IL CAPITALE SOCIALE IN UNA PROSPETTIVA ECONOMICA Capitolo 1 dal volume Campagne in sviluppo Capitale...
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IL CAPITALE SOCIALE IN UNA PROSPETTIVA ECONOMICA
Capitolo 1 dal volume
Campagne in sviluppo Capitale sociale e comunità rurali in Europadi Claudio Cecchi, Stefano Grando e Fabio Sabatini Rosenberg & Sellier, editori in Torino2008
• L'idea di base è che la scienza economica, nel concentrarsi sue
variabili, come il reddito, la ricchezza e il consumo, abbia trascu- rato
qualcosa di importante che si riflette sui comportamenti e sullo "star
bene" (well-being) delle persone (Bruni, 2002).
• Il "qualcosa" di importante è individuato di volta in volta nelle
istituzioni (Hodgson, 2007), nel livello di democrazia (Frey e
Stutzer, 2000), nelle aspirazioni sociali (Easterlin, 2001), nelle
libertà (Sen, 1999; Veenhoven, 2000), nella disuguaglianza
(Alesina, Di Tella e MacCulloch, 2004), nel sesso (Blanchflower e
oswald, 2004).
• Lo studio del capitale sociale, che si concentra sulle reti di
relazioni interpersonali e sulla partecipazione associativa,
fornisce nuove interpretazioni del comportamento individuale,
a livello micro, e analizza le determinanti dello sviluppo, a
livello macro.
Le prime formulazioni
• 1916: Hanifan definì capitale sociale quegli
• elementi tangibili che contano più di ogni altra cosa nella
vita quotidiana delle persone: la buona volontà,
l'amicizia, la partecipazione e le interazioni tra coloro che
costituiscono un gruppo sociale.
• Se una persona entra in contatto con i suoi vicini, e questi a
loro volta con altri vicini, si determina un'accumulazione di
capitale sociale (Hanifan, 1916, p. 130)
Banfield (1958)
• Definisce l’Amoral familism per spiegare il mancato sviluppo
del Mezzogiorno italiano.
• Secondo l'autore, l'arretratezza economica dell'Italia
meridionale era dovuta all'incapacità dei cittadini di agire
insieme per il bene comune e, più in generale, per qualsiasi
fine che trascendesse l'interesse immediato del proprio nu-
cleo familiare.
I decenni più rececnti
• negli anni novanta, il concetto di capitale sociale è divenuto
celebre grazie alle ricerche di
• Bourdieu (1980 e 1986),
• Coleman (1988 e 1990),
• Putnam, Leonardi e Nanetti (1993) e
• Putnam (1995 e 2000).
Bourdieu (1980)
• Bourdieu definisce il capitale sociale come
• "la somma delle risorse, materiali o meno, che ciascun
individuo o gruppo sociale ottiene grazie alla partecipazione a
una rete di relazioni interpersonali basate su principi di
reciprocità e mutuo riconoscimento"
Putnam, Leonardi e Nanetti (1993)
• il capitale sociale è definito come
• l'insieme delle reti di relazioni interpersonali, le norme
sociali e la fiducia che permettono alle persone di agire
collettivamente per perseguire in modo piè efficace degli
obiettivi comuni.
Coleman (1988)
• "Diversamente dalle altre forme di capitale,
• il capitale sociale risiede nella struttura delle relazioni tra gli
agenti: non può essere rinvenuto né negli agenti stessi, né
nei mezzi fisici di produzione" (Coleman, 1988, p. 98).
La rilevanza economica del capitale sociale
1. la fiducia che deriva dalla ripetizione di interazioni sociali
cooperative migliora le condizioni in cui si verificano le transazioni,
stimolando così l'attività economica, con effetti positivi su
sviluppo e crescita
2. La migliore diffusione delle informazioni e l'elevata probabilità che
l'interazione tra ciascuna coppia di agenti si ripeta più di una volta
aumentano l'importanza della reputazione
3. Il comportamento degli agenti diviene più facilmente prevedibile, e
si determina una riduzione dell'incertezza, che abbassa i costi di
transazione
4. il capitale sociale non influenza soltanto le attività
imprenditoriali, ma anche il benessere delle famiglie
5. il capitale sociale aiuta le persone a coordinarsi e agire
collettivamente
• Questo tipo di capitale sociale costituisce un bene pubblico,
poichè genera benefici che non riguardano soltanto i soggetti
coinvolti nell'associazione, ma un gruppo di persone più
ampio
• I progetti di sviluppo della Banca mondiale generalmente
incoraggiano presso la società civile la formazione di
organizzazioni volontarie, alle quali viene delegata la
gestione collettiva di servizi pubblici, attività imprenditoriali e
programmi di microcredito
I problemi di misurazione del capitale sociale
• La maggior parte degli studi sul capitale sociale utilizza dati
raccolti sul campo, mediante interviste effettuate nell'ambito
di indagini campionarie.
• Il capitale sociale ha necessariamanete una dimensione
locale e quindi si presta difficilimente all’uso di indicatori
aggregati
Sei categorie di difficoltà di misurazione del capitale sociale
1. la sua definizione rimane sostanzialmente vaga e controversa
2. il capitale sociale è un concetto multidimensionale e i suoi diversi
aspetti si intrecciano e interagiscono
3. la maggior parte degli studi empirici misura il capitale sociale
mediante indicatori "indiretti", che non rappresentano le
componenti "strutturali" del fenomeno identificate dalla letteratura
teorica (le reti di relazioni interpersonali, le norme sociali e la
fiducia)
4. World Values Survey. Il wvs rileva la fiducia mediante la domanda ideata
da Rosenberg (1956): "Generalmente parlando, crede che ci si possa fidare
degli altri, oppure che non si è mai troppo prudenti nel trattare con gli
estranei?". L'indicatore che ne deriva è dato dalla percentuale dei
rispondenti che afferma che "ci si può fidare della maggior parte delle
persone".
5. Identificare il capitale sociale coi suoi aspetti strutturali, a loro volta misurati
dalle reti, è senz'altro corretto, ma limitarsi allo studio di un determinato tipo
di rete può indurre a dimenticare che esistono anche forme di capitale
"antisociale", che ostacolano la crescita e peggiorano il benessere sociale
6. la letteratura non ha fornito una teoria micro in grado di spiegare il
meccanismo di generalizzazione della fiducia condivisa all'interno delle
organizzazioni volontarie
La letteratura empirica sulla relazione positiva tra capitale sociale e sviluppo
Kormendi e Meguire (1985)
• determinate caratteristiche della struttura sociale e
dell'assetto istituzionale di un paese possono costituire una
forma di capitale in grado di influenzare la performance
dell'economia e, nel lungo periodo, la crescita (Comparative
Survey of Freedom pubblicata dalla Freedom House)
• Tuttavia, gli autori non fanno esplicito riferimento al "capitale
sociale", e fenomeni come le libertà civili e la stabilità politica
sono piuttosto lontani dal cuore del concetto definito nella
letteratura teorica
Mauro (1995) e le Istituzioni
• costruire tre indicatori dell'efficienza delle istituzioni, che
risultano correlati in modo positivo e robusto con gli
investimenti e con la crescita in un campione di 70 paesi
considerati nel periodo 1960-85
Making Democracy Work, Putnam, Leonardi & Nanetti
• Gli autori misurano il capitale sociale attraverso quattro
indicatori del livello di partecipazione civica.
1. Il numero delle organizzazioni volontarie,
2. Il numero di lettori di giornali locali.
3. La percentuale di votanti ai referendum.
4. Il numero di voti di preferenza espressi nelle elezioni po-
litiche.
Making Democracy Work, Putnam, Leonatdi & Nanetti - I limiti
1. Il capitale sociale viene misurato attraverso degli indicatori "indiretti"
2. Le associazioni hanno un ruolo fondamentale:
1. L’appartenenza alle associazioni può derivare da un processo di
autoselezione, piuttosto che essere una conseguenza delle attivitè
associative.
2. la composizione interna delle organizzazioni volontarie è generalmente
molto omogenea
3. La partecipazione alle associazioni volontarie puè avere implicazio- ni
relazionali modeste, che possono essere limitate, per esempio, al
pagamento di una quota annuale di iscrizione.
3. Problema delle variabili omesse
Capitale sociale e sviluppo
• Il capitale sociale fa bene allo sviluppo?
•Lo sviluppo fa bene al capitale sociale?
•Come si crea il capitale sociale?
Conclusioni
• nella letteratura mancano una definizione e un metodo di
misurazione comunemente condivisi
• C̀difficile confrontare i risultati delle indagini empiriche
• Inoltre la letteratura empirica in campo economico ha due limiti:
• a) presta eccessiva attenzione al tema della crescita, trascurando
l’importanza della sua qualità e il più ampio concetto di sviluppo;
• b) omette di indagare sui meccanismi di creazione, accumulazione e
distruzione di capitale sociale.
Conclusioni (segue)
• L’incapacità di individuare gli strumenti che favoriscono il
rafforzamento del capitale sociale impedisce l’elaborazione di
adeguate linee di politica economica rendendo questo filone
della letteratura poco fertile dal punto di vista dei policy
makers.
• Le ragioni di questo limite risiedono anche nella difficoltà
degli economisti politici di dedicarsi a temi ormai “scomodi”
come l ユ intervento dello stato nell’economia, la qualità dei
servizi pubblici e lo stato sociale.
Conclusioni (segue)
• Clower (1989), già editor dell’American Economic Review:
• «l’economia è talmente distaccata da qualsiasi cosa che abbia
anche solo lontanamente a che fare con la realtà che per gli
stessi economisti è difficile prendere la loro materia sul serio»
• Il progetto RESTRIM (Restructuring in Marginal Rural Areas: the Role
of Social Capital in Rural Development) intende analizzare non solo il
rapporto tra capitale sociale e sviluppo rurale, ma anche il ruolo dello
stato e dei servizi pubblici nell’accumulazione e distruzione di capitale
sociale.