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69 II. IL MATERIALE CERAMICO 1. METODI E FINALITÀ DELLINDAGINE Lo studio delle ceramiche 29 del castello di Mon- tarrenti è stato effettuato in maniera molto ana- litica, per rispondere all’esigenza di individuare, specie all’interno di classi che non presentano caratteristiche evidentemente distintive (l’acro- ma grezza, depurata e semidepurata), tutti gli elementi di differenziazione diacronica utili a definire una tipologia capace di caratterizzare i diversi periodi cronologici. Questo lavoro si ren- deva particolarmente necessario anche per la scarsità di contesti rurali toscani di lunga dura- ta, contraddistinti da una sequenza stratigrafica che dalla metà del VII secolo giungesse fino al XV secolo senza soluzione di continuità. Lo studio dei materiali di Montarrenti è iniziato dalla costruzione di una seriazione relativa dei tipi ceramici, definita in base ai dati stratigrafi- ci, che poi è stata collegata ad alcuni elementi di cronlogia assoluta: le datazioni calibrate al car- bonio 14 di alcuni campioni di semi e carboni prelevati dalle stratigrafie altomedievali, la co- struzione della torre B (fine XIII secolo) e le pri- me attestazioni di maiolica arcaica. Una volta definite le tipologie ceramiche è inizia- ta la ricerca dei confronti bibliografici per sotto- lineare concordanze o discordanze tra le datazio- ni dei tipi e per evidenziare analogie o differenze fra siti ed aree più o meno vicine a Montarrenti. Per quanto riguarda i sistemi di quantificazione si è utilizzato il conteggio dei frammenti e del loro peso solo relativamente alle classi, mentre si è ri- tenuto inutile usare tali valori, peraltro legati ai diversi gradi di frammentazione degli oggetti, nella valutazione della presenza dei singoli tipi all’in- terno dei differenti periodi cronologici. Per tale scopo è stato invece utilizzato il numero minimo di esemplari, espressi anche in termini percentua- li per evitare errori dovuti alla diversa entità e grado di conservazione dei depositi stratigrafici. I numeri minimi degli esemplari sono stati calco- lati considerando più variabili contemporanea- mente: si è infatti tenuto conto, all’interno degli strati, del numero di fondi, orli ed anse che pote- vano essere appartenuti ad un medesimo ogget- to, pur non avendo contiguità fisica 30 . Nella quantificazione dei materiali è stato preso in considerazione anche il fenomeno della resi- dualità. Questo problema è già stato affrontato da Barker 31 e poi da Carver 32 che, all’interno di un grafico di seriazione dei tipi, individua la so- glia di residualità (fade point) nel punto in cui il tipo, in giacitura primaria, inizia a diminuire in termini quantitativi. Questo metodo è stato però criticato perché non considera, tra le cause del- l’irregolarità dell’attestazione, l’introduzione di nuovi tipi ed il fenomeno della concorrenza tra tipi diversi 33 . Nello studio dei materiali di Mon- tarrenti il problema della residualità è stato af- frontato in primo luogo cercando di definire il tipo di giacitura (primaria o secondaria) dei re- perti e successivamente individuando la soglia di residualità nel minimo valore percentuale co- mune ai vari tipi nella loro fase di attestazione decrescente, specie se tale fase era successiva ad una in cui il tipo risultava assente. Un’attenzione particolare è stata posta ai tratta- menti delle superfici e al tipo di cottura (presen- za o assenza di anima grigia in frattura) che nel- le acrome dupurate si sono poi rivelati partico- lari cronologicamente caratterizzanti. Si è infine ritenuto necessario un esame della na- tura dei degrassanti naturali o aggiunti alle argille degli impasti più attestati, attraverso l’analisi del- le sezioni sottili, realizzate da Consuelo Fortina presso il Dipartimento di Scienze della Terra di Siena 34 , per avere informazioni riguardanti: 29 Per una chiara sintesi sui metodi di studio della cera- mica cfr. MOLINARI 2000, voce “Ceramica”. 30 La probabile appartenenza di più frammenti ad un uni- co oggetto può essere suggerita dalla medesima provenienza stratigrafica (US), dalla foggiatura con uno stesso impasto e dalle medesime dimensioni e trattamento delle superfici. 31 BARKER 1981, p. 224. 32 CARVER 1985, pp. 353-366. 33 ORTON et alii 1993, p. 194. 34 Le tabelle che illustrano gli impasti analizzati in sezio- ne sottile, che saranno presentate qui di seguito, sono sempre a cura di Consuelo Fortina, Dipartimento di Scien- ze della Terra, Siena.

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II. IL MATERIALE CERAMICO

1. METODI E FINALITÀ DELL’INDAGINE

Lo studio delle ceramiche29 del castello di Mon-tarrenti è stato effettuato in maniera molto ana-litica, per rispondere all’esigenza di individuare,specie all’interno di classi che non presentanocaratteristiche evidentemente distintive (l’acro-ma grezza, depurata e semidepurata), tutti glielementi di differenziazione diacronica utili adefinire una tipologia capace di caratterizzare idiversi periodi cronologici. Questo lavoro si ren-deva particolarmente necessario anche per lascarsità di contesti rurali toscani di lunga dura-ta, contraddistinti da una sequenza stratigraficache dalla metà del VII secolo giungesse fino alXV secolo senza soluzione di continuità.Lo studio dei materiali di Montarrenti è iniziatodalla costruzione di una seriazione relativa deitipi ceramici, definita in base ai dati stratigrafi-ci, che poi è stata collegata ad alcuni elementi dicronlogia assoluta: le datazioni calibrate al car-bonio 14 di alcuni campioni di semi e carboniprelevati dalle stratigrafie altomedievali, la co-struzione della torre B (fine XIII secolo) e le pri-me attestazioni di maiolica arcaica.Una volta definite le tipologie ceramiche è inizia-ta la ricerca dei confronti bibliografici per sotto-lineare concordanze o discordanze tra le datazio-ni dei tipi e per evidenziare analogie o differenzefra siti ed aree più o meno vicine a Montarrenti.Per quanto riguarda i sistemi di quantificazione siè utilizzato il conteggio dei frammenti e del loropeso solo relativamente alle classi, mentre si è ri-tenuto inutile usare tali valori, peraltro legati aidiversi gradi di frammentazione degli oggetti, nellavalutazione della presenza dei singoli tipi all’in-terno dei differenti periodi cronologici. Per talescopo è stato invece utilizzato il numero minimodi esemplari, espressi anche in termini percentua-li per evitare errori dovuti alla diversa entità egrado di conservazione dei depositi stratigrafici.I numeri minimi degli esemplari sono stati calco-

lati considerando più variabili contemporanea-mente: si è infatti tenuto conto, all’interno deglistrati, del numero di fondi, orli ed anse che pote-vano essere appartenuti ad un medesimo ogget-to, pur non avendo contiguità fisica30.Nella quantificazione dei materiali è stato presoin considerazione anche il fenomeno della resi-dualità. Questo problema è già stato affrontatoda Barker31 e poi da Carver32 che, all’interno diun grafico di seriazione dei tipi, individua la so-glia di residualità (fade point) nel punto in cui iltipo, in giacitura primaria, inizia a diminuire intermini quantitativi. Questo metodo è stato peròcriticato perché non considera, tra le cause del-l’irregolarità dell’attestazione, l’introduzione dinuovi tipi ed il fenomeno della concorrenza tratipi diversi33. Nello studio dei materiali di Mon-tarrenti il problema della residualità è stato af-frontato in primo luogo cercando di definire iltipo di giacitura (primaria o secondaria) dei re-perti e successivamente individuando la sogliadi residualità nel minimo valore percentuale co-mune ai vari tipi nella loro fase di attestazionedecrescente, specie se tale fase era successiva aduna in cui il tipo risultava assente.Un’attenzione particolare è stata posta ai tratta-menti delle superfici e al tipo di cottura (presen-za o assenza di anima grigia in frattura) che nel-le acrome dupurate si sono poi rivelati partico-lari cronologicamente caratterizzanti.Si è infine ritenuto necessario un esame della na-tura dei degrassanti naturali o aggiunti alle argilledegli impasti più attestati, attraverso l’analisi del-le sezioni sottili, realizzate da Consuelo Fortinapresso il Dipartimento di Scienze della Terra diSiena34, per avere informazioni riguardanti:

29 Per una chiara sintesi sui metodi di studio della cera-mica cfr. MOLINARI 2000, voce “Ceramica”.

30 La probabile appartenenza di più frammenti ad un uni-co oggetto può essere suggerita dalla medesima provenienzastratigrafica (US), dalla foggiatura con uno stesso impastoe dalle medesime dimensioni e trattamento delle superfici.31 BARKER 1981, p. 224.32 CARVER 1985, pp. 353-366.33 ORTON et alii 1993, p. 194.34 Le tabelle che illustrano gli impasti analizzati in sezio-ne sottile, che saranno presentate qui di seguito, sonosempre a cura di Consuelo Fortina, Dipartimento di Scien-ze della Terra, Siena.

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– la collocazione geografica dei centri produtti-vi, individuando gli affioramenti geologici diprovenienza delle componenti mineralogichedegli impasti, in modo da distinguere la cerami-ca di ambito locale/regionale da quella di im-portazione. Questo lavoro si è dimostrato nonsemplice per l’assenza di “gruppi di riferimen-to” predefiniti, cioè dati relativi ad analisi di ce-ramiche sicuramente prodotte in un luogo de-terminato35;– le produzioni delle singole officine, attraversol’associazione di ogni impasto a determinati tipiceramici.Particolare attenzione è stata poi posta alle mo-dalità di foggiatura degli oggetti: a mano, tor-nio lento o tornio veloce.Tutti questi elementi sono stati infine utilizzatiper caratterizzare:1) i modi di produzione del vasellame ceramico36;– lo status sociale dei consumatori;

– i contatti culturali e le innovazioni: importa-zione di manufatti poi imitati localmente con finidiversi, spostamento di vasai, immigrazione divasai che importano tecniche adattandole ai gu-sti formali e decorativi locali.Nelle pagine che seguono la discussione sulleclassi ceramiche sarà articolata in quattro parti:una presentazione dei dati quantitativi, che mo-stra l’attestazione di ogni singola classe nei di-versi periodi, il catalogo degli impasti, quello deitipi e infine una parte conclusiva di sintesi.In quest’ultima, per le acrome grossolane, depu-rate e semidepurate, caratterizzate da produzio-ni meno conosciute e standardizzate rispetto alleclassi rivestite bassomedievali, saranno esposti idati che riguardano l’evoluzione crono-morfo-logica delle singole forme.

2. LE CLASSI CERAMICHE: TIPOLOGIE E DATI

QUANTITATIVI

2.1 Acroma grossolana (classe I)

L’acroma grossolana è presente con un totale di984 oggetti (numero minimo), per un peso com-plessivo di 53233 grammi.

2.1.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Per gli impasti di acroma grossolana, così comeper le altre classi ceramiche, è stata fatta una di-stinzione prima di tutto macroscopica e micro-scopica, utilizzando un microscopio stereosco-pico con ingrandimento di 15×-30×*. Succes-sivamente sono state analizzate le sezioni sottilidei tipi più attestati. Per la descrizione analiticadegli inclusi individuati in sezione sottile si ri-manda ai dati presenti nelle tabelle.In particolare sono stati distinti 8 impasti:– G1: tipo di indagine: osservazione macroscopica;frattura: granulosa; inclusi: quarzo di colore bianco,forma angolosa, granulometria media, quantità mol-ta, distribuzione regolare; roccia di colore nero, for-ma angolosa, granulometria media, quantità poca,distribuzione irregolare; porosità: pori grossi; colo-re: rosso ocra; durezza: duro;– G2: tipo di indagine: sezione sottile (per le voci chenon compaiono qui di seguito cfr. le Tabb. allegate n.1, 2, 3, 4, 5, 6); frattura: granulosa; colore: rossobruno; durezza: duro;– G3: tipo di indagine: sezione sottile (per le voci chenon compaiono qui di seguito cfr. le Tabb. 7, 8, 9,10, 11) frattura: piana; colore: rosso bruno-nero; du-rezza: duro.

35 OLCESE 1993, p. 46.36 Come proposto da PEACOCK 1982, pp. 13-21, in base aiconfronti etnografici, i modi di produzione possono es-sere schematizzati in: produzione domestica: produzionefamiliare gestita dalle donne e indirizzata all’autoconsu-mo. Le forme dei vasi sono strettamente funzionali e ri-spondono alle tradizioni del luogo. L’attività ha caratteresporadico e non prevede investimenti in tecnologie (nonsi fa uso di torni, forni ed è dubbio quello del piano gire-vole). Questo tipo di produzione può essere associata agruppi stanziali o nomadi che estraggono l’argilla dai luo-ghi che attraversano, foggiando però medesime formeceramiche; industria domestica: la produzione ceramicaè in mano a pochi artigiani specializzati che lavorano peril profitto, sfruttando anche una vendita a largo raggio.L’attività è sempre part-time e spesso gestita dalle donne.L’investimento in attrezzature (piano girevole, focolari al-l’aperto o raramente forni all’aperto) è ancora modesta ela produzione può essere sempre di tipo sedentario o no-made; officine singole: la produzione di ceramica, ora inmano maschile, diventa il mezzo principale di sussistenzaed è spesso orientata verso mercati più redditizi. L’arti-giano può lavorare da solo o impiegare un piccolo grup-po di assistenti, magari membri dello stesso nucleo fami-liare. Il ricorso alla manodopera e l’investimento in at-trezzature (forni e torni) favoriscono la sedentarizzazione;agglomerati di officine: la disponibilità di materie prime,manodopera e la vicinanza dei mercati, favoriscono l’unio-ne di più officine a formare un complesso industriale. Laproduzione di ceramica, diretta da uomini, prevede l’in-vestimento in tecnologia e la realizzazione di oggetti dialta qualità e standardizzazione, caratteristiche necessa-rie per far fronte alla concorrenza. La collaborazione di-venta vantaggiosa ed iniziano a comparire intermediariche immettono i prodotti in una vasta rete distributiva;la manifattura: più artigiani, riuniti in un unico edificioo sito, cooperano alla fabbricazione di un singolo pro-dotto, spesso altamente specializzato. Il processo produt-tivo può essere frazionato in fasi affidate ognuna a mae-stranze specializzate. Di solito sono presenti più di dodi-ci operai ed è previsto un investimento di capitale; l’in-dustria: raggruppa più di dodici operai ed è caratterizza-ta dalla specializzazione del lavoro. A differenza dellamanifattura fa uso di macchinari che utilizzano energiediverse da quella umana o animale.

* Desidero qui ringraziare Francesco Cini per l’aiuto chemi ha dato nella lettura degli impasti al microscopio.

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Tab.1 Campione MA 722: impasto G2TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, epidoti, muscovite e ossidi.FRAMMENTI LITICI: /.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti, olivina, muscovite e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.3<Ø<1.5 mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti e ossidi.

0.2<Ø<1.75 mm 5% prevalentemente arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

Tab.2 Campione MA 720: impasto G2TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti, zoisite e ossidi.FRAMMENTI LITICI: /.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti, zoisite e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.3 <Ø<1.75 mm 15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti e ossidi.

0.2 <Ø< 1.25 mm 5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.2<Ø<2 mm 5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.3<Ø<1.5 mm 15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti, zoisite, olivina, muscovite, quarzo microcristallino e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.3 Campione MA 721 : impasto G2TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, epidoti, zoisite, muscovite e ossidi.FRAMMENTI LITICI: Quarzo microcristallino.

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0.2<Ø<1.5 mm 5% prevalentemente arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

0.3<Ø<1.75 mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, epidoti e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti, olivina e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.4 Campione MA 725: impasto G2TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, epidoti e ossidi.FRAMMENTI LITICI: /.

Tab.5 Campione MA 727 : impasto G2TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, zoisite, epidoti e ossidi.FRAMMENTI LITICI: /.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 15-20% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti, zoisite, olivina e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.3<Ø<1 mm 15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, epidoti e ossidi.

0.3<Ø<1.5 mm 7% prevalentemente arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

0.2<Ø<2.5 mm 7% prevalentemente arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

0.3<Ø<1.25 mm 15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, epidoti e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3mm 15-20% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, epidoti, olivina e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.6 Campione MA 728 : impasto G2TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati alterati e non, pirosseni, olivina, epidoti e ossidi.FRAMMENTI LITICI: /.

Tab. 7 Campione MA 731: impasto G3TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Calcite, quarzo, muscovite, calcite secondaria e ossidi.FRAMMENTI LITICI: Chamotte, quarzo microcristallino.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 10% da spigolosa a subarrotondataCalcite, quarzo, muscovite, calcite secondaria, quarzo microcristallino e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.3 <Ø<2 mm 10-15% da spigolosa a subarrotondataCalcite, quarzo, muscovite, calcite secondaria, quarzo microcristallino, chamotte e ossidi.

0.3<Ø<1 mm 3-5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

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0.3 <Ø<1 mm 5% prevalentemente arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

0.3<Ø<2.5 mm 10-15% da spigolosa a subarrotondataCalcite, quarzo, feldspati alterati, pirosseni, epidoti e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 10-15% da spigolosa a subarrotondataCalcite, quarzo, muscovite, feldspati alterati, pirosseni, olivina, epidoti e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.8 Campione MA 724: impasto G3TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Calcite, quarzo, feldspati alterati, muscovite, pirosseni (pochissimi), olivina, epidoti e ossidi.FRAMMENTI LITICI:/.

0.2 <Ø<2 mm 5% prevalentemente arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

0.3 <Ø<mm 10% da spigolosa ad arrotondataCalcite non alterata e alterata dalla cottura, calcite secondaria.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3mm 15% da subarrotondata ad arrotondataCalcite non alterata e alterata dalla cottura, quarzo, calcite secondaria e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.9 Campione MA 723: impasto G3TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Calcite non alterata e alterata dalla cottura, quarzo, calcite secondaria e ossidi.FRAMMENTI LITICI:/.

0.2<Ø<0.75 mm 5% da arrotondata ad allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.3 <Ø<1.25 mm 10-15% da spigolosa ad arrotondataCalcite e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3mm 15% da spigolosa ad arrotondataCalcite e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.10 Campione MA 726: impasto G3TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Calcite e ossidi.FRAMMENTI LITICI:/.

Tab.11 Campione MA 729: impasto G3TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Calcite, quarzo e ossidi.FRAMMENTI LITICI: Metareniti.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataCalcite, quarzo, metareniti e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.3 <Ø<0.75 mm 10% da spigolosa a subarrotondataCalcite e ossidi.

0.2 <Ø<1.5 mm 5-7% da allungata ad arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

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Acroma grossolana

N.minimo Tab. 12PI PII PIII PIV PV PVI

G1 8 10 0 0 1 0G2 104 198 32 19 18 4G3 23 59 33 122 120 90G4 5 7 0 4 2 0G5 3 1 0 1 0 0G6 2 27 16 43 16 9G7 0 0 0 0 5 1G8 0 0 0 0 1 0TOT 145 302 81 189 163 104

% Tab. 13PI PII PIII PIV PV PVI

G1 5,5 3,3 0,0 0,0 0,6 0,0G2 71,7 65,6 39,5 10,1 11,0 3,8G3 15,9 19,5 40,7 64,6 73,6 86,5G4 3,4 2,3 0,0 2,1 1,2 0,0G5 1,4 0,3 0,0 0,5 0,0 0,0G6 1,4 8,9 19,8 22,8 9,8 8,7G7 0,0 0,0 0,0 0,0 3,1 1,0G8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,6 0,0TOT 100 100 100 100 100 100

Peso in grammi Tab. 14PI PII PIII PIV PV PVI

G1 377 272 0 0 0 0G2 3751 10292 1746 1060 889 58G3 1316 2309 2349 5485 6339 3595G4 144 100 0 30 55 0G5 80 34 0 100 0 0G6 74 1552 1702 4841 3650 885G7 0 0 0 0 103 10G8 0 0 0 0 35 0TOT 5742 14559 5797 11516 11071 4548

% Tab. 15PI PII PIII PIV PV PVI

G1 6,6 1,9 0,0 0,0 0,0 0,0G2 65,3 70,7 30,1 9,2 8,0 1,3G3 22,9 15,9 40,5 47,6 57,3 79,0G4 2,5 0,7 0,0 0,3 0,5 0,0G5 1,3 0,2 0,0 0,9 0,0 0,0G6 1,3 10,7 29,4 42,0 33,0 19,5G7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9 0,2G8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,3 0,0TOT 100 100 100 100 100 100

– G4: tipo di indagine: osservazione macroscopica emicroscopica; frattura: granulosa; inclusi: quarzo in-colore, forma angolosa, granulometria media, quan-tità poca, distribuzione irregolare; calcare di colorebianco, forma angolosa, granulometria media, quan-tità poca, distribuzione irregolare; chamotte di colo-re rosso, forma angolosa, granulometria media, quan-tità poca, distribuzione irregolare; porosità: pori gros-si; colore: rosso ocra; durezza: duro;– G5: tipo di indagine: osservazione macroscopica e

microscopica; frattura: granulosa; inclusi: quarzo dicolore bianco, forma angolosa, granulometria fine-media, quantità media, distribuzione regolare; sani-dino, forma angolosa, granulometria media, quantitàpoca, distribuzione irregolare; porosità: pori grossi;colore: giallo-bruno; durezza: duro;– G6: tipo di indagine: osservazione macroscopica emicroscopica; frattura: a scaglie; inclusi: quarzo in-colore, forma sub-angolosa, granulometria media,quantità moltissima, distribuzione regolare; mica di

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5,53,3

0,0 0,0 0,6 0,0

71,7

65,6

39,5

10,1 11,0

3,8

15,919,5

40,7

64,6

73,6

86,5

3,4 2,30,0

2,1 1,2 0,01,4 0,3 0,0 0,5 0,0 0,01,4

8,9

19,822,8

9,8 8,7

0 0 0 03

10,0 0,0 0,0 0,0 0,6 0,00,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

PI PII PIII PIV PV PVI

G1G2G3G4G5G6G7G8

colore bianco, forma tubolare, granulometria fine,quantità poca, distribuzione irregolare; chamotte dicolore rosso, forma allungata, granulometria moltogrossa, quantità poca, distribuzione irregolare; poro-sità: compatto; colore: rosso bruno; durezza: duro.– G7: osservazione macroscopica e microscopica; frat-tura: granulosa; inclusi: frammenti di roccia di colo-re bianco (probabilmente marmo), forma da suban-golosa a arrotondata, granulometria grossa, quantitàmolta, distribuzione regolare; porosità: pori grossi;colore: rosso ocra; durezza: friabile;– G8: osservazione macroscopica e microscopica; frat-tura: granulosa; inclusi: calcite di colore bianco, for-ma angolosa, granulometria grossa, quantità molta,distribuzione regolare; porosità: pori grossi; colore:rosso bruno; durezza: duro.

Attestazione dei singoli impasti nei differentiperiodi cronologiciUtilizzando le percentuali relative al numero mini-mo degli esemplari e al peso, sono stati individuatidue gruppi di impasti che caratterizzano le produ-zioni alto (periodo I, II e III) e basso medievali (pe-riodo IV-V-VI) (Tabb. 12, 13, 14, 15 e grafico 1).Ad epoca altomedievale si possono attribuire gliimpasti G1, G2, G4 e G5, con una netta preva-lenza del secondo, mentre in epoca bassomedie-vale diventano caratterizzanti gli impasti G3, digran lunga il più attestato, G6, G7 e G8.

Grafico 1 – Percentuali calcolate in base al numero minimo.

È interessante notare come gli ambiti produttividei secoli VII-IX e XII-XIV siano quasi specula-ri. Osservando il grafico 1 si può vedere come inentrambi i contesti sia dominante un solo tipodi impasto su tutti quelli attestati nel medesimoperiodo, situazione questa che muta solo tra X eXI secolo, quando gli impasti più attestati (G2 eG3) sono utilizzati quasi nelle medesime percen-tuali. Poi, a partire dal XII secolo, e molto pro-babilmente già dalla fine dell’XI secolo, si assi-ste alla piena affermazione dell’impasto G3, chedominerà incontrastato nel corso del basso e tar-do medioevo.In realtà, anche l’impasto più utilizzato nel cor-so del bassomedioevo è già attestato a partiredalla metà del VII-seconda metà VIII secolo enon compare ex novo tra X e XI secolo, sugge-rendo mutamenti legati alla storia economica diun medesimo ambito geografico e produttivo,piuttosto che al nascere di nuove officine neiprimi secoli del bassomedioevo.

Caratterizzazione del quadro produttivo edidentificazione delle officineUna volta individuati gli impasti caratterizzantil’alto e il bassomedioevo, si è cercato di definirele produzioni delle singole officine.Innanzi tutto si nota come le officine che utilizza-

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G1N. minimo Tab.16

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlle 2 2Olle/coperchi 3Forme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 1 1Testi/coperchiTesti/tegamiTOT 6 2 1

G1% Tab.17

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlle 33,3 100Olle/coperchi 50Forme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 16,7 100Testi/coperchiTesti/tegami

G2% Tab.19

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 11,8Boccali 1,7 0,8Bottiglie 1,7Olle 45 53,6 50 50 23,5Olle/coperchi 5Forme aperteCasseruole 3,3 5,6 10Catini 2,4Catini/coperchiCiotoleColini 6,25Coperchi 0,8 5 6,25 5,9 100Tegami 4,8 5 6,3 5,9Testi 35 16 20 31,3 41,2Testi/coperchi 3,3Testi/tegami 5 16 10 11,8

G3N. minimo Tab.20

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 1 16 8Boccali 3 2BottiglieOlle 10 14 17 68 40Olle/coperchi 2 2Forme aperte 1Casseruole 1Catini 1Catini/coperchi 1Ciotole 2Colini 3Coperchi 7 8Tegami 1 1Testi 17 4 1 1 4Testi/coperchi 1Testi/tegami 2 4 2TOT 19 23 16 23 96 68

G2N. minimo Tab.18

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 2Boccali 1 1Bottiglie 1Olle 27 67 10 8 4Olle/coperchi 3Forme aperteCasseruole 2 7 2Catini 3Catini/coperchiCiotoleColini 1Coperchi 1 1 1 1 3Tegami 6 1 1 1Testi 21 20 4 5 7Testi/coperchi 2Testi/tegami 3 20 2 2TOT 60 125 20 16 17 3

no gli impasti più attestati siano quelle realizzanoun più ampio panorama di forme ceramiche.Nel corso dell’altomedioevo, con l’impasto G2sono foggiati boccali/olle ansate, olle, bottiglie,casseruole, catini, testi, tegami e testi/coperchi.Più povero è il panorama morfologico associatoagli impasti meno attestati: con G1 si foggianoolle, olle/coperchi e testi, con G4 boccali/olleansate, testi e testi/tegami, e con G5 olle e testi(Tabb. 16-19, 22-25).Da quanto emerso per l’altomedioevo, sembrapossibile delineare un ambito produttivo domi-nato da una singola officina con un ampio cam-pionario di tipi morfologici, accompagnata da

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altre produzioni minoritarie e più specializzate.Lo stesso quadro sembrano offrire i secoli po-steriori all’XI: domina una singola officina, cheusa l’impasto G3, affiancata da altre produzioniminoritarie (G6, G7 e G8). Con l’impasto G3sono foggiate, nel corso del bassomedioevo, olle,colini, boccali, tegami, testi, coperchi, catini,catini-coperchio; con G6 solo testi e tegami; conG7 testi e con G8 olle (Tabb. 20-21, 26-31).Un altro dato interessante emerge dall’analisi deimanufatti ceramici che arrivano nel villaggio nelcorso di tutto il medioevo.Se si osservano gli impasti che dominano nelbassomedioevo, ma che nascono assai prima, sipuò vedere come tutti iniziano ad essere attesta-ti con sole forme aperte ed in particolare contesti o tegami, quasi che agli albori delle produ-zioni ci fosse la realizzazione delle forme più sem-plici e più facili da foggiare. Lo stesso quadro èofferto dalle ultime attestazioni, in epoca tardo-medievale, degli impasti che avevano caratteriz-zato i primi periodi. Probabilmente anche la cri-si delle officine era segnata da un netto impove-rimento del repertorio morfologico.Per quanto riguarda invece la qualità del vasel-lame si può rilevare come nel corso dell’altome-dioevo i manufatti ceramici siano sempre fog-giati utilizzando il tornio veloce, almeno fino alX-XI secolo, quando iniziano a comparire i pri-mi oggetti, per lo più testi, realizzati a mano.Questo dato, insieme alla costatazione di unanetta riduzione delle tipologie ceramiche nelcorso del periodo III, potrebbe essere correlatoanche ad un cambiamento nella domanda di pro-dotti da parte della popolazione che, tra X ed

XI secolo, abita il villaggio di Montarrenti. Talepopolazione, composta probabilmente da solicontadini, aveva esigenze minori rispetto a quelladel centro curtense di periodo II.Per quanto riguarda l’impiego di particolari ac-corgimenti tecnici nella lavorazione delle argil-le, si può notare l’uso di un dimagrante non co-mune, come la chamotte37, sia nell’alto (impastoG4) che nel bassomedioevo (impasto G6).

G3% Tab.21

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 4,3 16,7 11,8Boccali 3,1 2,9BottiglieOlle 43,5 87,5 73,9 70,8 58,8Olle/coperchi 12,5 8,7Forme aperte 1,0Casseruole 4,3Catini 1,5Catini/coperchi 1,5Ciotole 8,7Colini 4,4Coperchi 7,3 11,8Tegami 4,3 1,5Testi 89,5 17,4 4,3 1,0 5,9Testi/coperchi 4,3Testi/tegami 10,5 17,4 8,7

G4N.minimo Tab.22

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccali 1BottiglieOlle 2 1 2Olle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 3Testi/coperchiTesti/tegami 1TOT 1 6 1 2

G4% Tab.23

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccali 16,7BottiglieOlle 33,3 100 100Olle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 50,0Testi/coperchiTesti/tegami 100

37 Cfr. GIANNICHEDDA, MANNONI 1196, p. 80.

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G7% Tab.29

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlleOlle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 100Testi/coperchiTesti/tegami

G5N. minimo Tab.24

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlle 1Olle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 2Testi/coperchiTesti/tegami 1TOT 2 1 1

G5% Tab.25

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlle 100Olle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 100Testi/coperchiTesti/tegami 100

G6N. minimo Tab.26

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlleOlle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotole 1ColiniCoperchiTegami 4 2 3 4Testi 5 7 32 10 9Testi/coperchiTesti/tegami 2 8 4 3 2TOT 2 17 14 38 16 9

G6% Tab.27

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlleOlle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotole 7,1ColiniCoperchiTegami 23,5 14,3 7,9 25Testi 29,4 50 84,2 62,5 100Testi/coperchiTesti/tegami 100 47,1 28,6 7,9 12,5

G7N. minimo Tab.28

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlleOlle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTesti 5Testi/coperchiTesti/tegamiTOT 5

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2.1.2 CATALOGO DELLE FORME DELL’ACROMA

GROSSOLANA (I)

FORME APERTE

Forma: casseruola (I.1)Gruppo a: casseruole con orlo introflesso earrotondatoI.1.1 Casseruola con orlo introflesso e arrotondato,con gola interna; tipo di modellazione: tornio velo-ce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G2;periodo I, fase B, US 6663; tav. 1; diametro 31 cm;datazione: metà VII-seconda metà VIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:DAVITE 1988, p. 402, tav. 1, n. 6; datazione: IV-VIsecolo; luogo del rinvenimento: Gronda (Luscigna-no, Massa Carrara).Simile, ma realizzata a mano in FULFORD, PEACOCK

1984, p. 175, fig. 64, n. 26,2; datazione: prima metàVI; luogo del rinvenimento: Cartagine.Simile in MURIALDO et alii 1998, p. 247, n. 2; datazio-ne VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: S. Antoni-no (Finale ligure).I.1.2 Casseruola con orlo introflesso, arrotondato ed in-grossato. Sulla metà inferiore del corpo globulare è pre-sente una doppia linea incisa; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; impa-sto: G7; periodo II, fase C, US 6130; Tav. 1; diametro18-20 cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:CAU et alii 1997, p. 175, fig. 3; datazione: secondametà V; luogo del rinvenimento: Vila-rama Tarrago-na (Spagna).FROVA (a cura di) 1977, tav. 337, n. 3 cs. 1438/1; da-tazione: generico alto medioevo; luogo del rinveni-mento: Luni (La Spezia).

Gruppo b: casseruole con orlo introflesso epiattoI.1.3 Casseruola con orlo introflesso, piatto ed in-grossato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G2; perio-do II, fase A, US 6659; Tav. 1; diametro 18 cm; data-zione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.1.4 Casseruola con orlo introflesso, piatto ed in-grossato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G2; perio-do II, fase C, US 6130; Tav. 1; diametro 24 cm; data-zione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:GUTIERREZ LLORET 1998, p. 560, fig. 5, n. 6; esempla-ri modellati a mano; datazione: seconda metà VII se-colo; luogo del rinvenimento: Tolmo di Minateda(Spagna orientale).FILFORD, PEACOCK 1984, p. 182, fig. 68, n. 12,1; data-zione: 530-570 d.C. (produzione africana); luogo delrinvenimento: Cartagine.RICCI 1998, p. 353, n. 7; datazione: VI-VII secolo;luogo del rinvenimento: Crypta Balbi (Roma).

I.1.5 Casseruola con orlo introflesso, piatto e legger-mente ingrossato; tipo di modellazione: tornio velo-ce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G2,G3; periodo II, fase A, US 6601; periodo IV, fase C,US 1275 (residuo); Tav. 1; diametro 16-27 cm; data-zione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:ARDIZZON, BARTOLETTO 1996, p. 44, tav. 4, n. 2; data-zione: V-VII secolo; luogo del rinvenimento: lagunadi Venezia.ARTHUR 1998, p. 503, tav. 8, nn. 3,4; datazione: VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Carminiello aiMannesi (Napoli).

G8% Tab.31

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlle 1Olle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTestiTesti/coperchiTesti/tegami

G8N. minimo Tab.30

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuseBoccaliBottiglieOlle 100Olle/coperchiForme aperteCasseruoleCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiTegamiTestiTesti/coperchiTesti/tegamiTOT 100

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Tav. 1 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

CIARROCCHI et alii 1998, p. 412, fig. 12, n. 2; datazio-ne: VII secolo; luogo del rinvenimento: Ostia e Porto(Roma).LAVAGNA 1998, p. 587, fig. 2, n. B1; datazione: VI-metà VII secolo; luogo del rinvenimento: Savona,complesso monumentale del Primiàr.Simile in MARIA MACIAS I SOLÈ 1998, p. 812, fig. 3;datazione VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Tar-ragona (Spagna).

SPAGNOL 1996, p. 73, n. 17; datazione: VII-VIII secolo;luogo del rinvenimento: Cittanova, Eraclea (Venezia).

I.1.6 Casseruola con orlo introflesso, ingrossato e leg-germente concavo; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto:G2; periodo II, fase C, US 6130; periodo III, fase B,US 1405, 1769; Tav. 1; diametro 28 cm; datazione:metà VII-XI secolo d.C.

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Tav. 2 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

Confronti bibliografici:Simile in ROVINA 1998, p. 790, fig. 2, n. 4; datazione:IV-VIII secolo; luogo del rinvenimento: Santa Felici-ta (Sarso, Sassari).

Gruppo c: casseruole con orlo introflesso,piatto e verticaleI.1.7 Casseruola con orlo molto introflesso, piatto everticale; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G2; perio-do II, fase B, US 1975; Tav. 2; diametro 17 cm; data-zione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Gruppo d: casseruole con orlo introflesso esuperiormente rialzatoI.1.8 Casseruola con orlo introflesso e superiormen-te rialzato; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: G8; pe-riodo II, fase C, US 6129; Tav. 2; diametro 21 cm;datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in MARIA MACIAS I SOLÈ 1998, p. 812, fig. 3;datazione VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Tar-ragona (Spagna).

Gruppo e: casseruole con orlo introflesso aduncinoI.1.9 Casseruola con orlo introflesso ad uncino; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G2; periodo I, fase B, US6663; Tav. 2; diametro 28 cm; datazione: metà VII-seconda metà VIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:PANTÒ 1996, p. 115, fig. 18, nn. 9, 10-11; datazione:VII-VIII secolo; luogo del rinvenimento: Asti, via deiVarroni, (Piemonte).

Forma: catino (I.2)I.2.1 Catino emisferico con orlo estroflesso e labbroappiattito, quasi indistinto; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; im-pasto: G2; periodo II, fase C, US 6130; Tav. 3; dia-metro 28 cm; datazione: seconda metà VIII-IX seco-lo d.C.

Confronti bibliografici:MURIALDO et alii 1998, p. 247, n. 8; datazione: VI-VIIsecolo; luogo del rinvenimento: Liguria.SIENA et alii 1998, p. 700, fig. 30, nn. 12-13; datazio-ne VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Castella-na-Piano Leone di Pianella (Pesaro).I.2.2 Catino emisferico con orlo distinto dal cor-po, estroflesso ed ingrossato; labbro piatto; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G2; periodo II, fase C,US 6130; Tav. 3; diametro 30 cm; datazione: se-conda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in MARIA MACIAS I SOLÈ 1998, p. 812, fig. 3;datazione VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Tar-ragona (Spagna).I.2.3 Catino emisferico con orlo estroflesso arroton-dato superiormente e con insellatura per il coperchiointerna; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-

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mento delle superfici: nessuno; impasto: G2; perio-do II, fase C, US 6129; Tav. 3; diametro 24 cm; data-zione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:CIARROCCHI et alii 1998, p. 406; datazione VII seco-lo; luogo del rinvenimento: Ostia e Porto (Roma).FENTRESS et alii 1991, p. 220, fig. 19, n. 19; datazio-ne: fine V-VI secolo; luogo del rinvenimento: Cosa(Grosseto, Orbetello).

Forma: ciotola (I.3)I.3.1 Ciotola emisferica con labbro rientrante ed in-grossato, superiormente piatto; tipo di modellazio-ne: tornio veloce; trattamento delle superfici; motiviad onda incisi sulla parte superiore del labbro e sullasuperficie esterna della parete; impasto: G3; periodoIV, fase E, US 1323; Tav. 4; diametro 18 cm; datazio-ne: seconda metà VIII-IX secolo d.C.Confronti bibliografici:Simile in ARDIZZON, BARTOLETTO 1996, p. 44, tav. 4,n. 3; datazione V-VII secolo; luogo del rinvenimento:laguna di Venezia.CASTAGNA, SPAGNOL 1996, p. 89, tav. III, n. 43; data-zione VIII-IX secolo; luogo del rinvenimento: Oder-zo (Treviso).

Simile in CIARROCCHI et alii 1998, p. 405, fig. 8, n. 9;datazione: VII secolo; luogo del rinvenimento: Ostiae Porto (Roma).GUIDERI 2000, p. 17, tav. V, n. 1; datazione: VI-VIIsecolo; luogo del rinvenimento: comune di Rocca-strada (Grosseto).VALENTI 1995, p. 165, tav. CXXXV, n. 3; datazione(325/400-420 d.C.); luogo del rinvenimento: Chian-ti senese.I.3.2 Ciotola troncoconica con labbro rientrante edingrossato, superiormente piatto; tipo di modellazio-ne: tornio veloce; trattamento delle superfici: nessu-no; motivi ad onda incisi sulla parte superiore dellabbro e sulla superficie esterna della parete; impa-sto: G3; periodo II, fase B, US 1349; Tav. 4; diametro26 cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.3.3 Ciotola emisferica con orlo arrotondato; tipodi modellazione: a mano; trattamento delle superfi-ci: nessuno; impasto: G2; periodo III, fase A, US 2096;Tav. 4; diametro 14 cm; datazione: X-XI secolo d.C.

Forma: tegame (I.4)I.4.1 Tegame di grandi dimensioni, con alte pareti digrande spessore quasi verticali e orlo arrotondato; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G2; periodo IV, fase C, US

Tav. 3 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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1293; periodo IV, fase E, US 1311; Tav. 5; diametro28 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Forma: testo (I.5)Gruppo a: testi con pareti estroflesse e orloappuntitoI.5.1 Testo con pareti estroflesse ed orlo appuntito,leggermente introflesso; tracce di un motivo (proba-bilmente cruciforme) inciso sulla superficie superioredel fondo distinto; tipo di modellazione: tornio velo-ce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G2;periodo II, fase C; US 6130; Tav. 5; diametro 26 cm;datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.5.2 Testo con pareti fini estroflesse; orlo appuntitoindistinto; fondo distinto; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; im-pasto: G2; periodo II, fase C, US 6130; periodo III,fase A, US 6239; Tav. 5; diametro 14, 28 cm; data-zione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.

Gruppo b: testi con profilo esterno convessoed orlo arrotondatoI.5.3 Testo con pareti molto estroflesse ed orlo in-grossato ed arrotondato; fondo distinto; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: nessuno; impasto: G2; periodo I, fase B, US 6665;periodo II, fase A, US 6601; periodo II, fase C, US6130; periodo II, fase C; US 6782; periodo IV, faseE, US 1311; Tav. 5; diametro 26, 27, 28 cm; datazio-ne: metà VII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 451, n. 5; datazione: pie-no medioevo; luogo del rinvenimento: Pisa, PiazzaDante.VALENTI 1996 (a cura di), p. 274, tav. XXVI, n. 1;datazione: inizio XIV secolo; luogo del rinvenimen-to: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.5.4 Testo con pareti inclinate verso l’esterno ed orloarrotondato; fondo distinto; tipo di modellazione:tornio veloce; trattamento delle superfici: nessuno;impasto: G3; periodo I, fase B, US 6760; periodo II,fase C, US 6129; Tav. 5; diametro 22, 27 cm; data-zione: metà VII-IX secolo d.C.I.5.5 Testo con pareti molto estroflesse e orlo ingros-sato; fondo distinto; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto:G2; periodo II, fase A, US 6601, 6767; periodo II,fase B, US 6583; periodo IV, fase B, US 1389; Tav. 5;diametro 30 cm; datazione: seconda metà VIII-IXsecolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993, p. 451, n. 1; datazione VIII-X secolo;luogo del rinvenimento: Pisa, Piazza Dante.

I.5.6 Testo con pareti di modesto spessore ed estro-flesse, con orlo indistinto. Sulla parte inferiore delfondo sono presenti grandi inclusi; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G2; periodo II, fase B, US 1976; pe-

Tav. 4 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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84Tav. 5 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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riodo II, fase C, US 1960; periodo III, fase B, US 1322;Tav. 5; diametro 26, 28, 29 cm; datazione: secondametà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH et alii 1978, p. 41, tav. V, n. 84; datazio-ne: generico alto medioevo; luogo del rinvenimento:Prato, Palazzo Pretorio.I.5.7 Testo con basse pareti di modesto spessore conprofilo esterno convesso ed orlo arrotondato, legger-mente introflesso; fondo indistinto; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G2; periodo III, fase B, US 1970; pe-riodo IV, fase D, US 5149; periodo IV, fase C, US1294; D, periodo V, fase A, US 1345; Tav. 5; diame-tro 17, 20 cm; datazione: X-XI secolo d.C.I.5.8 Testo con pareti di modesto spessore, con profi-lo esterno convesso ed orlo arrotondato; fondo di-stinto, con grandi inclusi presenti sulla sua superficieesterna; tracce di un motivo cruciforme inciso sullasuperficie interna del fondo; tipo di modellazione:tornio veloce; trattamento delle superfici: nessuno;impasto: G3; periodo IV, fase B, US 1389; Tav. 5;diametro 19 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH et alii 1978, Tav. I-AII, n. 1; datazioneXIII secolo (in FRANCOVICH et alii 1978 non ha gliinclusi sul fondo); luogo del rinvenimento: Prato, Pa-lazzo Pretorio.I.5.9 Testo con pareti caratterizzate da un profilo esternoconvesso ed orlo arrotondato leggermente introflesso; tipodi modellazione: a mano; trattamento delle superfici:nessuno; impasto: G2; periodo V, fase A, US 2057; Tav.6; diametro 20 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:CUCINI, PAOLUCCI 1985, p. 464, fig. 8, n. 2; datazione:seconda metà XIV-XV secolo; luogo del rinvenimen-to: San Galgano (Siena).I.5.10 Testo con pareti estroflesse con orlo arroton-dato; tipo di modellazione: a mano; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G2; periodo V, fase A,US 2074; Tav. 6; diametro 28 cm; datazione: XIVsecolo d.C.I.5.11 Testo con parete bassa ed estroflessa, e conbordo arrotondato; tipo di modellazione: a mano;trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G2;periodo V, fase A, US 8070; periodo VI, fase A, US1005, 1338; Tav. 6; diametro 32 cm; datazione: XIV-XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:CUCINI, PAOLUCCI 1985, p. 464, fig. 8, n. 1; datazione:seconda metà XIV-XV secolo; luogo del rinvenimen-to: San Galgano (Siena).

Gruppo c: testi con orlo piatto defluenteI.5.12 Testo con pareti estroflesse ed orlo ingrossato earrotondato; tracce di un motivo (probabilmente cru-ciforme) inciso sulla superficie superiore del fondo di-stinto; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-

to delle superfici: nessuno; impasto: G2, disegno n.69; periodo II, fase C, US 6130; Tav. 6; diametro 27cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.5.13 Testo con pareti basse ed estroflesse, ed orloindistinto; tipo di modellazione: tornio lento; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G2; periodoII, fase B, US 1986; periodo V, fase A, US 1056; perio-do V, fase B, US 1126, 1193, 1198; Tav. 6; diametro20 cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993, p. 460, n. 30; datazione: pieno medioe-vo; luogo del rinvenimento: Pisa, Piazza Dante.VALENTI (a cura di) 1996, p. 133, Tav. IX, n. 7; data-zione: metà VII-inizio VIII secolo; luogo del rinveni-mento: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).

Gruppo d: testi di grandi dimensioni, conpareti molto basse e di modesto spessore edorlo estroflesso e distintoI.5.14 Testo di grandi dimensioni con pareti basse edi modesto spessore; orlo estroflesso e superiormen-te appiattito; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: G2; pe-riodo IV, fase C, US 1294; Tav. 6; diametro 28 cm;datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 451, n. 6; datazione: pienomedioevo; luogo del rinvenimento: Pisa, Piazza Dante.I.5.15 Testo con pareti basse, orlo estroflesso e supe-riormente appiattito; tipo di modellazione: a mano;trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G2;periodo VI, fase B, US 8054; Tav. 6; diametro non id;datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:CUCINI, PAOLUCCI 1985, p. 464, fig. 8, n. 5; datazione:seconda metà XIV- XV secolo; luogo del rinvenimen-to: San Galgano (Siena).

Gruppo e: testi con pareti di grande spessoreed orlo indistintoI.5.16 Testo con pareti estroflesse di grande spessoreed orlo indistinto; fondo indistinto; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G2; periodo II, fase A, US 1982; Tav.7; diametro 21 cm; datazione: seconda metà VIII-IXsecolo d.C.

Confronti bibliografici:VALENTI 1996 (a cura di), p. 135, Tav. IX, n. 4; data-zione: seconda metà IX secolo; luogo del rinvenimen-to: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.5.17 Testo con pareti estroflesse di grande spessoreed orlo leggermente ingrossato, quasi indistinto; fon-do indistinto; tracce di un motivo cruciforme incisosulla superficie superiore del fondo; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G2; periodo II, fase A, US 1982; Tav.7; diametro 19 cm; datazione: seconda metà VIII-IXsecolo d.C.

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Tav. 6 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

Gruppo f: testi con pareti e fondo di grandespessore ed orlo arrotondatoI.5.18 Testo con basse pareti estroflesse e di grandespessore, con orlo indistinto; fondo di grande spesso-re; tracce di un motivo cruciforme inciso sulla superfi-cie interna del fondo; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici nessuno; impasto: G2;periodo II, fase C, US 6208; periodo II, fase E, US1342; periodo III, fase A, US 1147; periodo III, fase B,US 1304; periodo IV, fase B, US 1424; periodo IV, faseC, US 1403, 1294; periodo V, fase A, US 1340; perio-do III, fase B, US 5182; Tav. 7; diametro 16, 18, 22cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 467, n. 54; datazione: se-conda metà X-XIII secolo; luogo del rinvenimento:Pisa, Piazza Dante.I.5.19 Testo con pareti di grande spessore con profiloesterno concavo ed orlo indistinto; fondo di grandespessore distinto dal corpo; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; im-pasto: G2; periodo III, fase A, US 1801; periodo III,fase B, US 1970; periodo IV, fase C, US 1294, 1296;periodo IV, fase D, US 5077, 5138; periodo IV, faseE, US 1366; Tav. 7; diametro 20, 22, 24, 30 cm; da-tazione: X-XI secolo d.C.

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Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di); p. 451, n. 2; datazione: VIII-X secolo-pieno medioevo-rinascimento; luogo del rin-venimento: Pisa, Piazza Dante.I.5.20 Testo con pareti di grande spessore, leggermen-te rialzate dal fondo ed orlo arrotondato; fondo digrande spessore; tipo di modellazione: tornio lento ofoggiatura a mano; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G2; periodo III, fase B, US 1970; pe-riodo IV, fase C, US 1294; Tav. 7; diametro 16, 20cm; datazione: X-XI secolo d.C.

Gruppo g: testi a discoI.5.21 Testo a disco; fondo di grande spessore indi-stinto; tipo di modellazione: tornio lento o foggiatu-ra a mano; trattamento delle superfici: nessuno; im-pasto: G2; periodo III, fase D, US 1401; periodo IV,fase E, US 1275; Tav. 7; diametro 16 cm; datazione:X-XI secolo d.C.I.5.22 Testo a disco; fondo di grande spessore indi-stinto; tipo di modellazione: a mano; trattamento dellesuperfici: nessuno; impasto: G6, G2; periodo IV, faseD, US 5077; periodo V, fase A, US 5145; Tav. 7; dia-metro 15 cm; datazione: XII-XIV secolo d.C.

FORME CHIUSE

Forma: bottiglia (I,6)I.6.1 Bottiglia con orlo indistinto e appuntito; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: linee incise e parallele sotto l’orlo; impasto: G2;periodo I, fase B, US 6665; Tav. 8; diametro 5 cm;datazione: metà VII-seconda metà VIII secolo d.C.

Confronti bibliograficiBALDASSARRE 1967, fig. 2, n. inventario 522 (2404),gruppo III; datazione: 571-VII secolo; ibidem: n. 33(1366), gruppo 5f; datazione: 578-VII secolo; luogodel rinvenimento: Nocera Umbra e Castel Trosino (Pe-rugia).I.6.2 Bottiglia o fiaschetta con basso collo; sull’orloarrotondato si imposta una stretta ansa a nastro; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G3; periodo IV, fase B, US1389; Tav. 8; diametro non id; datazione: XII-XIIIsecolo d.C.

Forma: olla (I.7)Gruppo a: olle con orlo estroflesso e superior-mente piattoI.7.1 Olla con orlo estroflesso e superiormente piat-to; corpo globulare; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto:G2; periodo I, fase B, US 6787; periodo II, fase A, US6771; Tav. 8; diametro 10, 12 cm; datazione: metàVII-seconda metà VIII secolo d.C.

Confronti bibliograficiBRUNI 1993 (a cura di), p. 433, n. 16; datazione Xsecolo; luogo del rinvenimento: Pisa, Piazza Dante.FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo H2;

datazione VI-X secolo; luogo del rinvenimento: Scar-lino (Grosseto), Podere Aione (Follonica, Grosseto),Poggibonsi (Siena), Pisa, San Salvatore a Vaiano (Pra-to).I.7.2 Olla con orlo estroflesso e superiormente piat-to; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: nessuno; impasto: G2; periodo II, faseC, US 6782; Tav. 8; diametro 18 cm; datazione: se-conda metà VIII-IX secolo d.C.I.7.3 Olla con orlo estroflesso e superiormente piat-to; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: nessuno; impasto: G1, G2; periodoII, fase A, US 6771, 6767; periodo II, fase C, US 6130;Tav. 8; diametro 14, 16, 20 cm; datazione: secondametà VIII-IX secolo d.C.Confronti bibliograficiBRUNI 1993 (a cura di), p. 433, n. 29; datazione: metàX-inizio XI secolo; luogo del rinvenimento: Pisa, Piaz-za Dante.VALENTI 1996 (a cura di), Tav. 4, n. 3; datazione: se-conda metà IX secolo; luogo del rinvenimento: Pog-gio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.4 Olla con orlo estroflesso e superiormente piat-to, con insellatura interna per il coperchio; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G2 periodo II, fase C, US 6130;Tav. 8; diametro 28 cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.7.5 Olla con orlo estroflesso e superiormente piat-to; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: nessuno; impasto: G2; periodo II, faseC, US 6356; Tav. 8; diametro 22 cm; datazione: se-conda metà VIII-IX secolo d.C.Confronti bibliograficiCIAROCCHI et alii 1993, p. 224, fig.2, n.14; datazio-ne: tardo VIII secolo; luogo del rinvenimento: Ostia(Roma).FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo F5; da-tazione: generico altomedioevo; luogo del rinveni-mento: Arezzo, Scarlino (Grosseto), e Grotta del Be-ato Bonincasa (Pienza, Siena).VALENTI 1996 (a cura di), Tav. IV, n. VI; datazione:seconda metà IX secolo; luogo del rinvenimento: Pog-gio Imperiale, Poggibonsi (Siena).VALENTI 1995, p. 165, Tav. XCII, n. 1; datazione X-XI secolo; luogo del rinvenimento: Chianti senese.I.7.6 Olla con orlo indistinto e leggermente introfles-so, distinto dal collo da una larga solcatura; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G3; periodo III, fase B, US1322; periodo IV, fase C, US 1294; Tav. 8; diametro12 cm; datazione: X-XI secolo d.C.I.7.7 Olla con orlo estroflesso ed appiattito; corpoglobulare; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: G3; pe-riodo IV, fase E, US 1087; Tav. 8; diametro 29 cm;datazione: XII-XIII secolo d.C.

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Tav. 7 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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Tav. 8 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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Gruppo b: olle con orlo indistinto ed estroflessoI.7.8 Olla con orlo estroflesso ed indistinto; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G2; periodo I, fase B, US 6758,6773; periodo II, fase B, US 6329; periodo II fase C,US 6329; periodo IV, fase C, US 1295; Tav. 9; diame-tro 18, 20 cm; datazione: metà VII-seconda metà VIIIsecolo d.C.

Confronti bibliograficiGUIDERI 2000, p. 17, Tav. V, n. 10; datazione: VII-VIIIsecolo; luogo del rinvenimento: castello di Torri, co-mune di Roccastrada (Grosseto).LAVAGNA 1998, p. 586, fig. 1, n. OL29137; datazio-ne: VI-metà VII secolo; luogo del rinvenimento: Sa-vona, complesso monumentale del Primiàr.I.7.9 Olla con orlo estroflesso ed indistinto; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G2; periodo II, fase A, US6771; Tav. 9; diametro 21 cm; datazione: secondametà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliograficiFRANCOVICH, VANNINI 1981, p. 205, n. 8; datazione:medioevo; luogo del rinvenimento: Grotta del BeatoBenincasa (Pienza, Siena).LAVAGNA 1998, p. 586, figura 1, n. PL29127; datazio-ne: VI-metà VII secolo; luogo del rinvenimento: Sa-vona, complesso monumentale del Primiàr.I.7.10 Olla con orlo estroflesso leggermente ingros-sato esternamente; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto:G2; periodo II, fase B, US 1986; Tav. 9; diametro 27cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliograficiGELICHI 1998, p. 483, fig. 1, n. 1; datazione: VI-VIIsecolo; luogo del rinvenimento: Classe (Ravenna).FRANCOVICH, VANNINI 1981, p. 49, n. 2; datazione:medioevo; luogo del rinvenimento: Grotta del BeatoBenincasa (Pienza, Siena).I.7.11 Olla con orlo estroflesso e leggermente ingros-sato esternamente; l’orlo si imposta su un alto e stret-to collo distinto dalla spalla; tipo di modellazione:tornio veloce; trattamento delle superfici: nessuno;impasto: G2; periodo II, fase C, US 1974; Tav. 9;diametro 9 cm; datazione: seconda metà VIII-IX se-colo d.C.I.7.12 Olla con orlo distinto internamente, moltoestroflesso, ingrossato esternamente, quasi pendulo;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G2; periodo II, faseC; US 6130; Tav. 9; diametro 13 cm; datazione: se-conda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliograficiGUIDERI 2000, p. 17, Tav. V, n. 18; datazione: VII-VIIIsecolo; luogo del rinvenimento: castello di Torri, co-mune di Roccastrada Grosseto).FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo F5; da-tazione: prima metà V-inizio XI secolo; luogo del rin-

venimento: Arezzo, Scarlino (Grosseto), e Grotta delBeato Bonincasa (Pienza, Siena).I.7.13 Olla con alto orlo estroflesso ed indistinto; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G3; periodo IV, fase E, US1079, 1058; Tav. 9; diametro 11, 16 cm; datazione:XII-XIII secolo d.C.I.7.14 Olla con breve orlo indistinto ed estroflesso;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G3; periodo V, fase B;US 1204, 1248; Tav. 9; diametro 22 cm; datazione:XIV secolo d.C.

Confronti bibliograficiSimile in CUCINI, PAOLUCCI 1985, p. 464, fig. 8, n. 14;datazione: seconda metà XIV-XV secolo; luogo delrinvenimento: San Galgano (Siena).I.7.15 Olla con orlo indistinto, leggermente ingros-sato ed estroflesso; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto:G3; periodo V, fase A, US 5145, 5159; Tav. 9; diame-tro 22 cm; datazione: XIV secolo d.C.I.7.16 Olla con orlo indistinto ed estroflesso, conmarcata insellatura interna per l’alloggio del coper-chio e fondo indistinto; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: nessuno; impa-sto: G3; periodo VI, fase A, US 1246; Tav. 9; diame-tro 16 cm; datazione: XV secolo d.C.VALENTI 1995, p. 165, tav. XCIV, n. 1; datazione IX-XIII; luogo del rinvenimento: Chianti senese.

Gruppo c: olle di grandi dimensioni con orlomolto estroflessoI.7.17 Olla con orlo molto estroflesso ed ingrossatocon insellatura per il coperchio; tipo di modellazio-ne: tornio veloce; trattamento delle superfici: nessu-no; impasto: G3; periodo II, fase A, US 1982; Tav.10; diametro 35 cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.7.18 Olla con orlo molto estroflesso ed arrotonda-to con insellatura per il coperchio; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G3; periodo II, fase C; US 6130; Tav.10; diametro 36 cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Gruppo d: olle con orlo molto estroflesso edingrossato internamenteI.7.19 Olla con orlo arrotondato, estroflesso e distin-to internamente ed esternamente; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G2; periodo I, fase A, US 1985; Tav.10; diametro 19 cm; datazione: metà VII-secondametà VIII secolo d.C.I.7.20 Olla con orlo molto estroflesso ed ingrossatointernamente; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G2;periodo I, fase A, US 1985; periodo III, fase B,US1405; Tav. 10; diametro 15 cm; datazione: metàVII-seconda metà VIII secolo d.C.

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Tav. 9 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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Confronti bibliograficiBIERBRAUER 1990, p. 79, tav. 3, g, n. III; datazione:metà V-VII secolo; luogo del rinvenimento: Invillino(Udine).DE MARINIS (a cura di) 1990, p. 390, tav. 45, n. 27;datazione: inizio V secolo; luogo del rinvenimento:Fiesole (Firenze).STAFFA 1991, p. 344, fig. 78, n. 198; datazione: VII-VIII secolo; luogo del rinvenimento: Pescara.VALENTI 1991, p. 742, tipo 15, tav. III, n. 2; datazio-ne: seconda metà IV-inizio V-metà V-VII secolo; luo-go del rinvenimento: territorio senese.VALENTI 1996 (a cura di), p. 128, tav. IV, n. 8; data-zione: metà VII-inizio VIII secolo; luogo del rinveni-mento: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.21 Olla con orlo estroflesso ed ingrossato, conprofilo interno concavo; corpo probabilmente piri-forme; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: nessuno; impasto: G2, G3; perio-do II, fase B, US 1984; Tav. 10; diametro 22 cm; da-tazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliograficiBROGIOLO et alii 1996, p. 28, tav. VI; datazione: metàVI-metà VII secolo; luogo del rinvenimento: S. Giu-lia (Brescia).FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130, 131, tipo B2;datazione: V-VI-IX-X secolo; luogo del rinvenimen-to: Fiesole (Firenze), Arezzo, Chianti Senese, Cosa(Orbetello, Grosseto), Pieve di S. Giovanni e S. Feli-cita (Sarso, Sassari), Scarlino (Grosseto), Podere Aione(Follonica, Grosseto).PANUZI 1998, p. 720, n. 5; datazione VI-VII secolo;luogo del rinvenimento: Priverno (Latina).I.7.22 Olla con orlo estroflesso ed ingrossato inter-namente; corpo globulare; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; im-pasto: G3, G2; periodo II, fase A, US 1979; periodoIII, fase A, US 1149; Tav. 10; diametro 12, 15 cm;datazione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.

Confronti bibliograficiFRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo B1; da-tazione: V/VI: metà X-inizio X secolo; luogo del rin-venimento: Fiesole (Firenze), Poggio del Boccaccio(Certaldo, Firenze) e Pisa.VALENTI 1995, p. 195, tav. LXV; datazione: V secolo;luogo del rinvenimento: Chianti senese.I.7.23 Olla con orlo molto estroflesso e ingrossatointernamente dove assume un profilo concavo (forsesi tratta di un’insellatura per il coperchio); tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: filettatura non molto marcata sulla parte alta delframmento; impasto: G3; periodo II, fase B US 6297;periodo III, fase B, US 6104, 1769; periodo IV, faseE, US 1357, 1361; Tav. 10; diametro 12-15 cm; data-zione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.I.7.24 Olla con orlo molto estroflesso, ingrossato econ insellatura per il coperchio; tipo di modellazio-

ne: tornio veloce; trattamento delle superfici: nessu-no; impasto: G2; periodo II, fase C, US 6358; perio-do III, fase B, US 1405; Tav. 10; diametro 18 cm;datazione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.I.7.25 Olla con orlo leggermente ingrossato, moltoestroflesso, quasi pendulo; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; im-pasto: G2; periodo III, fase B, US 1313; Tav. 10;diametro 21 cm; datazione: seconda metà X-XI se-colo d.C.

Confronti bibliograficiFRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo D2; da-tazione: V secolo; luogo del rinvenimento: Fiesole(Firenze) ed Arezzo.I.7.26 Olla con orlo distinto, estroflesso e ingrossatointernamente dove assume un profilo concavo; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G2; periodo III, fase B, US1405; Tav. 11; diametro 29 cm; datazione: X-XI se-colo d.C.

Confronti bibliograficiMURIALDO et alii 1998, p. 247, fig. 8, n. 3; datazione:VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Ventimiglia(Imperia).I.7.27 Olla con orlo estroflesso, ingrossato interna-mente dove assume un profilo concavo; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: nessuno; impasto: G2, G3; periodo IV, fase B, US1499; periodo IV, fase C, US 1294; Tav. 11; diametro16, 18 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliograficiDANI, VANNI DESIDERI 1981, p. 477, n. 3; datazione:ante XIII secolo; luogo del rinvenimento: Fauglia(Pisa).NEGRO PONZI MANCINI 1996, p. 139, n. 9; datazione:fine X-XIII secolo; luogo del rinvenimento: Brescia eTrino S. Michele (Vercelli).I.7.28 Olla con orlo estroflesso e leggermente ingros-sato, con profilo interno concavo per l’alloggio di uncoperchio; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; periodo IV, fase B,US 1389; impasto: G2; Tav. 11; diametro 15 cm; da-tazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliograficiLAVAZZA, VITALI 1996, p. 37, Tav. IV, n. 14; datazione:fine V-metà VI secolo; luogo del rinvenimento: Luni(La Spezia).I.7.29 Olla con orlo estroflesso e ingrossato; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G3; periodo IV, fase E, US1091; periodo IV, fase B, US 1415; Tav. 11; diametro15 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.I.7.30 Olla con alto orlo estroflesso ed indistinto, conprofilo interno leggermente concavo; tipo di model-lazione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G3; periodo IV, fase E, US 1315; Tav.11; diametro 18 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

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Tav. 10 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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Confronti bibliograficiVALENTI 1996 (a cura di), p. 130, tav. VI, n. 3; data-zione: seconda metà IX secolo; luogo del rinvenimen-to: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.31 Olla con orlo estroflesso ed ingrossato inter-namente, con collo marcato da quattro filettature; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G3; periodo V, fase A, US1298; periodo VI, fase A; US 2055; periodo VI, faseB, US 8064; Tav. 11; diametro 12 cm; datazione: XIV-XV secolo d.C.

Gruppo e: olle con orlo ripiegato all’esterno esuperiormente piattoI.7.32 Olla con orlo ripiegato all’esterno e superior-mente piatto; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G2;periodo I, fase B, US 6758; Tav. 11; diametro 11 cm;datazione: metà VII-seconda metà VIII secolo d.C.I.7.33 Olla con orlo ripiegato all’esterno, ingrossatoe superiormente piatto; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: nessuno; impa-sto: G2; periodo I, fase B, US 6773, 6775, 6787; pe-riodo II, fase D; US 6320; Tav. 11; diametro 15, 16,21 cm; datazione: metà VII-seconda metà VIII secolod.C.

Confronti bibliograficiSPAGNOL 1996, p. 73, tav. 2, n. 24; datazione: V-IX/Xsecolo; luogo del rinvenimento: Cittanova, Eraclea(Venezia).I.7.34 Olla con orlo ripiegato all’esterno ed ingrossa-to; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: nessuno; impasto: G2; periodo IV, faseC, US 1294; Tav. 11; diametro 18 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Gruppo f: olle con orlo molto estroflesso esuperiormente piatto.I.7.35 Olla con orlo estroflesso, ingrossato esterna-mente e con superficie superiore piatta; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: nessuno; impasto: G2; periodo II, fase A, US 6601;periodo II, fase C 6130; Tav. 12; diametro 22, 26cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliograficiBRUNI 1993, p. 430, n. 4; datazione VIII-X secolo;luogo del rinvenimento: Pisa, Piazza Dante.DE MARINIS 1977, Tav. XVI, n. 17/grp12; datazione:metà VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Certaldo(Firenze).I.7.36 Olla con orlo molto estroflesso e leggermenteingrossato esternamente, con insellatura per il coper-chio; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: nessuno; impasto: G2; periodo II,fase C, US 6130; Tav. 12; diametro 24 cm; datazio-ne: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.7.37 Olla con orlo molto estroflesso, ingrossato, consuperficie superiore piatta ed insellatura per il coper-

chio; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: nessuno; impasto: G3; periodo II,fase C, US 6125; Tav. 12; diametro 24 cm; datazio-ne: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.7.38 Olla con orlo molto estroflesso ed ingrossa-to, distinto esternamente e con insellatura per il co-perchio; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G2; perio-do II, fase C, US 6129; Tav. 12; diametro 18 cm;datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Gruppo g: olle con orlo estroflesso e arroton-datoI.7.39 Olla con orlo molto estroflesso ingrossato edarrotondato; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: G2; pe-riodo I, fase B, US 6775; periodo II, fase A, US 6659;periodo II, fase C, US 6130; Tav. 12; diametro 12,14, 16 cm; datazione: metà VII-seconda metà VIIIsecolo d.C.I.7.40 Olla con orlo arrotondato, estroflesso e distin-to dalla spalla molto pronunciata; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G1, G2; periodo II, fase A, US 6601,1982; periodo II, fase B, US 1986; Tav. 12; diametro8, 14, 18 cm; datazione: seconda metà VIII-IX seco-lo d.C.

Confronti bibliograficiGUIDERI 2000, p. 26, tav. 5, n. 12; datazione: VII-VIIIsecolo; luogo del rinvenimento: castello di Torri, co-mune di Roccastrada (Grosseto).VALENTI 1991, p. 44, tipo 1, gruppo C; datazione:fine V-inizio VI secolo; luogo del rinvenimento: ter-ritorio senese.I.7.41 Olla con orlo molto estroflesso, ingrossato edarrotondato, con insellatura per il coperchio; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G2; periodo II, fase A, US6601; Tav. 12; diametro 27 cm; datazione: secondametà VIII-IX secolo d.C.I.7.42 Descrizione: olla con orlo molto estroflesso,leggermente ingrossato ed arrotondato, con insella-tura per il coperchio; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: nessuno; impa-sto: G4; periodo II, fase D, US 1944; Tav. 12; diame-tro 19 cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolod.C.

Confronti bibliografici:FROVA 1977 (a cura di), Tav. 377, n. 16, cs 1029/3;datazione: generico romano-alto medievale; luogo delrinvenimento: Luni (La Spezia).I.7.43 Olla con orlo estroflesso, leggermente ingros-sato e arrotondato, con profilo interno leggermenteconcavo; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G2, G3;periodo II, fase C, US 6130; periodo IV, fase C; US1294; Tav. 13; diametro 25 cm; datazione: secondametà VIII-IX secolo d.C.

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Tav. 11 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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I.7.44 Olla con orlo estroflesso, ingrossato ed arro-tondato, con profilo interno leggermente concavo;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G2, G3; disegno n.399; periodo III, fase B, US 1783; Tav. 13; diametro12 cm; datazione: X-XI secolo d.C.Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 433, n. 31; datazione: metàX-inizio XI secolo; luogo del rinvenimento: Pisa, Piaz-za Dante.I.7.45 Olla con orlo estroflesso, arrotondato, ingros-sato e distinto; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: nessuno; impasto: G3;periodo III, fase A, US 1147, 1149; periodo IV, faseE, US 1311; Tav. 13; diametro 16, 19 cm; datazione:X-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 430, n. 2; datazione: metàX-inizi XI /fine X-metà XIII-metà XIII-metà XV se-colo; luogo del rinvenimento: Pisa, Piazza Dante.I.7.46 Olla con orlo estroflesso, ingrossato ed arro-tondato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G3; perio-do III, fase B, US 1837; periodo V, fase A, US 5159;Tav. 13; diametro 16, 20, 22 cm; datazione: X-XI se-colo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), 430, n. 11; datazione: metàX-inizio XI, fine X-metà XIII, metà XIII-metà XVsecolo; luogo del rinvenimento: Pisa, Piazza Dante.VALENTI 1996 (a cura di), p. 274, tav. XII, n. 2; data-zione: inizio XIV secolo; luogo del rinvenimento:Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.47 Olla con orlo estroflesso, ingrossato ed arro-tondato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: G3; perio-do III, fase A, US 1149; Tav. 13; diametro 32 cm;datazione: X-XI secolo d.C. (Fig. 67).I.7.48 Olla con orlo estroflesso e arrotondato; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G3; periodo V, fase A, US 1299;Tav. 13; diametro 24 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Gruppo h: olle con orlo quasi verticale,ingrossato e arrotondatoI.7.49 Olla con orlo poco estroflesso, arrotondato eingrossato internamente; corpo globulare; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: larghe tracce orizzontali della tornitura; impa-sto: G3; periodo III, fase A, US 1149; periodo IV,fase D, US 5149; Tav. 13; diametro 20 cm; datazio-ne: X-XI secolo d.C.

Gruppo i: olle con orlo breveI.7.50 Olla con orlo breve, ingrossato e confluente;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G3, periodo III, faseB, US 8074; Tav. 13; diametro 12 cm; datazione: X-XI secolo d.C.

I.7.51 Olla con orlo breve, appuntito e confluente;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G3, periodo IV, faseE, US 1058; Tav. 13; diametro 26 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:ARDIZZON, BORTOLETTO 1996, p. 536, tav. IV, n. 1;datazione: XII-XIV secolo; luogo del rinvenimento:laguna veneta.

Gruppo l: olle con pareti filettateI.7.52 Olla con orlo estroflesso e spalla marcata; cor-po globulare; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: filettatura al di sotto del-la spalla; impasto: G3; periodo III, fase B, US 5182;periodo V, fase A, US 5159; Tav. 14; diametro 16 cm;datazione: X-XI secolo d.C.I.7.53 Olla con orlo leggermente estroflesso, con pro-filo interno concavo; corpo globulare; tipo di model-lazione: tornio veloce; trattamento delle superfici:filettatura del corpo in una stretta fascia al di sottodell’orlo e della spalla; impasto: G2; periodo IV, faseE, US 1355; Tav. 14; diametro 12 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo E2; da-tazione: IX-inizio X secolo; luogo del rinvenimento:Scarlino (Grosseto), Poggio Imperiale, Poggibonsi (Sie-na), Chianti senese.I.7.54 Olla con orlo leggermente introflesso e coninsellatura per l’alloggio del coperchio; corpo globu-lare; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: filettatura al di sotto dell’orlo; im-pasto: G3; periodo IV, fase E, US 1091; Tav. 14; dia-metro 14, 18 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, VALENTI 1997, p. 130 131, tipo M; da-

Fig. 67 – Olla (X-XI secolo d.C.).

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Tav. 12 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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98Tav. 13 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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tazione: metà IX-inizio X secolo; luogo del rinveni-mento: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena) e Scarli-no (Grosseto).I.7.55 Olla con orlo indistinto e leggermente estrofles-so; corpo globulare; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: il corpo è filettato apartire dalla spalla; impasto: G3; periodo IV, fase E1311; periodo V, fase A, US 1053, 1324; Tav. 14; dia-metro 16, 20, 22 cm; datazione: XII-XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo M; da-tazione: IX-inizio X secolo; luogo del rinvenimento:Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.56 Olla con orlo estroflesso, ingrossato ed arro-tondato, impostato su un collo verticale; corpo glo-bulare; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: il corpo è completamente co-perto da filettature più fitte al di sotto della spalla;impasto: G3; periodo IV, fase E, US 1059; periodo V,fase A, US 1053; Tav. 14; diametro 12, 14 cm; data-zione: XII-XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo L1;datazione: metà IX-inizio XI secolo; luogo del rinve-nimento: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).VALENTI 1996 (a cura di), p. 124, tav. I, n. 1; datazio-ne: metà VII-inizio VIII secolo; luogo del rinvenimen-to: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.57 Olla con orlo estroflesso e leggermente ingros-sato; corpo globulare; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: il corpo è coper-to da filettature marcate e molto fitte al di sotto dellaspalla; impasto: G3; periodo IV, fase E, US 1073,1311; periodo IV, fase A, US 1345; periodo V, fase A,US 5056; Tav. 14; diametro 10, 14, 15, 18, 22 cm;datazione: XII-XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo M; da-tazione: metà IX-inizio X secolo; luogo del rinveni-mento: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).VALENTI 1995, p. 172, Tav. XCII, n. 2; datazione: IX-XI secolo; luogo del rinvenimento: Chianti senese.

Gruppo m: olle con pareti filettate ed orlo piattoI.7.58 Olla con orlo arrotondato, estroflesso ed in-grossato esternamente, con profilo interno ed ester-no concavo, distinto dal collo dritto; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: G3; periodo III, fase B, US 1769; pe-riodo V, fase E, US 1092; Tav. 15; diametro 12, 19cm; datazione: X-XI secolo d.C.I.7.59 Olla con orlo leggermente confluente e profi-lo interno concavo; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: filettatura; impasto:G3; periodo II, fase B, US 1799; periodo IV, fase F,US 1091, 1311, 1358, 1361; periodo V, fase A, US5159; Tav. 15; diametro 14, 16, 18, 20 cm; datazio-ne: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:VALENTI 1996 (a cura di), p. 126, Tav. I, n. 7; datazio-ne: metà del VII-inizio VIII secolo; luogo del rinveni-mento: Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.60 Olla con orlo estroflesso ed appiattito; corpoglobulare; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: il corpo è filettato a partiredall’orlo; impasto: G3; periodo III, fase A, US 2049,2083; periodo IV, fase D, US 5138, 5149; periodo IV,fase E, US 1311; periodo V, fase A, US 2030, 5159;periodo VI, fase A, US1005; Tav. 15; diametro 10, 12cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo N2; da-tazione: IX-inizio X secolo; luogo del rinvenimento:Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.61 Olla con orlo leggermente estroflesso ed ap-piattito; corpo globulare; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: filettatura delcorpo al di sotto della spalla; impasto: G3; periodoIV, fase E, US 1311, 1358; Tav. 15; diametro 12, 15cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:BOLDRINI, GRASSI 1997, p. 355, n. 6; datazione: XII-seconda metà XIII secolo; luogo del rinvenimento:San Silvestro (Massa Marittima, Livorno).DANI, VANNI DESIDERI 1981, p. 477, n. 1; datazione:ante XIII secolo; luogo del rinvenimento: Fauglia (Pisa).FRANCOVICH, VALENTI 1997, pp. 130-131, tipo L2; da-tazione: IX-inizio X secolo; luogo del rinvenimento:Poggio Imperiale, Poggibonsi (Siena).I.7.62 Olla con orlo estroflesso ed appiattito, conprofilo interno concavo; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: filettatura;impasto: G3; periodo IV, fase C, US 1275, 1294,1296; periodo IV, fase E, US 1358; Tav. 15; diametro14, 16, 18 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.I.7.63 Olla con orlo estroflesso ed appiattito; corpofilettato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: filettatura; impasto: G3; pe-riodo VI, fase A, US 1246; Tav. 15; diametro 22 cm;datazione: XV secolo d.C.

Gruppo n: olle con orlo ad arpioneI.7.64 Olla con orlo ad arpione a tesa inclinata; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: filettatura; impasto: G3; periodo V, fase A, US 1074;Tav. 16; diametro 18 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, fa11, p. 239; datazione: secondametà XV secolo; luogo del rinvenimento: Siena, Con-trada del Nicchio.I.7.65 Olla con orlo appuntito e bordo ad arpione;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: filettatura; impasto: G3; periodo V, faseA, US 1247; periodo V, fase B, US 1137, 1160, 1234,1248; Tav. 16; diametro 20, 34 cm; datazione: XIVsecolo d.C.

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Tav. 14 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

Confronti bibliografici:La foggia del bordo ricorda: LUNA 1996/97, p. 221-222, tipo K.1.2/3, tav. XXI; datazione: seconda metàXV secolo-XVI secolo; luogo del rinvenimento: Sie-na, Contrada della Civetta.I.7.66 Olla con bordo ingrossato ed estroflesso adarpione; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: filettatura; impasto: G2, G3;periodo V, fase A, US 1072; periodo V, fase B, US1137, 1197, 1198, 1219, 8051; periodo VI, fase A,

US 1228, 1246, 1288; Tav. 16; diametro 14, 18, 20cm; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:LUNA 1996/97, p. 220, tipo. K.1.1, Tav. XXII.; data-zione: seconda metà XV secolo-XVI secolo; luogo delrinvenimento: Siena, Contrada della Civetta.VALENTI 1995, p. 165, Tav. XCVIII, n. 3; datazioneXIII-XIV; luogo del rinvenimento: Chianti senese.I.7.67 Olla con bordo ingrossato ed estroflesso adarpione, con spalla distinta; tipo di modellazione:

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Tav. 15 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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Tav. 17, nn. 1-3; diametro 14, 18 cm; datazione: metàVII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:simili in PANTÒ 1996, p. 108, fig. 12, n. 6; datazione:seconda metà VI secolo; luogo del rinvenimento:Cureggio (Novara).

Gruppo b: fondi con pareti estroflesseI.9.3 Fondo indistinto, con pareti estroflesse e di mode-sto spessore; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: G2, G3, G6;periodo I, fase B, US 6787; periodo II, fase A, US 6601;periodo II, fase B, US 1976, 1984, 1986; periodo II,fase E, US 1342; periodo IV, fase C, US 1294, 1295;periodo IV, fase D, US 5149; periodo IV, fase E, US 1131;periodo V, fase B, US 1235; Tav. 18, n. 1-2; diametro 9,10, 12, 14 cm; datazione: metà VII-IX secolo d.C.

Gruppo c: fondi con pareti poco estroflesse, co-perte solo parzialmente da filettature paralleleI.9.4 Fondo indistinto, con pareti non molto estro-flesse; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: filettature larghe e parallele chesembrano il risultato involontario della tornitura;impasto: G2; periodo II, fase B, C, US 6347, 6316;Tav. 18; diametro 8, 12 cm; datazione: seconda metàVIII-IX secolo d.C.

Gruppo d: fondi con pareti poco estroflesse,coperte totalmente da filettature paralleleI.9.5 Fondi indistinti, con con pareti non molto estro-flesse; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: filettatura che ricopre tutta la pare-te, raggiungendo il fondo; impasto: G2, G3; periodoIV, fase A, US 5195; periodo IV, fase D, US 5077;periodo IV, fase E, US 1088, 1358; periodo V, fase A,1324; Tav. 18, nn. 1-2; diametro 10, 12 cm; datazio-ne: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:VALENTI 1995, p. 175, tav. XCV, n. 2; datazione: X-XII secolo; luogo del rinvenimento: Chianti senese.I.9.6 Fondo distinto, con pareti non molto estrofles-se; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: filettatura che ricopre tutta la parete,raggiungendo il fondo; impasto: G2; periodo IV, faseE, US 1311; Tav. 18; diametro 13 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Gruppo e: fondi con pareti quasi verticaliI.9.7 Fondo con pareti quasi verticali; tipo di model-lazione: tornio veloce; trattamento delle superfici:nessuno; impasto: G3; periodo VI, fase B, US 8064;Tav. 18; diametro 22 cm; datazione: XV secolo d.C.

Forma: colatoio (I.10)I.10.1 Fondo apodo, con fori passanti realizzati dopola cottura; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: G3; pe-riodo IV, fase E, US 1311; Tav. 19; diametro 12 cm;datazione: XII-XIII secolo d.C.

tornio veloce; trattamento delle superfici: filettatu-ra; impasto: G3; periodo VI, fase B, US 8064; Tav.16; diametro 20 cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:La foggia del bordo ricorda: LUNA 1996-97, p. 224,tipo K.3.1, Tav. XXIII; datazione: XV secolo; luogodel rinvenimento: Siena, Contrada della Civetta.I.7.68 Olla con bordo ad arpione e collo distinto; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle superfici:filettatura; impasto: G3; periodo VI, fase A, US 1005;periodo VI, fase B, US 2038, 5130, 8048, 8064; Tav. 16;diametro 16, 20, 22 cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, nb5, p. 217; datazione: secondametà XV secolo; luogo del rinvenimento: Siena, Con-trada del Nicchio.I.7.69 Olla con orlo ingrossato ed estroflesso; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: filettatura; impasto: G3; periodo VI, fase B, US 8064;Tav. 16; diametro 16 cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:CUCINI, PAOLUCCI 1985, p. 464, fig. 8, n. 13; datazio-ne: seconda metà XIV- XV secolo; luogo del rinveni-mento: San Galgano, (Siena).

Gruppo o: olle ansateI.7.70 Olla con orlo a breve tesa estroflessa, mono-ansata; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: filettatura; impasto: G3; pe-riodo VI, fase B, US 2025; Tav. 16; diametro 14 cm;datazione: XV secolo d.C.

Forma: boccale (I.8)I.8.1 Boccale trilobato; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: nessuno; impa-sto: G3; periodo IV, fase D, US 5149; Tav. 16; diame-tro non id; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Fondi (I.9)Gruppo a: fondi con pareti molto estroflesseI.9.1 Fondi indistinti, di dimensioni variabili, con paretidi modesto spessore, molto estroflesse; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nessu-no; impasto: G2, G3; periodo I, fase B, US, 6639, 6757,6788; periodo II, fase A, US 6659, 6662; periodo II,fase B, US 1984; periodo II, fase C, US 6129, 6130;periodo II, fase B, US 6297; periodo V, fase A, US 1056,1196, 1247; periodo V, fase B, US 1137, 1193, 1205,1240, 8051; periodo VI, fase A, US 1173; periodo VI,fase B, US 8048; Tav. 17, n. 1-6; diametro 8, 9, 10, 12,16cm; datazione: metà VII - IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:PANTÒ 1996, p. 119, fig. 23, nn. 8-9; datazione: IX -X secolo; luogo del rinvenimento: Alba (Cuneo).I.9.2 Fondi indistinti, di dimensioni variabili, conpareti di non modesto spessore, molto estroflesse; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: G2, G3; periodo I, fase B,US 6757, 6760; periodo II, fase C, US 6782, 1960;

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Tav. 16 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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Tav. 17 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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I.10.2 Fondo apodo, con fori passanti realizzati a cru-do; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: nessuno; impasto: G3; periodo IV, faseE, US 1058; Tav. 19; diametro 14 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Forma: coperchio (I.11)I.11.1 Coperchio con pareti spesse e bordo arroton-dato, leggermente introflesso; tipo di modellazione:tornio veloce; trattamento delle superfici: nessuno;impasto: G7; periodo I, fase B, US 6787; Tav. 19;diametro 29 cm; datazionemetà VII-seconda metà VIIIsecolo d.C.I.11.2 Coperchio con pareti spesse e bordo piatto;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G3; periodo II, faseC, US 6129, 6130; Tav. 19; diametro 20, 24 cm; da-tazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.11.3 Coperchio con pareti di modesto spessore, conbordo arrotondato e leggermente introflesso; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: G3; periodo II, fase C, US 6641;periodo IV, fase B, US 1499; Tav. 19; diametro 12, 22cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.I.11.4 Coperchio con pareti di modesto spessore, conbordo arrotondato e leggermente introflesso; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfici:nessuno; impasto: G3; periodo IV, fase C, US 1295;Tav. 19; diametro 24 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.I.11.5 Coperchio con orlo ingrossato, e arrotondato;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; periodo V, fase B, US 8051; im-pasto: G3; Tav. 19; diametro 20 cm; datazione: XIVsecolo d.C.I.11.6 Coperchio con labbro internamente ingrossa-to e corpo troncoconico; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; pe-riodo V, fase B, US 1266; impasto: G3; Tav. 19; dia-metro 20 cm; datazione: XIV secolo d.C.I.11.7 Coperchio con orlo arrotondato e parete qua-si verticale; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; periodo VI, fase B,US 8048; impasto: G3; Tav. 19; diametro 5 cm; data-zione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in BOLDRINI, GRASSI 2000, p. 200, tav. V, n. 13;datazione: XV secolo; luogo del rinvenimento: Mon-temassi (Grosseto).I.11.8 Coperchio con orlo ingrossato ed estroflesso;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; periodo VI, fase A; US 1005,1246; impasto: G2; Tav. 19; diametro 16, 18, 22 cm;datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:LUNA 1996/97, p. 245, tipo WA.2.3, tav. XXVII.; da-tazione: seconda metà XV secolo-inizio XVI secolo;luogo del rinvenimento: Siena.

I.11.9 Coperchio con orlo indistinto, leggermenteappuntito e corpo troncoconico; tipo di modellazio-ne: tornio veloce; trattamento delle superfici: nessu-no; impasto: G3; periodo VI, fase A, US 1173; faseB, US 8048, 1005; Tav. 19; diametro 16 cm; datazio-ne: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:LUNA 1996/97, p. 243, tipo Wa.2.1, tav. XXVII.; da-tazione: seconda metà XV secolo; luogo del rinveni-mento: Siena, Contrada della Civetta.

Forma: grande catino/coperchio (I.12)I.12. Catino/coperchio con orlo a tesa, estroflesso;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: G3; periodo V, fase B,US 1198; periodo VI, A; US 1306; Tav. 19; diametro26 cm; datazione: XIV secolo d.C.

II.2.1.3 CONCLUSIONI SINTETICHE SULL’ACROMA

GROSSOLANA

Casseruole con orlo introflessoLa casseruola con orlo introflesso sembra caratteriz-zare i contesti di metà VII-XI secolo.Nel periodo I (metà VII-seconda metà VIII secolo) itipi sono contraddistinti dall’orlo introflesso ad unci-no (tipo I.1.9) o arrotondato (tipo I.1.1) con diame-tri maggiori (28-31 cm) rispetto a quelli del periodoII (8-27 cm).In quest’ultimo periodo le casseruole incrementanodi numero e si diversificano per la foggia dell’orloche, oltre ad essere arrotondato, può essere anchepiatto e confluente, piatto e verticale o superiormen-te rialzato. In generale il corpo sembra che sia globu-lare o globulare appiattito.Tutte le varianti tipologiche della casseruola con orlorientrante sono realizzate a tornio veloce. Nel perio-do I è utilizzato il solo impasto G2, mentre nel perio-do II anche il G3.In ambito mediterraneo gli esemplari più antichi dicasseruole con orlo introflesso sono realizzati a manoe sembrano prodotti in ambito insulare italico:– in Sardegna, tra il IV e l’VIII secolo38;– a Pantelleria39, da dove sono poi esportati verso Car-tagine, dove sono attestati tra il IV e la metà del V seco-lo;– in Sicilia, dove questi manufatti, con profonde ra-dici nella protostoria, continuano ad essere prodottiancora in età normanna e per tutto il medioevo40.Questi primi tipi iniziano ad essere realizzati local-mente a partire dal V41, per continuare ad essere pro-

38 ROVINA 1998, pp. 790-793.39 FULFORD, PEACOCK 1984, p. 156, fig. 55, n. 2.2.40 MOLINARI 1997, pp. 121-122.41 Casseruole con orlo introflesso prodotte a partire dalV secolo sono state rinvenute in Spagna sud orientale (cfr.sopra pp. 77-79).

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Tav. 18 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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107Tav. 19 – Acroma grossolana. Scala 1:4.

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dotti nel VI42 e VII secolo43 con modi di foggiaturadiversi: a mano, secondo una tradizione di tipo pro-tostorico, in Spagna, e a tornio lento o veloce a Car-tagine ed in Italia centro meridionale. La forma basecontinua ad essere presente nei secoli dell’alto me-dioevo, specialmente nelle zone che subiscono la do-minazione arabo-berbera: la Spagna, dove le casse-ruole con orlo introflesso raggiungono l’XI secolo, ela Sicilia, dove, come abbiamo già detto, sono atte-state fino al XIII secolo44.Anche gli esemplari di Montarrenti potrebbero ap-partenere ad una produzione locale che imita tipolo-gie tardoantiche.

CatiniI catini in acroma grezza sono attestati esclusivamen-te nel periodo II (seconda metà VIII-IX secolo). I tipipresenti a Montarrenti sono sempre foggiati con iltornio veloce, con l’impasto G2.I confronti bibliografici sembrano delineare ambiti didiffusione di questa forma simili a quelli già espostiper le casseruole con orlo introflesso: Spagna ed Ita-lia centrale.

CiotolePer le fasi più antiche gli esemplari sono solamentedue (tipi I.3.1 e 2) ed oltretutto residui, rinvenuti instrati del periodo IV che corrispondono a riempimentidi fosse clandestine: si tratta di ciotole con orlo inter-namente ingrossato, con motivi ad onda incisi sullaparete e sulla parte superiore del labbro.I confronti bibliografici rimandano a cronologie tar-do antiche. In ambito toscano esemplari simili sonoattestati nel Chianti senese, datati al 325/400-42045

d.C., e nel territorio di Roccastrada in contesti ar-cheologici di VI-VII secolo.Ai secoli centrali del Medioevo (X-XI secolo) si datainvece una piccola ciotola emisferica con fondo mol-to spesso (tipo I.3.3).Con il bassomedioevo questa forma sarà definitiva-mente sostituita dai testelli.

Testi e tegamiAnche per questa forma ceramica è stato possibile in-dividuare gruppi tipologici che assumono caratteristi-che diverse all’interno dei vari periodi cronologici.

Nel periodo I i testi sono presenti solo in piccola per-centuale limitatamente al tipo I.5.3, con pareti di mo-desto spessore, profilo esterno convesso ed orlo in-grossato e arrotondato, e al tipo I.5.4 con pareti mol-to estroflesse e basse, e con orlo ingrossato ed arro-tondato.Nel periodo II la tipologia dei testi sembra farsi piùarticolata, con esemplari caratterizzati da orlo arro-tondato e pareti di grande spessore (tipo I.5.18), orloarrotondato e pareti brevi e molto estroflesse (tipi I.5.5e 6), da orlo piatto e defluente (tipi I.5.12 e 13) e dapareti di grande spessore ed orlo indistinto (tipi I.5.16,I.5.17). Su tre esemplari è presente il motivo cruci-forme inciso sulla superficie interna del fondo. La su-perficie esterna della base è spesso lisciata, ma in al-cuni casi presenta una ricca concentrazione di inclusidi grandi dimensioni che dovevano servire a renderel’oggetto più resistente al calore.Nel periodo III continuano ad essere presenti i testicon orlo arrotondato, con pareti molto estroflesse(tipo I.5.7). In generale, comunque, sembrano preva-lere gli esemplari con fondo e pareti di grande spes-sore (tipi I.5.19, I.5.20 e I.5.21).Nel periodo IV i testi sono per lo più con pareti efondo di grande spessore a disco (tipo I.5.22). Insie-me a questi tipi compare per la prima volta quello digrandi dimensioni con pareti molto basse e di mode-sto spessore, con orlo estroflesso (tipo I.5.14). Sem-pre nel periodo IV sono attestati per la prima volta itegami di grandi dimensioni con pareti quasi verticalied orlo indistinto (tipo I.4.1).Mentre per i testi dei periodi I e II è attestata solo lafoggiatura al tornio veloce, a partire dal periodo III sifa comune la lavorazione a mano nei tipi con pareti efondi di grande spessore ed orlo arrotondato.Nel periodo V i testi sono esclusivamente con orloarrotondato e parete estroflessa, modellati a mano (tipiI.5.9, 10, 11).Nel periodo VI il panorama morfologico si impoveri-sce; gli unici due tipi attestati sono il I.5.11, con orloarrotondato e il I.5.15 con orlo estroflesso (tipoI.5.15), entrambi modellati a mano.I confronti con esemplari provenienti da altri conte-sti archeologici confermano le datazioni proposte peri quattro periodi.Osservando le località dalle quali provengono i testiconfrontabili con quelli di Montarrenti, sembra chel’area di diffusione di questi ultimi possa essere iden-tificata nella regione Toscana sia per l’alto che per ilbasso medioevo.

OlleAnche per le olle è possibile osservare una netta di-stinzione tra le produzioni alto e basso medievali. Ingenerale si realizza una trasformazione che porta adun innalzamento degli orli che, da molto estroflessinegli esemplari più antichi (metà VII-XI secolo), di-ventano quasi verticali nei tipi bassomedievali (XII-XIII secolo), per poi trasformarsi nei caratteristiciarpioni trecenteschi e quattrocenteschi.Nel periodo I (metà VII-seconda metà VIII secolo) sonoattestate olle con orlo breve ed indistinto (tipi I.7.8) o

42 Esemplari prodotti a partire dal VI secolo sono statetrovati a Cartagine ed in generale in Africa settentrionale(cfr. sopra p. 77).43 Le casseruole con orlo introflesso sono state rinvenutein contesti di VII secolo in Spagna sud-orientale ed Italiacentro meridionale specialmente costiera (Porto, CryptaBalbi e Napoli) dove però gli esemplari sono spesso ca-ratterizzati da prese a linguetta. Per l’Italia settentrionaleabbiamo pochi confronti con esemplari del Friuli, dellalaguna veneta e del Piemonte (Asti) datati al V-VIII seco-lo, con attestazioni più concentrate tra VII e VIII secolo(cfr. sopra pp. 77-79).44 Esemplari di epoca altomedievale sono stati trovatianche a Cefalù (Cfr. ARDIZZONE 2000, p. 404, fig. 2).45 VALENTI 1995, p. 115, tav. LXXXV, n. 3.

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N. minimo Tab.32Acroma grossolana PI PII PIII PIV PV PVICasseruole con orlo introflesso Gruppo aI.1.1 1 I.1.2 2 Gruppo bI.1.3 1 I.1.4 1 I.1.5 1 1 I.1.6 1 2 Gruppi c, d, eI.1.7 1 I.1.8 1 I.1.9 1 Catini I.2.1 1 I.2.2 1 I.2.3 1 Ciotole I.3.1 1 I.3.2 1 I.3.3 1 TegamiI.4.1 2 Testi Gruppo aI.5.1 1 I.5.2 2 1 Gruppo bI.5.3 1 3 1 I.5.4 1 1 I.5.5 3 1 I.5.6 2 1 I.5.7 1 1 1 I.5.8 1 I.5.9 1 I.5.10 2 I.5.11 1 6 Gruppo cI.5.12 1 I.5.13 1 4 Gruppo dI.5.14 1 I.5.15 1 Gruppo eI.5.16 1 I.5.17 1 Gruppo fI.5.18 2 3 5 I.5.19 2 4 I.5.20 1 1 Gruppo gI.5.21 2 2 I.5.22 1 1 Olle Gruppo aI.7.1 1 1 I.7.2 1 I.7.3 3 I.7.4 1 I.7.5 1 I.7.6 1 1 I.7.7 1 Gruppo bI.7.8 2 2 1 I.7.9 1 I.7.10 1 I.7.11 1 I.7.12 1 I.7.13 2

N. minimo Tab.33Acroma grossolana PI PII PIII PIV PV PVIFondi con pareti molto estroflesseI.9.1 3 7 16 2 I.9.2 2 2 Fondi con pareti estroflesse I.9.3 1 7 1 1 Fondi coperti solo parzialmente da filettature I.9.4 2 Fondi completamente filettati I.9.5 5 1 I.9.6 1 Gruppo d: fondi con pareti quasi verticali I.9.7 2 Colatoi I.10.1 1 I.10.2 1

superiormente piatto (I.7.1), con orlo estroflesso ed in-grossato internamente (I.7.19 e 20) o arrotondato (I.7.39)e con orlo ripiegato all’esterno (tipi I.7.32, I.7.33).Nel periodo II (seconda metà VIII-IX secolo) si gene-ralizza un’accentuata estroflessione dell’orlo (tipiI.7.5, 9, 10, 11, 12, 21, 22, 23, 24, 35, 36, 37, 38,40, 41, 42, 43) che sembra caratterizzare ancheesemplari di grandi dimensioni, con diametri del bor-do che raggiungono i 36 cm (tipi I.7.17 e I.7.18).I fondi degli esemplari di metà VII-IX secolo hannopareti molto estroflesse e sembrano indicare una for-ma globulare del corpo delle olle. La superfici ester-ne delle pareti non presentano in genere tracce di fi-lettature (tipi I.9.1, 2, 3).Con il periodo III (X-XI secolo) gli orli, sebbene man-tengano sempre una netta estroflessione, comincianoa diventare più verticali rispetto agli esemplari piùantichi (tipi I.7.6, 26, 45, 46, 47, 50). Iniziano ora acomparire le prime filettature incise a pettine sullesuperfici esterne delle pareti (tipi I.7.52, 58).Con il periodo IV(XII-XIII secolo) si assiste ad unatrasformazione netta delle tipologie di questo manu-fatto ceramico che assume forme standardizzate emolto spesso accomunate da una filettatura che sem-bra coprire tutto il corpo, giungendo fino al fondodell’oggetto (tipi I.7.53, 54, 55, 56, 57, 59, 60, 61,62). Gli orli tendono a diventare sempre più verticalie superiormente piatti o arrotondati, mentre i collisono più sviluppati in altezza (tipi I.7.7, 13, 28, 29).Le pareti dei fondi continuano la tendenza, attestatadal periodo III, a farsi meno estroflesse, suggerendouna forma ovoidale del corpo. Caratteristica, ancheper il tratto di parete più prossimo al fondo, è la filet-tatura a pettine (tipi I.9.5, 6).Con il periodo V (XIV secolo) si assiste ad una nettatrasformazione dei profili delle olle che iniziano a ca-ratterizzarsi per la presenza di un orlo estroflesso eripiegato, il cosiddetto “orlo ad arpione” (tipi I.7.64,65, 66). Continuano ad essere presenti anche tipi conpareti filettate ed orlo estroflesso (tipi I.7.56, 57).Anche il periodo VI (XV secolo) è caratterizzato dallaprevalenza di olle con orlo ad arpione (tipi I.7. 67, 68,69). Non mancano esemplari con semplice orlo estro-flesso (tipo I.7.16) o con ansa (tipo I.7.70).

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% Tab.3Acroma grossolana PI PII PIII PIV PV PVICasseruole con orlo introflesso Gruppo aI.1.1 5,9 I.1.2 2,9 Gruppo bI.1.3 1,4 I.1.4 1,4 I.1.5 1,4 1,3 I.1.6 1,4 5,8 Gruppi c, d, eI.1.7 1,4 I.1.8 1,4 I.1.9 5,8 Catini I.2.1 1,4 I.2.2 1,4 I.2.3 1,4 Ciotole I.3.1 1,3 I.3.2 1,4 I.3.3 2,9 TegamiI.4.1 2,7 Testi Gruppo aI.5.1 1,4 I.5.2 2,8 2,9 Gruppo bI.5.3 5,8 4,2 1,3 I.5.4 5,8 1,4 I.5.5 4,2 1,3 I.5.6 2,8 2,9 I.5.7 2,9 1,3 2,5 I.5.8 1,3 I.5.9 2,5 I.5.10 5,1 I.5.11 2,5 13,9 Gruppo cI.5.12 1,4 I.5.13 1,4 5,4 Gruppo dI.5.14 1,3 I.5.15 2,3 Gruppo eI.5.16 1,4 I.5.17 1,4 Gruppo fI.5.18 2,8 8,8 6,8 I.5.19 5,8 5,4 I.5.20 2,9 1,3 Gruppo gI.5.21 5,8 2,7 I.5.22 1,3 2,5 Olle Gruppo aI.7.1 5,8 1,4 I.7.2 1,4 I.7.3 4,2 I.7.4 1,4 I.7.5 1,4 I.7.6 2,9 1,3 I.7.7 1,3 Gruppo bI.7.8 2,8 1,3 I.7.9 1,4 I.7.10 1,4

%Acroma grossolana PI PII PIII PIV PV PVICasseruole con orlo introflesso Gruppo bI.7.11 1,4 I.7.12 1,4 I.7.13 2,7 I.7.14 5,1 I.7.15 5,1 I.7.16 2,3 Gruppo cI.7.17 1,4 I.7.18 1,4 Gruppo dI.7.19 5,8 I.7.20 5,8 2,9 I.7.21 1,4 I.7.22 1,4 2,9 I.7.23 1,4 5,8 2,7 I.7.24 1,4 2,9 I.7.25 2,9 I.7.26 2,9 I.7.27 4,1 I.7.28 1,3 I.7.29 4,1 I.7.30 1,3 I.7.31 2,5 4,6 Gruppo eI.7.32 5,8 I.7.33 17,6 1,4 I.7.34 1,3 Gruppo fI.7.35 2,8 I.7.36 1,4 I.7.37 1,4 I.7.38 1,4 Gruppo gI.7.39 5,8 4,2 I.7.40 4,2 I.7.41 1,4 I.7.42 1,4 I.7.43 1,4 1,3 I.7.44 2,9 I.7.45 8,8 1,3 I.7.46 2,9 5,1 I.7.47 2,9 I.7.48 2,5 Gruppo hI.7.49 2,9 Gruppo iI.7.50 2,9 I.7.51 1,3 Gruppo lI.7.52 2,9 2,5 I.7.53 1,3 I.7.54 2,7 I.7.55 1,3 5,1 I.7.56 1,3 2,5 I.7.57 4,1 5,1 Gruppo mI.7.58 2,9 2,5 I.7.59 1,4 6,8 2,5 I.7.60 5,8 5,4 5,1 2,3 I.7.61 2,7 I.7.62 6,8 I.7.63 2,3 Gruppo n I.7.64 2,5

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BoccaliTra i materiali rinvenuti è attestato un solo tipodi boccale foggiato con impasto grossolano (tipoI.8.1), in stratigrafie di XII-XIII secolo, sebbenealtri frammenti di anse siano stati trovati anchenegli altri periodi. Non è comunque chiaro, datal’esiguità dei frammenti, se si tratti di boccali odi olle ansate.

CoperchiI coperchi sono presenti in tutti i periodi. Gliesemplari di metà VII-X secolo hanno in generedimensioni maggiori, orli introflessi e profiliesterni convessi (tipi I.11.1, 2, 3). I coperchi diXV secolo, ma la tendenza è già presente nel XIVsecolo, assumono invece un profilo esterno con-cavo ed un orlo estroflesso (tipi invece I.11.7, 8,9). Spesso sui tipi più tardi compaiono fori pas-santi (tipo I.11.9).

BottiglieNel periodo I è attestata a Montarrenti un tipodi bottiglia (tipo I.6.1) che ha confronti precisicon esemplari di Nocera Umbra46, datati tra il571 ed il VII secolo e che Ida Baldassarre ha in-terpretato come prodotti di un’industria localeche continua la tradizione italica.

II.2.2 Acroma depurata (classe II)

L’acroma depurata è presente con un totale di929 oggetti (numero minimo), del peso di 73118grammi.

II.2.2.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Usando lo stesso procedimento impiegato per leacrome grossolane, sono stati individuati 5 tipidi impasti:– D1: tipo di indagine: sezione sottile (per le voci chenon compaiono qui di seguito cfr. la tabella allegatan. 36); frattura: piana; colore: rosso-bruno; durezza:molto duro.– D2: tipo di indagine: sezione sottile (per le voci chenon compaiono qui di seguito cfr. le tabelle allegaten. 37, 38, 39); frattura: piana; colore: cuoio; durez-za: tenero.– D3: tipo di indagine: osservazione macroscopica emicroscopica; frattura: piana; inclusi: chamotte dicolore rosa, forma rotonda, granulometria media,quantità poca, distribuzione irregolare; porosità: com-patto; colore: rosso ocra; durezza: molto duro.

%Acroma grossolana PI PII PIII PIV PV PVICasseruole con orlo introflesso Gruppo n I.7.64 2,5 I.7.65 12,8 I.7.66 15,3 6,9 I.7.67 13,9 I.7.68 27,9 I.7.69 2,3 Gruppo oI.7.70 2,3 Boccali I.8.1 1,3 Coperchi I.11.1 11,7 I.11.2 5,7 I.11.3 1,4 1,3 I.11.4 1,3 I.11.5 2,5 I.11.6 2,5 I.11.7 2,3 I.11.8 6,9 I.11.9 6,9 Grandi catini/coperchioI.12.1 2,5 2,3 Bottiglie I.6.1 5,8 I.6.2 1,3

% Tab. 35Acroma grossolana PI PII PIII PIV PV PVIFondi con pareti molto estroflesseI.9.1 50,0 38,8 88,8 50,0 I.9.2 33,3 11,1 Fondi con pareti estroflesse I.9.3 16,6 38,8 11,1 5,6 Fondi coperti solo parzialmente da filettature I.9.4 11,1 Fondi completamente filettati I.9.5 56,0 5,5 I.9.6 11,1 Gruppo d: fondi con pareti quasi verticali I.9.7 50,0 Colatoi I.10.1 11,1 I.10.2 11,1

I fondi non presentano più la filettatura a pettine edhanno pareti poco estroflesse (tipo I.9.7).Se poniamo attenzione alle aree di provenienza deitipi di olle confrontabili con quelle di Montarrenti, sipuò osservare come nel bassomedioevo ci sia stato unrestringimento di tali aree ad un ambito strettamenteregionale e, a partire dal XIV, all’area senese e, più ingenerale, alla Toscana meridionale:– periodo I: Toscana e Italia settentrionale.– periodo II: Toscana, Lazio costiero.– periodo III: Toscana, Italia settentrionale, Italia cen-trale.– periodo IV: Toscana.– periodo V: Siena e Toscana meridionale;– periodo VI: Siena e Toscana meridionale.

46 BALDASSARRE 1967, pp. 141-185, fig. 2, n. inventario522 (2404), gruppo III.

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– D4: tipo di indagine: sezione sottile (per le voci chenon compaiono qui di seguito si veda tabella allegatan. 40); frattura: piana; colore: cuoio-bianco; durez-za: molto duro.– D5: tipo di indagine: osservazione macroscopica emicroscopica; frattura: piana; inclusi: mica di colorebianco, forma tubolare, granulometria molto fine,quantità molta, distribuzione regolare; porosità: com-patto; colore: rosso ocra; durezza: molto duro.

ATTESTAZIONE DEI SINGOLI IMPASTI NEI VARI

PERIODI CRONOLOGICI

Utilizzando le percentuali relative al il numerominimo degli esemplari e al loro peso, sono statiindividuati, anche per le acrome depurate, duegruppi di impasti che caratterizzano le produ-zioni alto (periodo I, II e III) e basso medievali(periodo IV-V-VI) (Tabb. 41-44 e grafico 2).Nel primi quattro periodi domina l’impasto D2,che, tra XII e XIII secolo, caratterizzerà l’91% deiprodotti fini rinvenuti nel castello. La situazione,cambia nel corso del XIV secolo, quando D2 saràsoppiantato dal riemergere di D1, che diventeràl’impasto più utilizzato fino al XV secolo.Un’ulteriore distinzione va poi fatta, all’internodei sei periodi, in base alle diverse modalità dicottura dei manufatti e alla presenza di materia-le organico nell’impasto. Se infatti prima dell’XIdominano i prodotti, caratterizzati da un’animagrigia visibile in frattura, a partire dal XII secolosaranno preponderanti quelli cotti in atmosfereperfettamente ossidanti con corpo di coloreomogeneo. Altro valore che cambia è poi la quan-tità degli oggetti realizzati, di gran lunga mag-giore a partire dal XII secolo.Un quadro ancora diverso si ha per il XIV-XVsecolo, quando il numero dei prodotti in acro-ma depurata, probabilmente a causa all’introdu-zione delle produzioni smaltate, diminuisce ri-spetto ai valori assunti nel momento di massimosviluppo del castello, cioè tra XII e XIII secolo.

CARATTERIZZAZIONE DEL QUADRO PRODUTTIVO

Una volta individuati gli impasti caratterizzanti imanufatti ceramici alto e bassomedioevali, si è cer-cato di definire le produzioni delle singole officine.Risulta interessante notare come, anche per l’acro-ma depurata, il vasellame realizzato con gli impa-sti più attestati (D1 e D2) sia quello contraddistin-to anche da un più ampio panorama di forme: broc-che, boccali, orcioli, catini, bacili e bottiglie (Tabb.45-48). Quest’ultima forma è stata rinvenuta, inun unico esemplare nel periodo II, mentre sem-bra assente negli altri contesti cronologici.

Gli impasti meno attestati sembrano invece ca-ratterizzare produzioni morfologicamente piùlimitate (D3, D4, D5), che comprendono broc-che, boccali e, a volte, catini (Tabb. 49-54).Per quanto riguarda le tecniche produttive si os-serva come il vasellame fine sia sempre foggiatoa tornio veloce. Sembra poi caratteristica delperiodo altomedievale la lucidatura a stecca del-la superfice esterna delle pareti. Nelle brocche enei boccali questo trattamento interessa almenodue terzi dell’altezza degli esemplari.

II.2.2.2 CATALOGO DELLE FORME DELL’ACROMA

DEPURATA (II)

FORME APERTE

Forma: catino (II.1)II.1.1 Grande catino con orlo estroflesso, quasi pen-dulo, con insellatura interna per l’alloggio di un co-perchio; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; sulla parte esterna dellabbro sono presenti motivi circolari impressi; impa-sto: D2; periodo III, fase A, US 1147, 1149; Tav. 20;diametro 32 cm; datazione: X-XI secolo d.C.II.1.2 Catino con orlo arrotondato, leggermente estro-flesso, con insellatura interna per l’alloggio di un co-perchio; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: fascia di linee parallele incisesulla superficie esterna della parete; periodo III, faseB, US 1891; impasto: D2; Tav. 20; diametro 31 cm;datazione: seconda metà X-XI secolo d.C.II.1.3 Catino con orlo estroflesso e corpo emisfericocarenato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: motivo decorativo sinusoidalesulla superficie interna dell’orlo; impasto: D2; perio-do III, fase A, US 1149; Tav. 20; datazione: X-XI se-colo d.C.II.1.4 Grande catino con orlo estroflesso ed ingrossa-to; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: nessuno; sulla parte esterna del lab-bro sono presenti motivi circolari impressi; impasto:D2; periodo IV, fase E, US 1358; Tav. 20; diametro43 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.II.1.5 Catino con orlo estroflesso e corpo emisferico,carenato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: motivo decorativo sinusoidalesulla superficie interna dell’orlo; impasto: D2; perio-do IV, fase E, US 1311; Tav. 20; diametro 27 cm;datazione: XII-XIII secolo d.C.II.1.6 Grande catino con orlo molto estroflesso, qua-si a tesa; corpo emisferico; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: motivi deco-rativi ad onde irregolari sulla superficie interna del-l’orlo; impasto: D2; periodo IV, fase E, B, US 1311,1389; Tav. 20; diametro 25, 31 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.II.1.7 Catino con orlo a tesa e corpo emisferico; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-

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Tab. 36. Campione MA 716: impasto D1TESSITURA: SERIALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati, muscovite, calcite secondaria e ossidi.FRAMMENTI LITICI:/.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 15-20% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati, muscovite, calcite secondaria e ossidi.

0.2<Ø<1.5 mm 7% prevalentemente arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

Tab. 37. Campione MA 717: impasto D2TESSITURA: SERIALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati, muscovite, biotite, calcite secondaria e ossidi.FRAMMENTI LITICI:/ .FOSSILI: resti sostituiti da calcite secondariaMATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati, muscovite, biotite, calcite secondaria e ossidi

0.2<Ø<3.5 mm 3-5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.2<Ø<1 mm 3-5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.25 mm 7-10% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati, muscovite, biotite, quarzo microcristallino e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.38 Campione MA 718: impasto D2TESSITURA: SERIALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati, muscovite, biotite e ossidi.FRAMMENTI LITICI: quarzo microcristallino (pochissimo).

0.2<Ø<1 mm 3-5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati, muscovite, biotite, calcite secondaria, quarzo microcristallino e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.39 Campione MA 719: impasto D2TESSITURA: SERIALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati, muscovite, biotite, calcite secondaria e ossidi.FRAMMENTI LITICI: quarzo microcristallino.

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0.2<Ø<1 mm 3-5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati, muscovite, biotite, calcite secondaria, quarzo microcristallino e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab.40 Campione MA 719: impasto AD4TESSITURA: SERIALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati, muscovite, biotite, calcite secondaria e ossidi.FRAMMENTI LITICI: quarzo microcristallino.

Acroma depurata

N.minimo Tab. 41PI PII PIII PIV PV PVI

D1 17 9 12 14 88 62D2 58 210 86 232 61 5D3 20 28 0 0 0 0D4 1 7 2 0 0 1D5 1 2 0 9 4 0TOT 97 256 100 255 153 68

% Tab.42PI PII PIII PIV PV PVI

D1 17,5 3,5 12,0 5,5 57,5 91,2D2 59,8 82,0 86,0 91,0 39,9 7,4D3 20,6 10,9 0,0 0,0 0,0 0,0D4 1,0 2,7 2,0 0,0 0,0 1,5D5 1,0 0,8 0,0 3,5 2,6 0,0TOT 100 100 100 100 100 100

Peso in grammi Tab.43PI PII PIII PIV PV PVI

D1 369 726 0 1378 11655 8666D2 1834 14708 4938 22438 26427 82D3 349 595 0 0 0 0D4 14 427 194 0 0 0D5 50 108 0 320 278 0TOT 2616 16564 5132 24136 38360 8748

% Tab.44PI PII PIII PIV PV PVI

D1 14,1 4,4 0,0 5,7 30,4 99,1D2 70,1 88,8 96,2 93,0 68,9 0,9D3 13,3 3,6 0,0 0,0 0,0 0,0D4 1,9 2,6 3,8 0,0 0,7 0,0D5 1,9 0,7 0,0 1,3 0,7 0,0TOT 100 100 100 100 100 100

Grafico 2

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D1N. minimo Tab. 45

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 15 2 6 47 14Boccali 1 1 2Brocche 8Boccali/brocche 1 1 1 14 19Bottiglie 1Orcioli 1 3Forme aperte 2BaciliCatini 1 4 8Catini/coperchiCiotole 1ColiniCoperchiAltroFuseruole 2 2TOT 16 4 2 10 78 47

D1% Tab. 46

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 94 50 60 60,3 29,7Boccali 6,2 50 2,6Brocche 10,3Boccali/brocche 25 50 10 17,9 40,2Bottiglie 25Orcioli 1,3 6,4Forme aperte 20BaciliCatini 10 5,1 17Catino/coperchioCiotole 2,1ColiniCoperchioAltroFuseruole 2,6 4,3TOT 100 100 100 100 100 100

D2N. minimo Tab. 47

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 29 119 30 97 33 4Boccali 7 8 2 4 3Brocche 15 1 5Boccali/brocche 14 12 30 6BottiglieOrcioli 2 1 1 11Forme aperte 1Bacili 1 4 3 2 1Catini 4 5 3Catini/coperchiCiotole 1ColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 40 162 53 154 46 4

D2% Tab 48

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 72,5 73,5 56,6 63 71 100Boccali 17,5 4,9 3,8 2,6 6,5Brocche 9,3 1,9 3,2Boccali/brocche 8,6 22,6 19,5 13BottiglieOrcioli 5 0,6 1,9 7,1Forme aperte 0,6Bacili 2,5 2,5 5,7 1,3 2,2Catini 7,5 3,2 6,5Catini/coperchiCiotole 2,5ColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100 100 100 100 100 100

D3N. minimo Tab.49

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 12 22Boccali 2Brocche 2Boccali/broccheBottiglieOrcioliForme aperte 1BaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 15 24

D3% Tab.50

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 80 91,7Boccali 13,3Brocche 8,3Boccali/broccheBottiglieOrcioliForme aperte 6,6BaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100 100

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perfici: nessuno; impasto: D2; periodo IV, fase E, US1358; periodo V, fase A, US 5159; Tav. 20; diametro29 cm; datazione: XII-XIV secolo d.C.Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 532, n. 25; datazione: metàX-inizio XI-fine X-metà XIII secolo; luogo del rinve-nimento: Pisa, Piazza Dante.II.1.8 Catino bordo estroflesso, orlo arrotondato,carena sotto l’orlo e corpo troncoconico; trattamen-to delle superfici: nessuno; impasto: D1; periodo V,fase A, US 1074; Tav. 20; diametro 28 cm; datazione:XIV secolo d.C.

Confronti:LUNA 1996/97, p. 256, tipo Y.2.2 e Tav. XIX; datazio-ne: metà XIV-seconda metà XV secolo; luogo del rin-venimento: Siena, Contrada della Civetta.Simile per forma al tipo in maiolica arcaica in VANNI-NI 1985 (a cura di), II, 2, p. 495, n. 2478; datazione:tardo XIII-prima metà XIV secolo; luogo del rinve-nimento: Pistoia, Palazzo dei Vescovi.II.1.9 Catino con orlo ingrossato ed estroflesso, cor-po carenato; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: D1; pe-riodo VI, fase B, US 8064; Tav. 20; diametro 26 cm;datazione: XV secolo d.C.

D4N. minimo Tab. 51

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 1 4 1 1BoccaliBroccheBoccali/brocche 1 1BottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 2 5 1 1

D4% Tab. 52

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 50 80 100 100BoccaliBroccheBoccali/brocche 50 20BottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100 100 100 100

D5N. minimo Tab. 53

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 1 5 1Boccali 2Brocche 1 1Boccali/brocche 1BottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatini 1Catini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 1 1 8 3

D5% Tab. 54

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 100 62,5 33,3Boccali 25Brocche 100 12,5Boccali/brocche 33,3BottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatini 33,3Catini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100 100 100 100

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II.2.3 Bacile con orlo arrotondato e introflesso; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: filettatura vicino al bordo e steccatura in pros-simità del fondo; motivo inciso ad onda poco sottol’orlo; impasto: D2, D4; periodo III, fase B, US 8074;periodo VI, fase A; US 2047; Tav. 21; diametro 29cm; datazione: X-XI secolo d.C.II.2.4 Piccolo bacile con orlo arrotondato, ingrossa-to, introflesso e con solcatura centrale; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: lisciatura; impasto: D2; periodo IV, fase E, US1400; Tav. 21; diametro 18 cm; datazione: residuo instratigrafie di XII-XIII secolo d.C.II.2.5 Bacile con orlo arrotondato, leggermente ingros-sato e introflesso; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: nessuna; impasto: D2; pe-riodo VI, fase B; US 8064; Tav. 21; diametro 22 cm;datazione: residuo in stratigrafie di XV secolo d.C.

Gruppo b: bacili con orlo ingrossato, appiatti-to ed introflessoII.2.6 Bacile con orlo ingrossato, appiattito ed intro-flesso; corpo cilindrico, carenato; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: li-sciatura; impasto: D2; periodo II, fase D, US 1989;Tav. 22; diametro 23 cm; datazione: seconda metàVIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in ARTHUR 1998, p. 497, fig. 3, n. 2; datazio-ne: VI-VII secolo; luogo del rinvenimento: Napoli,Campania settentrionale.STAFFA 1998, p. 446, figura 6, n. 23b; datazione V-metà VI secolo; luogo del rinvenimento: Abruzzo.II.2.7 Grande bacile con orlo ingrossato, appiattitoed introflesso; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: filettatura in prossimitàdell’orlo; impasto: D4; periodo V, fase A, US 5141;Tav. 22; diametro 36 cm; datazione: seconda metàVIII-IX secolo d.C.II.2.8 Grande bacile con orlo ingrossato, appiattitoed introflesso; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: lisciatura; impasto: D2;periodo III, fase A, US 1801; Tav. 22; diametro 29cm; datazione: X-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:CAU et alii 1997, p. 176, fig. 4; datazione: ultimoquarto del V secolo; luogo del rinvenimento: Vila-rama Tarragona (Spagna).II.2.9 Grande bacile con orlo ingrossato, appiattito edintroflesso; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: lisciatura; impasto: D2; periodoV, fase A, US 2074; Tav. 22; diametro 30 cm; datazione:residuo in stratigrafie di XIV secolo. Il tipo è confronta-bile con esemplari databili al X-XI secolo d.C.II.2.10 Bacile con orlo ingrossato, appiattito ed intro-flesso; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: lisciatura; impasto: D2; periodo IV,Fase C, US 1038; Tav. 22; diametro 29 cm; datazione:

II.1.10 Catino con tesa orizzontale e corpo emisferi-co; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: nessuno; impasto: D1; periodo VI, faseB, US 8048; Tav. 20; diametro 24 cm; datazione: XVsecolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in BOLDRINI, GRASSI 2000, pp. 197, n. 2; data-zione: seconda XIV-XV secolo; luogo del rinvenimen-to: Montemassi, Roccastrada (Grosseto).II.1.11 Catino con orlo a nastro convesso, orlo ap-puntito, cavità emisferica, piede a disco, fondo pia-no; trattamento delle superfici: nessuno; impasto: D1;periodo VI, fase B, US 8048, 5043; Tav. 21; diametro20 cm; datazione: XV secolo d.C.II.1.12 Catino a tesa defluente e ingrossata, con cor-po emisferico; trattamento delle superfici: nessuno;impasto: D1; periodo V, fase B, US 8057; Tav. 21;diametro 24 cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti:BERTI 1982, p. 182, Tav. 2, n. AA1; datazione: fineXIII-prima metà XIV secolo; luogo del rinvenimen-to: Montelupo (Firenze).BERTI et alii 1986, pp. 487, fig. II, n. 7; datazione: XIVsecolo; luogo del rinvenimento: generica Toscana.

Forma: bacili (II.2)Gruppo a: bacili con orlo arrotondato edintroflessoII.2.1 Bacile con orlo arrotondato, ingrossato e in-troflesso; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: lisciatura; impasto: D2; perio-do I, fase B, US 6788; Tav. 21; diametro 34 cm; data-zione: metà VII-seconda metà VIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in ARTHUR 1998, p.493, fig. 1, n. 1; datazione:VI secolo; luogo del rinvenimento: Napoli, Campa-nia settentrionale.Simile, ma in acroma grezza, in CAU et alii 1997, p.176, fig. 4; datazione: ultimo quarto del V secolo; luogodel rinvenimento: Vila-rama Tarragona (Spagna).STAFFA, 1998, p. 446, fig. 6, n. c; datazione V-metà VIsecolo, Abruzzo.II.2.2 Bacile con orlo arrotondato, ingrossato e in-troflesso; corpo globulare schiacciato; tipo di model-lazione: tornio veloce; trattamento delle superfici: fi-lettatura e lisciatura; impasto: D2; periodo II, fase C,US 6130; Tav. 21; diametro 27 cm; datazione: secon-da metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in BARTOLONI 1995, pp. 100-117, fig. 6, n.1;datazione: metà XI-prima metà XII secolo; luogo delrinvenimento: Tarquinia.CAU et alii 1997, p. 178, fig. 6; datazione: secondamatà V-metà VII secolo; luogo del rinvenimento: Vila-rama Tarragona (Spagna).

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Tav. 20 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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residuo in stratigrafie di XII-XIII secolo. Il tipo è con-frontabile con esemplari databili al X - XI secolo d.C.

Gruppo c: bacili con orlo introflesso, ingrossa-to e orizzontaleII.2.11 Grande bacile orlo introflesso, ingrossato eorizzontale; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: lisciatura; impasto: D2; pe-riodo II, fase E, US 13142; periodo III, fase B, US1785; Tav. 22; diametro 28, 34 cm; datazione: se-conda metà VIII-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:CIARROCCHI et alii 1998, p. 412, fig. 12, n. 7; datazio-ne: VII secolo; luogo del rinvenimento: Ostia e Porto(Roma).HODGES, PATTERSON 1986, p. 19, fig. 4; datazione ante881 d.C.; luogo del rinvenimento: San Vincenzo alVolturno, Isernia.

Gruppo d: bacili con orlo ogivale ed introflessoII.2.12 Grande bacile con orlo ogivale, ingrossato eintroflesso; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: lisciatura; impasto: D2; pe-riodo II, fase C, US 6134; Tav. 22; diametro 31 cm;datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Gruppo e: bacili con orlo a tesa rientranteII.2.13 Grande bacile con orlo a tesa rientrante; tipodi modellazione: tornio veloce trattamento delle su-perfici: lisciatura; impasto: D2; periodo III, fase B,US 1313; Tav. 22; diametro 34 cm; datazione: X-XIsecolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile in BARTOLONI 1995, pp. 100-117, fig. 6, n. 3;datazione: metà XI-prima metà XII secolo; luogo delrinvenimento: Tarquinia, Viterbo.

FORME CHIUSE

Forma: boccale (II.3)II.3.1 Boccale con ansa a nastro di modeste dimen-sioni, leggermente rialzata rispetto all’orlo; l’ansa in-contra il corpo dell’oggetto in corrispondenza dellasua massima ampiezza, descrivendo un arco acuto;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: il corpo è ricoperto da filettature moltofini; impasto: D2; periodo III, fase A, US 1147; pe-riodo IV, fase C, US 1029; Tav. 23; diametro 10 cm;datazione: X-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:simile in FRANCOVICH et alii 1978, p. 137, Tav.XXXVIII, n. 388; datazione: XIV secolo; luogo delrinvenimento: Prato, Palazzo Pretorio.II.3.2 Boccale con corpo piriforme; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: ilcorpo è completamente filettato e sopra la spalla sonopresenti due fasce con motivi incisi sinusoidali; im-pasto: D2; periodo IV, fase B, US 1389; Tav. 23; dia-metro 10 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

II.3.3 Boccale con ansa a nastro di modeste dimen-sioni, quasi complanare all’orlo e che descrive unarco acuto; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: D2; pe-riodo IV, fase B, E, US 1389; periodo V, fase A, US,1324; Tav. 23; diametro 12 cm; datazione: XII-XIVsecolo d.C.

Confronti bibliografici:VANNINI 1985 (a cura di), p. 402, n. 2201; datazione:XIII secolo; luogo del rinvenimento: Pistoia, Palazzodei Vescovi.II.3.4 Boccale con breve orlo a tesa; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: D1; periodo V, fase B, US 8057; Tav.23; diametro 9 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Forma: brocca (II.4)II.4.1 Brocca trilobata con corpo segnato da ampietracce della tornitura; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: nessuno; impa-sto: D2; periodo I, fase B, US 6665; Tav. 24; diame-tro non id; datazione: metà VII-seconda metà VIIIsecolo d.C.

Confronti bibliografici:simile in DE MARINIS 1977, Tav. XVI, n. 5 e 8/97821;datazione seconda metà VI-VII secolo; luogo del rin-venimento: Certaldo (Firenze).II.4.2 Brocca con trilobatura ottenuta per pressionedell’orlo; il collo è basso e il corpo molto espanso;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: la metà superiore dell’oggetto è filettatae la metà inferiore è lucidata a stecca; impasto: D2;periodo II, fase C, US 6130, 6134, 6355; periodo III,fase A, US 1973; Tav. 24; diametro 12 cm; datazione:seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Confronti bibliografici:DE MARINIS 1977, Tav. XVI, n. 8/97821; datazioneseconda metà VI-VII secolo; luogo del rinvenimento:Certaldo (Firenze).II.4.3 Brocca con trilobatura molto accentuata; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: fine filettatura delle pareti; impasto: D2; pe-riodo II, fase C, US 1974; periodo III, fase A, US 1801;periodo IV, fase B, US 1389; Tav. 24; diametro nonid; datazione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.II.4.4 Brocca con collo stretto e ansa a nastro com-planare all’orlo; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: nessuna; impasto: D2;periodo V, fase B, US 1234; impasto: D4; Tav. 24;diametro 10 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Forma: bottiglia (II.5)II.5.1 Bottiglia apoda, con ventre molto espanso eribassato; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: pareti completamente lucidatea stecca; impasto: D1; periodo II, fase C, US 6130;Tav. 25; diametro fondo 13 cm; datazione: secondametà VIII-IX secolo d.C.

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Tav. 21 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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Tav. 22 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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Forme chiuse ansate (II.6)II.6.1 Brocca/boccale con ansa a nastro stretto e mol-to spesso; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: nessuno; impasto: D2; perio-do I, fase B, US 6760; periodo II, fase A, C, US 6130,6662; Tav. 25; diametro 14 cm; datazione: metà VII– seconda metà VIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 518, n. 2; datazione VIII-Xsecolo; luogo del rinvenimento: Piazza Dante, Pisa.II.6.2 Brocca/boccale con larga ansa a nastro di nonmodesto spessore, leggermente rialzata rispetto all’orloe che descrive una curva molto ampia; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nessu-na; impasto: D2; periodo I, fase B, US 6760; periodo II,fase D, C, US 6134; periodo IV, fase D, US 1949; Tav.25; diametro 14 cm; datazione: metà VII-IX secolo d.C.II.6.3 Brocca/boccale con ansa a nastro di modestospessore ed ampiezza, leggermente rialzata rispetto al-l’orlo; tipo di modellazione: tornio veloce; impasto:D2; periodo II, fase E, US 1982; Tav. 25; diametro 13cm; datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.II.6.4 Brocca/boccale con ansa a nastro di grandi di-mensioni, leggermente rialzata rispetto all’orlo; l’an-sa sembra descrivere un arco molto ampio e presen-ta, all’attacco con il bordo, una solcatura trasversale;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: il corpo è ricoperto da filettature moltofini; impasto: D2; periodo III, fase A, US 1148; pe-riodo III, fase B, US 8062; periodo IV, fase C, US1294; periodo IV, fase D, US 5149; Tav. 25; diametro12 cm; datazione: X-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:BERTI, MENCHELLI 1998, p. 309, n. A8; datazione: pri-ma metà XIII secolo; luogo del rinvenimento: Pisa.II.6.5 Brocca/boccale con ansa a nastro di non mode-sto spessore, leggermente rialzata rispetto all’orlo;l’ansa sembra descrivere un arco molto ampio; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: D2; periodo IV, fase C, E,US 1073, 1087, 1367; Tav. 25; diametro 13 cm; da-tazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:DE MARINIS 1979, p. 284, n. RP2; datazione: IX-XIIIsecolo; luogo del rinvenimento: Pomino in Val di Sie-ve (Firenze).II.6.6 Brocca con ansa a nastro orizzontale, compla-nare all’orlo; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; periodo V, fase B,US 1234; impasto: D2; Tav. 25; diametro 10 cm; da-tazione: XIV secolo d.C.

Forma: orciolo (II.7)II.7.1 Orciolo con orlo ingrossato ed estroflesso, coninsellatura interna per l’alloggio di un coperchio; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: D3, D2; periodo I, fase B,US 6639, 6665; periodo II, fase C, US 6130; figura:

Tav. 26; diametro 24 cm; datazione: metà VII-secon-da metà VIII secolo d.C.II.7.2 Orciolo con orlo indistinto ed estroflesso; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: motivo decorativo sinusoidale sulla superfi-cie interna ed esterna dell’orlo; impasto: D2; perio-do III, fase A; US 1147; Tav. 26; diametro 17 cm;datazione: X-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 514, n. 13; datazione: se-conda metà X-metà XII secolo; luogo del rinvenimen-to: Piazza Dante, Pisa.II.7.3 Orciolo con orlo ingrossato ed estroflesso; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: D2; periodo III, fase B, US1891; Tav. 26; diametro 34 cm; datazione: X-XI se-colo d.C.II.7.4 Orciolo con orlo ingrossato, arrotondato edestroflesso; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: D2; pe-riodo IV, fase B, US 1415; Tav. 26; diametro 36 cm;datazione: XII-XIII secolo d.C.II.7.5 Orciolo con orlo indistinto e leggermente estro-flesso; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: filettatura sulle pareti del corpo emotivo decorativo sinusoidale sulla superficie inter-na dell’orlo; impasto: D2; periodo IV, fase B, US 1415;periodo IV, fase C, US 1296; Tav. 26; diametro 14cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.II.7.6 Orciolo con orlo ingrossato ed estroflesso; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: nessuno; impasto: D2; periodo IV, fase C, E,US 1315, 1358, 1391; Tav. 26; diametro 24, 28 cm;datazione: XII-XIII secolo d.C.II.7.7 Orciolo con orlo estroflesso, ingrossato e arro-tondato, corpo globulare; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: nessuno; im-pasto: D1; periodo VI, fase B, US 8064; Tav. 26; dia-metro 18 cm; datazione: XV secolo d.C.II.7.8 Grande orciolo con orlo ad arpione; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: D1; periodo VI, fase B, US8048; Tav. 26; diametro 32 cm; datazione: XV seco-lo d.C.

Fondi (II.8)Gruppo a: fondi lucidati a stecca.II.8.1 Fondo apodo con pareti estroflesse; evidentisegni della tornitura sulla superficie interna; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: lucidatura a stecca; impasto: D2; periodo I, faseB, US 6665; periodo II, fase A, C, US 6129, 6130,6601, 6747, 1401; Tav. 27, nn. 1-4; diametro 10, 14,15 cm; datazione: metà VII-IX secolo d.C.II.8.2 Fondo apodo di grande spessore, con paretiestroflesse; evidenti segni della tornitura sulla super-ficie interna; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: lucidatura a stecca; impasto:D2; periodo I, fase B, US 6639; periodo II, fase C,

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Tav. 23 – Acroma depurata. Scala 1:4.

US 6425; periodo IV, fase C, E, US 6130, 1294, 1311;Tav. 27; diametro 16 cm; datazione: metà VII-IX se-colo d.C.

Confronti bibliografici:DE MARINIS 1979, p. 285, fig. 6, n. RP18; datazione:IX-XIII secolo; luogo del rinvenimento: Pomino inVal di Sieve (Firenze).II.8.3 Fondo apodo con pareti molto estroflesse; evi-denti segni della tornitura sulla superficie interna; tipodi modellazione: tornio veloce; Trattamento delle su-perfici: lucidatura a stecca; impasto: D2, D3; periodoII, fase A, C, US 6130, 1982,; periodo III, fase B, US1470; periodo IV, fase C, E, US, 1295, 1344; Tav. 27,nn. 1-2, Tav. 28, n. 3; diametro 9, 10, 11, 12, 14, 15cm; datazione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.

II.8.4 Fondo apodo di fine spessore, con pareti estro-flesse; evidenti segni della tornitura sulla superficieinterna delle pareti; tipo di modellazione: tornio ve-loce; trattamento delle superfici: lucidatura a stecca;impasto: D3, D2; periodo II, fase B, C, D, US 6130,6529, 1944; periodo IV, fase E, US 1358; Tav. 28;diametro 12 cm; datazione: seconda metà VIII-IXsecolo d.C.II.8.5 Fondo apodo con pareti molto estroflesse; evi-denti segni della tornitura sulla superficie interna dellepareti; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: lucidatura a stecca; impasto: D2;periodo II, fase A, US 1982; periodo III, fase A,US1149; periodo IV, fase C, US 1294; Tav. 28; dia-metro 20 cm; datazione: seconda metà VIII-XI seco-lo d.C.

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Tav. 24 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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Tav. 25 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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Tav. 26 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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Gruppo b: fondi con pareti filettate e poilucidate a stecca in prossimità del fondoII.8.6 Fondo apodo con pareti estroflesse; evidentisegni della tornitura sulla superficie interna delle pa-reti; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: lucidatura a stecca che copre unafitta filettatura; impasto: D2; periodo I, fase B, US6665; periodo IV, fase E, US 1311; periodo IV, faseD, US 5149; Tav. 28; diametro 16 cm; datazione: metàVII-seconda metà VIII secolo d.C.II.8.7 Fondo apodo, con pareti estroflesse; evidentisegni della tornitura sulla superficie interna delle pa-reti; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: la parete è coperta da una fine filet-tatura ad eccezione della parte più vicina al fondodove compaiono evidenti segni di lucidatura a stecca;impasto: D2; periodo II, fase C, US 6130; periodoIV, fase B, C, US 1294, 1389; Tav. 28; diametro 12cm; seconda metà VIII-IX secolo d.C.II.8.8 Fondo apodo, con pareti estroflesse; evidentisegni della tornitura sulla superficie interna; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: la parete è coperta da una fine filettatura ad ec-cezione della parte più vicina al fondo dove compa-iono evidenti segni di lucidatura a stecca; impasto:D2; periodo IV, fase B, E, US 1311, 1389; Tav. 28, n.1-2; diametro 12 cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.II.8.9 Fondo apodo, con pareti quasi verticali; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: la parete è coperta da una fine filettatura ad ec-cezione della parte più vicina al fondo dove compa-iono evidenti segni di lucidatura a stecca; impasto:D2; periodo IV, fase E, US 1311; Tav. 28; diametro 6cm; datazione: XII-XIII secolo d.C.

Gruppo c: fondi filettatiII.8.10 Fondo distinto con pareti non molto estro-flesse; evidenti segni della tornitura sulla superficieinterna; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: pareti completamente filettate;impasto: D2; periodo III, fase B, US 1837; periodoIV, fase C, B, US 1294, 1293, 1311, 1415; Tav. 29;diametro 14, 16 cm; datazione: X - XIII secolo d.C.II.8.11 Fondo di piccole dimensioni, distinto, conpareti non molto estroflesse; evidenti segni della tor-nitura sulla superficie interna delle pareti; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: pareti completamente filettate ad eccezione di unastretta fascia contigua al fondo; impasto: D2; perio-do IV, fase E, US 1311; Tav. 29; diametro 11 cm;datazione: XII-XIII secolo d.C.

Confronti bibliografici:VALENTI 1996 (a cura di), p. 137, Tav. XIII, n.2; data-zione: seconda metà IX secolo; luogo del rinvenimen-to: territorio settentrionale senese.

Gruppi d: fondi con superfici non trattateII.8.12 Fondo apodo con pareti non molto estrofles-se; evidenti segni della tornitura sulla superficie in-terna delle pareti; tipo di modellazione: tornio velo-

ce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto: D2,D5; periodo II, fase A, C, periodo III, fase A, US 5204,periodo IV, fase C, E, US 1149, 1294, 1358, 1971,6130; Tav. 29, nn. 1-2; diametro 8, 13, 18 cm; data-zione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:VALENTI 1996 (a cura di), p. 137, Tav. XIII, n. 3; data-zione: seconda metà IX secolo; luogo del rinvenimen-to: territorio settentrionale senese; Tav. XIII, n. 1;datazione: metà VII-inizio VIII secolo; luogo del rin-venimento: territorio settentrionale senese.BRUNI 1993 (a cura di), p. 515, n. 2, datazione: X-XIVsecolo; luogo del rinvenimento: Piazza Dante, Pisa.II.8.13 Fondo spesso, apodo, con pareti non moltoestroflesse; evidenti segni della tornitura sulla superfi-cie interna delle pareti; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: nessuno; impasto:D3, D2; periodo II, fase A, US 1982; periodo IV, faseE, US 1311, 1344; Tav. 29, nn. 1-2; diametro 19, 20,22 cm; datazione: seconda metà VIII-XI secolo d.C.II.8.14 Fondo apodo con pareti estroflesse; evidentisegni della tornitura sulla superficie interna delle pa-reti; tipo di tornitura: tornio veloce; trattamento del-le superfici: nessuno; impasto: D2; periodo II, faseC, US 6130; periodo III, fase A, US 1149; periodo IV,fase A, C, E, US 1275, 1073, 1294, 1344; periodo V,fase A, US 5159, 1052, 1340; Tav. 29, nn. 1-2; dia-metro 11, 16, 24 cm; datazione: seconda metà VIII-XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 496, n.6, datazione: fineX-XIV e post XIV secolo; luogo del rinvenimento:Piazza Dante, Pisa.II.8.15 Fondo apodo con pareti estroflesse; evidentisegni della tornitura sulla superficie interna delle pa-reti; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: fini filettature coprono la superfi-cie esterna della parete in maniere disomogenea; im-pasto: D2; periodo III, fase A, US 1147; periodo V,fase A, US 5159; Tav. 29; diametro 22 cm; datazione:X-XI secolo d.C.

Confronti bibliografici:BRUNI 1993 (a cura di), p. 517, n.1, datazione: VIII -X secolo; luogo del rinvenimento: Piazza Dante, Pisa.II.8.16 Fondo apodo con pareti estroflesse; evidentisegni della tornitura sulla superficie interna; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: D2; periodo IV, fase C, US1294; periodo V, fase A, US 5159; Tav. 30; diametro18 cm; datazione: XII-XIV d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, GELICHI 1980, p. 123, Tav. 25, n. 25;datazione: XII secolo; luogo del rinvenimento: cas-sero senese della fortezza di Grosseto.VALENTI 1996 (a cura di), p. 137, Tav. XIII, n. 6; data-zione: metà VII-inizio VIII secolo; luogo del rinveni-mento: Poggio Imperiale (Poggibonsi, Siena).

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Tav. 27 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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129Tav. 28 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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II.8.17 Fondo apodo, con pareti estroflesse; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: nessuno; impasto: D1; periodo III, fase B, US 8126;Tav. 30; diametro 12 cm; datazione: XIV secolo d.C.II.8.18 Fondo apodo di grandi dimensioni, con pare-ti estroflesse; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: D1; pe-riodo VI, fase B, US 5043, 8048; Tav. 30; diametro16 cm; datazione: XIV-XV secolo d.C.II.8.19 Fondo apodo, abbastanza spesso e con paretiestroflesse; tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: nessuno; impasto: D2; pe-riodo VI, fase B, US 8052; Tav. 30; diametro 12 cm;datazione: XV secolo d.C.II.8.20 Fondo apodo di grandi dimensioni, con pare-ti quasi verticali; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: nessuno; impasto: D1, D2;periodo VI, fase A, US 1312, 1318; Tav. 30; diametro20 cm; datazione: XV secolo d.C.

Forma: fuseruola (II.9)Gruppo a: fuseruole bitronconicheII.9.1 Fuseruola a sezione bitroncoconica, con super-fici leggermente convesse e lisciate; foro centrale pas-sante cilindrico; tipo di modellazione: non id; tratta-mento delle superfici: pareti completamente lucida-te; impasto: D2; periodo III, fase B US 5182, periodoIV, fase B, C, E, US 1765, 1319, 1093; periodo V, faseA, US 5159, 8122; Tav. 30; datazione: X-XIV secolod.C.II.9.2 Fuseruola a sezione bitroncoconica, con forocentrale passante cilindrico; tipo di modellazione:tornio veloce; trattamento delle superfici: superficilisciate a stecca; impasto: D2; periodo IV, fase B, US1389; Tav. 30; datazione: XII-XIII secolo d.C.II.9.3 Fuseruola a sezione bitroncoconica appuntita,con foro centrale passante cilindrico; tipo di model-lazione: tornio veloce; trattamento delle superfici:nessuno; impasto: D1; periodo VI, fase B, US 8014;Tav. 30; datazione: XV secolo d.C.

Gruppo b: fuseruole a sezione piriformeII.9.4 Fuseruola a sezione piriforme, con foro centra-le passante cilindrico; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: superfici lisciate;impasto: D2; periodo IV, fase E, US 1355; Tav. 30;datazione: XII-XIII secolo d.C.

Gruppo c: fuseruole a sezione ovale, schiacciataII.9.5 Fuseruola a sezione ovale, schiacciata, con forocentrale passante cilindrico; tipo di modellazione: amano; trattamento delle superfici: motivo fitomorfoa rametti stilizzati incisi su tutta la superficie; impa-sto: D1; periodo VI, fase B, US 5130; Tav. 30; data-zione: XV secolo d.C.

II.2.2.3 CONCLUSIONI SINTETICHE SULL’ACROMA

DEPURATA

Il panorama delle acrome depurate mostra unanetta differenziazione dei tipi alto medievali da

quelli basso medievali, già osservata per le acro-me grezze.Tenendo conto delle aree geografiche con le qualiè possibili stabilire confronti tipologici, risultaevidente come in tutti e quattro i periodi l’ambi-to di diffusione dei manufatti in acroma depura-ta sia stato regionale toscano ed in particolaretoscano settentrionale. Fanno eccezione i bacilicon orlo introflesso di periodo I e II, che hannostrette analogie con esemplari provenienti dal-l’Italia meridionale.

FORME APERTE

CatiniI catini in acroma depurata iniziano ad essere attesta-ti a partire dal periodo III, con il tipo con orlo estro-flesso ed insellatura interna (tipo II.1.1), con quellocon orlo arrotondato (II.1.2) e con quello con corpocarenato e motivo sinusoidale inciso sulla parte inter-na dell’orlo (tipo II.1.3).Dal periodo IV i catini assumono, ad eccezione deltipo II.1.4, dimensioni minori, con prevalenza dei tipiemisferici con o senza carenatura e con orlo a tesaestroflesso (tipi II.1.5, II.1.6 e II.1.7), che hanno con-fronti con esemplari provenienti da Pisa, Piazza Dan-te, datati tra la metà del X e l’inizi dell’XI secolo edalla fine del X alla metà XIII secolo47. Spesso sullasuperficie interna dell’orlo degli esemplari di Mon-tarrenti compare il motivo sinusoidale inciso.A partire dal XIV e poi nel XV secolo i catini emisfe-rici del periodo IV sembrano cedere il posto alle for-me nude della maiolica arcaica (tipi II.1.8, 10, 11,12).

Bacili con orlo introflessoI bacili con orlo introflesso e ingrossato sembranocaratterizzare soprattutto i primi tre periodi.Nel periodo I (metà VII-seconda metà VIII secolo)compaiono tipi di grandi dimensioni con orlo intro-flesso e arrotondato e superfici esterne filettate (tipoII.2.1).Il periodo II (seconda metà VIII-IX secolo) è quelloin cui è attestato il maggior numero di varianti diquesta forma ceramica che è foggiata, oltre che conorlo arrotondato ed introflesso (tipo II.2.2), anchecon orlo ogivale e pareti filettate (tipo II.2.12), conorlo ingrossato e superiormente piatto e orizzontale(tipo II.2.11) e con orlo ingrossato e confluente (tipiII.2.6, 7).Nel periodo III (X-XI secolo) sono presenti alcunevarianti del tipo con orlo ingrossato, appiattito edintroflesso (tipi II.2.8, 9, 10), il bacile con orlo a tesarientrante (tipo II.2.13) e quello di grandi dimensio-ni con orlo arrotondato e motivo sinusoidale incisoal di sotto dell’orlo (tipo II.2.3).Due frammenti di piccolo bacile, con orlo rientrante earrotondato (II.2.4) sono stati rinvenuti anche in strati

47 BRUNI 1993 (a cura di), p. 532, n. 25.

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131Tav. 29 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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Tav. 30 – Acroma depurata. Scala 1:4.

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N. minimo Tab. 55Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVICatini II.1.1 2II.1.2 1II.1.3 1II.1.4 1II.1.5 1II.1.6 2II.1.7 3 2II.1.8 1II.1.9 1II.1.10 1II.1.11 2II.1.12 1BaciliGruppo aII.2.1 2II.2.2 1II.2.3 1 1II.2.4 1II.2.5 1Gruppo bII.2.6 1II.2.7 1II.2.8 1II.2.9 1II.2.10 1Gruppo cII.2.11 1 1Gruppo dII.2.12 1Gruppo eII.2.13 1Boccali II.3.1 1 1II.3.2 1II.3.3 2 1II.3.4 1Brocche II.4.1 1II.4.2 4 1II.4.3 1 1 1II.4.4 1BottiglieII.5.1 1Forme chiuse ansate II.6.1 1 2II.6.2 1 2II.6.3 1II.6.4 2 2II.6.5 3II.6.6 1Orcioli II.7.1 2 1II.7.2 1II.7.3 1 II.7.4 1II.7.5 2II.7.6 3II.7.7 1II.7.8 1

N. minimo Tab. 56Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIFondi lucidati a steccaII.8.1 1 4 1II.8.2 1 2 2II.8.3 3 1 3II.8.4 4 1II.8.5 1 1 1Fondi filettati e poi lucidati a steccaII.8.6 1 2II.8.7 1 2II.8.8 2II.8.9 1Fondi filettatiII.8.10 1 5II.8.11 1Fondi con superfici non trattateII.8.12 3 3 3II.8.13 1 2II.8.14 1 1 5 5II.8.15 1 1II.8.16 1 1II.8.17 1II.8.18 8 3II.8.19 1II.8.20 2

N. minimo Tab. 57Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIFuseruoleGruppo aII.9.1 1II.9.2 1 3 2II.9.3 1Gruppo bII.9.4 1Gruppo cII.9.5 1

di periodo IV(XII-XIII secolo), ma si tratta di fram-menti residui. Lo stesso si può di dire del tipo II.2.5.Se prendiamo in considerazione l’area geografica diprovenienza degli esemplari confrontabili con i bacilirinvenuti a Montarrenti, risulta evidente come essasia circoscrivibile all’Italia centro meridionale.Per il tipo con orlo appiattito, ingrossato ed introfles-so di periodo II (tipo II.2.6) i confronti rimandano acontesti abruzzesi del V-VI secolo 48 e ad esemplarinapoletani del VI-VII secolo49, che però sono ingob-biati. L’assenza dell’ingobbio giustifica una datazioneleggermente più tarda dei bacili di Montarrenti.

48 STAFFA 1998, p. 446, fig. 6, n. 23b.49 ARTHUR 1998, p. 497, fig. 3, n. 2.

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% Tab. 58Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVICatini II.1.1 13,3II.1.2 6,6II.1.3 7II.1.4 4II.1.5 4II.1.6 8II.1.7 12 25II.1.8 12II.1.9 11,1II.1.10 11,1II.1.11 22,2II.1.12 11,1BaciliGruppo aII.2.1 28,5II.2.2 5,8II.2.3 6,6 11,1II.2.4 4II.2.5 11,1Gruppo bII.2.6 5,8II.2.7 5,8II.2.8 6,6II.2.9 12,5II.2.10 4Gruppo cII.2.11 5,8 6,6Gruppo dII.2.12 5,8Gruppo eII.2.13 6,6Boccali II.3.1 6,6 4II.3.2 4II.3.3 8 12,5II.3.4 12,5Brocche II.4.1 14,2II.4.2 23,5 6,6II.4.3 5,8 6,6 4II.4.4 12,5BottiglieII.5.1 5,8Forme chiuse ansate II.6.1 14,2 11,7II.6.2 14,2 11,7 4II.6.3 5,8II.6.4 13,3 4II.6.5 12II.6.6 12,5Orcioli II.7.1 28,5 5,8II.7.2 6,6II.7.3 6,6II.7.4 4II.7.5 8II.7.6 12II.7.7 11II.7.8 11

% Tab.59Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIFondi lucidati a steccaII.8.1 33,3 20 11,1II.8.2 33,3 10 6,4II.8.3 15 11,1 9,6II.8.4 20 3,2II.8.5 5 11,1 3,2Fondi filettati e poi lucidati a steccaII.8.6 33,3 6,4II.8.7 5 6,4II.8.8 6,4II.8.9 3,2Fondi filettatiII.8.10 11,1 16,1II.8.11 3,2Fondi con superfici non trattateII.8.12 15 33,3 9,6II.8.13 5 6,4II.8.14 5 11,1 16,1 31II.8.15 11,1 6,2II.8.16 3,2 6,2II.8.17 6,2II.8.18 50 50II.8.19 16,6II.8.20 33,3

% Tab. 60Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIFuseruoleGruppo aII.9.1 100 50 100II.9.2 17II.9.3 16,6Gruppo bII.9.4 17Gruppo cII.9.5 100

Lo stesso ambito geografico può essere circoscrittoprendendo in considerazione i confronti per il tipoII.2.2 con orlo introflesso e arrotondato. Forme si-mili con orlo introflesso, arrotondato o piatto, madipinte di rosso e con breve listello, datati alla fineIV-inizio VI secolo, provengono da una fornace sca-vata a Calle di Tricarico in Basilicata. Questi manu-fatti hanno una distribuzione ampia in tutta la Basili-cata, sia costiera che interna, in Calabria, in Puglia ein Campania50.Per il tipo II.2.7, che compare nel periodo II (secon-da metà VIII-IX secolo), si trovano esemplari similinei livelli di distruzione datati all’881 d.C. di San Vin-cenzo al Volturno51.In ambito toscano esemplari di bacili con orlo intro-flesso arrotondato e pareti filettate sono stati trovatitra i materiali, per ora inediti, dello scavo del castello

50 DI GIUSEPPE, CAPELLI 1998, pp. 740, 742-743, 747.51 HODGES, PATTERSON 1986, p. 19, fig. 4.

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di Campiglia Marittima (Grosseto) e in quelli prove-nienti dalle stratigrafie alto medievali dello scavo del-l’Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, anch’essinon ancora pubblicati.Risulta significativo sottolineare l’affinità morfologi-ca tra i bacili in acroma depurata e le casseruole inacroma grossolana con orlo introflesso che trovanoconfronti comuni, specie per le forme più antiche,nell’ambito italico meridionale del V-VII secolo d.C.

FORME CHIUSE

OrcioliAnche negli orcioli in acroma depurata è possibile in-dividuare un’evoluzione morfologica: dal tipo con orlomolto estroflesso, arrotondato, con carenatura inter-na e pareti filettate (tipo II.7.1), che caratterizza il pe-riodo I (metà VII-seconda metà VIII secolo), si passanel periodo III (X-XI secolo) a quello di grandi dimen-sioni, con orlo estroflesso ingrossato (tipo II.7.3), e aquello con orlo indistinto, con motivo sinusoidale in-ciso sulla superficie interna del bordo (tipo II.7.2)52.La decorazione sinusoidale ricompare anche sul tipodi orciolo di piccole dimensioni (tipo II. 7. 5) che èattestato nel periodo IV (XII-XIII secolo). A quest’ul-timo sono anche da riferire orcioli di grandi dimensio-ni con orli estroflessi ed ingrossati (tipi II.7.4 e II,7,6).A partire dal XV secolo iniziano poi a comparire tipicon orlo ad arpione (tipo II.7.8).

FORME CHIUSE ANSATE

Le forme chiuse ansate53 sono attestate nei periodi I eII con il tipo con ansa spessa e stretta, quasi ovale(tipo II.6.1 che ha confronti a Pisa54 datati VIII-X se-colo), con quello con ansa a nastro (tipo II.6.2) e conquello con ansa stretta e di fine spessore (II.6.3). Os-servando i fondi rinvenuti negli strati di provenienzadelle anse, possiamo ipotizzare che questi oggetti aves-sero corpo con pareti steccate e fondo apodo di di-mensioni non modeste.Nel periodo III si osserva una maggiore estroflessio-ne dell’orlo ed una più accentuata ampiezza dell’arcodescritto dall’ansa (tipo II.6.4). Quest’ultima assumenotevoli dimensioni nel tipo II.6.4 che ha confronticon materiali di Pisa datati da Graziella Berti alla pri-ma metà del XIII secolo55 e con altri esemplari di IX-XIII secolo provenienti da un piccolo castrum dellaval di Sieve56.A partire dal XIV secolo si fanno invece dominanti itipi con ansa orizzontale, complanare all’orlo (tipoII.6.6).

BoccaliI boccali sembrano caratterizzare a Montarrenti tuttii periodi, sebbene i tipi morfologicamente riconosci-bili siano stati trovati a partire dal periodo III (tipoII.3.1 e tipi II.3.2, 3, 4). Questi ultimi esemplari diboccale hanno corpo piriforme completamente filet-tato, sul quale possono comparire motivi incisisinusoidali, disposti su due fasce distinte. Gli orli sonoestroflessi e arrotondati, mentre le anse, sempre anastro, formano un arco acuto e vanno ad incontrareil corpo nel punto di massima espansione. Purtrop-po, per il tipo di conservazione dei reperti, non èpossibile stabilire se questi boccali siano dotati di beccotrilobato.I confronti per i tipi di periodo IV rimandano ad esem-plari rinvenuti nei saggi del Palazzo pubblico di Prato57,datati al XIV secolo, e a tipi rinvenuti nello scavo delPalazzo dei Vescovi a Pistoia, datati al XIII secolo58.

BroccheLe brocche iniziano a comparire nel periodo I (VII-seconda metà VIII secolo) con il tipo con becco trilo-bato e corpo attraversato da solcature molto larghe(II.4.1), che ha un confronto generico con esemplaritrovati a Poggio del Boccaccio (Certaldo )59 datati trala seconda metà del VI ed il VII secolo.Nel periodo II (seconda metà VIII-IX secolo) domi-nano le grandi brocche dotate di becco trilobato, conparte centrale ed inferiore del corpo lucidate a stecca(tipo II.4.2). Questo tipo di contenitore, a giudicaredai fondi, sembra sia stato prodotto in varie dimen-sioni. I confronti rimandano sempre ad ambiti cro-nologici alto medievali: gli esemplari rinvenuti nelloscavo del Poggio del Boccaccio (Certaldo)60 sono da-tati dalla seconda metà VI al VII secolo, quelli prove-nienti dalle ultime fasi di frequentazione del villaggioetrusco di Montereggi61 al VII-VIII secolo e quelli chefurono rinvenuti nei saggi nel Palazzo Pubblico diPrato62 all’alto medioevo.Un secondo tipo (II.4.3), attestato dal periodo II (se-conda metà VIII-IX secolo) a quello IV (XII-XIII seco-lo), presenta un becco con trilobatura più accentuata.Queste forme sono sempre realizzate al tornio veloceed hanno pareti di fine spessore.A partire dal periodo V (XIV secolo) è poi attestata lagrande brocca con collo alto e stretto, ed ansa a na-stro orizzontale, complanare all’orlo (tipo II.4.4).

BottiglieNegli strati di seconda metà VIII-IX secolo sono statitrovati frammenti pertinenti ad una bottiglia (tipoII.5.1) in acroma depurata con superficie esterna com-pletamente lucidata a stecca. Questo trattamento dellesuperfici trova confronti in Toscana in una serie di

57 FRANCOVICH et alii 1978, p. 137, tav. XXXVIII, n. 388.58 VANNINI 1985 (a cura di), p. 402, n. 2201.59 DE MARINIS 1977, tav. XVI, n. 5 e 8/97821.60 Ibidem, tav. XVI, n. 8/97821.61 BERTI 1985, pp. 49-50.62 FRANCOVICH et alii 1978, tav. 5/ AV, n. 85.

52 Questi tipi trovano confronti con il materiale di Pisa,Piazza Dante, datato dalla seconda metà del X alla metàdel XII secolo (BRUNI 1993, p. 514, n. 13).53 Con questo termine si vuole indicare contenitori deiquali non è possibile dare una definizione più precisa.54 BRUNI 1993, p. 518, n. 2.55 BERTI 1998, pp. 308-309 n. A8.56 DE MARINIS 1979, p. 284, n. RP2.

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boccali rinvenuti nel riempimento di un pozzo nel Pa-lazzo dei Vescovo di Pistoia63, datati al VII-VIII secolo.

FondiNel periodo I e II (metà VII-IX secolo) i fondi in acro-ma depurata (tipi II.8.1, II.8.2, II.8.3, II.8.4, II.8.5)sono caratterizzati dalla lucidatura a stecca della su-perficie esterna. Gli esemplari sono tutti realizzati atornio veloce, con pareti di fine spessore. Un con-fronto che richiama un tipo attestato a Montarrentiproviene da un piccolo castrum alto medievale in valdi Sieve64, datato tra il IX e il XIII secolo.Con il periodo III (X-XI secolo) la lucidatura a steccasembra scomparire, mentre comuni si fanno i fondiapodi con superfici non trattate (tipi II.8.12, II.8.13e II.8.15).Nel periodo IV (XII-XIII secolo) la steccatura ricom-pare solo nella zona prossima al fondo, mentre la par-te alta delle pareti è coperta da filettature incise (tipiII.8.8 e II.8.9). In questo periodo sono attestati anchefondi con pareti completamente filettate (tipi II.8.10 eII.8.11) o prive di trattamento, a volte caratterizzati dagrandi spessori (tipi II.8.14, 16). Questi ultimi tipi han-no confronti con esemplari rinvenuti nello scavo delCassero di Grosseto65 (tipo II.8.16), datati al XII seco-lo e con tipi di Pisa, Piazza Dante66, datati dalla fine Xal XIV secolo e oltre (tipo II.8.14).Con il periodo V (XIV secolo) i fondi si standardizza-no nei tipi con profilo delle pareti concavo (tipiII.8.17, 18).Nel XV secolo (periodo VI), infine, le pareti dei fon-di sembrano farsi sempre più verticali come nel tipoII.8.20.

63 VANNINI 1985 (a cura di), pp. 419-443.64 DE MARINIS 1979, p. 285, fig. 6, n. RP18.65 FRANCOVICH, GELICHI 1980, p. 123, tav. 25, n. 25.66 BRUNI 1993, p. 496, n. 6.

FuseruoleLe fuseruole iniziano a comparire a Montarrenti, instratigrafie di X-XI secolo, con il tipo II.9.1, a sezio-ne bitroncoconica, rinvenuto all’interno dell’area5000. È significativo il fatto che questo manufattoceramico, indicatore di attività legate alla lavorazio-ne della lana, sia attestato proprio a partire da questomomento, cioè quando l’economia del villaggio sem-bra chiudersi verso l’autosufficienza.Le fuseruole databili al XII-XIII secolo, invece, sonostate rinvenute principalmente nell’area sommitale,probabilmente a dimostrazione di un controllo di-retto del potere signorile sulle attività di lavorazio-ne della lana. Per quanto riguarda l’aspetto formaledi questo manufatto, compare ora, insieme alla fu-seruola bitroncoconica, anche quella piriforme (tipoII.9.4).A partire dal XIV secolo e poi ancora nel XV secolole attività di lavorazione della lana sembrano spo-starsi nelle aree del borgo (5000 e 8000, tipoII.9.3,5).

II.2.3 Acroma semidepurata (classe III)

L’acroma semidepurata è presente con un totaledi 39 oggetti (numero minimo), del peso di 984grammi.

II.2.3.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

All’interno di questa classe è possibile riconoscerequattro tipi di impasto:– ASD1: tipo di indagine: sezione sottile (per le vociche non compaiono qui di seguito cfr. la Tab. 61);frattura: piana; colore: cuoio; durezza: molto duro.– ASD2: tipo di indagine: osservazione macroscopi-ca e microscopica; frattura: a scaglie; inclusi: quar-

Grafico 3

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zo rotondo incolore, forma rotonda, granulometriafine, quantità poca, distribuzione irregolare; porosi-tà: pori grossi; colore: rosso-ocra; durezza: moltoduro.– ASD3: tipo di indagine: sezione sottile (per le vociche non compaiono qui di seguito cfr. la tabella alle-gata n. 62); frattura: piana; colore: rosso ocra; durez-za: molto duro.– ASD4: tipo di indagine: sezione sottile (per le vociche non compaiono qui di seguito cfr. la tabella alle-gata n. 63); frattura: piana; colore: rosso ocra; durez-za: molto duro.Risultano interessanti i dati mineralogici caratteriz-zanti l’impasto ASD3, che contiene, come smagranti,anche elementi di origine vulcanica, che potrebberosuggerire una collocazione delle officine nell’areacompresa tra Roccastrada e Roccatederighi, dove pe-raltro sono stati individuati resti di un sito produtti-vo, datato all’epoca altomedioevale67.

Attestazione dei singoli impasti nei variperiodi cronologici

Gli impasti di acroma semidepurata, se si eccetual’ASD 4 e se si tiene conto del numero minimo dioggetti foggiati, sembrano caratterizzare i primi dueperiodi68 (Tabb. 64-67 e grafico 3).

Caratterizzazione del quadro produttivoIn genere con questi tipi di impasti si foggiano broc-che, boccali, catini e, nel caso dell’impasto ASD3,bacili (Tabb. 68-75).Sembra comunque che si tratti di produzioni minori-tarie, attestate in modestissime percentuali tra i pro-dotti ceramici rinvenuti nel villaggio.

II.2.3.2 CATALOGO DELLE FORME DELL’ACROMA

SEMIDEPURATA (III)

FORME APERTE

Forma: bacile (III.1)III.1.1 Bacile con orlo introflesso, obliquo e piatto;tipo di modellazione: tornio veloce; impasto: ASD3;trattamento delle superfici: nessuno; periodo II, faseC, US 6130; Tav. 31; diametro 29 cm; datazione: se-conda metà VIII-IX secolo d.C.

Forma: catino (III.2)III.2.1 Catino con orlo estroflesso; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: nes-suno; impasto: ASD1; periodo II, fase C, US 6130;Tav. 31; diametro 28 cm; datazione: seconda metàVIII-IX secolo d.C.III.2.2 Grande catino con orlo arrotondato, ingrossa-to e estroflesso, con insellatura interna per l’alloggiodi un coperchio; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: nessuno; impasto: ASD3;periodo II, fase C, US 6130; Tav. 31; diametro 44 cm;datazione: seconda metà VIII-IX secolo d.C.

Fondi steccati (III. 3)III.3.1 Fondo apodo con pareti molto estroflesse;evidenti segni della tornitura sulla superficie interna;tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: lucidatura a stecca; impasto: ASD1,ASD3; periodo I, fase B, US 6757, periodo II, fase A,C, US 6130, 6601; Tav. 31, nn. 1-2; diametro 15, 17cm; datazione: metà VII-IX secolo d.C.

II.2.3.3 CONCLUSIONI SINTETICHE SULL’ACROMA

SEMIDEPURATA

FondiI fondi in acroma depurata sono attestati nel periodoI e II (metà VII-IX secolo) con pareti molto sottili,estroflesse e con superfici completamente steccate(tipo III.3.1).

67 GUIDERI 2000, p. 12.68 Il frammeno presente in periodo IV è molto probabil-mente residuo.

0.2<Ø<1.25 mm 3-5% prevalentemente allungata

PORIDimensioni % FORMA

0.25<Ø<1 mm 10% da spigolosa ad arrotondataQuarzo, feldspati, siltite e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.25 mm 5-7% da spigolosa a subarrotondataQuarzo, feldspati, biotite e ossidi.

MATRICE: ARGILLOSASCHELETRO

Dimensioni % FORMA

Tab. 61 Campione MA 714: impasto ASD1TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, calcite secondaria, feldspati, biotite, ossidi.FRAMMENTI LITICI: Siltite.

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Tab. 62 Campione MA 715: impasto ASD3TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, feldspati, muscovite, biotite, ossidi e minerali opachi (molti).FRAMMENTI LITICI: Metarenite, quarzo microcristallino.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3 mm 10-15% da spigolosa ad arrotondataQuarzo, feldspati, muscovite, biotite, ossidi, minerali opachi, metarenite e quarzo microcristallino.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.3<Ø<1.25 mm 10-15% da spigolosa ad arrotondataQuarzo, feldspati, minerali opachi, metarenite, quarzo microcristallino e ossidi.

0.3<Ø<1 mm 3% da arrotondata ad allungata

PORIDimensioni % FORMA

Tab. 63 Campione MA 732: impasto ASD4TESSITURA: IATALE

FASI MINERALOGICHE: Quarzo, calcite, calcite secondaria, feldspati, muscovite, biotite, ossidi.FRAMMENTI LITICI: Metarenite, arenaria, plaghe di serpentino.MATRICE: ARGILLOSA

SCHELETRO Dimensioni % FORMA

0.1<Ø<0.3mm 7% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati, arenarie, calcite secondaria, metarenite, muscovite, biotite e ossidi.

SMAGRANTEDimensioni % FORMA

0.3<Ø<1.75 mm 10-15% da subarrotondata ad arrotondataQuarzo, feldspati, arenarie, plaghe di serpentino, calcite, metarenite, ossidi.

0.1<Ø<2.5 mm 5-7% da allungata ad arrotondata

PORIDimensioni % FORMA

Peso in grammi Tab. 66PI PII PIII PIV PV PVI

ASD1 40 123 0 0ASD2 122 352 73 0ASD3 264 0 0 0ASD4 0 0 0 10TOT 426 475 73 10

% Tab. 67PI PII PIII PIV PV PVI

ASD1 9,4 25,9 0,0 0,0ASD2 28,6 74,1 100,0 0,0ASD3 62,0 0,0 0,0 0,0ASD4 0,0 0,0 0,0 100,0TOT 100 100 100 100

N.minimo Tab. 64PI PII PIII PIV PV PVI

ASD1 2 4 0 0ASD2 5 8 1 0ASD3 8 10 0 0ASD4 0 0 1TOT 15 22 1 1

% Tab. 65PI PII PIII PIV PV PVI

ASD1 13,3 18,2 0,0 0,0ASD2 33,3 36,4 100,0 0,0ASD3 53,3 45,5 0,0 0,0ASD4 0,0 0,0 0,0 100,0TOT 100 100 100 100

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CatiniI catini in acroma semidepurata sono presenti solonel periodo II (seconda metà VIII-IX secolo), con duevarianti tipologiche: con orlo estroflesso e arroton-dato di grandi dimensioni e con orlo estroflesso edindistinto (tipo III.2.1, 2).

BaciliI bacili con orlo introflesso, in acroma semidepurata,sono attestati solo nel periodo II (seconda metà VIII-IX secolo) con il tipo III.1.1.

II.2.4 Motivi decorativi

Il panorama dei motivi decorativi presenti sui manu-fatti ceramici acromi rinvenuti nel castello è moltopovero e in pratica ridotto all’onda incisa, singola omultipla.

ASD1N. minimo Tab. 68

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 1Boccali 1BroccheBoccali/brocche 1BottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatini 1Catini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 1 3

ASD1% Tab. 69

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 33,3Boccali 100BroccheBoccali/brocche 33,3BottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatini 33,3Catini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100 100

ASD2 Tab. 70N. minimo

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 4 2Boccali 1Brocche 1Boccali/broccheBottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 4 4

ASD2% Tab. 71

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 100 50Boccali 25Brocche 25Boccali/broccheBottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100 100

ASD3N. minimo Tab. 72

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 5 7BoccaliBroccheBoccali/broccheBottiglieOrcioli 1Forme aperteBacili 1Catini 1Catini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 6 9

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Tav. 31 – Acroma demidepurata. Scala 1:4.

Nel periodo altomedievale, fino al X-XI secolo, non dirado compaiono onde caratterizzate da un andamentoirregolare, mentre, nel bassomedioevo si fanno comu-ni onde più simmetriche, racchiuse in fasce orizzonta-li, e spesso incise con strumenti a forma di pettine.Tipo a. Motivo decorativo ad onde di diversa gran-dezza che si intersecano; periodo I, fase B, US 6787;Tav. 32; datazione: metà VII-seconda metà VIII seco-lo d.C.

Tipo b. Motivo decorativo ad onde ripetute con ver-tice inferiore acuto; periodo II, fase B e C, US 1975,6130; Tav. 32; datazione: seconda metà VIII-IX se-colo d.C.Tipo c. Motivo decorativo sinusoidale ripetuto su trefasce; periodo II, fase E, US 6302; Tav. 32; datazio-ne: seconda metà VIII-IX secolo d.C.Tipo d. Motivo ad onde irregolari inciso; periodo III,fase B, US 8062; Tav. 32; datazione: X-XI secolo d.C.

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ASD3% Tab. 73

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 83,3 77,8BoccaliBroccheBoccali/broccheBottiglieOrcioli 16,7Forme aperteBacili 11,1Catini 11,1Catini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100 100

ASD4N. minimo Tab. 74

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 1BoccaliBroccheBoccali/broccheBottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 1

ASD4% Tab. 75

PI PII PIII PIV PV PVIForme chiuse 100BoccaliBroccheBoccali/broccheBottiglieOrcioliForme aperteBaciliCatiniCatini/coperchiCiotoleColiniCoperchiAltroFuseruoleTOT 100

Tipo e. Motivo decorativo sinusoidale ripetuto sudue fasce con orientamento opposto; periodo IV,fase E, US 1358; Tav. 32; datazione: XII-XIII seco-lo d.C.Tipo f. Motivo ad ampia onda singola; periodo V,fase A, B, US 8057, 8070, 1005; Tav. 32; datazione:XIV secolo d.C.Tipo g. Motivo ad onda inciso a pettine al di sottodi una filettatura orizzontale; periodo V, fase B, pe-riodo VI, fase A,B, US 1193, 1005, 8048; Tav. 32;datazione: XIV-XV secolo d.C.Tipo h. Motivo ad onda inciso con pettine a duepunte entro una fascia definita da linee incise ed oriz-zontali; periodo V, fase B US 5043, periodo VI, faseB; Tav. 32; datazione: XIV secolo d.C.

II.2.5 Ingobbiata di rosso (classe IV)

L’ingobbiata di rosso è presenti nei contesti strati-grafici del castello di Montarrenti con un totale di 1frammento, del peso di 10 grammi, pertinente aduna ciotola con orlo leggermente introflesso e brevelistello.La ridotta quantità e l’estremo grado di frammenta-rietà del reperto ceramico non permettono di elabo-rare considerazioni particolari su questa classe cera-mica.

II.2.5.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

L’ingobbiata di rosso è caratterizzata da un solo tipodi impasto:– IR1: tipo di indagine: osservazione macroscopicae microscopica; frattura: piana; inclusi: assenti; po-rosità: pori assenti; colore: arancio; durezza: tene-ro.

II.2.5.2 CATALOGO DELLE FORME DELLE

INGOBBIATE DI ROSSO (IV)

FORME APERTE

Forma: ciotola (IV .1)IV.1.1 Ciotola con orlo leggermente introflesso e bre-ve listello, posto in corrispondenza della massimaespansione del corpo; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: ingobbio rossoesterno ed interno; impasto: IR1; periodo I, fase I,US 1049; Tav. 33; diametro 18 cm; datazione: VI-prima metà VII secolo d.C.

II.2.5.3 CONCLUSIONI SINTETICHE

SULL’INGOBBIATA DI ROSSO

Difficile è discutere su una classe che è presente intutte le aree scavate con un solo frammento. Il tiporinvenuto può essere datato al VI-prima metà VIIsecolo, richiamando tipi tardi di contenitori carat-terizzati dal listello.

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N. minimo Tab. 76Acroma semidepurata PI PII PIII PIVCasseruoleIII.1.1 1CatiniIII.2.1 1III.2.2 1

N. minimo Tab. 77Acroma semidepurata PI PII PIII PIVFondiIII.3.1 1 3

% Tab. 78Acroma semidepurata PI PII PIII PIVCasseruoleIII.1.1 33,3CatiniIII.2.1 33,3III.2.2 33,3

% Tab. 79Acroma semidepurata PI PII PIII PIVFondiIII.3.1 100 100

oggetti (numero minimo) del peso totale di 9256grammi, rinvenuti in stratigrafie di periodo V e VI.

II.2.6.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Le forme in maiolica arcaica rinvenute nelle strati-grafie del castello di Montarrenti sono foggiate conun singolo impasto:– MA1: tipo di indagine: osservazione macroscopica emicroscopica; frattura: leggermente granulosa; inclu-si: rari granuli di quarzo incolore, tondo, granulome-

Tav. 32 – Motivi decorativi. Scala 1:4.

N. minimo Tab. 80Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIMotivi decorativia 1b 2c 1d 1e 1f 2g 1 2h 1 2

% Tab. 81Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIMotivi decorativia 100b 66,6c 33,3d 100e 100f 50g 25 50h 25 50

II.2.6 Maiolica arcaica (classe V)

La maiolica arcaica è presente nei contesti stratigrafi-ci del castello di Montarrenti con un totale di 218

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GELICHI 1978, p. 54, fig. 2, n. 9: prima metà XV se-colo d.C.; luogo del rinvenimento: Buriano (Grosse-to).

Forma: ciotola (V.2)V.2.1 Riconducibile alla forma della ciotola emisferi-ca con piede a disco ed orlo piatto a tesa, leggermen-te pronunciato all’esterno; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: smalto inter-no, vetrina esterna marrone-giallastra; impasto MA1;periodo V, fase A, US 1299, 8070; Tav. 34; diametro13 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982, B.7.1, p. 134; datazione: primametà XIV-XV secolo; luogo del rinvenimento: Con-trada del Nicchio (Siena), Fortezza Medicea di Gros-seto, Badia al Fango (Grosseto).V.2.2 Ciotola troncoconica carenata, con bordo ver-ticale e orlo piatto e ingrossato. Parete sagomata alistelli; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: smalto interno, vetrina esternamarrone-giallastra; impasto MA1; periodo V, fase A,US 8070; tav. 34; diametro 17 cm; datazione: XIVsecolo d.C.V.2.3 Ciotola con bordo a nastro convesso distintosuperiormente e inferiormente, orlo arrotondato; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: smalto interno, vetrina esterna marrone-gial-lastra; impasto MA1; periodo V, fase A, US 1074; Tav.34; diametro 16 cm; datazione: XIV secolo d.C.VALENTI 1995, p. 165, Tav. CV, n. 8; datazione XIVsecolo; luogo del rinvenimento: Chianti senese (Val-cortese – Castelnuovo Berardenga).V.2.4 Grande ciotola con bordo distinto dalla parete,orlo appuntito, cavità emisferica, parete esterne a listel-li; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamento del-le superfici: smalto interno, vetrina esterna marrone-giallastra; impasto MA1; periodo V, fase A, US 1064;Tav. 34; diametro 22 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile a LUNA 1999, p. 418, Tav. II, n. 23; datazione:seconda metà XIV-XV secolo; luogo del rinvenimen-to: Contrada della Civetta (Siena).V.2.5 Ciotola troncoconica, con bordo esterno ingros-sato, ma non distinto dalla parete ed orlo arrotonda-to; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamentodelle superfici: smalto interno, vetrina esterna mar-rone-giallastra; impasto MA1; periodo V, fase B,

tria fine, quantità pochissimo, distribuzione casuale;porosità: pori piccoli; colore: arancione; durezza: duro.

Identificazione dei centri di produzionePer l’identificazione dei centri di produzione, si ri-manda alle conclusioni su questa classe ceramica,dove, comunque, le considerazioni fatte si basanoesclusivamente sui confronti bibliografici, non essen-do state realizzate analisi delle sezioni sottili nè altritipi di indagini più approfondite.

II.2.6.2 CATALOGO DELLE FORME DELLA MAIOLICA

ARCAICA

FORME APERTE

Forma: catino (V.1)V.1.1 Catino con bordo ingrossato e leggermenteestroflesso tipo di modellazione: tornio veloce; trat-tamento delle superfici: smalto interno e vetrina gial-lastra esterna; impasto MA1; periodo V, fase B, US1160, 1234; Tav. 34; diametro 24, 34 cm; datazione:XIV secolo d.C..

Confronti bibliografici:Simile in CUCINI, PAOLUCCI 1985, p. 467, fig. 10, n. 1;datazione: metà XIV-XV secolo; luogo del rinveni-mento: San Galgano (Siena)VALENTI 1995, p. 165, tav. CIV, n. 4; datazione fineXIII-inizio XIV secolo; luogo del rinvenimento: Chiantisenese (Valcortese – Castelnuovo Berardenga).V.1.2 Catino con bordo a nastro convesso, orlo arro-tondato, cavità emisferica, piede a disco con orlomarcato, fondo piano; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: smalto interno,vetrina esterna marrone-giallastra; impasto MA1;periodo V, fase A, B, US 1098, 1137, 1186, 1198,1202, 1205, 1234; periodo VI, fase A, B, US 1167,1191, 1005, 1280, 1287, 1312, 5043, 4130, 8014,8039, 8064; Tav. 34; diametro 24, 26 cm; datazione:XIV-XV secolo d.C. (Fig. 68).

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, B.1.1, p. 131; datazione: secon-da metà XIV-seconda metà XV secolo; luogo del rin-venimento: Siena, San Galgano (Siena).LUNA 1999, p. 417, catino 16, tav. II, n. 16; datazione:seconda metà XIV-seconda metà XV secolo d.C.; luo-go del rinvenimento: Contrada della Civetta (Siena).

Tav. 33 – Ingobbiata di rosso. Scala 1:4.

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144Tav. 34 – Maiolica arcaica. Scala 1:4.

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US1218; Tav. 34; diametro 16 cm; datazione: XIVsecolo d.C.

Confronti bibliografici:LUNA 1999, p. 418, ciotola 16.3, Tav. II, n. 16.3; da-tazione: seconda metà XIV-XV secolo; luogo del rin-venimento: Contrada della Civetta (Siena).V.2.6 Ciotola troncoconica con piede rilevato, bordoesterno ingrossato a nastro convesso, distinto dalla pa-rete ed orlo arrotondato; tipo di modellazione: tornioveloce; trattamento delle superfici: smalto interno, ve-trina esterna marrone-giallastra; impasto MA1; perio-do VI, fase A, US 1143; periodo V, fase B, US 1221; Tav.34; diametro 28 orlo, 12 cm fondo; datazione: XIV-XV secolo d.C. Questa forma è ampiamente documen-tata a Siena con scarti d’uso e di fornace (Fig. 69).

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, B.1.2, p. 132; luogo del rinveni-mento: Siena.V.2.7 Ciotola con bordo esterno sagomato a listelli,orlo arrotondato; tipo di modellazione: tornio velo-ce; trattamento delle superfici: smalto interno, vetri-na esterna marrone-giallastra; impasto MA1; perio-do VI, fase B, US 8064; Tav. 34; diametro 18 cm;datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile a LUNA 1999, p. 418, ciotolone 17.2, tav. II, n.16.3; datazione: seconda metà XIV-XV secolo; luo-go del rinvenimento: Contrada della Civetta (Siena).V.2.8 Grande ciotola con corpo troncoconico care-nato e bordo estroflesso; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: smalto inter-no, vetrina esterna marrone-giallastra; impasto MA1;periodo VI, fase B, US 8064; Tav. 35; diametro 24cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:CUCINI, PAOLUCCI 1985, p. 466, fig. 9, n. 8; datazione:seconda metà XIV-XV secolo; luogo del rinvenimen-to: San Galgano (Siena).V.2.9 Fondo con fori di sospensione riconducibile allaforma del ciotolone con piede ad anello e corpo emi-sferico; tipo di modellazione: tornio veloce; tratta-mento delle superfici: smalto interno, vetrina esternamarrone-giallastra; impasto MA1; periodo VI, faseB, US 8048; Tav. 35; diametro 10 cm; datazione: XVsecolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, B.3.1,2, p. 133; datazione: secon-da metà XIV secolo-seconda metà XV secolo; luogodel rinvenimento: Contrada del Nicchio (Siena), con-tado senese e area maremmana.

Forma: rinfrescatoio (V.3)V.3.1 Rinfrescatoio con orlo ad arpione ansato e conparete carenata; tipo di modellazione: tornio veloce;trattamento delle superfici: smalto interno, vetrinaesterna marrone-giallastra; impasto MA1; periodo V,fase B, US 1248; periodo VI, fase A, US 1005; Tav.35; diametro 34 cm; datazione: XIV-XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:La foggia dell’orlo e la carenatura della parete riman-dano ad esemplari di Volterra: PASQUINELLI 1987, p.47, tav. IX, n. 6; datazione: metà XIV-XV secolo; luo-go del rinvenimento: Volterra.VALENTI 1995, p. 165, tav. CIV, n. 6; datazione fineXIII-inizio XIV secolo; luogo del rinvenimento: Chiantisenese (Valcortese – Castelnuovo Berardenga).

FORME CHIUSE

Forma: boccale (V.4)V.4.1 Riconducibile alla forma del boccale trilobatocon corpo cilindriforme leggermente bombato e ra-stremato verso l’alto, ansa a sezione ellittica e fondopiano; tipo di modellazione: tornio veloce; trattamen-to delle superfici: smalto esterno e vetrina marroneinterna e sulla parte inferiore esterna; impasto MA1;periodo VI, fase B, US 8064; Tav. 35; diametro fondo10 cm; datazione: fine XIII-XV secolo d.C. La forma,poco conosciuto in Toscana e documentata nel Lazio,è attestata a Siena dall’esemplare trovato nel pozzo dellaCivetta e dagli scarti di fornace provenienti da VillaChigi e dal giardino dell’Ospedale della Scala.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, A.2.1, p. 124; luogo del rinveni-mento: Villa Chigi, giardino dell’Ospedale della Sca-la, Contrada della Civetta (Siena), Montalcino e Gros-seto, Tuscania.LUNA 1999, p. 414-15, boccale 1, tav. 1, n. 1; datazio-ne: ultimi decenni XIII-prima metà XIV secolo; luogodel rinvenimento: Contrada della Civetta (Siena).V.4.2 Riconducibile alla forma del boccale con piedesvasato, corpo ovoide, bocca trilobata; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: smalto esterno, vetrina marrone interna e sullaparte inferiore esterna; impasto MA1; periodo V, faseA, US 1074; periodo VI, fase B, US 8064; Tav. 35;diametro fondo 8, 10 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, A.1.1, A.1.2, pp. 122-123; luogodel rinvenimento: S. Marta, Follonica e S. Galgano(Siena); Contrada del Nicchio, giardino di Sant’Ago-stino (Siena); Montalcino; Umbria, Lazio, Emilia –Romagna, Liguria e Veneto.LUNA 1999, pp. 414-415, boccale 3, tav. 1, n. 3; data-zione: ultimi decenni XIII-seconda metà XIV secolo;luogo del rinvenimento: Contrada della Civetta (Siena).V.4.3 Riconducibile alla forma del boccale con boccatrilobata, corpo ovoide espanso, ansa a sezione ellit-tica, piede svasato e fondo piano; tipo di modellazio-ne: tornio veloce; trattamento delle superfici: smaltoesterno, vetrina marrone interna e sulla parte inferio-re esterna; impasto MA1; periodo V, fase A, US 8070;periodo V, fase B, US 1234, 8057; Tav. 35; diametrofondo 8, 10 cm; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, A.1.1, p. 123; luogo del rinveni-mento: S. Marta, Follonica e S. Galgano (Siena); Con-

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146Tav. 35 – Maiolica arcaica. Scala 1:4.

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trada del Nicchio, giardino di Sant’Agostino (Siena);Montalcino; Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Ligu-ria e Veneto.LUNA 1999, pp. 414-415, boccale 3.2, tav. 1, n. 3.2;datazione: ultimi decenni XIII-seconda metà XIV se-colo; luogo del rinvenimento: Contrada della Civet-ta (Siena).VANNINI 1985 (a cura di), p. 494, n. 2464: tardo XIII-prima metà XIV secolo d.C.; luogo del rinvenimen-to: Palazzo dei Vescovi (Pistoia).V.4.4 Variante della forma del boccale con piede sva-sato, corpo ovoide, bocca trilobata; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: smal-to esterno, vetrina marrone interna e sulla parte infe-riore esterna; impasto MA1; periodo V, fase A-B, US1166, 1240, 1204, 1074; periodo VI, fase A, B, US1005, 1288, 1312, 8064; Tav. 35; diametro fondo10, 12, 16 cm; datazione: XIV-XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, A.1.3, p. 123; luogo del rinveni-mento: S. Marta, Follonica e S. Galgano (Siena); Con-trada del Nicchio, giardino di Sant’Agostino (Siena);Montalcino; Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Ligu-ria e Veneto.LUNA 1999, pp. 414-415, boccale 3.3, Tav. 1, n. 3.2;datazione: ultimi decenni XIII-seconda metà XIV se-colo; luogo del rinvenimento: Contrada della Civet-ta (Siena).VANNINI 1985 (a cura di), p. 493, n. 2465; luogo delrinvenimento: Palazzo dei Vescovi (Pistoia).V.4.5 Riconducibile alla forma del boccale con piede adisco, corpo ovoide e bocca trilobata; trattamento del-le superfici: smalto esterno e vetrina marrone internae sulla parte inferiore esterna; tipo di modellazione:tornio veloce; impasto MA1; periodo V, fase A, B, US1247, 1258, 1299, 1166, 1186, 1193, 1198, 1204,1218, 1222, 1229, 1235, 1248, 1098; periodo VI, faseA, B, US 1005, 1167, 5130, 8064; Tav. 35; diametrofondo 6, 8, 10 cm; datazione: XIV-XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982, A.4.1, p. 126; luogo del rinveni-mento: S. Marta, San Galgano e Contrada del Nic-chio (Siena), Montalcino, Grosseto, area maremma-na, Arezzo.

LUNA 1999, pp. 414-415, boccale 4, tav. 1, n. 4; data-zione: ultimi decenni XIII-prima metà XV secolo; luo-go del rinvenimento: Contrada della Civetta (Siena).

Anse (V.5)V.5.1 Ansa a bastoncello smaltata; impasto MA1; pe-riodo V, fase A, B, US 1196, 1234, 8057; periodo VIB, US 8064; Tav. 35; datazione: XIV secolo d.C.V.5.2 Ansa a nastro smaltata; impasto MA1; periodoV, fase A, B, US 1202, 8070; Tav. 35; datazione: XIVsecolo d.C.V.5.3 Ansa a bastoncello schiacciato, smaltata; impa-sto MA1; periodo V, fase B, US 1166, 1219; Tav. 35;datazione: XIV-XV secolo d.C.V.5.4 Ansa a doppio bastoncello, smaltata; impastoMA1; periodo V, fase A, B, US 1198, 1204, 1240,1247; periodo VI, fase A, B, US 1005, 8064; Tav. 35;datazione: XIV-XV secolo d.C.

MOTIVI DECORATIVI

Motivi principali (V.d)FORME APERTE

MA a Motivo centrale a raggiera in bruno di mangane-se; forme associate: generica forma aperta; periodo V,fase B, US 1248; Tav. 36; datazione: XIV secolo d.C.MA b Motivo composto da quattro foglie lanceolate(foglie di ulivo) poste in croce, delimitate in bruno eriempite in verde. Nei quattro settori di risulta sonorispettivamente fiori trilobati e schematizzati in altoe brevi tratti in bruno in basso; forme associate: cati-no V.1.2, ciotola V.2.6; periodo VI, fase A, US 1143;Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.Il motivo, che compare solo su forme aperte, oltre adessere diffuso nei repertori degli ateliers senesi e delcontado, compare anche in ambiente valdarnese.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, n. M.I.4, p. 141; luogo del rinve-nimento: Siena, contado senese e area valdarnese.LUNA 1999, p. 419, a. 10, tav. III, n. 10; datazione:seconda metà XIV-seconda metà XV secolo; luogodel rinvenimento: Contrada della Civetta (Siena).

Fig. 68 – Catino in maiolica arcaica (XV secolo d.C.).

Fig. 69 – Ciotola in maiolica arcaica (XV secolo d.C.).

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Tav. 36 – Maiolica arcaica. Scala 1:4.

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MA c Foglie cuoriformi campite in verde, con profiloin bruno; forme associate: catino V.1.2; periodo VI,fase B, US 8014; Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, n. 31, p. 285; luogo del rinveni-mento: S. Marta (Siena).MA d Foglie campite in verde, con profilo in brunoai vertici di un motivo a stella centrale, sempre inverde; forme associate: catino V.1.2; periodo VI, faseB, US 8048; Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.MA e Motivo a nodo con croce a punte tondeggianticentrale, su fondo verde ramina; forme associate:generica forma aperta; periodo VI, fase B, US 8048;Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.MA f Croce campita in verde su fondo bianco; forme

associate: generica forma aperta; periodo VI, fase B,US 8048; Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.

FORME CHIUSE

MA g Motivo a medaglioni con croce inscritta e ta-gliata da quattro tratti ondulati: generica forma chiu-sa; periodo V, fase A, periodo VI, fase B, US 8064,8070; Tav. 36; datazione: XIV secolo d.C.MA h Serie di motivetti circolari concentrici rispar-miati e contornati in verde ramina (pigna); forme as-sociate: generica forma chiusa; periodo V, fase B, US8057; Tav. 36; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:CAPPELLI 1990, pp. 337, p. 349 tav. VI: prima metàXIV secolo; luogo del rinvenimento: sede della Con-trada della Civetta, Siena.MA i Foglie lanceolate verticali campite in verderamina, alternate a motivi sinusoidali in bruno; for-me associate: generica forma chiusa; periodo V, faseA, US 8070; periodo VI, fase B, US 5043; produ-zione: forse aretina; Tav. 36; datazione: XIV-XVsecolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, GELICHI 1983, p. 57, n. 9, Tav. VIII, n. 9;datazione: prima metà del XV secolo; luogo del rin-venimento: Arezzo.MA l Volatile con becco appuntito, campito in verderamina con contorno in bruno di manganese; formeassociate: generica forma chiusa; periodo VI, fase A,US 1173; Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile a LUNA 1999, p. 422, c.3, Tav. V, n. 3; datazio-ne: XIV secolo; luogo del rinvenimento: Contradadella Civetta (Siena).MA m Croce potenziata in bruno di manganese sufondo bianco; forme associate: generica forma chiu-sa; periodo VI, fase B, US 8064; Tav. 36; datazione:XV secolo d.C.

N. minimo Tab. 82Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BCatiniV.1.1 2V.1.2 1 6 9 12CiotoleV.2.1 2V.2.2 1V.2.3 1V.2.4 1V.2.5 1V.2.6 4 12V.2.7 2V.2.8 1V.2.9 1RinfrescatoiV.3.1 1 1BoccaliV.4.1 1V.4.2 1 1V.4.3 1 4V.4.4 4 3 3 4V.4.5 4 15 2 4

% Tab. 83Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BCatiniV.1.1 5,5V.1.2 6,2 16,6 33,3 46,1CiotoleV.2.1 12,5V.2.2 6,2V.2.3 6,2V.2.4 6,2V.2.5 2,7V.2.6 11,1 44,4V.2.7 7,6V.2.8 3,8V.2.9 3,8RinfrescatoiV.3.1 2,7 3,7BoccaliV.4.1 3,8V.4.2 6,2 3,8V.4.3 6,2 11,1V.4.4 25 5,3 11,1 15,3V.4.5 25 41,6 7,4 15,3Totale 100 100 100 100

N. minimo Tab.84Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BAnseV.5.1 1 2 1V.5.2 1 1V.5.3 2V.5.4 1 3 3 1

% Tab. 85Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BAnseV.5.1 33,3 25 50V.5.2 33,3 12,5V.5.3 25V.5.4 33,3 37,5 100 50

N. minimo Tab. 86Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BDecoriMotivi centraliForme aperte

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N. minimo Tab. 87Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BDecoriMotivi centraliForme chiuseg 1h 1 1i 1 1l 1m 1

Sequenze secondarie (V.ds)MA a (s) Rondini stilizzate in bruno di manganeseall’interno di un graticcio in ramina; forme associate:generica forma chiusa; periodo V, fase A, US 1074;Tav. 36; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:BOLDRINI, RONCAGLIA 1984, p. 270, n. 10; datazione:prima metà del XIV secolo; luogo del rinvenimento:Montarrenti (Siena).MA b (s) Serto ondulato con fiori trilobati; formeassociate: generica forma chiusa; periodo V, fase A,US 1247; Tav. 36; datazione: XIV secolo d.C. Diffu-sione: area senese, maremmana, fiorentina.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, S.II.5, p. 146; luogo del rinveni-mento: Siena, contado senese, area fiorentina e ma-remmana.Ma c (s) Descrizione: registro orizzontale con sertoondulato e motivi vegetali stilizzati; forme associate:generica forma chiusa; periodo V, fase A, US 8070;Tav. 36; datazione: XIV secolo d.C.

Confronti bibliografici:LUNA 1999, p. 423, d.13, tav. VI, n. 13; datazione:XIV secolo; luogo del rinvenimento: Contrada dellaCivetta (Siena).Ma d (s) Motivo a foglia di quercia campita in verdecon contorno in bruno; forme associate: generica for-ma chiusa e catini; periodo V, fase A, B, US 8070;Tav. 36; datazione: XIV secolo d.C.Ma e (s) Descrizione: registro orizzontale bordato inbruno con treccia in verde ramina; forme associate:forme chiuse, forme aperte generiche e catini V.1.2;periodo V, fase A, B, US 1098, 1205, 1221, 1248,8065; periodo VI, fase A, B, US 1005, 1280, 5043,5130, 8064; Tav. 36; datazione: XIV-XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:LUNA 1999, p. 423, d.9, tav. VI, n. 9; datazione: questasequenza sembra accompagnare soprattutto i motiviprincipali caratteristici della prima fase di produzione(prima metà XIV secolo); periodo, fase, US; Tav. 36;luogo del rinvenimento: Contrada della Civetta (Siena).Ma f (s) Serto ondulato con fiori monolobati; formeassociate: generica forma aperta; periodo VI, fase B,US 8048; diffusione: area senese, maremmana, fio-rentina; Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile a LUNA 1999, p. 423, d.6, tav. VI, n. 6; data-zione: XV secolo; luogo del rinvenimento: Contradadella Civetta (Siena).Ma g (s) Motivetti a “S” in bruno, ribaltata entro duefasce in verde profilate sempre in bruno; forme asso-ciate: generica forma chiusa; periodo VI, fase B, US8064; Tav. 36; datazione: XV secolo d.C.Ma h (s) Motivo ad onda in bruno entro due fasce inverde, profilate in bruno; forme associate: genericaforma chiusa; periodo VI, fase B, US 8064; Tav. 36;datazione: XV secolo d.C.

% Tab.89Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BDecoriMotivi centraliForme apertea 100 6,25b 100c 75d 6,25e 6,25f 6,25

% Tab.90Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BDecoriMotivi centraliForme chiuseg 50 25h 100 25i 50 25l 100m 25

% Tab.91Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BDecoriSequenze secondariea 16,6b 16,6c 16,6d 16,6e 33,3 100 100 63,6f 9g 9h 9i 9

N. minimo Tab. 88Maiolica arcaica PV, fase A fase B PVI, fase A fase BDecoriSequenze secondariea 1b 1c 1d 1e 2 3 4 7f 1g 1h 1i 1

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Maiolica arcaica

N. minimo PV PVI Tab. 92PV: 1000 2000 5000 8000 2000 5000 8000

Forme aperte 34 1 0 2 29 1 5 13Forme chiuse 68 0 0 3 19 0 6 16

% PV PVI Tab. 93PV: 1000 2000 5000 8000 PVI: 2000 5000 8000

Forme aperte 31,5 0,9 0 1,9 32,6 1,1 5,6 14,6Forme chiuse 63 0 0 2,8 21,3 0 6,7 18

II.2.6.3 CONCLUSIONI SINTETICHE SULLA

MAIOLICA ARCAICA

Il vasellame da mensa in maiolica arcaica iniziaa comparire a Montarrenti già con prodotti da-tabili tra la fine del XIII e il XIV secolo: si trattadi boccali con corpo cilindriforme e fondo pia-no (tipo V.4.1), con smalto esterno e vetrina in-terna, confrontabili con esemplari rinvenuti nelcentro urbano di Siena (Contrada della Civetta,giardino del Santa Maria della Scala e Villa Gui-nigi), a Montalcino, a Grosseto e nel Lazio.Il panorama delle forme aumenta nel pieno XIVsecolo (periodo V). Tra i boccali sono dominantii tipi con piede svasato e corpo ovoide, con smal-to esterno e vetrina marrone-giallastra che coprela superficie interna e la parte inferiore esternadegli oggetti (tipi V.4.2, 3, 4). Non mancano esem-plari con piede a disco, che continuano ad essereattestati anche nel XV secolo (tipo V.4.5).Le anse riferibili a questi boccali sono del tipo abastoncello per gli esemplari di XIV secolo (tipoV.5.1). Per i tipi attestati anche nel XV secoloabbiamo invece anche anse a nastro stretto e adoppio bastoncello (V.5.3, 4).Più vasto è il repertorio delle forme aperte inmaiolica arcaica, che comprende catini, ciotolee rinfrescatoi, tutti caratterizzati dall’invetriatu-ra esterna e dallo smalto interno.Tra i catini compare il tipo con bordo ingrossatoe leggermente estroflesso (tipo V.1.1), che haconfronti con esemplari trovati a San Galgano(Siena) e nel Chianti senese (Valcortese-Castel-nuovo Berardenga), databile al XIV secolo, e iltipo, molto diffuso in area senese e grossetanatra il XIV e il XV secolo, con bordo a nastroconvesso, orlo arrotondato, cavità emisferica epiede a disco con orlo marcato (tipo V.1.2).Numerose sono poi le varianti morfologiche delleciotole. Tra i tipi di XIV secolo troviamo quellocon orlo leggermente pronunciato all’esterno(IV.2.1), quello troncoconico carenato, con bor-do verticale e orlo piatto e ingrossato (tipo V.2.2),quello con bordo a nastro convesso, distinto su-periormente e inferiormente, e con orlo arro-tondato (tipo V.2.3), quello con bordo distintodalla parete, orlo appuntito, cavità emisferica eparete esterna a listelli (tipo V.2.4) e, infine, quel-lo troncoconico con orlo esterno ingrossato, manon distinto dalla parete, e bordo arrotondato(tipo V.2.5).In generale, a Montarrenti, nel XIV secolo, leforme chiuse (65,8%) dominano su quelle aper-te (34,2%), dato questo che conferma quantodocumentato anche per molti altri contesti to-scani (Tabb. 92-93 e grafico 4).

Osservando poi la distribuzione del vasellame inmaiolica arcaica (grafico 4) si nota come, nel cor-so del Trecento, questa classe sia attestata in per-centuale maggiore (94,5%) nei depositi dell’areasommitale della collina, che non a caso era di pro-prietà di Giovanni Meschiati, membro della riccafamiglia Petroni di Siena e maggiore possidentedel castello. Quanto detto mostra come, specienella prima metà del secolo, i prodotti in maio-lica arcaica fossero considerati ancora oggetti dipregio, usati dai ceti più abbienti e poco diffusitra i contadini che abitavano il borgo.Passando al XV secolo, osserviamo la comparsanel castello di nuovi tipi, con un incremento de-ciso delle forme aperte rispetto a quelle chiuse(Tabb. 92-93 e grafico 4).La percentuale di maiolica arcaica attestata nelborgo sale, rispetto al periodo precedente,dall’5,5% fino al 46% del totale dei prodotti diquesta classe rinvenuti nel castello, suggerendouna diffusione abbastanza capillare di questo tipodi vasellame, divenuto ormai di uso comune an-che tra i contadini.Se si osserva poi dove arrivano le nuove formeaperte e chiuse, pienamente quattrocentesche, cisi accorge che queste sono tutte attestate nellaparte bassa della collina e in particolar modo nel-l’area 8000, dove la casa scavata sembra in usofino alla fine del secolo. Quanto detto sta ad indi-care che i prodotti in maiolica arcaica non giun-gono più su esclusiva richiesta di chi detiene ilpotere o la ricchezza, ma piuttosto per risponde-re alla domanda di tutti gli abitanti del castello.Tra i nuovi tipi in maiolica arcaica compaiono laciotola con bordo esterno sagomato a listelli e orloarrotondato (tipo V.2.7) e quella con corpo tron-coconico carenato e bordo estroflesso (tipo V.2.8).Le stratigrafie di periodo VI hanno restituito an-che un fondo di forma aperta con fori di sospen-sione (tipo V.2.9), che sembra plausibile ricon-durre al tipo di ciotolone con piede ad anello ecorpo emisferico, rinvenuto nella Contrada delNicchio (Siena) e in area maremmana, datato trala seconda metà del XIV e la seconda metà delXV secolo.

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Anche i confronti morfologici dei tipi ceramicidi XV secolo rimandano tutti a forme rinvenutea Siena o, più in generale, nella Toscana meri-dionale.Infine, tra i tipi che oscillano tra il XIV e il XVsecolo si trova il grande rinfrescatorio ansato conorlo ad arpione, comparabile, oltre che con esem-plari del Chianti senese, anche con tipi rinvenu-ti a Volterra.Per quanto riguarda i motivi decorativi è possi-bile distinguere, specie tra quelli principali, i tipitrecenteschi da quelli quattrocenteschi.Relativamente alla forme aperte, nel XIV secolocompare il motivo a raggiera in bruno (tipo a),mentre nel XV secolo sono attestate le decora-zioni composte da quattro foglie (lanceolate ocuoriformi) poste in croce, delimitate in bruno eriempite in verde, con fiori trilobati, più o menoschematizzati, in alto e tratti in bruno in basso

(tipi b, c, d). Sempre ad un orizzonte cronologi-co quattrocentesco si devono ascrivere il motivoa nodo con croce a punte tondeggianti centrale,in verde ramina (tipo e), e quello a croce campi-ta sempre in verde (tipo f).Per quanto riguarda le forme chiuse, durante ilXIV secolo è attestato il motivo a medaglionicon croce inscritta e tagliata da quattro trattiondulati (tipo g) e quello a foglie lanceolate ver-ticali, campite in verde ramina, alternate a moti-vi sinusoidali in bruno (tipo i).Tra i frammenti pertinenti a forme chiuse rinve-nute in stratigrafie di XV secolo, si trova inveceil motivo zoomorfo del volatile con becco ap-puntito, campito in verde ramina, con contornoin bruno di manganese (tipo l), che trova con-fronti con esemplari senesi rinvenuti nella Con-trada della Civetta, e la croce potenziata, sem-pre in bruno di manganese (tipo m).

Grafico 4

31,5

0,9 01,9

32,6

1,1

5,6

14,6

63

0 02,8

21,3

0

6,7

18

0

10

20

30

40

50

60

70

PV: 1000 2000 5000 8000 PVI: 1000 2000 5000 8000

Forme aperteForme chiuse

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Numerosi sono poi i motivi secondari associatialle forme aperte e chiuse in maiolica arcaica.Sui prodotti trecenteschi compaiono quello arondini stilizzate in bruno di manganese, all’in-terno di un graticcio in ramina (tipo as), quelloa serto ondulato con fiori trilobati (tipo bs), ilregistro orizzontale con serto ondulato e moti-vo vegetale stilizzato (tipo cs) e quello a foglia diquercia campita in verde con contorno in bruno(tipo ds). Tutti questi motivi sono associati a for-me chiuse, ad eccezione del tipo ds che si ritrovaanche sui catini.Nel XV secolo, poi, diventano dominanti la trec-cia in verde ramina entro un registro orizzonta-le in bruno (tipo es), che è attestata sia sulle for-me chiuse che su quelle aperte (tipo V.1.2) a de-corare la fascia al di sotto del bordo, e il sertoondulato con fiori monolobati (tipo fs). Esclusi-vamente sulle forme chiuse compaiono, invece,i motivi a “S” ribaltata (tipo gs) o ad onda inbruno (tipo hs), entro due fasce in verde, profi-late sempre in bruno.In generale i confronti per i motivi secondari ri-mandano ad esemplari di area senese, marem-mana e fiorentina.

II.2.7 Monocroma smaltata (classe VI)

La monocroma smaltata è presenti nei contestistratigrafici del castello di Montarrenti con untotale di 8 oggetti, del peso complessivo di 1430grammi, tutti concentrati in stratigrafie di pe-riodo V (XIV secolo) e VI (XV secolo).

II.2.7.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Le forme in monocroma smaltata sono foggiatecon un solo tipo di impasto:– MS1: tipo di indagine: osservazione macroscopicae microscopica; frattura: leggermente granulosa; in-clusi: nessuno; porosità: pori piccoli; colore: aran-cione; durezza: duro.

II.2.7.2 CATALOGO DELLE FORME DELLA

MONOCROMA SMALTATA

FORME APERTE

Forma: ciotola (VI.1)VI.1.1 Ciotola emisferica con piede a disco ed orloarrotondato o leggermente assottigliato; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfici:smalto interno ed esterno; impasto MS1; periodo V,fase A, US 1072; periodo VI, fase A, US 1143; Tav. 37,nn. 1, 2; diametro 10, 15; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, n. B.9.1-2, p. 136; luogo del rin-

venimento: Siena, area maremmana e Grosseto.

II.2.7.3 CONCLUSIONI SINTETICHE SULLA

MONOCROMA SMALTATA.

Nel corso del XV secolo, le maioliche arcaiche sonoaffiancate da piccole ciotole emisferiche con piede adisco ed orlo arrotondato, rivestite da uno smaltobianco.Si tratta molto probabilmente di prodotti fabbricati aSiena, dove, peraltro, il tipo atteatato a Montarrenti(VI.1.1) è stato rinvenuto anche come scarto di fornace.Per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti diquesta classe, si nota come questi compaiono esclusi-vamente sull’area sommitale, mentre risultano assen-ti nelle altre.

II.2.8 Zaffera (classe VII)

La zaffera è presente nei contesti stratigrafici delcastello di Montarrenti con un totale di 6 oggetti,del peso complessivo di 28 grammi, tutti concen-trati in stratigrafie di periodo VI (XV secolo). Trai pochi frammenti si osserva la presenza sia dellazaffera a rilievo di fine XIV-inizio XV (1 fram-mento) sia, in misura nettamente prevalente, diquella diluita, arricchita, nelle decorazioni, delverde ramina che si aggiunge al blu cobalto e albruno di manganese. In genere si tratta di formechiuse, non identificabili: 4 per i tipi in zafferatricolore e 1 per i tipi in zaffera a rilievo.Risulta interessante notare come i frammenti dizaffera siano presenti esclusivamente nell’areasommitale, mentre sono assenti in quelle postesui versanti della collina.

II.2.8.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Le forme in zaffera sono foggiate con due tipi diimpasto:– ZAF1 (zaffera a rilievo): frattura: piana; inclusi:assenti; porosità: pori piccoli e di medie dimensioni;colore: rosso; durezza: tenero.– ZAF2: (zaffera tricolore): frattura: granulosa; inclu-si: assenti; porosità: pori di piccola e media dimensio-ne; colore: bianco tendente al crema; durezza: duro.

Identificazione dei centri di produzioneLa ridotta quantità e l’estremo grado di frammenta-zione dei reperti ceramici non permettono di elabo-rare conclusioni sui centri di produzione di questimanufatti. Non è improbabile un’importazione divasellame in zaffera dalla vicina Siena69.

69 Già Francovich aveva ipotizzato una produzione sene-se di zaffera a rilievo e zaffera diluita (cfr. FRANCOVICH1982a, p. 80; FRANCOVICH, GELICHI 1980b, p. 147).

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154Tav. 37 – Scala 1:4.

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N. minimo Tab. 94Ingobbiata e graffita PV, fase A Fase B PVI, fase A Fase BCiotoleVIII.1.1 1 1VIII.1.2 1VIII.1.3 1VIII.1.4 1ScodelloniVIII.2.1 1

% Tab. 95Ingobbiata e graffita PV, fase A Fase B PVI, fase A Fase BCiotoleVIII.1.1 33,3 33,3VIII.1.2 33,3VIII.1.3 33,3VIII.1.4 33,3ScodelloniVIII.2.1 33,3

N. minimo Tab. 96Ingobbiata e graffita PV, fase A Fase B PVI, fase A Fase BMotivi decorativi principaliVIII.d.1 1VIII.d.2 1

% Tab. 97Ingobbiata e graffita PV, fase A Fase B PVI, fase A Fase BMotivi decorativi principaliVIII.d.1 50VIII.d.2 50

II.2.9 Ingobbiata e graffita (classe VIII)

L’ingobbiata e graffita è presente nei contesti stra-tigrafici del castello di Montarrenti con un tota-le di 11 oggetti, del peso complessivo di 228grammi, tutti concentrati in stratigrafie di pe-riodo VI (XV secolo).

II.2.9.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Le forme in ingobbiata e graffita sono prodottecon un unico tipo di impasto:– IGR1: frattura: granulosa; inclusi: assenti; porosi-tà: vacuoli allungati e pori di piccole dimensioni; co-lore: interno bianco-rosato, esterno rosa; durezza:duro.

Identificazione dei centri di produzioneIl semplice confronto bibliografico relativo alle mor-fologie e ai motivi decorativi fa presupporre un’im-portazione di vasellame ingobbiato e graffito dall’areasenese70.

II.2.9.2 CATALOGO DELLE FORME

DELL’INGOBBIATA E GRAFFITA

FORME APERTE

Forma: ciotola (VIII.1)VIII.1.1 Ciotola troncoconica con bordo ingrossatoe distinto inferioremente; tipo di modellazione: tor-nio veloce; trattamento delle superfici: ingobbio in-terno e vetrina interna ed esterna; impasto IGR1;periodo VI, fase A, US 1312; Tav. 37; diametro 14cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, C.I.2, p. 151; datazione secondametà XV secolo; luogo del rinvenimento: Siena.VIII.1.2 Ciotolone con corpo emisferico, bordo ester-no sagomato a listelli ed orlo piatto; tipo di modella-zione: tornio veloce; trattamento delle superfici: in-gobbio interno e vetrina interna ed esterna; impastoIGR1; periodo VI, fase B, US 8066; Tav. 37; diame-tro 22 cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, fi12, p. 249; datazione secondametà XV secolo; luogo del rinvenimento: Contradadel Nicchio (Siena).VIII.1.3 Ciotola emisferica con piede a disco ed orloarrotondato o leggermente assottigliato; tipo di mo-dellazione: tornio veloce; trattamento delle superfi-ci: ingobbio e vetrina interni ed esterni; impasto IGR1;periodo VI, fase A, US 1143; Tav. 37; diametro 14cm; datazione: XV secolo d.C.

70 FRANCOVICH 1982a, pp. 143, 151, 152, 158, 244, 249.

VIII.1.4 Ciotola emisferica con piede ad anello edorlo arrotondato e leggermente estroflesso; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: ingobbio e vetrina interni ed esterni; impastoIGR1; periodo VI, fase A, US 1143; Tav. 37; diame-tro 15 cm; datazione: XV secolo d.C.

Forma: scodelloni (VIII.2)VIII.2.1 Scodellone con larga tesa confluente ed orloarrotondato, leggermente ripiegato all’interno; tipodi modellazione: tornio veloce; trattamento delle su-perfici: ingobbio interno e vetrina interna ed esterna;impasto IGR1; periodo VI, fase B, US 5020; Tav. 37;diametro 26 cm; datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH 1982a, C.4, p. 152; datazione: secondametà XV secolo; luogo del rinvenimento: Siena.VANNINI 1985 (a cura di), vol. II, 2, p. 606, n. 3259;datazione: XV secolo; luogo del rinvenimento: Pa-lazzo dei Vescovi (Pistoia).

MOTIVI DECORATIVI

Motivi principali (VIII.d)

FORME APERTE

a. Motivo costituito da quattro foglie lanceolate di-sposte a girandola, alternate ad altrettante piccolefoglie e racemi stilizzati. Motivo centrale circolare diraccordo; periodo VI, fase A, US 1143; Tav. 37; data-zione: XV secolo d.C.

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Confronti bibliografici:Simile a FRANCOVICH 1982a, M.C.7.1, p. 158; data-zione: seconda metà XV secolo; luogo del rinveni-mento: Siena.b. Motivo centrale costituito dalla raffigurazione diuccello con testa piegata. I colori usati sono il verde, ilgiallo ferraccia e il manganese; periodo VI, fase A, US1143; Tav. 37; datazione: XV secolo d.C. (Fig. 70).

Confronti bibliografici:Per la sequenza secondaria cfr. FRANCOVICH 1982a,S.3.2, p. 163; datazione: seconda metà XV secolo;luogo del rinvenimento: Siena.Per il motivo centrale cfr. FRANCOVICH 1982a, FC.5,p. 244; datazione: seconda metà XV secolo; luogodel rinvenimento: Siena.FRANCOVICH, GELICHI 1980, p. 143, fig. 11; datazio-ne: seconda metà XV secolo; luogo del rinvenimen-to: “cassero” senese (Grosseto).

Motivi secondari (VIII.d(s))

FORME APERTE

a(s).1 Sequenza secondaria di motivi ondulati e ripe-tuti, incisi. I colori usati sono il verde, il giallo ferrac-cia e il manganese; periodo VI, fase A, US 1143; Tav.37; datazione: XV secolo d.C.b(s).2 Motivo secondario a nodi intrecciati, incisi, in-tervallati da graticci. I colori usati sono il verde, ilgiallo ferraccia e il manganese; periodo VI, fase B, US5020; Tav. 37; diametro 26 cm; datazione: XV seco-lo d.C.

II.2.9.3 CONCLUSIONI SINTETICHE

SULL’INGOBBIATA E GRAFFITA

A Montarrenti i prodotti ceramici ingobbiati egraffiti iniziano a comparire nella seconda metàdel XV secolo, esclusivamente con forme aper-te.Si tratta di ciotole, attestate nelle varianti concorpo troncoconico e bordo ingrossato e distin-to inferiormente (tipo VIII.1.1), con corpo emi-sferico, bordo esterno sagomato a listelli e orlopiatto (tipo VIII.1.2), con piede a disco e orloarrotondato (tipo VIII.1.3) e con piede ad anel-lo ed orlo arrotondato, leggermente estroflesso(tipo VIII.1.4).L’ingobbio e la vetrina sono stesi sia all’internoche all’esterno delle forme, ad eccezione del tipoVIII.1.2, che ha la superficie esterna delle paretisolo invetriata.Oltre alle ciotole è attestata anche la forma del-lo scodellone con larga tesa confluente, orlo ar-rotondato e leggermente ripiegato all’esterno,che presenta l’ingobbiatura solo interna, mentrela superficie esterna è rivestita esclusivamente davetrina (tipo VIII.2.1).

Per quanto riguarda i motivi decorativi, sonopresenti quello costituito da quattro foglie lan-ceolate, disposte a girandola, alternate ad altret-tante piccole foglie e racemi stilizzati (tipo a) e ilmotivo zoomorfo dell’uccello con testa piegata,associato alla sequenza secondaria di motivi on-dulati ripetuti (tipo b). Il disegno è graffito e suc-cessivamente arricchito con pennellate di gialloferraccia, verde e manganese.Tanto le forme che i motivi decorativi adottatinell’ingobbiata e graffita rimandano ad esemplaririnvenuti a Siena. Fanno eccezione lo scodello-ne VIII.2.1 per il quale, oltre che con Siena, èpossibile fare un confronto anche con un esem-plare trovato nello scavo del Palazzo dei Vescovidi Pistoia, e il motivo zoomorfo, che ha analo-gie con tipi rinvenuti nel cassero di Grosseto.Per quanto riguarda le aree di rinvenimento deimateriali, si nota una diffusione dei prodotti in-gobbiati e graffiti sia nell’area sommitale che inquelle dei versanti collinari, con una presenzapercentuale maggiore nella prima (Tab. 98 e gra-fico 5).

II.2.10 Ispano moresca (classe IX)

L’ispano moresca è presente nei contesti strati-grafici del castello di Montarrenti con un totaledi 2 oggetti, del peso complessivo di 22 grammi,rinvenuti in stratigrafie di periodo VI (XV seco-lo) e, residui, in quelle di periodo VII (XVI-XXsecolo).

II.2.10.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Il vasellame ispano moresco è foggiato con unsolo tipo di impasto:

Fig. 70 – Ciotola ingobbiata e graffita (XV secolod.C.).

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– ISP1: frattura: granulosa; inclusi: nessuno; porosi-tà: pori grandi; colore: nocciola chiaro tendente alrosato; durezza: duro;

Identificazione dei centri di produzioneSembra trattarsi di un prodotto di importazione spa-gnolo.

II.2.10.2 CATALOGO DELLE FORME DELLL’ISPANO

MORESCO

FORME APERTE

Forma: scodella (IX.1)IX.1.1 Scodella emisferica con piccola tesa; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: smalto interno ed esterno; impasto ISP1; perio-do VI, fase A, US 1114, Tav. 38; diametro 16 cm;datazione: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, GELICHI 1984, pp. 21-22, tav. III, fig. 6;datazione prima metà del XV secolo; luogo del rin-venimento: Toscana.

MOTIVI DECORATIVI

Motivi principali (V.d)

FORME APERTE

IX.1d.1 Motivo a foglie di bryonia; Tav. 38; datazio-ne: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:FRANCOVICH, GELICHI 1984, pp. 21-22, periodo VI,fase A, US 1143; Tav. III, fig. 6; datazione prima

metà del XV secolo; luogo del rinvenimento: Tosca-na.

II.2.10.3 CONCLUSIONI SINTETICHE SULL’ISPANO

MORESCA

L’ispano moresca compare a Montarrenti con dueframmenti, di cui uno relativo ad una scodellaemisferica con piccola tesa (tipo IX.1.1), smal-tata internamente ed esternamente e decoratacon il motivo a foglie di bryonia (tipo IX.1d.1),databile, sulla base dei confronti bibliografici,alla prima metà del XV secolo.

II.2.11 Italo moresca (classe X)

L’italo moresca è presente nei contesti stratigra-fici del castello di Montarrenti con un totale di4 oggetti, del peso complessivo di 194 grammi,corrispondenti a 2 forme aperte e 2 chiuse, rin-venuti in stratigrafie di periodo VI (XV secolo).

II.2.11.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Le forme di italo moresca sono foggiate con unsolo tipo di impasto:– MOR1: frattura: granulosa; inclusi: assenti; poro-sità: pori di piccola e media dimensione; colore: bian-co tendente al crema; durezza: duro.

Identificazione dei centri di produzione I confronti bibliografici indicano una probabileprovenienza dall’area valdarnese.

% numero minimo PV (XV secolo) Tab. 98Ingobbiata e graffita Area 1000 Area 2000 Area 5000 Area 8000Forme aperte 54% 0% 18% 27%

Forme aperte

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

Area 1000 Area 2000 Area 5000 Area 8000

Forme aperte

Grafico 5

54

18

27

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II.2.11.2 CATALOGO DELLE FORME DELL’ITALO

MORESCO

FORME APERTE

Forma: piatto (X.1)X.1.1 Piatto o scodellone con piede distinto; tipo dimodellazione: tornio veloce; trattamento delle super-fici: smalto interno; impasto MOR1; periodo VI, faseB, US 5043, Tav. 38; diametro fondo 12 cm; datazio-ne: XV secolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile per il motivo decorativo in BERTI 1997, Storia,vol. I, p. 176; p. 257, tav. 85; p. 260, tav. 93; data-zione: prima metà del XV secolo; luogo del rinveni-mento: Montelupo Fiorentino (Firenze).

MOTIVI DECORATIVI

Motivi principali (X.d)FORME APERTE

X.1d.1 Motivo a serie di girali con apici foliati, iden-tificabili con stilizzazioni della foglia di bryonia; pe-riodo VI, fase B, US 5043; Tav. 38; datazione: XVsecolo d.C.

Confronti bibliografici:Simile per il motivo decorativo in BERTI 1997, Storia,vol. I, p. 176; p. 257, tav. 86; p. 260, tav. 93; data-zione: prima metà del XV secolo; luogo del rinveni-mento: Montelupo Fiorentino (Firenze).

II.2.11.3 CONCLUSIONI SINTETICHE SULL’ITALO

MORESCA

L’italo moresca è presente con il piatto o scodello-ne a piede distinto (tipo X.1.1), smaltato interna-mente e decorato con un motivo a serie di giralicon apici foliati, identificabile con una stilizzazio-ne della foglia di bryonia (tipo X.1d.1), che trovaconfronti con esemplari prodotti nel centro di fab-brica valdarnese di Montelupo Fiorentino (Firen-ze), datati alla prima metà del XV secolo.Il vasellame in italo moresca, sebbene quantitati-vamente non abbondante, sembra distribuito inmaniera abbastanza omogenea in tutto il villaggio.

II.2.12 Invetriata da cucina (classe XI)

L’invetriata da cucina è presente a Montarrenti,con un totale di 17 oggetti, del peso complessi-vo di 310 grammi, rinvenuti in stratigrafie diperiodo V (XIV secolo) e VI (XV secolo).Si nota una diminuzione delle forme invetriatetra il XIV e il XV secolo: mentre nel periodo Vsono attestati 10 oggetti, nel periodo 6 ne sonostati identificati solo 3.

II.2.12.1 CATALOGO DEGLI IMPASTI

Le forme invetriate sono foggiate con 4 tipi diimpasti:– INV1: frattura: granulosa; inclusi: quarzo, colorebianco, granulometria 1,5 mm, quantità molto, distri-buzione omogenea; porosità: molti pori di piccole di-mensioni; colore: nocciola-rosso; durezza: duro;– INV2: frattura: a scaglie; inclusi: assenti; porosità:micro pori; colore: nocciola-rosa; durezza: duro;– INV3: frattura: a scaglie; inclusi: assenti; porosità:pori grandi; colore: rosso mattone chiaro; durezza: duro;– INV4: frattura: piana; inclusi: assenti; porosità: poripiccoli e di medie dimensioni; colore: rosso; durezza:tenero.

Tav. 38 – Scala 1:4.

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Questi impasti possono essere suddivisi in base allaloro attestazione crono stratigrafica in:– impasti attestati nel XIV secolo: INV 1;– impasti attestati nel XV secolo: INV 2, 3, 4.

Identificazione dei centri di produzioneRisulta difficile individuare i centri di produzione delvasellame invetriato in assenza di analisi più appro-fondite sui diversi tipi di impasti.

II.2.12.2 CATALOGO DELLE FORME

DELL’INVETRIATA

FORME CHIUSE

Forma: olla (XI.1)XI.1.1 Olla con orlo estroflesso e superiormente piat-to; trattamento delle superfici: vetrina interna giallo-verde; tipo di modellazione: tornio veloce; impastoINV 2; periodo VI, fase B, US 1191; Tav. 38; diame-tro 18 cm; datazione: XIV secolo d.C.

II.2.12.3 CONCLUSIONI SINTETICHE

SULL’INVETRIATA

Il vasellame invetriato compare nel castello per laprima volta in stratigrafie datate al XIV secolo.I prodotti trecenteschi hanno vetrina interna edesterna di colore verde-giallastra o trasparenteed impasti mediamente depurati. L’unica formariconoscibile è relativa ad un olla con orlo estro-flesso, foggiata a tornio veloce, con vetrina in-terna ed esterna verde-giallastra (tipo XI.1.1).Nelle stratigrafie di XIV secolo sono attestatianche frammenti di tegami con impasto grosso-lano, rivestiti da una spessa vetrina interna dicolore verde scuro-nero, attestati fino ad oranella Toscana costiera e a San Galgano71.Per quanto riguarda la distribuzione del vasella-me di questa classe all’interno del castello, si os-serva come nel corso del XIV secolo i prodottiinvetriati siano attestati in quantità maggiorinell’area sommitale, mentre compaiono indiffe-rentemente nel borgo e nella parte alta della col-lina durante il XV secolo.

CONCLUSIONI: IL CONTESTO CERAMICO DI

MONTARRENTI A CONFRONTO CON QUELLI DEGLI

ALTRI SITI MEDIEVALI TOSCANI (VII-XV SECOLO)

Una sintesi sulle forme di organizzazione dellaproduzione ceramica tra VII e XV secolo in area

toscana risulta complessa, specie per l’epoca al-tomedievale, per l’esiguità dei rinvenimenti edi-ti72 e per la mancanza, fino ad oggi, di fossiliguida capaci di scandire in maniera precisa lefasi del periodo compreso tra la seconda metàdel VII e l’XI secolo.Per quanto riguarda l’organizzazione produttiva delVII secolo, le tesi formulate riguardano sempre unarco di tempo che comprende anche il VI secolo:– per la Toscana settentrionale sono state ipotiz-zate fabbriche cittadine lucchesi che producono,tra il VI e l’inizio del VII secolo, il tipo di orciolocon corpo piriforme o globulare, con ansa a ba-stoncello, spesso con colature in rosso e/o conbollature di vetrina, che sembra abbia una diffu-sione anche in ambito pistoiese e fiesolano73;– per la Toscana meridionale, ed in particolareper la zona di Siena, è stata proposta una collo-cazione dei centri che realizzano le forme in acro-ma grezza nella zona della Montagnola senese.Le verniciate di rosso alto medievali (VI-VII se-colo) e le acrome con colature di rosso sembre-rebbero poi appartenere alla produzione di unastessa officina la cui collocazione geografica ri-mane per ora ignota74.Per la metà del VII-seconda metà VIII secolo ilquadro emerso dai materiali di Montarrentimostra la presenza di atelier che realizzano for-me in acroma depurata, caratterizzata spessodall’anima grigia, e grossolana con foggiatura deimanufatti al tornio veloce. Un quadro tecnolo-gico analogo sembra attestato anche in ambitocittadino: a Pisa i materiali di Piazza dei Cava-lieri (brocche e boccali con ansa a nastro), sem-pre di buona qualità, prodotti in vere e propriebotteghe artigiane che usano argille locali, sonosempre caratterizzati da un tipo di cottura a tem-perature non ben controllate 75.Il nuovo ambito produttivo ed economico dellaseconda metà VII-seconda metà VIII secolo è con-fermato anche dall’assenza di manufatti di impor-tazione, di anfore o prodotti verniciati, dipinti ocon colature rosse. Questo fenomeno risulta delresto caratteristico di gran parte della Toscana apartire dalla seconda metà del VII secolo. L’unicoelemento in comune con il mondo tardo anticosembra essere la persistenza di alcune forme cheimitano quelle di tradizione tardo romana, comele casseruole e i bacili con orlo introflesso76.

72 FRANCOVICH, VALENTI 1997.73 CIAMPOLTRINI 1998, pp. 302-303.74 MILANESE 1991, pp. 366-374.75 MENCHELLI et alii 1997, p. 385.76 FULFORD, PEACOCK 1984, p. 156.71 GRASSI 1999, p. 433.

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Tra la seconda metà dell’VIII ed il IX secolo imanufatti ceramici rinvenuti a Montarrenti sem-brano provenire da poche officine caratterizzateda un’ampia produzione, affiancate da altre mi-nori e più specializzate nella realizzazione dipoche forme, sempre realizzate al tornio velocee per la maggior parte cotte in condizioni nonben controllate. Gli ateliers che producono va-sellame in acroma depurata potrebbero essereposti in un’area vicina alla città o, forse, nellacittà stessa, come sembrerebbero dimostrare an-che i materiali ceramici rinvenuti nelle fasi alto-medievali del Santa Maria della Scala (inediti,campagne di scavo 1999-2000). Se così è, ab-biamo una conferma archeologica della circola-zione di prodotti tra curtes e città, secondo unmodello già delineato dagli storici77 .Continuano intanto ad essere assenti i prodottirivestiti, che invece compaiono a S. Maria (Pie-trasanta) dove sono stati rinvenuti contenitoridipinti di rosso, probabilmente realizzati in areacampano-laziale78, e a Castellaccio di Strettoia79,Lucca80, Suvereto81, Podere Aione82, Arezzo83, Sie-na (inedito), Poggibonsi84, Chiusi85, Cosa86, Scar-lino87 e Pisa88, dove nel IX-X secolo è attestata lavetrina pesante.Un dato interessante è infine la pressoché equi-valente percentuale (calcolata in base al numerominimo di esemplari) di prodotti realizzati inacroma grossolana e depurata/semidepurata at-testata a Montarrenti per il periodo compresotra la seconda metà dell’VIII ed il IX secolo.Questo dato sembra avvicinare il nostro sito aquelli dell’Italia centro-meridionale, rispetto aquelli dell’Italia settentrionale dove, invece, pre-vale di gran lunga la ceramica da cucina. Que-st’ultima è la classe ceramica più attestata ancheal Podere Aione89 e nelle fasi altomedievali diPoggibonsi, dove il vasellame in acroma grezza,sempre di buona fattura, è prodotto in una o piùfornaci attive nel villaggio o in ambito locale90.Per il X-metà XI secolo i materiali di Montar-

renti mostrano un deciso impoverimento dellevarietà tipologiche dei prodotti sia in acromagrossolana che in depurata, con la scomparsa divari tipi e di alcune officine. Proprio in questomomento compaiono per la prima volta formeceramiche in acroma grossolana realizzate amano. Il X-XI secolo segna anche il rapido scom-parire delle forme ceramiche legate all’altome-dioevo e la prima comparsa di quelle che carat-terizzeranno il bassomedioevo.In ambito toscano settentrionale anche i mate-riali del Palazzo dei Vescovi di Pistoia, tra i qualisono attestate poche forme ceramiche (olle rea-lizzate con tecniche artigianali, testi e boccali),mostrano tra X ed XI secolo una netta cesuracon le tipologie di tradizione tardo antica91. Si-tuazione analoga è attestata per il medio Valdar-no, dove i boccali provenienti da Fiesole, fog-giati a tornio lento e in genere di modesto livel-lo tecnico, datati al X-prima metà XI secolo, pro-vengono da forni «di modesta efficienza e go-vernabilità» sparsi nel territorio circostante92.Anche nell’area pisana, dalla metà del X all’ini-zio dell’XI secolo, sono attive più unità produt-tive di piccole dimensioni, sparse per il territo-rio. Queste officine, caratterizzate da una distri-buzione locale dei prodotti, si collocano in pros-simità dei luoghi di approvvigionamento dellematerie prime e hanno produzioni tipologica-mente simili fra loro (che comprendono olle,testelli, brocche e boccali) e qualitativamentemediocri93. Anche per la Toscana meridionale imateriali di IX-X secolo rinvenuti nel cassero diGrosseto94 lasciano pensare che le produzioni dibuona qualità siano ora limitate ai soli prodottiin acroma depurata. Alla fine dell’XI secolo ini-ziano poi a comparire, in alcuni siti incastellati,produzioni domestiche di olle e testi foggiati atornio lento, come recentemente emerso perCampiglia Marittima e Rocca San Silvestro95.Continuano ad essere assenti a Montarrenti pro-dotti di importazione che invece sono attestati,con le prime ceramiche fini con coperture vetri-ficate provenienti dal mondo islamico, a Pisa, apartire dalla fine del X-inizi XI secolo96.Tra la fine dell’ XI ed il XIII secolo, per i mate-riali rinvenuti a Montarrenti sembra delinearsiun quadro nuovo. I manufatti riflettono un’or-

77 SERGI 1995 (a cura di), pp. 146-148.78 PARIBENI ROVAI 1995 (a cura di), pp. 181-193.79 Ibidem.80 BERTI et alii 1992.81 CUTERI 1990.82 CUCINI 1989, pp. 506-509.83 FRANCOVICH, GELICHI 1983, pp. 25, 27.84 VALENTI 1996 (a cura di), pp. 122-123.85 PAOLUCCI 1992.86 HOBART 1992.87 BERNARDI et alii 1992.88 ABELA 1993; MENCHELLI et alii 1997, p. 385.89 CUCINI 1989, p. 502.90 VALENTI 1996 (a cura di), p. 122.

91 VANNINI 1985 (a cura di), pp. 385-390.92 FRANCOVICH, VANNINI 1989, p. 16.93 BERTI, MENCHELLI 1998, p. 332.94 FRANCOVICH, GELICHI 1980, p. 189.95 GRASSI 1998, p. 338.96 BOLDRINI et alii 1997, p. 120.

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ganizzazione della produzione fortemente accen-trata e monopolizzata da due sole grandi offici-ne, che producono oggetti con cottura unifor-memente ossidante e alta standardizzazione. Ri-sulta interessante notare come variano gli anda-menti delle curve che rappresentano la quantitàdi oggetti, espressa in forma percentuale, conanima grigia rispetto a quelli che hanno, in frat-tura, un colore omogeneo (Tab. 99-100 e grafi-co 6). Mentre tra la metà del VII e il IX secolo(iprimi sono quelli più attestati), a partire dal X-XI secolo le proporzioni si invertono, con frat-tura con un incremento dei secondi che subiràun salto decisivo dal XII-XIII secolo, quando laquantità di oggetti cotti in atmosfera costante-mente ossidante raggiungerà l’87,2% del totale.Anche per quanto riguarda la Toscana setten-trionale tra la metà dell’XI ed il XII secolo èattestata la presenza di officine con una capa-cità di distribuzione dei prodotti più allargatae con una varietà tipologica molto più riccarispetto a quelle dell’alto medioevo. A Pisa,dalla metà dell’XI secolo, si registra un nuovosviluppo tecnologico, legato ad una commer-cializzazione più vasta dei prodotti fini, comeconfermano le acrome depurate di XII secolodel castello di San Silvestro, che sarebbero tuttedi produzione pisana. Questi prodotti (bocca-li trilobati, brocche con imboccature cilindri-che, catini troncoconici ed emisferici) sonofoggiati a tornio veloce, prevalentemente conle argille della valle terminale dell’Arno, e cottiin atmosfera costantemente ossidante97. Unapluralità di altri centri poi realizzano manu-fatti con impasto meno selezionato98. Anche aPrato ed a Grosseto, tra XI e XII secolo, sonoattive officine di più ampia organizzazioneproduttiva rispetto a quelle dell’altomedioe-vo99. A Pistoia infine, tra XI e XII secolo, èattestato un gran numero di piccole officinelocali, mentre un carattere più “industriale”sembra riferibile alle produzioni di anforaceiin acroma depurata100.Il XII secolo segna anche la comparsa di cerami-che fini rivestite dell’Italia centro-meridionale inalcuni siti costieri toscani (ad es. Rocca San Sil-vestro e Campiglia Marittima101).Con la fine del XII e l’inizio del XIII secolo il

quadro produttivo sembra ancora migliorare. Inambito pistoiese le produzioni moltiplicano i tipiche rispondono ognuno ad esigenze funzionalispecifiche e variate102.Dalla fine del XII secolo prendono avvio, in Ita-lia, anche le prime produzioni di ceramiche finismaltate o ingubbiate secondo tecniche impor-tate dal mondo islamico e bizantino (graffita ar-caica tirrenica savonese e genovese, ingubbiata egraffita veneziana, protomaioliche dell’Italia me-ridionale, maioliche arcaiche pisane e, dalla se-conda metà-fine del XIII secolo, senesi e fioren-tine)103.A Montarrenti i primi prodotti rivestiti attestatisono boccali cilindriformi in maiolica arcaica ditipo senese, databili tra la fine del XIII e la pri-ma metà del XIV secolo.Con il pieno Trecento il panorama ceramico delcastello si conforma a quello toscano.Il vasellame grossolano e depurato ripete i tipigià ampiamente attestati in area senese, con ollead arpione e grandi brocche con tesa complana-re all’orlo. I prodotti fini sono realizzati in offi-cine specializzate e l’anima grigia, che aveva ca-ratterizzato i tipi altomedievali, diventa ormaiun’eccezione pari al 5,2% del totale. Il numerodegli impasti in acroma grossolana e depurata siriducono sostanzialmente a due.Numerosi si fanno i tipi in maiolica arcaica, checomprendono boccali con piede svasato e unvasto repertorio di forme aperte composto dacatini, ciotole e rinfrescatoi.Accanto ai prodotti rivestiti da mensa, compaio-no le prime invetriate da cucina. Si tratta di ollecon caratteristica vetrina verde e tegami copertida spessa vetrina verde scura.Con la prima metà del XV secolo arrivano aMontarrenti, in quantità modestissime, alcuneforme aperte italo-moresche, che trovano stretticonfronti con le produzioni montelupine del me-dio valdarno, e i primi prodotti di importazione

N. minimo Tab. 9Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIPresenza di anima grigia 61 187 37 44 8 0Assenza di anima grigia 36 69 63 299 145 68TOT 97 256 100 343 153 68

% Tab. 1Acroma depurata PI PII PIII PIV PV PVIPresenza di anima grigia 62,9 73,0 37,0 12,8 5,2 0,0Assenza di anima grigia 37,1 27,0 63,0 87,2 94,8 100,0TOT 100 100 100 100 100 100

97 BERTI, MENCHELLI 1998, pp. 330-332.98 MENCHELLI et alii 1997, p. 386.99 FRANCOVICH et alii 1978, pp. 260-264; FRANCOVICH,GELICHI 1980, p. 189.100 VANNINI 1985 (a cura di), pp. 385-396.101 BOLDRINI et alii 1997, pp. 104-105.

102 VANNINI 1985 (a cura di), pp. 390-397.103 BERTI et alii 1997, pp. 383 ss.

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% Tab. 102PI PII PIII PIV PV PVI

Acroma depurata 38 44 55,2 57,3 34,9 21,5Acroma semidepurata 6 4 0 0,2 0 0,3Acroma grossolana 56 52 44,8 42,5 37,2 32,8Ingobbiata di rosso 0,4 0 0 0 0 0Maiolica arcaica 0 0 0 0 24,7 34,7Monocroma smaltata 0 0 0 0 0,2 2,2Zaffera a rilievo 0 0 0 0 0 1,9Ingobbiata e graffita 0 0 0 0 0 3,5Ispano moresca 0 0 0 0 0,2 0,3Italo Moresca 0 0 0 0 0 1,3Invetriata da cucina 0 0 0 0 2,7 1,6TOT 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

62,9

73,0

37,0

12,8

5,2

0,0

37,1

27,0

63,0

87,2

94,8

100,0

0,0

20,0

40,0

60,0

80,0

100,0

120,0

Presenza di anima grigiaAssenza di anima grigia

Grafico 6

N.minimo Tab. 101PI PII PIII PIV PV PVI

Acroma depurata 97 256 100 255 153 68Acroma semidepurata 15 22 0 1 0 1Acroma grossolana 145 302 81 189 163 104Ingobbiata di rosso 1 0 0 0 0 0Maiolica arcaica 108 110Monocroma smaltata 1 7Zaffera a rilievo 6Ingobbiata e graffita 11Ispano moresca 1 1Italo Moresca 4Invetriata da cucina 12 5TOT 258 580 181 445 438 317

ispano moreschi, decorati con il motivo della fo-glia di bryonia, mentre rari sono i frammenti dizaffera a rilievo. Accanto alle maioliche arcai-che, che mostrano una decisa prevalenza delleforme aperte su quelle chiuse, iniziano ad essereattestati anche tipi monocromi, e le ingobbiate agraffite, probabilmente di produzione senese.Il panorama dei prodotti da cucina vede sempre

incontrastata la presenza delle olle ad arpione,mentre i tipi in acroma depurata da mensa (cati-ni, orcioli, etc.) sembrano ormai uscire da offi-cine di tipo protoindustriale, come pare dimo-strare la ripetizione delle stesse forme e la totaleassenza di difetti di cottura delle argille.Concludendo, il quadro emerso dallo studio deimateriali di Montarrenti mostra come dalla metà

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38

44

55,257,3

34,9

21,5

64

0 0,2 0 0,3

56

52

44,842,5

37,2

32,8

0,4 0 0 0 0 00 0 0 0

24,7

34,7

0 0 0 0 0,22,2

0 0 0 0 01,9

0 0 0 0 0

3,5

0 0 0 0 0,2 0,30 0 0 0 01,3

0 0 0 0

2,71,6

0

10

20

30

40

50

60

70

PI PII PIII PIV PV PVI

Acroma depurata Acroma semidepurataAcroma grossolana Ingobbiata di rossoMaiolica arcaica Monocroma smaltataZaffera a rilievo Ingobbiata e graffitaIspano moresca Italo MorescaInvetriata da cucina

Grafico 7

del VII fino al X secolo continui ad essere utiliz-zato vasellame in acroma depurata e grossolanadi buona qualità, sempre foggiato a tornio velo-ce, anche se spesso cotto in fornaci nelle qualinon si riesce a mantenere una temperatura per-fettamente ossidante o almeno tale da consuma-re completamente il materiale organico presen-te negli impasti. Le analisi di questi ultimi, almomemto, non permettono di indicare con as-soluta certezza quali siano le aree di produzio-ne: se il territorio immediatamente circostanteil castello di Montarrenti e Siena o la zona diRoccastrada, come sembrano suggerire alcuniimpasti di acroma semidepurata.Tra X e metà XI, poi, si assiste ad un impoveri-mento del panorama ceramico, sia a livello mor-fologico che tecnologico, con la comparsa deiprimi testi foggiati a mano.

Le produzioni ceramiche torneranno a riqualifi-carsi a partire dalla seconda metà-fine XI secoloed in maniera più decisa tra XII e XIII secolo,quando si fanno comuni forme ormai standar-dizzate e di buona fattura, se si escludono alcunitesti che continuano ad essere foggiati a mano.Proprio a partire dal XII secolo Montarrenti,come gran parte dei siti della Toscana interna, sidifferenzierà da quelli prossimi alla costa per l’as-senza di ceramiche fini con coperture vetrificatedi importazione. Il panorama ceramico del ca-stello muterà sostanzialmente con il XIV secolo,quando compariranno i primi tipi smaltati e in-vetriati, per arricchirsi ulteriormente nel Quat-trocento, quando, accanto alla maioliche arcai-che, saranno attestate le ingobbiate e graffite, lezaffere a rilievo e i primi prodotti di importa-zione spagnoli (Tabb. 101-102 e grafico 7).

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