IL BOSCO CUTURI - einaudimanduria.edu.it€¦ · alla famiglia Fagaceae e al genere Quercus,...
Transcript of IL BOSCO CUTURI - einaudimanduria.edu.it€¦ · alla famiglia Fagaceae e al genere Quercus,...
Classificazione botanica della flora.
IL BOSCO CUTURI
Raccolta di foto e video dei ragazzi della classe 2 sez. A IPA
Esteso oltre 35 ettari ed ubicato a circa 80 metri sul livello del mare, il Bosco “Cuturi” rientra nelle “Riserve Naturali Regionali Orientate del Litorale Tarantino Orientale” istituite con Legge Regionale n° 24 del 23 dicembre 2002, ed estese oltre 1.000 ettari lungo la fascia costiera e nell’immediato entroterra del territorio di Manduria, in provincia di Taranto. Al suo interno sono state individuate due aree di interesse archeologico: una posta sul confine est, l’altra a nord-est e precisamente tra il muro di confine e la strada provinciale per San Pietro in Bevagna; in entrambe sono state rinvenute diverse tombe scavate nella roccia e probabilmente risalenti al periodo messapico.
La storia di bosco cuturi
La valorizzazione turistico-ricreativa del Bosco “Cuturi” è stata realizzata tra il 2011 e il 2012, nell’ambito della Misura 227 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Puglia. La famiglia Schiavoni lo ha tutelato per decenni, consentendone l’ingresso libero ai visitatori. L’ingresso e la visita al bosco sono liberi e svolti sotto la propria responsabilità. Per non arrecare danni all’ambiente naturale e non turbarne la quiete al suo interno e nelle immediate vicinanze, i visitatori devono comunque attenersi al rigoroso rispetto dei divieti indicati. I trasgressori delle regole di comportamento sono sanzionati secondo la normativa vigente.
La visita al bosco cuturi
La vegetazione del bosco
Le diverse specie di piante di seguito elencate nel corso del PowerPoint si dividono in tre categorie:•ALBERI: leccio, carrubo, olivo, pero selvatico;•CESPUGLI: lentisco, rosmarino;•SOTTOBOSCO: gigaro chiaro, asfodelo, ombelico di venere, grespino spinoso, verbasco, scilla marittima, asparago selvatico;Di seguito abbiamo approfondito con descrizioni e classificazioni botaniche e curiosità delle stesse
Il LECCIO(QUERCUS ILEX)
Specie Quercus ilex
Genere Quercus
Famiglia Fagaceae
Ordine Fagales
Classe Magnoliopsida
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
Descrizione: Il quercus ilex, nome botanico del LECCIO, detto anche elce, è un albero spontaneo appartenente alla famiglia Fagaceae e al genere Quercus, diffuso nei paesi del bacino del Mediterraneo. il leccio è un albero, sempreverde e latifoglie, con fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20-24 m. Può assumere aspetto di cespuglio qualora cresca in ambienti rupestri. È molto longevo, potendo diventare plurisecolare, ma ha una crescita molto lenta.
Curiosità: Plinio scriveva che sul Vaticano, detto il Colle degli Indovini, si levava il leccio più antico della città. Recava un'iscrizione su bronzo in caratteri etruschi: se ne deduce quindi che quell'albero fosse già oggetto di venerazione religiosa. Una leggenda delle isole ioniche vuole che il leccio fu l’unico albero che, dopo la condanna a morte di Cristo, non si ribellò a prestare il proprio legno per la costruzione della croce.
La corteccia è liscia e grigia da giovane; col tempo diventa dura e scura quasi nerastra, finemente screpolata in piccole placche persistenti di forma quasi quadrata.I giovani rami dell'anno sono pubescenti e grigi, ma dopo poco tempo diventano glabri e grigio- verdastri.Le gemme sono piccole, tomentose, arrotondate con poche perule. Le foglie sono semplici, a lamina coriacea a margine intero o dentato, molto variabile nella forma che va da lanceolata ad ellittica
Il LENTISCO(PISTACIA LENTISCUS)Specie Pistacia lentiscus
Genere Pistacia
Famiglia Anacardiaceae
Ordine Sapindales
Classe Magnoliopsida
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
Curiosità: La pianta rimane verde anche d'estate , grazie alla sua resistenza all'aridità. Ha una grande capacità pollonifera; anche se i rami vengono praticamente distrutti dal fuoco, la pianta forma rapidamente nuova vegetazione dopo un incendio.
Dall’incisione del fusto o dei rami fuoriesce una sostanza adesiva chiamata in greco “mastiche”. È una resina chiara usata nella masticazione da qui la parola mastice perché adesiva. Dai frutti, invece, si ricava un olio che mescolato con la cera è usato per medicare le ferite. Le foglie fresche, invece, sono usate contro le infiammazioni della bocca. Questa pianta è rimasta simbolo di purezza e verginità, perché le vergini greche la usavano per abbellirsi e adornarsi.
Descrizione: Pianta sempreverde a portamento arbustivo alto 1 -3 m, raramente arboreo alto 6-8 m, con accentuato odore di resina; chioma generalmente densa per la fitta ramificazione, di forma globosa, con rami a portamento tendenzialmente orizzontale; corteccia squamosa di colore cenerino nei giovani rami e bruno-rossastro nel tronco; legno di colore roseo.Foglie alterne, paripennate, glabre, di colore verde cupo, con 6-10 segmenti ottusi ellittico-lanceolati a margine intero e apice ottuso, lunghi fino a 30 mm, coriacee, glabre, con piccolo mucrone apicale e rachide leggermente alato.Fiori unisessuali, attinomorfi, pentameri, tetraciclici, in pannocchie cilindriche brevi e dense disposte all'ascella delle foglie dei rametti dell'anno precedente; fiori maschili con 4-5 stami ed un pistillo rudimentale, vistosi per la presenza di stami di colore rosso vivo; fiori femminili verdi con ovario supero; petali assenti.Frutto : drupe globose o lenticolari, di diametro 4-5 mm, carnose, rossastre, tendente al nero a maturità, contenenti 1 seme.
ASFODELO (ASPHODELUS MACROCARPUS)
Dominio EukaryotaRegno PlantaeDivisione MagnoliophytaClasse LiliopsidaOrdine Liliales Famiglia LiliaceaeGenere AsphodelusSpecie Asphodelus
macrocarpus
Curiosità: Nell'antica Grecia gli asfodeli erano usati frequentemente per ornare le tombe. Porfirio racconta che questi fiori venivano posti a dimora sopra i sepolcri perché ai defunti non venisse a mancare il cibo. Omero descrive prati biancheggianti di asfodeli nella zona degli Inferi riservata agli eroi. Molti erboristi li adottavano anche contro il morso dei serpenti; ad esempio Castore Durante nel 1585 scrive nel suo “Herbario Novo”: “… dà miglioramento ai veleni della scolopendra e dello scorpione, la radice, bevuta, fortifica gli appetiti di Venere, giova al trabocco di fiele, caccia fuori le pietre dai reni. Le foglie degli asfodeli vengono risparmiate dal bestiame.
Descrizione: Pianta erbacea orofila con radici ingrossate e fascicolate. Fusto cilindrico e eretto semplice o lievemente ramoso. Foglie tutte basali, ripiegate e docciate, di colore verde glauco. Infiorescenza raccolta in racemo terminale, denso e di forma cilindrica. Tepali bianchi in numero di 6 con nervatura dorsale di colore verde chiaro. Il frutto è una capsula a 3 carpelli di forma subglobosa.Antesi: Maggio - Giugno
Ombelico di Venere (Umbilicus rupestris)
Specie Umbilicus rupestris
Genere UmbilicusFamiglia CrassulaceaeOrdine RosalesClasse MagnoliopsidaDivisione MagnoliophytaRegno PlantaeDominio Eukaryota
Curiosità: Le foglie delle piante giovani oltre ad essere commestibili, erano considerate in passato come diuretiche e rinfrescanti ed anche utilizzate, dopo essere state ridotte in poltiglia, per lenire lievi ustioni e scottature della pelle.
Descrizione: Pianta erbacea perenne, ermafrodita, glabra alta 10-60 cm con rizoma tuberoso, subgloboso e fusto eretto, cilindrico, generalmente non ramificato. Foglie intere, carnose , alterne: le basali sostenute al centro da un lungo picciolo (4-20 cm), hanno la lamina orbicolare, concava al centro, e con margini crenati; le cauline poco numerose, decrescono verso l'alto e variano nella forma da subspatolate a lanceolate e cuneiformi con margine dentato e talvolta lineari. Infiorescenza a racemo semplice terminale che occupa la gran parte del fusto (da 1/2 a 3/4), generalmente unilaterale, con brattee lineari uguali o più lunghe dei peduncoli. I fiori penduli, lunghi fino a 1 cm, portati da peduncoli di 3-9 mm, hanno il calice a 5 lobi ovati e subacuti saldati alla base, corolla bianco-verdastra o paglierina, a volte soffusa di rosa, tubolare o sub-campanulata con lacinie triangolari-ovate e mucronate, saldate in un tubo 4 volte più lungo; stami 10 saldati al tubo corollino, ovario supero con 5 carpelli liberi ed un unico stilo corto.Il frutto è un folliceto composto da 5 follicoli, con numerosi piccoli semi ovoidi o ellittici, di colore bruno scuro.
Gigaro chiaro (Arum italicum)Specie Arum italicum
Genere ArumFamiglia AraceaeOrdine AralesClasse LiliopsidaPhylum MagnoliophytaRegno PlantaeDominio Eukaryota
Curiosità: Nei tempi antichi il Gigaro era considerato una pianta magica, che teneva lontani gli spiriti maligni, proteggeva i neonati e donava amore a chi in amore era sfortunato.
Descrizione: Pianta perenne e glabra di aspetto erbaceo, eretto, con un rizoma ovoide, tuberiforme sotterraneo, dal quale in autunno si sviluppano le foglie svernanti, astate lunghe sino a 30 cm, con la pagina superiore lucida e spesso con venature biancastre, trilobe con un lobo apicale a forma lanceolata e due basali divergenti.I fiori molto piccoli, unisessuali, crescono alla base di una colonna (spadice) che è una speciale infiorescenza simile ad una clava generalmente più corta della metà della spata, con un' appendice di colore giallo, lunga quanto il peduncolo o poco meno. La spata a forma di un cappuccio parzialmente circonda e racchiude lo spadice con funzione di protezione dagli agenti atmosferici, riuscendo a mantenere, con un notevole dispendio di energia metabolica, la temperatura interna in corrispondenza dei fiori, assai superiore a quella esterna, è lunga fino a 30 cm, ed è di colore giallo-verdastro con a volte sfumature purpuree.I frutti sono bacche raccolte sull'asse, prima verdi poi rosse a maturità, della grandezza di un pisello.
CARDO MARIANO(SILYBUM MARIANUM)
Specie Silybum marianum
Genere SilybumFamiglia AsteraceaeOrdine AsteralesClasse MagnoliopsidaPhylum MagnoliophytaRegno PlantaeDominio Eukaryota
CURIOSITÀ: il medico greco Dioscoride ne consigliava l’uso per la cura dei morsi di serpente, mentre altri riconoscevano le potenziali virtù epatoprotettive dell’erba. Plinio il vecchio,ha scritto circa l’uso della pianta come vegetale ma anche il succo della pianta mescolato con il miele è eccellente per espellere la bile.
DESCRIZIONE:pianta bienne,glabra spinosa, con radice sferica spessa e ramificata, con fusto eretto,robusto,striato e ramificato nella parte superiore; durante il primo anno produce una rosetta di foglie basali. Nel secondo anno sviluppa lo scapo fiorale. Le foglie basali sono picciolate, coriacee, pennatifide, il margine è ondulato e sinuato-lobato, i lobi triangolari terminano con spine robuste. I fiori ermafroditi,sono riuniti in grandi capolini globosi all’apice dei fusti. Le robuste BRATTE dell’involucro sono glabre,dentate e spinose,divengono ricurve durante la fruttificazione; Le COROLLE TUBULOSE sono porporine,raramente bianche. I FRUTTI sono acheni,obovato-compressi.ANTESI:maggio-luglio
SCILLA MARITTIMA(DRIMIA MARITIMA)
Specie Drimia maritima
Genere Drimia Famiglia LiliaceaeOrdine LilialesClasse LiliopsidaDivisione MagnoliophytaRegno PlantaeDominio Eukaryota
Conosciuta fin dai tempi di Ippocrate e Galeno, viene ricordata per la sua azione diuretica da Plinio il Vecchio. Nel XVIII secolo si scoprirono le sue proprietà cardiotoniche, simili a quelle della digitale. Utilizzato anche nella cura dell'asma. Il bulbo è talvolta utilizzato come veleno per topi, i quali attirati dall'odore aromatico, affondano i denti e rapidamente giungono alla morte. In particolare, la varietà rossa contiene lo scilliroside, un potente topicida.
La scilla marittima,nota anche come cipolla marina,è una pianta delle Liliaceae caratteristica del bacino del Mediterraneo.Pianta erbacea perenne dotata di un grosso bulbo tunicato il cui peso può arrivare a diversi chili. A fine estate emette uno scapo fiorifero,retto,alto anche 2 metri,di colore violaceo perché termina in un lungo grappolo di fiori bianchi,peduncolati e formati da 6 tepali ovali. Le foglie,molli e carnose,escono dopo la fioritura in rosetta basale,e durano fino all’estate seguente. Il frutto è una capsula membranosa ellitiche triloculare contente molti semi.
CARRUBO (CERATONIA SILIQUA)
Specie Ceratonia siliqua
Genere CeratoniaFamiglia FabaceaeOrdine FabalesClasse Magnoliopsida Phylum MagnoliophytaRegno PlantaeDominio Eukaryota
Curiosità: Lungo il fusto di Ceratonia siliqua cresce il Laetiporus sulphureus, fungo lignicolo ricercatissimo soprattutto al sud perchè commestibile, di colore fortemente aranciato e profumato, bellissimo a vedersi, ma temibile patogeno che arreca seri danni agli alberi.
Descrizione: Albero robusto, sempreverde; robusto apparato radicale; tronco tozzo e irregolare con rami alterni, sparsi e corona ampia, densa e globosa; corteccia dapprima liscia e grigiastra, quindi bruno rossiccia, fessurata.Le foglie sono persistenti, coriacee, alterne, con rachide rossastro, hanno alla base piccole stipole caduche, paripennate con 3/5 paia di segmenti picciolati, ovato-rotondi, con base arrotondata e apice retuso, margine intero o smarginato all'apice, di colore verde scuro.I piccolissimi fiori, di odore poco gradevole, dioici o poligami, tendono a ripartirsi su piante separate in base al sesso; talora compaiono prima della fogliazione sul tronco e sui rami più vecchi.Di colore verde-rossastro, hanno calice peloso a 5 sepali presto caduchi, corolla nulla, riuniti in racemi eretto-patenti formati da 50 e più elementi. I frutti sono grossi legumi, coriacei e penduli, appiattiti, a suture ingrossate, indeiscenti, dapprima di colore verde chiaro, poi di colore bruno violaceo.
Antesi: agosto-gennaio.
Pianta arbustiva sempreverde, Le foglie, persistenti e coriacee. sessili, opposte, lineari-lanceolate addensate numerosissime sui rametti. I fiori ermafroditi sono sessili e piccoli, riuniti in brevi grappoli all'ascella di foglie fiorifere sovrapposte, formanti lunghi spicastri allungati, bratteati e fogliosi, con fioritura da marzo ad ottobre, nelle posizioni più riparate ad intermittenza tutto l'anno. L'impollinazione è entomofila, cioè è mediata dagli insetti pronubi, tra cui l'ape domestica, attirati dal profumo e dal nettare prodotto dai fiori.
I frutti sono tetracheni, con acheni liberi, oblunghi e lisci, di colore brunastro
ROSMARINO (ROSMARINUS OFFICINALIS)
Specie Rosmarinus officinalis
Genere Rosmarinus
Famiglia Lamiaceae
Ordine Lamiales
Classe Magnoliopsida
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
Curiosità: Il suo olio essenziale dal profumo forte e chiaro è efficace sul piano mentale, in quanto agisce come potente tonico nervino, aiuta nei momenti di tensione nervosa, quando bisogna farsi coraggio e non crollare. Si consigliano massaggi con questo olio essenziale proprio sulla spina dorsale in quanto stimola il sistema nervoso centrale e la chiarezza mentale.Si utilizza in bagni, inalazioni e per via orale.È un olio essenziale curativo anche per il fegato: rinforza e può coadiuvare terapie epatiche anche in caso di cirrosi o epatite, applicando impacchi caldi nella zona del fegato, e assumendolo per via orale in piccole dosi. Può ridurre la glicemia del sangue , previene o migliora l’arteriosclerosi e rinforza il cuore.
Pianta arbustiva sempreverde, Le foglie, persistenti e coriacee. sessili, opposte, lineari-lanceolate addensate numerosissime sui rametti. I fiori ermafroditi sono sessili e piccoli, riuniti in brevi grappoli all'ascella di foglie fiorifere sovrapposte, formanti lunghi spicastri allungati, bratteati e fogliosi, con fioritura da marzo ad ottobre, nelle posizioni più riparate ad intermittenza tutto l'anno. L'impollinazione è entomofila, cioè è mediata dagli insetti pronubi, tra cui l'ape domestica, attirati dal profumo e dal nettare prodotto dai fiori. I frutti sono tetracheni, con acheni liberi, oblunghi e lisci, di colore brunastro
ROSMARINUS
OFFICINALIS
Descrizione: Pianta erbacea annuale o biennale da 3 a 10 dm con radice fittonante ben sviluppata, con fusti robusti, cavi, striati, talvolta rossicci e poco ramificati. Le foglie basali tenere sono riunite in rosetta nei primi mesi di crescita, da intere a pennatifide, si presentano poi rigide, coriacee, glabre, di un color verde lucente sulla pagina superiore, quelle del caule rade ed amplessicauli con orecchiette che si avvolgono a forma di chiocciola, con margine munito di piccole spine. Fiori tutti ligulati, gialli e talvolta rossastri all'esterno. Fiori ermafroditi, impollinazione tramite api.
I frutti sono acheni obovato - ellittici con 3 coste longitudinali, quasi lisci, senza striature trasversali, con pappo bianco sessile.
GRESPINO SPINOSO(SONCUS ASPER)Specie Sonchus asper
Genere Sonchus
Famiglia Asteraceae
Ordine Asterales
Classe Magnoliopsida
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
Antesi: Fiorisce quasi nell’arco dell’ intero anno, specie nelle regioni miti.
Curiosità: Come tutte le cicorie contiene un lattice bianco, ma assolutamente innocuo.
VERBASCO(VERBASCUM BLATTARIA)
Specie Verbascum blattaria
Genere Verbascum
Famiglia Scrophulariaceae
Ordine Scrophulariales
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
Curiosità: Più noto nella medicina popolare è Verbascum thapsus, ma quasi tutti possiedono proprietà affini. I fiori di Verbasco vengono soprattutto impiegati nelle affezioni delle vie respiratorie, contro brochiti e raffreddori, poichè hanno proprietà emollienti, espettoranti, sedative e sudorifere. E' una ottima pianta mellifera.Il vasto genere Vebascum conta circa 360 specie e rappresenta per le api una importantissima sorgente di polline.
Descrizione: Pianta erbacea, 40- 120 cm di altezza, biennale o perenne, con fusto angoloso, eretto, poco ramificato, glabro in basso e con peli sparsi bianchicci ghiandolosi nella parte superiore. Foglie verdi lucenti su entrambe le facce, le inferiori, quasi sessili, da oblunghe a lanceolate, da crenato-sinuate a pennatifide, le cauline lineari o crenato-dentate, fittamente seghettate e semi-abbraccianti al fusto.Infiorescenza lassa e rada in lunghi racemi con fiori solitari all'ascella di piccole brattee triangolari su pedicelli patenti più lunghi del calice. Calice verde a 5 sepali lineari, corolla di color giallo vivo a fauce violetta; stami dimorfi con filamento ricoperto di peli violetti, stilo di 1 cm circa, con stimma obovoide. Frutto: capsula setticida, bivalve, sparsamente ghiandolosa con apice dritto. Semi molto numerosi, brunastri,
subcilindrici o prismatici.
OLIVO/ULIVO(OLEA EUROPAEA)Specie Olea europaea
Genere Olea
Famiglia Oleaceae
Ordine Scrophulariales
Classe Magnoliopsida
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
Curiosità: La coltivazione dell'Olivo ha origini nel Medio Oriente per poi svilupparsi in tutto il bacino del Mediterraneo. La pianta dell'olivo anticamente veniva considerata come un simbolo di pace, di trionfo, di vittoria, d'onore, ed il suo frutto era principalmente utilizzato per riti e cerimonie di purificazione.Gli antichi dicevano: il Mediterraneo comincia e finisce con l'olivo! Oggi sappiamo che la coltivazione dell'olivo va ben oltre il Mediterraneo, ma abbiamo la consapevolezza che assieme con l'olivo si è diffusa nel mondo una civiltà alimentare, frutto della saggezza e dell'esperienza di 6000 anni, riscoperta dalla scienza contemporanea viene comunemente definita " Dieta Mediterranea"
L'olivo o ulivo, è un albero da frutto. L'ulivo è un albero sempreverde e un albero latifoglie, la cui attività vegetativa è pressoché continua, con attenuazione nel periodo invernale. Le radici, per lo più di tipo avventizio, sono espanse e superficiali. Il fusto è cilindrico e contorto, con corteccia di colore grigio o grigio scuro e legno duro e pesante. La ceppaia forma delle strutture globose, dette ovoli, da cui sono emessi ogni anno numerosi polloni basali. La chioma ha una forma conica, con branche fruttifere e rami penduli o patenti. Le foglie sono opposte, coriacee, semplici, intere, ellittico-lanceolate, con picciolo corto e margine intero, spesso revoluto. La pagina inferiore è di colore bianco-argenteo per la presenza di peli squamiformi. La parte superiore invece è di colore verde scuro. Le gemme sono per lo più di tipo ascellare. Il fiore è ermafrodito, piccolo, con calice di 4
OLEA
EUROPAEA
ASPARAGO SELVATICO (Asparagus acutifolius)Specie Asparagus acutifolius
Genere Asparagus
Famiglia Liliaceae
Ordine Liliales
Classe Liliopsida
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eucaryota
Curiosità: Le proprietà del genere Asparagus sono molto note. I turioni e soprattutto i rizomi, hanno effetti eminentemente diuretici, depurativi, lassativi e dimagranti.
Descrizione: Pianta suffruticosa, generalmente dioica, sempreverde rizomatosa e molto ramificata con fusti legnosi e rigidi, arcuato-ascendenti, ± cilindrici, finemente pubescenti, solcati. I nuovi rigetti primaverili, ancora privi di cladodi, sono chiamati turioni. Foglie ridotte a minuscole squame membranacee speronate, spinose alla base dei fusti, sostituite per la funzione clorifilliana dai cladodi che si sviluppano nella loro ascella. Fiori solitari o appaiati, su brevi pedicelli articolati disposti all'ascella dei cladodi, con perigonio a 6 tepali verde-giallastri saldati alla base. Il frutto è una bacca sferica, verde, quasi nera a maturità, contenente 1-3 semi.
Antesi: agosto-novembre
PERO SELVATICO(PYRUS PYRASTER)
Specie Pyrus pyraster
Genere Pyrus
Famiglia Rosaceae
Ordine Rosales
Classe Rosidae
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
Curiosità: I frutti, benchè aspri e duri appena raccolti, possono essere consumati previo ammezzimento, antica pratica per mezzo della quale si induce la maturazione mediante deposizione dei frutti in letti di paglia. Le piccole pere, raccolte alla fine dell'estate o in autunno, così trattate possono conservarsi per essere consumate secondo necessità per un lunghissimo periodo di tempo.
Descrizione: Albero di modeste dimensioni,dal portamento spesso arbustivo, con chioma molto irregolare. Il tronco presenta corteccia di colore grigio, fissurata negli esemplari maturi. Ha rami eretto-patenti con lenticelle quasi nulle. I getti più giovani sono spesso spinescenti, con corteccia rossastra sovente tomentosa o ricoperta da una caratteristica densa pruina non persistente. Tali giovani rami recano gemme di forma ovoidale, ottuse, racchiuse in 6-9 brattee brunastre, cigliate pelosette ovvero glabre. Le foglie, hanno forma strettamente lanceolata o obovata in taluni esemplari Hanno margine intero, di rado lievemente crenulato, con apice acuto e base arrotondata o cuneata, mai cordata; sono ricoperte da un tomento nelle prime fasi dello sviluppo che in corrispondenza della pagina abassiale lascia il posto a numerose ed evidenti papille nella fase di piena maturità. I fiori, pentameri , sono raccolti in corimbi sorretti da brevi rametti da cui si dipartono i peduncoli fiorali, tomentosi, lunghi fino a 2 cm. I petali, bianchi o talora rosati, patenti, hanno forma sub-orbicolare a margine generalmente intero, restringentesi bruscamente nell'unghia. Il calice è costituito da cinque sepali liberi, tomentoso-lanuginosi, di forma sub-triangolare. Numerosissimi i filamenti anteriferi, che sorreggono antere di colore dapprima rosato poi bruno-rossastro quando mature. Il frutto è un piridion di forma sferica, talora leggermente schiacciato ai poli, sorretto da peduncoli rigidi e legnosi. Antesi: Fiorisce da marzo ad aprile - maggio. Non sono rare le fioriture intermedie autunnali.
CALENDULA(CALENDULA OFFICINALIS)Specie Calendula
officinalis
Genere Calendula
Famiglia Asteraceae
Ordine Asterales
Classe Magnoliopsida
Phylum Magnoliophyta
Regno Plantae
Dominio Eukaryota
La calendula o calendola o fiorrancio è una pianta, generalmente viene coltivata come annuale, della famiglia delle Asteraceae e appartenente al genere Calendula.È una pianta erbacea con fusto carnoso e ramificato. Presenta foglie oblunghe, di un verde lucente, sessili e a margine irregolare. Una volta al mese durante tutta l'estate appaiono fiori color arancio, grandi, raggruppati in capolini, i periferici ligulati, quelli centrali ermafroditi e tubulosi. Evidente l'etimologia dalle calendae romane, che indicano per antonomasia una ricorrenza mensile. Secondo alcuni autori ciò è dovuto alla rifioritura regolare della pianta, secondo altri alle proprietà emmenagoghe.
Curiosità: L'uso dei fiori di Calendula officinalis in ambito medicamentoso ha effetti antispasmodici e cicatrizzanti. Il decotto prodotto con circa 50 g di fiori essiccati per litro d'acqua, è consigliato contro l'ulcera gastrica e l'afta; ha inoltre effetti sudoripari e preventivo/attenuanti dei dolori mestruali. Viene a volte utilizzata all'interno di prodotti antistaminici per le allergie causate dalla polvere e dagli acari. Oltre alle precedenti indicazioni, nell'omeopatia la calendula viene consigliata anche in caso di ustioni, di cure dentarie e dopo il parto.
L’Uomo che è cieco alle
bellezze della natura ha
perduto metà del piacere di
vivere.
Robert Baden-Powell
Lavoro svolto nelle ore di lezione di esercitazioni agrarie della prof.ssa Daniela Gennari, Inerente alla visita al BOSCO CUTURI di Manduria (TA).Pensato e creato dalla stessa prof.ssa Gennari con l’aiuto degli alunni della classe 2 sez. A IPA/OTAMontato, ordinato e diretto da Todaro Antonio Giuseppe
FINE!!!