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INDICEClicca sulle immagini per approfondire i temi che più ti interessano.

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La storia del Comitato1

2 Il quesito referendario

Scuola e costituzione3

4 I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

5 I tagli alla scuola pubblica

6 I contributi alle private. Le convenzioni

7 Cosa succede dopo il voto?

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La storia del Comitato

120 banchetti200 volontari coinvolti13.592 firme raccolte

E’ il numero di firme più alto mai raccolto per referendum comunali: 4,3% degli elettori bolognesi. Come se a livello nazionale fossero state raccolte più di 2 milioni di firme

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La storia del Comitato

Il Sindaco ha indetto il referendum con decreto del 9 gennaio

• Inizialmente aveva dichiarato che avrebbe indetto solo dopo la definizione del bilancio a primavera.

• Abbiamo pubblicato due inserzioni a pagamento su Repubblica per chiedere l’accorpamento con le elezioni politiche.

• Abbiamo raccolto in tre giorni circa 100 firme di personalità nazionali e bolognesi: Urbinati, Hack, Marescotti, Starnone, Landini, per sostenere la richiesta.

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La storia del Comitato

Stefano Rodotà diventa Presidente Onorario del Nuovo Comitato Articolo 33

“Appoggio un’iniziativa non aggressiva nei confronti dei privati e rispettosa dei diritti e degli obblighi della Repubblica. Le scuole

private si possono liberamente istituire senza oneri per lo Stato, è un principio della

Costituzione. Sempre la Costituzione prevede che sia la Repubblica a istituire le scuole statali,

di ogni ordine e grado. E quando ci sono difficoltà economiche, bisogna prima di tutto

garantire le risorse per le scuole statali”Stefano Rodotà.

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Il quesito referendario

Quale, fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata, ritieni più idonea per assicurare il diritto all'istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell'infanzia ? a) utilizzarle per le scuole comunali e statali  b) utilizzarle per le scuole paritarie private

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Il quesito referendario

UN REFERENDUM PER LA SCUOLA PUBBLICA

Un referendum perché si fermino le politiche comunali e statali di disimpegno dalla scuola pubblica.

Un referendum per garantire a tutti i piccoli cittadini la scuola dell’infanzia di qualità che è stata inventata a Bologna negli anni 60.

Un referendum attraverso il quale i cittadini possono dare un indirizzo alle politiche scolastiche cittadine.

Un referendum per chiedere l’applicazione della nostra Costituzione.

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Scuola e costituzione

Art. 3 della Costituzione

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.»

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Scuola e costituzione

Art. 33 e 34 della Costituzione

«Comma 1: L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.Comma 2: La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.Comma 3: Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.Comma 4: La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole stataliArt. 34 C 1: La scuola è aperta a tutti»

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Scuola e costituzione

Legge n. 62/2000 Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione"

Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l'espansione dell'offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall'infanzia lungo tutto l'arco della vita.Non prevede finanziamenti alle scuole paritarie, solo contributi per i libri di testo per gli alunni bisognosi e incrementa i fondi già previsti dal 1928 per le scuole materne paritarie.

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

Scuola pubblica statale e comunale

Scuola gratuita, pagata con i soldi dei contribuenti che vengono tassati in modo progressivo.Aperta a tutti.Basata sul pluralismo culturale: la libertà di insegnamento è finalizzata a promuovere la piena formazione della personalità degli alunni, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali (Art. 2 Testo unico istruzione, D.Lgs 297/94

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

La scuola dell’infanzia è scuola, non un servizio come i nidi

Nel 1964 la Giunta comunale di Bologna istituisce la “scuola completa” composta dalla scuola d’infanzia e dal tempo pieno elementare. Le iscrizioni coprono in breve il 70% dell’utenza.Nel 1968 la legge 444 istituisce la scuola materna statale.Gli interventi sulla scuola d’infanzia dagli organici agli orientamenti didattici sono definiti dal MIUR

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Scuola e costituzione

Per chi vuole saperne di piùSe sei connesso guarda il contributo dell’avvocato Corrado Mauceri al seminario in preparazione al Referendum promosso dal Comitato art.33

Se hai problemi con il video CLICCA QUIIl video è lungo: informarsi è faticoso ma ne vale la pena!

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

Giugno 2012 423 bambine/i esclusi quest’anno dalla scuola d’infanzia comunale e statale

Cosa mai successa dagli anni ‘60.Fino a tre anni fa tutte le amministrazioni comunali avevano garantito il diritto di accesso alla scuola pubblica.Ora per azzerare la lista d’attesa si appellano al privato convenzionato.Nonostante l’apertura di 9 nuove sezioni tutte part time la lista d’attesa a dicembre è ancora di 126 posti con 94 posti disponibili nelle scuole private convenzionate. Il Tasso di copertura dell’insieme delle scuole dell’infanzia è sceso in 15 anni di sistema integrato dal 106% al 97%. Una volta il Comune accoglieva anche bambini residenti nei comuni vicini ora non riesce neppure a soddisfare la domanda dei residenti.

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

I numeri in sintesi

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423 Bimbi in lista d’attesa a giugno, con 0 posti disponibili nel pubblico

e 140 nel privato. DICEMBRE: 9 Sezioni part time, tra comunali e

statali, aperte.

La lista si riduce a 126 con ancora 94 posti disponibili nel privato.

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

Dopo la crescita demografica di fine

anni ‘90 con aumento della lista d’attesa a 301 sotto la giunta Vitali, la giunta Guazzaloca

apre 23 nuove sezioni fra comunali

e stataliSotto la giunta

Cofferati la lista d’attesa si

mantiente bassa e comunque il saldo

fra posti disponibili e lista d’attesa (in altri quartieri) si

mantiene positivo.Negli ultimi 3 anni

il saldo diventa negativo e si arriva

al record di 423.

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95/96

96/97

97/98

98/99

99/00

00/01

01/02

02/03

03/04

04/05

05/06

06/07

07/08

08/09

09/10

10/11

11/12

12/13

0

50

100

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200

250

300

350

400

450

212236

308

159

301282

197

98127

141

160

261

218

145

183

249

297

423

Domande liste d'attesa: giugno

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

Il documento del Comune sul sistema 0-6 valuta come soluzione ottimale l’appalto delle scuole dell’infanzia a enti privati, ma propone una diversificazione dell’offerta.

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Si sta cercando di portare a termine il progetto iniziato nel 1994 di disimpegnare il Comune dalla gestione diretta delle scuole d’infanzia considerate un costo insostenibile per appaltarne una parte all’esterno e una parte in convenzione.

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

La Nuova convenzione approvata lo stesso giorno (23 luglio) in cui i garanti approvavano il quesito che obiettivo ha ?

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Definizione di iniziative concordate per l’azzeramento delle domande in lista di attesa (sia nelle scuole d’infanzia comunali e statali sia del reparto grandi dei nidi di bambini in età ordinaria (e/o anticipatari secondo la normativa nazionale e gli accordi vigenti su scala regionale e locale ) attraverso iniziative finalizzate alla saturazione degli eventuali posti vacanti in corso d’anno .

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I bimbi esclusi dalla scuola pubblica

Ricorso al Tar E.R. contro la delibera comunale del 1994 (giunta Vitali) e la legge regionale n. 52/95 (giunta Bersani).

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Ricorso promosso da Scuola e Costituzione, Comunità ebraica, Chiesa evangelica metodista, Chiesa cristiana avventista.Il TAR solleva la questione di legittimità costituzionale della Legge regionale. Il contenzioso è tutto tecnico giuridico. La Corte mette in discussione la sentenza del TAR che da una parte aveva annullato una parte della delibera applicativa della Legge e dall’altra sollevava il dubbio di costituzionalità e rinvia il ricorso al TAR per 3 volte.Non c’è nessuna sentenza della Corte nel merito della legittimità dei finanziamenti regionali, non c’è nessuna affermazione che la questione sia “manifestamente infondata”, anzi c’è un’unica sentenza del TAR E.R. in Italia che ritiene incostituzionale il finanziamento pubblico alle scuole private.

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I tagli alla scuola pubblica Torna all’INDICE

Dal 2000 al 2010 l'Italia è l'unica nazione europea che non ha incrementato la spesa reale per istruzione. Inoltre, è in prima fila tra le nazioni che, di fronte alla crisi economica, hanno tagliato pesantemente. Questi e altri dati sono riportati nel rapporto "Education budgets under pressure in Member States" della Commissione Europea (2013).

APPROFONDIMENTIhttp://www.roars.it/online/?p=22907

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I tagli alla scuola pubblica Torna all’INDICE

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I tagli alla scuola pubblica Torna all’INDICE

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I tagli alla scuola pubblica

Andamento dei contributi alle scuole non statali paritarie dal 2000 al 2011 (in milioni di euro) a carico del bilancio dello Stato (a livello nazionale). I finanziamenti alle scuole private non calano. Gli 11 milioni in meno del 2011 sono erogati direttamente da Val d’aosta e Trentino alto Adige

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2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 20110

100

200

300

400

500

600

297.

5

425

527.

47

527.

47

527.

47

527.

74

532.

31

535.

68

534.

96

535.

4

539

528

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I contributi alle private. E Il sistema delle convenzioni a Bologna

Le convenzioni vengono stipulate in seguito a un’intesa Comune-F.I.S.M

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Nel 1973 la C.E.I. ha promosso la costituzione della F.I.S.M. Attualmente alla F.I.S.M. fanno riferimento circa 8.000 scuole dell’infanzia cattoliche o di ispirazione cristiana , gestite da Congregazioni religiose, parrocchie, enti morali, associazioni anche di genitori, frequentate da 550.000 bambini. Le scuole aderenti alla F.I.S.M. sono impegnate a promuovere l’educazione integrale del bambino, secondo una visione cristiana dell’uomo, del mondo e della vita.La C.E.I nomina il Consulente Ecclesiastico nazionale che attualmente è don Aldo Basso di Mantova.Fonte: sito Fism

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E’ interessante leggere questi dati in parallelo al numero di iscritti alle scuole private

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Il numero degli iscritti era di 1.666 prima dell’inizio dei finanziamenti ,

il 24,3% del totale dei bimbi, e nel 2011/12 è di 1.726,

il 22,8%, se si contano i 238 iscritti in scuole private non.paritarie.

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Cosa possiamo dedurre? I finanziamenti alle private crescono, aumenta il numero di bambini che non riesce ad accedere alla scuola pubblica (diritto sancito dalla costituzione). Il privato d’altra parte si dimostra inadeguato ad assorbire la domanda di iscrizioni. Molte famiglie non iscrivono i propri figli nelle private pur essendoci posti liberi.Perchè le scuole private sono a pagamento, e perchè sono scuole «a tema», che rispettano specifiche tendenze culturali, nella maggior parte dei casi confessionali.

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Scuole private convenzionate

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• Progetto educativo specifico. Caso Scuola Cerreta che dalla prima elementare istituisce solo classi femminili.

• Rette da 200 a 1000 al mese con la mensa.• La religione cattolica a fondamento e coronamento dell’attività

educativa.• 140 posti disponibili non accettati dai genitori.(a giugno 2012)

Non si possono obbligare i genitori a iscrivere i figli in scuole di cui non condividono l’impostazione educativa e sono a pagamento.

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Non è vero che senza il milione di euro comunali le scuole d’infanzia private chiuderebbero!

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Continuerebbero a ricevere un milione di euro dallo stato e 200.000 euro dalla RegioneLe scuole primarie paritarie private pur non ricevendo alcun finanziamento comunale sono frequentate da 2221 bambini, mentre le materne paritarie da 1726.Ogni classe di scuola primaria riceve solo 19.367 euro dallo Stato, una scuola materna con una classe 17.164 euro dallo Stato e altri 18.427 da Comune e Regione.

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Con 1,188 milioni di euro stanziati dal Comune nel 2011/12 330 bambine/i avranno la scuola che hanno chiesto

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Ogni sezione comunale in più costa in base alla delibera di Giunta del 9/10/2012 circa 90.000 euro fra spese di personale (2 maestre) e una quota di collaboratore, più appalto spese di pulizia, più spese di servizio, per bambino 3.600 euro.Con 1,188 milioni di euro si possono accogliere 330 bambine/i in più, ovvero azzerare la lista d’attesa attuale.

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Pubblicità del referendum (Regolamento di partecipazione)

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Art. 15 c. 2. Il Sindaco provvede ad assicurare la più ampia pubblicità allo svolgimento del referendum, anche con manifesti da affiggersi almeno trenta giorni prima della consultazione elettorale.Art. 15 c. 3. La Giunta comunale stabilisce gli spazi da destinare all'affissione referendaria individuandoli, di norma, tra quelli utilizzati per le pubbliche affissioni e garantendo parità di trattamento fra tutti gli aventi diritto. A tali spazi possono accedere il Comitato promotore, il Sindaco, i partiti e i gruppi politici rappresentati in Consiglio comunale.Art. 19 c. 3. Agli aventi diritto al voto viene inviata apposita comunicazione con l'indicazione del seggio o dei seggi referendari dove possono esercitare il diritto di voto.

Cosa succede dopo il voto?

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Cosa succederà dopo il voto referendario ?

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• Il referendum consultivo non ha un quorum e ed è valido qualunque sia il numero dei partecipanti.

• Lo Statuto comunale prevede all’art. 7:• Quando il referendum sia stato indetto il Consiglio comunale

sospende l'attività deliberativa sul medesimo oggetto salvo che, con delibera adottata a maggioranza dei due terzi dei Consiglieri assegnati, non decida altrimenti per ragioni di particolare necessità e urgenza.

• Il Consiglio comunale deve pronunciarsi sull'oggetto del referendum entro tre mesi dal suo svolgimento indipendentemente dal numero dei cittadini che ha partecipato al voto.

Cosa succede dopo il voto?