Idrosanitaria Nazionale

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Idrosanitaria - 2/2010. Edizione Nazionale. Multiplex Editrice. Aut. Trib. RE n° 1030 del 28/02/2001 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - 70% - DCB - Reggio Emilia Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani DIAMO CALORE E SICUREZZA Tel. 0522 683219 - 0522 272776 Cell. 335 344280 e-mail: [email protected] www.biokal.it I prezzi delle abitazioni nel comples- so in Italia (fonte: Agenzia del Terri- torio) nel corso del 2009 sono calati del -0,7% mentre nelle 13 più grandi aree urbane il calo è stato molto più intenso e pari al -4,1%. Nelle città di dimensione immedia- tamente inferiore alle 13 grandi aree dei prezzi è stata comunque signifi- cativa e pari al -3,7%. Questi andamenti più negativi nel- le maggiori città e molto attenuati nei comuni più piccoli costituiscono una caratteristica che si è prodot- ta anche in passato, ovvero quella della volatilità più accentuata dei Osservatorio immobiliare Nomisma (segue a pag.2) Nei cinque giorni di Progetto Fuoco, i visitatori in Fiera a Verona della 7^ Mostra internazionale di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustio- ne di legna sono stati oltre 67.000, 48.000 circa gli operatori profes- sionali (+25%) che hanno avuto una giornata in più a loro disposizione e 19.000 circa i privati interessati al riscaldamento a pellet o a legna. Mai come quest’anno Progetto Fuo- co ha rappresentato una risposta professionale e qualitativa alla crisi e all’esigenza di cambiamento delle abitudini pubbliche e private in fatto di salvaguardia dell’ambiente. Sono tante le novità presenti in Fiera, frutto di ricerche e di innovazione. Per le stufe dalla Francia il “caminet- to che si muove”, unico al mondo, che si può trasferire da una stanza all’altra (se i pavimenti sono dotati di un sistema di aspirazione fumi), dall’Austria la stufa più silenziosa del mondo (con motoriduttore che gira in continuo), sempre dall’Austria la prima caldaia murale a pellet (7 kW di potenza e aspirazione automatica). Progetto fuoco, successo di pubblico Le novità e le innovazioni Dall’Italia una novità brevettata vie- ne da Conegliano (TV) ed è una stu- fa da incasso a variazione cromatica (il telecomando cambia colori, gra- dazioni, intensità e crea effetti flash e stroboscopici); sempre da Cone- gliano una delle stufe più sottili al mondo, profonda solo 25 cm. Un nuovo brevetto cremonese riguarda invece la diffusione diffe- renziata dell’aria calda nelle varie stanze: collegabile al termocamino e gestito col telecomando, il siste- ma umidifica e profuma l’aria con essenze naturali. Da Cremona il “tubo furbo” che, applicato alla stufa tradizionale, me- diante due elettroventilatori cana- lizza il calore nelle stanze vicine. Da Avellino la nuova biostufa, no- vità 2010, dal braciere autopulente per pellet, legna, mais o altri prodot- ti granulari; da Bolzano la prima ter- mostufa a tiraggio naturale e fiamma inversa che grazie a due camere di combustione abbassa drasticamente le emissioni in atmosfera e realizza rese molto alte; da Caserta infine l’unica termostufa a pellet che riscal- da l’acqua sanitaria fino a 40 gradi anche quando l’impianto è spento. Tra le caldaie si sono visti: dall’Au- stria l’anteprima mondiale della prima caldaia murale a pellet, con sistema di caricamento ad aspira- zione automatizzato (da 7 kW); da Brescia il bruciatore applicabile al posto di quello tradizionale, da Pa- dova i grandi impianti a cippato da 8 megaWatt di calore; dall’Austria la centrale termica prefabbricata che può raggiungere i 224 kW; da Co- senza la centrale termica mobile per fornire calore in affitto ad alberghi e edifici pubblici o privati. Molte le caldaie che integrano l’energia elet- trica prodotta dai pannelli solari a quella termica ottenuta bruciando pellet o legname. Borea&Beltrami, in 800 a Mostra Convegno 2010 E’ ora di partire! Anche quest’anno il Gruppo Borea, leader nel settore idrotermosanita- rio, ha accompagnato, venerdì 26 marzo, 800 installatori in visita alla Mostra Convegno Expoconfort di Milano. La tradizionale visita dei clienti Bo- rea a Mostra Convegno, che si è al- largata con piacere ai neo acquisiti clienti Beltrami-gruppo Borea, ha visto svolgersi la serata presso l’af- fascinante Villa San Carlo Borromeo di Senago, con un intrattenimento marchiato Zelig! Slogan della serata “E’ ORA DI PAR- TIRE!”…scoprirete perché. Diciotto pullman sono partiti da tut- ta la Liguria, Emilia Romagna e Vene- to con destinazione Mostra Conve- gno, Polo Fieristico di Milano-Rho. Durante la visita, gli installatori sono (segue a pag.2) Arricchisci la tua biblioteca professionale EDIZIONE NAZIONALE urbane (Bari, Bologna, Cagliari, Ca- tania, Firenze, Genova, Milano, Na- poli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia) mentre nelle così dette città intermedie (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Ta- ranto, Trieste e Verona) la riduzione prezzi che è normalmente più forte nei grandi comuni rispetto a quelli piccoli. Le previsioni, per quanto riguarda l’Italia, sono che i prezzi resteran- Gli impianti domestici Certificazione e contenimento energetico PAGG. 6, 7 Il mercato immobiliare è debole Prospettive produttive e commerciali Il mercato del pellet in Italia PAG. 8 PAG. 11 DIAMO CALORE E SICUREZZA

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Rivista periodica per il settore idrotermosanitario

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Idrosanitaria - 2/2010. Edizione Nazionale. Multiplex Editrice. Aut. Trib. RE n° 1030 del 28/02/2001

Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - 70% - DCB - Reggio Emilia

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Tel. 0522 683219 - 0522 272776Cell. 335 344280

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I prezzi delle abitazioni nel comples-so in Italia (fonte: Agenzia del Terri-torio) nel corso del 2009 sono calati del -0,7% mentre nelle 13 più grandi aree urbane il calo è stato molto più intenso e pari al -4,1%.Nelle città di dimensione immedia-tamente inferiore alle 13 grandi aree

dei prezzi è stata comunque signifi-cativa e pari al -3,7%.Questi andamenti più negativi nel-le maggiori città e molto attenuati nei comuni più piccoli costituiscono una caratteristica che si è prodot-ta anche in passato, ovvero quella della volatilità più accentuata dei

Osservatorio immobiliare Nomisma

(segue a pag.2)

Nei cinque giorni di Progetto Fuoco, i visitatori in Fiera a Verona della 7^ Mostra internazionale di impianti e attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustio-ne di legna sono stati oltre 67.000, 48.000 circa gli operatori profes-sionali (+25%) che hanno avuto una giornata in più a loro disposizione e 19.000 circa i privati interessati al riscaldamento a pellet o a legna.Mai come quest’anno Progetto Fuo-co ha rappresentato una risposta professionale e qualitativa alla crisi e all’esigenza di cambiamento delle abitudini pubbliche e private in fatto di salvaguardia dell’ambiente.Sono tante le novità presenti in Fiera, frutto di ricerche e di innovazione. Per le stufe dalla Francia il “caminet-to che si muove”, unico al mondo, che si può trasferire da una stanza all’altra (se i pavimenti sono dotati di un sistema di aspirazione fumi), dall’Austria la stufa più silenziosa del

mondo (con motoriduttore che gira in continuo), sempre dall’Austria la prima caldaia murale a pellet (7 kW di potenza e aspirazione automatica).

Progetto fuoco, successo di pubblico

Le novità e le innovazioni

Dall’Italia una novità brevettata vie-ne da Conegliano (TV) ed è una stu-fa da incasso a variazione cromatica (il telecomando cambia colori, gra-dazioni, intensità e crea effetti flash e stroboscopici); sempre da Cone-gliano una delle stufe più sottili al mondo, profonda solo 25 cm. Un nuovo brevetto cremonese riguarda invece la diffusione diffe-renziata dell’aria calda nelle varie

stanze: collegabile al termocamino e gestito col telecomando, il siste-ma umidifica e profuma l’aria con essenze naturali. Da Cremona il “tubo furbo” che, applicato alla stufa tradizionale, me-diante due elettroventilatori cana-lizza il calore nelle stanze vicine. Da Avellino la nuova biostufa, no-vità 2010, dal braciere autopulente per pellet, legna, mais o altri prodot-ti granulari; da Bolzano la prima ter-mostufa a tiraggio naturale e fiamma inversa che grazie a due camere di combustione abbassa drasticamente le emissioni in atmosfera e realizza rese molto alte; da Caserta infine l’unica termostufa a pellet che riscal-da l’acqua sanitaria fino a 40 gradi anche quando l’impianto è spento.Tra le caldaie si sono visti: dall’Au-stria l’anteprima mondiale della prima caldaia murale a pellet, con sistema di caricamento ad aspira-zione automatizzato (da 7 kW); da Brescia il bruciatore applicabile al posto di quello tradizionale, da Pa-dova i grandi impianti a cippato da 8 megaWatt di calore; dall’Austria la centrale termica prefabbricata che può raggiungere i 224 kW; da Co-senza la centrale termica mobile per fornire calore in affitto ad alberghi e edifici pubblici o privati. Molte le caldaie che integrano l’energia elet-trica prodotta dai pannelli solari a quella termica ottenuta bruciando pellet o legname.

Borea&Beltrami, in 800 a Mostra Convegno 2010

E’ ora di partire!Anche quest’anno il Gruppo Borea, leader nel settore idrotermosanita-rio, ha accompagnato, venerdì 26 marzo, 800 installatori in visita alla Mostra Convegno Expoconfort di Milano.La tradizionale visita dei clienti Bo-rea a Mostra Convegno, che si è al-

largata con piacere ai neo acquisiti clienti Beltrami-gruppo Borea, ha visto svolgersi la serata presso l’af-fascinante Villa San Carlo Borromeo di Senago, con un intrattenimento marchiato Zelig!Slogan della serata “E’ ORA DI PAR-TIRE!”…scoprirete perché.Diciotto pullman sono partiti da tut-ta la Liguria, Emilia Romagna e Vene-to con destinazione Mostra Conve-gno, Polo Fieristico di Milano-Rho. Durante la visita, gli installatori sono

(segue a pag.2)

Arricchiscila tua bibliotecaprofessionale

EDIZIONE NAZIONALE

urbane (Bari, Bologna, Cagliari, Ca-tania, Firenze, Genova, Milano, Na-poli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia) mentre nelle così dette città intermedie (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Ta-ranto, Trieste e Verona) la riduzione

prezzi che è normalmente più forte nei grandi comuni rispetto a quelli piccoli.Le previsioni, per quanto riguarda l’Italia, sono che i prezzi resteran-

Gli impianti domestici

Certificazione econtenimento energetico

PAGG. 6, 7

Il mercato immobiliare è debole

Prospettive produttive e commerciali

Il mercatodel pellet in Italia

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DIAMO CALORE E S ICUREZZA

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2 IdrosanI arIaT

Osservatorio immobiliare

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no deboli ancora per tutto il 2010 e solo nel 2011 torneranno in terri-torio positivo, seguendo la dinamica di recupero che USA e Inghilterra stanno anticipando.Il mercato delle abitazioni non è però un insieme omogeneo, ma al suo interno abbiamo sostanzialmen-te due segmenti molto differenziati, due segmenti che si evidenziano particolarmente. Quello degli im-mobili di qualità per i quali, anche in un contesto difficile come quello at-tuale, vi è una domanda pur sempre significativa e quello degli immobili senza qualità per i quali la domanda è pressoché inesistente.Il segmento a domanda vivace è co-stituito da:- abitazioni di qualità in edifici energy saving con certificazione energetica elevata, dotate di parcheggi, servizi, verde ecc. e ben localizzate;- abitazioni in edifici di pregio e in posizioni di pregio, sovente nei cen-tri storici ma, anche, in edifici di qua-lità architettonica;- abitazioni di pregio in località turi-stiche di grande appeal;- abitazioni, uffici e negozi locati con un rendimento di mercato e inquilini solvibili in una ubicazione con do-manda di locazione significativa;- edifici interi e locati con rendimen-to di mercato destinati ad attività economiche (uffici, centri commer-ciali, capannoni industriali e logistici) specie se ubicati in mercati liquidi (normalmente nelle grandi aree ur-bane);- palazzi ad uso ufficio o misto, locati, ubicati nelle posizioni urbane di pre-gio (in posizione centrale).In sintesi, tutti i mercati che hanno a denominatore comune la qualità nelle sue diverse declinazioni, strut-turali, prestazionali, localizzative, lo-cative ecc.Viceversa un segmento a domanda particolarmente debole è quello di:- abitazioni di bassa qualità, normal-mente in edifici mal ubicati e peri-ferici;- edifici e immobili per le attività economiche non locati o anche lo-cati ma in ubicazioni marginali;- immobili in località turistiche di scarso pregio e scarsa qualità am-bientale;- operazioni di sviluppo di bassa qua-lità architettonica ed ambientale.Complessivamente il mercato espri-me, comunque, una rigidità sostan-

Abitazioni nuove -3,7

Abitazioni usate -3,5

Uffici -3,3

Negozi -4,0

Capannoni -3,2

Box o garage -3,4

Fonte: Nomisma

13 città intermedie Variazioni percentuali annuali

dei prezzi degli immobili

Settori 2009

Residenziale 609

Terziario 16

Commerciale 38

Produttivo 12

Non Residenziale 66

Totale 675

Fonte: Agenzia del Territorio

Numero di compravendite di immobili residenziali

e non residenziali in Italia (valori assoluti in migliaia .000)

ziale dei prezzi che restano stabili o calano di pochi punti percentuali, mentre l’aggiustamento è avvenuto soprattutto dal lato delle quantità dove il numero complessivo di abi-tazioni compravendute crolla nel giro di 3 anni di quasi 250.000 unità ed oggi raggiunge poco più di 600 mila compravendite annue.La riduzione dei volumi è attestata, nel 2009, da un -9,4% degli investi-menti in costruzioni e da un -18,1% del valore delle compravendite.Il significato economico di questa riduzione dei valori è in un ammon-tare di investimenti in costruzioni che dal 2007 ad oggi cala di circa 10 miliardi di euro e in un ammontare di compravendite che cala addirittu-ra di circa 45 miliardi di euro.In termini occupazionali si può sti-mare una perdita complessiva di 200 mila unità di lavoro ripartite fra circa 150 mila nelle costruzioni e 50 mila nel settore dei servizi immobiliari.Anche il settore delle locazioni sof-fre per via della debolezza della si-tuazione macroeconomica con una riduzione dei canoni di locazione più

In senso orario: i premiati; la torta; i partecipanti

forte rispetto a quella dei prezzi e di una conseguente riduzione della redditività degli immobili.La debolezza del mercato è testi-moniata dalla lunghezza dei tempi di vendita e di locazione oltre che dall’aumento degli sconti applicati sui prezzi richiesti in sede di conclu-sione dei contratti e delle pratiche di free rent (senza canone di affitto), tipiche dei settori degli immobili commerciali, anche per periodi si-gnificativamente lunghi.Ha svolto un ruolo positivo di so-stegno alla domanda la riduzione dei tassi di interesse nel corso del 2009 con un effetto su una rata tipica di mutuo che passa da 821 euro a 704 euro (-15%) mentre l’ammontare complessivo delle erogazioni co-munque cala.Nel terzo trimestre del 2009 (ulti-mo dato disponibile di fonte Banca d’Italia) prosegue il calo delle ero-gazioni di mutui destinati all’acqui-sto di immobili, anche se l’intensità del calo esprime un rallentamento del fenomeno. Le compravendite di abitazioni effettuate da persone fisiche accompagnate da mutuo am-montano a 242.544, in calo di quasi 30.000 rispetto all’anno precedente (-10,8%), corrispondenti a circa 3,8 miliardi di euro in meno immes-si sul mercato rispetto al 2008. Le compravendite con mutuo costitui-scono il 42,7% del totale (relative a persone fisiche), quando nel 2006 tale quota era del 48%.Nei primi mesi del 2009 le eroga-zioni di mutui per l’acquisto di abi-tazioni sono diminuite del 14,9%, e si prevede che per il 2009 la flessione si attesti sul 13%, il che equivarrebbe a 7.600 milioni di Euro in meno ri-spetto alle erogazioni del 2008. Nel periodo della crisi le compravendite di case diminuiscono del 28,4%, ma molto più consistente è la diminu-zione del finanziamento (-44,1%).Il debito medio per ogni compra-vendita diminuisce del 22% mentre cresce corrispondentemente il capi-tale proprio che viene impiegato.Il quadro che emerge è quello di un mercato in cui le famiglie accedono alla casa grazie alla disponibilità di risparmio accumulata, mentre il so-stegno complessivo da parte delle banche diminuisce.Poiché le compravendite di case assistite da mutuo rappresentano il 42,7% del totale, il capitale medio effettivamente erogato per unità abitativa ammonta a 129.354 Euro, ovvero il 69% del costo dell’abita-zione.

stati omaggiati di una pratica borsa a tracolla gialla marchiata Borea ed hanno potuto divertirsi partecipan-do al gioco “Segui il percorso.. .e” recandosi presso gli Stand parteci-panti all’iniziativa e facendosi siglare una cartolina di gioco in loro pos-sesso che permetteva di ricevere omaggi targati Gruppo Borea.Hanno dunque potuto assaporare le fantastiche ambientazioni dei forni-tori partners, Ariston - Baxi - Caleffi - Irsap - Teknoenergy: passando dal mondo del Far West presso lo stand Ariston alla scalata di un gigantesco radiatore allo stand Irsap.Terminata la visita in fiera, tutti a Villa Borromeo, dimora storica ri-salente al XIV secolo, nelle cui sale, caratterizzate da opere d’arte ori-ginali mobili antichi ed affreschi, i clienti hanno avuto modo di gustare l’aperitivo. La cena ha avuto inizio con un ca-loroso benvenuto del Dott. Claudio Borea e del Dott. Giovanni Ripa-monti - national brands & sales di-rector del Gruppo Vaillant in Italia, azienda partner che ha contribuito alla realizzazione di questo grande

E’ ora di partire!

(continua da pag.1)

ed importante evento!Luci soffuse ed ecco apparire diret-tamente da Zelig la spumeggiante Teresa Mannino che con la sua ver-ve ha saputo strappare numerosi applausi e sorrisi dei presenti.E sempre con il contributo di Teresa sono stati premiati i tre vincitori del gioco “Segui il percorso..e” e sono stati omaggiati altri ben cinque

installatori presenti. Tra questi due partecipanti di Ge-nova e Savona si sono aggiudicati due eleganti Rolex.Per concludere, una dolcissima torta aziendale ed un brindisi di ringrazia-menti e di saluti a tutti i partecipanti. Appuntamento dunque alla prossi-ma edizione della Mostra Convegno Expocomfort 2012!

A MCE - Mostra Convegno Expocomfort

SOFFIA IL VENTODELLA RIPRESA

Confermando le previsioni della vigilia, MCE - Mostra Convegno Expocomfort ha chiuso i battenti con un successo di pubblico e un ritrovato ottimismo in vista della ripresa. L’edizione 2010 ha fatto registrare oltre 150 mila operatori professionali, con un’elevata parteci-

pazione degli stranieri, soprattutto provenienti dai paesi europei (Francia, Germania, Grecia, Spagna e Svizzera) e del Mediterraneo (Algeria, Israele, Marocco, Tunisia e Turchia), oltre a Cina e Russia. Per quanto concerne l’Italia, è stata riscontrata una copertura uni-forme di tutto il territorio. Molto positivo il clima riscontrato tra i padiglioni: gli espositori si sono detti particolarmente soddisfatti per i contatti di business sviluppati durante la manifestazione, e in generale, per l’interesse dimostrato dai visitatori verso i prodotti esposti caratterizzati da un elevato livello di innovazione e improntati a una drastica ridu-zione dei consumi. Per Massimiliano Pierini, Exhibition Director MCE, “questi risultati confermano il ruolo centrale ricoperto dalla manifestazione nel mercato dell’impiantistica civile, industriale e della climatizzazio-ne. Il ritrovato ottimismo è la medicina migliore per intercettare i primi venti di ripresa e porre le basi per gli accordi commerciali da concludere nei prossimi mesi”. Positivo anche il bilancio dell’attività convegnistica, da sempre tratto distintivo di MCE, e degli eventi organizzati nell’ambito di Next Energy. Molto apprezzata la novità Showroom Stereo3D che ha proposto la tecnologia di punta applicata al mondo del bagno. Fondamentale per la buona riuscita della manifestazione è stata la collaborazione delle associazioni di settore. Anche questa edizione di Mostra Convegno Expocomfort ha di-mostrato l’importanza del settore idrotermosanitario e della cli-matizzazione per il Made in Italy. Le migliaia di operatori presenti hanno avuto molti e buoni contatti, con una positiva affluenza di buyer stranieri: è questo un segnale importante. L’organizzazione è già al lavoro per la prossima edizione, in pro-gramma nel marzo del 2012.

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3IdrosanI arIaT

Quello del materiale da installazione è un settore delicato e complesso, regolamentato da numerose dispo-sizioni di legge e direttive comunita-rie, che coinvolgono oltre al singolo prodotto l’impiego che ne verrà fat-to all’interno di un impianto. Sta all’abilità dell’installatore profes-sionista sapersi muovere nel modo corretto e scegliere i prodotti adat-ti. Ha ormai venti anni la legge 46, relativa alla sicurezza degli impianti, che stabilisce: le imprese installatrici sono tenute ad eseguire gli impian-ti a “regola d’arte” utilizzando allo scopo materiali parimenti costruiti a regola d’arte. Riscaldare un bagno, installare asciu-gamani o asciugacapelli non è cosa da poco. Innanzitutto in un bagno, sia si trovi in un albergo o in un’abi-tazione, ci sono spruzzi d’acqua e umidità. Da una statistica del Censis emerge che l’11,2% della popolazio-ne italiana usa abitualmente appa-recchi elettrici (phon, radio, rasoio, …) anche quando è ancora bagnata, mentre il 10,9% spegne generalmen-te i propri elettrodomestici tirando il filo dalla presa. Le mani in bagno sono spesso bagnate ed è anche per questo motivo che le norme di sicu-rezza degli impianti elettrici suddivi-dono lo spazio in zone di rischio.Sopra la vasca da bagno, il piatto doccia o il lavandino (sino a 2,25 m di altezza) non si possono installa-re apparecchi elettrici. Entro 60 cm dalla vasca o dal lavandino i prodot-

ti elettrici devono essere protetti contro gli spruzzi d’acqua (IPX4) ed essere classe II per quanto concerne l’isolamento.Oltre questa seconda fascia ed en-tro i 2,4 m è sempre richiesta la protezione IPx4, ma sono ammessi anche prodotti in classe I.Queste le indicazioni della norma-tiva vigente, ma capita spesso di

Qualità intrinseche dei prodotti

Installare lasicurezza in bagno

esiste ma è il Censis a mettere in guardia su alcune categorie di pro-dotti come phon, scaldini o piccoli elettrodomestici, che vengono ven-duti a prezzi estremamente bassi: “… Basti solo pensare che nell’an-no appena trascorso, la Direzione generale per l’armonizzazione del mercato e la tutela dei consumatori del Ministero delle Attività produtti-ve ha ricevuto circa 300 segnalazioni di prodotti pericolosi da associazio-ni di consumatori, imprenditori, ed altre categorie: per circa la metà di questi è stato pure avviato il proce-dimento amministrativo. L’offerta di prodotti a bassa qualità va peraltro sempre più aumentando, non solo perché aumenta l’orientamento a risparmiare nei consumi da parte di alcuni segmenti di popolazione (ad esempio gli anziani)…, ma soprat-tutto perché crescono le importa-

Le zone circostanti alla vasca o al piatto doccia di suddividono, in funzione della perico-losità, in:- zona 0: volume interno alla vasca da bagno o al piatto doccia;- zona 1: è la zona delimitata dalla superficie verticale circoscritta alla vasca o al piatto doccia, per una altezza di 2,25 m;- zona 2: è la zona compresa fra la zona 1 e una superficie verticale parallela alla super-ficie di delimitazione della zona 1, distante 0,6 m, per un’altezza di 2,25 m;- zona 3: è la zona compresa fra la zona 2 e una superficie verticale parallela alla super-ficie di delimitazione esterna della zona 2, distanza 2,4 m per un’altezza di 2,25 m.

zona 0

zona 1

zona2

zona 3

2,25m

2,4m

0,6m

zioni a basso costo da Paesi, i cui prodotti risultano molto frequente-mente non a norma sotto il profilo della sicurezza, o peggio, riportano marchi di qualità contraffatti”.L’installatore professionista, per for-nire un impianto a “regola d’arte” deve valutare e riconoscere, rispet-to ad altri, prodotti con le necessarie qualità senza mai dimenticare quali requisiti essi debbano avere per poter posizionarsi tranquillamente in quei 60 cm che fanno davvero la differenza.

trovare negli alberghi asciugacapelli fissati a parete che non dovrebbero trovarsi dove li si sta usando. Nella maggior parte dei casi sul filo della corrente c’è un’etichetta vistosa che dice di non usare il prodotto vicino al lavandino. Ma eccolo là il prodotto tassellato a lato dello specchio, pro-prio entro quei 60 cm dove potreb-bero entrare solo i prodotti IPX4.I prodotti ammessi in questa zona ci sono e sono accessibili anche come costo. E’ importante scegliere un apparecchio adeguato, la tecnologia

Flessibile Docciamix di Parigi Industry: ha le massime

certificazioni mondiali

Docciamix è il flessibile ideale per i rubinetti con doccetta estraibile pull-out installati sui lavelli delle cucine. Come molti altri articoli della gamma Parigi, Doc-ciamix rientra nel pro-gramma dell’azienda di ottenimento delle massi-me certificazioni mondia-li del settore, a garanzia dell’alta qualità del pro-dotto offerto. Attualmente Docciamix è certificato dal DVGW secondo le norme W543, W270 e KTW classe A in Germania, dal CSTBat in Francia

dove è stato approvato an-che secondo i regolamenti ACS, dal KIWA olandese, dal SITAC svedese, dall’ETA (VA) danese, mentre è pros-simo al conseguimento NSF 61 U.S.A. e WRAS inglese.Grazie al raccordo antitor-sione brevettato e dispo-nibile su richiesta, non si attorciglia mai e mantiene durante il suo utilizzo ele-vatissime caratteristiche di maneggevolezza.

- Tubo interno atossico approvato, disponibile per questa appli-

cazione nei seguenti diametri: DN 6-8-10

- Treccia esterna nylon o acciaio inossidabile

- Rivestimento esterno: rivestimento esterno in PVC trasparente

su richiesta

- Raccordi: CW 614N o Cuphin®

- Bussole: acciaio inossidabile

- Pressione d’esercizio: 6 bar se la treccia è richiesta interamente

in nylon, 10 bar se la treccia è in acciaio inossidabile

- Temperatura d’esercizio:

-5+80°C (nylon), -5 +90°C (inox)

- Temperatura ambiente d’installazione: -5+50 °C

DATI TECNICI

PARIGI

Page 4: Idrosanitaria Nazionale

4 IdrosanI arIaT

Per impianti a pavimento radiantiCollettori e componenti

La crisi finanziaria sta penaliz-zando la maggior parte dei Paesi del mondo e, se a questa, si som-ma la pressione concorrenziale dei Paesi orientali, il risultato vede le Aziende costruttrici di manufatti essere messe a dura prova e costrette a rivedere pro-fondamente le loro strategie di produzione e le programmazio-ni di breve e medio termine per superare la forte battuta d’arre-sto in atto. Il settore edilizio, al quale l’atti-vità di Aquatechnik si rivolge, fa parte di quelli che hanno subìto

maggiormente il calo di doman-da e criticità finanziarie senza precedenti.L’acquisto di abitazioni e altri strutture immobiliari rappre-senta un investimento a forte rischio di indebitamento, dovu-to anche all’aumento dei costi delle materie prime e della ma-nodopera specializzata. Le me-desime valutazioni valgono per lavori di recupero o di ristruttu-razione di ambienti già esisten-ti; la crisi di un settore strategi-co come il building ha pesato e pesa su tutta l’economia nazio-nale. Anche Aquatechnik si è im-pegnata a cercare soluzioni che potessero contenere gli effetti di contrazione delle commesse di lavoro, innovando e perfezio-nando la propria gamma di pro-dotti con l’inserimento di mate-riali a costi più economici.In questi ultimi due anni il pro-gramma delle raccorderie sa-fety si è notevolmente arricchi-to con interessanti elementi per consentire nuove e più diffuse applicazioni. Stiamo parlando della serie valurapid in PA-M (colore nero). Lo studio e la ricerca nel set-tore dei polimeri ad alta resi-stenza termica ha consentito di realizzare la serie di collettori modulari in poliammide (PA), che ricalca le medesime quote e particolarità della ormai col-laudata serie in PPSU ad ecce-zione del fatto che la nuova se-rie è interamente dedicata agli impianti di riscaldamento con corpi scaldanti e a pavimento radiante nella versione inverna-le e per il raffrescamento estivo: i moduli sono identici a quelli delle raccorderie safety e si in-stallano con le stesse tecniche di assemblaggio.Uniche varianti degne di nota sono i costi molto contenuti ed il campo di impiego che si restringe ai soli impianti in cui non deve circolare acqua pota-bile per consumo umano: è un limite imposto dal materiale di base.

AQUATECHNIK

Questa nuova serie di collet-tori è già disponibile sul mer-cato e gli utilizzatori possono usufruire dei corpi singoli per eseguire l’assemblaggio a pia-cere, oppure acquistare i mo-duli preassemblati in azienda e già installati nelle cassette di al-loggiamento da incassare nella muratura.La gamma è disponibile nei dia-metri 26 e 32 mm con uscite ai circuiti di riscaldamento nei diametri 16 e 20 mm e una ver-sione speciale con eurocono per collegamento a tubi multi-

strato e monostrato di materiale plastico.I diversi moduli hanno una filet-tatura che consente il montag-gio di elementi di regolazione: valvole a spillo con testine elet-triche, detentori o misuratori di flusso e altri corpi compatibili.Lo scopo di questa nuova serie è favorire il risparmio economi-co sui costi complessivi dell’im-pianto senza penalizzare le pre-stazioni e l’affidabilità.Il riscontro avuto finora dai mercati, in cui questi colletto-ri sono in distribuzione, è stato estremamente positivo, sia per le quantità richieste sia per la soddisfazione degli utilizzatori, che stanno apprezzando lo sfor-zo dell’azienda Aquatechnik nel fronteggiare le difficoltà di que-sti periodi con prodotti di eccel-lenza, senza compromissioni di sorta.

Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani

Primavera 2010

Redazione e pubblicità: MULTIPLEX

Via Monti Urali, 5642100 Reggio Emilia RETel. 0522 334094 - Fax 0522 393560E-mail: [email protected]

In redazione:Stefania Saldi Loredana BertolaniAlessandra AleottiManuela Adorni

Stampa: Visual Project ScrlZola Predosa (BO) Italy

Ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. 196/2003 che riunisce in unico contesto la Legge 675/96 e gli altri decreti legislativi, regolamenti e codici deontologici Multiplex dichiara che le liste, usa-te per l’invio in abbonamento postale del gior-nale Idrosanitaria, provengono da pubblichi elenchi, conoscibili da chiunque, e che il tratta-mento dei dati in esse contenuti (art. 12) non necessita del consenso dell’interessato potrà chiedere l’aggiornamento, lo verifica o la can-cellazione dei suoi dati in ogni momento, scri-vendo al titolare dell’archivio c/o: Multiplex - via Monti Urali, 56 - 42100 Reggio Emilia RE

IdrosanI arIaT

Forte di 35 anni di esperienza che hanno fatto di DAB Pumps un brand riconosciuto per la qualità delle sue elettropompe per acqua e del suo servizio presso clienti in tutto il mondo (si pensi che conta ben 9 filiali estere: USA, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Spagna, Russa, Cina e Sudafrica), l’azienda ha deciso di puntare tutto sul futuro. Nel 2009 si è andato infatti a com-pletare un percorso di acquisizioni, iniziato all’alba degli anni 2000, che ha portato DAB a diventare centro di gravitazione per le aziende, acquisi-te negli anni, rappresentate dai brand Leader, Alma, Brisan, Tesla e Wacs. Nasce così DWT GROUP: Dab Water Technology. Una galassia di 6 aziende che fondono le loro sto-rie e le loro eccellenze in un unico gruppo destinato a diventare il ri-ferimento nel mercato della movi-mentazione dell’acqua. Con la costituzione del DWT GROUP avvenuta a fine 2008, DAB non è più unicamente un produtto-re di pompe di qualità, ma diventa un gruppo che sviluppa una nuo-

va tecnologia integrata dell’acqua. È stata infatti ampliata la propria of-ferta nei segmenti del “fai da te”, del drenaggio industriale e dell’agricoltu-ra senza dimenticare il progresso de-gli ultimi anni nel mercato dei motori per pompe sommerse e delle soluzio-ni elettroniche per i propri prodotti. Non solo. DWT GROUP, assieme al-l’offerta completa e dedicata di pro-

Da pianeta DAB a galassia DWT

Big bangdotti per applicazioni domestiche e professionali, garantisce infatti ai clienti un’assistenza totale pre e post vendita tramite una rete nazionale di agenti, centri assistenza tecnica e una copertura internazionale del merca-to grazie alla propria rete capillare di filiali e di distributori. In un settore in cui sempre più lo sviluppo di nuove tecnologie e siste-mi in grado di attuare un efficiente risparmio energetico mantenendo alti standard a livello di performan-ce, queste acquisizioni denotano il livello di avanguardia che DWT GROUP ha raggiunto per affrontare con successo le sfide del futuro pro-seguendo la strada tracciata da DAB fin dal 1975.

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5IdrosanI arIaT

Il servizio di conciliazione delle Ca-mere di Commercio è un metodo di risoluzione delle controversie tra imprese e consumatori alternativo a quella giudiziale. Grazie a questo strumento è pos-sibile risolvere controversie sorte tra imprese e consumatori in modo semplice e rapido, con la finalità di arrivare ad un’amichevole compo-sizione dei contrasti risolti e ot-temperando alla legge 580 del 1993 sul servizio conciliazione rivolto sia a privati cittadini che a imprese e consumatori. Le parti coinvolte possono trovare di comune accordo una soluzione che metta fine alla lite avvalendosi dell’aiuto di un terzo neutrale e im-parziale: il conciliatore.Costui è un professionista iscrit-to all’elenco tenuto dalle Camere di Commercio, formato in base a standard nazionali definiti da Union Camere tramite corsi articolati su

vari livelli (fino ad oggi i conciliatori formati sono circa 6000, di cui 1088 solo nell’anno 2007). Egli presenta una serie di servizi ed indicazioni per illustrare il tentativo di conciliazione, un procedimento che svolge sulla base di un regola-mento unico a livello nazionale. Le parti possono giungere al tavolo di conciliazione in comune accordo quando tale tentativo è previsto dal-la clausola contenuta nel contratto oggetto della controversia di conci-liazione.Per avviare la procedura è sufficien-te compilare il modulo della doman-da, disponibile presso gli uffici delle camere di Commercio, sul quale indicare chi sono le parti e qual è il problema, e consegnarlo in segrete-ria. L’ufficio provvederà quindi a con-tattare l’altra parte ed organizzerà la procedura, a patto che quest’ultima accetti. L’accordo, una volta sottoscritto, ha

Conciliazione nelle Camere di Commercio

Come risolvere le controversie

valore contrattuale.Sono molti i vantaggi offerti da que-sto strumento alternativo alla giusti-zia ordinaria, come la rapidità (spes-so le cause commerciali arrivano a durare anche diversi anni) e il distac-co dai vincoli formali e burocratici richiesti dal sistema giudiziale. I costi della controversia sono va-riabili a seconda del valore e pub-blicati sul tariffario consultabile alla Camera del Commercio. Inoltre è garantita la riservatezza, in quanto chiunque partecipi al procedimento è tenuto a mantenere il segreto di ciò che ha appreso. Se si desidera, ci si può far assistere da un avvocato o da un consulente e, se il tentativo di conciliazione non riesce, è possibile ricorrere al giudice per le successive azioni giudiziarie.Il conciliatore conduce l’incontro senza formalità di procedura, sen-tendo le parti congiuntamente e separatamente presso gli uffici del-la Camera di Commercio o presso una sede scelta dai diretti interessa-ti. Solo in casi particolari viene in-dividuato un consulente tecnico da affiancare al conciliatore, qualora le parti siano favorevoli. Tutti i vari oneri fiscali derivanti dal-l’accordo raggiunto restano a carico delle parti.

Claudio FerrettiConsulente Tecnico CTU

Perito Accertatore

Prevenire e combattere la contaminazione biologica negli

impianti a pannelli radianti

Questa case history dimostra l’efficacia dell’azione di un bio-cida di ultima generazione qua-le Sentinel X700 nell’eliminare tutti gli inconvenienti dovuti alla crescita di organismi quali batteri e funghi negli impianti a pannelli radianti. Questi organi-smi possono seriamente com-promettere il corretto funziona-mento dell’impianto, causando problemi quali il blocco di tuba-zioni, collettori, valvole e scam-biatori di calore. Gli impianti possono sviluppare odori sgra-devoli o soffrire della corrosio-ne dei componenti metallici.In un impianto in appartamen-to privato con caldaia a conden-sazione e pannelli radianti a pa-rete di produttori di prima qua-lità, 300 litri di volume totale, si verificava un continuo intasa-mento dei filtri. L’impianto ha dato problemi, sin dalla sua par-tenza, per ben 2 anni. Da segnalare inoltre che la fan-ghiglia presente, oltre ad intasa-re i filtri, aveva otturato comple-tamente alcuni pannelli radian-ti, tanto da rendere impossibile al proprietario localizzarli in base al calore emesso dal muro.L’analisi: un campione dell’ac-qua di riempimento ed uno di

SENTINEL

ma fase la carica era superiore a quella dell’acqua usata per il riempimento ma non in manie-ra eccessiva. Dopo circa un’ora di circolazione con X700, la ca-rica batterica è aumentata dra-sticamente: sintomo che il pro-dotto aveva “sgretolato” la mem-brana di biofilm creata dai bat-teri, portandoli in circolazione nell’acqua per poi ucciderli. Dopo questa fase, i batteri sono diminuiti rapidamente.Il risciacquo: dopo 4 ore l’im-pianto è stato svuotato per ri-muovere qualsiasi residuo che potesse essere rimasto dopo l’immissione di Sentinel X700. L’acqua che scaricava inizial-mente dall’impianto era molto scura e densa. Al termine delle operazioni di risciacquo l’ac-qua dell’impianto era perfetta-mente limpida e probabilmen-te anche potabile.Prevenzione di problemi fu-turi: per prevenire nuove con-taminazioni, l’impianto è stato riempito nuovamente con ac-qua ed è stato immesso 1 litro di Sentinel X700. L’acqua è stata fatta circolare per 30 minuti af-finchè Sentinel X700 venisse miscelato e distribuito in tutto il circuito, dove è stato lasciato.

acqua dell’impianto sono stati testati usando le dip-slide conte-nute nel Test Kit Sentinel BioCheck, il kit per analisi con-cepito per il corretto uso del Sanitizzante e Biocida Sentinel X700. Le dip-slide sono piastri-ne ricoperte di un gel che per-mettono di visualizzare chiara-mente l’entità della carica batte-rica dell’acqua.E’ risultato che l’acqua all’inter-no dell’impianto aveva un’ele-vatissima carica batterica che causava l’accumulo nelle ma-glie dei filtri di depositi, compo-sti da limo organico nato dalla proliferazione dei batteri. La decontaminazione: all’ac-qua in circolazione nell’impian-to a pannelli radianti è stato ag-giunto 1 litro di Sentinel X700 per pulire l’impianto. La con-centrazione di Sentinel X700 è stata misurata con le strisce rea-genti del Test Kit BioCheck. Il ri-sultato indicava che l’impianto conteneva la concentrazione minima richiesta.L’impianto è stato quindi fatto funzionare per 4 ore.Durante il lavaggio è stato prelevato ogni 30’ un campione d’acqua e la sua carica batterica è stata misu-rata con le dip-slide. In una pri-

Prevenzione in impianti nuovi: possiamo segnalare un’applicazione diversa, questa volta con un impianto nuovo: circa 200 litri di volume totale, impianto con caldaia a conden-sazione e pannelli radianti a pa-rete, sempre di produttori della miglior qualità. L’impianto era nuovo, mai avviato, ma l’acqua di riempimento presentava un’eccezionale carica batterica: in questo caso il trattamento al-l’avviamento ha evitato che gli stessi problemi del caso prece-dente si verificassero in tempi molto brevi. Queste esperienze dimostrano che il trattamento con un effica-ce biocida e sanitizzante è indi-spensabile quando l’impianto a pannelli radianti risulti intasato dalla proliferazione batterica, ma che anche in condizioni di normalità i batteri ci sono, e conviene tenerli sotto control-lo con il kit Sentinel X700 BioCheck. Sarebbe auspicabile che l’installatore che ha installa-to l’impianto nuovo, o che ha la-vato quello vecchio e contami-nato, facesse degli accertamenti periodici della carica batterica ben prima che si verifichi un calo sensibile del rendimento.

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6 IdrosanI arIaT

Da uno stralcio del regolamento di attuazione DPR 2 Aprile 2009 n° 59; G.U. n°132 10 Giugno 2009 si legge: omissis……“Si procede in sede progettuale alla de-terminazione dell’Indice di prestazione energetica per la climatizzazione inver-nale (EPi) ed alla verifica che lo stesso risulti inferiore ai valori limite che sono riportati nella pertinente tabella di cui l’allegato “C” al decreto legislativo.”Si riporta un’esemplificazione sulla determinazione dei consumi limite per unità immobiliari residenziali.La tabella n°1 è l’estensione della ta-bella allegato “C” del DPR 1.04.2009. I consumi per il riscaldamento rela-tivo alla stagione invernale è stabilito in kW/m2 anno ( kW/anno per ogni m2 di superficie netta calpestabile).Stabilito il consumo energetico se-condo la linea progettuale, portati a termine i disegni dell’impiantisti-ca tecnica (come per esempio, evi-denziato nella Figura1) necessitano delle operazioni di “regolazione” dell’impianto al fine di predisporre una corretta distribuzione del fluido termico. In termine tecnico detta operazio-ne si enuncia come “bilanciamento dell’impianto”, “regolazione del si-stema di distribuzione”.

Funzionamento degli impianti domestici

Certificazione e contenimento energetico S= superficie totale involucro esterno in m2

V= volume lordo dell’edificio in m3

Esempio:superficie esterna complessiva dell’involucro edilizio m2 430Volume loro dell’edificio m3 780 S/V = 430 / 862 = 0,498Località Catanzaro GG 1328 consumo limite kW/m2 anno = 38,6Appartamento condominiale m2 115Consumo annuo kW= 38,6 x 115 = 4439Considerando un costo kW 0,25 costo annuo compl. = max € 1109

CONSUMI ENERGETICI IN RELAZIONE ALLE LOCALITA’ DOVE RISULTA INSTALLATO L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO

kW /m2 anno

1° VALVOLE DI ZONA A 4 VIE

Regolazione manuale della valvola by-pass

valvola by-pass chiusa

MODALITÀ OPERATIVE DI CANTIERE:1 - Aprire completamente le valvole by-pass.2 - Disporre la chiusura del comando elettromeccanico n°2.3 - Disporre l’apertura del comando elettromeccanico n°1.4 - Accendere la caldaia, portarla alla temperatura di max di regime (es. 65°C). I radiatori del collettore n°1 si scaldano solo parzialmente.5 - Iniziare la chiusura del by-pass valvola n°2; terminare solo quando il radiatore più sfavorevole del collettore n°1 raggiunge la sua massima temperatura.6 - Spegnere la caldaia, lasciare raffreddare l’impianto.7 - Disporre la chiusura del comando elettromeccanico della valvo la n°1. 8 - Disporre l’apertura del comando elettromeccanico valvola n°2.9 - Accendere la caldaia, portarla alla temperatura di regime.

10 - Iniziare la chiusura del by-pass valvola n°1; terminare solo quando il radiatore più sfavorevole del collettore n°1 raggiunge la sua massima temperatura.11 - Spegnere la caldaia, impostare i cronotermostati delle singole zone.

L’impianto è pronto per il suo regolare funzionamento.

Dette operazioni devono di norma essere già indicate e presenti nel di-segni esecutivi. E’ bene, in ogni modo, che l’impre-sa installatrice prepari l’impianto secondo le indicazioni pratiche del produttore della componentistica tecnica, vanno confrontate dette regolazioni con le indicazioni che il Progettista dell’impianto ha riporta-to sul disegno: i valori si ritengono accettabili per differenze nell’intor-no del più o meno 5%. Per differen-ze che presentano valori superiori, si consiglia di consultare il Progettista.Con la regolazione dell’impianto si tende ad equilibrare tutte le resi-stenze (perdite di carico) fra i vari circuiti della distribuzione primaria (collettori di zona, corpi scaldanti).Dette regolazioni riguardano (limi-tandoci nell’attuale descrizione alle singole unità abitative con riscalda-mento autonomo):1. la regolazione delle valvole by-pass delle valvole di zona poste sui col-lettori;2. la regolazione delle valvole by-pass automatiche poste sul circuito pri-mario dell’impianto;3. la regolazione micrometrica dei corpi scaldanti attraverso i detentori.La valvola di by-pass automatica a 4

vie esplica le seguenti funzioni:A - consente di mantenere inaltera-ta la pressione dinamica dell’impian-to quando le valvole termostatiche si pongono in chiusura o sono in parte chiuse sui termosifoni: questa condizione non permette alcun affa-ticamento della pompa.B - mancando la valvola by-pass sul-l’impianto ne segue, di conseguenza, l’affaticamento della pompa con di-spersioni di corrente ( corrente va-gante) in ragione di circa 40...80 mA, condizione sufficiente per attivare la formazione di gas nell’impianto (per effetti elettrolitici con dissociazione dell’acqua quando la stessa è a con-tatto fra due componenti metallici diversi: Acciaio/Ottone; Acciaio/Al-luminio ecc.);C - mancando la valvola by-pass e, quando sull’impianto risulta presen-te il trattamento fisico dell’acqua (anticalcare magnetico), i compo-nenti di trasformazione dei carbo-nati tendono a formare una incro-stazione particolare. Con l’applicazione del collettore nella zona centrale dell’apparta-mento e l’utilizzo della tubazione Multistrato 16x2 (standard in que-ste applicazioni) la regolazione dei termosifoni è affidata solo e soltan-to ai detentori che possono assor-bire nel contesto tutte le perdite di carico in proporzione alla portata termica.Eseguite tutte le modalità operati-ve, precedentemente indicate, sarà possibile verificare la classe ener-getica di appartenenza dell’unità immobiliare verificandone i consu-mi energetici (rapportati al reale

confort ambiente). Ne segue che la certificazione energetica dell’edifi-cio può essere stabilita - dal punto di vista pratico - solo e soltanto dopo avere verificato lo stato di fatto dei consumi energetici in relazione al rendimento dell’impianto.La certificazione energetica degli edifici costituisce un “intervento separato dalla progettazione”; sia per gli edifici esistenti che di nuova costruzione.Nella Tabella 2 si evidenzia, avendo preso in considerazione la città di “Catanzaro”, come si identificano le classi energetiche in relazione al contenimento energetico rispetto al valore limite indicato nella Tabella 1.Il salto di qualità è particolarmente importante. Detto contenimento energetico si può solo raggiungere, oltre alla corretta coibentazione termica dell’involucro edilizio, pre-disponendo, come precedentemen-te enunciato, la:1° Applicazione delle valvole termo-statiche o comandi elettrotermici per singolo ambiente (pilotati da termostati elettronici);2° Applicazione del cronotermo-stato per zone impostabile su due livelli di temperatura; 3° Corretta regolazione delle valvo-le by-pass sui collettori di zona;4° Corretta regolazione della val-vola by-pass automatica posta sul circuito di collegamento caldaia/collettore;5° Corretta regolazione dei deten-tori posti sui corpi scaldanti.Con queste attenzioni il rendimen-to dell’impianto si pone al 78-80% per caldaie ad alta temperatura,

Regolazione valvola by-pass

valvola by-pass chiusa

Gradi giorno (GG) della località di pertinenza:

= la somma di tutte le differenze di temperature

“medie giornaliere” chesi hanno rispetto al valore

standard di 20°C.Detta somma va estesa a

tutti i giorni del periodo di riscaldamento invernale.

Tabella 1

Figura 1

Per riceverla gratuitamente richiedila a:

[email protected] Giornale dell’Idrotermosanitaria

Page 7: Idrosanitaria Nazionale

7IdrosanI arIaT

3° REGOLAZIONE DEI CORPI SCALDANTI 2° VALVOLE DI ZONA A 4 VIE

valvola già regolata

Regolazione valvola by-pass automatica

valvola completamente aperta

REGOLAZIONE VALVOLA By-PASS 4 VIE:1 - Spegnere la caldaia2 - Aprire completamente la valvola by-pass a 4 vie posta sotto la caldaia3 - Aprire tutte le valvole poste sui termosifoni (lasciando i detentori perfettamente regolati - vedere 3°)4 - Accendere la caldaia; portarla alla temperatura di regime5 - Iniziare la chiusura della valvola by-pass; terminare solo quando il radiatore più sfavorevole ha raggiunto la sua massima temperatura.A questo punto ha termine la regolazione.

E’ implicito che con la chiusura parziale o totale delle valvole termostatiche si riduce automatica-mente la portata dell’acqua nell’impianto conte-nendo, di conseguenza, i consumi energetici.Ne segue che la valvola by-pass automatica è un

componente indispensabile quando si applicano valvole termostati-che, o comandi elettrotermici sui corpi scaldanti.

Classe energetica edificicittà “Catanzaro”

kW/anno m2 superficie unità immobiliare

Allegato “C” DPR 2.4.09 n°59 - Scheda tipoClasse energetica edifici

kW/anno m2 superficie unità immobiliare

Regolazione valvola by-passCollettore Monoblock

Detentori con regolazione micrometrica

La regolazione dei corpi scaldanti presenta un alto contributo al risparmio energetico.È un’operazione indispen-sabile e alquanto semplice.Si ricorre a:- programmi informatici, - calcoli manuali, utilizzan-do diagrammi e formule di carattere scientifico.- si procede con operatività di cantiere di certa pratici-tà e affidabilità.

Detentori tipo con “regolazione micrometrica”

attacco tubo di Rame e multistrato(polietilene PexC e Alluminio)

Evidenziamo, di seguito, una tabella di utilizzo per la regolazione dei corpi scaldanti.

Esempio:1 - utilizzo di detentori con regolazione“micrometrica”.2 - superficie considerata: unità abitativa n°7 m2 18; detentore 3/8” regolazione n° giri 2.

mentre raggiunge l’85-90% per cal-daie a condensazione.Mancando una o più attenzioni ai punti 1...5 or ora citati, il rendimento impianto scende intorno al 50...35% con costi d’esercizio difficilmente sopportabili dall’Utenza.E’ implicito che per una corretta verifica del sistema impianto risulta indispensabile usufruire di una “con-tabilizzazione del consumo energe-tico” (con l’obbligatorietà del ripor-to di detti valori annuali sul libretto

impianto) non solo per l’Utenza condominiale, ma anche per la sin-gola Utenza a sé stante (villa). Una puntuale verifica del rendimen-to impianto costituisce un biglietto da visita per l’impresa installatrice che ha realizzato l’impianto che può, in ogni momento, documentare con fatti concreti alla clientela la propria professionalità nella corretta esecu-zione degli impianti.

Ing. Giuseppe Loffredo

TABELLA N. 2

Superficie m2 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32Detentore:

J.L.0,2 0,4 0,7 1,1 1,6 2,2 2,9 3,5

d 3/8’’ 0,1 0,3 0,5 0,7 1,0 1,2 1,4 1,7 2,0 2,4 2,9 3,3 4,0

d1/2’’ 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,9 1,1 1,3 1,5 1,7 1,8 2,0 2,3 2,6

Page 8: Idrosanitaria Nazionale

8 IdrosanI arIaT

Il mercato italiano del pellet ha sem-pre confermato le aspettative, con incrementi positivi negli ultimi anni. Nonostante il costante aumento della produzione del pellet, il merca-to rimane comunque vulnerabile ed eccessivamente legato ad elementi troppo aleatori (eccessiva dipen-denza da fattori climatici, mancanza di grandi utilizzatori, reperibilità del prodotto nel territorio). In questo articolo facciamo riferi-mento allo scenario italiano, e i dati presentati prendono in considera-zione il solo pellet da legno vergine, di 6 mm di diametro, immesso sul mercato (esclusa la produzione per autoconsumo aziendale). ProduzioneOggi in Italia sono presenti circa 80 produttori di pellet. Studiando la distribuzione delle aziende sul ter-ritorio si sono registrati alcuni fe-nomeni interessanti. Se fino al 2005 il numero di aziende sul territorio era distribuito in modo più uniforme tra Nord, Centro e Sud Italia, oggi si riscontra nuovamente una netta leadership del Nord Italia sia per quanto riguarda il numero di azien-de produttrici per regione che per la capacità produttiva (oltre il 70% dell’offerta nazionale proviene da queste regioni).La presenza di una filiera legno più articolata e matura aiuta sicuramen-te gli operatori del Nord in molte fasi della produzione del pellet (vedi fasi come approvvigionamento materia prima e distribuzione del prodotto sul territorio). Le aziende del Centro e Sud Italia, seppur in numero inferiore rispetto a quelle del Nord, mantengono una presenza diffusa sul territorio. L’alto numero di stufe e caldaie vendute ha stimo-lato il mercato garantendo quote di domanda stabili in varie regioni.Allo stesso tempo, sulla base dei dati raccolti, si è notato un comporta-mento atipico nel mercato, che ha portato molti operatori ad azioni simili su tutto il territorio. Infat-ti alcune aziende che fino al 2005 erano classificate come produtto-ri, hanno ritenuto più conveniente abbandonare la produzione, per iniziare un’attività di vendita e com-mercio di pellet. In questo caso tali aziende hanno sviluppato rapporti contrattuali di fornitura con grandi produttori nazionali ed esteri. Con-seguentemente a questa scelta il numero di produttori si è ridotto in alcune regioni tra cui Friuli, Piemon-te, Abruzzo e Campania. Contem-poraneamente alla trasformazione di produttori in rivenditori, alcune regioni hanno aumentato il nume-ro di aziende produttrici. Le regio-

ni in questione sono Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Molise, Basilicata e Sicilia.I produttori di pellet hanno provato sia l’esperienza di esercizi partico-larmente redditizi, sia quella di eser-cizi difficili con guadagni più modesti. È compito loro trovare una soluzio-ne adeguata. Non è un caso che sia i produttori di pellet, che di apparec-chi termici, ricerchino nuovi punti di contatto nelle loro strategie, così da innescare meccanismi di scala positi-vi. La fiducia stessa degli utilizzatori finali, dopo i problemi intercorsi nel periodo 2005/6 deve essere ricon-quistata, evitando speculazioni ed errori ricorrenti.CommercioIn base ai dati raccolti per l’anno 2009, l’offerta italiana del pellet si at-testa intorno alle 800.000 tonnellate, mentre la domanda nazionale arriva a superare le 950.000 tonnellate. Il divario tra offerta e domanda è sta-to colmato tramite importazioni di prodotto finito da paesi confinanti.Dopo le sopracitate considerazioni relative a produzione, domanda e offerta del pellet, è opportuno va-lutare altri aspetti significativi della filiera, come produzione e com-mercializzazione del prodotto. Le tipologie di vendita e modalità di acquisto del pellet possono molto influire su vari parametri, primo tra tutti il prezzo di mercato. Per prima cosa si ricordino gli attori principali del mercato del pellet, ovvero i pro-duttori, gli importatori, rivenditori e grandi catene di distribuzione, pro-duttori stufe e caldaie a pellet. Vedia-mo più nel dettaglio le tipologie di distribuzione presenti in Italia. Si tenga presente che la tipologia di commercializzazione è strettamen-te collegata alla tipologia di cliente. La fornitura del pellet in generale av-viene secondo tre canali principali: a) Fornitura del prodotto tramite i produttori di pellet: I grandi pro-duttori difficilmente vendono il loro prodotto direttamente ai clienti pri-vati. Infatti le aziende che superano un certo livello produttivo sono co-strette a vendere a punti di distribu-zione per ovvi motivi gestionali. b) Fornitura del prodotto tramite produttori di sistemi di riscaldamen-to: La tipologia di cliente medio è rappresentato da un utente dome-stico, possessore di una piccola stufa o caldaia. In questo caso i produttori di stufe sono i principali referenti per l’approvvigionamento del prodotto. Questa struttura distributiva per la commercializzazione del prodotto vale soltanto per le piccole dimen-sioni territoriali. In questi casi piccoli produttori di pellet a valenza provin-

ciale collaborano con i rivenditori di stufe per soddisfare la domanda locale. c) Fornitura del prodotto tramite grandi rivenditori: L’aumento della produzione avvenuto negli ultimi anni, ha fatto sì che molti nuovi pun-ti per la distribuzione e l’acquisto di pellet sorgessero in modo diffu-so su tutto il territorio nazionale. I maggiori punti vendita sono grandi catene di distribuzione, rivendite specializzate, etc. Riassumendo, il 32% della produzio-ne nazionale è venduto direttamen-te dal produttore ad utenti privati (24%) ed a utenti medio-grandi tra-mite l’uso di autobotti o comunque camion con capacità di trasporto concrete (8%), mentre il 68%della produzione nazionale viene venduto tramite rivenditori, commercianti, grandi centri distributivi.Questi dati confermano la struttura del mercato degli impianti termici alimentati a pellet in Italia, il quale è formato nella sua quasi totalità da stufe o piccole caldaie (mercato domestico) con una conseguente preferenza per i sacchi da 15-20 kg, poiché maneggevoli e facilmente stoccabili (sono utilizzati da circa il 90% degli utenti). Per concludere elenchiamo brevi dati sul mercato degli apparecchi termici; ad oggi più di 5 milioni di famiglie fanno un uso significativo di legna o pellet, ma solo il 20% degli apparecchi esistenti è ad alta effi-cienza. Il mercato nel complesso ha ancora ottime possibilità di sviluppo e crescenti quote di mercato pos-sono essere occupate dagli attori nazionali.Ormai l’Italia può di fatto essere considerato un grande “produttore” e ”utilizzatore” di pellet da legno e servirebbero perciò normative, che disciplinino il mercato armonizzan-do le varietà di pellets, che ad oggi vengono prodotte. Ma la stabilità del mercato non è solo basata sullo standard qualitati-vo del prodotto, bensì su una logica di gruppo così da definire chiara-mente le barriere e poter favorire un intervento governativo nel setto-re “biocombustibili solidi”. Ad oggi i fondi esistenti per l’utilizzo del pellet sono tropo disomogenei, per essere recepiti a pieno dagli utenti.Ne consegue che la maturità di un mercato non si raggiunge agendo solamente sul prodotto finale, ma anche agevolando le fasi precedenti alla produzione, come la formazione delle aziende stesse e facilitandone l’auspicato sviluppo. In base a quanto esposto, riteniamo che l’introduzione di norme o pro-cedure per il mercato italiano del pellet potrebbero portare benefici a tutti gli attori della filiera legno-energia, come ad esempio la diffusio-ne e promozione di impianti termici o cogenerativi alimentati a pellet o comunque a biomassa di medie di-mensioni. Aumentando la quota di mercato di utilizzatori medio-gran-di (con un conseguente maggior potere di acquisto) si faciliterebbe l’uniformità di mercato almeno per quanto riguarda i prezzi del prodot-to finito. Un intervento mirato in questo spe-cifico settore sarebbe auspicabile.

Modalità produttive e commerciali. Prospettive

Il mercato del pelletin Italia

(A cura di ETA Florence Energie Rinnovabiliwww.pelletsnews.it)

Lo dicono tutti, lo diciamo anche noi: la festa è finita da un pezzo, l’econo-mia è malata. E in tempi come questi in cui la crisi si fa sentire, anche il settore idrotermosanitario fa le sue scelte: la comunicazione e le rela-zioni con i termotecnici, gli instal-latori, gli altri operatori del settore, gli stessi privati vengono tagliati in modo significativo. Alcune aziende idrosanitarie hanno tagliato le loro attività di marketing del 20, del 30%, altre evidenziano percentuali più consistenti, addirittura alcune, chiu-dendo gli occhi e stringendo i denti, arrivano al 100%. Sono modi di agi-re che, forse, rinsanguano di poco il

solo sul prezzo, sono state in grado di incrementare e consolidare quo-te di mercato e profittabilità. Son riuscite a raggiungere apprezzabili risultati puntando su una comuni-cazione che mette in primo piano la vera qualità dei loro prodotti. Va sottolineato che la pubblicità resta la sola, o quasi, fonte accessibile a chi acquista per informarsi sui prodotti e, nello stesso tempo, può dare po-sitività ai profitti aziendali.Saranno proprio queste aziende a poter testimoniare la loro soprav-vivenza alla recessione e di esser riuscite a portare a loro favore un periodo di fortissima crisi.

Marketing in periodi di crisi

Perchè continuarea comunicare

bilancio a fine anno, ma tolgono al marketing aziendale alcuni dei suoi strumenti più potenti: sono dunque tagli che, nel tempo, faranno più male che bene!Quanti responsabili aziendali ho sentito dire, con convinzione: “La pubblicità? Noi facciamo senza: è sufficiente la qualità dei nostri pro-dotti!”. Altre realtà produttive e di-stributive, che fino ad alcuni mesi fa, avevano scelto di investire per au-mentare visibilità e conoscenza dei loro prodotti, dei loro servizi, molto probabilmente in questo periodo di recessione hanno deciso che biso-gna ridurre i costi aziendali, per pri-mi quelli di comunicazione.E’ modo di pensare comune quello che la pubblicità sia una parte di cui si possa fare a meno, specialmente nei settori specializzati – il settore idrotermosanitario è fra questi -, che sia quasi un fattore superfluo in periodi come quello che stiamo vivendo. Ma se la qualità del prodot-to è la prima cosa da salvaguardare, non meno importanza va attribuita al modo di far conoscere il frutto del proprio lavoro. Anzi, è proprio nei momenti di difficoltà che le stra-tegie comunicative devono essere più strutturate, devono evidenziare valenze strategiche.Non bisogna tacere che se, purtrop-po, abbiamo visto molte aziende chiudere i battenti, la maggior parte delle imprese – installatori, distri-butori, produttori - ha adottato la strategia del “sopravvivere fino alla fine della crisi“, facendo largo ricor-so alla cassa integrazione, al taglio netto di tutti i costi di gestione e alla drastica diminuzione degli inve-stimenti, nello stesso tempo alcune imprese in netta controtendenza stanno aumentando gli investimenti pubblicitari per rinforzare il proprio brand e aumentare il proprio por-tfolio clienti: ci sono oggi numerosi, validi strumenti di comunicazione. Da sottolineare che alcune azien-de, pur non ricorrendo alle tattiche campagne promozionali centrate

E’ risaputo: le marche abbandonate a se stesse entrano in crisi di iden-tità; il recupero dell’identità, il suo rinnovo, saranno decisamente più impegnativi. Investire in comunicazione (la pub-blicità non è mai stata un costo, ma un investimento) in questo periodo significa rendere visibile il proprio brand in contesti di minore con-correnza e saturazione rispetto agli anni precedenti: si ha la possibilità di far risaltare il proprio marchio in uno scenario meno combattivo e concorrenziale, si può beneficiare di una attenzione maggiore ai propri prodotti.Nell’ITS la stampa di settore ha an-cora un forte peso comunicaziona-le e conoscitivo: tante pagine sono strumenti di lavoro e di conoscen-za. Riviste, periodici, house organ danno la possibilità di essere visti e assicurano la presenza aziendale sul mercato: è fondamentale ribadire i valori della marca come pure quelli su cui si fonda l’azienda, per colpire ed entrare in sintonia sia con l’ope-ratore professionale, sia con il priva-to. E’ un momento di cambiamenti significativi: tutti i mercati hanno evidenziato, negli ultimi mesi, la ten-denza verso il basso, ma queste sta-tistiche non dicono che le persone non acquistano più. E’ invece mutato l’approccio all’acquisto, è diventato più ragionato e meno scriteriato, anche nell’idrotermosanitario.Sono cambiate le leve motivazionali su cui bisogna agire per spingere a scegliere l’azienda ed i suoi prodotti. La crisi evidenzia anche aspetti po-sitivi: è l’occasione per rivedere la propria comunicazione commercia-le nei riguardi della potenziale clien-tela (non si può vendere a tutti!).E’ l’occasione per aggiornare la pre-sentazione dei prodotti, i processi di vendita, i servizi post-vendita, il po-tenziamento del customer care.Insomma invece di tagliare ed am-putare, cioè fare marcia indietro, bi-sognerebbe anche in questi difficili momenti, guardare avanti.

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Un modo efficace, che raccoglie l’at-tenzione di sempre più persone e dare risposte positive ad esigenze ambientali sempre più pressanti per realizzare un notevole risparmio nel consumo energetico per riscaldare gli ambienti e per produrre acqua calda ai servizi igienico sanitari, con-siste nella possibilità di trasferire la maggiore quantità di calore prodot-to all’acqua che funge da veicolo tra-sportatore il calore, nel senso che più energia senza spreco riusciamo a trasferire all’acqua, maggiormente si riduce lo spreco energetico.Facciamo un passo indietro: fino a poco tempo fa i costruttori di cal-daie e scambiatori di calore riser-vavano all’acqua un’importanza se-condaria, anzi l’acqua era quasi una presenza fastidiosa, poiché corrode e incrosta gli impianti. Quindi una scomoda realtà alla quale non si po-teva sfuggire.Allora il costo dell’energia si po-sizionava entro limiti accettabili, anche se lo scambio del calore tra scambiatori di calore o/e caldaie non era perfetto e degradava nel tempo; eppure il conseguente mag-gior costo di esercizio era accettato poiché sopportabile.Oggi come oggi, con gli attuali co-sti dell’energia che non tendono a diminuire, uno spreco di calore, an-che modesto, si fa immediatamen-te sentire nel computo dei costi di gestione e, quando questo spreco per la mancata ottimizzazione delle caratteristiche dell’acqua in circolo raggiunge percentuali che possono arrivare al 20%, il fatto non viene più accettato e i gestori cominciano a chiedersi perché la caldaia non ren-de, il calore negli ambienti diventa insufficiente e deve essere aumen-tata la temperatura dell’acqua in caldaia, bisogna montare pompe in grado di far circolare più acqua: cosa possiamo fare e a chi possiamo ri-volgerci?

Il problema è comunque di semplice soluzione, anche se in natura l’acqua ideale per trasportare il calore non esiste.Infatti l’acqua, alla quale viene affida-to il compito di trasportare il calore, deve essere depurata e condiziona-ta (ottimizzata), aggiungendo mirati additivi e condizionanti che confe-riscono all’acqua stessa quelle ca-ratteristiche ideali per un impianto di riscaldamento e che siano biode-gradabili nel caso in cui l’impianto, per un motivo o l’altro, deve essere svuotato.E’ anche utile tenere in evidenza che la capacità di scambio termico delle 10.000 calorie al m2 di una volta, oggigiorno con le moderne tecniche costruttive delle caldaie e gli scambiatori raggiungono decine di migliaia di calorie/m2, ciò significa che con un solo mm di incrostazioni la capacità di scambio viene ridotta in modo sensibile e un mm. di incro-stazioni si forma presto.Se l’acqua viene adeguatamente trattata e depurata, le incrostazioni non si formano più, né si innescano fenomeni di corrosione, è quindi possibile mantenere nel tempo ai massimi livelli l’efficienza degli im-pianti, annullando l’inutile spreco energetico dovuto alla presenza di incrostazioni e residui di corrosioni.Esistono ovunque decide e decine di migliaia di impianti datati, privi di un adeguato trattamento dell’acqua e quindi in sfavorevoli e precarie, nonchè antieconomiche, condizio-ni di funzionamento; inoltre sono inevitabilmente impianti soggetti a frequenti interventi per riparazioni che, a loro volta, incidono sui costi di esercizio.Anche in questi casi è possibile ri-pristinare le normali condizioni di funzionamento e scambio termico effettuando un trattamento di risa-namento dell’intero circuito.I prodotti condizionanti per il risa-

Incrostazioni e depositi negli impianti di riscaldamento

Evitare lo sprecoenergetico

namento e la protezione nel tempo degli impianti devono avere formu-lazioni ben precise, cioè devono es-sere in grado di liberare gli impianti dai depositi di ruggine e di calcare senza danneggiare le strutture me-talliche. Per questo motivo nella scelta dei condizionanti e risananti è importante scegliere prodotti di marca affidabili, che possono vanta-re esperienze e successi nel settore e una lunga lista di referenze.Inoltre, i prodotti risananti e protet-tivi sulle parti metalliche del circui-to liberati dalle incrostazioni e dalle corrosioni, devono essere in grado di formare un film protettivo in gra-do di bloccare il progredire di feno-meni di corrosione e di complessare i sali di durezza delle acque di rein-tegro per impedire la formazione di nuove incrostazioni calcaree.A risanamento ultimato, in genere 15/20 giorni di esercizio a caldo ad impianto in funzione, l’impianto va svuotato, sciacquato e riempito nuo-vamente con acqua alla quale vanno aggiunti dei condizionanti di lunga conservazione la cui concentrazio-ne, ossia presenza nell’acqua va sta-gionalmente controllata effettuando eventuali aggiunte per rimpiazzare la quantità di prodotto che si è con-sumato per formare e mantenere integro il film, nonché per comples-sare i sali di durezza che possono penetrare nell’impianto quale acqua di reintegro durante l’esercizio.Tutti questi accorgimenti ed inter-venti per i quali, come accenna-to, andrebbero coinvolte aziende competenti in grado di fornire le necessarie garanzie, si pongono alla base del vero risparmio ener-getico, poiché se l’acqua non viene adeguatamente trattata, depurata e condizionata, dopo poco tempo gli impianti si incrostano e si corrodo-no, lo scambio termico ne risente e i costi di esercizio aumentano pro-gressivamente inutilmente.

Nuovo significativo aumento delle bollette del gas (+3,6%). La variazio-ne, stabilita dall’Autorità per il gas, riguarda i prezzi di riferimento del secondo trimestre 2010, destinati al servizio di tutela per famiglie e pic-cole aziende che non siano ancora passate al libero mercato. L’incremento dei prezzi di riferi-mento del gas naturale è dovuto all’elevato livello delle quotazioni in-ternazionali dei prodotti petroliferi e ai mercati internazionale e nazio-nale del gas ancora caratterizzati da livelli insoddisfacenti di concorrenza e di efficienza. Per una famiglia tipo si determina ora una maggior spesa di 34 euro, su base annua. Va tuttavia ricordato che le forti riduzioni dei prezzi gas registrate nel corso del 2009 (-16,4,%) consentono di man-tenere la spesa annua ancora infe-riore, di 32 euro, rispetto a quella del 1° aprile 2009. Dal 1° aprile 2010, l’aggiornamen-to delle condizioni economiche di riferimento, prevede un prezzo di 71,81 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse. Per il cliente tipo, la famiglia con riscaldamento auto-nomo e consumo annuale di 1.400 metri cubi, ciò comporta una spesa annuale di circa 1.000 euro, con un incremento del 3,6%, pari a circa 34 euro, incluse le imposte. Va ricordato che, entro il 30 aprile 2010, può essere richiesto il bonus gas retroattivo a tutto il 2009 da parte delle famiglie in condizioni di particolare disagio economico o numerose. Per il II° trimestre del 2010, i pro-lungati e significativi rialzi del pe-trolio determinano un incremento dell’8,4% dei prezzi di fornitura dei gas diversi dal gas naturale e distri-buiti a mezzo di reti (Gpl).Per facilitare il controllo dei consumi, della spesa e la lettura della bolletta del gas verrà introdotto uno schema di bolletta più semplice e più chia-

ro, corredato di spiegazioni: si vuole renderla più comprensibile e traspa-rente, agevolando il confronto fra le bollette dei vari distributori. Esse conterranno anche informazioni aggiuntive per agevolare i clienti nel rapporto con i fornitori (ad esempio come inoltrare un reclamo, proce-dure in caso di mancato o tardivo pagamento della bolletta, etc..).Questa novità riguarda sia le fami-glie che i clienti non domestici di piccole dimensioni. Per consentire alle imprese di vendita di adeguare i propri sistemi di emissione bollette, il nuovo schema dovrà essere adot-tato dalle imprese entro la fine di

Nuove tariffe e garanzie ai consumatori

Gas, più caro e più facili i controlli

quest’anno e comunque per tutte le bollette da emettersi dal 1° gennaio 2011. Lo scopo è rafforzare le garan-zie per i clienti finali, contribuendo a rendere le scelte dei consumatori sempre più informate e le voci della spesa energetica sempre più chiare.Ulteriori garanzie a tutela dei con-sumatori, introdotte dall’Autorità per il gas, scattano nei casi di mal-funzionamento del contatore gas: sostituzione gratuita del contatore; restituzione di eventuali somme non dovute; maggiori garanzie sulla rico-struzione dei consumi effettivi. Nel caso in cui si accerti un malfunziona-mento del contatore, l’Autorità per il gas ha previsto la sua sostituzione, senza alcun onere per il cliente, ed il diritto ad un’esatta ricostruzione dei consumi, a partire dall’ultima let-tura ritenuta valida dal consumatore stesso. Al consumatore viene quindi garantita anche la restituzione di quanto eventualmente ingiustamen-te pagato.

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Moto dell’aria in fase di caricamento di un impianto a circolazione naturale e vaso aperto

Moto dell’aria durante il normale funzionamento di un impianto a circolazione naturale e vaso aperto

In questo articolo esamineremo i principali problemi e le possibili soluzioni connessi alla presenza dell’aria e dello sporco negli im-pianti idrici di climatizzazione e di refrigerazione.Si tratta di problemi e soluzioni che sono molto variati nel tempo, so-prattutto per il continuo evolversi della tecnica e delle prestazioni ri-chieste agli impianti.Dapprima, esamineremo le tecni-che utilizzate nei vecchi impianti per eliminare l’aria: lo sporco era allora un nemico poco temibile.Considereremo poi i danni che l’aria e lo sporco possono provo-care agli impianti attuali: danni, e ne vedremo le ragioni, molto più gra-vi di quelli riscontrabili nei vecchi impianti.Esamineremo, infine, con quali mez-zi è possibile predisporre valide difese contro l’aria e lo sporco: ne-mici assai temibili in quanto, come

vedremo, possono compromettere non solo il normale funzionamento degli impianti, ma anche il loro nor-male ciclo di vita.Negli impianti di climatizzazione e refrigerazione, la presenza dell’aria è dovuta essenzialmente:− all’aria non espulsa in fase di ca-ricamento, cioè all’aria che rimane in nicchie non sfiatate, oppure nella parte più alta dei radiatori, oppure ancora in tubi posti in opera con contropendenze;− all’aria in soluzione nell’acqua con cui è caricato l’impianto: aria dispersa nell’acqua a livello di ioni e molecole;− all’aria risucchiata da zone che lavorano in depressione. Tale aria entra nell’impianto, invece che uscirne, attraverso i normali siste-mi di sfogo.La presenza dello sporco è dovuta:− allo sporco apportato dalle lavo-razioni e dai componenti dell’im-

pianto: sporco costituito da residui di tenuta (canapa, nastri in teflon), da lubrificanti (olii e grassi), da im-purità cedute dai materiali (sbava-ture metalliche, sabbie di fusione, grumi e scaglie di vernice);− all’ossidazione delle superfici metalliche per azione dell’ossigeno presente nell’aria. Nei vecchi impianti a circolazione naturale e vaso aperto (che si pos-sono trovare ancora in funzione) i problemi relativi alla presenza di aria e sporco erano affrontati, e risolti in modo accettabile, con le seguenti tecniche:

AriaEra eliminata direttamente dalle reti di distribuzione. In quei tempi, infatti, non erano ancora disponibili materiali in grado di assolvere in modo autonomo a tale compito.A tal fine, le reti di distribuzione erano realizzate con colonne dota-te di sfiati, tubi orizzontali posti in opera con idonee pendenze, cambi di direzione realizzati con curve a largo raggio, raccordi atti ad evitare il ristagno delle bolle d’aria.

Sfiati delle colonneErano realizzati con un prolunga-mento delle colonne di mandata ol-tre il livello del vaso di espansione. Generalmente erano inoltre colle-gati al vaso di espansione per impe-dire fuoriuscite di acqua nei casi di

sovraccarico dell’impianto.

Pendenze tubi orizzontaliTutti i tubi con sviluppo orizzon-tale erano realizzati con pendenze variabili da 1,0 a 1,5%. Ciò serviva (considerando le basse prevalenze, e quindi le basse velocità del fluido, tipiche di questi impianti) ad evitare il ristagno di bolle d’aria nei tratti di rete orizzontali: cosa che poteva bloccare, o ridurre troppo, il pas-saggio del fluido.

Variazioni di direzioneErano realizzate con curve “dolci”, cioè con curve ad ampio raggio, in genere non inferiore a 1,5-2,0 volte il diametro dei tubi.

RaccordiPer il collegamento dei tubi erano usati manicotti concentrici per le colonne ed eccentrici per i tubi orizzontali. L’eccentricità era rivolta verso l’alto per facilitare la “fuga” delle bolle d’aria. I manicotti potevano

avere attacchi di tipo filettato o a saldare.

Possibili inconvenientiErano dati soprattutto da penden-ze insufficienti, causate da errori di posa oppure da assestamenti della rete di distribuzione.In questi casi, risultava molto insi-dioso il ristagno di bolle d’aria nei tubi in quanto, con impianti a circo-lazione naturale, le bolle non pote-vano essere rimosse sfruttando la “forza” delle pompe.

SporcoNon era molto temibile in quanto, negli impianti a circolazione natu-rale, non erano utilizzati materiali quali: pompe, circolatori, scambia-tori di calore a piastre, valvole di taratura e regolazione, valvole ter-mostatiche. Non erano cioè utilizzati i materiali che, come vedremo sul prossimo numero, sono maggiormente espo-sti ai pericoli dello sporco.(Ingg. Doninelli - Ed. Caleffi SpA)

Impianti di climatizzazione e refrigerazione

Aria e sporco

Manicotto eccentricoManicotto concentrico

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Grazie alla disponibilità della Redazio-ne di Nextville.it pubblichiamo, su que-sta pagina, un capitolo del volume “Gli incentivi alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica. Come, dove, quando e perché.” a cura di Anna Bruno.Inoltre, per i lettori di Idrosanitaria, è possibile usufruire, in esclusiva, dello sconto del 30% sul prezzo di coper-tina compilando il coupon in questa pagina.

Può beneficiare del regime fiscale agevolato – consistente nella detra-zione d’imposta del 55% in fase di di-chiarazione dei redditi – l’installazio-ne di pannelli solari per produzione di acqua calda per usi domestici o industriali in edifici esistenti.Gli interventi si ritengono agevola-bili a condizione che gli impianti so-lari possiedano i seguenti requisiti:• una certificazione di qualità con-forme alle norme UNI EN 12975 o UNI EN 12976, rilasciata da un la-boratorio accreditato. Sono equipa-rate alle norme UNI le norme EN 12975 e EN 12976 recepite da un organismo certificatore nazionale di un Paese membro dell’Unione euro-pea o della Svizzera;• una garanzia di almeno cinque anni sui pannelli solari e i bollitori impie-gati e una garanzia di almeno due anni sugli accessori e i componenti elettrici ed elettronici.La legge specifica che oltre agli usi domestici o industriali in senso stretto, il dispositivo si applica alla produzione di acqua calda per pi-scine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università.Il provvedimento istitutivo della Detrazione 55% è contenuto nella Finanziaria 2007, nella sezione re-lativa alle spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente.La Finanziaria 2008 ha prorogato le detrazioni per gli anni 2008, 2009, 2010, inserendo alcune novità. Le norme attuative sono dettate dal Dm 19 febbraio 2007, integrato e coordinato dal Dm 7 aprile 2008 (Decreto edifici) che prescrive le specifiche tecniche e le procedure, e dal Dm 11 marzo 2008, che ha fissato i nuovi parametri e i valori limite.Il “Decreto anticrisi” (Dl 29 novem-bre 2008, n. 185, convertito nella leg-ge 28 gennaio 2009, n. 2) ha modifi-cato il periodo di ripartizione delle detrazioni, fissandolo in 5 anni.

PERIODO

La detrazione si applica alle spese sostenute fino “al periodo d’imposta in corso alla data del 31/12/ 2010”.Per tutti i privati e le società di per-sone, il periodo d’imposta coincide con l’anno solare (dal 1° gennaio al 31 dicembre), mentre per le im-prese di capitali esso coincide con l’“esercizio”, così come stabilito dal-l’atto costitutivo. Per distinguere i diversi periodi di imposta e i diversi benefici ad essi at-tribuiti, in termini legali ci si riferisce al periodo di imposta in corso al 31 dicembre di un certo anno.Per quanto riguarda i privati e le aziende con esercizio corrispon-dente all’anno solare, la detrazione è dunque attualmente prevista per gli anni 2008, 2009, 2010.

Ciò significa che, in caso di interventi che si svolgono a cavallo di un anno (purché all’interno di questo pe-riodo), il beneficiario potrà sceglie-re di imputare ai singoli periodi di imposta la parte di costi realmente sostenuta, oppure imputarla com-plessivamente all’esercizio in cui si concludono i lavori. Nell’uno e nell’altro caso il massimo della detrazione resta invariato.

SE CAMBIANO LE REGOLE

Può capitare che gli interventi inizi-no in un periodo d’imposta con cer-te soglie di riferimento e regole ap-plicative, e che invece si concludano in un anno dove sono sopravvenute delle modifiche.In questi casi ci si comporta così:• si applicano le normative, le soglie e le regole tecniche valide al momen-to dell’apertura dei lavori;• si documentano i lavori effettuati con le modalità valide al momento della chiusura dei lavori.Una nota importante: in questo vo-lume ci si riferisce esclusivamente agli interventi iniziati a partire dal 1° gennaio 2009, considerando conclu-so l’anno fiscale 2008 e quindi le de-trazioni ad esso imputabili. Si tratta di una semplificazione adot-tata per facilitare i riferimenti nor-mativi e, soprattutto, le soglie di ri-ferimento valide per l’anno fiscale 2009 e seguenti.

BENEFICIARI

La detrazione d’imposta viene rico-nosciuta sia alle persone fisiche sia agli enti e alle società di persone e di capitali, che sostengono le spese per interventi su strutture di edifi-ci esistenti, parti di edifici, o unità immobiliari esistenti di qualsiasi ca-tegoria catastale, anche rurale, pur-ché posseduti o detenuti (cioè sia di proprietà, che in locazione o in altro tipo di diritto reale sull’immobile).L’Agenzia delle Entrate, con la riso-luzione 303/2008, detta, però, un li-mite ai diritti reali che consentono l’accesso ai benefici. Non vengono infatti considerati possibili benefi-ciari delle detrazioni le società di costruzione e ristrutturazione edi-lizia che acquistano immobili quali “bene merce” con l’intenzione di ristrutturarli. Secondo l’Agenzia, le detrazioni costituirebbero “ulterio-ri specifici vantaggi non rispondenti allo scopo perseguito dalla legge che è quello di favorire esclusivamente i soggetti che utilizzano i beni”. Niente detrazione quindi per chi “commercia” in immobili.Con la risoluzione 340/2008, l’Agen-zia delle Entrate sottolinea una ulte-riore limitazione rispetto agli immo-bili di proprietà delle imprese. Non vengono infatti considerati og-getto di detrazione gli interventi in fabbricati che non sono strumentali all’esercizio dell’attività imprendito-riale. Dunque, anche per il patrimo-nio immobiliare di una impresa che non ha come oggetto la compra-vendita di immobili, non è consentita la detrazione se l’unità non è adibita all’esercizio dell’attività (come sede, filiale, magazzino ecc.).Le detrazioni previste riguardano solamente gli edifici già iscritti al ca-tasto, o quelli per i quali se ne sia fatta richiesta e per i quali si corri-sponda l’Ici, se dovuta. Sono in ogni

caso esclusi dall’agevolazione quelli in fase di costruzione.Nota Bene: gli Enti locali non sono ammessi alla detrazione, in quanto non sono soggetti Irpef.Nota Bene: contrariamente a tutte le altre Detrazioni 55%, rispetto ai pannelli solari non è necessario che l’edificio possieda già, prima degli interventi, un impianto di riscalda-mento.In caso di ristrutturazioni con de-molizione e ricostruzione, il benefi-cio fiscale si può ottenere solo nel caso di fedele ricostruzione dell’edi-ficio. Sono quindi esclusi tutti gli in-terventi di ampliamento. Non solo: se a seguito dell’interven-to di ristrutturazione, vi è un frazio-namento e un aumento delle unità immobiliari, la detrazione può esse-re riconosciuta solo se, contestual-mente, viene installato un impianto termico centralizzato a servizio del-le stesse unità.La detrazione compete anche se l’intervento è eseguito in “locazio-ne finanziaria”, cioè mediante un contratto di leasing. La detrazione viene calcolata sul costo sostenuto dalla società di leasing (“società con-cedente”). In caso di persone fisiche, ha diritto alla detrazione anche il fa-miliare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento.In pratica i soggetti che possono usufruire della detrazione sono molteplici (il proprietario, l’affittua-rio, oppure un familiare convivente dell’uno o dell’altro ecc.), ovviamen-te non in modo cumulato. Ragionevolmente saranno i soggetti con maggiori redditi tassati ad esse-re avvantaggiati dalla detrazione in fase di dichiarazione dei redditi.

INTERVENTI PER CUI E’ PREVISTA LA DETRAZIONE

Sono detraibili le spese relative ai seguenti interventi:• fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccani-che, elettriche ed elettroniche rela-tive all’impianto solare termico;• le opere idrauliche e murarie ne-cessarie per la realizzazione a regola d’arte dell’impianto solare termico, del suo allacciamento e dell’even-tuale collegamento all’impianto di riscaldamento;• le spese per la redazione delle ne-cessarie documentazioni professio-nali.Nota Bene: l’installazione dei pan-nelli solari è l’unico provvedimento di Detrazione 55% che non richiede la pre-esistenza di un impianto di ri-scaldamento. Oltre che per la produzione di ac-qua calda sanitaria, è possibile che i collettori vengano utilizzati ad in-tegrazione dell’impianto di riscalda-mento.Per l’installazione di pannelli sola-ri sono previste Documentazioni semplificate, e un semplificato iter di Comunicazione all’Enea.

CARATTERISTICHE TECNICHE RICHIESTE

Il produttore/installatore rilascia di-rettamente le certificazioni e le do-cumentazioni necessarie a garanti-re la rispondenza del prodotto alle norme UNI EN 12975 o UNI EN 12976.

PERCENTUALE DI DETRAZIONEE MASSIMI DETRAIBILI

Le spese sostenute per l’installazio-ne dei pannelli solari sono detraibili al 55%, per un massimo di detrazio-ne pari a 60.000 euro. La Detrazione avviene in 5 tranche annuali di pari valore.Nota Bene: si tratta di una detrazio-ne di imposta e non di un rimborso. Ciascun contribuente ha diritto a de-trarre annualmente la quota spettante (un quinto del totale) nei limiti dell’im-posta dovuta per l’anno in questione. È importante anche sottolineare che l’importo di 60.000 euro indica il li-mite massimo detraibile e non, come spesso avveniva per altre spese detrai-bili, il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione. Il massimo di spesa ammonta quindi a € 109.091 vale a dire il seguente con-teggio (109.091 x 55% = € 60.000).L’importo massimo detraibile è comprensivo di Iva, quando questa rappresenta un costo, cioè per i pri-vati. Per le aziende il massimo detrai-bile si riferisce invece all’imponibile, Iva esclusa.

CUMULABILITA’ E COMPATIBILITA’

La cumulabilità si riferisce alla pos-sibilità di ottenere più benefici per uno stesso intervento. Fino al 31 di-cembre 2008, le Detrazioni 55% era-no cumulabili con altre misure loca-li con la stessa finalità, mentre dal 2009 tale diritto è stato sospeso. La compatibilità si riferisce alla possibi-le convivenza, nello stesso periodo, di due incentivi che premiano inter-venti diversi anche se spesso attigui

(ad esempio diversi interventi nel-l’ambito di una stessa ristrutturazio-ne edile).La detrazione per i pannelli solari è compatibile con altri interventi che danno diritto alla Detrazione 55% e, cioè, quelli previsti dal comma 345 della Finanziaria 2007 (strutture ver-ticali e orizzontali) e dal comma 347 (sostituzione di generatori termici). Ed è l’unico intervento cumulabile anche con i benefici fiscali predispo-sti dal comma 344 per la riqualifica-zione globale dell’edificio. Nei casi di più interventi, la docu-mentazione può essere unica.La detrazione non è mai cumulabile con agevolazioni fiscali previste da altre disposizioni di legge naziona-li per i medesimi interventi. Inoltre “a decorrere dal 1° gennaio 2009 gli strumenti di incentivazione di ogni natura attivati dallo Stato per la pro-mozione dell’efficienza energetica, non sono cumulabili con ulteriori contributi comunitari, regionali o locali, fatta salva la possibilità di cu-mulo con i Certificati Bianchi” (Dlgs 115/2008, articolo 6, comma 3).Dunque, la detrazione è cumulabi-le con i Certificati Bianchi (Titoli di Efficienza energetica) ma non è cumulabile con specifici incentivi eventualmente previsti da Regioni, Province e Comuni.La detrazione è invece compatibile con la Detrazione fiscale del 36% per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria realizzati su immobili residenziali, a condizio-ne che non riguardino la stessa ti-pologia di intervento per la quale si richiedono le Detrazioni fiscali del 55%. Ogni tipo di intervento dovrà seguire lo specifico iter previsto.

Installazione di pannelli solari per acqua calda

Le detrazioni e i beneficiari

Nominativo _______________________________________

Indirizzo _____________________________ CAP _______

Comune __________________________ Provincia _____

Tel. _____________________________________________

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