Lolivicoltura nel Vibonese buone prassi agricole Le produzioni biologiche lolivicoltura nel Vibonese...

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Le produzioni biologiche l’olivicoltura nel Vibonese” l’olivicoltura nel Vibonese” buone prassi agricole buone prassi agricole Gaetano Mercatante Coordinatore Controllo ICEA Calabria Agios Nikolaos - Creta 7 Dicembre 2007

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Le produzioni biologiche “l’olivicoltura nel l’olivicoltura nel Vibonese”Vibonese”

buone prassi agricolebuone prassi agricole

Gaetano MercatanteCoordinatore Controllo ICEA Calabria

Agios Nikolaos - Creta 7 Dicembre 2007

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Chi siamo

AIABassociazione di produttori, consumatori, tecnici …. che promuove e valorizza il metodo agricolo biologico

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Associazione Culturale• Promozione e sviluppo del biologico• Rappresentanza politico culturale • Pubblica BioAgricultura, sito internet e

newsletter• Organizza la Bio Domenica e la Primavera

Biologica• Educazione alimentare• Educazione ambientale• Progetti di cooperazione internazionale

Le attività di AIAB

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Cos’è ICEA

Consorzio fondato da AIAB nel settembre 2000, insieme a:

Banca Etica Demeter (Associazione per la tutela della

qualità biodinamica in Italia) ANAB (Associazione Nazionale Architettura

Biologica) ACU (Associazione Consumatori Utenti)sono soci di ICEA anche: DIO (ente di certificazione del biologico in

Grecia) Strutture di ispezione esterne AIAB Regionali

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Mission

attività di controllo e certificazione dei prodotti e dei servizi realizzati nel rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile

GREECEICEA GREECE c/o DIO’Aristotelous 38 –104 33 Athens, GreeceContact person: Spiros SgourosE-mail: [email protected]

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Le norme di riferimento

COGENTICOGENTI Regolamento CEE 2092/91 le sue modifiche ed integrazioni Decreto Legislativo n° 220/95 D.M. n° 91436 del 4 Agosto 2000

(zootecnia) D.M. n°10329 del 29 marzo 2001

(zootecnia)VOLONTARIEVOLONTARIE

norme IFOAM UNI EN 45011

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Disciplina

Modalità di indicazione del metodo biologico nella etichettatura e pubblicitàetichettatura e pubblicità del prodotto a tutela del consumatore (art.5)

Norme di produzioneNorme di produzione agricola, allevamento e preparazione alimentare uguali per tutti gli operatori dell’unione europea (art. 6, 6 bis,7)

Sistema di controlloSistema di controllo (art. 8, 9, 10)

Modalità per la certificazione e l’immissione nella Comunità di produzioni biologiche importate da Paesi Terziproduzioni biologiche importate da Paesi Terzi (art.11)

Regolamento CEE 2092/91

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Ripartizione della superficie olivicola regionale e biologica per provincia nel periodo

2005-2006.TERRITORIO

2005SAU olivicola totaleHa

2005SAU BioHa

2005% Sup. Bio

2006*SAU

olivicola totale

Ha

2006*SAU BioHa

2006*% Sup. Bio

CROTONE 18.762 3.864 20,6 18.762 5.32628,4

COSENZA 48.750 1.453 3,0 48.750 2.0024,1

CATANZARO

36.813 4.807 13,1 36.813 6.62618,0

REGGIOCALABRIA

44.098 2.576 5,8 44.098 3.550

8,1

VIBO VALENTIA

16.873 1.514 9,0 16.873 2.086

12,4

CALABRIA 165.297 14.214 8,6 165.297 19.59311,9

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L’olivicoltura dell’area ViboneseOlivicoltura Biologica …..

…. ottenere prodotti di qualità rispettando l’ambiente e il consumatore. i limitati interventi necessari per la coltivazione di questa pianta determinano un basso impatto ambientale, ne deriva che essa ben si presta ad un tipo di coltivazione in armonia con la natura al fine di ottenere un prodotto sano e genuino.

FasiFasi •Scelta varietale•Lavorazioni•Tipo di impianto•Potatura•Forme d’allevamento

•Irrigazione•Gestione della fertilità del suolo•Controllo dei parassiti•Raccolta•Trasformazione in olio

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Scelta varietale•è definita dalle condizioni climatiche, dalla presenza di fattori avversi biotici e abiotici, dalle caratteristiche geomorfologiche del terreno, ecc.• è vincolata alla produttività ed alla qualità del prodotto, nonché alle esigenze del consumatore.

le scelte consigliate ricadono sulle seguenti cultivar:•Ottobratica, Tondina o Ciciarello, Sinopolese, Tonda di Filogaso (autoctone), Frantoio, Leccino e Nocellara del Belice (di nuova introduzione).

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Lavorazioni Prima dell’impianto : taglio del

terreno, senza rovesciamento della fetta, (Ripper) alla profondità di 60-80 cm leggera aratura a 30-40 cm di profondità (evita fenomeni d’erosione da ruscellamento), soprattutto nelle zone collinari caratteristiche delle aziende presenti nel vibonese.

Lavorazioni ordinarie non devono essere profonde più di 15-20 cm. Evitare l’impiego delle frese > suola di lavorazione - effetti negativi (ossidazione) su sostanza organica.

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Tipo di impianto (sesto) L’ampiezza dei sesti d’impianto è legata alle

scelte colturali. Essa non dovrebbe mai scendere al di sotto di 6m x 6m in modo da consentire una buona circolazione dell’aria ed evitare ombreggiamento e competizione tra le piante. Si considerano buoni il 6 x 8 nelle zone pianeggianti e l’8 x 8 nelle valli con molto ristagno di umidità.

E’ possibile la compresenza di varietà di olivo che maturano in epoche diverse e di varietà da olio e varietà da mensa, mentre le consociazioni arboree con viti e fruttiferi sono assolutamente sconsigliate per motivi di ordine fitosanitario.

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Potatura La potatura rappresenta in

olivicoltura biologica una pratica essenziale per raggiungere un equilibrato ecosistema e permette di limitare l’alternanza di produzione tipica di questa coltura, soprattutto nelle aree del vibonese tipicamente coltivate con piante “maestose” che accentuano molto tale alternanza.

Buona pratica è l’uso dei residui di potatura, previamente trinciati, come concime organico.

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Forme d’allevamento E’ opportuno prediligere

forme che favoriscano la massima intercettazione dell’energia radiante e un buon arieggiamento della chioma al fine di evitare la formazione di microclimi che facilitano l’insediamento di elementi patogeni. Le forme di allevamento consigliate (praticate) sono il Vaso (ottobratica e ciciarello), il Monocono (nocellara), il Globo e la forma libera.

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Irrigazione L’irrigazione è ammessa solo come

pratica di soccorso finalizzata al ripristino delle naturali risorse idriche del terreno.

Ai fini della produzione le fasi critiche del ciclo vegetativo vanno individuate nell’allegagione e nell’invaiatura

Il sistema d’irrigazione più razionale è quello “a goccia”: vanno collocati 2 – 4 gocciolatoi per pianta della portata di 8 – 16 litri/cad./ora e ciascun intervento non dovrebbe essere di durata inferiore alle 12 ore.

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Gestione della fertilità del suolo Prima di procedere a qualsiasi intervento di

concimazione è indispensabile effettuare una analisi del terreno, per valutarne lo stato di salute e individuare gli interventi più opportuni.

L’olivo è una coltura che necessita di alcuni macroelementi come Azoto, Potassio, Calcio, Magnesio e, in misura minore, Fosforo e Boro. Per via dello sviluppo superficiale delle sue radici richiede un terreno ben strutturato e ben dotato di sostanza organica ed acidi umici.

In base a quanto detto, in olivicoltura biologica, relativamente alla disponibilità di elementi nutritivi nel terreno, sono da considerare genericamente accettabili livelli di sostanza organica superiore al 2% con una presenza di circa 1% di azoto totale.

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In agricoltura biologica, i presupposti della concimazione sono il risparmio delle risorse non rinnovabili, la rinuncia all’uso di prodotti di sintesi e il riciclo dei rifiuti organici prodotti in azienda. Le restrizioni imposte dal regolamento comunitario impongono di avere in azienda disponibilità di sostanza organica o, quanto meno, di far ricorso a sovescio di leguminose o all’interramento dei residui di potatura previamente trinciati che in un anno apportano da 2 a 6 quintali di humus per ettaro. Un ulteriore fonte di sostanza organica è la sansa vergine previamente compostata. Essa produce circa 13-14 Kg di humus per quintale di prodotto.Alternativa al sovescio potrebbe essere una letamazione con circa 200 q/ha di letame ben compostato. Ulteriori supporti nutritivi si ottengono attraverso incrementi della letamazione o interventi fogliari con concimi azotati liquidi (carniccio, sangue) abbinati ad alghe brune da somministrare nel periodo compreso tra l’allegagione e l’ingrossamento della drupa.

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Controllo dei parassiti Il controllo dei parassiti viene effettuato

secondo una corretta applicazione delle pratiche colturali e con la protezione e incremento dell’entomofauna utile.

Lo scopo principale è quello di ristabilire l’equilibrio agroecologico, riportando le popolazioni di parassiti e la presenza di patogeni a livelli tali da non comportare danni economicamente rilevanti.

Il ricorso ai mezzi di difesa previsti nel Reg. CEE 2092/91 deve avvenire solo in caso di estrema necessità.

Costante monitoraggio del parassita.

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Cicloconio o occhio di pavone

Le misure profilattiche consistono nella scelta di varietà resistenti, razionali interventi di potatura e concimazioni azotate equilibrate.Per la lotta chimica si interviene con prodotti cuprici (poltiglia bordolese, ossicloruri di rame).>>> non superare i limiti ammessi 6 kg/ha/anno

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Complesso cocciniglia – fumaggine

forma di allevamento da non creare microclimi favorevoli allo sviluppo sia della cocciniglia che dei funghi.;concimazione azotata equilibrata onde evitare un eccessivo arricchimento in aminoacidi della linfa.contrastare la presenza delle formiche perché, attratte dalla melata, stimolano le cocciniglie a produrne e questo incrementa la loro voracità.I trattamenti chimici, se necessari, vanno eseguiti nel periodo compreso tra luglio e settembre con olio minerale leggero alla concentrazione dell’1-1,5% mescolato a prodotti cuprici per combattere anche i funghi responsabili della fumaggine. In casi di gravi attacchi è possibile intervenire con polisolfuro di Bario all’1 – 2%, inoltre si può far uso di sapone molle di Potassio nella misura di 800 – 1500 g/hl.

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•TignolaIn un ambito ecologico l’equilibrio della Prays oleae è relativamente facile. La strategia più opportuna non è quella di effettuare trattamenti sistematici, ma di operare catture di monitoraggio o controllo visivo dei danni ai frutti.Individuata, quindi, la soglia economica di intervento si può agire, in caso di superamento della stessa, con Bacillus Thuringensis nella dose di 1000 l/ha. Bisogna, altresì, avere l’accortezza di distribuire uniformemente il prodotto su tutta la superficie, di effettuare il trattamento ad inizio fioritura nelle ore serali e, di ripeterlo, in caso di pioggia.

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Mosca delle olive

La strategia migliore da attuare consiste nell’anticipo della raccolta, ove possibile, alla fase dell’invaiatura (miglior periodo di maturazione commerciale), ottenendo così due risultati: ottima qualità e limitati danni.

controllo naturale introducendo il parassitoide Opius concolor;pratiche colturali adeguate, quali: potatura razionale, consociazioni appropriate (cultivar poco suscettibili), raccolta totale dei frutti onde evitare infestazioni negli anni successivi;

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monitoraggio attraverso l’uso di trappole con esca proteica o con feromoni che permettono di individuare livelli di infestazione;

cattura massale utilizzando trappole in numero tale da permettere la cattura pressoché totale del dittero o, comunque, mantenerlo al di sotto della soglia di tolleranza. Le trappole si realizzano attraverso l’uso di esche di idrolizzato proteico (come attrattivo) e deltametrina (come insetticida). Devono essere posizionate entro giugno (azione preventiva) nel numero di una per pianta.

- trattamenti con prodotti ammessi dal Reg. Cee 2092/91 attraverso l’utilizzo di silicato di sodio associato a propoli e ad estratto di Quassia; di oli essenziali di sostanze aromatiche che confondono i sensi olfattivi degli insetti; interventi con insetticidi naturali, quali il piretro ed il Neem come adulticidi.

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Raccolta

Tale fase è di primaria importanza in quanto prelude alla produzione dell’olio.

L’epoca di raccolta è funzione della varietà e del luogo di produzione per cui non standardizzabile. Occorre comunque, considerare le caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dell’olio da ottenere.

I metodi di raccolta devono evitare qualsiasi danneggiamento delle drupe per non far incorrere l’olio prodotto in difetti come il riscaldo e l’avvinato, che insorgono, appunto, dopo periodi di stoccaggio di olive danneggiate. E’ consigliata la brucatura a mano o con agevolatrici e la raccolta su reti. Può essere utilizzata, in alternativa, la scuotitura ed è vietata la raccolta da terra.

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Trasformazione in olio La produzione di olio biologico

richiede che, oltre alla coltivazione dell’olivo, effettuata secondo il metodo dell’agricoltura biologica, vengano garantiti altri importanti requisiti.

Per ciò che riguarda il frantoio, la massima e scrupolosa igiene dei locali e degli attrezzi coinvolti nei processi di trasformazione deve essere un elemento caratterizzante le produzioni di qualità in tutti i processi produttivi e di trasformazione.

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E’ altresì importante la presenza di moderne ed efficienti strutture di trasformazione, dal locale alle attrezzature utilizzate, che possano garantire il mantenimento delle caratteristiche di qualità del prodotto da trasformare durante la lavorazione.

Sarebbe opportuno, inoltre, riservare una linea distinta dell’impianto per la trasformazione di partite di olive provenienti da coltivazioni biologiche. Ove ciò non fosse possibile è necessario provvedere all’accurato lavaggio di tutto l’impianto prima di procedere all’estrazione delle partite di olive biologiche.

Durante il ciclo di lavorazione occorre osservare determinati procedimenti:

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Lavaggio delle olive. Prima della frangitura le olive devono essere lavate con acqua, obbligatoriamente, potabile.

Frangitura. La frangitura dovrà essere eseguita secondo modalità che rispettino le caratteristiche organolettiche della materia prima. Particolare attenzione dovrà essere prestata nell’evitare il riscaldamento della pasta la quale non dovrà mai raggiungere temperature superiori ai 37° C.

Estrazione. In tutte le fasi del ciclo di lavorazione devono essere rispettate le seguenti condizioni: a) la temperatura della pasta non deve superare i 37° C; b) durante la gramolatura è consentito solo l’uso di acqua; c) tutti i materiali impiegati nel ciclo di lavorazione non devono cedere molecole di sintesi; d) è vietato l’uso di enzimi od altri coadiuvanti chimici.

Conservazione. La conservazione del prodotto finito dovrà essere effettuata in contenitori di acciaio inossidabile situati in appositi locali; sono vietati i vasi in vetroresina.

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Confezionamento e commercializzazione. La commercializzazione avverrà in bottiglie di vetro scuro con tappi a norma di legge. Le operazioni di confezionamento devono avvenire in locali idonei con l’impiego di adeguate attrezzature.

Le operazioni eseguite devono garantire la completa ed inequivocabile separazione delle merci biologiche da altre merci non biologiche eventualmente presenti.

L’etichettatura sui prodotti biologici confezionati dovrà risultare inequivocabile e tale da evidenziarne la natura specifica, dovrà inoltre essere chiaramente indicato il nome dell’Organismo di Controllo che ha effettuato i controlli a norma di Reg. CEE 2092/91 e quanto altro espressamente richiesto e/o autorizzato dall’Organismo suddetto. Ciascuna società di certificazione provvederà ad effettuare i controlli secondo le norme previste dal Regolamento CEE 2092/91.

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Conclusioni (valutazioni)

Metodo bio >> non sostituzione di sistemi ma

Modifica culturale Legame terrirorio /ambiente

consumi>>turismo Valorizzazione delle risorse

umane >> economicità e soddisfazione del lavoro umano.

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Grazie per l’attenzione