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il COMPLESSO MONUMENTALE di Sant’Andrea Amalfi Info: Museo Diocesano - Salita Episcopio, Amafi (Sa) & 089 871324 www.museodiocesanoamalfi.it - museodiocesanoamalfi@gmail.it

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Page 1: il COMPLESSO MONUMENTALE · ttualmente la basilica ospi-ta il prestigioso Museo Diocesano, istituito nel 1996, che raccoglie nelle teche gli oggetti sacri più significativi del Tesoro

il COMPLESSO MONUMENTALE

di Sant’AndreaAmalfi

Info: Museo Diocesano - Salita Episcopio, Amafi (Sa) & 089 871324

www.museodiocesanoamalfi.it - [email protected]

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Il CHIOSTRO DEL PARADISOÈ l’antico cimitero dei nobili di Amalfi che fu realizzato tra

il 1266 e il1268.L’arte con la sua bellezza ci fa sentire più vicini a Dio. Qui

gustiamo il fascino di questi inconfondibili archi intrecciati, so-stenuti da 120 esili colonnine, dal forte sapore d’Oriente.

Lungo la galleria sinistra del chiostro, candido peristilio dai cui archi trapela all’interno il verde del piccolo giardino medi-terraneo, sono esposti vari sarcofagi, tra i quali spiccano quelli raffiguranti il Ratto di Proserpina e l’Unione di Marte con Rea Silvia della seconda metà del II secolo d. C.

Sullo stesso lato si possono ammirare i frammenti in marmo con decorazioni a mosaico degli antichi amboni della cattedrale, commissionati dall’Arcivescovo Dionisio (1174-1202) e realiz-zati da artisti attivi nella stessa Amalfi.

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Proseguendo la visita, pos-siamo fermarci un momento al centro del suo lato nord per ri-prendere una caratteristica inqua-dratura del campanile della cat-tedrale (1180-1276) con la torre campanaria ornata di maioliche policrome in stile moresco.

Sul fondo sono visibili le cap-pelline funerarie del chiostro: di grande interesse quella con l’af-fresco del Cristo Pantocrator della seconda metà del Duecento e subito dopo quella con la Croci-fissione attribuita a Roberto d’O-derisio, il principale pittore attivo in Campania a metà del Trecento, che fu efficace divulgatore dello stile giottesco.

Si prosegue fino in fondo per entrare nella basilica del Croci-fisso passando attraverso la cap-pella gentilizia dei Corsano con l’interessante ciclo di affreschi di XIV secolo, purtroppo molto deteriorato, attribuito alla botte-ga del Cavallini, in cui figurano la Dormitio Virginis e schiere di santi e profeti.

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LA BASILICA DEL CROCIFISSOSiamo entrati nella basilica del Croci-

fisso, in passato intitolata all’Assunta e successivamente ai Santi Cosma e Da-miano.

La veste attuale del grande ambiente, il-luminato da monofore e bifore, è costituita da un’unica navata ed è il risultato degli ultimi restauri finalizzati al ritrovamento della struttura originaria.

Il nucleo primigenio, ovvero la prima chiesa cattedrale di Amalfi, si fa risalire al VI secolo. L’edificio fu ampliato nel corso del X secolo con l’aggiunta di due navate absidate dotate di matronei. Quando venne eretta al suo fianco la nuova cattedrale di sant’Andrea, un grande colonnato collegò le due chiese, come ancora oggi testimonia-no alcuni fusti visibili nella muratura me-ridionale, conferendo all’insieme il fascino misterioso di una moschea cristiana.

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LA BASILICA DEL CROCIFISSO

Nella seconda metà del Due-cento la navata sinistra della basilica fu sacrificata per realiz-zare il chiostro del Paradiso e in epoca controriformata la chiesa fu ridotta ad una sola navata, con l’edificazione nella navata destra di una serie di cappelle gentilizie, oggi non più esistenti. Lungo la parete sinistra si conservano le cappelle più antiche con interes-santi cicli ad affresco risalenti al XIV e XV secolo.

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Il MUSEO DIOCESANOAttualmente la basilica ospi-

ta il prestigioso Museo Diocesano, istituito nel 1996, che raccoglie nelle teche gli oggetti sacri più significativi del Tesoro del Duomo: in particolare la pre-ziosa mitra, straordinaria creazio-ne orafa di età normanno-angioina e l’elegante calice trecentesco di manifattura francese; l’importan-te collezione di reliquie custodite all’interno di pregevoli contenito-ri, come le cassette in legno e osso scolpito della famosa bottega de-gli Embriachi, le teste reliquiario in argento di XIII e XV secolo, la croce stauroteca aragonese che conserva il legno della croce di Cristo e la teca che custodisce la Spina Santa. Di grande interesse è il paliotto d’argento della crip-ta, capolavoro dell’argenteria na-

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IL MUSEO DIOCESANO

poletana settecentesca. Inoltre sono esposti preziosi oggetti liturgici come ostensori, pastorali, calici, paramenti, appartenenti a stili ed epoche diverse.

Il Museo custodisce al contempo un gruppo numeroso di opere sculto-ree, bassorilievi marmorei e dipinti su tela e tavola, oltre ad arredi che sono testimoni della cultura figurativa dal medioevo all’età barocca.

Prima di accedere alla cripta si può ammirare nell’abside lo straordinario Crocifisso trecentesco e quanto resta del mirabile affresco con l’im-magine della Vergine in tro-no che regge tra le braccia il Bambino, opera attribuita ad un artista marchigiano attivo a Napoli agli inizi del XV secolo.

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LA CRIPTA

LA CRIPTA

È il cuore di Amalfi, perché qui si conser-vano le reliquie del corpo di sant’An-

drea, il primo discepolo di Gesù.L’apostolo, che aveva evangelizzato la

Grecia fino a spingersi nell’odierna Rus-sia, fu crocifisso a Patrasso. Da lì il suo corpo fu trasportato prima a Costantinopoli e poi ad Amal-fi ad opera del Cardinale Pietro Capuano, legato pontificio duran-te la IV Crociata. Le reliquie giun-sero l’otto maggio del 1208, accolte dal popolo in festa e furono nascoste nella cripta, fatta costruire dallo stesso cardinale, in uno stile molto diverso dall’attuale. Il dipinto seicentesco presente nella lunetta, in prossimità della scala che conduce alla cattedrale, documenta l’evento ed il primo miracolo del san-to operato ad Amalfi.

Sotto l’altare è posta un’ampolla di cristallo dove, alla vigilia della festa del santo o anche in altre occasioni, si rac-coglie laa“Manna”, un liquido denso che trasuda dal sepolcro dell’apostolo, even-to che si manifestava già a Patrasso e a Costantinopoli e che ad Amalfi si ripete da oltre 750 anni. Per gli amalfitani è un “segno” che suscita sempre sentimenti di intensa spiritualità.

La parte occipitale del Capo è attual-mente custodita nella cappella della Ri-conciliazione, nell’abside destra del duo-mo, per essere mostrata alla venerazione dei fedeli.

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LA CRIPTA

La cripta si presenta oggi nella forma tardo-manierista conferitale nei primi decenni del ‘600 per volontà di Filippo III, re di Spagna. Possiamo ammirare la volta affrescata, con scene della Passione di Cristo incastonate fra ricche ed ele-ganti decorazioni a stucco dorato, opera dell’ artista di Scala, Vincenzo de Pino, comprimario del più noto Beli-sario Corenzio. Il nuovo allestimento, che sostituì quello duecentesco, fu progettato dall’architetto di corte Domenico Fontana. L’altare centrale mostra la grande scultura in bronzo, raffigurante l’Apostolo Andrea opera di Michelangelo Naccherino. Accanto figurano le statue marmoree con i santi Stefano e Lorenzo, i proto-diaconi della chiesa d’Occidente e di Oriente, nate dallo scalpello di Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo. Alle spalle dell’altare sono dipinte su marmo due grandi im-magini di san Giovanni Battista e sant’Andrea risalenti al XVII secolo.

“Vieni e seguimi” gli disse Gesù. Andrea gli cre-dette lasciò barche e reti e Lo seguì.Sulla sua tomba, se vuoi, puoi rinnovare il tuo atto di fede in Gesù.

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LA CATTEDRALE

LA CATTEDRALE

La sua attuale veste barocca, voluta dall’arcivescovo Michele Bologna al

principio del Settecento, ha cancellato quasi del tutto il primitivo impianto romanico.

I marmi policromi, il ricco soffitto a casset-toni, con grandi tele incorporate che esaltano la figura dell’Apostolo Andrea, offrono uno spet-tacolo che affascina e riempie lo spirito.

Le quattro grandi tele della volta nella nava-ta centrale furono eseguite nei primi anni del ‘700 da Andrea D’Aste, epigono di Francesco Solimena e rappresentano scene tratte dalla vita del santo: la Flagellazione, la Crocifissio-ne, il Miracolo della Manna, e la Deposizione nel sepolcro. Dello stesso autore è la tela con la Crocifissione di sant’Andrea collocata sull’al-tare maggiore. La realizzazione delle due tele del transetto, in cui figurano le scene della Vo-cazione e della Pesca miracolosa fu invece af-fidata, negli stessi anni, al pittore napoletano Giuseppe Castellano.

Al centro dell’area liturgica, figura il nuovo altare conciliare, per la cui realizzazione è stato impiegato il sarcofago marmoreo dell’Arcivescovo Pietro Capuano, risalente al XIV secolo, ai cui lati sono collocati due candelabri costituiti da colonne tortili impre-ziosite da mosaici duecenteschi. In prossimità dell’abside maggio-re vennero collocati nel Seicento due pulpiti marmorei riutilizzan-do alcune lastre mosaicate degli antichi amboni.

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LA CATTEDRALELa cappella settecentesca del coro dei canonici, in

fondo alla navata destra, adattata a lipsanoteca, conserva un considerevole numero di sculture-reliquiario di XVII e XVIII secolo. Di particolare interesse sono le due cap-

pelle all’ingresso della chiesa: quella a destra è occupata dall’elegante ancona marmorea con i raffinatissimi rilievi a ‘stiacciato’ e con le belle statue di san Giovanni Battista e san Giovanni Evangelista, realizzata a cavallo

tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, e quella della navata sinistra, interamente

affrescata nel XVIII secolo, che contiene una grande va-sca in porfido rosso egiziano, proveniente da Paestum, da tempo riutilizzata come fonte battesimale.Al di sopra della porta di ingresso della navata sinistra, è collocata una grande tela che ricorda il miracolo attribuito all’intervento dei santi Andrea e Matteo, che provocarono un ‘improvvisa mareggiata mettendo in fuga e affondando le navi del pirata Ariadeno Bar-barossa, che aveva assalito Amalfi e Salerno.Da allora il 27 giugno è festa in Amalfi.

Nelle nicchie laterali si conservano un busto reliquiario di sant’Andrea in argento e rame cesellato del XVII secolo e il catafalco con Gesù morto che la sera del Venerdì Santo viene portato in suggestiva processione.

Nella cappella dell’Eucarestia sul lato sinistro del transetto, Gesù ti attende... se puoi, cerca il silenzio... e ascoltaLo!

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Amalfi è stata una delle quattro potenti repubbliche marinare che

nel Medio Evo (839-1135) intrecciò relazioni feconde con altri paesi,

in particolare con l’Oriente e i territori del Maghreb.

Testimone del suo glorioso passato è il complesso monumentale

del duomo, che comprende il chiostro del Paradiso,

la basilica del Crocifisso, dove ha sede il museo,

la cripta di sant’Andrea e la cattedrale, le cui vicende

storiche ed architettoniche sono strettamente correlate fra loro.

All’uscita, nell’atrio sull’ingres-so centrale della chiesa è collocata l’importante porta di bronzo rea-lizzata a Costantinopoli nel 1057 e donata alla cattedrale dal nobile Pantaleone di Mauro, potente e ric-co mercante amalfitano. Le quat-tro finissime figurine in argento, in puro stile bizantino raffigurano Cristo e la Vergine, corredate dal-le sigle in greco, e san Pietro e sant’Andrea, con legende in latino.

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