.

Attuare il patto per la crescita e l’occupazione9. Un anno fa il Consiglio europeo ha approvato il patto

per la crescita e l’occupazione, un pacchetto di misure a effetto rapido a favore della crescita, sostenuto da un finanziamento di 120 miliardi di euro. Si sono realizzati buoni progressi nell’attuazione di queste misure, alcune delle quali stanno già dando frutti, ma sono necessari ulteriori sforzi. Le istituzioni dell’UE e gli Stati membri dovrebbero adoperarsi il più possibile per assicurare che tutti gli elementi contenuti nel patto siano rapidamente attuati, come affermato nelle precedenti conclusioni del Consiglio europeo, in particolare in ordine a mercato unico, innovazione, agenda digitale, servizi, energia e fiscalità. Il Consiglio europeo attende con interesse una relazione di avanzamento aggiornata sul patto nel dicembre del 2013, basata su un riesame periodico da parte del Consiglio.

10. Come convenuto lo scorso marzo il Consiglio europeo seguirà attentamente l’attuazione degli orientamenti da esso definiti per promuovere la crescita economica e favorire la competitività, segnatamente tenendo

sosterrà gli sforzi per riequilibrare l’economia dell’UE, contribuirà a ripristinare la competitività e farà fronte alle conseguenze sociali della crisi.

Un nuovo piano per gli investimenti per l’Europa6. Nella congiuntura economica attuale è essenziale

ripristinare la normale erogazione dei prestiti all’economia e agevolare il finanziamento degli investimenti. Considerata l’importanza delle PMI per l’economia, soprattutto in ordine alla creazione di posti di lavoro, sarà prioritario sostenere il finanziamento delle medesime. L’intervento è particolarmente importante nei paesi con un’alta disoccupazione giovanile e in cui sono necessari nuovi investimenti per promuovere crescita e occupazione. È altresì importante promuovere l’imprenditorialità e il lavoro autonomo. Il Consiglio europeo ha pertanto convenuto di varare un nuovo piano per gli investimenti.

7. Il Consiglio europeo si è compiaciuto dell’accordo raggiunto sul quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE per i prossimi sette anni. Ha ringraziato i negoziatori del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione per il lavoro svolto e gli sforzi prodigati instancabilmente, che hanno consentito oggi di raggiungere questo accordo. Il QFP svolgerà un ruolo essenziale nel sostenere l’economia, agendo da catalizzatore per la crescita e l’occupazione in tutta Europa e moltiplicando gli effetti degli investimenti produttivi e in capitale umano. Il Consiglio europeo ha chiesto che sia formalmente adottato in tempi rapidi il regolamento QFP e il correlato accordo interistituzionale. A questo proposito il Consiglio europeo ha accolto inoltre con favore gli accordi raggiunti su nuovi programmi quali Erasmus, COSME, Orizzonte 2020 e il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale. Il Consiglio europeo ha sottolineato l’importanza di quanto segue:

(a) adottare entro la fine dell’anno i vari programmi dell’UE che sostengono la realizzazione della strategia Europa 2020;

(b) assicurare la cooperazione tra Stati membri e Commissione al fine di concludere al più presto gli accordi di partenariato e i programmi operativi;

(c) attuare rapidamente i fondi strutturali, nonché i programmi per la competitività delle imprese e le PMI (COSME) e per la ricerca e l’innovazione (Orizzonte 2020), particolarmente importanti nel contesto del sostegno alle PMI;

(d) accelerare l’attuazione della fase pilota delle obbligazioni per il finanziamento di progetti. La Commissione intende presentare la sua valutazione entro il 2013.

8. Il Consiglio europeo ha accolto con favore la relazione della Commissione e della BEI sul finanziamento dell’economia. Ha approvato le misure seguenti e ha apprezzato l’intenzione della Commissione e della BEI di attuarle in via prioritaria e di presentare una relazione esauriente sulla loro attuazione prima della riunione di ottobre 2013, con obiettivi quantitativi, strumenti e scadenze:

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tra Stati membri di origine e Stati membri ospitanti. Sarà aperto e trasparente nei confronti degli Stati membri che non usano la moneta unica.

13. Nel breve periodo la priorità cruciale è il completamento dell’unione bancaria in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2012 e marzo 2013. Si tratta di un punto essenziale per assicurare la stabilità finanziaria, ridurre la frammentazione finanziaria e ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia. Il Consiglio europeo ha ricordato che è imperativo spezzare il circolo vizioso tra banche e Stati e ha rilevato i seguenti punti:

(a) la nuova regolamentazione sui requisiti patrimoniali delle banche (CRR/CRD) e il nuovo meccanismo di vigilanza unico (MVU) avranno un ruolo fondamentale da svolgere nell’assicurare la stabilità del settore bancario;

(b) nella transizione verso il meccanismo di vigilanza unico sarà effettuata una valutazione del bilancio comprendente una revisione della qualità degli attivi seguita da una prova di stress. Al riguardo, gli Stati membri partecipanti al meccanismo di vigilanza unico prenderanno tutte le disposizioni del caso, compresa l’adozione di misure di sostegno nazionali, prima della conclusione di tale esercizio;

(c) l’Eurogruppo ha concordato i principali aspetti del quadro operativo per la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del meccanismo europeo di stabilità (MES). I lavori dovrebbero continuare cosicché, una volta istituito un efficace meccanismo di vigilanza unico, il meccanismo europeo di stabilità potrà avere facoltà, sulla scorta di una decisione ordinaria, di ricapitalizzare direttamente gli istituti bancari;

(d) il Consiglio europeo ha accolto con favore l’accordo raggiunto in sede di Consiglio sul progetto di direttiva che istituisce un quadro di risanamento e di risoluzione delle crisi degli istituti bancari e ha invitato il Consiglio e il Parlamento ad avviare negoziati al fine di adottare la direttiva entro l’anno. Ha inoltre chiesto di adottare, entro l’anno, la proposta di direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi;

(e) un MVU pienamente efficace richiede un meccanismo di risoluzione unico per le banche cui si applica l’MVU. Il Consiglio europeo attende di ricevere la proposta della Commissione sull’istituzione di un meccanismo di risoluzione unico in vista di un accordo in sede di Consiglio entro la fine dell’anno affinché possa essere adottata entro la fine dell’attuale legislatura. La Commissione intende adottare nell’estate del 2013 norme rivedute sugli aiuti di Stato per il settore finanziario al fine di garantire condizioni di parità nelle decisioni in materia di risoluzione che comportano il sostegno pubblico.

14. I lavori devono proseguire su tutti gli elementi costitutivi dell’UEM rafforzata, in quanto sono strettamente correlati:

(a) è necessario stabilire un quadro più efficace per il coordinamento delle politiche economiche in linea con l’articolo 11 del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance e con il principio di sussidiarietà. A seguito

discussioni tematiche periodiche. In questo contesto il Consiglio europeo ha proceduto a un primo scambio di opinioni su due aspetti chiave:

(a) l’importanza fondamentale di una solida base industriale europea quale componente essenziale dell’agenda dell’UE per la crescita e la competitività. Il Consiglio europeo ha chiesto un ampio approccio orizzontale e coerente a una politica industriale europea moderna che accompagni i cambiamenti strutturali e il rinnovamento dell’economia. Ha accolto con favore il piano d’azione della Commissione per una siderurgia competitiva e sostenibile. In vista della riunione di febbraio 2014 il Consiglio europeo attende con interesse ulteriori contributi della Commissione in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di marzo e di maggio 2013. La presidenza entrante è invitata a portare avanti i lavori preparatori in sede di Consiglio;

(b) rammentando le sue conclusioni del marzo 2013, il Consiglio europeo ha accolto con favore, come contributo iniziale, la comunicazione della Commissione sulle dieci regolamentazioni più onerose. Attende con interesse un programma dettagliato di lavoro comprendente ulteriori e, ove opportuno, nuove proposte concrete volte a ridurre l’onere complessivo della regolamentazione e a promuovere la competitività, prima della riunione di ottobre 2013, tenendo sempre presente la necessità di tutelare adeguatamente consumatori e lavoratori dipendenti. Ha chiesto di proseguire gli sforzi per rendere la normativa dell’UE e nazionale più efficiente, coerente e snella. Ritornerà su tali aspetti alla luce delle proposte in questione.In previsione delle discussioni tematiche che si terranno nella riunione di ottobre 2013 per dare nuovo slancio ai settori dell’innovazione, del mercato unico digitale e dei servizi, il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare, prima di tale riunione, una relazione sulla revisione inter pares della direttiva «servizi» nonché sul processo «Licenza all’Europa».

11. Ricordando il contributo che il commercio apporterà a favore della crescita e dell’occupazione, il Consiglio europeo ha accolto con favore l’avvio dei negoziati su un partenariato transatlantico in materia di commercio e investimenti con gli Stati Uniti.

III. COMPLETAMENTO DELL’UNIONE ECONOMICA E MONETARIA

12. Dalla presentazione, nel dicembre scorso, della relazione «Verso un’autentica unione economica e monetaria» sono proseguiti i lavori sui quattro elementi costitutivi per rafforzare l’architettura dell’UEM. Nuove misure concrete verso il rafforzamento della governance economica dovranno essere accompagnate da ulteriori misure verso il consolidamento della legittimità e responsabilità democratiche al livello in cui sono prese e attuate le decisioni. Il processo si baserà sul quadro istituzionale dell’UE, rispettando pienamente l’integrità del mercato unico, pur assicurando condizioni di parità tra gli Stati membri dell’UE, anche attraverso un giusto equilibrio

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18. Nel febbraio del 2013 il Consiglio europeo ha riconosciuto le conseguenze particolari della crisi economica su una serie di Stati membri nella zona euro, con un impatto diretto sul loro livello di prosperità. Per affrontare questa situazione si sono erogate assegnazioni supplementari dai fondi strutturali. All’epoca il programma di assistenza macroeconomica per Cipro non era stato deciso. Da allora il governo cipriota ha formulato una richiesta di assistenza ulteriore. Il Consiglio europeo ha invitato il Parlamento europeo e il Consiglio ad esaminare le opportunità offerte dagli elementi di f lessibilità del QFP, strumento di f lessibilità compreso, per far fronte alla situazione particolarmente difficile di Cipro nel contesto della procedura annuale di bilancio.

19. In merito all’allargamento, il Consiglio europeo ha approvato le conclusioni e le raccomandazioni del Consiglio del 25 giugno 2013. Ha deciso di avviare i negoziati di adesione con la Serbia. La prima conferenza intergovernativa si terrà al più tardi nel gennaio 2014. Prima di allora, il Consiglio adotterà il quadro di negoziazione che sarà confermato dal Consiglio europeo nella consueta riunione sull’allargamento.

20. Le decisioni che autorizzano l’avvio di negoziati su un accordo di stabilizzazione e di associazione tra l’Unione europea e il Kosovo (1) sono state adottate.

21. Nella riunione di giugno 2014 il Consiglio europeo svolgerà una discussione per definire gli orientamenti strategici della programmazione legislativa e operativa nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (ai sensi dell’articolo 68 del TFUE). In preparazione di tale riunione, le prossime presidenze sono invitate ad avviare un processo di rif lessione in seno al Consiglio. In tale contesto la Commissione è invitata a presentare contributi adeguati.

ALLEGATO

DOCUMENTI APPROVATI DAL CONSIGLIO EUROPEO

• Relazione del Consiglio del 25 giugno 2013 sulle raccomandazioni specifiche per paese del 2013

• Conclusioni adottate dal Consiglio il 25 giugno 2013 sull’allargamento

• Conclusioni adottate dal Consiglio il 28 maggio 2013 sulla relazione annuale sugli aiuti pubblici allo sviluppo dell’UE

• Conclusioni adottate dal Consiglio il 25 giugno 2013 su «Un’agenda globale post 2015»

• Piano d’azione per l’attuazione della strategia marittima per la regione dell’Oceano Atlantico approvato dal Consiglio il 25 giugno 2013

(1) Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell’UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.

della sua comunicazione del 20 marzo, la Commissione intende presentare in autunno una proposta relativa al coordinamento ex ante delle grandi riforme economiche;

(b) anche se esistono convergenze attorno ai principi fondamentali su cui si basano i concetti di contratti reciprocamente concordati e di correlati meccanismi di solidarietà, è necessario occuparsi ulteriormente di tali questioni nei mesi a venire, avvalendosi in particolare della prossima comunicazione della Commissione sul coordinamento delle politiche economiche;

(c) la dimensione sociale dell’UEM dovrebbe essere rafforzata. Innanzitutto è importante monitorare meglio e prendere in considerazione la situazione sociale e del mercato del lavoro in seno all’UEM, in particolare utilizzando gli opportuni indicatori sociali e dell’occupazione nel quadro del semestre europeo. È altresì importante assicurare un migliore coordinamento delle politiche occupazionali e sociali pur rispettando pienamente le competenze nazionali. È inoltre fondamentale il ruolo delle parti sociali e del dialogo sociale, anche a livello nazionale. Tra breve la Commissione presenterà una comunicazione sulla dimensione sociale dell’UEM.

15. Dopo accurate consultazioni con gli Stati membri, il Consiglio europeo ritornerà su tutti questi punti. Nell’ottobre 2013 esaminerà in particolare gli indicatori e i settori d’intervento da prendere in considerazione nell’ambito di un coordinamento rafforzato delle politiche economiche, nonché la dimensione sociale dell’UEM. La discussione proseguirà nel dicembre 2013, allo scopo di prendere decisioni su tali i punti, in particolare sui principali aspetti delle intese contrattuali e dei correlati meccanismi di solidarietà. Siffatte misure sarebbero facoltative per gli Stati che non aderiscono alla moneta unica e pienamente compatibili con il mercato unico sotto tutti i profili.

16. Il Consiglio europeo ha discusso la richiesta della Lettonia di adottare l’euro. Si è congratulato con la Lettonia per la convergenza raggiunta, basata su politiche economiche, di bilancio e finanziarie sane, e si è compiaciuto del fatto che questo paese abbia soddisfatto tutti i criteri di convergenza stabiliti nel trattato. Ha accolto con favore la proposta della Commissione che la Lettonia adotti l’euro il 1º gennaio 2014.

IV. ALTRI PUNTI17. Il Consiglio europeo ha espresso la propria solidarietà alle

persone colpite dalle disastrose inondazioni che si sono abbattute questo mese sull’Europa centrale. Occorre mobilitare adeguate risorse finanziarie (ad es. il fondo di solidarietà, i fondi strutturali e il fondo di coesione) per sostenere nella misura del possibile i soccorsi immediati e gli sforzi di ricostruzione, nonché i futuri interventi preventivi, nelle regioni e negli Stati membri più colpiti. Ha invitato la Commissione a reagire rapidamente e costruttivamente alle richieste presentate dagli Stati membri interessati al fine di assicurare che il sostegno dei fondi dell’UE per le regioni e gli Stati membri più colpiti possa essere attuato senza indugio.

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I. ECONOMIA DIGITALE, INNOVAZIONE E SERVIZI

1. Un’economia digitale solida è fondamentale per la crescita e la competitività europea in un mondo globalizzato. A tal fine, occorre compiere ogni sforzo perché l’industria europea ritrovi slancio nel settore dei prodotti e servizi digitali. Vi è urgente necessità di un mercato unico digitale e delle telecomunicazioni integrato, a beneficio dei consumatori e delle imprese. Nel quadro della sua strategia per la crescita l’Europa deve dare impulso all’innovazione digitale, guidata dai dati, in tutti i settori dell’economia. Il sostegno alla riduzione del divario digitale tra Stati membri andrebbe preso in particolare considerazione.

Investire nell’economia digitale2. Per sfruttare al massimo le potenzialità dell’economia

digitale, incentivare la produttività e creare nuove attività economiche e nuovi posti di lavoro qualificati, l’Europa ha bisogno di investimenti e del quadro normativo adeguato. Occorrerebbe promuovere nuovi investimenti per accelerare la realizzazione di infrastrutture atte a conseguire gli obiettivi dell’Agenda digitale europea in termini di banda larga ad alta velocità e la diffusione di

nuove tecnologie, quali le tecnologie di quarta generazione (4G), mantenendo nel contempo la neutralità tecnologica. Dovrebbero essere adottate rapidamente misure legislative volte a ridurre i costi legati alla diffusione della banda larga.

3. Diverse tecnologie strategiche, quali i Megadati e il cloud computing, sono importanti volani per produttività e migliori servizi. Il cloud computing dovrebbe migliorare l’accesso ai dati e semplificarne la condivisione. I Megadati sono intesi a elaborare, raccogliere, memorizzare e analizzare grandi quantità di dati. L’intervento dell’UE dovrebbe fornire adeguate condizioni quadro per un mercato unico dei Megadati e del cloud computing, in particolare promuovendo standard elevati per servizi cloud sicuri, affidabili e di alta qualità. La Commissione europea e gli Stati membri dovrebbero, con il sostegno del «partenariato europeo per il cloud computing», continuare a compiere ogni sforzo per far sì che l’Europa sia all’avanguardia nell’adozione di questa tecnologia. Il Consiglio europeo invita a creare una solida rete di coordinatori digitali nazionali che potrebbe svolgere un ruolo strategico nello sviluppo del cloud computing, dei Megadati e dei Dati Aperti.

4. I lavori in atto per contrastare l’evasione fiscale, la frode fiscale, la pianificazione fiscale aggressiva, l’erosione

CONSIGLIO EUROPEO — 24-25 OTTOBRE 2013

CONCLUSIONI

Anche se sono visibili segnali di ripresa economica, l’Unione europea deve proseguire gli sforzi per aumentare il potenziale di crescita, favorire la creazione di posti di lavoro e accrescere la competitività europea. Oggi il Consiglio europeo si è concentrato sull’economia digitale, l’innovazione e i servizi, settori che hanno un particolare potenziale di crescita e occupazione che deve essere mobilitato rapidamente. Il Consiglio europeo ha fornito orientamenti concreti per sfruttare al massimo il potenziale esistente.Il Consiglio europeo ha preso in esame anche vari settori di intervento di carattere economico e sociale. Ha preso atto dello stato di attuazione delle iniziative adottate a giugno nella lotta contro la disoccupazione giovanile e del finanziamento dell’economia, soprattutto delle piccole e medie imprese, e ha concordato misure supplementari. Ha dato nuovo slancio al miglioramento della regolamentazione.Il Consiglio europeo ha proceduto a un dibattito approfondito sul completamento dell’unione economica e monetaria, concentrandosi in particolare sul coordinamento rafforzato delle politiche economiche, sul rafforzamento della dimensione sociale dell’unione economica e monetaria e sul completamento dell’unione bancaria. Come deciso a giugno, il Consiglio europeo tornerà su tutti questi temi a dicembre nell’intento di prendere decisioni.Il Consiglio europeo ha guardato con interesse al vertice del partenariato orientale, che si svolgerà a Vilnius il 28 e 29 novembre 2013.Il Consiglio europeo ha espresso profonda tristezza per i tragici eventi avvenuti di recente nel Mediterraneo nei quali centinaia di persone hanno perso la vita, e ha deciso di intensificare l’azione dell’Unione in modo da impedire che simili tragedie si verifichino ancora.

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della base imponibile e il trasferimento degli utili sono importanti anche per l’economia digitale. È opportuno che gli Stati membri coordinino ulteriormente, se del caso, le loro posizioni al fine di conseguire la miglior soluzione possibile per gli Stati membri e l’UE nel quadro del piano d’azione relativo all’erosione della base imponibile e trasferimento degli utili (BEPS) dell’OCSE. Nell’ambito della revisione dell’IVA che sta effettuando, la Commissione affronterà anche questioni che riguardano specificamente l’economia digitale, quali le aliquote d’imposta differenziate per prodotti digitali e fisici. Il Consiglio europeo accoglie con favore l’iniziativa della Commissione di istituire un gruppo di esperti in materia di fiscalità dell’economia digitale. Il Consiglio europeo tornerà sulle questioni connesse alla fiscalità nella riunione del dicembre 2013.

Promuovere un mercato unico digitale vicino ai consumatori e alle imprese5. È fondamentale superare la frammentazione, promuovere

una concorrenza effettiva e attrarre gli investimenti privati mediante un quadro giuridico migliorato, prevedibile e stabile comune all’intera UE, assicurando nel contempo un livello elevato di protezione dei consumatori e consentendo nel contempo agli Stati membri una certa f lessibilità per prendere ulteriori misure di protezione dei consumatori. In questo contesto il Consiglio europeo accoglie con favore la presentazione da parte della Commissione del pacchetto «continente connesso» e incoraggia il legislatore a procedere a un esame approfondito ai fini della sua rapida adozione. Sottolinea l’importanza di coordinare meglio la tempistica e le condizioni di assegnazione delle radiofrequenze, rispettando al contempo le competenze nazionali nel settore.

6. Occorre tener fede all’impegno di completare il mercato unico digitale entro il 2015: l’attuale frammentazione del mercato ostacola lo sfruttamento delle piene potenzialità dell’economia digitale. Ciò richiede un approccio globale che favorisca l’innovazione e la concorrenza nei servizi digitali.

7. Occorre adoperarsi al massimo per accelerare i lavori sulle proposte legislative in sospeso, in particolare quelle sull’identificazione elettronica e i servizi fiduciari e sulla fatturazione elettronica e i servizi di pagamento, affinché possano essere adottate entro la fine della legislatura. È inoltre necessario affrontare le strozzature che tuttora si frappongono all’accesso alla propria «vita digitale» da piattaforme diverse a causa della mancanza di interoperabilità o di portabilità di contenuti e dati. Questa situazione, infatti, ostacola l’utilizzo dei servizi digitali e la concorrenza. Deve pertanto essere messo a punto un quadro aperto e non discriminatorio per assicurare l’interoperabilità e la portabilità senza ostacolare lo sviluppo della sfera digitale caratterizzata da una rapida evoluzione ed evitando inutili oneri amministrativi, soprattutto per le PMI. La fornitura di servizi e contenuti

digitali nell’intero mercato unico richiede l’istituzione di un regime di proprietà intellettuale per l’era digitale. La Commissione completerà pertanto nella primavera 2014 l’esame che sta effettuando del quadro dell’UE in materia di diritto d’autore. È importante modernizzare la normativa europea sul diritto d’autore e facilitare il rilascio delle licenze, assicurando nel contempo un alto livello di protezione dei diritti di proprietà intellettuale e tenendo conto della diversità culturale.

8. È importante alimentare la fiducia di cittadini e imprese nell’economia digitale. L’adozione tempestiva di un solido quadro generale dell’UE per la protezione dei dati e della direttiva sulla sicurezza informatica è essenziale per il completamento del mercato unico digitale entro il 2015.

9. Sarebbe opportuno che proseguisse la modernizzazione delle pubbliche amministrazioni tramite la rapida attuazione di servizi quali pubblica amministrazione elettronica, sanità elettronica, fatturazione elettronica e approvvigionamento elettronico. Si avranno in tal modo maggiori e migliori servizi digitali per i cittadini e le imprese di tutta Europa e una riduzione dei costi nel settore pubblico. I Dati Aperti sono una risorsa non sfruttata con enormi potenzialità per la costruzione di società più forti e più interconnesse, in grado di rispondere meglio alle esigenze dei cittadini e di favorire l’innovazione e la prosperità. Occorrerebbe promuovere attivamente l’interoperabilità e il riutilizzo delle informazioni del settore pubblico. La legislazione dell’UE dovrebbe essere concepita in modo da facilitare l’interazione digitale tra i cittadini e le imprese e le pubbliche amministrazioni. Occorre adoperarsi per applicare il principio in base al quale le informazioni vengono raccolte presso i cittadini una sola volta, nel dovuto rispetto delle norme sulla protezione dei dati.

Migliorare le competenze10. Gli utenti devono avere le necessarie competenze

digitali. Attualmente molti cittadini e imprese europei non si avvalgono a sufficienza delle TI. Ne consegue una crescente difficoltà nell’occupare posti di lavoro nel digitale. Nel 2011 l’Unione europea contava 300 000 posti vacanti nel settore delle TIC; se non si arresterà tale tendenza, entro il 2015 potrebbero esserci ben 900 000 posti vacanti. Tale squilibrio tra domanda e offerta di competenze nuoce ai nostri obiettivi di politica economica e sociale.

11. Si potrebbero adottare provvedimenti concreti per ovviare a questa situazione:

(a) parte dei fondi strutturali e d’investimento europei (2014-2020) dovrebbe essere destinata all’istruzione nel campo delle TIC, al supporto per la riconversione professionale e all’istruzione e alla formazione professionali nel campo delle TIC, anche mediante strumenti e contenuti digitali, nel contesto dell’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile;

(b) andrebbe assicurato un più elevato livello di integrazione delle competenze digitali nell’istruzione, dalle

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commerciali e capitale di rischio e di adottare un approccio integrato nelle fasi che vanno dalla ricerca e innovazione alla commercializzazione. Dovrebbe essere prestata particolare attenzione al ruolo del settore pubblico nel rendere possibili innovazioni sistemiche, soprattutto nei settori delle tecnologie pulite e delle biotecnologie. L’iniziativa faro «Unione dell’innovazione» del 2010 mette a disposizione una serie di strumenti preziosi che, combinati a programmi di finanziamento, quali quello per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (COSME) e Orizzonte 2020, compreso il meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi, possono sostenere l’innovazione e il suo impatto sul mercato. Le proposte relative a iniziative tecnologiche congiunte nel campo dei medicinali, delle nuove tecnologie energetiche, dell’aeronautica, della bioeconomia e dell’elettronica dovrebbero essere adottate al più presto possibile. Gli sforzi dovrebbero proseguire anche a livello nazionale.

17. Ai fini della piena realizzazione dello spazio europeo della ricerca entro il 2014, è importante accelerare le riforme strutturali dei sistemi nazionali e rafforzare il controllo dei progressi compiuti sulla base di dati affidabili forniti dagli Stati membri. La relazione sull’andamento dei lavori presentata dalla Commissione individua un certo numero di settori che richiedono maggiore impegno. In particolare, dobbiamo migliorare la mobilità e le prospettive di carriera dei ricercatori, attraverso soluzioni pensionistiche adeguate, accesso transnazionale alle infrastrutture di ricerca e libero accesso ai risultati di ricerche finanziate con fondi pubblici, e il trasferimento di conoscenze nel quadro delle strategie di innovazione a livello nazionale e europeo.

18. Il Consiglio europeo invita la Commissione e gli Stati membri a proseguire i loro sforzi nel settore dell’innovazione e ricerca. Farà il punto dei progressi conseguiti nella riunione del febbraio 2014.

Servizi e commercio19. I servizi sono una componente fondamentale del mercato

unico. Per trarre benefici economici pieni, gli Stati membri devono urgentemente migliorare l’attuazione della direttiva sui servizi accelerando in tal modo l’apertura dei mercati dei servizi. Sarebbe opportuno cogliere tutte le opportunità a questo riguardo e gli ostacoli ingiustificati o sproporzionati dovrebbero essere rimossi al fine di assicurare parità di condizioni nel mercato dei servizi. Il Consiglio europeo invita la Commissione e il Consiglio a elaborare relazioni annuali sui progressi conseguiti in relazione alle riforme nazionali sui servizi, anche in singoli settori, e invita la Commissione a presentare proposte entro marzo 2014.

20. Il Consiglio europeo accoglie con favore la revisione tra pari della direttiva sui servizi, presentata dalla Commissione. Conviene sull’opportunità che tutti gli Stati membri assicurino valutazioni sistematiche, approfondite e attendibili della proporzionalità dei loro

primissime fasi del percorso scolastico all’istruzione superiore, all’istruzione e alla formazione professionali e all’apprendimento permanente;

(c) sarebbe opportuno rafforzare la grande coalizione per l’occupazione nel digitale per ovviare agli squilibri tra domanda e offerta di competenze sostenendo programmi mirati per la mobilità dei lavoratori e l’uso della classificazione europea di abilità/competenze, qualifiche e occupazioni (ESCO) recentemente sviluppata;

(d) la Commissione intensificherà ulteriormente i lavori sulla base della panoramica UE delle competenze per l’occupazione nel digitale allo scopo di accelerare i progressi in merito ai quadri paneuropei delle competenze digitali.

12. In tutti e tre i settori  — investimenti, mercato unico digitale e miglioramento delle competenze — un fermo impegno è fondamentale per conseguire l’obiettivo di potenziare la crescita, la competitività e l’occupazione. Il Consiglio europeo chiede al Consiglio e alla Commissione di portare avanti questo programma e ritornerà sulla questione nel corso del 2014.

Innovazione13. Gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione

alimentano la produttività e la crescita e sono fondamentali per la creazione di posti di lavoro. Nell’attuale crisi, gli Stati membri che hanno continuato a investire in ricerca e innovazione hanno ottenuto risultati migliori di quelli che non l’hanno fatto.

14. Nel febbraio 2011 il Consiglio europeo ha invitato ad attuare un approccio strategico e integrato per promuovere l’innovazione e trarre pieno vantaggio dal capitale intellettuale dell’Europa, stabilendo tappe specifiche per attuarlo. A due anni di distanza, molte di esse sono a buon punto. Si sta sviluppando una programmazione congiunta in materia di ricerca e innovazione. Si sta ponendo in atto un controllo annuale dei progressi compiuti in materia di innovazione nel quadro della strategia Europa 2020. La Commissione sta istituendo un Osservatorio della ricerca e dell’innovazione. Vari programmi che forniscono finanziamenti alla ricerca e all’innovazione sono in fase di messa a punto. Come richiesto, la Commissione ha recentemente proposto un indicatore unico dei risultati dell’innovazione che dovrebbe consentire un miglior controllo.

15. Il potenziale intellettuale e scientifico dell’Unione non sempre si traduce in nuovi prodotti e servizi che si possono mettere in vendita sui mercati. Le principali ragioni di questo divario di commercializzazione sono: le difficoltà di accesso ai finanziamenti, le barriere del mercato e l’eccessiva burocrazia. I raggruppamenti di istituti di ricerca e imprese («cluster») possono essere un terreno fertile per l’interazione reciproca e per lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e industrie.

16. L’Europa ha necessità di coordinare meglio l’uso di strumenti quali sovvenzioni, appalti pubblici pre-

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per accrescere significativamente il sostegno globale dell’Unione tramite tali fondi a strumenti finanziari a effetto leva per le PMI nel 2014-2020, raddoppiando almeno nel contempo il sostegno in paesi la cui situazione resta critica. Questi strumenti dovrebbero essere progettati in modo tale da limitare la frammentazione del mercato e assicurare forti effetti leva e un rapido assorbimento da parte delle PMI. Ciò contribuirà a una concentrazione adeguata dei fondi e all’espansione del volume di nuovi prestiti alle PMI.

27. Il Consiglio europeo prende atto delle relazioni della Commissione e della BEI sull’attuazione delle misure intese al finanziamento dell’economia e invita gli Stati membri a sfruttare le opportunità offerte. Ribadisce l’invito a espandere gli strumenti finanziari a rischio ripartito, comuni alla Commissione e alla Banca europea per gli investimenti (BEI), per incrementare gli investimenti nelle PMI da parte del settore privato e dei mercati dei capitali, allo scopo di espandere il volume dei nuovi prestiti alle PMI nell’intera UE. Occorre completare i lavori per modificare il regolamento sulle disposizioni comuni al fine di consentire l’uso delle garanzie. I nuovi strumenti dovrebbero conseguire forti effetti leva ed essere attraenti per gli investimenti del settore privato e dei mercati dei capitali. La BEI dovrebbe iniziare ad applicarli, mentre dovrebbero essere avviati immediatamente i lavori intesi a un ulteriore sviluppo degli strumenti per il futuro, soprattutto sulla cartolarizzazione. Posto che i contributi all’iniziativa per le PMI dovrebbero rimanere volontari, il Consiglio europeo invita alla massima partecipazione possibile degli Stati membri. Gli Stati membri partecipanti informeranno la Commissione e la BEI entro la fine dell’anno in merito ai loro contributi. I nuovi strumenti dovrebbero diventare operativi a gennaio 2014 per accompagnare la ripresa, lottare contro la disoccupazione e ridurre la frammentazione nei primi anni del quadro finanziario.

28. Il ruolo del bilancio dell’Unione nell’offrire opportunità alle PMI è fondamentale. In questo contesto, il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo sui programmi COSME e Orizzonte 2020 e sottolinea che la loro attuazione è prioritaria. Incoraggia inoltre il legislatore a lavorare in tempi rapidi alla proposta legislativa relativa ai fondi di investimento a lungo termine ai fini della sua adozione prima della fine della legislatura.

Adeguatezza della regolamentazione29. La regolamentazione a livello dell’Unione è necessaria

per assicurare il conseguimento degli obiettivi strategici dell’UE, compreso il corretto funzionamento del mercato unico. Ciò dovrebbe essere realizzato con la massima trasparenza e semplicità e il minimo dei costi, sempre tenendo conto della necessità di una protezione adeguata dei consumatori, della salute, dell’ambiente e dei lavoratori.

30. Il Consiglio europeo accoglie con favore la recente comunicazione della Commissione sull’adeguatezza della regolamentazione (REFIT), nella quale si riconosce

requisiti regolamentari. In particolare è opportuno che gli Stati membri affrontino la questione degli ostacoli sproporzionati. Il Consiglio europeo invita la Commissione a fornire ulteriori orientamenti agli Stati membri sul concetto di proporzionalità e li invita a tenere pienamente conto delle migliori pratiche.

21. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza della valutazione reciproca delle professioni regolamentate, avviata dalla Commissione, e chiede che si compiano rapidi progressi in merito. Questa valutazione dovrebbe individuare gli ostacoli che ancora si frappongono all’accesso alle professioni negli Stati membri, valutare l’effetto cumulativo di tutte le restrizioni imposte per la stessa professione e suggerire gli interventi opportuni.

22. Il Consiglio europeo ribadisce l’importanza del commercio come motore della crescita e della creazione di posti di lavoro, in linea con le sue conclusioni del febbraio 2013. Accoglie con favore l’accordo politico raggiunto sugli elementi fondamentali di un accordo economico commerciale globale con il Canada e auspica che il Parlamento europeo e il Consiglio procedano ad un rapido esame. Tale accordo fornirà nuove importanti opportunità alle imprese nell’UE e in Canada e darà un forte slancio al rafforzamento delle relazioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.

II. POLITICA ECONOMICA E SOCIALE

Contrastare la disoccupazione giovanile23. La lotta alla disoccupazione giovanile rimane un obiettivo

fondamentale della strategia dell’UE per promuovere la crescita, la competitività e l’occupazione. Il Consiglio europeo ricorda la necessità che l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile sia pienamente operativa entro gennaio 2014: ciò consentirà di effettuare il primo pagamento ai beneficiari. Chiede agli Stati membri di adoperarsi con ogni mezzo necessario a tal fine.

24. Il Consiglio europeo chiede inoltre la rapida attuazione da parte degli Stati membri della garanzia per i giovani e della dichiarazione del Consiglio sull’Alleanza europea per l’apprendistato. Rileva che gli Stati membri beneficiari dell’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile devono adottare piani che affrontino il problema della disoccupazione giovanile, anche attraverso l’attuazione della garanzia per i giovani entro la fine del 2013 per ottenere in tempi rapidi i vantaggi derivanti dall’iniziativa. A tale riguardo il Consiglio europeo accoglie con favore l’imminente conferenza di Parigi.

Finanziare l’economia25. Sarebbe opportuno proseguire ogni sforzo per ripristinare

la normale erogazione dei prestiti all’economia e agevolare il finanziamento degli investimenti, in particolare riguardo alle piccole e medie imprese (PMI).

26. I negoziati sulla programmazione dei fondi strutturali e d’investimento europei (ESIF) dovrebbero essere usati

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più evidenti gli effetti positivi sulla competitività, sull’occupazione e sul funzionamento dell’UEM.Il Consiglio europeo procederà innanzi tutto a un’analisi condivisa della situazione economica degli Stati membri e della zona euro in quanto tale. A tal fine, già a dicembre terrà una discussione dopo la pubblicazione dell’analisi annuale della crescita e del rapporto sul meccanismo di allerta elaborati dalla Commissione, allo scopo di convenire, sulla base dei pertinenti indicatori, i principali settori oggetto di coordinamento delle politiche e delle riforme economiche.Tale analisi condivisa si baserà una valutazione delle politiche e misure per il potenziamento della crescita e dell’occupazione, compresi i risultati conseguiti dai mercati del lavoro e dei prodotti, l’efficienza del settore pubblico, nonché la ricerca e l’innovazione, l’istruzione e la formazione professionale, l’occupazione e l’inclusione sociale nella zona euro.La Commissione fornirà inoltre una prima panoramica sull’attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese che costituirà la base per l’ulteriore monitoraggio dell’attuazione stessa. Si proseguiranno i lavori per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche, con l’obiettivo di assumere decisioni a dicembre sui principali aspetti degli accordi contrattuali e dei meccanismi di solidarietà correlati. Ciò coinvolgerebbe tutti gli Stati membri della zona euro, ma anche gli Stati membri non appartenenti alla zona euro potranno scegliere di concludere intese analoghe. Tali misure devono essere pienamente compatibili con il mercato unico sotto ogni aspetto.

Dimensione sociale37. Il Consiglio europeo accoglie con favore la comunicazione

della Commissione europea sulla dimensione sociale dell’unione economica e monetaria, che giudica un’iniziativa positiva, e ribadisce l’importanza degli sviluppi occupazionali e sociali nel contesto del semestre europeo. Occorre perseguire l’uso di un quadro di valutazione delle tematiche occupazionali e sociali nella relazione comune sull’occupazione e di indicatori occupazionali e sociali, in linea con quanto proposto dalla Commissione e sulla scorta degli opportuni lavori dei comitati competenti, in vista della decisione da parte del Consiglio in dicembre, confermata dal Consiglio europeo con l’obiettivo di usare questi nuovi strumenti già nel semestre europeo 2014. Tale più vasta gamma di indicatori ha lo scopo di permettere una maggiore comprensione degli sviluppi sociali.

38. Il coordinamento delle politiche economiche, occupazionali e sociali sarà ulteriormente potenziato secondo le procedure esistenti, pur nel pieno rispetto delle competenze nazionali. Ciò richiede maggiore impegno per rafforzare la cooperazione tra le diverse formazioni del Consiglio, al fine di assicurare la coerenza di tali politiche in linea con i comuni obiettivi.

il lavoro già intrapreso negli ultimi anni per alleviare gli oneri regolamentari, in particolare per le PMI, e propone ulteriori tappe ambiziose per rendere meno gravoso il quadro regolamentare dell’UE. Il Consiglio europeo chiede alla Commissione di presentare ulteriori proposte sostanziali in materia.

31. Il Consiglio europeo esorta la Commissione e il legislatore ad attuare rapidamente il programma REFIT, anche mediante la semplificazione della vigente legislazione dell’UE, ritirando proposte che non sono più necessarie e abrogando atti legislativi obsoleti.

32. A tal fine, il Consiglio europeo sottolinea la necessità di esaminare i progressi compiuti attraverso un quadro di controllo comprensivo per seguire i progressi a livello europeo e nazionale e agevolare il dialogo in materia di adeguatezza della regolamentazione. Accoglie con favore le misure adottate dagli Stati membri e dall’UE per individuare meglio la regolamentazione eccessivamente gravosa, rilevando a questo proposito i principi di sussidiarietà e proporzionalità. Sono necessari sforzi considerevoli al riguardo, a livello sia dell’UE che nazionale. Il Consiglio europeo attende con interesse l’approvazione di ulteriori iniziative in tal senso nella sua riunione di giugno e ritornerà sulla questione ogni anno nell’ambito del semestre europeo.

III. UNIONE ECONOMICA E MONETARIA33. A seguito delle riunioni di dicembre 2012 e giugno 2013

il Consiglio europeo ha incentrato la sua discussione sull’unione bancaria ed economica, ma tornerà su tutti questi temi nel dicembre 2013. Il processo si basa sul quadro istituzionale dell’UE, nel pieno rispetto dell’integrità del mercato unico, assicurando nel contempo condizioni di parità tra gli Stati membri dell’UE, anche attraverso un giusto equilibrio tra Stati membri di origine e Stati membri ospitanti. Sarà aperto e trasparente nei confronti degli Stati membri che non usano la moneta unica.

Coordinamento rafforzato delle politiche economiche34. Il rafforzamento della governance economica è un

processo in fieri in cui si sono realizzati progressi significativi negli ultimi anni. Il semestre europeo riunisce i vari elementi in un processo integrato che porta alla formulazione di raccomandazioni strategiche.

35. Per promuovere una crescita economica forte, sostenibile e inclusiva nella zona euro, occorre rafforzare ulteriormente il coordinamento delle politiche economiche, segnatamente aumentando livello di impegno, titolarità e attuazione delle politiche e delle riforme economiche negli Stati membri della zona euro, con il sostegno di una legittimità e una responsabilità democratiche solide al livello in cui sono prese e attuate le decisioni.

36. Il Consiglio europeo sottolinea che un più stretto coordinamento delle politiche economiche dovrebbe concentrarsi su settori di intervento nei quali sono

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l’obiettivo che la Banca centrale europea possa completare la valutazione generale degli enti creditizi a tempo debito.

44. Chiede altresì all’Eurogruppo di mettere a punto gli orientamenti per la ricapitalizzazione diretta da parte del meccanismo europeo di stabilità, cosicché quest’ultimo abbia la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche, a seguito dell’istituzione del meccanismo di vigilanza unico.Il completamento dell’unione bancaria ha carattere d’urgenza e richiede non solo un meccanismo di vigilanza unico ma anche un meccanismo unico di risoluzione delle crisi. Il Consiglio europeo chiede ai legislatori di adottare la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario e la direttiva sul sistema di garanzia dei depositi entro la fine dell’anno. Evidenzia la necessità di allineare il meccanismo unico di risoluzione delle crisi e la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario definitivamente adottati. Sottolinea altresì l’impegno del Consiglio di raggiungere, entro l’anno, un orientamento generale sulla proposta della Commissione relativa al meccanismo unico di risoluzione delle crisi per consentirne l’adozione prima della fine della legislatura.

IV. PARTENARIATO ORIENTALE45. Il Consiglio europeo attende con interesse il vertice

del partenariato orientale che si svolgerà a Vilnius il 28 e 29 novembre 2013. Sottolinea l’importanza del partenariato orientale per la costruzione di uno spazio comune di democrazia, prosperità e stabilità in tutto il continente europeo. Il Consiglio europeo ribadisce la volontà dell’Unione europea di firmare l’accordo di associazione, che include la zona di libero scambio globale e approfondito, con l’Ucraina al vertice di Vilnius, a condizione che vi siano un’azione determinata e progressi tangibili in linea con le conclusioni del Consiglio del 10 dicembre 2012, e di avviarne l’applicazione provvisoria. Conferma la disponibilità dell’Unione europea a siglare accordi analoghi con la Repubblica moldova e la Georgia al vertice di Vilnius, con l’obiettivo di firmarli entro l’autunno 2014.

V. FLUSSI MIGRATORI46. Il Consiglio europeo esprime profonda tristezza per

la recente e tragica morte di centinaia di persone nel Mediterraneo che ha sconvolto tutti gli europei. Sulla base dell’imperativo della prevenzione e della protezione e ispirandosi al principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità, occorre intraprendere un’azione decisa per prevenire la perdita di vite in mare e per evitare che tali tragedie umane si verifichino nuovamente.

47. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza di affrontare le cause profonde dei f lussi migratori potenziando la cooperazione con i paesi di origine e di transito, anche attraverso un appropriato sostegno dell’UE allo sviluppo e un’efficace politica di rimpatrio. Chiede inoltre una cooperazione più stretta con le pertinenti

39. Il coordinamento rafforzato delle politiche economiche e le ulteriori misure per potenziare la dimensione sociale nella zona euro sono facoltative per gli Stati che non aderiscono alla moneta unica e saranno pienamente compatibili con tutti gli aspetti del mercato unico.

40. Sottolinea infine l’importanza di approfondire il dialogo sociale che coinvolga le parti sociali sia a livello degli Stati membri sia a livello europeo, in particolare nel contesto del semestre europeo, con l’obiettivo di rafforzare l’adesione responsabile alle sue conclusioni e raccomandazioni in tutta l’Unione.

Unione bancaria41. Il Consiglio europeo ha indirizzato attivamente il processo

di istituzione dell’unione bancaria. Si compiace che il Consiglio abbia adottato in via definitiva il regolamento sul meccanismo di vigilanza unico e il regolamento di modifica dell’Autorità bancaria europea. Si tratta di un passo decisivo verso l’unione bancaria. Il Consiglio europeo ribadisce il principio di non discriminazione degli Stati membri riguardo alla vigilanza bancaria e alla risoluzione delle crisi bancarie affermato dal Consiglio europeo dell’ottobre 2012 e riconferma le nuove modalità di voto in materia convenute nel regolamento relativo all’ABE, che rif lettono un giusto equilibrio tra Stati membri partecipanti e non partecipanti. Il Consiglio europeo riconferma altresì l’accordo secondo cui l’esame del funzionamento delle modalità di voto avrà luogo a partire dalla data in cui il numero di Stati membri non partecipanti sarà giunto a quattro.

42. Il meccanismo di vigilanza unico è il primo passo verso l’unione bancaria. A novembre, la Banca centrale europea avvierà una valutazione generale degli enti creditizi degli Stati membri partecipanti a tale meccanismo in linea con il regolamento che attribuisce alla Banca centrale europea compiti specifici. Alla valutazione seguirà una prova di stress cui saranno sottoposte le banche in tutta l’UE. Secondo il Consiglio europeo quest’esercizio è fondamentale per rafforzare la fiducia nel settore bancario dell’UE e ripristinare le normali condizioni di erogazione dei prestiti a imprese e famiglie. Il Consiglio europeo si attende che le autorità nazionali prestino pieno sostegno e cooperazione per assicurare la completa trasparenza e un approccio rigoroso, elementi essenziali per la credibilità dell’esercizio.

43. In questo contesto il Consiglio europeo rammenta che gli Stati membri partecipanti al meccanismo di vigilanza unico devono definire con urgenza un approccio europeo coordinato, in preparazione della valutazione generale degli enti creditizi che dovrà effettuare la Banca centrale europea. Gli Stati membri dovrebbero mettere a punto tutte le opportune modalità, misure di sostegno comprese, applicando le norme in materia di aiuti di Stato. Gli strumenti europei sono disponibili secondo le relative norme concordate. Il Consiglio europeo chiede al Consiglio di sviluppare con urgenza tale approccio e di comunicarlo entro la fine di novembre, in linea con

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ALLEGATO

DICHIARAZIONE DEI CAPI DI STATO O DI GOVERNOI capi di Stato o di governo hanno discusso i recenti sviluppi riguardanti possibili questioni di intelligence e le profonde preoccupazioni che tali eventi hanno sollevato tra i cittadini europei.Hanno sottolineato lo stretto rapporto tra l’Europa e gli Stati Uniti e il valore di tale partenariato. Hanno espresso la convinzione che il partenariato deve basarsi sul rispetto e sulla fiducia, anche per quanto riguarda il lavoro e la cooperazione dei servizi segreti.Hanno sottolineato che la raccolta di intelligence è un elemento essenziale nella lotta contro il terrorismo. Ciò vale per le relazioni tra i paesi europei oltre che per le relazioni con gli Stati Uniti. Una mancanza di fiducia potrebbe pregiudicare la cooperazione necessaria nel settore della raccolta di intelligence.I capi di Stato o di governo hanno preso nota dell’intenzione della Francia e della Germania di adoperarsi per ottenere colloqui bilaterali con gli Stati Uniti allo scopo di giungere, prima della fine dell’anno, a un’intesa sulle relazioni reciproche in tale ambito. Hanno rilevato che l’adesione a questa iniziativa è aperta ad altri Stati membri dell’UE.Hanno inoltre fatto riferimento al gruppo di lavoro esistente tra l’UE e gli Stati Uniti in merito alla questione connessa della protezione dei dati e hanno chiesto progressi rapidi e costruttivi a tale riguardo.

organizzazioni internazionali, in particolare l’UNHCR e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni nei paesi terzi interessati. Occorre intensificare la lotta contro la tratta e il traffico di esseri umani non soltanto nel territorio degli Stati membri dell’UE ma anche nei paesi di origine e di transito. Inoltre, il Consiglio europeo chiede di rafforzare le attività di Frontex nel Mediterraneo e lungo le frontiere sudorientali dell’UE. La rapida attuazione da parte degli Stati membri del nuovo sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR) sarà determinante per facilitare il rilevamento delle navi e degli ingressi illegali, contribuendo a proteggere e salvare vite umane alle frontiere esterne dell’UE.

48. Il Consiglio europeo invita la task force per il Mediterraneo, di recente istituzione, guidata dalla Commissione europea e comprendente Stati membri, agenzie dell’UE e il SEAE, a individuare — sulla base dei principi di prevenzione, protezione e solidarietà — le azioni prioritarie per un utilizzo a breve termine più efficiente delle politiche e degli strumenti europei. La Commissione riferirà al Consiglio nella sessione del 5-6 dicembre 2013 in merito ai lavori della task force al fine di prendere decisioni operative. La presidenza riferirà al Consiglio europeo a dicembre.

49. Il Consiglio europeo ritornerà sulle questioni dell’asilo e della migrazione in una prospettiva più ampia e più a lungo termine nel giugno del 2014, quando saranno definiti orientamenti strategici per l’ulteriore programmazione legislativa ed operativa nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia.

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I. POLITICA DI SICUREZZA E DI DIFESA COMUNE

1. La difesa è importante. Una politica di sicurezza e di difesa comune efficace aiuta a rafforzare la sicurezza dei cittadini europei e contribuisce alla pace e alla stabilità nei paesi vicini e nel mondo più in generale. Tuttavia, l’ambiente strategico e geopolitico europeo è in rapida evoluzione. In Europa i bilanci per la difesa sono sottoposti a vincoli che limitano la capacità di sviluppare, dispiegare e sostenere le capacità militari. La frammentazione dei mercati europei della difesa compromette la sostenibilità e la competitività dell’industria europea della difesa e della sicurezza.

2. L’UE e i suoi Stati membri devono assumere maggiori responsabilità per rispondere a tali sfide se vogliono contribuire a mantenere la pace e la sicurezza tramite la PSDC insieme ai partner chiave quali le Nazioni Unite e la NATO. La politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) continuerà a svilupparsi in piena complementarità con la NATO nel quadro concertato del partenariato strategico fra l’UE e la NATO e nel rispetto dell’autonomia e delle procedure decisionali di ciascuno, il che significa che si deve disporre dei mezzi necessari e mantenere un livello sufficiente di investimenti. Oggi il Consiglio europeo assume il forte impegno di sviluppare ulteriormente una PSDC credibile ed efficace in conformità del trattato di Lisbona e delle opportunità che esso offre. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad approfondire la cooperazione in materia di difesa migliorando la capacità di condurre missioni e operazioni e sfruttando appieno le sinergie al fine di migliorare lo sviluppo e la disponibilità delle necessarie capacità civili e militari, con il sostegno di una base industriale e tecnologica di difesa europea (EDITB) più integrata, sostenibile, innovativa e competitiva. Ciò avrà ricadute

positive anche in termini di crescita, posti di lavoro e innovazione per il settore industriale europeo in generale.

3. In risposta alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2012, importanti lavori sono stati intrapresi dalla Commissione, dall’alto rappresentante, dall’Agenzia europea per la difesa e dagli Stati membri. Il 25 novembre 2013 il Consiglio ha adottato conclusioni sostanziali, che il Consiglio europeo approva.

4. Su tale base il Consiglio europeo ha individuato una serie di azioni prioritarie costruite intorno a tre assi: aumentare l’efficacia, la visibilità e l’impatto della PSDC; potenziare lo sviluppo delle capacità e rafforzare l’industria europea della difesa.

a) Aumentare l’efficacia, la visibilità e l’impatto della PSDC

5. Negli ultimi anni si sono registrati progressi in una serie di ambiti relativi alla PSDC. Le numerose missioni e operazioni civili e militari di gestione delle crisi in tutto il mondo sono un’espressione tangibile dell’impegno dell’Unione per la pace e la sicurezza internazionali. Il personale spiegato attualmente dall’Unione attraverso la PSDC supera le 7000 unità, in dodici missioni civili e quattro operazioni militari. L’Unione europea e i suoi Stati membri possono portare sulla scena internazionale la capacità unica di associare, in modo coerente, politiche e strumenti in ambiti che vanno dalla diplomazia, dalla sicurezza e dalla difesa alla finanza, agli scambi commerciali, allo sviluppo e alla giustizia. Riveste un’importanza prioritaria migliorare ulteriormente l’efficienza e l’efficacia di questo approccio globale dell’UE, anche per quanto riguarda la gestione delle crisi da parte dell’UE. In tale contesto, il Consiglio europeo accoglie con favore la comunicazione congiunta presentata dalla Commissione e dall’alto rappresentante.

CONSIGLIO EUROPEO — 19-20 DICEMBRE 2013

CONCLUSIONI

Per la prima volta, dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Consiglio europeo ha tenuto un dibattito tematico sulla difesa, individuando azioni prioritarie per una cooperazione più forte. Il dibattito è stato preceduto da una riunione con il segretario generale della NATO. Questi ha esposto la sua valutazione delle sfide attuali e future in materia di sicurezza e ha accolto con favore gli sforzi e gli impegni in atto dell’UE e dei suoi Stati membri, compatibili con quelli della NATO e dai quali la NATO stessa trae beneficio.Il Consiglio europeo si compiace dell’orientamento generale raggiunto dal Consiglio sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi, che costituirà una pietra angolare dell’unione bancaria. Il Consiglio europeo ha esaminato la situazione economica e i progressi realizzati nell’attuazione del patto per la crescita, l’occupazione e la competitività. Il Consiglio europeo ha inoltre individuato le caratteristiche principali dei partenariati per la crescita, l’occupazione e la competitività a sostegno delle riforme strutturali, nella prospettiva di concludere le discussioni entro l’ottobre del prossimo anno.

* * *

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Il Consiglio europeo invita l’alto rappresentante, in stretta cooperazione con la Commissione, a valutare l’impatto dei cambiamenti nell’ambiente globale e a riferire al Consiglio nel corso del 2015 sulle sfide e opportunità che ne derivano per l’Unione, sulla scorta di consultazioni con gli Stati membri.

b) Potenziare lo sviluppo delle capacità10. La cooperazione nel settore dello sviluppo delle capacità

militari è cruciale per mantenere le capacità essenziali, rimediare alle carenze ed evitare le ridondanze. La messa in comune delle richieste, il consolidamento dei requisiti e la realizzazione di economie di scala consentiranno agli Stati membri di migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse e di garantire l’interoperabilità, anche con le principali organizzazioni partner come la NATO. Gli approcci cooperativi in base ai quali gli Stati membri o gruppi di Stati membri che lo desiderano sviluppano capacità basate su norme comuni o decidono disposizioni in materia di utilizzo, mantenimento o formazione comuni, usufruendo nel contempo dell’accesso a tali capacità, consentiranno ai partecipanti di beneficiare di economie di scala e di una rafforzata efficacia militare.

11. Il Consiglio europeo mantiene il suo impegno a realizzare le capacità essenziali e a ovviare alle carenze critiche attraverso progetti concreti degli Stati membri, sostenuti dall’Agenzia europea per la difesa. Tenendo presente che le capacità sono di proprietà degli Stati membri, che le gestiscono, accoglie con favore:• lo sviluppo di sistemi aerei a pilotaggio remoto

(RPAS) nel periodo 2020-2025: elaborazione di un programma RPAS europeo di prossima generazione di «media altitudine e lunga autonomia»; la creazione di una comunità di utenti RPAS fra gli Stati membri partecipanti che posseggono e usano questi sistemi; le strette sinergie con la Commissione europea in ordine alla regolamentazione (per un’iniziale integrazione dell’RPAS nel sistema aeronautico europeo entro il 2016); finanziamenti adeguati a partire dal 2014 per le attività di R&S;

• lo sviluppo della capacità di rifornimento in volo: progressi verso un aumento della capacità globale e una riduzione della frammentazione, in particolare per quanto riguarda la creazione di una capacità multiruolo di trasporto e rifornimento, con sinergie nel settore della certificazione, della qualifica, dell’assistenza in servizio e della formazione;

• la comunicazione satellitare: preparazione della comunicazione satellitare statale di prossima generazione mediante una stretta cooperazione fra gli Stati membri, la Commissione e l’Agenzia spaziale europea; un gruppo di utenti dovrebbe essere creato nel 2014;

• la ciberdifesa: elaborazione di una tabella di marcia e di progetti concreti incentrati sulla formazione e su esercitazioni, miglioramento della cooperazione civile/militare sulla base della strategia dell’UE per

6. L’Unione mantiene il suo pieno impegno a lavorare in stretta collaborazione con i suoi partner a livello globale, transatlantico e regionale. Tale collaborazione dovrebbe essere ulteriormente sviluppata in uno spirito di rafforzamento reciproco e di complementarità.

7. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza di sostenere i paesi partner e le organizzazioni regionali, fornendo loro, ove opportuno, formazione, consulenza, attrezzature e risorse, così da accrescere la loro capacità di prevenire e gestire autonomamente le crisi. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri, l’alto rappresentante e la Commissione a garantire la massima coerenza possibile fra le azioni dell’Unione e degli Stati membri a tale scopo.

8. L’UE e i suoi Stati membri devono essere in grado di pianificare e spiegare con rapidità ed efficacia i mezzi civili e militari adeguati. Il Consiglio europeo evidenzia la necessità di migliorare le capacità di risposta rapida dell’UE, anche attraverso una maggiore f lessibilità e schierabilità dei gruppi tattici dell’UE, nella misura in cui gli Stati membri lo decidono. Gli aspetti finanziari delle missioni e operazioni dell’UE dovrebbero essere esaminati con celerità, anche contestualmente alla revisione del meccanismo ATHENA, nella prospettiva di migliorare il sistema del relativo finanziamento sulla scorta di una relazione dell’alto rappresentante. Il Consiglio europeo invita la Commissione, l’alto rappresentante e gli Stati membri a garantire che le procedure e le regole per le missioni civili consentano all’Unione di essere più f lessibile e di accelerare lo schieramento delle missioni civili dell’UE.

9. Emergono continuamente nuove sfide in materia di sicurezza. Le dimensioni interna ed esterna della sicurezza dell’Europa sono sempre più interconnesse. Per consentire all’UE e ai suoi Stati membri di rispondere a tali sfide, coerentemente con gli sforzi della NATO, il Consiglio europeo chiede:• un quadro strategico UE in materia di ciberdifesa nel

2014, basato su una proposta dell’alto rappresentante, in cooperazione con la Commissione e l’Agenzia europea per la difesa;

• una strategia per la sicurezza marittima dell’UE entro il giugno 2014, sulla base di una comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante, tenendo conto dei pareri degli Stati membri, e la successiva elaborazione di piani d’azione per rispondere alle sfide marittime;

• maggiori sinergie fra la PSDC e gli attori dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia al fine di affrontare questioni orizzontali come migrazione clandestina, criminalità organizzata e terrorismo;

• progressi nello sviluppo del sostegno della PSDC a favore di regioni e paesi terzi al fine di aiutarli a migliorare la gestione delle frontiere;

• l’ulteriore rafforzamento della cooperazione al fine di affrontare le sfide della sicurezza energetica.

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un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente». Prende atto dell’intenzione della Commissione di elaborare, in stretta cooperazione con l’alto rappresentante e l’Agenzia europea per la difesa, una tabella di marcia per la sua attuazione. Sottolinea l’importanza di garantire la piena e corretta attuazione ed applicazione delle due direttive in materia di difesa del 2009, tra l’altro al fine di aprire il mercato ai subappaltatori di tutta Europa, assicurare economie di scala e consentire una migliore circolazione dei prodotti della difesa.

Ricerca — duplice uso18. Per garantire la competitività a lungo termine

dell’industria europea della difesa ed assicurare le moderne capacità richieste, è essenziale mantenere competenze in materia di ricerca e tecnologia (R&T) nel settore della difesa, specie con riferimento alle tecnologie critiche di difesa. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad aumentare gli investimenti in programmi di ricerca cooperativi, in particolare gli investimenti collaborativi, e a massimizzare le sinergie tra ricerca nazionale e UE. La ricerca nel settore civile e in quello della difesa si rafforzano a vicenda, anche per quanto riguarda le tecnologie abilitanti fondamentali e le tecnologie di efficienza energetica. Il Consiglio europeo si compiace pertanto dell’intenzione della Commissione di valutare in che modo i risultati ottenuti nell’ambito di Orizzonte 2020 possano andare anche a vantaggio delle capacità industriali nel settore della difesa e della sicurezza. Invita la Commissione e l’Agenzia europea per la difesa a collaborare strettamente con gli Stati membri al fine di elaborare proposte volte a stimolare ulteriormente la ricerca a duplice uso. Sarà definita un’azione preparatoria sulla ricerca connessa alla PSDC, cercando nel contempo — per quanto possibile — sinergie con programmi di ricerca nazionali.

Certificazione e normazione19. Lo sviluppo di norme e procedure di certificazione per il

materiale di difesa riduce i costi, armonizza la domanda e rafforza l’interoperabilità. L’Agenzia europea per la difesa e la Commissione elaboreranno una tabella di marcia per lo sviluppo di norme industriali per la difesa entro la metà del 2014, senza creare doppioni rispetto a norme esistenti, soprattutto le norme NATO. Insieme alla Commissione e agli Stati membri, l’Agenzia europea per la difesa metterà inoltre a punto opzioni per abbassare i costi della qualificazione militare, anche accrescendo il riconoscimento reciproco tra Stati membri dell’UE. Dovrebbe riferire al Consiglio su entrambe le questioni entro la metà del 2014.

PMI20. Le PMI sono un elemento importante della catena di

approvvigionamento della difesa, fonte di innovazione e fattori chiave per la competitività. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza che riveste per le PMI l’accesso al mercato transfrontaliero e l’opportunità

la cibersicurezza, nonché protezione dei mezzi nelle missioni e operazioni dell’UE.

12. La cooperazione dovrebbe essere facilitata da una maggiore trasparenza e condivisione delle informazioni nella pianificazione della difesa in modo da consentire ai pianificatori e ai decisori nazionali di prendere in considerazione una maggiore convergenza delle esigenze in termini di capacità e delle tempistiche. Per promuovere una cooperazione più sistematica e a lungo termine il Consiglio europeo invita l’alto rappresentante e l’Agenzia europea per la difesa a presentare un quadro politico adeguato entro la fine del 2014 in piena coerenza con i processi di pianificazione esistenti della NATO.

13. Il Consiglio europeo si rallegra dei modelli cooperativi esistenti, come il comando europeo di trasporto aereo, e incoraggia gli Stati membri a esplorare soluzioni per replicare il modello del comando europeo di trasporto aereo in altri settori.

14. Il Consiglio europeo si rallegra dei progressi realizzati nella cooperazione tramite il codice di condotta dell’Agenzia europea per la difesa sulla messa in comune e la condivisione. Incoraggia l’ulteriore sviluppo di incentivi e approcci innovativi con riguardo a tale cooperazione, anche studiando misure fiscali che non provochino distorsioni di mercato conformemente al diritto europeo vigente. Invita l’Agenzia europea per la difesa ad esaminare le modalità con le quali gli Stati membri possono cooperare con più efficacia ed efficienza in progetti di acquisizione in comune, nella prospettiva di riferire al Consiglio entro la fine del 2014.

15. Tenuto conto del frequente ricorso a missioni di natura civile, il Consiglio europeo chiede di potenziare lo sviluppo delle capacità civili e sottolinea l’importanza della piena attuazione del piano di sviluppo delle capacità civili.

c) Rafforzare l’industria europea della difesa16. L’Europa ha bisogno di una base industriale e tecnologica

di difesa (EDTIB) più integrata, sostenibile, innovativa e competitiva per sviluppare e sostenere le capacità di difesa. Ciò può altresì rafforzare la sua autonomia strategica e capacità di agire con i partner. È opportuno rafforzare l’EDTIB per assicurare l’efficacia operativa e la sicurezza dell’approvvigionamento, rimanendo al contempo competitivi a livello mondiale e stimolando l’occupazione, l’innovazione e la crescita in tutta l’UE. Occorre che tali sforzi siano inclusivi, con opportunità per l’industria della difesa nell’UE, equilibrati e nel pieno rispetto del diritto dell’UE. Il Consiglio europeo sottolinea la necessità di sviluppare ulteriormente le necessarie competenze individuate come essenziali per il futuro dell’industria europea della difesa.

17. Un mercato della difesa ben funzionante e basato sull’apertura, sulla parità di trattamento e di opportunità e sulla trasparenza per tutti i fornitori europei è fondamentale. Il Consiglio europeo accoglie con favore la comunicazione della Commissione intitolata «Verso

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sostenibile, l’occupazione e la competitività in conformità alle cinque priorità indicate nell’analisi annuale della crescita.

25. L’analisi annuale della crescita individua settori in cui si pongono sfide importanti ed è necessario compiere ulteriori progressi. È opportuno prestare un’attenzione specifica al rafforzamento del funzionamento e della f lessibilità del mercato unico di prodotti e servizi, al miglioramento del clima imprenditoriale e all’ulteriore risanamento dei bilanci delle banche al fine di affrontare la frammentazione finanziaria e di ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia. Azioni prioritarie dovrebbero essere: rafforzare la competitività, sostenere la creazione di posti di lavoro e combattere la disoccupazione, in particolare la disoccupazione giovanile anche tramite la piena attuazione della garanzia per i giovani, e dare seguito a riforme del funzionamento del mercato del lavoro.Le politiche dovrebbero puntare, in particolare, a:– rafforzare gli incentivi, fiscali e di altro tipo, alla

creazione di posti di lavoro, anche alleggerendo il carico fiscale sul lavoro;

– allungare la vita lavorativa, aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, accelerare l’attuazione di misure attive per il mercato del lavoro e continuare a modernizzare i sistemi di istruzione e formazione, apprendimento lungo tutto l’arco della vita e formazione professionale compresi;

– assicurare che il costo del lavoro evolva in funzione di incrementi della produttività;

– affrontare il divario tra domanda e offerta di competenze;

– accrescere la mobilità della forza lavoro.Restano cruciali politiche atte a favorire l’innovazione e a generare incrementi di produttività.

Attuazione del patto per la crescita e l’occupazione26. Il patto per la crescita e l’occupazione approvato nel

giugno 2012 resta uno dei principali strumenti dell’UE per rilanciare la crescita, gli investimenti e l’occupazione e rendere l’Europa più competitiva. L’attuazione del patto rimane un elemento chiave per conseguire tali obiettivi. Benché siano stati realizzati notevoli progressi in vari settori, occorre proseguire gli sforzi per assicurare il pieno sfruttamento delle potenzialità del patto. Occorre che tali sforzi siano riesaminati periodicamente dal Consiglio. Il Consiglio europeo si compiace anche dell’adozione del quadro finanziario pluriennale 2014-2020 e dei programmi finanziari connessi a sostegno della realizzazione della strategia Europa 2020.La lotta alla disoccupazione giovanile rimane un obiettivo fondamentale della strategia dell’UE per promuovere la crescita, la competitività e l’occupazione. In tale contesto il Consiglio europeo invita gli Stati membri che non hanno ancora presentato piani di attuazione della garanzia per i giovani a provvedervi senza indugio. Ricorda il suo

di avvalersi appieno delle possibilità offerte dal diritto dell’UE in materia di subappalti e di licenze generali di trasferimento e invita la Commissione a vagliare la possibilità di misure supplementari che aprano le catene di approvvigionamento alle PMI di tutti gli Stati membri. Riveste importanza essenziale anche il sostegno alle reti regionali di PMI e ai cluster strategici. Il Consiglio europeo si compiace delle proposte della Commissione per promuovere un maggiore accesso delle PMI ai mercati della difesa e della sicurezza e incoraggiare un forte coinvolgimento delle PMI nei futuri programmi di finanziamento dell’UE.

Sicurezza dell’approvvigionamento21. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza

delle disposizioni volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento per lo sviluppo della cooperazione e pianificazione a lungo termine, nonché per il funzionamento del mercato interno della difesa. Accoglie con favore la recente adozione, nell’ambito dell’Agenzia europea per la difesa, di un accordo quadro potenziato sulla sicurezza dell’approvvigionamento e invita la Commissione ad elaborare, insieme agli Stati membri e in cooperazione con l’alto rappresentante e l’Agenzia europea per la difesa, una tabella di marcia per un regime globale di sicurezza dell’approvvigionamento a livello di UE, che tenga conto della natura globalizzata delle catene di approvvigionamento critiche.

d) Prossimi passi22. Il Consiglio europeo invita il Consiglio, la Commissione,

l’alto rappresentante, l’Agenzia europea per la difesa e gli Stati membri, nelle rispettive sfere di competenza, ad adottare misure risolute e verificabili per attuare gli orientamenti suesposti. Il Consiglio europeo valuterà i progressi concreti su tutte le questioni nel giugno 2015 e fornirà ulteriori orientamenti sulla base di una relazione del Consiglio fondata su contributi della Commissione, dell’alto rappresentante e dell’Agenzia europea per la difesa.

II. POLITICA ECONOMICA E SOCIALE23. Il Consiglio europeo accoglie con favore l’analisi annuale

della crescita 2014 e la relazione sul meccanismo di allerta presentate dalla Commissione. Riconosce che, sebbene la ripresa economica sia ancora modesta, non uniforme e fragile, le prospettive economiche stanno diventando gradualmente più positive. Il risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, il riequilibrio interno e il risanamento dei bilanci delle banche registrano tutti ulteriori progressi. La disoccupazione si è stabilizzata, anche se a livelli inaccettabilmente elevati. Nel 2014 e 2015 la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro saranno sostenute da un’attuazione decisa e ambiziosa delle politiche concordate.

24. Gli Stati membri e l’Unione europea continueranno ad agire in modo determinato per promuovere la crescita

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Commissione di presentare una relazione sullo stato di avanzamento nella riunione di marzo. La direttiva riveduta sulla tassazione dai redditi da risparmio sarà quindi adottata entro marzo 2014. Prende atto della relazione del Consiglio al Consiglio europeo sulle questioni fiscali, si compiace dell’istituzione, da parte della Commissione, del gruppo di esperti ad alto livello sulla tassazione dell’economia digitale e invita la Commissione a proporre soluzioni efficaci compatibili con il funzionamento del mercato interno, tenendo conto dei lavori dell’OCSE, nonché a riferire al Consiglio quanto prima. Occorre anche compiere progressi rapidi verso l’accordo sulla modifica della direttiva sulle società madri e figlie.Il Consiglio europeo chiede ulteriori progressi in materia di comunicazione di informazioni di carattere non finanziario da parte dei gruppi di grandi dimensioni.

III. UNIONE ECONOMICA E MONETARIA28. Dalla presentazione, nel dicembre scorso, della relazione

«Verso un’autentica unione economica e monetaria» sono proseguiti i lavori sui quattro elementi costitutivi per rafforzare l’architettura dell’unione economica e monetaria (UEM). Il Consiglio europeo ha incentrato le discussioni sull’unione bancaria ed economica. Tale processo si basa sul quadro istituzionale dell’UE, nel pieno rispetto dell’integrità del mercato unico, assicurando nel contempo condizioni di parità tra gli Stati membri dell’UE. Sarà aperto e trasparente nei confronti degli Stati membri che non usano la moneta unica.

Unione bancaria29. Il Consiglio europeo accoglie con favore l’accordo finale

raggiunto dai legislatori in merito alla direttiva sul sistema di garanzia dei depositi e alla direttiva sul risanamento e la risoluzione delle crisi nel settore bancario. Si compiace inoltre dell’orientamento generale e delle conclusioni specifiche sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi cui è pervenuto il Consiglio. Parallelamente al meccanismo di vigilanza unico già adottato, il meccanismo unico di risoluzione delle crisi rappresenterà una tappa essenziale verso il completamento dell’unione bancaria. Il Consiglio europeo chiede ai legislatori di adottare il meccanismo unico di risoluzione delle crisi prima della fine dell’attuale legislatura.

Partenariati per la crescita, l’occupazione e la competitività30. Negli ultimi anni la governance economica ha registrato

progressi significativi. La strategia Europa 2020 e il semestre europeo costituiscono un processo integrato di coordinamento delle politiche inteso a promuovere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva in Europa. Nella zona euro il coordinamento delle politiche economiche deve essere ulteriormente rafforzato per assicurare sia la convergenza all’interno dell’UEM sia livelli più elevati di crescita sostenibile. Un coordinamento più stretto delle politiche economiche contribuirà ad individuare sin dall’inizio le vulnerabilità economiche, permettendone la tempestiva correzione.

impegno a rendere pienamente operativa l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile entro il gennaio 2014.Ripristinare la normale erogazione di prestiti all’economia, in particolare alle PMI, rimane una priorità. Il Consiglio europeo si compiace dell’attuazione dell’aumento di capitale della BEI che consente alla banca di aumentare l’erogazione di prestiti in tutta l’UE del 38 %, arrivando a 62 miliardi di euro nell’anno in corso. Accoglie altresì con favore il sostegno da parte del gruppo BEI, per un importo pari a 23,1 miliardi di euro nel 2013, a favore delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione in tutta l’UE-28. In linea con le conclusioni dell’ottobre 2013, il Consiglio europeo ribadisce l’invito ad avviare l’iniziativa per le PMI nel gennaio 2014, mentre dovrebbero proseguire i lavori sull’ulteriore sviluppo di strumenti per il futuro. Chiede agli Stati membri che partecipano all’iniziativa per le PMI di informare la Commissione e la BEI in merito ai loro contributi entro la fine dell’anno. In questo contesto, accoglie con favore il nuovo mandato della BEI al Fondo europeo per gli investimenti (FEI) per un importo fino a 4 miliardi di euro e chiede alla Commissione e alla BEI di rafforzare ulteriormente la capacità del FEI tramite un aumento del suo capitale con l’obiettivo di giungere a un accordo finale entro il maggio 2014.Il Consiglio europeo chiede sforzi più intensi per quanto riguarda, in particolare, la rapida adozione dei rimanenti atti legislativi nel quadro dell’atto per il mercato unico I e II e la celere attuazione delle misure da essi previste. Chiede specificamente ai colegislatori di giungere rapidamente a un accordo sulle ultime due proposte legislative ancora in sospeso nel quadro dell’atto per il mercato unico I («distacco dei lavoratori « e «identificazione elettronica»).Il Consiglio europeo chiede altresì di intraprendere ulteriori azioni per ridurre l’onere normativo attraverso l’attuazione e l’ulteriore sviluppo del programma REFIT e attende con interesse l’approvazione di ulteriori iniziative in tal senso nella riunione di giugno. Tornerà sulla questione su base annuale nel quadro del semestre europeo.

27. Ricordando le conclusioni del maggio 2013, il Consiglio europeo auspica ulteriori progressi a livello mondiale e dell’UE per quanto riguarda la lotta contro la frode fiscale e l’evasione fiscale, la pianificazione fiscale aggressiva, l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili e il riciclaggio di denaro. Il Consiglio europeo si compiace del lavoro svolto nell’ambito dell’OCSE e di altri consessi internazionali per rispondere alla sfida della tassazione e garantire l’equità e l’efficacia dei sistemi fiscali, in particolare lo sviluppo di una norma globale per lo scambio automatico delle informazioni, in modo da assicurare condizioni di parità. Basandosi sull’impulso verso una maggiore trasparenza nelle questioni fiscali, il Consiglio europeo chiede al Consiglio di raggiungere un accordo politico all’unanimità sulla direttiva relativa alla cooperazione amministrativa all’inizio del 2014. Invita ad accelerare i negoziati con i paesi terzi europei e chiede alla

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concertati dovrebbero essere concepiti dagli Stati membri in conformità delle loro disposizioni istituzionali e costituzionali e dovrebbero assicurare la piena titolarità nazionale mediante l’opportuno coinvolgimento dei parlamenti nazionali, delle parti sociali e degli altri soggetti interessati. Occorre che siano discussi e reciprocamente concordati con la Commissione prima di essere sottoposti al Consiglio per approvazione. La Commissione sarà competente a monitorare l’attuazione concordata degli accordi contrattuali reciprocamente concertati, sulla base di un calendario concertato di comune accordo.

– In ordine ai meccanismi di solidarietà correlati, si continuerà a lavorare per vagliare ulteriormente tutte le opzioni concernenti la natura precisa (ad es. prestiti, sovvenzioni, garanzie), la forma istituzionale e l’entità del sostegno, assicurando nel contempo che tali meccanismi non comportino obblighi per gli Stati membri non partecipanti al sistema di accordi contrattuali reciprocamente concertati e meccanismi di solidarietà correlati. Detti meccanismi non dovrebbero diventare strumenti di perequazione delle entrate né avere un’incidenza sul quadro finanziario pluriennale. Dovrebbero rispettare la sovranità di bilancio degli Stati membri. Un eventuale accordo di sostegno finanziario associato agli accordi contrattuali reciprocamente concertati avrà carattere giuridicamente vincolante. Il presidente della BEI sarà associato a questo lavoro.

37. Il Consiglio europeo invita il presidente del Consiglio europeo, in stretta cooperazione con il presidente della Commissione europea, a proseguire i lavori su un sistema di accordi contrattuali reciprocamente concertati e meccanismi di solidarietà correlati, sulla base degli orientamenti di cui sopra, e a riferire al Consiglio europeo nella riunione dell’ottobre del 2014 nella prospettiva di giungere a un accordo complessivo su entrambi gli elementi. Gli Stati membri saranno strettamente associati a tali lavori.

Dimensione sociale dell’UEM38. Il Consiglio europeo ribadisce l’importanza degli

sviluppi occupazionali e sociali nel contesto del semestre europeo. Muovendo dai lavori del Consiglio, il Consiglio europeo conferma la pertinenza dell’uso di un quadro di valutazione degli indicatori occupazionali e sociali chiave quale descritto nella relazione comune sull’occupazione.

39. Occorre anche continuare a lavorare celermente all’uso degli indicatori occupazionali e sociali seguendo le indicazioni della Commissione, con l’obiettivo di utilizzare tali nuovi strumenti nel semestre europeo 2014. L’uso di questa più vasta gamma di indicatori avrà il solo scopo di permettere una maggiore comprensione degli sviluppi sociali.

40. Le ulteriori misure volte a potenziare la dimensione sociale nella zona euro sono facoltative per quanti non aderiscono alla moneta unica e saranno pienamente compatibili con tutti gli aspetti del mercato unico.

31. A tal fine è essenziale aumentare il livello d’impegno, titolarità e attuazione delle politiche e delle riforme economiche negli Stati membri della zona euro, con il sostegno di una legittimità e una responsabilità democratiche solide al livello in cui sono prese e attuate le decisioni.

32. In questo contesto è essenziale facilitare e sostenere le riforme degli Stati membri in settori che sono fondamentali per la crescita, la competitività e l’occupazione e che sono cruciali per il corretto funzionamento dell’UEM nel suo complesso. Partenariati basati su un sistema di accordi contrattuali reciprocamente concertati e meccanismi di solidarietà correlati contribuirebbero a facilitare e sostenere politiche costruttive prima che i paesi siano confrontati a difficoltà economiche gravi.

33. Il sistema sarebbe incorporato nel semestre europeo, aperto agli Stati membri che non appartengono alla zona euro e pienamente compatibile con il mercato unico sotto tutti gli aspetti. Si applicherebbe a tutti gli Stati membri della zona euro, ad eccezione di quelli soggetti a programmi di aggiustamento macroeconomico.

34. Gli accordi contrattuali reciprocamente concertati riguarderebbero un’ampia gamma di politiche e misure a favore della crescita e dell’occupazione, compresi i risultati conseguiti dai mercati del lavoro e dei prodotti, l’efficienza del settore pubblico, nonché la ricerca e l’innovazione, l’istruzione e la formazione professionale, l’occupazione e l’inclusione sociale. Tradurrebbero le priorità di politica economica individuate nell’analisi condivisa del Consiglio europeo sulla situazione economica negli Stati membri e nella zona euro in quanto tale e terrebbero conto delle raccomandazioni specifiche per paese.

35. Il sistema di partenariati comprenderebbe meccanismi di solidarietà correlati che offrirebbero, se del caso, sostegno agli Stati membri impegnati in accordi contrattuali reciprocamente concertati, contribuendo in tal modo a investimenti nelle politiche a favore della crescita e dell’occupazione.

36. Si proseguiranno ulteriormente i lavori sulla base delle seguenti caratteristiche principali:– Gli accordi contrattuali reciprocamente concertati

configureranno un impegno «endogeno» che costituisce un partenariato tra gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio. Il programma nazionale di riforma presentato da ciascuno Stato membro nel contesto del semestre europeo costituirà la base degli accordi contrattuali reciprocamente concertati, tenendo conto altresì delle raccomandazioni specifiche per paese. Gli accordi contrattuali reciprocamente concertati saranno calibrati sui bisogni di ogni singolo Stato membro e saranno incentrati su un piccolo numero di leve essenziali per la crescita sostenibile, la competitività e la creazione di posti di lavoro. Gli obiettivi e le misure di politica economica inclusi negli accordi contrattuali reciprocamente

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in particolare i paesi meno sviluppati, nel sistema commerciale mondiale. Il Consiglio europeo ribadisce il suo sostegno al sistema commerciale multilaterale e auspica un’ulteriore accelerazione dei negoziati in vista della conclusione del ciclo di Doha.

Siria45. Il Consiglio europeo prende atto dell’annuncio, da

parte del segretariogenerale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, relativo alla convocazione di una conferenza sulla Siria per il 22 gennaio 2014 per realizzare una transizione democratica autentica e inclusiva in Siria, come indicato nel comunicato di Ginevra del 30 giugno 2012. Nutre profonda preoccupazione per il perdurare della drammatica situazione umanitaria in Siria nonché per le gravi ripercussioni della crisi sui paesi limitrofi. In vista della conferenza dei donatori sulla Siria che si terrà il 15 gennaio 2014 in Kuwait, il Consiglio europeo ricorda il ruolo trainante dell’UE nel guidare gli sforzi internazionali in materia di aiuti, con più di 2 miliardi di euro mobilitati dall’inizio della crisi. L’UE sostiene l’attività delle organizzazioni umanitarie, segnatamente le agenzie dell’ONU. Il Consiglio europeo accoglie con favore la firma, questa settimana, del più consistente stanziamento unico di fondi dell’UE nel settore umanitario mai registratosi prima. Conferma l’impegno dell’UE a continuare a sollecitare l’accesso umanitario in Siria per assistere chi necessita di aiuto e a mobilitare finanziamenti adeguati sulla base di una strategia di assistenza globale e chiede ulteriori misure per migliorare l’efficacia del sostegno dell’UE. Il Consiglio europeo invita inoltre gli altri maggiori donatori internazionali a mobilitarsi assumendosi le proprie responsabilità.

Repubblica Centrafricana46. Il Consiglio europeo è estremamente preoccupato per il

persistente deterioramento della crisi nella Repubblica Centrafricana e per le sue gravi conseguenze sul piano umanitario e dei diritti umani. Accoglie con favore il cruciale intervento militare francese, fondato sulla risoluzione 2127 (2013) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a sostegno delle forze africane per aiutare a ripristinare la sicurezza, nonché il coerente impegno dei suoi partner africani per stabilizzare la situazione. Nel quadro di un approccio globale, il Consiglio europeo conferma la disponibilità dell’UE a esaminare l’impiego dei pertinenti strumenti per contribuire agli sforzi in corso per la stabilizzazione del paese, anche nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), nelle sue due dimensioni militare e civile. Invita l’alto rappresentante a presentare una proposta a tale proposito in previsione di una decisione in sede di Consiglio «Affari esteri» nel gennaio del 2014.

Partenariato orientale47. Il Consiglio europeo accoglie con favore la sigla, da parte

della Georgia e della Repubblica moldova, degli accordi di associazione, anche in relazione alle zone di libero

IV. FLUSSI MIGRATORI41. Il Consiglio europeo ha discusso la relazione della

presidenza sui lavori della task force «Mediterraneo» a seguito delle tragedie avvenute di recente al largo della costa di Lampedusa. Il Consiglio europeo ribadisce di essere determinato a ridurre il rischio che nuove tragedie di questa natura si ripetano in futuro.Il Consiglio europeo accoglie con favore la comunicazione della Commissione che delinea trentotto azioni operative. Il Consiglio europeo chiede di mobilitare tutti gli sforzi per realizzare le azioni proposte nella comunicazione secondo un calendario preciso indicato dalla Commissione. Un dialogo più intenso con i paesi terzi al fine di evitare che i migranti intraprendano viaggi pericolosi verso l’Unione europea dovrebbe essere una priorità. Le campagne di informazione, i programmi di protezione regionale, i partenariati per la mobilità e un’efficace politica di rimpatrio sono elementi importanti di questo approccio globale. Il Consiglio europeo ribadisce l’importanza che attribuisce al reinsediamento delle persone che necessitano di protezione e al fatto di contribuire alle iniziative globali in questo campo. Chiede altresì il rafforzamento delle operazioni di sorveglianza delle frontiere e delle attività di lotta contro la tratta e il traffico di esseri umani svolte da FRONTEX, nonché di assicurare che si dimostri la dovuta solidarietà a tutti gli Stati membri sottoposti a una forte pressione migratoria.

42. Il Consiglio europeo invita il Consiglio a controllare con regolarità la realizzazione delle azioni. Ritornerà sulla questione dell’asilo e della migrazione in una prospettiva più ampia e più a lungo termine nel giugno del 2014, quando saranno definiti orientamenti strategici per l’ulteriore programmazione legislativa ed operativa nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Prima di tale riunione, la Commissione è invitata a riferire al Consiglio sulla realizzazione delle azioni delineate nella comunicazione.

V. ALLARGAMENTO E PROCESSO DI STABILIZZAZIONE E DI ASSOCIAZIONE

43. Il Consiglio europeo accoglie con favore e approva le conclusioni sull’allargamento e il processo di stabilizzazione e di associazione adottate dal Consiglio del 17 dicembre.

VI. RELAZIONI ESTERNE

Nona conferenza ministeriale dell’OMC44. Il Consiglio europeo si compiace dell’esito positivo

della nona conferenza ministeriale dell’OMC svoltasi a Bali. In particolare, il nuovo accordo sull’agevolazione degli scambi apporterà benefici significativi a tutti i membri dell’OMC e stimolerà la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro. Tra i risultati della conferenza si annoverano altresì importanti decisioni volte a promuovere l’integrazione dei paesi in via di sviluppo,

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VII. ALTRE QUESTIONI

Energia49. Il Consiglio europeo accoglie con favore le relazioni del

Consiglio sull’attuazione del mercato interno dell’energia e sulle relazioni esterne in materia di energia. In tale contesto sottolinea l’esigenza di interventi rapidi che attuino gli orientamenti definiti dal Consiglio europeo nel maggio del 2013, compresa l’intensificazione dei lavori sulle interconnessioni elettriche tra gli Stati membri. Il Consiglio europeo ritornerà sulla questione della politica energetica nella riunione di marzo.

Strategia dell’UE per la regione alpina50. Ricordando le conclusioni del giugno 2011 e le conclusioni

del Consiglio dell’ottobre 2013 sul valore aggiunto delle strategie macroregionali, il Consiglio europeo invita la Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, ad elaborare una strategia dell’UE per la regione alpina entro giugno 2015.

scambio globale e approfondito, in occasione del vertice del partenariato orientale tenutosi a Vilnius il 28-29 novembre. Ribadisce la disponibilità dell’Unione europea a firmare tali accordi quanto prima e non oltre la fine di agosto del 2014.

48. L’Unione europea rimane disposta a firmare l’accordo di associazione con l’Ucraina, anche in relazione alla zona di libero scambio globale e approfondito, non appena l’Ucraina sarà pronta. Il Consiglio europeo chiede di dar prova di moderazione, di rispettare i diritti umani e fondamentali e di trovare una soluzione democratica alla crisi politica in Ucraina che sia all’altezza delle aspirazioni del popolo ucraino. Il Consiglio europeo sottolinea il diritto di tutti gli Stati sovrani di adottare le proprie decisioni di politica estera senza indebite pressioni esterne.

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doi:10.2860/76374

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