IL PONTE · biamo fatto patti con il diavolo, ma i criteri di apertura, di chiarezza, di onestà...

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IL PONTE - Anno XL- N.1 - febbraio 2011 Supplemento al n.7 del 25 febbraio 2011 de “IL NUOVO GIORNALE” - Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948 IL PONTE Foto Alberto Cavanna 40° Anno di Fondazione 1971- 2011

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IL PONTE - Anno XL- N.1 - febbraio 2011Supplemento al n.7 del 25 febbraio 2011 de “IL NUOVO GIORNALE” - Autorizzazione Tribunale di Piacenza con decreto n. 4 del 4 giugno 1948

I L P O N T E

Foto Alberto Cavanna

40° Anno di Fondazione

1971- 2011

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I 40 anni del “Ponte”Gennaio 1971 – gennaio 2011

E’ mezzogiorno, squilla il telefono. Una voce amica: “Il Ponte compie 40 anni , don

Dante, scrivi qualcosa!”Non posso dire di no. Proprio oggi, 24 gennaio, ce-lebriamo la memoria di San Francesco di Sales, Pa-trono dei giornalisti.Ho sul tavolo, come ogni mattina, il quotidiano di Piacenza “La Libertà” e la “Gazzetta di Parma”.Viviamo sui monti, lontano dalla città, ma il gior-nale ci tiene uniti nei giorni di festa e nei giorni di lutto, come oggi: “Sara, 16 anni, una delle vittime del sabato notte”. Quando ero a Ponte ho benedetto le nozze dei genitori, e dopo qualche anno a San Protaso ho battezzato il fratello Fabio.Ho passato gli 80 e non sono al passo con i mezzi moderni della comunicazione (Internet, Facebook). Sono però convinto che la carta stampata (il giorna-le) non passa di moda. Rimane, e prima o dopo, si torna a guardare. Il nostro Vescovo ci ha detto: “Comunicare è sempre educare”.Quarant’anni fa, quando arrivai a Ponte dai monti di Bardi, avevo l’esperienza di “Voce Amica”: poche pagine ciclostilate in povertà e spedite a Londra, Pa-rigi, nel Galles.Quando ai giovani di Ponte ho fatto la proposta di un bollettino parrocchiale, l’idea è piaciuta, appro-vata. Dovevo però impegnarmi in prima persona ed avere buona volontà e costanza.“Il Ponte” fece i primi passi. La tipografia del “Nuovo Giornale” divenne a noi familiare. Era allora in via San Giovanni (Pc) nel Palazzo Fo-gliani.Ricordo ancora quel giorno: stavo correggendo le bozze in tipografia quando il compianto e carissimo don Piero Zanrei si presentò a me come curato di

Pontedell’Olio.“Il Ponte” è nato con lo scopo di unire il paese, le va-rie associazioni di volontariato, fare una comunità. Un ponte tra le varie Parrocchie e i due Comuni di Ponte e Vigolzone. Realizzare una UNITA’ PASTORALE. In 40 anni è passata tanta acqua sotto il ponte e non è crollato.Noi ci rallegriamo con tutti quelli che hanno favorito la durata nel tempo e nelle difficoltà.Quando tornavo dalla tipografia con le copie da di-stribuire, passavo dalle persone incaricate e in gior-nata ogni famiglia abbonata riceveva le notizie an-cora profumate di inchiostro.Spesso erano i non praticanti che aspettavano “Il Ponte” per conoscere la vita del paese.

Mi torna alla mente un canto: “I Ponti”.

Dappertutto nel mondo scorrono tanti fiumifiumi lunghi profondiche ci dividono.

Attraverso l’acqua ci guardiamo, ma non ci conosciamo e il nostro sguardo porta solo diffidenza.

Perchè non costruiamo i ponti sopra i fiumi,perchè non costruiamo i ponticosì ci incontriamo?Perchè non costruiamo i ponti?

Don Dante Concari

Bimestrale d’informazione e attualitàFondato nel 1971: da don Dante Concari

Direttore responsabile: don Davide MalobertiDirezione editoriale

don Renzo Corbelletta

Collaboratori: Paolo Labati ([email protected]), don Cesare Lugani, don Paolo Camminati, Sabri-na Mazzocchi, Loris Caragnano, Ennio Torricella, Federico Zanelli, Gianmarco Zanelli, Luigi Capra, Chiara Ratti, Elena Fogliazza, Gianmarco Ratti, Gian Carlo Anselmi, Claudia Cigalla, Manuela Gen-tissi.Per le fotografie: Foto Cavanna, Oreste Grana, Foto Gaudenzi, Foto Stefano Maggi - “Il colore del Sole”.Redazione, amministrazione e pubblicità: Pontedell’Olio - Tel. 0523 875328Stampa: Grafiche Lama - Piacenza, Strada Dossi di Le Mose 5/7 Tel. 0523 592859 Le collaborazioni sono sempre gradite. Articoli, suggerimenti, notizie, lettere.... possono essere inviate a: - fax 0523 871610 - E-mail: [email protected] e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta.

Editoriale

40 anni fa, alla fine di gennaio del 1971, en-trava nelle case pontolliesi il primo numero de: “Il Ponte”. Nato per volontà di don Dante Concari – da poche settimane parroco del pa-ese – con il dichiarato intento di offrire alla nostra comunità uno strumento, uno spazio di dialogo, di confronto in cui scambiare idee ed esperienze. Lo stesso spirito porterà, qual-che anno dopo (1976) a coinvolgere nel pro-getto “Il Ponte” anche Vigolzone.

40 anni fa, un altro mondo e un’altra vita.

Eppure già allora il “filo rosso” del progetto de “Il Ponte”, era quello di una comunità non esclu-siva che per quanto saldamente ancorata all’identità cristiana, era aperta e tendeva a porsi come luogo d’incontro (a volte anche aspramente dialettico) con tutti.

La conferma della bontà di que-sto approccio arrivò rapidamen-te: “Il Ponte”, in poco tempo en-trò davvero nelle case di tutti i pontolliesi, credenti, praticanti e non.

E se oggi siamo ancora qua, a bussare ogni due mesi a tante porte che, puntualmente si aprono, un motivo dovrà ben esserci. Non ab-biamo fatto patti con il diavolo, ma i criteri di apertura, di chiarezza, di onestà intellet-tuale sono qualcosa di più di un metodo di lavoro, sono una linea editoriale condivisa e coltivata e, crediamo, tuttora apprezzata an-che da don Dante, il quale anche se da diver-si anni ha lasciato Pontedell’Olio, continua a leggerci e a restare così vicino a noi.“Una sintesi”

E proprio perché occuparsi di storia vuol dire voltarsi indie-tro per guardare meglio avanti, ad ogni numero del “Ponte” di quest’anno, oltre ad un sintesi delle pagine pubblicate in que-sti 40 anni, chiediamo ai sa-cerdoti che hanno guidato o la-sciato un segno importante sul nostro giornale, di non farci mancare, ancora una volta, il loro contributo. A cominciare, naturalmente, da don Dante, che ha già positivamente rispo-sto al nostro invito. L a R e d a z i o n e

Vi ricordiamo alcune date importanti:Adorazione della Croce, ogni secondo giovedì del mese dalle 16,45 alle 18 in San Rocco 29 maggio 2011: Prima Comunione in San Giacomo 11 giugno 2011: Santa Cresima in San Giacomodal 28 giugno al 8 luglio 2011: vacanze a Castagnola

Per festeggiare questo importante anniversario abbiamo pensato di proporre una copertina speciale e per questo abbiamo chiesto l’aiuto di alcuni amici. Grazie a Paolo Molinari che appositamente per noi ha ridisegnato il bozzetto del nostro paese che già nel 1971 appariva nella storica copertina.Infine grazie di cuore ad Alberto Cavanna che ha interpretato, con questa splendida foto, le nostre richie-ste: racchiusa nell’insolita cornice della volta del vecchio ponte ferroviario il Nure che scorre ed il sole che illumina ciò che è caro ad ogni pontolliese.

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Riflessioni Quaresima 2011: Come ti ha aperto gli occhi? (Gv 9,26)

La Guarigione del cieco, El Greco, Museo di Dresda

Gli occhi, così preziosi e delicati, dicono quello che spesso facciamo fatica ad esprimere con le parole; gli occhi parlano molto di più di quanto possiamo comunicare con la nostra voce. Facciamo molta fati-ca a controllarli anche se ci proviamo...si illuminano o sono cupi anche quando non vogliamo mostrare il nostro stato d'animo. Gli occhi ci rendono indipen-denti, da soli ci permettono di vedere. Solo quan-do non riusciamo a vedere, abbiamo bisogno di un appoggio, abbiamo bisogno dell'altro; la mano che sfiora gli occhi del cieco o che ci viene tesa quando chiediamo aiuto, è un simbolo di immensa fiducia che ci viene teneramente richiesto.

Claudia

La domanda che i farisei pongono continuamente al cieco è quella: come ti ha aperto gli occhi? E

lui risponde sempre allo stesso modo: ha sputato nel fango e gli ha detto di andarsi lavare nella pi-sciona di Siloe. Quello che maggiormente risalta é il carattere di queste due figure: da una parte l’ar-roganza dei farisei che, in quanto uomini istruiti e importanti visto le cariche che ricoprono sentono di porsi un gradino sopra rispetto a quelli umili, po-veri, non istruiti ma che per questo motivo devo-no essere considerati inferiori e ignoranti. Il cieco a causa della malattia che lo ha colpito fin da piccolo riusciva a vedere una profondità diversa delle cose, dei caratteri, provava sensazioni uguali chi vedeva. E’ difficile dire che un cieco riesce a percepire le cose in modo diverso, anche perché lui vorrebbe vedere come tutti gli altri. Ha posto la sua fiducia in chi non conosceva, si è fidato per potere avere una nuova possibilità per provare a vedere, anche se per lui, questa esperienza era una novità, una nuova vita da vivere. La possibilità di scoprire tutto ciò che aveva percepito, di unire alle nuove sensazioni ed emozioni quelle percezioni profonde. I farisei erano presuntosi perché vedendo le cose così come erano pensavano di conoscere tutto di essere consapevoli

Appuntamenti diocesani per i giovaniVenerdì 18 marzo: Preghiera di Quaresima nei vicariatiSabato 16 aprile: XXVI Giornata Mondiale della Gioventù (Consegna delle palme)Per informazioni: www.pagiop.net

Domenica 3 aprile: Missione Ragazzi nelle unità pastoraliDomenica 15 maggio: Missione Ragazzi nei vicariatiPer informazioni: www.missionepiacenzabobbio.org

di ciò che era intorno. Si sono posti come il Signore non voleva che si comportassero, guardando dall’al-to verso il basso un altro, negandogli fiducia e rispet-to, ma non il rispetto di chi ha potere ma il rispetto di chi è in difficoltà e non deve essere disprezzato.

Manuela

Appuntamenti per la Quaresima:Lodi tutte le mattine in San RoccoVia Crucis tutti i venerdì alle 18 in San Rocco9 marzo, Mercoledì delle Ceneri, ritrovo per la celebrazione alle 20,30 in San Rocco17 aprile, Domenica delle Palme, ritrovo alle 9,30 al cimitero di Pontedell'Olio17 aprile, Domenica delle Palme, ritrovo alle 10,30 alla Madonna della Neve a Riva

Tempo di Quaresima

Commento del dipinto immagine della Quaresima 2011

E Gesù disse a quel cieco: “va' a lavarti gli occhi...”El Greco dipinse una storia antica e bella, anch’essa dal sapore divino poiché compiuta da Dio. Compose la scena della guarigione del cieco nato. Ed eccoli in quell’opera di El Greco i discepoli, a destra, tutti intenti a parlare: pare di sentirli mentre, avvolti in quelle povere, variopinte vesti da pescatori a riposo, discutono e chiedono, domandano una risposta al loro maestro. “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” (Gv 9,2). “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe”, disse Gesù a quel cieco. Uno dei discepoli nella tela di El Greco si dirige con sicurezza verso un cane coi piedi dentro ad una vasca. Quella vasca diviene il legame col passato, un legame fedele e benedetto, con tutta l’antica storia misteriosa che è lì davanti e chiede di essere illuminata, proprio come lo sguardo spento del cieco. Fedeltà e luce: cose nuove e cose antiche che si confondono, si sovrappongono. “…Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco…” (Gv 9,6). Un gesto strano che evoca quel giorno in cui “Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.” (Gn 2,7). Lì davanti, in quel quadro di El Greco, a sinistra, il volto raggiante di luce del Maestro, il Cristo. Con sguardo clemente, porge il suo braccio all’uomo nato cieco, e con l’altra mano cosparge di fango i suoi occhi. Ecco il duplice gesto: sanato il guardare, si attua l’evento di una creazione nuova. Testimone curioso, si affaccia un personaggio: guarda, nel quadro del grande maestro, quasi volesse farne la cronaca: sta accadendo qualcosa di straordinario nell’umiltà e nel silenzio di un piccolo angolo del mondo e della storia. Eppure ha a che fare con tutto il cosmo e la sua storia. Che sia l’evangelista, colui che ora ci racconta questa affascinante storia?. Quando il povero cieco guarì era sabato (Gv 9,13). Ma di sabato non si poteva far nulla, in quel giorno Dio si riposò, assaporando il proprio voler bene alla sua creazione. E in quel giorno quell’uomo fu nuovamente creato: riebbe la vista e, con essa, la vita. Quante cose difficili accaddero in quel giorno. E così El Greco nel suo quadro pensò di mettere anche quegli uomini così arditamente ostinati nella propria forza logica dietro a questa scena, non davanti. Stanno dietro, proprio come alle spalle del cieco sta l’uomo ripiegato sulle proprie piccole, sicure e rassicuranti certezze. Nemmeno lo spazio per il perdono per quella povera creatura. E Dio invece non solo sana, ma perdona. Mentre accade tutto questo nel quadro di El Greco due persone, tanto si-mili agli antichi sapienti, in compagnia di un cielo irrequieto, parlano, riflettendo di quanto hanno udito essere accaduto, proprio come noi, presi dentro quella scena, quel racconto.

Esercizi di Lectio Divina nel tempo di Quaresima:

Quest'anno gli appuntamenti con i Quaresimali in Cattedrale saranno 4, tutti dedicati alla preghiera del Padre Nostro. Ecco il calendario degli incontri:

Giovedì 17 marzo, ore 21,00: “Padre nostro” con Madre Ignazia Angelini, badessa del monastero di Viboldone

Giovedì 24 marzo, ore 21,00: “Padre, venga il tuo Regno” con Paola Bignardi

Giovedì 31 marzo, ore 21,00: “Padre, non ci abbandonare alla tentazione” con Pierangelo Squeri, teologo

Giovedì 7 aprile, ore 21,00: “Padre, liberaci dal male” con Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose

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Vita della comunità

I giovani: deboli o indeboliti?“Non si trasformano (i giovani, ndr), li trasformano; cadono feriti e anemici di fronte al reticolo brutale e ferreo del nostro autoritarismo e della nostra stupida gravità; nessuno dà loro in tempo uno sguardo be-nevolo e d’intelligenza. Li si vuole diversi da come sono; il nostro spirito di intolleranza irrancidito non riesce a pensare di lasciare che ciascuno si sviluppi secondo le sue inclinazioni e la sua natura. […] Si soffoca la gioventù senza comprenderla, volendola di certo seria e formale; prima la si assorda, poi la si chiama e, vedendo che non risponde, la si denigra” (Miguel de Unamuno, Cultura e nazione, Medusa 2011).Queste parole del grande filosofo spagnole – tra l’al-tro scritte nel 1985 - possono aiutare per raccontare la forza e la provocazione espressa da don Armando Matteo nell’incontro organizzato dal Settore Giovani dell’Azione Cattolica diocesana, svolto il 20 gennaio scorso. L’incontro era il secondo di tre appuntamenti dedicati ai tre ambiti che la Missione Popolare dioce-sana prende in considerazione quest’anno (relazio-ni, fragilità e cittadinanza) e che i giovani di AC han-no voluto leggere in riferimento al mondo giovanile.Parole dure quelle citate, forse un po’ meno di quel-le di don Armando, ma che si muovono nello stesso orizzonte: senza voler giustificare in nulla i giova-ni per le loro mancanza, sembra che la fatica più grossa dei giovani oggi siano proprio gli adulti. Un mondo adulto che fatica a rapportarsi con la novità che la gioventù sempre incarna; adulti che amano la giovinezza più che i giovani e cercano di imitarla maldestramente sperando di godere ancora un po’ del successo guadagnato; un’apologetica dell’ado-lescenza che vede molti adulti, che per l’età che hanno dovrebbero apparire come condottieri o per lo meno guide, come ridicoli palestrati e finti ab-

bronzati che scimmiottano i giovani in campi che li vedono clamorosamente fuori posto. Ma soprattutto adulti che non volendo invecchiare – cosa tra l’altro legittima – rimangono fintamente giovani togliendo così ai giovani la voglia di diventare adulti: se diven-tare adulti significa questo, meglio rimanere così!Personalmente credo che la realtà sia più complessa e che la fatica e le fatiche dei giovani abbiano le loro origini anche in altre problematiche, certamente però la questione della relazione e della comunica-zione tra generazioni sembra segnare il tempo che viviamo. Sono rimasti la musica, il cinema e il calcio, i luoghi dove i giovani rimangono protagonisti e i motivi sono facilmente comprensibili: la musica ri-chiede creatività, il cinema bellezza e il calcio fiato per correre. E poi ci sono altri due luoghi abitati nascostamente dai giovani: il web e la notte. Ovvio, sostiene don Armando, sono luoghi dove gli adulti non ci sono.La conoscenza del mondo giovanile (don Armando è Assistente nazionale della FUCI); il possesso di tan-tissimi dati statistici; la freschezza degli studi e una grande capacità comunicativa, hanno reso l’incontro con don Armando Matteo un momento molto in-teressante. Se si vuole trovare una critica possiamo dire che la parte propositiva è ancora debole; ma chissà, forse è talmente complessa la realtà che la proposta deve ancora essere intravista.Sicuramente la lettura del suo libro (Armando Matteo, La prima generazione incredula, Rubbettino 2010) è consigliata a tutti, soprattutto alle nostre comunità parrocchiali che hanno un gran bisogno di recupera-re una comunicazione con le giovani generazioni. E non solo per questioni statistiche. Ne va anche della trasmissione della fede.

don Paolo

Banco di beneficenza

Anche quest’anno il Banco di beneficenza ha dato il suo piccolo contributo per concorrere alla spesa di riscaldamento della Chiesa di San Giacomo.

Le volontarie, a rotazione, si sono prestate per un periodo dal 19 dicembre all’11 gennaio 2011, grazie alla generosità della signora Piera Poggioli di Vigolzone, che ci ha messo a disposizione gratuitamente, un suo locale in Via Vittorio Veneto.E’ stata un’esperienza positiva e amichevole il contatto con tante persone adulte e bambini; questi ultimi più interessati alla curiosità dell’estrazione. In alcune circostanze, il numero dell’oggetto corrispondente non era di gradimento all’interessato e a quel punto si cercava qualcosa in sostituzione perché spiaceva non accon-tentare!Grazie tanto ai cittadini, ai commercianti, ai privati, che a suo tempo hanno donato materiale e a tutti i vo-lontari. Un sereno 2011 a tutti!!

Anna Valenti

“Coraggio, sono io, non abbiate paura!” (Mt 14,27)Iniziato il Secondo Ano della Missione Popolare Diocesana

In occasione delle solennità del Battesimo del Signore, domenica 9 gennaio in Cattedrale a Piacenza il Vesco-vo Mons. Gianni Ambrosio ha dato avvio al secondo anno della Missione Popolare Diocesana. Qui di seguito alcuni brani tratti dall’omelia.

“Carissimi fratelli e sorelle, lo scorso anno in questa festa del battesimo di Gesù abbiamo iniziato l’av-ventura della Missio-ne Popolare fidandoci di Gesù e del suo in-vito: “Prendi il largo”. Vogliamo oggi ringra-ziare il Signore per-ché, pur nella fatica, ci siamo resi conto di essere un popolo in cammino, una Chiesa in pellegrinaggio ver-so Gerusalemme. Ci sono stati fratelli ed amici che hanno con-diviso la speranza del nostro viaggio missio-nario. Contemplando l’icona della visita di Maria ad Elisabetta, ci siamo presi cura della fede gli uni degli altri, abbiamo gioito condividendo il Van-gelo e ravvivato il desiderio di renderlo vivo, attuale, parlante per noi e per i fratelli.

Anche la nostra ripartenza in questo secondo anno può apparire faticosa: i timori non mancano. Ma ascol-tiamo con fiducia il nuovo invito di Gesù: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!” (Mt 14, 27). Ascoltiamo-lo come rivolto a ciascuno di noi e all’intera nostra comunità ecclesiale, invitata a ricuperare la sua di-gnità battesimale, a valorizzare la corresponsabilità, a promuovere vocazioni e ministeri nella comunità. Ed ascoltando l’invito, accogliamo l’esempio di Gesù: seguiamo lui che non ha paura di immergersi nelle acque del Giordano insieme agli uomini bisognosi di senso, di perdono e di amore. Così possiamo sco-prire che Lui è la “parola” che dà senso alle nostre parole e alle nostre esperienze umane fondamentali. Così possiamo ascoltare la parola di Dio e la parola dell’uomo, e possiamo invocare insieme, nell’ospi-talità e nell’amicizia, la benedizione di Dio che illu-mina, conforta, rianima, ben sapendo per esperien-

za che il Vangelo di Gesù abbraccia tutto l’umano e porta a ve-rità i desideri più veri del cuore dell’uomo.

Lasciamoci condurre dallo Spirito. Il suo soffio è libero, i suoi doni sono moltepli-ci e arrivano a noi in forme inaspetta-te. Ma riconosciamo che lo Spirito Santo ci precede con la sua azione nel cuore de-gli uomini, in quan-to è già presente e operante nelle più diverse esperienze e realtà. Vale la pena di ricordare la felice espressione adottata

da alcuni padri della Chiesa per parlare della verità che si manifesta in forme diverse: “semina Verbi”, i semi o i germi di verità del Verbo, riflessi della luce di Cristo “che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9). Cerchiamo insieme queste tracce del Verbo che lo Spirito ha già impresso nelle storie e nel cuore degli uomini. Così, seguendo il Signore Gesù, benedetti dal Padre, animati e illuminati dallo Spirito, troviamo nelle esperienze della vita umana l’alfabeto per com-porre le parole con le quali dire a noi e al mondo l’amore di Dio e la bellezza di essere suoi figli, bat-tezzati in Cristo Gesù.

“Coraggio, sono io. Non abbiate paura”. Iniziamo il secondo anno della Missione Popolare con questo invito di Gesù e con la consegna della sua e nostra preghiera, il Padre Nostro. Così possiamo sentirci fi-gli amati e possiamo aiutarci a vivere come figli di Dio. Lo Spirito Santo ci assicuri la luce per vedere sempre quel cielo aperto su di noi e su tutti gli uo-mini e ci doni il coraggio per rispondere alla nostra vocazione di discepoli di Gesù e di missionari del suo Vangelo”.

L’icona Evangelica del Secondo Anno della Missione

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Domenica 6 febbraio, in San Giacomo, sono stati presentati alla Comunità parrocchiale i bambini che riceve-ranno la prima Comunione il prossimo mese di maggio.

Pontedell’Olio: presentazione bambini della Prima Comunione

All’inizio di questo cammino ci siamo prima guar-dati intorno e seduti in un prato abbiamo inizia-

to a scrutarci l’un l’altro e da subito abbiamo capito che questo viaggio non lo facevamo da soli e che forse avremmo trovato, in caso di bisogno, qualcuno cui appoggiarci lungo la strada. Dal 6 febbraio il no-stro cammino è affidato anche alla Comunità. Che sia un bel cammino… dove ognuno si senta importante e provi gioia, cu-stodisca le tante qualità che ha ricevuto e senta su di sé lo sguardo di benevolenza di quel nuovo amico che sta iniziando a conoscere, ma soprattutto ad in-tuire come amore davvero grande. Le Sue parole hanno viaggiato lungo il tempo, di bocca in bocca, di vita in vita e oggi è noi che in-contrano e dall’alto della montagna ancora si odono:

“Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli, beati i misericordiosi perché troveranno miseri-cordia, beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Ognuno dei 39 bambini è stato chiamato per nome e rispondendo il suo “Eccomi” ha detto alla Comunità che ha iniziato il suo cammino. Ha poi consegnato un foglietto alle catechiste ove ha scritto un dono che ha ricevuto, una sua qualità, una cosa bella che da quel momento si è impegnato a condividere con gli altri. I foglietti posti su cartelloni colorati reste-ranno nella chiesa di San Giacomo fino alla prima comunione il 29 maggio prossimo. Che sia un bel cammino…

Le catechiste

Dalle Parrocchie

Le parole parlate sono il filo che ci tiene uniti, sono il modo attraverso il quale ci facciamo com-

pagnia nella vita, sono gli strumenti che usiamo per dirci “ti voglio bene”…Le parole cantate, toccano una corda in più: come code di una stessa arpa, vibriamo per “simpatia” ed in “sintonia”, quando una sola corda viene pizzicata.Questa è la sensazione che prova chi canta; … e chi canta in compagnia ancora di più.Altrimenti non si spiegherebbe la passione che indu-ce a provare e a riprovare lo stesso pezzo centinaia di volte, per mettere a punto sillabe e note. Spesso anche i respiri.E se il gruppo vibra all’unisono, la parola cantata di-venta forte, penetra in profondità, accarezza il cuore.Con questo spirito tre cori hanno dato vita al concer-to “Note di natale” proposto alla comunità di Ponte dell’olio l’antivigilia dello scorso natale.Si tratta del coro Montenero, formazione storica del paese (ha già compiuto 42 anni!) diretto dal maestro Mario Azzali, e dei cori “S. Giacomo” e “Tre Note Sopra il Cielo” diretti dal maestro Augusto Martini.Ma il cantar Natale ha coinvolto anche la soprano pontolliese Giorgia Gazzola che ha accolto gli spet-tatori con le note di di “Adeste Fideles”, eseguita dal-la s, accompagnata all’organo da Francesco Arbasi.La serata, presentata da Mario Azzali, è iniziata con i brani del coro Montenero, che ha eseguito brani

natalizi come “Nenia di Gesù Bambino”, canto tra-dizionale piemontese, “Alla Grotta”, armonizzato dal friulano Marco Maiero, “L’ultima notte” del maestro veneto Bepi De Marzi, seguiti da altri canti del pro-prio repertorio come “Sotto Sieris”, sempre di Maie-ro, “Attesa” del toscano Alessandro Buggiani” e “Ami-ci Miei”, versione italiana di “Amazing Grace”.Dopo gli “esperti” coristi del Montenero, i bambini del Coro Tre Note Sopra il Cielo, diretti da Augu-sto Martini hanno vivacizzato la platea con la loro allegra spontaneità eseguendo “Sarà Natale Se”, “E' Natale ancora”, “Questa Notte a Betlemme”.Il maestro Martini ha diretto anche il Coro S. Gia-como, formazione tutta femminile che ha eseguito: “Astro del Ciel”, “White Christmas”, “Alleluia lode co-smica”.Infine il Coro Montenero e il Coro S. Giacomo han-no proposto insieme l’intimo “Mentre il silenzio” del maestro Beppe Cantarelli e il maestoso canto in lin-gua slavena “Mno Gaja Ljeta” (“In eterno”), accompa-gnata all’organo da Francesco Arbasi.Dopo il saluto di Don Renzo la serata si è conclusa con il gioioso augurio di Buon Natale da parte dei bimbi di Tre Note Sopra il Cielo e con un rinfresco nei locali dell’Anspi.

Francesco Boselli

Concerto di Natale in San Giacomo

Una dedica speciale in una terra lontana

Una mensa scolastica per 900 bambi-ni, un pozzo d’acqua e un progetto

nel futuro che da speranza a tutti i mala-ti poichè si tratta di un’infermeria. E’ un bilancio positivo che un’associazione di Podenzano ha trovato nel suo viaggio in Mali , in una zona dove intensi sono stati i contatti di questi anni tra il territorio afri-cano e quello piacentino.Proprio lo scopo del viaggio è stato vede-re con i propri occhi i lavori terminati di alcune opere finanziate direttamente dai piacentini. E noi ve lo raccontiamo poichè la mensa che da poco accoglie 900 alunni che fre-quentano le scuole elementari e medie è stata intito-lata a Marcello Chiesa; lo si è voluto ricordare anche con una targa affissa all’ingresso, dato anche il suo impegno costante nel mondo dei ragazzi e del vo-lontariato. Sono ormai due anni che ci ha lasciato e l’associazione a conoscenza di questo tragico evento e d’accordo con la famiglia ha pensato a questo pic-colo gesto ricco di significato.E’ un’opera importante questa, in un territorio dove anche un piccolo aiuto se fatto nel modo corretto può valere tanto:serve tutto e il lavoro è ancora tan-to. Però ci sentiamo di augurare tutto il bene pos-sibile a tutti i volontari che dedicano parte del loro tempo a queste attività e pensano a chi lontanissimo da noi vive in condizioni non immaginabili.

Nel frattempo l’associazione Amici di Marcello vuole ringraziare tutti coloro che aiutano nelle varie attività:nuove donazioni sono state fatte alla par-rocchia grazie alle feste e alle attività organizzate ,in particolar modo nella manutenzione e nella riparazione di alcuni attrezzi (tagliaerba) che nell’av-vicinarsi delle belle stagioni diventano indispensabili. L’associazione inoltre è già al lavoro per le manifestazioni di quest’anno e invita chiunque volesse donare parte del suo tempo a contat-

tare i partecipanti. Samuele

Delicata

Delicata...È la vita che appare fragile in un ricordo

È un’emozione vissuta come meteoraChe illumina il cielo

E scompare con un boato nel mareDelicato..

È il mare che ti accoglie con la sua purezza,il suo blu dei riflessi più chiari

e i suoi segreti che scopriremo un giorno con teDelicato..

È il tuo segreto,che ti porti via e tieni custodito

come volerlo nascondere dal nostro amartie dal voler dare spiegazioni ai perchè

Delicato..È il nostro amarti

Come foglie custodite in un libro che seccanoE lasciano il loro profumo su foglie ingiallite

E divorate da uno sfogliare curiosoDelicato..

è il libro dei tuoi pensieriche ogni tanto ci tornano alla mente;

un ricordo di una notte lontanache fredda e intorpidita ti ha portato via da qua...

delicato il tuo essere..delicato il tuo passo..

delicato il tuo ricordo...

per Marcello

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Il pozzo di Arianna

Qu a l c h e giorno fa

ho visto un bel film: “Vai e vi-vrai”. Racconta la storia di un bimbo etiope che per salvar-si dalle terribi-li condizioni di vita di un campo profughi viene affidato dalla sua mamma ad un’al-tra di religione ebraica, che sta per lasciare il campo per rifu-giarsi in Israele. La mamma ebrea ha perduto il suo Salomon quella mattina stessa, così decide di offrire una possibilità di vita per quel bimbo che durante il viaggio viene istruito sulla sua nuova identità. Giunti a Gerusalemme gli esuli vengono accolti, accuditi, sfamati: c’è una scena di-vertente ma estremamente significativa: “Salomon” viene invitato a lavarsi, il suo viso si volge curioso verso l’alto dove sgorga acqua da un tubo che fi-nisce con uno stano aggeggio che la fa scendere dolcemente su di lui come una pioggia lieve, ma poi lo stupore cede il passo allo sgomento. Salomon ritrova la parola, si stende sul fondo perché l’acqua che sgorga si perde sul pavimento ed è necessa-rio fermarla, urla per richiamare l’attenzione degli adulti, l’accompagnatore che comprede la sua lin-gua lo abbraccia , lo tranquillizza, lo rassicura sulla certezza dell’abbondanza dell’acqua. Molto tempo dopo Salomon riuscirà a condividere una delle mol-te pene che affiggono il suo giovane cuore. Durante la permanenza nel campo profughi, la mamma gli aveva consegnato gli ultimi tre soldi per recarsi dai miliziani del campo che distribuivano l’acqua , i sol-dati però intascato il denaro lo avevano allontanato in malo modo e di fronte alle sue rimostranze stava-no per picchiarlo a quel punto era nata una zuffa e alla fine suo fratello era morto, ucciso dai soldati che avevano il vizio di imporre l’ordine con l’utiliz-zo scellerato delle armi. L’acqua quindi come bene essenziale alla vita della tormentata Africa.Mi è venuta in mente questa storia struggente quan-do ho visto i tanti disperati giunti a Lampedusa e le

immagini trasmesse dai media sulla ri-volta che infiamma molti popoli africani assetati di giustizia Ritengo sia pensie-ro di tanti uomini di buona volontà che sia giunto il tempo nel quale i “Paesi sviluppati” provas-sero davvero a dare corso ai molti pro-getti che per troppi anni sono rimasti nei cassetti delle orga-nizzazioni affinché il continente africa-no riesca a sfruttare le sue molte risorse a favore del proprio popolo e non del dittatore di turno. In

quest’ottica ho accolto con immensa gioia una bella notizia: il 19 gennaio, nella sede piacentina di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, una ong fon-data da Don Vittorio Pastori (l’indimenticabile Vitto-rione) e dall’allora vescovo di Piacenza S.E. Enrico Manfredini, Don Maurizio Noberini, il direttore dott. Carlo Ruspantini e l’ing. Marchetti, responsabile del progetto , hanno comunicato alla stampa che gra-zie alla donazione di Tiziana e Nando Fogliazza dal 2010 il villaggio di Remenze,che si trova nelle regio-ne del Western Equatorian in Sud Sudan a 40 km dal-le foreste del Congo, ha ricevuto il dono dell’acqua potabile. A quindici anni dalla scomparsa della loro piccola Arianna i genitori, presenti alla conferenza stampa, hanno voluto ricordarla con un gesto di fe-conda gratuità a favore di chi non ha nulla.Il pozzo che ha una profondità di circa 90,5 m e una portata di 1037 litri/ora risponde alle esigenze del villaggio composto da circa 9OO abitanti .E’ bello pensare che grazie ad Arianna i circa 200 bimbi che frequen-tano la scuola del villaggio non dovranno pià per-correre lunghi tragitti esposti al pericolo dei ribelli che insanguinano la zona ma potranno abbeverarsi al “suo” pozzo dove sgorga acqua pura al riparo dal rischio delle molte infezioni che spesso affligono i bimbi dell’assetata terra africanaDon Noberini ha posto l’attenzione sul dolore im-menso di Tiziana e Nando, un dolore non arido ma fecondo: un seme di vita.

Premiazione dei presepi a Vigolzone

Serata in famiglia quella del 22 genna-

io per i parrocchiani di Vigolzone che si sono dati appuntamento nel salone parrocchiale per assistere alla premia-zione dei vincitori del-la rassegna dei presepi 2010/2011.Alla presenza del parro-co, don Cesare Lugani, presidente della com-missione giudicante, del vicesindaco Carlo Bernazzani e dei com-ponenti la giuria Anna Rebecchi, docente di storia dell’arte nella scuola del paese, di Oreste Grana, fotografo e di Luigi Paganini, rappresentante delle associazioni, sono stati resi noti i nomi degli occupanti del podio che alla fine sono risultati essere ben sei, in quanto la giuria ha asse-gnato ben tre premi ad ex aequo.Al terzo posto si sono classificati il piccolo Lorenzo Labati che ha dato un’interpretazione sua del pre-sepe inserendovi anche un grande castello, a pari merito con tre fratelli: Alessandro, Mauro e Fabio Burgazzi che hanno realizzato il loro presepe nella legnaia utilizzando quindi come materiale prevalente il legno e tanta edera a decorare ed a creare un bel gioco di luci e ombre.Secondo posto per una piccolissima Camilla Rossi che ha realizzato la Natività con il pongo colorato:

figure semplici, ma di grande impatto visi-vo; Camilla ha condi-viso il posto d’onore con Alessandro Grop-pi di otto anni, che ha sviluppato il pro-prio bellissimo prese-pe sfruttando l’altezza dell’ambiente, fino ad arrivare ad un metro: originale, plastico e di grandissimo effetto.Sul gradino più alto son saliti Stefania Piva, Lucia Burgazzi e Fabio Speroni che hanno re-

alizzato con tecnica mista, scultura e pittura, un bel presepe negli ambienti della scuola Media. Accanto a loro i fratelli Martina e Davide Croci che hanno presentato un presepe tradizionale, particolarmente curato nei particolari. Un premio speciale è poi an-dato alla scuola materna Orfani di Guerra dove le maestre ed i piccoli allievi hanno realizzato un “pre-sepe stellare” caratterizzato da un cielo illuminato da tantissime stelline!Non è ovviamente mancato un premio di consola-zione per tutti gli altri partecipanti alla rassegna con-sistente in un ricchissimo sacchetto di dolciumi.Tanti applausi per tutti e un momento di condivisio-ne per la comunità che si è rinnovata gli auguri per un sereno 2011.

Sabrina mazzocchi

Vigolzone: la Caritas per le adozioni a distanza

In occasione della festa della vita, la Caritas parroc-chiale di Vigolzo-

ne, capitanata dall’in-faticabile Giovanna, ha organizzato la consueta vendita del-le torte volta a fina-lizzare l’opera delle adozioni a distanza che la parrocchia so-stiene da diversi anni. Con il ricavato è pos-sibile aiutare due ra-gazzi eritrei a vivere meglio e ad istruirsi

in modo da aiutare le generazioni future. L’espe-rienza delle adozioni a distanza che la parroc-chia gestisce con l’assi-stenza delle suore della congregazione di Gesù Buon Pastore di Piacenza ha portato anche diversi privati ad intraprendere questa strada e, ad oggi, sono almeno una decina i ragazzi eritrei che han-no trovato una seconda famiglia nella nostra co-munità.

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ad Alexandra, che non ha rifiutato l’aiuto di amici nel momento del bisogno. Per questi motivi è stato scelto un tema natalizio “diverso”(ma non per que-sto meno importante)per la recita di Natale 2010. In modo che bambini e non solo abbiano la possibilità di capire quanto il donare(soprattutto il donare gra-tuito e sincero) sia un pezzo importante della vita di una persona; auguro a me stessa e agli altri di avere sempre la voglia di cogliere l’occasione per medi-

tare sul “gesto del dono”(dono piccolo o grande,concreto o immateriale non è importan-te) affinchè questo gesto non si riduca ad essere un optional delle Domeniche parrocchiali e delle recite natalizie, ma di-venti un vero e proprio appun-tamento quotidiano e uno stile di vita.

Beatrice

Natale a Villò

Come ormai da anni, nel periodo natalizio, la parrocchia di Villò mette in scena la consue-

ta “Recita di Natale”; con l’aggiunta di nuovi aspi-ranti attori e con la stessa,se non più alta, dose di buona volontà da parte di tutti questo annuale appuntamento è un ottimo momento per diver-tirsi, per cimentarsi in esperienze nuove, risco-prire il vero significato del Natale e,perché no, approfondire argomenti che possono riguardare la vita di tutti i giorni.La recita di Natale non è solo una bella tradizio-ne, ma è la giusta occasione per cogliere mes-saggi di vita fondamentali. Quest’anno il tema dello spettacolo era il “DONARE”; scopo della recita,oltre al dilettare, era quello di far capire ai più piccoli e ricordare ai più grandi l’importanza del do-nare. Gesto (il donare) che ormai è cambiato,perché al giorno d’oggi doniamo quasi solo esclusivamente per ricevere a nostra volta.Fondamentale risulta quindi affrontare un tema si-mile anche nel contesto “recita natalizia”; tema non estraneo alla parrocchia, grazie ai nostri amici del Kamenge, che abbiamo imparato ad aiutare e grazie

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Recita di Natale

La recita di Natale è una festa speciale, uno dei momenti scolastici fondamentali perché consente

ai nostri piccoli di consolidare tutte le competenze che hanno conquistato con il loro lavoro nella prima parte dell’anno scolastico.La preparazione dello spettacolo richiede tempo e molto impegno da parte di tutti, soprattutto dei bam-bini che si trovano a dovere affrontare un periodo denso di impegni.Per iniziare abbiamo coinvolto i piccoli creando un gioioso clima natalizio, che si rispecchia nelle attività di tutti i giorni.Siamo partite dalla spiegazione dei simboli relativi a questo periodo; abbiamo parlato della nascita di Gesù, delle differenze tra il suo ambiente e il nostro e della “magia” dell’attesa e della nascita.L’apice del percorso natalizio è stato domenica 19 dicembre, che ha portato alla realizzazione di una giornata davvero speciale condivisa con le famiglie, ovvero la giornata della recita.Durante la mattinata ci siamo trovati nella chiesa di San Giacomo per assistere alla Santa Messa, celebra-ta da don Renzo, durante il momento dell’offertorio i bimbi hanno posato ai piedi dell’altare piccoli pacchi contenenti generi alimentari da donare a persone meno fortunate di noi.Nel primo pomeriggio ci siamo ritrovati alla Scuola

M a t e r n a per la rap-presen ta -zione nata-lizia.Per questo evento i b a m b i n i hanno me-morizzato

canti, balletti e poesie da esibire ai famigliari presenti in sala.Il nostro prezioso speaker Antonio Pennini ha pre-sentato le varie esibizioni; si esordisce con i canti e drammatizzazioni dedicati alla natività, in cui si è potuto riscontrare l’impegno di ogni bimbo che sia esso stato solista o meno. Durante il primo canto dal titolo “Anche quest’anno è già Natale”i nostri piccoli sono stati accompagnati dal coro diretto da Barbara Pilla.A questo punto si prosegue con i balletti: i “ Delfini” ( bambini di 4 e 5 anni) sono i primi a rompere il ghiaccio con “Aggiungi un posto a tavola”. La pre-parazione della scena con il tavolo apparecchiato e le 2 cuoche al lavoro, ci conduce subito al centro dell’azione. Ogni bimbo è elegantemente vestito con l’aggiunta di una bavaglia rosa o azzurra che porta scritto il nome del balletto e quello del bambino.La simpatica rappresentazione prosegue con la se-zione delle “Campanelle” ( anni 4 e 5) che con en-tusiasmo si esibisce al suono di “ I don’t speak ame-ricano”. Subito vediamo comparire musicisti di sax sullo sfondo e coppiette danzerine in primo piano. Tutti i piccoli si divertono visibilmente, stemperando così l’emozione di trovarsi su di un palco con tante persone ad osservarli.Dopo un breve momento di attesa, in cui gli spet-tatori hanno potuto ascoltare l’interpretazione alla tromba di brani della Disney suonati da Mauro Pil-la, la classe delle “Tartarughe” (anni 4) è pronta sul palco.Si inizia al buio, ogni bambino depone al centro del-la scena una piccola luce rossa che funge da brace di un falò. All’accensione delle luci si possono nota-re i maschietti abbigliati da diavoli e le femminucce da angeli. Parte la musica “ Notte di mezza estate” e come per magia scompare dai volti dei piccoli l’agi-

"Il Colore del sole/www.stefanomaggi.com"

tazione che persisteva fino a poco prima. La sezione dei grandi “Pinguini” (anni 5) presenta un balletto magistralmente eseguito: “Disco bambina” che inizia con l’ingresso in scena di 2 bambini che portano un disco in vinile posizionandolo su un datato giradi-schi e via con la musica. Ognuno alla sua postazione si dimostra entusiasta di ballare e ligio al suo com-pito, di muoversi correttamente sul palco. Si termina con la recitazione della poesia di Natale.

Fortunatamente gli applausi non sono mancati ed i bambini orgogliosi hanno terminato con un grande sorriso.La giornata è stata molto impegnativa ma colma di emozioni, dalla mia postazione sul palco, scrutando in sala mi è parso di scorgere sui volti dei genitori sentimenti di gioia, orgoglio e…. anche qualche la-crima.

Tiziana Milza

alla Materna di Pontedell’Olio

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Vigolzone, notizie

Domenica 12 Dicembre si è svolta in Chiesa una celebrazione durante la quale i nostri piccoli

hanno portato all’altare il Gesù bambino dei loro presepi da far benedire. Vogliamo in questo modo dare rilevanza e significato a questo grande ed im-portante evento che è la nascita di Gesù, che per i bambini è il suo compleanno, e non solo, anche per iniziare a creare quell’atmosfera magica che riscalda i cuori di ognuno di noi specialmente in questo periodo dell’anno. I nostri bambini sono stati proprio bravi durante il 2010 perché Santa Lucia il giorno successivo,13 Di-cembre ci ha fatto visita portando con sé un regalo

per ciascun e due bellissimi castelli per la scuola!! I nostri piccoli non volevano però lasciarla andare senza un giusto ringraziamento ed allora i più grandi hanno recitato per lei una bella poesia ricevendo gli applausi dalla cara Santa.Anche quest’anno ringraziamo Elisa che ha “prestato il suo passaporto” a santa Lucia, al circolo ANSPI “La Baita” ed alla ditta Morosoli che hanno fornito alla Santa un carretto ricchissimo di giochi e dolciumi!!!!

Tempo una settimana e il 19 Dicembre, ecco ancora i nostri piccini impegnati nella festa degli auguri nata-lizi, consueto appuntamento durante il quale, dopo

una lunga preparazione, i bambini porgono gli auguri ai loro cari, genitori, nonni zii, fratelli etc. Nel corso di questo spet-tacolo i nostri “veterani”, futuri remigini della prima-ria, hanno rappresentato la natività, inoltre, assieme alla classe di mezzo, han-no dato vita ai folletti che vivono nel boschetto del castello di Roccagelata in cui risiede la fata smemo-rata. La cerimonia è poi ter-minata con due bei canti e gli auguri da parte pei più piccini. Durante questa fe-sta c’è stato un commosso

saluto alla maestra Ilenia che per tanto tempo ha aiutato maestre e bambini: per tutto ciò che ha fatto per tutti noi il nostro più sentito grazie, ma dopo la commozione ecco la gioia di un ritorno, infatti è ve-nuta a trovarci la maestra Corinne, che da Gennaio è ancora con noi. Terminate le vacanze natalizie sono iniziati i preparativi per i festeggiamenti della “Festa della Vita” che si tiene la prima Do-menica di Febbraio, ma che per quest’anno si è tenuta Domenica 13 Febbraio, la funzione è stata al-lietata da canti dei bambini, dalle preghiere dei fedeli da loro recita-te e da tanti altri gesti che hanno reso ancor più speciale quest’ ap-puntamento. Infine, ma non per ultimo non scordiamo alcuni momenti impor-tanti come ad esempio il 3 Feb-braio il ricordo a scuola di S. Bia-gio con la benedizione della gola impartitaci da Don Cesare.Numerosi ed imminenti sono i

prossimi appuntamenti, primo fra tutti il Carnevale e mi raccomando i nostri bambini sono pronti a sor-prendervi sempre più, quindi…. vi aspettiamo a Vi-golzone Domenica 6 Marzo in Piazza Serena. Aspet-tate e vedrete!!!!

dalla Scuola dell’Infanzia

2021

Da Giorgio Cravedi un’ambulanza in dono

Una Fiat Ducato 4x4, con il migliore e più innovativo allestimento Aricar,

dotata di ogni comfort e tecnologia esi-stenti, è la nostra nuova Valnure 20.L?ambulanza entrata a far parte del nostro parco macchine a sostituire la nostra ormai obsoleta Valnure 7 è l’importante dono di cui il Sig. Giorgio Cravedi ha voluto pre-giarci entrando di diritto a far parte della storia della nostra Associazione, scrivendo una delle pagine più belle.In 28 anni di attività, infatti, mai avevamo ricevuto una donazione tanto importante e risolutiva che, inoltre, è arrivata in un momento in cui, dati gli sforzi economi-ci profusi per l’ampliamento della sede in corso, non ci saremmo potuti permettere. Ma la cosa veramente encomiabile è che il Sig. Cravedi ha compiuto questo gesto con semplicità, discrezione e determinazione, da Marzo 2010, infatti,subito dopo aver comunicato le sue intenzioni al nostro Presidente, informandosi sulle nostre reali neces-sità, ha egli stesso preso contatti anche con la ditta allestitrice per assicurarsi che avessimo solo il me-glio e chiedendo come unica condizione, il silenzio fino a quando l’ambulanza ci fosse stata recapitata.Il 15 gennaio scorso, giorno dell’inaugurazione uffi-ciale del mezzo, abbiamo avuto finalmente l’onore di averLo tra noi.In quell’occasione, dopo la benedizione del parro-co don Renzo Corbelletta in presenza del sindaco Roberto Spinola e del luogotenente della stazione dei carabinieri Vito Sechi, il sig. Cravedi, ha final-mento detto le sue prime parole pubbliche spiegan-

doci come il suo dono, sia stato frutto di una scelta d’amore. D’amore per il suo paese d’origine in cui riposano oggi i suoi genitori e in cui rimane l’impronta del pa-dre che contribuì alla realizzazione del monumento ai Caduti. Ma anche amore per l’amata moglie Giulia, scomparsa nel 2009, cui l’ambulanza è stata dedicata. Dopo le sua parole, dette ancora una volta con umiltà e discrezione, ma anche con trasporto e sentimento, noi tanti Volontari che ci eravamo riuniti per dimo-strare la nostra infinita riconoscenza, non abbiamo potuto fare altro che dedicargli un lungo applauso commosso e partecipe e omaggiarLo di una targa a

ricordo dell’evento.Ora, a noi che siamo stati scelti, e che an-cora siamo increduli ed emozionati, non resta che lavorare al meglio per dimostra-re di essere meritevoli di un gesto tanto im-portante, sperando, come ha detto anche il Sig. Cravedi, che anche la Signora Giu-lia, da lassù, possa apprezzare.

Anspi Pontedell’Olio: 2011 un inizio che fa ben sperare

L’anno nuovo ha portato per il Circolo An-spi di Pontedell’Olio una lieta sorpresa:

la Polisportiva pontolliese in segno di ap-prezzamento per l’iniziativa dell’apertura del Circolo a favore dei ragazzi ha donato alla struttura un calciobalilla nuovo di zecca. Il gioco, che probabilmente ha allietato i po-meriggi degli attuali dirigenti quando era-no piccoli, è stato visto come un segno di continuità e di piacevole svago da offrire ai giovani che si spera vengano numerosi a collaudarlo nei prossimi mesi. Un doveroso grazie quindi alla Polisportiva per il gesto che ha dato subito un’iniezione di ottimismo ai volontari del Circolo che, lo ricordiamo, ha riaperto ad ottobre quale parte integrante dell’Oratorio della Parrocchia San Giacomo. L’Anspi può contare oggi su una ventina di volontari tra catechisti, genitori e persone che già facevano parte del Circolo negli scorsi anni. Oltre all’apertura il venerdì pomeriggio soprattutto legata alla possibi-lità di avere uno spazio di gioco e di fraternità per i bambini e ragazzi terminato il catechismo sono state avviate alcune iniziative la domenica pomeriggio: la tombola, apprezzata anche da adulti e anziani che speriamo di avere sempre più numerosi e protago-nisti nei prossimi mesi, i burattini e giochi oltre alle merende per i ragazzi e giovani che usufruiscono delle attrezzature della Parrocchia. Il programma per i prossimi mesi presenta: un corso di cucina per imparare ad usare la cucina a vantaggio dei gruppi parrocchiali e più in generale per le iniziative di ag-gregazione rivolte a tutte le fasce di età. Si sta inoltre costituendo un gruppo per le pulizie dei locali sulla base degli standard necessari per un luogo aperto a cosi tante persone. E’ stato anche predisposto un sito internet che potete trovare all’indirizzo www.anspipontedellolio.it.

Ricordiamo che l’ingresso al Circolo é possibile con la tessera Anspi che si può sottoscrivere nei mo-menti di apertura. Nelle prossime settimane si svol-geranno le elezioni del nuovo Direttivo che più che “dirigere” dovrà mettersi “al servizio” dell’iniziativa che speriamo nei prossimi anni possa garantire mo-menti di accoglienza dei giovani, dei ragazzi, delle famiglie, degli adulti, degli anziani. Chi fosse interessato a collaborare alle attività può rivolgersi direttamente al Circolo durante tutti i ve-nerdì nei quali vi è il catechismo.

Elena Fogliazza

Foto Renato Zanelli

La tombolata al Circolo

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Quando ci siamo incontrati a fine anno per provare a delineare alcune iniziative da sviluppare in occasione del 40°anno di fondazione de “Il Ponte”, senza nemmeno sapere bene il perché, ho sentito da subito forte il desiderio di visionare tutti i numeri passati, sapientemente raccolti con lungimiranza da chi, prima di noi, ha fatto parte della redazione; sono infatti profondamente convinta che, nel dubbio, ritornare sui propri passi sia da sempre un buon modo per cominciare.Ed è così che, insieme a Claudia, mi sono diretta nel polveroso solaio parrocchiale per recuperare temporaneamente tutti i vecchi numeri; vederli lassù, rigorosamente impilati e ordinati per anno dal 1971 ad oggi, non lascia indifferenti: si ha innanzi tutto una ben chiara percezione della cura e dell’amorevole attenzione di chi ci ha preceduto e poi per chi, come me, nel 1971 ancora non c’era e dunque si ricorda solo i numeri relativamente recenti, sfogliare le pagine più datate diventa davvero una piacevole avventura, un viaggio alla scoperta del passato.Ho quindi cominciato con entusiasmo, insieme agli altri collaboratori, a visionare i vari numeri e una sera a casa, durante le festività natalizie, per caso, in famiglia il discorso si sposta sul giornalino: «Davvero hai tutti i numeri? Po-tremmo vederli?» è stato l’inizio di un lungo cammino a ritroso nel tempo, attraverso gli occhi della nonna e degli zii ho conosciuto vecchi compagni di scuola, i severissimi maestri delle elementari dei tempi che furono, l’autorevole Don Tinelli, ci sono state ampie discussioni partite magari dalle poche righe riguardanti un piccolo-grande avvenimento che aveva segnato le nostre comunità: «Me l’ero dimenticato!è vero all’epoca fu molto importante» e poi “Ma vèda, l’è uguäl a so mär”, “Custi l’era amis ad to pär; al purtäva seimpar i braghein a la zuäva e al gniva a Fingnan in mutuciclëtta”, “Cla dona lé l’era bräva a botta e la stäva limò, la lavuräva da Bolis” e ancora “Ma chimò gh’è tütta la familia!”, “Al sät mia? I eran chil dal Picinass” e infine “Mama, custché al ricordat? - Parbaccu, sì, l’è Radamès: al fäva al bianchein, ma l’era anca sunadur”. È stato allora che ho capito, il nostro “Ponte” è come un immenso album di famiglia: la comunità; ognuno di noi sfo-gliandolo troverà tracce di sé, della sua famiglia o degli amici attraverso una foto, un trafiletto o un articolo che tocca direttamente o indirettamente la propria vita, il Ponte ci unisce ed è testimone della nostra vita comunitaria.A partire da questo numero abbiamo quindi pensato di accompagnarvi in un viaggio, riproponendo, a partire dal 1971, alcune notizie che, sfogliando i vecchi numeri de Il Ponte hanno colpito la nostra attenzione.A tutti buona lettura! Chiara

1971 – Poche settimane dopo l’arrivo del nuovo parroco, don Dante Concari, il Ponte inizia le sue pubbli-cazioni; don Gianni Cobianchi va missionario in Brasile ma, attraverso il giornale, continua ad essere vicino alla nostra comunità.Il 31 marzo, durante una celebrazione liturgica, un crollo al cimitero coinvolge oltre 40 persone, soprattutto donne anziane: una di esse morirà, alcuni mesi dopo, per i postumi delle ferite.La SECMU di Carlo Conti festeggia la produzione della fresalasatrice n.2000 e la Pontolliese vince il campio-nato.In autunno arriva in parrocchia don Angelo Sesenna, quale collaboratore di don Dante.Nel corso dell’anno vengono eseguiti numerosi lavori di manutenzione urgente e straordinaria sugli edifici parrocchiali.1972: Attraverso il primo numero dell’anno la Parrocchia di Ponte lancia l’iniziativa “Quaresima con Don Gianni” predisponendo una serie d’iniziative per raccogliere ed inviare fondi alla missione di Paragominas, ai margini dell’Amazzonia. I molti progetti avviati con la Quaresima Missionaria, animata dallo slogan “Se vuoi la pace lavora per la giustizia” permettono di raccogliere £ 1.500.000 di offerte, di cui £100.000 provengono dagli sforzi dei soli giovani che, riversandosi nelle vie del paese, nei giorni del triduo Pasquale arrivano a

Un “Ponte”

“E se l’avvenire dell’albero e il suo progresso verso l’alto

sono sopra la terra, le radici sono sotto la terra.E ciò significa che l’avvenire è alimentato dal passato.Guai a coloro che non coltivano il ricordo del passato.

È gente che semina non sulla terra ma sul cemento.” Giovannino Guareschi

Breve cronistoria degli avvenimenti letti su “Il Ponte” raccogliere ben 91 quintali di carta e cartoni. Nel frattempo “la CASA di Dio in mezzo alle case degli uomini, viene restaurata in modo che sia anche casa della preghiera, secondo la riforma liturgica voluta da Papa Gio-vanni XXIII” per cui il fonte Battesimale che si trovava alla porta della Chiesa viene portata in primo piano nel-la navata sinistra mentre al marmista scultore Prof. Perotti viene affidato il compito di rifare l’Altare Maggiore a forma di mensa usando i marmi dell’altare precedente. In agosto giunge alla parrocchia la lettera del Vescovo di Piacenza, Mons. Manfredini, “il problema dell’individuazione delle vocazioni per il sacerdozio ministeriale presenta gravi difficoltà: rischiamo di dover chiudere il Seminario”, la crisi vocazionale, argomento quanto mai attuale ha radici lontane nel tempo. Successivamente il nostro giornalino testimonia il primo campeggio estivo destinato ai ragazzi che viene organizzato dalla Scuola Media Statale di Ponte del’Olio in collaborazione con la parrocchia. 35 ragazzi trascorrono quindici giorni insieme ai loro insegnanti facendo positive esperienze di vita comunitaria in un “ridente paesello della Val d’Aveto”: è l’inizio dell’esperienza di Castagnola. A settem-bre, dopo che un frammento di mattone cadeva sulla SIMCA del sig. Andrea Molinari, illeso, il parroco in un accorato appello alla generosità dei pontolliesi annuncia l’avvio dei lavori di restauro del campanile.

1973: a seguito della richiesta fatta a nome del Consiglio Pastorale Parrocchiale, in aprile giunge a Don Dante il permesso di Mons. Manfredini per celebrare la messa festiva al sabato sera. In armonia con analoghe espe-rienze nelle parrocchie limitrofe anche a Ponte, a partire da sabato 28 aprile, verrà celebrata alle ore 20.30 in San Roco la Messa Festiva. Entro il 10 ottobre dello stesso anno viene chiesto ai parroci che hanno ricevuto il permesso di inviare una relazione scritta alla Segreteria del Consiglio Pastorale Diocesano contenente una esauriente valutazione dell’esito pastorale dell’esperimento. “Domenica 29 luglio, festa di San Giacomo Mag-giore la nostra chiesa parrocchiale appariva nel suo aspetto esterno, tutta in ordine «come una sposa adorna per il suo sposo»” dopo quattro mesi è finito il restauro del campanile e della facciata della Chiesa diretti dal prof. Paolo Perotti,il quale si occupa direttamente della “statua del Santo patrono che domina la facciata per benedire e proteggere il nostro paese”. “Certamente la nostra fede cristiana non si commisura a una bella chisa, però anche questo serve a noi e ai fratelli: «Ho amato il decoro della tua Casa o Signore» è scritto nella Bibbia” e viene riportato al centro della cornice che domina la navata centrale della Chiesa. Il 7 agosto arriva dal Vescovo la nomina, in qualità di coadiutore, di Don Piero Zanrei in sostituzione di Don Angelo Sesenna. “Noi gli vorremo bene – scrive Don Dante – saremo una sola famiglia, la famiglia di Dio in cammino verso la Casa del Padre”. “Non prometto molto – scrive Don Piero nel suo primo articolo su Il Ponte – prometto solo la mia incondizionata disponiilità e una gioia e una serenità non comuni per tutti coloro che arriveranno a capire la «dolcezza dell’Amore» (Non perché lo prometto io, ma perché lo ha promesso Lui!)”.

1974: Viene avviato il processo per il crollo del cimitero di Pontedell'Olio, avvenuto nel 1971 nel tentativo di stabilirne i responsabili. Il Vescovo Manfredini si reca in Brasile per una visita ed un saluto a Don Gianni, missionario in Brasile da qualche anno. Viene consegnato il “Bisturi d'Oro” al Dottor Miti come riconoscenza del suo operato.

1975: Nei primi mesi del 1975 muore il Dottor Miti, che verrà ricordato da tutti come un uomo di grande umiltà, che esercitava con passione la sua professione. Nel corso di quest'anno sono eseguiti alcuni lavori di restauro nella chiesa di San Giacomo Maggiore che riguardano il Crocifisso posto nell'abside, la Cappella con il Fonte Battesimale e quella del Santissimo Sacramento. La Banda Giubbe Rosse partecipa all'adunata nazionale che si è svolta a Firenze.

Gli anni 1976-77 sono gli anni più burrascosi e movimentati a livello nazionale, che hanno portato conse-guenze anche a livello del nostro paese.I grandi temi affrontati sono di tipo politico come le elezioni nazionali del 1976 svoltesi anche a Ponte, il tema della libertà, e anche dell’aborto e il femminismo. Il 1976 è stato anche l’anno di una tragedia verificatasi in Friuli e molti dei nostri compaesani hanno portato il proprio aiuto . Ma il 1976 è anche l’anno in cui ha inizio la collaborazione tra i due paesi che in comune hanno il ponte: Vigolzone. I primi articoli nel 1977 ci sono già nel nuovo numero e ancora ci sono temi nazionali come gli assegni fami-liari, la violenza giovanile ma anche a livello locale un evento quale l’occupazione della SECMU a causa della cassa integrazione e la celebrazione di una messa in azienda.

lungo 40 anni

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Momenti feliciai nostri sposi

ai nostri bimbi

Anna Vicentini e Matteo Negri unitisi in matrimonio ad Albarola il 12 settembre 2010.

Anna Boselli ha affrontato sorridente il suo primo Natale!

A Riva, i bambini hanno allestito il presepio vi-

vente la notte di Natale.

Gli Alpini pontolliesi a Riva

Sabato 8 gennaio le Penne Nere pontolliesi hanno fatto visita alla Casa di Riposo Balderacchi di Riva cer-cando di portare qualche momento di allegria agli ospiti con le fisarmoniche di Luigi Garolfi e Giancarlo Zanassi. Un grazie particolare va a tutto il personale che giornalmente si prodiga per gli anziani ivi ricove-rato, a don Renzo Corbelletta, al presidente Gazzola e all’amministratrice Enrica Malvicini. A nome dell’Am-ministrazione Comunale era presente Enrico Veluti, valido intrattenitore e cantante.

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Saluti da Alassio! Il gruppo dei “giovanotti” vigolzonesi, con gli assessori Silvia Milza, Elisa Bolzoni e l’ac-compagnatrice Giovanna Merli, hanno inviato questa soleggiata cartolina dalla spiaggia ligure dove hanno trascorso un periodo di vacanza.

Il gruppo dei partecipanti al pellegrinaggio da Vigolzone alla Chiesa di Grazzano Visconti in occasione della festa della BV di Lourdes dove don Cesare ha celebrato il rosario e la santa messa.

“Cartoline dai lettori”

Come ormai da tradizione, anche quest’anno le associazioni vigolzonesi degli Alpini, dell’AVIS

e della Caritas hanno fatto visita durante le feste na-talizie agli amici della Casa di riposo Balderacchi, offrendo, in momenti diversi, pomeriggi di allegria fatti di fisarmoniche, canti, balli e merende per gli ospiti. Il motivo è quello di riempire i lunghi po-meriggi dei degenti, ma è anche e soprattutto l’oc-casione per incontrare i tanti compaesani ricoverati a Riva, per scambiare qualche chiacchiera, per rac-cogliere tenere confidenze, per mantenere sempre saldo il rapporto con gli anziani del paese.

Associazioni vigolzonesi al Balderacchi

Le varie associazioni non limitano le loro presenze a Natale, ma anche in di-versi altri periodi dell’anno dedicando parte del loro tempo agli amici più an-ziani che hanno scritto diverse pagine della storia di Vigolzone.

Impegno umanitario per il Gruppo Alpini di Vigolzone che nel mese di

novembre 2010 ha aderito alla “giorna-ta della colletta alimentare”. Il Gruppo di Vigolzone è stato infatti impegnato nell’allestimento, presso un grande su-

permercato di Piacenza, di uno dei tanti punti di raccolta, ed in collaborazione con altri cittadini e studenti ha raccolto nove bancali di alimenti a lunga conservazione, grazie anche alla generosità dei clienti del super-mercato stesso che hanno deciso di fare la spesa non solo per se ma anche per chi, trovandosi in difficoltà, fa fatica a procurarsi il necessario per vivere. Questi nove bancali sono stati dislocati assieme a tutti gli altri in un centro di raccolta per il successivo smistamento alle varie associazioni, quali Caritas e Mensa dei Poveri.

IL CAPO GRUPPO Gaetano Morosoli

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“Soccorritori Sicresce”

Quando si parla di primo soc-

corso ci si riferisce ad una serie di ma-novre, azioni e inter-venti che qualunque cittadino può met-tere in atto qualora si trovi occasional-mente in presenza di un soggetto colpito da malore o vittima di un incidente, per consentire l'azione efficace dei soccor-ritori professionisti. Per questo motivo la conoscenza delle procedure di primo soccorso o dei comportamenti a rischio per la salute sono un patrimonio indispensabile che ognuno di noi dovrebbe far proprio.Siamo cinque soccorritori volontari della Pubblica As-sistenza Valnure, che opera da 27 anni come associa-zione Onlus nel campo sanitario.Diversi sono i progetti in cui la nostra associazione è impegnata, ma indubbiamente il più costruttivo è stato quello che stiamo per raccontarvi.Il nostro percorso è iniziato presso le scuole seconda-rie di primo grado dove abbiamo organizzato lezioni di primo soccorso. Dal forte interesse dimostrato dai ragazzi è nato a titolo gratuito il progetto “Soccorritori Sicresce” che, destinato ai ragazzi che avevano manifestato partico-lare interesse e volontà di approfondire determinati argomenti, si proponeva di insegnare loro le tecniche di primo soccorso in modo più approfondito.

Abbiamo sviluppato presso la sede della Pubblica Assistenza Valnure il programma per un corso dedi-cato a un gruppo di ragazzi, strutturato in 10 incon-tri settimanali pomeridiani avvalendoci anche della preziosa collaborazione del gruppo cinofilo volonta-rio di protezione civile “I Lupi” di Piacenza e di un truccatore volontario di Croce Rossa.Il progetto “Soccorritori Sicresce” strutturato su un incontro pomeridiano alla settimana tra le 14,30 e le 16,30 è iniziato il 24 Settembre ed è terminato il 19 Novembre 2010.Consci del fatto che la capacità di attenzione nei ra-gazzi è minore rispetto a quella degli adulti durante il corso abbiamo fatto ricorso a proiezione di filmati, simulazioni e prove pratiche.Obiettivi specifici del corso sono stati: - Conoscere l’associazione P.A.V- Modalità di attivazione del sistema di allarme sani-tario 118 e la sicurezza sul luogo dell’evento- Il concetto di “catena della sopravvivenza”- La sequenza di valutazione ABCe le prime manovre di soccorso- La rianimazione cardiopolmonare - Principali patologie traumatiche e non traumaticheUna lezione si è svolta sul campo di addestramen-to dell’unità cinofila, dove siamo stati spettatori di un’ esibizione di condotta, di una dimostrazione di addestramento e di una ricerca dispersi; inutile dire che l’esperienza ha entusiasmato i ragazzi in modo particolare.Abbiamo simulato casi concreti ricorrendo ad un truccatore, ma assicurandoci preventivamente presso i genitori che la vista del sangue (sebbene finto) non desse fastidio ai ragazzi.

Durante gli interventi di primo soccorso alter-nativamente i ragazzi fungevano da soccorritori e da “cavie” appositamente truccate per simulare fratture, emorragie ed ustioni.Abbiamo dato molta importanza alla rianimazio-ne cardiopolmonare, facendo esercitare i ragazzi con l’ausilio di manichini ed insistendo sul fatto di non provare mai le stesse manovre fra di loro per gioco…Meglio essere scrupolosi…!! Si tratta di manovre altamente invasive!!Un’altra cosa da sottolineare è che i ragazzi a li-vello di manualità, forse perché non hanno pre-concetti hanno applicato le nozioni impartite “alla lettera” come gli venivano insegnate, senza rein-terpretarle; il risultato, credeteci, è stato sorpren-dente!Quando al termine del corso abbiamo chiesto loro di fare una valutazione, ci siamo sentiti orgogliosi della loro soddisfazione “perché se un ragazzino non è soddisfatto stai certo che te lo dice!”.Kekeba ha scritto “…quello che mi è piaciuto di più in questo corso è stato innanzitutto il nostro gruppoe poi l’insegnamento e anche il divertimento uniti in-sieme per imparare le basi per soccorrere…” Con questo articolo speriamo di aver contribuito a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di inse-gnare ai ragazzi le basi del Primo Soccorso, nozioni indispensabili per il loro futuro.Il progetto “Soccorritori Sicresce” ha riscosso succes-so e consensi positivi, per questo intendiamo prose-guire su questa strada e riproporre un nuovo corso di quest’anno.

Con le foto scattante durante le esercitazioni sarà redatto un manuale :“Il Mio Primo Libro di Soccorso” che sarà disponibile per l’acquisto al pubblico dal 15 Febbraio 2011 sul sito internet www.ilmiolibro.it all’utente “pubblicavalnure”.Ringraziamo ragazzi che hanno partecipato all’inizia-tiva: Moyra Paraboschi, Salvatore Passalacqua, Nicole Paganini, Gloria Lieo, Elia Calamari, Camilla Taffurel-li, Kekeba Kone, Alin Paraschn e Lucia Maggipinto.Hanno partecipato al progetto:Infermiere Soccorritore: Massimiliano Gervasi.Volontari Soccorritori: Filli Cinzia, Rinaldo Casaliggi, Paola Fava.Volontaria del Soccorso e truccatrice: Michela Dotti.Gruppo Cinofilo Volontari Protezione Civile “ I Lupi di Piacenza”.

Ilaria Carini - Massimiliano Gervasi

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Vigolzone: un grande messaggio di solidarietà dagli Alpini

Sabato 5 febbraio è stata una giornata densa di significato per gli alpini di Vi-

golzone. Nel giorno che ha preceduto il raduno regionale per il ricordo della bat-taglia di Nikolajewka il gruppo alpini di Vigolzone ha intitolato la propria sede al beato don Carlo Gnocchi. Davanti ad una folta presenza di autorità, alpini e cittadini, gli oratori hanno ricordato i tragici episodi del gennaio del 1943, quando i soldati ita-liani impegnati nella campagna di Russia riuscirono a forzare il blocco dell'armata rossa ed a proseguire la ritirata ed il ripie-gamento ormai inevitabile.

Il capogruppo degli alpini di Vigolzone Gaetano Morosoli ha ricordato i 15 con-cittadini che perirono durante questi tragi-ci fatti, ma anche l'impegno profuso negli anni dal gruppo alpini del nostro comune, collaborando alla costruzione dell'asilo di Rossoch in Russia, per portare solidarietà e speranza dove 68 anni fa vi fu guerra e distruzione. Elio Zambianchi, direttore del centro di riabilitazione di Salice Terme (Pavia), ha ricordato la figura di don Carlo Gnocchi, che prese parte alla battaglia di Nikolajewka come cappellano e che successivamente dedicò la pro-pria vita all'aiuto ed al sostegno dei sofferenti e dei bisognosi. Anche il sindaco di Vigolzone Francesco Rolleri ha ricordato don Gnocchi come simbolo di semplicità, coraggio, forza di sacrificio, tenacia, con-cretezza, valori nei quali tutto il corpo degli alpini da sempre si riconosce.Il sabato è poi continuato con un toccante interven-to da parte di quattro reduci ultra novantenni che hanno ricordato momenti tragici e momenti straor-dinari del gennaio 1943 in Russia. Alle 18.00, nella chiesa parrocchiale, il giornalista piacen-tino Federico Frighi ha intervistato Carlo Valorosi di Pecorara e Pierino Zerbarini di Lugagnano che hanno rivissuto con il pubblico i momenti della partenza per la guerra, le lunghe distanze percorse a piedi, il freddo, la sofferenza fisica e la grande voglia di tornare a casa che li ha aiutati a sopravvivere. Purtroppo i giova-ni tra il pubblico erano pochi ed è stato un vero peccato, perché Gino Tassi di 96 anni, ha ribadito più volte che ai giova-ni, che fortunatamente non dovranno più rivivere momenti così tragici come quelli della guerra, i reduci ed il corpo alpini vogliono trasferire i grandi valori della

solidarietà e della vita dedicata al bene.Toccante è stato l'intervento di Nelson Cenci, anche lui reduce e medaglia d’argento al valor militare e che ha servito al fianco del suo sergente Mario Rigo-ni Stern. Cenci ha ribadito la necessità della memoria dei fatti tragici per trasferire nei giovani il senso di pace ed il sentimento di pietà, di solidarietà, affinché l'umanità possa essere più nobile e meno infelice; perché sorga il desiderio di pace. Straordinarie le pa-role finali: “...è nella sofferenza che ci si sente fratelli mentre il benessere divide. La gioventù di oggi ha bisogno di essere presa per mano per il suo benes-sere e per il nostro”.Questa bella ed intensa giornata si è conclusa con un concerto del coro dei congedati della Brigata al-pina Julia, incominciato alle 21.00 sempre nella chie-sa parrocchiale, alla quale ha partecipato un folto pubblico.

Raduno regionale degli Alpini a Vigolzone

Un tappeto di cappelli ver-di con la penna d’aquila:

questa l’immagine di piazza Se-rena vista dall’alto. In occasione del sessantottesimo anniversario della battaglia di Nikolaevka, Vigolzone ha ospitato il raduno regionale delle associazioni de-gli alpini nel corso di una due giorni intensa di emozioni, a partire dalla dedicazione della baita, sede del gruppo alpini di Vigolzone e del circolo Anspi “la baita”, ad una grande figura che ha speso la sua vita per gli altri: il beato don Carlo Gnocchi.Il clou delle celebrazioni si è avuto domenica mattina con l’adunata dei vari gruppi prove-nienti non solo dall’Emilia Romagna, ma anche dalla Lombardia, dal Piemonte e dalla Liguria, presso la piazza del Municipio: da qui è partita poi la parata, preceduta dalla banda di Pontedellolio, per le vie del paese fino alla chiesa parrocchiale, dove il parroco, don Cesare Lugani con don Stefano Garilli, cappel-lano degli alpini e mons. Angelo Bazzari, presidente della fondazione don Gnocchi ONLUS hanno cele-brato la santa messa alla presenza delle più alte au-torità civili e militari della provincia.Durante l’omelia mons Bazzari ha ricordato la figura di don Carlo Gnocchi che prese parte come cap-pellano alla campagna di Russia e che, tornato in Italia intraprese un duro viaggio lungo la penisola per visitare e confortare le famiglie dei commilitoni caduti in battaglia. Successivamente si adoperò per alleviare le sofferenze dell’infanzia e della gioventù causate dalla guerra, in primis con la fondazione di

collegi per i figli degli alpini caduti ed in seguito dedicandosi ai “mutilatini” di guerra e civili fino ad arrivare ad essere il pioniere dei donatori di organi in Italia, quando ancora la materia non era legislati-vamente disciplinata, con la donazione, in punto di morte, delle proprie cornee ad un cieco.Alla funzione hanno fatto seguito i discorsi delle au-torità a partire da quella del presidente della provin-cia Massimo Trespidi che ha assicurato agli alpini piacentini tutto il sostegno perché nel 2013 la “festa granda” possa essere ospitata proprio da Piacenza.La commemorazione degli alpini caduti a Nikolae-vka è proseguita al monumento dedicato a questo evento: qui sono stati resi gli onori militari ai caduti e deposte le corone di alloro.La giornata si è conclusa con il pranzo durante il quale sono stati intonati i più bei canti alpini.

Sabrina Mazzocchi

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150 anniversario dell’unità d’ItaliaGiuppe rosse: gruppo musicale d’interesse comunale e nazionale

In occasione del 150° anniversario

dell’Unità d’Italia il Ministero per i beni e le attività culturali ha istituito un Tavo-lo nazionale per la promozione della musica popolare e amatoriale. Martedì 18 gennaio, in con-comitanza con circa 8.100 comuni italia-ni, anche a Ponte dell’Olio, si è tenuto un Consiglio Comu-nale in seduta aperta con ordine del giorno: “La mu-sica popolare dal 1861 ad oggi” nel corso del quale è stato approvato all’unanimità il riconoscimento del Corpo Bandistico Pontolliese Giubbe Rosse quale “gruppo musicale di interesse comunale”; successi-vamente, con direttiva del Presidente del Consiglio, alla nostra formazione verrà conferita l’importante onorificenza di “gruppo musicale di interesse nazio-nale” . In Italia sono presenti circa 5.500 bande mu-sicali, 9.700 cori e 850 gruppi folkloristici che opera-no senza scopo di lucro e l’obiettivo dell’iniziativa è riconoscere questi gruppi come espressione cultura-le tipica dei territori italiani e bacini di aggregazione sociale e culturale. « Oggi – ha ricordato il Prof. Pronti durante il suo intervento - siamo qui per ricordare che si celebrerà il 150 dell’Unità d’Italia, un paese rimasto diviso per secoli, dalla fine degli Imperi romano e carolingio, siamo dunque una nazione antica, ma uno stato uni-tario giovane. Mentre nel 1860 l’Italia si risveglia e si inneggia all’unità nazione i principali comuni si dotano della guardia nazionale e di bande musicali, la più antica banda civica che ho trovato è quella di Cervia,fondata nel 1815, ma a Ponte dell’Olio il gruppo musicale ha origine ben più lontane e data 1752, questo grazie a una concomitanza storica, a Piacenza è infatti presente un’orchestra filarmonica di 20 elementi, tra questi musicisti tre sono residenti a Ponte dell’Olio, si tratta dei professori d’orchestra Ferrari, Losi e Carini che hanno costituito la radi-ce più lontana della formazione musicale di Ponte dell’Olio. Nel 1761 la tradizione orale vuole che i pifferai di Ponte-Albarola vennero invitati a Velleja per allietare l’arrivo in visita del Duca Ferdinando di Borbone in occasione dell’inaugurazione degli scavi archeologici, poi dal 1826 negli archivi parrocchia-

li è possibile rinvenire gli attestati di pagamento al capo-banda per aver accompagnato le processioni, segno di una realtà attiva e ben radicata nel territo-rio. Nel 1860 dunque al Comune di Ponte dell’Olio non resta che uniformarsi alla storia italiana e, con delibera del 25 ottobre, approvare il regolamento or-ganico della banda musicale comunale; quindi, men-tre a Piacenza occorre ancora elaborare un progetto di fondazione, nel nostro paese bisogna semplice-mente regolare cioè che esiste già da lungo tempo». Presente anche Maurizio Parma, assessore alla cultu-ra e identità popolare della Provincia di Piacenza, il quale ha voluto rimarcare che la banda rappresen-ta «un’eccellenza culturale promuovente l’identità di un territorio che, visti i livelli raggiunti, non è solo quello del comune di Ponte dell’Olio ma di tutta la Provincia di Piacenza. Complimenti per quello che siete e avete costruito in questi anni».Ha preso poi la parola un emozionato Armando Mar-lieri, presidente della banda che, oltre a ringraziare per l’importante riconoscimento ricevuto, ha voluto ricordare l’insostituibile cotributo dei suoi predeces-sori e dei maestri che si sono succeduti alla guida della formazione, in seguito il maestro Edo Mazzoni ha ben sintetizzato lo spirito che da sempre anima le giubbe:« Sono arrivato a Ponte dell’Olio 18 anni fa e sono stato accolto fin da subito come uno che faceva parte della famiglia della banda, questo succede a tutti i componenti della nostra formazione, ho incon-trato tanta gente in questi anni e tutti mi hanno detto di aver un fratello, uno zio o un parente che suona-va nella banda, quindi tutti sono membri di questa grande famiglia. Grazie a tutti e viva la Banda!»Al termine della serata le giubbe rosse hanno offerto anche un breve saggio di bravura esibendosi in alcu-ni brani tratti dal ricco repertoio e concludendo poi con l’Inno di Mameli.

cuperare l’impegno educativo nel mondo della comunicazione. Lo faccio in riferimento al documento della Chiesa italiana Educare alla vita buona del Vangelo e in riferi-mento a una alleanza educativa tra le scienze dell’educazione e le scienze della comunicazione. L’educazione tende a promuovere le potenzialità umane dell’individuo, ad insegnargli il significato delle cose, aiutandolo a capire, a giudi-care, a scegliere, ad acquistare au-tonomia di fronte alle cose e ai fatti. Ma la comunicazione nelle sue va-rie forme va in questa direzione? Prendiamo ad esempio una parti-colare forma di comunicazione, la

pubblicità, che, come ben sappiamo, è una forma dif-fusa e pervasiva di comunicazione. La pubblicità as-solutizza un qualche aspetto positivo di un prodotto, esalta le conseguenze derivanti dal possesso di quel prodotto. Il rischio di comunicare valori fittizi è in-combente. Una Nuova alleanza educativa: Si può agire su due versanti. Il primo è un intervento educativo da par-te dei genitori e della scuola in grado di situare la pubblicità nei suoi limiti, fornendo soprattutto agli studenti – dal bambino al ragazzo e al giovane - gli opportuni strumenti critici di difesa. Ma questo non vale solo per la pubblicità, ma per ogni forma di co-municazione. Il compito educativo consiste nell’adottare una stra-tegia educativa in grado di aiutare gli studenti ad orientarsi, a conoscere le funzioni positive e le tec-niche della comunicazione, a comprenderne il lin-guaggio, ma anche a difendersi dai suoi eccessi ag-gressivi, a smascherare i suoi inganni, a sottrarsi al condizionamento ideologico che essa esercita con l’insieme dei suoi messaggi. Si tratta dunque di un compito difficile, che ha come obiettivo ideale l’au-tonomia intellettuale – di pensiero, di riflessione, di capacità critica - degli studenti. Si tratta di educare all’uso dei media, sapendo che i media informano, ma possono imporre precisi messaggi valoriali, posso-no rispondere solo al business commerciale. Allora vorrei suggerire questo: se tutti devono avere una passione per l’uomo, per la sua vita, per la sua dignità, per la polis, per la vita sociale, allora tutti devono avere una certa “cura educativa”. Anche chi

“Comunicare è sempre educare”Interessante relazione del vescovo mons. Gianni Ambrosio ai giornalisti piacentini

riuniti per la festa del loro patrono San Francesco di Sales

Sabato 22 gennaio i giornalisti pia-centini si sono ritrovati per cele-

brare il patrono San Francesco di Sa-les. L’incontro si è svolto nella Sala degli Affreschi del Palazzo vescovile. Dopo il saluto di Carla Chiappini, vi-cepresidente dell’Ordine dei giorna-listi dell’Emilia Romagna, e dopo la relazione del prof. Fausto Fiorentini, direttore dell’Ufficio stampa della diocesi sul tema “Bastano le carte a regolare una professione? Riflessioni a partire dalla Missione popolare”, è intervenuto il vescovo mons. Gianni Ambrosio su “Comunicare è sempre educare”.Ne riportiamo di seguito uno stralcio dell’intervento:Vi ringrazio per la vostra presenza e vi ringrazio per l’importante lavoro che svolgete. Un lavoro che il ti-tolo del mio intervento – il titolo mi è stato assegna-to – presenta come facente parte di quella missione grande e bella che è l’educare. Comunicare è sempre educare, recita il titolo. Troppo generoso? Può darsi, ma nella sua generosità, il titolo coglie un aspetto significativo della comunicazione. Si comunicano le notizie, le informazioni, le nozio-ni, i fatti della vita, ma alla fin fine la comunica-zione è sempre da una persona ad un’altra persona o a molte persone. In qualche modo, pur attraverso molte mediazioni e mezzi assai diversi, si comunica sempre qualcosa di sé a un’altra persona, si raccon-ta sempre qualcosa di sé, e si coinvolge l’altro nel proprio racconto. E l’altro accoglie sempre qualcosa che proviene da un’altra persona. Se si riconosce che la comunicazione avviene tra persone, allora la comunicazione dovrebbe sempre ‘educare’, nel senso di aiutarci a crescere come per-sone, altrimenti non vi è comunicazione. Nel senso ancora di aiutarci a creare un contesto in cui si ap-prezzano le persone, in cui si ha il gusto della vita, in cui si insegna a ‘vedere’ e dunque ad aprire gli occhi, in cui si stimola la fame di ‘conoscere’, perché il dinamismo dell’intelligenza si liberi dal torpore che deriva dalla superficialità e dalla noia. Potrem-mo continuare, e la conclusione sarebbe sempre la stessa: altrimenti non si ha una comunicazione tra persone. Questo può apparire molto distante dalla comunicazione odierna.Vorrei suggerire qualche spunto di riflessione per ri-

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comunica, chi è nel mondo della comunicazione e anche della pubblicità. La cura della relazione in cui si manifesta la preoccupazione per l’altro non può essere assente nel momento in cui si entra nel mondo dei media. L’attenzione verso l’altro nell’esercizio del comunicare è basata sul fatto di riconoscere l’altro come soggetto: ma se non lo riconosco come soggetto, non riconosco me stesso come soggetto. Se l’altro è una cosa, anch’io sono una cosa. E non è bello né per me né per l’altro. Concludo. Siamo tutti invitati a considerarci e a stimarci come soggetti e a rico-noscere che vi è un legame sociale in cui tutti siamo coinvolti. Se con responsabilità diamo il nostro con-tributo per questa considerazione reciproca – siamo soggetti – e per questo riconoscimento – siamo dentro a vincoli di solidarietà che sono il nostro legame so-ciale – , allora comunicare è sempre educare. † Gianni Ambrosio - Vescovo di Piacenza-Bobbio

Contrappunti- Situazione politica italiana, nell’anno di grazia 2011: e poi dicono di Caligola che nomi-nava senatore il suo cavallo …

- Il rugby, in Italia, sta vivendo davvero una stagione felice: i praticanti aumentano, gli stadi si riempiono di spettatori, valori positivi come ago-nismo, lealtà, solidarietà sportiva fanno del rugby un mondo esemplare.Alla vigilia di partite importanti allenatore e gio-catori della nazionale rilasciano interviste in cui parlano di strategie, tattiche, forza del gruppo e probabile vittoria.Poi si inizia a giocare e alla fine la squadra ne esce regolarmente sconfitta.Il rugby potrebbe essere davvero adottato come lo sport di riferimento della sinistra italiana.

- “Prima di tutto vennero a prendere gli zinga-ri e fui contento, perché rubacchiavano. - Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gi omosessuali e fui solle-vato, perché mi erano fastidiosi.Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente, perché non ero comunista.Un giorno vennero a prendere me e non c’era ri-masto nessuno a protestare” (B. Brecht, 1938). De-dicato (senza ironia) alle persone che, incapaci di nominare ed accogliere le proprie inadeguatezze e le proprie paure, ne scaricano le conseguenze, con un esercizio di difesa inconsapevole, su chi è

diverso, altro da loro stessi.

- “Vista la perdurante presenza di veicoli in so-sta lungo le vie del paese; viste le difficoltà incon-trate dagli spartineve nel lavoro di sgombero, nel corso delle precipitazioni occorse nella stagione invernale; visto che tali difficoltà ed i disagi conse-guenti sono derivate dalla sosta dei suddetti veico-li; visto che il descritto costante parcheggio avvie-ne sul suolo pubblico e gli oneri e gli impedimenti che provocano ricadono sull’intera comunità; si delibera di assoggettare a tassa per l’occupazione di suolo pubblico i proprietari/possessori dei citati veicoli”. Non andrebbe bene un simile provvedi-mento? porterebbe un po’ di ordine nella viabilità del paese e qualche soldino nelle casse comunali. Giuro che non chiederò royalties su questa idea.

- Il bel tempo si vede dal mattino? Per quanto riguarda l’avvio del federalismo speriamo di no, dal momento che il primo provvedimento in corso di approvazione prevede la possibilità, per i Co-muni, di introdurre importanti tasse locali, per consentire loro di recuperare risorse, attualmen-te molto ridotte. Bello, vero? Certo, ma manca un piccolo dettaglio: tutto questo avviene senza che venga introdotta una contemporanea riduzione della tasse statali. Per farla breve, il rischio è quello di pagare sempre le stesse tasse allo Stato, più quel-le dei comuni. Sarebbe davvero un modo singolare per “mettere a posto” i conti pubblici.

gianmarco ratti

Il gusto degli altri di scena all’auditorio parrocchiale

Il gusto degli altri non è solo ciò che più ci colpisce degli altri e

ciò che alla fine ci resta di loro. L’altro da sé, infatti, inteso nel senso più ampio del termine, os-sia come cultura, tradizione, colo-re della pelle, odore, professione religiosa, .., è ciò che, nel mondo di relazioni di cui è fatto l’habi-tat contemporaneo, definisce più di ogni altra cosa anche il nostro essere pienamente noi stessi. L’al-tro, quindi, non come, o non solo come continente da esplorare ma

orizzonte entro cui anche noi di-ciamo a noi stessi chi siamo ve-ramente. A questo complesso di tematiche è dedicata la rassegna cinema-tografica, breve ma incisiva, che per il quarto anno consecutivo viene promossa dalla Parrocchia di San Giacomo Maggiore nei lo-cali di Teleponte. Le proiezioni, che si terranno il giovedì sera con inizio alle 20.45 e ad ingres-so libero, sono tutte incentrate su film pluripremiati e di grande in-

Questo il programma:

- Giovedì 10 Marzo – London River di Rachid Bouchared (Francia, 2009), Orso d’Oro migliore attore Festival di Berlino 2010;- Giovedì 17 Marzo – Séraphine di Martin Provost (Francia, 2008), Premio César 2010 miglior film, migliore sceneggiatura e migliore attrice.- Giovedì 24 Marzo – Departures di Yojiro Takita (Giappone, 2008), Premio Oscar 2009 miglior film straniero.- Giovedì 31 Marzo – Uomini di Dio di Xavier Beauvois (Francia, 2010), Gran Premio della Giuria Festival di Cannes 2010 e Premio César 2011 miglior film e migliore attore non protagonista.

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Gemellaggio d’acqua per il Mali

Lo scorso 18 gennaio una sala comunale gremita ha ascoltato

con grande attenzione il racconto del viaggio che il sindaco Fran-cesco Rolleri ed Andrea Poggioli della Pro loco di Vigolzone han-no fatto in Mali dal 26 novembre all'8 dicembre. Lo scopo era quello di visitare il comune di Sokoura gemellato con Vigolzone, oltre a visionare i pozzi d'acqua in via di costruzione e per decidere dove avviare i nuovi progetti. Mentre scorrevano le immagini dei posti e delle genti incontrate, il racconto si è fatto sempre più appassionato, lasciando trasparire tutta l'emozione nel rivivere con il pubblico le sensazioni provate in questi posti aridi ed assetati, ma abitati da genti orgogliose e rispettose delle tradizioni. Il gemellaggio sostenuto da tutto il consiglio comuna-le, maggioranza e minoranza, ha come scopo quello di promuovere l'organizzazione di eventi e raccolte fondi insieme alle associazioni ed ai cittadini del co-mune, per poter costruire pozzi d'acqua nel vasto ter-ritorio di Sokoura. Sarebbero oltre 40 i pozzi necessa-ri per queste popolazioni, molte delle quali vivono a 7 o 10 chilometri dalla fonte d'acqua più vicina. La Pro loco di Vigolzone è già attiva sul territorio, grazie anche al lavoro dell'associazione Ali2000 che, con l'instancabile lavoro di Fulvio Biondi, ha suppor-tato l'associazione del nostro comune nell'identifica-zione dei punti dove costruire i pozzi. Un singolo pozzo può costare dai 7.000 ai 15.000 euro, a seconda del tipo di scavi che sono neces-sari. È quindi auspicabile la collaborazione di tutti per po-ter intervenire con il maggior numero di pro-getti.Numerose sono state le iniziati-ve organizzate nel corso del 2010 per la rac-colta fondi: il torneo Giovan-

ni Poggioli pensato ed organizzato dalla Valnure Calcio, dalla Pro loco di Vigolzone e da Futuro Valnure; in concomitanza con la prima Fiera d'Autunno del 10 ottobre la Pro loco di Vigolzone ha organizzato la tradi-zionale castagnata, con la collabo-razione delle associazioni del paese ed il contributo determinante della Caritas di Vigolzone che ha vendu-to le torte destinando il ricavato al Mali. Anche l'amministrazione co-munale ha partecipando direttamen-te a quest'ultima iniziativa coprendo parte delle spese d'organizzazione. Si sta già lavorando al programma

per il 2011, perché il gemellaggio possa continuare ad offrire pozzi per dissetare il Mali.Come sempre le associazioni del nostro territorio hanno risposto all'appello per la solidarietà ed han-no fornito le loro energia per la buona riuscita delle iniziative, oltre ai contributi economici per i pozzi. In aggiunta alle associazioni già citate in precedenza, un ringraziamento particolare va anche al coro Eco della Valle, alla società sportiva Vigo Volley, alla se-zione di Vigolzone dell'Avis, all'associazione sportiva Vigo Bike, al Gruppo Escursionisti Valnure (G.E.V.), al circolo Rifugio Alpino ed a tutti i cittadini che han-no versato un prezioso contributo sul conto corrente bancario messo a disposizione dall'amministrazione comunale per i pozzi di Sokoura:Banca di Piacenza, IBAN IT20E0515665500CC0180008420

Loris Caragnano

a cura di Antonietta Spelta

Torta di mandorlericetta di Maria Groppi

INGREDIENTI:

hg. 4 di zucchero semolatohg, 4 di mandorle con la buccia nr. 8 uova interegr. 150 farina 00nr.1 bustina di vanillinanr. 1 bustina di lievito in polvere per dolci.

PREPARAZIONE:Si tritano finemente le mandorle;Si montano le uova intere con lo zucchero (molto bene), si aggiunge la farina e il vanigliato, infine si mettono le mandorle tritate.Si versa il composto in una teglia imburrata del dia-metro di circa 28/30 cm e si cuoce a forno moderato per circa 45 minuti.

Una volta raffreddata, questa torta si presta ad es-sere farcita con una crema pasticcera o una crema al cacao o semplicemente si serve così cosparsa di zucchero a velo.Al posto delle mandorle si possono usare le noc-ciole.

Rubrica di cucina

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Lusardi Giovannin.29.06.1926-m.16.02.2011

Ciriegio Emilio n.15.08.1931-m.16.02.2011

Caragnano Armandon.13.04.1944-m.25.02.2011

Tutta la redazione è vicina a Loris e famiglia in questo momento di dolore per la scomparsa del papà Armando

Ferrari Maria in Lorierin.12.04.1938-m.18.12.2010

Barba Francescon.15.07.921-m.25.12.2010

Rivolta Alma ved.Calzolettin.30.11.1915-m.26.12.2010

Marzaroli Marian.27.01.1925-m.31.01.2011

Ricordiamoli

Callegari Lina ved. Albericin.03.02.1925-m.30.12.2010

Trabucchi Gemma in Bernazzani n.07.04.1935-m.07.01.2011

Anselmi Liliana ved.Bonaton.28.02.1931-m.28.01.2011

Bassi Cleonice ved.Malchiodin.13.04.1924-m.30.01.2011

Confalonieri Albertina ved. Gioia n.14.10.1920-m.14.01.2011

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Orario feriale invernale autobus linea Piacenza - Selva

PIACENZA Autostazione 6,40 7,50 9,20 10,20 10,40 11,20 12,35 12,50PIACENZA P.le Marconi 6,43 7,55 sub sub 10,43 11,25 12,40 12,55PIACENZA Barriera Genova 6,50 8,03 10,50 11,33 12,48 13,03S.BONICO Centro 13,13GARIGA 7,02 8,16 11,05 11,46 13,01 13,17PODENZANO Agenzia 7,05 11,09 11,50 13,05 13,20ALTOÈ Bivio 8,25 13,21GRAZZANO VISCONTI 7,07 8,27 11,11 11,52 13,07 13,22VIGOLZONE Centro 7,11 8,30 11,15 11,56 13,11 13,26ALBAROLA 7,15 8,35 11,20 12,00 13,16 13,31PONTEDELL'OLIO Stazione 7,20 8,39 10,15 11,15 11,25 12,05 13,20 13,35CARMIANO PaeseMOLINO CROCE (**Spettine) 7,25 8,45 10,20 11,20 11,30 12,10 13,25 13,40RECESIO 7,31 10,24 11,24 11,34 12,14 13,29 13,44BETTOLA Piazza Colombo 8,55 10,30 11,30 11,40 13,35BETTOLA Bar Centrale 7,40 12,22 13,52OLMO 7,47 12,28 13,58FARINI Centro 7,55 12,40 14,10CANTONIERA 12,50PONTE NANO 8,12 12,55FERRIERE Centro 8,20 13,05GAMBARO 13,15SELVA 13,25 ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

PIACENZA Autostazione 13,40 15,00 16,40 17,35 18,05 18,35 19,05 19,40PIACENZA P.le Marconi 13,43 15,03 16,45 17,40 18,10 18,40 19,10 19,43PIACENZA Barriera Genova 13,50 15,10 16,53 17,48 18,18 18,48 19,18 19,50S.BONICO Centro 14,00 17,59GARIGA 14,04 15,23 17,05 18,04 18,31 19,01 19,30 20,03PODENZANO Agenzia 14,09 15,27 17,09 18,08 18,35 19,34 20,07ALTOÈ Bivio 14,10 18,09 19,10GRAZZANO VISCONTI 14,11 15,29 17,11 18,10 18,37 19,11 19,36 20,09VIGOLZONE Centro 14,15 15,33 17,14 18,14 18,41 19,15 19,40 20,12ALBAROLA 14,20 15,37 17,20 18,20 18,46 19,20 19,45 20,16PONTEDELL'OLIO Stazione 14,25 15,45 17,25 18,25 18,50 19,24 19,50 20,20CARMIANO Paese 14,28 18,28 18,55MOLINO CROCE (**Spettine) 14,30 15,50 17,30 18,30 19,00 19,30 19,55 20,25RECESIO 14,34 15,54 17,34 18,34 19,04 19,34 19,59 20,30BETTOLA Piazza Colombo 16,00 18,40 19,40 20,05 20,35BETTOLA Bar Centrale 14,40 17,40 19,10OLMO 14,50 17,51 19,21FARINI Centro 14,58 18,00 19,30CANTONIERA 15,03 18,10 19,40PONTE NANO 15,08 18,17 19,47FERRIERE Centro 15,15 18,30 20,00GAMBARO 15,25 18,41SELVA 15,40 18,55

Orario feriale invernale autobus linea Selva - Piacenza

Selva 6,00Gambaro 6,10FERRIERE Centro 6,20 8,25PONTE NANO 6,25 8,33CANTONIERA 6,30 8,37FARINI Centro 6,40 8,00 8,46OLMO 6,52 8,05 8,57BETTOLA Bar Centrale 6,55 8,20 9,05BETTOLA Piazza Colombo 5,20 5,45 6,30 6,50 7,15 7,45 8,22 9,07RECESIO 5,26 5,51 6,36 6,56 7,21 7,51 8,26 9,10MOLINO CROCE 5,30 5,55 6,40 7,00 7,23 7,55 8,30 9,15CARMIANO Paese 6,15PONTEDELL'OLIO Stazione 5,35 6,00 6,18 6,45 7,05 7,30 8,00 8,35 9,20ALBAROLA 5,39 6,04 6,21 6,49 7,09 7,34 8,04 8,39 SUBVIGOLZONE Centro 5,45 6,10 6,27 6,55 7,15 7,40 8,10 8,45GRAZZANO VISCONTI 5,47 6,12 6,29 6,57 7,15 7,42 8,12 8,47ALTOÈ Bivio 7,15 8,14PODENZANO Agenzia 5,50 6,15 6,33 7,00 7,20 7,45 8,50GARIGA 5,54 6,19 6,38 7,04 7,24 7,49 8,24 8,54S.BONICO Centro 7,30 8,56PIACENZA Barriera Genova 6,04 6,30 6,50 7,15 7,37 8,02 8,36 9,08PIACENZA P.le Marconi 6,12 6,37 6,55 7,25 7,45 8,12 8,45 9,17PIACENZA Autostazione 6,15 6,40 7,00 7,30 7,50 8,15 8,50 9,20 10,10 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

R P-F5 F5Selva 13,30 17,10Gambaro 13,40 17,22FERRIERE Centro 13,50 17,35PONTE NANO 14,00 17,45CANTONIERA 14,05 17,52FARINI Centro 14,15 18,00OLMO 14,27 18,05BETTOLA Bar Centrale 14,33 18,18BETTOLA Piazza Colombo 11,00 12,20 13,30 13,50 14,35 16,50 17,50 18,20RECESIO 11,06 12,26 13,36 13,56 14,41 16,56 17,56 18,26MOLINO CROCE 11,10 12,30 13,40 14,00 14,45 17,00 18,00 18,30CARMIANO PaesePONTEDELL'OLIO Stazione 11,15 12,35 13,45 14,05 14,50 17,05 18,05 18,35ALBAROLA SUB 12,39 13,49 14,09 14,54 17,09 18,09 18,39VIGOLZONE Centro 12,45 13,54 14,14 14,59 17,14 18,14 18,44GRAZZANO VISCONTI 12,47 13,56 14,16 15,01 17,16 18,16 18,46ALTOÈ Bivio 13,58PODENZANO Agenzia 12,50 14,20 15,05 17,20 18,20 18,50GARIGA 12,54 14,08 14,24 15,09 17,24 18,24 18,54S.BONICO Centro 14,10PIACENZA Barriera Genova 13,07 14,20 14,36 15,21 17,36 18,36 19,07PIACENZA P.le Marconi 13,15 14,25 14,45 15,30 17,45 18,45 19,15PIACENZA Autostazione 12,10 13,20 14,30 14,50 15,35 17,50 18,50 19,20

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Orario delle S. Messe feriali, domenicali e prefestiveMesse ferialiOre 8,30 Ricovero Balderacchi RivaOre 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’OlioOre 9,30 solo martedì Chiesa San Rocco Pontedell’OlioOre 20,30 San Giovanni Evangelista Carmiano (Ore 16,30 invernale)Ore 17,00 SS. Mario e Giovanni Vigolzone

Messe prefestive del sabatoOre 10,30 Clinica San Giacomo Pontedell’OlioOre 16,30 San Giovanni Evangelista CarmianoOre 17,00 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’OlioOre 18,00 SS. Cosma e Damiano Grazzano Visconti

Messe domenicaliOre 7,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano ViscontiOre 7,30 Madonna della Neve RivaOre 8,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’OlioOre 8,30 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 8,30 S. Lorenzo Martire Veano / Albarola (**)Ore 8,30 S. Maria Immacolata Bicchignano / Castione (***)Ore 9,00 S. Pietro in Vincoli FolignanoOre 9,30 S. Martino Vescovo TorranoOre 9,30 S. Antonino Martire Albarola / Veano (**)Ore 9,30 S. Giovanni Battista Castione / Bicchignano (***)Ore 9,30 Oratorio BianaOre 10,00 Chiesa di San Giacomo Pontedell’OlioOre 10,00 S. Maria Assunta RecesioOre 10,30 S. Maria Assunta VillòOre 10,30 San Giovanni Evangelista CarmianoOre 10,30 SS. Cosma e Damiano Grazzano ViscontiOre 11,00 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 11,00 San Martino RivaOre 11,30 San Lorenzo CassanoOre 15,30 Oratorio MontesantoOre 17,00 SS. Mario e Giovanni VigolzoneOre 18,00 Chiesa San Rocco Pontedell’Olio

** prima e seconda domenica del mese a Veano e Albarola*** terza e quarta domenica del mese a Bicchignano e CastioneAbbiamo cercato di tenere vive tutte le preziose realtà parrocchiali della nostra zona e di ripartire in modo adeguato le messe sul territorio. Questo comporta spostamenti e cambiamenti di orari e non piccoli sacrifici.I Vostri sacerdoti

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