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Finestre aperte Periodico del Centro Beata Maria Bolognesi Onlus sostenitore della causa di canonizzazione della Beata Maria Bolognesi Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Quadrimestrale. In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta. Anno XXVI n. 2 / 2017 E-mail: [email protected] SITO internet: www.mariabolognesi.com Pagina Facebook: Beata Maria Bolognesi DIPINTO DELLA BEATA, 1980. poesia Estate… Ampio silenzio di un sogno senza sonno. Finestre aperte sull’acre odore di terra ferita, bagnata da gocce avare. Perle di sudore affaticate. Giardini accecati ubriacati sotto il peso disperato di frutti acerbi che il sole non sa più amare. Amori pensati non più vissuti sfumano lungo i sentieri dell’indifferenza. L’autunno ci offrirà sincero e generoso la sua morbida dolcezza. (Titti)

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Finestre apertePeriodico del Centro Beata Maria Bolognesi Onlus sostenitore della causa di canonizzazione della Beata Maria Bolognesi

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Ampio silenzio di un sogno senza sonno.Finestre apertesull’acre odoredi terra ferita, bagnatada gocce avare.

Perle di sudore affaticate.Giardini accecati ubriacatisotto il peso disperatodi frutti acerbiche il sole non sapiù amare.

Amori pensati non più vissutisfumano lungo i sentieridell’indifferenza.L’autunno ci offriràsincero e generosola sua morbida dolcezza.

(Titti)

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1 Estate… di Titti

2 La vita si rinnova a cura della Redazione

3 Editoriale di Maria Bertilla Franchetti

3 Agenda a cura della Redazione

4 Conversione di un cuore di Giuseppina Giacomini

6 Noi crediamo a cura della Redazione

8 Conoscere il nostro Centro di Luciano Faraon

10 Estate di Silvana Gullo Pensato

12 Le 7 efficacissime suppliche a cura di Súscipe

13 Sms - Mails - Lettere a cura della Redazione

14 Le vostre poesie a cura della Redazione

S ommario

n. 2 / 2017

Finestre apertePeriodico del Centro Beata Maria Bolognesi Onlus sostenitore della causa di canonizzazione della Beata Maria Bolognesi

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Ampio silenzio di un sogno senza sonno.Finestre apertesull’acre odoredi terra ferita, bagnatada gocce avare.

Perle di sudore affaticate.Giardini accecati ubriacatisotto il peso disperatodi frutti acerbiche il sole non sapiù amare.

Amori pensati non più vissutisfumano lungo i sentieridell’indifferenza.L’autunno ci offriràsincero e generosola sua morbida dolcezza.

(Titti)

Direttore Responsabile: Maria Bertilla Franchetti

Direttore: Giuseppina Giacomini

In redazione: Luciano Faraon, Maria Bertilla Franchetti, Silvana Gullo, Pierandrea Gusella, Maria Rosetta Menarello, Paola Munaro

Sede e Redazione: Centro Beata Maria Bolognesi onlus - Via G. tasso, 49 45100 Rovigo - telefono e fax: 0425.27931

Aut. Trib.: Rovigo n. 8/92 del 30/07/1992

Grafica: Roberto Chillon

Stampa: Papergraf.it S.r.l. - Piazzola sul Brenta (Pd)

Per offerte: Conto corrente postale 26145458

2 – Finestre aperte n. 2

Meraviglia della natura

La vita si rinnovaa cura della Redazione

La foto e la poesia ad essa abbinata, con il titolo estate, ci introducono nel clima di una nuova sta-gione che si è sempre contraddistinta per i colori

lussureggianti, ben diversi da quelli delicati della pri-mavera oramai alle spalle.

Ad un attento esame della foto che ci richiama la dol-cezza della laguna veneta (tetti sfumati, alghe grigio-ver-di, uccelli acquatici, acque trasparenti), fanno contrasto alcuni versetti della poesia, là dove aleggia una sorta di stupore malinconico per una stagione che – nel clima non più mediterraneo – ha perso la sua identità.

Guardiamo allora all’estate 2017: sembra voler chiudere gli occhi per non vedere lo scempio disuma-no provocato dall’uomo che come novello Golia si erge sul piccolo Davide munito di una semplice fionda con un sasso per contrastarlo e vincerlo, sicuro della bene-volenza del Signore. (Golia gigante prepotente e orgo-glioso, della stirpe dei Filistei; Davide piccolo, mite e umile della stirpe di Giuda). Da una parte c’è la forza, dall’altra la debolezza, questo è l’eterno dilemma anche per noi:ci basti ricordare il contenuto di alcune letture del Vangelo e alcuni scritti di San Paolo.

Pur incredulo, il poeta non perde la speranza, so-prattutto là dove intravvede avanzare un “autunno più caldo e generoso”.

Prima di passare ad altra pagina, fermiamoci un at-timo per ringraziare il Signore con queste parole: “hai fatto bene tutte le cose!”.

Cari lettori, se ne avrete il tempo, non dimenticate di portare qualche fiore all’altare della Madonna, la Re-gina degli Angeli e dei Santi. ■

Considerazione

Davide contro Golia, disegno di Martin Didier.

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Agenda

lunedì 12 giugno,

lunedì 17 luglio,

lunedì 14 agostoore 10.00 distribuzione alimentare presso il Centro Beata Maria Bolognesi - Onlus (C.B.M.B.)

da lunedì a venerdì (giorni feriali)

ore 16.30 recita Santo Rosario al Centro Beata Maria Bolognesi - Onlus (C.B.M.B.)

Aprile-Giugno 2017 – 3

EDITORIALEa cura di MaRia BeRtilla FRanchetti

Benedetto silenzio

Credo che le vite dei Santi siano altrettanti elogi al silenzio. E qui viene spontaneo il rimando a Maria, la madre di Gesù: «Custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore», come narra l’evangelista. Ci sono gran-

dezze che rischiano di sciuparsi nel momento stesso in cui vengono proferite, ci sono ispirazioni al silenzio che nascono nelle profondità delle anime, inenarrabili e significative al tempo stesso.

L’esistenza della Beata Maria Bolognesi è pure costellata di silenzi, che oggi si possono leggere come perle di abnegazione e abbandono all’Assoluto. Di lei conosciamo tanto, ma sempre molto poco: un mistero “con la firma di Dio” è stato il corso dei suoi anni, da un lato affaticati, dall’altro ricchi di tappe e di salite.

Sono gli “innamorati del Cielo” che non fanno rumore, che disdegnano di essere al centro dell’attenzione, che ricercano il silenzio come linfa di verità. E nel silenzio i viaggi sono lunghi, impegnativi, irti di domande. Scomodi per certi versi. Eppure quale bellezza contengono, o – paradossalmente – rivelano: sono la prova incontrovertibile che la Parola merita di essere ascoltata e coltivata; reclamano il riconoscimento dell’Unico Signore della storia.

«Il silenzio favorisce la rinascita della dimensione spirituale che la modernità ha soffocato sotto la spinta del razionalismo», assicura Michel Maffesoli, uno dei più originali sociologi francesi. Secondo lui, anzi, comunità, sacro, sentimento sostituiranno presto individuo, materialismo, ragione.

Nel silenzio nascono autentici capolavori ed è possibile dirimere quella parte oscura di noi che vorrebbe, per intemperanza, per presunzione o per capriccio di superbia, rubare la scena all’Eterno e Immenso Bene.

San Bernardo afferma: «Il silenzio è nostro custode e la nostra forza risiede in lui; il silenzio è il fondamento della vita spirituale, per mezzo di esso si acquisisce la giustizia e la virtù: parlate poco con gli uomini e sperate molto in Dio».

 «A che serve la solitudine del corpo se manca quella del cuore?», esclama San Gregorio. E l’Imitazione di Cristo suggerisce: «Colui che desidera servire Dio de-ve cercare ed amare la solitudine interiore, senza la quale la solitudine esteriore diventa moltitudine».

P. Baldassare Alvarez (maestro di Santa Teresa d’Avila e del Venerabile Ludo-vico da Puente gesuita), essendo stato interrogato da Claudio Acquaviva, suo su-periore, su come pregasse, rispose: «Medito talvolta ruminando nella mia mente qualche parola della Sacra Scrittura; altre volte ragiono e non medito, oppure mi tengo in silenzio e in riposo davanti a Dio». 

L’estate, che un po’ mette a tacere le occupazioni, regali giorni favorevoli per l’allenamento al silenzio e alla comtemplazione. E un pensiero sia rivolto spesso a San Giuseppe, di cui non ci è stata tramandata nemmeno una frase. Un cam-pione vero di silenzio e di fede vissuta, quindi di serena disponibilità a Dio e al suo piano. ■

… Grazie! …

Il Centro Beata Maria Bolo-gnesi - Onlus nel ringraziare

tutti i benefattori per la loro gene-rosità e per il dono del 5 x 1000, auspica che questi aiuti si possano rinnovare nel corso del 2017.

Sentiamo il piacere e il dovere di ricambiare il bene ricevuto con preghiere di intercessione rivolte alla nostra Madre Santa, come ci suggerisce Benedetto XVI: “Proteg-gi le nostre famiglie, perché siano luoghi di fede e di amore” . ■

Aiutaci ad aiutare chi suona e bussa

al Centro Beata Maria Bolognesi -

Onlus chiedendo la carità

DOnA IL tuO 5 x 1000

con la prossima dichiarazio-ne dei redditi 2017 indican-

do il codice fiscale del Centro

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4 – Finestre aperte n. 2

Sono un ex insegnante della Provincia di Treviso, in pen-sione.

Anni fa feci la scelta di segui-re la voce del cuore, amo pertanto pensare che il mio “trasferimento” da Oderzo (TV) a Rovigo, avvenuto nel lontano 3 luglio 1985, sia stato suggerito, preparato per tempo e poi reso operativo dalla nostra Ma-dre Celeste.

Un anno prima, infatti, nel po-meriggio del 14 agosto 1984, prima che si concludesse la vigilia della B.V. Maria Assunta, percepii dentro il cuore un invito delicato, al con-tempo forte e pressante, ma anche gioioso, a lasciare, appena possibi-le, la famiglia, quindi la scuola ed ogni altro tipo di impegni che al tempo erano in essere!

Queste brevi notizie, forse, sono già state rese pubbliche, pur tutta-via le ripeto per rinnovare con esse la mia immensa gratitudine verso questa “Donna vestita di sole, con la luna e le stelle sotto i piedi”, che in tante parti del mondo è stata ed è tuttora denigrata. Quante campa-gne denigratorie, come quella negli Stati Uniti, risalente al 15 agosto 2016!

Mi e vi chiedo: perché tanto or-rore? E poi aggiungo: “se ci sono queste persone che hanno perso il ben dell’intelletto, ci saranno pure persone sagge e umili di cuore che invocano, pregano e fanno conoscere le virtù e i meriti

della nostra Madre Santa?”.Nel corso del secolo XIX, il Mon-

fort – un grande sacerdote mariano – ha lasciato scritto che il secolo successivo sarebbe stato il tempo in cui l’esercito dei cristiani fede-li a Maria SS.ma avrebbe dovuto farsi carico dei propri compiti per allontanare – con l’aiuto dei Santi, dei Beati e degli Arcangeli in Cielo – l’azione devastante e sempre più insidiosa ed irrompente del nemico per eccellenza.

Il nostro agire non fomenti le sue trame per non cadere ingenua-mente nelle sue “trappole” – che dir si voglia – ma, consapevoli della nostra “fortezza di soldati di Cri-sto”, allontaniamo ogni paura, so-prattutto quella di far sentire e far conoscere a tutti la bellezza della nostra fede.

Sotto lo sguardo della Beata Vergine Maria

Conversione di un cuoredi Giuseppina GiacoMini

L a fede

Tiziano, L’Assunta, 1516, chiesa di S. Maria Gloriosa dei Frari, Venezia.

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Aprile-Giugno 2017 – 5

In terra qui da noi e in ogni angolo del mondo

di notte nel silenzioqualcuno innalza a te

che ora vivi in cielouna preghiera.

Il nostro cuore fragilenel tuo trova conforto

perché tu lo consolidonando pace e amore.

Accanto a te il cuore nostroche vuole farsi grande

non teme più le tenebreche incombono nel mondo

ch’è diventato freddo.

Immersi nel tuo cuore noi non abbiam paura

con te noi superiamo il male e ogni insidia;

quel male tutto oscuroche tenta di distruggere

la nostra veste biancacon te – che seie Madre e Figlia

di Dio la Luce Vera –si scioglie

e si dissolveperché da tempo

sul Cuore tuo feritoun altro grande Cuore

si è posato:è quello di tuo Figlio

immenso Dio d’Amore che vuole

assieme a tesalvare il nostro mondo.

Giusy

Maria, Madre d’amore

Non dimentichiamo neppure per un istante che sarà proprio la nostra Mamma a proteggerci nel tempo della prova!

Lei ci proteggerà tutti grandi e piccoli, senza distinzione, purché fedeli agli insegnamenti del Van-gelo, immettendo nei nostri cuori i suoi consigli materni, vivendo

attimo per attimo nella volontà di Dio.

Credo che questo scritto non abbia bisogno di approfondimenti, che potrebbero stancare il lettore, per cui termino con un canto poe-tico dedicato alla Madonna, perché la si possa pregare, onorare e vene-rare. ■

Madre della Speranza

Vorrei non farti piangereMadre della Speranzache stai offrendo al mondola veste sottile e penetrantedella tua bontà piena di primizie e ornamenti sacri.Vorrei asciugare quel volto tuo divinoche nella fede si fa per noi sorriso aperto e luminoso.

La Spada del Signoreti fa sempre profeta sul tuo popolo santo perché il cuore tuounito nell’amore al Padrea quello di tuo Figliosi sta facendo ardente più del fuoco.

Presto in ogni angolo del mondosaran baciati i piedi tuoidi pellegrina sulla terrache con amore purohai custodito la Parola.

Ma tu, Madre della Sapienzaapri ancora le labbra e parlaparla ancora di quel luminososanto eterno sonno che ti rapì.

Quel sonno che vai chiedendo a Diodi regalare ancora ai figli suoi ti prego fallo scendere nei nostri cuoriinfreddoliti e stanchicosì si vincerà – io prego e spero tanto –l’occulta notte oscura del male.

Giusy

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6 – Finestre aperte n. 2

La Quaresima è già alle spalle e stiamo camminando verso la Pentecoste, pur tuttavia la

sottoscritta ama soffermarsi sulle parole che Gesù, prima di conse-gnare Se stesso al Padre, (ore 15,00 del Venerdì Santo) rivolse al ladro-ne che aveva riconosciuto in Lui la divinità.

Vibrano nel cuore anche le paro-le che Gesù rivolse a Maria di Mag-dala, alle prime ore del mattino di Pasqua: “Lasciami andare, non sono ancora salito al Padre”.

In queste due affermazioni c’è, forse, qualcosa che non “quadra”?

Puntualizziamo che la nostra dottrina cattolica non è mai in con-traddizione! Ciò che conta ad un cristiano credente è di non accon-tentarsi degli insegnamenti appresi all’epoca della frequenza del cate-chismo per essere ammessi ai tre sacramenti della 1a Confessione-Comunione-Cresima.

L’importante è progredire nella conoscenza delle verità di Fede del-la nostra dottrina, ma ancor di più è importante dialogare con qual-che Sacerdote che dissipi le even-tuali perplessità, che non siamo in grado di allontanare dalla nostra mente, perché l’antico nemico è sempre all’opera.

Da persone semplici, possiamo dire apertamente che il Venerdì Santo è il primo giorno, quello del-la morte; Sabato, il secondo gior-no, quello dell’attesa; Domenica, il terzo giorno, quello della Risurre-zione.

A questo punto, se ritorniamo alle parole di Gesù rivolte al buon ladrone: “Oggi sarai con me in Pa-radiso”, è lecito porsi questa do-manda: “Quando?” Probabilmen-te la collocazione dell’avverbio

“Oggi” all’inizio della risposta, ha subìto qualche “manipolazione”, ben sapendo che la punteggiatura a quel tempo non era in uso; facile risolvere il tutto, inserendo – dopo l’avverbio temporale – queste due parole: “ti dico”. In altri termini: Oggi – Io ti dico – sarai con me in Paradiso.

Potrebbe essere la risposta alla prima domanda.

A questo punto, ricordando non solo i Novissimi, ma anche il luogo della Purificazione delle pro-prie colpe, ovvero il Purgatorio, ci chiediamo: di quale Paradiso Gesù parla?

Crediamo si debba pure ricor-dare l’espressione di Gesù, quando dice ai suoi discepoli: “Nella casa di mio Padre ci sono molte dimore!”.

Ognuno è libero di interpretare questa espressione in modo vario, con la certezza che l’Inferno non ve ne fa parte! Lodiamo, pertanto, il Signore per la sua grande Mise-ricordia.

Sentiamo pure il bisogno di ricor-dare l’esperienza vissuta da alcune persone che conosciamo, entrate in coma e poi uscite dallo stesso. In breve, esse raccontano di aver vissuto un’esperienza di pre-mor-

... Oggi sarai con me in Paradiso ...

noi crediamoa cura della Redazione

L a fede

Bottega di Tiziano, Cristo Crocifisso e il buon ladrone, 1560-1570,Bologna, Pinacoteca Nazionale.

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Aprile-Giugno 2017 – 7

te, recepita da ognuna in modo vario. Infatti, raccontano di aver visto:

1) un lungo tunnel nero in fon-do al quale c’era una grande luce;

2) una luce meravigliosa, ac-compagnata da una gioia immensa;

3) un bel prato verde, fiorito...

Trascurando altre segnalazio-ni, noi ci soffermiamo sulla parola “prato” e ci domandiamo se quel prato possa essere inteso come una sorta di “Giardino chiuso”, dimora dei nostri progenitori Adamo ed Eva. Risuonano nella mente anche altre definizioni, quali: Eden e Pa-radiso Terrestre.

Non si tratterebbe, quindi, di quel Paradiso, indicato nei Novis-simi.

Cari lettori, abbiate un po’ di pa-zienza, se ora vi invitiamo a ripren-dere in considerazione la Domenica di Pasqua.

Vi chiediamo: perché Gesù non è stato riconosciuto all’istante, dopo anni ed anni di contatti quotidiani? Prima di azzardare una risposta, ricordiamo a tutti che neppure i pellegrini che stavano recandosi ad Emmaus, Lo riconobbero subito, ma solo dopo che Gesù benedisse il Pane.

In breve, da una parte, credia-mo fermamente che l’Umanità del Risorto sia intimamente un tutto uno con la Divinità, che difficil-mente possiamo “affrontare con i sensi”; dall’altra, elemento non secondario, è necessario ricordar-si lo strazio delle carni di Gesù, perpetrato con crudeltà e rabbia da coloro che lo vollero morto in Croce.

Sicuramente i segni di quel mar-tirio non sono stati cancellati, per cui i lineamenti umani di Gesù po-trebbero conservare “qualcosa di diverso” rispetto a prima …

È sufficiente ricordare le parole del Maestro, durante le prime ap-parizioni ai discepoli, compresa

Il “Credo”

Io credo in Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra.

e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,

il quale fu concepito di Spirito Santo nacque da Maria Vergine,

patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, mori e fu sepolto; discese agli inferi;

il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra

di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi,

la remissione dei peccati, la risurrezione della carne,

la vita eterna. Amen.

Duccio di Buoninsegna, Apparizione agli apostoli, 1311

quella in cui si rivolge a Tommaso dicendogli: “Metti le mani ... e non essere incredulo…”.

Infine una considerazione anche sulla traduzione latina delle parole del Risorto: “Noli me tangere”.

Ritornano alla mente le foto di quella bambina, che piange e scap-pa via dal luogo in cui fu lanciata la prima bomba atomica in Giappone il 6 agosto 1945!

Pensate allora alla precauzione che ha ogni radiologo, quando una persona si sottopone ad una radio-grafia, ad una TAC, oppure ad una Risonanza magnetica...

In considerazione di quanto esposto, è naturale pensare al len-zuolo in cui sono state avvolte le sante spoglie di Gesù, lenzuolo co-nosciuto con il nome di Sindone; in essa è rimasta “incisa” la figura di Gesù del Santo Sepolcro.

Ci e vi chiediamo: potrebbe trat-tarsi di una sorta di esplosione ato-mica, permessa dal Padre Celeste per ridonare vita al Figlio Unigeni-to, che liberamente si era immolato per la nostra Redenzione?

A risentirci presto via mail, o po-sta, per eventuali repliche dei nostri lettori. ■

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8 – Finestre aperte n. 2

Il Centro Beata Maria Bolognesi

è una “Associazione privata di fedeli”

L’associazione è divenuta onLUS al fine di poter avere un intervento, adeguato ai tempi, nella società italiana a favore dei cristiani, che fanno riferimento per devozione ed imita-zione alla Beata Maria Bolognesi.

Lei è stata la prima laica impegnata nei confronti del prossi-mo con lo Spirito che successivamente la Chiesa con il Concilio ecumenico Vaticano II ha diffuso a tutta la comunità dei credenti.

“L’attività dell’associazione, secon-do lo spirito della carità cristiana e le disposizioni di cui al D.Lgs 460/97, è svolta ad esclusivo vantaggio delle persone svantaggiate”.

L’associazione non ha né patri-moni propri né rendite e può aiutare il prossimo che viene a bussare alla porta ricevendo da chi può donare an-che solo il corrispondente di un fioretto (caffè, sigarette, caramelle ...), aiutandoci così ad aiutare.

Dona il tuo 5 per mille al Centro Beata Maria Bolognesi scrivendo sulla denuncia dei redditi nell'apposita casella:

“Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all'art. 10, c. 1 lett. A) del D.Lgs n. $60/1977”.

FIRMA ......................................................... Codice fiscale del beneficiario (eventuale) 93020210295

Coordinate bancarie: Rovigo Banca - IBAn: It24D0898612200012000013485, c/c Conto intestato a Centro Beata Maria Bolognesi onlus

Coordinate postali c/c postale n. 26145458Conto intestato a Centro Beata Maria Bolognesi onlusoppure accedi al sito Centro Beata Ma-

ria Bolognesi ed usa PayPal.

AIUTACI A PREGARE: Recita un rosario al giorno.

Ogni giorno feriale – dalle 16,30 alle 17,30 – viene recita-

to il Santo Rosario nella Cappella del Centro, in attuazione del messaggio di Gesù alla Beata Maria Bolognesi del 1° gennaio 1960:

“Maria, Maria ti raccomando la reci-ta del Santo Rosario per la santificazione dei

sacerdoti e per tante vittime procurate con suicidi”.

Aiutaci ad aiutare con le tue preghiere e con la carità cristiana del tuo aiuto economico.

Rovigo, 13 maggio 2017

Il Presidente

Associazione non lucrativa - onlus 45100 Rovigo - Via tasso 49tel. e fax: 0425 27931 - Cell. 340 6162504 Cod. Fisc. 93020210295 ■

Lettera di presentazione

Conoscere il nostro Centrodi Luciano Faraon

A iutaci ad aiutare

Riportiamo la lettera del Presidente del Centro Avv. Luciano Faraon.

La sede del Centro Beata Maria Bolognesi;sopra la corona del Rosario a Lei dedicato.

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Aprile-Giugno 2017 – 9

Attraverso le sue creature

Il Creatore ci parlaa cura della redazione

il linguaggio dei fior i

AAgli inizi degli anni ’50, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, le sponde del fiume cittadino – il Monticano

di oderzo (tV) – si popolava di bambini per la quotidiana passeggiata delle ore 15.

Durante questo “svago”, i bambini cantavano una canzon-cina divertente, che ora è proposta all’attenzione dei nostri lettori:

C’era una piccola margheritina, nata da poco, assai carina,

diceva:mamma, voglio giocar, ma sono sola,

ma sono sola che posso far? (1)

Gioca col sole bambina mia, fa’ nascondino con allegria …

e la piccina col sol giocò,

ma lui sì grande, ma lui sì grande, non la trovò! (2)

I bambini di quel tempo, avranno sicuramente tra i 60 e i 70 anni di età, ecco perché ci rivolgiamo loro con queste parole:

“Cari nonni, la conoscevate questa poesia/canzone? Ci sono altre parti, che abbiamo dimenticate? Se sì, vi preghia-mo di mettervi in contatto con la Redazione (via mail o per

posta) per approfondimenti utili e necessari per non disper-dere un patrimonio storico, degno di attenzione”.

(1) Segue una sorta di cantilena a bassa voce, con ripetizione frequente di una sola nota.

(2) Come sopra. ■

Vista della Piazza Grande di Oderzo.

Quattro candele bruciavano lentamente. La prima disse: “Io sono la Pace! Nessuno riesce a tenermi accesa, penso

che mi spegnerò!”.La seconda disse: “Io sono la Fede! Da ora in poi non

sono più indispensabile; non ha senso che io resti accesa tanto tempo”. Quando finì di parlare una brezza soffiò e la spense.

triste, la terza candela parlò così: “Io sono l’Amore! Non ho abbastanza forza per rimanere accesa. La gente mi mette da parte e non considera-no quanto sia importante… si di-mentica dei nostri cari”… e senza aspettare si spense.

D’un tratto un bambino arrivò e vide le tre candele spente. “Perché siete spente? Avreste dovuto rimanere accese

fino alla fine!” e si mise a piangere.Parlò allora la quarta candela: “Non

avere paura, finché io avrò la fiamma ac-cesa potremo accendere le altre candele. Io sono la Speranza!”.

Con gli occhi lucidi il bambino pre-se la candela della speranza e accese le altre.

La Redazione ringrazia caldamente P. Mario Gallian che ha fatto perve- nire il testo sopra citato in occasione del santo Natale. ■

Una semplice intuizione

Le quattro candeledi Fr. didier op

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10 – Finestre aperte n. 2

I miei pensieri

Estatea cura di SiLvana GuLLo penSato

d ove nasce l’arcobaleno

■ �Poema spirituale d’estate

In punta di piedi varco i tuoi giardini Signore e mi coglie il profumo delle rose, rischiarati i pensieri, il cuore prende il

volo. nei limpidi atri passeggio, sorretta dall’inebriante tuo sorriso. e sussurri tenere parole, posi la tua mano sul mio ca-po e più non tremo. Mi conduci ad incontrare la donna di luce, un fuoco divampa tra le chiome e porta un diadema

nel cuore. tutto è sfavillio e cattura. tra le piccole mani strin-ge il bocciolo di bene, un prezioso libriccino, intitolato: “Una voce dentro l’anima”. e me ne fa dono. Si ravviva la vita che chiede nuova direzione. Mi introduci nel tempio benedetto e l’innocenza mi saluta, accogliendomi gioiosa. All’istante, l’ani-ma comprende d’essere al cospetto del Mistero. Un calore e una clemenza inaspettati dimorano nella mia realtà, aprendo la sorpresa

■ �La preghiera del credente

Padre nostro, l’Amore discreto e sollecito dell’ardente Cuore, nel profondo ci trasfor-

ma e l’anima silente ricerca il tuo Volto. L’ama-bile tocco segna i sentieri dell’esistenza nell’iti-nerario di conversione: illimitate opportunità condivise e gratuitamente profuse per la nostra salvezza, dall’origine della creazione. Le città ap-paiono percorribili e il credente che si lascia in-contrare dalla tua Gioia sa amare intensamente. Scintillano i doni di fede, di speranza e di carità nel tratto di vita: perle all’umanità consegnate e talenti da far fruttare. La bellezza piena e auten-tica di Tuo Figlio Gesù, radicata nelle vie della

coscienza e sulle strade dell’attualità, declama il potere disar-mante dell’Amore. ed è pienezza, per chi sa esultare al tuo passaggio. Fortezza e speranza ci colgono, nel conoscere che tu Signore sempre cammini a fianco dei deboli. Incarnata nel Grembo della Vergine Madre, in dolcezza, respira la Rivelazio-ne: il Salvatore nasce nel sole della originaria promessa e re-stituisce il sorriso smarrito all’uomo ferito. Si aprono i cieli e la terra incontra le acque in un amplesso fecondo, inenarrabile capolavoro tuo.

Padre, sul volto splendente di Maria Beata, ancella del nascondimento contemplativo e sconosciuta ai potenti, hai infuso un riverbero della grazia semplice e duratura. e nell’e-state che avanza, in mezzo ai papaveri vermigli e le spighe di grano dorato, lascia che la tua creatura ne trattenga le fra-granze.

■ �Maria Beata canta l’amore

La fanciulla dalle chiome di velluto, come la notte palpitan-te di un sogno ricorrente che appartiene a Dio, appare su-

bito “uno scrigno di sapienza”, gocce da assaporare dissetan-do gli aneliti. All’istante, si percepisce il garbo non comune: la nicchia materna, ove chi si abbandona alla cura della Prov-videnza, può sostare in beatitudine. La voce, quale sorgente di preziosissimi cristalli, irradianti il candore terso delle cime e le fragranze mediterranee, avvolge lo spazio dell’ampia e soleggiata stanza che affaccia sul mare. e tu ci inviti in un po-meriggio indimenticabile dell’estate ventilata. nell’oasi affol-lato di amici, l’Amore Bambino trascorre i giorni e i tramonti, in meditativi incontri ed invocazioni alla Vergine Madre Sua.

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Aprile-Giugno 2017 – 11

La Parola sa di miele e roccia e ruscelli, racconta la bellezza dei ritrovi festanti. Il creato rifrange la purezza dei doni divini e la devozione dei fedeli ai Cuori Immacolati di Gesù e di Maria Santissima. L’effluvio di caffè, sparso sulle terrazze prospicienti il golfo pittoresco, racconta l’amicizia e la comunione frater-na. e non v’è banchetto nuziale che non sveli della beltà del Cristo Risorto, l’ineffabile profumo; l’alito dello Spirito Santo, richiamato dai colori e dai pennelli, dai sonetti aggraziati del-la Mistica del Polesine, riporta la consapevolezza, la fiducia e l’offerta di sé pacifica. A Cana, come nella dimora della mistica di Rovigo, il sidro è versato nei calici degli invitati, una danza che scioglie il pianto, poiché dall’acqua è sgorgata la letizia. Rifiorisce la vita nei cuori creativi, la linfa dei nuovi pensieri scorre in giardini condivisi e in città più giuste e libere. La for-za rilucente del tuo perdono deterge la menzogna, disarma i potenti e sconfigge le divisioni. e rinasce l’era dell’amore negli sguardi aperti alla tenerezza e alla potenza dell’unica Verità che guarisce, riscatta e trasforma. Girasoli d’immenso esaltano il Divino tuo Amore Signore, nella festa ardente dei fiori, delle vette e delle onde estive. È sentimento smisurato, mirabile e tenero. Sole che non sottrae il raggio benefico del prodigio, poiché l’esultanza spegne le fredde e vuote soli-tudini. La lode e la gloria a te rivolte Signore, esprimono le tele vive di Maria Bolognesi, perennemente chinata sui po-veri. Innamorata della tua dolcezza, le sue rime cantano la compassione. e se ne sente l’eco sui sentieri moderni di vita e sulle sponde del cuore.

■ �La stagione di luce

L’estate scioglie le reti e sul mare il nazareno incita i pe-scatori rassegnati. Il miracolo della pesca abbondante è

benedizione, contro ogni sfiducia, rinuncia e disamore. Il Sal-

vatore si fa più vicino e l’estate ne annuncia la venuta. Se tu guardi al fico dai teneri rami, gravido di fiori e di frutti, sai con certezza che la felicità suprema sta per toccare la tua vita. Cre-di nella promessa della redenzione: ma come ogni stagione, pure l’estate che scalzo incontri all’alba, al meriggio e lungo il crepuscolo cambia e svanisce. Vi è un’unica ed insostitui-bile voce ad affermare una speranza, dai petali infiniti e che non muore: “Il cielo e la terra passeranno, le Mie parole non passeranno”! (San Marco capitolo 24 versetto 35) La poesia e la promessa del Messia.

■ �L’anima contempla i doni divini

Gesù, l’estate è prossima, lo leggo dalle prime foglie e dai frutti carnosi, partoriti dall’albero a te amico. Lo colgo

dalle nuvole docili e dalle rondini che sciolgono l’aria in melo-dia. e ti vengo ad abbracciare, nel sole di una estate speciale. e, mirando le stelle nel firmamento, voglio amarti con pudo-re e intensità. Sulla spiaggia bianca, ti ascolto nella brezza e nell’eco di una conchiglia sonora, ti adoro nel silenzio auro-rale e nell’abbandono dell’orgoglio, soccorrendo chi soffre ed è solo. tra le mani, granelli di buona notizia riverso sui giorni e l’onda tumultuosa del cuore trova pace. Sulle rive in-contaminate, l’anima contempla il dono. Poesia che trasuda il Tuo magistero di amore ineffabile! Inauditamente, tu riesci a stupire, Artista delle Meraviglie che l’universo custodisce. Sai essere esageratamente prodigo di tesori e getti in fondo al mare le miserie umane, la mia finitudine. te ne sono grata, o mio Signore, sostieni il nostro cammino! ■

Serena estate a te che leggi!

Milano, 1° maggio 2017

“Il cielo e la terra passeranno, le Mie parole non passeranno” .

(Mc 24,31)

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12 – Finestre aperte n. 2

P iccole riflessioni

ODio, vieni a salvarmi.Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spi-rito Santo, come era in principio e ora e sempre nei secoli dei secoli, amen.

1. Amabilissimo San Giusep-pe, per l’onore che ti concedet-te l’eterno Padre, innalzandoti a fare le sue veci in terra col suo Figlio Gesù, ed esserne padre putativo, ottienimi da Dio la gra-zia che desidero. Gloria al Padre...

2. Amabilissimo San Giuseppe, per l’amore che ti portò Gesù, rico-noscendoti qual tenero padre ed obbe-dendoti qual rispettoso figlio, implorami da Dio la grazia che ti domando. Gloria al Padre...

3. Purissimo San Giuseppe, per la grazia specialissima che ricevesti dallo Spirito Santo, quando ti diede in sposa la stessa sua sposa, Madre nostra carissima, implorami da Dio la grazia tanto desiderata. Gloria al Padre...

4. tenerissimo San Giuseppe, per l’amore purissimo con cui amasti Gesù come tuo Figlio e Dio, e Maria come tua di-letta sposa, prega l’altissimo Iddio, che mi conceda la grazia per cui ti supplico. Gloria al Padre...

5. Dolcissimo San Giuseppe, per il godimento grandissi-mo che sentiva il tuo cuore conversando con Gesù e Maria

e loro servendo, mi conceda il misericordio-sissimo Iddio la grazia che tanto bramo.

Gloria al Padre...

2. Fortunatissimo San Giusep-pe, per la bella sorte che avesti di morire fra le braccia di Gesù e di Maria, e di essere da loro confortato nella tua agonia e morte, mi ottenga la poten-te tua intercessione da Dio la grazia per cui ti prego. Gloria al Padre...

7. Gloriosissimo San Giusep-pe, per la riverenza che ha per te

tutta la Corte celeste, come Padre putativo di Gesù e sposo di Maria, e-

saudisci le suppliche che con viva fede ti faccio, ottenendomi la grazia che tanto

desidero. Così sia. Gloria al Padre...

– Prega per noi, o beato Giuseppe.– Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

■ Preghiamo

o Dio onnipotente, che nel tuo disegno di amore hai vo-luto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia pre-murosa di San Giuseppe, per sua intercessione, concedi alla Chiesa la stessa fedeltà nel condurre a compimento l’opera di salvezza. Per Cristo, nostro Signore. Amen. ■

Nel silenzio del suo cuore san Giuseppe ci aiuta

Le 7 efficacissime supplichea cura di SúScipe

Preghiera a San Giuseppe

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricor-riamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo

quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Ma-dre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteg-gi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli

errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, af-finché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eter-na beatitudine in cielo.

Amen.

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Aprile-Giugno 2017 – 13

Non aver paura

La porta, ora, non cigola più!a cura della redazione

La porta di casa mia era sempre tenuta chiusa a chiave, per-ché mi dava sicurezza: era una di quelle porte che ogni qual-

volta tentavo di aprire con forza, cigolava e si bloccava a metà, quasi mi invitasse a non uscire.

Ero sempre indecisa se andare o restare, perché inciampa-vo troppo spesso nei sentieri tortuosi della vita, perché andare controvento non mi piaceva e se il vento era a favore, temevo mi spingesse troppo forte, a tal punto da farmi perdere ogni riferi-mento, come ci si perde in un labirinto a metà percorso.

Il vento mi faceva chiudere gli occhi, mi im-pediva di guardare bene l’orizzonte, mi blocca-va le gambe. Una mattina d’inizio primavera, quando il sole filtra dalle finestre ed entra a scalfire anche le crepe più nascoste del cuore, aprii la porta di casa, ma si aprì velocemente, senza cigolare, si spalancò anche se non c’era vento, anche se le foglie erano ferme ed i fiori baciati dal sole nella loro immobilità.

Pensai che forse quello era un segnale: do-vevo uscire, fuggire dalla mia gabbia interiore, scappare dalle mie paure, come si scappa quando i bambini te-mono ci sia un mostro cattivo, nascosto dietro un albero, prende-re la valigia dei sogni, accompagnare per mano i miei desideri e provarci, almeno, a vedere il mondo fuori con occhi più profondi.

Il dubbio e la sensazione di smarrimento mi suggerirono di camminare, senza pensare, abbandonarmi, osservare il mondo che mi apparteneva e non guardarlo distrattamente.

Mi chiusi alle spalle la porta, e vi lasciai un pezzo di me, cam-minai a lungo, ma non avevo paura di perdermi, non avevo più paura di alzare lo sguardo. E proseguii con la libertà nell’anima, con la mente aperta ad accogliere, che non si limitava più a ri-flettere nei fiumi che incontravo i ricordi del passato, ma viag-giava verso un orizzonte futuro, verso l’esplorazione di mondi infiniti e complessi, l’anima e la coscienza.

A volte spaventava l’incertezza, ma la voglia di non fermarsi era più grande. Il cuore, abbattuto quel muro in cui era confina-

to, aveva ritrovato le sue funzioni di battere regolarmente, semplicemente perché quello era il suo compito, ed amare, perché aprirlo agli altri era più bello che tenerlo solo per sé.

Le gambe continuarono a muoversi, se le abbiamo ricevute in dono, meglio usarle per andare sempre avanti mi ripetevo, poiché dentro vi scorre linfa vitale, camminare senza mai fermarsi.

Ora sorrido, a volte piango, a volte prego, a volte mi inginocchio, ma in fondo la strada

è la nostra vita, la vita è la nostra strada e se da lassù qualcuno ha pensato di farci questo dono meraviglioso, nostro dovere è ac-cogliere tutto vivendo ogni passo come strumento per proseguire, conoscere, apprezzare, attraversare i cambiamenti, a volte perdere l’equilibrio, cadere, rialzarsi… ma sempre e comunque andare a-vanti. La porta, ora, non cigola più.

(elisabetta G.)

sms - mails - letter E

Io sono stata “miracolata” dalla Madonna per mezzo di Maria Bolognesi, proprio così lei vuole che si dica… è

una storia lunga, di 11 anni fa, quando fui colpita dalla sin-drome di Lyell, malattia che causa sofferenze pari a quelle di un vero ustionato… i medici chiamarono il sacerdote dell’ospedale per darmi l’estrema unzione, avevo la febbre oltre 42° da 5 giorni… poi miracolosamente e lentamen-te mi ripresi. Un giorno in ospedale, ormai fuori pericolo, sognai una donna con vestito nero e occhiali tondi, ca-pelli raccolti che mi diceva e ripeteva insistentemente di non essere stata lei, ma la Madonna, ripeteva sempre: “la Madonna ti ha salvata!”. A me non sembrava nemmeno un sogno, sembrava tutto così reale l’averla vista, quelle parole ancora mi risuonano nella testa… e quel viso non ho smesso mai di cercarlo! ora l’ho trovato, non so come, ma so che Maria Bolognesi è stata sempre vicino a me. Poi leggendo la sua storia e il miracolo ho avuto un sussulto! È

la stessa malattia del bimbo miracolato… mi viene la pel-le d’oca. Spero di venire a trovarla al più presto! Grazie di cuore…

(Jessica)

Cara Maria, sono un uomo provato dalle sofferenze del-la vita ma sempre credente, sto con fatica cercando di

vivere con la Speranza; nel mio cammino trovo tante perso-ne che sono per me esempio e riferimento nella fede, tanti segni di chiara speranza. ti chiedo di intercedere per me e per tutte le famiglie che oggi sono ferite e lacerate affin-chè la Speranza non tramonti mai né per i miei né per i loro giorni. Grazie

(Alessandro)

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14 – Finestre aperte n. 2

Scelte per voi

Le vostre poesiea cura della redazione

P oesia

O Giacomo,se nella sofferta breve vita,

fosti partitocome un pellegrino

per conoscere San Francescoalla Verna

o vagar con il pastore errantesu per gli armeni colli

fino al sacro eremo di Subiacoe contemplar l’infinito

nel silenzio del tuo cuore,saresti stato pervaso

dal soffio eterno dell’Amore.Forse nella tua casa natia

non vi fu buon genitoreche ti educò alla fede

con un po’ di gioia e fervore,né fra tanti libri

il Vangeloper conoscer la Vita

del Figlio di Dio

disceso dal Cielo?Né una persona amicaper parlar dell’armonia

del creatoe della sublime Poesia

del Creatoredi tutte le stelle arcane e belle?

Se qualche sera di festa,ti fossi fermato in orazione

nel Santuario più vicinoo in una campestre chiesetta,

con l’animo in pace lievesaresti diventatoun mistico poeta,

e la vita meno greve,un più sereno navigarin questo ondeggiante

chiuso maree il Cielo Infinito

in cui sperare.Bortolo

A Leopardi

Dip

into

Di M

ar

ia, 1

971.

Se non mi vedi

ecco lo smarrimentodi una stanchezza infinita

e non sono più così tanto felice.Gli occhi fissano il silenzio,

evidente che cercano.L’inattaccabile felicitàcon lieve rimpianto

è venuta menoe rimango muta

a guardarmi sconcertata.

non ho paura, resto in silenzio,

non mi muovo e nessuno capirà.Un giorno appoggerò le mani sulle tue

e sentirai il mio calore entrare nella testae da lì espandersi;

ora, se non mi vedi,siamo sempre noi.

Cristina

Sesto giorno

esplose improvvisala voglia di Dio

e l’eden fu pieno di luce.Adamo non vide

l’ardore del cosmo,un’assenza infinita

chiudeva i confini …finché amorosala destra divina,da lembi di cielo

creò pupille di donna …e il prodigio continua …

elio

tra le colonne del tempio di Adriano

La roccia scalfita dal tempoè illuminata per un breve momento

dal tenue raggio solare

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Aprile-Giugno 2017 – 15

Per il 2017 niente più concorsi con poesia a tema

Ecco alcune indicazioni, da leggere con la massi-ma attenzione:Le poesie a tema libero non superino possibilmente

i 20 versi, siano presentate come documento in file.doc, oppure via mail o per posta e siano corredate dal rispet-tivo indirizzo e numero telefonico; le migliori saranno pubblicate su Finestre Aperte in una o due pagine de-dicate alla Poesia, ma potrebbero essere anche “scelte” a supporto di alcune Rubriche: tale scelta, non certamente facile, sarebbe per il poeta più stimolante e gratificante.

Essendo il nostro periodico un trimestrale, mettiamo in evidenza alcune date per il poeta che desidera colla-borare con noi in questa iniziativa:a) poesie arrivate entro il 20 febbraio;b) poesie arrivate entro il 20 maggio;c) poesie arrivate entro il 5 agosto;d) poesie arrivate entro il 21 ottobre. ■

che si insinua lento tra le silenti colonne

dell’imponente antico tempio.Alessandra

Aurora di luce

Dal profondo a te gridoil grido angosciato che sale

dal cuore del mondo,ascolta, o mio Signore!

Il buio del malenon può prevalere perché

il tuo nome è bontà,perdono e salvezza

In te solo,Aurora di luce,Parola di vita,

Promessa di gioiacompiuta,

è la nostra speranza.Pio

Wojtyla

Sempre mi proteggi nell’insicurezza della vita,

quando le gambe non tengono piùe i respiri si fanno difficili.Come il più grande stolto

non cerco la tua protezione,il tuo aiuto

ma tu capisci questo piccolo granelloche è impazzito nel pensarsi chissà chi

e ti prendi cura di me,con una delicatezza infinita

mi appari “Maestoso”

vestito di biancoe senza dire una parola

mi fai sentire che ancora una voltaprendi nelle tue mani la mia vita

proteggendola come solo il tuo amore sa fare.

Gianni

Preghiere…

Un armonico incontro tra le parti…le mani si avvicinano

e il capo si chinamentre le parole pronunciate in silenzio

si sollevano sempre più in altoper essere ascoltate…

Un momento di raccoglimento interioreche dona al nostro spirito

un soave sollievo ed una intensa partecipazione

al Mistero Infinito.emanuela

Sofferenza

tenero e lontanoquell’altare di stelle

attende.offerte povere

consumate nell’egoismosalgono a fatica.

Piange la nostra umanità:nebbie dorate abbagliano

ed oscurano l’amore ela giustizia.

tace – modesto –il tuo labbro:

in quel silenziorotondo

si fa grande la tua, la nostra

sofferenza.Anonimo

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A grandi e piccini

auguriamo una stagione

piena di calore e di bontà.

dal Centro Beata Maria Bolognesi

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Di M

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ia, 1

974.

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Di M

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ia, 1

977.