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1 Se n'è andato, così, com'e- ra vissuto, in punta di piedi all'alba del 6 luglio del 2008. La sua vita di uomo, di sardo, di soldato, di poe- ta e scrittore rimarrà un esempio per tutti noi. Non esistono parole per descri- vere compiutamente la sua bontà, il suo amore per la famiglia e gli amici, la sua passione per la cultura e l'arte, il suo attaccamento alle radici del suo tanto a- mato borgo natio. Era nato a Gadoni in pro- vincia di Nuoro nel 1933 e la sua professione di milita- re di carriera lo aveva por- tato a Cagliari dove risiede- va con la sua famiglia da molti anni. I suoi interessi culturali e sociali andavano ben oltre la sfera militare. Ed è in questo modo che aveva ampliato i suoi orizzonti sino a diventare in silenzio, ma con costanza un poeta, uno scrittore di tutto ri- spetto nel mondo letterario sardo e non solo. Numerosi sono gli attestati e i premi che si è guada- gnato in questo settore. Aveva dato un contributo serio e determinante alla crescita e diffusione della rivista “Sardegna oltre” , di cui sono stato direttore re- sponsabile. Sono ancora impressi nella mia mente i suoi suggerimenti e consi- gli, validi per oggi e anche per domani. Sono stati sempre utili i suoi incoraggiamenti per quanto scrivevo negli edi- toriali della rivista. Abbiamo condiviso argo- menti scottanti e insieme a essi critiche e applausi, senza arretrare di un milli- metro dalle posizioni as- sunte. Coerente sino in fondo ha scelto Gadoni, del quale era "innamorato perso", come sua ultima ed eterna dimo- ra. Proprio a questo paese aveva dedicato gran parte della sua attività culturale. Egli era umile, ma intransi- gente. Nell'affermazione dei prin- cipi e dei valori in cui cre- deva non faceva sconti a nessuno. Era grande, ma non faceva niente per met- tere in evidenza la sua grandezza. Era forte ma non usava la sua grandiosa forza contro i deboli. Con me è stato non solo un prezioso e lea- le collaboratore, ma anche e soprattutto un amico sin- cero. Cosa rara di questi tempi. Abbiamo avuto e abbiamo molte cose in comune io e Gabriele. In primis l'amore per la nostra terra, in se- cundis la caparbietà tutta nuragica nel difendere le nostre radici culturali ed etniche e non ultima la passione per un giornali- smo onesto e al servizio dei più deboli e indifesi. Era un soldato come me e come me ha amato e servi- to con fedeltà e amore la sua Patria. Non manche- ranno occasioni, se Dio vor- rà, di parlare di lui e delle sue eccezionali opere. Per ora voglio ricordarlo ancora giovane soldato nei ranghi di un plotone ri- spondere così durante l'appello allo scandire del suo nome: "Ortu Gabriele... presente!” Poiché sono fer- mamente convinto che il suo fiero e indomi- to "presente" rimarrà per sempre scolpito nei nostri cuori. Ciao Gabriele. Antonio Mastinu PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - AGOSTO 2008 IL CENTRO Periodico di politica e costume - Registrato al Tribunale di Cagliari col n° 3 del 18/01/2000 Direzione: via Giolitti 3 - Assemini - Stampa: La fotocopia, via Carmine 45 - Assemini Anno X - N° 3 - AGOSTO 2008 - Direttore responsabile : Antonio Mastinu On line: www.ilcentronews.it L’EDITORIALE Gabriele Ortu… ...presente!

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Se n'è andato, così, com'e-ra vissuto, in punta di piedi all'alba del 6 luglio del 2008. La sua vita di uomo, di sardo, di soldato, di poe-ta e scrittore rimarrà un esempio per tutti noi. Non esistono parole per descri-vere compiutamente la sua bontà, il suo amore per la famiglia e gli amici, la sua passione per la cultura e l'arte, il suo attaccamento alle radici del suo tanto a-mato borgo natio. Era nato a Gadoni in pro-vincia di Nuoro nel 1933 e la sua professione di milita-re di carriera lo aveva por-tato a Cagliari dove risiede-va con la sua famiglia da molti anni. I suoi interessi culturali e sociali andavano ben oltre la sfera militare. Ed è in questo modo che aveva ampliato i suoi orizzonti sino a diventare in silenzio, ma con costanza un poeta, uno scrittore di tutto ri-spetto nel mondo letterario sardo e non solo. Numerosi sono gli attestati e i premi che si è guada-gnato in questo settore. Aveva dato un contributo serio e determinante alla

crescita e diffusione della rivista “Sardegna oltre” , di cui sono stato direttore re-sponsabile. Sono ancora impressi nella mia mente i suoi suggerimenti e consi-gli, validi per oggi e anche per domani. Sono stati sempre utili i suoi incoraggiamenti per quanto scrivevo negli edi-toriali della rivista. Abbiamo condiviso argo-menti scottanti e insieme a essi critiche e applausi, senza arretrare di un milli-metro dalle posizioni as-sunte. Coerente sino in fondo ha scelto Gadoni, del quale era "innamorato perso", come sua ultima ed eterna dimo-ra. Proprio a questo paese aveva dedicato gran parte della sua attività culturale. Egli era umile, ma intransi-gente.

Nell'affermazione dei prin-cipi e dei valori in cui cre-deva non faceva sconti a nessuno. Era grande, ma non faceva niente per met-tere in evidenza la sua grandezza. Era forte ma non usava la sua grandiosa forza contro i deboli. Con me è stato non solo un prezioso e lea-le collaboratore, ma anche e soprattutto un amico sin-cero. Cosa rara di questi tempi. Abbiamo avuto e abbiamo molte cose in comune io e Gabriele. In primis l'amore per la nostra terra, in se-cundis la caparbietà tutta nuragica nel difendere le nostre radici culturali ed etniche e non ultima la passione per un giornali-smo onesto e al servizio dei più deboli e indifesi. Era un soldato come me e come me ha amato e servi-to con fedeltà e amore la sua Patria. Non manche-ranno occasioni, se Dio vor-rà, di parlare di lui e delle sue eccezionali opere. Per ora voglio ricordarlo ancora giovane soldato nei ranghi di un plotone ri-spondere così durante l'appello allo scandire del suo nome: "Ortu Gabriele... presente!” Poiché sono fer-mamente convinto che il suo fiero e indomi-to "presente" rimarrà per sempre scolpito nei nostri cuori. Ciao Gabriele. Antonio Mastinu

PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - AGOSTO 2008

IL CENTRO Periodico di politica e costume - Registrato al Tribunale di Cagliari col n° 3 del 18/01/2000

Direzione: via Giolitti 3 - Assemini - Stampa: La fotocopia, via Carmine 45 - Assemini

Anno X - N° 3 - AGOSTO 2008 - Direttore responsabile : Antonio Mastinu

On line: www.ilcentronews.it L’EDITORIALE

Gabriele Ortu…

...presente!

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L’annuncio dato tempo fa dal Presidente Renato Soru, a San-luri all’atto della firma dell’Intesa istituzionale tra Re-gione e Provincia del Medio Campidano, che la Keller aveva concordato con la Regione un piano industriale e di rilancio delle attività produttive e di assunzione sino a 100 operai, è stato confermato dal Presiden-te della società, Gianfranco Borghini, e dagli amministratori delegati, Giovanni Pagnoni e Stefano Aldrovandi, nel corso di un incontro avvenuto a Cagliari con l’assessore regionale dell’Industria, Concetta Rau. L’azienda di progettazione, co-struzione e ristrutturazione di materiale rotabile che opera a Villacidro, investirà nei prossimi due anni circa 25 milioni di eu-ro per il potenziamento dei pro-grammi di ricerca: dalla speri-mentazione dei nuovi materiali da utilizzare nella produzione delle carrozze, all’utilizzo di ap-parati elettronici, diagnostici e di comunicazione nonché al miglioramento della efficienza energetica del veicolo e a quel-lo della dinamica di marcia dei carrelli. Questo programma di sviluppo porterà all’assunzione di 100 nuovi lavoratori. In ade-sione alle richieste formulate dagli assessori dell’Industria e del Lavoro, la società Keller ribadisce la disponibilità all’assunzione dalle liste di mo-bilità di 17 lavoratori della ex società Nuova Scaini, per i quali l’assessorato del Lavoro pro-muoverà un apposito progetto di riqualificazione professionale.

L’assessore dell’Industria nel

condividere e valutare positiva-mente il progetto industriale presentato dalla Società Keller conferma la disponibilità dell’amministrazione regionale ad intervenire presso le aziende e gli enti locali per accelerare la concessione delle autorizzazioni necessarie per l’esecuzione dei lavori diretti e per la realizza-zione di tutte quelle opere di carattere infrastrutturale tra cui un intervento finanziario di ol-tre 4 milioni di euro per l’adeguamento del raccordo ferroviario tra la stazione di Sanluri Stato e l’area del Con-sorzio industriale di Villacidro.Il presidente e l’amministratore delegato della società, incon-trando anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali regionali e provinciali e una rappresentanza della Provincia del Medio Campidano, hanno precisato che il nuovo Piano industriale prevede il riposizio-namento dell’azienda da sub-fornitore a protagonista attivo del processo di riorganizzazione e qualificazione della filiera ita-liana del treno. Il sito Carini, in Sicilia, sarà riconvertito per far-ne sempre di più il fornitore di componenti speciali e di car-penteria per lo stabilimento di

Villacidro che realizzerà il rota-bile-treno completo. L’azienda ha informato inoltre dell’acquisizione di due impor-tanti commesse per la proget-tazione e la costruzione di 220 carrozze passeggeri e di 15 tre-ni Dmu da fornire alle Ferrovie Iraniane , l’accordo raggiunto con la società spagnola Talgo, le intese in via di definizione con Ansaldo Breda, la ricerca di ulteriori accordi con altri pro-duttori esteri e la imminente creazione di un consorzio con società fornitrici della Keller e con altri partner tecnologici. “Il tutto conferma che esistono le condizioni per il riposiziona-mento strategico dell’azienda e quello di un suo sviluppo” ha detto l’assessore dell’Industria, Concetta Rau. Il Presidente So-ru, di ritorno dalla riunione del Consiglio dei Ministri a Roma, ha commentato: “Dopo la firma dell’accordo con Azimut per il polo nautico di Arbatax, il piano industriale della Keller confer-ma che non solo non si è chiu-so niente in Sardegna in questi anni, ma si riaprono fabbriche, si fa riconversione industriale puntando sulle tecnologie, la qualità del lavoro e dell’ambiente”.

PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - MAGGIO 2008 PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - AGOSTO 2008

SORU RILANCIA L’INDUSTRIA DI VILLACIDRO Siglato un accordo con la Keller che prevede cospicui investimenti per la ricerca e l’assunzione di circa cento lavoratori

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Il Presidente della Regione Re-nato Soru e l’Assessore dei Tra-sporti Sandro Broccia hanno incontrato Il 4 agosto i rappre-sentanti della Confindustria in Sardegna, con il neo Presidente regionale Massimo Putzu e i responsabili di Cagliari, Alberto Scanu, Sassari, Stefano Lubra-no, e Nuoro, Antonio Nieddu, con i rispettivi direttori, ai quali ha illustrato il lavoro impostato dalla giunta regionale in mate-ria di continuità territoriale ma-rittima per i passeggeri e le merci alla luce di un incontro avvenuto in precedenza con il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.

Nel confermare la indisponibili-tà proclamata dal Ministro al rinnovo della convenzione con la Tirrenia, il Presidente Soru ha detto agli imprenditori che l’obiettivo della Regione è di arrivare, il prossimo autunno, alla conferenza di servizi e alla gara internazionale per l’imposizione degli oneri di ser-vizio pubblico che stabilisca con quale cadenza, velocità, tipo di navi e costi sarà garantita la continuità marittima per i pas-seggeri e per le merci. “Possiamo dire – ha detto il Presidente – che la Regione metterà una parte delle enormi risorse che lo Stato spende og-gi con la Tirrenia per facilitare l’accettazione degli oneri di ser-vizio pubblico da parte dei pri-vati, che è il modo per rendere il trasporto rispettoso delle re-gole europee, come avviene per il trasporto aereo”.

La fine del monopolio Tirrenia, soprattutto nei collegamenti tra

Cagliari e il continente, renderà possibile raggiungere Civitavec-chia in 7 ore da Cagliari e Li-vorno in 11 ore, a 25 nodi di velocità, con servizio decente, la certezza di venire imbarcati e con un risparmio di costi, e so-prattutto di costi ambientali provocati dall’attraversamento tutti i giorni della Sardegna da parte di 400 Tir, mandati dal sud dell’isola a imbarcarsi a Olbia.

Il Presidente della Regione ha illustrato le conseguenze che questa novità, insieme al Piano di ristrutturazione delle Ferro-vie, comporta per l’insieme del-la portualità della Sardegna. “Olbia – ha detto il Presidente della Regione – non può sosti-tuire Golfo Aranci specializzan-dosi come porto per le merci della Sardegna.

Anzi, vuole incrementare la propria vocazione turistica, il traffico da crociere, restando il più importante porto passegge-ri e salvaguardando la mitilicol-tura per le acque del golfo. Se

merci devono essere trasporta-te saranno quelle del nord est della Sardegna”.

A Cagliari, posta la vocazione turistica del porto nel centro storico, il Porto Canale con il nuovo banchinamento e senza più il monopolio Tirrenia è de-stinato a grande porto delle merci del sud dell’isola, mentre la Regione ipotizza che Porto Torres diventi sempre di più il porto per i collegamenti con il nord Italia, la Francia e anche Civitavecchia, come nodo di una linea internazionale che conta sulle ampie aree portuali e sul collegamento ferroviario.

In relazione al programma delle Ferrovie di interrompere il ser-vizio merci da Golfo Aranci, il Presidente Soru ha detto che l’obiettivo della Regione è quel-lo di arrivare alla continuità ter-ritoriale marittima per i passeg-geri e per le merci, mantenen-do bassi i costi del trasporto, sicuro e di qualità il servizio, e riducendo i costi ambientali.

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INCONTRO TRA REGIONE E CONFINDUSTRIA Assicurazioni di Soru e dell’assessore Broccia sulla politica dei tra-sporti relativa alle merci e ai passeggeri da e per la Sardegna

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Si apre uno spiraglio nella crisi che minaccia di travolgere l’intero sistema economico e produttivo dell’intera Sarde-gna. La Giunta ha approvato il Programma di infrastruttura-zione dell’ex cartiera di Arba-tax per la realizzazione di un polo produttivo della nautica. Il finanziamento complessivo è di 12 milioni 350mila euro.

Con questi fondi sarà infra-strutturata l’area dell’ex cartie-ra in funzione della nascita del polo nautico, con servizi tecni-ci e portuali, strade, ecc. I 12 milioni si aggiungono ai 17 mi-lioni spesi nell’asta per l’acquisizione delle aree. In po-chi mesi una delle storiche aree di crisi industriale della Sarde-gna chiude con un passato ventennale di una fabbrica in crisi e di un’area industriale bloccata, e apre una prospetti-va che comincia a diventare realtà produttiva. La delibera

della Regione è ciò che la parte pubblica mette di suo nell’accordo che si sta conclu-dendo con Azimut, impresa leader mondiale nella costruzio-ne di imbarcazioni di lusso, che ha annunciato per le prossime ore la firma del contratto con la Regione e, contemporanea-

mente, la costituzione di una società apposita del polo pro-duttivo di Arbatax con sede le-gale a Tortolì, anche questo in attuazione di un impegno chie-sto al gruppo privato dal Presi-dente Soru nelle prime fasi del-la trattativa.

Il sito recentemente è stato acquisito dalla Sarind, società controllata dalla Sfirs. L’area dell’ex cartiera è situata in prossimità della zona portuale e occupa un’area complessiva di 35 ettari. Le strutture esistenti e la loro ubicazione sono solo in parte riadattabili alle nuove finalità produttive che si inten-dono conseguire. La realizza-zione del polo nautico oltre a dare una boccata d’ossigeno all’occupazione po-trebbe dare un ulteriore spinta all’incremento del turismo nella zona.

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Polo nautico ad Arbatax Sorgerà nella ex cartiera di Arbatax e la Regione ha

stanziato allo scopo oltre dodici milioni di euro

La cartiera di Arbatax

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Il Presidente della Regione, Re-nato Soru, e l'Assessore regio-nale dei Trasporti, Sandro Broccia, il venti giugno dell’anno in corso hanno incon-trato nella sala Giunta di viale Trento i rappresentanti di Con-findustria, Api Sarda, Autorità portuali e organizzazioni sinda-cali e degli artigiani, per discu-tere dei trasporti da e per la Sardegna.

Tirrenia, Ferrovie dello Stato e trasporto merci, da e per la Sardegna, sono state al centro di questa riunione. “Questo in-contro - ha spiegato il Presi-dente Soru - nasce dal deside-rio di un confronto aperto con tutte le realtà che operano at-torno al settore dei trasporti, per condividere una strategia comune in un momento parti-colare.

Confermo che le Ferrovie dello Stato, dal 30 giugno, vogliono dismettere la linea da e per la Sardegna nella Golfo Aranci-Civitavecchia e molti servizi di trasporto merci ferroviario. È una Spa che ha oltre 500 milio-ni di euro di perdite e rischia di vivere la situazione dell’Alitalia, dunque sta cercando di fare tagli dove può”.

“C’è poi il tema della Tirrenia, che anche questo Governo si

sta ponendo in maniera attenta perché anche la Tirrenia è un costo da circa 300 milioni di euro all’anno. Il provvedimento del Consiglio dei Ministri di due giorni fa contiene un passo im-portante che ci riguarda: Tirre-nia Navigazioni dismette il tra-sporto pubblico locale per le isole minori. In Sardegna ci coinvolge per quanto riguarda i trasporti a La Maddalena e Car-loforte”.

Il Presidente Soru ha annuncia-to che, al più presto, sarà con-vocato per partecipare a un nuovo incontro a Palazzo Chigi al quale parteciperanno anche i Ministri dei Trasporti e dei Rap-porti con le Regioni, per cerca-re una soluzione che coinvolga gli interessi di tutti. “La conces-sione della Tirrenia - ha ricor-dato - scadeva il 30 dicembre

2008, ma con la Finanziaria 2007 è stata rinnovata per altri cinque anni in modo da accre-scerne l’appetibilità, mantenen-do il valore nel momento della privatizzazione.

Precedentemente, però, abbia-mo chiesto al Governo di far scadere la concessione alla sca-denza naturale. E credo che il Governo ci ascolterà”.“Non ci sarà più la Tirrenia, che ha un contributo statale e quindi fa una concorrenza sleale nei con-fronti degli altri operatori e, di fatto, li mette fuori gioco. Alcu-ni operatori si sono detti inte-ressati a coprire quelle tratte, nel momento in cui finirà que-sta concorrenza sleale”.“Qual è la posizione della Regione?

Innanzi tutto siamo convinti che c’è un buon sistema di con-tinuità territoriale

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I TRASPORTI IN SARDEGNA Confronto alla Regione del governatore Soru e l’assessore Broccia con imprenditori e rappresentanti sindacali sardi

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nel trasporto aereo, dunque quello schema dentro le regole europee - che dà la possibilità di fare una gara internazionale per trovare un operatore che assicuri una certa qualità di o-neri di servizi in tratte definite - mi sembra il sistema migliore per assicurarci quello di cui ab-biamo bisogno. Perché questo accada, dobbiamo azzerare le concessioni esistenti: oggi c’è soltanto quella della Tirrenia”.

Quel genere di gara, ha ricor-dato il Presidente Soru, “consente alla Regione di con-tribuire a finanziare la gara, abbattendo il costo dei servizi così come facciamo per gli ae-rei.

La gara europea è l’unica possi-bilità di dare sostanza anche ad una conquista che fu di questa Regione, nel 1962, dentro la legge di Rinascita, che preve-deva un finanziamento della continuità territoriale maritti-ma”.

Il Presidente Soru ha parlato del sistema dei porti sardi. “In ognuno di essi si vuole fare tut-to, e questo non funziona. For-se dovremmo specializzarci per ottenere massa critica, miglio-rare la qualità dei servizi e ab-

battere i costi. Così emerge che il porto di Golfo Aranci non vuole più fare il trasporto mer-ci, che potrebbe essere trasferi-to nel sistema portuale di Ca-gliari. Così facendo eviteremmo di convogliare i 150-200 auto-articolati che ogni giorno attra-versano la Sardegna da sud a nord”.

“Se lo Stato costruisce i ponti per altre regioni - ha aggiunto il Presidente - la nostra Regione ha la responsabilità di costruire un altro ponte. Cioè, potrebbe comprare due navi, in modo tale che ci sia un ponte da e

per la Sardegna. E se noi met-tiamo a disposizione questo ponte, probabilmente il costo del trasporto risulterà abbattu-to per gli utenti sardi che utiliz-zano questo sistema di traspor-to. Chiaramente ci servono le navi più adatte.

Il Porto canale di Cagliari, che non ha velleità turistiche, può specializzarsi in questo settore, oltre che nel transhipment. Por-to Torres può dare una risposta alla necessità del trasporto merci del nord Sardegna, e poi tra la Sardegna, Genova e la Francia”.

“Resta il grande interrogativo: in questa volontà di migliorare la qualità e il costo del traspor-to merci, è necessario che im-barchiamo le merci sui vagoni ferroviari o possiamo farne a meno?

E poi: nei traffici dentro la Sar-degna, ci serve il treno o no? Se serve il treno, certamente Ferrovie dello Stato non vorrà continuare a farlo, perché lo Stato non lo finanzierà più.

Ecco, su questo occorre un ra-gionamento di tutte le parti in-teressate”.

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PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - MAGGIO 2008

di Viola Pusceddu

Questo mio contributo alla di-vulgazione della verità è stato possibile grazie alla testimo-nianza del mio nonno paterno, Livio Pusceddu classe 1919, che partecipò alla battaglia di Lero, combattuta dalle forze italiane contro il nemico tede-sco. Il nonno, arruolato in Ma-rina, fu trasferito a La Madda-lena per l’addestramento mili-tare il 15 Dicembre 1939 e a fine Gennaio fu destinato all’isola di Lero, facente parte del Dodecaneso italiano.

La vita nell’isola fu relativa-mente tranquilla: ricordiamo che allora l’Italia era alleata con la Germania, e di conse-guenza le poche incursioni ae-ree che si ebbero tra il ’39 e il ’43 furono sferrate esclusiva-mente da bombardieri inglesi. La tranquillità dell’isola fu scon-volta l’8 settembre 1943 quan-do, con la caduta di Mussolini e l’armistizio firmato da Pietro Badoglio, i tedeschi avviarono l’invasione dei possedimenti dell’ “Italia traditrice”: tra que-sti vi era appunto il Dodecane-so.L’offensiva iniziò il 26 set-tembre e si protrasse fino al 16 novembre (dopo ben 187 in-cursioni aeree), quando fu pro-clamata la resa italiana davanti alla definitiva occupazione te-desca dell’isola. Il 17 Novem-bre gran parte dei militari ita-liani furono fatti prigionieri e trasportati in treno,ovvero in carri ferroviari e in condizioni disumane, fino al campo di

concentramento di Dortmund, dopo un viaggio di 31 gior-ni,dove la vita, come si può ben immaginare, fu durissima: il lavoro era pesante, il cibo quasi assente e il trat-tamento al di là di qualsiasi credibile catti-veria.

Il mio nonno restò a Dortmund per circa 2 anni, fino alla liberazio-ne del campo, avvenu-ta il 25 aprile 1945 a opera degli americani.

Il suo ritorno in Sarde-gna è datato 20 Agosto 1945: in mano poche cose e 36 chili in corpo… e una profonda tri-stezza nell’animo per il dolore patito in prima persona e dalle migliaia di compagni, che non hanno più trovato la strada di casa dai teatri di guerra e dai campi di prigionia.

La battaglia di Lero non è cita-ta nella maggior parte dei libri di storia, ma solo a persone come mio nonno si deve se le vicende dell’isola sono state raccontate, laddove la storio-grafia ufficiale ha peccato di manchevolezza.Solo grazie alla testimonianza di chi ha vissuto quei terribili mesi ed è soprav-vissuto al massacro, noi oggi possiamo venire a conoscenza della caparbietà e dell’orgoglio di quei soldati che, davanti ad un nemico nettamente superio-re e ben armato, hanno com-

battuto fino all’ultimo giorno per proteggere la nostra Pa-tria.A volte mi capita di pensa-re che mio nonno avrebbe po-tuto fare la stessa triste fine di tanti commilitoni,invece è riu-scito allora a sopravvivere, ci-bandosi di bucce di patate, la-vorando duramente e piangen-do i suoi compagni uccisi dalle guardie tedesche del campo di Dortmund, e ad essere oggi una TESTIMONIANZA vivente che, attraverso i racconti, rie-sce a far ancora capire quanto la guerra sia insensata e terri-bile.

La battaglia di Lero merita di essere tramandata di genera-zione in generazione, per ono-rare tutti quegli uomini che hanno donato la loro vita per difendere l’Italia e il suo popo-lo.

La battaglia di Lero La strenua resistenza contro i tedeschi dei nostri soldati che dopo l’otto settembre 1943 non vollero tradire la volontà della nazione

Nonno Livio Pusceddu al suo 81° compleanno

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La storia del Dodecaneso

Nel 1082 Venezia stipulò un accordo commerciale con l’Impero bizantino e nel 1204 il governatore, dichiaratosi indi-pendente dall’imperatore di Bi-sanzio, pose Rodi, isola mag-giore, sotto la protezione del Leone di San Marco.

Nel secolo successivo subentrò l’influenza genovese: il dominio di Genova cessò il 20 Dicembre del 1522, quando l’isola fu con-quistata dall’impero ottomano. Si concludeva così il periodo “cristiano” del Dodecaneso.

Tutte le isole entrarono a far parte del possedimento otto-mano: con i nuovi padroni, l’arcipelago non subì grandi cambiamenti.

Proprio ai musulmani si devono le grandi opere realizzate nel capoluogo e nelle isole circo-stanti: furono edificate tantissi-me opere pubbliche destinate alla popolazione, come bagni pubblici e fontane, inoltre i mu-sulmani si mostrarono tolleranti e rispettosi nei confronti delle popolazioni “infedeli”.

Con l’avvento della crisi econo-mico-politica dell’impero otto-mano, le isole risentirono forte-mente del calo di commercio e della scarsità di materie e beni di prima necessità; tuttavia es-

se, dal 1683, rimasero sotto il controllo ottomano per altri due secoli, fino all’arrivo degli Italia-ni.

La conquista del Dodecaneso si intrecciò con l’avventura impe-rialistica della guerra libica, vo-luta dal governo Giolitti nel 1911.La prima isola conquistata fu Stampalia, che divenne la base dell’operazione di conqui-sta delle Sporadi meridionali.

Pian piano il dominio italiano si affermò ,“militarmente” ma non diplomaticamente, in tutto il Dodecaneso: l’impero ottoma-no si avviava ormai al declino e con il trattato di Losanna, fir-mato il 18 ottobre del 1912, venne dichiarata la sovranità “temporanea” italiana sulle Sporadi meridionali, che viene

ulteriormente affermata dal secondo trattato di Losanna, del 24 luglio 1923.

Con l’avvento del fascismo in Italia, la situazione continuò a maturare.Mussolini manifestò la sua volontà di estendere il do-minio su tutto il Mediterraneo: tentò di impadronirsi militar-mente dell’isola di Corfù, pos-sedimento greco.

A causa dell’intervento della Società delle Nazioni, il duce dovette ordinare il rientro della flotta in missione: fu questa una delle prime sconfitte diplo-matiche dell’Italia fascista, co-stretta a ridimensionare le sue pretese espansionistiche.

In ogni caso, la sovranità italia-na sul Dodecaneso era ormai confermata.

Il Dodecaneso: da punto d’incontro tra due civiltà a zona di inte-resse strategico per l’espansione coloniale italiana

Le 14 isole che compon-gono il Dodecaneso sono Rodi, Calchi, Calino, Ca-so, Coo, Castelrosso, Le-ro, Lisso, Nisiro, Patmo, Piscopi, Scarpanto, Simi e Stampalia.

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La guerra

Fino al 1936 le isole dell’Egeo furono considerate un possedi-mento tranquillo, controllabile soltanto attraverso le forze dell’ordine di qualsiasi altra cit-tadina.

La situazione mutò improvvisa-mente con l’espansione colo-niale di Mussolini: dopo la guerra in Etiopia e la firma del Patto d’Acciaio le isole furono trasformate in vere e proprie fortezze, munite di batterie di cannoni rivolte verso il mare, aeroporti e basi navali.

L’isola di Lero fu trasformata in una grande base per sommer-gibili, munita di arsenale, ca-serme, depositi di carburante, centrali elettriche sotterranee, bacini di carenaggio e depositi d’acqua.

Con l’entrata dell’Italia in guer-ra, il 10 giugno 1940, la vita del possedimento italiano non subì particolari cambiamenti: cessò l’arrivo di turisti, il cibo venne razionato.

Nei primi due anni della guerra i bombardamenti inglesi furono pressoché sporadici, e provoca-rono dei danni di lieve entità.

La situazione alimentare dell’arcipelago peggiorò quan-do, il 28 ottobre 1940, Mussoli-ni spezzò i collegamenti con la Grecia: le isole si videro inter-rompere le comunicazioni con l’Italia fino alla sconfitta l’greca, ma anche a quel punto arrivo di aiuti rimase fortemente in-stabile.

In ogni caso, la produzione a-gricola locale riuscì a sfamare sia la popolazione sia i militari italiani e tedeschi, questi ultimi sempre più numerosi dall’inizio

del ’43 in poi. Sia per gli inglesi che per i tedeschi, l’arcipelago possedeva un importante valo-re strategico: Churchill aveva deciso di conquistare l’isola, ma l’esercito britannico era impe-gnato nella battaglia libica con-tro gli italiani.

Per quanto riguarda i tedeschi, vediamo come essi, con il pre-testo di fornire aiuti bellici e di prima necessità, cominciarono ad inviare nelle isole piccoli contingenti.

La presenza dei tedeschi non sembrò dare alcun fastidio al governo, ma arrivarono delle lamentele da parte del gover-natore, ammiraglio Campioni, che scrisse: “Qui è incominciata un’invasione di tedeschi da tut-te le parti e in tutti i campi..”

In realtà i tedeschi seguivano un piano preciso che avrebbe preso avvio se, come prevede-vano, Mussolini fosse caduto e l’Italia si fosse arresa agli Allea-ti.

Infatti, di lì a poco, il regime fascista cadde, e sul Dodecane-so infuriò la guerra. La sera dell’8 settembre 1943 giunse a Rodi la notizia della firma dell’armistizio. Mentre i militari

italiani si lasciavano andare a esaltazioni e feste, gli ormai ex alleati tedeschi si erano già messi in marcia, risultando pronti alla battaglia il 9 matti-na. Nonostante l’ultimatum, i soldati italiani presero in spalla le armi e si posizionarono nei punti strategici intorno alla città di Rodi, primo bersaglio delle colonne tedesche.

I tedeschi si trovavano in nu-mero nettamente inferiore ri-spetto agli italiani, ma nono-stante tutto riuscirono ad avere la meglio sulle nostre truppe, che si arresero sotto l’ordine dell’ammiraglio Campioni, per un motivo non preciso.

Alcuni reparti, che non ricevet-tero l’ordine in tempo, conti-nuarono a compiere il loro do-vere, nella speranza di resistere fino all’arrivo degli inglesi, che promisero appunto un concreto aiuto alle truppe italiane contro il nemico.

La risposta degli inglesi fu, in-vece, positiva per quanto ri-guarda la battaglia che si svol-se a Lero, il cui governatore era l’ammiraglio Luigi Mascher-pa, che aveva rifiutato imme-diatamente la richiesta di resa.

PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - AGOSTO 2008

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PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - MAGGIO 2008

La resistenza di Lero

Al momento dell’armistizio, nell’isola di Lero non erano pre-senti truppe germaniche e il governatore, Luigi Mascherpa, respinse con forza l’ordine di resa inviatogli dal generale te-desco Kleemann.

La base navale era intatta e fornita di buone scorte alimen-tari, la difesa era formata da 24 batterie con un centinaio di cannoni, dei quali la maggior parte era “cimelio” della Prima Guerra Mondiale. Le truppe e-rano composte da 6000 mari-nai, 1200 fanti, 400 avieri e 400 appartenenti ai corpi della Guardia di Finanza e dei Cara-binieri.

Anche a Lero, la notizia dell’armistizio produsse gioia e incredulità, a cui seguì però la proclamazione dello stato di emergenza.

Virgilio Spigai, nel suo libro di memorie, fa questa descrizione dell’ammiraglio Mascherpa:

“Era rimasto tutto di un pezzo mentre il paese si stava sfa-sciando. I suoi tesori erano la moglie che adorava e il suo berretto che nei momenti di stizza metteva sulle ventitré. Era un ufficiale di Marina all’antica, più soldato e marina-io che tecnico e scienziato[…]”

Il 9 settembre dette ordine a tutte le navi nell’Egeo di rien-trare a Lero, molte delle quali però rimasero intrappolate a Creta.

A questo punto, diventava fon-damentale per i Tedeschi con-quistare Lero, come già detto l’isola più importante strategi-

camente; si resero però conto che per prendere l’isola avreb-bero prima dovuto distruggere tutte le sue batterie, e per que-sto trasferirono nelle isole vici-ne un intero corpo aereo.

Per sfortuna italiana, da ex al-leati, i tedeschi conoscevano bene la dislocazione di tutti i punti strategici del comando militare, e contavano inoltre su uno spirito combattivo minimo, se non nullo, da parte degli ita-liani: punto in cui si sbagliaro-no, perché i nostri soldati com-batterono valorosamente fino alla fine.

All’alba del 12 novembre 1943, venne dato avvio all’operazione tedesca “Leopard”: il piano pre-vedeva l’occupazione della par-te centrale dell’isola, per poi estendersi verso le estremità; il numero dei tedeschi era nuova-mente inferiore a quello italia-no.

Spigai racconta: “ passai in ras-segna tutti i reparti ripetendo la frase –chi non vuole combatte-re è libero di non farlo- ed ogni volta ottenevo in risposta le parole –Viva l’Italia, viva il Re!-“

Ma facciamo qualche passo in-

dietro. Dopo l’armistizio, i con-tatti con il comando inglese si erano intensificati,e tra il 16 e il 20 settembre vennero inviati circa 1000 soldati britannici, che combatterono al fianco de-gli italiani per la stessa nobile causa: sconfiggere la Germa-nia.

Il primo attacco aereo su Lero si ebbe la mattina del 26 set-tembre, quando una formazio-ne di Stuka bombardò feroce-mente tutto il territorio. A que-sto primo bombardamento, co-me già detto, ne seguirono altri 186.

I risultati delle incursioni aeree furono disastrosi: vennero di-strutte le caserme principali, affondati molti cacciatorpedi-niere ( tra cui il greco “Olga”, che al momento dell’attacco aveva a bordo, oltre l’equipaggio, una scolaresca elementare ), distrutti depositi di carburante e acqua; furono bersagliati anche gli ospedali, i luoghi di culto e le abitazioni civili.

Ma nonostante la distruzione materiale e psicologica, gli ita-liani erano sempre più determi-nati a battersi fino alla fine, anche in caso di sconfitta.

Nella foto: battaglia aeronavale nell’Egeo

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PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - MAGGIO 2008

Il punto debole degli italiani, però, fu sicuramente la vec-chiaia degli armamenti e la mancanza di munizioni, che li costrinsero a cessare il fuoco anche a battaglia inoltrata.

Un corrispondente di guerra britannico descrisse nel suo libro un episodio della reazione italiana agli attacchi aerei:

“Capitai vicino alla postazione di una mitragliera contraerea italiana, quando il primo Stuka cominciò la sua urlante picchia-ta. Il cannoniere aveva sparato tutta la mattina con grande slancio e prodigalità[..].Stava lì in attesa con gli occhi scintillan-ti.

Quindi quando il velivolo giunse a distanza ravvicinata, gli sca-raventò nel ventre un torrente di proiettili. Lo Stuka sbandò, si riprese e si allontanò verso Co-o, lasciando una lunga e sottile traccia di fumo nero.

Enormemente deliziato, si rivol-se verso di me e sghignazzò di piacere. Era raggiante. Aveva il volto di un legionario romano[…]”

Il 1° novembre cessarono le incursioni aeree, e si ebbe una

pausa di 6 giorni, utili agli italiani per riparare i danni subiti in quei 35 giorni di terrore.

Ma tra l’11 e il 12 novem-bre venne segnalata la presenza di forze navali sospette: su ordine di Spi-gai fu aperto il fuoco, e le navi si allontanarono, per poi tornare intorno alle 3 del mattino nella parte sud-ovest dell’isola, dove vennero nuovamente pre-se di mira dai proiettili delle batterie.

Nel frattempo, però, un gruppo di tedeschi riuscì a sbarcare indisturbato dal-la costa semi-nascosta dell’isola, e subito raggiunse la batteria più vicina impegnando-si in un terribile corpo a corpo.

Altre navi tedesche tentarono lo sbarco, ma furono pronta-mente arginate dagli italiani, che dovettero però impegnarsi doppiamente a causa dell’aggiuntivo attacco aereo a opera degli Stuka.

Seicento paracadutisti furono lanciati nell’isola, ma soltanto pochi sopravvissero e riusciro-

no ad espugnare, do-po strenua battaglia, alcune batterie.

La conquista delle bat-terie, però, continuò ad aumentare in quan-to il comando inglese tardava a dare l’ordine di contrattacco, avvia-tosi soltanto il 13 sera: italiani e inglesi riusci-rono a rimpossessarsi di qualche batteria.

I tedeschi tornarono al vero e proprio attacco il mattino dopo, spal-leggiati dalle continue incursioni aeree. Dopo

altri due giorni di battaglia, nei quali gli italiani, anche se pove-ri di munizioni e aiuti, riusciro-no a tener testa al nemico, il 16 novembre si disputò la bat-taglia finale, sicuramente la più sanguinosa.

Arrivò un ultimatum di resa, che prontamente Mascherpa respinse; dopo molte ore di battaglia , però, la situazione divenne insostenibile e l’ammiraglio, pur a malincuore, dovette ordinare la resa ai suoi soldati. Non si conosce il nu-mero preciso delle perdite ita-liane e inglesi a Lero. Alcuni parlano di 1000 tra morti e feri-ti, altri di 600.

Non tutti persero la vita in combattimento o sotto le bom-be: molti furono trucidati dopo la resa, altri rinchiusi in campi recintati per giorni per poi es-sere deportati nei campi di con-centramento in Germania. Molti tra essi morirono di fame e stenti, altri uccisi per colpe ine-sistenti, come non alzarsi da terra per mancanza di forze, oppure per il possesso di una scatoletta di sardine. L’ammiraglio Inigo Campioni

L’ammiraglio Luigi Mascherpa

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PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - MAGGIO 2008

L’ammiraglio Mascherpa venne preso pri-gioniero alle 22 del 16 novembre: egli tenne un breve discorso ai suoi uomini, dicendo loro di non aver alcun rimpianto poiché tutti avevano fatto il loro dovere.

Rinunciò alla fuga per ben due volte e in-sieme all’ammiraglio Campioni attese il processo che il 22 maggio 1944 condannò entrambi alla morte per fucilazione, ese-guita due giorni dopo alla periferia di Par-ma.

L’abate Paolo De Vincentis, cappellano del carcere di Parma in cui erano detenuti i due ammiragli, descrisse le loro ultime ore di vita in una lettera inviata dopo la guer-ra a padre Igino Lega, il cappellano di Le-ro che eroicamente compì il suo dovere sacerdotale prestando assistenza spiritua-le e materiale ai combattenti.

[…]Il 22 maggio si ebbe il processo termi-nato con la sentenza di morte. Appena lo seppi corsi al carcere: trovai Mascherpa sereno, come se nulla fosse avvenuto. Io non riuscivo a frenare i singhiozzi; e lui, con Campioni, mi confortava, dicendo che non bisognava temere la morte.[…]Ma la sera del 23 fui avvisato che al mattino se-guente ci sarebbe stata l’esecuzione; e venni incaricato di darne notizia ai due condannati.[…] Andai a svegliarli alle 2,30 del mattino.

Egli, vedendomi ad ora così insolita, com-prese subito e mi chiese –Padre, dunque ci siamo?- […] Si confessò e assistette al-la S.Messa che io celebrai in una stanza del carcere. Al momento della Comunione rivolsi a lui e al suo compagno brevi paro-le[…]

Poco dopo le 5, fummo chiamati: era il momento di partire per il luogo dell’esecuzione, situato alla periferia della città.[…] Il Brigadiere si avvicinò rispetto-so e turbato e facendo le più vive scuse, disse che aveva l’ordine di porre le manet-te.

Fu questo il momento in cui i due condan-

nati mostrarono la più grande tristezza[..] Il brigadiere buttò i ferri in fondo all’automezzo e lasciò salire a mani libere i due ammiragli.

[…]

Giunti davanti al plotone, scambiò un af-fettuoso abbraccio con Campioni, con me e con l’altro sacerdote. Baciò il Crocifisso; e acconsentì alla promessa che gli feci, di dargli l’Estrema Unzione appena colpito. Gli fu fatto cenno di sedersi, ma volle re-stare in piedi.

C’era anche la benda, non volle essere bendato. Mi scostai lateralmente di pochi passi: e lo vidi lì, alto come sull’attenti, col largo petto in fuori, con lo sguardo e il volto austeramente severo. Disse con vo-ce energica, al plotone d’esecuzione – Ra-gazzi, ricordatevi dell’Italia: rifatela più grande e più bella di prima…-

In quel momento partì la raffica; ed egli cadde al suolo. Era stato colpito al petto: il viso era ancora sereno, autorevole, rag-giante di austera bellezza. Accorsi subito a dargli l’Estrema Unzione e poi ne com-posi la salma in una modesta cassa[…]”

Bibliografia - “Isole dimenticate” Ettore Vittoriani, casa editrice Le Lettere 2002.

- “Lero” Virgilio Spigai, società editrice Tirrena 1949.

La morte dei due ufficiali

Nella foto: Viola Pusceddu

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PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - MAGGIO 2008 PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - AGOSTO 2008

Dopo 24 anni, la Regione ripro-pone i contributi per l’acquisto, la costruzione e il recupero del-la prima casa che richiama i cosiddetti “buoni casa”, che avevano riscontrato un buon gradimento da parte dei cittadi-ni sardi. Si tratta di un pro-gramma straordinario di edilizia abitativa che mette a disposi-zione 25 milioni di euro a fondo perduto: potranno soddisfare non meno di mille domande, grazie al bando che sarà pub-blicato in seguito sul Buras.“La Finanziaria 2008 - spiega l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Carlo Mannoni - ha confermato la politica di edilizia residenziale di questa Giunta. È un aiuto diretto alle famiglie che affianca i tradizionali mutui concessi sul fondo della legge regionale n. 32/1985 e confer-mati anche nel 2008 con una disponibilità finanziaria di 37,5 milioni di euro, i quali però ab-battono gli interessi bancari”. Su tale fondo nel corso del 2007 sono state finanziate qua-si 4.000 domande, di cui 1.761 a tasso zero per le giovani cop-pie. “Il nuovo bando - annuncia l’assessore Mannoni - erogherà contributi sino a un massimo di 25mila euro, concessi a fondo perduto. Il bando avrà una du-rata di 90 giorni: gli utenti po-tranno compilare on line i mo-duli di richiesta: il software pre-disposto dalla Regione guiderà la compilazione e correggerà gli eventuali errori. Le domande, comunque, dovranno essere stampate su carta e inviate alla Regione. Dal 30 giugno, inoltre,

sarà disponibile un “Numero Verde per gli utenti”.

La graduatoria sarà pronta nell’arco di sette-dieci giorni dalla conclusione della proce-dura di acquisizione delle do-mande. Come disposto dalla legge finanziaria regionale 2008 del Consiglio regionale: sarà garantita la priorità alle famiglie di nuova formazione e ai genitori soli con figli a carico e, sul piano degli interventi, sarà data la priorità al recupero e all'acquisto del patrimonio edilizio esistente, nel rispetto del territorio e dell'ambiente. Per la presentazione della do-manda non sarà necessario al-legare alcun documento.“Ci basiamo su un rapporto di fidu-cia con i cittadini, infatti chie-diamo una serie di autocertifi-cazioni - spiega Mannoni -. Tut-tavia, saranno fatti controlli a campione. Ogni nucleo familia-re potrà scegliere l’aiuto più adatto alle sue esigenze, richie-

dendo così un contributo a fon-do perduto o un abbattimento degli interessi dei mutui acce-dendo al fondo della legge re-gionale n. 32/1985”.

L’assessore Mannoni ricorda che, per l’aiuto diretto alle fa-miglie per il triennio 2008-2010, la Regione ha stanziato complessivamente 106 milioni euro. Per la realizzazione e il recupero di alloggi di edilizia pubblica residenziale, a canone moderato o a canone sociale, nel biennio 2007-2008 sono stati invece stanziati 147 milioni di euro. Di questi, 35 milioni sono stati attribuiti a 43 Comu-ni per il recupero di alloggi da assegnare a canone moderato ai quali si aggiungono 56 milio-ni disponibili con il bando per il recupero delle abitazioni nei centri storici: da assegnare a canone sociale a cui hanno par-tecipato 114 Comuni sardi, per una richiesta complessiva di 133 milioni di euro.

Mutui regionali per la prima casa Previsti finanziamenti a fondo perduto per le famiglie di nuova formazione

Uno scorcio del porto del capoluogo della Sardegna

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PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - MAGGIO 2008 PERIODICO DI POLITICA E COSTUME IL CENTRO N° 3 - AGOSTO 2008

Il Presidente della Regione, Re-nato Soru, ha partecipato il 27 giugno dell’anno in corso a Cor-te insieme al Presidente della Co r s i ca , Age San t i n i , a l l ’ i n a u g u r a z i o n e dell’esposizione “Isuli sureddi Corsica-Sardegna. Due isole allo specchio”, che resterà a-perta al Museo della Corsica sino al 30 dicembre e che mo-stra attraverso l’arte, la foto-grafia e i costumi i molti tratti comuni e anche le differenze tra le due isole.

Il Presidente Santini ha ricevuto il Presidente della Sardegna poco dopo mezzogiorno a Calvi, dove si è svolto il primo incon-tro di alcune ore che ha fatto seguito a quello di novembre a Livorno, presente anche il Go-vernatore della Toscana, Clau-dio Martini, sui problemi e le prospettive comuni delle due regioni.

I Presidenti di Sardegna e Cor-sica si sono detti d’accordo per lavorare da subito all’apertura di tutte le possibili vie di comu-nicazione tra le due isole, a co-minciare da un volo aereo plu-risettimanale per il quale la Re-gione Sardegna si è detta di-sposta a dare tutto il sostegno

possibile, e la Corsica a mettere a disposizione una propria com-pagnia aerea.

Le due Regioni definiranno pre-sto anche le modalità di intesa tra i porti della Sardegna e del-la Corsica all’interno delle auto-strade del mare e dei grandi collegamenti marittimi che at-traverseranno il Mediterraneo da nord a sud e da est a ovest. Una delle priorità della Corsica in questo quadro di collabora-zione è costituito dal gasdotto Galsi il quale, attraversando la Sardegna sino al Golfo di Olbia, suscita l’interesse della Corsica che è esclusa dei metanodotti e ha invece interesse al gas alge-rino per alimentare le centrali oggi a olio combustibile e a for-nire il gas di città alle due aree vaste di Ajaccio e Bastia.

Anche nel breve discorso tenu-to a Corte dal Presidente Soru, l’accento è caduto sulla cultura come principale via di comuni-

cazione per avvicinare “le due isole gemelle separate dalla nascita”. In un prossimo incon-tro in Sardegna tra i Presidenti delle due Regioni saranno sot-toscritte delle intese per favori-re lo scambio culturale tra uni-versità e la partecipazione di studenti corsi alle Facoltà della Sardegna e viceversa.

Il Presidente Santini ha ricorda-to come le due isole possano giocare insieme un importante ruolo nella Unione del Mediter-raneo, tema ricorrente dell’iniziativa del Presidente francese, Nicolas Sarkozy, e che sarà al centro dell’attenzione anche nella riu-nione del 18 luglio a Parigi tra i Capi di Stato e di Governo dell’area mediterranea.

Tra gli altri temi affrontati oggi quelli della lotta agli incendi e dello scambio di tecnologie e di esperienze nel campo delle e-nergie rinnovabili.

Dialogo tra Sardegna e Corsica I Presidenti delle due regioni Soru e Calvini fanno fronte comune sui problemi turistici e culturali durante una manifestazione a Corte

La città di Corte in Corsica

La Marina di Calvi in Corsica

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Pellegrino nel mondo (Al Papa Giovanni Paolo II) Ti ho visto,

lungo le strade del mondo,

recitare preghiere:

e l’uomo sbranava il fratello

dilaniando il tuo cuore.

Ti ho visto,

con l’animo a brandelli,

recitare preghiere

per il fratello assassino.

Ti ho visto,

Pellegrino nel mondo,

con l’occhio smarrito

raccogliere sofferenze

e farle sante

per offrirle al nostro Dio.

Ti ho visto,

camminare stanco

per aspri sentieri,

carico dei miei peccati.

Ti ho osservato,

chino davanti a Lei, mentre deponevi le nostre mi-serie

per raccogliere nuove speran-ze,

stanco, ma felice.

E Le dicevi: Totus tuus.

Esinanire

Esinanire per Te, mio Signore.

Quando ognuno sarà costretto al nulla,

dimmi, a chi lasceremo questo spazio?

È nelle tue mani il nostro desti-

no.

Per questo ti prego, Signore, cogli

l’anima quando il corpo, nell’affanno

ultimo, muterà sostanza e vita.

Infinità bontà, disperdi il corpo

ma fa che possa l’anima sve-gliarsi

e nella trasparenza eterna vive-re.

Stringetevi la mano

Il mio canto affido

agli uomini del mondo

perché si stringano la mano

sulle macerie dell’odio,

sulle idiozie dei partiti.

Stringetevi la mano, fratelli,

su monumenti d’affetto;

stringetevi la mano, fratelli,

con pensieri d’amore

e con rispetto dei pensieri.

Il mio canto affido

a te, fratello bianco,

a te, fratello nero:

stringetevi la mano

sulla diffidenza del colore.

Costruite monumenti di pace

sulla terra senza confini

fratelli bianchi e neri,

e accendete fuochi di speranza

su campanili e minareti

con una sola preghiera

e Dio non potrà essere insensi-bile

alle vostre voci.

Il Miracolo del pane

Sedevano ascoltando le ore, soli

i nonni, nella sera acre di fumo.

Il gelo di parole tormentava

pensieri senza pane né futuro.

Si spense, nel silenzio, la spe-ranza…

Sulla madia senza farina

alzò, mia nonna, la mano

e fece una croce, senza parole.

Poi venne l'Angelo del Signore

e sulle ali della miseria

posò il lievito, e, non disse pa-rola.

Scosse la testa, mio nonno

incredulo, al profumo caldo

di pane appena sfornato

e mormorò una preghiera...

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Poesie di

Gabriele Ortu

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ELEZIONI COMUNALI DI ASSEMINI 2008

GRAZIE… ...alle elettrici e agli elettori di Assemini

per il consenso accordatomi.

Cercherò di meritarmelo!

Giulio Mostallino Consigliere Comunale UDC