IL CANTO GREGORIANO - STUDIOMUSICALICATA...P A G I N A 1 IL CANTO GREGORIANO Il canto gregoria-no o...

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  • STUDIOMUSICALICATA Edizioni Musicali di Alicata Gaetano

    Sede Legale: Via A. Brancati,106 - 96018 Pachino (Sr) Sedi Operative: C.da Cugno di Canne, snc - 96014 Floridia

    C.da San Lorenzo, snc - 96017 Noto Tel: 328.4650606 Fax: 0931.1846143

    E-Mail: [email protected] Web Site: www.studiomusicalicata.it

    Costanza Guastelluccia

    Cristina Longo

    Enrico Tricarico

    Gakimas

    Giancarlo Aleppo

    Lucia Franzò

    Luigi Fiorentini

    Maria De Lorenzo

    Mariachiara Patruno

    Mario Gagliani

    Nino Oriolo

    Rossana Campisi

    Stefania Leone

    Susy Benevento

    Veronica Montoneri

    HANNO COLLABORATO

    COPIA OMAGGIO

    Pag. 1 Il canto gregoriano G. Alicata

    Pag. 2 Analisi della 1^ parte del minuetto,

    dal quartetto n° 6 op. 42 di Haydn M. Gagliani

    Pag. 4 La banda musicale nazionale G. Aleppo

    Pag. 5 Il lato nobile della musica L. Fiorentini

    Pag. 6 Festival “Terra tra due mari” E. Tricarico

    Pag. 7 MuDad Band Redazione

    Pag. 8 1° Memorial “Pasquale Cerone” Gakimas

    Pag. 9 Corto del “Fermi” alla festa… R. Campisi

    Pag. 10 Omaggio al Maestro...

    Pag. 11 ...Sergio Carrubba G. Alicata

    Pag. 12 Roma Film Festival 2019 M. Patruno

    Pag. 13 Nino Oriolo: I Vicoli… C. Guastelluccia

    Pag. 14 Raffaella Nunziante… Redazione

    Pag. 15 La musica è C. Longo

    Pag. 16 Tra le pagine del saggio… V. Montoneri

    Pag. 17 Giulio Orioli: la… M. De Lorenzo

    Pag. 18 Einaudi: il pianista… S. Benevento

    Pag. 19 L’Uomo e la natura, idillio… L. Franzò

    Pag. 20 La Giostra delle anime Redazione

    SOMMARIO

    DIREZIONE

    REDAZIONE

    GRAFICA

    IMPAGINAZIONE

    MIRIAM ALICATA

    VICEDIRETTORE — CAPOREDATTORE FRANCESCO D’ISA

  • P A G I N A 1

    IL CANTO GREGORIANO Il canto gregoria-no o piano è una parte del canto cristiano. Esso è eseguito in quat-tro modi: sillabico, nel quale ogni nota della melodia è posta su ogni sil-

    laba del testo; neumatico, che reca poche note per ogni

    sillaba; salmodico, che presenta numerose sillabe

    per ogni suono; melismatico, caratterizzato da numerose

    note per ogni sillaba (usato nell’Alleluia); Gli antichi divisero la struttura del canto in due parti: accéntus, canto sillabico, con la stessa in-

    tonazione, usato nella lettura dei salmi. Ta-le esecuzione era antifonale, ovvero i cori erano divisi in due parti e si rispondevano l’uno con l’altro. L’antifona fu introdotta durante la Messa da Sant’Ambrogio per-ché mostrava più partecipazione dei fedeli ai riti cristiani. Il canto responsoriale, in-vece, era una risposta al celebrante da par-te del coro o dei fedeli. In pratica siamo di fronte a quello che avviene in chiesa quan-do il sacerdote celebra i riti cristiani.

    Concéntus, canto melodico usato nell’intonazione degli inni.

    Il canto Gregoriano è: Monodico perché il coro esegue una melo-

    dia all’unisono; modale perchè basato sugli otto modi ec-

    clesiastici; senza accompagnamento strumentale; di ritmo libero; di limitato ambito melodico; in latino; scritto con la notazione neumatica. Gli otto modi ecclesiastici sono divisi in: 4 autentici, nei quali l’estensione àmbitus

    è di 8 note ascendenti; la nota principale, tonica, è chiamata finale.

    4 plagali, disposti una quarta sotto i modi autentici e nominati col prefisso greco IPO.

    Il canto cristiano è diviso in quattro punti ge-ografici: Israele, perché il canto ebraico è la fonte

    dei canti cristiani più antichi; Siria, perché qui ebbero origine i canti anti-

    fonali e responsoriali; Armenia, perché qui si svilupparono gli in-

    ni e la prima notazione neumatica; Bisanzio, perché qui ebbero origine gli inni

    con ritmo misurato. Il canto bizantino è ancor oggi usato dalla Chiesa greca-ortodossa.

    E in cinque zone fin dalle sue origini: Russo, perché derivato dal canto bizanti-

    no; Ambrosiano, perché prese il nome da

    Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che nel IV sec. introdusse l’innodia e le antifo-ne;

    Gallicano, perché fiorì in Francia; Mozarabico, perché fiorì in Spagna con

    caratteri arabi; Gregoriano, perché Papa Gregorio Ma-

    gno nel VI sec. fece riordinare i canti, am-messi in chiesa, in un unico volume chia-mato Antifonario. Lo stesso bandì i canti che non fossero degni di essere eseguiti in chiesa.

    La Messa cattolica, nelle chiese, viene ese-guita in due parti ed è basata sul canto gre-goriano: l’Ordinario della Messa, ovvero il Kyrie,

    Gloria, Credo, Sanctus e l’Agnus Dei; il Proprio della Messa, ovvero tutte le

    parti mobili. Dal IX al XII sec. furono introdotti il Tropo e la Sequenza. Il Tropo inseriva parole e mu-sica nel canto gregoriano, la Sequenza ag-giungeva nuovi testi sui melismi dell’Alleluia. CENNI STORICI SULLA RELIGIONE CRISTIANA Il Cristianesimo, sin dalla sua nascita, è stato sempre a favore dei poveri, degli umili, dei de-boli e dei malati. La sua concezione si basa sull’avvento di Cristo, venuto al mondo, per salvare l’umanità dai peccati. È questa la reli-gione che piega e mette in crisi l’Impero roma-no, contribuendo a distruggerlo. Roma, che si era accorta del pericolo, cercò di contrastarlo con le brutali persecuzioni. Ma ciò fu invano, perché i martiri cristiani davano ancora più for-za ai fedeli e alla religione che piano piano si stava propagando in tutto il mondo. Solo con l’editto di Costantino, nel 313, che abolì le per-secuzioni, la religione cristiana diviene religio-ne di stato dando la libertà di culto ai fedeli.

    Gaetano Alicata

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  • P A G I N A 2 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    ANALISI DELLA PRIMA PARTE DEL MINUETTO, DAL QUARTETTO N.6 OP.42 DI HAYDN

    In questa breve analisi, si vuole mettere in risalto una delle tecniche compositive più

    conosciute: la cellula di un tema iniziale che diventa materiale primario per comporre

    una brano musicale. In questo minuetto di Haydn il tema è enunciato dal primo violino

    in un periodo di 8 battute, che occupa l’intero primo ritornello del brano. L'autore usa 2

    cellule tematiche per tutta la durata del minuetto, esposti nelle prime due battute del

    tema:

    I violino

    Togliendo tutte le fioriture, chiamerò A la prima cellula e B la seconda cellula:

    A B

    Ci accorgiamo subito che nell’accompagnamento delle prime due battute, l’autore usa

    l’inciso B per moto contrario, nelle parti del violoncello e del secondo violino e per moto retto nella parte della viola:

    II violino (B per moto contrario)

    Viola (B)

    Cello (B per moto contrario)

    Nella semifrase di risposta di battuta 3 e 4, l'autore utilizza il frammento B nel primo violino, prima per moto retto e poi per moto contrario:

    I violino (B; B per moto contrario)

  • I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9 P A G I N A 3

    mentre, l’accompagnamento mescola il frammento B con il frammento A, usati sia per moto retto che per moto contrario:

    II violino (B + A mc)

    viola (B per moto contrario + A) cello (B per moto contrario + A)

    Nella frase di risposta, delle misure 5 e 6, Haydn utilizza il frammento A per moto con-

    trario nel tema, ma con un’espansione del primo suono che ne modifica l’aspetto ritmi-co:

    I violino

    Intanto, gli altri strumenti continuano ad utilizzare come accompagnamento, l’elemento B, sia per moto retto che per moto contrario.

    II violino (B per moto contrario)

    viola (B)

    Il secondo ritornello del minuetto, alla battuta 9, si apre con la proposta tematica dei due violini con l’elemento A:

    I violino (A)

    II violino (A)

    che prosegue nella battuta successiva nella parte della viola con l'elemento B:

    viola (B)

    La semifrase di risposta alla battuta 11 è affidata al primo violino e alla viola con l'ele-mento A:

    I violino (A)

    viola (A)

    Come possiamo vedere da questa breve analisi, Haydn da un' idea-base delle prime 2 battute, organizza questo minuetto sempre sugli stessi elementi, sia a livello di superfi-cie, che a livello profondo. In questo caso, essendo un pezzo breve, le 2 cellule di base

    sono sufficienti per comporre tutto il brano, dandogli una grande coerenza melodica e rendendo il minuetto coerente e unitario.

    M° Mario Gagliani, docente di composizione presso il Conservatorio “O. Respighi” di Latina

  • LA BANDA MUSICALE NAZIONALE

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    Giancarlo Aleppo

    Il rapporto qualità-

    immagine e interesse-consenso, è una co-

    stante attuale univer-salmente praticata e

    radicata nel sistema sociale in cui viviamo.

    Tuttavia, malgrado l’inequivocabilità del

    fenomeno, le BANDE MUSICALI italiane,

    nel complesso, non colgono l’importanza di questo determi-

    nante aspetto e, continuando a funzio-nare ai margini delle situazioni evoluti-ve, finiscono per rimanere completa-

    mente assenti dai processi di trasfor-mazione costantemente in atto. Non ri-

    mane, così, che lamentarsi per un mi-nore riconoscimento istituzionale, per

    il regressivo ridimensionamento del ruolo sociale e per la scarsa considera-

    zione dei propri valori culturali. La si-tuazione all’interno di tante realtà ban-

    distiche è talmente eterogenea e com-plessa da scoraggiare ogni iniziativa ge-

    neralizzata. L’ostinazione a riportare tutto alle proprie dimensioni conosciti-

    ve, alle sproporzionate e compromet-t e n t i e s u b e r a n z e p e r s o n a l i ,

    all’immobilismo organizzativo e alla sfavorevole situazione socio-culturale

    esterna, sono alcune delle più impor-tanti cause che contribuiscono a deter-minare la problematica della situazione

    bandistica generale italiana e a provo-care l’umiliante disconoscimento cultu-

    rale musicale e l’esclusione da ogni programma divulgativo: stampa, radio,

    televisione, in tutti i suoi indirizzi po-polari, sociali, culturali, promozionali e

    ricreativi. Eppure la BANDA MUSICA-LE, depositaria di autentici valori, sa-

    rebbe capace di interpretare e esprime-re suoni, colori e concetti musicali di

    alta qualità che abbracciano secoli di

    storia della musica fino ad esperienze contemporanee: dal folcloristico al sin-

    fonico, dalla parata al concerto, con u-na risorsa di esecutori che vanno dal

    solista preparatissimo al complesso ec-cellente che, malgrado risultino quanti-

    tativamente esigui rispetto alla maggio-ranza degli strumentisti dei numerosi

    complessi bandistici, rappresentano pur sempre un congruo potenziale

    strumentale che non ha riscontro in nessuna altra organizzazione musicale.

    La BANDA MUSICALE, per questo mo-tivo, dà la possibilità di esprimersi con il conseguente recupero, dato l’apporto

    qualitativo, dell’immagine generale dei complessi bandistici. Le realtà bandi-

    stica d’oltralpe, organizzate in modo di-verso dal nostro e mediamente migliori

    qualitativamente, rappresentano un punto di riferimento indicativo da per-

    seguire per tentare di raggiungere i va-lori standard europei. Tuttavia, la rina-

    scita della cultura bandistica nazionale va ricercata nella nostra espressione

    musicale, attingendola dal nostro stra-ordinario patrimonio artistico e valoriz-

    zando le nostre collaudate e universal-mente riconosciute risorse umane.

    Concludendo, è vero che alcuni com-plessi corali e strumentali europei ed

    extraeuropei sono musicalmente più preparati di noi per ragioni educative, ma non dimentichiamo che i migliori

    compositori, direttori e strumentisti sono italiani.

  • I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9 P A G I N A 5

    IL LATO NOBILE DELLA MUSICA Quante volte abbia-

    mo usato la musica

    allo scopo di esaltare

    lo spirito o di accre-scere i nostri momen-

    ti di gioia? Quel mes-

    saggio di pace che ha

    raggiunto popoli e vil-

    laggi è stato, talvolta,

    accompagnato dalle

    suadenti creazioni di grandi personaggi le-

    gati al mondo

    dell’arte ed essenzial-

    mente alla sfera mu-

    sicale. Sono davvero svariate le sonorità

    che hanno sfiorato la dimensione dell’assoluto, del trascendentale, dell’estasi:

    Händel, Frank, Bach ne sono stati espo-

    nenti esemplari. Se da un lato, però, i nomi

    di molti autori hanno toccato l’apice della

    celebrità, tanto nell’ambito della musica

    colta – dal Rinascimento fino ai giorni no-stri – quanto in quello relativo alla musica

    popolare – sia nel rock che nel pop – da un

    altro lato, pur essendo rimaste impresse

    nella nostra mente le loro immortali melo-

    die, dei loro inventori, invece, se ne sono

    perse le generalità! Di coloro i quali hanno

    composto la stragrande maggioranza dei “canti gregoriani” – le suggestive melodie

    che hanno modellato la spiritualità del

    mondo occidentale nel corso di tutto il lun-

    go Medioevo – non vi è assolutamente trac-

    cia; i gospel e i calls nati ad pera degli

    schiavi neri costretti a lavorare nelle pian-tagioni americane, che sono serviti come

    “materia prima” per il successivo diffonder-

    si del jazz, non possono vantare alcuna pa-

    ternità; delle musiche popolari, che hanno

    consentito ad ogni determinata nazione di

    potersi meglio identificare con la relativa

    etnia di appartenenza, non si conoscono i nomi dei loro autori. Per poter degnamente

    apprezzare le qualità originali e innate dei

    tanti geni artistici che ci hanno trasmesso

    capolavori di inestimabile bellezza, non si

    può minimamente negare che la fonte della

    loro creatività sia dovuta essenzialmente al diretto contatto che questi hanno avuto con

    la società del loro tempo: credo che le va-

    rie idee, i suoni, i sapori e le parole siano

    stati gli ingredienti più preziosi che

    l’artista abbia potuto e saputo cogliere tra la collettività in cui ha trascorso la propria

    esistenza. E quant’altro, esulando dalla

    sfera dell’arte, è rimasto nel più oscuro a-

    nonimato pur provenendo da altrettante

    illuminate menti del passato: dalla ruota

    all’arco etrusco; dalla potatura delle pian-

    te all’utilizzo delle prime stoviglie… A que-sto punto, sorge spontanea la seguente

    domanda: «È il genio creativo del singolo

    artista che attinge spunto dalla società,

    sviluppandolo ulteriormente e rendendolo

    così originale, o è la stessa società che

    concede il sapere in suo possesso all’artista delegandolo di rendere sublime

    il proprio pensiero?». La risposta potrebbe

    essere di qualsiasi tipo, ma va da sé, co-

    munque, che l’anonimato rende, talvolta,

    l’opera d’arte di elevato pregio; non tanto

    per la presunta fierezza di colui il quale

    l’ha creata, ma per quell’autentica sponta-neità contenuta in essa. Se la frase evan-

    gelica “Non sappia la mano destra ciò che

    fa la sinistra” è un vero tributo all’onestà

    della riservatezza, quanto appena detto

    dovrebbe risultare giusto e insindacabile!

    Il vero lato nobile della musica, quindi, ri-siederebbe in quella parte dell’arte sonora

    nata dalla più silente espressione

    dell’animo umano. Per concludere – a pro-

    posito di silenzio – mi permetto di citare la

    celebre frase di Dominique Ponnau:

    «L’angelo è il musicista del silenzio di Dio». E se negli Angeli risiede il dualismo

    dell’universalità, come grandezza e umiltà,

    silenzio e tumulto, non credo sia necessa-

    rio aggiungere altro.

    Luigi Fiorentini

  • P A G I N A 6 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    FESTIVAL “TERRA TRA DUE MARI”

    Enrico Tricarico

    Gli ultimi due appuntamenti del Festival "Terra tra due

    mari", giunto alla sesta edizione, che si tiene a Gallipoli

    (Le), hanno richiamato grande attenzione di pubblico e

    hanno suscitato notevole interesse culturale. Il 19 otto-

    bre si è svolta la cerimonia di intitolazione della

    "Piazzetta dei musicisti, a ricordo dei compositori galli-

    polini Giuseppe Tricarico, Vincenzo Alemanno e Fran-

    cesco Luigi Bianco", una piazzetta sita nel cuore della

    città di Gallipoli, tra il ponte secentesco e il castello an-

    gioino. I contributi musicali lasciati dai compositori gal-

    lipolini sono notevoli: Giuseppe Tricarico, compositore

    barocco della scuola napoletana e maestro alla corte

    dell’Imperatrice Eleonora Gonzaga a Vienna; Aleman-

    no è invece il compositore che ha avviato tante tradizio-

    ni musicali, fra tutte l’esecuzione degli oratori sacri

    all’Addolorata ed anche la tradizionale pastorale galli-

    polina. E' autore prolifico di musica sacra e di speciale

    grazia. Bianco, infine, è il musicista più amato dai galli-

    polini, le sue musiche risuonano in ogni contesto delle

    tradizioni religiose ed è autore di pregevoli musiche per

    pianoforte dedicate anche alle regine d’Italia Margheri-

    ta e Elena e a Giacomo Puccini. Durante la cerimonia

    di intitolazione della “Piazzetta”, si è esibita l’orchestra

    “Enrico Giannelli” del liceo musicale di Parabita. Al

    termine della cerimonia, presso la biblioteca comunale

    "Sant'Angelo", si è tenuto un incontro con Enrico Trica-

    rico, ideatore dell'iniziativa, che ha eseguito e fatto co-

    noscere la musica e la storia dei tre compositori. Il 25

    ottobre invece si è tenuto un concerto - evento presso il

    Teatro Italia con l'orchestra Terra del Sole che ha ospi-

    tato il celebre cantautore Franco Simone, il soprano

    originario di Ispica (Sicilia) Claudia Oddo, il coro

    "Mondo Musica" dalla Germania, Antonio Ancora vin-

    citore della prima edizione italiana di X-Factor con gli

    ARAM QUARTETT e Ettore Romano. Grandiose le

    coreografie di Ninfa Fersini con l'Ecole de danse di

    Carmiano e durante la serata sono stare proiettati video

    e quadri realizzati per l'occasione dall'artista contempo-

    rane Ippazio Fracasso - Baacke.

  • P A G I N A 7 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    A cura della redazione

    MUDAD BAND è un gruppo costituito da artisti lucani con competenze, esperienze e professionalità nel settore musicale. Affronta tutti i generi, dal pop allo swing, dalla bos-sa nova al jazz, dalla musica da ballo, liscio, latino americano, balli caraibici, alla dance

    anni '70, '80, '90 fino a raggiungere le ultime hit del momento. Per contatti: 338 750 1213.

  • P A G I N A 8 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    1° MEMORIAL “PASQUALE CERONE”

    Giovedì 01 agosto c.a., presso l'Hotel Terme di Rapolla (Pz), si è svolto il 1°MEMORIAL

    M° CAV. PASQUALE CERONE. L’evento è stato un omaggio ad una persona speciale, un

    uomo e un maestro, che ha fatto della musica e dell'insegnamento tutta la sua vita. In

    prima fila erano presenti tutti gli allievi, cui ha impartito lezioni di musica, che nel corso

    degli anni lo hanno stimato e ammirato. La manifestazione ha integrato momenti di mu-

    sica tradizionale bandistica e momenti di riconoscimenti ed encomi, con consegne di tar-

    ghe al merito, agli anziani, storici musicanti, amici del defunto Maestro. Per questi il

    complesso bandistico ha proposto le famose marce sinfoniche che gli stessi eseguivano

    col glorioso Concerto Strumentale. In particolare, sono state proposte del M° Michele

    Lufrano, Regione Abruzzo, Squinzano, Casertana e Fantastica; del M° Nino Ippolito,

    Topo Gigio, Ligonziana e PASQUALE CERONE, gran marcia sinfonica, che il M° Ippolito

    dedicò al Cav. Cerone perché legati da una storica e profonda amicizia. La serata si è

    conclusa con un interminabile spettacolo pirotecnico sulle note della marcia sinfonica

    l’Orientale del M° Ippolito. L’intera manifestazione, apprezzata dal pubblico presente e

    dalla critica, sperando duri nel tempo quale ciclo di eventi culturali e musicali, verrà ri-

    proposta nell’agosto del 2020 come 2^ edizione proprio per mantenere vivo il ricordo del

    Cav. Cerone e di tutti i suoi colleghi, amici e compagni d’arte in musica.

    Gakimas

  • P A G I N A 9 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    Rossana Campisi

    Un cortometraggio dell’IIS Fermi di Policoro, realizzato in collaborazione con Cinema-damare, è stato proiettato alla Festa del Cinema di Roma (RomaCinemaFest) sabato 19 ottobre, presso l’Auditorium Parco della Musica, all’interno dello spazio riservato dalla “Roma Lazio Film Commission” a Cinemadamare. Il corto si intitola “Formattazione letale” e parte da una riscrittura, in chiave moderna e creativa, della vicenda del mito di Medea. Erano presenti, per il Fermi di Policoro, il Dirigente Scola-stico Giovanna Tarantino, il docente referente professor Pino Suriano e gli studenti Marzia Caggiano e Pierpaolo Cirigliano. L’iniziativa è stata realizzata nell'ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da MIUR e MIBAC (A4 –Visioni Fuori Luogo- Cinema per la Scuola - I progetti delle e per le scuole”, PROGETTO “Miti in mo-vimento”). Tra i partner anche il Polo Museale, la Regione Basilicata, il Comune di Policoro e l’associazione Cinemadamare diretta da Franco Rina, coordinatore scienti-fico del progetto, che ha valorizzato alcuni beni culturali del territorio, tra cui i vasi del Pittore di Policoro, e posto al centro dell’attenzione visiva alcune dinamiche come l’erosione costiera. La regia è di Nicolò Piccione, la sceneggiatura è stata scritta da Eugenio Casalino e Riccardo Romano, in collaborazione con gli studenti durante le fasi didattiche del percorso. Tra gli attori anche alcuni insegnanti e studenti del Fermi, che hanno accompagnato le fasi tecniche di realizzazione. “E’ una occasione – ha com-mentato il Dirigente Scolastico Giovanna Tarantino - che ci onora e premia un lungo lavoro di quasi due anni con Cinemadamare, tra fasi progettuali, organizzative e di pro-duzione. Cogliamo con piacere questa opportunità di una anteprima così prestigiosa, nelle prossime settimane presenteremo i due corti realizzati all’interno della nostra scuola. La scuola deve essere il luogo in cui si creano le condizioni, per qualsiasi stu-dente, per imbattersi in un autore, in un’opera d’arte e lasciarsi coinvolgere in un con-creto operare, scoprendo attitudini e passioni che la didattica curricolare potrebbe non cogliere. I giovani, spesso, vedono nell’audiovisivo una significativa occasione di cresci-ta formativa, poiché attraverso questo specifico linguaggio vivono intense attività di re-

    lazione, mettendo in campo competenze diverse che vanno oltre le arti e le discipline”.

    CORTO DEL “FERMI” ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA

  • P A G I N A 1 0 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    OMAGGIO AL MAESTRO

    SERGIO CARRUBBA, nato a Modica (RG), classe 1960, è diplomato in pianoforte, in musi-ca corale e direzione di coro e in composizione. In qualità di pianista ha conseguito suc-cessi ed encomi per i primi posti ottenuti in importanti concorsi nazionali ed internazionali. In qualità di direttore artistico-musicale, ha costituito formazioni strumentali e corali (dal duo all’orchestra da camera) con i quali ha tenuto concerti per le più rinomate associazioni di musica a carattere nazionale: AGIMUS, GMI, AMICI DELLA MUSICA, ed Enti Pubblici ottenendo sempre unanimi consensi di pubblico e di critica. Nel suo palmares figurano col-laborazioni con artisti di fama mondiale: Katia Ricciarelli, Giuseppe Veneziano, Anna-maria Ferroni, Takako Yoshida, Charlotte Beuckers, Giuseppe Baglieri, Claudia Perro-ne, Silvia Cerri, Adriana Iozzia. Tra le sue performance si ricordano: il concerto tenuto presso il Teatro di Stato “Manuel” di Malta e il concerto tenuto, in privato, per il Presi-dente della Repubblica di Malta. In tal contesto, ha accompagnato al piano il soprano Na-talia Margarit, il tenore Giuseppe Veneziano ed ha presentato alcune sue opere musicali che hanno riscosso grande successo di pubblico e di critica. In qualità di Direttore di Coro ha diretto, dal 1996 al 2006, il coro Josquin Desprez con il quale ha realizzato diversi con-

    certi proponendo messe di Palestrina e brani tratti dal repertorio polifonico del 1500. In

    qualità di Direttore d’Orchestra ha diretto concerti di musica sacra e profana per coro e orchestra, tra i più rappresentativi: l’Oratorio di Pasqua di J.S. Bach, la Missa Brevis di J. Haydn, la Missa Brevis di W.A. Mozart, lo Stabat Mater di G.B. Pergolesi.

  • P A G I N A 1 1 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    SERGIO CARRUBBA

    In qualità di compositore, iscritto alla SIAE dal 1977, affronta diversi generi: dalla musi-ca leggera (ha inciso nel 1981 un 45 giri per la SEA musica e nel 1988 un LP per la CI-MINIERA RECORDS), alla musica teatrale(musiche di scena per Uno sguardo dal ponte di A. Miller, Il mandato di N. Er-dmann e Il berretto a sonagli di L. Piran-dello); dalla musica da film (Le cose che parlano, lungometraggio e Toccattè, corto-metraggio, entrambi della regista esordiente Tiziana Bosco per ZELIG.srl), alla musica d’avanguardia (Requiem atomico, per pic-cola orchestra, voce recitante, coro e movi-menti coreografici, Mithicus per clarinetto e pianoforte, Ditirambo per orchestra di clari-netti, Capriccio per flauto dolce e pianofor-te); dalla musica lirico-sinfonica (romanze e piccoli melodrammi), alla musica seria per orchestra (Il ratto di Persefone, quadro sinfonico). Su commissione ha composto le seguenti opere: Comune di Modica, EX ACQUA VITA ,

    requiem per soli coro e orchestra in occa-

    sione del centenario dell’alluvione di Modi-ca. La Provincia Regionale di Ragusa, di detta opera, ha prodotto un dvd;

    Presidente del Parco Letterario “Il Gat-topardo”, musiche originali per uno spet-tacolo sul GATTOPARDO del principe Lan-za Tomasi realizzato a Santa Margherita Belice ed eseguite nei luoghi gattopardia-ni;

    Provincia Regionale di Ragusa, musiche di scena sulle poesie, ED E’ SUBITO SERA e OBOE SOMMERSO, per uno spettacolo su Salvatore Quasimodo, realizzato nel centenario della nascita dall’attore Aldo Reggiani;

    Comitato Organizzatore Carmelo Otta-viano, ELEGIA, per violino e pianoforte, composta in onore del filosofo Carmelo Ottaviano, nell’occasione dei festeggia-menti per il centenario della sua nascita.

    In qualità di arrangiatore collabora con l’orchestra Pop Players Ensamble, costitui-ta da maestri e solisti dell’Orchestra Sinfo-nica del Teatro Massimo “Bellini” di Ca-tania. Dal 1998 è Direttore Generale della Casa Discografica A.J. Music con la quale ha prodotto due CD di musica lirica con la collaborazione del tenore Giuseppe Baglieri e del soprano Tatiana Khorra. Collaborato-re dell’emittente televisiva, VIDEO MEDI-TERRANEO SAT, ha realizzato diverse tra-smissioni, tra i programmi più noti Noto-rius messo in onda su SKY canale 804. In qualità di presidente, o commissario compo-nente di giuria di importanti concorsi nazio-nali e internazionali, è chiamato da enti e associazioni di chiara fama. Per la sua vali-dità artistica ha ricevuto importanti ricono-scimenti: il Premio Randone, il premio Cit-tà di Ragusa, il premio Città di Modica, il premio Solidarietà ed Amicizia, il premio Casa Giara. Alla sua attività artistica asso-cia quella di Dirigente Scolastico dell’I.I.S. “Galilei-Campailla” di Modica(Rg). Sergio Carrubba, artista di grande levatura, è un affermato compositore che ha recuperato gli stili artistici del ‘900 creando un perfetto con-nubio tra teatro e musica. Mio 1° Maestro, di armonia e composizione, ha acquisito meriti artistici attraverso le sue opere nella consape-volezza che la musica non solo crea ma apre le porte a nuove esperienze e a nuovi orizzonti.

    Gaetano Alicata

  • I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9 P A G I N A 1 2

    ROMA FILM FESTIVAL 2019

    Mariachiara Patruno

    Un giorno normale, come tutti

    gli altri. Un giorno di caldo,

    come vengono definiti dai ro-

    mani, ‘i giorni dell’ottobrata’.

    Un giorno in cui centinaia e

    centinaia di persone arrivano

    alla 14 edizione del Roma Film

    Festival per vedere i propri at-

    tori preferiti sfilare sul red car-

    pet e guardare i film in antepri-

    ma : aria di festa per tutte le

    fasce di età cinefile. All’interno di questo contesto, si

    svolge il mini festival ‘Alice nella città’ : il cinema dei

    giovani per i più giovani. Tra i numerosi film presen-

    ti in gara, risalta sicuramente il lungometraggio , frutto

    di una collaborazione franco-italiana, ‘LA FAMOSA

    INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA’, presenta-

    to già a Cannes, Locarno e in molti alltri festivals in-

    ternazionali. Il cartone animato, è stato prodotto, pri-

    ma esperienza del suo genere, da Indigofilm, Prima

    Linea Productions, France 3 Cinéma, Pathé, Rai Ci-

    nema, venendo accolto con grande successo e pro-

    spettandosi come il nuovo classico della nostra epoca.

    Il film trova le sue origini nella storia di Dino Buzzati,

    scritta nel ’45 per i bambini del dopoguerra. Una sto-

    ria che, a distanza di più di 70 anni, si dimostra essere

    più attuale che mai, affrontando temi che vanno

    dall’incontro di due entità apparentemente diverse

    che si ritrovano a convivere insieme, legato quindi

    l’immigrazione, al rapporto padre-figlio; dalla perdita

    alla crescita personale ecc.. La storia, realizzata dal

    famoso regista Lorenzo Mattotti, il quale ha anche

    tenuto una masterclass antecedente alla prima del

    film, racconta le vicende di Leonzio, il Grande Re

    degli orsi, che nel tentativo di ritrovare il figlio da tem-

    po perduto e di sopravvivere ai rigori di un terribile

    inverno decide di condurre il suo popolo dalle mon-

    tagne fino alla pianura,

    dove vivono gli uomi-

    ni. Grazie al suo eser-

    cito e all’aiuto di un

    mago, riuscirà a scon-

    figgere il malvagio

    Granduca e a trovare

    finalmente il figlio To-

    nio. Ben presto, però,

    Re Leonzio si renderà

    conto che gli orsi non

    sono fatti per vivere nella terra degli uomini. A presta-

    re le voci di questi personaggi, troviamo delle eccel-

    lenze italiane: Toni Sorbillo nelle vesti di Leonzio,

    Antonio Albanese, Linda Caridi, Corrado Guzzanti

    nel ruolo di Salnitro e la partecipazione straordinaria

    di Andrea Camilleri nel ruolo del Vecchio Orso,

    doppiato invece dal grande Jean-Claude Carrière nel-

    la versione francese. Proprio quest’ultimo ha doppia-

    to il suo personaggio nel suo appartamento, impossi-

    bilitato dal muoversi a causa della sua malattia. La

    preparazione del film ha richiesto cinque anni e Mat-

    totti ha ricreato i personaggi basandosi sui disegni fatti

    dallo stesso Buzzati nel libro omonimo e che ritrovia-

    mo come elementi di arredo dei luoghi in cui avviene

    la storia. Da notare anche come Mattotti abbia ag-

    giunto la figura femminile di Almerina (nome che

    rende omaggio alla signora Buzzati, grazie alla quale è

    stato possibile realizzare il film) protagonista del film.

    Almerina ‘energia vitale del film’ svolge anche la fun-

    zione di collante tra il mondo degli orsi e quello degli

    umani, permettendo di risolvere nodi narrativi che

    Buzzati risolveva a suo tempo, aggiungendo di volta in

    volta personaggi nuovi alla storia. Almerina, insieme

    al cantastorie Gedeone, rappresentano infine il punto

    di incontro tra pubblico e storia: sono loro infatti, che

    ci raccontano ‘la famosa impresa degli orsi’, cosa che

    nel libro veniva attuata da Buzzati, che si rivolgeva

    direttamente ai bambini, interpellandoli con interro-

    gativi e racconti nei racconti. Il film nella sua versione

    italiana, è molto diverso rispetto alla sua versione

    francese, più classica. Infatti Mattotti ha scelto di con-

    notare marcatamente i personaggi, con forti accenti

    ed espressioni dialettali siciliane. Inoltre, il film ri-

    manda all’antica tradizione della commedia italiana,

    fatta di musiche coinvolgenti, maschere, giochi. Po-

    tremmo dire quindi, che il lungometraggio è

    ‘un’esperienza visiva’, punto di incontro tra pittura e

    letteratura; una ‘stilizzazione del reale nella verticalità

    che ti dà un senso di vertigine sulla pelle’ come ha

    affermato Toni Servillo durante la press conference.

  • P A G I N A 1 3 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    NINO ORIOLO: I VICOLI DELL’ANIMA. UN VIAGGIO PARALLELO

    Si è tenuta a Senise (Mt), nei giorni 4-5-6 Agosto 2019, nell’antico chiostro del convento francescano, l’interessante mo-

    stra personale dell’artista lucano Nino Oriolo. Conclusasi con grande successo, ha visto tessere le lodi del pittore, fotografo e

    grafico novasirese. Dal titolo: I vicoli dell’anima. Un viaggio paral-lelo. L’evento, curato dalla storica e critica d’arte Maria De Lo-

    renzo, ha trattato in maniera figurativa l’essenza più profonda che il maestro ha voluto lasciare nelle sue opere. La poetica di Oriolo è visibile in ogni suo lavoro: nella fotografia rende atem-

    porali e immortali spazi e scorci lucani; nella pittura, a punta di pennello e con fare da miniaturista, rende surreale e metafisica una terza dimensione.

    Mondi ignoti aleggiano nei suoi dipinti, che vengono resi con colori freddi e netti. Parti-colare è il voler riportare la fotografia sul supporto a tela, provando a dipingere, in tal

    modo, con una sorta di nuovo pennello multimediale, ossia l’obiettivo.

    Costanza Guastelluccia

  • P A G I N A 1 4 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    RAFFAELLA NUNZIANTE, DIRETTORE D’ORCHESTRA

    Nata a Salerno (Sa), nel 1989, ha iniziato gli studi musicali all’età di 5 anni grazie all’amore per la musica trasmesso dal padre, Gerardo, clarinettista. Successivamente, grazie al suo talento, ha iniziato a studiare pianoforte, esibendosi in qualità di solista, prima, nella città di residenza e, dopo, a li-vello regionale e nazionale nei luoghi più suggestivi d’Italia, conseguendone il diploma, col massimo dei voti e lode, presso il Conser-vatorio G. Martucci di Salerno all’età di 18 anni. Ha frequentato numerosi corsi di perfe-zionamento con diversi maestri e soprattutto eccezionali pianisti: Orazio Maione, Antonio Pompa-Baldi, Aldo Ciccolini, Arkadi Zenzi-per, Pedro Gavilan e Annamaria Pennella. Pianista accompagnatore, per le facoltà di brass, archi e opera presso il Conservatorio di Salerno, è stata chiamata in qualità di do-cente in corsi di perfezionamento e master class collaborando con personalità di chiara fama a livello mondiale, si cita Sherry Kloss assistente di Jascha Heifetz. Nel 2011 ha conseguito il Diploma in Corno Francese presso il Conservatorio G. Martucci di Saler-no col massimo dei voti e successivamente la Laurea Triennale In Direzione D’Orchestra Di Fiati. Oltre al pianoforte e al corno ha studiato, a livello amatoriale: violino, viola, batteria, clarinetto e flauto. La sua passione per la musica, e gli studi acquisiti nel setto-re, l’hanno portata a conseguire il titolo di

    Direttore D’Orchestra attivo distinguendosi per la sua direzione versatile e perfezionista. Nel suo palmares, degno di note e di recen-sioni di famose testate giornalistiche, si evin-ce che ha firmato il primo contratto, come direttore d’orchestra, nel 2007, all’età di 17 anni, con il Gran Concerto Bandistico Cit-tà di Vietri Sul Mare. In successione ha di-retto le prestigiose orchestre di fiati di Cora-to, Acquaviva delle Fonti, Salerno e Pesca-ra. Ha frequentato l’Università Degli Studi Di Salerno nella facoltà di Lingue e Lettera-ture Straniere, conseguendo la laurea con lode, in entrambi i gradi, triennale e speciali-stica. Docente di musica, in istituti superiori di 1° grado, ha scoperto il suo amore per l’insegnamento del pianoforte ai bambini e dopo averne prestato servizio, per circa 4 an-ni, si è trasferita a New York per perseguire il suo sogno di diventare musicista e inse-gnante all’estero. Attualmente studia presso l’Hunter College (uno dei prestigiosi College della Città di New York) nella classe di Music Education nel contempo continua a trasferire la sua passione per il pianoforte agli alunni della Noel Pointer Foundation e agli alunni della scuola di Pianoforte di New York. As-sistente del Direttore di Parliamo Italiano, presso Hunter College, ha ricevuto un invito a diventare membro dell’Università Civica di New York da parte della Golden Key In-ternational Honor Society per i suoi ecce-zionali risultati accademici.

    A cura della redazione

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    Ma Musica Education-Hunter College 2018 Piano Tacher-Italian Teacher, (862) 955-8374 http://pianoraff.wixsite.com/raffaella-nunziante

  • “Sei bella che la

    musica non c’é…”

    come canta Coez.

    Sì, perché a volte

    la senti comunque.

    Un’assenza pre-

    sente, un po’ come

    quell’amore che

    senti nello stoma-

    co, seppur non

    puoi toccarlo nella sua carne. Un ritmo

    ovunque, dunque. C’è un suono anche

    qui: in questi tasti del pc sui quali ora sto

    scrivendo… e poi ci sarà un ritmo seguito

    dagli occhi…quelli che adesso seguono

    questo mio muovermi nascosto dietro ad

    un pc che non vedi, ma che sento io esse-

    re dietro questa rivista tra le nostre mani.

    Immaginate di essere in classe e di fare

    un tema di italiano sul “Cosa è per te la

    musica”? Quindi la musica è, dunque esi-

    ste. Esiste anche quando non hai voglia

    di sentirla. La musica dei pensieri, ad e-

    sempio, c’è anche quando hai voglia di

    non pensare a niente, di non ascoltarla

    per un po’. Musica uguale vita, uguale

    pensiero. Non può non coesistere insieme

    a te. C’è... anche quando vuoi non sentir-

    la, magari lungo quella via del centro di

    una città, o dalla casa del vicino. Musica

    è rumore. Musica è movimento. Musica è

    bellezza quando capita di sentirti felice.

    Verità di un sentimento che, quando la

    musica parte, aumenta. Musica è tristez-

    za. Musica è e nient’altro che tutto. Esi-

    ste, anche quando non la senti, non la

    cerchi, non l’aspetti. Esiste anche pren-

    dendo il posto di un dire “Ti penso” o per

    denunciare tutto o il vuoto di un tempo

    presente sentito da qualcuno. Non c’è co-

    sa che non abbia toccato la musica. Pri-

    ma la dovevi cercare come una ricerca

    random alla radio. Oggi la compri quella

    che vuoi e la porti ovunque sei. È una

    musica diversa invece quella che viene da

    dentro. Forse quella vera, perché capita

    di sentirla quella che viene da fuori senza

    ascoltarla, quando magari quella del tuo

    io è più assordante. E così… preferisci

    spegnerla la radio e ascoltare quella delle

    onde del mare d’inverno alla Loredana

    Bertè. Musica come boomerang fino a di-

    ventare musicoterapia: ascolti l’esterno

    per rigenerare quella che senti a priori.

    La musica c’è anche quando non c’è o

    sembra non esserci. forse in pausa

    nell’attesa che qualcosa o qualcuno

    schiacci il play, perché senza musica non

    c’è vita. E come ci insegna Fabrizio Cara-

    magna: “Abbiamo tutti nel petto un violino

    e abbiamo perduto l’archetto per suonarlo.

    Alcuni lo ritrovano nei libri, altri

    nell’incendio di un tramonto, altri negli oc-

    chi di una persona, ma ogni volta

    l’archetto cade dalle mani e si perde come

    un filo d’erba o un sogno. La vita è la ricer-

    ca infinita di questo archetto per non senti-

    re il silenzio che ci circonda”.

    P A G I N A 1 5 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    Cristina Longo

    “LA MUSICA E’”

  • P A G I N A 1 6 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    Nell’era delle macchi-ne e del virtuale, dove le funzioni del corpo sono ridotte ai bisogni essenziali, l’analogico banalizzato e persino l’appetito sessuale su-b o r d i n a t o a l “benessere mentale” che può provocare la permanenza stessa all’interno dei social,

    questo lavoro originale e mirabile di Selenia Anastasi tenta la ricerca di Ριζώματα, radici umane dove ritrovare “il senso” di ciò che sia rimasto in seno al genere umano. Quello che incuriosisce della lettura di questo trattato prettamente filosofico, è la considerazione che analogico e digitale, umano e artificiale, atavi-co e ultramoderno vengano letti in forma dua-le e completamente nuova, che li fonde, li completa come sfere d’appartenenza e di esi-stenza l’una con l’altra. Confusione, questa, generata essenzialmente dai ritmi estenuanti che ci pone davanti la vita attuale, una vita “saturata” dal lavoro e dagli impegni, una gra-ma esistenza di storica memoria che ci riporta fino ai tempi del vecchio capitalismo ottocen-tesco, ove gli operai cancellavano le proprie identità all’interno delle “catene di montaggio” delle asfittiche fabbriche, in un lavoro amorfo

    e ripetitivo; fino ad arrivare all’epoca contem-poranea, dove salta subito fuori il protagoni-sta pirandelliano o sveviano, il quale denun-cia i ritmi assurdi della vita borghese senza spiragli, senza respiro, senza vie d’uscita mentali e fisiche: unica salvezza, forse, la “pazzia”, utile ai protagonisti per sfuggire alla prigionia d’una vita impossibile. Fino a giun-gere ad oggi, epoca dei cyborg, dove la Volon-tà umana si piega alle esigenze della Rete, che ci uniforma a dei modelli a cui, più o meno tardi, a tutte le età, si giunge. Salta agli occhi,

    altresì, la considerazione che il corpo sia di-ventato, al giorno d’oggi, un territorio di con-quista tutt’altro che conosciuto, dal momento

    che con la genetica e con la robotica in tutta la sua interezza si avvierebbe, in un più o me-no lontano o vicino futuro, a divenire inter-cambiabile per rimanere sempre sano e fun-

    zionale. Questo scatena, naturalmente, i con-siderevoli dubbi in materia di Bioetica, ma non solo: siamo di fronte, dal punto di vista della giovane autrice, non solo alla legittimità di una tale evoluzione, ma anche ad una “sottile” forma di potere dell’uomo sull’uomo e sulla vita, che assume più valore quanto più trascende la corruzione comunemente intesa. L’uomo che riproduce se stesso in forma di clone, dopo che esaurisce ogni forma di ripa-razione delle singole parti danneggiate, diven-ta ipotesi plausibile che, egoisticamente, su-

    pera le barriere del lecito e della Bioetica. Il medesimo cervello, con tutto il patrimonio e lo scibile di una vita, trasposto dentro un corpo nuovo: questa è la nuova frontiera della vec-chia fantascienza che vuole divenire scienza, copiando i sistemi d’assimilazione dei dati, alla maniera dei calcolatori. Heideggeriamente parlando, abbiamo un difetto principale, co-me uomini pensanti: la consapevolezza della fine, che adombra irrimediabilmente l’esistenza e le toglie la “leggerezza” che l’assimilerebbe a quella degli esseri semplici e degli animali. E poco consolante è, aggiunge-rei, la tesi democritea che ci vede dissolvere al momento della fine, dileguando nel nulla del-la frammentazione il dolore. Sta proprio qui il problema: l’uomo non vuole proprio dileguare ciò che ha appreso per una vita, le consape-volezze, i passi avanti, le conquiste. L’uomo

    vorrebbe salvare tutto e trasferirlo in un siste-ma nuovo, sano; esperienza e pensiero sono la vera ricchezza impagabile, rispetto ai beni materiali…questi, alcuni tratti del Transuma-nesimo, nuovo, possibile “credo” per le masse.

    Tra le pagine del Saggio…. “VERIFICARE DI ESSERE UMANI – per una teoresi del Transumanesimo”

    …di Selenia Anastasi.

    Veronica Montoneri

  • P A G I N A 1 7 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    GIULIO ORIOLI: LA MALLEABILITA’ DELLA MATERIA

    Dopo il diploma di maturità si trasferi-sce a Milano dove si iscrive alla facoltà di Filosofia. Partecipa ed espone in moltis-sime città europee e internazionali, ri-scuotendo numerosi

    successi dalla critica, da cui verrà il più del-le volte premiato con elogio e merito. Artista poliedrico spazia dalla scultura alla pittura, dalla grafica alla fotografia. Studia e ripren-de temi cari al classicismo, ma è attratto dalla continua sperimentazione. Riesce a elaborare cicli di opere che vedono interagire scultura e pittura nella medesima dimensio-

    ne spaziale. Nelle sue opere è vivo il senso plastico, forma e materia si uniscono per dar vita all’arte più pura ed essenziale. Le sculture sono il concretizzarsi di un pensie-ro più volte ragionato, mentre nelle sue tele è ben percepibile il senso profondo dell’essere. Forme e materiali differenti so-no da lui sviluppati con estrema duttilità.

    Tutto nell’arte del maestro Orioli ha un senso ben defi-nito, ogni scultura viene trattata con grazia e naturalez-za. Lavora il marmo con estrema elasti-cità e forte plastici-smo. Richiami al surrealismo e al metafisico sono evi-

    denti nelle opere dell’artista. Questi due filoni si interse-cano per ritrovarsi p i e n a m e n t e all’interno di un uni-cum, dove trasparen-za del pensiero for-male e concretezza delle materie prime, si coniugano in opere dal senso intimo e profondo. La scultura raggiunge la perfezione nell’esecuzione. Il marmo volutamente lasciato bianco, a ri-chiamo delle antiche sculture, è trattato con eleganza e superba raffinatezza. Le forme create da Orioli sono essenziali e i concetti esecutivi pullulano di messaggi enigmatici. Nelle foto indaga il particolare, analizza qua-si scientificamente ogni piccola minuzia, cerca di catturare quel dettaglio capace di divenire un’opera d’arte. La tavolozza cro-matica dei suoi dipinti si tinge di tonalità fredde, i chiaroscuri sono netti e taglienti, le ombre date quasi a sciabolate scure. I sog-getti vengono collocati all’interno di una ter-za dimensione, dove questi ultimi aleggiano avvolti da un’aurea eterna e senza tempo. Le figure umane, nei suoi dipinti, sono so-stituite da sculture simulanti la vera carne, anche se fredde e gelide nel grigio incarnato marmoreo. I soggetti dipinti dell’artista sono sempre privi del volto, esso viene perenne-mente coperto da un velo che pare, in ogni tela, essere burberamente mosso dal vento, lasciandone intravedere i delicati lineamen-ti. L’iconografia è continuamente ben defini-ta, nulla è lasciato al caso o non “ragionato”. La sua arte brulica di pensieri filosofici, in quanto è proprio da essi che l’artista trae la linfa vitale per poterle creare.

    Maria De Lorenzo

  • P A G I N A 1 8 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    EINAUDI: IL PIANISTA DELLA GENTE COMUNE

    Provate a sentire

    un suo brano e a chiudere gli occhi: vi sentire-t e s u b i t o “trasportati” in

    un’altra dimen-sione, in uno spazio in cui ci si sente come sospesi tra cielo

    e terra, si perde la percezione

    dello scorrere del tempo, si è colti da un improvviso benessere mentale e fisico quasi irreale. E’ la musica di Ludovico Ei-naudi, pianista e compositore torinese

    dal cognome importante. Figlio dell’editore Giulio e nipote di Luigi, presi-dente della Repubblica dal 1948 al 1955. Al suo nome sono legate le colonne sono-re di film come “Quasi amici”, “Joaquinn

    Phoenix- Io sono qui”, la miniserie “Dottor Zivago” e “Aquario”. Se pensiamo ai titolo dei suoi brani , “Nuvole bianche”, “Le onde”, “Una mattina”, “Divenire”, “I giorni”, comprendiamo subito lo stretto

    legame con la natura, il mondo circostan-te e la quotidianità. La sua è una musica che appartiene ad una dimensione tem-porale indefinita, in cui riconosciamo la commistione di diverse epoche e culture

    musicali: la canzone popolare, la tradizio-ne classico-romantica, il jazz, il rock, il minimalismo, l’elettronica. Anche, però, l’intreccio con culture extraoccidentali, con alcune delle quali condivide la ten-denza alla ripetizione e al loop, che deter-

    minano spesso nell’ascoltatore effetti ip-notici e ammalianti. Quella di Einaudi è una musica che dialoga con il cinema, la letteratura (“Le onde” è ispirato ad un racconto di Virginia Woolf), evocando pa-

    esaggi sonori, storie e memorie collettive. Ecco perché è difficile catalogarla in un genere ben definito, inquadrarla in una determinata corrente musicale. La mar-cata originalità della sua produzione che

    sfugge, perciò, a qualsiasi tipo di classifi-

    cazione, la rendono nello stesso tempo facilmente fruibile ed eseguibile. Si tratta di brani che non richiedono grandi doti tecniche; anzi, l’assenza di artifici musi-cali pomposi risulta un valore,

    l’esclusione di rigidi e sterili formalismi un mezzo per avvicinare un pubblico sempre più ampio. Il motivo del successo popolare di Einaudi sta proprio nell’aver accorciato le distanze fra la musica colta

    (quale è la musica classica o atonale) e il grande pubblico. Ha coniato uno stile limpidamente riconoscibile, dove si equi-librano perfettamente le due componenti della musica, l’emozione e la combinazio-ne “geometrica “ delle note. E poi la spe-

    rimentazione, il costante desiderio del compositore di indagare nuove frontiere della musica alla ricerca di funzioni e-spressive sempre più originali . Ogni con-tatto con il “nuovo” porta la sua musica

    ad arricchirsi di un “qualcosa” che rende la sua produzione sempre più innovativa, ma saldamente ancorata ad un stile che lo rende riconoscibile.

    Susy Benevento

  • P A G I N A 1 9 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    L'UOMO E LA NATURA, IDILLIO MANCATO

    Il rapporto tra l'uomo e la na-tura abbraccia vari aspetti perché i ruoli che la natura riveste in rela-zione ad esso sono moltepli-ci: habitat, fon-

    te di armonia e pace, fonte di pericolo e il modo in cui si comporta con esso è cambiato. Oggi l'uomo non rispetta e mantiene l’equilibrio con l'ambiente, ma considera un fonte inesauribile di potenzialità utili per migliorare le pro-prie condizioni, non curandosi di di-struggerlo, quando, invece, è un bene prezioso “...Solleva la natura, Dio è sotto...” così diceva Victor Hugo. Invece noi uomini stiamo distruggendo la sa-cralità della natura, inquinamento, e-rosione, effetto serra minacciano quan-to di più bello esiste ed Einstein questo lo aveva colto quando diceva che..ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata. La natura è anche e-spressione di una valenza, chiamiamo-la divina, valenza fondamentale; Bud-dha diceva: “ Se desideri conoscere il divino, senti il vento sul viso e il sole

    caldo sulla tua mano". Così, il rappor-to tra uomo e ambiente ha tanti volti: è a tratti idilliaco, con l'essere umano che si sente parte di un tutto, che comprende e rispetta; ma è anche con-flittuale, con l'uomo che si sente mi-nacciato dalla natura, che sfrutta e danneggia, dimostrando che, come re-cita un vecchio proverbio degli indiani d'America, “Noi non ereditano la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli.” Ecco perché dobbiamo averne cura. Dobbiamo re-cuperare profondo senso di rispetto verso la natura stessa e verso chi, do-po di noi, riceverà, nel bene e nel male, la nostra eredità. È necessario pertan-to lavorare su una nuova etica che de-ve essere improntata al “principio di responsabilità" verso l'essere, compre-so quello degli enti non umani. Ecco fare capolino un “dover essere" che ha in sé il suo fine di diritto all'esistenza, da tutelare sempre e comunque, per-ché, come diceva Hubert Reevers, a-strofisico e ambientalista canadese, “..l'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natu-ra visibile, senza rendersi conto che la natura che sta distruggendo è quel Dio che si sta venerando.”

    Lucia Franzò

  • Martedì 22 ottobre,

    presso l’auditorium

    dell’I.I.S. di Policoro

    (Mt), ci sarà la presen-

    tazione del libro

    LA GIOSTRA DELLE

    ANIME. Il romanzo sa-

    rà presentato come un

    piacevole e brioso dia-

    logo tra la coppia

    Barra - Santamaria e

    Pino Suriano che

    guideranno il pubblico

    nei meandri di un li-

    bro dove la magia, le

    credenze popolari, il

    mistero e l’amore sa-

    ranno gli elementi trai-

    nanti delle vicende. In-

    trodurrà la presenta-

    zione la prof.ssa Gio-

    vanna Tarantino Diri-

    gente dell’I.I.S “E. Fer-

    mi” di Policoro. Pro-

    mosso dall’istituzione

    si dà il giusto plauso

    agli autori, professio-

    nisti di grande spesso-

    re umano, culturale e

    intellettivo.

    P A G I N A 2 0 I L P E G A S O - 3 ° T R I M E S T R E 2 0 1 9

    A cura della redazione

  • STUDIOMUSICALICATA Edizioni Musicali

    CASA EDITRICE, CENTRO STAMPE, TIPOGRAFIA e ARTI GRAFICHE.

    SERVIZI Ristrutturazione e rinnovo parti e partiture musicali manoscritte o antiche.

    Arrangiamenti personalizzati per qualsiasi gruppo strumentale e corale.

    Metodi, trattati, prontuari di storia della musica.

    Trascrizioni di musiche e/o parti manoscritte a pc in qualsiasi formato.

    Quaderni musicali e quaderni composizione.

    PUBBLICAZIONI

    Composizioni originali

    Marciabili e arrangiamenti

    Canti sacri e musica leggera

    Didattica e opere teoriche

    Tesine e libri

    TIPOGRAFIA Stampe piccolo formato: A6, A5, A4, A3 Stampe grande formato: A2, 70 X 100, manifesti o banner di qualsiasi misura Volantini Pieghevoli Biglietti da visita Opuscoli Riviste Cataloghi Buste Calendari Prodotti per qualsiasi evento Grafica cd/dvd e cover copertine

    STUDIOMUSICALICATA COMPETENZA, AFFIDABILITA’

    e PROFESSIONALITA’.

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  • SELEZIONE DAL CATALOGO GENERALE 2019

    Gakimas Mario Gagliani Mario Gagliani Giuseppe Lotario Giuseppe Lotario Giancarlo Aleppo Michele B. Finocchiaro Michele B. Finocchiaro Giovanni Barone Giovanni Barone Vito Giammarinaro Sandro Montalto Dario Colombo Gioacchino Ciavarello Gioacchino Ciavarello Francesco Dipietro Matteo Finocchiaro Matteo Finocchiaro Luigi Fiorentini Luigi Fiorentini Sebastiano Grasso Sebastiano Grasso Nino Ippolito Nino Ippolito Francesco Mulè Francesco Mulè Andrea Moncalvo Andrea Moncalvo Michele Netti Alessandro Sapienza

    RECONDITA MELODIA CIRCUS LOTARIANA RAQUEL EL MATADOR VECCHIA MARCIA MILITARE PIANO CANNE I TUOI OCCHI BLU TETE’ VENT’ANNI DOPO NENA PIEMONTE SECOLO STEVEN MARINA MIGUEL FORZA ALFIO BARBERA IN GIUBILO AL BUON VINO PARATA DEI PUPI PIANO PIANO ECO SPAGNOLO STEFANIA SUPERGA MARCIA MILITARE N°1 INNO DI SAN CORRADO MORGANA MEDITERRANEO GLORIA IL PRESIDENTE

    MARCIABILI ORIGINALI PER BANDA NOVECENTO (1^ e 2^ serie) SUITE MEDITERRANEA TERRAVECCHIA MUSIQUE POUR UN... MARIACHIARA GIOCHI IN BAND 180mo GLI EROI D’ABRUZZO IMPRESSIONI MOMENTANE SOSPIRI INTROFANFARA SANTA MARIA DEL SOCCORSO ESCAMILLO SYMBIOSIS FESTIVE MARCH

    Giancarlo Aleppo Giancarlo Aleppo Francesco Fatuzzo Silvio Franchino Gaetano Alicata Giuseppe Lotario Dario Colombo Vincenzo Trovisi Francesco Dipietro Michele Netti Michele Netti Raffaele D’Amico Sebastiano Grasso Mario Gagliani Francesco Netti

    ENSEMBLE AMALGAMA VOCUM SUAVITAS MAGMA WITTY RAG QUINTETTO HELIOS IO SONO LA VIA ARCHIMISTICI ADAGIO E SCHERZO CHILDREN FOLKLORE...

    Giancarlo Aleppo Giancarlo Aleppo Giovanni Nicosia Concezio Leonzi Rosario Fronte Maria Sicari Matteo Finocchiaro Francesco Dipietro Michele Pupillo Francesco Netti

    GENERE SINFONICO AMORE PER LA MUSICA BOLETIANA TERRA DI SICILIA PERLA IBLEA CORLEONE IN FESTA FASCINO LATINO BRONTOLANDO AMICI DELL’ARTE FLORIDIA IN FIORE PATERNO’ IN FESTA ISNELLESE ZITTO TRIOCOLANA

    Sebastiano Grasso Gaetano Alicata Michele B. Finocchiaro Francesco Fatuzzo Gioacchino Ciavarello Giovanni Barone Nino Ippolito Nino Ippolito Matteo Finocchiaro Matteo Finocchiaro Giuseppe Lotario Pasquale Paolo Zito Pasquale Paolo Zito

    DIDATTICA MOMENT’S IMPRESSION’S QUINTETTO ... 12 PICCOLE INVENZIONI … PICCOLO VALZER , v.no e pf PALCOSCENICO TRE PEZZI 3 PICCOLI PEZZI … ELEGIA PARA FRANCISCA 15 STUDI PER FAGOTTO 6 STUDI PER FL E PF STUDI GIORNALIERI per tuba ESERCIZI SUGLI… per corno SAMBA QUARTET TIKA FOUR DRUMS percuss...

    Francesco Dipietro Rosario Fronte Rosario Fronte Rosario fronte Giovanni Venuti Fabrizio Puglisi Antonio Casagrande Sergio Carrubba Vincenzo Trovisi Antonino Cicero Carlo Cattano Antonio Coschina Rocco Mario Vitaliano Francesco Netti Francesco Netti

    GENERE FUNEBRE ALLA MEMORIA DEL MIO... I.N.R.I. FRUSTA E CHIODI DOLOROSE SPINE AI CADUTI DEL ‘43 ETERNA LUCE TORMENTO DI PASSIONE AI PIEDI DELLA CROCE OMBRA LACRIMOSA

    Gioacchino Ciavarello Giovanni Barone Gakimas Pasquale Paolo Zito Michele B. Finocchiaro Michele Netti Enrico Tricarico Enrico Tricarico Sebastiano Grasso Francesco Dipietro

    ARRANGIAMENTI CASTA DIVA LA SERVA PADRONA ouverture OH HAPPY DAY (per quintetto) DAL TUO STELLATO SOGLIO

    arr. Vincenzo Tirotta arr. Giancarlo Aleppo arr. Giovanni Nicosia arr. Sandro Montalto

    OPERE TEORICHE LA MUSICA NEI SECOLI, 1, 2, 3 vol ALEPPO, metodo per solfeggio ANALISI CONCERTO Webern op24 ANALISI DALLAPICCOLA 1812, analisi formale PALCOSCENICO, trattato… APPUNTI DI TEORIA MUSICALE UTOPIE LUNATICHE

    Giancarlo Aleppo Giancarlo Aleppo Enrico Tricarico Enrico Tricarico Michele Netti Gianni Venuti Adalberto Protopapa Mariachiara Patruno

    SCUOLE AD INDIRIZZO MUSICALE 8 STUDI per piano e clarinetto RIFLEX per trombone e piano TEMPRIS per flauto e piano QUARTETTO N° 1 in mib per cl QUARTETTO N° 2 in sol- per vl QUARTETTO N° 3 in sol- per cl QUARTETTO N° 4 in lab per fl BABY DRUM QUARTET MAGIC WHISTLE 2 TIKATAKADUM OCTET DRUM CONCERTINO in 2 movimenti 45 MELODIE INEDITE E… SOGNO INFANTILE PICCOLI PEZZO PER...

    Francesco Dipietro Francesco Dipietro Francesco Dipietro Gakimas Gakimas Gakimas Gakimas Francesco Netti Francesco Netti Francesco Netti Francesco Netti Gaetano Alicata Pietro Pisano Fabrizio Puglisi Rosita Piritore