Il Caso Emblematico Del Castello Di Ocre

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Alfonso Forgione Il caso emblematico del castello di Ocre (AQ) fra tecniche di difesa normanno-sveve e innovazioni angioine 1 FLAMBARD HÉRICHER 2002; pp. 87-100; Construire, recons- truire, aménager le château en Normandie 2004. 2 DECAËNS 1981; DECAËNS 1981b; MUSSET 1963. 3 FLAMBARD HÉRICHER 2002; pp. 92-93; EAD. 2007, pp. 127- 154; EAD. 2008. Il castello di Ocre, a circa 12 Km dalla città del- l’Aquila, è ubicato in posizione strategica: alla sommità del Monte Circolo, controlla la vallata dell’Aterno che dai confini settentrionali immettedirettamente verso le gole di collegamento con la Marsica e la costa abruz- zese. Il fortilizio, oggetto di indagini archeologiche da parte della Cattedra di Archeologia Medievale dell’Uni- versità degli Studi dell’Aquila sotto la direzione scienti- fica del Prof. Fabio Redi, si presenta attualmente come un borgo fortificato di impianto trecentesco, ma le re- centi indagini ne hanno portato alla luce l’originaria morfologia riconducibile alla tipologia della motte-and- bailey normanna, principale strumento di conquista del territorio da parte dei cavalieri francesi. Per procedere più speditamente nella realizzazione di residenze forti- ficate e castelli, indispensabili per affermare il proprio potere sul territorio, i Normanni riprodussero costruzio- ni e sistemi difensivi familiari alla loro cultura e alle loro concezioni, sia strutturalmente che tipologicamente. Le forme architettoniche che esprimono maggior- mente le novità strutturali per il territorio in esame sono costituite da motte e donjon, questi ultimi rea- lizzati di legno: un materiale facilmente reperibile in zona, di agevole trasporto, di facile lavorabilità, di semplice connessione e di efficace robustezza, in grado di rispondere così alle esigenze d’urgenza e di prima occupazione del territorio. Le indagini hanno difatti dimostrato questo assun- to, individuando probabili “castelli matrice” in Nor- mandia, identici alle fasi lignee del fortilizio in oggetto, le cui tracce sono state individuate per mezzo degli scavi effettuati nel ballium (Area 20.000) del castello. Solo alla fase di liticizzazione della fortificazione, avvenuta in un periodo di relativa tranquillità, appar- tengono sia il massiccio donjon individuato nell’alta corte (Area 10.000) costituente la residenza signorile, quasi una torre-palazzo di pietra situata nella parte più rappresentativa e meglio difesa all’interno del castello sia le case di pietra rinvenute nel ballium. Il sito di Ocre offre, dunque, sorprendenti analo- gie rispetto a esempi simili situati nel nord-ovest della Francia 1 , nel Calvados, in particolare la motte d’Olivet a Grimbosq 2 e le Château Ganne a la Pommeraye 3 . In sostanza la tipologia della motte-and-bailey rinve- nuta a Ocre, importata direttamente dalla Normandia come modello nella prima fase di occupazione del terri- torio, è composta da un terrapieno, semiartificiale o ar- tificiale sul quale viene impostata una torre, circondato da fossato asciutto e arginature, con ponte levatoio di accesso. Da una parte e dall’altra specularmente ven- gono realizzate due corti, l’alta-corte nobile e il ballium, ambedue cinte da palizzate o da mura. Una di esse, nella quale è costruita la dimora, o donjon, con i ser- vizi sussidiari e la cappella, è destinata al feudatario, l’altra, agli artigiani e agli agricoltori, con le loro più modeste abitazioni, le stalle, i granai, magazzini per il ricovero di derrate e attrezzi e locali per lo svolgimento di attività produttive. Proprio questa bassa corte è stata individuata nel declivio antistante alla cortina di Nord/Ovest, dove si notano resti di muri affioranti in superficie che permet- tono di rilevare il perimetro di un recinto murato con all’interno diversi ambienti. Questo recinto semi-circo- lare, con un’estensione di circa 70×80 m, risulta essere, appunto, la bassa corte Nord del castello normanno, l’elemento che i documenti siciliani indicano come bal- lium 4 , abbandonata già nel corso del XIV secolo 5 . Il bailey, il ballium o il bagghiu siciliano 6 corrispon- dente al burg di origine germanica, un luogo elevato e fortificato, attestato altrove nel corso del XII secolo 7 , secondo quanto desunto dai documenti, fa pienamen- te parte del complesso castellano, trovandosi ai suoi limiti e confinando con l’esterno. Il ballium è dunque un recinto murato, costituito da case, e antistante il fortilizio vero e proprio o il suo nucleo: una sorta di cittadella interna al tessuto edilizio, una “prima linea” difensiva del castello 8 . Caso analogo al nostro è costituito dal castello di Vicari, in Sicilia, dove nel 1194 il castellano, Bellus, vendette all’abate Teofilo una sua casa ubicata proprio in ballio castelli Vicari, confinante verso Est con la via publica que pergitur in castellum 9 : quindi una casa ubi- cata all’interno del ballium del castello, facendo parte a pieno titolo del complesso castellano, ma trovandosi ai suoi margini, sulla via che porta al castello vero e proprio, cioè all’alta-corte nobile, la residenza del feu- datario. L’insediamento individuato a Ocre, dunque, sarebbe costituito dall’alta-corte nobile (Area 10.000), ubicata nella zona più alta del recinto attuale (lungo la corti- na difensiva Nord/Est), e dal ballium, ubicato a Nord, 4 MAURICI 1992, p. 182. 5 REDI, PANTALEO 2006. 6 MAURICI 1992, p. 183. 7 GARUFI 1983, p. 264. 8 Cfr. BRESC 1984, pp. 73-87; MAURICI 1992, p. 183. 9 GARUFI 1983, p. 264, doc. CVIII.

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Un esempio di architettura normanna nel cuore del centro-italia

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  • Alfonso ForgioneIl caso emblematico del castello di Ocre (AQ) fra tecniche di difesa normanno-sveve e innovazioni angioine

    1 FLAMBARD HRICHER 2002; pp. 87-100; Construire, recons-truire, amnager le chteau en Normandie 2004.

    2 DECANS 1981; DECANS 1981b; MUSSET 1963.3 FLAMBARD HRICHER 2002; pp. 92-93; EAD. 2007, pp. 127-

    154; EAD. 2008.

    Il castello di Ocre, a circa 12 Km dalla citt del-lAquila, ubicato in posizione strategica: alla sommit del Monte Circolo, controlla la vallata dellAterno che dai conni settentrionali immettedirettamente verso le gole di collegamento con la Marsica e la costa abruz-zese.

    Il fortilizio, oggetto di indagini archeologiche da parte della Cattedra di Archeologia Medievale dellUni-versit degli Studi dellAquila sotto la direzione scienti-ca del Prof. Fabio Redi, si presenta attualmente come un borgo forticato di impianto trecentesco, ma le re-centi indagini ne hanno portato alla luce loriginaria morfologia riconducibile alla tipologia della motte-and-bailey normanna, principale strumento di conquista del territorio da parte dei cavalieri francesi. Per procedere pi speditamente nella realizzazione di residenze forti-cate e castelli, indispensabili per aermare il proprio potere sul territorio, i Normanni riprodussero costruzio-ni e sistemi difensivi familiari alla loro cultura e alle loro concezioni, sia strutturalmente che tipologicamente.

    Le forme architettoniche che esprimono maggior-mente le novit strutturali per il territorio in esame sono costituite da motte e donjon, questi ultimi rea-lizzati di legno: un materiale facilmente reperibile in zona, di agevole trasporto, di facile lavorabilit, di semplice connessione e di ecace robustezza, in grado di rispondere cos alle esigenze durgenza e di prima occupazione del territorio.

    Le indagini hanno difatti dimostrato questo assun-to, individuando probabili castelli matrice in Nor-mandia, identici alle fasi lignee del fortilizio in oggetto, le cui tracce sono state individuate per mezzo degli scavi eettuati nel ballium (Area 20.000) del castello.

    Solo alla fase di liticizzazione della forticazione, avvenuta in un periodo di relativa tranquillit, appar-tengono sia il massiccio donjon individuato nellalta corte (Area 10.000) costituente la residenza signorile, quasi una torre-palazzo di pietra situata nella parte pi rappresentativa e meglio difesa allinterno del castello sia le case di pietra rinvenute nel ballium.

    Il sito di Ocre ore, dunque, sorprendenti analo-gie rispetto a esempi simili situati nel nord-ovest della Francia1, nel Calvados, in particolare la motte dOlivet a Grimbosq2 e le Chteau Ganne a la Pommeraye3.In sostanza la tipologia della motte-and-bailey rinve-nuta a Ocre, importata direttamente dalla Normandia

    come modello nella prima fase di occupazione del terri-torio, composta da un terrapieno, semiarticiale o ar-ticiale sul quale viene impostata una torre, circondato da fossato asciutto e arginature, con ponte levatoio di accesso. Da una parte e dallaltra specularmente ven-gono realizzate due corti, lalta-corte nobile e il ballium, ambedue cinte da palizzate o da mura. Una di esse, nella quale costruita la dimora, o donjon, con i ser-vizi sussidiari e la cappella, destinata al feudatario, laltra, agli artigiani e agli agricoltori, con le loro pi modeste abitazioni, le stalle, i granai, magazzini per il ricovero di derrate e attrezzi e locali per lo svolgimento di attivit produttive.

    Proprio questa bassa corte stata individuata nel declivio antistante alla cortina di Nord/Ovest, dove si notano resti di muri aoranti in supercie che permet-tono di rilevare il perimetro di un recinto murato con allinterno diversi ambienti. Questo recinto semi-circo-lare, con unestensione di circa 7080 m, risulta essere, appunto, la bassa corte Nord del castello normanno, lelemento che i documenti siciliani indicano come bal-lium4, abbandonata gi nel corso del XIV secolo5.

    Il bailey, il ballium o il bagghiu siciliano6 corrispon-dente al burg di origine germanica, un luogo elevato e forticato, attestato altrove nel corso del XII secolo7, secondo quanto desunto dai documenti, fa pienamen-te parte del complesso castellano, trovandosi ai suoi limiti e connando con lesterno. Il ballium dunque un recinto murato, costituito da case, e antistante il fortilizio vero e proprio o il suo nucleo: una sorta di cittadella interna al tessuto edilizio, una prima linea difensiva del castello8.

    Caso analogo al nostro costituito dal castello di Vicari, in Sicilia, dove nel 1194 il castellano, Bellus, vendette allabate Teolo una sua casa ubicata proprio in ballio castelli Vicari, connante verso Est con la via publica que pergitur in castellum9: quindi una casa ubi-cata allinterno del ballium del castello, facendo parte a pieno titolo del complesso castellano, ma trovandosi ai suoi margini, sulla via che porta al castello vero e proprio, cio allalta-corte nobile, la residenza del feu-datario.Linsediamento individuato a Ocre, dunque, sarebbe costituito dallalta-corte nobile (Area 10.000), ubicata nella zona pi alta del recinto attuale (lungo la corti-na difensiva Nord/Est), e dal ballium, ubicato a Nord,

    4 MAURICI 1992, p. 182.5 REDI, PANTALEO 2006.6 MAURICI 1992, p. 183.7 GARUFI 1983, p. 264.8 Cfr. BRESC 1984, pp. 73-87; MAURICI 1992, p. 183.9 GARUFI 1983, p. 264, doc. CVIII.

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    Fig. 1. Veduta aerea del castello di Ocre.

    coincidente con il circuito murario e la griglia di abi-tazioni quadrangolari ivi presenti, appena leggibili in supercie (Area 20.000). La motta centrale, avente la funzione di postazione di avvistamento e ultimo ridotto difensivo, non ancora stata individuata dalle inda-gini archeologiche. Data la particolare morfologia del terreno, che rendeva questo elemento superuo, proba-bilmente essa non fu completamente articiale, ma si tratt di un peron amnag10: uno sperone di roccia modellato e integrato con terra di riporto, di dimensio-ni minori rispetto a quelle individuate altrove.

    Dopo labbandono della parte esterna dellinsedia-mento normanno, gli agenti atmosferici, lincuria, e la necessit di non lasciare a possibili assedianti una postazione elevata, hanno causato la scomparsa della motta, ma non dello sperone roccioso sul quale era sta-ta realizzata. Lo sperone in questione, quindi, potrebbe essere lo stesso utilizzato in parte dalla torre angolare di Nord-Ovest del fortilizio angioino ancora esistente.

    Le campagne di scavo eettuate nel castello di Ocre hanno interessato il ballium (Area 20.000)11 e la som-mit dellalta corte, larea occupata dal donjon (Area 10.000)12.

    Nel castello di Ocre, alla luce delle presenti indagini, la prima fase insediativa (PERIODO I, FASE 1) sem-bra essere costituita da un abitato ligneo o da strutture in opera mista individuata allinterno del ballium (Area 20.000), riferibile a un arco cronologico abbastanza ri-stretto, dalla ne dellXI secolo ai primi anni del XII secolo. Si tratta di istallazioni temporanee legate alle esigenze di conquista, alla mancanza di manodopera specializzata e di adeguati sostegni nanziari, nonch alla prassi di conquista normanna. La presenza di di-verse buche per palo, allineate e parallele tra loro, e di fosse granarie tagliate direttamente nella roccia viva e obliterate da stratigrae a loro volta disturbate dalle fondazioni delle strutture in muratura13, non fanno che confermare questa teoria.

    I materiali rinvenuti nei riempimenti delle buche per palo, delle fosse granarie e delle stratigrae di ab-bandono che le coprono, consentono di datare il primo insediamento in esame al XII secolo.

    La supercie occupata dalle capanne di legno venne in seguito dismessa e successivamente modellata per rendere il anco della collina terrazzato a gradoni e, di conseguenza, pi agevole limpianto dellinsediamento litico (PERIODO II, FASE 1), avvenuto, con ogni pro-babilit, nellarco di un quarto di secolo.

    10 SETTIA 2000, pp. 299-302; MESQUI 1991, pp. 89-95.11 REDI, PANTALEO 2006.12 REDI, PANTALEO 2006. 13 REDI, PANTALEO 2006.

  • IL CASO EMBLEMATICO DEL CASTELLO DI OCRE (AQ) 109

    Fig. 2. Planimetria del castello di Ocre.

    Le capanne di legno vennero cos sostituite da un insediamento costituito da case di pietra quadrangolari a due piani, con tetto a due falde ricoperto da tegole.

    Linsediamento di case di pietra era organizzato in maglie quadrangolari, scandito da una viabilit co-stituita da vicoli dai 170 ai 250 cm di larghezza che circondavano uno o pi corpi di fabbrica, seguendo la naturale pendenza del terreno.Nellalta corte nobile posta a sud sono emerse, al mo-mento, le strutture in muratura appartenenti alla zona nobile del castello, gli edici residenziali del feudatario e della sua corte: il donjon, orientato verso Nord-Ovest in direzione della motta e del ballium. Nessuna trac-cia dellinsediamento di legno stata individuata in questarea, probabilmente perch lazione antropica di asportazione del banco roccioso nella fase di liticizza-zione ne ha cancellato ogni traccia.

    Ledicio individuato, di forma rettangolare, mag-giormente sviluppato nel senso della larghezza con la facciata (USM 7 e 343) volta a Nord-Ovest e il muro tergale a Sud-Est (USM 103 e 331), risulta diviso tra-sversalmente da una doppia serie di muri (USM 258,

    260, 224 e 38) aventi la funzione di sorreggere la ram-pa di scale in muratura che portavano al piano nobile delledicio.

    Dellintera struttura si conservano solo la facciata (USM 7 e 343), parte del muro tergale (USM 103 e 331), i due muri portanti della rampa di scale (USM 258 e 260) parzialmente ricavata nella roccia apposita-mente sagomata e rivestita da piani di malta (US 319 e 320) e lingresso monumentale (Ambiente IV).

    I lati corti della struttura, i perimetrali Sud-Ovest e Nord-Est, risultano asportati, assieme alle altre strut-ture della facciata e del muro tergale, nel corso del XIV secolo per la trasformazione dellintero sito in borgo forticato.

    Gli unici ambienti superstiti, dunque, risultano i ma-gazzini, privi di aperture verso lesterno se non dallalto (Ambiente I) e le cisterne ipogee (Ambiente II), oltre al vano scale precedentemente citato (Ambiente IV).

    In attesa del proseguo delle indagini, in via preli-minare, si potrebbe ipotizzare la presenza di un donjon allestremit Sud dellalta corte, e non alla sommit della motta occupata, probabilmente, da una semplice torre davvistamento, come in analoghi insediamenti

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    Fig. 3. Confronti planimetrici tra il castello di Ocre, la motte dOlivet a Grimbosq (tratto da DECANS 1981) e le Chteau Ganne a la Pommeraye (tratto da FLAMBARD HRICHER 2008).

    francesi, tra cui la motte-and-bailey dOlivet a Grimbo-sq14. Una probabile variante a questo castello matrice potrebbe essere individuata a Chteau Ganne15 dove, allassenza di una motta, supplisce la presenza di una bassa corte principale, ubicata tra lalta corte posta a

    Sud, cio lArea 10.000 del castello di Ocre, e il ballium, cio la bassa corte secondaria (Area 20.000), ubicato a Nord. Si tratta di unarea pressappoco rettangolare, pianeggiante, cinta da fossato e occupata da abitazioni, chiesa e istallazioni in muratura.

    Questo secondo esempio si adatterebbe meglio alla morfologia del sito e allassenza di una motta centrale: difatti tutta larea pianeggiante ubicata tra la facciata del donjon rinvenuto con le indagini archeologiche e la torre dangolo Nord del castello di Ocre potrebbe esse-

    14 DECANS 1981; DECANS 1981b; MUSSET 1963.15 FLAMBARD-HRICHER 2008; 2002, FLAMBARD-HRICHER pp.

    123-132.

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    Fig. 4. Tratti delle mura normanne del ballium normanno di Ocre.

    re interpretata proprio come la bassa corte principale della motte-and-bailey.

    Nel corso del XIII secolo le strutture dellalta cor-te subiscono sostanziali modiche e interventi causati probabilmente dal progressivo abbandono del ballium esterno e dalla conseguente forticazione dellinsedia-mento a Sud-Est (PERIODO II FASE 3) conseguente al riassetto voluto da Federico II nellamministrazione dei castelli che si riette nellevoluzione delle forme e dei sistemi di difesa. Anche a Ocre, probabilmente, il nuovo recinto murario viene ulteriormente raorzato da torri dangolo e rompitratta, da casseri con torri quadrate. Diversi edici vengono addossati alle strut-ture del donjon normanno, raggiungendo i limiti del fossato che lambiva lalta corte.

    Limpianto castellano, cos ampliato e strutturato risulta nuovamente stravolto da successive modiche e restauri: nel corso del XIV secolo le strutture appar-tenenti a questa nuova fase edilizia vengono tagliate e rasate dalla fossa di fondazione (US 81) delle cellule abitative (CF 2 e 5) appartenenti alle operazioni di restauro e di ampliamento angioini che porteranno alla trasformazione del castello in borgo forticato (PERIO-DO III FASE 1). Il riempimento della predetta fossa di fondazione (US 82) restituisce, infatti, un contesto ce-ramico omogeneo ascrivibile al tardo XIV secolo16.

    Anche le cisterne appartenenti al donjon normanno-svevo vengono parzialmente distrutte per la realizza-zione della torre rompitratta Nord-Est dellimpianto angioino e, dopo essere state consolidate, vengono uti-lizzate come discarica domestica17.

    Alla luce di quanto esposto, quindi, le dinamiche insediative del castello di Ocre possono essere scandite in cinque fasi di vita.

    La prima fase di insediamento del sito (PERIODO I, FASE 1) da riferirsi al tardo XI secolo, in concomi-tanza con linvasione e il conseguente incastellamento normanno del territorio.

    A questa prima fase appartengono le stratigrae in negativo (buche per palo e fosse granarie) relative alla motte-and-bailey di legno (PERIODO I, FASE 1) che include labitato precedentemente descritto ubicato nel ballium e la forticazione vera e propria posta a Sud, la motta e lalta corte. Lintero insediamento doveva essere completamente circondato da un fossato asciutto ricavato nella roccia. Il fossato, di cui rimangono evi-denti tracce solo lungo la cortina muraria Sud-Ovest e Nord-Ovest del castello angioino, in origine doveva circondare tutto il perimetro Sud-Ovest e Nord-Ovest del ballium, mentre tutto il anco Nord-Est dellinse-diamento risulta difeso dalla naturale inaccessibilit del pendio. Anche la motta (o la bassa corte principale) e lalta corte dovevano essere difese con lo stesso siste-ma: tracce di un probabile fossato, riempito durante le fasi edilizie successive, sono riscontrabili nelle curve di livello del borgo attuale, che testimoniano un notevole salto di quota (circa 8-10 m) tra la parte pi bassa del castello e quella alta, a ridosso della cortina muraria Nord-Est. Infatti si nota come i corpi di fabbrica rea-lizzati al centro del nuovo recinto, riutilizzino in gran parte la parete rocciosa Nord-Est delloriginario fossato colmandolo con la loro presenza e rendendolo appena percettibile.

    Altro salto di quota evidente si verica in senso longitudinale: a una attenta analisi della morfologia del suolo si riscontra, difatti, una sostanziale orizzontali-t del terreno solo nella parte sommitale del castel-lo relativa alla zona compresa tra le due torri, quella a Nord-Ovest e la torre rompitratta ubicata lungo la cortina muraria Nord-Est, no a raggiungere il muro perimetrale dellinsediamento ubicato a ridosso della posterla. In questo punto osservabile un repentino scarto di quota per poi risalire nuovamente verso la chiesa ubicata nellangolo Sud del castello. La bassa corte principale, quindi, aveva una forma pressappoco rettangolare, di 8030 m.

    La zona appena descritta, dunque, risulta circon-data da un notevole pendio del terreno, in parte certa-mente dovuto ad azioni antropiche.

    Alla fase immediatamente successiva risulta la massiccia asportazione del banco roccioso e la liti-cizzazione dellinsediamento di legno (PERIODO II, FASE 1; met XII secolo), con le abitazioni di pie-tra del ballium individuate e indagate nellArea 20.000 (Edicio 1, Edicio 2, Edicio 3), il terrazzamento del ballium, il donjon dellalta corte individuato nellArea 10.000 (USM 7, 15, 38, 224, 258, 260, 341, 343), la cinta muraria semicircolare che perimetra il ballium e la bassa corte.

    Nella prima met del XIII secolo (PERIODO III, FASE 1) si assiste a un progressivo abbandono dei corpi 16 VALENTINI 2006.17 VALENTINI 2006.

  • 112 ALFONSO FORGIONE

    Fig. 6. Particolare della torre dangolo Nord con redondone torico.

    Fig. 5. Tratto della cinta muraria del castello an-gioino.

    di fabbrica periferici del ballium (lEdicio 1 dellArea 20.000) (REDI, PANTALEO 2006) e al contemporaneo am-pliamento dellalta corte nobile (Area 10.000) con la realizzazione di alcune cisterne e di edici in appoggio al donjon, conseguenze delle modiche volute da Fede-rico II nellamministrazione dei castelli del Regno.

    Solo nel corso del XIV secolo (PERIODO IV, FASE 1), in piena et angioina, si assiste al denitivo abban-dono del ballium e allampliamento dellalta corte no-bile e della bassa corte principale no ad assumere, nei secoli successivi, la congurazione attuale, quella cio di borgo forticato.

    Probabilmente le strutture superstiti del ballium vennero volontariamente distrutte, cos come la cinta muraria semicircolare, per evitare di fornire a possibili assedianti una comoda postazione di attacco. Le altre trasformazioni subite dal castello (PERIODO V, dal tardo XIV secolo a tutto il XVIII secolo) hanno con-ferito al sito la conformazione attuale, quella, cio, di borgo forticato.

    La dierenza sostanziale che permette di distin-guere lalta corte nobile dal ballium destinato a per-sonaggi di chiara estrazione borghese e contadina costituita, oltre che dalla natura dellinsediamento e

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    Fig. 7. Particolare della cinta muraria Nord-Ovest con arciere e cannoniere.

    degli edici rinvenuti, dalle caratteristiche di ulteriori reperti archeologici rinvenuti in contesti contemporanei nelle due aree.

    NellArea 10.000 (la bassa-corte nobile) sono fre-quenti reperti ascrivibili a un ceto sociale elevato, ti-pici di un contesto nobile: tessere da gioco in osso, in pasta vitrea e in oro, dadi da gioco in osso, arredi da vestiario, frammenti di strumenti musicali, frammenti di armature e nimenti da cavallo, vasellame da tavola e bicchieri in vetro punzonato18.

    Inoltre lanalisi dei numerosi frammenti di ossa ani-mali rinvenute indica unalta percentuale di individui giovani evidenziando una scelta ben precisa nella dieta quotidiana, basata su un consumo di carni tenere e ricche di proteine19.

    Sono state individuate ossa appartenenti alle por-zioni superiori degli arti e alla zona lombosacrale de-gli esemplari, ovvero le porzioni di carne privilegiate; inne limmissione nel sito di singole porzioni di car-ne e non dellintero individuo, fenomeno riscontrabile dai frammenti rinvenuti e dalle tracce di lavorazione individuate sugli stessi, denota la possibilit di poter accedere direttamente a una tipologia di carni di prima scelta e gi macellate.Nellarea 20.000 (il ballium), invece, contrariamente a quanto riscontrato nellarea 10.000, i reperti osteologici analizzati presentano unalta percentuale di tracce di

    18 DI PIETRO 2008.19 CIAMMETTI 2007.

    disarticolazione. Tale tipo di striature, riscontrata nella maggior parte dei reperti, evidenzia come la macella-zione avvenisse nel medesimo luogo di consumo senza alcuna importazione dallesterno: il rinvenimento di un alto numero di ossa appartenenti alla testa e agli arti degli animali fa supporre la loro macellazione in loco e il trasferimento delle porzioni privilegiate altrove, con ogni probabilit allinterno del donjon.

    Inoltre la presenza di frammenti appartenenti a in-dividui adulti, animali non pi utilizzabili per lagricol-tura, evidenzia una scelta economica volta al consumo di carni meno pregiate20.

    Per quanto riguarda la maggior parte dei reperti non ceramici, costituita da chiodi, chiavi, ferri da caval-lo, armi, ferramenta varia e monete, alcune delle quali anche in argento, sono ascrivibili ad ambito borghese (artigiani, piccoli proprietari e mercanti) il ceto medio della societ, non certo semplici contadini o servi della gleba che risiedevano, come per altre aree geograche, nei pressi dei terreni agricoli21.La difesa passiva dellinsediamento normanno, che probabilmente rimase molto simile anche durante la dominazione sveva, si bas, con ogni probabilit, sul-la naturale inaccessibilit del luogo. Solo lungo il lato Sud-Ovest vennero prese delle precauzioni scavando un fossato asciutto, mentre tutto il lato Nord e Nord-Est risulta tuttora difeso da una parete rocciosa alta decine di metri. Lintero insediamento era cinto da alte mura di pietra di circa 1 m di spessore, delle quali rimangono consistenti porzioni a difesa del ballium, la bassa corte secondaria posta a Nord.

    Queste strutture non presentano torri di ancheg-giamento, avamposti o feritoie; allo stato attuale delle indagini, dunque, la difesa del fortilizio doveva basar-si essenzialmente sulla naturale inaccessibilit del sito come gi aermato, sulla presenza del fossato asciutto che ne circondava lintero perimetro e le possenti mura di cinta.

    Con labbandono del ballium e il sostanziale riasset-to dellalta corte nobile, trasformata in borgo fortica-to nella prima met del XIV secolo, anche le tecniche di difesa mutarono notevolmente.

    Il nuovo impianto presenta una supercie di circa 6.000 m e una forma trapezoidale la quale, considera-ta la ridotta ampiezza del lato di Sud-Est, pu esse-re grossolanamente assimilata a un triangolo isoscele avente le dimensioni di circa 70180220 m.

    La cinta muraria, del perimetro di circa 470 m, intervallata da sei torri, tre dangolo e tre rompitratta, a pianta quadrata con robusti cantonali dangolo rea-lizzati con blocchi squadrati di travertino aquilano.

    Volendo cercare similitudini con le tecniche ossidio-nali angioine, senza per aezionarsi troppo a tipolo-gizzazioni estrinseche e precostituite compromettendo cos una asettica analisi del sito, le strutture difensive

    20 CIAMMETTI 2007.21 MARTIN 1997, pp. 217-231.

  • 114 ALFONSO FORGIONE

    Fig. 8. Particolare del-la merlatura del castello angioino tamponata.

    del castello di Ocre rispettano fedelmente i canoni co-struttivi dei castelli doltralpe.

    Inoltre, come dimostrato dalle analisi storiche e ar-cheologiche della maggior parte dei castelli angioini an-cora esistenti nel territorio nazionale, emerge che solo in una seconda fase edilizia, probabilmente dallultimo quarto del XIII secolo, i maestri costruttori comincia-rono progressivamente ad acquisire perizie tecniche e a costruire non pi sulla scorta della sola esperienza personale, ma sulla base di un vero progetto caratteriz-zato da elementi innovativi, staccandosi, cos, da quella sostanziale continuit di tecniche legate alla tradizione normanno-sveva22.

    Come circa due secoli prima i Normanni scelsero come modello costruttivo le forticazioni da loro rea-lizzate nella terra di origine, la Normandia, cos an-che gli Angioini scelsero come matrici di riferimento le forticazioni realizzate nellAngi e in generale nel sud della Francia.

    Il sovrano, rimuovendo la feudalit precedente e so-stituendola con quella di nazionalit francese, rivers nel Meridione forme di civilizzazione transalpina evi-denti.

    Nascono, quindi, anche nel castello di Ocre solu-zioni tecniche molto vicine alle tipologie angioine: torri a pianta quadrata o rettangolare con scarpa inclinata per irrobustire il piede delle mura di cinta e delle torri;

    torri rompitratta in cortine lunghe, per attuare la di-fesa radente e il ancheggiamento; basamenti massicci con feritoie che vanno ad evolversi da semplici arciere a balestriere, fuciliere, archibugiere; cornici in aggetto aggiunte soprattutto negli angoli degli edici, proprio come nel caso della torre dangolo Nord.

    Questa torre presenta, infatti, un redondone torico, ascrivibile alla ne del XIV secolo o ai primi anni del successivo, che circonda i tre lati esposti nel punto di giunzione della scarpa con la soprastante porzione ver-ticale di muratura e caratterizzato da unaltezza piut-tosto limitata (una canna, circa 2,65 m) per evitare che il crollo della parte sommitale causato dallartiglieria nemica pregiudichi la stabilit dellintera struttura, se-condo la tecnica diusa nei castelli francesi. Mancano apparati a sporgere alla sommit delle mura e delle torri, come nei castelli di Bominaco, Fossa, Ortucchio, Civitaretenga. Il fenomeno, probabilmente, ricondu-cibile al crollo della parte sommitale delle mura o alla loro sostanziale trasformazione nei secoli.La cinta muraria conservata nellintero perimetro, e presenta nei coronamenti delle cortine e delle tor-ri uno stato fatiscenziale, rendendo la determinazione delloriginario tipo di merlatura certo dicile, ma non impossibile: da unattenta lettura stratigraca degli elevati si evince la presenza di merlature quadrate a raso, correlate da arciere, successivamente tamponate e sopraelevate, per laddossamento di diversi corpi di 22 cfr. REDI infra.

  • IL CASO EMBLEMATICO DEL CASTELLO DI OCRE (AQ) 115

    fabbrica alla cinta, case-mura, lungo i muri perimetrali Nord-Est e Sud-Ovest.

    Lingresso, perpendicolare alla cortina di Sud-Ovest, ubicato a ridosso della torre dangolo Ovest, costituito da una porta con arco ogivale ascrivibile alla ne del XIII secolo, la cui ghiera e le cui spallet-te sono realizzate in travertino aquilano. La porta priva di saracinesca e di ponte levatoio per cui, pre-sumibilmente, doveva essere a battenti. La presenza di un fossato asciutto, al di sotto dellattuale ponte di ac-cesso (ricostruito), indurrebbe a ipotizzare la presenza del ponte levatoio a ridosso della torre cavaliera ubi-cata alla sua estremit, a circa trenta metri dallingres-so. Si tratta di una torre a impianto circolare con una leggera scarpa basamentale, della quale sono rimaste tracce per una elevazione di circa due metri. La strut-tura in questione non risulta di facile interpretazione: potrebbe costituire un rivellino per la difesa del ponte e dellingresso, quindi una postazione rialzata per la di-fesa attiva del castello angioino. Al suo interno, infatti, sono ancora visibili tre feritoie per cannoni orientate verso gli obiettivi sensibili del fortilizio. Una lettera scritta nel 1532 dal feudatario dOcre Lopez dAzpeitia al Governatore dOcre Gaspare Zilio23 d notizia della presenza di cannoni nel castello dOcre. In essa il Lo-pez ordinava a Gaspare Zilio di riportare nel castello i cannoni che, in precedenza, ne erano stati prelevati per essere portati in quello di S. Pio delle Camere. Que-sta lettera costituisce indirettamente un terminus ante quem per la datazione dellinserimento delle cannoniere nella cinta muraria.

    A circa dieci metri verso Sud-Est ubicata unulte-riore torre di ancheggiamento, a pianta quadrangola-re, con una leggera scarpa basamentale no a circa un terzo dellaltezza. La sua difesa passiva era assicurata dalla scarpa, quella attiva da una cannoniera, inserita probabilmente nel XVI secolo nella parete Ovest a un terzo dellaltezza.

    Nei circa settanta metri che dividono la suddet-ta torre da quella dangolo di Sud-Ovest, la cortina presenta numerose aperture, in origine forse feritoie, arciere e cannoniere, modicate successivamente in -nestre funzionali ai retrostanti corpi di fabbrica, adibiti in seguito ad abitazioni e addossati alla cinta stessa.

    La difesa passiva di gran parte della cortina di Sud-Ovest, lunga circa 180 m, era assicurata dalla presenza del fossato che circonda tutta la cortina, quella attiva da due cannoniere posizionate una nella predetta tor-re di ancheggiamento e laltra, con la linea di mira direzionata verso la torre dangolo di Sud-Ovest e sor-montata da unarciera, a diciotto metri circa da que-stultima torre.

    La cortina orientale, lunga circa 220 m e costitui-ta dai due tratti di Sud-Est e di Nord-Est, costituisce il lato pi lungo dellintera cinta muraria. Presenta unaltezza minore rispetto alle altre cortine in quanto, costruita sul ciglio dellalta parete rocciosa e a stra-piombo sul sottostante abitato di Fossa, sfrutta come

    difesa passiva la naturale inaccessibilit del sito. Per questo motivo, nonostante la notevole estensione, pre-senta ununica torre rompitratta, a circa met della lunghezza, senza particolari accorgimenti difensivi, n scarpa basamentale particolarmente accentuata.

    La torre dangolo Nord, anchessa a pianta qua-drata, gi descritta precedentemente, dovrebbe riuti-lizzare, in attesa di puntuali e dettagliate indagini ar-cheologiche a ridosso della struttura, loriginario peron amnag sfruttato dallinsediamento normanno.

    Il setto murario Nord-Ovest, lungo appena settanta metri circa, costituisce il lato pi corto dellintera cin-ta muraria, ma anche il pi protetto: cortine notevol-mente pi alte delle altre e ben tre torri, due dangolo e una di ancheggiamento. Da questo lato, infatti, il terreno, sgombro da ostacoli e in lieve pendenza, si pre-senta come il pi favorevole per un attacco. La torre di ancheggiamento, a circa met della cortina, a pian-ta quadrangolare, con una scarpa basamentale appena percettibile.

    Presenta al centro una cannoniera inserita in una seconda fase edilizia, una archibugera alla sua sommi-t, quattro arciere inserite in fase, due verso Nord, una verso Est e una verso Ovest.

    Alla sua base sono state individuate tracce di strut-ture murarie preesistenti, appartenenti, con ogni pro-babilit, in attesa di puntuali indagini archeologiche, alla forticazione sveva dellalta corte nobile. Si trat-ta di una struttura quadrangolare ubicata nellangolo Est dellinsediamento normanno-svevo, dove il fossato cingeva le mura di cinta della bassa corte principale o dellalta corte: una ipotetica torre dangolo dellimpian-to svevo. La torre dangolo Ovest, a pianta quadrata, presenta una scarpa basamentale molto alta per via della forte pendenza del terreno; nel lato Sud, come gi detto, presente una archiburgiera a difesa dellingres-so al castello, mentre verso Nord e verso Nord-Est sono presenti arciere ubicate alla sua sommit.In conclusione, quando Federico II si preoccup prin-cipalmente di raorzare la frontiera settentrionale e occidentale dello Stato, conferendo allAbruzzo quella valenza di terra di conne con lo Stato della Chiesa, il castello di Ocre, ubicato in posizione strategica a diret-to controllo della viabilit maggiore e minore, dei va-lichi montani e degli attraversamenti uviali, divenne uno dei nodi cardinali di vitale importanza strategica.Le modiche compiute da Federico II nellamministra-zione dei castelli si riettono nellevoluzione delle for-me e dei sistemi di difesa. Il semplice recinto difensivo normanno di Ocre, probabilmente, venne ulteriormente raorzato da torri dangolo e rompitratta. Successiva-mente, come abbiamo visto, le tecniche difensive, dap-prima adate semplicemente allinaccessibilit del sito e alla possenza delle mura di cinta e del fossato, vanno evolvendosi no a comprendere torri munite di siste-mi di difesa attivi, quali feritorie, scarpe, merlature, cornici a sporgere, ecc, seguendo i canoni costruttivi e insediativi dapprima svevi e poi angioini.23 ANTINORI, Corograa, voi. XXXV, pp. 101-102.

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