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1 UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013 IGIENE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE: INTERVENTI DI DIFESA DAI RODITORI Tra le misure che l’Operatore Alimentare deve programmare e porre in atto per garantire il più elevato livello possibile di sicurezza alimentare sono comprese quelle relative al contrasto degli animali infestati. Tale aspetto viene disciplinato da tempo a livello nazionale e dal 2004 a livello comunitario dai regolamenti del “Pacchetto Igiene” che hanno inserito all’interno degli obblighi del produttore primario e degli operatori secondari, la lotta agli animali infestanti, nella consapevolezza che alcuni operatori alimentari sottovalutano gli effetti negativi della loro presenza sulle produzioni e sulla salute pubblica. Il quadro normativo cui fare riferimento è il seguente: a) – DPR n° 327 del 26/03/1980 – Regolamento di esecuzione della legge 30 aprile 1962 n° 283 e successive modificazioni, in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande – art n° 35 – “Mezzi di lotta contro gli insetti e gli animali nocivi”; b) – Reg. (CE) n. 852 del 29 aprile 2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29/04/2009 sull’igiene dei prodotti alimentari, che rende obbligatoria l’identificazione: b.1 – di ogni pericolo che deve essere prevenuto, eliminato, ridotto a livello accettabile; b.2. – dei punti di controllo critici nelle fasi ove il controllo è essenziale per prevenire o eliminare un pericolo o per ridurlo a livelli accettabili. c) – Reg. (CE) n. 854 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano. Art. n° 4, punto 4, lettera f “Lotta contro i parassiti”. L’importanza nella lotta agli animali infestanti e ai rischi di una loro presenza negli ambienti di lavoro è stata oggetto anche di legiferazione in ambito di sucurezza sui luoghi di lavoro, con il Decreto legislativo n° 81 del 09 aprile 2008 – Attuazione dell’articolo n° 1 della legge 03 agosto 2007 n° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro- TITOLO X – Esposizione ad agenti biologici. Gli animali infestanti sono agenti che possono essere causa: a) – di tossinfezioni e intossicazioni alimentari; b) – di perdite economiche legate al consumo delle derrate alimentari; c) – della riduzione della loro conservabilità dovute: b.1 - a contaminazioni e diffusione di germi e funghi; b.2. – alla deposizione di uova, feci, urine direttamente sui cibi, sulle superfici di lavoro, sui recipienti e sulle attrezzature. Gli animali infestanti a cui l’operatore alimentare deve porre attenzione sono principalmente: i topi e i ratti, le blatte, i coleotteri, le mosche, gli uccelli ecc. che spesso trovano un ambiente favorevole nell’interno delle aziende per il loro sviluppo e in questa breve nota informativa si farà riferimento alla categoria dei TOPI e dei RATTI tratteggiandone sinteticamente il loro ciclo biologico e gli aspetti di pericolosità. TOPI E RATTI I topi e i ratti sono animali che appartengono all’ordine dei Roditori, alla famiglia dei Muridi (da Mus, in latino topo) e alla classe dei mammiferi. I topi e i ratti sono più antichi dell’uomo e potrà sembrare strano che nel terzo millennio il mondo si trova ancora pericolosamente invaso da questi animali indesiderati e pericolosi, ma la realtà è questa, e sembra che proprio la modernità, con tutti i suoi eccessi consumistici, stia facilitando l’aumento della popolazione dei topi e di ratti in maniera molto rapida. I roditori arrivano ovunque e si diffondono dappertutto facilitati dalla loro capacità di adattamento e di sopravvivenza superiore a qualsiasi altro animale. Nessun ambiente è precluso alla vita dei topi e dei ratti: dove c’è l’uomo loro arrivano portando contaminazioni e malattie.

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Opuscolo: Igiene delle produzioni agricole, interventi di difesa dai roditori

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UNIONE EUROPEA REGIONE MARCHE PSR MARCHE 2007-2013

IGIENE DELLE PRODUZIONI AGRICOLE: INTERVENTI DI DIFESA DAI RODITORI

Tra le misure che l’Operatore Alimentare deve programmare e porre in atto per garantire il più elevato livello possibile di sicurezza alimentare sono comprese quelle relative al contrasto degli animali infestati. Tale aspetto viene disciplinato da tempo a livello nazionale e dal 2004 a livello comunitario dai regolamenti del “Pacchetto Igiene” che hanno inserito all’interno degli obblighi del produttore primario e degli operatori secondari, la lotta agli animali infestanti, nella consapevolezza che alcuni operatori alimentari sottovalutano gli effetti negativi della loro presenza sulle produzioni e sulla salute pubblica. Il quadro normativo cui fare riferimento è il seguente:

a) – DPR n° 327 del 26/03/1980 – Regolamento di esecuzione della legge 30 aprile 1962 n° 283 e successive modificazioni, in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande – art n° 35 – “Mezzi di lotta contro gli insetti e gli animali nocivi”;

b) – Reg. (CE) n. 852 del 29 aprile 2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29/04/2009 sull’igiene dei prodotti alimentari, che rende obbligatoria l’identificazione: b.1 – di ogni pericolo che deve essere prevenuto, eliminato, ridotto a livello accettabile; b.2. – dei punti di controllo critici nelle fasi ove il controllo è essenziale per prevenire o eliminare un pericolo o per ridurlo a livelli accettabili.

c) – Reg. (CE) n. 854 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione dei controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano. Art. n° 4, punto 4, lettera f “Lotta contro i parassiti”.

L’importanza nella lotta agli animali infestanti e ai rischi di una loro presenza negli ambienti di lavoro è stata oggetto anche di legiferazione in ambito di sucurezza sui luoghi di lavoro, con il Decreto legislativo n° 81 del 09 aprile 2008 – Attuazione dell’articolo n° 1 della legge 03 agosto 2007 n° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro- TITOLO X – Esposizione ad agenti biologici. Gli animali infestanti sono agenti che possono essere causa:

a) – di tossinfezioni e intossicazioni alimentari; b) – di perdite economiche legate al consumo delle derrate alimentari; c) – della riduzione della loro conservabilità dovute:

b.1 - a contaminazioni e diffusione di germi e funghi; b.2. – alla deposizione di uova, feci, urine direttamente sui cibi, sulle superfici di lavoro, sui recipienti e sulle attrezzature.

Gli animali infestanti a cui l’operatore alimentare deve porre attenzione sono principalmente: i topi e i ratti, le blatte, i coleotteri, le mosche, gli uccelli ecc. che spesso trovano un ambiente favorevole nell’interno delle aziende per il loro sviluppo e in questa breve nota informativa si farà riferimento alla categoria dei TOPI e dei RATTI tratteggiandone sinteticamente il loro ciclo biologico e gli aspetti di pericolosità.

TOPI E RATTI I topi e i ratti sono animali che appartengono all’ordine dei Roditori, alla famiglia dei Muridi (da Mus, in latino topo) e alla classe dei mammiferi. I topi e i ratti sono più antichi dell’uomo e potrà sembrare strano che nel terzo millennio il mondo si trova ancora pericolosamente invaso da questi animali indesiderati e pericolosi, ma la realtà è questa, e sembra che proprio la modernità, con tutti i suoi eccessi consumistici, stia facilitando l’aumento della popolazione dei topi e di ratti in maniera molto rapida. I roditori arrivano ovunque e si diffondono dappertutto facilitati dalla loro capacità di adattamento e di sopravvivenza superiore a qualsiasi altro animale. Nessun ambiente è precluso alla vita dei topi e dei ratti: dove c’è l’uomo loro arrivano portando contaminazioni e malattie.

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La battaglia dell’uomo nei confronti dei topi e dei ratti è iniziata dagli albori della storia e già nel 1900 a.c. questi animali erano una calamità per gli Egiziani e gli Assiro-Babilonesi in quanto distruggevano i cereali che erano gli alimenti fondamentali per la sopravvivenza di questi popoli. La storia riporta che il Ratto Nero è stato il primo nemico dell’uomo, la lotta contro il quale durò per circa 18 secoli, quando nel 1700 iniziò ad evolversi il Ratto delle Fogne (Surmolotto), la cui diffusione è stata favorita dall’aumento della popolazione, dallo sviluppo dell’edilizia e dalla realizzazione di reti fognarie sotterraneo dove, per il rato delle fogne, fu facile trovare un ambiente ideale in cui vivere. Negli ultimi decenni i topi si sono moltiplicati in misura incontrollabile nonostante i metodi di lotta studiati e messi in campo. Circa 25 anni fa la popolazione murina veniva stimata in rapporto 1:1 con la popolazione umana, mentre attualmente tale rapporto viene stimato in 7:1, cioè 7 volte la presenza umana, un dato senza dubbio spaventoso. Anche se questi animali vivono un tempo relativamente corto (mediamente tre anni), in questo tempo possono generare circa un massimo di 160 piccoli. Se ognuno di questi producesse, in media, 130 piccoli, e ognuno di questi ultimi ne producesse altri 130, allora, in tre generazioni sarebbero stati prodotti 2.704.000 individui. Le cause principali di una così elevata presenza e diffusione sono da ricercarsi principalmente nella loro straordinaria adattabilità e prolificità. I topi e i ratti possono : vivere e riprodursi a temperature veramente proibitive (da – 40 a + 50°); sopportare altissime dosi di radiazioni; nutrirsi con qualsiasi sostanza organica disponibile; dissetarsi con acqua di fogna o con acqua salata; sopravvivere a shock elettici fino a 200V per oltre un minuto; cadere da un’altezza di 20 metri superando agevolmente i conseguenti traumi fisici; nutrirsi di qualsiasi alimento di origine animale o vegetale (comportamento onnovoro).

Sono animali ritenuti pericolosi perché in grado di trasmettere molte zoonosi (malattie trasmesse dai vertebrati all’uomo) direttamente all’uomo e si possono distinguere in:

Epidemiche: quando il numero di casi che si verificano è nettamente superiore al normale; Endemiche: quando si presentano in numero di casi maggiore solo in determinate regioni; Pandemiche: quando l’epidemia si manifesta in un numero elevato di casi in un ampia zona

geografica. In molti casi questi animali sono il serbatoio dell’agente patogeno (che causa la malattia), mentre in altri casi sono solo ospiti secondari. La trasmissione dei virus o dei batteri (agenti patogeni) dai roditori all’uomo può avvenire per: Inoculazione: cioè quando l’infezione passa attraverso un altro animale, come nel caso

delle malattie trasmesse da zecche e pulci, che generalmente assumono il patogeno pungendo il roditore e successivamente lo trasferiscono all’uomo attraverso punture (inoculazione);

Ingestione: tramite l’assunzione di liquidi e cibi contaminati (es. toxoplasmosi); Inalazione o aerosol: sospensione di piccole particelle liquide, avviene soprattutto per i

virus che sono più piccoli dei batteri; Contatto della pelle con escrementi dei roditori tramite il quale il patogeno attraverso

piccole lesioni presenti sulla cute umana, riesce a penetrare nell’organismo.

Le malattie che i topi e i ratti possono trasmettere sia direttamente, che tramite parassiti che vivono sul loro corpo sono numerose e gravissime, tra esse possiamo ricordare (l’elenco certamente non è esaustivo): l’Encefalite da zecche, Coriomeningite linfocitaria LMCV (Arenavirus), Febbre emorragica con sindrome renale (HFRS) (Hantavirus), Tifo murino, Febbre bottonosa mediterranea, Ehrlichiosi granulocitica umana, Febbre Q, Borrelliosi Lyme, Leptosporiosi, Peste, Salmonellosi, Tularemia, Febbre da morso di ratto, Toxoplasmosi, Leishmaniosi, Giardiasi, Criptosporidiosi. Oltre alle malattie da virus e da batteri occorre ricordare anche infezioni da vermi (elminti), come ad es: Schistosomiasi, Angiostrongilosi, Echinococcosi alveolare.

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Le specie presenti in Italia che possono causare problemi igienico-sanitari sono essenzialmente tre: RATTUS NORVEGICUS (Ratto di fogna, ratto grigio, pantegana, surmolotto, ecc.); RATTUS RATTUS (Ratto nero); MUS MUSCULUS (Topolino Domestico).

RATTUS NORVEGICUS

(Ratto di fogna, ratto grigio, pantegana, ratto delle chiaviche, surmolotto ecc…)

dei traffici, e avvenuta in tutto il mondo. E’ un animale forte e aggressivo il cui habitat è rappresentato prevalentemente da cunicoli sotterranei - soprattutto se collegati alla rete idrica o fognaria - discariche, ogni tipo di scarpata o di fosso, in prossimità dell’acqua anche stagnate e possibilmente con prersenza di rifiuti organici. E’ presente anche nei parchi urbani e nei giardini. Nelle case colonizza quasi esclusivamente le parti inferiori, legnaie, cantine, stalle dove è maggiore la quantità del suo cibo preferito: il mangime degli animali domestici. Il Rattus Norvegicus è una specie terrestre che frequenta anche i campi distruggendo e contaminando derrate, dove scava gallerie che si rendono evidenti per la grande quantità di terreno scavato accumulato all’imboccatura delle tane. Sono animali dotati di grande muscolatura e pertanto in grado di saltare (saltano in lunghezza anche più di un metro e da fermo riesce a far salti di quasi 80 cm, questo ne fa un animale aggressivo anche nei confronti dell’uomo). Sono ottimi nuotatori sia in superficie che in apnea il che gli permette di vivere lungo le fogne ed emergere in casa, nei tombini e nei servizi igienici. Esso mostra la capacità di salire in tubi fino a 10 cm di diametro facendo leva su entrambe le pareti con le zampe aperte come uno scalatore di free climbing. In natura vivono in colonie anche piuttosto numerose con una forte gerarchia. Il leader è sempre dotato di grande carisma e di grande coraggio, in genere oltre ad assolvere al compito di comando e guida, si assume l’onere di protezione della colonia procedendo ad ispezioni ed esplorazioni del territorio di riferimento e comunicando poi a tutti i componenti della colonia stessa i comportamenti da adottare. Peso: I maschi pesano dai 300 ai 500 gr. Ma in particolari condizioni ambientali e alimentari possono superare i 500 g di peso. Lunghezza: Normalmente è lungo dai 21 ai 27 cm ed a volte raggiunge i 40 cm. Corporatura: tozza, con coda più corta del corpo. Orecchie: piccole, spesse, coperte di fini peli. Udito: sensibile agli ultrasuoni, come quelli che emettono i loro piccoli per sollecitare la madre e dar loro la poppata. Olfatto: molto sviluppato, usato per riconoscere i sentieri sicuri che portano al cibo e al nido, attraverso il riconoscimento dei feromoni presenti nelle feci e nelle urine. Tatto: sono dotati di lunghi baffi molto sensibili che facilitano la tendenza a muoversi sempre a diretto contatto con gli oggetti. Occhi: piccoli Vista: vista debole a causa delle abitudini notturni, scarsamente sensibili ai colori, ma molto sensibile ai cambiamenti di luminosità, scarsa percezione di profondità, percepisce alcune frequenze dell’ultravioletto.

Sembra originario delle steppe russe e oramai diffuso in tutto il pianeta e la sua diffusione sembra sia stata favorita da fenomeni tellurici che scuotendo le viscere della terra – suo habitat prediletto – lo hanno costretto ad emigrare. Questa migrazione avrebbe avuto origine nel 1700 e si sarebbe completata nel giro di pochi decenni in Europa e successivamente, a causa dello sviluppo

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Muso: ottuso; arrotondato Coda: 17-22 cm Colore: solitamente grigio con variazioni di tonalità che vanno dal marroncino al nero, ma sono state osservate varianti castane con macchie nere sul dorso. Pelo: ruvido ed ispido. Feci e urine: a gruppi, a volte isolate, fusiformi o elicoidali, a forma di capsula di circa 20 mm, senza punte. Le urine come le feci servono anche per marcare il territorio e i percorsi soliti. Periodo riproduttivo: tutto l’anno con due picchi in primavera-autunno. Nido: principalmente in tane sotterranee con molte vie di fuga preferndo terreni compatti e vicini a corsi d’acqua, zone incolte e trascurate, ma non disdegnano di nidificare anche sotto i pavimenti delle case. Numero nidiate per anno: circa 7. Figli per anno: circa 50/60. Durata media di vita: circa 1/3 anni. Aspettative di vita: in natura supera a stento l’anno di vita (mentre in laboratorio, qualche esemplare catturato per esigenze di ricerca scientifica, arriva a vivere anche 6/7anni), pertanto la sua presenza capillare e la sua colonizzazione degli ambienti più disparati è legata quasi esclusivamente alla elevata capacità riproduttiva. Maschi e femmine raggiungono la piena maturità sessuale tra il 75° e il 90° giorno di vita. Le femmine hanno una gestazione di circa tre settimane e il periodo di svezzamento è di circa 4 settimane. Alimentazione. E’ un animale onnivoro, con elevata preferenza per la dieta carnivora ( predilige carne sanguinante), in carenza di cibo digerisce e assimila anche materie plastiche. Allo stato selvatico si nutre delle parti verdi delle piante, dei semi come delle radici, ma si ciba anche di molluschi, invertebrati, crostacei, anfibi, uova di uccello e soprattutto di altri piccoli roditori quali le arvicole e topi domestici. Pratica anche il cannibalismo nei confronti di individui anziani, malati e moribondi. Mangia quotidianamente una quantità di cibo pari al 10% del suo peso corporeo e ingerisce liquidi nella stessa misura (come se una persona di 80 Kg mangiasse 8 Kg al giorno di cibo e bevesse altrettanto). Naturalmente emette urine e feci in proporzione alla quantità di cibo e liquidi ingeriti, essendo il metabolismo molto ridotto. Questa specie di ratti accumula il cibo in eccedenza, quando è facile da trasportare all’interno di un luogo,anche se in minor quantità rispetto al ratto dei tetti. Da qui l’importanza dell’uso di esche rodenticidi fisse, dato che la sparizione di quelle mobili non necessariamente significa che sono state mangiate dal soggetto. Il Rattus norvegicus è una specie particolarmente neofobica, cioè ha paura di cose nuove. Se trovano un alimento nuovo non lo toccano per parecchio tempo e solo in seguito lo assaggiano. Se passato ulteriore tempo non hanno disturbi di alcun tipo divoreranno quanto ne rimane. Questo comportamento rende difficile da derattizzare, passerà molto tempo prima che si avvicini alle nuove esche e sarà necessaria molta pazienza. Segnali della loro presenza Rumori: la colonia dei ratti si sente distintamente dagli squittii e brontolii. Il norvegius si individua per i frequenti rumori di rosicchiamento e scavo. Materiali rosicchiati: il Surmolotto rosicchia tutto ciò che gli capita a tiro perché ha un disperato bisogno di consumare i suoi incisivi appuntiti, che se non usati a sufficienza possono crescere fino a perforargli il cervello. Per chiudere le tane scavate nel cemento si consiglia l’uso di una mistura di cemento e pezzi di vetro. Altri segnali: i luoghi di passaggio dei ratti si evidenziano da tracce di untuosità sui muri dovute allo strofinamento del pelo, così come si rendono evidenti dagli accumuli di residui di cibo. In ambiente aperto si notano piste nell’erba alta della larghezza di 10 cm ripetutamente calpestate, o piste battute dove la vegetazione è completamente assente.

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RATTUS RATTUS (ratto nero, ratto delle soffitte )

dalle navi dell’impero romano. Certamente nel medioevo è stato la causa di importanti pestilenze che periodicamente decimavano la popolazione che vivevano in ambienti sporchi e ricchi di rifiuti. Ma ancora oggi rappresenta uno dei principali vettori delle tante malattie infettive, insomma una sorta di arma biologica di distruzione di massa, per la capacità di diffondere numerose malattie infettive. E’ capace di camminare sui fili del telefono e sui cavi elettrici tramite i quali può trasferirsi nelle abitazioni alla ricerca di cibo E’ più agile del rattus norvegicus, e diversi sono anche i suoi habitat e la sua dieta. In genere colonizza i sottotetti e le strutture elevate dei fabbricati e dei silos, ma non disdegna le cime degli alberi, con una certa predilezione per i pini marittimi e le palme. Peso: I maschi adulti hanno un peso che oscilla tra i 130 e i 180 grammi, anche se, eccezionalmente, possono raggiungere i 250/300 gr di peso Coda: 19-25 cm. Lunghezza del corpo: oscilla tra 16 e 21 cm, Orecchie: sono piuttosto lunghe, grandi, quasi trasparenti, prive di peli e se ripiegate riescono a coprire l’occhio. Il rattus rattus ha un udito altamente sviluppato capace di riconoscere una grande quantità di variazioni di ultrasuoni. E’ un animale che può assuefarsi ad alcuni apparecchi ad ultrasuoni collocati per il suo allontanamento che imitano gli ultrasuoni emessi dagli uccelli rapaci, loro predatori. Olfatto: sviluppatissimo che permette agli animali di riconosce i territori percorsi e marcati con le urine, feci e una sostanza oleosa (betalanolina) che essuda dal corpo. L’olfatto consente di riconoscere al buio la tipologia delle varie sostanze organiche di cui si alimentano. Occhi: grandi, sporgenti. Vista: non molto sviluppata essendo animali con abitudini prevalentemente notturne. Sembra non vedano i colori. Muso: appuntito, affusolato. Colore: nero, marrone, fulvo o grigio; l’addome può essere bianco. Pelo: morbido e soffice Feci: separate a forma di banana, fusiformi, lunghe fino a 12 mm e larghe 2-4 mm e meno appuntite di quelle del rattus norvegicus. Urina: è secreta frequentemente, contiene lipocaline che sono sostanze proteiche che servono per attivare comunicazioni tra i soggetti, marcare il territorio, far conoscere la posizione del nido, la presenza di pericoli, l’età del soggetto ecc. Le urine dei maschi contengono anche sostanze volatili che funzionano come attrattivo per le femmine. Pericolo riproduttivo: tutto l’anno con due picchi estate e autunno. La maturità sessuale viene raggiunta dalle femmine intorno ai 3-5 mesi di vita e danno alla luce tra i 5 e i 10 piccoli dopo una gestazione di circa 24 giorni. I piccoli nascono glabri, ciechi e sordi e vengono accuditi dalla madre anche dopo lo svezzamento (un mese circa) fino al raggiungimento dello stato di adulto. Numero nidiate per anno: circa 7. Nido: soprattutto in crepe di muri, soffitti, vigne, alberi, ecc., sempre in posizioni elevate. Alimentazione: E’ un animale onnivoro, preferisce frutta, noci, verdura (25-40 g al giorno), con una spiccata golosità per i cereali. Si nutre anche di semi di pini, frutti delle piante ornamentali, uova di uccelli, chiocciole, larve e adulti di insetti. E’ anche un attivo predatore di altri micro mammiferi quali topolini e arvicole. Giornalmente consuma cibo in quantità pari al 10% del suo

Il Rattus rattus trova rifugio principalmente nel verde pubblico, sopra palme, pini, dentro le siepi ecc. Esso è un ottimo arrampicatore e siccome gli edifici dove vengono manipolati o immagazzinati alimenti sono sia un’ottima fonte di cibo che un buon riparo, bastano un tubo di scolo delle acque piovane appoggiato alla parete dell’edificio o un albero vicino alla costruzione per permettergli di trasferirsi nel suo interno. Il ratto nero è giunto nel bacino del mediterraneo dalla lontana Mesopotamia e dal continente sub-indiano, trasportato

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peso e le stesse quantità di acqua. Il consumo di acqua impedisce al ratto di colonizzare stabilmente ambienti dove non è possibile approvvigionarsi continuamente di acqua, anche se riesce a resistere in sua assenza per più giorni. Dissemina feci ed urine in quantità leggermente inferiore al cibo e all’acqua ingerita. E’ importante ricordare la marcata neofobia cioè la paura di cose nuove. Se trovano un alimento nuovo non lo toccano per parecchio tempo e solo in seguito lo assaggiano. Se passato ulteriore tempo non hanno disturbi di alcun tipo divoreranno quanto ne rimane. Tale comportamento rende il rattus rattus difficile da combattere con esche chimiche topocide, soprattutto quando infesta depositi alimentari con abbondanza di cibo conosciuto che lo porta a disinteressarsi di nuovi odori o sapori Le aspettative di vita. In natura a stento supera l’anno di vita, mentre il laboratorio arriva a vivere anche 4/5 anni. Riconosce i segnali della presenza del Ratto dei tetti: Rumori: Emettono squittii e brontolii. I rumori provengono prevalentemente da zone alte dei

fabbricati, solai, soffitte e dalle cime degli alberi e sono di camminamenti rapidi. Feci e odore: contamina con urina e feci il cibo che mangia marcando il territorio e i percorsi di

camminamento. L’odore delle urine è forte e impregnante. Macchie di untuosità: l’animale lascia delle caratteristiche macchie di untuosità costituite

dalla beta lanolina da urine e feci che l’animale calpesta e rende levigate come cera, usando le zampe e i peli del ventre.

TOPOLINO DOMESTICO (Mus musculus)

domestico ha prevalentemente abitudini notturne, ma quando vive all’interno di abitazioni o strutture può essere notato anche durante il giorno. E’ un animale molto rapido nei movimenti (arriva alla velocità di 12 Km/h) e considerato che il raggio d’azione mediamente non supera i 10 metri e evidente perché alle volte sembrano quasi invisibili. Il topolino domestico marca il territorio con la propria urina ed è pertanto una specie molto abitudinaria nei camminamenti che riesce a memorizzare in maniera meticolosa. E’ un animale curioso e timido, esattamente come ce lo descrivono le tante favole per bambini, per la istintiva paura del nuovo (neofobia ) Se trovano un alimento nuovo non lo toccano per parecchio tempo e solo in seguito lo assaggiano e eventualmente lo consumano se non hanno disturbi di alcun tipo. E’ un ottimo saltatore,salta fino a 30 – 40 cm, pari ad almeno tre volte la lunghezza del suo corpo, e si lancia da altezze vertiginose, anche 2 metri, pari a venti volte la sua lunghezza. Ma soprattutto è capace di arrampicarsi su superfici lisce e perfettamente verticali e di passare dentro tubi o fori di 1 cm di diametro. Insomma la lotta al mus musculus non è agevole: la sconfitta, se non si fa ricorso ai prodotti giusti è sempre in agguato. Generalmente vive in piccole colonie, spesso insediate in aziende zootecniche, mulini, depositi di granaglie, panifici, biscottifici, mangimifici, ecc. con gerarchie molto evidenti e forte spinta collaborativa di tutti i soggetti alla difesa del territorio in caso di aggressione. Peso: mediamente dai 12 ai 25 gr, ma può arrivare fino a 30 g di peso Lunghezza: è’ lungo dai 7 ai 10 cm.

Il Mus musculus, o topolino domestico, allo stato selvatico vive in tutti gli ambienti. E’ capace di vivere in stretto contatto con gli esseri umani e ciò gli ha permesso di colonizzare gli ambienti più ostili dal deserto alle zone sub-artiche e di essere considerato quasi endemico nella filiera agro-alimentare. Può colonizzare qualsiasi ambiente ma se trova la concorrenza del ratto nero e ratto delle fogne colonizzza tranquillamente la parte abitativa o mediana delle strutture produttive. In natura il topo

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Coda: 7,5 – 10 cm Corporatura: media con una coda più lunga del corpo. Orecchie: grandi, rotonde e nude e con qualche pelo. Il sistema uditivo dei topi è molto sviluppato e capace di percepire una vasta gamma di ultrasuoni. Occhi: piccoli. Vista: non particolarmente sviluppata, non vedono più lontano di 2-3 m e non riconoscono i colori. Olfatto: molto sviluppato che gli permette di sentire a distanza i feromoni utilizzati comunemente per la comunicazione tra la specie. Muso: appuntito; affusolato Colore: grigio-marrone, castano chiaro-grigio chiaro sul dorso e bianco sul ventre. Feci: separate, piccole, appuntite, fusiformi o elissoidali, a forma di bacchette, 3-6 mm. Periodo riproduttivo: tutto l’anno con due picchi primavera-autunno. Il topolino domestico ha una grande spinta alla riproduzione, pur raggiungendo la maturità sessuale nei soliti 75/90 giorni,la femmina ha una gestazione che non supera i 20 gg, così come lo svezzamento; pertanto cresce il numero di nidiate/anno e il numero delle nascite che arrivano anche a 50 nell’anno Numero nidiate per anno: 6-10 circa. Figli per anno: 60 circa. Nido: generalmente in materiali stoccati, ma anche nei mobili, nelle imbottiture, nelle fessure dei muri e addirittura negli apparecchi elettronici, ma anche in tane scavate nel terreno dove realizzano tane con complesse reti di gallerie e varie vie di fuga garantite.. Alimentazione: E’ un buon mangiatore: da 3 a 5 gr al giorno (e cioè dal 20 al 25 % del suo peso); beve però poco e può sopportare lunghi periodi siccità. In rapporto al cibo assunto produce meno feci e meno urina, che sparge costantemente e regolarmente durante tutta la sua attività, che si svolge prevalentemente di sera e di notte. E’ un animale onnivoro, preferisce tutti i tipi si semi con una particolare predilezione per i cereali. Molto attratto dai cibi grassi, formaggi, ecc., quando mancano le fibre vegetali, mangia e rosicchia tutto quello che trova appetibile. E’ un animale che apprezza i resti del cibo dell’alimentazione umana, ma anche i fili elettrici (per questo non sono rari i corto circuiti), materie plastiche e tessuti. In caso di necessità è in grado di mangiare le proprie feci. Le aspettative di vita: in cattività sono stimate in circa 4 anni, mentre in natura raramente raggiunge l’anno di vita. Segnali della sua presenza: Rumori: specialmente notturni da un’ora dopo il tramonto e fino ad un ora prima dell’alba. Feci: esse normalmente si trovano negli angoli e a ridosso delle pareti. Rosicchiature: si notano la presenza dei segni caratteristici dei denti incisivi. Altri segnali: il topo domestico crea propri camminamenti dove si rilevano tracce oleose e con un particolare odore quando sono fresche, le tracce vecchie quando toccate di distaccano con una certa facilità.

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QUADRO RIASSUNTIVO DEGLI ELEMENTI DISTINTITI DELLE SPECIE DI RODITORI CHE FACILITANO IL LORO RICONOSCIMENTO RATTO BRUNO

(Rattus norvegicus)

RATTO COMUNE (Rattus rattus)

TOPOLINO DOMESTICO (Mus musculus)

Testa

Muso arrotondato

Muso appuntito

Muso appuntito

Feci Larghi, arrotondati

Allungati, appuntiti

Piccoli, appuntiti

Orme

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LOTTA CONTRO I TOPI E RATTI La lotta contro i topi e i ratti inizia dal controllo della loro presenza che permette di attivare interventi di contenimento ed eradicazione efficaci. La lotta ai topi e ai ratti deve essere impostata in maniera: Preventiva attivando tutte quelle iniziative passive o attive ritenute in grado di creare le

condizioni di disturbo alla presenza e all’insediamento delle popolazioni. Pertanto eliminazione delle fonti di sostentamento, manutenzione delle aree esterne ai fabbricati ecc.;

Passiva mettendo in atto barriere fisiche e interventi di manutenzione delle strutture che impediscono l’accesso degli aninali nelle strutture produttive;

Attiva che prevede interventi diretti di contrasto. La difesa attiva può essere realizzata attraverso:

a. L’utilizzazione di trappole meccaniche; b. L’uso di rodenticidi:

b.1. – Cronici – Anticoagulanti che agiscono sui fattori della coagulazione del sangue; b.2. – Sub acuti – che portano alla morte il topo o il ratto nell’arco di alcuni giorni;

c. derattizzazione con ultrasuoni. La lotta chimica è molto efficace ma non bisogna dimenticare il rischio di un’assuefazione dei topi e dei ratti ai principi attivi utilizzati e pertanto è necessario e indispensabile alternare l’utilizzazione di sistemi di lotta diversi e utilizzare a rotazione principi attivi diversi. L’utilizzazione dei principi attivi rodenticidi deve essere effettuata con estrema cautela e nel rispetto scrupoloso delle indicazione riportate in etichetta o nella scheda tecnica elaborate dalle industria produttrici in quanto l’improvvisazione può essere deleteria sia per l’ambiente che per lo stesso operatore, con conseguenze anche gravi. La distribuzione dei principi attivi rodenticidi avviene tramite l’utilizzazione di esche costituite da granaglia sfusa, pellets, paraffinato e miscele, che devono essere contenute in appositi box che consentono l’accesso agli animali bersaglio. Inoltre va ricordato che non sempre l’operatore può utilizzare prodotti chimici di contrasto ai roditori ma che spesso necessita l’intervento di ditte specializzate nel settore. Elaborato realizzato nell’ambito del progetto di informazione nel settore agricole e forestale - n° 4589/2010 – Bando PSR Misura 1.1.1. b)c) dal titolo “Condizionalità e pacchetto igiene: valorizzazione delle produzioni nella media e bassa collina maceratese”, che prevede la partecipazione comunitaria. La bibliografia è presso Federazione Provinciale Coldiretti Macerata