il cinofilo magazine 1

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Anno 1 Numero 1 MAGAZINE il C inofilo Umberto Cuomo Editore La razza del mese BULLDOG FORZA E BONTÀ BOVARO DEL BERNESE Il cane da capanna e i cani svizzeri IO, CANE CORSO Una razza italiana DOG PARADE delle razze GOLDEN RETRIEVER Il cane d’oro Mensile di cultura e informazione ® BULLDOG • BOVARO DEL BERNESE • GOLDEN RETRIEVER • CANE CORSO IL BASTARDO Una grande razza 4,90 offerta lancio 2,90 ilCinofilo Anno 1 Numero 1 Umberto Cuomo Editore

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La rivista dei cinofili esperti e per quelli che lo vogliono diventare

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    M A G A Z I N EilCino lo

    U m b e r t o C u o m o E d i t o r e

    La razza del meseBULLDOG

    F O R Z A E B O N T

    BOVARODEL BERNESEIl cane da capannae i cani svizzeri

    IO, CANECORSOUna razza italiana

    DOGPARADEdelle razze

    GOLDENRETRIEVERIl cane doro

    M e n s i l e d i c u l t u r a e i n f o r m a z i o n e

    B U L L D O G B O V A R O D E L B E R N E S E G O L D E N R E T R I E V E R C A N E C O R S O

    IL BASTARDOUna grande razza

    4,90o f f e r t a l a n c i o

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    L A C O P E R T I N A

    L E R U B R I C H E

    R i v i s t a d i C u l t u r a e I n f o r m a z i o n e C i n o f i l a3

    I cuccioli Buck&Sons guardano ammirati

    e ansiosi di imitarlo il loro forte e bellis-

    simo pap Teddy (il grande Campione

    Internazionale e Italiano Kelloe Golden

    Pride, proprietario dottor Vincenzo Vo-

    mero), che li osserva intenerito.

    E D I T O R I A L E 9Benvenuti!di Umberto Cuomo

    P A R L I A M O N E 11Le domade dei lettoridi Mauro De Cillis

    C I N O F I L I A D A LT R I T E M P I 17Uno sguardo al passatodi Umberto Cuomo

    O R O S C O P O A 4 Z A M P E 106Il parere delle stelle sui vostri amicidi Umberto Cuomo

    L O S P I T E D E L M E S E 94Il gatto

    L A R A Z Z A D E L M E S E

    22

    BULLDOGF O R Z A E B O N T A

    Molti credono che questa razza di origine

    inglese sia un molosside aggressivo e non

    adatto a essere scelto come animale da com-

    pagnia. Grosso errore. Il Bulldog la sintesi perfetta di forza e bont, come abbiamo voluto precisare

    nel titolo della nostra rubrica La razza del mese. Anche se ne stata addirittura auspicata lestinzione,

    il fatto che sia sopravvissuto a secoli di storia un motivo pi che suf-

    ciente per indagarne la vera natura e scoprire che

    il Bulldog non ha bisogno di dimostrare la sua

    potenza con atteggiamenti aggressivi, ma

    anzi si scoprir in lui un perfetto amico

    di famiglia, tanto da guadagnarsi il

    dolce soprannome di cane-balia.

    A T T U A L I T 112Notizie cino ledi Umberto Cuomo

    I L C A N E E L A L E G G E 81Propriet e possesso: doveri e dirittiAvv. Paola Zanoia

  • G L I A R T I C O L I

    contatti

    4

    B O V A R O D E L B E R N E S E 50Cani da capannadi Umberto Cuomo

    G O L D E N R E T R I E V E R 84Il cane dorodi Mauro De Cillis

    SERVIZIO [email protected]

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    www.umbertocuomoeditore.net

    OROSCOPO A 4 ZAMPE

    106

    U N A G R A N D E R A Z Z A ,

    IL BASTARDO 89

    U m b e r t o C u o m oDirettore responsabile

    Da oltre quarantanni studioso di sto-ria delle razze canine.Giornalista per professione, grandeesperto di Bulldog, dal 1986 collaboracon le pi importanti riviste di cino lia.Dal 1989 autore di numerosi libri chetrattano di cani.

    A l e s s a n d r o G i u l i a n iVice Direttore

    Alleva amatorialmente Rottweiler e La-brador Retriever. Operatore commer-ciale di successo nel campo dei prodot-ti per animali, nel 2007 ha fondato conlamico Umberto Cuomo la UmbertoCuomo Editore.

    R I V I S T A a c u r a d i :

    M a u r o D e C i l l i sConsulente Tecnico Scienti co

    Allevatore dal 1970 di Pastori Tedeschi,e Giudice specialista dal 1977, ha giudi-cato per sette volte consecutive il Cam-pionato Italiano della razza (record almomento imbattuto). Giornalista, ro-manziere e collaboratore di riviste dicino lia, ha pubblicato numerosi libri emonogra e sullargomento.

    I O , C A N E C O R S O 98Ri essionidi Matteo Azzari

    R i v i s t a d i C u l t u r a e I n f o r m a z i o n e C i n o f i l a

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  • Direttore Responsabile

    Vice Direttore

    Consulenza Scienti ca

    UMBERTO CUOMO

    ALESSANDRO GIULIANI

    MAURO DE CILLIS

    Editing

    Editor

    Art Directors

    Redazione

    IMAGINE

    ARMANDO LORENZINI

    MARCO COTTI

    VANESSA TRAVENZOLLO

    CHIARA F. ZUCCO

    Hanno collaborato a questo numero:

    MATTEO AZZARI

    LUCA BAGGIO

    UMBERTO CUOMO

    MAURO DE CILLIS

    BARBARA GALLICCHIO

    GIORGIO GNEMMI

    PAOLA ZANOIA

    PUBBLICITA

    Umberto Cuomo Editore srl - via Malpensata 12

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    n7 del 16.10.2008

    UMBERTO CUOMO EDITORE

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    Cino loM e n s i l e d i c u l t u r a e i n f o r m a z i o n e

    ilM A G A Z I N E

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  • Nel prossimo

    numero

    Il ChihuahuaUna razza in ascesa

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    A N T E P R I M A

  • E D I T O R I A L E

    Se non ci fossero i caniio non vorrei vivere

    Arthur Schopenhauer

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    Umberto Cuomo

    Questo pensiero di Arthur Schopenhauer in un certo senso rappresenta la filosofia che condurr questa nuova rivista dicinofilia. Se non ci fossero i cani io non vorrei vivere ha scritto il grande filosofo tedesco dellOttocento, ma oggi possiamoanche affermare senza dubbio che se non ci fossero i cani, se non ci fossero mai stati, noi non saremmo ci che siamo e lanostra civilt, con ogni probabilit, non avrebbe raggiunto lattuale livello di sviluppo.Schopenhauer ai suoi tempi era uno dei pochi che parlavano cos degli animali e dei cani, mentre la maggior parte dellepersone negava loro ogni diritto. Ma anche ora che molti si dicono animalisti, e i cinofili sono numerosissimi, v ancorachi li maltratta, chi li usa in pratiche barbare, come quelle della corrida, dei combattimenti, delle corse senza controlli. Pernon parlare degli abbandoni, che sono ancora tanti, troppi, e delle persone prive di scrupoli che speculano commerciando incuccioli allevati senza alcuna competenza, trasportati senza piet in condizioni indicibili, venduti a ignari acquirenti senzaalcuna garanzia riguardo alla salute e alla genealogia. Tutto questo perch sul mondo animale - e per quanto ci riguarda suquello cinofilo - moltissime persone sanno ancora poco.Ecco la ragione della nascita di questa rivista, voluta da due amici appassionati di cani: usando un linguaggio semplice ecomprensibile e grazie a collaboratori prestigiosi, ci proponiamo sia di fornire informazioni approfondite sulle diverse razzericonosciute, che sono pi di 400, sia di far crescere nel lettore, numero dopo numero, una vera e propria cultura cinofila,fatta non solo di nozioni tecniche, ma anche di notizie su tutti gli aspetti che coinvolgono i cani, siano essi di razza o no. Perquesto desideriamo che Il Cinofilo sia una pubblicazione diversa: facile da leggere, competente, divertente, ricca di rubrichee con uno stretto rapporto con i lettori. un traguardo ambizioso, quasi una sfida, ma con il vostro aiuto siamo certi che ce la faremo.Buona lettura!

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  • P A R L I A M O N E a c u r a d i M a u r o D e C i l l i s

    lafotodel Mese

    Mi sono accostata da poco tempo almondo delle esposizioni canine e midomando come faccia un giudice agiudicare tante razze diverse.

    IreneCara Irene,

    in verit me lo sono chiesto un sacco di volte

    anchio. Le razze canine riconosciute sono pi

    di quattrocento e ci vorrebbe un incrocio tra

    Einstein e Pico della Mirandola per ricordarsi a

    menadito i rispettivi Standard.

    Daltra parte non si pu invitare un giudice spe-

    cialista per ogni razza presente in esposizione,

    perch ce ne vorrebbero centinaia.

    Di conseguenza si costretti a ricorrere ai co-

    siddetti all rounder, esperti abilitati a giudicare

    tutte le razze, ai quali spetta anche il compito di

    decidere gli spareggi tra i migliori di ogni razza

    che si concludono con la proclamazione del mi-

    gliore assoluto dellesposizione (best in show).

    Ma come si fa a confrontare un Bulldog con un

    Levriero Afgano per decidere qual il migliore?

    La risposta, in teoria, la seguente: il migliore

    quello che pi si avvicina al modello ideale de-

    scritto dal suo Standard.

    E qui incominciano i problemi, perch, ammesso

    e non concesso che il giudice conosca perfet-

    tamente gli Standard in questione, deve anche

    essere in grado di saperli interpretare.

    Ovvero aver sviluppato una certa sensibilit al tipo.

    IL TIPOLe diversit tra i singoli individuisono molto piccole. Una personacomune, non esercitata, non ingrado di cogliere le sottili differen-ze che intercorrono tra un indivi-duo e laltro, quelle stesse piccoledifferenze che lallevatore espertosa riconoscere al primo sguardo.

    Giudico e allevo Pastori Tedeschi da pi di

    trentanni. Mettetemi davanti trenta soggetti di

    questa razza e non avr alcuna dif colt a stilare

    una classi ca attendibile dal primo allultimo.

    Mettetemi davanti trenta Labrador e, per quanto

    abbia studiato e scritto parecchio su di loro, mi

    troverei in seria dif colt a fare altrettanto.

    Questo perch non ho potuto coltivare e svilup-

    pare la sensibilit al tipo.

    Ma che cos il tipo?

    Confrontando il soggetto X, con il modello ideale

    descritto nel suo Standard di razza noter talu-

    ne concordanze (pregi) e discordanze da esso

    (difetti). Pregi e difetti che, a loro volta, possono

    essere assoluti (riguardanti qualsiasi razza) o re-

    lativi (riguardanti una razza in particolare).

    Per esempio un rene largo e solido o un sistema

    nervoso equilibrato sono auspicabili in qualsiasi

    razza, mentre il prognatismo della mandibola

    fondamentale nel bull dog, costituisce difetto

    da squali ca nel dobermann. Se per Standard

    si intende la somma dei pregi assoluti e relativi

    riguardanti una certa razza, per tipo si intende la

    somma dei pregi relativi alla razza stessa. In altre

    parole possiamo de nirlo come la messa a fuoco

    dello Standard.

    SPECIALISTI E ALL ROUNDEROggi viviamo in un mondo dominato da specia-

    listi, in cui quello canino non fa eccezione, e per

    questo gli allevatori preferiscono presentare i

    loro cani a uno specialista piuttosto che a un all

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  • C I N O F I L I AD A L T R I T E M P I

    U N O S G U A R D O A L P A S S A T O

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    di Umberto Cuomo

  • C I N O F I L I A D A L T R I T E M P I

    La rivista CANI di tutte le raz-ze nata nella seconda metdegli anni 40 per volont delnobiluomo Gatto Roissard edel grande scrittore e cinolo-go Piero Scanziani, che desi-deravano con essa trasmet-tere ai sempre pi numerosiappassionati di cani italianiuna vera cultura cino la.

    Sulla rivista scrissero i maggioriesperti dellepoca. Direttore fu lostesso Scanziani e come Diretto-re responsabile il marchese Fer-dinando de Aldisio. Questo primomensile commerciale italiano dicino lia ebbe grande successoe continu a essere pubblicato no a tutto il 1956, anno nel qualeScanziani decise di dedicarsi uni-camente alla scrittura di romanzie saggi. Con tutta umilt, la no-stra rivista intende rifarsi ai gran-di e ancora attuali maestri di queitempi, seguendone lesempio dionest intellettuale e correttezzamorale. In omaggio a loro ripor-teremo in ogni fascicolo estrattidi questa storica coraggiosa estraordinaria opera di divulgazio-ne cino la.

    Solo conoscendoil passato pu essereinterpretato il presentee programmato il futuro. un principio valido intutti i settori, compresala cino lia; ecco perchin ogni numero dellarivista proporremoun piccolo saltoindietro nel tempo.

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  • CANI di tutte le razze trattavanon solo delle razze caninepi diffuse in quegli anni, maanche di quelle meno note,di quelle in fase di recupero,di quelle in via destinzione,auspicandone il salvataggio,trattando anche della storiapassata e delle prospettivefuture della cino lia.

    Grazie alla competenza dei suoicollaboratori e alle sue corag-giose prese di posizione, talvoltain polemica con lENCI (sempremantenendo un atteggiamento ri-spettoso, ricorrendo per la criticaallironia e al sarcasmo), per quasiun decennio questa rivista statail punto di riferimento di molti ci-no li italiani, che in lei hanno tro-vato informazioni precise e parerial di sopra delle parti.

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    ECCO COSA SCR IVEVANO I P I GRADI C INOLOGHI DEL 900

  • C I N O F I L I A D A L T R I T E M P I

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  • L A R A Z Z A D E L M E S E

    B U L L D O G

    FORZA E di Umberto Cuomo

  • BONT

    Il Bulldog, dedito esclusivamente ai pibarbari e infami scopi, vero mascalzone del-la sua specie, non pu essere giustifi cato conpretese dutilit, umanit o senso comune, e latotale distruzione della razza una soluzioneauspicabile.Questa opinione, riportata agli inizi delMilleottocento da W. H. Scott in BritishField Sports, la cui prima edizione del1818 - quindi, mentre ancora si organiz-zavano i combattimenti tra animali - benrappresenta quello che pensava erronea-mente del Bulldog la maggior parte degliinglesi dellepoca.

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  • Il Bulldog dei nostri giorni morfologicamente ben diverso dai suoi ante-nati, che sono stati selezionati per secoli in Inghilterra solo con il ne des-sere impiegati nei combattimenti tra animali. Eppure, se laspetto statoprogressivamente modicato dagli allevatori al ne di ottenere un canedalle caratteristiche esagerate, alcuni tratti del temperamento, trasmessidi generazione in generazione, sono giunti no a noi intatti e compaionoancora nei buoni Bulldog attuali. Questo perch la razza ha attraversatola storia del suo Paese dorigine assorbendo e ssando sia i lati positivisia quelli negativi; suscitando ammirazione - tanto che stata presa comesimbolo del carattere indomito del popolo britannico - ma anche disprezzo,al punto che gi nel 1818 in molti in Inghilterra sauguravano la sua totaleestinzione. Ed proprio nella storia - una storia insolitamente per una razzacanina documentata anche nei periodi pi lontani - la chiave di lettura delBulldog odierno.

    Le origini

    Il Bulldog un molossoide, possiede cio una struttura caratterizzata da testavoluminosa, muso corto, corpo robusto e pesante in rapporto alla taglia. Questecaratteristiche gli provengono dagli antenati, che in diverse epoche e in vari modisono giunti sulle Isole Britanniche al seguito di eserciti, mercanti e popoli.

    1) perch non ha un muso: ha una faccia;2) perch nel suo corpo raccolta una forzaenorme;3) perch dietro la sua emma v un caratte-re solido e unintelligenza acuta;4) perch, per spaventare i malviventi, nonha bisogno di addestramento: gli basta guar-darli per vederli scappare;5) perch un animale tranquillo, che ab-baia raramente e ha bisogno di poco moto;6) perch cortese con tutti i familiari, ma sisceglie un solo padrone e non lo lascia mai;7) perch non occorre tagliargli la coda,mutilargli le orecchie, accorciargli il pelo: bello cos com;8) perch un cane raro e non da tutti:perci un bulldogger diventa subito amicodun altro bulldogger;9) perch un cane caro, pi caro di qual-siasi altro e cos n dallacquisto ci si rendeconto di quanto vale;10) perch una decina di altre razze deriva-no dal Bulldog e ne imitano questo o quelcarattere, mentre il Bulldog deriva solo dase stesso.

    Piero Scanziani

    VI SONO ALMENO10 RAGIONI PER CUII BULLDOGGERSPREDILIGONOI BULLDOG...

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  • Oggi sappiamo con certezza che tutti i cani esistenti, ditutte le razze e anche quelli che non appartengono a nes-suna razza, discendono dal lupo selvatico: lupo che circa15.000 anni fa venne addomesticato dalluomo primitivo(ma recenti studi arrivano a retrodatare tale evento a cir-ca 100.000 anni). Da questa domesticazione iniziata laselezione - prima naturale e poi voluta - che ha portatoalle varie tipologie, sviluppatesi in conseguenza del lavo-ro che il cane doveva svolgere: caccia, pastorizia, guerra,guardia, combattimenti. Per alcune di queste attivit eranonaturalmente preferiti i soggetti pi grossi e potenti, e cosi nostri antenati iniziarono ad allevare esemplari conqueste caratteristiche, che portarono alla nascitadei molossoidi, la cui esistenza documentatada bassorilievi e statuette. La pi antica dellequali fino a ora si conosca la statuina diterracotta risalente a 5.630 anni fa, rinve-nuta nellinsediamento neolitico di UadiAthal, sul massiccio di Tadrart Acacusnel Sahara libico: essa raffigura un canecon testa grossa e struttura pesante, tipicadei molossi.Dal VII secolo a.C. i molossi iniziarono aessere presenti in molte regioni dellAfrica,dellAsia e dellEuropa, impiegati sia nel-la caccia alla selvaggina pericolosa, comein passato, sia in operazioni di guerra, nellaguardia, come custodi delle bestie al pascolo enei combattimenti tra animali. In Grecia, il mo-losso compare verso il V secolo a.C. ed chiamatoCane dEpiro oppure Cane della Molossia: nomeche diverr poi Molosso dellEpiro e indicher uncane leggendario.

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  • Il maschio e la femmina di Bulldog sonosostanzialmente uguali, pur presentandodifferenti sfumature di comportamento.Entrambi sono coraggiosissimi, entrambisuono buoni guardiani e sanno difendereil padrone se si presenta il caso, entrambisono assolutamente fidati con i bambini, ene sono straordinari amici e difensori. Lafemmina per un po pi scrupolosa nellaguardia, mentre il maschio, magari tropposicuro di s e delle sue straordinarie possi-bilit fisiche, talvolta meno vigile.

  • il disegno dello standard

    SCOMMESSEED ESPOSIZIONI

    Nei primi anni del 1800 vi fu unascommessa tra Mr. Shandos,proprietario del Bulldog Ben, e ilMaggiore Dyce, proprietario diMos. I due fecero valutare i loroBulldog da un collegio di cinquegiudici per stabilire quale fosseil migliore, e il vincitore avrebbeguadagnato ben 25 sterline del-lepoca: una cifra di tutto rispet-to. Vinse Ben con quattro votia favore, poich fu preferito so-prattutto per la compattezza delcorpo, mentre a Mos ne andsolo uno. Il giudizio fu criticatodai presenti e il Maggiore Dycepropose una scommessa di al-tre 25 sterline su quale dei duecani avesse trascinato laltrofuori da un cerchio tracciato sulpavimento. Mr. Shandos riutdicendo che il suo cane non eraaddestrato a combattere.

    Un buon Bulldog deve trasmettere immediata-mente in chi lo osserva limpressione di forza,potenza, determinazione, coraggio e attivit,che sono caratteristiche fondamentali della raz-za, non disgiunte per da simmetria e armoniadellinsieme

    Fondamentali nel Bulldog sono la robustezzadellossatura, lampiezza del torace, che deveessere ben disceso tra gli arti. Importante anchela potenza della muscolatura, che deve esseremolto sviluppata, tonica ed evidente. Il musocorto e potente deve essere ben rincagnato

    Una delle caratteristiche di tipicit della razza data dalla forma della linea dorsale, che devediscendere dalla nuca n dietro alle spalle e poirisale dolcemente no al rene, per ridiscende-re rapidamente no allattaccatura della coda.Questo il roach back.

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  • I molossi in Gran Bretagna

    In Gran Bretagna arrivarono a pi riprese svariati tipi di molossi utilizzati nella caccia alla selvaggina pericolosa, nellaguerra come arma di offesa e di difesa, nella guardia a villaggi, castelli e insediamenti umani, nella custodia delle bestieal pascolo e anche nei combattimenti. A introdurli furono con ogni probabilit Celti e Fenici: i primi arrivarono in dueondate di migrazioni intorno al 1.000 e al 500 a.C., mentre i secondi raggiunsero lInghilterra verso il V secolo a.C. soloper avviare commerci con le genti locali. Alla formazione delle razze molossoidi che si svilupparono in Gran Bretagnacontribuirono anche i Romani che, nel 55 e nel 54 a.C., invasero lisola, accompagnati dai molossi da guerra sempreal loro seguito. Quando i Romani ebbero modo di scontrarsi con i cani dei Britanni, rimasero tanto ammirati per lecapacit di lotta che questi dimostravano da inviarne alcuni esemplari a Roma, per essere impiegati nei combattimentidel circo, nei quali si dimostrarono imbattibili. Lentusiasmo che essi suscitarono nella capitale fu tale che in Inghilterravenne istituita, con sede a Winchester, unapposita carica di procurator Cynegii, incaricato di sovrintendere allalle-vamento dei molossi britannici e rifornire regolarmente Roma di Pugnaces Britanniae, come venivano chiamati queicani dai romani. facile quindi pensare che tra questi vari molossi avvennero nel corso dei secoli accoppiamenti volutio fortuiti. Alla caduta dellImpero Romano, nel 476, le legioni lasciarono lInghilterra: venuta meno la difesa romana,a partire dal V secolo Angli, Sassoni, Danesi e poi Normanni occuparono successivamente la Gran Bretagna, portandoanche loro nelle spedizioni altri cani da guerra e da combattimento, che sicuramente furono incrociati con i molossilocali dando vita a nuovi ceppi. La consuetudine di far combattere animali e uomini per divertirsi e divertire antica comelumanit, e ancora oggi sussiste, sia in forma legale (boxe, arti marziali, etc.), sia clandestinamente, come le lotte tra cani.

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  • at his tail, che significa: Quindi arriv uno con due Bolddogge al seguito. Nellopera Treatise on the Dog, scritta nel1576 dal medico inglese John Keys e pubblicata sotto lo pseudonimo di Dottor Caius, lautore usa il termine Bandogge,e William Harrison (1534-1595) nel suo Description of England pubblicato nel 1586, riferendosi al termine Bandogge,chiarisce che questi cani erano cos chiamati perch molti di loro sono legati alla catena o a robusti legacci durante il giornofuori dalla casa, per evitare che facciano danni, perch un enorme cane, ribelle, cocciuto, ardente, selvaggio, dal corpo possente etuttavia veloce, terribile e spaventoso da vedere, e spesso molto pi feroce e terribile di qualsiasi mastino di Grecia o Corsica.

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  • Perfino Shakespeare (1564-1616) accenna nelle sue opere a questi cani. Infatti, nellEnrico IV, atto I, scena IV, leggiamo:Il tempo quando il grido del gufo risuona, e i Bandogs ululano - E gli spiriti vagano, e i fantasmi scoperchiano le loro tombe. Laprima documentazione conosciuta dimostrante che la parola Bulldog era diffusa e familiare in Inghilterra e indicavacani da combattimento contenuta in una lettera che porta il timbro postale del 1631 (o 1632 la data pare non si leggabene); e si tratta di una corrispondenza tra due amici inglesi. una lettera che il signor Prestwick Eaton, che si trovavaa San Sebastian, in Spagna, invi al suo amico George Willingham abitante a Londra in Swithins Lane. Lo scritto,con il quale Prestwick chiede allamico di fargli avere diverse cose, in tono familiare. Tra le richieste vi sono: un buonMastive dogge, una cassa di bottiglie piene del miglior liquore, e infine due buoni Bulldogchiedendo di spedire il tuttocon la prima nave. In una lettera seguente Prestwick ringrazia Willingham per avergli inviato un altro cane, e lo prega dispedirgli ancora una coppia di Bulldog, chiedendogli di sceglierli che siano buoni per combattere con il toro e costino qual-siasi cifra, ma siano validi combattenti; non sono per me ma per un amico sul quale devo contare se necessario. Poi avanza altrerichieste e scrive: comunque, mio buon amico, procurateli al Bear-Garden, perch sono i pi considerati, e vanno ben oltre ungrande regalo. Queste lettere sono molto importanti non solo perch dimostrano che nei primi anni del 1600 il termineBulldog era duso comune, ma anche perch dimostrano che Bulldog e Mastiff erano due razze separate, mentre moltisostenitori del Mastiff ritenevano che il Bulldog discendesse in tempi seguenti dal Mastiff.

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  • Rimase permesso solo il ratting, che era una gara nella quale un cane (di solitoun Bull and Terrier) doveva uccidere il maggior numero di topi in un certotempo: uno spettacolo che attirava solo gente delle classi sociali pi basse, co-munque proibito anche lui dal 1912. Finiti i combattimenti si tent di fare delBulldog un cane da caccia ma, salvo poche eccezioni, i soggetti dellepoca nonsi dimostrarono allaltezza di altre razze ben pi adatte. Qualche Bulldog fuutilizzato anche come cane da guardia, specie sui battelli che facevano la spolatra Francia e Inghilterra attraversando la Manica, ma la ferocia irrefrenabile ela potenza degli attacchi crearono non pochi problemi e, quando alcune perso-ne persero la vita, limpiego del Bulldog nella guardia fu vietato per legge.

    Il Bulldog della seconda met del 1800

    Per capire di quale considerazione godevano gli allevatori di cani della se-conda met del 1800, specie se allevava Bulldog, basta guardare una vignettasatirica disegnata da Leech, apparsa su di un numero del settimanale satirico-umoristico Punch del 1846. In questa vignetta rappresentata la visita di Mr.Punch al Canine Castle di Bill George. Lespressione di Mr. Punch pi cheeloquente per dimostrare come erano considerati in quegli anni gli allevatoridi Bulldog. Chiariamo per chi non lo sapesse che Punch il nome di un sar-castico burattino (punch in inglese significa anche Pulcinella) nel quale spessosimpersonificava lo spirito dellomonima rivista nata nel 1841. In contrastocon quanto lopinione pubblica pensava, Bill George produsse ottimi Bulldogda esposizione e fu un competente allevatore. Sappiamo che acquist il famosoYoung King Dick da Jacob Lamphier: un noto allevatore di Birmingham eimportante personaggio nella storia del Bulldog, che nel 1861 elabor perfinoun primo Standard della razza. Young King Dick era un soggetto che si dimo-str di tali qualit che gli appassionati della razza di Birmingham pregaronoil figlio di Jacob, Fred Lamphier, di riacquistarlo: cosa che egli fece pagando ilcane ben 40 sterline, un prezzo considerevole per lepoca.

    LA SCELTADEL CUCCIOLO

    Scegliere un cucciolodi Bulldog non cosasemplice, specie sesi hanno ni espositivi.Bisogna ricordare che la cosapi importante la salute.Il cucciolo non deve mostrareproblemi di respirazione dinessun genere, deve muoversiliberamente, non deve avere scolida naso, occhi e orecchie. Nondovr nemmeno essere copertoda troppe rughe, poich questoindica che da adulto avr carat-teristiche di ipertipicit. Anchela plica che sovrasta il naso nondeve essere troppo grossa,poich se eccessiva, oltre aessere antiestetica e difcile datenere pulita, viene penalizzata inesposizione, secondo lo Standardin vigore. Le orecchie possonoessere un po pesanti, poich laforma a rosa si forma tra i tre ei sei mesi. Anche la testa, che loStandard vuole con cranio piatto,nei cuccioli bombata e solo conla crescita si appiattisce (almenosi spera che lo faccia).Come tutti i cuccioli anche quellidi Bulldog devono essere allegri,vivaci, puliti, baldanzosi e ancheun po sfacciati.

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    La vignetta disegnatada Leech e pubblica-ta sulla rivista satiricaPunch del 1846.

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  • Bulldog 1818

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  • gham, i Bulldog iscritti furono abbastanza da permetteredue premi: uno per il primo e uno per il secondo. Nel1862 per la prima volta troviamo previste allesposizioneche si tenne allAgricultural Hall di Londra due classi peri Bulldog: una per quelli di grande taglia e una per quellidi piccola taglia. Per i Bulldog di grande taglia vinse KingDick di Jacob Lamphier e Dan di Bill George fu secon-do, mentre per quelli piccoli vinse Violet di H. Orme. Lostesso anno a Birmingham fu prevista una sola classe per iBulldog e vinse ancora King Dick. Nel 1863, al First An-nual Grand Show di Cremorne, che si tenne nel Chelsea,sobborgo culturale e artistico di Londra, furono previstedue classi: una per i soggetti superiori alle 18 libbre dipeso (circa 8 kg), e unaltra per quelli di peso inferiore.Nella prima vinse ancora King Dick, mentre per i leggerifu Floss di W. Tupper a vincere. Lo stesso anno si tenneallAgricultural Hall di Londra il primo grande Interna-tional Dog Show, in cui erano previste due classi, separatequesta volta dal peso limite di 9 kg. Per la categoria deipi pesanti vinse ancora una volta King Dick, mentre inquella dei Bulldog leggeri vinse Violet.Abbiamo visto che il Bulldog, che gi dai primi del 1800interessava sempre meno le classi pi elevate della societ,divenne il cane di persone di malaffare, che lo utilizzava-no nei combattimenti illegali o come cane da difesa o perintimidire e minacciare, tanto che dalla reputazione degliallevamenti dove i soggetti della razza potevano esseregeneralmente acquistati, il Bulldog veniva chiamato spre-giativamente Pot-house dog; Pot-house erano detti aquei tempi i canili di infimo grado, cos che il sopranno-me assumeva pi o meno il significato di cagnaccio dacanile di bassa lega.In questo scenario, nel quale veniva messa a rischio lasopravvivenza stessa dellautentico Bulldog, vero simbolodellInghilterra e del suo spirito, si riunirono alcuni ap-passionati con lo scopo di associarsi per proteggere il canenazionale da inquinamenti e incroci. Un primo Bulldog

    Club fu fondato il 3 novembre 1864 grazie allentusiasmodi Mr. Rockstro. Presidente fu eletto il noto allevatore C.C. Stokdale e Segretario fu lo stesso Rockstro. Era pre-sente anche Samuel Wickens, il quale sempre nel 1864elabor una descrizione del Bulldog - che sostitu unaprecedente scritta da Jacob Lamphier, il quale aveva presocome modello il suo campione King Dick - e la pubblicnel febbraio dellanno seguente con il titolo The Proper-ties of a Perfect Bulldog sotto lo pseudonimo di PhiloKun, termine greco che significa cinofilo. Il Club durcirca tre anni, ma non organizz esposizioni e sostanzial-mente non fece nulla; e, anche se la stesura dello Standardrisult di notevole importanza, rimane lunico atto com-piuto del quale si abbia notizia. I soci che inizialmenteerano 30 scesero alla fine a 3, e lavventura si concluse.Nel 1874 fu costituito un altro Club che ebbe esistenzaancor pi breve del primo senza lasciare contributi.

    Nascita del Bulldog Club

    In questa situazione si giunse finalmente alla data fonda-mentale per levoluzione del Bulldog: il 1875. Gi primadi quellanno alcuni veri appassionati avevano labitudinedi riunirsi in casa di uno o dellaltro o in luoghi a tuttifamiliari come i pub per discutere del futuro della razzao sentire le ultime novit sul Bulldog o anche ascoltaredelle meraviglie di una giovane promessa o di una nuovacucciolata o ancora confrontare i loro cani. Uno dei po-sti di ritrovo era presso Jim Collins; noto nellambientedel Bulldog come Hoppy Collins a causa del suo cu-rioso modo saltellante di camminare. Egli era un calzo-laio e abitava in Broad Street, nel sobborgo londinese diBloomsbury. Proprio a casa di Jim Collins un gruppettodi appassionati della razza si riun per cercare un rime-dio alla diminuzione di esemplari, che avrebbe porta-to in breve tempo alla scomparsa del vero Bulldog. Ladecisione presa in questi meeting di fare tutti gli sforzi

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  • Show fu un grande successo dimmagine.Sul catalogo di questa esposizione era stampato lo Standard della razza.Le esposizioni organizzate dal Bulldog Club, che nel frattempo avendo incorporato altri club minori che si occupavanodella razza era stato chiamato Bulldog Club Incorporated, risono susseguite, a parte qualche rarissima occasione dovutaa eventi eccezionali, fino ai giorni nostri, e il Bulldog Club inglese rimane il punto di riferimento per tutto ci che ri-guarda la razza.Il carattere

    Subito dopo la proibizione dei combattimenti, il Bulldog non godeva di una bella fama per quanto riguarda il carattere elintelligenza, e sono giunti fino a noi scritti nei quali gli autori ripetono lidea che lopinione pubblica aveva della razza:In generale il suo attacco silenzioso ma feroce, la potenza e la robustezza dei denti e delle mascelle gli permettono dimantenere la presa contro qualsiasi avversario, cosicch risulta pericolosissimo tanto per il malintenzionato quanto peril pi innocuo visitatore.E ancora nel 1864, nel brano dapertura del primo Standard lautore scriveva: se tenuto alla catena o poco educato dalpadrone, diventa sempre meno socievole e meno docile, e se eccitato e fatto infuriare pu diventare molto pericoloso.Gli allevatori inglesi sono riusciti a eliminare dal carattere del Bulldog la ferocia incontrollabile conservando il carat-tere coraggioso, la resistenza al dolore e limpeto nellattacco che si scatena per solo se assolutamente necessario. Percomprendere pienamente il carattere di un Bulldog non bisogna scordare che gli esemplari di oggi sono pur sempre idiscendenti dei cani che per secoli hanno dovuto combattere con avversari grossi e pericolosi come lorso, il toro e perfinoil leone, e per questo hanno sviluppato peculiarit che lallevamento dellultimo secolo ha reso dormienti ma non hacancellato. In un contrasto quasi inverosimile con il suo aspetto che a prima vista potrebbe apparire arcigno e feroce, ilBulldog invece dolcissimo ed estremamente affettuoso.Lintelligenza molto sviluppata e ogni soggetto della razza capace di apprendere con estrema facilit qualsiasi cosagli venga insegnata; tanto che non sono pochi gli esemplari che hanno ottenuto e ottengono ottimi piazzamenti nelleprove di Obedience e - qualcuno potrebbe non crederci - anche di Agility.Cosa diversa pretendere che un Bulldog ripeta passivamente gli esercizi facilmente appresi, poich la spiccata indi-vidualit di questi cani, unita a una testardaggine che ha pochi eguali tra le razze canine lo rendono refrattario allub-bidienza senza che questa sia ben motivata. In fondo si tratta pur sempre di cani che, come abbiamo detto, fino allamet dellOttocento dovevano affrontare in sanguinosi e pericolosissimi scontri avversari anche molto pi grossi di lorocome i tori o gli orsi; e per fare questo dovevano essere assolutamente decisi e ignorare ordini umani e i consigli dellaprudenza. La straordinaria bont danimo fa di questi cani degli straordinari compagni della famiglia e, in special modo,dei bambini, tanto che in Inghilterra la razza chiamata the Nurse Dog, ossia il cane balia.Tra i pregi del carattere pu essere indicata lassoluta affidabilit verso chiunque. Il Bulldog ama le persone della fa-miglia: sia quelle con le quali convive sia quelle che capitano frequentemente od occasionalmente in casa. Con tutti amichevole e giocherellone, riservando per il suo caratteristico scodinzolio che fa ondeggiare tutto il posteriore in scalacrescente di ancheggiamento a chi pi gli simpatico o verso il quale maggiormente coinvolto affettivamente. Congli estranei inoffensivi cordiale e amichevole, forse un po curioso nellannusarli e seguirli, ma non si dimostrer maiostile o aggressivo.

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  • I bambini sono la vera passione del Bulldog, specie e sono molto piccoli e indifesi. Listinto di protezione talmentesviluppato verso i suoi piccoli amici che non raro che un Bulldog si frapponga tra un genitore che vuole sgridare ilfiglio e il bambino, giungendo fino a dimostrare con decisone (mai aggressiva) il suo desiderio di pacificazione.In tutto il mondo vi sono bambini che possono testimoniare dessere cresciuti accuditi, custoditi e sorvegliati da Bulldog.E in questa razza sia il maschio che la femmina hanno la stessa predisposizione benevola e tollerante, accettando di buongrado e senza reagire anche i giochi pi vivaci e sopportando pazientemente anche i dispetti che talvolta subiscono.Nella loro paciosa allegria, i Bulldog possiedono anche uno sviluppato senso dellumorismo, gradendo gli scherzi e leprese in giro: sempre che queste non sorpas-sino il limite della loro sopportazione. Perchunaltra caratteristica poco nota del Bulldog lapermalosit. Provate a sgridare per qualche ma-rachella che non ha compiuto il vostro Bulldog;come accetter di buon grado anche se intristi-to i rimproveri che sa di essersi meritato, cosse ritiene di essere stato ingiustamente sgridatovi metter un muso che, a seconda del caratte-re del soggetto, potrebbe durare anche moltoa lungo: in alcuni casi perfino mesi. Quantofin qui scritto potrebbe far pensare al Bulldogcome a un cane particolare nellaspetto, singo-lare nel carattere, adatto alla famiglia ma, tuttosommato, inutile. Non assolutamente cos,poich se il Bulldog un cane pacifico, dolce,sensibile, fino a essere anche un po permaloso,amico dei bambini e innocuo con gli estraneiinoffensivi, sa anche essere un formidabile cu-stode della casa e delle persone.Lunica particolarit per quanto riguardalaguardia che i luoghi da lui custoditi devonoessere necessariamente legati a una valenza af-fettiva. Non si pu pensare che un Bulldog sia un buon custode di un cortile di una fabbrica, o di un giardino dove lasciato da solo per la maggior parte del tempo, o di un casa che non sia quella dove lui abita con le persone della suafamiglia, che ama. Per un Bulldog la casa che divide con i suoi cari inviolabile, come lautomobile con la quale va a farebelle gite; come la dimora dei parenti stretti di chi ama, che per lui sono ugualmente la sua famiglia.Se a essere minacciati sono i luoghi o le persone che per il Bulldog hanno un valore affettivo la sua reazione sar sempredecisa e terribile. Nessuno pu pensare di minacciare le persone della famiglia senza conseguenze anche gravi. Nessunopu osare entrare nella casa dove un Bulldog vive felice con i suoi cari, perch in questo caso lindole dellinvincibile eindomito combattente che ancora latente nel suo animo si risveglierebbe e lenorme forza che racchiusa in un corpo

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  • Umberto Cuomo Editore

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  • lo spostamento del sole. Ugualmente non vanno lasciati senza possibilit di trovare riparo in zone dombra e lacquadeve essere sempre a disposizione, fresca e abbondante. Se dovessero manifestarsi i sintomi di un eccesso di calore (respirorantolante e aff annoso, lingua violacea, occhi sgranati, rifi uto di muoversi) il cane va passato su tutto il corpo con un asciuga-mano bagnato con acqua fredda, lasciato tranquillo in un posto fresco e allombra e, se la crisi molto seria, si potrebbe ancherovesciargli addosso dellacqua gelida. Una cura particolare deve essere posta alla pelle del Bulldog, poich le rughe del muso edella testa potrebbero irritarsi, e per questo vanno pulite frequentemente (ogni due o tre giorni al massimo) con acqua di rosee poi con Pasta di Fissan, che favorir la disinfezione e lo scorrere dei liquidi. In alcuni soggetti anche la parte inferiore della coda acontatto con le natiche va pulita e disinfettata. Le cisti interdigitali non sono pi cos frequenti come una volta, ma vanno controllate.Lultima raccomandazione quella di non far assolutamente ingrassare il vostro Bulldog, poich ancor pi che in altre razze qui lacosa potrebbe essere veramente fonte di grossi problemi di salute. Quindi: moto abbondante e cibo in giusta misura sono il segretoper mantenere giovane, attivo e sano un Bulldog.

    Noi e il Bulldog

    Avere un Bulldog unesperienza meravigliosa e coinvolgente, mabisogna essere degni di un simile cane. La prima cosa che colpiscechi non ha mai avuto Bulldog laspetto. Da cucciolo un tene-ro ammasso di rughe, spesso con uno sguardo tra linfelice e ildisperato, che conquista il cuore di chi lo guarda. Non bisognaper farsi ingannare, poich il piccolo malandrino in brevetempo certamente approfi tter dei sentimenti che riesce a farnascere nei nostri cuori per ottenere tutto quello che vuole.Il Bulldog un cane ostinato e spesso anche permaloso,che richiede un padrone dolce e aff ettuoso, ma sicura-mente non sottomesso. La straordinaria intelligenza delBulldog fa nascere con il padrone un rapporto di inte-sa e complicit che durer tutta la vita e, nonostantelapparente indiff erenza a quanto gli accade attorno,questo cane molto sensibile e percepisce gli statidanimo non solo del padrone ma anche quelli ditutti i membri della famiglia e le intenzioni degliestranei in modo sorprendente. Per questo il Bull-dog sa distinguere allistante le persone con cattiveintenzioni e pu quindi intervenire di conseguen-za. Il segreto di una lunga e felice convivenza conun Bulldog? Amore, attenzione, senso di respon-sabilit e una giusta dose di sportivit.

    Le iscrizioni in Italiadegli ultimi anni sono state:315 nel 1994440 nel 1995497 nel 1996583 nel 1997672 nel 1998856 nel 1999909 nel 20001223 nel 20011161 nel 20021360 nel 20031343 nel 20041309 nel 20051469 nel 20061376 nel 2007

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  • Il Bulldog in ItaliaUna prima notizia non certa sul Bulldog in Italia risale al 1870 ed unordinanza

    delle autorit municipali di Roma che proibiva di farli circolare per le strade della

    citt, ma non vi sono documenti precisi che provino la presenza di esemplari della

    razza nel nostro Paese in quegli anni.Nella prima met del 1900 vi furono nel nostro Paese 180 iscrizioni di Bulldog ai

    Libri Genealogici italiani, e fu attivo negli anni 30 un importante allevamento: quello

    di Val San Martino del dottor Ernesto Tron, che scrisse anche un interessantissimo

    libro sulla razza. Sappiamo con certezza che nel 1898 si ebbero le prime quattro

    registrazioni di Bulldog ai Libri Genealogici dellallora Kennel Club Italiano. Ne se-

    guirono tre nel 1901, quattro nel 1902, una nel 1903, cinque nel 1904, una nel

    1905 e due nel 1906. In quegli anni la razza era catalogata come Bulldog Inglese,

    era inclusa nella categoria Cani da combattimento, e tale rimase no al 1970,

    quando fu spostata nel Gruppo Secondo, Molossoidi di tipo Mastino. Un esem-

    plare fu iscritto nel 1912, e uno nel 1914. Poi ve ne furono due nel 1920, quattro

    nel 1921, sei nel biennio 1922-23, quattro in quello 1924-25 e sei in quello 1926-27

    (dal 1922 al 1927 i dati furono forniti per bienni); e quindi otto nel 1929. Seguirono

    un soggetto nel 1930, sei nel 1931, cinque nel 1932, sette nel 1933, ancora sette

    nel 1935, sei nel 1936, otto nel 1937, 15 nel 1938 e 16 nel 1939. Nel periodo bel-

    lico le iscrizioni furono quattro nel 1940, 11 nel 1941, due nel 1942, nessuna nel

    1943, sei nel 1944 e cinque nel 1945. Nellimmediato dopoguerra le registrazioni

    furono: una nel 1946, due nel 1947, sette nel 1948, 14 nel 1949 e otto nel 1950.

    Bisogna ricordare che negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale non tutti i

    cani che venivano prodotti o importati erano iscritti ai Libri Genealogici; comunque

    nel periodo compreso tra il 1898 e il 1950 complessivamente nel nostro Paese

    furono uf cialmente registrati 180 Bulldog. Il successo del Bulldog in Italia si

    ebbe per a partire dagli anni 70, poich il Circolo Italiano Bul-ldog che fu fondato nel 1972 segu e ancorasegue con attenzione lo svi-luppo della razza da noi, e leiscrizioni annue sono passa-te dalle 35 del 1984 alle 1376del 2007.

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  • Marta era una cornacchia molto carina e molto corteggiata dai corvi della zona. Tra i tanti pretendenti alla fine scelse Raab, un corvo giudizioso e responsabile, il marito ideale, insomma, per qualsiasi corva e in particolare per una come lei che, al contrario, era piuttosto irrequieta e birichina.Appena sposati scelsero una grande quercia al limitare del bo-sco, dove si costruirono un bel nido matrimoniale completo di tutti i comfort.A primavera le quattro uova che aveva deposto e covato con amore insieme al marito si schiusero e ne schizzaro-no fuori altrettanti corvetti vivaci e famelici.In autunno erano gi diven-tati grandi quasi come i genitori e se ne volarono via per i fatti loro lasciando il nido vuoto e triste. Marta contempl malin-conicamente le quattro sagome scure scomparire allorizzonte, domandandosi a che cosa fossero servite tutte le sue fatiche e

    tutti i suoi sacrifici per ritrovarsi poi pi sola di prima. Attese da Raab una parola di conforto ma quello era troppo affaccendato come al solito dai problemi quotidiani per accorgersi della sua tristezza.Trascorse un altro anno e lei depose altre uova, ma ormai non era pi la cornacchia allegra e spensierata di un tempo: era di-ventata scontrosa e irascibile e bastava che un nonnulla andasse storto per sentirla gracchiare come unisterica verso qualsiasi cosa volasse, camminasse o strisciasse nei dintorni.

    Per quanto non particolar-mente brillante, Raab not il cambiamento, ma discreto qual era, si astenne dal far domande, augurandosi che prima o poi le cose sarebbero andate a posto da sole.

    Lei invece, scambiando la sua discrezione per insensibilit, di-venne sempre pi irritabile e, quando Raab tornava al nido col becco pieno di cibo, girava la testa dallaltra parte, sbirciandolo di sottecchi con aria torva (e una corva torva , vi garantisco, il massimo della torvaggine!), finch un giorno il poveretto perse la pazienza e, mandata al diavolo la consueta riservatezza, si de-cise a chiederle i motivi di quel suo perenne malumore.E hai pure il coraggio di domandarlo? gracchi lei, acida Sono due anni che stiamo qui su questa dannatissima quercia, affaccendati tutto il santo giorno a rassettare il nido, a covare e nutrire nidiacei voraci e ingrati, senza mai concederci un mo-mento di svago o dintimit e in questi due anni lunico compli-mento che mi hai fatto sai quale stato?Non saprei...Vedi? Non te lo ricordi! stato: ma che belle uova! Neppure mia madre avrebbe saputo far di meglio! Ho provato a cambiare pettinatura un sacco di volte mostr con orgoglio il ciuffo di piume ritto sul capo, tenuto in piega da un grumo di resina e

    In autunno erano gi diventati grandi...

    quasi come i genitori e se ne volarono via per i fatti loro

    lasciando il nido vuoto e triste.

    MAURO DE CILLIS

    S T O R I E B E S T I A L I

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  • Raab si volt e scorse un grosso uccello dallo splendido piumag-gio che si dondolava da un ramo, appeso a testa in gi, ripetendosenza sosta quellinsulsa cantilena. Il suo primo impulso fu diaff rontarlo e cacciarlo via a beccate ma, osservandolo meglio,si accorse che il forestiero, oltre che bello, era molto pi grossodi lui, possedeva un temibile becco ricurvo e batterlo non sa-rebbe stata impresa facile. Inoltre si sentiva troppo gi di cordaper aff rontare un combattimento tanto impegnativo. Arruff lepenne, incass il capo tra le spalle e chiuse gli occhi, ripetendoa se stesso che quellassurda apparizione era soltanto un bruttosogno che, quando li avrebbe riaperti, sarebbe senzaltro svani-ta. Quando si decise ad aprirli, luccello giallo-blu era eff etti-vamente scomparso... ma anche Marta era sparita! Inutilmentelattese quella sera, la sera dopo e le sere seguenti, mentre, solo etriste, si ingegnava a rassettare il nido e a covare le uova.Lei, al contrario, stava vivendo i giorni pi eccitanti della suavita. Il bel forestiero era cos diverso dal marito e da tutti glialtri corvi che lavevano..corveggiata in passato! Sempre alle-gro, loquace, fantasioso, la faceva sbellicare dalle risate con lesue incredibili acrobazie che parevano sfi dare la forza di gravi-t, dondolandosi a testa in gi come un pipistrello o restandoattaccato a un ramo col solo aiuto del becco ricurvo, come unfrutto maturo al picciolo. Non si stancava mai di ammirarlo,invidiandolo per la sua abilit. Poco le importava se, dal puntodi vista pratico, il nuovo compagno era un disastro assoluto: nonlaiutava a sistemare il nido, a covare le uova o in qualsiasi altraattivit costruttiva...in compenso era cos divertente! Ma quan-do le uova si schiusero, la poveretta si trov oberata di lavoro.Doveva pensare a tutto e i nidiacei famelici non le lasciavano unattimo di respiro. Allora le buff onate del forestiero che un tem-po le erano piaciute tanto, incominciarono a stancarla, insiemealla sua totale inettitudine. Si era fatta magra e spennacchiata equesto la irritava ancor di pi perch temeva che il nuovo com-pagno, vedendola cos imbruttita, fi nisse con lo stancarsi di lei.Il dubbio prese a tormentarla a un punto tale che un giorno de-cise di aff rontare la questione e gli domand a.. bruciapenna :Come mi trovi?Uno splendido tramonto, non credi? rispose luccello vario-pinto, dondolandosi a testa in gi e torcendo il capo in modo

    ridicolo.In questo momento non sono nello stato danimo giusto pergodermi il tramonto..Per splendido, non credi? Al diavolo il tramonto! Ti ho fatto una domanda e voglio unarisposta: non mi trovi un po sciupata?Sei tanto carina, lo sai?Ma che carina e carina! starnazz lei, sullorlo di una crisi iste-rica Stamattina mi sono specchiata nello stagno e ho conclusoche faccio letteralmente schifo! Ti diverti a prendermi in giroadesso? Faresti meglio ad aiutarmi invece, i pulcini hanno famee non posso pensare a tutto io!Uno splendido tramonto, non credi?Me ne frego del tuo maledetto tramonto! Tra poco verr lin-verno e conciati come siamo, dubito che riusciremo a sopravvi-vere, te ne rendi conto o no, maledizione?Quando ti arrabbi diventi ancora pi carina, lo sai? cantilenil pappagallo Tanto, tanto carina...

    Il microchip il verso di un uccello

    molto piccolo.

    M.De Cillis

  • Sembra ormai accertato che tutti i Bovari Svizzeri siano levoluzione dei cani damandria che i Romani portavano con loro in occasione delle campagna di conqui-sta, e che nella fattispecie raggiunsero la Svizzera circa un secolo prima di Cristo.Non tutti gli studiosi sono per daccordo con questa tesi, e v chi ritiene che i cani da capanna svizzeri siano il frutto di incroci tracani nordici derivati dalladdomesticazione dei lupi artici e cani dellEt del Bronzo (quindi circa 5.000-2.000 anni a.C.) presentinella regione oggi chiamata Svizzera, e che quindi dovrebbero essere considerati autoctoni dellElvezia. Questa teoria stata moltoseguita per un certo periodo, ma non vi sono prove concrete della sua validit nei reperti ossei. Al contrario, le tracce pi antichedi cani dalla struttura molossoide simile a quella degli odierni Bovari sono state trovate nellantico insediamento romano di Win-disch, lantica Vindonissa, dove stata ritrovata una lampada in terracotta sulla quale raffi gurato un molosso che ricorda molto ilBovaro del Bernese di oggi, che considerato la forma pi antica di cane da capanna svizzero.Per secoli questi primi Bovari si sono evoluti nelle vallate e nelle pianure svizzere acquisendo le caratteristiche che nel tempo sisono fi ssate in quelle delle quattro razze di Bovari Svizzeri odierne, anche a causa dellisolamento che spesso non consentiva lin-contro tra le varie tipologie.Nelle regioni prealpine di Schwarzenburg, Berna, Burgdorf ed Emmenthal nel Medioevo si and fi ssando un grosso cane dacapanna inizialmente utilizzato come Bovaro, ma poi, con levoluzione della societ e la nascita di unattivit che prevedeva la pa-storizia, lagricoltura, lallevamento del bestiame e il commercio dei formaggi, il cane dovette svolgere diversi compiti: conduttoree custode di mandrie e greggi, guardiano della fattoria; inoltre accompagnava i pastori ai pascoli degli alpeggi e li proteggeva, oltrenaturalmente a condurre il bestiame.La storia moderna

    Verso la fi ne del 1800 un cane di grande valore e molto pregiato per la sua capacit in tutti i compiti prima indicati era numerosonella zona attorno al villaggio di Drrbach, e per questo era conosciuto come Drrbchler.Gli allevatori e gli appassionati di questi cani si riunirono nel 1899 in una associazione chiamata Berna che nel 1902 organizzunesposizione canina vicino a Ostermundigen. Ne segu unaltra nel 1904 a Berna, nella quale vennero scelti sei esemplari consi-derati i pi tipici di questi Bovari e iscritti nel 1907 al Libro Origini elvetico come capostipiti della razza, inizialmente chiamataChien de Drrbach, nome mutato poi defi nitivamente nel 1913 in Bovaro del Bernese.Dei Bovari Svizzeri una variet poi fi ssata in razza si sviluppata nella regione dellAppenzell. Si tratta di un tipico cane da capan-na, di dimensioni medie (alto 48-58 centimetri al garrese), dal pelo corto ma folto e denso, e fornito di abbondante sottopelo chelo protegge da ogni intemperie. I tre colori del mantello sono quelli tipici dei Bovari Svizzeri attuali (un tempo erano di pi e pivari). Lisolamento nelle vallate dellAppenzell ha permesso di mantenere invariate sia le caratteristiche fi siche che quelle psichichedi questi cani che sono stati e sono ancora oggi insostituibili aiutanti degli allevatori di bestiame.

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    di Umberto Cuomo

  • Nel 1906 venne redatto il primo Standard e fu fondato il club di razza, che pi che per lapparizione a esposizioni conosciuta perle capacit nel lavoro.Nelle campagne svizzere soprattutto, ma anche nelle vallate, il molosso introdotto dai Romani si evoluto in un cane di tagliadecisamente grande, la pi grande tra quelle degli altri cugini Bovari Svizzeri (altezza al garrese tra 65 e 70 centimetri per i maschie tra 60 e 65 per le femmine): stiamo parlando del Grande Bovaro Svizzero. Questi cani, a causa della forza e del temperamentoaggressivo, erano utilizzati anche in guerra, mentre nelle fattorie svolgevano il compito di guardiani severi e incorruttibili, come ilBovaro del Bernese, utilizzato nella custodia e conduzione di mandrie e nel traino di carretti per il trasporto di latte, formaggio elegna. Data la forza e lottimo olfatto negli ultimi decenni in Svizzera stato impiegato anche nelle forze di polizia e in operazionidi salvataggio in montagna.Il quarto Bovaro Svizzero riconosciuto dalla cinofilia ufficiale il Bovaro dellEntlebuch, e prende il nome dalla regione attorno alfiume Entlen, nella quale si sviluppato. Come gli altri cugini Bovari discende dai cani dei Romani, ma in questo caso i contadinihanno preferito avere un Bovaro pi piccolo (con i suoi 40-50 centimetri al garrese di altezza il pi piccolo dei Bovari Svizzeri)ma veloce e scattante sia in pianura che negli alpeggi delle vallate di Lucerna e dellEmmenthal. Nonostante le dimensioni sa essereun eccellente guardiano del bestiame e delle fattorie, e non esita ad attaccare con coraggio qualsiasi intruso. Ama molto il lavoro,e nella conduzione della mandria riesce a controllare anche molti capi grazie alla straordinaria agilit e alla formidabile determi-nazione, con la quale riesce a imporre lordine anche agli animali pi riottosi. Dopo essersi conservata per secoli inalterata nellefattorie svizzere, questa razza di grande valore ha rischiato quasi di estinguersi nei primi anni del 1900, quando nel lavoro le furonopreferiti i colleghi di taglia maggiore, e come cane da esposizione non aveva ancora trovato chi si appassionasse a lei.Fortunatamente, il Bovaro dellEntlebuch sta lentamente conquistando sempre maggiori estimatori, e un discreto numero di

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  • Una curioso comportamento che il Bovaro del Bernese ha ereditato dagli antenati che dovevano custodire le bestie al pascolo ilmovimento che svolge quando sorveglia una propriet. Se il cane si trova nel giardino di casa, tender a percorrerne tutto i perime-tro in circolo, senza andare avanti e indietro come di solito fanno i cani da guardia di altre razze, ma compiendo pi giri consecutivinello steso senso. Tale atteggiamento dovuto probabilmente alla necessit di custodire ma tenere unita la mandria, sorvegliandonel contempo tutti i lati esposti a eventuali attacchi di predatori o malfattori.Altra caratteristica che proviene allodierno Bovaro del Bernese dagli avi mandriani la scarsa territorialit, dovuta forse ai continuispostamenti che le mandrie facevano andando di pascolo in pascolo. I Bovari custodivano le bestie e non il territorio, cos comeoggi il Bernese protegge il padrone e la sua famiglia e non la propriet. Questa caratteristica si manifesta anche nella debole se noninesistente tendenza ad allontanarsi dalla casa nella quale vive, anche se il cancello viene lasciato aperto.Nonostante la mole non indifferente, il Bovaro del Bernese un cane che pu vivere senza grossi problemi anche in un appar-tamento grazie ad alcune caratteristiche che facilitano questa soluzione; sempre rimanendo inteso che la sistemazione ideale deisoggetti di questa razza in una casa con giardino, ma con la possibilit di vivere in libert e a contatto col padrone e con i membridella famiglia. Non sono cani da tenere in un box, poich altrimenti il loro carattere non potrebbe sviluppare le straordinarie dotiche potenzialmente possiede.

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  • ORIGINE: SvizzeraASPETTO GENERALE: cane di utilit a pelo lungo, tricolore,di taglia medio-grande, robusto e agile, con arti vigorosi, armonicoe ben proporzionato.PROPORZIONI IMPORTANTI: rapporto altezza al garrese/ lun-ghezza del corpo: 9/10; cane pi raccolto che lungo.TESTA: robusta; cranio poco bombato visto di fronte e di profi lo;stop ben segnato ma non troppo pronunciato, solco frontale pocomarcato. Muso robusto, diritto, di media lunghezza.Tartufo: nero.Labbra: nere, poco sviluppate, ben aderenti.Dentatura: completa e robusta, con chiusura a forbice.Occhi: bruno scuro, a forma di mandorla, con palpebre ben aderential bulbo oculare.Orecchie: forma triangolare, arrotondate leggermente verso il bas-so, attaccate alte, di media grandezza, in riposo pendenti e ben ade-renti alla testa.TRONCO: robusto, compatto.Torace: largo e ben disceso fi no allaltezza del gomito, petto bensviluppato;in sezione, la cassa toracica ha la forma di un ovale largo.Dorso: solido e diritto.Regione lombare: larga e robusta.Groppa: leggermente arrotondata.Ventre: non retratto.Coda: ben fornita di pelo, lunga almeno fi no ai garretti, in riposopendente, in movimento ondeggia allaltezza della linea dorsale oleggermente sopra.

    ARTI ANTERIORI:

    Appiombi piuttosto larghi visti di fronte. Diritti e paralleli.Spalle: lunghe, potenti e oblique, formanti con il braccio un angolonon troppo aperto, ben aderenti e muscolose.Piedi: corti, rotondi, con dita chiuse e ben arcuate.ARTI POSTERIORI:

    Visti da dietro appiombi diritti e non troppo stretti, metatarsi epiedi non cagnoli e non aperti. Taglio degli speroni obbligatorio.Cosce: femori piuttosto lunghi, articolazione femore tibia ben an-golata alla vista di profi lo; cosce larghe, potenti e ben muscolose.Garretti: ben angolati e robusti.ANDATURA: falcata ampia, agile e regolare a qualsiasi andatura.MANTELLO:

    Pelo : lungo, liscio o leggermente ondulato.Colore: colore di fondo nero intenso, con focature bruno-rosso in-tenso sulle guance, al di sopra degli occhi, sul petto,e sulle quattro zampe con i seguenti disegni bianchi:Zona bianca sulla testa simmetrica e pulita: linea che si allarga versoil naso, formando sui due lati il disegno del muso.Zona bianca ininterrotta e di moderata larghezza su gola e petto.ALTEZZA AL GARRESE:

    Maschi: da 64 a 70 cm, ideale da 66 a 68Femmine: da 58 a 66 cm , ideale da 60 a 63.

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  • Allevamento Starry Town

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  • La presa di coscienza riguardo al benessere fi sico e mentale dei cani di razza pura non materia recente.Al congresso WSAVA (Word Small Animal Veterinari Association) di Parigi nel 1967, dopo aver considerato il livello di aber-razione di certi soggetti, considerati campioni nelle loro tipologie, soprattutto Bulldog e altri brachicefali spinti, e considerandocon preoccupazione che proprio questi individui erano guardati dagli allevatori come i prototipi ideali da perseguire, si attestavaogni Standard dovrebbe contenere una raccomandazione per il giudice della relativa razza che attiri lattenzione su quei particolariche rivestono importanza ai fi ni della funzione fi siologica, della capacit di movimento e della integrit fi sica ma il commentodi Eberhard Trumler sul suo Hunde ernst genommen del 1975 era: ci presuppone naturalmente che ci si renda conto in primoluogo che lessere continuamente malato non rientra nella normalit dello stato fi sico di un cane, ma un segno inconfondibile didebolezza costituzionale. Buona parte del lavoro quotidiano del Medico Veterinario si basa su difetti congeniti e predisposizionisu base ereditaria oltre che su squilibri endocrini e riproduttivi. Tutti questi problemi sono causati dal semplice fatto che nella se-lezione delle razze non si tiene conto della fi tness biologica (attitudine funzionale, capacit fi sica, integrit riproduttiva, resistenzaalle malattie) ma di caratteri esclusivamente estetici. Gli Standard di razza sono gi fonte di innumerevoli dubbi riguardo il buonsenso dei redattori e di chi li ha avvallati, essendo gli autori di dette descrizioni etniche, allevatori e cinologi ma non genetisti nmedici veterinari e questi esperti non sono stati, il pi delle volte, neppure consultati. Gli Standard sono infatti il prodotto dellepocaVittoriana, quando il rapporto con gli animali divenne di dominio assoluto e si instaur un regime di selezione stretta allo scopo dicreare razze pure altamente nobilitate, che rifl ettevano la societ divisa in caste, tipica di questo periodo dominato dallaristocrazia.Lallevamento divenne fi ne a se stesso, disgiunto dalle attivit ausiliarie, pervaso dalla ricerca di morfologie peculiari e anomale chepotevano essere o diventare il marchio di qualit di un certo allevatore, simbolo di prestigio e di ricercata rarit e, perch no, di uningente valore economico. Come eff etto di questo modo di vedere gli animali, come esseri dotati di fenotipi bizzarri o caricaturali,fi orirono numerose varianti delle razze preesistenti, migliorate da canoni puramente estetici che diventano cardini della tipicitoppure incrociate con altre per produrre nuovi fenotipi.Il maltrattamento genetico si sviluppa su diversi fronti:1. Selezione estetica per le esposizioni canine (anomalie determinanti diminuzione della fi tness e della stamina - tra cui ipernanismo eipergigantismo - aberrazioni strutturali, patologie su base ereditaria, inbreeding depression, vulnerabilit a disturbi mentali).2. Selezione di cani con alterazioni dei comportamenti sociali (da combattimento), riduzione della plasticit comunicativa (tipo bull) evulnerabilit a aggressivit immotivata (selezione della dimensione aggressivit). I prodotti di questa selezione controevolutiva (il cane infatti una specie sociale obbligata) tendono a divenire, con preoccupante frequenza, adulti diffi cili da gestire per famiglie non esperte epreparate e, di conseguenza, fi niscono per essere una componente importante delle popolazioni di animali che passano la loro vita nei canili.3. Allevamento commerciale senza criteri selettivi (puppy farm) presso fabbriche di cuccioli il cui unico interesse quello economico. In questiallevamenti in batteria i riproduttori non vengono sottoposti ad alcun vaglio selettivo, n morfologico, n sanitario, n comportamentale.Inoltre gli animali vengono detenuti in condizioni di malgestione o addirittura di maltrattamento per deprivazione di stimoli ambientalie sociali.

    P E R I L E T T O R I P I E S I G E N T I

    Barbara GallicchioMedico Veterinario

    Di tanto in tanto la nostra rivista proporr degli articoli di straordinaria levatura tecnica e scienti ca, scritti daimaggiori esperti esistenti. Questa volta a trattare un argomento delicato e di attualit Barbara Gallicchio.

    R i v i s t a d i C u l t u r a e I n f o r m a z i o n e C i n o f i l a58

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  • Occorre che, da subito, vengano defi nite strategie dallevamento per minimizzare il fenomeno, strategie che si dovranno basare sulla piena collaborazione degli enti cinofi li (ENCI) e dei club di allevatori e che saranno articolate in modo da: a. creare le necessarie competenze (tenuto conto che la popolazione dei cani di razza non gestita da professionisti n da tecnici ma, al contrario, prevalentemente da amatori) e con esse una accresciuta sensibilit riguardo le condizioni di malessere fi sico e mentale;b. modifi care limpostazione delle esposizioni canine, che si allontanata da quella di verifi ca zootecnica per avvicinarsi a uno show business fi ne a se stesso, con parallela alterazione delle priorit nelle scelte dei soggetti vincenti, particolarmente per quanto attiene alla mancata attenzione al temperamento degli animali;c. costituire un comitato di esperti che possa studiare di volta in volta i casi proposti dalle singole razze e identifi care quali vie duscita siano pi praticabili per estinguere o almeno progressivamente ridurre lincidenza dei problemi salvaguardando la variabi-lit genetica, compreso il ricorso a incroci con razze affi ni riaprendo temporaneamente i libri genealogici;d. combattere in ogni modo possibile lallevamento di cuccioli in batteria, prima di tutto per il loro stesso benessere e poi per il dan-no che viene perpetrato alle popolazioni di razza dallintroduzione incontrollata di un grande numero di soggetti non selezionati;e. contrastare in ogni modo possibile lallevamento di cani da combattimento: troppo spesso allevatori e amatori delle tipologie da presa sono, se non partecipi, ampiamente conniventi di questo giro criminoso che un disonore per tutto il mondo cinofi lo.

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  • DOGPARADE

    LE TENDENZE CINOFILENELLULTIMO DECENNIO

    Nel 2007 gli iscritti al Libro Origini sono stati 127.789,con incremento di circa il 10% rispetto al 2006.

    ancora presto per parlare di inversione di tendenza del trend negativo di questi ulti-mi anni (nel 2001 le iscrizioni erano state oltre 157.000!), perch gran parte di questo10% collegato allo sblocco dei pedigree rimasti in sospeso in seguito allobbligo delmicrochip e del deposito del campione di sangue (per leventuale controllo del DNA),

    per stalloni che abbiano effettuato almeno cinque monte.

    Mauro De Cillis

  • PREMESSA

    Escludendo i Bastardi, che rappresentano almeno i 6/7 della popolazionecanina, possiamo dividere le razze in cinque grandi gruppi, in base allentit

    delle loro iscrizioni annue.

    1) RAZZE DELITE: da 50 a 150 iscrizioni annue. Si tratta di razze particolari, dif cili da allevaree da apprezzare, poco o niente collegate alla tradizione culturale del Paese e non particolarmenteadatte a qualsiasi genere di impiego pratico.Esempi: Levriero Afgano (87 iscr.) Shiba Inu (83), Dalmata (104), Pastore Svizzero Bianco (83).

    2) RAZZE A MODESTA DIFFUSIONE: da 150 a 1.000 iscrizioni annue. Sono razze ben riuscitee ben caratterizzate, spesso adatte a svolgere un impiego, ma limitate nella loro diffusione da varifattori quali: mole eccessiva, dif colt dallevamento, concorrenza da parte di razze af ni, ma di pilargo successo.Esempi: San Bernardo (493), Lupo Cecoslovacco (453), Akita Inu (213) Belga (590), Pastore Ma-remmano (691).

    3) RAZZE A BUONA DIFFUSIONE: da 1.000 a 2.000 iscrizioni annue. Sono razze molto bencaratterizzate e abbastanza conosciute, ma non particolarmente adattabili oppure legate a impie-ghi molto speci ci (es. il Border Collie con lo sport dellAgility).Esempi: Bulldog (1.376), American Stafforshire Terrier (1.037), Dobermann (1.662), Border Collie(1.554).

    4) RAZZE A LARGA DIFFUSIONE: da 2.000 a 16.000 e oltre. Razze ben radicate nel territorio,versatili, adattabili a molti impieghi o, al contra-rio, legate a speci ci settori sportivi popolariquali, ad esempio, quello venatorio.Esempi: Pastore Tedesco (16.742),Setter Inglese (16.555)

    5) RAZZE BEST SELLER: sono razze legateai capricci della moda o del momento storico e,pertanto, soggette a forti variazioni nellarco dipochissimi anni.Esempi: Husky, Yorkshire, Chihuahua, Dalma-ta, Dobermann, Rottweiler.

    Degli oltre 127.000 soggetti appartenenti a

  • COME E PERCH UNA RAZZA HA SUCCESSO

    Per godere di un successo stabile, una razza deve soddisfare tre condizioni fondamentali:

    1) Dimostrarsi allaltezza delle aspettative.2) Presentare un buon grado di omogeneit e