IL COLTIVATORE DI SARDEGNA

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SPECIALE ELEZIONI

Transcript of IL COLTIVATORE DI SARDEGNA

Page 1: IL COLTIVATORE DI SARDEGNA

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SPECIALE ELEZIONI: ecco chi ha risposto “presente” all’invito al dialogo della COLDIRETTI

All’interno gli estratti dei documenti programmatici inerenti il settore agricolo delle forze politiche in campo

MENSILE SINDACALE, ECONOMICO ED AGRICOLO DELLA FEDERAZIONE REGIONALE COLDIRETTI - FEBBRAIO 2013

Una scelta spinosa...Una scelta spinosa...Una scelta spinosa...Una scelta spinosa...

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LA SARDEGNA CHE VOGLIAMO Votiamo per la Sardegna

- Quest'ultima campagna elettorale si può certamente identificare tra le più anomale delle ultime legislature. Non che prima i programmi non brulicassero di promesse elettorali, ma purtroppo, la crisi del nostro Paese, l'inade-guatezza della politica corrente, la scarsa fiducia dei cittadini, stanno ulteriormente peggiorando le condizioni già fortemente compromesse della nostra stabilità democratica. Insomma, il nostro Paese, non è solo malato, di indebitamento pubblico, di mala burocrazia, di una criminalità legata non solo al malaffare comune ma anche ai sempre più numerosi "colletti bianchi", ma è afflitto da un male che potrebbe diventare incurabile: la fiducia nella democrazia. Si, e' così purtroppo!

Sta nei fatti! D'altronde sarebbe veramente difficile non giustificare tale situazione nella coscienza di ogni cittadi-no che in queste mattine, già prima di uscire da casa, si vede bombardato di notizie e di spot elettorali. Dal rim-borso dell'IMU, alle due aliquote fiscali, dalle agevolazioni per chi assume, al motto "lavoro, lavoro, lavoro"', dal federalismo fiscale al "mandiamoli tutti a casa (gli altri)", dai falsi master ai facili slogan nazionalisti, dalle illusioni delle lettere di rimborso ai sedicenti accrediti internazionali. In tutto questo caos come si fa a non rimane-re confusi, come si fa a segnare la croce sul foglio? Allora la domanda viene spontanea? Ma il sistema politi-co e' proprio questo che vuole? Cioè la certezza di governare nell'ingovernabilita'?

So che è assurdo anche solo pensarlo, ma la disperazione di portare a casa anche l'ultima manciata di voti se-guendo le indicazioni dei sondaggi e non delle idee o del futuro del bene comune, porta a questo.

Chiunque oggi incroci il mondo politico sente e solo parlare di sondaggi: "stiamo salendo, stiamo scendendo, ormai non ci raggiungono", come se il cer-vello dei cittadini italiani funzioni come un termometro, come se le idee ed un programma di sviluppo, possano essere un giorno buoni, un giorno cattivi, a seconda della sparata del giorno.

In questo senso a parte gli obbiettivi generali, non si legge nei programmi elettorali un vero disegno futu-ro per l'Italia. I voti vengono accaparrati con disegni ad personam, non con programmi che possano dare un indirizzo al nostro Paese.

Come ad esempio per l'agricoltura, ancora troppo marginale per la maggior parte dei partiti italiani, tranne naturalmente quando vengono in regioni come la nostra dove tutti si riempiono di fatidici rilanci del settore agricolo, tranne poi dimenticarsi completamente di tutto dopo. Con questo sembrerebbe il mio un invito a non votare, invece no, e' solo la testimonianza di un disagio! Oggi sarebbe sbagliato anche non votare, per-ché alcuni partiti interessati più ai voti che al Paese, basano le proprie statistiche anche su questa stratifica-zione della popolazione, per cui non votando, in realtà staremmo agevolando alcuni.

Che dire allora, in questo caos come orientarsi, come fare la scelta "meno sbagliata"? Sarebbe bello poter avere una cartina per orientarsi e guidare le nostre scelte, ma questo non è possibile. Si potrebbe, però, almeno iniziare ad evitare le buche, cioè le illusioni, i falsi miti, le prese in giro. Già questo, credo che possa rappresenta-re un modo per fare una concreta scrematura di tante candidature. Un altro modo per scegliere in modo consape-vole e' quello di spegnere per un attimo tutte le TV, chiudere gli occhi per un attimo e pensare a come vorremmo che fosse la nostra Isola, insomma alla Sardegna che vogliamo. Forse dentro la nostra mente troveremo tante idee, anche semplici, che nessuno anche dall'alto delle mille conoscenze ed esperienze e' ancora riuscito a scri-vere nei programmi elettorali.

Buon lavoro a tutti e in bocca al lupo. Il Direttore Regionale

Luca Saba

editoriale Il Coltivatore di Sardegna

Il Direttore Regionale Luca Saba

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Dal regionale

CHI VOTARE?

Davvero una scelta “spinosa”

Siamo ormai alle battute conclusive di una campagna elettorale che ha visto “confrontarsi”, le forze politiche ita-liane che, più o meno contrapposte, più o meno apparentate, fanno una gran caciara per tentare di valorizzare i loro programmi, quelle che sono le loro promesse a noi elettori. Le promesse sono proprio la nota dolente di que-sto tempo. Un periodo dove tutto sembra concesso e tutti possono permettersi di spararla sempre più grossa, come se fossero cacciatori e pescatori che narrano le loro epiche catture in una battuta di cac-cia grossa piuttosto che in una giornata di pesca d’altura …. E tutti con la certezza che potranno ri-manere impuniti … che ad ogni modo le cose in giorno si accomoderanno. E noi sempre più confusi alla ricerca di una proposta credibile e sostenibile che permetta al nostro Paese di ripartire, visto che i sacrifici sono fatti e abbiamo dimostrato di saperli fare. Magari un’idea che possa mette al centro dell’interesse nazionale il settore primario. Insieme all’opportunità di avere, a livello regionale, gli stru-menti per realizzare gli obiettivi che abbiamo già delineato.

Votare è un dovere, ma anche un diritto da eserci-tare con consapevolezza. Per questo motivo è fonda-mentale provare a fare chiarezza nel ginepraio in cui ci troviamo. Quindi per esprimere appieno la propria preferenza si consiglia:

Di ricordare cosa ha detto ciascun esponente politico, non la caccia alle incoerenze, perché solo l’uomo saggio sa cambiare idea, ma deve anche saper spiegare il perché;

Di ridordare cosa hanno fatto, la storia è scritta, rimane traccia, gurdiamo dietro di noi cosa è successo per scegliere compiutamente oggi;

Di ricordare cosa non hanno fatto, le promesse mai mantenute, perché ? Di cercare le risposte date e non date, perché se oggi, in campagna elettorale, qualcuno non ha risposto,

è impossibile che risponda domani; Di capire di chi si circondano, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, i cvecchi adagi popolari possono essere

punti di riflessione; Di premiare la concretezza, non seduttori o ammaliatori, ma chi è in grado di andar di notte anche a fari

spenti; Di dimenticare per un attimo le simpatie, il voto umorale è troppo condizionabili da fattore emotivi, oggi ci

sono, domani son svaniti; Di pesare la persona che si ha di fronte, fareste mai affari con chi stete votante? Gli affidereste mai il vo-

stro portafoglio? Di provare a usare il cervello, sforziamoci di trovare dei contenuti da noi condivisi nelle proposte che sono

state fatte; Di scegliere quanto di meglio offre la competizione, se non dovesse andare bene la prima scelta, optia-

mo per la seconda, non per la terza, la quarta o il niente …

Vuole essere un piccolo vademecum, un invito a credere nell’importanza che ha ciascun voto per un governo stabile, credibile e che strizzi sempre di più un occhio, se non due, al settore Agricolo.

Buon voto a tutti!!! Il Presidente Regionale

Il Presidente Regionale Battista Cualbu

Il Coltivatore di Sardegna

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Editoriale dal Regionale:

Battista Cualbu

dal Nazionale:Marini,

L’Italia che vogliamo

Estratti dei documenti programmatici della forze politiche in campo in queste elezioni condivisi con COLDIRETTI

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L'ITALIA CHE VOGLIAMO: PROPOSTE DI IMPEGNO PER LE FORZE POLITICHE. Di seguito la sintesi del documento che contiene le proposte che la Coldiretti pre-senterà a tutti gli schieramenti politici coinvolti e invitati nel dibattito pre-lettorale. SINTESI DE “L”ITALIA CHE VOGLIAMO” 1. Noi vogliamo un’Italia che si spenda per un governo globale dei beni co-muni. Non c’è possibile globalizzazione senza globalizzare anche le regole. Il cibo va collocato ai vertici dell’ agenda della politica globale e naziona-le…riconoscendo il valore strategico dell’agroalimentare contro il “deserto di mar-chi”, e la “scellerata” delocalizzazione dell’industria italiana 2. Noi vogliamo un’Italia con più Europa e un’Europa con più Italia. Per avere la forza e l’autorevolezza di costruire un contesto di regole, a salvaguardia dei beni comuni, è necessario lavorare alacremente alla costruzione degli Stati Uniti di Europa. Dobbiamo essere in grado di portare pienamente “l’Italia in Europa”, fa-cendo sì che la nuova Politica Agricola Comunitaria riconosca il valore strategico del “modello italiano”. 3. Noi vogliamo un’Italia sussidiaria e solidale. La sussidiarietà diventa stru-mento cardine per gestire la semplificazione burocratica e i principi di solidarietà sono indispensabili per superare le diseguaglianze. Nelle nostre imprese l’intreccio fra sussidiarietà e solidarietà ha contribuito a man-tenere la coesione territoriale, il legame fra generazioni, fra donne e uomini. In tutti i momenti in cui il Paese ne ha avuto bisogno Coldiretti è sempre stata presen-te. 4. Noi vogliamo un Italia che investa sui suoi punti di forza Patrimonio storico ed artistico, paesaggio, biodiversità, ricchissima articolazione territoriale, originalità e creatività, gusto e passione, intuito e buonsenso sono le risorse che garantisco-no quel valore aggiunto inimitabile e non delocalizzabile al “saper fare” italiano. Lo dimostrano i suoi primati nel mondo in termini di valore aggiunto per ettaro, di export, di qualità e sicurezza alimentare, di contributo positivo al Pil che ci hanno permesso di mantenere vitali un numero di imprese senza eguali in Euro-pa. dell’oggi, e dall’altro, per donare ai nostri figli e al Paese le radici di “un nuovo civismo” 5. Noi vogliamo un’Italia che fa l’Italia. Esiste a nostro giudizio una via italiana allo sviluppo aggiuntiva se non sostituiva di quella finora dominante. Il successo del nostro progetto è la dimostrazione che questa strada è per-corribile e virtuosa:

- perché distintiva, legata cioè a punti di forza esclu-sivi del nostro paese,

- perché durevole, in quanto ancorata a fattori non delocalizzabili;

- perché replicabile in tutti i settori dell’economia;

- perché arricchisce e non consuma i valori da cu trae nutrimento.

6. Noi vogliamo un’Italia in cui ci sia buona politi-ca. Per accompagnare la crescita, abbiamo bisogno di “buona politica” in primo luogo per perseguire un più ampio interesse di carattere generale, ciò che si definisce “bene comune”.

E per la nostra agricoltura chiediamo un impegno speculare:

- verità, per garantire trasparenza ai cittadini consu-matori

- giustizia, per contrastare la rendita e ridistribuire il valore aggiunto a vantaggio di chi lo produce

- legalità, per impedire i fenomeni che minacciano il valore del marchio “Italia”

7. Noi vogliamo un’Italia che sappia alimentare la Fiducia. La carenza della “fiducia” dentro le nostre famiglie rappresenta un fattore di compressione di consumi e investimenti e impedisce la condivisione sociale nei confronti di serie politiche di contenimento del debito pubblico. La nostra agricoltura contribuisce ad attrarre e a trattenere più giovani rispetto agli altri comparti economici. Ciò accade perché essi colgono quella cifra di futuro che consente loro di scommette-re sull’intrapresa economica

8. Noi vogliamo un Italia dove il benessere torni a contare più del PIL Se tutto è merce e il Pil diventa l’unico misuratore del benessere, la finanza prende il sopravvento sull’economia reale. E’ tempo di ripensa-re lo sviluppo in una logica di benessere secondo principi di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale. Dentro al consumo di cibo c’è la cultura dei territori, la tipicità e la creatività di tutta la gente che l’ha generato. Dentro al cibo c’è la sicurezza alimen-tare che noi abbiamo garantito. Dentro i nostri farmers market si sta generando nuova economia e nuova occupazione, nuova qualità della vita.

Il Presidente Regionale Battista Cualbu con il Presidente Nazionale Sergio Marini

9. Noi vogliamo un’Italia che riscopra i valori della comunità La crisi ci ha fatto riflettere sulla necessità di investire su valori che non co-noscono erosione: la socialità, l’amicizia, la famiglia, lo stare bene assieme, la spiritualità, la solidarietà. In essi c’è la chiave per potersi inte-grare nel mare della globalizzazione senza smarrirsi. I canali emotivi che abbiamo saputo creare con i consumatori e i cittadini, attraverso le iniziative nelle scuole, nelle piazze, nei borghi, nelle campagne, rispondono a questa domanda di prossimità e sono esse stesse fondanti della comunità

10. Noi vogliamo un’Italia dove l’etica sia al primo posto Una molteplicità di episodi in questi anni ha messo a nudo le debolezze del ceto politico nazionale e locale, generando indignazione e pulsioni antipolitiche. Pulsioni comprensibili, ma non prive di contraddizioni, perché scaricando le colpe sul soggetto più visibile mettono da una parte le responsabilità di altri soggetti economici e in taluni casi, anche delle forze di rappresentanza. Noi abbiamo tenacemente tenuto insieme gli interessi particolari dei nostri imprenditori con quelli più generali dei cittadini e quindi del Paese. L’abbiamo fatto con l’obiettivo di offrire ai nostri associati e ai cittadini, da un lato, una chiave di soluzione delle problematiche .

Dal Nazionale Il Coltivatore di Sardegna

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L’Italia giusta mette l’agricoltura al centro

L’agricoltura e l’agroalimentare rappresentano una risorsa fondamentale della società contemporanea.

Nella crisi economica e sociale che investe il nostro Paese l’agricoltura e l’agroalimentare possono dare un contributo essenziale ad una stagione di nuovo sviluppo e di crescita sostenibile. In tale quadro, nel progetto economico del PD è stato definito il Programma “Agricoltura, servizi, industria 2020”. Le proposte di sintesi per l’agricoltura e l’agroalimentare del PD:

A) Piano strategico nazionale per misure di crescita per il sistema agricolo, agroalimentare ed ittico italiano;

B) Rimodulazione dell’IMU nel campo agricolo;

C) Misure per favorire il sistema delle filiere e l’aggregazione tra le imprese;

D) Riordino e razionalizzazione degli enti del Ministero dell’agricoltura;

E) Credito di Imposta per l’occupazione e gli investimenti nel settore agricolo ed agroalimentare;

F) Sburocratizzazione e semplificazione delle procedure di accesso ai finanziamenti nazionali ed europei ed ai relativi controlli;

G) Integrazione tra territori, agricolture e turismi italiani per un sistema di rete al fine di promuovere e sostenere l’internazionalizzazione del made in italy;

H) Sostegno all’innovazione e alla ricerca delle imprese agricole ed agroalimentari per una maggiore specializzazione e distintività dei nostri prodotti, per rendere più competitivo il sistema delle nostre imprese;

I) Sostegno alle modifiche proposte dalla commissione agricoltura del

Parlamento europeo per la riforma della politica agricola comunitaria in cui ci sia più Italia in Europa.

La nostra proposta

La priorità numero uno è sbloccare l'accesso al credito per i piccoli e medi imprenditori e artigiani, che continuano a investire e produrre in Italia. È fondamentale liberare l’economia reale dalla corruzione e dall’infiltrazione criminale e bonificare con la massima drasticità la palude burocratica. Riteniamo che lo Stato debba fare la sua parte nelle scelte di politica industriale e creditizia riattivando gli investimenti pubblici nei settori portanti

della conoscenza, del risanamento del territorio e dell’ambiente e nelle infrastrutture fondamentali quali la banda larga per tutti. I tempi di pagamento dei fornitori da parte dei committenti pubblici e privati devono allinearsi a quelli europei. Infine, vanno premiate fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato. Serve un programma forte di "Agricoltura bene comune”, dall'agricoltura contadina che valorizza la biodiversità, che dice no agli OGM, che racchiude all’interno dei propri obiettivi anche il paesaggio e la sua preservazione. Lo sviluppo equilibrato di agricoltura contadina, turismo, cultura, gastronomia, è la chiave di volta per la valorizzazione del territorio, contro monocolture, turismo irresponsabile, svendita del territorio. Per difendere la terra, e chi ci lavora e ci abita, dallo sfruttamento della grande distribuzione, dalle multinazionali dell'agroindustria e dall'agrofarma. Insomma un programma forte e alternativo. Oggi l’agricoltura deve essere rimessa al centro come fece Giuseppe Di Vittorio con la sua Rivoluzione civile attraverso la riforma agraria. In sintesi:

1. Snellire le procedure burocratiche, sbloccare il credito alle imprese e i pagamenti da

parte della Pubblica Amministrazione.

2. Intervenire sulla PAC per sostenere la valorizzazione delle filiere di qualità sul solco

della green economy.

3. Investire sulla banda larga gratuita per tutti.

4. Sostenere la tutela e la valorizzazione del paesaggio, l’agricoltura, la biodiversità.

5. Premiare le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato.

Dal programma di Sinistra ecologia libertà (Sel)

L’agricoltura: L’agricoltura è un settore decisivo per il raggiungimento dei complessivi obiettivi della strategia EU 2020 in termini di crescita intelligente e sostenibile. In Italia i giovani possono appassionarsi e lavorare in un settore a lungo bistrattato se l’agricoltura diventa innovativa e qualificata. Per noi l’agricoltura è una porta aperta verso il futuro. Il futuro di un’economia sana della terra, di nuova occupazione e nuova imprenditorialità per i giovani, di una qualità del cibo e dunque della salute, del rispetto e dell’equilibrio del territorio. Già oggi in Italia il settore agroalimentare costituisce il secondo comparto economico per entità di valore aggiunto e si possono aprire spazi enormi se la politica, come noi proponiamo, metterà in atto un vero e proprio progetto strategico rivolto all’agricoltura. Esso consiste prima di tutto in un piano nazionale per contrastare l’abbandono delle campagne. I punti principali del piano dovranno essere: una franchigia fiscale totale per i giovani agricoltori che si insediano nelle aree demaniali in stato di abbandono; una moratoria del consumo di suolo agricolo, obiettivo che si persegue con una legge urbanistica nazionale che fissa un tetto inderogabile e decrescente al consumo del suolo; difendendo il reddito degli agricoltori, burocrazia e in primo luogo del credito, principale causa dell’indebitamento che sta strangolando la nostra agricoltura. Il vero salto di qualità dell’agricoltura italiana si chiama cooperazione, aggregazione e integrazione delle imprese agricole, tracciabilità delle produzioni agroalimentari ed eticità delle tecniche di produzione, trasparenza delle informazioni sulla formazione dei prezzi, promozione della filiera corta, tutela delle risorse idriche. In ambito europeo occorre portare a compimento la battaglia per l’etichettatura di origine degli alimenti e portare l’Italia nel gruppo dei Paesi OGM free, valorizzando così l’enorme patrimonio enogastronomico di cuidisponiamo attraverso la garanzia dell’assenza di organismi geneticamente modificati nell’intero settore agroalimentare.

RIVOLUZIONE CIVILE Un programma per governare l’Italia

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ Benvenuta sinistra. Per Bersani Presidente

Per le piccole e medie imprese e le attività

PARTITO DEMOCRATICOPARTITO DEMOCRATICOPARTITO DEMOCRATICOPARTITO DEMOCRATICO

L’ITALIA GIUSTA

le proposte

Il Coltivatore di Sardegna

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Estratto Dal programma della Lega Nord per le elezioni 2013

L’AGRICOLTURA PADANA

“… I parametri con cui la Lega Nord deve affrontare le tematiche sull’agricoltura riprendono i principi che hanno, da sempre, costituito le linee fondanti del nostro Movimento. Il presupposto fondamentale è la consapevolezza che il comparto agroalimentare rappresenta, prima di tutto, un patrimonio di cultura, di valori e di storia che ha da sempre caratterizzato la nostra terra. …”. “… Mettere “in vetrina” le nostre produzioni comporta, parallelamente moltiplicare gli sforzi in fatto di tracciabilità e sicurezza. …” “…Le Regioni si devono fare promotrici di tutti gli strumenti necessari alla corretta applicazione delle norme contenute nella PAC, cercandone, il più possibile, un’applicazione basata sulle esigenze peculiari del proprio territorio. …”

L’ORIGINE IN ETICHETTA, STRUMENTO PER LA COM-PETITIVITÀ

“… Siamo convinti sostenitori di un modello agricolo che possa so-pravvivere non solo con un corretto regime di aiuti ma, soprattutto, facendo valere sui mercati la distintività delle produzioni. Crediamo nella valorizzazione della qualità e delle peculiarità dei nostri prodot-ti. Per questo siamo sempre stati sostenitori dell’obbligo di indicazio-ne in etichetta dell’origine delle materie prime…alimentari. Siamo convinti che la trasparenza in etichetta non sia più differibile per il nostro sistema agricolo ed agroalimentare perché:

LEGA NORD PER

L’INDIPENDENZA

DELLA PADANIA Prima il NORD

Il capitolo 11 del programma politico del PDL è dedicato alle azioni che il futuro governo intende-rebbe attuare per il settore agricolo.

A riguardo viene propo-sto: - Eliminazione dell’IMU sui terreni e i fabbricati funzionali ad attività agricole - Rilancio della impren-ditoria giovanile in cam-po agricolo attraverso lariduzione fiscale per i giovani che aprono imprese agricole e attri-buzione di appezzamenti del demanio agricolo per creare nuove imprese - maggior tutela degli interessi italiani nel negoziato per la Politica Agricola Comune (PAC) - Tutela delle produzioni italiane tipiche dalla contraffazione Nel programma integrale del PDL sono evidenziate le altre propo-ste relative all’economia nazionale, tra cui: imprese, fisco, credito, welfare, energia, ambiente, debito pubblico ecc.

IL POPOLO DELLE LIBERTÀ BELUSCONI PRESIDENTE

Dal programma elettorale per le elezioni

politiche del 2013

Le proposte

1. Permetterebbe al consumatore di compiere scelte consapevoli sull’acquisto dei prodotti alimentari… premiando così le realtà produttive che valorizzano la qualità delle produzioni dell’attività agricola e di trasformazione.

2.Darebbe al settore una fortissima “leva commerciale” qualificando le produzioni di qualità e arginando il fenomeno della contraffazione agro-alimentare…” “…L’attività parlamentare della Lega Nord promuove e sostiene tutte le iniziative che, sulla base delle diverse esigenze delle filiere, contribuiscono a una maggiore chiarezza in etichetta per il consumatore e contrastano fenomeni di concorrenza sleale, sia all’interno dell’UE che nei confronti di Paesi terzi. …”

“… La recente approvazione, in sede legislativa da parte della Commissione agricoltura della Camera, delle “norme sulla qualità e la traspa-renza della filiera degli oli di oliva vergini” è un buon esempio in questa direzione…” “…Più in generale, i principali elementi che guidano l’azione legislativa della Lega in materia sono:

1. La chiara indicazione di origine della materia prima utilizzata (o di quella prevalente nel caso dei trasformati) da riportare in etichetta; …”

2. “… Il divieto assoluto nell’utilizzo di terminologie o di elementi grafici direttamente riconducibili al “made in Italy” di qualità in assenza dei precedenti requisiti di origine e di certificazione necessari a comprovarne l’effettiva composizione;

3. La sostenibilità delle norme e l’efficacia dei sistemi di monitoraggio e controllo in sinergia con l’azione degli organismi competenti in materia (Nas, Icqrf e tutti i corpi di Polizia). …”

“…Il Movimento è impegnato affinché il Parlamento elabori le norme applicative e solleciti, attraverso il Governo, una nuova posizione comu-nitaria in materia di etichettatura degli alimenti che sia finalmente chiara, a tutela del consumatore e delle aziende…”

GLI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI

“…La Lega Nord resta fermamente contraria all’utilizzo di OGM in agricoltura e alla loro sperimentazione in “campo aperto”…”. “…I “perché” della nostra contrarietà:Il mondo “scientifico” è diviso sui possibili effetti nocivi per la salute umana dell’impiego, nel lungo periodo, degli OGM in agricoltura;Non ci sono le condizioni che garantiscano la coesistenza fra coltivazioni OGM e coltivazioni OGM-free; …” “…Gli OGM non portano maggiore redditività agli agricoltori. …” “…• Gli OGM non combattono la fame nel Mondo: il mercato mondiale, sulle commodities, non assorbe tutte le produzioni. …” “… • Siamo la culla della biodiversità con i nostri 4500 prodotti tipici e vorremmo poterne salvaguardare le caratteristiche dalla minaccia delle contaminazioni agricole da OGM; …” “…• Nei Paesi dove si coltivano OGM il consumo alimentare si divide sempre dipiù tra alimenti OGM, acquistati dai ceti più poveri, ed alimenti biologici consumati da quelli più ricchi. Non possiamo vincolare i nostri agricoltori alla dipendenza “colturale” dalle grandi multinazionali del seme OGM, affidando il nostro comparto primario ad un ristretto “cartello” che opera in regime di monopolio. …”

LA CACCIA, UN’ATTIVITA’ DA DIFENDERE E RILANCIARE “… La Lega Nord, da sempre, difende l’attività venatoria e la inserisce in un più ampio quadro di “gestione faunistica” che possa garantirne l’esistenza preservando il patrimonio della fauna e degli habitat di un territorio, ponendo l’accento sul ruolo fondamentale dei cacciatori nella sua gestione e nel suo controllo; il Movimento difende i metodi di caccia tradizionale nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie. ...”

Il Coltivatore di Sardegna

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SCELTA CIVICA

SALIAMO IN POLITICA

Cambiare l’Italia, riformare L’Europa.

AGENDA PER UN IMPEGNO COMUNE LA STRADA PER LA CRESCITA Sfruttare tutto il potenziale dell’economia verde

La tutela dell’ambiente è investimento per il futuro e presupposto per vivere meglio il presente. Lavoro e salute non devono più essere alternativi, ma complementari. Per questa ragione l’economia verde non può essere “altro” dall’economia, ma è parte integrante dell’economia. L’industria, i trasporti, l’agricoltura, gli edifici devono riorientarsi secondo i criteri dell’efficienza, del contenimento delle emissioni nocive, dell’impiego di materiali riciclabili e di tecnologie intelligenti per smaltire i rifiuti, bonificare i terreni, ottimizzare il ciclo dell’acqua, mettere in sicurezza il territorio, incentivare la mobilità a basso impatto ambientale. Programmi formativi e incentivi devono facili-tare le scelte “verdi”…

La politica agricola

Nell’attuale legislatura sono state prese diverse misure di semplifi-cazione e rilancio del sistema agroalimentare, ma non e' stato possibile portare a compimento alcune importanti iniziative legisla-tive e amministrative avviate. Per aiutare la crescita sostenibile del settore agroalimentare italiano occorre fermare la cementificazio-ne e limitare il consumo di superficie agricola come proposto nel disegno di legge per la valorizzazione delle aree agricole e il contenimento del consumo del suolo, adottare un grande piano di gestione integrata delle acque si può tutelare il territorio sia dal rischio di dissesto idrogeologico che di carenza idrica. Bisogna prendere misure per assicurare che agli agricoltori non rimanga una quota troppo bassa del valore aggiunto generato lungo le filiere agroalimentari, favorendo una maggiore aggregazione dell'offerta che dia agli agricoltori un’adeguata forza contrattuale sul mercato ed eliminando intermediazioni inutili e parassitarie che sottraggono reddito. Serve dare una maggiore protezione agli agricoltori dalle crisi, climatiche o di mercato, cicliche o meno incentivando le pratiche assicurative a livello nazionale e comuni-tario. Bisogna affrontare il problema di come assicurare un mi-gliore accesso al credito agrario specializzato. Serve infine tenere la guardia alta sulla tutela del "made in italy", proteggen-do le produzioni nazionali con attività di repressione dell'agropira-teria, e, sul piano internazionale, rafforzando la lotta alla contraffa-zione e all'italian sounding. E' infine necessaria una forte politica di sostegno all'export per imprese agricole ed industriali con-tando sul ruolo rafforzato dell'Ice per il settore. …

L’Italia della bellezza, dell’arte e del turismo

Il patrimonio culturale del nostro Paese non ha eguali al mondo, per vastità nello spazio (dai monumenti alla gastronomia, dai teatri alle chiese) e nel tempo (dalle incisioni rupestri alle avanguardie). E’ una ricchezza non delocalizzabile, non riproducibile altrove. Per il nostro Paese è dunque una scelta strategica “naturale” puntare sulla cultura, integrando arte e paesaggio, turismo e ambiente, agricoltura e artigianato, all’insegna della sostenibilità e della valo-rizzazione delle nostre eccellenze.

L’agricoltura che vorrei:

L’estratto qui riportato cita solo i titoli degli argomenti trattati nel docu-

mento programmatico dell’unione di centro, in quanto molto lungo e com-

plesso. Vi rimandiamo, per una lettura completo, all’originale reperibile on-

line sul sito della confederazione nazionale.

• Maggiore quota di valore all’agricoltore.

• Fiscalità ragionevole e semplice.

• Tutela del Made in Italy.

• Incentivi nazionali e comunitari per i giovani.

• Difesa del suolo agricolo.

• Politica dell’acqua.

• Riforma della Politica agricola comune (PAC) post 2014.

• Ritorno al credito agrario specializzato.

• Forte politica di sostegno all’export per le imprese agricole e industriali.

• Programma di rinnovo del parco macchine agricole/trattori.

• Piano di aiuti alimentari per gli indigenti.

• Il ruolo del Corpo forestale dello Stato.

• Le politiche per la pesca.

• Rilancio dell’ippica italiana.

Mario Catania

CASINI

UNIONE DI CENTRO

L’estremo centro

Le proposte Il Coltivatore di Sardegna

I soci Coldiretti in corteo durante una manifestazione

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