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ASTRONOMIA - ASTROLOGIA Fabrizio Mazzucconi Società Astronomica Italiana 17/09/2016 1 F. Mazzucconi

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ASTRONOMIA - ASTROLOGIA

Fabrizio Mazzucconi

Società Astronomica Italiana

17/09/2016 1F. Mazzucconi

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Astronomia e Astrologia

Lo studio dell’Astronomia nelle prime civiltà si è evoluto contempo-

raneamente a credenze astrologiche, i motivi?

Il cielo sembrava la dimora più giusta per gli dei e gli eventi

astronomici avevano una dose di arcana magia che ben si addiceva

agli scopi dei grandi sacerdoti

La misura del tempo, con le sue applicazioni nella vita quotidiana,

dava un ulteriore potere a chi sembrava potesse prevedere

l’evolversi futuro degli eventi

F. Mazzucconi

L’astrologia alla base dell’Astronomia

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In qualsiasi civiltà, ovunque essa si sia evoluta, lo studio del

cielo ha preso il via da motivi astrologici

Prendiamo ad esempio tre grandi civiltà che si sono evolute in modo

indipendente in tre posti diversi della Terra, in tempi diversi e anche con

modalità diverse:

La civiltà mesopotamica (a partire dai Sumeri)

La civiltà cinese

Le civiltà mesoamericane (Olmechi – Totenachi – Maya)

F. Mazzucconi

La civiltà mesopotamica

A partire da circa il 4.000 a.C., nelle pia-

nure percorse dal Tigri e l’Eufrate, si

stanziò quella che probabilmente è stata

la prima popolazione sedentaria che si

conosca: i Sumeri.

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4.000 – 2.500 a.C.

A lungo costituirono numerose città stato indipendenti,

centrate inizialmente sul tempio a terrazze (ziggurat

centro religioso, amministrativo e archivistico) in cui

risiedeva il re-sacerdote (en)

che governava perché era in grado di interpretare i voleri

divini, in quanto dall’alto del suo palazzo poteva osser-

vare il cielo e vedere (e soprattutto prevedere) i movimenti

degli astri e tradurli in ordini ed indicazioni di governo da

parte degli dei.

F. Mazzucconi

I laici prendono il potere

Successivamente (~3.000 a.C.)

questa centralità passò al

palazzo in cui risiedeva la

dinastia locale, ancora però

subordinata alla casta

sacerdotale, in quanto poteva

regnare solo se legittimata dal

volere del dio della città.

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Le popolazioni successive

Ai sumeri si succedettero i

Babilonesi, poi gli Assiri e poi altre

popolazioni, che però mantennero e

svilupparono le osservazioni

astronomiche, sempre per fini

astrologici

anzi Ninive, la capitale degli assiri

aveva una delle più grandi

biblioteche (in tavolette di argilla)

dell’antichità

La porta di Ishtar a Babilonia

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Le costellazioni erano già definite

Conosciamo testi che già nel 1700 a.C.

facevano menzione di alcune costella-

zioni:

Per es.: nelle tavolette della “Preghiera agli

dei della notte”, un testo mesopotamico,

vengono citate quattro delle costellazioni

che conosciamo, oltre a varie stelle singole e

alle MUL-MUL (le Pleiadi).

F. Mazzucconi

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Il MUL-APIN

A partire dal 1.100 a.C. vengono

menzionate 30 costellazioni, suddivise in

tre zone dedicate a tre divinità babilonesi,

la Via di Anu (fascia equatoriale), la Via

di Ea (la zona sud) e la Via di Enlil (la

zona settentrionale).

Alcune rappresentano divinità, altre

animali, altre ancora attrezzi agricoli (il

Carro è l’Aratro). Tre tavolette, chiamate

MUL-APIN (stelle dell’Aratro) dalle due

parole con cui inizia il testo, sono la

nostra principale fonte di informazione.

F. Mazzucconi

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Le osservazioni di Venere

Durante il regno di Ammi-saduqa (~1.700

a.C.) vengono eseguite osservazioni sul

primo ed ultimo sorgere eliaco di Venere

estese ad un periodo di 21 anni.

In queste tavolette le osservazioni vengono

riportate sotto la forma di presagi, ad

esempio:

“Se il 28 di Arahsonna (novembre) Venere

scompare (ad ovest) rimanendo assente per tre

giorni dal cielo e ricompare (ad est) il primo di

Kislev (dicembre), nel paese vi sarà fame di grano e

la desolazione si abbatterà sul paese.”

F. Mazzucconi

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I caldei

Il posto degli assiri fu preso dai caldei diNabopolassar (625 a.C.).

Babilonia ebbe una rinascita politica eculturale che si estese anche all’Astronomia

gli scribi del tempio di Esangila avevano laresponsabilità di osservare il cielo tutte lenotti e per tutta la notte e dovevanoregistrare tutto quello che osservavano, leposizioni della Luna e dei pianeti, ma anchele piene del fiume e altri accadimentimeteorologici.

Tavolettadel 595 a.C. in cui si cita

un funzionario , Nebo-Sarsekim,

del re Nabucodonosor che reca doni

al tempo di Esangila, citato nel

libro di Geremia nella Bibbia

F. Mazzucconi

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Periodo Seleucide

Il periodo Seleucide è di grande importanza

per l’astronomia mesopotamica.

È in questo periodo che si sviluppa la teoria dei Grandi Cicli, che permettedi fare previsioni sul comportamento dei fenomeni planetari.

Come al solito non sappiamo a chi si devono queste teorie, infatti in tuttala millenaria storia dell’Astronomia Babilonese si conoscono i nomi disolo due astronomi: Nabirimarru (Naburienos per i greci) e Kidinnu(Kidinas).

La teoria del moto del Sole fu migliorata nel sistema B, secondo cui il motodel Sole avveniva con una velocità che aumentava in modo costante in unperiodo dell’anno, per poi decrescere ancora in modo costante.

F. Mazzucconi

Finalità dell’astrologia

Quindi possiamo concludere che in Mesopotamia le osservazioni erano

finalizzate alle previsioni astrologiche che venivano utilizzate per ogni

aspetto della vita civile, ma soprattutto per indirizzare a priori le scelte

politiche dei regnanti.

In ugual misura nella civiltà cinese si applicavano le osservazioni

astrologiche nella vita quotidiana, per esempio molto seguite erano dai

contadini per avere indicazioni di quando fare cosa

Ma diverso era l’uso politico, non si cercavano le ripetizioni, ma i fenomeni

eccezionali, l’astronomo rischiava la testa se non prevedeva correttamente

un eclisse e se non si accorgeva in tempo di oggetto nuovo (comete, stelle

novae ecc..), segni di disappunto degli dei

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Il cielo cinese

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Le costellazioni zodiacali - 1

Bi (rete) Toro

Zi (Tartaruga)

Orione

Mao (chioma)

Pleiadi

Wei (Stomaco)

Ariete

Lou (Legame)

Pesci

Jing (Pozzo)

Gemelli

Gui (Fantasmi)

Cancro

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Le costellazioni zodiacali - 2

Bi (Muro)

Pegaso

Xu (Vuoto)

Nu (Ragazza)

Acquario

Capricorno

Niu (Bue)

Dou (Siviera)

Sagittario

Ji (Cesto)

Wei (Coda)

Xin (Cuore)

Scorpione

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Il calendario cinese

Secondo la mitologia, il calendario astro-

nomico cinese risale al 2637 a.C., quando

l'imperatore Huang Di introdusse il primo

ciclo di 60 anni.

Combinando i diversi cicli che sono alla

base dell'astrologia cinese si ottiene un

calendario astrologico, anche questo

ciclico, che si completa in 60 anni.

Questi cicli di 60 anni sono numerati a

partire appunto dal 2637 a.C., quindi

l’31/1/2014 inizia l’anno del cavallo, 31°

del ciclo 78

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L’astrologia cinese

In effetti si pensa che l'astrologia cinese

si sia sviluppata parallelamente

all'astronomia tradizionale a partire

dall'XI secolo a.C. ed è basata su un

calendario lunisolare .

Questa astrologia è strettamente

collegata alla filosofia cinese, dalla

quale mutua (tra gli altri) i concetti di

yin (il Sole) e yang (la Luna) dei cinque

elementi (associati ai cinque pianeti),

dei dieci tronchi celesti e dei dodici rami

terrestri.

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Uso dell’astrologia

Attribuendo ad ogni animale e ai cinque

elementi le loro caratteristiche, dal loro

accoppiamento (12 animali x 5 elementi) si

ricava il fatto che un periodo sia favorevole o

no.

I contadini cinesi usavano il calendario come

almanacco, per scoprire quali fossero durante

l’anno i giorni più favorevoli per seminare,

mietere e anche per predire piogge; un

calendario cinese contiene tutti i ‘’fate’’

e‘’non fate’’ per ogni giorno dell’anno, fino

all’indicazione delle ore più o meno

favorevoli..

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Onori ed oneri

• Ma diverso è l’uso politico dell’astrologia, agli astronomi cinesi era richiesto,

lo studio del cielo per prevedere i periodi più favorevoli, ma soprattutto per

vedere se vi erano reazioni agli atti di governo:

un fenomeno eccezionale veniva interpretato in funzione di quello che era

stato fatto o deciso, come approvazione o disapprovazione da parte degli dei

• Gli astronomi quindi avevano una grande considerazione, ma rischiavano in

proprio, si racconta di molti astronomi cauti in disgrazia e anche giustiziati

per una mancata previsione di un’eclisse.

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La cronologia mesoamericana

La cronologia delle civiltà me-soamericane è influenzata dal fatto che la civiltà Maya è sta-ta, per oltre un secolo, l’unica civiltà precolombiana dell’A-merica Centrale conosciuta, e quindi i Maya sono stati tra-sformati nei Greci del Nuovo Mondo.

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In effetti molto della civiltà Maya trae le sue origini da civiltà

preesistenti nell’area.

F. Mazzucconi

Prima cronologia mesoamericana

Il Caracol di Chichen Itza una delle maggiori

città Maya, Le prime costruzioni risalgono al

500 d.C. , le ultime al XI secolo, ma sono di

chiara matrice Tolteca

Cronologia Maya

Periodo Preclassico - dal 1.000

a.C. al 317 d.C. (l’anno più

antico conosciuto del calendario

Maya)

Periodo classico - dal 317 d.C.

al 987 d.C. – A cui segue

l’abbandono di tutte le città

Periodo Postclassico (dopo il

987 d.C.)

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I codiciIl codice di Dresda, di origine Maya-Tolteco (Yuca-

tan?), composto da 78 pagine, contiene numerosi

almanacchi, tavole astronomiche, è probabilmente una

copia del 1.100 d.C. di un originale datato attorno

all’anno 900 d.C.

Il codice di Madrid è invece molto più tardo, si parla

del 1.500 d.C., e contiene 112 pagine di rituali e

divinazioni

Il codice di Parigi, in cattive condizioni, contiene 22

pagine di riti, divinazioni e profezie.

Il codice Grolier, comparso nel 1971, risale al XIII sec.

contiene un almanacco di Venere, simile a quello di

Dresda, anche se meno accurato.

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Pagina 9 del Codice Dresda

F. Mazzucconi

OlmechiOrigine comune delle civiltà

meso-americane? probabilmente

gli Olmechi

Una popolazione, rimasta a

lungo ignorata, che sviluppò

una notevole civiltà nel Messico

meridionale (1.200 a.C. – 400

a.C.), da cui le civiltà che

seguirono presero molto

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Le radici comuni

Il nome deriva dagli Atzechi:

olman = terra del caucciù

Agli olmechi probabilmente si

devono i calcoli matematici e il

sistema di annotazione, poi

ereditati da tutti i popoli

mesoamericani.

Olmeco è il calendario, poi passato

alle civiltà successive.

Il grande mosaico ritrovato a La Venta (900

a.C.), una delle principali città olmeche

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L’albero celeste

Il concetto fondamentale delle civiltà mesoamericane

(prendiamo i Maya che sono quelli più noti) è che

il cielo e la terra sono strettamente collegati,

quasi che il entrambi fossero parte di un grande

albero che ha le radici in terra e i rami in cielo.

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L’ossessione per i calendari

Quindi la classe dominante, se vuole dimostrare la sua sacralità deve essere in

grado di saper prevedere i fenomeni celesti, dimostrando così un intimo

legame con le potenze superiori.

Visto il concetto di ciclicità degli avvenimenti, altrettanto importante era

conteggiare attentamente lo scorrere del tempo, che nel periodo classico era

divenuta una vera e propria ossessione

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Tutto quello che accade sulla Terra è complementare

a quello che accade in cielo, a quello che è accaduto

nel passato e al volere degli dei.

F. Mazzucconi

I calendari Maya

Presso i Maya erano in uso contemporaneamente tre calendari,

con funzioni e strutture diverse, che probabilmente erano già in

uso fra gli Zapotechi (V° sec. A.C.)

• Calendario rotondo o sacro (tzolkin)

• durata 13 mesi di 20 giorni = 260 giorni

• Calendario Civile (haab):

• durata 18 mesi x 20 = 360 giorni + 5 giorni (infausti e senza nome)

• Conto lungo

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Calendario rotondo o sacro

(tzolkin)

Di questo calendario non si conosce

il nome Maya, ed era composto da

13 mesi di 20 giorni (per un totale

di 260 giorni),

i cui nomi risultavano dall’abbina-

mento fra due serie:

• una numerica da 1 a 13

• l'altra di nomi di 20 divinità. Imix – primo giorno di ogni mese del

calendario sacro Maya

17/09/2016 32Mille e non più mille

Il nome dei giorni

1 Imix 11 Chuen 8 Imix 5 Chuen

2 Ik 12 Eb 9 Ik 6 Eb

3 Akbal 13 Ben 10 Akbal 7 Ben

4 Kan 1 Ix 11 Kan 8 Ix

5 Chiccan 2 Men 12 Chiccan 9 Men

6 Cimi 3 Cib 13 Cimi 10 Cib

7 Manik 4 Caban 1 Manik 11 Caban

8 Lamat 5 Edznab 2 Lamat 12 Edznab

9 Muluk 6 Cauac 3 Muluk 13 Cauac

10 Oc 7 Ahau 4 Oc .. ………

17/09/2016 34Mille e non più mille

Quindi ogni giorno è sottoposto ad un dio, il portatore del giorno

Perché 260 giorni?

Non se ne conosce la ragione. Molte sono le ipotesi:

• Forse perché coincide con la lunghezza della gestazione delle

donne

• Intervallo fra due culminazioni successive del Sole

• Forse è solo una ragione numerologica, in quanto la sua

lunghezza risulta dalla composizione fra due numeri sacri: il

13 (tredici erano le sfere celesti) e il 20 (base della loro

numerazione)

17/09/2016 Mille e non più mille 35

Calendario civile (Haab)

Era formato da 18 mesi di 20 giorni l’uno (360 + 5 giorni infausti senza nome)

I mesi avevano il nome di un dio:

Pop, Uo, Zip, Zodx, Zec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab e Cumbu

Il portatore del meseSimbolo del mese Zodx

mentre i giorni erano numerati da 0 (?) a 19.

Per indicare il giorno si usavano contemporaneamente i due calendari, il

sacro e il civile. Ogni anno haab era dedicato al dio del calendario sacro nel

giorno di inizio, così ogni giorno era dedicato a tre dei, il portatore del

giorno, quello del mese e quello dell’anno.

17/09/2016 36Mille e non più mille

Approssimazione

Il loro calendario civile era di 365 giorni, quindi vagava nelle stagio-ni, come il calendario egizio, fatto nel 2.773 a.C., la cosa però non preoccupava i Maya, il calendario era più importante

Nel codice di Dresda vi è una tabella (multipli di 91) che indica il modo di individuare durante l’anno, le scadenze degli equinozi e dei solstizi.

17/09/2016 37Mille e non più mille

L’indicazione della data

Quindi ogni giorno era indicato

dall’accoppiamento fra la data

tzolkin e la data haab

Non numerando gli anni, questo

accoppiamento delle due date

permette di avere un’indicazione

più precisa, nell’ambito della vita di

un Maya, della collocazione della

data indicata

17/09/2016 Mille e non più mille 38

Giro del calendario

Per ritrovare un giorno con li stessi

nomi occorreva che passassero (260 x

365)/5 = 18.980 giorni, pari a 52 anni

civili (corrispondente al nostro secolo e

veniva chiamato giro del calendario) o

73 anni sacri.

Ovviamente dopo 18.980 giorni il nome

dei mesi e degli anni si ripeteva e quindi

non c’era la possibilità di distinguerli

da quelli del ciclo precedente

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Il giro del calendario

La scadenza dei 52 anni era un momento

di grande terrore

tutte le attività si fermavano, si distrug-

gevano tutti gli utensili di casa e si spen-

gevano tutti i fuochi.

I sacerdoti, sulla cima del tempio princi-

pale, aspettavano con ansia che le Pleiadi

e Aldebaran passassero in meridiano,

segno che il mondo sarebbe continuato

17/09/2016 40F. Mazzucconi

La cerimonia del fuoco nuovo

Dopo di che accendevano un nuovo fuoco nel

petto aperto di una vittima appena sacrifica-

ta e delle staffette con fiaccole portavano il

fuoco agli altri tempi, dove andava la popo-

lazione a prendere il fuoco.

Il mistero archeologico di Teotihuacan

17/09/2016 41F. Mazzucconi

La levata eliaca di Venere

Un momento veramente importante del

ciclo di Venere era la sua levata eliaca,

cioè quando l’astro si libera dalla luce del

Sole e per la prima volta appare come

brillante stella del mattino.

Questo era il momento in cui il dio

Kukulkan poteva colpire gli uomini con i

suoi dardi mortali.

Per esempio questo era ritenuto il momen-

to più propizio per l’inizio delle guerre.

17/09/2016 43F. Mazzucconi

La civiltà Maya

Dal punto di vista astronomico la civiltà Maya su i

media è esageratamente sopravvalutata, l’Astronomia

è puramente osservativa e numerologica, ciononostan-

te ha raggiunto risultati notevoli, anche se privilegia,

al dato esatto, le ricorrenze calendariali

Le informazioni astronomiche ci vengono dalle stele

celebrative, oppure incise su pareti e architravi dei

palazzi ed infine, ma soprattutto, dai 4 codici dipinti,

tutti del periodo post-classico, che ci sono arrivati (ma

pricipalmente dal quello di Dresda).

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Conclusioni

I Maya, come tutti i popoli mesoamericani, vedevano in cielo le ricorrenze e

i cicli degli avvenimenti terrestri, quindi lo studio dei fenomeni celesti era

solo finalizzato a prevedere e prevenire gli avvenimenti terrestri.

Questo era più importante dell’esattezza delle osservazioni, perché la

cadenza di un fenomeno celeste ricorrente era possibile sempre correggerla

e recuperarla.

Ma rimango stupefatto che, in una civiltà basata su città stato in eterno e

cruento conflitto fra di loro, le informazioni scientifiche siano circolate e

che evidentemente doveva esserci una tradizione di scuole per sacerdoti-

astronomi .

17/09/2016 46F. Mazzucconi

Veniamo in occidente

La nostra civiltà è figlia della civiltà greca,

che ci ha delineato sia il pensiero scientifico,

che lo stesso Universo.

Tale retaggio ha dominato lo sviluppo della

scienza e l’evoluzione del pensiero occiden-

tale fino a Newton ed anche oltre.

Quindi per capire in quale contesto

operavano gli astronomi occidentali fino al

XVIII° secolo, occorre fare un quadro

preciso di come si è delineato l’universo

nella cultura greca.

17/09/2016 47F. Mazzucconi

Influenze esterne

Ovviamente occorre sotolineare che l’Astronomia greca è figlia diretta

dell’Astronomia mesopotamica, molti sono i legami fra le due culture, due

esempi su tutti:

• Talete, dopo un viaggio in Mesopotamia, è in grado di predire l’eclisse del

28 maggio 585 a.C., pur non avendo ancora chiara la natura dei due

astri.

• Ipparco basa le sue osservazioni, che lo porteranno a scoprire la

precessione degli equinozi, su osservazioni della posizione delle stelle più

brillanti fatte in Mesopotamia circa 300 anni prima.

Ovviamente le influenze non si dovrebbero limitare a queste, basta pensare

che l’evoluzione del modello greco si è avuta solo dopo che Alessandro

aveva conquistato la Mesopotamia e l’Egitto e questi erano entrati

nell’orbita della cultura greca.

17/09/2016 48F. Mazzucconi

17/09/2016 49

Due diverse culture

La differenza fra le due culture sta nelle motivazioni:

• in Mesopotamia cercavano indizi sui voleri degli dei

• in Grecia cercavano le cause fondamentali delle cose

per questo che a Babilonia a lavorare erano gli astronomi, mentre in

Grecia erano i filosofi.

E le convinzioni filosofiche di Aristotele riguardo l’Universo: moto

circolare uniforme, costituzione della materia, distanza delle stelle,

furono dominanti e le teorie da lui esposte erano il fondamento della

cultura che ogni astronomo doveva avere prima di affrontare qualsiasi

problema scientifico.

F. Mazzucconi

17/09/2016 50

Ma per i greci il dubbio era consentito

Ma non si deve sopravvalutare l’influenza dell’aristotelismo nel mondo greco

a differenza del mondo medioevale, in Grecia c’era una diversità di opinioni notevole e gli astronomi non si peritarono ad abbandonare i principi di Aristotele, quando lo ritennero necessario, magari rischiando l’esilio.

Per esempio l’immutabilità dei cieli era universalmente accettata, ma molti astronomi, fra cui Ipparco e Tolomeo, fornirono elenchi di stelle con posizioni e luminosità proprio per poter controllare se vi fossero cambiamenti.

F. Mazzucconi

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I pensatori del VI – V secolo a.C.

Pitagora da Samo (570 – 496 a.C.) Diede origine ad una scuola, in cui l’insegnamento era segreto, quindi conosciamo poco del suo sapere. Secondo alcuni fu il primo in Grecia a capire che Vespero e Lucifero sono lo stesso oggetto (1.000 anni dopo Ammi-Saduqa in Mesopotamia) e che la Terra era rotonda.

....Parmenide pare per primo aver visto che Espero è lo stesso di Lucifero....., per altri invece fu Pitagora

(Diogene Laerzio)

Mentre un suo allievo Filolao fornisce il primo modello non geocentrico dell’universo: al centro dell’universo ci sarebbe un grande fuoco, attorno a cui ruoterebbero la Terra, l’antiterra, il Sole la Luna e i pianeti.

F. Mazzucconi

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Empedocle (492 – 432 a.C.)

Tutta la natura è riconducibile a quattro elementi fondamentali: terra, acqua, aria e fuoco; quasi un’anticipazione della concezione moderna dei quattro stati della natura.

La Luna al Sole nell’eclisse mise ai suoi raggi un tetto, fin che le passava dal di sopra, ed oscurò tanto di Terra quanta l’ampiezza comportava della Luna ....

Notte: la fa la Terra, che da sotto s’oppone alle luci del Sole.....

F. Mazzucconi

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Platone (428 – 348 a.C.)

Le sue teorie astronomiche non sono basate sulle osservazioni, ma su concetti filosofici. Da qui le orbite circolari e i moti circolari uniformi come gli unici possibili..

Comunque sembra accettare che la Terra sia sferica e che la Luna risplenda di luce riflessa.

Secondo alcuni autori, fra cui Aristotele, alcuni passi di Platone potrebbero essere interpretati come accettazione che la Terra ruoti e non sia il centro dell’universo.

(Timeo) ...quanto alla Terra nostra nutrice, costretta intorno all’asse che si distende per l’universo, dio la fece guardiana ed operatrice della notte e del giorno …….

F. Mazzucconi

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I primi astronomi

Solo a partire dal quarto secolo, guarda caso tempo che coincide conl’espansione dell’influenza greca nel vicino oriente, l’astronomia grecacomincia a progredire.

Di tutti gli autori antichi (Metone, Euctemone, Eudosso) non ci èpervenuta nessuna opera, quindi noi conosciamo i loro lavori solo sullabase di citazioni di autori molto più tardi.

Il più vecchio lavoro che ci è pervenuto, “Sulle sfere rotanti” di Antolico diPitane (~320 a.C.), è significativamente ancora dedicato al problemapratico di definire il tempo nell’anno.

F. Mazzucconi

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Difficoltà da affrontare

Per chi cercava di creare un modello di universo le difficoltà stavano nel

giustificare i movimenti dei pianeti, specialmente se, per motivi

filosofici, si pretendeva che i moti celesti fossero solamente circolari e

uniformi, con la Terra al centro

Altre cose difficili da spiegare

•La variazione del diametro lunare

•La variazione di luminosità dei pianeti

F. Mazzucconi

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Eudosso di Cnido (408 – 345 a.C.)

Seguì ad Atene i sofisti e Platone, passò poi ad Eliopoli presso i

sacerdoti egiziani, dove studiò Astronomia e a Taranto dove

studiò con i Pitagorici.

I moti degli oggetti celesti sono circolari uniformi ed avvengono

su sfere omocentriche.

Una basta per spiegare il moto delle stelle fisse, per la Luna e il

Sole ne occorrono 3, almeno 4 per ognuno dei pianeti, per un

totale di 27 sfere.

F. Mazzucconi

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Aristotele (384 – 322 a.C.)

Riprese la concezione di Empedocle, circa la costituzione dell’universo: l’universo fisico è formato da quattro elementi primari: la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco e in questi elementi il moto naturale è quello rettilineo. I cieli sono costituiti da un quinto elemento eterno, immutabile e incorruttibile: l’etere, in cui il moto naturale è quello circolare uniforme.

Quindi diede una realtà fisica alle sfere di Eudosso e introdusse una sfera ulteriore, il primo mobile, all’esterno di tutto e motore del divenire dell’universo. Questa concezione da una giustificazione scientifica all’astrologia.

Per riuscire a trasmettere il moto dovette complicare il modello fino a 55 sfere.

F. Mazzucconi

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Il rifiuto del sistema eliocentrico

Fece sua la convinzione, molto diffusa ai suoi tempi, ma senza nessuna base osservativa, che le stelle fossero più lontane del Sole di circa 9 volte.

Avendo osservato un’occultazione, ne dedusse correttamente che i pianeti erano più lontani della Luna, ma generalizzò questo concetto anche per il Sole.

Rifiutò fermamente il modello eliocentrico con le seguenti argomentazioni:

F. Mazzucconi

Le ragioni fisiche

17/09/2016 62

•Se la terra si muovesse attorno al proprio asse, tutti gli oggetti terrestri dovrebbero muoversi di moto circolare, il che sarebbe contrario alla loro natura

•Non essendo l’aria vincolata alla terra, se la Terra ruotasse, dovremmo avere un vento costante da est verso ovest.

•Se la terra si spostasse nello spazio, un oggetto lanciato verso l’alto, avendo perso il contatto con la terra, non potrebbe ricadere nel punto in cui è stato lanciato

•Dato che tutti gli oggetti fatti di terra, il materiale più pesante, cercano il centro dell’universo in modo naturale, la Terra non può che essere ferma al centro dell’universo, perché se così non fosse vi si precipiterebbe a velocità maggiore di tutti gli oggetti sulla sua superficie

•Inoltre si dovrebbe osservare un moto riflesso nelle stelle.

F. Mazzucconi

17/09/2016 63

Nasce Alessandria

Ma con la conquista di Alessandro le cose cambiarono, la città diAlessandria, da lui fondata alle foci del Nilo, prese il posto di Babiloniae, fino al terzo secolo dopo Cristo divenne il centro del sapere.

Tolomeo I Sotere e Tolomeo II Filadelfo furono grandi sostenitori dellescienze e delle arti.

Essi fondarono il Museo (luogo dove si coltivavano le materie sacre alleMuse) e la Biblioteca di Alessandria, la più grande raccolta di scrittidell’antichità

Molti degli astronomi e matematici (nel mondo greco i due termini eranosinonimi) greci vi lavorarono o soggiornarono a lungo, come Aristillo eTimocari, le cui osservazioni sono il primo caso di osservazioniastronomiche greche.

F. Mazzucconi

17/09/2016 64

Nasce la moderna Astronomia

Purtroppo sono un esempio raro perché i greci non ebbero mai interesse adosservazioni sistematiche, forse perché nella stragrande maggioranza dei casinon sarebbero serviti a loro, ma ai loro posteri e quindi contrari al lorocarattere individualista.

Quindi Ipparco, dichiaratamente, e anche Tolomeo, molto meno apertamente,dovettero per forza fare largo uso di dati babilonesi.

Il grande balzo dell’astronomia si ebbe dall’incontro di due potenti armi, losviluppo della trigonometria e l’accesso alle osservazioni e alle procedurematematiche dei babilonesi, in entrambi i casi un ruolo importante fu svoltoda Ipparco.

F. Mazzucconi

17/09/2016 65

E l’Astronomia egiziana?

La collocazione di Alessandria in Egitto potrebbe far pensare adun maggiore apporto dell’Astronomia egiziana, ma c’è unindizio che depone contro questa ipotesi:

il disco di Dendera, una rappresentazione del cielo scolpita in untempio egiziano attorno al secondo secolo a.C.:

le tradizionali costellazioni egiziane sono scomparse sostituiteda quelle mesopotamiche, evidentemente l’Astronomiababilonese aveva preso il predominio anche su quella egiziana.

F. Mazzucconi

Disco di dendera

17/09/2016 66F. Mazzucconi

17/09/2016 67

Gli eretici del IV secolo a.C.

Ci sono alcuni, tra cui Eraclide da Ponto e Aristarco, che pensano di spiegare i fenomeni celesti affermando

che il cielo e le stelle si trovino a riposo e la Terra sia in moto attorno ai poli dell’equatore da ovest, facendo approssimativamente una rotazione al giorno. La

parola approssimativamente” è stata aggiunta perché il moto del Sole ammonta a un grado...

(Simplicio – Commenti al De Coelio di Aristotele)

F. Mazzucconi

Eraclide pontico (390 – 310 a.C.)

Introduce un modello che supera

alcuni errori precedenti: Mercurio,

Venere e, in un secondo tempo,

anche Marte non ruotano attorno

alla Terra, ma attorno al Sole, il

quale a sua volta ruota attorno

alla Terra.

17/09/2016 68F. Mazzucconi

17/09/2016 69

Aristarco da Samo (310 – 230 a.C.)

Di lui sappiamo ben poco e la sua opera è andata perduta, comunque viene ampiamente citato dai contemporanei e soprattutto da Archimede. Propose un modello eliocentrico e una Terra ruotante attorno ad un asse.

Aristarco da Samo ha scritto un libro in cui pone delle ipotesi che conducono al risultato che l’universo è molte volte più grande di quanto non si pensi oggi: Le sue ipotesi sono che le stelle fisse e il Sole rimangano immobili, e

che la Terra si muova attorno al Sole nella circonferenza di un cerchio, con il Sole che giace nel mezzo dell’orbita, e che la sfera delle stelle fisse, centrata sul Sole, sia così grande che egli suppone che le dimensioni

dell’orbita della Terra stia in tale proporzione con la distanza delle stelle fisse, come il centro di una sfera sta alla sua superficie.

(Plutarco)

F. Mazzucconi

17/09/2016 70

Osservazioni di Aristarco

Si deve proprio ad Aristarco da Samo il primo tentativo di dare una dimensione

all’universo fisico

La misura non è assolutamente semplice, in quanto l’angolo da misurare risulta

essere di circa 89,85° (il circa è necessario in quando tutte le grandezze in

gioco sono variabili, essendo l’orbita della Terra e quella della Luna delle

ellissi e quindi dobbiamo usare dei valori medi), pertanto risulta molto

difficile da misurare con i metodi del tempo. Infatti Aristarco misurò un

angolo di 87°, da cui trasse un valore per il rapporto di 19, contro il vero

319,18.

F. Mazzucconi

17/09/2016 71

I grandi del III - II secolo

Eratostene (275 – 195 a.C.) Fu soprattutto geografo e cartografo, producendo carte geografiche apprezzabili, in cui per la prima volta veniva usato un sistema di paralleli e meridiani.

Divise il globo terrestre nelle cinque zone climatiche tuttora usate.

Compilò un catalogo stellare contenente 500 stelle.

Da una osservazione casuale ne dedusse un metodo per misurare la circonferenza della Terra, dandone un valore molto vicino a quello esatto.

F. Mazzucconi

Quel fenomeno di Eratostene

• In effetti a sentire Eusebio di Cesarea (265-340 d.C.) nel suo

testo «Preparatio Evangelica» libro XV cap. LIII, riferisce

che Eratostene di Cirene (275 – 195 a.C.), dopo aver

misurato la circonferenza della Terra, aveva calcolato per la

distanza del Sole 804 milioni di stadi (corrispondenti a 149

milioni di km, con una precisione del 1% ?????)

• Dubbi:

Non abbiamo informazioni dirette

Nessun altro autore cita la misura

Nessuno usa questo dato

17/09/2016 72F. Mazzucconi

7317/09/2016

Autore o metodo Data Valore dell’U.A. (km)

Anassimandro V sec. a.C. 350.000

Ipparco II sec. a.C. 15.000.000

Tolomeo II sec. d.C. 8.000.000

Copernico 1543 9.600.000

Keplero 1609 22.400.000

Horrocks (Venere) 1639 87.700.000

Cassini (Marte) 1672 130.000.000

Media osserv. Venere 1761 - 1769 151.000.000

Newcomb (Venere) 1890 149.668.465

Asteroide Eros 1900 149.552.887

Radar 1976 149.597.836

Radar + sonde marziane 2000 149.597.836

17/09/2016 74

I grandi del III - II secolo

Apollonio di Perga (262 – 190 a.C.)

Bibliotecario della Biblioteca di Alessandria

Per meglio spiegare i movimenti dei pianeti sembra sia stato lui

ad introdurre un modello con deferenti e epicicli, che poi sarà

alla base di quello adottato da Ipparco e successivamente da

Tolomeo.

Questo fra l’altro permette di dare una spiegazione più semplice

dei movimenti dei pianeti

F. Mazzucconi

17/09/2016 75

Ipparco di Nicea (185 a.C. - ?)

Direttamente di lui non sappiamo niente, solo quello che viene raccontato da Strabone e Tolomeo, comunque vissuti molto tempo dopo. Sembra che a lui si debbano molte cose, ma forse il suo merito maggiore è quello di aver abbinato i metodi numerici dell’astronomia babilonese ai modelli geometrici greci.

Migliorò la precisione dei moti del Sole e della Luna applicando il metodo degli eccentrici, dei deferenti ed epicicli.

Compilando un catalogo di 850 stelle, con le coordinate riferite all’eclittica e al punto gamma, determinò la scala di luminosità delle stelle, che ancora oggi , opportunamente corretta, viene usata.

Propose un metodo per la misura dei parametri del sistema Terra–Luna–Sole.

F. Mazzucconi

17/09/2016 77

Precessione

Questo lo portò a ripetere il confronto con le posizioni di altre stelle e da tali confronti si accorse che le differenze erano sistematiche e principalmente su una sola coordinata.

Questo gli fece supporre che le differenze fossero dovute ad uno spostamento del punto di riferimento, il punto g corrispondente al punto d'incontro fra equatore celeste e eclittica, da lui spiegato con la rotazione dell’asse terrestre

Ipparco pensò di suddividere le costellazioni, periodicamente attraversate dal Sole durante l'anno, in 12 zone di 30° ciascuna, partendo dal punto g, corrispondente alla data del 21 marzo.

Confrontando la posizione di Spica (a Vir), rilevata circa 300 anni prima da un sacerdote babilonese, con le sue osservazioni,

si accorse che c'era una differenza non imputabile a possibili

errori.

F. Mazzucconi

17/09/2016 78

Claudio Tolomeo (? – 170 d.C).)

Rappresenta la sintesi del pensiero elleni-stico. Nella sua opera Sintassi matemati-ca, più nota con il nome arabo di Almages-to, perfezionò la teoria geostazionaria di Ipparco, costruendo un sistema che reggerà per oltre un millennio.

La sua opera in campo astronomico è così completa ed esaustiva, che per circa un millennio nessuno ebbe il coraggio di scriverne un’altra

F. Mazzucconi

17/09/2016 79

La Terra non è più al centro

Orbita planetaria

Terra Terra

eccentrica

Orbita circolate

Moto circolare uniforme

Velocità angolare uniforme

Orbita circolare

Moto circolare uniforme

Velocità angolare variabile

F. Mazzucconi

17/09/2016 80

L’Universo di Tolomeo

e i pianeti non ruotano più

attorno alla Terra, ma su piccole

circonferenze (epicicli) il cui

centro ruota attorno ad un

centro diverso dalla Terra, su

altre circonferenze (deferenti)

F. Mazzucconi

Tolomeo

Un altra sua opera famosa è

la Geografia, in cui viene

fornita una lista di luoghi,

con le rispettive coordinate

geografiche e una breve de-

scrizione delle caratteristiche

topografiche.

Fornisce carte dettagliate,

ma contenenti un errore

Eclisse 20/09/331 a.C.

Carta di Niccolò Tedesco

Costruita secondo le indicazioni di Tolomeo (1466-

1468) - Firenze Biblioteca Medicea Laurenziana

17/09/2016 81F. Mazzucconi

17/09/2016 84

L’Universo di Aristotele

L’Universo è sferico (perché questa è la forma più perfetta) e finito

(perché avendo un centro, la Terra, non può essere infinito)

Il mondo sublunare è costituito dai quattro elementi “impuri” di

Empedocle: terra, acqua, aria e fuoco, mentre i cieli sono fatti di un

quinto elemento “l’etere”, puro eterno e inalterabile.

Caratteristico di questo elemento è il moto circolare uniforme, mentre

caratteristico degli altri elementi è il moto rettilineo uniforme

Ma dato che niente può muoversi senza un motore, tutto il divenire

sulla Terra è causato dal trascinamento delle sfere celesti, con un

motore primo esterno alla sfera delle stelle fisse

F. Mazzucconi

17/09/2016 85

Le ragioni dell’Astrologia

Quindi chi segue la fisica di Aristotele e la religione antica ha duevalidissime ragioni per credere nell’Astrologia:

• In quanto studio del cielo quale dimora degli dei e quindirappresentativo del loro volere e del loro umore

• I moti sulla Terra (quindi il divenire terrestre) sono dovuti altrascinamento e alla degenerazione dei moti delle sfere celesti

F. Mazzucconi

17/09/2016 86

Tolomeo – il Tetrabiblos

Come l’Astronomia permette in ogni istante di prevedere in modopreciso le posizioni degli oggetti celesti, l’Astrologia deve permettere diprevedere in modo scientifico i fenomeni terrestri

L’armonia cosmica non ammette eccezioni, tutto è prevedibile

Fra l’alto crea il concetto di segno zodiacale, slegandolo da quello dicostellazione e legandolo invece al susseguirsi delle stagioni

Nel Tetrabiblos pone le fondamenta dell’Astrologia scientifica,individuando le corrispondenze fra i fenomeni celesti e quelli terrestri

Codificatore di questa concezione fu Tolomeo che, nella sua opera

Tetrabiblos, cerca di strappare l’Astrologia dalle mani dei maghi e

dei ciarlatani, legandola in modo indissolubile all’Astronomia

F. Mazzucconi

17/09/2016 87

Caduta di una delle motivazioni

Solo che già ai tempi di Tolomeo (siamo nel secondo secolo d.C.) si era

sviluppata una religione che faceva cadere la prima motivazione

dell’astrologia: il cristianesimo

La caduta degli dei toglie allo studio dei moti celesti la sua prima

motivazione, il Dio del cristianesimo non abita in cielo, ma è “in

cielo, in terra e in ogni luogo”, quindi studiare il cielo ha lo stesso

significato di studiare il moto delle foglie di un albero

F. Mazzucconi

17/09/2016 88

Il libero arbitrio

Inoltre il cristianesimo introduce il concetto del libero arbitrio: la

legge è chiara e precisa, il rispettarla o no è una mia precisa scelta

Non posso chiamare a mia discolpa il capriccio di un dio o

l’ineluttabilità del destino

Altrimenti che senso avrebbe la dannazione dei

cattivi, se il loro agire era scritto nei cieli?

F. Mazzucconi

Dante e Marco Lombardo

Purg. XVI

…..Voi che vivete ogne cagion recate

pur suso al cielo, pur come se tutto

movesse seco di necessitate.

Se così fosse, in voi fora distrutto

libero arbitrio, e non fora giustizia

per ben letizia, e per male aver lutto.

Lo cielo i vostri movimenti inizia;

non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica, ……

17/09/2016 89F. Mazzucconi

Motivazioni non scientifiche

• Per questo l’astrologia ha continuato ad essere seguita, studiata e

propagandata a lungo, portando come ragione la seconda motivazione di

Aristotele: il divenire terrestre era determinato dai moti celesti.

• Occorre riflettere per esempio sul fatto che una delle materie dei corsi

universitari di medicina del Medioevo, era proprio l’Astronomia con

intenti astrologici: il medico doveva sapere quando dare le medicine e le

varie cure

• Così come le autorità dovevano avere indicazioni sul periodo più giusto

per le esecuzioni e gli altri atti di governo.

• Molti sono gli scienziati medioevali che avevano dubbi, ma questo

aumentava le possibilità di lavoro e compensi.

17/09/2016 90F. Mazzucconi

17/09/2016 91

Paolo dal Pozzo “Toscanelli” – un esempio

• Figura eminente di scienziato, Paolo dal Pozzo fu medico, matematico, astrono-mo, astrologo e geografo, tanto da essere soprannominato dai contemporanei il “novello Tolomeo”

• Praticamente in Europa non usciva opera matematica senza che prima non fosse sottoposta alla sua approvazione

Vasari – Palazzo vecchio

Nella volta della Camera di Cosimo

F. Mazzucconi

17/09/2016 92

Paolo dal Pozzo Toscanelli

Di lui il Poliziano scrive:

“Paolo percorre con i piedi la terra e con la mente il cielo

stellato ed è ad un tempo mortale e immortale.

O dei, o Parche non ce lo rapite

e concedete che di lui possano

godere gli abitanti del cielo e

quelli della Terra”

F. Mazzucconi

17/09/2016 93

L’amicizia con Brunelleschi

Secondo il Vasari fu grande

amico del Brunelleschi:

“Tornando poi da studio messere Paolo

dal Pozzo Toscanelli ed un sera

trovandosi in un orto a cena con certi

suoi amici, invitò Filippo, il quale

uditolo ragionar delle arti matematiche,

prese tal familiarità con seco, che egli

imparò la geometria da lui.....”

F. Mazzucconi

Grande matematico

• Di lui abbiamo poche opere, ma numerose citazioni e tutte molto lusinghiere:

• Scrive il Cusano:

• O ottimo Paolo sottoposi senza esitazione già al tuo giuizio alcuni pochi elementi delle proprietà aritmetiche, fra quelle che risolsi nel trattato delle trasmutazioni geometriche, da correggersi da te

17/09/2016 94F. Mazzucconi

Nicolò Cusano (1401-1464)

Cardinale, Legato pontificio e Dottore della Chiesa

«La Terra, pertanto, che non può essere il centro, non può

mancare di moto.

«Oramai ci è chiaro che questa nostra Terra veramente si

muove, per quanto ciò non ci appaia …

«È dunque la Terra una nobile stella e l’Universo

può benissimo essere tutto abitato …»

De Docta Ignorantia 1440

Chi era il Cusano?

17/09/2016 95F. Mazzucconi

17/09/2016 96

Grande geografo e astronomo

• Come geografo accumulò una mole impressionante di dati interrogando

sistematicamente tutti i mercanti e i viaggiatori che passavano da

Firenze.

• Supero' la geografia tolemaica introducendo l'abitabilità degli antipodi,

la circunnavigazione dell'Africa e la possibilità di “buscare l'oriente per

l'occidente”

F. Mazzucconi

17/09/2016 97

Rapporti con Colombo

Probabilmente è stato l’ispiratore del viaggio di Colombo,

come sembra attestare una delle due lettere che gli scrisse:

“A Cristoforo Colombo, Paolo fisico salute.

….Stimai il tuo desiderio nobile e grande bramando tu di

navigar dal levante al ponente come per la carta, che io ti

mandai, si dimostra; la quale si dimostrerà meglio in forma

sfera rotonda….

….. e che detto viaggio non solo sia possibile, ma

vero e certo, e di onore, e guadagno e di grandissima

fama…..”

MartinBehaim1492

F. Mazzucconi

17/09/2016 98

Astrologo della Signoria

• Nel 1453 divenne l’astrologo ufficiale di Firenze

•Ma poco convinto socondo quanto dice Giovanni Pico:

"Paolo fiorentino, certamente dotto in medicina, ma principal-mente in matematica, in greco e in latino, tutte le volte che era interrogato circa queste predizioni astrologiche, affermava sempre che erano incerte e fallaci, riferendo fra altre cose un evidente sperimento fatto sopra se stesso, poichè esso mentre aveva ormai compito ottacinque anni, non aveva trovato nella sua genitura, per quanto da lui diligentissimamente esaminata, nessuna costellazione vitale"

F. Mazzucconi

Niccolò Copernico (1473-1543)

Nato a Torun e aveva studiato all’università di Craco-

via, prima di completare la formazione accademica in

Italia (a Bologna, a Roma, a Padova e a Ferrara).

In Polonia era stato allievo di due astronomi e

astrologi di discreta fama, Johann von Glogau e Albert

Brudzewo, così come astrologo era Georg Joachim

Rheticus (nome latinizzato di Lauschen, originario

della Rezia), ovvero colui al quale fu affidato il

manoscritto del De revolutionibus orbium coelestium.

17/09/2016 99F. Mazzucconi

L’universo eliostatico

Mosso proprio da motivi astrologici: la diffi-

coltà nel calcolo delle orbite dei pianeti e la

complicazione delle tante sfere, cerca un

sistema che sia più semplice.

• Non vi è un unico punto centro delle orbite celesti e delle sfere celesti;

• Il centro della Terra non è il centro dell'Universo, ma solo il centro della

massa terrestre e della sfera lunare;

• Tutte le sfere ruotano attorno al Sole, che quindi è in mezzo a tutte, e il

centro dell'Universo si trova vicino a esso;

• La distanza delle stelle del firmamento è enormemente più grande della

distanza Terra-Sole. (Non viene quindi percepito alcun movimento

apparente nelle stelle fisse);

17/09/2016 100F. Mazzucconi

E ancora….

Qualsiasi movimento appaia nel firmamento non appartiene a esso, ma alla

Terra. Pertanto la Terra compie in un giorno un intero giro attorno ai suoi

poli fissi, mentre il firmamento resta immobile, inalterato con l'ultimo cielo.

Qualunque movimento ci appaia del Sole, non appartiene a esso, ma

dipende dalla Terra, noi ruotiamo intorno al Sole come qualsiasi altro

pianeta, e così la Terra compie più movimenti.

Per i pianeti appare un moto retrogrado e un moto diretto; ciò in realtà non

dipende da loro, ma dalla Terra; pertanto, il moto di questa sola basta a

spiegare tante irregolarità celesti.;

Di tutto questo, nell’opera Narratio Prima, dava una lettura astrologica

17/09/2016 101F. Mazzucconi

La fisica è sempre quella di Aristotele

• Ciononostante Copernico si prodiga nel salvare il più possibile alcuni

fondamenti del modello tolemaico-aristotelico:

1) perfetta sfericità delle orbite e perfetta finitezza dell'Universo;

2) immobilità del Sole data dalla sua natura divina;

3) centralità del Sole dovuta a migliore posizione da cui può illuminare

ogni cosa simultaneamente

Questo fa si che i calcoli delle orbite dei pianeti, e in particolare di Marte,

siano meno precisi di quelli ottenuti con gli ormai sofisticatissimi modelli

tolemaici

Ma ormai il sasso è gettato

17/09/2016 102F. Mazzucconi

Keplero

Nel 1594 Keplero dovette interrompere gli studi teologici, perché gli venne

affidato l'insegnamento di matematica presso la Scuola Evangelica di Graz

(Austria) e successivamente divenne matematico territoriale degli Stati di

Stiria.

Tra i suoi compiti vi era l'obbligo di insegnare presso l'Università di Graz,

redigere carte astrali e fare previsioni astrologiche; gli capitò così di

prevedere un inverno molto rigido, le rivolte contadine e la guerra con i

Turchi.

Anche negli anni a seguire non si sottrasse alla stesura di oroscopi, che si

configurano come ritratti dal forte tratto psicologico.

17/09/2016 103F. Mazzucconi

Si ritorna all’astrologia scientifica

Nell’opera Mysterum cosmographicum (1596) Keplero distingueva fra l’a-

strologia superstiziosa e l’astrologia vera, o scientifica, basata sull’espe-

rienza.

Pochi anni dopo, nel De fundamentis astrologiae certioribus, riconosceva la

dignità dell’astrologia competente e allontanava da sé il rischio di essere

confuso con un volgare ciarlatano di piazza.

In altri termini, si escludeva dignità ad un’astrologia popolare o divulga-

tiva: la dottrina astrologica, basata su un’attenta osservazione dei cieli,

era esercizio per dotti e non poteva essere compresa da chiunque si improv-

visasse lettore dei cieli e interprete delle costellazioni o del passaggio di una

cometa.

17/09/2016 104F. Mazzucconi

Galileo

In realtà quella di tracciare oro-

scopi per Galileo è stata un’atti-

vità veramente marginale ed in

certo senso “obbligatoria”.

Egli aveva l’incarico istituzionale

di lettore di matematica all’Uni-

versità di Padova, che tradizio-

nalmente comportava anche l’in-

segnamento agli studenti di medi-

cina dei rudimenti per fare gli

oroscopi ai loro pazienti.

L’oroscopo natale di Galileo fatto a se stesso

17/09/2016 105F. Mazzucconi

Di necessità virtù

Alla fine del Rinascimento infatti la figura del “matematico” si confondeva

spesso con quella dell’astrologo, che a sua volta era legata alla scienza

dell’osservazione delle stelle (questo era il concetto greco che equiparava il

permine matematico a quello di astronomo).

Va tuttavia considerato che Galileo ebbe per quasi tutta la vita grossi

problemi finanziari e non ci si deve stupire se nel periodo padovano abbia

ricevuto da alcuni suoi allievi compensi in denaro per oroscopi fatti su

commissione.

17/09/2016 106F. Mazzucconi

Ma non ci credeva

Ma soprattutto Galileo utilizzò l’astrologia a suo tornaconto quando i

potenti lo gradivano o lo volevano: calcolò, ad esempio, l’oroscopo del

granduca di Toscana Ferdinando I su richiesta della moglie. Sembra che

fosse molto favorevole. Peccato che il signore morì due settimane dopo!

Sappiamo però che ripetutamente affermò di non credere all’astrologia; ad

esempio nel 1630 lo scrisse a Tommaso Campanella.

Tre anni dopo, in una lettera ad Elia Diodati, Galileo mostrò un analogo

scetticismo riguardo alle credenze astrologiche del celebre matematico e

astrologo francese Morin de Villefranche.

17/09/2016 107F. Mazzucconi

Osservazioni

Teoria

interpretativa

ModelloPrevisioni

teoriche

Nuovi

strumenti

Verifica

osservativa

Modificazioni

teoria

Nuove

previsioni

Il ciclo della conoscenza

Cambia la fisica

Inoltre proprio ad opera di Galileo comincia a delinearsi una fisica

completamente diversa da quella “immaginata” da Aristotele

Galileo dimostra che i cieli sono meno perfetti di quello che si credeva

Newton introduce la forza gravitazionale, come motore dei corpi celesti

Infine vengono individuate le altre tre forze che governano la natura

l’elettromagnetismo e le forze nucleari, forte e debole.

Ciononostante ancora per molto ci furono assertori della fisica

aristotelica, basandosi unicamente sul problema della mancata

osservazione della parallasse delle stelle

17/09/2016 109F. Mazzucconi

17/09/2016 110

F i n e

Quindi non ci dobbiamo meravigliare se molti ancora credono agli oroscopi

F. Mazzucconi