Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

40
1 Università della terza età Montebelluna Anno accademico 2011-12 ITALIA COLONIALE 3. Il colonialismo di Giolitti Gianpier Nicoletti Il testo di questo lezioni è disponibile sotto forma di registrazione vocale presso la nostra Segreteria

description

Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

Transcript of Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

Page 1: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

1

Università della terza età MontebellunaAnno accademico 2011-12

ITALIA COLONIALE

3. Il colonialismo di Giolitti

Gianpier Nicoletti

Il testo di questo lezioni è disponibile sotto forma di registrazione vocale presso la nostra Segreteria

Page 2: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

2

Tripoli, bel suol d’amore…

Page 3: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

3

La Libia agli inizi del ‘900 era un territorio vasto e povero (800.000 abitanti); provincia dell’Impero Ottomano.

Vi era un’economia di sussistenza(allevamento) con poche oasi.

Page 4: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

4

Si trattava dell’unico territorio che si affacciava sul Mediterraneo ancora libero da interessi occidentali.

Page 5: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

5

Nel 1905 il Banco di Roma(una banca legata al Vaticano) iniziò una penetrazione economica che diede scarsi frutti (anche per le incapacità dei banchieri italiani).

L’occupazione della Libia ebbe tantissimi sostenitori (a differenza di quanto era accaduto 15 anni prima per il Corno d’Africa).

Page 6: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

6

Le destre chiedevano una politica di potenza e di prestigio. Ma anche una componente della sinistra riformista si allineava a questa prospettiva.

L’industria pesante e degli armamento contava di fare affari.

La Corte.

L’esercito e la marina.

La borghesia.

La stampa.

Molti intellettuali.

Page 7: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

7

La stampa si mobilità in blocco a favore dell’impresa.

La prospettiva era anche la costituzione di un “blocco sacro” in funzione antisocialista.

Page 8: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

8

Il deputato De Marinis assicurava che «la Tripolitania ha importanti miniere di zolfo».

Gualtiero Castellini affermava:«La Cirenaica, l’antica Pentapoli, la terra di Apollonia, di Tolemaide, di Berenice […] è tutta un florido altipiano, nominato in alcuni punti la montagna verde [...] è la Cirenaica un piccolo Eden. Risalendo agli antichi mi è caro ricordare che Erodoto avvertiva che ben tre stagioni feconde allietassero annualmente quella terra [...]La ricchezza della flora è fantastica [...] L’altipiano della Cirenaica, l’antico orto delle Esperidi, è un solo frutteto. L’industria mineraria non è tenuta in conto; soltanto le saline, male lavorate, fruttano al Governo quasi un milione di franchi. Eppure miniere di zolfo, di fosfati, di minerali preziosi e perfino di diamanti si potrebbero esplorare nell’interno della regione, e facile sarebbe la raccolta della gomma ... »

Page 9: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

9

«L’oasi attorno a Tripoli vi ha creato ville e giardini, e ne ha fatto un piccolo paradiso. É la Mescilia. Da dieci giorni io la vado battendo a piedi, in carrozza, a dorso d’asino, a cavallo. La conosco ora palmo a palmo, in tutte le piaghe verdi e fonte del manto principesco che la ricopre. La palma da datteri è l’albero padre della floridezza nordafricana. La sua ombra copiosa permette al cereale di nascere e fruttificare. L’oasi di Tripoli, dicono, possiede due milioni di palme. Non so se la cifra sia esatta».

Giuseppe Bevione scrive:

Page 10: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

10

Page 11: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

11

Soltanto voci sporadiche cercano di dare delle informazioni veritiere.

Tra questi Giuseppe Prezzolini che renderà pubblica l’inchiesta della JewishTerritorial Organisation, diretta dal geologo inglese Gregory, che giungerà alla conclusione che qualsiasi iniziativa economica si sarebbe scontrata con le scarse risorse del luogo.

Page 12: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

12

«Lo storico, il quale in avvenire vorrà ricostruire questo torbido periodo della nostra vita nazionale, dovrà giudicare che la cultura italiana nel primo decennio del secolo XX doveva essere caduta assai in basso, se fu possibile ai grandi giornali quotidiani e ai giornalisti, che pur andavano per la maggiore, far credere all’intero Paese tutte le grossolane sciocchezze con cui l’impresa libica è stata giustificata e provocata. Non esistevano, dunque, in Italia studiosi seri e coscienziosi? Cosa facevano gli insegnanti universitari di geografia, di storia, di letterature straniere, di diritto internazionale, di cose orientali? Credettero anch’essi alle frottole dei giornali?

Gaetano Salvemini scriverà:

E se non ci credettero, perché lasciarono che il Paese fosse ingannato? Oppure considerarono la faccenda come del tutto indifferente per la loro olimpica serenità? La risposta a queste domande non potrà essere molto lusinghiera per la nostra generazione ».

Page 13: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

13

Anche gli intellettuali si muovono…

La grande Proletaria si è mossa.

Prima ella mandava altrove i suoi lavoratori che in patria erano troppi e dovevano lavorare per troppo poco. Li mandava oltre le Alpi e oltre mare a tagliare istmi, a forare monti, ad alzar terrapieni, a gettar moli, a scavar carbone, a scentar selve, a dissodare campi, a iniziare culture, a erigere edifizi […], e a pulire scarpe al canto della strada...

Giovanni Pascoli il 21novembre del 1911 a Barga tiene un celebre discorso: “La grande proletaria si è mossa”.

Matilde Serao scrive “Evviva la guerra” (maggio 1912).

Page 14: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

14

Ora l'Italia, la grande martire delle nazioni, dopo soli cinquant'anni ch'ella rivive, si è presentata al suo dovere di contribuire per la sua parte

all'aumento e incivilimento dei popoli; al suo diritto di non essere soffocata e bloccata nei suoi mari; al suo materno ufficio di provvedere ai suoi figli volonterosi quel che sol vogliono, lavoro; al suo solenne impegno coi secoli augusti delle sue due Istorie, di non esser da

meno nella sua terza Era di quel che fosse nelle due prime […].

Tutto è sembrato così agevole, senza urto e senza attrito di sorta!Una lunghissima costa era in pochi giorni, nei suoi punti principali, saldamente occupata. Due eserciti vi campeggiano in armi.

Oh Tripoli, oh Berenike, oh Leptis Magna (non hanno diritto di porre il nome quelli che hanno disertato o distrutta la casa!), voi rivedete, dopo tanti secoli, i coloni dorici e le legioni romane! Guardate in alto: vi sono anche le aquile!

Page 15: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

15

[…] eccolo mettere per primo in azione tutte le moderne invenzioni e scoperte, le immense navi, i mostruosi cannoni, le mine e i siluri, la breve vanga delle trincee, e il tuo invisibile spirito, o Guglielmo Marconi, che scrive coi guizzi del fulmine; tutti i portati della nuova scienza e tutto il suo antico eroismo; e coi suoi soldatini […]

Ma non sono le grandi strade, che fanno altrui: essi aprono la via alla marcia trionfale e redentrice d'Italia. […]

Che dico eroi?

Proletari, lavoratori, contadini.Il popolo che l'Italia risorgente non trovò sempre pronto al suo appello, al suo invito, al suo comando, è là.Oh cinquant'anni del miracolo!Quale e quanta trasformazione!

Page 16: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

16

[…] Ebbene, in cinquant'anni l'Italia aveva rifoggiato saldamente, duramente, il suo destino.Chi vuol conoscere quale ora ella è, guardi la sua armata e il suo esercito. Li guardi ora in azione. Terra, mare, e cielo, alpi e pianure, penisola e isole, settentrione e mezzogiorno, vi sono perfettamente fusi. Il roseo e grave alpino combatte vicino al bruno e snello siciliano,

l'alto granatiere lombardo s'affratella col piccolo e adusto fuciliere sardo; i bersaglieri (chi vorrà assegnare ai bersaglieri, fiore della gioventù panitalica, una particolare origine?), gli artiglieri della nostra madre terra piemontese dividono i rischi e le guardie coi marinai di Genova e di Venezia, di Napoli e di Ancona, di Livorno, di Viareggio, di Bari. Scorrete le liste dei morti gloriosi, dei

feriti felici della loro luminosa ferita: voi avrete agio di ricordare e ripassare la geografia di questa che appunto era, tempo fa, una espressione geografica.

Page 17: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

17

E vi sono le classi e le categorie anche là: ma la lotta non v'è, o è lotta a chi giunge prima allo stendardo nemico, a chi prima lo afferra, a chi prima muore. A questo modo il popolo lotta con la nobiltà e con la borghesia. Così là muore, in questa lotta, l'artigiano e il campagnolo vicino al conte, al marchese, al duca.Non si chiami questa retorica. Invero né là esistono classi né qua.

[…] guerra non offensiva ma difensiva. Noi difendiamo gli uomini e il loro diritto di alimentarsi e vestirsi coi prodotti della terra da loro lavorata, contro esseri che parte della terra necessaria al genere umano tutto, sequestrano per sé e corrono per loro, senza coltivarla, togliendo pane, cibi, vestiti, case, all'intera collettività che ne abbisogna. A questa terra, così indegnamente sottratta al mondo […].

Ci torniamo. In faccia a noi questo è un nostro diritto, in cospetto a voi era ed è un dovere nostro.

Page 18: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

18

Ci sono anche gli oppositori, ma isolati e privi di strumenti per influenzare l’opinione pubblica.

Il muratore Augusto Masetti, richiamato nell’ottobre 1911, spara ad un colonnello gridando “viva l’anarchia”.

Viene dichiarato pazzo e internato in un manicomio.

Page 19: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

19

Il 26 novembre 1911 il governo Giolitti indirizzò un ultimatum alla Turchia.

Nei giorni seguenti le truppe italiane (35.000 uomini, successivamente aumentate a 100.000) sbarcarono a Tripoli, Tobruk, Derna, Bengasi e Homs.

La popolazione araba si schierò contro gli italiani, bloccando l’avanzata sulla costa.

La “conquista”…

Page 20: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

20

Occupazione del Dodecaneso e blocco del commercio turco.

Accelerazione della crisi della Turchia.

Autunno 1912: guerra balcanica.

5 novembre 1911: annessioneunilaterale della Libia.

Page 21: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

21

Le guerre balcaniche(1912-13)

Page 22: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

22

In Italia il clima s’infiamma.

Gea Della Garisendacanta “A Tripoli” (“Tripolibel suol d’amore”).

Page 23: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

23

Sai dove s’annida più florido il suol ?Sai dove sorride più magico il sol ?Sul mar che ci lega con l’Africa d’or,la stella d’Italia ci addita un tesor.Ci addita un tesor!

Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon!Sventoli il tricolore sulle tue torri al rombo del cannon!Naviga, o corazzata:benigno è il vento e dolce la stagion.Tripoli, terra incantata,sarai italiana al rombo del cannon!

A te, marinaro, sia l’onda sentier.Sia guida Fortuna per te, bersaglier.Và e spera, soldato, vittoria è colà,hai teco l’Italia che gridati:”Và!”

Tripoli, bel suol d’amore,ti giunga dolce questa mia canzon!Sventoli il tricoloresulle tue torri al rombo del cannon!Naviga, o corazzata:benigno è il vento e dolce la stagion.Tripoli, terra incantata,sarai italiana al rombo del cannon!

A Tripoli

Testo di Giovanni Corvetto, musica di Colombino Arona

Page 24: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

24

Al vento africano che Tripoli assalgià squillan le trombe,la marcia real.A Tripoli i turchi non regnano più:già il nostro vessillo issato è lassù…

Tripoli, bel suol d’amore,ti giunga dolce questa mia canzon!Sventoli il tricoloresulle tue torri al rombo del cannon!Naviga, o corazzata:benigno è il vento e dolce la stagion.

Tripoli, terra incantata,sarai italiana al rombo del cannon!

Page 25: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

25

Il 18 ottobre 1912 si firma della pace a Ouchy(Svizzera). Ministro plenipotenziario Pietro Bertolini.

Fu creato un ministero delle colonie. Il territorio fu suddiviso in due province (Tripolitania e Cirenaica).Ma la Libia interessava sempre meno all’opinione pubblica italiana…

Page 26: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

26

A luglio 1915 l’occupazione italiana si ridusse alla città di Tripoli e Homs. A presidiarle vi era 50.000 soldati.

Negli ultimi otto mesi gli occupanti avevano avuto 3.500 caduti (2.500 italiani e 1.000 ascari), 1.500 prigionieri; avevano perso 37 cannoni e 9.000 fucili.

Le dimensioni del disastro furono tenuti nascosti alla popolazione.

Page 27: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

27

Durante la Grande guerra l’esercito italiano rimase sulla difensiva.

In Cirenaica si strinsero accordi con la Senussia, un movimento che propugnava il risveglio religioso fondato nella prima metà dell’800 da Mohammed ben Alì.

Nel 1916 la direzione del movimento fu assunta da Mohammad Idris (sovrano dal 1951 al 1969).

Page 28: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

28

Nell’aprile del 1917 Idrissottoscrisse con l’Italia il patto di Acroma che spartiva la Cirenaica in zone d’influenza.

Nel 1920 fu riconosciuto a Idris il titolo di Emiro dei Senussi e rango di Sovrano lasciandogli l’amministrazione dell’interno.

Page 29: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

29

In Tripolitania, più ricca e popolata, non vi fu la penetrazione della Senussia.

Le tribù arabe era attraversate da rivalità.

Nel giugno 1919 fu concesso uno statuto relativamente liberale che concedeva larghe autonomie.

Ma agli inizi del 1922 si ritorna ad una politica di forza. Protagonista di questa fase fu il conte Giuseppe Volpi(governatore della Tripolitania dal 1921 al ’25).

Page 30: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

30

Tra il 1922-23 fu attuata la riconquista della Tripolitania.

Furono utilizzate prevalentemente battaglioni di ascari libici ed eritrei.

Il processo di colonizzazione fu avviato in maniera più decisa: 1) eliminazione della classe dirigente araba; 2) colonizzazione agraria, opere pubbliche.

L’avvento del fascismo diede continuità di mezzi e di uomini.Tra il 1923 e il ’25 fu esteso il controllo alla fascia predesertica.

Page 31: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

31

Le tribù della Tripolitania meridionale rimasero in armi.

La repressione fu condotta dal generale Rodolfo Grazianiche organizzò reparti mobili motorizzati e gruppi di sahariani dotati di cammelli sostenuti dall’aviazione.

Tra il 1928 e il ’30 furono conquistate la Sirtica, la Ghibla, il Fezzan.

Page 32: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

32

In Cirenaica, a partire dal 1923, il regime fascista ripudiò la politica di compromesso con la Senussia.

La guerriglia anticoloniale fu guidata da Omar el Muktar in modo efficace, valendosi delle possibilità offerte dal territorio e dall’appoggio della popolazione.

Dopo una serie di insuccessi, nel 1930, il comando fu affidato a Graziani.

Page 33: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

33

Per sconfiggere la resistenza fu attuata una dura repressione.

Nell’estate del 1930 tutta la popolazione del Gebel fudeportata per due anni in campi di concentramento lungo la costa.

Tutto il bestiame fu massacrato.Per impedire il contrabbando con l’Egitto fu costruito un reticolato lungo il confine (270 km).L’aviazione mitragliava tutto quello che si muoveva nel deserto del Gebel.

Page 34: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

34

Nel 1931 elMuktar fu catturato, processato e condannato all’impiccagione.

Nel 1932 Badogliopoteva dichiarare che la ribellione era “completamente e definitivamente stroncata”.

Page 35: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

35

Abitanti della Cirenaica: nel 1928 225.000; Censimento del 1931: 142.000 compresi gli italiani e i nuovi immigrati.

Tenendo conto di quanti fuggirono verso l'Egitto (10-15.000 persone) e del tasso di incremento demografico, il genocidio fascista dovuto alla repressione sarebbe di circa 45-50.000 persone (forse 70.000 secondo altri dati).

Page 36: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

36

Nel 1922 tutta la terra non cintata fu rivendicata dal demanio.

Tra il 1922 e il 1930 furono confiscati 200.000 ha di terreno.

Il terreno fu assegnato a grandi lotti (a prezzi simbolici) a imprenditori.

Nel 1937 erano stati assegnati 188.000 ha (il 63% a sole 43 aziende di oltre mille ha).

Le aziende sotto i 20 ha erano 403 (avevano il 2% della terra assegnata).

Furono impiegati 4.200 lavoratori italiani (solo in parte contadini).

Coloni sbarcati in Libia (1937)

Page 37: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

37

Regia di Mustafa Akkad

Con Anthony Quinn, Oliver Reed, RodSteiger, Irene Papas, Raf Vallone, Gastone Moschin.

Un film: “Il leone del deserto” (1981)

Page 38: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

38

Nel 1936 vi erano 115.000 italiani, 66.300 residenti (il resto erano militari).

Nel 1938 erano iscritti alle scuole elementari 12.100 italiani e 27.800 arabi; alle scuole secondarie 2.937 italiani e 57 libici.

Nel 1947 c’erano in Libia 16 laureati.

Un bilancio finale…

Page 39: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

39

Page 40: Il Colonialismo Di Giolitti, Gianpier Nicoletti

40