Il chiacchiericcio è una peste più brutta del covid nel …...ca nel Paese. Le proteste si sono...

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 204 (48.528) Città del Vaticano lunedì-martedì 7-8 settembre 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +z!"!}!"!:! All’Angelus il Papa parla della correzione fraterna e della necessità di instaurare relazioni fondate sul perdono Il chiacchiericcio è una peste più brutta del covid C’è in giro «una peste più brutta del covid». Si chiama «chiacchiericcio» e può essere debellata solo facendo «uno sforzo: basta chiacchiere». Con l’efficacia del suo linguaggio di- retto e dirompente, Papa Francesco ha denunciato questo pericoloso malcostume, rimarcando con signifi- cative aggiunte al testo preparato che «il grande chiacchierone è il dia- volo», il quale «va dicendo le cose brutte degli altri, perché lui è il bu- giardo che cerca di disunire la Chie- sa, di allontanare i fratelli». Il monito è riecheggiato dalla fi- nestra dello Studio privato del Pa- lazzo apostolico vaticano a mezzo- giorno di domenica 6 settembre, du- rante la preghiera dell’Angelus reci- tata dal Pontefice con i fedeli pre- senti in piazza San Pietro nel rispet- to delle misure di sicurezza volte a contrastare il diffondersi del conta- gio da coronavirus. Come di consueto il vescovo di Roma per la riflessione ha preso spunto dal passo evangelico propo- sto dalla liturgia: nella circostanza si trattava del «quarto discorso di Ge- sù nel racconto di Matteo, conosciu- to come discorso “comunitario” o “ecclesiale”» (cfr. 18, 15-20), che par- la «della correzione fraterna». In proposito Francesco ha fatto notare come «per correggere il fra- tello che ha sbagliato», Gesù sugge- risca «una pedagogia del recupero» articolata «in tre passaggi». Il primo consiste nell’ammonimento, che però va fatto «con discrezione» e non per giudicare. «Tuttavia, può avvenire che, malgrado le mie buone inten- zioni, il primo intervento fallisca», ha aggiunto introducendo il secondo approccio. Infatti, ha spiegato, «in questo caso è bene non desistere»; occorre al contrario «ricorrere all’ap- poggio di qualche altro fratello o so- rella». Però, persino «l’amore di due o tre fratelli può essere insufficiente, perché quello o quella sono testar- di»: ecco allora il terzo aspetto, che consiste nel dirlo «alla comunità, cioè alla Chiesa». Perché, ha chiarito Francesco, ci sono situazioni in cui «tutta la comunità viene coinvolta... per recuperare il fratello». E se «a volte anche questo può non bastare» — ha esortato il Pontefice — bisogna «rimettere il fratello nelle mani di Dio», visto che «solo il Padre potrà mostrare un amore più grande di quello di tutti i fratelli messi insie- me». E «questo insegnamento di Gesù ci aiuta tanto, perché... quan- do noi vediamo uno sbaglio, un di- fetto, una scivolata... di solito la pri- ma cosa che facciamo è andare a raccontarlo agli altri, a chiacchierare. E le chiacchiere chiudono il cuore alla comunità, chiudono l’unità della Chiesa». Mentre, ha raccomandato Francesco concludendo, «se la cosa non va», sarebbero meglio «silenzio e preghiera per» coloro «che sba- gliano, ma mai il chiacchiericcio». PAGINA 8 Tra Grecia e Turchia Non si placano le tensioni nel Mediterraneo ANKARA , 7. Nuove manovre militari turche al largo di Cipro, mentre non accenna a diminuire la tensio- ne con la Grecia sullo sfruttamento delle risorse energetiche nel Medi- terraneo orientale. Il ministero del- la Difesa di Ankara ha annunciato che da oggi fino a giovedì, mezzi militari turchi «condurranno mano- vre militari». Secondo il ministero, le esercitazioni «hanno l’obiettivo di migliorare l’addestramento reci- proco, la cooperazione e l’interope- rabilità tra le forze turche e quello turco cipriote». Come accennato, le manovre av- vengono nel pieno delle tensioni con Atene per una serie di esplora- zioni che Ankara sta conducendo nel Mediterraneo orientale, in un tratto di mare conteso. Due giorni fa il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato che «la Tur- chia ha il potere di eliminare le mappe imposte senza morale da al- tri». Durante la cerimonia di inau- gurazione del Goztepe City Hospi- tal di Istanbul, Erdoğan ha detto, riferendosi alle tensioni nel Medi- terraneo: «La Turchia e il popolo turco sono pronti a ogni evenienza e a ogni conseguenza». Intanto, il ministro della Difesa turco Hulusu Akar incontrerà oggi ad Ankara il presidente del Comi- tato militare della Nato, generale Stuart Peach. Ieri il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias ha avu- to un colloquio telefonico con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. La scorsa settimana Stoltenberg aveva annunciato l’avvio di collo- qui tecnici tra i due Paesi membri dell’Alleanza per cercare di evitare ulteriori incidenti, precisando tutta- via che non era ancora stato rag- giunto un accordo. Le trattative in corso — riporta la stampa — non ri- guardano al momento l’oggetto della disputa, «ma solo le modalità per prevenire ulteriori incidenti do- po la collisione del mese scorso tra due fregate al largo dell’isola elle- nica di Rodi». NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza l’Eminentissimo Cardinale Be- niamino Stella, Prefetto della Congregazione per il Clero. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza il Dottor Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comuni- cazione, con Monsignor Lucio Adrian Ruiz, il Dottor Andrea Tornielli e il Dottor Andrea Monda. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza l’Eminentissimo Cardinale An- gelo De Donatis, Vicario Ge- nerale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia presentata dal Ve- scovo eletto di Duluth (Stati Uniti d’America), il Reverendo Michel Mulloy. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan (Afp) La Giornata internazionale dell’aria pura e dei cieli azzurri Clima: una sfida globale ANNA LISA ANTONUCCI A PAGINA 3 Presentata una raccolta di pensieri di Papa Francesco sullo sport Nello Stadio di Caracalla a lezione di vita SILVIA GUIDI A PAGINA 5 Ricordo di Gregorio Diamare vescovo e abate di Montecassino Pastore coraggioso in mezzo alla tempesta MARIANO DELL’OMO A PAGINA 6 A Montefiascone il forum sul rapporto tra uomo e natura PAOLO BENANTI E MIGUEL YÁÑEZ A PAGINA 7 ALLINTERNO Cento giorni dopo l’uccisione di Floyd arrestate 59 persone durante manifestazioni di protesta Portland nuovamente campo di battaglia WASHINGTON, 7. Cinquantanove persone arrestate. Questo il bolletti- no della polizia di Portland, nel- l’Oregon, relativo alla notte succes- siva al centesimo giorno consecutivo di proteste indette dal movimento Black Lives Matter e scaturite dopo l’uccisione dell’afroamericano Geor- ge Floyd durante un fermo di poli- zia a Minneapolis. La morte di Flo- yd ha sollevato nuovamente con for- za negli Stati Uniti la discussione sull’uso eccessivo della forza da par- te della polizia e la coscienza nazio- nale contro il razzismo, piaga atavi- ca nel Paese. Le proteste si sono acuite negli ultimi giorni dopo il fe- rimento di un altro afroamericano, Jacob Blake, da parte della polizia nella città di Kenosha, nel Wiscon- sin. Blake è stato colpito da sette pallottole alla schiena ed è rimasto paralizzato dalla vita in giù. La polizia di Portland, in un co- municato stampa, ha dichiarato che quella andata in scena nella notte tra sabato e domenica non è stata una «protesta pacifica», bensì «vio- lenta e tumultuosa», e che sono sta- te lanciate «diverse molotov» contro gli agenti. «Molteplici bombe in- cendiarie, mortai, pietre e altri og- getti sono stati lanciati contro le for- ze dell'ordine durante i disordini di sabato notte nel sud-est di Por- tland», ha scritto la polizia in una dichiarazione rilasciata ieri e pubbli- cata sul proprio sito internet. Le informazioni indicavano che diversi ufficiali in uniforme erano stati colpiti dalle pietre. Secondo le immagini diffuse dai social network e dalle autorità locali gli agenti han- no respinto gli attacchi con gas la- crimogeni cui sarebbero seguiti scontri in cui un manifestante sareb- be rimasto ferito. Nelle ultime ore poi hanno avuto luogo mobilitazioni di protesta an- che in altre città. A Rochester (New York), a Louisville, nel Kentucky e nella capitale Usa, Washington. A Louisville, ieri, durante il Kentucky Derby, la più famosa corsa di cavalli d’America — svoltasi quest’anno sen- za pubblico —, centinaia di manife- stanti si sono radunati fuori dall’im- pianto per chiedere giustizia per Breonna Taylor, l’afroamericana uc- cisa nel marzo scorso da alcuni agenti nella sua abitazione durante un’operazione antidroga. Ci sono stati alcuni minuti di tensione quan- do un gruppo di sostenitori del pre- sidente Donald Trump si è scontra- to con i manifestanti di Black Lives Matter. Manifestazioni non sempre pacifi- che quelle di Portland, che hanno spesso trasformato il più grande centro dell’Oregon in un campo di battaglia. Alla fine di agosto i mani- festanti avevano hanno dato alle fiamme l’edificio del sindacato della polizia di Portland e anche in quell’occasione avevano lanciato pietre e altri oggetti all’indirizzo delle forze dell’ordine. Così come le proteste avvenute in altre grandi metropoli statunitensi, che più volte il presidente Trump ha criticato, puntando il dito contro le autorità delle città a guida democratica, mi- nacciando l’invio di agenti federali per riportare, a suo dire, quell’ordi- ne sfuggito di mano alle autorità lo- cali. La morte del cardinale Jaworski Il cardinale Marian Jaworski, arci- vescovo emerito di Lviv dei Latini, in Ucraina, è morto sabato 5 set- tembre a Cracovia, in Polonia. Il compianto porporato era nato il 21 agosto 1926 a Lviv e il 25 giugno 1950 era stato ordinato sacerdote. Vescovo dal 1984, nel 1991 era stato promosso arcivescovo di Lviv dei Latini. Nel Concistoro del febbraio 1998 Giovanni Paolo II lo aveva creato cardinale e riservato in pec- tore , pubblicandolo nel Concistoro di tre anni dopo. PAGINA 8 Quarant’anni fa La prima lettera pastorale dell’a rc i v e s o v o Carlo Maria Martini GIOVANNI CESARE PAGAZZI A PAGINA 7 #CantiereGiovani PER COSTRUIRE E ALIMENTARE UNALLEANZA TRA LE GENERAZIONI Il diritto alla salute e quello all’educazione: la testimonianza del parroco a Ramallah FILIPPO MORLACCHI A PAGINA 4

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 204 (48.528) Città del Vaticano lunedì-martedì 7-8 settembre 2020

.

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SKKM(

+z!"!}!"

!:!

All’Angelus il Papa parla della correzione fraterna e della necessità di instaurare relazioni fondate sul perdono

Il chiacchiericcioè una peste più brutta del covid

C’è in giro «una peste più brutta delcovid». Si chiama «chiacchiericcio»e può essere debellata solo facendo«uno sforzo: basta chiacchiere».Con l’efficacia del suo linguaggio di-retto e dirompente, Papa Francescoha denunciato questo pericolosomalcostume, rimarcando con signifi-cative aggiunte al testo preparatoche «il grande chiacchierone è il dia-volo», il quale «va dicendo le cosebrutte degli altri, perché lui è il bu-

giardo che cerca di disunire la Chie-sa, di allontanare i fratelli».

Il monito è riecheggiato dalla fi-nestra dello Studio privato del Pa-lazzo apostolico vaticano a mezzo-giorno di domenica 6 settembre, du-rante la preghiera dell’Angelus reci-tata dal Pontefice con i fedeli pre-senti in piazza San Pietro nel rispet-to delle misure di sicurezza volte acontrastare il diffondersi del conta-gio da coronavirus.

Come di consueto il vescovo diRoma per la riflessione ha presospunto dal passo evangelico propo-sto dalla liturgia: nella circostanza sitrattava del «quarto discorso di Ge-sù nel racconto di Matteo, conosciu-to come discorso “comunitario” o“ecclesiale”» (cfr. 18, 15-20), che par-la «della correzione fraterna».

In proposito Francesco ha fattonotare come «per correggere il fra-tello che ha sbagliato», Gesù sugge-

risca «una pedagogia del recupero»articolata «in tre passaggi». Il primoconsiste nell’ammonimento, che peròva fatto «con discrezione» e non pergiudicare. «Tuttavia, può avvenireche, malgrado le mie buone inten-zioni, il primo intervento fallisca»,ha aggiunto introducendo il secondoapproccio. Infatti, ha spiegato, «inquesto caso è bene non desistere»;occorre al contrario «ricorrere all’ap-poggio di qualche altro fratello o so-rella». Però, persino «l’amore di dueo tre fratelli può essere insufficiente,perché quello o quella sono testar-di»: ecco allora il terzo aspetto, checonsiste nel dirlo «alla comunità,cioè alla Chiesa». Perché, ha chiaritoFrancesco, ci sono situazioni in cui«tutta la comunità viene coinvolta...per recuperare il fratello». E se «avolte anche questo può non bastare»— ha esortato il Pontefice — bisogna«rimettere il fratello nelle mani diDio», visto che «solo il Padre potràmostrare un amore più grande diquello di tutti i fratelli messi insie-me». E «questo insegnamento diGesù ci aiuta tanto, perché... quan-do noi vediamo uno sbaglio, un di-fetto, una scivolata... di solito la pri-ma cosa che facciamo è andare araccontarlo agli altri, a chiacchierare.E le chiacchiere chiudono il cuorealla comunità, chiudono l’unità dellaChiesa». Mentre, ha raccomandatoFrancesco concludendo, «se la cosanon va», sarebbero meglio «silenzioe preghiera per» coloro «che sba-gliano, ma mai il chiacchiericcio».

PAGINA 8

Tra Grecia e Turchia

Non si placano le tensioninel Mediterraneo

AN KA R A , 7. Nuove manovre militariturche al largo di Cipro, mentrenon accenna a diminuire la tensio-ne con la Grecia sullo sfruttamentodelle risorse energetiche nel Medi-terraneo orientale. Il ministero del-la Difesa di Ankara ha annunciatoche da oggi fino a giovedì, mezzimilitari turchi «condurranno mano-vre militari». Secondo il ministero,le esercitazioni «hanno l’obiettivodi migliorare l’addestramento reci-proco, la cooperazione e l’interop e-rabilità tra le forze turche e quelloturco cipriote».

Come accennato, le manovre av-vengono nel pieno delle tensionicon Atene per una serie di esplora-zioni che Ankara sta conducendonel Mediterraneo orientale, in untratto di mare conteso. Due giornifa il presidente turco Recep TayyipErdoğan ha dichiarato che «la Tur-chia ha il potere di eliminare lemappe imposte senza morale da al-tri». Durante la cerimonia di inau-gurazione del Goztepe City Hospi-tal di Istanbul, Erdoğan ha detto,riferendosi alle tensioni nel Medi-terraneo: «La Turchia e il popoloturco sono pronti a ogni evenienzae a ogni conseguenza».

Intanto, il ministro della Difesaturco Hulusu Akar incontrerà oggiad Ankara il presidente del Comi-tato militare della Nato, generaleStuart Peach. Ieri il ministro degliEsteri greco Nikos Dendias ha avu-to un colloquio telefonico con ilsegretario generale della Nato JensStoltenb erg.

La scorsa settimana Stoltenbergaveva annunciato l’avvio di collo-qui tecnici tra i due Paesi membridell’Alleanza per cercare di evitareulteriori incidenti, precisando tutta-via che non era ancora stato rag-giunto un accordo. Le trattative incorso — riporta la stampa — non ri-guardano al momento l’oggettodella disputa, «ma solo le modalitàper prevenire ulteriori incidenti do-po la collisione del mese scorso tradue fregate al largo dell’isola elle-nica di Rodi».

NOSTREINFORMAZIONI

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienzal’Eminentissimo Cardinale Be-niamino Stella, Prefetto dellaCongregazione per il Clero.

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienza ilDottor Paolo Ruffini, Prefettodel Dicastero per la Comuni-cazione, con Monsignor LucioAdrian Ruiz, il Dottor AndreaTornielli e il Dottor AndreaMonda.

Il Santo Padre ha ricevutoquesta mattina in udienzal’Eminentissimo Cardinale An-gelo De Donatis, Vicario Ge-nerale di Sua Santità per laDiocesi di Roma.

Il Santo Padre ha accettatola rinuncia presentata dal Ve-scovo eletto di Duluth (StatiUniti d’America), il ReverendoMichel Mulloy.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan (Afp)

La Giornata internazionaledell’aria pura e dei cieli azzurri

Clima:una sfida globale

ANNA LISA ANTONUCCI A PA G I N A 3

Presentata una raccolta di pensieridi Papa Francesco sullo sport

Nello Stadiodi Caracallaa lezione di vita

SI LV I A GUIDI A PA G I N A 5

Ricordo di Gregorio Diamarevescovo e abate di Montecassino

Pastore coraggiosoin mezzo alla tempesta

MARIANO DELL’OMO A PA G I N A 6

A Montefiasconeil forum sul rapportotra uomo e natura

PAOLO BENANTIE MIGUEL YÁÑEZ A PA G I N A 7

ALL’INTERNOCento giorni dopo l’uccisione di Floyd arrestate 59 persone durante manifestazioni di protesta

Portland nuovamente campo di battagliaWASHINGTON, 7. Cinquantanovepersone arrestate. Questo il bolletti-no della polizia di Portland, nel-l’Oregon, relativo alla notte succes-siva al centesimo giorno consecutivodi proteste indette dal movimentoBlack Lives Matter e scaturite dopol’uccisione dell’afroamericano Geor-ge Floyd durante un fermo di poli-zia a Minneapolis. La morte di Flo-yd ha sollevato nuovamente con for-za negli Stati Uniti la discussionesull’uso eccessivo della forza da par-te della polizia e la coscienza nazio-nale contro il razzismo, piaga atavi-ca nel Paese. Le proteste si sonoacuite negli ultimi giorni dopo il fe-rimento di un altro afroamericano,Jacob Blake, da parte della polizianella città di Kenosha, nel Wiscon-sin. Blake è stato colpito da settepallottole alla schiena ed è rimastoparalizzato dalla vita in giù.

La polizia di Portland, in un co-municato stampa, ha dichiarato chequella andata in scena nella nottetra sabato e domenica non è statauna «protesta pacifica», bensì «vio-lenta e tumultuosa», e che sono sta-te lanciate «diverse molotov» controgli agenti. «Molteplici bombe in-cendiarie, mortai, pietre e altri og-getti sono stati lanciati contro le for-ze dell'ordine durante i disordini disabato notte nel sud-est di Por-tland», ha scritto la polizia in unadichiarazione rilasciata ieri e pubbli-cata sul proprio sito internet.

Le informazioni indicavano chediversi ufficiali in uniforme eranostati colpiti dalle pietre. Secondo leimmagini diffuse dai social networke dalle autorità locali gli agenti han-no respinto gli attacchi con gas la-crimogeni cui sarebbero seguitiscontri in cui un manifestante sareb-be rimasto ferito.

Nelle ultime ore poi hanno avutoluogo mobilitazioni di protesta an-che in altre città. A Rochester (NewYork), a Louisville, nel Kentucky enella capitale Usa, Washington. ALouisville, ieri, durante il KentuckyDerby, la più famosa corsa di cavallid’America — svoltasi quest’anno sen-za pubblico —, centinaia di manife-stanti si sono radunati fuori dall’im-pianto per chiedere giustizia perBreonna Taylor, l’afroamericana uc-cisa nel marzo scorso da alcuniagenti nella sua abitazione durante

un’operazione antidroga. Ci sonostati alcuni minuti di tensione quan-do un gruppo di sostenitori del pre-sidente Donald Trump si è scontra-

to con i manifestanti di Black LivesM a t t e r.

Manifestazioni non sempre pacifi-che quelle di Portland, che hannospesso trasformato il più grandecentro dell’Oregon in un campo dibattaglia. Alla fine di agosto i mani-festanti avevano hanno dato allefiamme l’edificio del sindacato dellapolizia di Portland e anche inquell’occasione avevano lanciatopietre e altri oggetti all’indirizzodelle forze dell’ordine. Così come leproteste avvenute in altre grandimetropoli statunitensi, che più volteil presidente Trump ha criticato,puntando il dito contro le autoritàdelle città a guida democratica, mi-nacciando l’invio di agenti federaliper riportare, a suo dire, quell’o rd i -ne sfuggito di mano alle autorità lo-cali.

La mortedel cardinale Jaworski

Il cardinale Marian Jaworski, arci-vescovo emerito di Lviv dei Latini,in Ucraina, è morto sabato 5 set-tembre a Cracovia, in Polonia. Ilcompianto porporato era nato il 21agosto 1926 a Lviv e il 25 giugno1950 era stato ordinato sacerdote.Vescovo dal 1984, nel 1991 era stato

promosso arcivescovo di Lviv deiLatini. Nel Concistoro del febbraio1998 Giovanni Paolo II lo avevacreato cardinale e riservato in pec-t o re , pubblicandolo nel Concistorodi tre anni dopo.

PAGINA 8

Quarant’anni fa

La prima letterapastorale dell’a rc i v e s o v o

Carlo Maria Martini

GI O VA N N I CESARE PAGAZZI A PA G I N A 7

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R EUN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

Il diritto alla salutee quello all’educazione:la testimonianzadel parroco a Ramallah

FILIPPO MORLACCHI A PA G I N A 4

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Virus: l’Europa occidentale temela seconda ondata

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Quattro Paesi africania rischio fame

BRUXELLES, 7. L’Europa occidentalesta convivendo con la preoccupazio-ne di una recrudescenza di casi dicovid-19 e c’è sempre maggiore timo-re per l’arrivo della temibile secondaondata del nuovo coronavirus.

La Gran Bretagna ha fatto regi-strare una crescita inaspettata dellenuove infezioni, con un aumento del50 per cento nelle ultime 24 ore. Ilministero della Sanità britannico haregistrato altri 2.998 contagi, conun’impennata di oltre mille in più ri-spetto al giorno prima e un piccoinedito da maggio, su un numero ditamponi giornalieri assestato attornoalle 175.000 unità. Decisamente con-fortante invece il numero delle vitti-me per cause e complicazioni legateal covid-19. I morti quotidiani sonoscesi a due, cifra minima assolutadall’inizio della pandemia, fatta ec-cezione per un singolo giorno diagosto. I dati complessivi relativi al-le infezioni nel Regno Unito hannoormai raggiunto le 350.000 unità e idecessi sono 41.640. Una scuola diSuffolk, nell’est dell’Inghilterra, nonha potuto permettere l’ingresso inaula ai propri studenti questa matti-na, dopo che cinque insegnanti sonorisultati positivi al test, e altri duemembri dello staff della SamuelWard Academy nell’Haverhill, le cuicondizioni sono sospette, sono in at-tesa di conoscere l’esito dei tamponi.

In Francia sono stati rilevati quasi25.000 contagiati in 3 giorni e nelleultime 24 ore, nonostante una fles-sione dei nuovi positivi — 7.000 ri-spetto ai 9.000 del giorno preceden-te — sono stati individuati 58 nuovifocolai, su un totale di 528, di cui214 in case di cura. Per questo altrisette dipartimenti francesi sono staticlassificati come “zone rosse” ad altorischio, portando a 28 il numero del-le aree in cui vanno adottate adotta-re “misure rafforzate” per contenerela pandemia. Si tratta dei diparti-menti Nord, Basso Reno, SennaMarittima e Cóte-d’Or, che com-prendono grandi città come Lille,Rouen, Le Havre, Strasburgo e Di-gione, più due dipartimenti dellaCorsica (Corsica-Sud e Haute-Cor-se) e l’isola della Reunion,nell’Oceano Indiano. Secondo il mi-

nistero della Salute francese il nume-ro dei ricoveri negli ultimi 7 giorniha superato le 1.700 unità, di cui 288in terapia intensiva.

Intanto nel Paese sul fronte dellaripresa scolastica in tempo di pande-mia, ieri il segretario di stato alla di-sabilità, Sophie Cluzel, ha annuncia-to che tutti gli insegnanti della scuo-la materna in Francia e quelli chehanno in classe alunni ipoudenti sa-ranno dotati di mascherine “inclusi-ve”, ovvero trasparenti, per permet-tere ai ragazzi di leggere le labbra.

In Italia sono 32.078 le personeattualmente positive al coronavirus,884 in più nelle ultime 24 ore. Èquanto emerge dal report quotidianodiffuso a Roma dal ministero dellaSalute secondo cui tornano a salireinvece i pazienti ricoverati in terapiaintensiva. Per oggi è atteso il nuovodpcm firmato dal primo ministro,Giuseppe Conte, con cui verrà pro-rogato lo stato d’emergenza fino al30 settembre.

La Spagna, stando a un conteggiofatto da «El Pais» sulla base dei datiresi noti dalle varie province, in as-senza di quelli delle autorità nazio-nali e di quelle della provincia diMadrid, che non li comunicano nelfine settimana, avrebbe superato ilmezzo milione di contagi complessi-vi, con almeno 6.452 nuovi casi nelleultime 24 ore.

ROMA, 7. In Botswana, Namibia,Zambia e Zimbabwe la sicurezzaalimentare di milioni di persone èmessa a rischio dall’invasione di ca-vallette. La Fao avverte che circa 7milioni di persone nei quattro paesicolpiti potrebbero essere ridotte al-la fame, nonostante in Africa sianogià state messe in campo misure dicontrasto all’invasione delle locustemigratorie.

In un giorno, un solo sciamepuò consumare una quantità di ci-bo che basterebbe per 2.500 perso-ne. La situazione è preoccupante inquanto i quattro Stati si stanno an-cora riprendendo dall’impatto dellasiccità del 2019 e sono alle presecon gli effetti economici della pan-demia di covid-19. Le cavallette so-no tra i parassiti più distruttivi almondo. Uno sciame può conteneredecine di milioni di insetti capacidi distruggere in poche ore colturezootecniche e pascoli.

«Le locuste costituiscono ancorauna minaccia» sottolinea il coordi-natore della Fao per l’Africa austra-le, spiegando che alcune delle zonepiù colpite sono anche molto diffi-cili da raggiungere. «Dobbiamo —aggiunge — sostenere i quattro go-verni per proteggere i mezzi di sus-sistenza delle popolazioni».

La Fao ha dunque lanciato un«progetto di risposta alle emergen-ze delle locuste nell’Africa austra-le», in collaborazione con la Sou-thern African Development Com-munity (Sadc) e l’O rganizzazioneinternazionale per il controllo dellelocuste per l’Africa centrale e meri-dionale (Irlco-csa). Il progetto vuo-le rafforzare il coordinamento ela condivisione delle informazionitra i Paesi colpiti, consentire l’atti-vità di sorveglianza aerea e map-patura in aree difficili da raggiun-gere e fornire supporto tecnicoper la creazione di unità nazionalidi sorveglianza e controllo delle lo-custe.

Tratti in salvo70 migranti in GreciaConclusa la missione

dell’UnhcrATENE, 7. La Guardia costiera grecaha tratto in salvo circa 70 migranti abordo di un’imbarcazione in avaria asud di Creta. I migranti sono statitrasportati nel porto di Paleochora,nella parte meridionale dell’isola.Tra loro, numerosi minori.

Parallelamente, si è conclusa inGrecia una visita di quattro giornidegli assistenti Alti commissaridell’Unhcr — l’agenzia dell’Onu peri rifugiati — per la protezione e perle operazioni. Le principali questioniaffrontate: accesso a territorio e pro-cedure di asilo, condizioni di vita dirifugiati e richiedenti asilo sulla ter-raferma e sulle isole, gestione dellarisposta al covid-19, protezione deiminori, alternative alla detenzione,integrazione dei rifugiati e trasferi-mento della gestione dei programmidi alloggio e di assistenza in denarodall’Unhcr allo Stato greco.

Ieri intanto è stato infranto un al-tro viaggio della speranza. Un 24en-ne afgano è stato trovato morto nellastiva di un traghetto provenientedalla Grecia, la Cruise Europa dellaMinoanline, arrivato ad Ancona. Ilgiovane sarebbe morto asfissiato. So-no in corso accertamenti.

Nel frattempo sempre più migran-ti tentano di attraversare il Canaledella Manica da Calais a Dover.Mercoledì sono stati 400, il numeropiù alto registrato finora. Proprio aDover sono scoppiati scontri tra di-mostranti e polizia durante una pro-testa contro gli sbarchi sulle costedell’Inghilterra. Arrestate 9 persone.

Il premier concede 38 giorni di tempo per arrivare a un accordo sul dopo Brexit

Ultimatum di Johnson all’Ue

Il premier britannico Johnson interviene in Parlamento (Afp)

Tunisia: attentato a SousseMorti un agente e tre terroristi

Disordini e accoltellamentia Birmingham

Uccisi due militarifrancesi in Mali

Keita lascia il Paese

BA M A KO, 7. Due militari francesisono stati uccisi in Mali nel corsodi una operazione nella regione diTessalit. Lo ha riferito sabato seral’Eliseo. I due viaggiavano a bordodi un mezzo blindato colpito daun ordigno improvvisato. Un terzosoldato è rimasto ferito nell’attac-co. Le vittime facevano parte dellaforza francese Barkhane, operativanella regione africana del Sahel.

Il Mali sta attraversando un pe-riodo di grave instabilità politica.Il mese scorso un colpo di Statomilitare ha deposto il presidenteIbrahim Keita, arrestato insieme adaltri membri dell’esecutivo. L’expresidente — che pochi giorni faera ricoverato in un ospedale dellacapitale, per un sospetto ictus —sabato scorso è stato trasportatonegli Emirati Arabi per cure medi-che. Lo rendono noto fonti gover-native e del partito di Keita.

Dopo il golpe l’esercito avevaannunciato la costituzione di go-verno transitorio a guida militare,in vista di indire nuove elezioni.L’Ecowas la scorsa settimana ha in-vece chiesto ai militari di trasferireimmediatamente il potere a un go-verno transitorio civile.

LONDRA, 7. È di un morto e 7 feri-ti il bilancio di una serie di accol-tellamenti avvenuta nella notte aBirmingham, in Inghilterra. Lapolizia locale britannica (WestMidlands Police), ha precisato chedue dei feriti, un uomo e unadonna, sono «in gravi condizio-ni». Il sovrintendente SteveGraham non ha citato un moven-te, limitandosi a dire che un’inda-gine urgente è stata avviata e cherisulta «un legame» fra le diverserisse e aggressioni verificatesi inun’area al cuore della vita nottur-

na della città «fra la mezzanotte emezzo e le 2.30». A poche oredall’episodio, Boris Johnson hadetto di essere «vicino a tutti colo-ro che sono stati coinvolti nel ter-ribile incidente» si legge in untweet nel quale il primo ministrobritannico elogia inoltre tutti i«servizi di emergenza» per la tem-pestività della loro reazione. L’altocommissario locale per la sicurez-za e la polizia, David Jamieson,ha parlato dell’accaduto come di«un evento davvero terribile escioccante per la città».

TUNISI, 7. Brutale attacco in Tuni-sia. Un membro della Guardia na-zionale, la gendarmeria, è stato uc-ciso e un altro ferito in «attentatoterroristico» sferrato ieri mattina aSousse. Lo riferisce un portavocedella stessa Guardia nazionale.

I due agenti sono stati primatravolti da un’auto e poi colpiticon numerose coltellate. Uno deidue, riferisce il ministero dell’Inter-no, è deceduto in ospedale, mentrel’altro sta ricevendo le cure medi-che. L’attentato — non ancora ri-vendicato — è stato condotto da

“tre terroristi” che, successivamen-te, sono stati intercettati e uccisidalle forze di sicurezza nel corso diun conflitto a fuoco. Immediata lareazione del presidente tunisinoKaïs Saïed. «Coloro che pensanodi utilizzare gli attentati terroristicia fini politici possono continuare asognare, perché dovranno vederselacon il popolo e la sua volontà.Non ci sono riusciti in passato enon ci riusciranno di certo ora» haaffermato in visita sui luoghi teatrodell’attentato: «Questi terroristi so-no dei traditori della patria».

Manifestazioniin Bielorussia:cento arresti

MINSK, 7. Non accenna a stempe-rarsi la tensione in Bielorussia perla crisi scoppiata in seguito al vo-to del 9 agosto. Il ministerodell’interno bielorusso ha confer-mato il fermo di almeno centopersone durante le proteste di ieri,domenica, in tutto il Paese. Se-condo le ong, sono invece 200 lepersone fermate. «Ci sono statedetenzioni di partecipanti a eventinon autorizzati e hanno avutoluogo oggi in tutta la Bielorussia.Più di 100 persone sono state arre-state» ha detto a Interfax la por-tavoce del ministero dell’internoOlga Chemodanova. Le informa-zioni più dettagliate sui detenuti«saranno comunicate lunedì» haaggiunto. «La situazione è gene-ralmente sotto controllo; la cosapiù importante è che non ci sianostati incidenti» ha detto Chemo-danova.

Le principali manifestazioni sisono svolte nella capitale Minskdove migliaia di dimostranti si so-no concentrati in piazza dell’Indi-pendenza nei pressi della residen-za del presidente Alexander Luka-shenko, al potere dal 1994 e vinci-tore delle ultime elezioni. Una vit-toria contestata dall’opposizione eda gran parte della comunità in-ternazionale, in particolare dall’Ueche ha varato sanzioni mirate a di-rigenti del governo. A schierarsidalla parte di Lukashenko è statasoprattutto Mosca.

LONDRA, 7. Il primo ministro bri-tannico, Boris Johnson, darà 38giorni di tempo all’Unione euro-pea per arrivare a un accordo suldopo Brexit, senza il quale il Re-gno Unito «andrà avanti» per lasua strada. Lo riporta la stampabritannica. La dichiarazione delprimo ministro è attesa oggi, in oc-casione del nuovo round di collo-qui tra Unione europea e GranBretagna, in programma a Londra.

Johnson, sempre secondo lastampa, chiarirà che un accordodeve essere raggiunto «entro ilConsiglio europeo del prossimo 15ottobre, se deve essere applicatoentro la fine dell’anno». Secondo ilpremier, dunque, se non si arriveràa una soluzione entro quella data,«non ci sarà un accordo per il libe-ro commercio, ed entrambi do-vremmo accettarlo e andare avan-ti».

Con la sua dichiarazione, ag-giunge il quotidiano «TheTelegraph», Johnson intende chia-rire che il Regno Unito «non puòe non intende fare compromessi suiprincipi fondamentali di ciò che si-gnifica essere un Paese indipenden-te». Il primo ministro ha comun-que chiarito che anche uno scena-rio no deal sarebbe per Londra un«buon risultato». Secondo le anti-cipazioni della Association Press,Johnson dirà che, in caso di nodeal, Londra avrà un rapportocommerciale con la Ue «comequello dell’Australia». Vale a dire,

secondo i protocolli fissati dall’O r-ganizzazione mondiale del com-m e rc i o .

«Tutto quello che è stato firmatodeve essere rispettato», ha imme-diatamente avvertito il capo nego-ziatore dell’Unione europea per la

Brexit, Michel Barnier dai microfo-ni di France Inter, commentandola possibile messa in discussioneda parte britannica delle parti chia-ve dell’accordo di recesso. AncheBarnier sarà oggi a Londra in vistadel nuovo round negoziale.

Entrata in vigoredell’Accordo tra la Santa Sede

e il Burkina FasoOggi, 7 settembre 2020, attraverso comunicazione ufficiale dell’Ambascia-ta del Burkina Faso presso la Santa Sede, si è perfezionata la proceduradi scambio degli Strumenti di Ratifica dell’Accordo tra la Santa Sede e loStato del Burkina Faso sullo statuto giuridico della Chiesa Cattolica inBurkina Faso, firmato in Vaticano il 12 luglio 2019.

Il suddetto Accordo, entrato in vigore in data odierna a norma del suoarticolo 18, garantisce alla Chiesa la possibilità di svolgere la propria mis-sione in Burkina Faso. In particolare, viene riconosciuta la personalitàgiuridica pubblica della Chiesa e delle sue Istituzioni. Le due Parti, pursalvaguardando l’indipendenza e l’autonomia che sono loro proprie, siimpegnano a collaborare per il benessere morale, spirituale e materialedella persona umana e per la promozione del bene comune.

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 7-8 settembre 2020 pagina 3

I sondaggi vedono in vantaggio Biden

Serrata campagna elettoralenegli Stati Uniti

La Giornata internazionale dell’aria pura e dei cieli azzurri

Clima: una sfida globaleOltre cinquantaomicidi plurimi

nel 2020in Colombia

BO GOTÁ, 7. Nuovo massacro neldipartimento del Cauca, uno deipiù violenti della Colombia. Leautorità locali hanno confermatosabato l’uccisione di tre uomininella zona rurale del comune diEl Tambo. L’agguato sarebbe av-venuto nella zona del Seguengue,al confine tra i comuni di ElTambo e di Cajibío. I corpi deitre uomini sono stati ritrovati conle mani legate e con ferite da ar-ma da fuoco.

Secondo l’Istituto nazionale distudi per lo sviluppo e la pace(Indepaz) si tratta del 51° omici-dio plurimo avvenuto quest’annoin Colombia. Il dipartimento delCauca, insieme a quello di Nari-ño, ha fatto registrare otto episo-di analoghi dall’inizio dell’anno.Più violento solo il dipartimentodi Antioquia, dove, nello stessoperiodo, sono stati registrati un-dici massacri.

Lo scorso 21 agosto sei personeerano state uccise nello stesso co-mune. Il sindaco di El Tambo,Carlos Vela, ha confermato l’omi-cidio e ha annunciato che verràfatto tutto il necessario per racco-gliere prove e chiarire le dinami-che dell’agguato. Alle indaginistanno partecipando anche la po-lizia nazionale e la procura gene-rale.

Intanto nel dipartimento diNariño le organizzazioni indigenehanno denunciato l’omicidio diJuan Pablo Prado, un leader so-ciale ucciso nel comune di Tuma-co. Secondo il Consiglio regionaleindigeno del Cauca (Cric), il lea-der sociale è stato ucciso ieri, neipressi della scuola dove lavorava,da uomini non identificati che glihanno sparato almeno tre volte.Francisco Cortés Guanga, gover-natore del consiglio del re s g u a rd oPiguambí Palangala, ha detto chePrado aveva già ricevuto minaccedi morte e che negli ultimi giorniera stato vittima di minacce. Sono205 i leader sociali uccisi in Co-lombia nel 2020.

WASHINGTON, 7. Gli Stati Uniti siavviano a vivere le settimane checonduranno alle elezioni presiden-ziali. Settimane che saranno scandi-te dal confronto tra i candidati sulletensioni razziali che attraversano ilPaese, dall’emergenza imposta dalcoronavirus e sulle ricetta economi-ca per rispondere alla crisi innescatadalla pandemia. Secondo l’ultima ri-levazione fornita ieri dalla Cbs, ilcandidato democratico Joe Bidenviene accreditato, a livello naziona-le, del 52 per cento delle preferenze,con 10 punti di vantaggio sul 42 percento di Trump.

Ma le previsioni di voto, come di-mostra il recente passato e non solonegli Stati Uniti, non sembrano poi

così affidabili e quindi l’incertezzasul voto di novembre continua a do-minare e a segnare le analisi politi-che.

Alcuni Stati — Wisconsin, Pen-nsylvania, Ohio, Florida, Michigan,North Carolina e Arizona — s e m b re -rebbero ancora non aver dato un’in-dicazione chiara e netta. Qui si gio-cherà molto probabilmente l’esito fi-nale delle presidenziali Usa. Un’in-certezza legata soprattutto alle mo-dalità di voto: i democratici spingo-no per quello via posta, il presiden-te Trump per quello in persona. Ilvoto per corrispondenza, anche sepiù sicuro dal punto di vista sanita-rio, secondo alcuni rischia di allun-gare i tempi per i risultati definitivie rischierebbe di innescare altre ten-sioni sociali.

«Riguardo la pandemia da nuovocoronavirus, stiamo girando l’ango-lo. Il lavoro fatto è incredibile manon ce ne viene riconosciuto alcunmerito», ha affermato ieri Trump,secondo cui, senza l’azione del suogoverno, «negli Stati Uniti ci sareb-bero stati più di 2 milioni di mor-ti».

Nei giorni scorsi in una lettera ilCenters for Disease Control andPrevention (Cdc) ha notificato alleautorità sanitarie degli Statidell’unione e a 5 delle maggiori cittàdel Paese di prepararsi a distribuire

il vaccino anti-covid ai lavoratori sa-nitari e ai gruppi a più alto rischiofra la fine di ottobre e gli inizi din o v e m b re .

A poco più di cinquanta giornidal voto, la campagna elettoraleUsa e, molto probabilmente, anchel’esito delle elezioni, potrebberoquindi essere segnati dalle dinami-che e dagli sviluppi della lotta allapandemia.

«Non crederei a una sua sola pa-rola su un potenziale vaccino» haaffermato Kamala Harris, candidatademocratica alla vicepresidenza,commentando le dichiarazioni diTrump e invitando gli statunitensi afidarsi di più degli scienziati. Harrispoi si è spinta ben oltre nel criticareil presidente, definendolo un «in-competente» nella gestione dellapandemia e della crisi che ha causa-to sull’economia e sul mercato dell a v o ro .

Su questo fronte ieri il ministrodel Tesoro americano Steven Mnu-chin ha affermato che dopo il crollodel secondo trimestre, per il pil è at-teso un forte rimbalzo nel periodoluglio-settembre, nell’ordine del 25-35 per cento. Mnuchin ha poi sotto-lineato come nonostante queste pre-visioni e stime «il presidente ritengache siano necessari ulteriori stimoliall’economia».

In fuga dalle violenze dei militari governativi del Myanmar

Sbarcati in Indonesiapiù di trecento profughi rohingya

Bimba di 5 annirapita, stuprata

e uccisa a KarachiISLAMABAD, 7. Orrore senza finein Pakistan. In un ennesimo, tur-pe episodio di violenza contro iminori, una bambina di 5 anni èstata rapita, violentata e poi ucci-sa con percosse alla testa, brucia-ta e infine gettata in una discari-ca. Lo ha reso noto la polizia diKarachi, facendo sapere di averefermato una persona sospetta.

La famiglia ha dato l’allarmevenerdì dopo che la piccola Mar-wa era uscita per comprare deidolci e non era più tornata a ca-sa. I suoi resti massacrati e car-bonizzati sono stati trovati inmezzo all’immondizia non lonta-no dalla sua casa. Secondo l’au-topsia, la bambina è stata aggre-dita sessualmente ed è poi mortaper lesioni alla testa. Il cadavereè stato poi bruciato per far spari-re le tracce.

Proteste e arrestiper il rinvio del voto a Hong Kong

HONG KONG, 7. Circa un centinaiodi arresti sono stati effettuati ieridalla polizia di Hong Kong tra imanifestanti che protestavano per ilrinvio delle elezioni legislative loca-li, dovuto all’emergenza da covid-19. Il 6 settembre, infatti, era ilgiorno fissato per il voto, cheavrebbe dovuto rinnovare l’Assem-blea legislativa dell’ex colonia bri-tannica, ma il capo dell’esecutivo,Carrie Lam, ha posticipato le ele-zioni di un anno, al 5 settembre del2021. Il rinvio della attesa consulta-zione elettorale ha esacerbatol’aspro confronto con i manifestan-ti, che protestano da mesi ancheper la nuova legge sulla sicurezzanazionale. L’opposizione, infatti,puntava a raccogliere un successopieno, replicando l’esito delle ele-zioni distrettuali dello scorso anno.

Gli scontri più violenti si sonoverificati nelle zone di Mong Kok e

di Yau Ma Tei, dove gli agenti intenuta antisommossa hanno usatospray e cartucce urticanti nel tenta-tivo di disperdere la folla, mentre inpiù occasioni gruppi di manifestan-ti hanno lanciato sassi e oggetti divario tipo contro la polizia.

Prima che partissero le proteste,Tam Tak-chi, noto attivista dell’op-posizione, è stato arrestato con l’ac-cusa di «avere pronunciato parolesediziose». Vice presidente del Peo-ple Power, Tam, informano testimo-ni sul posto citati dall’agenzia An-sa, è finito nella stretta della nuovalegge sulla sicurezza e portato viadagli agenti direttamente da casasua. In una dichiarazione, un por-tavoce dell’esecutivo ha denunciatocome «illegale» l’azione dei manife-stanti, ricordando che la diffusionedi messaggi sull’indipendenza diHong Kong potrebbe violare lanuova legge sulla sicurezza.

Ordine di sgombero per un milione e settecentomila persone

Il tifone Haishen si abbatte sul Giappone

TO KY O, 7. Prosegue senza sosta lamarcia del tifone Haishen lungo lafascia sud occidentale dell’arcip ela-go del Giappone, nella regione delKyushu, dove rimane elevato il li-vello di allerta. Nelle prefetture diFukuoka, Saga, Nagasaki, Kuma-moto, Oita e Kagoshima è statoemesso un ordine di sgombero percirca 1,7 milioni di persone.

Le autorità hanno avvertito sui ri-schi di frane, esondazioni dei fiumie la possibilità di allagamenti inaree a bassa quota. Stamane, il tifo-ne si trovava a 110 chilometri a norddella città di Tsushima, nella prefet-tura di Nagasaki, con forti precipi-tazioni e venti fino a 155 chilometriorari. Nell’intera regione, finora, so-no stati segnalati 32 casi di personeferite a causa di eventi riconducibilial maltempo estremo, mentre si re-gistrano alcuni casi in cui i centri diraccolta per gli sfollati hanno dovu-

to rifiutare l’accoglienza per ottem-perare alle disposizioni anti covid-19sul distanziamento sociale.

Più di mezzo milione di abitazio-ni sono senza la corrente elettrica ecirca 580 voli sono stati cancellatiper tutta la giornata di lunedì, cosìcome i servizi dei treni veloci Shin-kansen tra Hakata e Hiroshima.Nelle ultime ore, Haisen ha colpitoanche le coste della Corea del Sud.

Lo riporta la Bbc. Più di 300 ivoli cancellati da 10 aeroporti e al-cuni servizi ferroviari sospesi.

I forti venti hanno causato inter-ruzioni dell’energia elettrica in quasi5.000 abitazioni sulla punta meri-dionale della penisola coreana, in-clusa l’isola turistica di Jeju. In tut-ta la zona è stato emessa un’allertaanche se secondo il servizio meteo-rologico nazionale il tifone si sta in-deb olendo.

Bambino rohingya nel campo profughi di Kutupalong in Bangladesh (Afp)

KUA L A LUMPUR, 7. Circa trecentoprofughi musulmani dell’etnia deirohingya sono sbarcati nelle primeore di oggi sull’isola di Sumatra, inIndonesia. Lo hanno riferito le auto-rità locali, spiegando che si trattadel numero più alto di rohingya infuga giunti in Indonesia dal 2015.

Tra i migranti si contano 102 uo-mini, 181 donne e 14 bambini, chesono stati accolti dalla popolazionedella città di Lhokseumawe, nellacosta settentrionale di Sumatra.

Un altri centinaio di rohingya era-no arrivati a Sumatra a giugno.

Sono passati poco più di tre annidall’inizio della disperata fuga deirohingya dal Myanmar, a causa delleripetute violenze dei militari gover-nativi. Violenze definite dalle Nazio-ni Unite «un esempio di pulizia et-nica da manuale».

Durante la settanquattresima ses-sione dello scorso dicembre, l’As-semblea generale dell’Onu — con 134voti favorevoli su 193 Paesi rappre-sentati — ha approvato una risolu-zione di condanna per le violazionie abuso dei diritti umani commessidal Myammar contro la minoranzaetnica musulmana, descritta tra lepiù perseguitate al mondo. Tra i rea-ti contestati al Paese asiatico vi sonoarresti arbitrari, tortura, distruzionedi villaggi abitati, detenzione arbi-traria e violenze sessuali.

di ANNA LISA ANTONUCCI

I l cielo è blu se l’aria è pura, ba-sta guardare il panorama inmontagna dove l’aria pulita ren-

de di un azzurro intenso il coloredel cielo. Ma non si tratta di ap-prezzare solo le variazioni cromati-che del firmamento, l’inquinamento,infatti è un’immane minaccia allasalute dell’uomo e una delle princi-

pali cause di mortalità nel mondo.Circa 6,5 milioni di morti prematurein tutto il pianeta sono attribuibiliall’inquinamento atmosferico checolpisce in modo sproporzionato ledonne, i bambini e gli anziani, so-prattutto nei Paesi in via di svilup-po. In particolare a essere più colpi-te sono le popolazioni a basso red-dito, in quanto spesso esposte a ele-vati livelli di inquinamento dell’ariasia esterna che interna, cucinando eriscaldandosi con legna da ardere eolio.

Ma l’inquinamento atmosferico èun problema globale che, a lungotermine, ha impatti di vasta portata.Senza un forte intervento, il numerodi morti premature per inquinamen-to atmosferico ambientale potrebbeaumentare di oltre il 50 per centoentro il 2050.

È per questo che le Nazioni Uni-te il 7 settembre celebrano la Gior-nata internazionale dell’aria pulita edei cieli azzurri, una denominazionepoetica per sensibilizzare gli Statisu un problema grave e sulla neces-sità di rafforzare l’azione per miglio-rare la qualità dell’aria, riducendol’inquinamento atmosferico, al finedi proteggere la salute umana. Leminuscole particelle inquinanti invi-sibili che respiriamo ogni giornonelle nostre città penetrano in pro-fondità nei nostri polmoni, nel flus-so sanguigno e nel corpo. Questiinquinanti rappresentano la causa dicirca un terzo dei decessi per ictus ecancro ai polmoni, nonché un quar-to dei decessi per infarto. L’ozono alivello del suolo, prodotto dall’inte-razione di molti inquinanti diversi, èanche una causa di asma e malattierespiratorie croniche. Gli inquinanticlimatici che concorrono al riscalda-mento globale possono persisterenell’atmosfera per alcuni giorni o fi-no a diversi decenni, e la loro ridu-zione può avere benefici quasi im-mediati per la salute e il clima.

Le Nazioni Unite ricordano inol-tre che l’inquinamento atmosfericoha anche un costo economico eleva-to per la società a causa del suo im-patto negativo sulla produttività deilavoratori e i costi sanitari. Investire,dunque, nella riduzione dell’inqui-namento atmosferico è anche impor-tante per aiutate l’economia. È perquesto che nel documento finaledella Conferenza delle NazioniUnite sullo sviluppo sostenibile(Rio-20) del 2012, intitolato «The

Future We Want«, i Paesi si sonoimpegnati a promuovere politiche disviluppo sostenibile che supportinouna migliore qualità dell’aria nellacostruzione a lungo termine di cittàe insediamenti umani.

Inoltre, l’Agenda 2030 per lo svi-luppo sostenibile definisce una ta-bella di marcia e degli obiettivi per la protezione dell’ambiente e laprosperità per tutti. Tra i 17 obiettivifissati la riduzione dell’inquinamen-to atmosferico è fondamentale.Dunque gli Stati membri delle Na-zioni Unite hanno riconosciuto lanecessità di ridurre significativamen-te il numero di decessi e malattie dasostanze chimiche pericolose, non-ché l’inquinamento e la contamina-zione dell’aria, dell’acqua e del suo-lo, e di ridurre l’impatto ambientalepro capite entro il 2030, anche conparticolare attenzione alla qualità ealla gestione dell’aria, compresi i ri-fiuti comunali. Si tratta ora di ri-spettare gli impegni.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 lunedì-martedì 7-8 settembre 2020

Il diritto alla salute e quello all’educazione

Restare viciniinsegnando da lontano

La testimonianza del parroco a Ramallah

L’Accademia Isola Classica & Festival sul lago Trasimeno

Musicaper ripopolare

Da due anni è stato avviato un progettofortemente ancorato a radici e tradizioni del territorioe, nello stesso tempo, dal respiro internazionalenato per riunire nel segno della musicai migliori giovani talenti della classica contemporaneaDodici musicisti, provenienti da tutto il mondo,hanno superato la dura selezione di ammissione all’Ac c a d e m i a

La situazione finanziaria è difficilea causa delle ingenti speseaffrontate per la costruzionedell’Università di MadabaSenza aiuti esternii cristiani e le Chiese del Medio orientenon riescono ad andare avanti

Il Patriarcato Latino ha reagitoalla crisi economica delle scuolesviluppando un piano di emergenzain vigore almeno fino al 31 dicembreanche offrendo riduzionidelle tasse scolastichea tutte le famiglie che lo richiedono

Il Patriarcato Latino di Gerusalemme viveda diversi anni una situazione finanziariapiuttosto difficile, a causa delle ingenti speseaffrontate per la costruzione dell’Universitàdi Madaba. Proprio recentemente il debito èstato finalmente ripianato, grazie alla venditadi un terreno in Galilea. Ma senza aiuti

#CantiereGiovaniPER COSTRUIRE E A L I M E N TA R E UN’ALLEANZA TRA LE GENERAZIONI

di FILIPPO MORLACCHI

«C i stiamo preparandocon grande impegno al-la riapertura delle scuo-le. Dobbiamo contem-perare le esigenze del

diritto all’educazione degli alunni con quelledel diritto alla salute degli alunni e degli in-segnanti. Le fatiche non mancano, ma siamofiduciosi». A raccontarlo è abuna Jamal Kha-der, parroco a Ramallah e direttore dellescuole del Patriarcato Latino di Gerusalem-me. Quarantatré istituzioni, distribuite fraGiordania (24), Palestina (13) e Israele (6),che hanno dovuto affrontare la crisi covid-19in contesti diversi.

«Il lockdown ha imposto la sospensionedelle lezioni in presenza il 5 marzo scorso, ele nostre scuole hanno risposto prontamente,proponendo la didattica a distanza. Purtrop-po quando il ministero dell’istruzione palesti-nese ha comunicato che la didattica onlinenon sarebbe stata considerata equivalente aquella in presenza, molti bambini hannosmesso di seguire le lezioni, e i loro genitorihanno smesso di pagare le rette. E le rette,anche se non coprono tutti costi delle scuole,

Santa. Anche quest’anno in tutte le nostreistituzioni i risultati del tawjihi (l’equivalentedell’esame di maturità) sono stati eccellenti.Ma la crisi non è ancora alle nostre spalle.Tu t t ’a l t ro » .

sono pur sempre necessarie alla loro gestioneeconomica».

Il Patriarcato Latino ha reagito alla crisieconomica delle scuole sviluppando un pianodi emergenza su più fronti, in vigore almenofino al 31 dicembre prossimo. «Da un lato,prosegue padre Khader, sono state offerte ri-duzioni delle tasse scolastiche a tutte le fami-

esterni, i cristiani e le Chiese del Mediooriente non riescono ad andare avanti.

Nonostante questa povertà diffusa, nonmancano segnali di grande solidarietà. Il Li-bano, già in ginocchio per la tragica crisieconomica degli ultimi anni, è stato ulterior-mente colpito dalla gigantesca esplosione cheha devastato la città di Beirut lo scorso 4agosto. «Subito le nostre comunità si sonomosse in favore di questi nostri fratelli in dif-ficoltà», racconta padre Ibrahim Shomali,cancelliere del Patriarcato.

«Monsignor Pizzaballa, amministratoreapostolico del Patriarcato, ha scritto una let-tera ai sacerdoti, disponendo che in tutte leparrocchie, per due domeniche, le offerteraccolte siano destinate a questa intenzione.È un segno di amore per questi fratelli, arabie orientali come noi. La nostra gente è statagenerosa oltre ogni aspettativa, e mi ha fattopensare alla “povera vedova” del Vangelo,tanto elogiata da Gesù per aver donato nondel proprio superfluo, ma tutto quello cheaveva per vivere. In Palestina e Israele sonostati raccolti quasi 48.000 dollari, in Giorda-nia oltre 25.000 dinari: somme significative,per una comunità cristiana numericamentemodesta e duramente provata. Voglio sottoli-neare che hanno partecipato alla colletta dav-vero tutte le realtà ecclesiali: anche il Vicaria-to per i migranti — una categoria sociale oggiin una situazione tragica — ha voluto dare ilsuo contributo. Un cristiano di Gaza poi haofferto da solo ben 3.000 shekel (circa 750euro). Tutto il ricavato sarà presto inviato amonsignor Cesar Essayan, vicario apostolicodi Beirut, il quale provvederà a distribuirlo aipiù bisognosi. Ma siamo convinti che se sare-mo generosi con loro, il Signore non faràmancare la sua Provvidenza a noi».

glie, sollecitandole al pagamento di almenouna parte di quanto convenuto. Purtroppo,soltanto poco più di un quarto delle famiglieha potuto onorare i propri debiti. Sul frontedei costi, invece, sono state concordate ridu-zioni degli stipendi del personale docente,anche se a loro è stato richiesto un notevolelavoro anche durante l’estate, per prepararsiall’eventualità — purtroppo non remota — dinuove chiusure. Anche l’attività di fund rai-sing è stata potenziata, sviluppando progettiad hoc e chiedendo finanziamenti agli entipiù coinvolti nel sostegno economico del Pa-triarcato, come ad esempio i Cavalieri delSanto Sepolcro. Le scuole sono un fioreall’occhiello della Chiesa cattolica in Terra

di SI LV I A CAMISASCA

Un’oasi naturale di 23 ettariper due chilometri quadra-ti a una manciata di minutida Tuoro, sul lago Trasi-meno: questo angolo di

paradiso, collegato al resto del mondodalle quattro corse di traghetto che, ognigiorno, consentono ai dodici abitanti diIsola Maggiore di andare a scuola (co-vid-19 permettendo), al supermercato oin farmacia, rischia, come tante piccoleperle italiane, l’estinzione.

La mancanza di servizi di prima ne-cessità è tra le ragioni dello spopolamen-to di questo lembo di terra, abbandona-to dai giovani, che non vedono prospet-tive per il futuro, in un luogo la cui eco-nomia ruotava, fino a poco tempo fa, at-torno alla pesca e, poi, alla ricezione tu-ristica. Eppur qualcosa si muove: da dueanni a questa parte, si tiene, infatti, l’Ac-cademia Isola Classica & Festival, un

demia: «Io e mio marito, Vlad Stancu-leasa, non abbiamo pensato solo a unnetwork interdisciplinare capace di con-nettere i musicisti più talentuosi del pa-norama artistico contemporaneo, ma an-che a un’occasione di confronto, in cuicondividere un senso di comunità ritro-vata, oltre i confini geografici e le barrie-re fisiche che l’emergenza ha posto tranoi e gli altri», spiega Natalie Dentini, laviolinista trentenne che ha voluto fonda-re l’Accademia proprio nella sua isola,per aiutare i giovani musicisti ad avviareuna brillante carriera in un ambito estre-mamente difficile: perché se è dura lavo-rare nella musica, farlo per la musica èuna vera sfida.

In particolare, negli ultimi mesi, conla chiusura di conservatori e sale concer-to, i ragazzi hanno dovuto affrontare lostudio in solitaria, in una disciplina incui la relazione e l’esercizio con i mae-stri, come il contatto con l’auditorium,sono fondamentali. Suonare insieme,

ro, gettando le basi di un nuovo corso,che possa essere la premessa all’i n t e re s s edi una classe illuminata di mecenati e in-vestitori, sul modello delle accademie dialto perfezionamento strumentale tede-sche, svizzere e anglosassoni: «Per la no-stra formazione musicale, mio marito edio siamo da tempo in contatto con unarete di fondazioni e istituti che accompa-gnano i giovani di valore nel realizzare laloro vocazione e le loro ambizioni artisti-che — sottolinea Dentini — si tratta dienti culturalmente prestigiosi, con i qualivorremmo percorrere un tratto di stradainsieme: il passo successivo è portare adannuale la frequenza delle masterclass edei concerti, ospitando l’Accademia inuno dei numerosi palazzi abbandonatidel borgo».

Nonostante l’isola sia piccola e il ca-lendario già fitto di eventi, il festival èriuscito a trovare una propria collocazio-ne autonoma, anche grazie al caratterefortemente innovativo della proposta:«Anche quest’anno, a esibirsi, al terminedella settimana di studio, da solisti neiconcerti o al fianco dei loro maestri informazione di musica da camera, sonostati gli studenti stessi» racconta Natalie,sottolineando le difficoltà di reperire ifondi per le future edizioni. In questaedizione, inoltre, sul piano squisitamenteartistico e formativo, un elemento ha re-so Accademia Isola Classica & Festivalun unicum nel panorama mondiale: nellapreparazione del brano di musica da ca-mera sono stati eseguiti quattro quartettiper archi, il che ha segnato un’esp erienzaaltamente qualificante per questi giovanitalenti, che hanno avuto modo di misu-rarsi alla pari con le stelle del firmamen-to della classica. La meraviglia del soda-lizio tra l’Accademia e Isola Maggioreconsiste proprio nell’aver trovato unasintesi tra la necessità di salvaguardareun luogo unico, e di garantire un futurosostenibilità a un’intera comunità, equella di preservare e trasmettere i valoridella musica classica.

E tutto questo non si traduce in cre-scita solo per dodici giovani cosmopoliti,che hanno vissuto una settimana straor-dinaria per tanti aspetti, ma anche pertutti gli abitanti del borgo, che hannocondiviso, in una insolita convivenza, ipochi spazi disponibili, e sono stati acontatto con stili di vita e culture moltolontane da quelle del luogo: «È comples-so descrivere la curiosità, lo spirito, icomportamenti che si innescano tra per-sone che, nella loro vita, non si sono maiallontanate dall’isola, e giovani che a 20anni hanno già visitato gran parte delmondo — racconta la direttrice del festi-val — Una cosa è certa: gli abitanti sonomolto affezionati all’evento e i ragazzi sisono sempre mossi con rispetto nel deli-cato equilibrio di una realtà vulnerabile,ma dall’identità molto forte».

progetto fortemente ancorato a radici etradizioni del territorio, e, nello stessotempo, dal respiro internazionale, natoper riunire nel segno della musica i mi-gliori giovani talenti della classica con-temp oranea.

La piccola comunità del Trasimeno,per una settimana di fine estate si tra-sforma, così, nel regno della musica,complice uno scenario mozzafiato, fattodi tramonti, casali, giardini di salici:l’ambientazione ideale per immergersinell’atmosfera atemporale del silenzioche esalta le note di viole e violini e lostraordinario talento dei dodici musicisti,provenienti da tutto il mondo, che han-no superato la dura selezione di ammis-sione all’Accademia.

Nell’estate delle rassegne cancellate edei festival stroncati, nonostante difficol-tà e limiti imposti dalla pandemia, che,più di ogni altro settore, ha duramentecolpito il mondo della cultura, dell’arte edello spettacolo, gli organizzatori e l’am-ministrazione hanno voluto dare un se-gnale di incoraggiamento a non restareostaggio della paura, aprendo il proprioporticciolo all’incontro di mondi e cultu-re diverse e facendo di questo isolotto —in nome del linguaggio universale dellamusica e dell’accoglienza — un croceviadi relazioni ed esperienze.

La finlandese Tami Pohjola e la ven-tenne giamaicana Ellinor D’Melon, comegli altri giovanissimi artisti (dai nomi,però, già affermati nei teatri di tutta Eu-ropa) sono stati accompagnati per unasettimana in un percorso di perfeziona-mento da quattro maestri della classicainternazionale: i violinisti Mi-kyung Leee Vlad Stanculeasa, il violista EttoreCausa e il violoncellista Antonio Lysy. E,con loro, si sono esibiti in diversi concer-ti aperti gratuitamente al pubblico, comegratuita è la masterclass per gli studenti,in linea con la missione stessa dell’Acca-

ognuno esprimendo il meglio di sé, con-dividendo il risultato con il gruppo econfrontandosi con il pubblico, aiuta acrescere e a comprendere cosa significaesibirsi per gli altri: «Si suona per ilpubblico, sempre, anche quando il pub-blico è negato — prosegue Natalie Denti-ni — del resto, l’Accademia nasce per lacrescita di questi giovani, non con l’in-tento di salvare l’isola. Tuttavia, questasettimana di eventi catalizza l’attenzionesulla condizione di un piccolo borgo,che, nonostante la sua unicità e storia, ri-schia di morire, e sull’urgenza di contra-starne il progressivo abbandono». Que-sta gioventù, restituendo vita e dinami-smo all’isola, ne rimodella anche il futu-

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 7-8 settembre 2020 pagina 5

Vita e morte di Bonfiglio Liborio

Tra Forrest Gumpe don Chisciotte

di GIULIA ALBERICO

Una vittoria meritata e inattesa quel-la di Vita, morte e miracoli di Bonfi-glio Liborio, romanzo di Remo Ra-pino edito da Minimum Fax (Ro-ma, 2019, pagine 265, euro 17)

trionfatore al premio Campiello 2020. Meritata einattesa soprattutto perché l’autore non fa partenell’editoria italiana della rosa dei nomi noti.Tutti i giornali hanno riportato la notizia, tutticon un accento di sorpresa.

Ci sarebbe da dire qualcosa dei criteri con cuitutta l’editoria italiana pare aver abdicato, purdovendo assolvere a giuste e sacrosante leggicommerciali, alla nobile missione di dare spazioalla qualità della scrittura. Qualità prima perchéchi scrive possa definirsi uno scrittore. Onoredunque al coraggio di Minimum Fax per averrischiato, puntando su un nome pochissimo no-to, e per averlo candidato in premi prestigiosi.

Ma chi è Remo Rapino? Un professore diStoria e Filosofia, un provinciale nella più inten-sa e alta accezione del termine. Come lo era

Cantica21: Dante e la contemporaneità

Remo Rapino

Athletica Vaticana ha presentato una raccolta di pensieri di Papa Francesco sullo sport

Nello Stadio di Caracallaa lezione di vita

Flaiano, con cui Rapino condivide i luoghi diorigine. Remo Rapino scrive da decenni, è poetama si è cimentato anche nella narrativa, apprez-zato e riconosciuto nel suo spessore da un pub-blico di lettori ristretto. La vittoria al Campielloè condivisa da tutti quelli che hanno seguito lesue pubblicazioni, è una gioia e una sorta di ri-scatto collettivo.

Bonfiglio Liborio è un uomo mite, di mode-stissima estrazione sociale, che giunto alla con-clusione della sua vita decide di raccontarla per-ché, forse, ha bisogno di metterla in ordine, dirivisitare il tempo andato, i volti dei tanti che ha

amato, i tempi che ha attraversato, dal fascismoalla guerra, i lavori svolti da garzone di bottegaa operaio, le lotte sindacali, la solitudine del ma-nicomio.

Bonfiglio è un mite di cuore, un emarginato,uno che la vita ha scartato, una “coccia matta”di paese che, come un cane randagio, si aggiraper i vicoli e le piazze del luogo in cui è nato,da cui è andato via ma dove è sempre tornato. Èun paese del Meridione, imprecisato ma simile atanti dell’Italia del Sud.

Sfila tutto un secolo nel racconto torrentiziodi Liborio, e dell’intero secolo appena trascorsoci viene incontro una galleria di personaggi, unlungo elenco di cognomi e nomi, perché così Li-borio sa dirli. C’è Cianfarra Romeo, il maestroindimenticato dei suoi primi anni di scuola,Giordani Teresa, la donna amata per una vita…

Una via di mezzo tra Forrest Gump e donChisciotte, Bonfiglio Liborio che non sa parlarein italiano, parla come sa e può, ma sa dire leragioni del cuore, sa trovare le parole giuste perraccontare la Storia e le storie. Bonfiglio Liboriocrede nella forza delle parole e fa suo un pensie-ro di Pasolini, anche se non sa chi era Pasolini:«Siamo impotenti, è vero. Ma le parole valgonopure qualcosa».

Vincitore del premio Campiello 2020Remo Rapino eleggea protagonista del romanzo un uomo miteche attraverso il racconto della sua vitaintesse un’illuminante riflessionesulle vicende dell’intero secoloAffidandosi al potere della parola

di SI LV I A GUIDI

La tentazione è sempre la stes-sa, comerse la pelota, come diceil Papa, “tenersi la palla”.Con il risultato di inimicarsi icompagni di squadra, rendere

il gioco più noioso e prevedibile, e, spes-so, neanche portarsi a casa il risultato.Ma tant’è; si chiama peccato originaleproprio perché il riflesso pavlovianodell’egoismo che ognuno di noi ha den-tro affonda le sue radici nella debolezzastrutturale che affligge tutta l’umanitàdalla Genesi in poi. Una frase icastica esintetica come Comerse la pelota aiuta aricordarci che siamo feriti e indeboliti dauna visione egocentrata dell’intera realtàche ci circonda, e rischia di togliere (anoi e agli altri) il gusto di giocare la par-tita della vita; è una delle frasi raccoltenel libro Mettersi in gioco. Pensieri sullo

tratte da omelie, discorsi, udienze, visitepastorali, componendo un mosaico fattodi tessere piccole ma molto luminose.

Un libro agile, «che può essere messonel borsone con il necessario per l’alle-namento» ha aggiunto monsignor Mel-chor José Sánchez de Toca y Alameda,sotto-segretario del Pontificio Consigliodella cultura con la passione per il ru n -ning (non a caso, presidente di AthleticaVaticana) nel corso della presentazionedel libro, dopo gli interventi di Alessan-dro Gisotti, vice-direttore editoriale deimedia vaticani e Giovanni Malagò, pre-sidente del Comitato olimpico nazionaleitaliano.

«I cinque anelli intrecciati, simbolo ebandiera dei giochi olimpici — si leggein quarta di copertina, sopra la firma au-tografa di Papa Francesco — stanno pro-prio a rappresentare lo spirito di fratel-lanza che deve caratterizzare la manife-

in marcia anche dopo un evento trauma-tico che segna un “prima” e un “dop o”nella vita di una persona, privandola dicose in precedenza date per scontate.«Che cos’è il benessere? — ha scrittoAlex Zanardi nella bellissima prefazioneal libro Mettersi in gioco — Fortuna, suc-cesso, denaro o piuttosto saper soddisfa-re la propria anima comprendendo dav-vero che cosa fare della vita. Se è questala risposta, occorrerebbe domandarselocon lucidità. Perché capita di prenderedecisioni che poi, a distanza di tempo,riconsideriamo. Vediamo gli altri correreverso una meta e, nel timore di lasciarcialle spalle qualcosa di importante, pro-viamo ad agganciare il gruppo senzanemmeno domandarci dove il gruppostia andando. Se non è il correre l’asp et-to più piacevole dell’avanzare verso unorizzonte, se il grande obiettivo altronon è che una buona scusa per farequalcosa che amiamo, sapete che c’è?Correre è molto faticoso! Credo si capi-sca ciò che voglio dire». Una crisi, qua-lunque crisi, obbliga a prendere delle de-cisioni, a fare delle scelte, a guardarsidentro per capire che cosa desideriamodavvero. Una volta fatto questo, conti-nua Zanardi, vincere sarà solo una con-seguenza, che ci può essere “ma ancheno”. Ecco qual è la cosa «fondamentale,che ho compreso — scrive Zanardi — p erme salire su un’auto da corsa o su unahandbike non era importante per prova-re a vincere; ho vinto, dopo, e perchéavevo compreso che desideravo tantissi-mo salirci».

La crisi, ogni crisi, obbliga a tornarealle domande fondamentali. La Chiesaha bisogno dello sport, per la sua gran-de potenzialità educativa, ma anche losport ha bisogno della Chiesa, ha sotto-lineato il presidente di Athletica Vatica-na: «C’è bisogno di un supplemento divalori, di un integratore, di un supple-

mento vitaminico che possa aiutare aprevenire le tentazioni che insidianoquesto mondo».

Un mondo capace di parlare un lin-guaggio universale, immediato, affasci-nante, comprensibile a tutti, ma non pri-vo di trappole e di spine. Mettersi in gio-co. Pensieri sullo sport offre delle «vitami-ne a disposizione di tutti», degli antidoti

È stato presentato lunedì 7 settembre ilprogetto «Cantica21. ItalianContemporary Art Everywhere», chesostiene la produzione di opere perpromuovere l’arte contemporaneaitaliana nel mondo. L’iniziativa prevedeuna sezione speciale dedicata a Dante,ed è promossa congiuntamente dalMinistero degli Affari esteri e dellacooperazione internazionale -Direzione generale per la promozionedel sistema Paese, e dal Ministero per ibeni e le attività culturali e per ilturismo (Mibact) - Direzione generalecreatività contemporanea. Allapresentazione sono intervenute laviceministro degli Affari esteri e dellacooperazione internazionale con delegaalla promozione della lingua e dellacultura italiana all’estero, MarinaSereni e la direttrice generale Creativitàcontemporanea, Margherita Guccione.

sport (Città del Vaticano, Libreria Editri-ce Vaticana, 2020, pagine 124, euro 5),realizzato con il patrocinio di AthleticaVaticana e presentato on the road nelcuore verde dello Stadio delle Terme diCaracalla, lunedì 7 settembre, circondatodal rosso della pista. Un libro multiplo,a più voci, a partire dalle prefazioni diFrancesco Totti, storico capitano dellaRoma, di Tegla Loroupe, una delle piùforti maratonete di tutti i tempi, e la pri-ma donna africana a vincere la maratonadi New York, di Alex Zanardi, pilota inFormula 1, poi campione di paraciclismo(vittima di un grave incidente, sulla suahandbike, il 19 giugno scorso, fuori peri-colo di vita ma tuttora in terapia semi-intensiva) e di Lucio Coco, che ha sele-zionato e assemblato le parole del Papa

stazione olimpica e la competizionesportiva in generale». E di questo spiritonon solo lo sport, ma tutta la società haun bisogno vitale, ha sottolineato LucaPancalli, presidente del Comitato italia-no paralimpico.

Spesso i ragazzi passano più tempocon il loro coach che con i genitori, o glialtri membri della famiglia, per questo èil caso di parlare di “All-educatori”, piùche di semplici allenatori, come ha fattoPancalli nel suo discorso. «Avere corag-gio significa anche essere capaci di guar-dare il mondo con curiosità» ha aggiun-to il presidente del Cip. Guardare ilmondo circostante, ma anche se stessi,con uno sguardo ancora capace di stu-pore non è facile, non è automatico. Maè una facoltà che permette di rimettersi

«Mettersi in gioco» è un libro multiploa più voci. A partiredalle prefazioni di Francesco Tottistorico capitano della Romadi Tegla Loroupe, una delle più fortimaratonete di tutti i tempie prima donna africana a vincerela maratona di New Yorke del campione paralimpico Alex Zanardi

al veleno della competizione fine a sestessa. Si tratta di uno stile di vita, preci-sa monsignor Melchor, non di “correre ebasta”; allenarsi al bene è un processocontagioso. Perfino il motto di AthleticaVaticana, il latino Simul currebant ha fi-nito per declinarsi in tante accezioni di-verse, fino all’anglosassone We Run To-gether nome che ha designato una mara-tona (sospesa provvisoriamente causa co-ronavirus) e un’asta di beneficenza. Acui hanno partecipato molti atleti. Tra itanti, ricordiamo Fabrizio Donato, cam-pione di salto triplo, che non si è limita-to a offrire magliette autografate o cime-li, ma ha aperto la porta di casa sua, re-galando un invito a cena con la sua fa-miglia.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 lunedì-martedì 7-8 settembre 2020

Ricordo di Gregorio Diamare, vescovo e abate di Montecassino, a 75 anni dalla morte

Pastore coraggiosoin mezzo alla tempesta

di MARIANO DELL’OMO

Il 6 settembre 1945 moriva l’abatee vescovo Gregorio Diamare,che per trentasei anni a partire

dal 1909 aveva guidato l’abbazia e ladiocesi di Montecassino, ed appenaun anno prima, il 15 febbraio 1944,aveva vissuto da vicino un evento trai più tragici della seconda guerramondiale, il bombardamento diMontecassino, seguito poi, un mesedopo da quello della sottostante cit-tà di Cassino. A settantacinque annidalla sua scomparsa, com’è vivo ilsuo ricordo nella comunità cassinesee nella società civile di Cassino e deipaesi di quella che fu la sua diocesi,così resta ancor oggi particolarmenteincisivo e pienamente veridico il ri-tratto che ne delineò Papa Pio XII inun suo autografo del 18 giugno 1941,a lui indirizzato per il cinquantesimoanniversario dell’ordinazione sacer-dotale. Scriveva il Pontefice: «Ci so-no ben note le molteplici cure con lequali hai cercato di far crescerel’onore a Dio e il profitto delle ani-me. Ci si presenta infatti, tra gli altrituoi meriti, il rinnovamento dellacripta di S. Benedetto, che conduce-sti felicemente al fine, e che fu se-guita dalla solenne celebrazionedell’anno giubilare; ci si presentanoinoltre la restaurazione della chiesacattedrale dell’Abbazia, il riattamen-to delle fabbriche dell’a rc h i c e n o b i o .Le belle arti poi e le scienze, le ope-re di carità e quelle sociali, con ricer-

che e pubblicazioni, facesti progredi-re; i convegni eucaristici e la solennericorrenza, quattordici volte secolare,della fondazione dello stesso archice-nobio celebrasti con ogni cura. Né tifu meno a cuore di governare e per-fezionare, con l’aiuto del clero, la vi-ta cristiana del popolo».

La prima grande prova che segnòil governo abbaziale di GregorioDiamare fu il terremoto della Marsi-ca avvenuto il 13 gennaio 1915: quin-dici giorni dopo (28 gennaio) eglifirmava una lettera rivolta ai fedelidella diocesi di Montecassino e pre-positura di Atina, dalla quale emer-ge tutto il suo sgomento di fronteall’entità dei danni subiti dai varicentri abitati diocesani, in primisquelli abruzzesi, seguiti dai limitroficentri delle regioni circonvicine, tracui la stessa Cassino. Ecco quel chel’esperienza personale del disastrogli faceva scrivere con animo accora-to e insieme fiducioso, e non menointensamente di come lo hanno vis-suto e descritto in quegli stessi gior-ni altri due insigni testimoni oculari,il laico Ignazio Silone e il santo sa-cerdote Luigi Orione: «A tanto dan-no, che se può considerarsi lieve inparagone di quello di Avezzano eSora, è nondimeno in sé gravissimo,ci si stringe il cuore. Nel dolorosogiro che ho fatto per i luoghi delladiocesi maggiormente danneggiati,per arrecare a tanti sventurati quelmeschinissimo conforto, più dellaparola che di altro, che mi era possi-bile, ho potuto constatare quantogrande sia la sventura, e quanto du-ramente siano provati coloro che nesono stati colpiti. Povera gente! Per-duta la casa si agglomerava sottotende sepolte dalla neve, o in piccolestanzette a pian terreno, che la pietàdi pochi vicini meno colpiti offriva acoloro che erano maggiormente dan-neggiati; vedeva le proprie masseri-zie sottratte alla furia devastatrice

del terremoto, inesorabilmente dan-neggiate dalla inclemenza di unastagione eccessivamente piovosa.Mancava ad essa financo il confortodi potersi prostrare nella Casa diDio, che è la casa di tutti, per attin-gere ai piedi del Tabernacolo, nellafrequenza dei Sacramenti, la forzaper resistere allo imperversare di tan-ta sciagura. Ma sia benedetto sem-pre il Signore, nelle vicende prospe-re come nelle avverse, nella gioia co-me nel dolore. In mezzo a tantosconforto ho potuto constatare lagrande rassegnazione ai voleri diDio, da cui quella povera gente erasorretta, e la illimitata fiducia nellainfinita misericordia del Signore. Micommuove ancora il ricordo di one-sti operai che pur mostrando l’ani-mo squarciato e gli occhi pieni di la-crime al vedere le rovine della pro-pria casetta, si preoccupavano piut-tosto della sorte della loro chiesa, esupplicavano perché fosse subito re-staurata e riaperta al culto. I bisognisono immensi, ed io mi rivolgo aimeno danneggiati perché vengano inaiuto ai loro fratelli più bisognosi,sicuro che il mio appello non cadràinvano».

Trenta anni dopo, lo stesso gran-de cuore ugualmente pervaso di ab-bandono agli imperscrutabili disegnidi Dio, pur dopo lo schianto delladistruzione di Montecassino e lamorte di tanti innocenti, animava lalettera che il vecchio abate ormai ot-tantenne scriveva al suo clero il 20

to ha permesso e disposto pel nostrovero bene, il quale accogliendo le in-cessanti suppliche che da ogni partedel mondo gli venivano rivolte hafatto cessare le immani stragi provo-cate dalla guerra. Vogliamo quindiche voi, reverendi parroci, assiemeagli altri sacerdoti che vi coadiuva-no, ricordiate al popolo questo do-vere, e promoviate nel miglior modoche potete pubbliche funzioni di rin-graziamento al Signore, col cantodel Te Deum in un giorno festivo do-po la celebrazione della S. Messa, epossibilmente dinanzi a Gesù sacra-mentato solennemente esposto. Ri-corderete ancora al popolo che nonbasta onorare il Signore con le solelabbra; occorre in primo e principaleluogo dargli il dovuto onore e mo-strargli così la dovuta riconoscenzaper i benefici ricevuti, con un tenoredi vita sempre più conforme ai suoisanti comandamenti e precetti. Solocosì potremo aspettarci che i popolideponendo ogni odio e rancore pos-sano raggiungere una vera e giustapace che permetta a tutti, ed in mo-do speciale a noi Italiani, di attende-re alacremente alla non lieve operadi ricostruzione morale e materialedel nostro tribolatissimo Paese. Vibenedico di cuore».

All’abate Diamare nei suoi lunghianni di governo non fece certo difet-to la sapientia cordis, che egli esercitòinstancabilmente nei confronti dimonaci, sacerdoti, e fedeli tutti, riccodi un’esperienza familiare ed eccle-siale che aveva assimilato nella cittànatia, con le sue ricche tradizionicristiane, popolari e culturali, quellaNapoli dove aveva visto la luce il 13aprile 1865, primogenito di Salvatoree Teresa Albano. Battezzato con ilnome di Vito, egli si era formato inun ambiente spirituale e sociale ani-mato da personalità religiose comesanta Caterina Volpicelli fondatricedelle Ancelle del Sacro Cuore, l’ora-

toriano dei girolamini e futuro cardi-nale Alfonso Capecelatro, e in parti-colare il buon sacerdote don EnricoAttanasio. Quest’ultimo faceva partedi una schiera di ecclesiastici napole-tani legati al padre francescano al-cantarino Ludovico da Casoria, pro-clamato santo nel 2014, di cui fu col-laboratore, impegnandosi special-mente a vantaggio della gioventù nelcampo degli asili infantili privatimunicipali, di uno dei quali, quellodella Vicaria al vico Grotta dellaMarra, era sacerdote visitatore. Fu inquesto fervido ambiente che il giova-ne Diamare sperimentò l’imp egnonon solo degli ecclesiastici ma anchedei laici cattolici moderati nel cam-po dell’educazione popolare. Unavolta divenuto monaco il 23 gennaio1888, e sacerdote il 28 giugno 1891,non gli fu difficile dare applicazioneai metodi pedagogici appresi in gio-ventù, a beneficio degli allievi delCollegio di Montecassino del qualefu rettore per lunghi anni. Ma è so-prattutto nella città di Cassino cheDiamare, divenuto abate nel 1909,profuse tutto il suo impegno di or-ganizzazione e animazione cristianadella gioventù.

La prima delle istituzioni a talescopo da lui poste in essere a Cassi-no grazie alla collaborazione di bra-vi sacerdoti, fu il Ricreatorio cattoli-co, ufficialmente istituito nel 1913 magià ideato nel 1910, a un annodall’inizio del suo ministero di aba-te. A quella scuola, fatta di preghie-ra comune, pratiche sacramentali,istruzione, conferenze, giochi e lun-ghe passeggiate, si formò tanta partedella gioventù cassinate. E non man-carono impegni straordinari comequelli promossi dallo stesso abatenel corso della prima guerra mon-diale, allorché nel palazzo abbazialefu impiantato un vero e proprio uffi-cio per la spedizione di pacchi-viveriai prigionieri di guerra, nonché unufficio informazioni nel quale presta-vano la loro opera i giovani piùgrandi del ricreatorio.

Il ministero abbaziale di GregorioDiamare, animato nel corso deglianni da un’incessante carità volta asollevare le tante difficoltà materialie morali nelle quali versava il suopopolo in tempi resi calamitosi dallemalattie, dai terremoti e dalla guer-ra, fu onorato dalla sede apostolicacon l’elevazione all’episcopato: ilsessantatreenne abate fu consacratovescovo titolare di Costanza di Ara-bia il 12 marzo 1928. L’anno succes-sivo, il 1929, ricorreva il XIV centena-rio della fondazione di Montecassi-no, e in quell’occasione Papa Pio XIinviò all’abate e vescovo una letteraapostolica, Non sine numinis instinctu,nella quale tra l’altro rievocava consentimenti di riconoscenza a lui ri-volti, i giorni trascorsi a Montecassi-no nel 1921, quando creato cardinaleil 13 giugno di quell’anno, nellaquiete del monastero aveva prepara-to le due prime lettere pastorali alclero e ai fedeli dell’arcidiocesi diMilano.

Dieci anni dopo i tempi erano de-cisamente mutati. Pio XI moriva il 10febbraio 1939. Il 28 successivo il car-dinale Ildefonso Schuster, profonda-mente legato all’abate Diamare, es-sendo stato suo diretto collaboratorein qualità di procuratore generaledella Congregazione cassinese quan-do il Diamare ne era presidente dal1915 al 1931, poco prima di entrare in

conclave per la scelta del nuovo pa-pa, così scriveva all’abate di Monte-cassino: «Domani entreremo, a Diopiacendo, in conclave. Chi può pre-vedere il consiglio del Signore?Ogni altro prognostico è fatuo. IlSignore certo aiuterà colla sua po-tenza il novello Pontefice, ma avràmolti dolori e difficoltà. Chi potreb-be essere così audace, da non sot-trarsi a tanta responsabilità? Speroche almeno avrò il piacere di riab-bracciarla il dì della coronazione delnuovo Papa, quando conto di torna-re anch’io a Roma» (Montecassino,Archivio privato dell’Abbazia, carteg-gio Schuster-Diamare). E Schuster fubuon profeta: la seconda guerramondiale, con il suo carico di “dolo-ri e difficoltà”, scoppiata nel settem-bre di quell’anno avrebbe travoltotutti, impegnando specialmente PioXII in un’inesausta tensione al recu-pero della pace, mentre l’Italia el’Europa sperimentavano distruzionee morte. Il bombardamento di Mon-tecassino avvenuto il 15 febbraio1944 nel corso della dura battagliatra l’esercito germanico da una partee quelli alleati dall’altra, era come ilsigillo di una tragedia universale.Eppure l’abate Diamare che nonvolle mai abbandonare il monastero,nei mesi che precedettero la tragicaconclusione, oltre ad occuparsi dellesuore, dei bambini e dei numerosicivili che si rifugiavano in abbaziaper sfuggire agli orrori della guerra,non mancò di arginare egli stesso at-ti di violenza a danno di personeinermi, come quando intervenendo il15 ottobre 1943 presso il generale te-desco Hans-Valentin Hube coman-dante del 14° corpo d’armata coraz-zato, ottenne la liberazione di ventiostaggi della contrada di Sant’Anto-nino (Cassino) che erano stati con-dannati a morte in seguito a un attocommesso da due abitanti del luogoai danni di militari germanici. D’al-tra parte decisiva fu anche la suaopera rivolta alla salvaguardia nonsolo dell’archivio e della bibliotecadi Montecassino, ma anche del de-posito dei Musei di Napoli portatoa Montecassino insieme alle collezio-ni numismatiche di Siracusa e al Te-soro di San Gennaro nella vana spe-ranza che in quel luogo sarebberostati al sicuro dall’infuriare dellaguerra.

Lo Stato italiano intese perciò da-re pubblico riconoscimento alla co-raggiosa opera svolta dal Diamarenei cruciali anni 1943-1944, conferen-dogli con decreto del presidente del-la Repubblica del 5 marzo 1951 suproposta del ministro dell’Interno la

medaglia d’oro al valore civile, cosìmotivandola con atto ufficiale del 20marzo successivo: «Luminosa figuradi sacerdote, confermava, durante lelunghe e sanguinose vicende bellichesvoltesi nei pressi dell’Abbazia diMontecassino, i suoi elevati senti-menti di carità cristiana, più volteaffrontando, con esemplare fermezzaed indomito coraggio, la morte, purdi apportare la sua parola di fede edil suo soccorso in favore di tutti co-loro che, rifugiatisi nell’Abbazia, in-vocavano la sua paterna protezione.Unica autorità rimasta sul posto, in-terveniva ripetutamente e con ener-gia presso il Comando militare tede-sco, ottenendo il rilascio di numero-se persone che, prelevate comeostaggio, erano state condannate amorte, ed evitando la distruzione,disposta in segno di rappresaglia, dialcune località abitate. Dopo averposto in salvo innumerevoli tesorid’arte depositati nell’Abbazia, rico-nosciuta la inutilità dei suoi sforzidiretti a preservare dalla distruzionel’insigne Monumento, decideva diallontanarsene ed, attraversata la li-nea del fuoco, profonda circa 20 chi-lometri, alla testa di un corteo didonne, malati e feriti, riusciva, tral’infuriare della battaglia, a portaretutti alla salvezza».

Il 20 febbraio 1944, cinque giornidopo il bombardamento dal qualeera uscito illeso con i monaci che loaffiancavano, alle ore 9 della mattinal’abate Diamare fu ricevuto inudienza da Papa Pio XII: quanto dalui riferito al Pontefice fu di sicuroun monito su quello che avrebbe po-tuto verificarsi anche a Roma. Daquel momento, e nonostante le estre-me difficoltà, il vecchio abate vissela responsabilità di riunificare, perquanto possibile, la comunità mona-stica e diocesana, e al tempo stessodi lavorare per il ripristino dell’anti-co monastero le cui macerie si erge-vano spettrali sulla montagna. Èquanto emerge puntualmente in unalettera da lui indirizzata ancora alcardinale Schuster da Sant’Anselmoin Roma il 15 maggio 1944: «La co-munità è divisa e sparpagliata tra S.Anselmo, S. Paolo e S. Girolamo aRoma, e tra Perugia, Farfa e Subiacoed anche altrove. Occorrerebbe riu-nirla al più presto sia per la discipli-na monastica e sia per alleggerire ilpeso con cui graviamo principalmen-te sulle tre comunità monastiche diRoma. Ma per formare una comuni-tà a sé occorre cominciare a fornircidelle cose più semplici e più neces-sarie per la vita materiale, monasticae spirituale. Lo stesso per la diocesi.Oltre le chiese sono andati distrutticon l’archivio della curia anche tuttigli archivi, libri e documenti parroc-chiali. Inoltre in Cassino e in quasitutti gli altri paesi gli archivi civilisono andati ugualmente distrutti operduti. Bisogna ricominciare da ca-po!! Il disastro è enorme: sia fattasempre la volontà di Dio» (Milano,Archivio storico diocesano, CarteggioS c h u s t e r, Episcopato italiano - IIguerra mondiale, n. 82).

Forse non è inutile a illuminare ilgrado di fede salda e di sinceraumiltà dell’abate Diamare in queidifficili frangenti, svelare come eglisi sottoscriva in calce a questa letteraautografa: «Affezionatissimo e rico-noscentissimo † Gregorio Diamareindegno vescovo ed abate diMontecassino». Nondimeno con spi-rito di fiducia nel futuro l’abate siandava prodigando per una rapidaricostruzione del monastero, confor-tato dal fatto che il 16 febbraio del1945 il ministro dei Lavori pubblici,Meuccio Ruini, aveva nominato unacommissione ministeriale al fine distabilire i criteri fondamentali per laricostruzione di Montecassino. Con-temporaneamente il 28 febbraio perlo stesso scopo si era tenuta nel Pa-

lazzo della Cancelleria la prima riu-nione ufficiale della Pontificia Com-missione centrale per l’arte sacra inItalia, incaricata di studiare e predi-sporre linee guida per la riedificazio-ne dell’antico monastero. Era comeun’alba di risurrezione che l’abateGregorio Diamare poté tuttavia solointravedere, poco prima che una feb-bre malarica contratta a Cassino nel-la sosta per la festa dell’Assunta neindebolisse mortalmente la fibra giàresa fragile dalle tante traversie subì-te in quei mesi. Con la sua scompar-sa il 6 settembre 1945 un capitologlorioso e al tempo stesso tragicodella storia di Montecassino si chiu-deva, e un altro non meno impegna-tivo, quello della ricostruzione, siapriva assorbendo le energie del suointrepido successore, l’abate Ildefon-so Rea, che nel primo messaggio ra-diofonico dopo il suo insediamentol’8 dicembre 1945, così ricordava ilpredecessore: «L’abbate GregorioDiamare dorme in pace nella suaterra: rigermoglierà dalle sue ossal’Abbazia di Montecassino che piùvolte distrutta nella vicenda dei tem-pi mai fu annientata. Chiamato dallafiducia del S. Padre e dall’app ellodei monaci cassinesi a succedere almio venerando Padre e Maestro nelgoverno dell’Abbazia, rivolgo un ap-pello a tutti gli Italiani per invitarlia cooperare nella riedificazione dellamillenaria Abbazia». L’Abbazia sa-rebbe presto “rigermogliata”, e conessa l’Italia tutta.

L’abbazia di Montecassino dopo i bombardamenti del 15 marzo 1944

Il vescovo abate Diamare assiste alle operazioni di salvataggiodell’archivio di Montecassino

Diamare, a sinistra del cardinale Gasparri, nel giorno della sua benedizione abbaziale

Lutto nell’episcopatoIl vescovo Paul Chittilapilly, eme-rito di Thamarasserry dei siro-ma-labaresi, è morto in India alle18.45 di domenica 6 settembre.

Il compianto presule era nato il7 febbraio 1934 in Mattom,nell’arcieparchia siro-malabaresedi Trichur, ed era stato ordinatosacerdote il 18 ottobre 1981. Il 30aprile 1988 con l’erezione dellanuova Chiesa di Kalyan dei siro-malabaresi ne era stato nominatoprimo vescovo. Aveva ricevutol’ordinazione episcopale il succes-sivo 24 agosto ed era stato trasfe-rito alla Sede di Thamarasserryl’11 novembre 1996. Aveva rinun-ciato al governo pastoraledell’eparchia il 18 gennaio 2010.

Le esequie si celebrano martedì8 settembre alle ore 11

agosto 1945. Spe-ranza cristiana, zeloapostolico, spiritodi ricostruzionepercorrono le paro-le — un vero testa-mento — che il pa-store rivolge ai suoipiù diretti collabo-ratori solo pochigiorni prima del-l’appuntamento su-premo al quale ilDio della misericor-dia l’avrebbe chia-mato per conferirglila corona delle tan-te grazie di cuil’aveva arricchitonel corso della suafeconda vita di be-nedettino, contem-plativo e insiemeapostolo di Cristo:«Ora che tutte lenazioni ed i popolibelligeranti hannodeposto le loro ar-mi dobbiamo rivol-gere il nostro pen-siero riconoscenteal Signore, che tut-

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L’OSSERVATORE ROMANOlunedì-martedì 7-8 settembre 2020 pagina 7

L’8 settembre 1980 usciva la prima lettera pastorale dell’arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini

Nella contemplazioneil Dio della vita

A Montefiascone il forum sul rapporto tra uomo e natura

I n d i e t ronon si torna

Roberto Borra, «Contemplazione»

IL CRISTIANO E LA CITTÀ

«Paolo non guarda la città di Atene e il mondo pagano con ostilità ma con gli occhi della fede. E questo ci fa interrogare sul nostro modo di guardare le nostre città:le osserviamo con indifferenza? Con disprezzo? Oppure con la fede che riconosce i figli di Dio in mezzo alle folle anonime?»

Anticipiamo ampi stralci dell’articolo,in uscita a fine settembre su «La rivi-sta del clero italiano», che ricorda «Ladimensione contemplativa della vita»,la prima lettera pastorale di CarloMaria Martini, arcivescovo di Milanodal 1979 al 2002, datata 8 settembre1980.

di GI O VA N N I CESARE PAGAZZI

L’otto settembre 1980 uscì Ladimensione contemplativa dellavita, prima lettera pastorale

di Carlo Maria Martini, da poco ar-civescovo di Milano. Il titolo scon-certava, poiché rivolto alla Milanodegli anni ’80, frenetica nel lavoraree nel godere, consapevole di esserela prima della classe in Italia e tra lecittà europee più vitali. La sua rico-nosciuta generosità era l’e s p re s s i o n eluminosa della sua agitazione. Il suoritmo insostenibile era l’altissimoprezzo della sveltezza nel cogliere leopportunità e il costo dei bei vestitiche coprivano la sua tristezza. Infattinon si è mai iperattivi solo per ca-priccio o per indole; spesso lo si di-venta per ammutolire le domandepiù vibranti che, sepolte vive, parto-riscono strani mostri tra cui la tri-stezza appunto, smascherata anchedagli attentati terroristici.

Ma Milano e il suo territorio com-prendeva anche la Chiesa di Milano.I milanesi erano solerti, dinamici, in-traprendenti, così pure i cristiani mi-lanesi che, condividendo l’op erositàdel luogo, forse risentivano della

medesima frenesia (fosse pure pasto-rale).

La dimensione contemplativa dellavita suonò come un «Fermi tutti!»;quasi un sacrilegio, con un tocco diironia. Infatti le righe iniziali dellalettera non fanno alcun riferimentoalla fatica dei primi mesi di Martini.Non si avverte il minimo segnale diaffanno nel tenere il velocissimo pas-so dei suoi fedeli. Al contrario: l’ar-civescovo apre la lettera descrivendo-si come chi sta godendo «giorni diquiete», caratterizzati anche da«lunghe ore» di «preghiera», «rifles-sione» e «meditazione». Un porta-mento libero e signorile, distintodalla retorica secondo cui chi non èsempre stanco morto, chi si riposa, èuno sfaccendato, un buono a nulla;non è né un imprenditore capace, néun impiegato efficiente, tantomenoun pastore appassionato e dedito alsuo gregge. Il vescovo dell’op erosis-sima Milano si presentava come unoche si stava riposando!

Il titolo della lettera è intrigante.Non suona come “l’importanza dellacontemplazione nella vita”, richia-mando al dovere di contemplare, mariconosce un potere e una qualitàche anzitutto appartengono alla vitastessa. In primo luogo non si alludeal compito di contemplare, ma si af-ferma la forma originariamente con-templabile della vita. Vale a dire: lavita (tutta la vita!) è da contemplare.La capacità di contemplazione è fa-vorita, richiesta, invocata dalle forzee dalle forme della vita stessa. Perciòcontemplare è l’accesso normale alla

vita. L’assenza di contemplazionenon è semplicemente un dovere di-satteso, ma un’amputazione infertaall’uomo. Se, avendo responsabilitàeconomiche, politiche, sociali, cultu-rali, ecclesiali si ostacolasse la con-templazione, si assumerebbe un at-teggiamento “ab ortivo”, impedendola nascita e la crescita dell’originariorapporto tra vita e vivente, tipica-mente contemplativo.

Parlare di “dimensione contempla-tiva della vita” significa leggere conoriginalità squisitamente biblica l’at-to di contemplare. “C o n - t e m p l a re ”deriva da “cum” e “templum”, cioèla sezione di cielo delimitata dall’àu-g u re per interpretare il volo degli uc-celli. Tale porzione “separata” era“distinta” e “sacra” rispetto al restodella volta celeste. In seguito, il ver-bo assunse il significato di “alzare losguardo al cielo”, mantenendo co-munque un tocco di “separazione” e“sp ecialità” rispetto alle azioni piùcomuni.

Insomma: contemplare è un’attivi-tà separata e speciale che mira al cie-lo, all’oltre, all’al di là, al profon-do… rispetto a quanto è solitamentedisponibile. Ciò che nella vita è co-mune e quotidiano sarebbe superfi-ciale, mentre la contemplazione aspi-ra alla profondità o all’altezza. Affer-mare invece che la vita è tutta con-templabile significa ammettere laprofondità di quanto affiora alla su-perficie di ogni giorno. Ciò noncomporta l’annacquamento della dif-ferenza specifica di luoghi e tempipropri della contemplazione. Al con-

trario, la loro importanza è più volterichiamata da Martini, insistendosulla «preghiera eucaristica silenzio-sa», sulle «pause contemplative», sul«silenzio» e la «solitudine», auspi-cando «l’elaborazione di modelli eforme di preghiera contemplativaper l’uomo d’oggi». Tuttavia, l’affer-mazione del carattere eminentementecontemplabile della vita intera, im-pedisce di requisire l’esperienza dellacontemplazione nei tempi e nei luo-ghi considerati “tipici”.

Articolando tempi e luoghi pro-priamente contemplativi con la con-templabilità della vita intera, Martiniintende riattivare il battito compresotra il “raccoglimento” nel tempo enello spazio sacro e l’“accoglienza”della vita intera. Siffatta pulsazionecaratterizza lo stile del Figlio di Dionella carne, più volte presentato daiVangeli “raccolto” nella solitudinedella preghiera e perciò capace di“a c c o g l i e re ” la presenza operosa delRegno del Padre nella sazietà degliuccelli del cielo, nell’eleganza deifiori del campo, nelle pulizie di casa,nella pesca, nell’agricoltura e nelcommercio, nella cucina, nelle fati-che educative, nel vento, nel semeche cade a terra e muore... Nonavremmo le parabole del Regno sen-za il “raccoglimento accogliente” delS i g n o re .

Dinamica simile muove il raccon-to della vocazione di Isaia (Isaia, 6,1-8). Il profeta, probabilmente sacer-dote, si trova nel Tempio di Gerusa-lemme durante una liturgia. Sta nelluogo più santo della città santa,

compiendo un’azione santa. Luogo eazione godono di una differenzaspecifica, esclusiva rispetto a tutto ilresto. In questo ambiente esclusivo,il profeta vede la maestà di Dio. At-torno al Signore i serafini infuocatiproclamano a cori alterni: «Santo,santo, santo il Signore degli eserci-ti». Ma proprio nel punto di massi-ma condensazione della santità, gliangeli continuano: «Tutta la terra èpiena della sua gloria!». La gloria diDio, cioè il mistero della sua reale,efficace presenza, riempie tutta laterra, è percepibile su tutta la terra.Ma proprio tutta! Sembra che ilcompito di quanto avviene nel tem-pio sia rivelare che tutta la terra èpiena della gloria di Dio. Solo quelluogo e quell’azione tipicamentecontemplativi hanno questo potere,ma il loro onore e il loro onere con-siste nel manifestare e ricordare chetutta la terra, e tutto Adamo, «il pla-smato con la terra», è contemplabile.L’esclusiva dello spazio e tempo sa-cri non esclude il resto, ma anzi loinclude, rivelandolo per ciò che è.

Insomma: non un’esclusiva esclu-dente, ma inclusiva.

Perciò, con espressione folgorante,Martini scrive che «la preghiera èpercezione della realtà», è la formapiù raffinata di sensazione, intuizio-ne e conoscenza di tutto il reale. Ilnon contemplativo è un distratto, unfuggiasco dalla realtà, personale, so-ciale, cosmica. D’altro canto, se il ca-rattere speciale di tempi e luoghi ti-picamente contemplativi virasse ver-so l’esclusione del reale, non onore-rebbe il proprio compito “p ercetti-vo”, condannando la vita a quel mu-tismo cui è facile imporre le paroledell’ansia, dell’attivismo, del consu-mismo e della tristezza. Interessan-dosi a questa pulsazione, l’a rc i v e s c o -vo gesuita cura con un’unica mano-vra sia la frenesia triste sia la con-templazione senza carne.

Ieratico come uno dei s e ra p h i m diIsaia, Martini, cantando «Santo,santo, santo il Signore Dio deglieserciti. Tutta la terra è piena dellasua gloria!», entrò nella complessa,agitata, difficile e bellissima Milano.

Nell’insegnamento di Papa Francesco

La «Laudato si’» per un nuovo umanesimo

di PAOLO BENANTI

Lo scorso 5 settembre, alla Rocca dei Papi di Montefia-scone, a Viterbo, in occasio-

ne della XV Giornata nazionale perla custodia del creato, indetta dallaConferenza episcopale italiana peril primo settembre, si è celebratauna giornata dal titolo «Indietronon si torna. Un nuovo umanesi-mo alla luce della Laudato si’». «Ilrapporto tra uomo e natura è dete-riorato, perché le nostre abitudini avolte sono dannose per l’ambiente.La pandemia ce l’ha dimostrato.Ma essa ha anche generato un mo-vimento internazionale di pensieroche chiede di non continuare conlo stile di vita di prima, che non èpiù sostenibile — ha spiegato Al-fonso Cauteruccio, presidente diGreenaccord onlus — La nostracampagna “Indietro non si torna”invita a riflettere, ad essere creativie innovativi. Come chiede PapaFrancesco nell’enciclica Laudato si’,occorre un “nuovo umanesimo”,ossia una pianificazione del futurodell’uomo sulla base delle esigenzedi rigenerazione della natura e suuna maggiore equità sociale checrei benessere utilizzando meno ri-sorse». Concetto ribadito anche daHumberto Miguel Yáñez, direttoredel Dipartimento di teologia mora-le alla Pontificia università Grego-riana, del cui intervento in questapagina pubblichiamo ampi stralci.Proprio a partire da questa consa-pevolezza si è anche celebrato il XVForum dell’informazione cattolicaper la custodia del creato, che nona caso si tiene nel circondario delvicino lago di Bolsena, un territo-rio con un ecosistema delicato evulnerabile. La manifestazione èorganizzata congiuntamente con lalocale associazione Rocca dei Papiper un’ecologia integrale, il cuipresidente, il vescovo Fabio Fabe-ne, ha dichiarato: «L’Asso ciazioneRocca dei Papi per una ecologiaintegrale è lieta di accogliere i gior-nalisti che partecipano al Forumindetto in occasione della XV Gior-nata della custodia del creato. Labellezza del paesaggio del lago di

Bolsena, che si ammira dall’alto delcolle Falisco, ci aiuta a comprende-re l’attualità e l’urgenza di attuareil messaggio della Laudato si’, chel’associazione vuole promuovere,accogliendo l’invito di Papa Fran-cesco. Siamo chiamati a rifiutare lacultura dello scarto, l’economia cheesclude e crea povertà; siamo chia-mati a custodire la casa comune e ariconnettere il rapporto tra l’uomoe la natura, tra l’uomo e la società,per una rinnovata visione del mon-do».

La Giornata è stata declinata inuna sessione di lavoro mattutinadedicata alla disamina del rapportotra fede ed ecologia, della relazionetra scienza, tecnologia ed ecologia,dei suggerimenti contenuti nellaLaudato si’ sull’umanesimo integra-le. Dopo alcune testimonianze diiniziative imprenditoriali nate pro-prio su impulso dell’enciclica diPapa Francesco, che quest’annocompie il suo primo lustro, un in-tervento ha documentato il risve-glio della natura al tempo dellapandemia. La sessione pomeridianaè stata dedicata al tema dell’ecolo-gia integrale — vera novità dell’en-ciclica — e alle emergenze ambien-tali e sociali lette in un’ottica noncontrapposta. Seguiranno due in-terventi sulle tecniche per costruiree riorganizzare le abitazioni e sultema della mobilità sostenibile nelcomparto ferroviario.

In serata si è invece svolta la ce-rimonia di premiazione del Con-corso fotografico «L’uomo e il ma-gnifico dono della Natura» e delconferimento del premio giornali-stico Sentinella del Creato, presen-tata dai giornalisti Roberto Amen eRomina Gobbo. Sono stati premia-ti tre giornalisti per la qualità delloro lavoro sui temi ambientali ealcuni personaggi alla carriera. Traquesti ultimi, Simona Roveda, re-sponsabile comunicazione e fonda-trice di Lifegate e Fulvio Cerutti,fondatore del portale «La Zampa»,l’ingegner Piero Bruni, presidentedell’associazione Lago di Bolsena eClaudio Pagliaccia, produttore bio-logico.

di MIGUEL YÁÑEZ

L’enciclica di Papa Francescosull’ecologia porta il titolodella preghiera di san Fran-

cesco d’Assisi che esprime un atteg-giamento proprio dell’uomo che difronte al creato, prorompe in ricono-scenza davanti all’Autore della natu-ra della quale si riconosce parte qua-lificata, proprio per poter goderedella contemplazione. Infatti, l’e s s e reumano è consapevole di essere statomesso al vertice della creazione. Maoggi molti hanno perso questa capa-cità di contemplare oppure non tro-vano il tempo e l’opportunità perfermarsi e guardare, per riflettere ri-guardo al senso della vita, al sensodi ciò che si fa, di ciò che si ha, diciò che si guadagna. Per molti la vi-ta è diventata una corsa senza fine esenza sosta, provando la routine e lastanchezza di vivere, privandosi del-le gioie che può dare a chi la vivecon i ritmi che la natura cela e chel’uomo può scoprire e adeguare leproprie giornate dando spazio allacontemplazione, alla relazione congli altri, al rapporto con il creato eal suo Creatore, insomma a una vitapiù umana e meno meccanica.

Cosa sta succedendo? Molti si so-no lasciati trasportare dal lavoro ec-cessivo e dal consumo sfrenato per-dendo in questo modo l’orientamen-to della loro vita. Infatti, l’economiava avanti creando un tipo di uomop ro d u t t o re - c o n s u m a t o re che non finiscemai di appagare la sua brama dipossesso e di godimento. Certo, ilconsumo di beni genera la produzio-ne, produce il lavoro di tanti chepossono a sua volta consumare sem-pre di più. Ma quando questa dina-mica si esaspera, genera pure lo scar-to. Papa Francesco ha denunciatopiù volte la “cultura dello scarto”,che è la conseguenza del consumi-smo che sciupa in base a bisogni sti-molati attraverso la pubblicità chetutto invade e che spinge il consumoegoistico, che lascia insoddisfatto ilsoggetto e inquina l’ambiente produ-cendo lo scarto ambientale e quellodelle persone. Da tempo diversi mo-vimenti avvertivano e si mobilitava-no per risvegliare le coscienze ad-dormentate dal consumismo narcisi-

stico per far capire l’emergenza incui la terra andava a immergersi. Giàsan Giovanni Paolo II e BenedettoXVI avevano ascoltato queste vociche Papa Francesco accoglie in unmodo più deciso attraverso l’esten-sione di un’enciclica, quella cheidentifica il suo pontificato. Ma ri-guardo a quei movimenti Francescoaggiunge, nella prospettiva dellaDottrina sociale della Chiesa, che lacrisi non è semplicemente ambienta-le, è una crisi antropologica. Per cuinon occorre soltanto badare all’in-quinamento della natura, occorrepensare pure alle vittime umane diquesto inquinamento. Allora, secon-do Francesco, bisogna ascoltare ilgrido della terra insieme a quello deipoveri, un unico grido che si alzaverso il Creatore.

Si tratta di ascoltare, perciò PapaFrancesco si è messo in ascolto dellarealtà secondo il suo principio “larealtà è superiore all’idea”, e di tutticoloro che si sono impegnati nellasalvaguardia del creato. Già la pre-parazione dell’enciclica ha messo inmoto una dinamica di ascolto e didialogo, di consultazione di scienzia-ti, di teologi, di pastori di diverseconfessioni per prendere atto deidanni e pensare alle vie di supera-mento da proporre all’umanità. In-fatti, la redazione dell Laudato si’ siè svolta durante la preparazione del-la XXI sessione della Cop21, e il Pa-pa ha voluto che fosse pubblicataprima dell’evento, perché fosse uncontributo della Santa Sede all’im-portante dibattito e accordo interna-zionale. Il Santo Padre invita i capidei governi ad azioni urgenti ed effi-caci per impedire una catastrofe am-bientale mondiale la quale si riper-cuote sui più vulnerabili del pianeta:popolazioni che devono abbandona-re il loro territorio per mancanzad’acqua, che devono vivere accantoalle discariche tossiche, che devonoabbandonare il loro territorio a cau-sa degli incendi tante volte provocatidall’ambizione senza scrupoli, comenel caso dell’Amazzonia. Queste si-tuazioni e tante altre provocano crisidi salute, di lavoro, di perditadell’identità culturale che è un mododi perdere l’immunità antropologicadavanti ai virus dell’appiattimentodei valori, insomma una crisi spiri-

tuale senza precedenti, che Benedet-to XVI aveva qualificato quando di-ceva che: «In questi decenni è avan-zata una “desertificazione” spiritua-le» la quale provoca i deserti am-bientali. Un deserto è un simbolodella non vita, simbolo di morte. Ladesertificazione del nostro pianetaprogredisce diventando povertà emorte in tante popolazioni vittimedel consumismo sfrenato e dell’avi-dità del possesso egoistico che gene-ra strutture di peccato. Per questoPapa Francesco ha criticato più voltequesta economia come causa di in-giustizia, inquinamento e morte:un’economia che uccide. Ma non so-lo l’ha criticata, ha avviato un movi-mento di pensiero e di ricerca di unanuova economia che promuova unavera oiko nomia, un’economia dellacasa comune, un’economia per tutti,nella quale tutti possano guadagnaree raggiungere il livello di vita chepermetta di vivere una vita umanadignitosa. Già Benedetto XVI nellasua enciclica Caritas in veritate ri-chiamava un’economia basata sullagratuità anziché sul mero profitto.

Quanto più tecnologico divental’uomo, tanto più può perdere uma-nità, per questo Papa Francesco av-verte che da questa crisi del corona-virus non si esce se non attraverso lasolidarietà. Infatti, tanti conflitti ar-mati minacciano la pace mondiale,mettono tante popolazioni a rischio,fanno soffrire tutti, soprattutto i po-veri che devono abbandonare i loroPaesi e molti di questi bussano alleporte dell’Europa. Oggi più chemai, il pianeta è diventato un unicomondo, un’unica casa che Dio havoluto fosse di tutti. Non si osiscompigliare l’ordine primordiale vo-luto dall’Autore, non si voglia trarreil massimo profitto rovesciandol’equilibrio che rende possibile que-sta bellezza. Tutto è collegato, que-sta è la linea rossa che articola l’en-ciclica di Papa Francesco.

In diversi luoghi dell’enciclica ilSanto Padre richiede una «maggioreconsapevolezza» e una «crescentesensibilità» per «prendere dolorosacoscienza» (Laudato si’, 19), bisognaavere una «consapevolezza che sia-mo una sola famiglia umana» (Lau-dato si’, 52), di fronte a una «genera-le indifferenza» (Laudato si’, 25) che

porta a «cauterizzare la coscienza»(Laudato si’, 49).

Non sarebbe possibile la solidarie-tà come principio etico senza il rico-noscimento dell’altro come persona,senza il riconoscimento reciprocoall’interno della società. L’enciclicafa un «appello alla solidarietà» chesi concretizza in «una opzione prefe-renziale per i più poveri», la quale«è un’esigenza etica fondamentaleper l’effettiva realizzazione del benecomune» (Laudato si’, 158). La con-divisione delle risorse attraverso lestrutture di produzione e di distribu-zione è parte di un effettivo ricono-scimento dell’altro, di una solidarietàeffettiva. La proposta del Papa pren-de dal basso l’iniziativa delle «co-munità di piccoli produttori» quan-do «optano per sistemi di produzio-ne meno inquinanti» (Laudato si’,112); anche nei giovani il Ponteficescopre «una nuova sensibilità ecolo-gica e uno spirito generoso» che liporta a lottare «in un modo ammire-vole per la difesa dell’ambiente»(Laudato si’, 209).

La prima cosa che propongo a li-vello personale è la sobrietà, un ri-torno alla semplicità. La seconda ri-guarda un attivismo ecologico pacifi-co ma efficace che richiami alla «re-sponsabilità sociale dei consumato-ri» costituendo «una cittadinanzaecologica». A livello nazionale e lo-cale si propone: una politica fiscaleche premi la produzione industrialepulita e giusta. Lo sviluppo di un si-stema di trasporto pubblico efficien-te e confortevole tale da premiarnel’uso, e non il trasporto privato, ab-bandonando i combustibili fossili.La custodia di riserve naturali chepreservino l’ambiente dalla specula-zione immobiliare. La promozionedella cultura locale e l’educazione aun’ecologia integrale. La promozio-ne del commercio equo ed ecologicoe solidale. Mentre a livello naziona-le: la regolamentazione dell’econo-mia finanziaria in modo tale da fa-vorire la produzione pulita e giusta,e impedire il guadagno delle attivitàillecite. La cancellazione del debitodei Paesi poveri. Alleanze per la pa-ce, in modo da destinare i soldi allasalute e allo sviluppo dei popoli.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 lunedì-martedì 7-8 settembre 2020

All’Angelus il Papa parla della correzione fraterna e della necessità di instaurare relazioni fondate sul perdono

Il chiacchiericcioè una peste più brutta del covid

«Il chiacchiericcio è una peste piùbrutta del covid». Per questo occorrefare «uno sforzo: niente chiacchiere». Èquanto ha raccomandato PapaFrancesco all’Angelus del 6 settembre,recitato dalla finestra dello Studioprivato del Palazzo apostolico vaticano.Prima della preghiera mariana con ifedeli presenti al tradizionaleappuntamento domenicale dimezzogiorno in piazza San Pietro —nel rispetto delle misure di sicurezzaadottate per evitare il diffondersi deicontagi — il Pontefice ha rimarcatol’importanza della correzione fraternacui rimandava il passo evangelicoproposto dalla liturgia del giorno.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Il Vangelo di questa domenica (cfr.Mt 18, 15-20) è tratto dal quarto di-scorso di Gesù nel racconto di Mat-teo, conosciuto come discorso “co-munitario” o “ecclesiale”. Il branoodierno parla della correzione frater-na, e ci invita a riflettere sulla dupli-ce dimensione dell’esistenza cristia-na: quella comunitaria, che esige latutela della comunione, cioè dell’unitàdella Chiesa, e quella personale, cheimpone attenzione e rispetto per ognicoscienza individuale.

Per correggere il fratello che hasbagliato, Gesù suggerisce una peda-gogia del recupero. E sempre la pe-dagogia di Gesù è pedagogia di re-cupero; Lui sempre cerca di recupe-rare, di salvare. E questa pedagogia

di recupero è articolata in tre pas-saggi. In primo luogo dice: «Ammo-niscilo fra te e lui solo» (v. 15), cioènon mettere in piazza il suo peccato.Si tratta di andare dal fratello condiscrezione, non per giudicarlo maper aiutarlo a rendersi conto di quel-lo che ha fatto. Quante volte noi ab-biamo avuto questa esperienza: qual-cuno viene e ci dice: “Ma, senti, tuin questo hai sbagliato. Tu dovresticambiare un po’ in questo”. Forseall’inizio ci arrabbiamo, ma poi rin-graziamo, perché un gesto di fratel-lanza, di comunione, di aiuto, di re-cup ero.

E non è facile mettere in praticaquesto insegnamento di Gesù, perdiverse ragioni. C’è il timore che ilfratello o la sorella reagisca male; avolte manca la confidenza sufficientecon lui o con lei... E altri motivi.Ma tutte le volte che noi abbiamofatto questo, abbiamo sentito che eraproprio la strada del Signore.

Tuttavia, può avvenire che, mal-grado le mie buone intenzioni, ilprimo intervento fallisca. In questocaso è bene non desistere e dire:“Ma si arrangi, me ne lavo le mani”.No, questo non è cristiano. Non de-sistere, ma ricorrere all’appoggio diqualche altro fratello o sorella. Gesùdice: «Se non ascolterà, prendi an-cora con te una o due persone, per-ché ogni cosa sia risolta sulla paroladi due o tre testimoni» (v. 16). Que-sto è un precetto della legge mosaica

(cfr. Dt 19, 15). Sebbene possa sem-brare contro l’accusato, in realtà ser-viva a tutelarlo da falsi accusatori.Ma Gesù va oltre: i due testimonisono richiesti non per accusare egiudicare, ma per aiutare. “Ma met-tiamoci d’accordo, tu ed io, andiamoa parlare a questo, a questa che stasbagliando, che sta facendo una fi-guraccia. Ma andiamo da fratelli ap a r l a rg l i ”. Questo è l’atteggiamentodel recupero che Gesù vuole da noi.Gesù infatti mette in conto che pos-sa fallire anche questo approccio — ilsecondo approccio — con i testimo-ni, diversamente dalla legge mosaica,per la quale la testimonianza di dueo tre era sufficiente per la condanna.

In effetti, anche l’amore di due otre fratelli può essere insufficiente,perché quello o quella sono testardi.In questo caso — aggiunge Gesù —,«dillo alla comunità» (v. 17), cioè al-la Chiesa. In alcune situazioni tuttala comunità viene coinvolta. Ci sonocose che non possono lasciare indif-ferenti gli altri fratelli: occorre unamore più grande per recuperare ilfratello. Ma a volte anche questopuò non bastare. E dice Gesù: «E senon ascolterà neanche la comunità,sia per te come il pagano e il pub-blicano» (ibid.). Questa espressione,in apparenza così sprezzante, in real-tà invita a rimettere il fratello nellemani di Dio: solo il Padre potrà mo-strare un amore più grande di quellodi tutti i fratelli messi insieme. Que-sto insegnamento di Gesù ci aiuta

tanto, perché — pensiamo ad unesempio — quando noi vediamo unosbaglio, un difetto, una scivolata, inquel fratello o quella sorella, di soli-to la prima cosa che facciamo è an-dare a raccontarlo agli altri, a chiac-chierare. E le chiacchiere chiudono ilcuore alla comunità, chiudono l’uni-tà della Chiesa. Il grande chiacchie-rone è il diavolo, che sempre va di-cendo le cose brutte degli altri, per-ché lui è il bugiardo che cerca di di-sunire la Chiesa, di allontanare i fra-telli e non fare comunità. Per favore,fratelli e sorelle, facciamo uno sforzoper non chiacchierare. Il chiacchie-riccio è una peste più brutta del Co-vid! Facciamo uno sforzo: nientechiacchiere. È l’amore di Gesù, cheha accolto pubblicani e pagani,scandalizzando i benpensanti del-l’epoca. Non si tratta perciò di unacondanna senza appello, ma del ri-conoscimento che a volte i nostritentativi umani possono fallire, e chesolo il trovarsi davanti a Dio puòmettere il fratello di fronte alla pro-pria coscienza e alla responsabilitàdei suoi atti. Se la cosa non va, si-lenzio e preghiera per il fratello eper la sorella che sbagliano, ma maiil chiacchiericcio.

La Vergine Maria ci aiuti a faredella correzione fraterna una sanaabitudine, affinché nelle nostre co-munità si possano instaurare semprenuove relazioni fraterne, fondate sulperdono reciproco e soprattutto sul-

la forza invincibile della misericordiadi Dio.

Al termine dell’Angelus il Papa hasalutato i vari gruppi di fedeli. Ecco lesue parole.

Cari fratelli e sorelle!

Saluto tutti voi, romani e pellegrinidi vari Paesi: famiglie, gruppi par-rocchiali, associazioni.

In particolare, saluto i seminaristidel Pontificio Collegio Nord Ameri-cano di Roma; e quelli del Semina-rio Maggiore di Lubiana (Slovenia).Saluto gli adolescenti di Cernuscosul Naviglio e quelli di Chiuso e diMaggianico — con i fazzoletti gialli—, che si preparano alla professione

di fede. Esorto tutti a stringersi sem-pre più a Gesù, Pietra angolare ebuon Pastore.

Saluto le donne atlete, affette dasclerosi multipla, che hanno percor-so la via Francigena da Siena a Ro-ma; e i ragazzi di Santo Stefano Lo-digiano, venuti in bicicletta per unainiziativa benefica. Entrambi questigruppi sono stati coraggiosi; andateavanti con gioia e con fiducia!

Saluto anche i fedeli di altri Paesi;vedo che ci sono dei polacchi, dei li-banesi, dei francesi, dei messicani.Saluto tutti voi! Anche voi, corag-giosi, dell’Immacolata: avanti!

A tutti auguro una buona dome-nica. Per favore, non dimenticatevidi pregare per me. Buon pranzo ea r r i v e d e rc i !

L’arcivescovo emerito di Lviv dei latini aveva 94 anni

È morto il cardinale Marian Jaworski

dal titolo «Lo sviluppo del pensierosul principio di causalità nell’op eradi Józef Geyser». Per un altro annoaveva svolto l’attività pastorale nellaparrocchia di Poronin, vicino a Za-kopane, proseguendo poi gli studialla Facoltà di filosofia dell’Universi-tà Cattolica di Lublino, dove nel1954 aveva conseguito il secondodottorato, in filosofia, con la tesi«La teoria aristotelica e tomistica delprincipio creatore sullo sfondo delconcetto dell’e s s e re » .

Nel 1965 aveva ottenuto l’abilita-zione in Filosofia della religioneall’Accademia teologica cattolica diVarsavia (oggi l’università è intitola-ta al cardinale Stefan Wyszyński),presentando la tesi «La conoscenzareligiosa di Dio secondo RomanoGuardini. Studio analitico-critico».Per vari anni era stato docente pres-so la stessa Accademia e presso laFacoltà teologica di Cracovia, dovenel 1967 aveva ottenuto il titolo diprofessore straordinario. Nel 1976 eradiventato professore ordinario della

Pontificia Facoltà teologica di Cra-covia, ottenendo poi nel 1985 il dot-torato honoris causa dell’Universitàdi Bochum, in Germania. Era statoanche professore di Metafisica e diFilosofia della religione all’Istitutofilosofico-teologico dei Padri Bernar-dini a Kalwaria Zebrzydowska, allaFacoltà teologica presso il seminariomaggiore di Cracovia, alla Facoltàfilosofica dei Gesuiti a Cracovia, alCollegio filosofico-teologico dei Pa-dri Domenicani a Cracovia e al se-minario maggiore di Częstochowa,con sede a Cracovia.

Aveva sempre mantenuto unostretto rapporto di fiducia con l’a rc i -vescovo Baziak, che lo aveva inco-raggiato negli studi specialistici epoi nominato suo cappellano e se-gretario personale. Negli anni 1970-1980 aveva ricoperto l’incarico di se-gretario del Consiglio scientificodell’episcopato polacco. Per cinqueanni, dal 1976 al 1981, era stato deca-no della Pontificia Facoltà teologicadi Cracovia e, dal 1981 al 1987, pri-

mo rettore della Pontificia Accade-mia teologica della stessa città.

Nel 1984 Giovanni Paolo II lo ave-va nominato vescovo titolare diLambesi e Amministratore apostoli-co di Lviv dei Latini. Aveva ricevutol’ordinazione episcopale al Wawel, lacattedrale di Cracovia, il 23 giugno1984, dalle mani del cardinale Fran-ciszek Macharski. Aveva scelto comemotto episcopale «Mihi vivere Chri-stus est» (Fil 1, 21). «Era — ricorda ilcard. Dziwisz — il segreto della suavita, del suo amore e del suo servi-zio».

Dopo sei anni di attività pastoralesvolti a Lubaczów, nel 1991 era giun-ta la nomina ad arcivescovo metro-polita di Lviv dei Latini. Era ritorna-to così nella sua città natale, cheaveva dovuto abbandonare molti an-ni prima a causa dell’o ccupazionesovietica. Lì si era adoperato per lariorganizzazione dell’attività pastora-le attraverso un paziente lavoro di ri-fondazione di parrocchie, e per la ri-chiesta di restituzione delle chiese,spesso trasformate e adoperate perfinalità profane (sale da concerti, ci-nema, teatri, palestre sportive). Lad-dove invece i luoghi di culto eranostati distrutti, si era impegnato inun’opera di ricostruzione materialeed ecclesiale, ponendo particolare at-tenzione all’attività del seminariomaggiore, eretto nel 1997, consape-vole che la preparazione del clero lo-cale costituisse la migliore garanziadella solidità e della normalizzazionedella vita ecclesiale. Egli stesso aveva

svolto il compito di rettore del semi-nario, per poter seguire da vicino losviluppo dell’istituzione, sostenendoin ogni modo la rinascita della vitareligiosa ma adoperandosi anche perla preparazione di un laicato maturoe responsabile. «Possiamo giusta-mente chiamarlo il restauratore dellavita della Chiesa a Lviv, che vantauna storia meravigliosa e una grandeeredità spirituale», commenta ancorail card. Dziwisz.

Dal 1992 aveva ricoperto l’incaricodi presidente della Conferenza epi-scopale ucraina. Dal 1996 al 1998 erastato anche amministratore apostoli-co della diocesi di Lutsk. Aveva la-vorato con vari dicasteri della Curiaromana, tra i quali la Congregazioneper il clero, la Congregazione perl’educazione cattolica e l’allora Pon-tificio Consiglio per la famiglia. Nelcorso del suo ministero aveva cercatodi coniugare sempre l’aspetto pasto-rale con quello culturale e scientifi-co. Autore di centinaia di pubblica-zioni di argomento teologico e filo-sofico, aveva sviluppato la sua rifles-sione soprattutto sulle questioni le-gate alla filosofia della religione,adoperando il metodo fenomenolo-gico nell’analisi dell’esperienza reli-giosa. Molto spazio aveva dedicatoai temi riguardanti il concetto filoso-fico di Dio, al problema dell’ateismoe alle implicazioni dell’antrop ologiacristiana. Nella sua opera di studio edi approfondimento non erano man-cate le tematiche specifiche dellateologia fondamentale e della rela-zione tra fede e ragione. Indicativele sue sollecitazioni riguardanti ilpensiero tomistico quale ispirazionedella filosofia e della teologia con-temporanee. Questa feconda attivitàdi studio lo aveva portato a parteci-

pare frequentemente a congressi,conferenze e simposi scientifici. Ave-va anche fatto parte, tra l’altro, dicommissioni dell’episcopato polacco,dell’Associazione scientifica del-l’Università Cattolica di Lublino,dell’Associazione filosofica polacca,dell’Associazione teologica polacca,del Collegio dei Rettori delle scuolesuperiori a Cracovia, della sessionedei professori di filosofia in Poloniae del Consiglio della FondazioneRegina Edvige per la Pontificia Ac-cademia teologica di Cracovia. Insegno di gratitudine per i suoi gran-di meriti nel campo culturale e pa-storale, la Repubblica di Polonia gliaveva conferito tre anni fa l’O rdinedell’Aquila bianca, «in riconosci-mento dei suoi eccezionali contributialla ricostruzione della vita religiosanelle terre di confine orientali eall’approfondimento del dialogo ecu-menico, e per i risultati scientificinel campo della filosofia e della teo-logia». L’Ucraina invece gli avevaconferito due volte l’Ordine delPrincipe Yaroslav il Saggio.

Nel 1998 san Giovanni Paolo II loaveva creato cardinale e riservato inp e c t o re , rendendolo poi pubblico nelConcistoro del 2001, anno in cuiaveva vissuto un momento particola-re di grazia: il viaggio apostolico chedal 23 al 27 giugno Giovanni PaoloII aveva voluto compiere in Ucraina.Anche grazie a quell’evento era tor-nato in possesso del palazzo episco-pale, requisito dal regime sovietico,dopo aver vissuto a lungo in unamodesta abitazione alla periferia diL v i v.

Un episodio che testimonia la suaprofonda devozione mariana risale al1° aprile 2005, vigilia della morte diPapa Wojtyła. Quel giorno san Gio-vanni Paolo II benedisse le coroneper due icone della Madonna diCzęstochowa: quella situata nellaCappella polacca delle Grotte vatica-ne e quella della Madonna Nera diJasna Góra. Il cardinale Jaworski in-coronò personalmente la prima im-magine a San Pietro. «Era moltocommosso per questa cerimonia —racconta il card. Dziwisz — e ricor-dava sempre che il suo predecessorea Lviv, il santo arcivescovo Józef Bil-czewski, aveva sollecitato e implora-to Papa san Pio X per ottenere le co-rone per l’icona di Częstochowa, vi-sto che le precedenti erano andateperdute all’inizio del XX secolo».

Nel 2008 aveva rinunciato al go-verno pastorale dell’Arcidio cesiucraina. A succedergli significativa-mente è stato mons. MieczysławMokrzycki, che per diversi anni hafatto parte della segreteria particola-re di san Giovanni Paolo II.

Il cardinale Marian Jaworski, arcivescovo emerito di Lvivdei Latini, in Ucraina, è deceduto sabato 5 settembre aCracovia, in Polonia, dove risiedeva e dove da due setti-mane era ricoverato in ospedale. Il compianto porporatoera nato il 21 agosto 1926 a Lviv e il 25 giugno 1950era stato ordinato sacerdote. Eletto alla Chiesa titolare diLambesi il 21 maggio 1984 e nominato Amministratoreapostolico di Lviv dei Latini, aveva ricevuto l’o rd i n a z i o n eepiscopale il 23 giugno successivo. Il 16 gennaio 1991 erastato promosso Arcivescovo di Lviv dei Latini. Nel Conci-storo del 21 febbraio 1998 san Giovanni Paolo II lo ave-

va creato cardinale e riservato «in pectore», pubblicandolonel Concistoro del 21 febbraio 2001 e assegnandogli il Ti-tolo presbiterale di San Sisto. Il 21 ottobre 2008 avevarinunciato al governo pastorale dell’Arcidiocesi. Il com-pianto porporato verrà ricordato in Polonia con una seriedi celebrazioni che inizieranno martedì 8 settembre a Lu-baczóow. Venerdì 11 sarà celebrata la Messa con il rito fu-nebre nel santuario a lui caro di Kalwaria Zebrzydowska,dove, in ossequio alla sua volontà, le spoglie verranno tu-mulate nella cappella dell’immagine miracolosa dellaMa d o n n a .

Amico fraterno e confidente spiritua-le di Karol Wojtyła fin dagli anniCinquanta del secolo scorso — quan-do a Cracovia (dove risiedevano en-trambi in via Kanonicza, ai piedi delCastello del Wawel) condividevanol’amore per lo studio e la passioneper la pastorale giovanile —, MarianJaworski è stato accanto a san Gio-vanni Paolo II fino alla fine. La seradel 2 aprile 2005 fu lui, dopo averconcelebrato la Messa accanto al let-to del Pontefice morente, ad ammi-nistrargli il sacramento dell’Unzionedegli infermi. A raccontarlo a«L’Osservatore Romano» è il cardi-nale Stanisław Dziwisz, attuale Arci-vescovo di Cracovia, all’epoca segre-tario personale di Papa Wojtyła.«Questi due grandi uomini — hacommentato — furono uniti fino allaloro morte dalla fede e dall’a m o reprofondo alla Chiesa, dal coraggio edalla disponibilità al servizio eccle-siale anche in tempi difficili». Ancheil card. Jaworski è stato segnato dal-la sofferenza. Nel 1967 durante unviaggio a Olsztyn, perse il bracciosinistro in un incidente ferroviario. Equesta esperienza — spiega ancora ilcard. Dziwisz — «lo avvicinò ancoradi più al cardinale Wojtyła, che per-cepiva la sofferenza dell’amico comeun sacrificio per lui».

Nato da Wincenty Jaworski e Sta-nisława Łastowiecka, aveva frequen-tato le scuole elementari a Lviv. Do-po l’esame di maturità, era entrato,nel 1945, nel seminario maggiore del-la città che, in seguito all’o ccupazio-ne da parte delle truppe bolsceviche,era stato trasferito a Kalwaria Zebr-zydowska, in Polonia, vicino a Cra-covia. Qui, presso i Frati Minori,aveva continuato gli studi di filoso-fia e teologia. E proprio nel santua-rio retto dai Francescani era stato or-dinato sacerdote il 25 giugno 1950dall’arcivescovo Eugeniusz Baziak.Nello stesso anno aveva conseguitoil titolo di magister in teologianell’Università Jagellonica di Craco-via.

Dopo un anno di ministero comevicario parrocchiale a Basznia Dol-na, nei pressi di Lubaczów, avevacontinuato gli studi alla Facoltà teo-logica di Cracovia. Nel 1952 avevadifeso la tesi dottorale in teologia

Nella mattina di lunedì 7 settembre il Papa ha ricevuto in udienza il prefetto del Dicastero per la comunicazione, Paolo Ruffini,con monsignor Lucio Adrian Ruiz, segretario, Andrea Tornielli, direttore editoriale, e Andrea Monda, direttore de «L’Osservatore Romano»,

per la presentazione del nuovo progetto editoriale del quotidiano