Il cielo ad occhio nudo - SAIt.it · L’astrologia alla base dell’Astronomia 17/09/2016 4 In...
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Il suo moto giornaliero
Le stelle
Difronte ad un simile spettacolo chi non porrebbe la dimora degli dei in cielo
17/09/2016 2F. Mazzucconi
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Astronomia e Astrologia
Lo studio dell’Astronomia nelle prime civiltà si è evoluto contempo-
raneamente a credenze astrologiche, i motivi?
Il cielo sembrava la dimora più giusta per gli dei e gli eventi
astronomici avevano una dose di arcana magia che ben si addiceva
agli scopi dei grandi sacerdoti
La misura del tempo, con le sue applicazioni nella vita quotidiana,
dava un ulteriore potere a chi sembrava potesse prevedere
l’evolversi futuro degli eventi
F. Mazzucconi
L’astrologia alla base dell’Astronomia
17/09/2016 4
In qualsiasi civiltà, ovunque essa si sia evoluta, lo studio del
cielo ha preso il via da motivi astrologici
Prendiamo ad esempio tre grandi civiltà che si sono evolute in modo
indipendente in tre posti diversi della Terra, in tempi diversi e anche con
modalità diverse:
La civiltà mesopotamica (a partire dai Sumeri)
La civiltà cinese
Le civiltà mesoamericane (Olmechi – Totenachi – Maya)
F. Mazzucconi
La civiltà mesopotamica
A partire da circa il 4.000 a.C., nelle pia-
nure percorse dal Tigri e l’Eufrate, si
stanziò quella che probabilmente è stata
la prima popolazione sedentaria che si
conosca: i Sumeri.
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4.000 – 2.500 a.C.
A lungo costituirono numerose città stato indipendenti,
centrate inizialmente sul tempio a terrazze (ziggurat
centro religioso, amministrativo e archivistico) in cui
risiedeva il re-sacerdote (en)
che governava perché era in grado di interpretare i voleri
divini, in quanto dall’alto del suo palazzo poteva osser-
vare il cielo e vedere (e soprattutto prevedere) i movimenti
degli astri e tradurli in ordini ed indicazioni di governo da
parte degli dei.
F. Mazzucconi
La nascita dell’Astronomia osservativa
Si capisce quindi il potere e
l’importanza dei sacerdoti-scribi,
che erano gli unici in grado di
leggere il cielo, di interpretare i
segni che esso forniva e di
prevederne le future evoluzioni
Da qui l’importanza data alla
conservazione delle osservazioni,
per leggervi i ricorsi celesti.
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I laici prendono il potere
Successivamente (~3.000 a.C.)
questa centralità passò al
palazzo in cui risiedeva la
dinastia locale, ancora però
subordinata alla casta
sacerdotale, in quanto poteva
regnare solo se legittimata dal
volere del dio della città.
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Le popolazioni successive
Ai sumeri si succedettero i
Babilonesi, poi gli Assiri e poi altre
popolazioni, che però mantennero e
svilupparono le osservazioni
astronomiche, sempre per fini
astrologici
anzi Ninive, la capitale degli assiri
aveva una delle più grandi
biblioteche (in tavolette di argilla)
dell’antichità
La porta di Ishtar a Babilonia
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Le costellazioni erano già definite
Conosciamo testi che già nel 1700 a.C.
facevano menzione di alcune costella-
zioni:
Per es.: nelle tavolette della “Preghiera agli
dei della notte”, un testo mesopotamico,
vengono citate quattro delle costellazioni
che conosciamo, oltre a varie stelle singole e
alle MUL-MUL (le Pleiadi).
F. Mazzucconi
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Il MUL-APIN
A partire dal 1.100 a.C. vengono
menzionate 30 costellazioni, suddivise in
tre zone dedicate a tre divinità babilonesi,
la Via di Anu (fascia equatoriale), la Via
di Ea (la zona sud) e la Via di Enlil (la
zona settentrionale).
Alcune rappresentano divinità, altre
animali, altre ancora attrezzi agricoli (il
Carro è l’Aratro). Tre tavolette, chiamate
MUL-APIN (stelle dell’Aratro) dalle due
parole con cui inizia il testo, sono la
nostra principale fonte di informazione.
F. Mazzucconi
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Le osservazioni di Venere
Durante il regno di Ammi-saduqa (~1.700
a.C.) vengono eseguite osservazioni sul
primo ed ultimo sorgere eliaco di Venere
estese ad un periodo di 21 anni.
In queste tavolette le osservazioni vengono
riportate sotto la forma di presagi, ad
esempio:
“Se il 28 di Arahsonna (novembre) Venere
scompare (ad ovest) rimanendo assente per tre
giorni dal cielo e ricompare (ad est) il primo di
Kislev (dicembre), nel paese vi sarà fame di grano e
la desolazione si abbatterà sul paese.”
F. Mazzucconi
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I caldei
Il posto degli assiri fu preso dai caldei diNabopolassar (625 a.C.).
Babilonia ebbe una rinascita politica eculturale che si estese anche all’Astronomia
gli scribi del tempio di Esangila avevano laresponsabilità di osservare il cielo tutte lenotti e per tutta la notte e dovevanoregistrare tutto quello che osservavano, leposizioni della Luna e dei pianeti, ma anchele piene del fiume e altri accadimentimeteorologici.
Tavolettadel 595 a.C. in cui si cita
un funzionario , Nebo-Sarsekim,
del re Nabucodonosor che reca doni
al tempo di Esangila, citato nel
libro di Geremia nella Bibbia
F. Mazzucconi
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Periodo Seleucide
Il periodo Seleucide è di grande importanza
per l’astronomia mesopotamica.
È in questo periodo che si sviluppa la teoria dei Grandi Cicli, che permettedi fare previsioni sul comportamento dei fenomeni planetari.
Come al solito non sappiamo a chi si devono queste teorie, infatti in tuttala millenaria storia dell’Astronomia Babilonese si conoscono i nomi disolo due astronomi: Nabirimarru (Naburienos per i greci) e Kidinnu(Kidinas).
La teoria del moto del Sole fu migliorata nel sistema B, secondo cui il motodel Sole avveniva con una velocità che aumentava in modo costante in unperiodo dell’anno, per poi decrescere ancora in modo costante.
F. Mazzucconi
Finalità dell’astrologia
Quindi possiamo concludere che in Mesopotamia le osservazioni erano
finalizzate alle previsioni astrologiche che venivano utilizzate per ogni
aspetto della vita civile, ma soprattutto per indirizzare a priori le scelte
politiche dei regnanti.
In ugual misura nella civiltà cinese si applicavano le osservazioni
astrologiche nella vita quotidiana, per esempio molto seguite erano dai
contadini per avere indicazioni di quando fare cosa
Ma diverso era l’uso politico, non si cercavano le ripetizioni, ma i fenomeni
eccezionali, l’astronomo rischiava la testa se non prevedeva correttamente
un eclisse e se non si accorgeva in tempo di oggetto nuovo (comete, stelle
novae ecc..), segni di disappunto degli dei
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Le costellazioni zodiacali - 1
Bi (rete) Toro
Zi (Tartaruga)
Orione
Mao (chioma)
Pleiadi
Wei (Stomaco)
Ariete
Lou (Legame)
Pesci
Jing (Pozzo)
Gemelli
Gui (Fantasmi)
Cancro
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Le costellazioni zodiacali - 2
Bi (Muro)
Pegaso
Xu (Vuoto)
Nu (Ragazza)
Acquario
Capricorno
Niu (Bue)
Dou (Siviera)
Sagittario
Ji (Cesto)
Wei (Coda)
Xin (Cuore)
Scorpione
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Il calendario cinese
Secondo la mitologia, il calendario astro-
nomico cinese risale al 2637 a.C., quando
l'imperatore Huang Di introdusse il primo
ciclo di 60 anni.
Combinando i diversi cicli che sono alla
base dell'astrologia cinese si ottiene un
calendario astrologico, anche questo
ciclico, che si completa in 60 anni.
Questi cicli di 60 anni sono numerati a
partire appunto dal 2637 a.C., quindi
l’31/1/2014 inizia l’anno del cavallo, 31°
del ciclo 78
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L’astrologia cinese
In effetti si pensa che l'astrologia cinese
si sia sviluppata parallelamente
all'astronomia tradizionale a partire
dall'XI secolo a.C. ed è basata su un
calendario lunisolare .
Questa astrologia è strettamente
collegata alla filosofia cinese, dalla
quale mutua (tra gli altri) i concetti di
yin (il Sole) e yang (la Luna) dei cinque
elementi (associati ai cinque pianeti),
dei dieci tronchi celesti e dei dodici rami
terrestri.
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Uso dell’astrologia
Attribuendo ad ogni animale e ai cinque
elementi le loro caratteristiche, dal loro
accoppiamento (12 animali x 5 elementi) si
ricava il fatto che un periodo sia favorevole o
no.
I contadini cinesi usavano il calendario come
almanacco, per scoprire quali fossero durante
l’anno i giorni più favorevoli per seminare,
mietere e anche per predire piogge; un
calendario cinese contiene tutti i ‘’fate’’
e‘’non fate’’ per ogni giorno dell’anno, fino
all’indicazione delle ore più o meno
favorevoli..
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Onori ed oneri
• Ma diverso è l’uso politico dell’astrologia, agli astronomi cinesi era richiesto,
lo studio del cielo per prevedere i periodi più favorevoli, ma soprattutto per
vedere se vi erano reazioni agli atti di governo:
un fenomeno eccezionale veniva interpretato in funzione di quello che era
stato fatto o deciso, come approvazione o disapprovazione da parte degli dei
• Gli astronomi quindi avevano una grande considerazione, ma rischiavano in
proprio, si racconta di molti astronomi cauti in disgrazia e anche giustiziati
per una mancata previsione di un’eclisse.
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La cronologia mesoamericana
La cronologia delle civiltà me-soamericane è influenzata dal fatto che la civiltà Maya è sta-ta, per oltre un secolo, l’unica civiltà precolombiana dell’A-merica Centrale conosciuta, e quindi i Maya sono stati tra-sformati nei Greci del Nuovo Mondo.
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In effetti molto della civiltà Maya trae le sue origini da civiltà
preesistenti nell’area.
F. Mazzucconi
Prima cronologia mesoamericana
Il Caracol di Chichen Itza una delle maggiori
città Maya, Le prime costruzioni risalgono al
500 d.C. , le ultime al XI secolo, ma sono di
chiara matrice Tolteca
Cronologia Maya
Periodo Preclassico - dal 1.000
a.C. al 317 d.C. (l’anno più
antico conosciuto del calendario
Maya)
Periodo classico - dal 317 d.C.
al 987 d.C. – A cui segue
l’abbandono di tutte le città
Periodo Postclassico (dopo il
987 d.C.)
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I codiciIl codice di Dresda, di origine Maya-Tolteco (Yuca-
tan?), composto da 78 pagine, contiene numerosi
almanacchi, tavole astronomiche, è probabilmente una
copia del 1.100 d.C. di un originale datato attorno
all’anno 900 d.C.
Il codice di Madrid è invece molto più tardo, si parla
del 1.500 d.C., e contiene 112 pagine di rituali e
divinazioni
Il codice di Parigi, in cattive condizioni, contiene 22
pagine di riti, divinazioni e profezie.
Il codice Grolier, comparso nel 1971, risale al XIII sec.
contiene un almanacco di Venere, simile a quello di
Dresda, anche se meno accurato.
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Pagina 9 del Codice Dresda
F. Mazzucconi
OlmechiOrigine comune delle civiltà
meso-americane? probabilmente
gli Olmechi
Una popolazione, rimasta a
lungo ignorata, che sviluppò
una notevole civiltà nel Messico
meridionale (1.200 a.C. – 400
a.C.), da cui le civiltà che
seguirono presero molto
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Le radici comuni
Il nome deriva dagli Atzechi:
olman = terra del caucciù
Agli olmechi probabilmente si
devono i calcoli matematici e il
sistema di annotazione, poi
ereditati da tutti i popoli
mesoamericani.
Olmeco è il calendario, poi passato
alle civiltà successive.
Il grande mosaico ritrovato a La Venta (900
a.C.), una delle principali città olmeche
17/09/2016 27F. Mazzucconi
L’albero celeste
Il concetto fondamentale delle civiltà mesoamericane
(prendiamo i Maya che sono quelli più noti) è che
il cielo e la terra sono strettamente collegati,
quasi che il entrambi fossero parte di un grande
albero che ha le radici in terra e i rami in cielo.
17/09/2016 28F. Mazzucconi
L’ossessione per i calendari
Quindi la classe dominante, se vuole dimostrare la sua sacralità deve essere in
grado di saper prevedere i fenomeni celesti, dimostrando così un intimo
legame con le potenze superiori.
Visto il concetto di ciclicità degli avvenimenti, altrettanto importante era
conteggiare attentamente lo scorrere del tempo, che nel periodo classico era
divenuta una vera e propria ossessione
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Tutto quello che accade sulla Terra è complementare
a quello che accade in cielo, a quello che è accaduto
nel passato e al volere degli dei.
F. Mazzucconi
I calendari Maya
Presso i Maya erano in uso contemporaneamente tre calendari,
con funzioni e strutture diverse, che probabilmente erano già in
uso fra gli Zapotechi (V° sec. A.C.)
• Calendario rotondo o sacro (tzolkin)
• durata 13 mesi di 20 giorni = 260 giorni
• Calendario Civile (haab):
• durata 18 mesi x 20 = 360 giorni + 5 giorni (infausti e senza nome)
• Conto lungo
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Calendario rotondo o sacro
(tzolkin)
Di questo calendario non si conosce
il nome Maya, ed era composto da
13 mesi di 20 giorni (per un totale
di 260 giorni),
i cui nomi risultavano dall’abbina-
mento fra due serie:
• una numerica da 1 a 13
• l'altra di nomi di 20 divinità. Imix – primo giorno di ogni mese del
calendario sacro Maya
17/09/2016 32Mille e non più mille
Durata dell’anno sacro
• Ogni giorno scattavano entrambe le
serie e il giorno prendeva il nome
abbinando numero e nome.
• Data però la diversa lunghezza delle
serie, una terminava prima dell'altra e
quindi ricominciava da capo, mentre
l'altra proseguiva.
• Solo dopo 13x20=260 giorni ritornava
un giorno con il nome iniziale e quindi
iniziava un nuovo anno.
17/09/2016 33Mille e non più mille
Il nome dei giorni
1 Imix 11 Chuen 8 Imix 5 Chuen
2 Ik 12 Eb 9 Ik 6 Eb
3 Akbal 13 Ben 10 Akbal 7 Ben
4 Kan 1 Ix 11 Kan 8 Ix
5 Chiccan 2 Men 12 Chiccan 9 Men
6 Cimi 3 Cib 13 Cimi 10 Cib
7 Manik 4 Caban 1 Manik 11 Caban
8 Lamat 5 Edznab 2 Lamat 12 Edznab
9 Muluk 6 Cauac 3 Muluk 13 Cauac
10 Oc 7 Ahau 4 Oc .. ………
17/09/2016 34Mille e non più mille
Quindi ogni giorno è sottoposto ad un dio, il portatore del giorno
Perché 260 giorni?
Non se ne conosce la ragione. Molte sono le ipotesi:
• Forse perché coincide con la lunghezza della gestazione delle
donne
• Intervallo fra due culminazioni successive del Sole
• Forse è solo una ragione numerologica, in quanto la sua
lunghezza risulta dalla composizione fra due numeri sacri: il
13 (tredici erano le sfere celesti) e il 20 (base della loro
numerazione)
17/09/2016 Mille e non più mille 35
Calendario civile (Haab)
Era formato da 18 mesi di 20 giorni l’uno (360 + 5 giorni infausti senza nome)
I mesi avevano il nome di un dio:
Pop, Uo, Zip, Zodx, Zec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab e Cumbu
Il portatore del meseSimbolo del mese Zodx
mentre i giorni erano numerati da 0 (?) a 19.
Per indicare il giorno si usavano contemporaneamente i due calendari, il
sacro e il civile. Ogni anno haab era dedicato al dio del calendario sacro nel
giorno di inizio, così ogni giorno era dedicato a tre dei, il portatore del
giorno, quello del mese e quello dell’anno.
17/09/2016 36Mille e non più mille
Approssimazione
Il loro calendario civile era di 365 giorni, quindi vagava nelle stagio-ni, come il calendario egizio, fatto nel 2.773 a.C., la cosa però non preoccupava i Maya, il calendario era più importante
Nel codice di Dresda vi è una tabella (multipli di 91) che indica il modo di individuare durante l’anno, le scadenze degli equinozi e dei solstizi.
17/09/2016 37Mille e non più mille
L’indicazione della data
Quindi ogni giorno era indicato
dall’accoppiamento fra la data
tzolkin e la data haab
Non numerando gli anni, questo
accoppiamento delle due date
permette di avere un’indicazione
più precisa, nell’ambito della vita di
un Maya, della collocazione della
data indicata
17/09/2016 Mille e non più mille 38
Giro del calendario
Per ritrovare un giorno con li stessi
nomi occorreva che passassero (260 x
365)/5 = 18.980 giorni, pari a 52 anni
civili (corrispondente al nostro secolo e
veniva chiamato giro del calendario) o
73 anni sacri.
Ovviamente dopo 18.980 giorni il nome
dei mesi e degli anni si ripeteva e quindi
non c’era la possibilità di distinguerli
da quelli del ciclo precedente
17/09/2016 39F. Mazzucconi
Il giro del calendario
La scadenza dei 52 anni era un momento
di grande terrore
tutte le attività si fermavano, si distrug-
gevano tutti gli utensili di casa e si spen-
gevano tutti i fuochi.
I sacerdoti, sulla cima del tempio princi-
pale, aspettavano con ansia che le Pleiadi
e Aldebaran passassero in meridiano,
segno che il mondo sarebbe continuato
17/09/2016 40F. Mazzucconi
La cerimonia del fuoco nuovo
Dopo di che accendevano un nuovo fuoco nel
petto aperto di una vittima appena sacrifica-
ta e delle staffette con fiaccole portavano il
fuoco agli altri tempi, dove andava la popo-
lazione a prendere il fuoco.
Il mistero archeologico di Teotihuacan
17/09/2016 41F. Mazzucconi
La levata eliaca di Venere
Un momento veramente importante del
ciclo di Venere era la sua levata eliaca,
cioè quando l’astro si libera dalla luce del
Sole e per la prima volta appare come
brillante stella del mattino.
Questo era il momento in cui il dio
Kukulkan poteva colpire gli uomini con i
suoi dardi mortali.
Per esempio questo era ritenuto il momen-
to più propizio per l’inizio delle guerre.
17/09/2016 43F. Mazzucconi
La civiltà Maya
Dal punto di vista astronomico la civiltà Maya su i
media è esageratamente sopravvalutata, l’Astronomia
è puramente osservativa e numerologica, ciononostan-
te ha raggiunto risultati notevoli, anche se privilegia,
al dato esatto, le ricorrenze calendariali
Le informazioni astronomiche ci vengono dalle stele
celebrative, oppure incise su pareti e architravi dei
palazzi ed infine, ma soprattutto, dai 4 codici dipinti,
tutti del periodo post-classico, che ci sono arrivati (ma
pricipalmente dal quello di Dresda).
17/09/2016 45F. Mazzucconi
Conclusioni
I Maya, come tutti i popoli mesoamericani, vedevano in cielo le ricorrenze e
i cicli degli avvenimenti terrestri, quindi lo studio dei fenomeni celesti era
solo finalizzato a prevedere e prevenire gli avvenimenti terrestri.
Questo era più importante dell’esattezza delle osservazioni, perché la
cadenza di un fenomeno celeste ricorrente era possibile sempre correggerla
e recuperarla.
Ma rimango stupefatto che, in una civiltà basata su città stato in eterno e
cruento conflitto fra di loro, le informazioni scientifiche siano circolate e
che evidentemente doveva esserci una tradizione di scuole per sacerdoti-
astronomi .
17/09/2016 46F. Mazzucconi
Veniamo in occidente
La nostra civiltà è figlia della civiltà greca,
che ci ha delineato sia il pensiero scientifico,
che lo stesso Universo.
Tale retaggio ha dominato lo sviluppo della
scienza e l’evoluzione del pensiero occiden-
tale fino a Newton ed anche oltre.
Quindi per capire in quale contesto
operavano gli astronomi occidentali fino al
XVIII° secolo, occorre fare un quadro
preciso di come si è delineato l’universo
nella cultura greca.
17/09/2016 47F. Mazzucconi
Influenze esterne
Ovviamente occorre sotolineare che l’Astronomia greca è figlia diretta
dell’Astronomia mesopotamica, molti sono i legami fra le due culture, due
esempi su tutti:
• Talete, dopo un viaggio in Mesopotamia, è in grado di predire l’eclisse del
28 maggio 585 a.C., pur non avendo ancora chiara la natura dei due
astri.
• Ipparco basa le sue osservazioni, che lo porteranno a scoprire la
precessione degli equinozi, su osservazioni della posizione delle stelle più
brillanti fatte in Mesopotamia circa 300 anni prima.
Ovviamente le influenze non si dovrebbero limitare a queste, basta pensare
che l’evoluzione del modello greco si è avuta solo dopo che Alessandro
aveva conquistato la Mesopotamia e l’Egitto e questi erano entrati
nell’orbita della cultura greca.
17/09/2016 48F. Mazzucconi
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Due diverse culture
La differenza fra le due culture sta nelle motivazioni:
• in Mesopotamia cercavano indizi sui voleri degli dei
• in Grecia cercavano le cause fondamentali delle cose
per questo che a Babilonia a lavorare erano gli astronomi, mentre in
Grecia erano i filosofi.
E le convinzioni filosofiche di Aristotele riguardo l’Universo: moto
circolare uniforme, costituzione della materia, distanza delle stelle,
furono dominanti e le teorie da lui esposte erano il fondamento della
cultura che ogni astronomo doveva avere prima di affrontare qualsiasi
problema scientifico.
F. Mazzucconi
17/09/2016 50
Ma per i greci il dubbio era consentito
Ma non si deve sopravvalutare l’influenza dell’aristotelismo nel mondo greco
a differenza del mondo medioevale, in Grecia c’era una diversità di opinioni notevole e gli astronomi non si peritarono ad abbandonare i principi di Aristotele, quando lo ritennero necessario, magari rischiando l’esilio.
Per esempio l’immutabilità dei cieli era universalmente accettata, ma molti astronomi, fra cui Ipparco e Tolomeo, fornirono elenchi di stelle con posizioni e luminosità proprio per poter controllare se vi fossero cambiamenti.
F. Mazzucconi
17/09/2016 53
I pensatori del VI – V secolo a.C.
Pitagora da Samo (570 – 496 a.C.) Diede origine ad una scuola, in cui l’insegnamento era segreto, quindi conosciamo poco del suo sapere. Secondo alcuni fu il primo in Grecia a capire che Vespero e Lucifero sono lo stesso oggetto (1.000 anni dopo Ammi-Saduqa in Mesopotamia) e che la Terra era rotonda.
....Parmenide pare per primo aver visto che Espero è lo stesso di Lucifero....., per altri invece fu Pitagora
(Diogene Laerzio)
Mentre un suo allievo Filolao fornisce il primo modello non geocentrico dell’universo: al centro dell’universo ci sarebbe un grande fuoco, attorno a cui ruoterebbero la Terra, l’antiterra, il Sole la Luna e i pianeti.
F. Mazzucconi
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Empedocle (492 – 432 a.C.)
Tutta la natura è riconducibile a quattro elementi fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco; quasi un’anticipazione della concezione moderna dei quattro stati della natura.
La Luna al Sole nell’eclisse mise ai suoi raggi un tetto, fin che le passava dal di sopra, ed oscurò tanto di Terra quanta l’ampiezza comportava della Luna ....
Notte: la fa la Terra, che da sotto s’oppone alle luci del Sole.....
F. Mazzucconi
17/09/2016 56
Platone (428 – 348 a.C.)
Le sue teorie astronomiche non sono basate sulle osservazioni, ma su concetti filosofici. Da qui le orbite circolari e i moti circolari uniformi come gli unici possibili..
Comunque sembra accettare che la Terra sia sferica e che la Luna risplenda di luce riflessa.
Secondo alcuni autori, fra cui Aristotele, alcuni passi di Platone potrebbero essere interpretati come accettazione che la Terra ruoti e non sia il centro dell’universo.
(Timeo) ...quanto alla Terra nostra nutrice, costretta intorno all’asse che si distende per l’universo, dio la fece guardiana ed operatrice della notte e del giorno …….
F. Mazzucconi
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I primi astronomi
Solo a partire dal quarto secolo, guarda caso tempo che coincide conl’espansione dell’influenza greca nel vicino oriente, l’astronomia grecacomincia a progredire.
Di tutti gli autori antichi (Metone, Euctemone, Eudosso) non ci èpervenuta nessuna opera, quindi noi conosciamo i loro lavori solo sullabase di citazioni di autori molto più tardi.
Il più vecchio lavoro che ci è pervenuto, “Sulle sfere rotanti” di Antolico diPitane (~320 a.C.), è significativamente ancora dedicato al problemapratico di definire il tempo nell’anno.
F. Mazzucconi
17/09/2016 58
Difficoltà da affrontare
Per chi cercava di creare un modello di universo le difficoltà stavano nel
giustificare i movimenti dei pianeti, specialmente se, per motivi
filosofici, si pretendeva che i moti celesti fossero solamente circolari e
uniformi, con la Terra al centro
Altre cose difficili da spiegare
•La variazione del diametro lunare
•La variazione di luminosità dei pianeti
F. Mazzucconi
17/09/2016 59
Eudosso di Cnido (408 – 345 a.C.)
Seguì ad Atene i sofisti e Platone, passò poi ad Eliopoli presso i
sacerdoti egiziani, dove studiò Astronomia e a Taranto dove
studiò con i Pitagorici.
I moti degli oggetti celesti sono circolari uniformi ed avvengono
su sfere omocentriche.
Una basta per spiegare il moto delle stelle fisse, per la Luna e il
Sole ne occorrono 3, almeno 4 per ognuno dei pianeti, per un
totale di 27 sfere.
F. Mazzucconi
17/09/2016 60
Aristotele (384 – 322 a.C.)
Riprese la concezione di Empedocle, circa la costituzione dell’universo: l’universo fisico è formato da quattro elementi primari: la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco e in questi elementi il moto naturale è quello rettilineo. I cieli sono costituiti da un quinto elemento eterno, immutabile e incorruttibile: l’etere, in cui il moto naturale è quello circolare uniforme.
Quindi diede una realtà fisica alle sfere di Eudosso e introdusse una sfera ulteriore, il primo mobile, all’esterno di tutto e motore del divenire dell’universo. Questa concezione da una giustificazione scientifica all’astrologia.
Per riuscire a trasmettere il moto dovette complicare il modello fino a 55 sfere.
F. Mazzucconi
17/09/2016 61
Il rifiuto del sistema eliocentrico
Fece sua la convinzione, molto diffusa ai suoi tempi, ma senza nessuna base osservativa, che le stelle fossero più lontane del Sole di circa 9 volte.
Avendo osservato un’occultazione, ne dedusse correttamente che i pianeti erano più lontani della Luna, ma generalizzò questo concetto anche per il Sole.
Rifiutò fermamente il modello eliocentrico con le seguenti argomentazioni:
F. Mazzucconi
Le ragioni fisiche
17/09/2016 62
•Se la terra si muovesse attorno al proprio asse, tutti gli oggetti terrestri dovrebbero muoversi di moto circolare, il che sarebbe contrario alla loro natura
•Non essendo l’aria vincolata alla terra, se la Terra ruotasse, dovremmo avere un vento costante da est verso ovest.
•Se la terra si spostasse nello spazio, un oggetto lanciato verso l’alto, avendo perso il contatto con la terra, non potrebbe ricadere nel punto in cui è stato lanciato
•Dato che tutti gli oggetti fatti di terra, il materiale più pesante, cercano il centro dell’universo in modo naturale, la Terra non può che essere ferma al centro dell’universo, perché se così non fosse vi si precipiterebbe a velocità maggiore di tutti gli oggetti sulla sua superficie
•Inoltre si dovrebbe osservare un moto riflesso nelle stelle.
F. Mazzucconi
17/09/2016 63
Nasce Alessandria
Ma con la conquista di Alessandro le cose cambiarono, la città diAlessandria, da lui fondata alle foci del Nilo, prese il posto di Babiloniae, fino al terzo secolo dopo Cristo divenne il centro del sapere.
Tolomeo I Sotere e Tolomeo II Filadelfo furono grandi sostenitori dellescienze e delle arti.
Essi fondarono il Museo (luogo dove si coltivavano le materie sacre alleMuse) e la Biblioteca di Alessandria, la più grande raccolta di scrittidell’antichità
Molti degli astronomi e matematici (nel mondo greco i due termini eranosinonimi) greci vi lavorarono o soggiornarono a lungo, come Aristillo eTimocari, le cui osservazioni sono il primo caso di osservazioniastronomiche greche.
F. Mazzucconi
17/09/2016 64
Nasce la moderna Astronomia
Purtroppo sono un esempio raro perché i greci non ebbero mai interesse adosservazioni sistematiche, forse perché nella stragrande maggioranza dei casinon sarebbero serviti a loro, ma ai loro posteri e quindi contrari al lorocarattere individualista.
Quindi Ipparco, dichiaratamente, e anche Tolomeo, molto meno apertamente,dovettero per forza fare largo uso di dati babilonesi.
Il grande balzo dell’astronomia si ebbe dall’incontro di due potenti armi, losviluppo della trigonometria e l’accesso alle osservazioni e alle procedurematematiche dei babilonesi, in entrambi i casi un ruolo importante fu svoltoda Ipparco.
F. Mazzucconi
17/09/2016 65
E l’Astronomia egiziana?
La collocazione di Alessandria in Egitto potrebbe far pensare adun maggiore apporto dell’Astronomia egiziana, ma c’è unindizio che depone contro questa ipotesi:
il disco di Dendera, una rappresentazione del cielo scolpita in untempio egiziano attorno al secondo secolo a.C.:
le tradizionali costellazioni egiziane sono scomparse sostituiteda quelle mesopotamiche, evidentemente l’Astronomiababilonese aveva preso il predominio anche su quella egiziana.
F. Mazzucconi
17/09/2016 67
Gli eretici del IV secolo a.C.
Ci sono alcuni, tra cui Eraclide da Ponto e Aristarco, che pensano di spiegare i fenomeni celesti affermando
che il cielo e le stelle si trovino a riposo e la Terra sia in moto attorno ai poli dell’equatore da ovest, facendo approssimativamente una rotazione al giorno. La
parola approssimativamente” è stata aggiunta perché il moto del Sole ammonta a un grado...
(Simplicio – Commenti al De Coelio di Aristotele)
F. Mazzucconi
Eraclide pontico (390 – 310 a.C.)
Introduce un modello che supera
alcuni errori precedenti: Mercurio,
Venere e, in un secondo tempo,
anche Marte non ruotano attorno
alla Terra, ma attorno al Sole, il
quale a sua volta ruota attorno
alla Terra.
17/09/2016 68F. Mazzucconi
17/09/2016 69
Aristarco da Samo (310 – 230 a.C.)
Di lui sappiamo ben poco e la sua opera è andata perduta, comunque viene ampiamente citato dai contemporanei e soprattutto da Archimede. Propose un modello eliocentrico e una Terra ruotante attorno ad un asse.
Aristarco da Samo ha scritto un libro in cui pone delle ipotesi che conducono al risultato che l’universo è molte volte più grande di quanto non si pensi oggi: Le sue ipotesi sono che le stelle fisse e il Sole rimangano immobili, e
che la Terra si muova attorno al Sole nella circonferenza di un cerchio, con il Sole che giace nel mezzo dell’orbita, e che la sfera delle stelle fisse, centrata sul Sole, sia così grande che egli suppone che le dimensioni
dell’orbita della Terra stia in tale proporzione con la distanza delle stelle fisse, come il centro di una sfera sta alla sua superficie.
(Plutarco)
F. Mazzucconi
17/09/2016 70
Osservazioni di Aristarco
Si deve proprio ad Aristarco da Samo il primo tentativo di dare una dimensione
all’universo fisico
La misura non è assolutamente semplice, in quanto l’angolo da misurare risulta
essere di circa 89,85° (il circa è necessario in quando tutte le grandezze in
gioco sono variabili, essendo l’orbita della Terra e quella della Luna delle
ellissi e quindi dobbiamo usare dei valori medi), pertanto risulta molto
difficile da misurare con i metodi del tempo. Infatti Aristarco misurò un
angolo di 87°, da cui trasse un valore per il rapporto di 19, contro il vero
319,18.
F. Mazzucconi
17/09/2016 71
I grandi del III - II secolo
Eratostene (275 – 195 a.C.) Fu soprattutto geografo e cartografo, producendo carte geografiche apprezzabili, in cui per la prima volta veniva usato un sistema di paralleli e meridiani.
Divise il globo terrestre nelle cinque zone climatiche tuttora usate.
Compilò un catalogo stellare contenente 500 stelle.
Da una osservazione casuale ne dedusse un metodo per misurare la circonferenza della Terra, dandone un valore molto vicino a quello esatto.
F. Mazzucconi
Quel fenomeno di Eratostene
• In effetti a sentire Eusebio di Cesarea (265-340 d.C.) nel suo
testo «Preparatio Evangelica» libro XV cap. LIII, riferisce
che Eratostene di Cirene (275 – 195 a.C.), dopo aver
misurato la circonferenza della Terra, aveva calcolato per la
distanza del Sole 804 milioni di stadi (corrispondenti a 149
milioni di km, con una precisione del 1% ?????)
• Dubbi:
Non abbiamo informazioni dirette
Nessun altro autore cita la misura
Nessuno usa questo dato
17/09/2016 72F. Mazzucconi
7317/09/2016
Autore o metodo Data Valore dell’U.A. (km)
Anassimandro V sec. a.C. 350.000
Ipparco II sec. a.C. 15.000.000
Tolomeo II sec. d.C. 8.000.000
Copernico 1543 9.600.000
Keplero 1609 22.400.000
Horrocks (Venere) 1639 87.700.000
Cassini (Marte) 1672 130.000.000
Media osserv. Venere 1761 - 1769 151.000.000
Newcomb (Venere) 1890 149.668.465
Asteroide Eros 1900 149.552.887
Radar 1976 149.597.836
Radar + sonde marziane 2000 149.597.836
17/09/2016 74
I grandi del III - II secolo
Apollonio di Perga (262 – 190 a.C.)
Bibliotecario della Biblioteca di Alessandria
Per meglio spiegare i movimenti dei pianeti sembra sia stato lui
ad introdurre un modello con deferenti e epicicli, che poi sarà
alla base di quello adottato da Ipparco e successivamente da
Tolomeo.
Questo fra l’altro permette di dare una spiegazione più semplice
dei movimenti dei pianeti
F. Mazzucconi
17/09/2016 75
Ipparco di Nicea (185 a.C. - ?)
Direttamente di lui non sappiamo niente, solo quello che viene raccontato da Strabone e Tolomeo, comunque vissuti molto tempo dopo. Sembra che a lui si debbano molte cose, ma forse il suo merito maggiore è quello di aver abbinato i metodi numerici dell’astronomia babilonese ai modelli geometrici greci.
Migliorò la precisione dei moti del Sole e della Luna applicando il metodo degli eccentrici, dei deferenti ed epicicli.
Compilando un catalogo di 850 stelle, con le coordinate riferite all’eclittica e al punto gamma, determinò la scala di luminosità delle stelle, che ancora oggi , opportunamente corretta, viene usata.
Propose un metodo per la misura dei parametri del sistema Terra–Luna–Sole.
F. Mazzucconi
17/09/2016 77
Precessione
Questo lo portò a ripetere il confronto con le posizioni di altre stelle e da tali confronti si accorse che le differenze erano sistematiche e principalmente su una sola coordinata.
Questo gli fece supporre che le differenze fossero dovute ad uno spostamento del punto di riferimento, il punto g corrispondente al punto d'incontro fra equatore celeste e eclittica, da lui spiegato con la rotazione dell’asse terrestre
Ipparco pensò di suddividere le costellazioni, periodicamente attraversate dal Sole durante l'anno, in 12 zone di 30° ciascuna, partendo dal punto g, corrispondente alla data del 21 marzo.
Confrontando la posizione di Spica (a Vir), rilevata circa 300 anni prima da un sacerdote babilonese, con le sue osservazioni,
si accorse che c'era una differenza non imputabile a possibili
errori.
F. Mazzucconi
17/09/2016 78
Claudio Tolomeo (? – 170 d.C).)
Rappresenta la sintesi del pensiero elleni-stico. Nella sua opera Sintassi matemati-ca, più nota con il nome arabo di Almages-to, perfezionò la teoria geostazionaria di Ipparco, costruendo un sistema che reggerà per oltre un millennio.
La sua opera in campo astronomico è così completa ed esaustiva, che per circa un millennio nessuno ebbe il coraggio di scriverne un’altra
F. Mazzucconi
17/09/2016 79
La Terra non è più al centro
Orbita planetaria
Terra Terra
eccentrica
Orbita circolate
Moto circolare uniforme
Velocità angolare uniforme
Orbita circolare
Moto circolare uniforme
Velocità angolare variabile
F. Mazzucconi
17/09/2016 80
L’Universo di Tolomeo
e i pianeti non ruotano più
attorno alla Terra, ma su piccole
circonferenze (epicicli) il cui
centro ruota attorno ad un
centro diverso dalla Terra, su
altre circonferenze (deferenti)
F. Mazzucconi
Tolomeo
Un altra sua opera famosa è
la Geografia, in cui viene
fornita una lista di luoghi,
con le rispettive coordinate
geografiche e una breve de-
scrizione delle caratteristiche
topografiche.
Fornisce carte dettagliate,
ma contenenti un errore
Eclisse 20/09/331 a.C.
Carta di Niccolò Tedesco
Costruita secondo le indicazioni di Tolomeo (1466-
1468) - Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana
17/09/2016 81F. Mazzucconi
17/09/2016 84
L’Universo di Aristotele
L’Universo è sferico (perché questa è la forma più perfetta) e finito
(perché avendo un centro, la Terra, non può essere infinito)
Il mondo sublunare è costituito dai quattro elementi “impuri” di
Empedocle: terra, acqua, aria e fuoco, mentre i cieli sono fatti di un
quinto elemento “l’etere”, puro eterno e inalterabile.
Caratteristico di questo elemento è il moto circolare uniforme, mentre
caratteristico degli altri elementi è il moto rettilineo uniforme
Ma dato che niente può muoversi senza un motore, tutto il divenire
sulla Terra è causato dal trascinamento delle sfere celesti, con un
motore primo esterno alla sfera delle stelle fisse
F. Mazzucconi
17/09/2016 85
Le ragioni dell’Astrologia
Quindi chi segue la fisica di Aristotele e la religione antica ha duevalidissime ragioni per credere nell’Astrologia:
• In quanto studio del cielo quale dimora degli dei e quindirappresentativo del loro volere e del loro umore
• I moti sulla Terra (quindi il divenire terrestre) sono dovuti altrascinamento e alla degenerazione dei moti delle sfere celesti
F. Mazzucconi
17/09/2016 86
Tolomeo – il Tetrabiblos
Come l’Astronomia permette in ogni istante di prevedere in modopreciso le posizioni degli oggetti celesti, l’Astrologia deve permettere diprevedere in modo scientifico i fenomeni terrestri
L’armonia cosmica non ammette eccezioni, tutto è prevedibile
Fra l’alto crea il concetto di segno zodiacale, slegandolo da quello dicostellazione e legandolo invece al susseguirsi delle stagioni
Nel Tetrabiblos pone le fondamenta dell’Astrologia scientifica,individuando le corrispondenze fra i fenomeni celesti e quelli terrestri
Codificatore di questa concezione fu Tolomeo che, nella sua opera
Tetrabiblos, cerca di strappare l’Astrologia dalle mani dei maghi e
dei ciarlatani, legandola in modo indissolubile all’Astronomia
F. Mazzucconi
17/09/2016 87
Caduta di una delle motivazioni
Solo che già ai tempi di Tolomeo (siamo nel secondo secolo d.C.) si era
sviluppata una religione che faceva cadere la prima motivazione
dell’astrologia: il cristianesimo
La caduta degli dei toglie allo studio dei moti celesti la sua prima
motivazione, il Dio del cristianesimo non abita in cielo, ma è “in
cielo, in terra e in ogni luogo”, quindi studiare il cielo ha lo stesso
significato di studiare il moto delle foglie di un albero
F. Mazzucconi
17/09/2016 88
Il libero arbitrio
Inoltre il cristianesimo introduce il concetto del libero arbitrio: la
legge è chiara e precisa, il rispettarla o no è una mia precisa scelta
Non posso chiamare a mia discolpa il capriccio di un dio o
l’ineluttabilità del destino
Altrimenti che senso avrebbe la dannazione dei
cattivi, se il loro agire era scritto nei cieli?
F. Mazzucconi
Dante e Marco Lombardo
Purg. XVI
…..Voi che vivete ogne cagion recate
pur suso al cielo, pur come se tutto
movesse seco di necessitate.
Se così fosse, in voi fora distrutto
libero arbitrio, e non fora giustizia
per ben letizia, e per male aver lutto.
Lo cielo i vostri movimenti inizia;
non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica, ……
17/09/2016 89F. Mazzucconi
Motivazioni non scientifiche
• Per questo l’astrologia ha continuato ad essere seguita, studiata e
propagandata a lungo, portando come ragione la seconda motivazione di
Aristotele: il divenire terrestre era determinato dai moti celesti.
• Occorre riflettere per esempio sul fatto che una delle materie dei corsi
universitari di medicina del Medioevo, era proprio l’Astronomia con
intenti astrologici: il medico doveva sapere quando dare le medicine e le
varie cure
• Così come le autorità dovevano avere indicazioni sul periodo più giusto
per le esecuzioni e gli altri atti di governo.
• Molti sono gli scienziati medioevali che avevano dubbi, ma questo
aumentava le possibilità di lavoro e compensi.
17/09/2016 90F. Mazzucconi
17/09/2016 91
Paolo dal Pozzo “Toscanelli” – un esempio
• Figura eminente di scienziato, Paolo dal Pozzo fu medico, matematico, astrono-mo, astrologo e geografo, tanto da essere soprannominato dai contemporanei il “novello Tolomeo”
• Praticamente in Europa non usciva opera matematica senza che prima non fosse sottoposta alla sua approvazione
Vasari – Palazzo vecchio
Nella volta della Camera di Cosimo
F. Mazzucconi
17/09/2016 92
Paolo dal Pozzo Toscanelli
Di lui il Poliziano scrive:
“Paolo percorre con i piedi la terra e con la mente il cielo
stellato ed è ad un tempo mortale e immortale.
O dei, o Parche non ce lo rapite
e concedete che di lui possano
godere gli abitanti del cielo e
quelli della Terra”
F. Mazzucconi
17/09/2016 93
L’amicizia con Brunelleschi
Secondo il Vasari fu grande
amico del Brunelleschi:
“Tornando poi da studio messere Paolo
dal Pozzo Toscanelli ed un sera
trovandosi in un orto a cena con certi
suoi amici, invitò Filippo, il quale
uditolo ragionar delle arti matematiche,
prese tal familiarità con seco, che egli
imparò la geometria da lui.....”
F. Mazzucconi
Grande matematico
• Di lui abbiamo poche opere, ma numerose citazioni e tutte molto lusinghiere:
• Scrive il Cusano:
• O ottimo Paolo sottoposi senza esitazione già al tuo giuizio alcuni pochi elementi delle proprietà aritmetiche, fra quelle che risolsi nel trattato delle trasmutazioni geometriche, da correggersi da te
17/09/2016 94F. Mazzucconi
Nicolò Cusano (1401-1464)
Cardinale, Legato pontificio e Dottore della Chiesa
«La Terra, pertanto, che non può essere il centro, non può
mancare di moto.
«Oramai ci è chiaro che questa nostra Terra veramente si
muove, per quanto ciò non ci appaia …
«È dunque la Terra una nobile stella e l’Universo
può benissimo essere tutto abitato …»
De Docta Ignorantia 1440
Chi era il Cusano?
17/09/2016 95F. Mazzucconi
17/09/2016 96
Grande geografo e astronomo
• Come geografo accumulò una mole impressionante di dati interrogando
sistematicamente tutti i mercanti e i viaggiatori che passavano da
Firenze.
• Supero' la geografia tolemaica introducendo l'abitabilità degli antipodi,
la circunnavigazione dell'Africa e la possibilità di “buscare l'oriente per
l'occidente”
F. Mazzucconi
17/09/2016 97
Rapporti con Colombo
Probabilmente è stato l’ispiratore del viaggio di Colombo,
come sembra attestare una delle due lettere che gli scrisse:
“A Cristoforo Colombo, Paolo fisico salute.
….Stimai il tuo desiderio nobile e grande bramando tu di
navigar dal levante al ponente come per la carta, che io ti
mandai, si dimostra; la quale si dimostrerà meglio in forma
sfera rotonda….
….. e che detto viaggio non solo sia possibile, ma
vero e certo, e di onore, e guadagno e di grandissima
fama…..”
MartinBehaim1492
F. Mazzucconi
17/09/2016 98
Astrologo della Signoria
• Nel 1453 divenne l’astrologo ufficiale di Firenze
•Ma poco convinto socondo quanto dice Giovanni Pico:
"Paolo fiorentino, certamente dotto in medicina, ma principal-mente in matematica, in greco e in latino, tutte le volte che era interrogato circa queste predizioni astrologiche, affermava sempre che erano incerte e fallaci, riferendo fra altre cose un evidente sperimento fatto sopra se stesso, poichè esso mentre aveva ormai compito ottacinque anni, non aveva trovato nella sua genitura, per quanto da lui diligentissimamente esaminata, nessuna costellazione vitale"
F. Mazzucconi
Niccolò Copernico (1473-1543)
Nato a Torun e aveva studiato all’università di Craco-
via, prima di completare la formazione accademica in
Italia (a Bologna, a Roma, a Padova e a Ferrara).
In Polonia era stato allievo di due astronomi e
astrologi di discreta fama, Johann von Glogau e Albert
Brudzewo, così come astrologo era Georg Joachim
Rheticus (nome latinizzato di Lauschen, originario
della Rezia), ovvero colui al quale fu affidato il
manoscritto del De revolutionibus orbium coelestium.
17/09/2016 99F. Mazzucconi
L’universo eliostatico
Mosso proprio da motivi astrologici: la diffi-
coltà nel calcolo delle orbite dei pianeti e la
complicazione delle tante sfere, cerca un
sistema che sia più semplice.
• Non vi è un unico punto centro delle orbite celesti e delle sfere celesti;
• Il centro della Terra non è il centro dell'Universo, ma solo il centro della
massa terrestre e della sfera lunare;
• Tutte le sfere ruotano attorno al Sole, che quindi è in mezzo a tutte, e il
centro dell'Universo si trova vicino a esso;
• La distanza delle stelle del firmamento è enormemente più grande della
distanza Terra-Sole. (Non viene quindi percepito alcun movimento
apparente nelle stelle fisse);
17/09/2016 100F. Mazzucconi
E ancora….
Qualsiasi movimento appaia nel firmamento non appartiene a esso, ma alla
Terra. Pertanto la Terra compie in un giorno un intero giro attorno ai suoi
poli fissi, mentre il firmamento resta immobile, inalterato con l'ultimo cielo.
Qualunque movimento ci appaia del Sole, non appartiene a esso, ma
dipende dalla Terra, noi ruotiamo intorno al Sole come qualsiasi altro
pianeta, e così la Terra compie più movimenti.
Per i pianeti appare un moto retrogrado e un moto diretto; ciò in realtà non
dipende da loro, ma dalla Terra; pertanto, il moto di questa sola basta a
spiegare tante irregolarità celesti.;
Di tutto questo, nell’opera Narratio Prima, dava una lettura astrologica
17/09/2016 101F. Mazzucconi
La fisica è sempre quella di Aristotele
• Ciononostante Copernico si prodiga nel salvare il più possibile alcuni
fondamenti del modello tolemaico-aristotelico:
1) perfetta sfericità delle orbite e perfetta finitezza dell'Universo;
2) immobilità del Sole data dalla sua natura divina;
3) centralità del Sole dovuta a migliore posizione da cui può illuminare
ogni cosa simultaneamente
Questo fa si che i calcoli delle orbite dei pianeti, e in particolare di Marte,
siano meno precisi di quelli ottenuti con gli ormai sofisticatissimi modelli
tolemaici
Ma ormai il sasso è gettato
17/09/2016 102F. Mazzucconi
Keplero
Nel 1594 Keplero dovette interrompere gli studi teologici, perché gli venne
affidato l'insegnamento di matematica presso la Scuola Evangelica di Graz
(Austria) e successivamente divenne matematico territoriale degli Stati di
Stiria.
Tra i suoi compiti vi era l'obbligo di insegnare presso l'Università di Graz,
redigere carte astrali e fare previsioni astrologiche; gli capitò così di
prevedere un inverno molto rigido, le rivolte contadine e la guerra con i
Turchi.
Anche negli anni a seguire non si sottrasse alla stesura di oroscopi, che si
configurano come ritratti dal forte tratto psicologico.
17/09/2016 103F. Mazzucconi
Si ritorna all’astrologia scientifica
Nell’opera Mysterum cosmographicum (1596) Keplero distingueva fra l’a-
strologia superstiziosa e l’astrologia vera, o scientifica, basata sull’espe-
rienza.
Pochi anni dopo, nel De fundamentis astrologiae certioribus, riconosceva la
dignità dell’astrologia competente e allontanava da sé il rischio di essere
confuso con un volgare ciarlatano di piazza.
In altri termini, si escludeva dignità ad un’astrologia popolare o divulga-
tiva: la dottrina astrologica, basata su un’attenta osservazione dei cieli,
era esercizio per dotti e non poteva essere compresa da chiunque si improv-
visasse lettore dei cieli e interprete delle costellazioni o del passaggio di una
cometa.
17/09/2016 104F. Mazzucconi
Galileo
In realtà quella di tracciare oro-
scopi per Galileo è stata un’atti-
vità veramente marginale ed in
certo senso “obbligatoria”.
Egli aveva l’incarico istituzionale
di lettore di matematica all’Uni-
versità di Padova, che tradizio-
nalmente comportava anche l’in-
segnamento agli studenti di medi-
cina dei rudimenti per fare gli
oroscopi ai loro pazienti.
L’oroscopo natale di Galileo fatto a se stesso
17/09/2016 105F. Mazzucconi
Di necessità virtù
Alla fine del Rinascimento infatti la figura del “matematico” si confondeva
spesso con quella dell’astrologo, che a sua volta era legata alla scienza
dell’osservazione delle stelle (questo era il concetto greco che equiparava il
permine matematico a quello di astronomo).
Va tuttavia considerato che Galileo ebbe per quasi tutta la vita grossi
problemi finanziari e non ci si deve stupire se nel periodo padovano abbia
ricevuto da alcuni suoi allievi compensi in denaro per oroscopi fatti su
commissione.
17/09/2016 106F. Mazzucconi
Ma non ci credeva
Ma soprattutto Galileo utilizzò l’astrologia a suo tornaconto quando i
potenti lo gradivano o lo volevano: calcolò, ad esempio, l’oroscopo del
granduca di Toscana Ferdinando I su richiesta della moglie. Sembra che
fosse molto favorevole. Peccato che il signore morì due settimane dopo!
Sappiamo però che ripetutamente affermò di non credere all’astrologia; ad
esempio nel 1630 lo scrisse a Tommaso Campanella.
Tre anni dopo, in una lettera ad Elia Diodati, Galileo mostrò un analogo
scetticismo riguardo alle credenze astrologiche del celebre matematico e
astrologo francese Morin de Villefranche.
17/09/2016 107F. Mazzucconi
Osservazioni
Teoria
interpretativa
ModelloPrevisioni
teoriche
Nuovi
strumenti
Verifica
osservativa
Modificazioni
teoria
Nuove
previsioni
Il ciclo della conoscenza
Cambia la fisica
Inoltre proprio ad opera di Galileo comincia a delinearsi una fisica
completamente diversa da quella “immaginata” da Aristotele
Galileo dimostra che i cieli sono meno perfetti di quello che si credeva
Newton introduce la forza gravitazionale, come motore dei corpi celesti
Infine vengono individuate le altre tre forze che governano la natura
l’elettromagnetismo e le forze nucleari, forte e debole.
Ciononostante ancora per molto ci furono assertori della fisica
aristotelica, basandosi unicamente sul problema della mancata
osservazione della parallasse delle stelle
17/09/2016 109F. Mazzucconi