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L’agricoltura biologica Il biologico in Italia ed evoluzione dei canali distributivi Procedure ed indennità nelle aree agricole Ente per l’Addestramento Professionale in Agricoltura della Lombardia Progetto BIOLOGICO VERDE:Layout 1 17-05-2011 16:32 Pagina 1

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L’agricoltura biologica

Il biologico in Italia edevoluzione dei canali distributivi

Procedure ed indennità nelle aree agricole

Ente per l’Addestramento Professionale in Agricoltura della Lombardia

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Indice

Capitolo 1 – Introduzione all’agricoltura biologica

1.1 Cos’è l’agricoltura biologica

1.2. La Legislazione Europea1.2.1 Logo ed Etichettatura1.2.2 Certificazione1.2.3 Chiarezza1.2.4 Indicazioni1.2.5 Ispezioni1.2.6 Controllo e garanzia della produzione biologica in Italia 1.2.7 Gli organismi di controllo italiani

1.3 Norme sull'etichettatura1.3.1 Normativa di riferimento1.3.2 Definizione di etichetta1.3.3 Quali prodotti agricoli possono contenere riferimenti al biologico

in etichetta?1.3.4 Chi può etichettare

1.4 Il termine BIO1.4.1 Il logo europeo1.4.2 Quando e dove si applica 1.4.3 Le novità importanti

1.5 Siti web di approfondimento

Capitolo 2 - I Principi dell’agricoltura biologica

2.1 Catena di distribuzione

2.2 Protezione dell’ambiente2.2.1 Il terreno

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2.2.2 La biodiversità2.2.3 L'acqua2.2.4 Il paesaggio2.3 Benessere degli animali2.3.1 Il foraggio2.3.2 La zootecnia2.3.3 La salute

2.4 Fiducia del consumatore

2.5 Società ed economia

Capitolo 3 – L’agricoltura biologica in Lombardia

3.1 L’importanza del settore biologico

3.2 Dati e statistiche3.2.1 Il consumo dei prodotti biologici in Italia3.2.2 L’andamento dei prezzi a livello italiano

3.3 I settori produttivi3.3.1 Cereali, legumi e farina3.3.2 Pasta e prodotti da forno3.3.3 Latte e prodotti caseari3.3.4 Carni, salumi e uova3.3.5 Frutta e ortaggi3.3.6 Miele e derivati3.3.7 Vino e prodotti derivati3.3.8 Riso

3.4 I mercati bio3.4.1 I mercati bio in Lombardia

Note

Agricoltura Biologica

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Capitolo 1 - Introduzione all’agricoltura biologica

1.1 Cos’è l’agricoltura biologica

L'agricoltura biologica è un’agricoltura che considera l'intero ecosistema agri-colo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, pro-muove la biodiversità dell'ambiente in cui opera ed esclude l'utilizzo di prodottidi sintesi (salvo quelli specificatamente ammessi dal regolamento comunitario)e organismi geneticamente modificati.La differenza sostanziale tra agricoltura biologica e convenzionale consiste nellivello di energia ausiliaria introdotto nell'agrosistema: nell'agricoltura conven-zionale si impiega un quantitativo di misura variabile di energia ausiliaria pro-veniente da processi industriali (industria chimica, estrattiva, meccanica, ecc.);al contrario, l'agricoltura biologica, pur essendo in parte basata su energia au-siliare proveniente dall'industria estrattiva e meccanica, reimpiega la materiaprincipalmente sotto forma organica.

1.2 La Legislazione Europea

L’agricoltura biologica nasce agli inizi del secolo scorso, principalmente in nordEuropa, da diversi movimenti culturali: in particolare il metodo Rush-Muller, inSvizzera, l’organic farming, nata in Inghilterra dalle teorie di Sir Howard e l'agri-coltura biodinamica, comparsa in Germania su ispirazione di Rudolf Steiner.Dopo un'iniziale difficoltà, dovuta soprattutto alla particolare situazione econo-mica del dopoguerra, l'agricoltura biologica comincia a diffondersi negli anni'80 con l’emergere di temi quali la tutela ambientale, la sicurezza alimentare ela qualità dei prodotti agricoli.

L'agricoltura biologica in Europa è stata regolamentata per la prima volta a livello

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comunitario nel 1991 con il Regolamento CEE numero 2092/91 relativo al me-todo di produzione biologico di prodotti agricoli e all'indicazione di tale metodosui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari. Solo nel 1999 con il Regolamento CE numero 1804/99 sono state incluse anchele produzioni animali.

Nel giugno del 2007 è stato adottato un nuovo regolamento CE per l'agricolturabiologica, Regolamento CE numero 834/2007, che abroga i precedenti ed è re-lativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici sia di ori-gine vegetale che animale (compresa l'acquacoltura). Quest’ultimo è stataadottato dal Consiglio dell'Unione Europea il 28 giugno 2007 ed è entrato in vi-gore dal 1 gennaio 2009.

1.2.1 Logo ed Etichettatura

Il logo biologico ed il sistema di etichettatura fanno sì che sia possibile ricono-scere un alimento come biologico. I loghi sono studiati per assicurare al consumatore con assoluta certezza che iprodotti che compra sono realizzati seguendo in tutti i dettagli la Regolamenta-zione Europea sull'agricoltura biologica, o nel caso di prodotti importati, se-condo regole equivalenti o allo stesso modo rigide.

1.2.2 Certificazione

La produzione e l'immissione sul mercato europeo di prodotti biologici con eti-chettatura e loghi seguono un rigido processo a cui devono essere completa-mente conformi.Gli agricoltori convenzionali devono per prima cosa rispettare il periodo minimodi conversione di due anni prima di poter iniziare a produrre prodotti agricoliche possano essere commercializzati come biologici. Se vogliono produrre sia6

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colture convenzionali che biologiche, devono separare nettamente i due pro-cessi in ciascun livello della produzione.

Sia gli agricoltori che gli addetti alla trasformazione devono rispettare in ognimomento le regole contenute nella Regolamentazione europea. Essi sarannosoggetti ad ispezioni da parte degli organismi di controllo europei o altre auto-rità per essere sicuri della loro conformità.

Gli operatori che superano i controlli potranno utilizzare la certificazione biolo-gica e quindi ottenere per i loro prodotti l'etichettatura biologica.

1.2.3 Chiarezza

La Regolamentazione contiene regole rigide riguardo all'uso dell'etichettatura edel logo per limitare al minimo la confusione tra i consumatori, o potenzialiabusi:

“I termini come biologico, bio, eco ecc., inclusi i termini usati nei marchi, o lepratiche usate nell'etichettatura o nella pubblicità sospettabili di fuorviare il con-sumatore o suggerire all'utilizzatore che un prodotto o i suoi ingredienti soddi-sfano i requisiti definiti nella Regolamentazione non devono essere usati per iprodotti non biologici.”

Inoltre, l'etichetta biologica non può essere utilizzata per i prodotti che conten-gono Organismi Geneticamente Modificati (OGM).

1.2.4 Indicazioni

Per fornire maggior sicurezza al consumatore, per legge tutti prodotti che por-tano l'etichetta biologica devono avere il nome dell'ultimo operatore che ha ma-

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neggiato il prodotto, per esempio il produttore, l'addetto alla trasformazione oil venditore e il nome o il codice dell'organismo di controllo.

Il logo biologico europeo e quelli degli altri Stati Membri sono usati per inte-grare l'etichettatura ed aumentare la visibilità dei cibi e bevande biologiche peri consumatori.

Tutti i prodotti che hanno il logo europeo devono rispondere alle seguenti ca-ratteristiche:

- almeno il 95% degli ingredienti è stato prodotto con metodo biologico;- il prodotto è conforme alle regole del piano ufficiale di ispezione;- il prodotto proviene direttamente dal produttore o è preparato in una con-- fezione sigillata;- il prodotto porta il nome del produttore, l'addetto alla lavorazione o il ven-- ditore e il nome del codice dell'organismo di ispezione.

L'applicazione del logo biologico dell'UE è obbligatoria dal 1 luglio 2010 per iprodotti alimentari preconfezionati. Rimane volontaria invece per i prodotti im-portati dopo tale data. Dove è usato il logo comunitario deve apparire l'indica-zione del luogo dove le materie prime grezze dei prodotti sono state coltivate.Questa indicazione può riportare la dicitura di 'EU', 'non-EU', o il nome di unPaese specifico, in Europa o fuori, dove sono stati coltivati il prodotto o le suematerie prime.

1.2.5 Ispezioni

Una volta che il processo di conversione è stato completato, gli operatori con-tinuano ad essere soggetti ad approfondite ispezioni annuali, tra cui:

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- Ispezione della documentazione riguardante gli acquisti e le vendite, regi-- stro di stalla e dei trattamenti sanitari sull'allevamento, ecc.- Possibilità di prelevare campioni.- Ispezione delle condizioni di allevamento al chiuso e all'aperto.- ispezione di campi, frutteti, serre e pascoli.

Ulteriori ispezioni e visite sul luogo possono essere pianificate dagli ispettoriper gli operatori che presentano maggiori rischi.

Ogni Stato membro ha stabilito un sistema di ispezione e designato un numerodi autorità pubbliche e/o strutture private che hanno il compito di compiere leispezioni e la certificazione dei prodotti biologici.

Nel caso in cui gli operatori non rispettino tutti i requisiti, la certificazione bio-logica può essere ritirata e viene rimosso il diritto di vendere i loro prodotti comebiologici.

1.2.6 Controllo e garanzia della produzione biologica in Italia

L’agricoltura biologica si basa su un Sistema di Controllo uniforme in tuttal’Unione Europea.L’azienda che vuole avviare la produzione biologica notifica la sua intenzione allaRegione e ad uno degli Organismi di controllo autorizzati.

L’Organismo procede alla prima ispezione con propri tecnici specializzati cheesaminano l’azienda e prendono visione dei diversi appezzamenti, controllan-done la rispondenza con i diversi documenti catastali, dei magazzini, delle stallee di ogni altra struttura aziendale.Se dall’ispezione emerge il rispetto della normativa, l’azienda viene ammessa

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nel sistema di controllo, e avvia la conversione, un periodo di disintossicazionedel terreno che, a seconda dell’uso precedente di prodotti chimici e delle colti-vazioni può durare due o più anni.Solo concluso questo periodo di conversione, il prodotto può essere commer-cializzato come da agricoltura biologica.L’Organismo provvede a più ispezioni l’anno, anche a sorpresa, e preleva cam-pioni da sottoporre ad analisi.Le aziende agricole che producono con il metodo biologico devono poi docu-mentare ogni passaggio su appositi registri predisposti dal Ministero, ciò assi-cura la totale tracciabilità.

1.2.7 Gli organismi di controllo italiani

Gli organismi nazionali che possono effettuare i controlli e la certificazione delleproduzioni biologiche sono riconosciuti con decreto del Ministero delle Politicheagricole e forestali e sono sottoposti a loro volta al controllo dello stesso Mini-stero e delle Regioni.

Essi sono:

- ICEA - Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, codice IT ICA- (ex AIAB)- BIOAGRICERT - Bioagricoop, codice IT BAC- BIOS, codice IT BIO- C.C.P.B. Consorzio Controllo Prodotti Biologici, codice IT CPB- CODEX, codice IT CDX- ECOCERT Italia, codice IT ECO- I.M.C. Istituto Mediterraneo di Certificazione, codice IT IMC- QC&I International services, codice IT QCI

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- SUOLO E SALUTE, codice IT ASS- BIOZERT, codice IT BZ BZT

1.3 Norme sull'etichettatura

La garanzia sui prodotti biologici data dall’etichettatura.Con il 1° luglio 2010 è entrato in vigore l’uso del nuovo logo europeo sulleetichette dei prodotti biologici.

1.3.1 Normativa di riferimento

Regolamento CE 834/07 Regolamenti attualmente in vigore pere CE 889/08 l’Agricoltura biologica Regolamento CE 271/10 Regolamento che definisce l’uso del nuovo logo

europeo e modifica alcune norme di etichettatura

1.3.2 Definizione di etichetta

Le fascette, le etichette, gli imballaggi primari e secondari che accompagnano ilprodotto fino al consumatore costituiscono “etichetta”, pertanto le indicazionirelative al metodo di produzione biologico devono sempre rispettare quantoprevisto dai regolamenti CE 834/07 e CE 889/08 ed essere autorizzate da unorganismo di controllo a sua volta autorizzato dal Ministero delle PoliticheAgricole e Forestali (Mi.P.A.A.F)

1.3.3 Quali prodotti agricoli possono contenere riferimenti al biologico inetichetta?

1. il prodotto che è stato ottenuto secondo le norme dell’agricolturabiologica o è stato importato da Paesi terzi nell'ambito del regime di cui

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ai Reg. CE 834/07 e CE 889/08; 2. il prodotto i cui ingredienti non derivanti da attività agricola (additivi,

aromi, preparazioni microrganiche, sale, ecc.) e i coadiuvanti tecnologiciutilizzati nella preparazione dei prodotti rientrano fra quelli indicati nelReg. CE 889/08;

3. il prodotto i cui ingredienti il cui ciclo produttivo sia totalmente libero da ogm;

4. la materia prima (ingrediente) «biologica» non è stata miscelata con lamedesima sostanza di tipo convenzionale;

5. il prodotto o i suoi ingredienti non sono stati sottoposti a trattamenti con ausiliari di fabbricazione e coadiuvanti tecnologici diversi da quelliconsentiti nel regolamento del biologico, e che non abbiano subitotrattamenti con radiazioni ionizzanti.

Nell’etichettatura di un prodotto agricolo vivo o non trasformato, si possonousare termini riferiti al metodo di produzione biologico a condizione che tutti gliingredienti di tale prodotto, siano stati ottenuti conformemente alle prescrizionidi cui ai punti 1, 2, 3, 4.

1.3.4 Chi può etichettare

Può etichettare un operatore (agricoltore, distributore a marchio, importatore)assoggettato alle misure di controllo previste dai Reg. CE 834/07 e 889/08 e au-torizzato da un organismo di controllo riconosciuto.

1.4 Il termine BIO

Il termine biologico, bio, organic ecc... può essere usato solo per i prodotti cherispettino il regolamento 834/07 e 889/08. Indicare il termine biologico in eti-

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chetta o nei documenti di trasporto pone il produttore (o preparatore, distribu-tore ecc...) come responsabile di fronte alla legge rispetto alla conformità delprodotto.

1.4.1 Il logo europeo

Il logo europeo del biologico è stato scelto attraverso un concorso internazionaletra più di 3400 bozzetti di studenti di design, arrivati da tutti e 27 i Paesimembri dell’Unione Europea. I tre loghi finalisti sono stati poi votati sul web e si è aggiudicato la vittoriao studente tedesco Dusan Milenkovic, con la proposta intitolata 'Euro-leaf'(euro–foglia).Il logo rappresenta infatti una foglia stilizzata disegnata con le stelline dell’unioneeuropea.

Inoltre dall’entrata in vigore del Reg. CE 271/10 il logo viene così definito:

Nelle etichette stampate dopo il 1 Luglio 2010 entra in vigore il nuovo logoeuropeo. Il logo europeo deve avere queste caratteristiche:

1. altezza almeno 9 mm2. larghezza 13,5 mm3. proporzione tra altezza e larghezza deve essere 1:1,5

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4. per le confezioni molto piccole al dimensione minima può essere ridottaa 6 mm per l’altezza

5. il colore di riferimento in pantone è verde n. 376 e se usiamo la quadri- cromia il verde ottenuto con 50% ciano + 100% giallo

• può essere stampato anche in bianco e nero quando non sia possibilefarlo a colori

• quando il logo europeo venisse affiancato ad altri loghi con al propriointerno gli stessi colori anche se non con la stessa sfumatura, il logo europeo può essere eseguito con i colori dell’altro logo senza incorrerein non conformità

• se il colore dello sfondo dell’imballaggio o dell’etichetta è scuro, è possibile adoperare i simboli in negativo servendosi del colore di fondodell’imballaggio o dell’etichetta

• nel caso in cui il simbolo risulti scarsamente visibile a causa del coloreadoperato nel simbolo o nello sfondo del medesimo, si può tracciare unbordo esterno di delimitazione attorno al simbolo stesso per farlorisaltare meglio sullo sfondo

• in determinate circostanze del tutto particolari in cui esistano indicazioni in un unico colore sull’imballaggio, è possibile utilizzare il logo biolo-gico dell’UE in questo stesso colore.

1.4.2 Quando e dove si applica

Il logo europeo si DEVE apporre ai prodotti chiusi confezionati ed etichettati,con una percentuale prodotto di origine agricola bio di almeno il 95%Il logo europeo è FACOLTATIVO nei prodotti con le stesse caratteristiche maprovenienti da paesi terzi. Il logo è PROIBITO nei prodotti con un % bio inferiore al 95%.

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In questo caso l’etichettatura del prodotto riporterà queste informazioni: Accanto al logo europeo vanno riportate le indicazioni necessarie per identificarela nazione, il tipo di metodo di produzione, il codice dell’operatore, il codice del-l’organismo di controllo preceduto dalla dicitura: Organismo di controllo auto-rizzato dal Mi.P.A.A.F

Organismo di controllo autorizzato da Mi.P.A.A.F Operatore controllato n.

IT BIO 123 A 456

• IT = CODICE ISO che identifica il biologico come da art. 58 paragrafo 1 lettera a)

• BIO = a seconda dei paesi può diventare ORG, EKO • 123 codice numerico dell’organismo di controllo

1.4.3 Le novità importanti

Accanto a queste informazioni, un’importante novità, entra in etichetta il luogodi coltivazione del /dei prodotti.

Le indicazioni previste sono:

AGRICOLTURA UE per prodotti coltivati in uno dei paesi comunitari

AGRICOLTURA NON UE prodotti coltivati in paesi terzi

AGRICOLTURA UE / prodotti contenenti prodotti NON coltivati inAGRICOLTURA NON UE parte in europa e in parte in paesi terzi

Se un prodotto è costituito di ingredienti coltivati in “solo”Italia, la dicitura AGRI-COLTURA UE può essere sostituita dal nome del paese es: “ITALIA”, l’etichettasarà quindi così:

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AGRICOLTURA ITALIA

Il logo europeo è FACOLTATIVO nei prodotti con le stesse caratteristiche maprovenienti da paesi terzi. Il logo è PROIBITO nei prodotti con un % bio inferiore al 95%.

In questo caso l’etichettatura del prodotto riporterà queste informazioni: Accanto al logo europeo vanno riportate le indicazioni necessarie per identificarela nazione, il tipo di metodo di produzione, il codice dell’operatore, il codicedell’organismo di controllo preceduto dalla dicitura: Organismo di controlloautorizzato dal Mi.P.A.A.F

Organismo di controllo autorizzato da Mi.P.A.A.F Operatore controllato n.

IT BIO 123 A 456

• IT = CODICE ISO che identifica il biologico come da art. 58 paragrafo 1lettera a)

• BIO = a seconda dei paesi può diventare ORG, EKO • 123 codice numerico dell’organismo di controllo

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1.5 Siti web di approfondimento

Di seguito segnaliamo alcuni siti web sui quali reperire dati statistici e, più ingenerale, informazioni utili relativi all'agricoltura biologica.

www.sinab.it: Sistema di Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica rea-lizzato dal MIPAAF in collaborazione con le Regione e offre informazioni e ser-vizi agli operatori del settore per lo sviluppo e la valorizzazione dell'agricolturabiologica italiana.

www.organic-farming.eu: sito è una iniziativa della Direzione generale del-l'Agricoltura e dello Sviluppo rurale della Commissione Europea, come partedella campagna per l'incremento della consapevolezza sull'agricoltura biologicain tutta Europa (realizzato nelle diverse lingue parlate nell'Unione Europea).

www.organic-world.net: il sito mette a disposizione degli utenti i dati relativi al-l'agricoltura biologica di tutto il mondo, raccolti da FiBL e IFOAM, e pubblicatiogni anno nell'annuario "The World of Organic Agricolture" (sito solo in inglese).

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Capitolo 2 - I Principi dell’agricoltura biologica

L'agricoltura biologica si fonda su obiettivi, oltre che su pratiche comuni, ideatiper minimizzare l'impatto umano nell'ambiente e allo stesso tempo permettereal sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile.

Le pratiche agricole biologiche generalmente includono:

• La rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali. • Limiti molto ristretti nell'uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, antibio

tici nell'allevamento degli animali, additivi negli alimenti e coadiuvanti,e altri fattori produttivi.

• Il divieto dell'uso di organismi geneticamente modificati (OGM) • L'uso efficace delle risorse del luogo, come per esempio l'utilizzo del

letame per fertilizzare la terra o la coltivazione dei foraggi per il bestiameall'interno dell'azienda agricola

• La scelta di piante ad animali che resistono alle malattie e si adattano allecondizioni del luogo

• Allevare gli animali a stabulazione libera, all'aperto e nutrendoli conforaggio biologico

• Utilizzare pratiche di allevamento appropriate per le differenti specie dibestiame

2.1 Catena di distribuzione

L'agricoltura biologica è anche parte di una lunga catena di distribuzione checomprende la trasformazione degli alimenti, la distribuzione e la vendita ed in-fine il consumatore. Ogni anello di questa catena gioca un ruolo importante nel-l'apportare benefici in vari ambiti che sono specificati altrove in questo sito,

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come per esempio:

• Protezione dell'ambiente• Benessere degli animali• Fiducia del consumatore• Società ed economia

2.2 Protezione dell’ambiente

L'ambiente che ci circonda fornisce all'agricoltura tutte le risorse che necessitaper produrre alimenti e gli agricoltori biologici ricambiano mantenendo, e dovepossibile, migliorando, il livello naturale e la qualità di queste risorse. Gli ele-menti che rivestono un ruolo fondamentale per la protezione dell’ambiente sono:

- il terreno- la biodiversità- l’acqua - il paesaggio

2.2.1 Il terreno

E’ la più importante risorsa naturale a disposizione dell’agricoltore. É essenzialeper la vita sulla Terra perché alimenta le piante che a loro volta forniscono ciboed ossigeno per gli uomini e gli animali. Gli agricoltori biologici rispettano il va-lore del suolo monitorando minuziosamente quello che apportano e quello cheprelevano da esso, e controllano come le loro attività interferiscono con la fer-tilità e composizione del suolo.

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2.2.2 La biodiversità

E’ un principio generale dell'agricoltura biologica che ogni organismo viventedebba essere tenuto in considerazione: dal più piccolo microorganismo che vivenel terreno al più maestoso albero. Per questa ragione, ogni anello della catena di produzione dei prodotti biologiciè studiato per mantenere e, dove è possibile, incrementare la diversità dellepiante e degli animali. Pratiche che contribuiscono ad un alto livello di biodiver-sità sono ancora una volta il risultato di buone pratiche dell'agricoltura biologica,e ugualmente della regolamentazione europea sull'agricoltura biologica.

2.2.3 L'acqua

Gli agricoltori biologici generalmente trattano l'acqua non solo come un fattorenel ciclo agricolo, ma come una risorsa vitale per incoraggiare la vita sulla terra,che deve essere protetta e accresciuta attraverso una attenta gestione. Ciò vuoldire che gli agricoltori di solito non usano l'acqua in modo inefficiente perché co-noscono quanto un uso attento può portare ad una crescita fruttuosa di pianteed animali. E mentre l'uso dell'acqua non è regolato in modo approfondito dal-l'Europa e da altre regolamentazioni in materia biologica, i metodi biologici con-tribuiscono a:

• conservare le risorse idriche • mantenere un alto livello qualitativo di queste risorse idriche

2.2.4 Il paesaggio

Gli agricoltori biologici possono vedere i risultati del loro duro lavoro, non solonella soddisfazione di coloro che consumano i loro prodotti, ma anche nei campi,fiumi, alberi e colline che li circondano. Mentre la regolamentazione europea

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sull'agricoltura biologica non specifica le pratiche precise da seguire per con-tribuire alla salute di quelle risorse, numerose regole e pratiche volontarie im-plementate dagli agricoltori hanno gli effetti secondari di incidere sullamedesima.Tutta l'attività agricola comporta inevitabilmente modifiche all'ambiente natu-rale; comunque, l'agricoltura biologica si sforza il più possibile di attenuare que-sti cambiamenti, così da potersi di fatto fondere con l'ambiente circostante.

2.3 Benessere degli animali

Come per altri metodi di produzione, l'agricoltura biologica utilizza alcuni prin-cipi e pratiche realizzati ad hoc per raggiungere gli obiettivi chiave di buon cibo,buone condizioni di vita, e buona salute. Gli elementi da tenere in considera-zione perchè rivestono un ruolo fondamentale per queste pratiche sono:

- il foraggio- la zootecnia- la salute

2.3.1 Il foraggio

Per gli allevamenti biologici dovrebbe contribuire alla salute e al benessere deisingoli animali. Per questa ragione, gli agricoltori biologici forniscono al loro al-levamento foraggi biologici che non solo aiutano i loro animali a crescere e ri-prodursi, ma ne migliorano la salute e il benessere.

Regolamentazione

Dato che la qualità e la composizione del foraggio per l'allevamento biologico ècosì importante per la produzione di carne biologica e altri prodotti di origine ani-

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male, questi fattori sono spesso strettamente imposti dalla regolamentazione.Per esempio, l'attuale regolamentazione europea sull'agricoltura biologica esigeche gli agricoltori biologici forniscano al bestiame come minimo l'85% di fo-raggio biologico.Dal 1 gennaio 2008 gli agricoltori devono utilizzare foraggio biologico al 100%per i loro animali se vorranno vendere i loro prodotti come biologici ed avere illogo europeo.Allo stesso tempo, la nuova regolamentazione europea, redatta sulle attuali regole,fissa le caratteristiche per la produzione di alimenti per allevamenti biologici:

- Essa deve avere origine biologica, eccetto per gli ingredienti per il forag-gio che non siano disponibili in forma biologica

- Usare una minima parte di additivi e coadiuvanti di lavorazione e solo incaso di bisogni essenziali o per particolari scopi nutrizionali

- Deve essere coltivata con cura, preferibilmente con metodi biologici,meccanici o fisici.

2.3.2 La zootecnia

È uno di quei settori dove l'esperienza degli agricoltori biologici è più impor-tante e più frequentemente richiesta. Esistono molte pratiche e principi coinvoltiin questa area ideati per fornire al bestiame una vita confortevole e priva di stressin accordo con i loro bisogni naturali. Un concetto importante nella zootecnia biologica è la creazione di un ambienteche si adatti alle specie animali che ci vivono. All'interno di questo concetto ci sono alcune pratiche comuni, tra le quali:

- Accesso permanente all'aria aperta- Cibo appropriato ai bisogni nutrizionali e comportamentali- Divieto della catena o dell' isolamento- Giacigli e stalle adeguate

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- Basso carico di bestiame- Limitare i tempi di trasporto

Un principio biologico generale proibisce pavimenti grigliati per le aree diriposo.

L'allevamento biologico vieta la rimozione o la riduzione di:

- Code: da pecore, maiali, etc.- Becchi: da galline, tacchini, etc.- Corna: da bovini, pecore, etc.

L'agricoltura biologica sottolinea che il dolore e la sofferenza devono essere ri-dotti al minimo durante tutta la vita dell'animale. Quindi, i tempi di trasportosono strettamente controllati e il metodo di macellazione è studiato per essereil più veloce e indolore possibile.

2.3.3 La salute

Il mantenimento di animali sani e felici è uno dei principi chiave dell'agricolturabiologica. Questo è raggiunto attraverso una attenta gestione e attenzione versoi bisogni delle differenti specie. Come per la produzione delle colture biologiche,la salute del bestiame e il loro benessere è ottenuto in larga parte senza l'uso diinput sintetici come gli antibiotici e idealmente alcune misure preventive sonousate per minimizzare il rischio di parassiti e malattie. Il primo passo per ottenere una salute dell'animale soddisfacente in agricolturabiologica è scegliere razze secondo la loro vitalità, adattabilità alle condizioni lo-cali, e resistenza alle malattie. La preferenza verso razze autoctone ed adattateallo specifico ambiente dell'azienda agricola aiuta a raggiungere questo obiettivo.Prevenzione delle malattie: L'agricoltura biologica lavora per incoraggiare le na-

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turali difese immunologiche del bestiame attraverso le seguenti pratiche:

- Un'adeguata e sana alimentazione- Regolare esercizio- Accesso libero ad un pascolo appropriato

Altri metodi per la prevenzione delle malattie includono:

- Mantenere stalle adeguate ed adatte in condizioni igieniche ideali.- Un appropriato numero di animali sia negli spazi aperti sia all'interno

delle stalle, come durante i mesi invernali.

Poiché la salute e il benessere del bestiame sono primari, le cure veterinarieordinarie possono essere adottate per evitare sofferenze che l'omeopatia o lafitoterapia non sono in grado di attenuare.La nuova regolamentazione europea sull'agricoltura biologica, per esempiocontiene i seguenti punti:

- La malattia deve essere trattata immediatamente per evitare sofferenze agli animali;

- i medicinali veterinari allopatici, sintetizzati chimicamente, inclusi gliantibiotici, possono essere somministrati qualora risultino indispensa-bili e sotto strette condizioni, quando l'uso della fitoterapia, omeopatiae altri prodotti è inadatto. In particolare, devono venire definite lerestrizioni riguardo al’andamento del trattamento e ai tempi di sospen-sione.

2.4 Fiducia del consumatore

I consumatori sono l'anello finale della catena di distribuzione dei prodotti del-l'agricoltura biologica. Si presta grande cura per garantire chealimenti e be-

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vande biologiche risultino di alta qualità, freschi e gustosi, in modo da soddisfarei bisogni del consumatore. Naturalmente, questo cibo dovrà essere prodotto inmodo etico, rispettando la natura e il benessere degli animali. Per garantire que-sto, si mette in pratica un complesso sistema normativo, di cui si è ampiamentetrattato nella prima sezione.Fondamentale per rispettare il patto di fiducia con il consumatore è quello di ga-rantire una serie di divieti, quali l'uso di organismi geneticamente modificati(OGM) e severe restrizioni nell'utilizzo di: fitofarmaci (erbicidi, fungicidi …), fer-tilizzanti chimici, antibiotici La fase di trasformazione contribuisce, a sua volta, a questo scopo mediante ilrigoroso divieto dell'uso di OGM e severe restrizioni nell'utilizzo di additivi e coa-diuvanti di lavorazione e sostanze chimicamente sintetizzate.

2.5 Società ed economia

L'agricoltura biologica crea un legame forte tra i settori rurali e metropolitanidell'Unione Europea, generando benefici sociali ed economici per i membri diqueste comunità.Il settore dell'agricoltura biologica e la catena di distribuzione ad essa associatasono altamente specializzati. Per produrre e distribuire i prodotti biologici, dialta qualità, sempre più richiesti dai consumatori è necessario personale ade-guatamente specializzato.Gli operatori dell'intera catena del settore biologico sono formati ed istruiti inmodo continuo sugli obiettivi del mondo biologico per migliorare prestazioni econoscenza. I requisiti legali stabiliti nelle Regolamentazione Europea offrono una garanziasulle capacità specifiche degli operatori dell'intera catena del biologico (aziendaagricola, trasformazione, vendita). Senza queste competenze non sarebbero ingrado di eseguire, con la dovuta perizia, le operazioni richieste per aver il diritto

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di usare l'etichettatura biologica ed i loghi Europei e di altri enti.Anzitutto, le restrizioni nell'uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, come anchedegli additivi nei mangimi, significa che agricoltori e allevatori biologici devonosviluppare conoscenze e capacità in grado di massimizzare la salute e la nutri-zione delle colture e del bestiame senza poter fare affidamento su tali sostanze.La chiave diventa la prevenzione, giacché agricoltori e allevatori non possonocontare su soluzioni rapide e prefissate dei problemi, bensì devono applicare leloro capacità di gestione per prevenire i problemi prima che questi si verifichino. Questo approccio si estende anche al settore della trasformazione che ha re-strizioni nell'utilizzo di coadiuvanti ed altre sostanze sintetizzate chimicamente.

Sebbene l'agricoltura biologica sia un sistema moderno di produzione di cibo,le sue radici affondano nell'agricoltura tradizionale e si avvale ancora molto dellaconoscenza ottenuta da quei sistemi, come per esempio:

- Lavorare con la natura- Rotazione delle colture- Uso del letame come fertilizzante e coltivare solo quello che l'azienda

può naturalmente produrre, invece che affidarsi a fertilizzanti e altresostanze artificiali.

- Rafforzamento della resistenza naturale a insetti nocivi e malattie sia nelle colture sia nel bestiame, invece che affidarsi a pesticidi o prodottiveterinari.

- Creazione, intorno all'azienda agricola, di ambienti adeguati per la fauna,utile nel controllo naturale dei parassiti.

- Gestione del bestiame in modo che faccia regolare esercizio fisico, abbiaaccesso a mangimi di qualità e al pascolo libero, per garantire la suasalute.

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Gli agricoltori biologici utilizzano anche la moderna tecnologia e i risultati dellaricerca, permettendo all'agricoltura biologica di prosperare all'interno di un con-testo tradizionale. Per esempio, questo può includere:

- Analisi del terreno e applicazione di tecniche di agricoltura di precisionee di rotazione dei pascoli basate su conoscenze scientifiche, per garan-tire che i livelli giusti di nutrienti siano disponibili per le colture.

- Identificazione e corretto bilanciamento degli ingredienti per garantireche siano soddisfatti i requisiti dietetici e i fabbisogni nutrizionali deidiversi tipi di bestiame.

- Utilizzo di strumenti speciali, come sarchiatrici, per controllare le erbeinfestanti senza ricorrere agli erbicidi.

- Lettura di moderne ricerche scientifiche per saper scegliere le varietàpiù adeguate alla produzione biologica delle colture.

L'agricoltura e l'allevamento biologico, così come la trasformazione dei loro pro-dotti, offrono nuove opportunità per il settore di ricerca e sviluppo creando, adesempio, soluzioni alternative ai pesticidi sintetici o nuovi sistemi per valutare ilpotenziale di differenti rotazioni nel fornire nutrienti specifici. Nel frattempo offrenuove opportunità commerciali e vie innovative per comunicare con i consu-matori nella vendita al dettaglio.Si creano pertanto delle opportunità sia per i produttori sia per i gli addetti allatrasformazione per stringere i rapporti con i consumatori mediante la spiega-zione di come e dove il cibo è prodotto. Le pratiche che contribuiscono a que-sto includono:

- Iniziative di turismo rurale ed ecologico- Visite per scuole e mezzi di comunicazione a dimostrazioni in azienda- Informazione sull'azienda agricola contenuta nell'etichetta.- Nuove campagne di commercializzazione e promozione.

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Capitolo 3 - L’agricoltura biologica in Lombardia

3.1 L’importanza del settore biologico

Il mercato del biologico in Lombardia è contraddistinto da un'elevata domandada parte dei consumatori e da un'offerta ancora piuttosto contenuta di prodottibiologici, compensata solo in parte da una forte industria alimentare, anche ditipo artigianale, che trasforma e commercializza materie prime provenienti daaltre regioni.

Anche se contenute, le produzioni biologiche della Lombardia abbracciano l’in-tero sistema agroalimentare lombardo, dalla coltivazione di cereali e riso in pia-nura, al pascolo e silvicoltura in montagna, dai vini di qualità nelle aree collinarialle produzioni lattiero-caseari, che costituiscono le produzioni biologiche dimaggior rilievo e contrassegnate dai marchi comunitari DOC, IGT, DOCG e DOP.

3.2 Dati e statistiche

Dalla ricerca condotta dal Sistema Informativo Agricolo Regionale (SIARL), ag-giornati al marzo 2010 le imprese lombarde che rappresentano il settore biolo-gico lombardo sono 1.161. Di queste 708 sono produttori e 536 preparatori (chitrasforma, distribuisce o commercializza i prodotti). Le aziende che svolgonosia attività di produzione che di trasformazione sono 75.Gli operatori biologici impegnati nelle attività di produzione vegetale sono 657,mentre quelli impegnati nelle attività zootecniche sono 146. Rispetto alle aziende di produzione (738 in totale in Lombardia), la leadershipspetta alla provincia di Pavia (242 aziende, pari al 33 % circa del totale), seguitada Brescia (124aziende) e da Como e Mantova, quasi appaiate per numero diaziende. Rispetto alle altre categorie, da evidenziare in particolare la provincia diMilano in cui ben 146 degli operatori che hanno effettuato notifica di attività bio-

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logica (su 182 totali) rientrano nella categoria dei preparatori, indice evidentedel fatto che nel territorio provinciale - ed a maggior ragione nella area metro-politana di Milano - l'attività bio riguarda maggiormente la trasformazione, lacommercializzazione e la ristorazione.

Operatori1 del settore biologico in Lombardia

1 Il dato non comprende gli importatori esclusiviFonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, marzo 2010

La Lombardia dedica al biologico una superficie agricola di circa 20.000 ettari,vale a dire il 25% della superficie complessiva regionale e l'1,35% della super-ficie agricola utilizzata (SAU) biologica nazionale. La ripartizione della SAU bio-logica mostra una prevalenza di cereali (57,9%), seguite da foraggereavvicendate (13,4%) e dalle foraggere permanenti (11,2%). Tra le colture per-manenti prevale la vite (6,7%).

Aziende Produttori Preparatori(n.) % (n.) % (n.) %

Bergamo 127 10,9 71 10,0 70 13,1Brescia 183 15,7 126 17,8 71 13,2Como 53 4,5 34 4,8 25 4,7Cremona 55 4,7 25 3,5 35 6,5Lecco 41 3,5 27 3,8 18 3,4Lodi 20 1,7 8 1,1 13 2,4Mantova 145 12,4 100 14,1 55 10,3Milano e Monza 192 16,4 36 5,1 160 29,9Pavia 281 24,0 246 34, 48 9,0Sondrio 29 2,5 13 1,8 17 3,2Varese 43 3,7 22 3,1 24 4,5

Lombardia 1.169 100,0 708 100,0 536 100,0

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Superficie destinata ad agricoltura biologica in Lombardia (ha)

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, marzo 2010

L'incidenza dei capi allevati con metodo biologico appare ancora contenuta ri-spetto a quelli convenzionali. I capi bovini sono poco al di sotto delle 10.000unità su 148 aziende; i capi suini e ovi-caprini sono rispettivamente 3.318 e1.575 unità, mentre quelli avicoli sono di poco superiori alle 100.000 unità.

Superficie Superficie in Totale Ripartizionebiologico conversione superficie %

Bergamo 294 71 365 1,8Brescia 957 146 1.103 5,4Como 357 20 377 1,8Cremona 374 203 577 2,8Lecco 140 53 193 0,9Lodi 613 95 708 3,5Mantova 1.555 324 1.879 9,2Milano e Monza 1.246 212 1.458 7,1Pavia 12.107 1.117 13.224 64,7Sondrio 285 4 288 1,4Varese 246 30 275 1,3

Lombardia 18.173 2.276 20.449 100,0

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Numero di capi allevati con metodo biologico in Lombardia

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia, marzo 2010

3.2.1 Il consumo di prodotti biologici in Italia

Con oltre 44 mila operatori, più di 1 milione di ettari coltivati, un volume d'affaristimato tra 1.8 e 2 miliardi di euro, il mercato del biologico in Italia gode di ot-tima salute (dati Sinab, Ismea). L'Italia occupa il sesto posto, a livello mondiale e il primo a livello europeo nellaclassifica della produzione di coltivazioni biologiche, con una presenza impor-tante nel settore della viticoltura biologica. Per quanto riguarda i consumi, dalla ricerca ISMEA pubblicata nel marzo 2010,emerge che consumi domestici di prodotti biologici confezionati hanno regi-strato ancora un aumento (+11,6%) in valore, che risulta essere il più elevatodegli ultimi otto anni. Per i prodotto bio sfusi, per cui il Panel famiglie Ismea di-spone dei dati per la sola ortofrutta fresca, l’incremento è invece stato più ri-

Bovini Suini Ovicaprini Avicoli

Bergamo 115 93 5 -Brescia 106 159 119 25.716Como 140 - - 5.000Cremona 733 37 374 10.000Lecco 23 12 236 42Lodi 1.259 1.930 - -Mantova 299 651 80 59.901Milano e Monza 964 200 425 1.100Pavia 5.305 220 59 660Sondrio 276 - 23 -Varese 112 16 254 -

Lombardia 9.332 3.318 1.575 102.419

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dotto (+8,1%).Tra le principali categorie di prodotti bio confezionati in crescita superiore allamedia (intorno al 13%) in particolare risultano gli acquisti di lattiero-caseari, be-vande analcoliche e biscotti, dolciumi e snack. L’incremento degli acquisti diprodotti bio acquisisce una valenza maggiore se si osserva che nel 2010 il bio-logico registra performance nettamente migliori dell’agroalimentare nel com-plesso e degli altri comparti di qualità.

Fonte: Ismea, Panel Famiglie

Evoluzione dei consumi domesticidi prodotti bio confezionati

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Fonte: Ismea, Panel Famiglie

Il consumo di prodotti bio si conferma un fenomeno localizzato prevalentementenel Nord Italia, che concentra da solo oltre il 70% degli acquisti in valore. Nel2010 sono inoltre il Nord-Est e il Mezzogiorno le aree in cui emergono i maggioriincrementi. Sul fronte distributivo, continuano a spingere le vendite soprattutto gli Iper-mercati, ma risultati soddisfacenti si registrano anche negli altri canali, in parti-colare negozi tradizionali e liberi servizi.

Tendenze dei consumi domestici delle variecategorie di prodotti bio in Itala

nel 2009 e nel 2010

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* non sono monitorati gli acquisti nei negozi specializzatiFonte: Ismea, Panel Famiglie

Da un’analisi più approfondita dei dati, infine, emerge un profilo del consuma-tore bio che continua ad essere giovane, appartenente a famiglie non numerose,di reddito medio-alto e che acquista ancora poco frequentemente i prodotti bio-logici (più di un terzo degli intervistati dichiara massimo una volta al mese).

Nonostante la crisi diffusa quindi il consumo di prodotti biologici sembra inar-restabile: già nel 2010 le vendite di prodotti biologici nella grande distribuzioneerano aumentate dell'11,6%, mentre per il mercato alimentare nel suo com-

Tendenze degli acquisti di prodotti bioconfezionati in alcuni* canali distributivi

nel 2009 e nel 2010

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plesso si era registrato un calo dell'1,6%", ma in piena crisi economica globaleil tasso di crescita e' aumentato, superando i pur ottimi risultati del 2009 (+6,9%)e del 2008 (+5,2%).

A fronte dell’indagine eseguita, ISMEA rileva quanto segue:

- Crescita del biologico non solo nella GDO ma anche in canali alternativi chepresentano ancora quote basse di mercato, ma in espansione;

- Tramite i canali alternativi ed extradomestici bio si ha anche maggiore equili-brio tra il peso delle varie aree geografiche bio, con più equa distribuzione del valore sul territorio nazionale;

- La Crescita di canali alternativi alla GDO dipende da un comportamento del consumatore diverso dal passato; oggigiorno il consumatore vuole costruireda sé il suo consumo quotidiano (es. orto di casa), cerca alternative di con-sumo, spesso di tipo comunitario (es.Gruppi di Acquisto);

- Il consumatore vuole conoscere cosa c’è dietro i prodotti che compra, vuoleinteragire con le imprese che li realizzano;

- Occorre in definitiva fornire un valore esperienziale al consumatore e ciò ègarantito evidentemente molto di più dai canali distributivi alternativi che nondai convenzionali.

3.2.2 L’andamento dei prezzi a livello italiano

Sempre ISMEA rileva che nel mesi di gennaio e febbraio 2011, i prezzi all'originedei prodotti biologici hanno registrato in prevalenza un andamento stabile sia alivello congiunturale che tendenziale. Nella fase al consumo, rispetto alla fine

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del 2010 in confronto ai primi due mesi dello stesso anno, per i principali pro-dotti confezionati non si registra una tendenza univoca, mentre per l'ortofruttasfusa si sono riscontrati prezzi in aumento.I prodotti più acquistati sono quelli di pasta biologica, aumentati nell’ultimoanno del doppio, con un aumento record del 97%, in netta controtendenza conl'andamento generale stagnante dei consumi. A trainare l'aumento oltre allapasta, sono i prodotti lattiero caseari (+21%), a partire dalle mozzarelle (+120%),dal latte a lunga conservazione (+77%) e da quello fresco (+32%); aumentanoanche –gli acquisti di prodotti ortofrutticoli biologici (+12%), con punte del 32%per i finocchi, del 28% per le clementine e del 18% per zucchine, broccoli emele.

3.3 I settori produttivi

3.3.1 Cereali, legumi e farine

La pianura padana rappresenta uno dei principali distretti italiani per la produ-zione cerealicola, sia ad uso animale che umano. Numerose sono inoltre leaziende di trasformazione che lavorano e valorizzano diversi prodotti della filieracerealicola facendo della Lombardia una delle principali aree di lavorazione etrasformazione di cereali biologici d’Italia, attraverso numerosi mulini, aziendedi panificazione, aziende di produzione di pasta e prodotti da forno.

3.3.2 Pasta e prodotti da forno

La pasta è forse il prodotto italiano più conosciuto al mondo. Oltre il 9% delleaziende di trasformazione dell’agroalimentare sono localizzate in Lombardia etra questi numerosi sono i pastifici che hanno raccolto la sfida di produrre pro-dotti biologici di qualità, conciliando nuove tecnologie di trasformazione con latradizione del territorio. Ne deriva un panorama variegato di produzioni: dalla

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pasta fresca alle paste ripiene e paste secche. Notevole è inoltre la presenza diaziende di panificazione biologica e di prodotti da forno che fanno della produ-zione del pane integrale biologico e di prodotti da forno biologici la loro forza nelmercato italiano.

3.3.3 Latte e prodotti caseari

La zootecnia da latte è una dei principali motori dell’agricoltura lombarda. La re-altà lombarda spazia da piccole aziende a realtà produttive di grandi dimensioni,che vanno dalla pianura padana alle zone montane. Ricca è la tradizione lattierocasearia che si estende dalla Valtellina, alle valli bergamasche e bresciane, dallodigiano al cremonese fino a Mantova.I prodotti di alta qualità a Denominazione di Origine Controllata (DOC) di famamondiale sono il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Quar-tirolo, il Provolone. Importante e in notevole sviluppo è la produzione di lattecaprino e formaggi di capra che per le loro qualità riscuotono sempre maggioresuccesso sul mercato.

3.3.4 Carni, salumi e uova

L’allevamento biologico di bovini, suini ed altre razze da carne non è molto dif-fuso in Lombardia. Esistono però alcune realtà che disponendo di ampi spazi edi risorse di pascolo, allevano bestiame da carne con metodi biologici. C’è unaprevalenza di suini nel mantovano e di bovini e caprini nelle fasce pedemontaneo montane. La valorizzazione di queste attività si realizza con la lavorazione dellamateria prima, che concilia la genuinità della produzione biologica con la qua-lità e la tradizione delle preparazioni. I prodotti ottenuti sono carni per il con-sumo fresco, insaccati, prosciutto e bresaole.Si va inoltre diffondendo sempre di più la produzione di allevamenti avicoli bio-logici con produzione di carne e uova.

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3.3.5 Frutta e ortaggi

Nella coltivazione ortofrutticola biologica tradizione e innovazione si incontrano:oltre a rispettare la stagionalità, viene promossa la biodiversità attraverso il re-cupero di varietà tradizionali. La filiera ortofrutticola biologica è ben rappresen-tata in tutte le province lombarde e la domanda da parte dei consumatori è inforte espansione al punto che le aziende lombarde non riescono a soddisfare lerichieste e molti dei prodotti agricoli destinati alla vendita diretta vengono ac-quistati in altre regioni - o all'estero – o avviati alla trasformazione e confezio-namento per la grande distribuzione.

3.3.6 Miele e derivati

Il miele si definisce biologico solamente se è prodotto in conformità con le re-gole e le tecniche di agricoltura biologica, sia per quanto riguarda l’eventualeuso di farmaci e antiparassitari, sia nell’ubicazione degli apiari.Gli alveari devono essere posizionati in zone che assicurano una sufficiente di-sponibilità di nettare e di polline proveniente da coltivazioni biologiche, da floraspontanea e in aree che mantengono una distanza di sicurezza da fonti di inqui-namento. Va inoltre mantenuta una corretta gestione degli sciami ed un conti-nuo perfezionamento delle metodologie di smielatura e invasettamento.L’apicoltura nomade lombarda vanta una tradizione antica e beneficia di parti-colari varietà floristiche. La diversa morfologia del territorio lombardo fa sì chesi possano trovare mieli di diverse fioriture, dalle primaverili alle estive, dai mielidi montagna ai mieli di pianura.

3.3.7 Vino e prodotti derivati

Per ottenere vini di alta qualità, gli operatori lombardi pongono particolare at-tenzione alle tecniche produttive e ai processi di vinificazione. La scelta dei viti-

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gni maggiormente adatti alla zona e l’adozione delle tecniche agronomiche piùindicate, assicurano la prevenzione dalle principali malattie.Nella cantina “biologica” è rigorosamente vietato impiegare lieviti OGM e ridurrela quantità di anidride solforosa, tuttavia le aziende attendono il nuovo quadro nor-mativo di riferimento per la vinificazione biologica che permetterebbe di porre inetichetta la dicitura “Vino biologico” anziché “Vino ottenuto con uve biologiche”.

La viticoltura biologica in Lombardia presenta diversi distretti produttivi legati aproduzioni di eccellenza e riconosciuti con marchi DOC, IGT e DOCG. Tra i vini di maggiore rilievo si citano il Bonarda, il Barbera e i Pinot dell’OltrepòPavese, i bianchi, i rossi e lo spumante saten di Franciacorta, il Lugana del GardaBresciano e non ultimi i vini di San Colombano e del mantovano.

3.3.8 Riso

E’ il cereale di maggior rilievo tra quelli destinati al consumo umano. La sceltadi produrre con metodo biologico si è dimostrata vincente e, sfruttando al me-glio le risorse messe a disposizione dalla natura, è stato possibile ottenere pro-duzioni di elevata qualità.Questa produzione tradizionale, fondendosi con le innovazioni tecnologicheagroalimentari, ci consente di ottenere una gamma di prodotti alquanto varia: ilriso di diverse varietà (Carnaroli, Arborio), la farina per dolci, le gallette, la pastae non da ultimo l’olio.

3.4 I mercati bio

Cresce ogni giorno il desiderio dei consumatori di incontrare i produttori biodella Lombardia per poterne acquistarne direttamente i prodotti e il più possi-bile vicino a casa. In questi anni in più parti della Lombardia è nata la possibi-lità di soddisfare questa esigenza attraverso i “mercatini bio” trovando prodotti

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freschi o trasformati. La varietà dei prodotti è sempre più ampia: dall’agroalimentare con ortaggi,frutta, marmellate, latticini, cereali, pane, vino, olio e pasta, a prodotti tessili infibre naturali e molte altre curiosità.

3.4.1 I mercati bio in Lombardia

La Lombardia è la regione con più mercatini bio d'Italia. Una rete che gradual-mente si infittisce raccogliendo nuove manifestazioni in varie località. Di seguitole date e le associazioni organizzatrici:

BIO MERCATINO - MANGIASANO (Associazione Verdi Ambiente e Società) -Nella Zona 8 di Milano, in Piazza Gramsci, ogni prima domenica del mese perpromuovere i piccoli produttori e artigiani del biologico (bancarelle con formaggi,miele, vini, oli, frutta, verdure e conserve di produzioni biologiche certificate,oggetti d'artigianato, indumenti di cotone non trattato, prodotti d'erboristeria,piante, libri di cucina e medicina naturale).

Sede Vas Milano Via Passerini, 18 - 20162 Milano

MERCATINI BIOBERG: in Via Borgo palazzo n. 128 a Bergamo, (presso il piazzaleAGRIPROMO, vicino all'Istituto Agrario di Bergamo). SI TIENE IL SABATO MATTINADALLE 8.30 ALLE 12.30

MANGIASANO: IL BIOMERCATINO: Dell'associazione Verdi Ambiente e Società a Dal-mine (BG) in piazza Caduti 6 luglio 1944 da settembre ogni seconda domenica del mese

MERCATINO BIO: seconda domenica di ogni mese a Milano, nel quartiere "Isola", inzona Garibaldi, nei giardinetti di Via Confalonieri. Numerose bancarelle dai diversiproduttori agricoli certificati bio esporranno i loro prodotti. Il primo mercatino bio-logico esistente a Milano

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NATURALBERGAMO: NaturalBergamo, si tiene ogni quarto sabato del mese a Ber-gamo in Piazza Dante. E' sospeso i mesi di gennaio, luglio ed agosto. Organizzato daAgriBioArt Bergamo

BIO BRESCIA: primo fine settimana di aprile, maggio, ottobre, novembre, date daconfermare - Brescia, Quadriportico Piazza Vittoria

BIO GARDONE: quarta domenica di agosto - Gardone Riviera, Piazza Wimmer

BIO MADERNO: quarto fine settimana di luglio - Toscolano Maderno, Parco Bernini

BIO VITA: terzo fine settimana di settembre, data da confermare - Desenzano delGarda, Piazza Malvezzi

BIOFERA: secondo fine settimana di settembre - Canzo, Palazzo delle Stelline

MERCATINO BIOLOGICO: seconda domenica di ogni mese (non ad agosto), terzadomenica di settembre - Appiano Gentile, Piazza Libertà

MERCATO DEL BIOLOGICO: luglio-agosto, date da definire - Magreglio, Centro Sto-rico

MERCATO DEL BIOLOGICO: secondo sabato di ogni mese (marzo-novembre), tuttii fine settimana di dicembre - Como, Via Ballarini

MOSTRA MERCATO DEL BIOLOGICO: luglio-agosto, date da definire - Bellagio, Lun-golago

MERCATO DEL BIOLOGICO: quarta domenica di ogni mese (escluso gennaio) -Crema, Piazza Duomo

BIOFESTA: terza domenica di giugno - Lecco, Piazza XX Settembre

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ECOFIERA: quarto fine settimana di settembre - Valmadrera, Centro Culturale Fate-benefratelli

NATURALMENTE MANTOVA: 3 giugno - Mantova, Centro storico

IL MERCATO VERDE: prima domenica di ogni mese - Corsico, Piazza Europa

MERCATINO BIOLOGICO: terza domenica di ogni mese - Sesto San Giovanni, vicinoalla MM1 Rondò

MERCATINO BIOLOGICO: seconda domenica di Aprile, quarta domenica di Settem-bre - Rho

MERCATINO BIOLOGICO: seconda domenica di Giugno - Parabiago

MERCATINO BIOLOGICO: prima domenica di ogni mese - Cusano Milanino, PiazzaAllende

MERCATINO DEL BIOLOGICO: quarta domenica di ogni mese - Monza, Piazza Duomo

MERCATO DEL BIOLOGICO: terza domenica di ogni mese (escluso gennaio) - Lodi,Piazza Castello

MERCATO DI NATALE: terza domenica di dicembre - Legnano, Piazza San Magn

TUTTONATURA: terza domenica di marzo e ottobre - Legnano, Piazza Mercato, ParcoCastello

MERCATINO DEL BIOLOGICO: prima domenica di ogni mese (escluso gennaio) -Pavia, Piazza del Duomo

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IO BIO : 31 marzo e 1 aprile, 19-20 maggio, 6-7 ottobre, 3-4 novembre - Brescia,Piazza Vittoria

IO BIO: 8-9 settembre - Desenzano del Garda, Piazza Malvezzi

IO BIO: 22 aprile - Lonato, Piazza Martiri della Libertà

IO BIO: 17 giugno - Brescia, Parco Gallo - Per informazioni: Giambattista Belotti

IO BIO: 21-22 luglio - Moniga del Garda, Piazza S. Martino

IO BIO: 28-29 luglio - Toscolano Maderno, Piazza S. Marco

IO BIO: 16 dicembre - Pizzighettone, Case

NATURALMENTE VIGEVANO: seconda domenica di ogni mese (escluso gennaio) - Vi-gevano, Piazza Ducale, Via Roma, Via XX

TUTTONATURA: data da definire - Castellanza , Piazza Castegnate

MERCATINO DI MEGREGLIO: la prima domenica di luglio e la prima di agosto nelpiazzale della Madonna del Ghisallo.

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