IGNIS ARDENS S S. Pio X e la sua terra€¦ · Pio X, Le rivolge il suo ossequio augurale e la sua...

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IGNIS ARDENS IGNIS ARDENS 50 ° S OMMARIO OMMARIO Iniziamo con l’Aiuto del Signore il 2004 Anno di Gloria per S. Pio X Pag. 3 C C O O N N O O S S C C E E R R E E P P I I O O X X A Sua Ecc. Mons. Andrea Bruno Mazzocato ” 4 La nuova Copertina di Ignis 4 Cinquant’anni fa. 17 Gennaio 1954 5 29 Maggio 1954 5 Riese ha celebrato S. Pio X solennemente nelle tre grandi giornate di luglio 1954 7 Canti Sacri: Innovare si, ma ci vuole Armonia 9 Lo scrittore Giuseppe Maffioli di Treviso parla del Card. Giuseppe Sarto e della Mula Bianca 11 Papa Pio X e S. Teresa di Gesù Bambino 13 I Cattolici si riaffacciarono alla politica, ma senza un loro partito 15 C C R R O O N N A A C C A A P P A A R R R R O O C C C C H H I I A A L L E E Concerto di Epifania 16 Festa dei Giuseppe, Giuseppine, dei Pii e delle Pie 16 Giornata Mondiale del Malato 17 Per dire Grazie... ad un anno di distanza 18 Prima visita a Riese del nuovo Vescovo di Treviso Mons. Andrea Bruno Mazzocato ” 19 Riese ha invaso la Residenza del Sindaco di Guelph 20 Altre notizie da Guelph 21 In Ricordo di... 22 Vita Parrocchiale 23 IGNIS ARDENS S. Pio X e la sua terra Pubbl. Bimestrale n. 1 Anno C GENNAIO - FEBBRAIO 2004 Spedizione in abbonamento postale Gruppo IV Quota abbonamento annuo: Italia €. 15 sul c.c.p. n°13438312 Estero (via area) €. 30 Redazione - Amministrazione Via J. Monico, 1 31039 Riese Pio X (Treviso) Tel. 0423 483105 - Fax 0423 750177 Direttore: Giovanni Bordin Direttore Responsabile: Pietro Tonello Autorizzazione del Tribunale di Treviso n°106 del 10 maggio 1954 Tipolitografia “ERREPI” di Berno Primo Via Castellana, 50 31039 Riese Pio X (TV) Tel. 0423 746276 - Fax 0423 746663

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  • IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS50°

    SS OMMARIOOMMARIO

    Iniziamo con l’Aiuto del Signore il 2004Anno di Gloria per S. Pio X Pag. 3

    CCCC OOOO NNNN OOOO SSSS CCCC EEEE RRRR EEEE PPPP IIII OOOO XXXX

    A Sua Ecc. Mons. Andrea Bruno Mazzocato ” 4

    La nuova Copertina di Ignis ” 4

    Cinquant’anni fa. 17 Gennaio 1954 ” 5

    29 Maggio 1954 ” 5

    Riese ha celebrato S. Pio X solennementenelle tre grandi giornate di luglio 1954 ” 7

    Canti Sacri: Innovare si, ma ci vuoleArmonia ” 9

    Lo scrittore Giuseppe Maffioli di Trevisoparla del Card. Giuseppe Sartoe della Mula Bianca ” 11

    Papa Pio X e S. Teresa di Gesù Bambino ” 13

    I Cattolici si riaffacciarono alla politica,ma senza un loro partito ” 15

    CCCC RRRR OOOO NNNN AAAA CCCC AAAA PPPP AAAA RRRR RRRR OOOO CCCC CCCC HHHH IIII AAAA LLLL EEEE

    Concerto di Epifania ” 16

    Festa dei Giuseppe, Giuseppine,dei Pii e delle Pie ” 16

    Giornata Mondiale del Malato ” 17

    Per dire Grazie... ad un anno di distanza ” 18

    Prima visita a Riese del nuovo Vescovodi Treviso Mons. Andrea Bruno Mazzocato ” 19

    Riese ha invaso la Residenza del Sindacodi Guelph ” 20

    Altre notizie da Guelph ” 21

    In Ricordo di... ” 22

    Vita Parrocchiale ” 23

    IGNIS ARDENSS. Pio X e la sua terra

    Pubbl. Bimestrale n. 1Anno C

    GENNAIO - FEBBRAIO 2004

    Spedizione in abbonamento postaleGruppo IV

    Quota abbonamento annuo:Italia €. 15

    sul c.c.p. n°13438312Estero (via area) €. 30

    Redazione - AmministrazioneVia J. Monico, 1

    31039 Riese Pio X (Treviso)Tel. 0423 483105 - Fax 0423 750177

    Direttore:Giovanni Bordin

    Direttore Responsabile:Pietro Tonello

    Autorizzazione delTribunale di Treviso n°106

    del 10 maggio 1954

    Tipolitografia “ERREPI”di Berno Primo

    Via Castellana, 5031039 Riese Pio X (TV)

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    Ignis Ardens con questo numero da il via alproprio 50° anno di vita, sempre impegnatoa illustrare e a far conoscere il nostro grandeconcittadino Giuseppe Sarto - San Pio X - ciripromettiamo di trattarne più ampiamentenei numeri successivi.In questo numero innanzitutto presentiamola nuova copertina che richiama la grandericorrenza piana di quest’anno: il cinquante-nario della proclamazione di Pio X Santo,fatta da Papa Pio X II il 29 maggio 1954.

    Il nostro riverente saluto quindi al nuovovescovo di Treviso: S. E. Monsignor AndreaBruno Mazzocato, legato particolarmente aSan Pio X, in quanto consacrato sacerdoteproprio nella Chiesa Parrocchiale di RiesePio X il 3 settembre 1972.

    Alcuni articoli ricordano come il Processo diBeatificazione e Canonizzazione si sonosvolti e come Riese ha celebrato le grandifeste in quella circostanza.

    Abbiamo trovato un’articolo dello scrittoretrevigiano Giuseppe Maffioli, innamorato diSan Pio X. Quel Maffioli che tra l’altro hascritto una celebre commedia “Pio X” che laFilodrammatica Bepi Sarto di Riese ha moltevolte rappresentato in Italia e all’estero e cheancora attira a masse di gente quando vienereplicata.L’articolo molto vivace e interessante parladella Mula Bianca sulla quale il Card.Giuseppe Sarto nel 1901 è salito sul Grappaa benedire la statua della Madonna che iveneti hanno collocato sul monte più altodella regione, per invocare la sua protezione

    Mons. Giovanni Bordinarciprete

    sulle genti venete, all’inizio dell’alloranuovo secolo, il 1900.

    Un’altro articolo illustra i rapporti tra dueSanti: San Pio X e Santa Teresa del BambinoGesù. Grande è stata la stima che San Pio Xha coltivato per questa Santa giovane emolto vicina alla gente semplice.San Pio X avrebbe voluto dopo i tristi fattidella Presa di Roma da parte dell’Italia e deirapporti burrascosi quindi tra la Santa Sede el’Italia stessa, avrebbe voluto che ritornassela pace. Ma non fu così semplice la ricom-posizione. Comunque Pio X non trascuròogni occasione per arrivare ad abolire ilfamoso “Non Expedit” dei suoi predecessorie avviare così il riaffaciarsi dei cattolici ita-liani alla politica.Alcune notizie di cronaca parrocchiale con-cludono questo primo numero di Ignis.Abbiamo ricevuto alcune notizie dalCanada, che volentieri pubblichiamo perchèriteniamo i nostri emigrati parte integrantedella comunità riesina.Un particolare grazie viene rivolto a RadioMaria perchè ci ha ospitato a parlare di SanPio X.

    Alcune persone sono mancate, persone chehanno voluto tanto bene alla comunità diRiese e l’hanno onorata e illustrata. Nelprossimo numero poi tratteremo dei festeg-giamenti che faremo anche quest’anno per lericorrenze accennate.Grazie a tutti i nostri fedeli abbonati: chissàche la salute ci sorregga e ci dia la possibilitàdi essere più fedeli anche nella pubblicazio-ne di questo periodico.

    INIZIAMO CON L’AIUTO DEL SIGNORE IL 2004ANNO DI GLORIA PER S. PIO X

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    Al nuovo Vescovo di Treviso, con rispetto e cordialità il nostro filialesaluto ed augurio.Quest’umile periodico Ignis Ardens, che si sforza di far conoscere sem-pre più e meglio anche alle nuove generazioni la grande figura di Papa S.Pio X, Le rivolge il suo ossequio augurale e la sua filiale obbedienza,rispettosa ed affettuosa.S. Pio X è la nostra gloria trevigiana, in particolar modo per la Parrocchiadi Riese Pio X, che si accinge con tanta gioia a festeggiarlo nel 50° dellaCanonizzazione con la sua presidenza il prossimo 29 maggio 2004.Siamo contenti di averla già incontrata a Riese, perché il 3 settembre1972, ha ricevuto l’Ordine Sacro proprio nella nostra ChiesaParrocchiale, ed ha così voluto iniziare il suo ministero episcopale aTreviso, onorando il grande e Santo Pastore S. Pio X.

    Entrati nel nuovo anno 2004 - anno di un grandeanniversario per il nostro S. Pio X - abbiamo pen-sato di iniziare la pubblicazione con una nuovacopertina che richiami gli avvenimenti piùimportatnti dell’anno riguardanti il nostro piùgrande concittadino di Riese.Abbiamo appena concluso le celebrazioni per ilCentenario della sua elezione pontificale.Quest’anno ricorre il 50° della Canonizzazione -cioé della proclamazione di Papa Pio X a Santodella Chiesa Universale.Papa Pio XII che l’aveva conosciuto da giovanesacerdote non dimenticò mai la sua meravigliosafigura di pastore santo e volle con determinazio-ne che fossero superate tutte le obiezioni fatte nelProcesso di Canonizzazione e lo additò a tutta laChiesa come un grande Santo Papa, dopo secoliche non venivano più proclamati tali.Riese intende tributargli gloria e onori per questagrande avventura che la Provvidenza ha voluto:che Giuseppe Sarto sia nato a Riese, e che attra-verso lunghi anni di impegno pastorale in variposti di responsabilità arrivasse dall’umiltà delle

    sue origini, al più alto grado di gloria umana edecclesiale.Noi intendiamo allora ricordare innanzitutto que-sto grande fatto, perché diventi invito e sprone aimitare S. Pio X nella sua santità, nelle grandi edeccelse sue virtù di fede, speranza e carità.Lui mite e dolce, e nello stesso tempo forte per lagloria di Dio e la salvezza delle anime a Lui affi-date, Lui che tanto lavorò e operò per la Chiesa conun esemplare spirito caritatevole, col suo equilibrionell’esercizio di capo della Chiesa.Il 2004 è anche il 90° anniversario della sua santamorte.La copertina del nostro artista SilvanoZamprogna rappresenta Pio X in preghiera, illu-minato dall’alto e quindi trasfigurato dalla suasantità; rivolto verso l’alto, in cui campeggia laMadonna, richiamando così l’importanza dellaMadonna nella sua vita.Un grande grazie al nostro Silvano, implorandosu di Lui, la sua famiglia e su tutti i lettori diIgnis, una grande benedizione, e tante grazie perintercessione di S. Pio X.

    LA NUOVA COPERTINA DI IGNIS

    A SUA ECC. MONS. ANDREA BRUNO MAZZOCATO

    Ecc. Mons. AndreaBruno Mazzocato.

    CONOSCERE PIO XCONOSCERE PIO

    G. B.

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    È la seconda domenica dopo l’Epifania. Nella suabiblioteca privata S.S. Pio XII promulga il decretoche approva i miracoli proposti per la canonizza-zione del Beato Pio X.Dopo aver esaminato tutti gli annunzi di grazieottenute per intercessione del suddetto Beato, per-venuti dalla Francia, dalla Germania, dalle dueAmeriche e specialmente da ogni parte d’Italia, ilS. Padre concede il suo augusto riconoscimento adue prodigiose guarigioni avvenute una a Napoli el’altra a Palermo.1) A Napoli. L’avvocato Francesco Belsani, affet-to da grave malattiva polmonare e dichiaratoinguaribile dai medici che lo avevano in cura, eraridotto in fin di vita. Si rivolse fiducioso assiemealla moglie, al Beato Pio X. Sul suo letto furonoposti, assieme a una immagine del Beato anche deifiori presi dal suo sepolcro. La sera del 26 agosto1951 il malato era in condizioni gravissime.Ma durante la notte si sentì improvvisamente gua-rito. Dopo poche ore il medico dichiarò che taleguarigione era avvenuta in modo istantaneo einspiegabile.2) A Palermo, Maria Ludovica Scorcìa delle Figliedella carità di S.Vincenzo de Paoli era affetta dagrave meningo - encefalo - mielite. Fin dall’iniziodella malattia le consorelle e la stessa malata sirivolsero al Beato Pio X. Nella notte del 14 feb-braio 1952 la Suora fu colta da un placido sonnocome non le succedeva da mesi, si alzò e si recò incappella destando grande meraviglia nelle conso-relle. Poi fece colazione insieme a loro e dichiaròdi sentirsi guarita. Nella stessa mattinata il medicocurante la visitò e ne constatò la guarigione avve-nuta in maniera prodigiosa.Scelti i due miracoli e promulgàtone il decreto nelConcistoro del 27 maggio successivo il SantoPadre Pio XII stabilì che la Canonizzazione delBeato Pio X avvenisse in Piazza S. Pietro nelpomeriggio del sabato 29 maggio 1954 e la dome-nica successiva, giorno 30 nell’interno dellaBasilica si celebrasse il solenne pontificale inonore del nuovo Santo.

    29 MAGGIO 1954In Piazza S. Pietro , davanti alla Basilica, oltre altrono papale, sono preparate parecchie tribune.Su una di esse prende posto la missione straordi-naria della Repubblica Italiana presieduta daMario Scelba, in un’altra il Presidente LuigiEinaudi accompagnato da Donna Ida, in un’altraancora ci sono principi, duchi e altezze imperialiprovenienti da ogni nazione europea.A questi luminari di glorie terrene fanno riscon-tro la tribuna della postulazione, i due miracolatidel nuovo Santo: l’avvocato Francesco Belsani ela monaca di clausura Maria Ludovica Scorcìa.Con loro ci sono il Sindaco di Riese, prof.Gastone Andreazza, e i parenti di Pio X apparte-nenti alla famiglia Parolin di Riese, De Bei e

    CINQUANT’ANNI FA. 17 GENNAIO 1954

    L’immagine di S. Pio X,nella loggia centrale della Basilica di S. Pietro.

    Ginesta Fassina Favero

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    Boschin di Salzano, Sartor di Cavaso delTomba.Sono commossi: sotto il velo nero le donnehanno gli occhi lucidi di lacrime.La piazza è gremita di gente, le grandi brac-cia del colonnato avvolgono l’enorme follacome accogliendola in un colossale abbrac-cio.Alle 16.30 preceduto dalla processione degliordini religiosi e da un solenne corteo di 460Vescovi e 45 Cardinali, arriva il Pontefice PioXII e, mentre gli altoparlanti diffondono lenote dell’inno “Tu es Petrus” raggiunge iltrono. Improvvisamente tutto intorno si fasilenzio, l’avvocato Curiale Luigi Re implorail Papa affinché “instanter, instantius, instan-tissime” voglia iscrivere nel catalogo deiSanti il Beato Pio X.Il secolare rito è breve. Dopo le preghiere el’invocazione dello Spirito Santo il Papa pro-nuncia la formula solenne e stabilisce che lafesta del nuovo Santo venga celebrata tutti glianni il 3 settembre. Cade il velario che coprival’immagine del Santo, steso alla loggia centraledella Basilica e l’angelica figura, tanto cara alcuore del popolo, viene salutata con un lunghis-simo applauso. Si grida da ogni parte: “San Pio Xprega per noi”.Il Papa accenna a parlare e sulla piazza, e comeper incanto, torna il silenzio.Il Pontefice si rivolge ai fedeli esaltando la virtùdel nuovo assunto alla gloria degli altari e termi-na con questa invocazione: “S. Pio X ridà la pacealle nazioni e riporta l’amore fra gli uomini”.Segue il canto del Te Deum accompagnato dalloscampanio delle campane della basilica che siprolunga di basilica in basilica, di chiesa in chie-sa, fino ai più remoti sobborghi delle città.Da circa 400 anni, dal 1572, la Chiesa non avevapiù dichiarato Santo un Papa. L’ultimo era statoS. Pio V al cui nome è legata la vittoria diLepanto sui turchi e la devozione alla Madonnadel Rosario. La canonizzazione di Pio X incontral’entusiasmo più schietto. Piazza San Pietro e laBasilica, nei giorni 29 e 30 maggio 1954, sonotestimoni dell’amore del popolo al suo Santo

    Pontefice e quando, la sera della domenica 30, lapreziosa salma viene trasportata processional-mente in Santa Maria Maggiore, per tutti gli 8chilometri di strada, una duplice fila di devoti,calcolata oltre un milione di persone, rende untributo palpitante e commovente di preghiere e diapplausi all’umile figlio del cursore di Riese.

    E LAE LA POPOLAZIONE DI RIESEPOPOLAZIONE DI RIESECOME COME VISSE QUESTVISSE QUESTAA

    GIORNAGIORNATTAA MEMORABILE?MEMORABILE?

    Tolti i pochi fortunati che sono potuti andare aRoma, gli altri seguono la cerimonia della cano-nizzazione del Beato Pio X davanti a dei potentitelevisori installati nella Chiesa Parrocchiale enella sala Pio X dalla ditta De Lazzari di Asolo. Quando il Papa pronuncia il verdetto che anno-vera il loro concittadino fra i Santi una grandecommozione invade gli animi.Ci sono spari a salve e suono festoso delle cam-pane. La sera tutta Riese è illuminata a festa inattesa di onorare maggiormente questo suo gran-de figlio in data da destinarsi.

    La piazza di S. Pietro gremita di centinaia di migliaiadi pellegrini durante il passaggio del corteo papale.

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    Riese ha vissuto tre giornate, il 4,il 5 e il 6 luglio 1954, di intensaspiritualità per le celebrazioni inonore del suo grande Figliocanonizzato il precedente 29maggio. Fin dalla sera del giorno 3 sipoteva notare l’aspetto festantedel paese. All’ingresso, seguendola strada che parte daCastelfranco, era stato innalzatoun arco di trionfo con lo stemmadi Pio X e lungo la via principaleerano stati posti, su dei pennoni,alcuni scudi sui quali eranosegnate le varie tappe della vitadel Santo: Riese 1835 (nascita)Castelfranco 1858 (ordinazionesacerdotale) Tombolo 1858(capellano), Salzano 1867 (par-roco), Treviso 1875 (canonico della cat-tedrale e direttore spirituale dei semina-risti), Mantova 1884 (vescovo),Venezia 1893 (Patriarca), Roma 1903(Papa).Preparata da una settimana di predica-zione tenuta dal Vescovo di Chioggia,Mons. Piasentini, sabato giorno 4, lapopolazione ha partecipato in massaalla Messa prelatizia celebrata dalVescovo di Treviso, Mons. Mantiero,nella mattinata.Al pomeriggio, dopo aver cantato inchiesa il solenne Te Deum, i Riesini sisono recati processionalmente alla casanatale del Santo, dal balcone della

    quale il sindaco, prof. GastoneAndreazza, rivolto ai presenti, ha pro-nunciato un bellissimo discorso esal-tando l’umiltà di Papa Pio X.La seconda giornata, domenica giorno5, è iniziata con il solenne pontificalecelebrato da Mons. Mantiero presenti leautorità civili e militari della provinciae l’onorevole Maria Pia Dal Canton.Dopo il pontificale le autorità sonostate ospitate nei locali della Villa Eger.Nel pomeriggio, verso le 16.30 sonoarrivati prima l’onorevole Scalfaro epoi il Patriarca di Venezia, AngeloGiuseppe Roncalli. Sono stati ricevutidal sindaco nel piano terra della suddet-

    RIESE HA CELEBRATO S. PIO X SOLENNEMENTENELLE TRE GRANDI GIORNATE DI LUGLIO 1954 G. F. F.

    Il Sindaco di Riese, Andreazza, rivolge il saluto di omaggioe di benvenuto a S. Em. il Card. Roncalli - 1875.

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    della Marca Trevigiana con i rispettivigonfaloni e labari si sono radunati nelcortile di Villa Eger e da lì si sono reca-ti alla chiesa parrocchiale dove hannoascoltato la parola del Vescovo diTreviso, Mons. Mantiero e ricevuto labenedizione con la reliquia di San PioX impartita da Mons. Chimenton.Fuori della chiesa si è formato poi uninsolito corteo che si è diretto alla casanatale del Santo.Lo precedeva un valletto di Roma cheportava una corona d’alloro raccolto sulcolle capitolino, seguivano prima i gon-faloni di Roma, di Venezia, di Mantovae i 94 vessilli dei comuni della MarcaTrevigiana, poi i sindaci di tutti i rispet-tivi comuni preceduti da quello di RieseProf. Andreazza. Arrivati alla casetta diSan Pio X il valletto ha posto la coronad’alloro sopra la lapide che ha l’effigedel Santo. Quindi il sindaco di Riese ha ringrazia-to i convenuti. Ha preso la parola poi ilprof. Boaga assessore alle finanze delcomune di Roma, quale rappresentantedel sindaco Rebecchini ha reso omag-gio a San Pio X chiamandolo “coluiche dalla Città Eterna governò la SantaChiesa di Cristo offrendo la sua vitaper la pace fra i popoli”.Infine il prof. Tronconi, sindaco diTreviso, ha invocato “sulla comune fra-gilità umana di ogni amministratore ladolcezza del sorriso benevolo del caroSan Pio X”.Così si sono concluse le tre memorabiligiornate lasciando nel cuore dei Riesiniuna profonda gioia spirituale e un senti-mento di grande venerazione verso illoro Santo Concittadino.

    ta villa.Si è formato quindi il corteo. Ad essohanno preso parte, oltre alle autorità,anche i cavalieri del Santo Sepolcro e iparenti di San Pio X. I componenti ilcorteo hanno preso posto nella chiesaparrocchiale, ma la folla che ha fatto alloro passaggio, non potendo essere con-tenuta in chiesa si è assiepata sul sagra-to. Nonostante ciò per mezzo di alto -parlanti, ha avuto modo di ascoltareugualmente le illuminate parole delCard. Roncalli che sono terminate conquesta ovazione: “O terra di Riese, oterra di Venezia, o terra d’Italia conti-nua a dare di questi figli che sono diesempio e bene operare nella nostravita”. La funzione religiosa è terminatacon il bacio della reliquia del santo.Poi il corteo si è ricomposto e si è reca-to nel cortile di Villa Eger. Sul poggio-lo è comparso l’Onorevole Scalfaro, ilquale prendendo lo spunto dalle parolerivolte in un giorno lontano da MammaMargherita al suo Figliolo: “Bepi ricor-date de conservarte bon e umile”, hapronunciato l’orazione ufficiale riscuo-tendo il plauso e i complimenti delleautorità religiose e civili, e la gioia deifedeli presenti.Questa seconda giornata di festa si èconclusa con il suono di una bandamusicale e con i fuochi d’artificio che,nel buio della notte, hanno illuminato ilcielo con i loro bagliori. Il lunedì il giorno 6, è stato dichiarato“giornata Mariana”. Al mattino nelSantuario delle Cendrole Mons.Piasentini, ha celebrato un solenne pon-tificale.Nel pomeriggio i sindaci dei comuni

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    Nell’ultimo numero del 2003 diIgnis abbiamo parlato abbastanzadiffusamente del Centenario che il22 novembre - festa di S. Cecilia,invocata come protettrice del CantoSacro di Chiesa, si è compiuto di undocumento famoso di San Pio X, sulcanto liturgico, il Motu propriosulla Musica sacra, emanato pro-prio il 22 novembre 1903.Si tratta effettivamente di un grandeintervento del Papa San Pio X, cheè stato profetico e fondamentale perla Chiesa ed ha dato delle lineepastorali per il canto di Chiesa,oggi codificate nel Concilio Vati-cano II e insegnate chiaramente dalpapa attuale Giovanni Paolo II.L’articolo che proponiamo è trattodall’Osservatore Romano, il gior-nale della S. Sede, che parla di un“chirografo” che papa Giovanni Paolo II hascritto nell’occasione. Si tratta di un documento papale scritto amano direttamente dal Papa, per indicarequanta importanza ci ha dato il Papa, e chenoi fedeli dobbiamo dare, a quello che il Papascrive.

    La musica e i canti sacri appartengono allaChiesa quale “patrimonio inestimabile”. E perquesto sarà sempre opportuno aprirsi a “nuovilinguaggi musicali” che, “vagliati con cura”,sappiano adattarsi “alla grandezza del rito chesi celebra” come hanno saputo fare il grego-riano e la polifonia, senza imitarne la forma ma“pervase dallo stesso spirito”.Nel centenario del motu proprio di Pio X “Tra

    le sollecitudini”, Giovanni Paolo II è tornatocon un suo chirografo sull’importanza dellamusica sacra, “patrimonio che eccelle tra lealtre espressioni dell’arte - ricorda PapaWojtyla citando il documento del suo prede-cessore specialmente per il fatto che il cantosacro, unito alle parole, è parte necessaria eintegrante della liturgia solenne”. Col suo chi-rografo - ossia un testo scritto di proprio pugno- Giovanni Paolo II si ripropone di indicareagli specialisti del settore “alcuni principi fon-damentali per questo importante settore dellavita della Chiesa, nell’intento di far sì - spiega- che la musica liturgica risponda sempre piùalla sua specifica funzione”. Per il Papa lamusica sacra deve sia elevare lo spirito chepreparare alla “partecipazione attiva dei fedeli

    Ancora su Pio X e la musica sacra

    CANTI SACRI: INNOVARE SI, MA CI VUOLE ARMONIA

    Il canto gregoriano è il canto liturgico modello anche oggi.

    Salvatore Mazza

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    ai sacramenti e alla messa”. Per questo “nontutte le forme musicali possono essere ritenuteadatte per le celebrazioni liturgiche”. Lamusica sacra infatti deve essere “vera arte”,qualità che tuttavia di per sé “non basta” se,insieme, non risponde ad alcuni precisi requi-siti: “Piena aderenza ai testi , consonanza conil tempo e il momento liturgico cui è destinata,adeguata, corrispondenza ai gesti che il ritopropone”. Così se è chiaro che musica e canto “devonorispondere a legittime esigenze di adattamentoe di inculturazione”, bisogna sempre tener pre-sente tuttavia che “ogni innovazione in questadelicata materia deve rispettare peculiari crite-ri”, sia cercando di coinvolegere “l’interaassemblea nella celebrazione”, sia evitando“qualsiasi cedimento alla leggerezza e allasuperficialità”. In particolare è necessario “evi-tare quelle forme di inculturazione di segno“élitario”, che introducono nella liturgia com-posizioni antiche o contemporanee che sonoforse di valore artistico, ma che indulgono a unlinguaggio ai più incomprensibile. Allo stessomodo “il sacro ambito della celebrazione liturgi-ca non deve mai diventare laboratorio di speri-mentazione” senza prima “un’attenta verifica”.Secondo Giovanni Paolo II il gregoriano restail “canto proprio della liturgia romana”, e“gli altri generi della musica sacra, e special-mente la polifonia, non vanno esclusi affattodalla celebrazione”. Quanto ai nuovi linguag-gi musicali, essi vanno vagliati “con attentacura” per poter “esperire la possibilità diesprimere anche con essi le inesauribili ric-chezze del mistero riproposto nella liturgia efavorire così la partecipazione attiva dei fede-li alle celebrazioni”.Altro punto su cui Papa Wojtyla insiste nel suodocumento è l’invito a rinnovare la tradizionedelle Scholae cantorum, perché l’aspetto musi-cale delle celebrazioni “non può essere lascia-to né all’improvvisazione nè all’arbitrio dei

    singoli, ma affidato a una bene concertatadirezione nel rispetto delle norme e delle com-petenze, quale significativo frutto di una ade-guata formazione liturgica”, da curare anchenei seminari. Una parola, infine, il Papa ladedica anche agli strumenti d’esecuzione; inproposito, ribadendo la preferenza della Chiesaper l’organo a canne, osserva che questo non siadatta a tutti i moduli musicali diversificati,che possono essere un “arricchimento prezio-so”, sempre tuttavia vigilando “perché glistrumenti siano adatti all’uso sacro”.

    RICH IESTA DI BENEDIZIONEE G RAZIE

    RICHIESTA DI BENEDIZIONE GRAZIE

    La famiglia Gazzola Luigi e Bruna di

    Altivole, da tanti anni devoti di San

    Pio X, desiderano mettere sotto la sua

    protezione la loro famiglia, in partico-

    lare i loro due cari nipotini Camilla e

    Leonardo.

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    “Le bestie creature di Dio, hanno un posto consi-derevole nella vita dei Santi, si direbbe anzi chei taumaturghi più popolari e simpatici abbianotutti o quasi, al loro seguito un qualche animale oanimaletto, che occupa un ruolo non sempre solosimbolico, quale ad esempio l’aquila di SanGiovanni Evangelista o il bue per S. Luca.San Francesco detiene certo un primo posto tragli amici delle bestie; conversava con uccelli epesci, seppe convincere alla mansuetudine il ter-ribile lupo di Gubbio. Vien subito dopo quelSant’Antonio Abate che, protettore di tutti glianimali in genere, ed in particolare di quellidomestici, viene abitudinalmente scortato da unroseo porcellino. Per salire a tempi più moderni,è noto il misterioso cane grigio di San GiovanniBosco. Di San Pio X, si sapeva che nell’istantestesso della Sua Elezione, (sopra ad un collegioretto dalle Rev.de Suore che seguivano con par-ticolare ansia il destino del loro Grande Amico)uno stormo di rondini sembrò impazzire di gioianel cielo limpidissimo tra la pianura ed il Grappa.Una delle fotografie più note del Cardinale Sartoè senz’altro quella in cui Egli appare in groppa aduna mula bianca. Il Santo vi appare ilare in volto,e con un fazzoletto annodato intorno al collo. In occasione del memorabile ritorno delle SueVenerate Spoglie tra i Veneti, appunto questamula bianca è rientrata un poco nell’alone dellagloria del suo cavalcatore. E in fondo lo merita-va, perché questa bestia ha una sua storia che valproprio la pena che io vi racconti.Nel 1901 il Cardinale Sarto fu invitato sulla cimadel Monte Grappa a benedire un simulacro dellaMadonna, espressione della grande devozione edell’amore della gente veneta per la Santa Madredi Dio. Quel simulacro, nell’ultima fase dellagrande guerra, gravemente ferito, divenne poi il

    simbolo stesso del dolore e della speranza dellapatria tutta, e ricevette quell’appellativo di“Madonnina blù”, che grazie a una delicata poe-sia di Renato Simoni, accoppiò pateticamente ladevozione alla Vergine e la venerazione per ilPapa che il popolo aveva già decretato “Santo”al patriottismo più acceso.Dunque il 3 di agosto 1901, di buon mattino, ilCardinale Patriarca di Venezia, da Borso, caval-cando sulla mula bianca, aveva iniziato l’asce-sca al monte. La mula, che s’era comportatabenissimo, era proprietà della famigliaGiacomelli, ed aveva già una sua notorietà nellazona essendo specializzata in faticose ed arditeascensioni. Va anzi detto che questa mula, in queldi Borso all’inizio del secolo, era consideratacome unica “vettura di lusso” adatta al trasportodi persone di rango, che poteva reggere in grop-pa o trainare in una decorosa “timonella”, uncarrozzino a due ruote. Di temperamento erapiuttosto buona, ma testarda quel tanto cherichiedeva la circostanza d’essere appunto unamula, ma una volta che le si era allacciato il basto

    LO SCRITTORE GIUSEPPE MAFFIOLI DI TREVISO PARLADEL CARD. GIUSEPPE SARTO E DELLA MULA BIANCA

    A cura del Prof. Narciso Masaro

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    ed aveva ricevuto il carico diventava buonissima,acquistava quasi un senso di responsabilità. Il Parroco di Borso come aveva saputo che ilPatriarca necessitava di un mezzo di trasportoper salire sul Grappa non aveva avuto un attimodi esitazione, e si era rivolto ai Giacomelli.Questi commossi e fieri per la proposta, l’aveva-no giudicata un atto di stima, un onore.La mula fece un servizio stupendo, sia all’andatache al ritorno. Il cardinale le rivolgeva molto cor-dialmente la parola, ed essa obbediva, intenden-do sin le sfumature di ogni esortazione.Testimoni oculari asserivano come l’umile bestiatrovasse in quel suo viaggio una grande dignitàda destriero di purissimo sangue, che unita aduna paziente saggezza, non si adombrava pernulla alle manifestazioni di affetto, spesso ancherumorose ed irruenti, dei moltissimi valligianisaliti sin lassù ad onorare il loro veneratissimoPatriarca.I Giacomelli si ebbero i ringraziamenti delCardinale, e la mula un pubblico elogio che neaccrebbe la considerazione in tutto il circondario.Si guadagnò anzi a voce di popolo, un titolo alta-mente onorifico: “Mula del Cardinale”. Ma nonbasta. Trascorsero meno tre anni e salì al rango di“mula del Papa”...Borso era orgoglioso di ospitare un animale cosìinsigne, ma purtroppo, per questioni di eredità, iGiacomelli dovettero dividere la loro sostanza, eper non far torto a nessuno la mula fu venduta adun membro della famiglia Fontana, di Cassanegodi Borso. E in casa Fontana la mula invecchiò,sempre impegnata in duro lavoro, raggiungendola rispettabilissima età di trentacinque anni.Chi ci ha raccontato questa storia aveva noveanni quando il Patriarca Sarto salì sul Grappa eventidue quando il Pontefice lasciò questomondo. E questo “testimone” ci assicura che lamula visse sin dopo la grande guerra.Certo anche la mula bianca dovette morire, tutta-via la sua morte avvenne in circostanze eccezio-nali, che sconfinano in un poetico clima di leg-genda.

    Aveva perduto i denti, era dimagrita, aveva ora-mai raggiunto quello stato di pietosa debolezzache prelude la fine. Si sa qual’è la sorte dei vec-chi muli. Nel Veneto “proverbialmente” si diceche fanno viaggio verso Cencenighe, località,dove in altri tempi, pare esistesse una fabbrica disalumi che ovviamente non erano di “purosuino”.Ma nessuno dei Fontana aveva cuore di uccider-la, o di affidarla a qualche sicario. Uno di essi,forse il più anziano, un bel mattino di primavera,vedendo la mula un po’ più avvilita del solito, estimolandola forse prossima alla fine, aprì laporta della stalla e la lasciò libera, che uscisse nel“brolo”, che andasse a brucare l’erba novella neipascoli, e che, se dovesse proprio esalare l’ulti-mo respiro, ciò avvenisse sotto il cielo azzurro.La mula uscì dalla stalla, raccolse tutte le sueultime forze e salì nel pascolo più vicino, di là inquello più in alto, sino ad incontrare una stradic-ciola...Quella che nel 1901 aveva percorso reggendo ilSanto Figlio di Riese... portava verso la cima delGrappa, ancora sconvolta dalla recentissimaguerra. Qualcuno vide la mula bianca e credettedi capire. Nessuno pensò di fermarla. Non tornòpiù. Nè si seppe dove fosse andata a finire.Un giorno un valligiano salì verso i pascoli altiper la fienagione, accompagnato da un suofiglioletto. Mentre il babbo falciava il bimboscese in un valloncello.Temendo che si avvicinasse ad un precipizio cheera nei paraggi il padre raggiunse la sua creaturaper riportarla in luogo più sicuro. Era fermadinanzi ad una macchia di rododendri, più belli,più rossi e più dorati di tutti gli altri intorno. Ilbimbo si volse verso il babbo, allungò la manoverso i rododendri, poi con un tono di grandesicurezza, disse: “Qui c’è la mula del Papa!”: ivalligiani hanno creduto alle parole di quelbimbo di tre anni, e quando passano da quelleparti buttano sempre un’occhiata al valloncello,dove, ad ogni primavera, i rododendri continua-no a sbocciare, bellissimi”.

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    IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 50°IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 50°

    Il 20 novembre 1887, SantaTeresa del Bambin Gesù incon-trò, a 15 anni, papa Leone XIII(1878-1903) nel corso di un pel-legrinaggio organizzato dalladiocesi di Lisieux, chiedendoglicon ingenua audacia il permessodi entrare nel Carmelo in antici-po sull’età prescritta. Il Papa leripose in modo lapidario: «Bene.Entrerete se Dio lo vorrà». Ilvecchio Pontefice non potevaimmaginare che la vicenda diquesta fanciulla avrebbe tantosegnato i pontificati dei suoi suc-cessori. Tutti i papi delNovecento sono infatti toccati,in un modo o in un altro, dal“passaggio” di Teresa. Primofra tutti, Pio XI, che la beatificònel 1923 e la canonizzò due annidopo, nominandola poi, nel1927, patrona delle missioni.La storia di Teresa s’intrecciaparticolarmente con quella dipapa Montini, che fu battezzatoil giorno stesso della morte dellapiccola suora di Lisieux. Ma laprima intuizione della straordinarietà diTeresa si deve senz’altro a Pio X (1903-1914).

    PIO X: «LAPIO X: «LA PIÙ GRANDEPIÙ GRANDESANTSANTAA DEI DEI TEMPI MODERNI»TEMPI MODERNI»

    Erano passati solo dieci anni dalla morte diTeresa che Pio X ricevette in dono l’edizionefrancese dell’Histoire d’une âme e, tre annipiù tardi, nel 1910, la traduzione italiana del-

    l’autobiografia della santa. Traduzione cheallora era già alla sua seconda edizione. PioX non ebbe esitazioni riguardo a Teresa eaccelerò per questo l’introduzione dellacausa di beatificazione, che si data al 1914 eche fu uno degli ultimi atti del suo pontifica-to. Ma, già qualche anno prima, incontrandoun vescovo missionario che gli aveva donatoun ritratto di Teresa, il Papa aveva osservato:«Ecco la più grande santa dei tempi moder-ni». Un giudizio che poteva apparire temera-rio, anche perchè Teresa non aveva allora e

    PAPA PIO X E S. TERESA DI GESÙ BAMBINOUN SANTO CHE PROFETIZZÒ LA GRANDE SANTITÀ DELLA PICCOLA TERESA DI LISIEUX

    Un’immagine di santa Teresa di Lisieux;sotto, una sua frase tratta da Histoire d’une âme:

    «Quando sono caritatevole, è solo Gesù che agisce in me,più sono unita a Lui più amo tutte le mie sorelle»..

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    50°

    non ha a tutt’oggi soltanto estimatori.La semplicità della sua dottrina spirituale,semplicemente imperniata sull’assolutanecessità della grazia, faceva storcere il nasoa non pochi ecclesiastici. Nella temperie diun cattolicesimo intriso di giansenismo, unaspiritualità tutta imperniata sulla fiducia esull’abbandono docile alla misericordia diDio appariva in contrasto con il rigore diun’ascesi centrata sulla rinuncia e sul sacrifi-cio di sé. L’eco di questo «sospetto» verso ladottrina di Teresa giunse così fino alle orec-chie del Papa. Il quale, una volta, replicò condecisione ad uno di questi detrattori: «La suaestrema semplicità è la cosa più straordina-ria e degna d’attenzione in quest’anima.Ristudiate la vostra teologia».Tra le altre cose, Pio X era rimasto grande-

    ... Trema la terra nel silenzio

    la Vergine Maria

    ai piedi di Gesù in Croce

    piange e prega;

    Padre, che stai nei cieli

    perdona loro, sia fatta

    la tua volontà

    ogni sua lacrima è versata

    dal profondo del suo cuore

    per suo figlio amato

    che sanguina inchiodato;

    Ogni essere vivente è immobile

    ogni fiore si chiude al sole oscurato

    ogni nuvola impaurita piange;

    Gesù grida nella sua agonia

    Padre mio! Padre mio!

    spirando con gli occhi alzati;

    Suona le tre pomeridiane

    ogni uomo con le pupille bagnate

    s’inginocchia alla Croce

    che suscita passione, morte

    e risurrezione di Gesù Cristo.

    I.P.

    mente impressionato da una lettera cheTeresa aveva scritto il 30 maggio del 1889alla cugina Maria Guérin, la quale, per moti-vi di scrupolo, si asteneva dalla comunione:«Gesù è là nel tabernacolo apposta per te,per te sola, e arde dal desiderio di entrar neltuo cuore {...}. Comùnicati spesso, moltospesso. Ecco il solo rimedio se vuoi guari-re». Era allora un atteggiamento diffuso loscrupolo eccessivo nell’accostarsi all’Eu-caristia, e la risposta di Teresa apparve alPapa un incoraggiamento a combattere que-sto atteggiamento. Ed è possibile che i duedecreti di Pio X, Sacra Tridentina Synodus,sulla comunione frequente, e Quam singula-ri, sulla comunione ai bambini, siano statiinfluenzati della lettura degli scritti teresiani.

    GESÙ GRIDAGESÙ GRIDA NELLANELLA SUASUA AGONIAAGONIA

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    IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 50°

    Giuseppe Sarto salì al soglio pontificio col nome di PioX il 4 agosto 1903, al termine di un conclave di 5 gior-ni. Più giovane di 25 anni di Leone XIII, non avevanostalgie del potere temporale, tanto che le proteste almomento dell’elezione o il suo restare rinchiuso inVaticano apparvero del tutto rituali. Vescovo diMantova prima e patriarca di Venezia a cavallo dei duesecoli, era dunque stato presule nelle regioni d’Italiadove l’organizzazione cattolica era più forte. Era perciònaturale, come ha osservato Arturo Carlo Jemolo, cheil nuovo pontefice avvertisse il rammarico e quasil’impazienza di «tante milizie tenute lontane dalla vitapolitica, non impiegate ad assicurare alla Chiesa ilpeso nella vita italiana, che essa aveva la forza di otte-nere».

    Si sa poi che un Papa non annulla mai bruscamente ledisposizioni del suo predecessore e formalmente il nonexpedit, il divieto per i cattolici di partecipare alle ele-zioni politiche, continuò per tutto il pontificato di PioX, ma egli aveva fatto un’esperienza importante dapatriarca di Venezia, conseguendo una solida alleanzaamministrativa con i moderati capeggiati da FilippoGrimani, il sindaco d’oro.Ebbene, lo stesso orientamento Pio X seguì sul terrenopolitico nazionale dove si andava affermando GiovanniGiolitti. Fu così che nelle tre elezioni del 1904, del1909 e del 1913, il non expedit subì deroghe semprepiù larghe e la sua inosservanza maggiore indulgenza.

    Ci si potrebbe chiedere come mai, indipendentementedalle posizioni sulla questione romana, Pio X non siaandato oltre la “sterilizzazione” del non expedit. Ilfatto è che il rapporto con lo Stato fu turbato dalla que-stione dell’Opera dei Congressi, poi confluita nellavicenda del sacerdote Romolo Murri e del suo movi-mento della democrazia cristiana. I contrasti tra intran-sigenti e innovatori degli anni appena precedenti l’a-scesa di Sarto al soglio lo portarono addirittura a scio-gliere, giusto 30 anni dopo, l’Opera del venezianoGiambattista Paganuzzi.L’insieme delle organizzazioni regionali, diocesane elocali vennero, di conseguenza, poste alle direttedipendenze dei vescovi. E così questi ultimi si trovaro-

    no a dover gestire un numero altissimo di associazioniassai diverse: società devozionali e di apostolato, con-fraternite, società di cultura e per la diffusione della“buona stampa”, unioni per le elezioni amministrati-ve, opere di beneficenza, società di mutuo soccorso,banche popolari, unioni professionali. Un mondo tantovasto e ramificato avrebbe giustificato certamente laformazione di un partito. Il risultato fu invece, in quelfrangente, l’accettazione dell’ordine garantito daGiolitti, dai moderati, con un Vaticano, oltretutto, indifficoltà con la politica anticlericale prevalente inFrancia e tentazione costante anche in Italia.

    La riorganizzazione e l’azione dei cattolici furonoregolate con l’enciclica “Il fermo proprosito” (giugno1905) sulla base di un nuovo istituto, le Unioni (eletto-rale, economico-sociale, etc.). Il movimento democra-tico cristiano si dissolse. A ciò contribuì anche l’estre-ma intransigenza con la quale la Chiesa colpì tutti i fer-menti innovatori esistenti nell’ambito del cattolicesi-mo. È il caso del modernismo, movimento di riformadiffusosi a partire da fine ‘800 con lo scopo di conci-liare il cristianesimo col pensiero moderno, basandosisull’analisi critico-filologica della Bibbia e lo studiodella teologia ispirato allo studio della filosofia moder-na. Pio X condannò il modernismo con l’enciclica“Pascendi dominici gregis” del 1907, e gli esponentidi queste correnti di pensiero vennero combattuti dal-l’integrismo che montò allora nel mondo cattolico.

    E tuttavia, se volessimo tentare un bilancio dell’operad’un uomo che nel 1954 sarebbe stato elevato aglionori degli altari, non potremmo non manifestareammirazione per il grande afflato pastorale di Pio X, eper le azioni conseguenti: dalla comunione frequente eprecoce ai fanciulli, all’istruzione religiosa col nuovocatechismo, dalla predicazione chiara ed essenziale alcanto sacro. E per altri versi, all’attività missionaria, eall’impulso dato al Codex Juris canonici, che sarebbestato promulgato da Benedetto XV.

    Papa parroco, come si dice oleograficamente. Veroesecutore dello spirito del Concilio Vaticano I, come daaltri si ripete. La verità è che una grande figura non èfacilmente riducibile ad una fisionomia semplice.

    Pio X si interessò della pace tra S. Sede e Italiani

    I CATTOLICI SI RIAFFACCIARONO ALLA POLITICA,MA SENZA UN LORO PARTITO

    di Giannantonio Paladini

  • Il giorno dell’Epifania del Signore, alle ore 15.30, nella Chiesa Parrocchiale di Riese, ilGruppo Canto Giovanile, il Coro Voci Bianche e la locale Schola Cantorum, riunitiinsieme, hanno tenuto un concerto che ha soddisfatto il numeroso pubblico.All’organo c’era il maestro Daniele Carretta che ha eseguito da solo musiche diFrescobaldi, di F. F. Froeberger e di C. M. Widor.Ha inoltre accompagnato con l’organo il Gruppo Canto Giovanile nell’esecuzione di“Vieni, nasci ancora”, “Ecco quel che abbiamo” e “Ora è tempo di gioia”; il Coro VociBianche nei canti “Annunciazione”, “Presepe”, “Nasce Gesù”, “Notte di Natale”,“Nenia Pastorale” e “Canto di Gloria”; infine la Schola Cantorum che ha dimostratola sua eccelsa preparazione esibendo i canti “Noèl francese”, “S’accese un astro incielo” e “Gloria”.Il pubblico ha applaudito lungamente sia l’organista che i cantori tutti ed è stato gene-roso con le offerte che sono state devolute all’Opera della Santa Infanzia.

    CONCERTO DI EPIFANIA

    Domenica 25 gennaio u.s., alleore 11,45 a Cendrole i Riesiniche portano questi nomi, unitia uno che si chiama Decimo,hanno ricordato e festeggiato illoro grande concittadino epatrono San Pio X - GiuseppeSarto, intendento celebrare ilcentenario della sua elezione aPapa del Card. Giuseppe Sartoe il 50° della Sua Canoniz-zazione. Si sono dati convegnonel Santuario delle Cendroleper partecipare alla SantaMessa concelebrata da altridue Giuseppe: Mons. Giu-seppe Liessi e Don Giuseppe

    FESTA DEI GIUSEPPE, DELLE GIUSEPPINEDEI PII E DELLE PIE

    Foto del trio dei Pii, Pie, Giuseppe e Giuseppine.

    IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS50° CRONACA PARROCCH IALECRONA CA PARROCCHIALE

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  • L’11 febbraio u.s. la Chiesa ha celebrato la dodicesima giornata del malato. Il Papa, ricor-dando il 150° anniversario del dogma dell’Immacolata Concezione ha voluto legare talegiornata al Santuario di Lourdes. Lì molti malati si recano per ottenere dalla Vergine Santala guarigione, se ciò è conforme al volere di Dio, oppure la forza per accettare con serenitàle immancabili sofferenze che ogni male fisico comporta.I Riesini, per celebrare degnamente questa significativa giornata, si sono recati al Santuariodelle Cendrole, dove, alle 9, è stata celebrata la Santa Messa. All’Omelia il Celebrante hainvitato i presenti a riflettere sul tema della solidarietà invitando i sani a farsi carico deiproblemi che riguardano l’assistenza e la cura dei malati e quest’ultimi a imparare ad accet-tare e a sopportare la sofferenza offrendola al Signore per le mani della Madonna.Su tutti poi ha invocato la materna protezione di Maria che, come ha detto il Papa nel suomessaggio, è «la Madre premurosa che viene sempre incontro alle attese dei suoi figli».Alla sera, verso le 19.30, nonostante il freddo abbastanza pungente, parecchie persone sisono riunite presso la grotta di Lourdes di via De Gasperi dove è stato recitato il Rosarioper tutti gli ammalati della Parrocchia.Al termine della preghiera è stato offerto ai convenuti un bicchiere di vin brulè, che è ser-vito non solo a vincere il freddo, ma anche a creare un clima di festosa fraternità.

    GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

    IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 50°

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    Ganassin.All’Omelia Mons. Liessi ha ricordato ai presenti che sono uniti a San Pio X mediante ilBattesimo e li ha esortati non solo a gloriarsi di portarne il nome, ma soprattutto a sforzarsidi imitarne le virtù. Le sue parole chiare, belle, suasive sono state ascoltate con interesse eviva commozione da parte di tutti.All’offertorio sono stati portati all’altare il pane e il vino, ceri, la Sacra Bibbia e fiori bianchie gialli posti dentro uno scarpone di cuoio. Questi fiori sono stati offerti dalla signora PiaNardi che, con tale dono, ha voluto ricordare un simile gesto compiuto nel 1996 in Canadadalle mogli degli emigrati italiani, le quali, durante una festa, hanno addobbato la chiesa contanti fiori messi dentro gli scarponi, opportunamente dipinti, dei loro mariti lavoratori.È continuato poi il Santo Sacrificio della Messa brillantemente animato dal coro di Poggianae partecipato da tutti nel devoto raccoglimento e nella preghiera.È seguito poi un pranzo comunitario presso il ristorante Martini di San Zenone degli Ezzelini.In precedenza la sala del banchetto era stata opportunamente addobbata con fiori bianchi erossi e rami di verde: i colori della bandiera italiana.Prima del commiato sono stati ricordati tutti i Giuseppe, i Pii e i Decimi sparsi per il mondoai quali i due Sacerdoti che portano il loro nome uniti al Parroco, Mons. Bordin, hanno rivol-to il loro saluto augurale.

  • IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS

    1818

    50°

    Cari lettori, vi è stato dato nei numeri già pubblica-ti ed in maniera molto esauriente il resoconto dellabella festa liturgica fatta in onore di San Pio X inquest’anno centenario della sua incoronazione.Addirittura sono stati riportati, per il nostro ricor-do e per la meditazione, le omelie che sono statepronunciate in quell’occasione dagli Ecc.mivescovi di Treviso mons. Mistrorigo e mons.Magnani e dai due principi della Chiesa, gliEminentissimi cardinali Re e Poletto.Sono state bellissime le sante Messe solenni,devotissima ed affollatissima la processione allasera del 21 agosto u.s.Per conto mio, però, il momento più bello, diintensa preghiera è stato quello della Santa Messacelebrata alle 7,30 del mattino in collegamentocon Radio Maria.Dirò che sono quasi perennemente collegata conquesta emittente e seguo con particolare attenzio-ne le trasmissioni di preghiera del mattino (7,30) edella sera (16,45); lo faccio per vari motivi.Anzitutto perchè lo speaker, appena si è collegatocon l’emittente principale che ha sede ad Erba, inprovincia di Como, illustra brevemente il luogo, ilsantuario o la chiesa da cui trasmette, le varieopere d’arte che vi si trovano custodite, le vite deisanti che vi si onorano. Così si possono conoscereposti in cui non ci si sarebbe mai sognati di anda-re e biografie di santi che non avremmo mai letto.Queste trasmissioni di preghiera sono molto cura-te e seguite da milioni di ascoltatori: seguendole,un mattino ti trovi a pregare in una piccola parroc-chia del Friuli o del Piemonte ed il giorno dopo,magari, in un monastero vicino a Palermo.Altro vantaggio è che si prega insieme a moltissi-me persone, devotamente e ben guidate.A proposito di “guide” (chiamiamole così) ce nesono parecchie a disposizione in ogni regioned’Italia, saranno un centinaio o forse più: è già (amio modesto avviso) un miracolo della Madonna.C’era già a Radio Maria una certa disposizione aparlare di San Pio X, i dirigenti se erano occupati

    PER DIRE GRAZIE... AD UN ANNO DI DISTANZAdal 2000, in poi, varie volte.La sera del 20 agosto 2003, presi i necessari accor-di con il parroco, si sono collegati con Riese dadove Monsignore ha parlato del nostro santo con-cittadino e soprattutto del Conclave del 1903 delquale inspiegabilmente ed imprevedibilmente, èuscito successore di San Pietro e Pastore dellaChiesa Universale.Prima di Monsignor Bordin avevano parlato SuaEcc.za il vescovo di Treviso mons. Paolo Magnanied in seguito mons. Giuseppe Vardanega succes-sore a Salzano del parroco don Giuseppe Sarto.Quella fu una serata interessante come del restosono belle ed utili tutte le serate sacerdotali delgiovedì.Il giorno dopo a Riese era festa grande ed alle 7 inpunto la chiesa era già piena di gente: vicino all’al-tare erano sistemati gli operatori di Radio Mariacon le cuffie e i loro apparecchi di trasmissione.Una di loro, una signora di Mestre, ha presentatobrevemente il paese e la sua situazione geografica,economica e spirituale, poi ha tratteggiato la figu-ra del santo di cui siamo gioiosamente concittadi-ni.Infine ai microfoni si sono alternate varie voci dilettori e di operatori pastorali per guidare la recitadel santo rosario, cui è seguita la celebrazionedella santa Messa partecipata con molta devozionedai fedeli presenti.Un vivo ringraziamento lo dobbiamo anche allaSchola Cantorum che ha eseguito con passione ecompetenza molti canti, le parti principali delSacrificio eucaristico ed alla fine l’ancor pococonosciuto e cantato inno a San Pio X. Quella mat-tina, i devoti ed i pellegrini che non erano venutiin chiesa, hanno potuto seguire tranquillamente edevotamente la funzione, da casa propria, cosìcome faccio io quasi ogni mattina ed ogni sera.Personalemente non finirò mai di dire grazie aRadio Maria, che riempie le mie lunghe ore disolitudine guidandomi nella preghiera ed allaconoscenza della Parola di Dio.

    Giustina Bottio

  • 1919

    IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 50°

    La mattina di domenica 29 febbraio u.s. si presentava piuttosto brutta: cielo nuvoloso, qualcheraffica di vento freddo e una leggera spruzzatina di neve.Nonostante ciò i parrocchiani di Riese Pio X erano in festa: aspettavano il nuovo Vescovo diTreviso, Mons. Andrea Bruno Mazzocato che veniva a dar loro il primo saluto concelebrandola Santa Messa delle ore 9,00.In verità l’illustre Presule è noto ai Riesini, specialmente ai più anziani, i quali ricordano lagrande festa che si fece qui, in parrocchia, il 3 settembre 1972 quando, anche con l’intenzionedi onorare San Pio X, vennero consacrati quattro nuovi sacerdoti e precisamente: Lui, Mons.Mazzocato, ora Vescovo di Treviso; Mons. Arduino Beltrame, parroco a Tombolo; DonDionisio Salvadori, parroco a Godego; Don Ruggero Gallo, parroco a Zianigo di Mirano.Questo particolare è stato ricordato anche da Mons. Vescovo nell’Omelia che ha pronunciatodopo la lettura del Vangelo, nella Santa Messa.Il Santo Sacrificio, animato magistralmente dalla locale Schola Cantorum, si è concluso con lasolenne benedizione che il nuovo Pastore della nostra Diocesi ha impartito su tutti i parroc-chiani, anche su quelli che, per qualche motivo particolare, non hanno potuto partecipare a que-sto primo importante incontro con Lui e a tutti i riesini emigranti nel mondo.

    PRIMA VISITA A RIESE DEL NUOVO VESCOVODI TREVISO MONS. ANDREA BRUNO MAZZOCATO

    Adelaide - Australia

    Reverendissimo Monsignore, Parroco di Riese.

    Spero questa mia la trovi in buona salute.Innanzitutto spero che si ricordi di me quandoè venuto in Australia nel 2001 con il gruppo deiRiesini.Io sono la Segretaria dell’Associazione RiesePio X nel mondo, di Adelaide.Assieme a questa lettera le invio pure una fotoricordo fatta assieme. Spero la ricordi.

    Tanti saluti Maria Crespan.

    CORRISPONDENZA DALL’ASSOCIAZIONE RIESE PIO XG. B.

  • IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS

    2020

    50°

    Sabato 24 gennaio 2004 Benny Monico,Presidente del Comitato San Pio X e SindacoOnorario del Comune di Riese, ha consegnato unatarga con inciso l’emblema del Comune di RiesePio X al nuovo sindaco eletto di Guelph, KateQuarrie. La dedica dice: «Al Sindaco KateQuarrie - Congratulazioni! Siamo lieti del suotrionfo. Firmato: Il sindaco Luca Baggio, RiesePio X, Italy».Benny Monico ha espresso la sua gratitudineanche a nome degli intervenuti, per aver concessoal Comitato di presentare questo riconoscimento,che ha richiesto l’apertura della Residenza in ungiorno normalmente chiuso. Un grazie particolareè stato rivolto all’assistente personale del SindacoQuarrie, Kim McCanaugh.La temperatura polare esterna era in netto contra-sto con il calore, fascino e ospitalità del nuovoSindaco, che con i consiglieri Furfano, Moziar eBirtwistle hanno dato il benvenuto nella Cameradel Consiglio, ai membri del Comitato e alle loroconsorti.Una lettera di congratulazioni da parte delSindaco Luca Baggio, complimentandosi sulla

    recente vittoria ha espresso chiaramente la suavolontà di collaborare con il Neo Sindaco in tuttii settori, incoraggiando una relazione positiva cheinfluisca su futuri eventi sociali e culturali antici-pati ed apprezzati dai cittadini italiani di Guelph.Il Neo Sindaco ha manifestato il suo calore e lareciproca amicizia che nutre con la comunità italocanadese di Guelph. Ricordava che essendo cre-sciuta nella “Ward” e pertanto vicina di casa dimolti Italiani, è abituata alle tradizioni e alla cul-tura Italiana.Ha incoraggiato tutti a continuare a promuoverele loro tradizioni e di donare il loro tempo ed ener-gie per una continua crescita di uno spirito comu-nitario...Tutti i convenuti hanno avuto l’opportunità diesprimere una loro riflessione. Rick Gazzola,Presidente dell’Associazione Trevisani nelMondo di Guelph, Paola Monico, consigliere,Joe’ Ballestrin, Primo Vice Presidente, hannoespresso il loro compiacimento su come sono statiaccolti e quanto si sentano privilegiati per poteresprimersi nella loro lingua e cultura nella città diGuelph. Hanno inoltre ringraziato il Neo Sindaco

    NOTIZIE DA GUELPHCOMITATO SAN PIO X DI GUELPH NEL 31° ANNIVERSARIO DI PROGRESSO ED UNITÀ

    RIESE HA INVASO LA RESIDENZA DEL SINDACO DI GUELPH

    Benny sindaco onorario di Riesee il nuovo sindaco di Guelph

    Benny Monico

    Visita al Comune di Guelph

  • Sindaco e i consiglieri, quando si incontrano congruppi come questo e incoraggiano a manifestarei nostri interessi e ad invitare ospiti di altri paesi avisitare Guelph.Ha inoltre espresso la sua grande passione per lacucina italiana, specialmente per la pasta e congioia ci ha raggiunti all’Italian Canadian Club peril pranzo.Tutti, senza dubbio si sono arrichiti di questoscambio di idee e dall’interessamento manifestatoda parte del Neo Sindaco a questo laboriosoComitato nella nostra Città.

    per essere così aperta nell’assisterci. I tre consi-glieri presenti, hanno inoltre confermato le lorointenzioni di appoggiare i nostri ideali futuri.Maria Finoro ha concluso dicendo che “Rimanealle nuove generazioni il compito di continuare apreservare i valori culturali promossi dalComitato San Pio X e dalla Città”.È evidente la gioia che prova il Neo Sindaco e iconsiglieri, quando si incontrano con gruppi comequesto e incoraggiano a manifestare i nostri inte-ressi e ad invitare ospiti di altri paesi a visitareGuelph.Ha inoltre espresso la gioia che prova il Neo

    ALTRE NOTIZIE DA GUELPH

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    IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 50°

    genitori italiani emigrati in Canada e provenientida Vallà e Castelfranco. Fiero di essere italiano.Due foto ci ricordano l’impegno del Comitato SanPio X e dell’Associazione Trevisani nel Mondonel promuovere la Scuola Italiana: la foto ripro-duce i rappresentanti della Scuola italiana nel1983.L’altra foto presenta la famiglia Benny Monicodove ha fatto studiare i suoi figli - dove sono evi-denti dai quadri riprodotti gli insegnamenti di ita-lianità impartiti.

    • Il 25 gennaio u.s. è stato eletto il nuovoComitato San Pio X di Guelph. Da più di trent’an-ni opera nel nome di San Pio X per la sua cono-scenza e devozione.Benny Monico che ne da notizia scrive:“Colgo l’occasione per ringraziare quelli chehanno generosamente acconsentito di far partedel Comitato per i prossimi due anni. Un grazieparticolare a quelli la cui carica è terminata, peril loro contributo e dedizione al Comitato per cosìtanti anni”.

    • Recentemente è tornato in Italia ed è passato perRiese il prof. Giovanni Candiotto con la Signora.È preside di una grande scuola a Guelph. Figlio di

    Benny Monico con la sua famiglia qualche anno fa.

    I rappresentanti della Scuola Italiana nel 1983.Il Comitato S. Pio X e l’Associazione Trevisani nel

    Mondo l’anno promossa con tanto impegno e passione.Presente nel gruppo anche il prof. Giovanni Candiotto.

  • IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS

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    50° IN RICORDO DI...IN RICORDO DI.

    GIUSEPPINA SARTO VED. SBRISSA di anni 86Cresciuta in una famiglia veramente cristiana ed educata fin da giovanenelle file dell’Azione Cattolica, portò nella casa che l’accolse comesposa un corredo di virtù domestiche che più tardi tramise ai figli e ainipoti.Devotissima di San Pio X, del quale era parente e ne portava con giustoorgoglio il nome e il cognome, a Lui si rivolse sempre fiduciosa in tuttii momenti della sua vita.Morte improvvisa la colse, ma non la trovò impreparata, perchè la suagiornata terrena è stata sempre intessuta di preghiera.A tutti i suoi cari che piangono la sua dipartita la comunità parrocchialeporge le più vive condoglianze.

    CATERINO LAZZARI di anni 83Il giorno 2 febbraio u.s., festa della Presentazione di Gesù al Tempio, haraggiunto la Dimora Celeste. Uomo dalla fede semplice, profonda, dacarattere un po’ schivo, Caterino serbava però un sorriso cordiale e unaparola per tutti.Per 22 anni, con la moglie Anna, aveva adempiuto al prezioso compito diCustode della Casetta e del Museo di San Pio X con amore, dedizione edisponibilità verso coloro che pellegrini, ivi si recavano per una visita. Unpaio di anni fa, a malincuore, aveva dovuto lasciare tale servizio per lasalute malferma e raggiunti limiti di età.Soffrì molto, ma la devozione e la fiducia riposta da sempre in San Pio X,l’aiutarono ad accettare ogni avversità con vero spirito di fede e lo prepa-

    rarono all’incontro con il Padre Celeste.Da poco più di un anno assieme ad Anna era ospite della Casa di Riposo di Castelfranco Veneto.La Comunità Parrocchiale di Riese lo ricorda con sincero affetto e riconoscenza, porgendo alla mogliee alla figlia le più sincere condoglianze.

    TESSARI NARDI MARIA di anni 77Alla nostra mamma

    Maria era il tuo nome:segno di un grande candore che aveva il tuo cuore.Sognavi di vivere con le stelle.Dio te ne ha dato la gioia,perchè tu hai vissuto per le tue tre stelle, frutto del tuo Amore,con il tuo dolce e tenero marito, che prima di te è volato in cielo,dove Dio già da sempre vi aspettava.Voi siete come un Grande Albero, il cui frutto ora in Dio potete godere.

    I tuoi figli Luigino, Ida e Claudio

  • IGNIS ARDENSIGNIS ARDENS 50°VITA PARROCCH IALEVITA PARROCCHIALE

    RIGENERARIGENERATI TI ALLAALLA VITVITAA

    GAZZOLA ILENIA di Michele e Piotto Katia; nata il 29 ottobre 2003, battezzata il 25 gennaio2004.

    UNITI IN MAUNITI IN MATRIMONIOTRIMONIO

    PIERBON DENIS con GAETAN DEBORA, coniugati il 14 febbraio 2004.

    ALLALL’OMBRA’OMBRA DELLADELLA CROCECROCE

    BERTOLO GIACOMO - coniugato con Luise Elide; deceduto l’8 gennaio 2004, di anni 75.

    SARTO GIUSEPPINA - vedova Sbrissa Luigi; deceduta il 13 gennaio 2004,di anni 86

    MARCHESAN LUIGINA - vedova di Pastro Narciso; deceduta il 27 gennaio 2004, di anni 80.

    LAZZARI CATERINO - coniugato con Facchin Anna; deceduto il 2 febbraio 2004, di anni 83.

    SCAPINELLO PRIMO - celibe; deceduto il 18 febbraio 2004, di anni 81.

    BERNARDI ALESSANDRO - vedovo di Simioni Angela; deceduto il 22 febbraio 2004, di anni 89.

    TESSARI MARIA - vedova di Nardi Guido, deceduta il 23 febbraio 2004, di anni 77.