il cielo ende vita e si illumina di magia · gruppo. L’aeroporto di Linate è semi deserto, solo...

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82 - Avventure nel mondo 1 | 2016 RACCONTI DI VIAGGIO | Finlandia Da un AURORE BOREALI gruppo Andrea Minervino Testo di Claudio Brovelli , Foto di Andrea Minervino P remetto di non essere né uno scrittore, né un narratore. Sono un semplice viaggiatore che ha avuto la fortuna di condividere un’esperienza magica con persone incredibili. Giorno 0. Diversi cicli solari dalla partenza Tanti viaggi cominciano dalla partenza. Noi siamo partiti da molto prima... Ricordo la prima email del nostro coordinatore ma non il torrente di messaggi che ne è seguito. Dovremmo essere in sedici, nessuno di noi conosce quelli che saranno i suoi compagni di viaggio ma l’attenzione ai dettagli è già altissima. Chi chiede delle escursioni, chi si fa carico di stilare la lista della spesa, chi pensa al rombo delle motoslitte e al silenzio del cielo stellato. Siamo divisi in due gruppi: qualcuno parte da Roma qualcun altro da Milano. Via email traspare un po’ di perplessità, qualche incertezza: nulla che possa impensierirci. In effetti a sole poche ore dalla partenza concludiamo i preparativi necessari... Parola d’ordine: organizzazione. Giorno 1. Sabato 22/Novembre E’ mattina presto agli aeroporti di Milano Linate e Roma Fiumicino. Il sole sta sorgendo ed i primi incontri ci permettono di dare finalmente un volto alle presone che diventeranno il nostro gruppo. L’aeroporto di Linate è semi deserto, solo una pattuglia delle forze dell’ordine e qualche immancabile cinese che tenta di farsi capire al banco del check-in. Riconoscerci l’un l’atro è stato facile. Abbigliamento tipico dello zingaro viaggiatore: pantalone abbinato anfibio stretto alla caviglia, giaccone stormo d’oca clamorosamente aperto per areare un evidente bollore pre-partenza, borsone laterale o trolley, schiena curva e zainone modello “Operazione Barbarossa”. Dopo qualche minuto di attesa al punto di ritrovo, scattano le prime timide presentazioni ma ecco spuntare i biglietti, a seguire il check-in ed il primo aereo. Il piano prevede che le due parti del gruppo si riuniscano all’aeroporto di Schiphol, Amsterdam; così è stato. Ci siamo incontrati per la prima volta davanti al gate per Helsinki. Un po’ di imbarazzo e qualche stretta di mano nervosa. Tutto normale. Siamo in sedici: cinque uomini e undici donne: Andrea (coordinatore), Giulio, Federico, Salvatore, Claudio, Giorgia, Silvia, Livia, Lidia, Carmen, Rosy, Tatiana, Cristina, Francesca, Sabrina e Catia. Proveniamo da tutt’Italia: un bel minestrone nazionale. Tra di noi però c’è qualche infiltrato poiché in Lapponia troveremo altri due gruppi di Avventure nel Mondo; nessun problema, si scambiano due risate anche con gli Altri (cit). Il primo pranzo si consuma all’aeroporto in attesa del volo per Helsinki. Donne all’insalatona vs uomini al cheese burger. Lidia, la nostra cassiera, appunta tutto accuratamente sul taccuino di viaggio. Nel primo pomeriggio ci imbarchiamo con destinazione Helsinki. Il viaggio è comodo così una volta a terra in una manciata di minuti di bus prendiamo possesso delle camere in un ostello non lontano dal centro della città. Le camere sono tutte doppie per cui cominciano a conoscerci meglio. Dopo una breve sosta, decidiamo di uscire a mangiare. Il freddo è intenso, ma lo è di più la fame. Decidiamo di prenotare la cena in uno dei posti più IN della città: lo Zetor e nel mentre scoviamo il mitico pub Iguana (a due passi dalle vie blasonate del centro). Lo Zetor si dimostra essere subito un posto di carattere: tavolacci in legno, luce soffusa, piatti rustici ed una improbabile pista da ballo carica di figuroni semi- ubriachi che si urtano sul sottofondo di canzoni anni ’80. La serata è assicurata. La cena scivola in fretta e qualcuno decide di rimanerne nel locale a fare conquiste. Andrea, Giulio, Francesca, Rosy, Tatiana e Livia (gli zoccoli duri del gruppo) dimostrano ai Finlandesi il taglio fino dei manzi Italiani. Il resto del gruppo si ritira nei propri sobri appartamenti. Giorno 2. Domenica 23/Novembre La sveglia è accettabile, la colazione un po’ meno. Qualche biscotto da casa ed un caffè annacquato dalla macchinetta della reception. Non importa: il tempo è decente ed il morale al massimo. Il programma prevede che nel pomeriggio si parta per Ivalo (l’accento va sulla “i”, n.d.r.) per cui abbiamo tutta la mattina libera per vistare Helsinki. Gli esperti dicono che l’isola fortificata appena fuori il porto merita, per cui: giaccone sulle spalle ed in marcia! Appena quindici minuti a piedi e stiamo prenotando il biglietto per il battello che ci porterà sull’isola fortezza di Suomenlinna. Il battello è piccolo ma il cielo prende vita e si illumina di magia

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RACCONTI DI VIAGGIO | Iran RACCONTI DI VIAGGIO | Finlandia

Da un AURORE BOREALI gruppo Andrea Minervino

Testo di Claudio Brovelli , Foto di Andrea Minervino

Premetto di non essere né uno scrittore, né un narratore. Sono un semplice viaggiatore che ha avuto la fortuna di condividere un’esperienza

magica con persone incredibili.

Giorno 0. Diversi cicli solari dalla partenzaTanti viaggi cominciano dalla partenza. Noi siamo partiti da molto prima... Ricordo la prima email del nostro coordinatore ma non il torrente di messaggi che ne è seguito. Dovremmo essere in sedici, nessuno di noi conosce quelli che saranno i suoi compagni di viaggio ma l’attenzione ai dettagli è già altissima. Chi chiede delle escursioni, chi si fa carico di stilare la lista della spesa, chi pensa al rombo delle motoslitte e al silenzio del cielo stellato. Siamo divisi in due gruppi: qualcuno parte da Roma qualcun altro da Milano. Via email traspare un po’ di perplessità, qualche incertezza: nulla che possa impensierirci. In effetti a sole poche ore dalla partenza concludiamo i preparativi necessari... Parola d’ordine: organizzazione.

Giorno 1. Sabato 22/NovembreE’ mattina presto agli aeroporti di Milano Linate e Roma Fiumicino. Il sole sta sorgendo ed i primi incontri ci permettono di dare finalmente un volto alle presone che diventeranno il nostro gruppo. L’aeroporto di Linate è semi deserto, solo una pattuglia delle forze dell’ordine e qualche immancabile cinese che tenta di farsi capire al

banco del check-in. Riconoscerci l’un l’atro è stato facile. Abbigliamento tipico dello zingaro viaggiatore: pantalone abbinato anfibio stretto alla caviglia, giaccone stormo d’oca clamorosamente aperto per areare un evidente bollore pre-partenza, borsone laterale o trolley, schiena curva e zainone modello “Operazione Barbarossa”. Dopo qualche minuto di attesa al punto di ritrovo, scattano le prime timide presentazioni ma ecco spuntare i biglietti, a seguire il check-in ed il primo aereo. Il piano prevede che le due parti del gruppo si riuniscano all’aeroporto di Schiphol, Amsterdam; così è stato. Ci siamo incontrati per la prima volta davanti al gate per Helsinki. Un po’ di imbarazzo e qualche stretta di mano nervosa. Tutto normale. Siamo in sedici: cinque uomini e undici donne: Andrea (coordinatore), Giulio, Federico, Salvatore, Claudio, Giorgia, Silvia, Livia, Lidia, Carmen, Rosy, Tatiana, Cristina, Francesca, Sabrina e Catia. Proveniamo da tutt’Italia: un bel minestrone nazionale. Tra di noi però c’è qualche infiltrato poiché in Lapponia troveremo altri due gruppi di Avventure nel Mondo; nessun problema, si scambiano due risate anche con gli Altri (cit). Il primo pranzo si consuma all’aeroporto in attesa del volo per Helsinki. Donne all’insalatona vs uomini al cheese burger. Lidia, la nostra cassiera, appunta tutto accuratamente sul taccuino di viaggio. Nel primo pomeriggio ci imbarchiamo con destinazione Helsinki. Il viaggio è comodo così una volta a terra in una manciata di minuti di bus prendiamo possesso delle camere in un ostello non lontano dal centro

della città. Le camere sono tutte doppie per cui cominciano a conoscerci meglio. Dopo una breve sosta, decidiamo di uscire a mangiare. Il freddo è intenso, ma lo è di più la fame. Decidiamo di prenotare la cena in uno dei posti più IN della città: lo Zetor e nel mentre scoviamo il mitico pub Iguana (a due passi dalle vie blasonate del centro). Lo Zetor si dimostra essere subito un posto di carattere: tavolacci in legno, luce soffusa, piatti rustici ed una improbabile pista da ballo carica di figuroni semi-ubriachi che si urtano sul sottofondo di canzoni anni ’80. La serata è assicurata. La cena scivola in fretta e qualcuno decide di rimanerne nel locale a fare conquiste. Andrea, Giulio, Francesca, Rosy, Tatiana e Livia (gli zoccoli duri del gruppo) dimostrano ai Finlandesi il taglio fino dei manzi Italiani. Il resto del gruppo si ritira nei propri sobri appartamenti.

Giorno 2. Domenica 23/Novembre La sveglia è accettabile, la colazione un po’ meno. Qualche biscotto da casa ed un caffè annacquato dalla macchinetta della reception. Non importa: il tempo è decente ed il morale al massimo. Il programma prevede che nel pomeriggio si parta per Ivalo (l’accento va sulla “i”, n.d.r.) per cui abbiamo tutta la mattina libera per vistare Helsinki. Gli esperti dicono che l’isola fortificata appena fuori il porto merita, per cui: giaccone sulle spalle ed in marcia! Appena quindici minuti a piedi e stiamo prenotando il biglietto per il battello che ci porterà sull’isola fortezza di Suomenlinna. Il battello è piccolo ma

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offre grandi spunti per foto e panorami. L’aria è gelida e taglia il volto come un coltello, non siamo ancora preparati al grande nord, ma è pur sempre un inizio: tutti sul ponte! Approdati sulla prima della quattro isole che compongono la fortezza, sincronizziamo gli orologi ed iniziamo il tour. Il sentiero blu ci premette di attraversare gli elementi cardine dell’area fortificata anche se guardandosi attorno è molto più interessante osservare da vicino i bambini che si tuffano sulla neve (e sul fango) a bordo di slittini più o meno improvvisati. E’ passato solo un giorno ma la sintonia tra di noi è già evidente. I primi scherzi hanno luogo e le prime battute si fanno sentire. Andrea e Giulio sono sempre pronti a dar spettacolo mentre Livia coi suoi: “… ma è stupéndo” (la “e” va pronunciata molto aperta) ci regalano le prime grasse risate. Da buoni italiani non possiamo che infrangere qualche regolina, facendoci scattare la prima foto di gruppo sulla veranda di una casa non lontano dal monastero/faro dell’isola. Il semplice giro della fortezza occupa più o meno un’ora e mezza per cui torniamo all’imbarcadero, il traghetto ci aspetta. Peccato che Livia e Carmen siano sparite! Nulla di grave, una piccola deviazione, qualche minuto di ansia e ci riuniamo tutti sul traghetto con destinazione cibo. Il pomeriggio è breve e non ci offre molte chance di visitare il centro. Qualche negozietto, un paio di bionde locali (non le birre…, n.d.r.) e via verso l’aeroporto. Ad Helsinki, l’aeroporto è finanziato da Ikea per cui tutto è “fai da te”. Check-in e imbarco dei bagagli può essere fatto di persona se vi imbarcate con Finair! L’aereo taxi che ci porta ad Ivalo atterra nel buio più totale sopra una pista di ghiaccio nel mezzo di una terra spazzata da un vento artico. L’inverno è arrivato (cit.). Il transfer dall’aeroporto alla nostra destinazione finale dura poco più di mezzora. Dalla popolosa Ivalo ci spostiamo nei pressi del lago Inari dove nell’omonima cittadina si trova il nostro campeggio. Veniamo smistati in bungalow da due o tre persone ad eccezione di quello del coordinatore in cui vengono ammassati quattro dei cinque uomini del gruppo (Salvatore, beato tra le donne). Tutti hanno gli occhi puntati al cielo ma il tempo è bruttino, nessuna Aurora Boreale all’orizzonte. Di conseguenza non ci resta che organizzare la prima cena nella modesta cucina comune ed attendere il giorno seguente.

Giorno 3. Lunedì 24/Novembre L’umore del gruppo è alto, i biscotti sono aperti ed il caffè è quasi pronto. Dopo una colazione frugale facciamo il punto della situazione. Obiettivo di oggi: cani da slitta. Come al solito il transfer in bus è breve e passati pochi alberi oltre l’ultimo bivio ci si apre davanti agli occhi una piccola radura in cui è inserita una serie di recinti stracolmi di cani-lupo ed al centro una piccola casetta in legno. La biondissima Tinja ci accoglie calorosamente nel suo allevamento e ci mostra i primi comandi chiave per governare una muta di cani da slitta. Occhi azzurri,

corpo snello, voce delicata: che dire, un’autentica Finlandese… Le slitte sono da due o tre persone a seconda di quanti cani si legano per cui identificati i piloti primari ci mettiamo in posizione. Tinja vive non lontano da un fiume ghiacciato e possiede pressappoco settanta cani tra: husky, lupi e cani lupo. Ci spiega che alcuni di loro sono ancora troppo selvatici per essere utilizzati, quindi mani in tasca e alla larga da loro, coi lupi non si scherza. A parte questo, i cani sono dei cuccioloni e non appena capiscono che dobbiamo partire riempiono il silenzio dei boschi finlandesi con una cagnara degna di tale nome. Ad ognuno il suo posto ed il suo ruolo. Maschi alfa davanti, maschi omega dietro. I cani da slitta sanno fare due cose una volta in posizione: tirare e tirare più forte. Tinja ci insegna quindi che i comandi base sono due: frena e vai, in lingua Sami (ovviamente). Giusto il tempo di fare pratica con la pronuncia e siamo in marcia. La sensazione di avere sei, otto cani che ti tirano è incredibile. Alla partenza la prima spinta è possente; i cani hanno voglia di correre, per loro è come un gioco. Governare gli sci della slitta all’inizio è un po’ laborioso, si tende a stare con gambe e braccia rigide per paura di cadere, ma col tempo ci si rilassa e la guida è piacevole. Così, una slitta dietro l’altra ci avventuriamo prima sul fiume ghiacciato e poi nel bosco. Il silenzio assordante della foresta è squarciato solamente dai nostri richiami e dai guaiti dei cani che riprendono ogni volta che qualcuno ordina di fermarsi. Il fruscio della slitta sulla neve e il flebile chiarore di un sole perennemente assente all’orizzonte fanno volare i pensieri ed i minuti alla guida. Che esperienza stupènda (cit.). Qualcuno cerca di colpire qualche albero, qualcuno lascia cadere le chiavi della camera lungo il tragitto, qualcun altro cerca di distrarre i cani delle slitte vicine. Anche in questa occasione le risate non si sprecano ed i momenti di ilarità di moltiplicano. Il rientro alla fattoria è accompagnato

da biscotti al burro e succo bollente di mirtilli rossi, un classico finlandese. Qualche parola ancora con Tinja, qualche foto ed il buio ci coglie. Ci congediamo dalla biondissima finlandese che molto gentilmente ci regala una cartolina dei suoi cani e ci avviamo di nuovo verso Inari. La serata è tranquilla: doccia, uno spuntino e poi tutti sulla sponda del lago in cerca dell’Aurora. Il cielo offre qualche spunto nonostante le nuvole e così ne approfittiamo per fare pratica con cavalletti e macchine fotografiche. Il nostro fotoreporter di punta Federico e la sua collaboratrice Silvia si mettono d’impegno per cogliere l’angolazione migliore. Di tanto in tanto si ritorna alla cucina comune per riacquistare un po’ di calore ma spesso e volentieri l’emozione vince sul freddo… In una delle pause prende il via la sfida donne vs uomini al celebre gioco da tavolo Tabù. Il torneo ha inizio. Entrambe le squadre hanno elementi validi, la battaglia è senza tregua. Francesca, il maschio alfa della squadra degli uomini fa del suo meglio ma non è sufficiente; la prima sera vincono le donne. Nel frattempo all’esterno qualche luce nel cielo ma nulla di più, decidiamo così un po’ malinconici di ritirarci nei bungalow. All’interno dei nostri rifugi di legno ogni gruppetto fa amicizia, parla, chiacchera, condivide le proprie esperienze. In quello degli uomini qualcosa di simile…

Giorno 4. Martedì 25/Novembre A noi due Santa Claus. Sveglia all’alba (fuso Finlandese), colazione rapida ed imbarco con gli altri due gruppi: direzione Rovaniemi e Santa Claus village. Il bus ancora avvolto dalle tenebre svolta in direzione sud e si avventura per le strade deserte della Lapponia. Il suo equipaggio è sonnolento, le luci sono soffuse per cui il clima è tranquillo. Ci sono circa quattro ore di pullman tra Inari e Rovaniemi con una sola sosta a metà viaggio. I chilometri passano rapidi sotto gli pneumatici invernali e salvo qualche

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avvistamento di renne in attraversamento o a bordo carreggiata, il viaggio passa tranquillamente. La sosta in una stazione sul percorso ci offre uno spaccato della società lappone: personaggi locali infarciscono la nostra esperienza e ci mostrano che si può vivere tranquillamente anche all’estremo nord. In tarda mattinata arriviamo finalmente al villaggio di Santa Claus. L’atmosfera è carica di magia anche se il parco a tema risulta essere un po’ commerciale. Ci sparpagliamo per i vari edifici: l’ufficio postale, il ritornante, la fabbrica degli elfi, la casa di Santa Claus. Le occasioni per qualche scherzo non mancano e qualcuno viene preso di mira per un agguato con le palle di neve. Una doccia fresca non guasta mai… Alcuni di noi preferiscono spedire la propria letterina direttamente dall’ufficio di Santa Claus mentre altri scrivono una lettera alle proprie famiglie approfittando del servizio di consegna a domicilio il giorno di Natale. Esauriti i convenevoli e terminati un paio di giri del parco decidiamo di scattarci una bella foto di gruppo con il padrone di casa. La casa di Santa Claus è molto caratteristica, una ragazza elfo ci accoglie sulla soglia della sua camera e ci spiega le regole prima di incontrare il barbuto consegna-regali. L’emozione anche per i più grandi è palpabile, Santa è seduto sulla sua poltrona al centro della stanza, con un bel camino acceso alla sinistra ed una libreria sulla destra. Oltre alla foto guadagniamo anche un video live su internet: tutti in posa! Anche in presenza Santa Claus battute, risate e qualche scherzetto scappano volentieri. Andrea e Livia approfittano per mettersi sulle sue ginocchia per chiedere un regalo in più, mentre Salvatore rimane dubbioso sulla sua effettiva esistenza… Acquistato il regalo di gruppo ci dirigiamo all’Arktikum, il museo del Nord di Rovaniemi. L’esposizione è suggestiva ed offre numerosi angoli interattivi, anche adatti ai più piccoli. Colori, suoni e video ci rendono l’idea di quella che da millenni è la vita e la natura di una delle regioni più inospitali del globo. All’interno del museo c’è anche un piccolo planetario che ci permette di scorgere le aurore boreali in tutta la loro magia. Dopo il museo la città, Rovaniemi. Affamati ed infreddoliti ci disperdiamo per la città e ne approfittiamo per fare qualche regalo ed acquistare qualche souvenir. Tuttavia la strada e lunga ed è già buio da parecchio, così nel tardo pomeriggio ci rimettiamo in viaggio verso casa. Sulla via del ritorno tutti scrutano il cielo in cerca di qualche segnale di Aurora, l’emozione è palpabile ma le nuvole riflettono i nostri sguardi a terra. Una volta ad Inari ci avviamo verso il Papana per la cena. Buona musica e hamburger di renna ci offrono un buon momento di relax dopo il lungo viaggio. Tornando verso il campeggio alziamo gli occhi al cielo ancora

una volta…. Qualcosa si muove! Verso mezzanotte il cielo prende vita e si illumina magicamente di verde, rosso e blu. Ecco che una serata quasi finita si rianima nel migliore dei modi. Di corsa nei bungalow

a recuperare le attrezzature e poi tutti sul lago a fare le foto. Lo spettacolo ci lascia senza parole. Centinaia di stelle fanno da sfondo ad uno degli eventi naturali più spettacolari del mondo. Le particelle solari brillano al contatto con il campo magnetico terrestre ed in cielo si illumina di striature multicolori che danzano e si intersecano tra loro. Il silenzio è totale ma noi non facciamo economia di risate ed urla completamente presi dallo spettacolo per il quale siamo venuti. Foto su foto proviamo ogni posa: singola, di coppia, a torso nudo. L’esperienza vale il viaggio. La commozione è unanime.

Giorno 5. Mercoledì 26/Novembre Dopo la nottata brava a scrutare

le stelle, ci raduniamo verso metà mattina nella cucina comune. Caffè e biscotti condiscono il primo scambio di foto ed i primi post sui social. La giornata di oggi prevede relax, quindi ci dividiamo a seconda delle necessità. Qualcuno punta al bosco, altri al supermarket, tutti alla tranquillità. La mattinata trascorre tranquilla, il cielo è sereno e la temperatura

non troppo bassa. Ne approfittiamo per prenotare la gita sulle motoslitte per quei pochi coraggiosi che se la sentono. Nel primo pomeriggio ci dirigiamo al museo della cultura Sami, il Siida. Il museo ospita diverse mostre: abbiamo così la fortuna di visitare una mostra fotografica di un artista locale oltre che alle esposizioni permanenti sulla cultura Sami e sulla flora e fauna oltre il circolo polare artico. Al museo si può anche assistere ad un corto sulle Aurore Boreali in una piccola sala cinema. Non lontano dal Siida è situato il parlamento Sami. Una struttura notevole in legno Lappone. Nonostante non sia possibile accedere direttamente alla camera del consiglio si possono visitare le stanze della radio e della tv locale oltre a qualche altra chicca. Nel pomeriggio alcuni audaci decidono di fare una sauna nel campeggio (Andrea, Giorgia, Francesca, Livia e Tatiana). Costume, ciabatte e tuffo nella neve, tutto incluso! L’esperienza vale la modesta spesa e le risate per le foto nel ghiaccio sono un’ottima ricompensa! La cena ci offre una piccola sorpresa, è il compleanno di Catia. Le donne del gruppo hanno organizzato una piccola festa ed ordinando una tipica torta lappone per cena: panna e more artiche. Il ghiaccio offre un ottimo nascondiglio e così a fine cena la torta, con tanto di candeline, fa il suo ingresso trionfale. Nonostante il grande appetito di alcuni, la torta si dimostra essere uno scoglio insormontabile e così parte viene dirottata per la colazione del giorno dopo. La seconda serata è al solito rivolta al cielo ma anche sta sera le stelle sono sfuggenti quanto le magnifiche Aurore. Una partita a Tabù rinfranca gli spiriti e ci concede qualche ulteriore risata; gli uomini riescono a pareggiare; ma l’attesa sta volta non vale la candela, niente Aurore. Un po’ stanchi ma soddisfatti della giornata ci ritiriamo nei nostri appartamenti.

Giorno 6. Giovedì 27/Novembre La giornata inizia con la solita abbondante colazione presso la cucina comune. Caffè, biscotti e tè caldo sono amorevolmente preparate dalle ragazze del gruppo. La sveglia è variabile oggi per cui passiamo la mattinata passeggiando nei dintorni del lago o facendo qualche altro acquisto al vicino supermarket. Verso mezzogiorno arriva il nostro autista che ci accompagna verso la prossima meta: una fattoria Sami. Tula abita non lontano da Inari in una fattoria stupendamente inserita in un contesto naturale sulle sponde dell’omonimo lago. La sua famiglia abita in queste lande da quasi un secolo ed è una delle prime fattorie ad avere avuto delle mucche. Tula si dimostra subito estremamente gentile e con un perfetto inglese ci accompagna a visitare il circondario. Dapprima un’autentica sauna finlandese, costruita dal padre di suo padre, poi le sue stalle. In un “modesto” recinto di quasi due chilometri quadrati passeggia oziosamente un piccolo branco di renne. Tula ci spiega che le renne vivono completamente allo stato brado e si avvicinano alla casa solamente

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per ricevere un po’ di cibo extra durante l’inverno. Noi cogliamo immediatamente l’occasione ed offrire un po’ di quel cibo alle renne, che si dimostrano ben contente del pasto extra. Le renne hanno un pelo morbidissimo ed un temperamento mite a meno che non si tocchino le corna; per cui scattiamo un bel po’ di foto e ne approfittiamo per qualche battuta mentre siamo ancora all’interno del recinto. Il cielo è terso e la temperatura raggiunge velocemente i -15°C per cui decidiamo di spostarci all’interno. Tula ci invita a preparare il pranzo insieme a lei per cui alcuni di noi, coltelli alla mano, iniziano a sminuzzare pece bianco, trota e patate. Mentre l’acqua della zuppa bolle, ascoltiamo delle tradizioni e della cultura del popolo Sami. I minuti volano e l’ora di pranzo si avvicina. Con sorpresa scopriamo che in Finlandia non si usano né piatti né forchette per antipasti e secondi bensì le nude mani. Le sole stoviglie sono per la zuppa di pesce e per il dolce. La zuppa è davvero buona e la maggior parte di noi non manca l’occasione per fare il bis. Pesce del lago Inari, patate, latte, pepe ed erbette si dimostrano un ottimo connubio, anche per i difficili palati italiani. Nel post pranzo ne approfittiamo per fare qualche altra domanda sulla cultura Sami anche se dopo breve stanchezza e digestione hanno la meglio. Per questo motivo, ringraziando la padrona di casa decidiamo di congedarci dalla fattoria e tornare verso casa. Al rientro ci aspetta la cena di gala presso il migliore ristorante di Inari. Lavati e pettinati ci dirigiamo in centro ed infiliamo nuovamente le gambe sotto il tavolo. Carpaccio, filetto e costate di renna, tranci di salmone, salsa ai funghi e patate al forno spariscono rapidamente dai piatti mentre ilarità e discorsi più o meno seri prendono spazio tra i tavoli. La serata è giovane e rientrando facciamo tappa sulla sponda del lago per monitorare la presenza delle Aurore. Ormai habitué della seconda serata, muniti di tè caldo e Tabù riempiamo l’atmosfera di risate facendo scivolare le ore nella lunga veglia notturna. Gli uomini vincono la terza partita, chiudendo la sfida. Alcuni di noi, i veterani, decidono di proseguire la veglia fino alle prime ore del mattino ma nulla da fare, l’Aurora non si vede.

Giorno 7. Venerdì 27/Novembre Ultimo giorno ad Inari. La nottata in bianco fa le sue vittime e le sveglie non fanno il loro lavoro. Ci alziamo più o meno tardi e corriamo a fare colazione. L’appuntamento con le motoslitte è in tarda mattinata per cui nonostante la sveglia posticipata riusciamo a raggiungere il punto di incontro. Claudio, Federico, Andrea, Silvia, Tatiana e Rosy decidono che vale la pena provare a guidare i mostri delle nevi, gli altri invece ne approfittano per fare gli ultimi acquisti prima della partenza. L’aria è frizzante ed il cielo terso. Il rombo dei motori risuona nella foresta innevata mentre coppie di apprendisti piloti prendono confidenza con i bolidi su sci. Imbardati come delle mummie egizie, con tanto di casco, ci addentriamo

nel bosco. Il brivido della velocità prende presto la meglio e le derapate non si risparmiano neppure nei tratti più stretti del sentiero. Le guide locali ci portano ad un piccolo rifugio che si affaccia su un laghetto ghiacciato. Ovviamente ne approfittiamo per qualche palla di neve e qualche mossa di wrestling (non è vero Andrea e Silvia?! N.d.r.). Biscotti al burro e succo di mirtillo caldo riscaldano gli animi durante la breve sosta e così rimaniamo ancora un po’ a goderci lo stupendo panorama innevato. Il viaggio di rientro è più movimentato, la nostra confidenza alla guida è aumentata perciò la velocità aumenta ulteriormente… Sul pulmino che ci riaccompagna alla base le risate e gli sfottò per gli ultimi della fila non mancano; l’uscita vale decisamente la spesa. Poco prima di pranzo ci riuniamo con il gruppo che ci attendeva non lontano dal centro. Hamburger di renna e patatine fritte al solito Papana sono un’ottima panacea contro freddo e fatica. Sta volta qualcuno azzarda e ne approfitta per sfidarsi alla Play Station gentilmente messa a disposizione dal pub. Qualcuno si rilassa al tavolo, altri si fumano una sigaretta in pace. Verso casa il gruppo si divide nuovamente, i più intrepidi tentano nuovamente il bagno di neve e la sauna del campeggio. La partenza per Helsinki è ormai vicina. I bagagli sono pronti nella sala comune quando arriva pullman che ci accompagnerà all’aeroporto. Giusto il tempo per qualche ultima foto, una battuta e via in direzione di Ivalo. Il tragitto è veloce ma il sole lo è di più e così arriviamo a destinazione che ormai è notte fonda. L’aeroporto di Ivalo è poco più grande di un minimarket perciò non c’è moto da fare. Ci accampiamo nell’unico bar e attendiamo l’imbarco. La maggior parte di noi discute e rivive i momenti migliori della settimana. Chi riguarda le foto, chi gioca ad uno dei mille giochi da tavolo di Giorgia. Sull’aereo la stanchezza si fa sentire e quindi ci godiamo il meditato riposo. Una volta scesi ad Helsinki l’energia ritorna. Una breve cena nella cucina dell’ostello che ci aveva ospitati anche ad inizio vacanza e via sotto il cielo stellato della capitale finlandese. Obiettivo: fare serata. E’ quasi mezzanotte per cui la coda fuori dai migliori locali è già notevole; decidiamo quindi di farci una birra al mitico pub Iguana. Nonostante le numerose ordinazioni i proprietari decidono che è ora di chiudere e così poco prima delle due ci troviamo orfani di un rifugio. Andrea, Tatiana, Rosy, Francesca, Giulio si buttano in pista allo Zetor nella speranza di cuccare qualche bel salmone finlandese (o salmona, n.d.r.), per gli altri: un grilled dog dal lurido a bordo strada e una tranquilla passeggiata verso la confortevole e calda camera d’ostello. Anche in questa occasione l’instancabile Livia, non manca di farci visitare gli angoli più nascosti della city, allungando tragicamente la via del ritorno…

Giorno 8. Sabato 27/Novembre Il viaggio è agli sgoccioli ma la voglia di visitare è tutt’altro che esaurita. Dopo una colazione preparata

dalle instancabili donne tuttofare del gruppo, ci dividiamo per perlustrare il centro città alla luce del sole. C’è chi approfitta per fare qualche foto, chi entra in libreria alla ricerca di tomi antichi, chi si tuffa nei negozi più caratteristici. La mattinata scorre tranquilla sotto una romantica nevicata che rende la città ancora più speciale. Non fa freddo e quindi passeggiare per le vie del centro è piacevole; le decorazioni natalizie sono già appese per la città mentre la gente si affretta con sacchetti e pacchi verso la vetrine illuminate. All’incirca a mezzogiorno ci ritroviamo casualmente tutti al mercato coperto non lontano dal porto. Pesce fresco, dolci finlandesi e birra allietano l’ultimo pranzo insieme. Giusto il tempo per qualche risata e siamo di nuovo all’ostello pronti per il viaggio di rientro. All’aeroporto di Helsinki cominciano ad avvertirsi i primi segni di malinconia. I bagagli sono imbarcati e noi aspettiamo il volo appena fuori dal gate. Ad Amsterdam ci dovremo salutare perché il gruppo prenderà le destinazioni d’origine: Milano e Roma. Ne approfittiamo per i saluti poiché il tempo a Schiphol sarà tirato per il gruppo di Roma. Abbracci, strette di mano, baci e un po’ di commozione. Siamo consapevoli di aver appena terminato un viaggio incredibile. Tantissimi i momenti emozionanti, altrettanti quelli di ilarità. Le sedici persone che solo sette giorni prima si era conosciute in questo stesso aeroporto sono ora un gruppo affiatato di amici che ha condiviso una settimana in una delle località più suggestive d’Europa. Abbiamo parlato, abbiamo condiviso, abbiamo riso insieme. Allora è vero che per star caldi quando fa freddo è meglio stare vicini.

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