Il co ra g g io d e l d ia lo g o · 2009-03-02 · Il 14 m arzo il RnS in Cattedrale col Cardinale...

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N. 8 1 marzo 2009 0,90 Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Orientamento al lavoro per i giovani 10 VITA ECCLESIALE Nascono cento nuovi asili-nido 11 PRIMO PIANO CITTÀ La Giornata del Seminario: una proposta educativa 3 PRIMO PIANO ECCLESIALE Riflessione a margine del Messaggio del Card. Sepe sulla Quaresima 2 VITA ECCLESIALE Teresa Beltrano Michele Borriello Rosanna Borzillo Raffaele Cassese Eloisa Crocco Margherita De Rosa Doriano Vincenzo De Luca Pasquale Di Petta Claudio Esposito Salvatore Esposito Benedetta Ferone Virgilio Frascino Cristoforo Lucarella Bruno Martone Paolo Melillo Francesco Mercurio Antonio Postiglione Antonio Serra Elena Scarici Maria Rosaria Soldi Antonio Terracciano Angelo Vaccarella. Gli interventi A S. Giustino de’ Jacobis il Congresso eucaristico 4 Le parrocchie dei Camaldoli in corteo per la vita 5 Tommaso M. Fusco: l’educatore della speranza 6 Il 14 marzo il RnS in Cattedrale col Cardinale 10 La Comunità di S. Egidio per i senza-dimora 12 Convegno nazionale sull’edilizia di culto 13 L’umanità di Sisto Riario Sforza 14 Consegnato il “Premio Mediteranno 2009” 15 Il Cardinale Sepe al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli Il coraggio del dialogo Doriano Vincenzo De Luca Una Chiesa le cui radici affondano nella predicazione di San Paolo. Una terra che vanta di aver dato i natali allo stesso Apostolo. Una comunità che, sebbene minoranza in un Paese a grande maggioranza musulmana, è capace di mantenere viva la luce del Vangelo e di guardare al futuro, senza rimpiangere il passato. Una realtà ecclesiale che ha generato testimoni autentici di Cristo, come don Andrea Santoro, ucciso il 5 febbraio 2006 a Trabzon. Questa è la Turchia, la Terra Santa della Chiesa, la terra unita al Mediterraneo dal ponte che Bartolomeo I è venuto a costruire a Napoli nell’ottobre del 2007 e che il Cardinale Crescenzio Sepe ha portato “simbolicamente” a compimento nel suo pellegrinaggio al Fanar. segue alle pagine 8 e 9

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N. 8 • 1 marzo 2009 • € 0,90

Anno LXIII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Orientamentoal lavoro

per i giovani10

VITA ECCLESIALE

Nasconocento nuoviasili-nido

11

PRIMO PIANO CITTÀ

La Giornatadel Seminario:

una proposta educativa3

PRIMO PIANO ECCLESIALE

Riflessione a margine delMessaggio del Card. Sepe

sulla Quaresima2

VITA ECCLESIALE

Teresa Beltrano • Michele Borriello • Rosanna Borzillo •Raffaele Cassese • Eloisa Crocco • Margherita De Rosa •Doriano Vincenzo De Luca • Pasquale Di Petta • ClaudioEsposito • Salvatore Esposito • Benedetta Ferone • VirgilioFrascino • Cristoforo Lucarella • Bruno Martone • PaoloMelillo • Francesco Mercurio • Antonio Postiglione •Antonio Serra • Elena Scarici • Maria Rosaria Soldi •Antonio Terracciano • Angelo Vaccarella.

Gli interventiA S. Giustino de’ Jacobis il Congresso eucaristico 4

Le parrocchie dei Camaldoli in corteo per la vita 5

Tommaso M. Fusco: l’educatore della speranza 6

Il 14 marzo il RnS in Cattedrale col Cardinale 10

La Comunità di S. Egidio per i senza-dimora 12

Convegno nazionale sull’edilizia di culto 13

L’umanità di Sisto Riario Sforza 14

Consegnato il “Premio Mediteranno 2009” 15

Il Cardinale Sepe al Patriarcatoecumenico di Costantinopoli

Il coraggiodel dialogoDoriano Vincenzo De Luca

Una Chiesa le cui radici affondanonella predicazione di San Paolo. Unaterra che vanta di aver dato i nataliallo stesso Apostolo. Una comunitàche, sebbene minoranza in un Paese agrande maggioranza musulmana, ècapace di mantenere viva la luce delVangelo e di guardare al futuro, senzarimpiangere il passato. Una realtàecclesiale che ha generato testimoniautentici di Cristo, come don AndreaSantoro, ucciso il 5 febbraio 2006 aTrabzon. Questa è la Turchia, la TerraSanta della Chiesa, la terra unita alMediterraneo dal ponte cheBartolomeo I è venuto a costruire aNapoli nell’ottobre del 2007 e che ilCardinale Crescenzio Sepe ha portato“simbolicamente” a compimento nelsuo pellegrinaggio al Fanar.

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Vita ecclesiale Nuova Stagione2 • 1 MARZO 2009

A margine del Messaggio del Cardinale Crescenzio Sepe per la Quaresima

La santità della Chiesadi Antonio Terracciano *

La lectio divina – ispirata alla “legge disantità” di Lv 17-26 – che il nostro Vescovopropone alla Chiesa di Napoli in questaQuaresima, invita a riscoprire la santità del-la chiesa, il volto della Sposa, la bellezza del-la communio sanctorum, di coloro che so-no “chiamati a essere santi” (secondo ladensa, ricorrente espressione paolina kletoìághioi).

La nota della “santità” fu la prima a es-sere aggiunta nel Simbolo all’articolo di fe-de sulla chiesa. Essa già compare nel Credobattesimale riportato dalla Tradizione apo-stolica di Ippolito (tra il 197 e il 222), cherispecchia la prassi liturgica dellaChiesa di Roma alla fine del II se-colo: Credi nello Spirito Santo e lasanta Chiesa? La trasmissione diquesto testo – perduto nell’origi-nale greco – ha permesso traduzio-ni diverse: Credi nello Spirito Santonella santa Chiesa? o anche: Credinello Spirito Santo (che è) nellasanta Chiesa?

Secondo quest’ultima, inte-ressante traduzione (di PierreNautin), la nota della santità èconfessata come opera delloSpirito che dimora nella chiesa. IlConcilio Vaticano II ha riscopertotale prospettiva profondamenteteologica della santità della chiesain uno dei testi più belli dellaLumen gentium: «Lo Spirito dimo-ra nella Chiesa e nei cuori dei fe-deli come in un tempio (1Cor 3,16; 1Cor6,19)… La unifica nella comunione e nel mi-nistero, l’edifica e conduce con diversi do-ni gerarchici e carismatici, l’arricchisce deisuoi frutti (Ef 4,11; 1Cor 12,4; Gal 5,22). Conla forza del Vangelo la fa ringiovanire, con-tinuamente la rinnova e la conduce alla per-fetta unione col suo Sposo…» (LG 4).

Così, la santità non è più considerata inun’ottica ascetico-morale o legata a un par-ticolare stato di vita (uno “stato di perfezio-ne”), ma compresa come dimensione di tut-ta la chiesa, santificata da Cristo e abitatadallo Spirito Santo. Essa esprime il miste-ro della chiesa-comunione: è la stessa “co-munione con Dio”, dono (e “vocazione”) co-mune di tutto il popolo di Dio, che «ha percondizione la dignità e la libertà dei figli diDio, nel cuore dei quali dimora lo SpiritoSanto come in un tempio», e per legge «ilnuovo comandamento di amare comeCristo stesso ci ha amati (Gv 13,34)» (LG9).

Non fu facile al Concilio l’approdo aquesta nuova visione teologica della santità.Su questo tema, infatti, pesava da tempouna concezione “dualistica”, legata al mo-dello degli status ecclesiae, che aveva finitoper distinguere eccessivamente tra una viadei “precetti” – che obbliga sul piano “mo-rale” tutti i cristiani – e una via dei “consi-gli evangelici”, per coloro che aspirano allaperfezione della santità (Mt 19,21: «Se vuoi

rum, nella quale “tutti” partecipano real-mente della santità di Dio, del dono dellafigliolanza, poiché “tutti” «nel battesimodella fede sono stati fatti veramente figli diDio e compartecipi della natura divina, eperciò realmente santi (reapse sancti effec-ti sunt)» (LG 40).

Per tutti, dunque, nella chiesa è “unasola” la santità cristiana, che scaturiscedalla fede e dal battesimo: per tutti essa èfondamentalmente espansione della gra-zia battesimale. Perciò tutti i battezzati,senza alcuna distinzione, sono chiamatialla perfezione della vita cristiana e alla

pienezza della santità.Su questo sfondo teologico, il

Concilio proietta alcune “icone”più rappresentative delle moltepli-ci forme, in cui si manifesta la san-tità della chiesa. Nelle innumere-voli esperienze e testimonianzedell’esistenza cristiana, infatti,«un’unica santità è praticata datutti coloro che sono mossi dalloSpirito di Dio», e si compie l’uni-ca sequela di «Cristo povero, umi-le e carico della croce». La santitàcristiana si incarna, così, nella sto-ria, in tutte le condizioni di vita ele esperienze degli uomini, mani-festando a tutti «la carità con laquale Dio ama il mondo» (LG 40).

Da questo limpido orizzonteteologico possiamo trarre alcuniorientamenti importanti per la vi-

ta delle nostre comunità ecclesiali.Il primo viene da un’intuizione di

Giovanni Paolo II, presentata in due interes-santi paragrafi (nn. 30-31) della Lettera apo-stolica Novo millennio ineunte (6-1-2001),ma non ancora recepita – mi sembra – in tut-to il suo valore. Scriveva il Papa: «Non esitoa dire che la prospettiva in cui deve porsi tut-to il cammino pastorale è quella della san-tità» (ivi 30). Si tratta di un principio di di-scernimento importante e difficile, special-mente in questo tempo caratterizzato, per lanostra Diocesi, dall’elaborazione di piani,agende, regìe pastorali. Un invito a saper ri-cercare stili e percorsi di una pastorale chesia fondamentalmente manifestazione dellasantità della nostra chiesa. Ricordando, adesempio, come scriveva ancora il Papa, chela santità non si può “programmare”, ma ri-chiede una pedagogia, capace di adattarsi airitmi delle persone (cf. ivi 31).

Il secondo orientamento, strettamen-te collegato al primo, invita le nostre co-munità a immaginare “ancora” (cioè incontinuità con quella storia di santità cheha caratterizzato nel tempo la Chiesa diNapoli) le nuove “icone di santità” del no-stro tempo, nelle quali la grazia incontral’umano, la fede si esprime nella fragilitàdella vita, l’amore può aprire ancora sen-tieri di compassione e di speranza.

* Vicario episcopaleper il clero e la formazione

essere perfetto…»). Contro tale concezio-ne, già sant’Alfonso de Liguori aveva affer-mato con forza: «È un grande errore quelche dicono alcuni: “Dio non vuole tutti san-ti”. No, dice san Paolo (1Ts 4,3), Iddio vuo-le tutti santi, e ognuno nello stato suo»(Pratica di amar Gesù Cristo, 8, 10).

Nel Concilio si confrontarono due po-sizioni. La prima considerava la santitànella sua dimensione cristologica-teologa-le, comune a tutti i fedeli, per cui il “gra-do” di perfezione dipende unicamente dal-la maggiore o minore carità (non dallo sta-to di vita). È questo, ad esempio, l’insegna-

mento di san Tommaso d’Aquino, per ilquale la santità cristiana deriva unicamen-te dalla carità (ex caritate pensanda est), edè veramente perfetto colui che è trasfor-mato totalmente in Dio dall’amore (qui to-taliter in Deum per amorem transforama-tur). In questa luce, i consigli evangelicinon identificano una categoria separata difedeli, ma appartengono costitutivamentea tutta la chiesa, chiamata a essere tutt’in-tera vergine, povera e obbediente a Cristo.

La seconda posizione, invece, ritenevai consigli evangelici non dono e vocazionedi tutta la chiesa, ma elementi costitutividi uno stato più perfetto di santità, che èproprio della vita consacrata.

Il Concilio, risalendo alle limpide sor-genti della Scrittura, attraverso la grandetradizione teologica, riscoprì e riproposel’autentica teologia della santità della chie-sa, nella sua dimensione di dono e “miste-ro”, costitutiva di tutto il popolo di Dio, ein prospettiva “dinamica”, aperta a infini-te forme o vie dell’esperienza cristiana.

In primo piano sta, dunque, la santitàdella chiesa, dono di Dio liberamente effu-so, comunicazione di vita della Trinità,presentata non soltanto come “fine”, maanche come “realtà attuale” (res) dellachiesa, “sposa” di Cristo, che egli «ha uni-ta a sé come suo corpo» e ha «riempito deldono dello Spirito Santo» (LG 39). La chie-sa appare così come communio sancto-

Giovanni d’Avila nasce ad Almodor delCampo di Spagna il 6 gennaio 1499.Dopo aver frequentato la scuola a

Salamanca, nel 1520 si iscrive all’Universitàdi Alcalà de Henares. Nel 1526 decide di di-ventare sacerdote e si trasferisce a Sivigliacon progetto di partire per il Messico in com-pagnia di Giuliano Garcés, nominatoVescovo di Tlaxcala. Ma l’Arcivescovo diSiviglia, Alfonso Maurique, lo invita a rima-nere in Diocesi.

Nel convento di San Marcos riprende glistudi di Teologia interrotti e consegue il titolo di Maestro. Da quelmomento comincia a predicare e a dirigere spiritualmente molti fe-deli. A causa di invidie è denunciato all’Inquisizione e, nel 1532, èarrestato. Nel giugno 1533 è assolto e rilasciato. Il periodo trascor-so nelle carceri è per lui spiritualmente fecondo e inizia a scrivereil celebre “Audi, Filia”.

Riprende la sua attività di predicatore e si trasferisce a Cordoba,

dove viene incardinato. Dal 1536 al 1539 è aGranata su invito dell’Arcivescovo. Qui il 20gennaio 1537, grazie alla sua predicazione,converte San Giovanni di Dio. Con il suo ca-risma influenza le scelte di alcuni personag-gi dell’epoca tra i quali San Francesco Borja,Luigi de Granata e Santa Teresa D’Avila laquale sottopone la propria “Autobiografia” alsuo giudizio.

Si lega con profonda amicizia conSant’Ignazio di Lodola e alcuni discepoli diGiovanni entrano nella Compagnia di Gesù.

Sant’Ignazio potrà sempre contare sul suo sostegno e sui suoi con-sigli. Giovanni si impegna assiduamente per la riforma della Chiesae individua alcune necessità, che verranno riprese dal Concilio diTrento: l’istituzione dei Seminari e l’obbligo di residenza dei Vescovi.

Muore il 10 maggio 1569. Fu beatificato da Leone XIII il 15 apri-le 1894 e elevato agli onori degli altari da Paolo VI, il 31 maggio 1970.

Virgilio Frascino

Uominidi cuore

come Dio

ChiesaCattedraledi NapoliNormeper la celebrazionedel Sacramentodel Battesimo

Il Sacramento del Battesimosi celebra la seconda e quartadomenica del mese alle ore17.30 (tranne nel mese diagosto). Per la prenotazione occorre: 1) Nulla-osta rilasciato dalparroco della parrocchia diappartenenza (di residenza). 2) Certificato di nascita delbambino o della bambina. 3) Idoneità del padrino odella madrina rilasciato dalparroco della parrocchia diappartenenza. L’ufficio per le prenotazioni èaperto dal lunedi al sabatodalle ore 9 alle 12. (tel.081.449097)

Normeper la celebrazionedel Sacramentodella Confermazione

Il Sacramento dellaConfermazione (Cresima) sicelebra tutte le domeniche(tranne il mese di agosto enelle solennità liturgiche) alleore 11. Per la prenotazione occorre: 1) Certificazione rilasciata dalparroco dove si è seguito ilcorso di preparazione. 2) Certificato di battesimo. 3) Certificato di idoneità delpadrino o della madrina darichiedere alla parrocchia diappartenenza. La prenotazione alSacramento, con tutti idocumenti prescritti, deveavvenire durante la settimanaprecedente alla Cresima pressol’ufficio parrocchiale delDuomo che resta aperto dallunedi al venerdi dalle ore 9alle ore 12. Il certificato della Cresimaeffettuata si potrà ritirare dalmercoledi successivo allacelebrazione dalle ore 9 alleore 12.Per ulteriori informazioni èpossibile telefonare allasacrestia del Duomo(081.44.90.97).

Primo piano ecclesialeNuova Stagione 1 MARZO 2009 • 3

La parolaai protagonisti

di Raffaele Cassese *

La Chiesa di Napoli, domenica 22 febbraio, si è colorata delle frizzanti sfumature della“Giornata del Seminario”. Attenzione… non un evento spicciolo che “lascia il tempo che tro-va”, ma un frangente in cui è all’opera lo Spirito Santo, tutto teso a trasformare in terreno fe-condo, per la fioritura delle vocazioni, la comunità-vigna partenopea.

A questa iniziativa, appena conclusasi, fanno eco le impressioni di alcuni dei protagonistidi questa domenica. Paolo Flagiello, seminarista del primo biennio è stato accolto dalla par-rocchia S. Maria a Villanova: «Particolarmente stimolante è stato l’incontro con un gruppetto na-scente di adolescenti per i quali ho cercato di comunicare ricorrendo a forme comprensibili per chinon usa il tuo stesso linguaggio, evitando di apparire un marziano. Altro incontro corposo è sta-to quello con gli adulti: incontrare persone che hanno già fatto delle scelte e prospettargli le pro-prie, talora a loro sconosciute. Mi ha colpito, poi, il fatto che si sono messi ad ascoltare un ragaz-zino, rispettandomi. Dunque, mi sento arricchito, e sicuramente si è creato un contatto umanonel quale mi è stato chiesto un ritorno, il che potrebbe essere l’inizio di un confronto successivoproprio perché c’è voglia di Dio…». Poi, Giovanni Cozzolino, seminarista del secondo biennio:«È stata una settimana molto intensa, però ricca d’esperienza, innanzitutto per la bella accoglien-za riservatami dalla Parrocchia di Santa Caterina ad Ercolano.

Mi sono emozionato tantissimo a parlare della mia storia vocazionale, ritornando alle radici;ciò mi ha dato una maggiore spinta nel raccontare la mia esperienza di giovane che aveva proget-tato il futuro e poi è arrivato Gesù che l’ha rovesciato. Anche se avevo tante domande da fare alSignore sapevo che lui poteva rispondere a queste mie domande. E le risposte sono arrivate e poi,tra le tante, Dio ha fatto una domanda a me. Questa è stata anche la domanda che ho rivolto aigiovani, di fermarsi e di progettare il futuro insieme a Dio ponendo a Dio le proprie domande…Tuttavia, ho constatato che oggi si fanno tante cose e non ci si trova tempo per fermarsi e a porsidelle domande e farsi aiutare». Ancora, Francesco Del Vecchio seminarista del secondo bienniofelice dell’esperienza presso la Parrocchia Addolorata alla Pigna dell’Arenella: «Ho conosciutouna realtà territoriale diversa, in quanto credevo che la zona fosse di un certo livello sociale. Infatti,sono rimasto colpito dalle condizioni sociali abbiette di alcune zone da me visitate durante la pro-cessione eucaristica delle quarantore. Ma senz’altro arricchente è stata la testimonianza di fede delparroco don Vittorio molto legato alla sua gente. Egli, sofferente per un’operazione alla mano, no-nostante fosse stato dimesso qualche giorno prima, ha voluto presiedere le celebrazione di per sefaticose mostrando il cuore di un pastore che veramente vive il suo essere sacerdote. Ottima an-che l’accoglienza delle persone».

Ed infine Francesco Rinaldi seminarista del terzo biennio: «La giornata del Seminario è un’op-portunità per conoscere altre realtà parrocchiali, avendo così il polso della diocesi e della diversitàculturale e attraverso il modo di vivere la celebrazione liturgica, anche capire il tipo di fede dellepersone. Ti permette di metterti in gioco, di ritornare sulle motivazioni che ti hanno portato allascelta del Seminario aiutandoti a rimotivarti. E poi, dover parlare a persone che non conosci chesono li per ascoltarti, ti sprona pure a cercar di tirar fuori il meglio di te per essere chiaro, prepa-randoti in un certo senso a quello che sarà il ministero futuro».

* seminarista del Secondo Biennio

La propostaeducativa

di Antonio Serra *

La proposta educativa vuole sostenere rispo-ste generose alla chiamata del Padre che invita aseguire il Figlio suo Gesù Cristo, per rinnovare esantificare l’umanità con la forza dello SpiritoSanto. L’iter, nei suoi diversi momenti, si presen-ta come un dialogo tra il singolo giovane e l’inte-ra comunità del seminario, guidata dell’equipeeducativa; nel dialogo educativo, infatti, entranoin gioco il mistero della Grazia che spinge versola realizzazione del disegno divino, la libertà delsingolo che dovrebbe sempre orientare nella ve-rità i suoi passi e la mediazione, prudente e lun-gimirante, della comunità educativa. Il cammi-no formativo è organizzato su quattro livelli otempi che indicano i passaggi salienti proposti algiovane in formazione: l’incontro, l’inserimento,l’assimilazione e la partecipazione. Nel primo sirealizza un’iniziale conoscenza tra il candidato ela comunità educante: è una fase caratterizzatadal confronto sincero per valutare la possibileconsistenza dei segni vocazionali intuiti; nella se-conda fase, invece, avviene un concreto passag-gio, prova dell’attendibilità dei segni vocazionalimostrati: si entra in pieno nella vita del semina-rio, condividendo il percorso indicato per unprofondo discernimento e un preciso orienta-mento decisionale; ancora nel terzo livello si con-cretizza un’adeguata assimilazione al progettoeducativo, che traccia nell’identità presbiteralel’orizzonte su cui concretamente misurare le pro-prie aspirazioni vocazionali; nel quarto livello, in-fine, si sottolinea la dimensione partecipativa,conseguenza di oneste motivazioni e di attitudi-ni vocazionali acquisite, così da favorire una di-sposizione vocazionale stabile cui la Chiesa ri-sponde chiamando al ministero ordinato coloroche ritiene pronti e degni per tale responsabilità.

I percorsi che segnano idealmente i passaggida un livello ad un altro sono: dall’intuizione vo-cazionale al primo discernimento delle motiva-zioni (anno propedeutico); dal discernimentosulle ragioni più intime alla decisione vocaziona-le di mettersi in cammino (primo biennio); dal-l’approfondimento della propria vocazione alconsolidamento dell’identità presbiterale propo-sta dalla Chiesa (secondo biennio); dalla disposi-zione interiore voler consacrare se stessi all’esse-re chiamati dalla Chiesa all’esercizio del ministe-ro (terzo biennio). I contenuti della formazionesono organizzati in modo originale e ruotano in-torno ad alcuni temi portanti e caratterizzanti lavita sacerdotale: le virtù teologali, i consigli evan-gelici e i pilastri della vita ecclesiale ovvero laParola, l’Eucaristia e la ministerialità. Inoltre, siinsiste sulla capacità di verificare concretamen-te il cammino fatto dal candidato, evidenziandospazi d’impegno nei quali è chiamato a misura-re le sue personali risposte sia sotto il profilo spi-rituale e sia su quello pastorale. II dinamismo vo-cazionale è costituito da un nucleo centrale arti-colato su tre irrinunciabili coordinate interiori:la fede in Cristo che nasce dall’ascolto dellaParola; la semplicità del cuore che esprime il sen-tire profondo con le sue reali disposizioni, ed in-fine, la passione per il Regno di Dio e per la Chiesache dice la volontà d’impegnarsi senza misura. Inaltre parole, bisogna mettere insieme lo studiocritico della teologia e delle scienze umane, l’in-tima coerenza personale e la prassi pastorale conun forte slancio missionario. La proposta educa-tiva del Seminario deve favorire una crescita nel-la vita di fede adeguata alla chiamata ricevuta:talvolta capita che non si ha un’adeguata intelli-genza della fede capace di penetrare la grandezzadella vocazione ricevuta.

* Rettore del Seminario

Note storiche(r.c.) La formazione dei chiericinel periodo medioevale, non eraaffidata ad un’unica istituzionestabile. Tale formazione era de-mandata alla cura dei singoli sa-cerdoti che seguivano i candidatie alla schola episcopalis, erettapresso le chiese cattedrali. Laquestione della formazione deichierici fu discussa al Concilio diTrento che sancì l’erezione in tut-te le chiese locali di un istitutonel quale si educassero i ragazzi.Nel Regno di Napoli i seminarivennero eretti quasi subito nellamaggior parte delle diocesi.L’archidiocesi di Napoli ebbe ilsuo seminario il 1 gennaio 1568ad opera dell’arcivescovo MarioCarafa. Nei primi decenni del‘900 la vecchia struttura ormaiangusta, indusse il cardinaleSchuster, in visita a Napoli, asuggerire la costruzione di unanuova sede. L’allora arcivescovocard. Alessio Ascalesi si mise al-l’opera con il permesso di Pio XI.Nel 1930 si avviò la costruzionedel nuovo seminario aCapodimonte. L’ingegner Tirone,che lo progettò, intese richiamar-si al palazzo reale e, su suggeri-mento dello stesso Pio XI, fu rica-vato un ampio terrazzo ad emici-clo, che affaccia sulla città e sulgolfo di Napoli. Il 29 giugno 1934il presule inaugurò la nuovastruttura. Al centro dell’ampiocortile egli fece collocare la statuadella Vergine Immacolata, operaseicentesca di Cosimo Fanzago.L’attuale struttura è stata amplia-ta e rimaneggiata negli anni ‘50 enel 1969, per renderla più idoneaalle nuove esigenze. Nel 1973, inseguito alla costruzione della suanuova sede, la Facoltà Teologica,fino ad allora presso il seminario,fu da esso scorporata. Ciò com-portò per l’istituto la perdita del-l’antica e grande biblioteca. Daallora sono stati raccolti nuova-mente fondi librari ad uso dei se-minaristi. Successivamente ilcardinale Corrado Ursi provvide,a trasferire il seminario minoreche ebbe nuova sede prima aCaloria, poi nella villa Bozzi aiPonti Rossi. Il neo eretto semina-rio fu dedicato a Papa Paolo VI.Con il passare del tempo, ilSeminario maggiore si è apertoad accogliere anche seminaristidi altre diocesi limitrofe. Dal set-tembre 2003 la comunità del se-minario Minore si è trasferitanuovamente nella struttura delSeminario Maggiore, riunendol’unica comunità formativa.Segnaliamo nella storia delSeminario la permanenza delcompianto Papa Giovanni PaoloII che vi soggiornò nei giorni 9-11 novembre 1990 e di PapaBenedetto XVI che vi ha fatto vi-sita il 21 ottobre 2007.

Domenica 22 febbraio si è celebrata la Giornata del Seminario

Avviso ai parroci e ai rettoriLa raccolta delle offerte per la Giornata del Seminario va fatta in tutte le par-

rocchie e rettorie ed in ciascuna delle celebrazioni, compresa quella del sabatosera.

Quanto raccolto va poi versato alla Tesoreria della Curia (diacono VirgilioFrascino), specificando la causale: “Giornata del Seminario 2009”.

Vita ecclesiale Nuova Stagione4 • 1 MARZO 2009

Il 22 febbraio il primo Congresso Eucaristico della parrocchia San Giustino de’ Jacobis

Come una grande famigliadi Paolo Melillo

Dopo due settimane di intensa spiri-tualità ed operosità, domenica 22 feb-braio, si è concluso il primo CongressoEucaristico della comunità parrocchia-le S. Giustino de Jacobis. Questo even-to ha coinvolto tutta la Comunità, cer-cando di rendere partecipi soprattutto icosiddetti “lontani” e i giovani, per po-ter costituire un importante momentonon solo di risveglio da un diffuso tor-pore spirituale, ma anche di recupero diquei valori di convivenza civile da tem-po sommessi. Infatti, i primi giorni so-no stati caratterizzati dalla visita dei“missionari” alle famiglie per aiutarle adaccogliere il Congresso come dono diDio e come opportunità di crescita co-me persone e come comunità.

Si sono susseguiti momenti di pre-ghiera e di fraternità, come la Veglia deigiovani che hanno coinvolto con la lorogioia ed entusiasmo l’intera comunità;la Celebrazione eucaristica con i mala-ti e gli anziani nella memoria della BeataVergine di Lourdes dove la comunità hariscoperto, nella loro sofferenza, laprovvisorietà dei beni materiali e la vo-cazione al servizio; l’Adorazione nottur-na nelle zone e l’Adorazione per l’interagiornata di sabato 14 febbraio per pren-dere sempre più coscienza che solol’Eucaristia ci svela il segreto per tra-sformare la società: dare la vita per glialtri come Gesù.

Con la Celebrazione eucaristica didomenica 15 febbraio, presieduta daMons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi le Piccole Comunità sono state ri-conosciute come Comunità Ecclesiali diBase (Ceb), ove i membri effettivi si im-pegnano a vivere, per quanto umana-mente possibile, in conformità alVangelo ed operare per il bene della co-munità e di tutti.

Nei tre anni precedenti, tramite lePiccole comunità il popolo è stato chia-mato a esprimere l’ideale di futuro del-

mento significativo nel cammino dellacomunità parrocchiale. Mons. Iannoneha evidenziato che il progetto si fondasu due pilastri, due scelte di fondo chesono state operate nell’elaborazionedello stesso: spiritualità ed evangelizza-zione. Il Vescovo ha concluso auguran-do «la vita di ognuno di voi e di tutta lacomunità sia sempre più radicata nelloSpirito e il vostro agire sia sempre più lu-minoso: essere luce del mondo» (cfr Mt5,14).

Il Congresso eucaristico è culmina-to con il Riconoscimento dei ministeridi fatto avvenuto nella Celebrazioneeucaristica conclusiva presieduta daMons. Antonio Di Donna, VescovoAusiliare di Napoli. Il parroco donArcangelo Caratunti nel suo saluto haespresso la gratitudine dell’intera co-munità per tutti i momenti di grazia ri-cevuti nel passaggio esodale “da massaa popolo di Dio” «per portarci a questomomento conclusivo del CongressoEucaristico parrocchiale: premessa epunto di partenza per una nuova imma-gine di Chiesa. Esso consiste nel viverela chiamata di Dio alla santità in un po-polo nuovo, il “suo” popolo: servire que-sta santità è servire il suo Regno. IlVescovo Mons. Di Donna nella sua si-gnificativa omelia ha sottolineato: og-gi siamo radunati come una sola gran-de famiglia, uniti dalla stessa fede e dal-lo stesso Pane della vita e con il ricono-scimento dei ministeri di fatto la comu-nità può proseguire il suo cammino dirinnovamento in sintonia con la Chiesauniversale e la Chiesa diocesana. Haesortato i nuovi ministri di fatto a nonrisparmiarsi nello spendere la propria vi-ta per gli altri, conciliando la famiglia, illavoro e l’impegno del nuovo servizio,così, modellandosi al santo patronoGiustino de Jacobis, essere missionaridel Vangelo per fare comunione gli unicon gli altri».

la comunità parrocchiale nel suo esse-re, agire e organizzarsi, sintetizzato nel“Progetto Comunitario”, letto dalleCeb, negli incontri tenutisi nel corsodella settimana, per confermarne la va-lidità.

Sabato 21 febbraio, il “ProgettoComunitario” è stato ufficialmente ap-

provato nell’assemblea conclusiva pre-sieduta da Mons. Filippo Iannone,Vescovo Ausiliare di Napoli, il quale haespresso la sua gioia per questo mo-

Il Cuore di Gesù “vittima” chiede ai suoi discepoli di penetra-re nei suoi sentimenti, con i quali Egli si immola per la salvezzadei fratelli. Il “vegliate con me”, che Gesù chiede agli Apostolinell’orto degli ulivi, è un invito rivolto alla sua Chiesa di tutti itempi per una vigilanza di vita e di opere insieme con Lui.

Gesù ci vuole cooperatori alla redenzione, nel senso chedesidera che ci conformiamo ai suoi sentimenti, alla sua ope-ra, per compensare l’onore del Padre, leso da tanti peccati.

Gesù Crocifisso con il cuore squarciato è l’immagine piùespressiva e più familiare di Gesù “vittima dei peccatori”. Lacroce giustamente è chiamata l’altare della Nuova Alleanza,sul quale la vittima di infinito valore si offre alla Maestà divi-na come prezzo da pagare per riconquistare gli uomini a Dio.

La vittima è il Figlio di Dio. San Paolo faceva meditare i pri-mi cristiani sul costo di questo prezzo (I Cor. 6, 20). San Pietroesortava a riflettere: «Non siete stati comprati con oro o argen-to, ma con il sangue dell’agnello immacolato» (I Pt. 1, 18-19).

Nell’ultima cena Gesù si immola, vittima di espiazione peri peccati degli uomini, con quello stesso amore con cui si im-molerà sulla croce. La Messa, cioè il Sacrificio Eucaristicodell’ultima cena, come quello che si compie ogni giorno su-gli altari in tutte le chiese del mondo, non è solo “memoria”del sacrificio della croce, una sua rappresentazione per quan-

to suggestiva, ma l’attuazione ripetuta, compita oggi. La san-ta Messa continua, rinnova quella stessa unica, identica im-molazione di Gesù sul Calvario.

Il Cuore di Cristo, redentore del mondo, non solo si è aper-to come vittima dei peccatori, quando fu squarciato dalla lan-cia del soldato ma si apre in ogni sacrificio della Santa Messa.È la fonte perenne della salvezza, a cui gli uomini devono in-cessantemente attingere.

La liturgia del cielo (nella visione dell’Apocalisse) canta aGesù, al suo Cuore squarciato, al suo amore che l’ha fatto vit-tima dei peccatori: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprir-ne i sigilli perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio,con il tuo sangue, uomini di ogni lingua, tribù, popolo e na-zione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdotie regneranno sopra la terra» (Ap. 5, 9-10).

Gesù in cielo, è ancora nello stato di vittima, ma vittimaglorificata, che si presenta al Padre con i segni del suo sacri-ficio. «Perciò può salvare perfettamente quelli che, per mezzodi lui, si accostano a Dio, essendo Egli sempre vivo per inter-cedere a loro favore» (Eb 7, 25).

Cuore di Gesù, vittima dei peccatori, fa della nostra vitaun’offerta viva, santa, gradita a Dio, liberaci dall’ingratitudi-ne, preservaci da ogni peccato, ricolmaci del tuo amore.

L’intenzione dell’Apostolato della Preghiera per il mese di marzo

Penetrare nei sentimentidi vittima del Sacro Cuore

di Cristoforo Lucarella

Concistoro pubblicoper la canonizzazione

CaterinaVolpicelli santa il26 aprileAlla presenza di Benedetto XVIsi è svolto il 21 febbraio scorsoin Vaticano, presso la SalaClementina del PalazzoApostolico, il concistoroordinario pubblico per lacanonizzazione, nei prossimimesi, di 10 Beati. Tra le figuredei nuovi Santi, eroicitestimoni del Vangelo, chesaranno proclamati il prossimo26 aprile, la nostra CaterinaVolpicelli, fondatricedell’Istituto Ancelle del SacroCuore. Il Concistoro ha riunito 39Cardinali intorno al Papa.All’inizio della celebrazionedell’«Ora Sesta», il Papa haintrodotto brevemente gliargomenti da trattare. Dopo ilcanto dei salmi e laproclamazione della «Lectiobrevis», è seguita laperorazione delle cause dicanonizzazione, compiutadall’Arcivescovo Angelo Amato,prefetto della Congregazionedelle Cause dei Santi. Il Papaha chiesto quindi ai Cardinali,agli Arcivescovi e ai Vescovipresenti, il parere sullecanonizzazioni proposte. Dopoaver sentito il parerefavorevole, Benedetto XVI hadeciso di iscrivere all’Albo deisanti i beati segnalati.Il Pontefice ha quindi guidatola preghiera per la Chiesa,invocando la presenza dellaTrinità nella vita del popolo diDio. La triplice invocazione si èconclusa con il canto del«Pater Noster». Il Papa hainfine impartito la benedizioneapostolica ai presenti. Subitodopo, il Maestro delleCerimonie liturgiche pontificie,monsignor Guido Marini, hainvitato monsignor Paolo DeNicolò, reggente della Prefetturadella Casa pontificia eprotonotario apostolico, aredigere lo strumento pubblico«ad perpetuam rei memoriam».

Vita ecclesialeNuova Stagione 1 MARZO 2009 • 5

Il quinto decanato prega per la comunioneCon una raccolta celebrazioneeucaristica, svoltasi nella serata divenerdi 20 presso la Basilica diSan Gennaro ad Antignano, lecomunità parrocchiali del Vdecanato si sono unite al decanomons. Lucio Lemmo, per chiedereal Signore il dono dell’unità, anchein vista dell’incontro conl’Arcivescovo del 26 febbraio Nel corso dell’omelia,sottolineando come la visita delCardinale sia un dono a questacomunità, e da cui devonoscaturire grazie su grazie, mons.Lemmo ha preso spunto dallaprima lettura, il racconto dellatorre di Babele narrato nellaGenesi, per raffrontare quellasituazione, con la realtàquotidiana della zona alta dellacittà su cui insiste il V decanato,che va dai Camaldoli ai ColliAminei e Capodimonte, fino alVomero e all’Arenella, con quasiduecentomila abitanti.“Oggi come allora gli uominicostruiscono, sfidano le forze dellanatura, ma con lo sguardo rivoltoverso il basso. Si è smarrito ilsenso del divino”. Ha riflettuto ilcelebrante. “E quindi non c’è piùla comunione, ma la confusione.Tante ricchezze sono presenti sulnostro territorio, nelle nostrecomunità parrocchiali, ma vannotutte in ordine sparso, nonpermettendo quindi la crescitacristiana della società. E’ compitoallora del decanato e del consigliodi pastorale decanale riunire tutti italenti presenti, per far si che lecomunità ecclesiali della V zonadiventino, insieme, una scialuminosa, segno della presenzatrinitaria. Trinità che è appuntocomunione. E sul nostro campod’azione pastorale il senso deldivino e della comunione” hacontinuato il decano “si è ormaismarrito. Troppi matrimoni infrantumi, anziani lasciati soli egiovani disperati, smarriti. Saràcompito quindi di ognuno di noi,in comunione con gli altri, esseresegno di speranza per tutti”.La celebrazione è poi proseguitacon un momento di AdorazioneEucaristica, animata dal coro edai giovani presenti, per invocareancora una volta il dono della verae piena comunione “comunioneche è forza per affrontare le sfidequotidiane” ha ribadito mons.Lemmo.In conclusione l’appuntamento alConsiglio di Pastorale Decanaleper l’incontro con il CardinaleSepe il 26, e per tutta la comunitàzonale, domenica 1 marzo alle ore18,00 presso la parrocchia di SanGennaro al Vomero, per laStazione quaresimale guidatadall’Arcivescovo, cui seguirà la S.Messa presso la parrocchia di SanGiovanni Battista dei Fiorentini.

Claudio Esposito

Le parrocchie dei Camaldoli in marcia per la vitadi Rosanna Borzillo

ti, piccole difficoltà, ma Gesù vi dice: “Io so-no la via, la verità e la vita”: ricorrete a lui chevi darà la forza di andare avanti e di superareogni cosa».

La passeggiata di bimbi e famiglie è, dun-que, iniziata. In tanti hanno indossato le ma-schere di Carnevale, segno del momento difesta e sono stati accompagnati dalle cate-chiste che li guidano nel cammino di inizia-zione cristiana, e dai parroci delle rispettivecomunità: don Massimo Ghezzi e donAlessandro Rulli dei Camaldoli e il vice par-

roco di Santa Maria di Costantinopoli diAniello Di Luca. Al Policlinico tanti i piccolidegenti che hanno accolto i bimbi delle par-rocchie dei Camaldoli per partecipare insie-me alla messa, concelebrata da padre Luigi,camilliano e cappellano del Policlinico.

«È un momento speciale per tutti noi - di-ce don Massimo Ghezzi che presiede la con-celebrazione – la nostra presenza qui indicala volontà di dire a tutti che la vita è un donodi Dio. Ognuno prega per gli ammalati soprat-tutto per i più piccini per i quali abbiamo por-tato un dono e del materiale didattico: segnodel nostro affetto e della nostra presenza. Maciò che è importante è condividere con loro lapreghiera e testimoniare la gioia della presen-za». Alla fine della celebrazione il volo dellecolombe: il segno della Spirito Santo. «Che– aggiunge don Massimo – dona la pace e se-renità del cuore, e porta la salute del corpo edello spirito a tutti i bimbi e alle loro fami-glie». Presenti anche i medici e i volontariospedalieri che hanno condiviso il momen-to della celebrazione eucaristica e della fe-sta finale.

I bambini delle parrocchie di S. Maria diCostantinopoli a Cappella Cangiani,dell’Immacolata di Nazareth, di ReginaParadisi e di Santa Croce ad Orsolone insie-me per testimoniare la vita. In corteo da lar-go Cangiani e fino ai luoghi della sofferenza:l’ospedale Policlinico diventa un posto sim-bolo per celebrare la Messa e per dire sì allavita, in qualsiasi condizioni, in ogni momen-to, in ogni istante. «Oggi – dice mons. Ponte,Vicario episcopale per i laici e parroco diSanta Maria di Costantinopoli a CappellaCangiani – volete testimoniare che siete a fa-vore della vita, che la difendete, che la salva-guardate in qualsiasi situazione ci si trovi. Lavita è un valore che voi custodite sempre: è sa-cra – ha proseguito Ponte – è un concetto chedovete trasmettere con entusiasmo. Questamattina – ha aggiunto ancora il parroco – an-date in un luogo di sofferenza per infondere lagioia. È la vostra risposta: l’unica possibile al-la sofferenza, l’amore».

«Può capitare - dice ancora Ponte – di sen-tirsi stanchi di aiutare perché anche nella vo-stra vita ci sono piccole sofferenze: brutti vo-

Associazione Laicale Eucaristica Riparatrice

Giornata di spiritualitàDomenica 8 marzo, a partire dalle ore 9.30, presso la Casa di

Spiritualità dei Padri Gesuiti a Cappella Cangiani, in viaSant’Ignazio, Napoli, è in programma una giornata di spiritualitàeucaristica organizzata dall’Associazione Laicale EucaristicaRiparatrice.

L’incontro è rivolto a tutti tutti gli associati della diocesi di Napolie diocesi limitrofi.

Alle ore 11, Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E.Mons. Antonio Di Donna, Vescovo Ausiliare d Napoli.

Sono invitati a partecipare, inoltre, i Ministri Straordinari del-la Comunione di tutte le parrocchie.

Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale

Verso la Città futuralunedì 2 marzo, alle 18,30

nella Sala Valeriano in Piazzadel Gesù,il teologo e medicoPadre Andrea Vicini, deiGesuiti, terrà una conferenzasul tema “Problemi di bioeticain relazione alla fine della vita”.

Lunedì 16 marzo, ore18.30 “Verso un nuovo pattosociale” - Francesco Casavo-la, presidente dell’Enciclope-dia Italiana; Biagio DeGiovanni, docente di Storiadell’Integrazione Europea -Napoli.

Lunedì 20 aprile, ore18.30 “La persona al centrodell’economia” - Luigi FuscoGirard, docente di Economiaed Estimo Ambientale -Napoli; Adriano Giannola,docente di EconomiaBancaria - Napoli.

Lunedì 18 maggio, ore18.30 “Ambiente e sviluppo so-stenibile” - Giuliana Martira-ni, docente di Geografia delloSviluppo - Napoli; padre AlexZanotelli Missionario Combo-niano.

Vita ecclesiale Nuova Stagione6 • 1 MARZO 2009

Il 24 febbraio ricorre la festa liturgica della lumino-sa figura del Beato Tommaso Maria Fusco. Quanto piùil tempo passa la sua personalità, la sua opera trovano inItalia, in America, in India, in Africa, nelle Filippine, inIndonesia un unanime consenso. Spese la sua esistenzaper i poveri e per l’educazione delle nuove generazioniche vanno affacciandosi alla vita. Portò ai poveri nasco-sti nei cortili la carità che non umilia, ai sofferenti la se-renità, agli abbandonati il conforto dell’amicizia, ai pec-catori la salvezza.

Il Beato portò il suo impegno pastorale alle orfani perle quali diede vita alla Congregazione delle Figlie dellaCarità del Preziosissimo Sangue, che è impegnata, in tut-to il mondo negli ospedali, nelle opere sociali, nelle mis-sioni e in tutte le forme di assistenza che la nostra societàglobale, multiculturale, multietnica richiede. Spese la sua vita per il trionfodella Carità che discende da Dio e coinvolge gli uomini e le donne del no-stro tempo in nome dell’amore e della fratellanza.

Accanto alla carità coltivò la fede ed educò intere generazioni ai valoridella speranza, quella speranza che è certezza di un incontro quotidianocon il Dio vivente, attraverso Cristo, unico salvatore del mondo. In questospirito, con queste doti e con questo messaggio, impostò il suo lavoro cul-turale ed educativo ed animò la Congregazione delle Figlie della Carità delPreziosissimo Sangue.

Per Tommaso Maria Fusco, la vita, l’educazione e l’impegno sociale so-no un atto di amore, di carità e di fraternità. Radunò nella sua stessa casa,tanti ragazzi della strada educandoli alla verità, alla cultura e ai saperi, sen-za dei quali non vi è lavoro, conquista umana. Era il maestro di quei ragaz-

zi, ma soprattutto il fratello, l’amico che con il dialogo,con il sorriso sulle labbra li comprendeva e li portava astudiare, a lavorare, a diventare onesti cittadini e buonicristiani, aperti al vero, al giusto e a tutto ciò che è one-sto. Il suo messaggio, oggi, assume un particolare signi-ficato innanzi a tanta violenza e a tante forme di corru-zione che coinvolgono la società italiana, in particolarequella meridionale.

Don Tommaso fu anticipatore di una didattica cen-trata sull’alunno persona, sintesi di naturalità, di spi-ritualità e di apertura al trascendente. Accanto allascuola, vedeva nella famiglia, fondata sulla fedeltà aivalori del matrimonio cristiano e della fede, il punto diriferimento per la formazione integrale delle nuove ge-nerazioni che vanno affacciandosi alla Vita, alla Storia.

Egli ha sempre sostenuto che i genitori e i maestri devono essere coeren-ti con se stessi e con gli alunni, il loro sì e il loro no devono essere fermi,altrimenti gli alunni crescono incerti, la loro volontà è abbandonata a sestessi.

Oggi, proprio tenendo fede agli insegnamenti del loro Padre Fondatorele Suore lavorano con impegno per tradurre il messaggio nella vita di tuttii giorni, adattandolo al tempo-storico-culturale e sociale nel quale vivonoed operano, tempo aperto al nuovo, alle nuove tecnologie, soprattutto tele-matiche. Certamente le Suore in ogni loro opera culturale, etico-religiosa esociale confortate dalla protezione di Gesù e del Padre Fondatore, sono im-pegnate a dare alloro lavoro un supplemento di spiritualità e di valori, unasorta di supplemento di anima come in alcuni messaggi ha più volte affer-mato Papa Giovanni Paolo II.

La basilica originaria sorgeva in aperta cam-pagna, a oltre due chilometri dalle muraAureliane, sul sito della Cella memoriae, co-

struita sul luogo dove si riteneva fosse stato sepol-to l’apostolo Paolo. Ma procediamo con ordine.

Mentre Paolo lavorava per l’estensione delRegno di Dio, la Comunità cristiana di Roma fuchiamata alla prova suprema, la prova del fuoco.

Il 19 luglio del 64 un terribile incendio si svi-luppò nell’Urbe, che ebbe 10 quartieri su 14 attac-cati dalle fiamme, parte distrutti letteralmente eparte ridotti in pessime condizioni. L’incendio duròsei giorni e dopo che fu domato mediante una lar-ga breccia d’isolamento, divampò di nuovo nellaproprietà di Tigellino, distruggendo templi e ville.

Se l’incendio fosse fortuito o doloso non puòaccertarsi con assoluta sicurezza; ma stando allavoce popolare e al racconto di Svetonio, Neronene fu il mandante. Il quartiere ebraico, inTrastevere, fu risparmiato dalle fiamme, per cuiNerone in un primo momento pensò di gettare leresponsabilità dell’incendio su di loro, ma i Giudeilo dominavano per mezzo di maghi ed indovini ePoppea era una proselita ebrea.

Clemente Romano asserisce che l’incendio fuappiccato per ordine di Nerone, secondando lagelosia degli Ebrei verso i Cristiani. Una volta am-messo dai giudici di Nerone che i veri colpevolierano stati i Cristiani, seguaci di una superstizio-ne malefica, ne fu condannata – dice Tacito – unamoltitudine. La plebe, invece di applaudirlo, si in-furiò maggiormente contro Nerone.

L’esempio dei martiri rinforzò la fede nelCristo, soprattutto nella chiesa di Pietro e Paolo.Ora Paolo, intorno al 64 si trovava a Nicopoli(Epiro), dove avrebbe dovuto raggiungerlo il di-scepolo Tito nell’inverno del 66-67. Nell’estate del67 lo troviamo a Roma, in catene. Perché? Dovee quando avvenne l’arresto? Secondo F. Prat, la ri-sposta la possiamo trovare nella seconda letteraa Timoteo, allorquando Paolo prega Timoteo per-ché gli porti a Roma il mantello e i libri e le per-gamene. L’Apostolo aveva lasciato tutto ciò in ca-sa di Carpo a Troade (Asia), ivi probabilmente fuarrestato per la delazione di un apostata,Alessandro il fabbro (II Tim. 4, 13). Un suo inti-mo, Onesiforo, che si era recato a Roma da Efesoper visitarlo, non lo trova. Lo aveva assistito ad

Efeso, quando era in catene e non potendo accom-pagnarlo, lo seguì fino a Roma. Ivi Paolo entrò incontatto con la fiorente Comunità cristiana.Eubulo e Lino (successore di Pietro), Pudente eClaudia, i genitori delle Vergini Prassede ePudenziana, si incontrarono spesso con Lui (IITim, saluti finali).

La seconda lettera a Timoteo è del 67 e dovreb-be essere stata scritta non molto tempo prima delmartirio. Paolo era già comparso una prima vol-ta davanti ai Tribunali romani ed il Signore l’ave-va liberato. La difesa che Egli fece in questa se-conda composizione non fu tanto della sua per-sona, quanto della fede cristiana.

I martiri dell’incendio attendevano questa so-lenne rivendicazione per bocca dell’Apostolo. Maanche questa volta, «come nella prima difesa – di-ce – nessuno mi ha assistito, tutti mi hanno abban-donato, ciò non sia loro imputabile» (II Tim. 4, 16).Per Timoteo è, però, di una tenerezza paterna, gliripete quello che gli ha raccomandato nella primalettera, gli dà nuovi suggerimenti e lo prega di rag-giungerlo a Roma, perché «Dema lo ha abbando-nato per amore di questo secolo e se ne è andato aTessalonica, Crescente in Galazia, Tito in Dalmazia.Solo Luca è con me» (II Tim, ivi).

Ora la seconda Comparizione dinanzi alTribunale di Cesare, anche se Nerone stava pre-sentando una sua opera in Grecia, dovette effet-tuarsi agli inizi del 67. Ormai i Cristiani erano reidel delitto di odio del genere umano e la loro reli-gione una superstizione maledetta e così Paolo fucondannato. Siccome però era cittadino romano,non fu sottoposto al supplizio infamante della cro-ce, bensì della decapitazione, dopo che fosse sta-to flagellato. Presumibilmente l’Apostolo fu tra-dotto al carcere Mamertino, circondato dai pre-toriani e fu fatto passare, dunque, sotto la portaOstiense. Se non Timoteo, certo Lino, Pudente eLuca e molti altri lo accompagnarono. Luca avreb-

be potuto raccontarci gli ultimi sublimi momen-ti dell’Apostolo, ma forse non ne ebbe l’animo.

La leggenda si è impadronita di quei momen-ti. Sarebbero accaduti due fatti: Paolo avrebbeseguitato a predicare lungo tutto il percorso eavrebbe convertito molti pretoriani e, ancora,una nobile matrona di nome Plautilla. Quandofurono sul luogo dove ora sorge la basilica delSanto, si trovarono nel podere di Lucina, dovesarebbe stato sepolto. Ma il corteo era diretto al-trove e lasciando la via Ostiense, si mise in quel-la di Ardea (Ardeatina). Dopo qualche chilome-tro si intravide a sinistra una piccola valle dove,a goccia a goccia, sgorgava una sorgente.Accanto si elevava un alto pino, robusto. Il cen-turione intimò l’alt e stabilì che il condannatofosse decapitato sotto quel pino. Allora Paolo funuovamente flagellato. Poi gli bendarono gli oc-chi col velo donatogli da Plautilla e un colpo dispada introdusse gloriosamente Paolo nel regnodei cieli. Aggiunge la leggenda che dal capo reci-so sgorgasse sangue e latte, mentre la bocca be-nedetta ripeteva il nome santo prediletto: Gesù!.Rotolando, il sacro capo, continua la leggenda, pertre volte batté la terra, facendo scaturire tre fon-tane. Il corpo dell’apostolo, verosimilmente, fu re-clamato da Lucina, Plautilla e altri discepoli. Il se-polcro del Santo divenne ben presto mèta di nu-merosissimi pellegrinaggi.

Più tardi il corpo, per motivi di sicurezza, eb-be sepoltura nelle catacombe di San Sebastiano,insieme a quello di Pietro; finché, al tempo diCostantino fu iniziata la basilica, appunto, di SanPaolo fuori le mura, poi ampliata e terminata nel395, sotto il pontificato di Papa Onorio. Sorgesul podere di Lucina, dove le reliquie dell’aposto-lo furono ritrasportate. Sulla sua tomba basta-rono queste parole: “A Paolo, Apostolo eMartire”. Ogni altra parola sarebbe stata super-flua.

Basilica di San Paolo Fuori le Mura

Tra storia e leggendadi Michele Borriello

24 febbraio: festa liturgica del Beato Tommaso Maria Fusco

L’educatore della speranzadi Bruno Martone

APPUNTAMENTI

Usmi DiocesanaIl corso di formazione per-

manente dell’Usmi per l’anno2008-2009 ha per tema: “Al prin-cipio di ogni teologia. Il GrandeCodice”. Obiettivo del corso: gui-da alla introduzione alla Bibbia.Gli incontri si tengono di marte-di, nella sede federativadell’Usmi, in largo Donnaregina22. Il riferimento è OptatamTotius 16: “La Sacra Scrittura ècome l’anima di tutta la teolo-gia”.

Questi i prossimi appunta-menti: 3 marzo –Approfondimento: Lettera aiGalati (don Gaetano Di Palma).10 marzo – Scritti Giovannei(don Gaetano Di Palma).

Presso il Seminario diCapodimonte si svolge un itine-rario di formazione aperto a tut-te le religiose, in particolare alleformatrici e animatrici per “co-struire una comunità con leader-ship”. Il prossimo appuntamen-to è per sabato 7 marzo, dalle ore9 alle 17.30, sul tema: “Slanciopersonale. Contro la depressio-ne”. Interventi di GermanSanchez “Depressione psicologi-ca” e padre Carlos Blanco lc“Depressione spirituale”.

Missionari VincenzianiContinuano le celebrazioni in

onore della Madonna di Lourdes.Il Santuario dell’Immacolata diLourdes si trova in Gradini SanNicola da Tolentino 12, al corsoVittorio Emanuele (Cariati). Neigiorni feriali: ore 8.30, SantoRosario; ore 9, Santa Messa.Domenica 1, lunedì 2 e martedì 3marzo, dalle ore 9.30 alle 12, ado-razione eucaristica.

Mercoledì 4 marzo, alle ore17.30, Santo Rosario. Ore 18, ce-lebrazione eucaristica presiedu-ta dal rev.mo don Renato DeSimone e processione delSantissimo Sacramento.

Ministri Straordinaridella Comunione

Giovedì 5 marzo, alle ore17.30, presso la parrocchia diSanta Maria Antesaecula aNapoli, ultimo incontro decana-le 2009, per i Ministri straordi-nari della Comunione del quintodecanato.

Suore della CaritàLa Provincia Italia Sud delle

Suore della Carità di SantaGiovanna Antida Thouret, nel-l’ambito della preparazione al bi-centenario dell’arrivo di SantaGiovanna Antida a Napoli, pro-muovono una serie di incontri, siriflessione e preghiera, in collabo-razione con Giuliana Martirani,aperti a giovani, laici e suore.

Prossimo appuntamento,presso il Monastero “ReginaCoeli”, in via San Gaudioso 2,Napoli, sabato 7 marzo, alle ore17. Tema dell’incontro: “Chebuon odore!”.

Apostolato della PreghieraMartedì 10 marzo, alle ore

10.30, nella Sala dei Catecumeni,presso la Curia Arcivescovile, inlargo Donnaregina 22, incontromensile formativo per gruppi at-tivi parrocchiali.

Martedì 24 marzo, dalle ore9.30 alle 16.30, ritiro diQuaresima presso le SuoreBrigidine ai Camaldoli.

Vicariato di Roma - Tribunale di Appello - Prot. 12783 - Sez. Amati - Neapolitana nullità di matrimonio Moccia - Ferrara

Notifica di costituzione di collegio giudicante per via edittaleIgnorandosi l’attuale domicilio del sig. Giovanni Ferrara, parte

convenuta nella causa sopra intestata,notifichiamo

a detto signore che la causa di nullità è pervenuta d’ufficio a que-sto Tribunale di Appello, a norma del can. 1682, § 1 del Codice diDiritto Canonico e che in data 24 novembre 2008 è stato costituito ilcollegio giudicante.

Il collegio dei giudici è formato dai rev.mi: A. Amati, presidente eistruttore; L. Spiteri, giudice; M.V. Hernandez Rodriguez, ponente.

È stato nominato difensore del vincolo la dott.ssa AlessandraGiannelli e promotore di giustizia il dott. Daniele Isola.

Tanto si notifica, per editto, a norma di legge.

Le parti hanno facoltà di presentare proprie osservazioni, ex can.1682 § 2 CIC, entro il termine di 40 giurni dalla data della presentenotifica.

Tuttavia, si chiede alla parte non assistita di esprimere per iscrit-to, entro il termine sopra indicato, l’intenzione di rimettersi o menoalla giustizia del Tribunale. Trascorso tale periodo, la mancanza dicomunicazioni sarà ritenuta come remissione alla giustizia delTribunale (cfr. art. 134 § 2 Istr. Dignitas connubii)

Coloro che in qualche modo abbiano notizia dell’indirizzo del si-gnor Giovanni Ferrara abbiano cura di informarlo della presentenotifica e di comunicare a questo Tribunale il suo indirizzo.

Roma, 04-02-2009

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 1 MARZO 2009 • 7

Viaggio attraversogli Istituti ReligiosiFemminili dellaDiocesi

Varietà diCarismiin un soloSpiritoReligiosedi Nazareth

Il 3 maggio 1822, tre personeriunite in preghiera per unanovena allo Spirito Santo, sitrovarono a pronunciare unadopo l’altra uno stesso nome:Nazareth. E fu il battesimo dellaCongregazione delle Religiose diNazareth. Le tre persone riuniteerano Pierre Roger, un gesuita;Agostina Le Tellier diDoudeauville; Elisabeth Rollat,una giovane donna vivace eintelligente che da tempo avevadeciso di seguire la suavocazione alla vita religiosa,senza tuttavia poterla realizzare.Queste tre persone, in un’epocatra le più burrascose della storiasi trovarono a credere ed alottare per quei valori che lasocietà del tempo aveva finitocol calpestare: semplicità,silenzio, lavoro, preghiera. Dallaloro fede profondamente vissutascaturì l’esigenza che li portò afondare una nuovaCongregazione. Nazarethmistero di Gesù che si è fatto intutto simile agli uomini,vivendo per lunghi anni conMaria e Giuseppe, una vitapovera, umile, modesta,obbediente. Nazareth mistero delFiglio rivolto interamente alPadre che dà la sua vita peramore, per salvare gli uomini.

Carisma, spiritualità,opereLa vocazione delle Religiose diNazareth nella Chiesa è diricevere, vivere, comunicarequesto mistero di Gesù. Il suostesso nome esprime laspiritualità e la missione: vita disilenzio, di raccoglimento, dilavoro, lietamente vissuta sottolo sguardo di Dio solo per la suagloria e il suo servizio. Nazareth,luogo di crescita di Gesù. ComeMaria e Giuseppe, le Religiose siimpegnano a favorire questacrescita in loro stesse e in coloroche le avvicinano consacrandosiall’educazione umana ecristiana specialmente deigiovani, al fine di evangelizzarela famiglia e la società. La Congregazione estende il suoapostolato anche allepopolazioni non cristiane,manifestando ad esse lapresenza – reale ma nascosta –di Gesù di Nazareth emettendosi al servizio dellaChiesa locale. L’amore di Gesùpovero fa loro prediligere i piùbisognosi materialmente espiritualmente, sollecitandole adeducare alla giustizia, allacondivisione, all’amore fraterno.Dove è possibile si impegnanoin un apostolato più diretto neiloro confronti.

1 marzo: Domenica I di Quaresima

«Convertitevi e credete al Vangelo»di Francesco Mercurio

Non si può riflettere sulle letture del-la prima domenica di quaresima igno-rando la parola di Dio ascoltata nel pri-mo giorno di Quaresima, inizio del tem-po penitenziale, con il rito dell’imposi-zione delle ceneri e la recita del verset-to che l’accompagna, ricordando al cri-stiano la fragilità della sua natura:«Ricordati che sei polvere, e in polveretornerai» o esortandolo a conoscere e vi-vere il Vangelo: «Convertitevi e credete alVangelo».

L’arcobaleno, di cui ci parla il testodella genesi, è visto come un segno del-l’unione della terra al cielo, ed ancoral’acqua del battesimo, che ci innesta nel-la vita di Dio, afferma, con la parola del-l’apostolo Pietro nel passo della sua pri-ma lettera, che la salvezza viene da

Cristo ed il battesimo, di cui è figura l’ac-qua del diluvio, ci imprime il caratteredi figli di Dio e ci impegna a vivere nel-l’amore di Dio e del prossimo.

La preghiera, la penitenza e special-mente la fede in Cristo, figlio di Dio eSalvatore, danno all’uomo la capacità divivere nella vita di Grazia che è realepartecipazione alla vita divina ottenuta-ci dal Figlio che nella sua umanità si ri-vela all’uomo e nel prendere su di sé ilpeccato del mondo ed i peccati perso-nali di ciascuno di noi, ci dà la certezzadel perdono e la partecipazione allastessa vita di Dio

L’esortazione di questa domenica sultempo compiuto e sulla necessità diconvertirsi e credere al Vangelo è chia-ramente rivolta agli uomini di questo

tempo che è per ciascuno di noi il tem-po in cui si è nati e si vive

L’eternità immutabile della realtà diDio e del suo amore è data all’uomo neltempo e nella situazione in cui l’uomovive, non cambia la sostanza, ma solo ilmodo in cui Dio si manifesta all’uomoe lo associa a Sé.

Il valore e le modalità dell’elemosi-na, della preghiera e della penitenza,chiaramente indicate nel vangelo delgiorno delle Ceneri, non deve preoccu-parci di quanto possa apparire ma sol-tanto della verità di Dio, cercando il Suoamore e quello del prossimo, perché, co-me afferma il vangelo, Dio vede nel se-greto e soltanto il Suo amore e la Suagrazia vanno ricercati da noi che senzadi Lui non possiamo far niente.

San Paoloin “pillole”di Teresa Beltrano

Speranza

ANNO PAOLINO

L’adorazione eucaristicadi Salvatore Esposito

Raggiunti dalla Presenza nell’adorazione eucaristica Fra i vari modi in cui Cristo rimane presente in mezzo a noi, la

presenza eucaristica è la forma che più pienamente realizza e conti-nua la presenza di Cristo in mezzo a noi; il Mistero eucaristico è, percosì dire la continuazione del mistero dell’Incarnazione, perché in es-so il Signore è veramente, realmente e sostanzialmente presente contutta la sua divinità e la sua umanità. Questa presenza è nuova e straor-dinaria.

Nell’Ultima Cena, che è poi la prima vera Cena, Gesù anticipa neisegni del pane e del vino, Corpo dato e Sangue versato, il sacrificiodella Croce ripresentato, poi, lungo la storia in forza del suo manda-to: «Fate questo in memoria di me», nella celebrazione eucaristica del-la comunità cristiana. San Giovanni Crisostomo, il Dottoredell’Eucaristia, dice: «Cristo è presente: chi ha preparato la mensa, oral’adorna anche. Chi fa in modo che le cose deposte sulla mensa diven-tino corpo e sangue di Cristo, non è un uomo, ma è quello stesso che èstato crocifisso per noi, Cristo».

La presenza del Signore nell’Eucaristia è presenza sacrificale, of-fertoriale; l’apostolo Paolo, difatti, parla di «annuncio della morte delSignore» (1 Cor 11, 26). Il sacrificio di comunione della nuova ed eter-na alleanza nel Sangue di Cristo è attuato in seno alla comunità cri-stiana che celebra ancora e sempre il memoriale della morte delSignore, mentre rende grazie al Padre per averla ammessa alla suaPresenza. Questa presenza è dono di se, che è sacrificale, instaura nelcuore della Chiesa il sacrificio, che è il punto d’incontro della presen-za reciproca. Presenza che chiama e convoca. Cristo viene, facendovenire, la sua apparizione è un dono, è una chiamata. Sant’Agostinodice: «Rivelandosi, egli attira».

Ciò che fa con il pane: li attira. Egli viene sempre attirando a sé.L’Eucaristia, di fatti, è il grande sacramento della vocazione cristia-na, della chiamata alla comunione del Figlio (1 Cor 1, 9), che il Padrefa sentire nella Risurrezione del Cristo. La presenza è celebrata nellareciprocità della venuta e dell’accoglienza, in una comunione in cuiCristo introduce la Chiesa alla sua presenza fino al punto che essastessa può divenire la presenza di Cristo al mondo.

Entrare in comunione e vivere della e alla sua presenza è pregare,perché l’Eucaristia è il grande sacramento della preghiera della Chiesache, avvalendosi dei suoi diritti di Sposa, ha deciso di conservare ilCorpo del Signore, lo Sposo, anche fuori della Messa per prolungarela preghiera. San Paolo dice: «Il marito non è l’arbitro del proprio cor-po, ma lo è la moglie» (1 Cor 7, 4). Ogni qualvolta la Chiesa adora eprega dinanzi al volto dello Sposo accoglie la visitante presenza, simette in ascolto della sua Parola e impara che l’Eucaristia deve esse-re mangiata per una comunione piena. Nella presenza adorante laChiesa-Sposa si offre con il mondo allo Sposo, sperimenta l’infinitatenerezza dell’Amore che l’irradia perché «noi tutti, a viso scoperto,riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasfor-mati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azio-ne dello Spirito del Signore» (2 Cor 3, 18).

Ora, se l’Eucaristia è il culmine della preghiera, implica un aspet-to di contemplazione in quanto la contemplazione è la preghiera alsuo culmine. Nella contemplazione si sperimenta Cristo in noi comedice San Paolo (cfr. Gal 2, 20), la Parola si fa interiorità, ascolto; di-nanzi alla Presenza le parole non si incrociano, non si accavallano, masi confondono. È l’esperienza che facciamo ogni giorno nella divina li-turgia che chiede silenzio e contemplazione per divenire accoglienza,riconoscenza, lode, rendimento di grazie, epiclesi, dossologia.

(65. continua)

UFFICIO CULTO DIVINO

Nel ricco vocabolario grecodel Nuovo Testamento si trova-no le parole: elpis e elpizo che in-dicano in particolare l’atto delsperare, incluso anche l’oggettoche si spera. Nell’AnticoTestamento il concetto di spe-ranza si trova molte volte.

La speranza del credentedell’ Antico Testamento è versoYahvé. Nella letteratura dell’Antico Testamento sono fre-quenti le affermazioni di: spera-re in Yahvé e il desiderare Yahvé.

Nelle lettere di Paolo i termi-ni elpis e elpizo hanno uno spa-zio molto importante, (il verbo:19 volte su 31 nel NuovoTestamento; il sostantivo: 36 su53), in modo più frequente nel-la lettera ai Romani.

In alcuni passi elpis indica lasalvezza cui parla la speranza, ilbene atteso, l’oggetto della stes-sa speranza: «Noi infatti pervirtù dello Spirito, attendiamodalla fede la giustificazione chesperiamo» (Gal 5, 5). «In vistadella speranza che vi attende neicieli. Di questa speranza voi ave-te già udito l’annunzio dalla pa-rola di verità del vangelo» (Col 1,5).

Con la venuta del Messiapromesso e atteso da Israele, larealtà descritta nell’AnticoTestamento cambia totalmente.Il giorno della salvezza perIsraele e per ogni Popolo è rela-tivo alla realizzazione dell’oggidi Dio. Quello che per l’AnticoTestamento rappresentava il fu-turo, in Gesù Cristo è divenutoil presente della fede del nuovopopolo dei credenti costituitoda Israele e da ogni altra nazio-ne che accetta la Sua Salvezza.Con l’Incarnazione del Verbo, lasperanza del Nuovo Testamentoha cambiato rispetto alle moti-

vazioni e al contenuto. La speranza appartiene al

credente in quanto “rigenera-to”: «Sia benedetto Dio e Padredel Signore nostro Gesù Cristo;nella sua grande misericordiaegli ci ha rigenerati, mediante larisurrezione di Gesù Cristo daimorti, per una speranza viva»(1Pt 1, 3).

La speranza del NuovoTestamento è Cristocentrica. Ilsuo punto centrale è la signoriadi Dio che si manifesta in tutti ein tutto: «Quando tutto gli saràstato sottomesso, anche lui, ilFiglio, sarà sottomesso a Coluiche gli ha sottomesso ogni cosa,perché Dio sia tutto in tutti»(1Cor 15, 28).

La speranza si fonda, si radi-ca non sulle opere dell’uomo,ma sulla grazia di Dio che ci èstata data in Gesù Cristo egli èla “nostra speranza”: «Paolo,apostolo di Cristo Gesù, per co-mando di Dio nostro salvatore edi Cristo Gesù nostra speranza»(1 Tm 1, 1).

Cristo è speranza della glo-ria: «Dio volle far conoscere lagloriosa ricchezza di questo mi-stero in mezzo ai pagani, cioèCristo in voi, speranza della glo-ria» (Col 1, 27). Il dono della spe-ranza è un dono di Dio Padre:«Lo stesso Signore nostro GesùCristo e Dio Padre nostro, che ciha amati e ci ha dato, per sua gra-zia, una consolazione eterna euna buona speranza» (2Ts 2, 16).Con il dono dello Spirito Santo,il credente riceve il dono dellasperanza: «Il Dio della speranzavi riempia di ogni gioia e pace nel-la fede, perché abbondiate nellasperanza per la virtù dello SpiritoSanto» (Rm 15,13).

Speciale Nuova Stagione8 • 1 MARZO 2009

L’Arcivescovo di Napoli in visita al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli in occasione del pellegrinaggio sacerdotale sulle orme di San Paolo

Il coraggio del dialogoservizio a cura di Doriano Vincenzo De Luca

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Abbiamo assistito ad un duplice ecumeni-smo: popolare in forma coinvolgente e giova-nile in tono entusiasmante. Quella dell’ecume-nismo nel terzo millennio, come ha sottolinea-to nel suo discorso il patriarca Ecumenico, de-ve essere «la via del coraggio»: nel ripulire ilterreno da erbacce secolari, gli animi da inve-terate paure, le menti da ogni forma di pregiu-dizio. È necessario il coraggio di rifarsi alVangelo, di rompere il ghiaccio, di rimuoverel’incomunicabilità, di approfondire le recipro-che conoscenze. È necessario depoliticizzare

le iniziative ecumeniche, purificarle da incro-stamenti storici e restituirle a criteri puramen-te evangelici, rinvigorire il dialogo.

Ecumenismo deve significare dialogo ecomunione fra diverse esperienze spiritua-li, che sentono il bisogno di comunicare perarricchirsi reciprocamente. Ed è proprio dalvissuto ecclesiale che ora le Chiese devonocercare di attingere le risorse per una ripre-sa del loro cammino verso l’unità. È quantoha sottolineato Bartolomeo I quando ha rin-graziato l’Arcivescovo per le sue aperture,per la prontezza nel «contribuire all’unitàdei cristiani, come ha dimostrato durante la

L’incontro al Fanar tra Bartolomeo I e il Cardinale Crescenzio Sepe

«Chi ama non ha paura»All’insegna dell’ecumenismo e sulle orme di San Paolo, Apostolo

delle genti, il Cardinale Crescenzio Sepe ha compiuto dal 16 al 21febbraio un pellegrinaggio in Turchia. Momento cruciale della vi-sita l’incontro ad Istanbul con il Patriarca Ecumenico diCostantinopoli, Bartolomeo I nella Sala del Trono al Fanar. Ad ac-compagnare il Cardinale sono stati l’Arcivescovo emerito diCampobasso, mons. Armando Dini, ed il Presidente della Comunitàdi Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. Presente anche il Nunzio apo-stolico in Turchia, mons. Antonio Lucibello.

Nel suo saluto a Bartolomeo I, l’Arcivescovo di Napoli ha rin-graziato il Patriarcato per l’ospitalità e per la volontà di «continua-re il dialogo iniziato a Napoli», in occasione del Meeting internazio-nale interreligioso svoltosi nell’ottobre del 2007. «Vedere VostraSantità accanto a Benedetto XVI nella nostra città - ha detto ilCardinale Sepe - ricorda lo storico incontro avvenuto a Gerusalemme,nel 1964, tra Paolo VI e Atenagora. È il segno del dialogo che la Chiesadi Napoli ha avviato con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli».«La nostra visita - ha aggiunto il porporato - vuole segnare un pas-so avanti in questo rapporto di fraternità. Napoli vuole essere unacittà-ponte, che unisce e che porta l’umanità verso la giustizia e la pa-ce».

Dal suo canto, Bartolomeo I ha ribadito la «decisione di prose-guire sul cammino dell’unità, nella speranza di vedere ricomposta al

più presto la frattura fra le due chiese sorelle». «Il dialogo teologicofra le nostre Chiese, interrotto quasi sei anni fa – ha detto il Patriarca– è ricominciato prima a Belgrado e poi a Ravenna e continuerà nelprossimo ottobre a Cracovia. Saremo chiamati ad esaminare il temadel primato del Vescovo di Roma nel quadro della Chiesa cristiana.L’auspicio è quello di arrivare ad un’interpretazione del primato ac-cettabile da entrambe le parti». «Dobbiamo pregare – ha aggiunto conparticolare commozione - perché questo giorno arrivi il più prestopossible».

Il Patriarca, quindi, ha ricordato il suo rapporto speciale e per-sonale con Benedetto XVI, la sua partecipazione al Sinodo deiVescovi dello scorso ottobre e i progressi raggiunti dallaCommissione teologica cattolico-ortodossa: tutti passi decisi ed ir-reversibili, ha detto, compiuti sul cammino ecumenico. «Bisognapreparare il terreno evitando i pregiudizi del passato per puntare allaConcordia che è necessaria alla piena comunione. C’è ancora moltoda fare – ha precisato – ma siamo decisi ad andare avanti senza pau-re e senza esitazioni, perché chi ama non ha paura».

Non sono mancate, infine, parole di apprezzamento per l’operacompiuta dal Cardinale Sepe: «Abbiamo fiducia in Sua Eminenza –ha detto – perché è così aperto e così pronto a contribuire all’unitàdei cristiani, come ha dimostrato durante la nostra visita alla suaArcidiocesi e anche con la sua attività, che ammiriamo mentre lo rin-

Il dono diBartolomeo

La visita al Fanar si è conclusa conil consueto scambio di doni: oltre allamedaglia coniata dal Patriarcato in oc-casione della visita di Benedetto XVI inTurchia, nel novembre 2006,Bartolomeo I ha donato all’Arcivescovodi Napoli un prezioso e raro volume sul-l’incontro tra Paolo VI e Atenagora I inTerra Santa, sottolineando «il loro co-raggio di andare assieme a Gerusalemmeper incontrarsi sulla tomba del Signore eannunziare all’umanità intera, e non so-lo ai fedeli delle nostre chiese, la loro de-cisione di camminare verso l’unità e lapace, incontro storico che ha aperto oriz-zonti nuovi in oriente e in occidente, ini-zio di molti altri sviluppi nella vita dellenostre chiese e del mondo intero».

L’incontro si è protratto per due oree mezzo e si è svolto in un clima di gran-de intesa e cordialità. Si è concluso conun pranzo offerto alla delegazione na-poletana. Al termine il Patriarca ha fat-to un ulteriore omaggio all’Arcivescovodi Napoli, due gemelli, che il Cardinaleha promesso di indossare al prossimoincontro con Bartolomeo.

La Nativitàdalla Diocesi

Diversi i doni offerti a BartolomeoI dal Cardinale Crescenzio Sepe: unamaternità, che il maestro Ferrigno harealizzato in esclusiva per il Patriarcasecondo lo stile dell’arte presepiale na-poletana; una lastra d’argento raffigu-rante il patrono di Napoli san Gennaroaccanto alla Cattedrale partenopea; edil libro “Ha parlato al cuore della nostragente” che ricorda la storica visita diBenedetto XVI a Napoli. Il Patriarca haaccolto con gioia i doni ricordando cheil presepe ricevuto nella sua preceden-te visita a Napoli è sempre nel suo uffi-cio privato.

L’Arcivescovo ha offerto al Patriarcaanche alcune borse di studio per semi-naristi, diaconi e sacerdoti ortodossipresso la Facoltà Teologica dell’ItaliaMeridionale, da accompagnarsi anchecon una adeguata esperienza pastoralenella Diocesi di Napoli, in seguito alladifficoltà espressa dal Patriarca di in-viare in Istituti di formazione i proprichierici. Prima di lasciare il Fanar ilPorporato ha invitato il Patriarca a tor-nare a Napoli, città che «vuole essere unponte» con gli ortodossi.

Le parole del Nunzio apostolicoS.E. mons. Antonio Lucibello

La TerraSantadellaChiesaIl Cardinale Crescenzio Sepegiunge al Patriarcato pocoprima delle 12, dopo la lungavisita alla Sede storica pontificiaad Istanbul, dove negli annidifficili della seconda guerramondiale aveva lavorato mons.Roncalli, futuro GiovanniXXXIII. Qui l’Arcivescovo hasalutato anche il Vicarioapostolico mons. Luise Pelatre,per uno scambio di battute e divedute sull’attività pastoraledella chiesa latina in Turchia,che si svolge prevalentemente afavore dell’educazione deigiovani attraverso le scuoleitaliana tenute dalle Suore diIvrea e dai Salesiani.Sono le due grandi sfide che siritrova ad affrontare la Chiesacattolica in Turchia, ma anchela società in generale: la sfidadel dialogo ecumenico e la sfidadel dialogo interreligioso. Quellacristiana, ha affermato ilNunzio apostolico, «è unacomunità in diaspora checontinua a mantenere viva lasperanza cristiana e il messaggiodel Vangelo. Agli inizi dell’eracristiana i primi discepoli, chevenivano dalla Palestina, sierano insediati in questa terra.Allora, come oggi, non siamouna Chiesa dalle proporzioni,dalle statistiche ampie, ma nonè questione di numeri, quanto diimpegno, per mantenere viva latestimonianza cristiana inquesta terra».Le principali difficoltà che icristiani incontrano in questaterra, ha aggiunto, «sono quelletipiche di una minoranza, chepoi non è semplicementeprerogativa della piccola Chiesacattolica, ma anche di altreminoranze che sono presenti quinel Paese. Ci si augura che conil tempo queste difficoltàpossano essere sormontate».Circa i rapporti tra cristiani emusulmani, mons. Lucibelloafferma che «c’è un grandesforzo e un grande impegno permantenere e accrescere,sviluppare, queste relazioni,anche se ci sono sempre dellepiccole frange che sono chiuse aquesto dialogo».

Speciale Nuova Stagione 1 MARZO 2009 • 9

inopoli in occasione del pellegrinaggio sacerdotale sulle orme di San Paolo

o del dialogoiano Vincenzo De Luca

nostra visita alla sua Arcidiocesi e anche conla sua attività, che ammiriamo mentre lo rin-graziamo per questo lavoro prezioso».

Possiamo ben dire, dunque, che il proces-so ecumenico non può limitarsi all’attività teo-logica e scientifica, e che è necessario affron-tare con maggiore risolutezza i fattori non teo-logici ricordati da papa Giovanni Paolo II nel-la sua enciclica Ut unum sint, dove egli sotto-linea che la situazione ecumenica attuale è ag-gravata da «l’inerzia, l’indifferenza e una insuf-ficiente conoscenza reciproca».

«Se è vero che i fattori extra teologici non pos-sono affatto risolversi con mezzi teologici, ma

unicamente con mezzi spirituali, allora è impor-tante comprendere l’ecumenismo come un pro-cesso spirituale nel quale tutti i fedeli debbonoessere implicati, come hanno dimostrato le ini-ziative promosse dal Cardinale Sepe. Oggi fare-mo dei passi avanti nell’ecumenismo soltanto ri-tornando alle sue radici spirituali e ricercandouna rinnovata spiritualità ecumenica. Infatti,noi non abbiamo bisogno, prima di tutto, di unaltro attivismo ecumenico, ma di una nuova«spiritualità ecumenica». È il ponte che laChiesa di Napoli intende costruire, come hasottolineato l’Arcivescovo a Bartolomeo I, «perfavorire con tenacia l’unità dei cristiani».

Le riflessioni di Padre Frederic Manns, Rettore dello Studium Biblicum di Gerusalemme

«Imitare la pazienza dei monaci»In Cappadocia il cristianesimo si diffuse

molto presto, forse ad opera proprio diPaolo, durante il suo primo viaggio verso laGalazia. Qui Basilio, vescovo di Cesarea, esuo fratello Gregorio di Nissa, con Gregoriodi Nazianzo, gettarono insieme le basi delmonachesimo greco ortodosso e con la loroazione pastorale diedero un fortissimo im-pulso alla diffusione del cristianesimo. Nellavalle del Göreme quell’antico monachesimoci offre il meglio delle sue creazioni archi-tettoniche e artistiche: chiese, monasteri evillaggi rupestri interamente scavati neltufo. Un mondo incredibile nel quale la na-tura e l’uomo si sono sbizzarriti. Le strava-ganti architetture naturali plasmate lungo imillenni dai venti e dalle erosioni avrannoimpressionato Paolo, così come i sacerdotiin pellegrinaggio sulle sue orme, guidati daPadre Frederic Manns, Rettore delloStudium Biblicum di Gerusalemme. La pun-tuale organizzazione dell’Opera NapoletanaPellegrinaggi, diretta dal dott. Mario RussoCirillo, ha favorito ancora di più quel climadi fraternità e di raccoglimento spiritualeper «imitare la pazienza dei monaci che abi-tavano queste terre», come ha affermatoPadre Manns.

In che cosa consiste questa pazienza?Nel ripetere la la preghiera del cuore:

Signore, abbi pietà di me, povero peccatore.Il Signore ha permesso questa prova di con-finamento, segno di speranza per ritrovarel’incontro con lui. Come la terra ricoperta dibianco è pronta per la sposa, così dobbiamopreparaci al nuovo sposalizio col Signore at-traverso la prova.

La Chiesa in Turchia è minoranza.Come vive questa condizione?

Bisogna ricordare la frase di Gesù: “nontemere piccolo gregge”. In Oriente la Chiesasarà sempre un piccolo seme, una piccolaminoranza. Non conta il numero ma la qua-lità sentirsi chiesa, di vivere fino in fondo lapropria identità cristiana.

Che importanza ha l’anno paolino perla Turchia ed il mondo intero?

Paolo è nato a Tarso. Oggi sarebbe uncittadino turco ed il Ministro del turismo hacapito che questo è un momento favorevoleper rilanciare il turismo cristiano. Paolo vie-ne ricordato come il grande evangelizzato-re. Dopo tanti secoli di vita cristiana in que-ste terre, l’Islam ha distrutto molte tracce.Siamo chiamati, dunque, ad una nuovaevangelizzazione, a riproporre Cristo, coluiche ci dà la vera libertà.

Come coniugare questa nuova evange-lizzazione con la necessità di dialogarecon le altre religioni?

Tutte le religioni ci devono avvicinare emai separare. Oggi tutti hanno pauradell’Islam, ma dobbiamo assolutamente en-

trare nella nuova dialettica del dialogo: ri-spettare l’altro ed esigere anche che l’Islamrispetti i diritti umani e le minoranze cristia-ne ed ebraiche che vivono in questa terra.

Qual è la sua impressione dell’incon-tro con Bartolomeo I?

La chiesa ortodossa è una piccola mino-ranza in Turchia e sente il bisogno di avvici-narsi a Roma, che è una grande forza, per-ché il Papa è chiamato al primato della ca-rità. Questo bisogno di unità nasce dal sen-tirsi isolati nel mondo musulmano: gli orto-dossi non sanno se hanno futuro. Uniti allaChiesa di Roma, invece, possono fare di più.

Il Papa andrà in Terra Santa. Qual è ilsignificato di questo pellegrinaggio?

Sarà una visita ai rabbini e ai musul-mani, dal momento che il dialogo inter-religioso è fondamentale. Ma il Papa vuo-le incontrare innanzitutto le comunitàcristiane, che purtroppo sono ancora di-vise.

Sarà, dunque, un momento di grazia, unsegno di grandissima speranza per la Chiesadi Gerusalemme. Il futuro c’è, sta nelle ma-ni di Dio, ma dipende anche da noi.Dobbiamo collaborare con Dio. Dio ha biso-gno degli uomini. Il futuro è davanti a noi edavanti a Dio.

Ad Iskenderuncon S.E. mons.Luigi Padovese

Il PaesedellatradizioneSono trascorsi tre anni dallamorte di don Andrea Santoro.Veniva ucciso il 5 febbraio 2006da un colpo di pistola nellapiccola chiesa di Trebisonda sulMar Nero. Una ferita, l’ennesima,inferta ad una comunitàcristiana piccolissima, presentein queste terre fin dalle origini. Neparliamo con mons. LuigiPadovese, Vicario apostolicodell’Anatolia e presidente dellaConferenza episcopale turca. «Lamia diocesi comprende quasi idue terzi dell’intera Turchia.Un’estensione vastissima in cuivivono circa tremila cattolici». Icristiani che abitano il Paesesono centomila con un’infinità diriti, lingue, e tradizioni: latini,armeni cattolici e gregoriani,ortodossi, caldei e siro-cattolici,maroniti, melchiti e protestanti,insomma, «un panoramaecumenico variegato. Forse il piùvariegato sulla faccia della terra».«Nelle grandi città come Istanbul,Smirne, Mersin, Antiochia -prosegue - ad eccezione di alcuniatti di violenza e intimidazioneche si sono verificati negli annipassati, i rapporti con il mondomusulmano sono buoni. Lasituazione della Turchia non èlegata tanto alla presenzadell’Islam, cui appartiene più del99% della popolazione, e alla suapredicazione, quanto piuttosto auna sorta di nazionalismo chevede il cristianesimo come unfenomeno estraneo alla culturaturca». La Turchia è un paese laico, maper diversi anni è statoobbligatorio segnalare neidocumenti d’identità la religioned’appartenenza. «Praticare lapropria religione è possibile, vi ècertamente libertà di culto. Ma visono concetti diversi di libertàreligiosa. Per noi significamantenere viva la comunità o lecomunità cristiane, garantire laformazione di sacerdoti e di unclero turco, non esterno. Significariconoscimento in qualche formadella Chiesa, della Conferenzaepiscopale, dei vescovi, delleparrocchie». Alla Chiesauniversale - conclude - chiediamoper il nostro bene di tenere gliocchi puntati sulla nostra realtà».

Vita ecclesiale Nuova Stagione10 • 1 MARZO 2009

Sabato 14 marzoadorazioneeucaristica con ilCardinale Sepe

Il RnS in Cattedraledi Antonio Postiglione*Era il 14 marzo 2002, S.S.Giovanni Paolo II riceveva inudienza privata i Responsabilidel Rinnovamento nello SpiritoSanto ai quali si rivolgeva con leseguenti parole: «il progettoRoveto Ardente è un invitoall’adorazione incessante, giornoe notte…una iniziativa peraiutare i fedeli a ritornare nelCenacolo perché uniti nellacontemplazione del Misteroeucaristico intercedanomediante lo Spirito…Auspico divero cuore che il Rinnovamentonello Spirito sia nella Chiesauna vera palestra di preghiera divirtù e di santità…con ferventeinsistenza non stancatevi diinvocare: Vieni o Spirito Santo!Vieni!Vieni!»Con queste parole il Santo Padrebenediceva il progetto “RovetoArdente” sollecitandoci adiffondere la “cultura diPentecoste”.Il progetto “Roveto Ardente”nasce da una speciale chiamatadi Dio al RnS, affinché “ritornialla preghiera”; è un tempo digrazia, nel potere dello Spirito,nel quale tutti possono:• Esperimentare una nuovapentecoste personale;• Risvegliare l’unzione delloSpirito e la fede carismatica;• Ritrovare il gusto di unapreghiera personale, profonda,godibile;• Impegnarsi nella difesa“spirituale” della Chiesa e delRnS;• Crescere nella comunionefraterna.Maggiormente sollecitato dalleparole del Papa, il RnS ha avutola possibilità di scoprire esperimentare in maniera nuova,la forza e l’efficacia dellapreghiera, che scaturisconodalla potente azione delloSpirito, e l’occasione di invitaremolti cristiani a ritornare nelCenacolo per diventare rovetiardenti di preghieraRitornare nel Cenacolo significaritornare allo Spirito Santo!Solo Lui può rinnovare la facciadella terra, ogni realtà sociale edecclesiale.La Chiesa di Napoli, sotto laguida del suo Pastore, semprepiù sta diventando una verafamiglia, dove tutti sonopreziosi ed insostituibili, dovetutti ricevono la stessaaccoglienza senza distinzioni dinazionalità, di fede e/o diappartenenza politica; unaChiesa dove tutti si sentono acasa, proprio come quella chiesache ci racconta il libro degli Atti. Tutti i fedeli sono, perciò,invitati all’evento, presieduto dalnostro amato cardinaleCrescenzio Sepe, che si terrà inCattedrale sabato 14 marzo p.v.,alle ore, 20,30, per stare allapresenza del Salvatore ed elevareverso il suo Trono un inno dilode e ringraziamento.

*Coordinatore Diocesanodel Rinnovamentonello Spirito Santo

Oggi nella maggior parte dei giovani si riscontra purtroppo una mancanza di orientamen-to di fronte alle scelte di vita, lette in prospettiva vocazionale, cioè come risposta ad una chia-mata. L’ufficio di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Napoli, secondo le indicazioni delCardinale Crescenzio Sepe, contenute nel Piano pastorale Diocesano consegnato lo scorsosettembre 2008, ha sentito l’urgenza di farsi carico della vita dei giovani, accompagnandolinelle loro scelte, affinché, come avviene all’interno della propria famiglia, la chiesa diventianch’essa “luogo di orientamento” per i giovani alla scelta di vita matrimoniale o consacrata,alla scelta della facoltà universitaria dopo le scuole superiori e alla scelta nel mondo del la-voro.

Martedì 17 e mercoledì 18 febbraio scorsi, presso il Seminario Arcivescovile di Napoli, inViale Colli Aminei, 3, si sono vissuti due pomeriggi di orientamento alle scelte di vita per igiovani di quarto e quinto anno delle scuole superiori. L’obiettivo: far riflettere i giovani sul-la necessità di scelte ponderate, personali e coraggiose per la propria vita.

Il Progetto Policoro, programma di evangelizzazione nato nel 1995, attraverso cui la Ceiinterviene in sette regioni italiane del Sud, coordinando la Pastorale del Lavoro, la PastoraleGiovanile e la Caritas, si è fatto promotore di questa iniziativa per aiutare i giovani dellaDiocesi di Napoli.

Salvatore Montella, responsabile per la nostra Diocesi del Progetto Policoro ha detto:“Vogliamo accompagnare i giovani in un percorso di evangelizzazione e di formazione all’intro-duzione nel mondo del lavoro, perché si possa comprendere che anche il lavoro è una rispostaad una chiamata”.

Hanno collaborato a questo progetto, anche altri organismi ed associazioni di ispirazio-ne cattolica, che si occupano dei giovani e di lavoro: oltre al Seminario Arcivescovile hannopartecipato la Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana), l’Azione Cattolica, la Gioc(Gioventù Operaia Cristiana), le Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani).

Dopo l’accoglienza e l’introduzione di don Pasquale Incoronato, responsabile presbiterodella Pastorale giovanile di Napoli, è stato proiettato un breve video tratto da un famoso film:“Ritorno al Futuro II”, in cui si raccontava di due ragazzi catapultati nel futuro, attraversouna macchina del tempo, perché avevano una missione da compiere. E così, dopo la proie-zione, ogni ragazzo è stato lanciato nel proprio futuro, (fisicamente ciascun giovane con ilproprio gruppo si è riunito in una stanza differente del Seminario), perché, come diceva lafrase conclusiva del film, ciascuno oggi ha una missione da compiere! Ogni ragazzo ha im-maginato se stesso proiettato nel futuro, motivando nel gruppo ciò che lo aveva spinto a ve-dersi fra qualche anno così come aveva scritto.

«Bisogna aiutare i giovani a non avere paura del futuro - ha detto Don Pasquale Incoronato- a non angosciarsi per il domani, proponendo loro un migliore rapporto con il mondo che licirconda ed annunciando sempre la speranza e la gioia».

E’ stata poi presentata anche una video-intervista al Cardinale Sepe, nella quale ha datola sua esperienza personale di come il Signore ha agito anche nella sua vita: «Né io, né i mieigenitori pensavamo mai che potessi diventare sacerdote, perché di solito il primo figlio maschioè quello che deve continuare il lavori dei genitori e deve tramandare poi alle generazioni futurela propria identità familiare. La testimonianza personale di un seminarista mi incoraggiò ad ap-profondire questo aspetto che vedevo così lontano anche dalla mia esistenza e a prendere sul se-rio quel movimento interiore che mi portava ad entrare in seminario, luogo dove si coltiva laprospettiva di un ministero. Credo che la provvidenza del Signore ci voglia dire che è Lui a con-durre ciascuno di noi. Noi siamo chiamati a collaborare con Dio, affinché si possa concretizza-re quel disegno che Lui vuole che si realizzi nella nostra vita».

Due pomeriggi di orientamento al lavoro promossidall’Ufficio di pastorale giovanile, la Fuci, l’Ac, la Gioc e le Acli

Alla scoperta del futurodi Angelo Vaccarella

Una sceltadi vita

Orientarsi per saper scegliere, questol’obiettivo di “Quo Vadis?”, il percorsodi orientamento promosso dall’UfficioPolicoro della diocesi di Napoli. Circacento, i giovanissimi tra i 15 e i 18 anni,provenienti anche da diocesi limitrofe,che hanno accolto l’invito e che in que-sti due pomeriggi si son ritrovati insie-me per interrogarsi sul proprio futuro esulle scelte coraggiose e possibili per lapropria vita.

I ragazzi hanno poi ricevuto il gradi-to regalo del Cardinale, che, nonostantela concomitanza col viaggio in Turchia,ha voluto salutare i partecipanti al labo-ratorio attraverso un contributo filmatonel quale ha sottolineato l’importanza diinterrogarsi sui propri sogni, sulla pro-pria vocazione a 360°, familiare, consa-crata, scolastica, lavorativa.

E con il coinvolgente musical voca-zionale “Con Un Sì”, ideato e realizzatodai ragazzi del Seminario Arcivescovile“Ascalesi” di Napoli, si è concluso il pri-mo pomeriggio. Si è dato poi prosieguoal percorso, il giorno successivo, fornen-do ai giovanissimi i primi strumenti ne-cessari per scegliere in maniera consa-pevole, e in ambiti di vita differenti.

Due i laboratori proposti: il primosulla scelta dell’ambito lavorativo, gui-dato dal dott. Marco Giugliano, che haindicato alcuni strumenti presenti in re-te, utili non solo alla ricerca di lavoro,ma anche alla chiarificazione riguardoalle più differenti professioni esistenti,e ha poi sottoposto, a ciascun giovane,un test psico-attitudinale atto ad indivi-duare le proprie attitudini lavorative; ilsecondo sulla scelta della facoltà univer-sitaria, guidato dai giovani della Fuci diNapoli, che, attraverso un power pointdescrittivo, hanno raccontato ai ragazziil mondo universitario, le difficoltà, ipunti di forza.

Due pomeriggi davvero intensi, manecessari, in cui tanti sono stati gli spun-ti e le provocazioni offerti ai nostri gio-vani, perché sappiano orientare la pro-pria vita al bene, un bene che realizzi lapropria felicità e che sia comune a tut-ti.

Maria Rosaria Soldi

Primo piano cittàNuova Stagione 1 MARZO 2009 • 11

LeaspettativedellecooperativeGrandi aspettative vengonodalle imprese sociali della reteGesco che già da qualchetempo sperimentano azioniinnovative per i serviziall’infanzia, come hannotestimoniato Roberta Gaetadella cooperativa Etica eMichele De Angelis, presidentedella coop Prisma e consigliered’amministrazione Gesco.«Siamo di fronte, per la primavolta in Campania, a ungrandissimo investimento neiservizi all’infanzia – haosservato Michele De Angelis,consigliere di amministrazionedi Gesco - ma è fondamentaleinvestire risorse anche nellagestione di questi servizi,perché l’aspetto gestionale èquello che ne garantisce lasostenibilità e la stabilità. Allostesso tempo – ha continuato -bisogna che in Campania, inassenza di finanziamentistabili, anche il terzo settorefaccia la sua parte e arrivi adavere, come avviene anche inaltre regioni italiane, adesempio la Toscana, l’EmiliaRomagna, il Piemonte, unruolo decisivo, superando queldivario territoriale che rende lanostra regione profondamentedebole rispetto al Nord Italia».Un’attenzione particolare èstata dedicata, nel corsodell’incontro, alla necessità, nelnostro Paese, di conciliaretempi di vita e tempi di lavoro.Sull’argomento è intervenutaSilvia Pasqua, docente diEconomia del lavoroall’Università di Torino, che hasottolineato: «Vogliamo che ledonne italiane entrino nelmercato del lavoro e riescano araggiungere, almeno in parte,quello che le loro pari, per età elivello di istruzione, di altriPaesi europei hanno giàconquistato da tempo: avereun lavoro senza rinunciare adavere una famiglia. Ma questo– ha concluso – implica larealizzazione di adeguatepolitiche di conciliazione deitempi di vita e lavoro, possibiliattraverso un aumento dellepossibilità di lavoro part-timeper le donne, dei congediparentali, degli aiuti economiciper le famiglie e dei posti negliasili nido».

Cento nuovi asili nidi in Campania.Un’opportunità straordinaria per losviluppo di servizi alla prima infan-

zia in Campania e per l’accesso delle donnemadri al mercato del lavoro È quanto pro-mette il nuovo Piano regionale per i servizialla prima infanzia che prevede un impegnodi spesa notevole: 165milioni di euro attra-verso interventi verso i bambini da 0 a 36mesi, da realizzare in collaborazione con leimprese sociali e tra i diversi settori dellapubblica amministrazione. Se ne è parlatonel corso della tavola rotonda “ChiedoAsilo”, I servizi rivolti alla prima infanziaper la conciliazione dei tempi di vita e di la-voro”, organizzata da Legacoopsociali e daGesco alla Stazione Marittima di Napoli, al-l’indomani della pubblicazione delle Lineedi indirizzo per l’attuazione del piano.

«La Campania è ad oggi – ha spiegatoSergio D’Angelo, presidente di Gesco e vi-cepresidente nazionale di Legacoopsociali–una delle regioni con meno servizi in pro-porzione ai potenziali utenti, e con una leg-ge di settore risalente al 1974. Sono infattisolo una cinquantina gli asili nido nella re-gione, dove si verifica anche un paradosso:gli asili sono tra i meno cari, ma allo stes-so tempo rappresentano una chimera perliste d’attesa che sfiorano il 40% sui poten-ziali utenti, il valore più alto tra tutte le al-tre regioni e rispetto alla media nazionale,che è del 23%». Il Piano prevede un miglio-ramento complessivo dei servizi per la pri-ma infanzia insieme a strumenti di incen-tivazione, con risorse per oltre 20 milionidi euro specificamente assegnate alla na-scita di asili aziendali.

Gli asili nido nel sistemadei servizi per l’infanzia

Gli asili nido sono servizi per minori da0 a 36 mesi che provvedono alla loro tem-poranea custodia per assicurare un’adegua-ta assistenza alla famiglia e per facilitarel’accesso delle donne al mondo del lavoro.Ogni asilo deve essere progettato per un nu-mero di posti non inferiore a 30 e non superiore a 60, mentre nel-le località in cui il numero degli utenti potenziali è inferiore a 30,vengono istituiti i micro-nidi. Il personale preposto a funzioni edu-cative deve essere almeno di un operatore ogni sei bambini di etàinferiore a un anno e almeno un operatore ogni dieci bambini dietà superiore. Gli asili nido prevedono l’erogazione di pasti e il ri-poso dei minori. Possono essere comunali o aziendali: in questocaso, gli asili nido e i micro-nidi sono attivati presso i luoghi dilavoro o in strutture nelle loro immediate vicinanze che destini-no ai figli delle lavoratrici o dei lavoratori delle aziende una quo-ta di posti superiore al 50%.

Obiettivi e piano straordinarioNel Consiglio Europeo di Lisbona del 2000, è stato stabilito che

entro il 2010, cioè entro l’anno prossimo, va raggiunta una coper-tura dei servizi socio-educativi per la prima infanzia pari al 33%.Per perseguire questo obiettivo il Governo, con la legge finanzia-ria del 2007, ha stanziato risorse per la realizzazione di oltre 50mi-la nuovi posti-servizio nel sistema integrato dei servizi socio-edu-cativi per la prima infanzia, stimando di arrivare ad un tasso me-dio di presa in carico dell’utenza del 13.5% contro l’attuale valoremedio nazionale dell’11,4%. Tale indirizzo si è concretizzato il 26settembre 2007 nel Piano straordinario per lo sviluppo dei servizisocio-educativi per la prima infanzia.

SituazioneIn Italia, nel 2006 il numero delle

strutture è cresciuto del 3,3% rispetto al2005, passando dalle 3.010 strutture aquota 3.110, con una disponibilità di130.244 posti. Complessivamente il 59%dei nidi comunali è concentrato nelle re-gioni settentrionali, il 27% in quelle cen-trali e solo il restante 14% in quelle me-

ridionali. Inoltre, anche se il numero degli asili nido è legger-mente cresciuto in un anno, in media il 23% sul totale dei ri-chiedenti resta in lista d’attesa.

Nella sola Campania, nel 2006 il numero delle strutture nonarriva neanche a quota 50 (49 nel 2006; 45 nel 2005), con una di-sponibilità di soli 2.086 posti (1.980 nel 2005).

Secondo la stessa fonte, nella nostra regione, la spesa mediamensile per nido comunale per l’anno 2007/2008 è pari a 213 eu-ro, 3 euro in più rispetto all’anno precedente, contro una medianazionale per lo stesso anno scolastico di 290 euro (mentre nel2006/2007 era di 285 euro). La regione più economica è la Calabria(118 euro) mentre quella più costosa è il Trentino Alto Adige (406euro).

Si verifica, così, un paradosso tutto campano. Nella nostra re-gione gli asili nido sono tra i meno cari, ma allo stesso tempo rap-presentano una chimera per liste d’attesa che sfiorano il 40%, ilvalore più alto tra tutte le altre regioni e rispetto alla media na-zionale (23%).

Significativo è poi il fatto che Napoli sia l’unica città campa-na dove il servizio è presente solo a tempo ridotto (in media 6ore al giorno contro le 9 del tempo pieno), mentre a Caserta esi-stono solo due strutture comunali: a colmare il vuoto lasciatodal pubblico ci pensano gli asili nido privati che sorgono comefunghi.

Dei 50 asili nido presenti in Campania(con una disponibilità di 2.086 posti) 25sono concentrati a Napoli e solo 2 aCaserta. «Il Piano assegna un ruolo signi-ficativo al terzo settore nell’ambito di unprogetto di ampio respiro fondato sullacollaborazione tra pubblico e privato so-ciale, e favorisce la nascita di imprese ecooperative femminili fortemente impe-gnate nelle attività sociali. In questo mo-do possiamo sostenere anche il lavoro e leiniziative di agenzie, cooperative e asso-ciazioni che spesso sono dei veri e propririferimenti sul territorio per tante perso-ne in difficoltà, come nel caso del centrosocio educativo La nostra Regione scontaun ritardo storico – ha detto l’assessore al-le Attività Produttive Andrea Cozzolino –pur essendo tra le più giovani d’Italia. Perquesto concentremo i nostri prossimi im-pegni verso la fascia che va dai 18 anni ascendere, secondo 3 obiettivi principali:offrire più posti negli asili nido, secondocriteri di quantità e di qualità, potenziarele strutture esistenti e migliorare l’offer-ta». Il piano prevede anche micro-nidi, ni-di aziendali e servizi integrativi come spa-zi per i bambini, centri di accoglienza perle famiglie, esperienze condominiali tiponidi di mamme, possibilità di telelavoro,offrendo opportunità a famiglie disagiatee a bambini disabili.

«Il tutto - ha dichiarato Antonio Oddati,dirigente dell’Area Assistenza sociale e pro-grammazione della Regione - nell’ambito diun progetto di ampio respiro fondato sullacollaborazione, concertazione e coopera-zione tra pubblico e privato sociale».

Alcunidati

Nuoviasili nido

in CampaniaServizio a cura di Elena Scarici

Al via il Piano regionaleper i servizi rivolti

alla prima infanzia.Gesco e le imprese sociali

della rete nazionaleLegacoop insieme

alla Regione per garantireservizi di qualità

e trovaresoluzioni efficaci

per la conciliazionedei tempi di vita

e di lavoro

Nuova Stagione12 • 1 MARZO 2009 Città

Radio Vaticana

Quaresima2009L’emittente radiofonica delVaticano propone due serie ditrasmissioni per la Quaresima2009.

Doveterinasceredall’alto

18 meditazioni di padreGiovanni Giorgianni,liberamente tratte e riadattateda Franca Salerno dal libro“Ecco, faccio nuove tutte lecose”, edizioni San Paolo. “Uninvito all’ottimismo cristianobasato sulla certezza che dopola venuta di Cristo ilrinnovamento dell’uomo è unarealtà”.In onda da giovedì 26 febbraioa sabato 4 aprile con iseguenti orari e frequenze. Giovedì e venerdì, ore 14.30,FM 93.3 Mhz; ore 17.30, FM93.3 e 105 Mhz. Onde medie585, 1530 Khz; ore 3, FM 105Mhz.Sabato, ore 17.30, FM 93.3 e105 Mhz; ore 3, FM 105 Mhz.

Paoloapostolodel Vangelo

40 meditazioni cheapprofondiscono la figura diSan Paolo, in linea con laChiesa che, nell’Anno Paolino,rimedita la fede e le operedell’Apostolo delle genti, pertrarne nuovo slancio allapropria missione. ConoscerePaolo è addentrarsi nellaconoscenza di Cristo, temaelaborato da padre VitoMagno, adattamento di MoniaParente.In onda da mercoledì 25febbraio a domenica 5 aprilecon i seguenti orari efrequenze. Ore 7.15, FM 105 Mhz. Ondemedie 585.Ore 23.45 (replica), FM 93.3 e105 Mhz; Onde Medie 585.La Radioquaresima 2009 saràdisponibile in compact disc apartire dal mese di aprile. Perulteriori informazionirivolgersi all’Ufficiopromozione Radio Vaticana(06.69.88.30.45)

Movimento Apostolico Ciechi

Giornate della CondivisioneIl Movimento Apostolico Ciechi (Mac)

è un’associazione di fedeli laici, vedenti enon vedenti, riconosciuta dallo Stato e daiVescovi italiani. Le sue attività, senza sco-po di lucro, sono rivolte ai ciechi che si tro-vano in situazione di maggiore difficoltà.Il Mac fondato nel 1928 è stato costituitocome ente canonico ed ha ricevuto il rico-noscimento giuridico civile. È presente in18 Regioni ed ha 67 Gruppi diocesani eConsulte regionali. In Campania sono atti-vi 3 gruppi diocesani: uno a Napoli, uno aSalerno ed uno a Nola collegati in ConsultaRegionale.

Il Mac opera in tre ambiti: ecclesiale, so-ciale ed internazionale. Nel primo ambitoper la partecipazione dei disabili ai corsi dicatechesi e iniziative di solidarietà, in quel-

lo sociale per il diritto dei non vedenti aduna proficua integrazione nella scuola ditutti, per la promozione dell’autonomia deinon vedenti pluriminorati, per il sostegnoalla famiglia e per la collaborazione con in-segnanti ed operatori, per l’accoglienza, lafruizione di servizi, l’autonomia degli an-ziani non vedenti. Il Mac ritiene che unacultura della condivisione e la cooperazio-ne tra i popoli possa garantire per tutti lamigliore qualità di vita, pace e sviluppo. Atale scopo, ha stimolato la realizzazione discuole, reparti per la cura delle malattieoculari, centri per l’educazione dei bambi-ni e ragazzi non vedenti o pluriminorati.

A livello internazionale lavora per larealizzazione di progetti di sviluppo sani-tario e scolastico.

Il programma dei lavori

Si svolgeranno a Napoli, dal venerdì 6 a domenica 8 marzo, presso l’Hotel Ramada,in via Galileo Ferraris 40, le Giornate Nazionali della Condivisione, promosse dalMovimento Apostolico Ciechi.

Questo il programma dei lavori.

Venerdì 6 marzoOre 18.30 - Saluti del Presidente Nazionale, Saverio Nazzari e del Presidente

Diocesano di Napoli, Marilena Sifola. Momento di preghiera: presiede don FrancoEsposito, Assistente Ecclesiastico diocesano di Napoli e della Consulta RegionaleCampania.

Sabato 7 marzo Ore 9, Celebrazione delle Lodi: presiede S. E. Mons. Filippo Iannone.Ore 9.45 Tavola rotonda presso il Centro Congressi dell’Hotel Ramada: “Costruire

legami per una città accogliente”. Saluti del presidente nazionale e delle autorità ec-clesiastiche e civili Intervengono: Dino Di Palma, presidente della Provincia di Napoli.Don Tonino Palmese, Direttore Ufficio per l’ambiente della Diocesi di Napoli; MarioDi Costanzo, Segretario Generale diocesano della Consulta delle aggregazioni laica-li. Francesco Scelzo, vicepresidente nazionale del Movimento Apostolico Ciechi.Modera: Elena Scarici, giornalista di “Nuova Stagione”

Ore 15.45, visita al Palazzo Reale.Ore 18, incontro di preghiera nel Santuario di Santa Lucia a Mare: “Coraggio, al-

zati, ti chiama”. Presiede S. E. Mons. Antonio Di Donna. Ore 21.30, momento di fraternità: concerto di canzoni classiche napoletane.

Domenica 8 marzoOre 9, Celebrazione delle Lodi in San Giuseppe da Copertino delle Suore

Sacramentane. Presiede don Renzo Migliorini, Assistente Ecclesiastico Nazionale. Ore 11, Concelebrazione Eucaristica nel Duomo di Napoli presieduta dal Cardinale

Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, che sarà trasmessa in diretta su Rai 1.Tra le altre iniziative del Mac c’è un progetto di cooperazione internazionale che

prevede un’attività di rilegatoria per la realizzazione di quaderni di diverse dimensio-ni per bambini e giovani delle scuole, con cui si prevede di dare lavoro a dieci perso-ne, garantendo loro un’occupazione a tempo peino. Altra iniziativa prevista l’amplia-mento dell’attività di trascrizione in braille e registrazione su supporto sonoro di te-sti scolastici e di formazione religiosa. Le attività sono proposte dalla CongregazioneCattolica dei Ciechi, una comunità religiosa, approvata nel 1995, che accoglie perso-ne non vedenti che cercano di servire Cristo, la Chiesa e il mondo attraverso la pre-ghiera e il lavoro.

Messa in ricordo dei senzadimora promossa dalla

Comunità di Sant’Egidio

Elisache ha unito cielo e terraEra il 17 febbraio 1997 quando è morta

Elisa Cariota, anziana senza dimora che vi-veva alla Stazione Centrale di PiazzaGaribaldi. La prima amica, che ci ha inse-gnato a fermarci accanto a chi ha perso ognilegame e che ci ha fatto trovare una nuovaumanità. Da allora ogni anno in questi gior-ni di febbraio, la Comunità di Sant’Egidiofa memoria di chi vive e, troppo spesso,muore per strada nella nostra città.Insiemea lei 118 nomi: donne, uomini, italiani,stranieri, anziani, giovani… tante vite in-contrate, conosciute, amate e poi spezzatedalla durezza della strada, dalla malattia,dalle mille difficoltà e soprattutto dallamancanza di una rete che tragga in salvo.Al pronunciarsi di ogni nome è stata acce-sa una luce, perché nessuno è dimenticato,ognuno è accolto nella casa del Padre. Piùdi cento i senza dimora, che hanno parte-cipato alla liturgia e al pranzo, che sono or-mai parte importante della Comunità diSant’Egidio, non più ospiti, ma fratelli eamici che trasmettono l’importanza e l’at-tesa di questa memoria divenuta in oltredieci anni memoria della città.

Uno di loro si è alzato per accendere lacandela, che è rimasta spenta, alchè ha af-fermato guardando una persona che lo in-vitava a riprovarci: “bè la luce ce la metteLui! “alzando gli occhi. La luce era forte echiara, quella delle candele e quella dellosplendido sole che ci ha accompagnati e unpo’ riscaldati.

«Oggi qui tra noi vediamo unirsi cielo eterra» - ha affermato don MarianoImperato al termine della liturgia, davveroElisa ha fatto unire cielo e terra in un gran-de abbraccio tra gli oltre 100 amici defun-ti e i quasi 500 partecipanti stretti nella ba-silica dei SS Severino e Sossio.

Dopo questo giorno restano la consola-zione della memoria e la speranza che maipiù nessuno resti e muoia solo, per ognunoci sia una mano tesa e accogliente, una re-te che trae in salvo.

Resta anche la preoccupazione per chiancora vive – e non per sua volontà o scel-ta- per strada, proprio in questi che sono igiorni più freddi dell’anno. Dalla fine di ot-tobre sono infatti 10 le persone morte perstrada in città. Si auspica un intervento im-mediato delle autorità e di chiunque possacompiere un gesto per rendere meno rigi-do il clima meteorologico e umano diNapoli.

Benedetta FeroneComunità di Sant’Egidio

CittàNuova Stagione 1 MARZO 2009 • 13

Un wine bar per i ragazzi di Forcella Un wine bar per permettere airagazzi di Forcella di imparareun mestiere:, la struttura gestitadalla Bottega delle Meraviglie istrova in via Pietro Colletta, inun edificio confiscato allacamorra i cui utili verrannodestinati alle attività dellacooperativa sociale Me Ti.«Si apre una nuova luce inquesto territorio che ha bisognodi grande attivismo e vitalità pertornare a splendere – haaffermato il presidente dellaProvincia Dino Di Palmaall’inaugurazione - è importantelo sviluppo di questo tipo diattività soprattutto perchécollegata all’azione che lacooperativa sta realizzando peril recupero dei minori delquartiere nella propria sedeoriginaria in via Carbonara,struttura sequestrata allacamorra, un tempo dellafamiglia Giuliano. Bisognaessere vicini a persone chehanno il coraggioquotidianamente di operare peril bene di Forcella»..Nel locale saranno servitigulasch, formaggi al tartufo, allenoci e alla vinaccia, prosciutti dimaiale e di cinghiale e di daino ealtre prelibatezze. Nel locale, poi,ci saranno due maxischermodove saranno proiettati eventisportivi o di cultura e attualità esono previste le esibizioni digruppi jazz e cabaret. Il tutto,spiegano gli organizzatori, aprezzi contenuti. La sera a partire dalle 21 unbuffet offerto a tutti isimpatizzanti che voglionosostenere l’iniziativa aderendoall’associazione. Quota diiscrizione annua 10 euro. Ilricavato del locale servirà afinanziare le attività gestitedall’associazione incollaborazione con scuole eparrocchie. Nella stessastruttura che ospita il wine barsaranno anche organizzati corsiprofessionali per i ragazzi delquartiere. L’idea è di creare unpunto di aggregazione per tuttiquelli che vogliono bere in paceun bicchiere di vino, ma anchescambiarsi idee e proposte. «Per vincere la sfida dellalegalità abbiamo subito capitoche i veri snodi erano altri:offrire possibilità direinserimento sociale ai ragazzie svincolare la struttura dallaprecarietà dell’interventopubblico». Quindi la decisionedi aprire una strutturautilizzando i fondi arrivatigrazie al Pon sicurezza. Nellocale lavoreranno i ragazzi cheda anni seguono le attività dellaBottega delle Meraviglie e ivolontari del servizio civile.

Èil primo museo italiano tattileed olfattivo dedicato ai non ve-denti: si trova all’interno

dell’Orto botanico di Napoli (fra i piùantichi d’Europa), è stata inauguratadi recente in presenza del cardinaleSepe. Oltre 50 esemplari consentonodi comprendere le principali caratte-ristiche dei più importanti gruppi dipiante terrestri, dalle Bryophyta alleMagnoliophyta. «Questa iniziativa dicarattere sociale e didattico – ha spie-gato il rettore dell’Università FedericoII di Napoli Guido Trombetti - mira atrasformare la struttura prettamentescientifica dell’Orto Botanico a luogoaperto e più facilmente fruibile anche aigiovani».

Nel museo, una struttura in mura-tura situata al confine tra l’area deinon vedenti e la zona dei ‘campi spe-rimentali’, è stata allestita un’esposi-zione di alcune specie selezionate inbase alla presenza di caratteristiche fa-cilmente percepibili mediante l’uso deltatto o dell’olfatto.

La parte del museo tattile che si svi-luppa all’esterno è caratterizzata da uncorridoio lungo il quale sono dissemi-

blico dei bambini.«L’itinerario – ha precisato il diret-

tore dell’Orto Botanico Paolo De Luca- si sviluppa in parte all’interno e in par-te nell’area adiacente con un corrima-no che aiuta nel percorso. Il tutto cor-redato da pannelli in caratteri braille de-scrittivi del vegetale in esposizione».All’interno sono raccolte parti di nu-merose specie vegetali ben ordinate inteche e pannelli. Nella parte superioredi ogni teca si trova un foro attraver-so il quale il visitatore può percepireal tatto le particolari caratteristichedelle piante presenti e, se si tratta diessenze profumate, può sentirne an-che il profumo: una targhetta con te-sto in braille riporta poi tutte le infor-mazioni sul materiale contenuto nellateca. Nella parte inferiore dei pannel-li, invece, ci sono quattro tappi di su-ghero impregnati di oli essenziali.Basta sollevarli per apprezzare i parti-colari odori che emanano e riconosce-re le rispettive specie attraverso la di-citura in braille posta accanto a ognitappo.

Elena Scarici

All’Orto Botanico il primomuseo italiano tattile

ed olfattivo dedicato ai non vedenti

Profumiper tutti

Il Convegno, promosso ed organizzato dal Servizio nazionale perl’edilizia di culto, in collaborazione con il Politecnico di Milano,si colloca quale tappa finale di un percorso in-formativo che ne-

gli anni scorsi ha consentito di approfondire i temi della progetta-zione e della costruzione delle nuove chiese.

Lo scenario rappresentato da numerosi edifici di culto realizza-ti negli ultimi decenni e già bisognosi di urgenti e radicali interven-ti di manutenzione è tale da indurre a riflettere sulle cause di talesituazione e cercare strade percorribili per non ripetere gli erroricommessi. Sicuramente ha pesato, in passato, la necessità di conte-nere la spesa complessiva occorrente per la realizzazione di nuoviedifici di culto, che ha costretto i committenti ad accettare l’impie-go di una modesta qualità costruttiva. Ciò ha determinato l’insorge-re di un precoce degrado degli edifici.

Tra le cause possibili della ritrosia a prevenire o interrompere ildeterioramento progressivo dei fabbricati è da includere certamenteanche una lacunosa progettazione, che non procede in previsione del-la futura necessaria manutenzione dell’edificio, sì da renderla di fat-to troppo complicata e costosa. Tuttavia, non si può non costatare al-tresì una scarsa sensibilità in chi dovrebbe aver cura del patrimonio

A Napoli, dal 12 al 14 marzo il convegno nazionale

Conservare le chieseaffidatogli. Ciò vale anche per le chiese e le strutture annesse.

Di queste importanti questioni si parlerà approfonditamente du-rante il convegno, con l’aiuto di esperti del settore. Teoria, prassi eriflessioni mirate si alterneranno nell’affrontare la materia della ma-nutenzione, fino ad indicare metodo e linee guida per una sana pro-gettazione e per la valutazione prestazionale degli edifici.Monitoraggio, diagnostica e prevenzione del degrado saranno pro-posti quali funzioni imprescindibili perché la manutenzione diven-ga una pratica programmata, coerente, efficace e non divenga ur-gente ed antieconomica.

Una tre giorni a tutto campo, all’insegna di un confronto onestoe rigoroso, che metta a nudo la radice del problema e indica solu-zioni concrete e possibili da perseguire.

nati diversi contenitori di piante segnala-te da apposite incisioni che descrivono,anche in braille, il nome e le caratteristi-che della varietà. Qui si trovano i più im-portanti vegetali terrestri, dalle felci allepiante fiorite, nonché alcune specie me-diterranee. Lungo il viale si incontranoprofumatissimi cespugli di salvia, origa-no, basilico, e rosmarino, e una specificasezione di esemplari come gerani, melis-sa, millefoglio e l’assenzio, selezionati inquanto facilmente percepibili attraversoil tatto o l’olfatto. Il museo è un’iniziativadi grande fascino scientifico e culturale,interessante e divertente anche per il pub-

Provincia Nuova Stagione14 • 1 MARZO 2009

Progetto “Monelli e bulli”a S. Giorgio a Cremano

Capire ladifferenzaUna sfilata di centinaia dibambini in maschera per lestrade della città ha celebrato laconclusione del progetto “Monelli,bulli e lazzari nelle favole e nellastoria”. Si è trattato di unpercorso laboratoriale per glialunni della scuola dell’infanzia edella scuola primaria,organizzato dal secondo circolodidattico “Giuseppe Mazzini”,diretto dalla professoressa AngelaViola con il patrocinio della Cittàdi San Giorgio a Cremano edell’Unicef. Il progetto, indirizzato a tutti glialunni della scuola si è proposto,attraverso un excursus storico-letterario, una riflessione socio-pedagogica sulla figura del“monello”, che oggi forse vienetout court definito “bullo”. Negliultimi mesi, raccontare fiabe efavole ai bambini ha offertonumerosi spunti per suscitareinteresse e riflessioni sui temidella buona eduzione e delbullismo e, in generale, sullalegalità. Ai bambini della scuoladell’infanzia e delle prime è statoletto Pinocchio; a quelli delleseconda, Mafalda eGianburrasca; a quelli delle terze,il Re Leone e Bullo & Byllo; allequarte Robin Hood; alle quinteCenerentola e storie di lazzari epopolane del Seicento.

Accanto ai più debolidi Pasquale Di Petta

Il cardinale Sisto Riario Sforza è stato una delle figure più illustri della Chiesa napole-tana. Discendente della gloriosa e nobile famiglia Riario Sforza, che ha dato alla storiacondottieri, eroi, cardinali e musicisti, nacque a Napoli il 5 dicembre 1810. Il padre, ducaGiovanni, discendeva dai Riario di origine normanna e dagli Sforza di Milano. La madre,Maria Gaetana, discendeva dai principi Cattaneo di origine Genovese.

Egli era dotato di grandi doti intellettuali. All’età di quindici anni ricevette la tonsurae gli Ordini Minori dalle mani del cardinale Luigi Rufo. Studiò a Roma presso il SeminarioRomano e nel 1833, a 23 anni fu ordinato sacerdote a Napoli dall’arcivescovo cardinaleFilippo XVI. Papa Gregorio XVI nutrì molta ammirazione per lui. Gli affidò delicate mis-sioni apostoliche e lo nominò anche suo segretario particolare.

Per le sue eccellenti qualità di mente e di cuore fu inviato come Legato Pontificio aParigi. Aveva solo 34 anni quando dal cardinale Mario Mattei venne consacrato Vescovonel 1845 ed inviato ad Aversa, dove rimase solo sei mesi perché passò alla sede arcivesco-vile di Napoli e nel gennaio 1846 fu nominato Cardinale, titolo che gli spettava di dirittoperché Napoli era la capitale del Regno delle Due Sicilie. Lavorò moltissimo per la vastaArchidiocesi di Napoli.

Purtroppo, si trovò a vivere nel turbinoso periodo di grandi avvenimenti politici, comel’avvento dell’unità d’Italia e la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello Stato. Egli curòsoprattutto il bene delle anime e gl’interessi della Chiesa. Fu un grande sacerdote e mai siatteggiò a politico. Ciò si evince dalle sue lettere pastorali di quei giorni convulsi del 1848.Accolse nel Regno di Napoli il pontefice Pio IX in fuga da Roma. Gli fu molto vicino nel-la dimora di Gaeta e poi di Portici e di Napoli.

Dopo l’entrata di Garibaldi a Napoli nel 1860, rifiutò di riconoscere il nuovo regime po-litico e l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte e fu mandato in esilio aMarsiglia. Poi si rifugiò presso i parenti ad Hyres. Tornò a Roma e raggiunse Napoli, mafu di nuovo cacciato con la forza.

Rimase in esilio tra Roma e Terracina da dove continuò la sua opera pastorale e di di-fesa della Chiesa con numerose pubblicazioni soprattutto per contrastare la stampa anti-clericale e liberale.

Non solo fu contrastato dai nemici della Chiesa, ma anche dalla religiosa, EnrichettaCaracciolo, dei principi Forino, che, abbandonata la vita monacale, pubblicò un librettodenigratorio dal titolo “I misteri del chiostro napoletano”.

Nel 1866 tornò a Napoli dove ancora per circa 10 anni governò questa vasta ed impor-tante Diocesi.

Realizzò un seminario centrale per i chierici ed i sacerdoti delle province del Regnoche fu inaugurato nel 1876 con il titolo “Ospizio di Maria” ed una casa di riposo per sa-cerdoti ed anziani.

Durante il suo lungo episcopato a Napoli ci furono tre eruzioni del Vesuvio e quattroepidemie di colera che colpirono duramente la popolazione. Il cardinale Sisto Riario Sforzafu sempre al fianco dei più miseri, dei più bisognosi, dei malati, dei poveri. Egli si aggira-va nei vicoli e nei bassi per portare il suo aiuto e la sua solidarietà. Durante l’eruzione delVesuvio del 1861 mise a disposizione degli sfollati il Palazzo Arcivescovile di Torre delGreco. Consumò tutti i suoi beni per soccorrere la povera gente e contrasse anche un de-bito di 12.000 ducati che poi gli furono condonati per l’alta missione cui quei soldi eranostati destinati.

Il sommo pontefice Pio IX lo indicò come l’angelo della Chiesa napoletana el’Episcopato italiano lo denominò il Borromeo di Napoli.

Nell’archidiocesi di Napoli incrementò il numero delle parrocchie, favorì l’istituzionedi nuovi istituti ed ordini religiosi.

Per quanto riguarda Casoria, egli si accostò paternamente alla Serva di Dio, MariaLuigia Velotti, per accertarsi personalmente se corrispondeva a verità quanto si diceva cir-ca le sue virtù. Andò a farle visita nel Ritiro di Capodimonte e rimase colpito dal carismadella religiosa. Così decise di guidarla saggiamente per le vie del bene e le diede anche mol-ti consigli per la fondazione del suo Istituto delle Adoratrici della Croce. Morì a Napoli nel1877, tra il pianto del suo popolo devoto.

Il suo corpo fu inumato inizialmente nella chiesa del cimitero di Santa Maria del Piantodi Napoli. Con lui, la Chiesa di Napoli assurse a grandi splendori.

Dopo cinquant’anni dalla sua morte, il cardinale Alessio Ascalesi, accogliendo il votodi tutto il clero e di tutto il laicato, il 20 aprile 1927, fece fare la deposizione canonica del-la sua salma nella chiesa dei SS. Apostoli, dove Riario Sforza oggi riposa.

L’11 maggio dello stesso anno l’Ascalesi avviò il processo canonico per il riconoscimen-to delle sue virtù eroiche.

Presentato a Casoria,presso il 29° DistrettoScolastico il romanzodi Vincenzo Aruta

L’uomo del lagoe il serpente

Grande il successo riscosso daVincenzo Aruta, autore del romanzo“L’uomo del lago e il serpente”, presenta-to a Casoria lo scorso 19 gennaio, pressol’auditorium del 29° Distretto Scolastico.Alla presenza delle autorità civili dei co-muni inerenti al distretto, il presidenteFrancesco Palladino, e la vicepresidente,Vittoria Caso, hanno illustrato l’opera at-traverso una precisa ricostruzione diquello che è stato il periodo della dittatu-ra di Santa Anna in Messico.

«Si tratta della terza opera di VincenzoAruta - ha dichiarato Palladino - realizza-ta mediante una prosa semplice, diretta edefficace». La scelta del Messico è dovutaal forte legame che unisce l’autore a que-sta terra, di cui egli evidenzia la non faci-le realtà: tanto caro a tutti per il clima,identificato come luogo ameno in cui tra-scorrere periodi di relax, antica patria digrandi civiltà, il Sud America in generaleed in particolare il Messico nascondonodegrado, povertà, arretratezza, figli diret-ti della repressione e della guerra, che,sempre, in questi territori, hanno domi-nato. E il bisogno di serenità, di stabilità,di pace emerge prepotentemente da que-ste pagine, per il cui tramite, con sensibi-lità ed acume, l’autore ha saputo rivelarei sentimenti più profondi dei personaggi;spesso trapela la malinconica nostalgia diuna società arcaica, di un tempo perdutoa cui si guarda con assoluto rimpianto; unpopolo che soffre, un popolo che spera:questo il protagonista di una storia intri-sa di amarezza. L’abilità dell’autore è par-ticolarmente evidente nell’apporto creati-vo, in quegli spunti immaginativi, che la-sciano ampio spazio alla poesia. In unoscenario altalenante tra speranza e paurasi muove Carlos, che incarna la necessitàdi pace di un intero popolo; l’urgenza diserenità avvertita dal personaggio, che ri-vive drammatiche esperienze di ingiusti-zia e di guerra attraverso il racconto delnonno, è la necessità di un’intera nazionee, forse, dell’umanità stessa, che anela aduna pace troppo spesso negata, per moti-vi politici e non solo.

Vincenzo Aruta, è stato insignito, agiusta ragione, anche di un lusinghiero ri-conoscimento da parte dell’associazioneculturale “Emily Dickinson”, nell’ambitodella XXII edizione del premio letterariointernazionale.

Parole di encomio sono state pronun-ciate anche dal CommissarioStraordinario del comune di Arzano, cheha sottolineato la fecondità culturale diqueste terre di periferia, che tanto hannoda offrire sotto questo aspetto; un graziequindi è stato sentitamente tributato al29° Distretto, che da anni si adopera af-finché sui territori di Arzano, Casavatoree Casoria la cultura sia una realtà tangi-bile, valorizzando le potenzialità locali efavorendo un arricchimento intellettualeed umano che, altrimenti, avrebbe il sa-pore dell’utopia.

Margherita De Rosa

La grande umanità e lo zelo pastorale del Cardinale SistoRiaro Sforza nel tormentato periodo del Risorgimento

CulturaNuova Stagione 1 MARZO 2009 • 15

Nuova StagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Museicampanifinanziamentiai più“virtuosi”Un censimento sugli oltre 220musei e raccolte di ente localedella Regione Campania avràl’obiettivo di fornire standard diqualità, consentendo ai più‘virtuosi’ la richiesta difinanziamenti regionali. Se ne èdiscusso al convegno “Assettifinanziari e fund raising”nell’ambito del IV seminarioprovinciale Museinforma,giovedì scorso al MuseoArcheologico Virtuale adErcolano in via IV Novembre,44. Nell’incontro, rivolto aglioperatori culturali dellaCampania, e promosso dallaRegione Campania - SettoreMusei e Biblioteche, patrocinatoe organizzato in collaborazionecon la Provincia di Napoli -Assessorato ai Beni Culturali ePaesaggistici- Mare, con ICOMItalia, si è affrontatol’argomento di un’ indagineconoscitiva sui Musei di EnteLocale e Interesse Locale,attraverso una analisi moltodettagliata su scala regionale.Nello specifico, il progetto è uncensimento via web condottodal Settore Musei e Bibliotechedella Regione Campania e ha lafinalità di acquisire elementi diconoscenza sugli oltre 220Musei e Raccolte di Ente Localee di Interesse Locale dellaRegione e di fornire ad essi unostrumento di autovalutazionedei propri standard di qualità,per aiutarli a raggiungeremigliori risultati in materia diconservazione, sicurezza,prevenzione dai rischi, oltre chein materia di catalogazione,ordinamento, allestimento eincremento delle collezioni,valorizzazione e fruizionepubblica e personale. Per imusei in possesso dideterminati requisiti standard,vi sarà la possibilità di chiederedei finanziamenti alla RegioneCampania secondo quantoprevede la legge regionale12/2005. Nel corso delconvegno, i responsabili delSettore Musei e Biblioteche dellaRegione Campania e ilCoordinamento Museinformahanno illustrato le modalità dipartecipazione al progettopubblicato sul sitowww.museincampania.it.

Il 1° marzo visita guidata nel Rione Sanità

Premio a chi si impegna per il dialogodi Eloisa Crocco

Il Premio Mediterraneo, promosso dallaFondazione Mediterraneo e dall’associazio-ne culturale “Oltre il chiostro”, che operapresso il chiostro di Santa Maria la Nova epresso quello di Santa Chiara, quindi nelcuore del centro storico, è giunto alla suaquattordicesima edizione.

Ogni anno una giuria internazionale loassegna a persone o gruppi o istituzioni chesi siano distinti nella promozione del dialo-go nel bacino del Mediterraneo, e il premioè considerato, come spiega padre GiuseppeReale - l’anima dell’associazione “Oltre ilchiostro” - «non solo una nota di merito e unaconquista, ma un impegno che si assume a fa-re sempre di più in questo settore».

Quest’anno la cerimonia di premiazionesi è svolta in una sala del complesso monu-mentale di Santa Maria la Nova, ed è statapresentata da Michele Capasso, presidentedella Fondazione Mediterraneo, che haespresso l’auspicio che «le diverse culture pos-sano essere considerate non più elemento diconflitto, ma risorsa a cui attingere. Speriamo– ha aggiunto – in un futuro che ci dia la for-za di ricostruire un sistema di valori».

Sulla stessa lunghezza d’onda padreReale, che ha spiegato come «la categoria del-la mediterraneità dovrebbe servire per rilegge-re il Nord del mondo – il nostro mondo – nonpiù in una posizione di superiorità».

Il Premio Mediterraneo per la SolidarietàSociale è andato all’associazione onlus“L’Altra Napoli”, «per il ruolo svolto con in-telligenza e progettualità, stimolando la cresci-ta civile del territorio partenopeo, guardandoalle aree del disagio sociale nella prospettivadi un superamento delle logiche assistenziali-stiche»; in particolare l’associazione, forma-ta essenzialmente da napoletani che vivonofuori Napoli, ma che si adoperano per la ri-nascita della loro città d’origine, lavora nelquartiere Sanità, dove si è adoperata, tra lealtre cose, per la restituzione ai cittadini del-l’unico spazio verde della zona, l’Aranceto.

Premio Cultura a Wassyla Tamzali, scrit-

trice, «per la sua opera culturale che svolgeuna funzione di testimonianza della guerra diliberazione algerina nelle dolorose vicende deisuoi protagonisti».

Il Premio per la Cultura e il Dialogo è an-dato invece a Carmen Romero, fondatrice del“Cìrculo Mediterraneo”, «per aver contribuitoa coniugare azioni e riflessioni in ambito euromediterraneo promuovendo l’indispensabile in-tegrazione tra Politica, Cultura e Società Civile».

Al quotidiano “Il Denaro” il PremioInformazione 2009, per essersi posto «comeguida sugli eventi del Grande Mediterraneo,incarnando i valori del confronto, del dialogoe dell’interazione tra le culture. Con l’azionesvolta ha contribuito a rendere Napoli centronodale di riferimento euromediterraneo». Haritirato il premio il direttore Alfonso Ruffo,che ha chiarito che «il premio va al giornale,quindi ad un gruppo di persone, uno strumen-to al servizio del territorio. C’è ancora – ha ag-giunto – chi intende il nostro mestiere comeun porsi al servizio della comunità».

Per il 2008 il Premio Informazione è an-

dato invece a Ibrahim El Moallem, editoreegiziano, che «ha svolto un ruolo di costanteguida nell’ambito del mondo arabo diffonden-do i principi di libertà ed eguaglianza attraver-so la pubblicazione di migliaia di testi che han-no dato visibilità alle mille voci della riva Sud».

Ancora, Premio per l’Ambiente e il co-svi-luppo a Folco Quilici, perché «la sua operadi divulgazione della cultura del mare costi-tuisce un esempio per le nuove generazioni eduno strumento didattico-educativo da tra-smettere a tutti i paesi rivieraschi delMediterraneo».

Infine, Premio Arte e Creatività a PinoCacozza, che «nella sua ampia produzione dipoesia e canzoni fa rivivere le memorie laten-ti di una comunità – quella albanese diArberia – che si è socialmente e politicamen-te fusa nella nazione italiana senza perdere lapropria tradizione storica e linguistica».Proprio l’artista italo-albanese ha concluso ilpomeriggio con un suo recital dedicato al te-ma dell’integrazione, “Le Radici dell’Arbe-ria”.

Il 1° marzo l’associazione “L’AltraNapoli” promuove un tour gratuito neiluoghi nel Rione Sanità. Il giro avrà ini-zio dal Tempio del Buon Consiglio aCapodimonte, in via Capodimonte, 13. etoccherà i siti di maggiore importanzaartistica presenti nel Rione: la Basilicadi San Gennaro fuori le mura (riapertalo scorso dicembre dopo quarant’anni)con le famose catacombe di SanGennaro, la Basilica di Santa Maria del-la Sanità con il suo seicentesco Chiostrodi Fra’ Nuvolo, il Giardino degli Aranci eL’Altra Casa, (che verrà inauguato il 2marzo alle 17.30 dal Cardinale Sepe), in-fine, la Chiesa di San Severo alla Sanità.

Per facilitare le visite guidate, verran-no creati dei gruppi che muoveranno ascaglioni per il percorso accompagnatida guide esperte.

Il primo gruppo inizierà il tour alleore 9.30. Per ulteriori informazioni tel:081 667179 oppure [email protected]

Nuova Stagione16 • 1 MARZO 2009

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXIII - Numero 8 - 1 marzo 2009

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SETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

LectioDivina

in Duomonei Mercoledìdi Quaresima

ore 20

Mercoledì 4 marzoLev. 5, 14-16

“Se qualcuno commetterà un’infedeltà epeccherà... Il sacerdote compirà per lui il ri-to espiatorio... come sacrificio di riparazio-ne e gli sarà perdonato”.(Levitico 5, 15.16)

Mercoledì 11 marzoLev. 16, 29-34

“Sarà per voi un sabato di riposo assoluto evoi vi umilierete: è una legge perenne”.

(Levitico 16, 31)

Mercoledì 18 marzoLev. 19, 1-17

“Amerai il tuo prossimo come te stesso”.(Levitico 19, 18)

Mercoledì 25 marzo Lev. 25, 1-17

“Dichiarerete santo il cinquantesimo anno eproclamerete la liberazione nella terra pertutti i suoi abitanti”. (Levitico 25, 10)

Mercoledì 1 aprileLev. 26, 1-13

“Stabilirò la mia dimora in mezzo a voi enon vi respingerò”. (Levitico 26, 11)

Solenne Via CrucisVenerdì Santo - 10 aprile - ore 20.30 a Piazza del Gesù

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Orario celebrazioni pasquali presiedute dall’Arcivescovo in DuomoMercoledì delle Ceneri - ore 19.00 • Domenica delle Palme - Benedizione delle Palme, ore 10.30, nellaParrocchia di S. Giorgio Maggiore - Processione - S. Messa in Duomo

Messa Crismale - Mercoledì Santo - ore 18.30 • Messa nella Cena del Signore - ore 18.00 • VenerdìSanto della Passione del Signore - ore 17.30 • Sabato Santo, Veglia pasquale ore 22.30 • Domenica diRisurrezione, Solenne eucaristia - ore 12.00

Stazioni Quaresimali nei Decanati della Diocesi1ª Domenica di Quaresima (1 marzo): quinto decanato2ª Domenica di Quaresima (8 marzo): tredicesimo decanato3ª Domenica di Quaresima (15 marzo): undicesimo decanato4ª Domenica di Quaresima (22 marzo): primo decanato5ª Domenica di Quaresima (29 marzo): settimo decanato