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Il CLIMA del Friuli-Venezia Giulia Estratto: B) SUDDIVISIONE CLIMATICA DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA pag.2 C) VALORI MEDI pag.10 Livio Stefanuto OSMER Osservatorio Meteorologico Regionale ARPA Friuli-Venezia Giulia FEBBRAIO 2003

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Il CLIMA del

Friuli-Venezia Giulia

Estratto:

B) SUDDIVISIONE CLIMATICA DEL

FRIULI-VENEZIA GIULIA pag.2

C) VALORI MEDI pag.10

Livio Stefanuto

OSMER Osservatorio Meteorologico Regionale

ARPA Friuli-Venezia Giulia

FEBBRAIO 2003

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Parte B

SUDDIVISIONE CLIMATICA DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA

LA CARNIA In Carnia troviamo una ricchezza e una varietà di climi che si diversificano in ogni vallata, tuttavia l’intero comprensorio è caratterizzato da estati miti, mai eccessivamente calde, e da inverni freddi, ma non particolarmente rigidi. In alcuni periodi dell’anno le piogge possono essere particolarmente intense e prolungate, specialmente in primavera e in autunno. Frequenti i temporali durante il semestre caldo. Le vallate carniche sono particolarmente riparate dai venti freddi, provenienti da nord o nord-est, che interessano invece altre parti della regione, e sono interessate solamente dalle brezze, che nei mesi estivi rinfrescano le giornate.

“La suddivisione dei climi del Friuli per dati mensili, per quanto attiene la conca di Tolmezzo, presenta 5 mesi miti e umidi (con temperature comprese fra 10 e 20 °C e piovosità fra i 50 e i 200 mm), 2 mesi miti e piovosi (temp. analoghe e piovosità oltre i 200 mm), 4 mesi freschi e piovosi (temp. Fra 0 e 10 °C, piovosità oltre i 200 mm) e 1 mese freddo e piovoso (temp. fra -10 e 0 °C, piovosità oltre i 200 mm). La Carnia, come tutte le regioni montane presenta una molteplicità di climi, ma come unità di base del clima carnico, si può delineare il seguente quadro. La temperatura media annua compresa fra i 6 e 10 °C, in genere più mite nelle valli longitudinali e sui pendii riparati e soleggiati. Tolmezzo giace nell’amplissima valle del Tagliamento, a 323 m., a ridosso del M. Strabùt e non lontano dall’Amariana che lo riparano dai venti freddi. Durante la notte l’aria fredda che esce dal Canale di S. Pietro può ristagnare nella valle del Tagliamento perché il pendio in questo punto è assai lieve, ma l’ampiezza della conca è tale che lo strato di aria fredda resta sottile, e si disperde al primo sole. Invece quando vi è una coltre di nubi, la radiazione notturna è minima e non vi è un notevole raffreddamento dell’aria. La temperatura del fondovalle resta quindi relativamente mite, anche se nelle notti invernali, località situate a quote ben più elevate come Zovello 919 m., Timau 830 m. e Paularo 690 m., sono meno fredde di Tolmezzo. L’inverno in Carnia non è molto piovoso, ma Tolmezzo in questo caso mostra delle caratteristiche prealpine, ed è quindi molto più piovosa delle altre località carniche, mentre i giorni con neve sono mediamente 10 all’anno. La Carnia risulta piuttosto riparata dai venti violenti, salvo naturalmente

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dei casi eccezionali, e per il capoluogo si osservano soltanto 8 giorni all’anno di vento forte o molto forte. In primavera la piovosità aumenta aumenta notevolmente, fino a raggiungere il culmine nel mese di maggio. L’estate prosegue con caratteri miti, notti fresche (in media 8-10 °C) e pomeriggi tiepidi (fra i 20 e i 20-22 °C) e il territorio non conosce in genere quel po’ di siccità che tocca invece la pianura. Durante l’autunno il quantitativo di piovosità risale rapidamente, toccando punte molto elevate talvolta già in settembre, e più frequentemente in ottobre e novembre che è comunque il mese più piovoso dell’anno” (J. Gentilli, Il Friuli I Climi, Udine, Camera di Commercio Industria e Agricoltura, 1964). Volendo entrare maggiormente nel dettaglio occorre ricordare almeno le vallate principali. La Val Tagliamento, che dal fondovalle (Villa Santina m. 360 slm) sale fino al Passo della Màuria m. 1298, conosce tutta una sfumatura di situazioni, e ogni località presenta dei tratti propri, come Ampezzo, con estati fresche ed inverni non eccessivamente rigidi, oppure Forni di Sopra, che ha tratti maggiormente alpini, con estati piacevolmente fresche (agosto temperature minime sui 10-12 °C, massime sui 20-22 °C), inverni freddi e nevosi (altezza media della neve in febbraio 45 cm e ben 100 giorni con copertura nevosa nell’arco dell’inverno), ma anche con molte giornate soleggiate. La Val Lumiei, con la località di Sauris, ha caratteristiche decisamente alpine, mitigate però dalla presenza del Lago di Sauris, ed ha un elevato numero di giorni di sole nei mesi invernali, per effetto della maggiore altitudine (in agosto temperature min sui 8-10 °C, max sui 22-24 °C, in febbraio altezza media della neve 65 cm, oltre 110 giorni con copertura nevosa invernale) La Val Degano e la Val Pesarina, essendo le più interne, presentano nelle parti più alte tratti più continentali rispetto alle altre zone e la piovosità si riduce notevolmente. La località di Forni Avoltri, decisamente più protetta dai venti umidi provenienti dall’Adriatico, nell’inverno ha giornate fredde e secche, mentre d’estate a nottate fresche, (in agosto min 10-12 °C, seguono giornate calde, max sui 24-26 °C). La Carnia centrale, con le località di Ravascletto, Arta Terme, Paluzza e Paularo, presenta caratteristiche più dolci. Nelle località più elevate la neve può cadere abbondante nei mesi invernali. IL TARVISIANO Il Tarvisiano, è una zona caratterizzata da accenti continentali, quindi con inverni rigidi e nevosi, ed estati abbastanza calde. Ha tratti alpini più spiccati rispetto alla Carnia, minore piovosità, e la sua esposizione ai venti da nord-est porta, nel semestre invernale, improvvisi abbassamenti di temperatura ed abbondanti nevicate, anche a fondovalle, mentre d’estate contribuisce a rinfrescare. Non di rado nei mesi invernali la temperatura minima può avvicinarsi ai -15/-20 °C, e la neve abbondante, persiste per diversi mesi. D’estate le

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massime diurne raggiungono tranquillamente i 25 °C nei fondovalle ed i temporali pomeridiani sono piuttosto frequenti. Nelle stagioni intermedie si alternano giornate miti e piacevoli a giornate decisamente rigide, con nevicate anche in tarda primavera, o nel primo autunno. Clima estremo e da alta montagna sulle principali vette delle Alpi Giulie italiane con maggiori precipitazioni in tutte le stagioni e nei mesi estivi sono più frequenti i temporali rispetto alla zona circostante Tarvisio. Occorre ricordare la diversità climatica delle Prealpi Giulie, dove il tratto saliente è l’estrema piovosità, che nella Val Resia e sulle pendici meridionali dei M. Musi, raggiunge valori da record italiano ed europeo, superando la soglia dei 3000 mm annui, mentre le temperature sono molto diverse a seconda dell’orientamento e dell’esposizione delle valli, oltre che dalla conformazione, accentuando tratti miti o più rigidi. MANIAGHESE E VALCELLINA Questa zona che va dalla Pedemontana alle Prealpi Carniche, assume caratteristiche diverse, via via che si procede all’interno delle valli e verso occidente. Ha complessivamente un clima abbastanza mite, specie sulla fascia pedemontana esposta al sole e riparata dai venti, ma disturbata da episodi piovosi, a volte particolarmente intensi (specie nelle stagioni di passaggio), con la presenza di correnti umide sciroccali. Nei mesi invernali prevalgono giornate soleggiate, quindi gradevoli durante il giorno, e decisamente fredde nelle ore notturne, mentre d’estate la calura diurna è spesso interrotta da temporali, che portano aria più fresca. Nelle vallate più interne il clima ha tratti alpini, comunque mitigati dalla vicinanza della pianura e del mare Adriatico. TRE VALLI (Arzino, Cosa, Meduna) - SPILIMBERGO Anche questa zona, come la precedente, è caratterizzata dalle piogge abbondanti, ma presenta caratteristiche, simili tuttavia alle altre zone pedemontane, di maggiore esposizione ai venti meridionali e alle brezze che provengono dalla pianura, (soprattutto la Val d’Arzino) quindi, con un clima “rivierasco”, addirittura più mite rispetto alla sottostante pianura friulana. Non è soggetta ai ristagni di aria umida, complessivamente gradevole, anche perché non ha tratti estremi nei mesi invernali e in quelli estivi. GEMONESE Le caratteristiche orografiche influenzano notevolmente il clima di questa zona. Situata ai piedi delle Prealpi, e allo sbocco della valle del Tagliamento è soggetta ad una quasi costante ventilazione, a volte anche sostenuta, in modo che le nebbie o le foschie invernali sono praticamente sconosciute, come d’estate il caldo afoso. Non si verificano le temperature estreme della bassa pianura. La vicinanza delle Prealpi Giulie è invece la causa di frequenti e intense

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piogge, specie in primavera e autunno; anche d’estate le piogge non mancano a causa dei frequenti temporali. ANFITEATRO MORENICO Ha caratteristiche quasi uguali al gemonese, complessivamente gradevole per la ridotta umidità dell’aria in gran parte dell’anno e per le temperature non eccessive. La piovosità annuale pur rimanendo elevata è già meno abbondante rispetto alle Prealpi Giulie e Carniche. Le brezze contribuiscono a mantenere un ricambio costante dell’aria e impediscono la formazione delle nebbie. L’esposizione verso sud, regala a questa zona giornate miti e piacevoli sia all’inizio della primavera che nei mesi autunnali, e d’inverno ci sono anche giornate miti e soleggiate. Nei mesi estivi la calura non è mai eccessiva, spezzata da temporali pomeridiani e notturni. TORRE, COLLI ORIENTALI Le valli del Torre rappresentano una zona climatica tutta particolare, caratterizzate da una piovosità elevatissima quando prevalgono correnti umide meridionali, con valori che raggiungono, sulla catena dei M. Musi, i 3000 mm, valore tra i più alti d’Europa. Le stagioni di transizione sono quelle con maggiori quantitativi di pioggia, con un massimo principale in autunno e uno secondario nella tarda primavera. D’estate i rovesci temporaleschi sono molto frequenti e per questo motivo l’aria è fresca e gradevole anche a bassa quota, mentre d’inverno la neve può cadere frequentemente, specie sulle cime delle Prealpi Giulie, creando degli scorci paesaggistici molto belli. Non mancano tuttavia bellissime giornate calde con il prevalere di correnti in quota da nord o nord-est, per la protezione offerta dalle Alpi Giulie. Le stesse proteggono la zona dalle irruzioni di aria fredda, per cui le temperature non sono quasi mai rigide. La Bora non interessa infatti questa zona, ma predominano invece i venti di brezza. LE VALLI DEL NATISONE - CIVIDALESE Nelle Valli del Natisone i tratti climatici variano a seconda dell’altitudine e dell’esposizione dei versanti. In questa zona si accentuano le tipiche caratteristiche del clima friulano: le correnti sud-occidentali portano piogge e nuvolosità persistente, mentre i venti nord-orientali determinano bel tempo secco, d’inverno freddo. Nel periodo estivo sono frequenti i temporali pomeridiani. Nelle giornate non interessate da flussi umidi meridionali o dalla Bora, il clima è gradevole. La zona del cividalese presenta tratti comuni all’alta pianura friulana, con minime invernali più rigide, e massime estive più contenute. La piovosità è più elevata, rispetto all’udinese, e cresce progressivamente addentrandosi nelle

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valli, fino alle pendici delle Prealpi Giulie, per effetto del sollevamento delle masse di aria umida, con i quantitativi massimi in autunno e in primavera. PEDEMONTANA - LIVENZA La zona pedemontana del Livenza, situata sotto le pendici del boscoso e affascinante altopiano del Cansiglio, ha tratti comuni al maniaghese, per quanto riguarda l’andamento termico annuale, con forti escursioni termiche. Nei mesi estivi abbondano i temporali anche forti che possono apportare disastrose grandinate. La piovosità annuale tende ad essere inferiore, rispetto alla zone più settentrionali, regolata comunque dai flussi umidi a componente orientale, che si sollevano improvvisamente sul massiccio del Cavallo, situato immediatamente a ridosso; la zona è in parte riparata invece dalle forti piogge sciroccali, che interessano le Prealpi Carniche. PORDENONESE Nella pianura pordenonese ritroviamo il clima classico delle zone di pianura dell’Italia settentrionale, con un’escursione termica annuale e anche giornaliera limitata solo dalla discreta vicinanza del mare Adriatico, apportatore di aria più mite. I venti di bora interessano questa zona in maniera più attenuata. La piovosità è più elevata rispetto alla pianura veneta, e sono più frequenti i temporali estivi, anche forti. Questi elementi aumentano notevolmente via-via che ci si avvicina alle montagne. Il territorio pordenonese presenta modesta ventilazione e quindi l’accumulo di umidità è un po’ più elevato rispetto alla zona pedemontana. SANVITESE Il sanvitese, prosecuzione della pianura pordenonese, ha caratteristiche praticamente uguali al territorio circostante, salvo una più alta percentuale di umidità atmosferica dovuta alla minore altitudine della pianura, e alla maggiore presenza di acque superficiali di risorgiva. Questi fattori favoriscono una maggiore formazione di nebbie e foschie invernali rispetto alle altre zone della pianura. La situazione climatica è diversa anche per il quantitativo annuale di pioggia che è minore, rispetto alla zona precedente, e per la minore frequenza dei temporali estivi. CODROIPESE Ha caratteri simili alla precedente, con una piovosità lievemente superiore, e maggiore ventilazione, dovuta sia alla presenza delle brezze nei mesi estivi, che mitigano la forte calura, che ai venti provenienti da nord-est. È una delle zone del Friuli con maggiore escursione termica, sia giornaliera che annuale, trovandosi al centro della pianura, con caratteristiche quindi quasi

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continentali. Le temperature minime invernali possono raggiungere anche i -10 °C, mentre d’estate è consueto avvicinarsi ai 35 °C. Al di sotto di Codroipo, e della linea delle risorgive, l`umidità dell`aria è spesso molto elevata. UDINESE Il clima udinese si presenta piacevole per la quasi completa assenza delle nebbie invernali e nel contempo la frequente presenza di ventilazione. Le brezze e i venti da nord-est presenti in gran parte dell’anno determinano un quasi continuo ricambio d’aria, impedendo alla temperatura di raggiungere dei valori estremi che si verificano in altre zone della pianura friulana. La zona udinese ha tratti di minore continentalità rispetto alla bassa pianura e al pordenonese, si ritrova però una piovosità più abbondante, specialmente nella tarda primavera, quando si registra il massimo annuale, anche per effetto dei temporali. Numerosi anche i temporali estivi che rompono la calura. Non frequenti le nevicate, che possono apportare però anche un manto nevoso di alcune decine di centimetri. Anche nei giorni invernali, dopo nottate fredde si possono avere temperature miti durante il giorno. L’estate è in genere gradevole, con poche giornate eccessivamente calde. COLLI NATISONE - COLLIO Questa zona, risente maggiormente, rispetto alla zona udinese, dell’influenza dei venti di Bora, che a volte possono soffiare anche forte. Tuttavia nei mesi estivi le piogge temporalesche possono essere anche abbondanti, con frequenti grandinate. Sulle colline, le temperature minime invernali, risultano meno rigide rispetto alla pianura friulana, mentre le massime estive risultano piuttosto elevate, anche se la minore presenza di umidità rende il caldo più sopportabile, e le nottate estive sono fresche e piacevoli. In tutto il corso dell’anno si possono incontrare giornate miti, specie nei versanti esposti a sud o a sud-ovest. AQUILEIESE La zona della bassa pianura friulana nei dintorni di Aquileia risulta in parte riparata dalla Bora, che invece investe la fascia costiera; anche le brezze vi giungono attenuate. Ha un’escursione termica elevata e per quanto attiene il regime pluviometrico, tende a ridursi via-via che ci si avvicina alla costa. E` soggetta alla formazione di nebbie e foschie nel periodo invernale, mentre la calura estiva è un po’ mitigata dalla vicinanza dell’Adriatico. ISONTINO

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Può essere considerata zona di passaggio fra il clima della bassa pianura e quello dell’altopiano carsico. L’inverno è di solito la stagione più secca, e con molti giorni di sole, ma con temperature diurne a volte anche miti, salvo l’influenza della Bora che può soffiare anche per più giorni consecutivi. In primavera aumentano notevolmente le precipitazioni, raddoppiando i valori rispetto al periodo invernale. D’estate le giornate più calde, anche sui 35 °C, sono accompagnate da una bassa percentuale di umidità, diminuisce la quantità di pioggia specialmente verso la fascia costiera, e la zona più interna è maggiormente interessata dai temporali e dalle grandinate; mentre nell’autunno si riscontra un aumento dei giorni piovosi, ma con un intensità delle precipitazioni che progressivamente diminuisce. LAGUNARE La zona lagunare e la fascia costiera friulana sono abbastanza simili, anche se progressivamente si nota calare l’influenza mitigatrice del mare Adriatico, che per la verità non è poi così influente, a causa dei bassi fondali e quindi della contenuta capacità termica di regolazione della temperatura. In questa fascia dominano le brezze che regolano e moderano gli eccessi di temperatura invernali ed estivi, insieme alla Bora che soffia anche insistentemente per più giorni o allo Scirocco e al Libeccio, provenienti dal mare. Le temperature sono miti per molti mesi e durante l’estate si può incontrare un periodo di siccità, che tuttavia non si presenta con regolarità come nelle zone a clima mediterraneo. Il massimo di piovosità si verifica in autunno, e d’inverno le piogge sono moderate, rare le nevicate. In concomitanza alle irruzioni di aria gelida di Bora, non è raro assistere, nei mesi invernali, al congelamento di parte della laguna, anche a causa dei bassissimi fondali. In primavera il tempo è spesso variabile, molto meno piovoso rispetto alla pianura e alle fascia pedemontana e montana della regione, e con giornate miti. CARSO È la regione che presenta le condizioni climatiche più omogenee, e rappresenta in tutti i sensi un’entità a sè stante. Confrontata con il territorio circostante ha decisamente un andamento pluviometrico ridotto, con un massimo autunnale e un minimo estivo, ma ciò che determina in modo sostanziale le condizioni climatiche è la presenza del vento di Bora, che soffia, ad intervalli, in tutte le stagioni, ma che è più frequente nel semestre invernale, quando raggiunge velocità forti e si presenta in modo insistente. La presenza della Bora contribuisce a rendere l’aria particolarmente secca e gradevole in tutte le stagioni. La vicinanza del mare garantisce inoltre in molte giornate estive temperature non eccessive, mitigate dalla fresca brezza. Le nottate sono sempre fresche d’estate, e decisamente fredde o addirittura

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rigide d’inverno. Durante il giorno si possono avere temperature miti anche durante l’inverno, salvo i bruschi e improvvisi abbassamenti di temperatura dovuti alla Bora. Nelle giornate serene, in ogni stagione, l’escursione termica è molto elevata, a causa della roccia che compone il Carso. COSTIERA TRIESTINA E’ una fascia di territorio abbastanza limitata, ma anche piuttosto varia, e l’influenza mitigatrice del mare garantisce un clima dolce quasi di tipo mediterraneo, con ridotta piovosità annua rispetto al resto del comprensorio regionale, con valori più bassi rispetto alla pianura, (dal 30 al 50% in meno). La diversità fra le località della costiera triestina è data principalmente dall’esposizione alla Bora, che nella città di Trieste raggiunge i massimi valori per intensità e persistenza, (le raffiche raggiungono anche i 150 Km/h) superando persino quelli che si registrano sull’altopiano. L’effetto della Bora è a volte pesantissimo per il raffreddamento che provoca e per le difficoltà che si creano. Molte condizioni del tempo vengono modificate dalla presenza o meno di questo forte vento, si verifica così una spiccata variabilità di situazioni atmosferiche, che possono portare a rapidissimi e intensi mutamenti, oppure nelle giornate calme, a condizioni decisamente marittime tipiche di città mediterranee poste a ben più bassa latitudine. La fascia costiera comprende anche un settore della penisola istriana, nel muggesano, dove vi è un’accentuazione dei toni mediterranei, con estati calde e secche, inverni miti, ridotta presenza della Bora, e notevole ulteriore riduzione delle piogge.

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Parte C

VALORI MEDI

Precipitazione Valori medi mensili (calcolati sugli anni 1961-1990)

Pioggia (mm) GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT

Pordenone 86 80 95 114 116 142 87 118 111 119 134 88 1291

Udine 101 82 110 133 130 163 102 144 127 131 143 107 1473

Trieste 71 60 74 85 77 99 72 104 100 86 106 83 1016

Gorizia 103 84 97 112 117 137 105 126 136 147 146 108 1418

Tolmezzo 115 111 136 183 192 187 160 153 169 211 243 130 1991

Tarvisio 85 83 96 136 139 144 139 147 143 133 156 100 1501

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Temperatura

Pordenone GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT

Temperatura minima (°C)

-0.9 0.6 3.8 7.9 12.4 15.8 17.7 17.0 13.7 8.7 3.6 -0.2 8.4

Temperatura media (°C)

3.0 4.9 8.6 12.9 17.8 21.3 23.4 22.5 18.8 13.6 7.8 3.7 13.2

Temperatura massima (°C)

6.9 9.2 13.3 17.9 23.3 26.8 29.0 28.1 24.0 18.4 12.1 7.6 18.1

Udine GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT

Temperatura minima (°C)

-0.6 0.8 3.4 7.3 11.4 14.8 16.8 16.5 13.4 8.9 4.2 0.2 8.1

Temperatura media (°C)

3.2 4.9 8.0 12.1 16.7 20.2 22.6 22.2 18.8 14.0 8.2 4.1 13.0

Temperatura massima (°C)

6.9 8.9 12.6 16.9 22.0 25.6 28.4 27.9 24.2 19.1 12.3 7.9 17.8

Trieste GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT

Temperatura minima (°C)

3.2 4.1 6.5 10.1 14.3 17.6 19.9 19.7 16.8 12.9 8.2 4.5 11.5

Temperatura media (°C)

5.2 6.3 9.2 13.3 17.8 21.2 23.8 23.4 20.0 15.5 10.3 6.5 14.4

Temperatura massima (°C)

7.2 8.6 11.9 16.5 21.4 24.9 27.6 27.0 23.2 18.1 12.5 8.5 17.3

Gorizia GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT

Temperatura minima (°C)

-0.3 0.7 3.5 7.3 11.1 14.3 16.3 16.1 13.2 8.9 4.4 0.7 8.1

Temperatura media (°C)

3.6 5.0 8.2 12.3 16.7 20.0 22.4 22.1 18.9 14.2 8.7 4.6 13.1

Temperatura massima (°C)

7.4 9.3 12.9 17.3 22.2 25.6 28.5 28.1 24.6 19.5 13.0 8.6 18.1

Tolmezzo GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT

Temperatura minima (°C)

-3.6 -2.1 1.0 5.1 9.2 12.5 14.4 14.1 11.0 6.8 1.6 -2.1 5.7

Temperatura media (°C)

0.6 2.4 5.8 9.9 14.5 17.9 20.1 19.8 16.4 11.7 5.9 1.8 10.6

Temperatura massima (°C)

4.8 6.9 10.6 14.7 19.7 23.2 25.9 25.6 21.7 16.7 10.1 5.7 15.5

Tarvisio GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC TOT

Temperatura minima (°C)

-7.4 -5.7 -2.4 1.1 5.5 8.9 10.9 10.2 7.4 3.3 -1.7 -5.9 2.1

Temperatura media (°C)

-3.1 -0.6 2.9 6.8 11.5 15.0 17.3 16.5 13.6 9.1 2.9 -2.0 7.5

Temperatura massima (°C)

1.1 4.5 8.2 12.5 17.5 21.1 23.7 22.9 19.8 14.8 7.4 1.8 13.0

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MEDIA ANNUA DELLA TEMPERATURA MEDIA

MEDIA ANNUA DELLA TEMPERATURA MASSIMA MEDIA ANNUA DELLA TEMPERATURA MINIMA

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Vento

La regione Friuli Venezia Giulia gode spesso della fama di regione

ventosa per effetto soprattutto della Bora, che interessando gran parte del

territorio mostra però il suo apice per frequenza e intensità sulla costa e in

modo estremamente particolare sulla città di Trieste. La presenza di questo

vento, descritto anche nella letteratura, e la sua fama è derivata dalla sua

caratteristica irregolarità nel manifestarsi e nell’intensità che può assumere

valori molto elevati. Infatti, ogni anno in alcune giornate, si registrano a

Trieste velocità medie giornaliere di 80 Km/h e raffiche oltre i 150 km/h, sia in

condizioni di bel tempo (Bora chiara) che di pioggia o neve (Bora scura), fatto

che rende ancora più eclatante il fenomeno.

Ma questo vento, che proviene da E-NE, ed ha la fama di essere

particolarmente freddo (soprattutto per l’effetto della velocità, più che per la

temperatura particolarmente bassa), si presenta in tutte le stagioni e nei mesi

estivi è talvolta l’elemento determinante dell’aumento di temperatura in certe

torride e caldissime giornate, quando contribuisce, per l’effetto föhnizzante di

caduta dalle Alpi Giulie, a far salire il termometro a valori molto elevati per la

regione, con punte estreme di 37-38 °C.

La presenza della Bora sulla regione, assume orientamenti diversi: nella

pianura friulana e nella fascia collinare orientale proviene da NE, mentre sulla

fascia costiera E-NE e si osserva per circa un terzo dei giorni di un anno. Sulla

pianura pordenonese e in Carnia la Bora appare solo saltuariamente e con

velocità decisamente ridotte rispetto alla costa, alla pianura friulana orientale e

al Cividalese. Il contributo di questo vento alla climatologia regionale è

decisamente importante in quanto è apportatore, in genere di masse d’aria di

origine continentali piuttosto secche, che favoriscono decisamente l’asciugatura

dei terreni e può essere un fattore decisamente peggiorativo degli incendi

boschivi, specie nelle zone dove è più frequente ed intensa la sua comparsa

(altopiano carsico, Collio, Colli Orientali del Friuli, Valli del Judrio, Natisone,

Torre, Prealpi ed Alpi Giulie).

Ma in Friuli Venezia Giulia soffiano anche altri venti, anche se la loro fama

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non è così spiccata come la Bora, venti che accompagnano determinate

condizioni meteorologiche.

Il Levante, proveniente da est, è una componente della Bora, e si verifica

quando si rafforzano degli anticicloni sull’Europa orientale, d’inverno è un vento

molto freddo perché favorisce l’ingresso diretto della masse d’aria gelide

continentali, senza che debbano scavalcare grosse barriere, ma interessa solo

alcune zone della regione, principalmente la costa, parte della pianura friulana

e il Tarvisiano.

Lo Scirocco, proveniente da SE, si verifica nelle situazioni caratterizzate dal

passaggio di perturbazioni che danno origine a depressioni sia sull’Alto

Adriatico che a nord delle Alpi, e l’intensità assume valori anche rilevanti,

specie sulla fascia costiera, con velocità medie di 30-40 Km/h e raffiche anche

oltre i 70-80 Km/h. Questo vento è praticamente sempre accompagnato da

precipitazioni, anche molto intense sull’alta pianura e sulla fascia prealpina, su

quella alpina, specialmente della Carnia e del Pordenonese. In certe occasioni

penetra insistente e rabbioso nelle vallate delle Prealpi, specie in quelle più

esposte alla direzione di provenienza, come le valli del Meduna, del Cellina e

dell’Arzino in provincia di Pordenone dove, per effetto poi di incanalamento può

produrre anche danni ingenti alle strutture e soprattutto al patrimonio

boschivo.

L’Ostro, proveniente da Sud, non è particolarmente frequente, si verifica

per lo più nel periodo autunnale, sempre in concomitanza di depressioni, e in

talune occasioni diventa pericoloso solamente per la Carnia, quando per

l’effetto di incanalamento nella valle del Tagliamento prima e del But, del

Chiarsò e dell’Aupa successivamente, arreca piogge intense in quelle valli e

danni al bosco.

Il Libeccio, proveniente da SW, è presente anch’esso nelle situazioni di

maltempo quando si originano delle depressioni in Austria e nell’Europa nord-

orientale e favorisce la formazione di nuvolosità sulla regione, particolarmente

su tutta la fascia orientale e le Prealpi Giulie dove provoca anche piogge molto

intense per il forte sollevamento delle masse d’aria umida. La velocità non è di

solito molto elevata e solo occasionalmente si registrano raffiche più forti che

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in quei casi provocano anche mareggiate dannose sulla costa, specialmente sul

litorale triestino. In molte giornata è difficile distinguere questo vento dalla

brezza di mare che risale gran parte della pianura friulana. E’ comunque un

vento molto frequente, e assieme alla Bora domina gran parte dell’anno, anche

se con velocità piuttosto basse.

Il Ponente, proveniente da Ovest, è praticamente assente su gran parte

della regione, si avverte raramente e con velocità medio-basse, mentre è un

po’ più presente sulla costiera triestina e sull’Altopiano carsico, in quanto

componente della brezza di mare, che in questa parte del territorio regionale

assume un orientamento da W-NW, soprannominata dai triestini come

Bavisela. A volte è presente come vento proprio di certe situazioni

meteorologiche, specie dopo il passaggio di fronti, o dopo alcuni temporali

estivi, ma in genere è di breve durata e si alterna rapidamente con il Libeccio.

Il Maestrale, famoso e determinante le condizioni meteorologiche di molte

regioni tirreniche, è invece piuttosto poco frequente in regione e anche la sua

durata è limitata spesso a poche ore. La descrizione del comportamento di

questo vento, in genere apportatore di condizioni di tempo buono, è simile al

precedente. La sua limitata presenza in regione, praticamente assente sulla

pianura friulana, è dovuta all’effetto di sbarramento delle Alpi.

La Tramontana, proveniente da Nord, è un vento secco e in origine freddo,

ma per l’effetto foenizzante di caduta dalle Alpi può portare a degli improvvisi e

forti aumenti di temperatura anche in pieno inverno. La sua principale

caratteristica è l’irregolarità e l’impetuosità delle raffiche, in certe zone anche

oltre i 130 km/h. che possono portare ingenti danni alle strutture, danni al

patrimonio forestale.

In Carnia e nel Tarvisiano provoca forti accumuli di neve nel periodo

invernale per effetto di modellamento del manto nevoso preesistente, non

tanto per le precipitazioni che può arrecare, che di solito sono solo di debole

intensità.

La sua principale caratteristica è l’apporto di masse d’aria più fredde che

però si fanno sentire dopo che è cessato l’afflusso più forte e la secchezza

dell’aria con valori dell’umidità relativa anche inferiori al 10%.

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Infine, per quanto riguarda i venti caratteristici, il Greco o Grecale,

proveniente da Nord-Est, può essere considerato anch’esso una variante della

Bora, e per esso si verificano le stesse condizioni, salvo che apporta di solito

aria un po’ secca rispetto ad essa e che comunque non assume carattere di

estrema intensità. Su gran parte della pianura il Grecale o la Bora si

equivalgono per l’effetto di incanalamento dalle Prealpi Giulia.

Le brezze in regione sono molto diversificate nell’orientamento e

nell’intensità e rispecchiano la complessa orografia del territorio, assumendo

così caratteristiche proprie in ogni valle montana.

La Valle del Tagliamento, essendo questo il corso fluviale più importante

presenta, specie nel suo sbocco verso la pianura friulana, il luogo (assieme al

territorio circostante) dove si avvertono maggiormente l’intensità delle brezze

di monte, durante le notti e le mattine con cielo sereno, con una direzione del

vento da Nord, l’opposto invece durante il giorno.

Su gran parte della pianura e della costa friulana, l’alternarsi delle brezza

notturna proveniente da Nord-Est, con quella diurna da Sud-Ovest, si somma

ai venti dominanti di Bora e Libeccio, rafforzandone gli effetti.

Nelle vallate carniche le brezze notturne scendono dai versanti più freddi e

condividono l’orientamento orografico locale, in modo più evidente d’inverno,

mentre durante il giorno l’aria più calda del fondovalle risale, facendosi sentire

maggiormente nei pomeriggi estivi.

Sul litorale triestino, le brezze assumono un’andamento diurno da Ovest-

NordOvest, mentre durante la notte l’aria più fredda dell’altopiano scende i

valloni con orientamento prevalente da Est o Est-SudEst, apportando così un

costante ricambio della massa d’aria.

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Temporali

In zona pianeggiante e costiera del Friuli Venezia Giulia nel semestre più caldo

dell’anno, da aprile a settembre, la frequenza di temporali è di 0.5; questo

significa che c’è un temporale ogni due giorni. Nella zona montana ed in

particolare nelle Prealpi la frequenza è maggiore. Essi sono più frequenti nel

tardi pomeriggio (il 35%), mentre la frequenza inferiore (15%) si presenta

durante la mattinata.

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Fenomeni violenti

In Friuli Venezia Giulia accadono mediamente 6 o 7 eventi di fenomeni

violenti locali all’anno. La distribuzione spaziale non è uniforme: la massima

frequenza si riscontra sull’alto pordenonese, sull’alto udinese e lungo la costa.

Essi possono accadere lungo tutto l’arco della giornata, ma con una netta

preponderanza per il pomeriggio, e nei mesi che vanno da marzo a novembre

con un massimo in agosto. Quasi tutti gli eventi avvengono in concomitanza al

passaggio di un fronte sulla regione.

Grandine Da aprile a settembre la frequenza di giorni grandinigeni in pianura e costa è di

0.3; questo significa che nei sei mesi più caldi dell’anno quasi un giorno su tre

c’è un temporale con grandine. Il massimo si registra nel mese di giugno con

una frequenza di 0.4 quando il 65% dei temporali è grandinigeno. La

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distribuzione spaziale non è uniforme con tre massimi come si vede in cartina.

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(1)Month Dailyfrequency

RatioHail/Thun.

Apr 0.23 0.59May 0.28 0.62Jun 0.40 0.65Jul 0.35 0.52Aug 0.32 0.42Sep 0.26 0.56

Neve

Sulla fascia costiera e sulla bassa pianura le precipitazioni nevose sono

molto scarse. Si hanno in media 3 cm di neve distribuiti in 3 giorni. Nella

media pianura i valori sono di poco superiori (4 cm in 4 giorni). Un rapido

aumento si ha dai primi rilievi verso la barriera montuosa più interna e

procedendo verso da ovest verso est con il massimo che si registra sulle Alpi

Giulie. In media sulle Prealpi Carniche cadono circa 65 cm di neve fresca in un

anno a 500 m di altitudine, 180 cm a 1000 m e 300 cm a 1500 m; sulle Alpi

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Giulie invece cadono in media 100 cm a 500 m di altitudine, 300 cm a 1000 m

e 500 cm a 1500 m. Nelle Alpi Carniche il valore medio di 249 cm di Forni di

Sopra e quello di 345 cm di M. Zoncolan ben si inseriscono nella banda

delimitata dall’andamento nelle altre due zone, se si tiene conto della loro

altitudine e del fatto che la stazione di M. Zoncolan è una stazione di vetta

battuta dal vento.

Per quanto riguarda il numero di giorni nevosi sulle Prealpi Carniche in un

anno nevica mediamente per 10 giorni a 500 m, 19 giorni a 1000 m e 28 giorni

a 1500 m; sulle Alpi Giulie invece per 20, 27 e 35 giorni rispettivamente.

Anche in questo caso le Alpi Carniche si inseriscono abbastanza bene tra questi

valori: la stazione di Forni di Sopra registra in media 24 giorni nevosi in un

anno.

Il suolo rimane coperto da almeno 1 cm di neve nelle Prealpi Carniche in

media per 50 giorni a 500 m, 95 giorni a 1000 m, 125 giorni a 1500 m; nelle

Alpi Giulie lo stesso accade per 90, 120 e 135 giorni. A Forni di Sopra il suolo

rimane coperto dalla neve in media per 98 giorni all’anno.

Il numero medio di giorni con copertura nevosa maggiore o uguale a 10 cm

nel mese di gennaio nelle Prealpi Carniche sono 11 a 500 m, 20 a 1000 m e 25

a 1500 m. Nelle Alpi Giulie si troveranno 20 giorni a 500 m, 26 giorni a 1000 m

e 29 a 1500 m. Forni di Sopra è pienamente inserito in questa banda con 23

giorni.

Per quanto riguarda lo spessore medio della neve al suolo si ricava che nel

mese di gennaio nelle Prealpi Carniche in media ci sono 13 cm di neve a 500

m, 28 cm a 1000 m e 62 cm a 1500 m. Nelle Alpi Giulie 24 cm a 500 m, 47 cm

a 1000 m e 92 cm a 1500 m. Nelle Alpi Carniche abbiamo 32 cm a Forni di

Sopra e 93 cm sul M. Zoncolan.

Nel mese di febbraio nelle Prealpi Carniche in media al suolo ci sono 20 cm

di neve a 500 m, 40 cm a 1000 m e 82 cm a 1500 m. Nelle Alpi Giulie 35 cm a

500 m, 65 cm a 1000 m e 122 cm a 1500 m. Nelle Alpi Carniche abbiamo 43

cm a Forni di Sopra e 132 cm sul M. Zoncolan.

La probabilità di raggiungere un valore medio di 30 cm di neve al suolo nel

mese di febbraio è di circa 20 % a 500 m, 60 % a 1000 m e 85 % a 1500 m

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nelle Prealpi Carniche; mentre per le Alpi Giulie è di 60 % a 500 m, 80 % a

1000 m e 90 % a 1500 m. La probabilità di raggiungere invece un valore

medio di 50 cm di neve al suolo nello stesso mese scende a 15 % a 500 m, 35

% a 1000 m e 55 % a 1500 m nelle Prealpi Carniche; mentre nelle Alpi Giulie è

di 25 % a 500 m, 65 % a 1000 m e 90 % a 1500 m.

La diversa distribuzione dell’ammontare di neve che cade sulle montagne è

dovuta alla diversa genesi dei due fenomeni ed ad una diversa frequenza con

cui essi mediamente compaiono.

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Nebbia Dato che tutte le zone della regione sono abbastanza ventilate, le formazioni

della nebbia non si presentano in media né intense né persistenti. Molto scarse

esse risultano nella zona tra Monfalcone e Trieste, dove i frequenti venti

continentali, Bora e Levante, ne impediscono sia la formazione che la

permanenza. La pianura presenta invece condizioni più favorevoli,

specialmente nel basso Pordenonese e nel basso Udinese dove essa può

formarsi in media per 22 giorni l’anno. A Trieste la nebbia si forma per circa la

metà dei giorni. La permanenza della nebbia per l’intera giornata è ancora più

rara; mediamente una decina di giorni l’anno in pianura, 3-4 sulla costa. Il

massimo si registra nel mese di febbraio quando la temperatura del mare

Adriatico è al suo minimo annuo.

Radiazione solare Dall’analisi delle Figure sopra riportate risulta evidente l’andamento stagionale

comune alle diverse stazioni: la radiazione solare è molto eterogenea e va da

meno di 5.000 kJ/m2 medi giornalieri del mese di dicembre (con circa 150

minuti d’insolazione) a oltre 20.000 kJ/m2 del mese di luglio (con oltre 10 ore,

di media giornaliera, di tempo soleggiato). Si può notare anche la leggera

flessione che si ha a giugno, mese che teoricamente dovrebbe dare il massimo

di radiazione, ma che di fatto risulta spesso, in Friuli Venezia Giulia, molto

piovoso e quindi con molte nubi. Il massimo di radiazione media mensile si ha

quindi a luglio quando il sole è ancora prossimo alla massima elevazione e il

tempo è più stabile per la frequente presenza dell’anticiclone estivo.

Per quanto riguarda le varie zone della regione, è ben evidente la maggior

insolazione della pianura e della costa rispetto alle zone pedemontana e alpina;

tale situazione conferma la teoria climatologica secondo la quale il periodo

estivo in regione è caratterizzato da frequenti piogge e annuvolamenti, specie

pomeridiani, sui monti o a ridosso degli stessi e, per contro, da cielo

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prevalentemente sereno man mano che si scende verso il mare.

Dati Medi Mensili di Intensità di Radiazione (kJ/m2) e Tempo di Insolazione

(minuti)

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno Stazione di Trieste Int. Rad.

4389 7743

12723

14879

19851

21391

22590

19263

14274

9320

5071

3787

12940

Tempo 170 297 422 457 553 590 626 570 462 346 118 143 281 Stazione di Palazzolo delo Stella Int. Rad.

4797 8222

12281

15830

20481

21595

23328

20726

14143

9012

5037

3890

13278

Tempo 194 322 414 492 577 605 642 597 471 336 196 161 417 Stazione di Brugnera (PN) Int. Rad.

5305 8495

12884

15827

19914

20975

23048

20413

14039

9519

5542

4313

13387

Tempo 222 323 421 476 551 585 623 583 434 328 199 159 388 Stazione di Udine Int. Rad.

4769 8427

12671

15226

19764

20396

22540

20424

13802

8732

5261

3808

13000

Tempo 186 318 419 463 567 590 630 593 456 320 205 150 408 Stazione di Capriva del Friuli (GO) Int. Rad.

4597 8162

12437

15360

20626

21118

23123

20633

13900

8991

5341

3871

13180

Tempo 172 307 409 468 579 588 628 592 453 323 197 141 405 Stazione di Vivaro (PN) Int. Rad.

5199 8626

12254

15076

19281

19901

21777

19888

13660

8263

5115

4186

12716

Tempo 203 326 401 457 538 566 605 566 443 299 188 164 394 Stazione di Faedis (UD) Int. Rad.

4912 8385

11818

14390

18360

18705

21251

19535

13214

8852

5339

4204

12414

Tempo 199 323 389 446 529 547 602 573 428 313 196 165 393 Stazione di Enemonzo (UD Int. Rad.

4910 8558

12995

14061

16788

17567

19340

17019

13221

8847

5185

3376

11822

Tempo 188 318 426 420 481 505 553 501 413 316 193 127 370 Stazione di Monte Zoncolan (1.750 m slm) - Ravascletto (UD) Int. Rad.

5593 9579

14110

14513

15380

13518

16293

15288

12769

9034

5518

4506

11500

Tempo 219 345 454 444 459 427 515 481 411 319 284 178 380 Stazione di Monte Lussari (1.760 m slm) - Tarvisio (UD) Int. Rad.

4691 9476

12589

14479

18435

20219

20939

15278

13439

8233

5008

3322

12000

Tempo 173 335 408 427 509 546 573 467 409 274 157 114 365

L. Stefanuto: Il clima del Friuli-Venezia Giulia 24

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